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LAUDATO SI Enciclica sociale di Papa Francesco 24 maggio 2015 da dove viene e dove va UNITA’ PASTORALE S. AGATA, S. AGOSTINO, S. ILARIO 03.11.2018

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LAUDATO SIEnciclica sociale di Papa Francesco

24 maggio 2015

da dove viene e dove va

UNITA’ PASTORALE S. AGATA, S. AGOSTINO, S. ILARIO03.11.2018

Da dove viene?Si inserisce nella dottrina sociale della chiesa

«gaudium et spes»

1.IntimaunionedellaChiesaconl'interafamigliaumana.Legioieelesperanze,letristezzeeleangoscedegliuominid'oggi,deipoverisoprattuttoeditutticolorochesoffrono,sonopurelegioieelesperanze,letristezzeeleangoscedeidiscepolidiCristo,enullaVièdigenuinamenteumanochenontrovieconellorocuore.Lalorocomunità,infatti,ècompostadiuominiiquali,riunitiinsiemenelCristo,sonoguidatidalloSpiritoSantonelloropellegrinaggioversoilregnodelPadre,edhannoricevutounmessaggiodisalvezzadaproporreatutti.Perciòlacomunitàdeicristianisisenterealmenteeintimamentesolidaleconilgenereumanoeconlasuastoria.

Pacem in TerrisGiovanni XXIII (11 aprile 1963)

Populorum ProgressioPaolo VI (27 marzo 1967)

Octogesima AdveniensPaolo VI (14 maggio 1971)

Laborem ExercensGiovanni Paolo II (14 settembre1981)

Sollicitudo Rei SocialisGiovanni Paolo II (30 dicembre1987)

Centesimus AnnusGiovanni Paolo II (1 maggio1991)

Caritas in veritateBenedetto XVI (29 giugno 2009)

Laudato si', sulla cura della casa comuneFrancesco (24 maggio 2015)

Rerum NovarumLeone XIII (15 maggio 1891)

Quadragesimo AnnoPio XI (15 maggio 1931)

Mater et MagistraGiovanni XXIII (15 maggio 1961)

LE ENCICLICHE SOCIALI

Da

dove

viene?

LEONEXIII:LARERUMNOVARUMDEL1891La Rerum novarum del 1891 di Leone XIII affronta il grave problema della questioneoperaia nel tempo delle prime rivoluzioni industriali. Leone XIII rifiuta il conflitto tracapitale e lavoro e invoca la via della solidarietà. I valori della sussidiarietà consentonouno sviluppo che parte dal basso, grazie allo spirito della cooperazione nei vari campi,come quello dell’accesso al credito dei soggetti più deboli. Nascono molte casse rurali chesi sviluppano in modo capillare sul territorio, con un ruolo fortemente propulsivo delleparrocchie.

PIOXI:LAQUADRAGESIMOANNODEL1931Nell’enciclica si afferma che è un grave errore la separazione tra etica ed economia. Vieneintrodotto il principio di sussidiarietà per cui l’ente superiore non deve fare mai quello chel’ente inferiore è in grado di fare benissimo da solo. Viene condannata la concentrazionedella ricchezza in poche mani ai tempi della grande crisi del 1929. “Ciò che ferisce gli occhiè che ai nostri tempi non vi è solo concentrazione della ricchezza, ma l’accumularsi altresìdi una potenza enorme, di una dispotica padronanza dell’economia in mano a pochi, equesti sovente neppure proprietari, ma solo depositari e amministratori del capitale, dicui essi però dispongono a loro piacimento”.

San GIOVANNIXXIII:LAMATERETMAGISTRADEL1961Con Giovanni XXIII si introduce il principio che la Dottrina Sociale della Chiesa è rivoltaa tutti gli uomini di buona volontà. Gli anni sessanta aprono orizzonti promettenti: laripresa dopo le devastazioni della guerra, l’inizio della decolonizzazione, i primi timidisegnali di un disgelo nei rapporti tra i due blocchi, americano e sovietico. In tutti i Paesi,accanto alla questione operaia e alla rivoluzione industriale, si delineano i problemidell’agricoltura, delle aree in via di sviluppo, del problema demografico e quelli relativialla necessità di una cooperazione economicamondiale.

San GIOVANNIXXIII:PACEMINTERRISDEL1963Con l’enciclica Pacem in terris, Giovanni XXIII mette in evidenza il tema della pace, inun’epoca segnata dalla proliferazione nucleare. Contiene, inoltre, una primaapprofondita riflessione della Chiesa sui diritti. Essa in continuità con il magisteroprecedente, sottolinea che è compito di tutti gli uomini di buona volontà ricomporre irapporti della convivenza nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà.Si sottolinea con forza il grande principio della Dottrina Sociale della Chiesarappresentato dalla destinazione universale dei beni e della funzione sociale dellaproprietà privata.

San PAOLOVI:POPULORUMPROGRESSIODEL1967Il santo Paolo VI dà voce a tutti i popoli del mondo afflitti dalla povertà. Si distingue tracrescita e sviluppo. La crescita è un concetto meramente quantitativo che riguarda lericchezze materiali, mentre lo sviluppo ha al centro l’uomo con i suoi valori di libertà,responsabilità, dignità, creatività. Lo sviluppo è il nuovo nome della pace e va coniugatocon il bene comune, che è bene di tutti e di ciascuno. Nessuno deve essere escluso daiprocessi di sviluppo, perché tutti siamo fratelli e fatti ad immagine e somiglianza di Dio.Con Paolo VI l’interdipendenza tra gli uomini e tra le Nazioni acquista una dimensionemorale sotto il profiloeconomico, culturale, politico e religioso.

San PAOLOVI:OCTOGESIMAADVENIENSDEL1971All’inizio degli anni settanta, in clima turbolento di contestazione ideologica,nell’ottantesimo anniversario della Rerum novarum, il Papa riflette sulla società post-industriale con tutti i suoi complessi problemi, rivelando l’insufficienza delle ideologie arispondere a tali sfide: urbanizzazione, la condizione giovanile, la situazione delladonna, la disoccupazione, le discriminazioni, l’emigrazione, il problema demografico,l’influsso dei mezzi di comunicazionesociale, l’ambiente naturale.

SanGIOVANNIPAOLOII:LABOREMEXERCENSDEL1981In questa enciclica si introduce una importante distinzione tra lavoro oggettivo elavoro soggettivo. Il lavoro oggettivo è quello che viene trattato sul mercato inrelazione ai processi di produzione e di distribuzione della ricchezza. Il lavorosoggettivo riguarda l’uomo che ha la primazia su tutto il creato perché è fatto aimmagine e somiglianza di Dio. In questo senso il lavoro è superiore al capitale ed èstrumento di santificazioneper la salvezza di tutti gli uomini su questa terra.L’ordine sociale è superiore all’ordine economico. La separazione dell’eticadall’economia produce gravissimi danni perché viene negato il valore del benecomune. Massima espressionedell’etica è il bene comune.

San GIOVANNI PAOLO II: SOLLICITUDO REI SOCIALIS DEL 1987Sul piano della Dottrina Sociale della Chiesa, assistiamo ad una vera e propria svoltaperché viene esaltata la libertà di intraprendere e condannati i sistemi che decidonodall’alto i destini degli uomini, con apparati burocratici che soffocano la creatività deisingoli e appiattiscono le coscienze. Dopo due anni dalla Sollicitudo rei socialis, nelnovembre del 1989, cadrà il muro di Berlino e nel 1991 imploderà il sistema sovietico.

SanGIOVANNIPAOLOII:CENTESIMUSANNUSDEL1991Si sposta l’attenzione del pensiero sociale della Chiesa dalla distribuzione allaproduzione della ricchezza, dove giocano un ruolo cruciale gli imprenditori, attorifondamentali dello sviluppo per il bene comune.La Centesimus esalta l’economia d’impresa come via per lo sviluppo e la costruzione delbene comune. Si afferma la liceità del profitto, ma se ne evidenziano i rischi, perché iconti di un’azienda possono essere in ordine e contemporaneamente venire umiliata ladignità della persona umana. La persona deve rimanere al centro dei processi disviluppo con i suoi valori di libertà, responsabilità, dignità, creatività. Nella Centesimusannus sono chiaramente enucleati i tre grandi pilastri dello sviluppo: il mercato, loStato, la società civile. La società civile costituisce una grande fonte dello sviluppo per ilbene comune, esaltando l’insostituibile valore della sussidiarietà. La sussidiairietà deveessere coniugata con la solidarietà e secondo Giovanni Paolo II dobbiamo mirare allaglobalizzazione della solidarietà. I due valori devono procedere insieme perché lasolidarietà senza la sussidiarietà genera appiattimento e scarsa propensione adintraprendere per la costruzione del bene comune. D’altra parte, la sussidiarietà senzala solidarietà genera egoismo localistico.

BENEDETTOXVI:CARITASINVERITATEDEL2009Benedetto XVI nella Caritas in veritate parla esplicitamente della Responsabilità Socialedell’Impresa (RSI). Una responsabilità che riguarda non solamente gli azionisti, maanche i dipendenti, la risorsa più preziosa per la sostenibilità dell’impresa nel lungoperiodo, le comunità locali, le istituzioni locali, i clienti, i fornitori, le generazioni future,l’ambiente. La Caritas in veritate ci dice anche che si attenuano nel mondo di oggi ladifferenze tra imprese profit e non profit. Secondo Benedetto XVI, mercato e Stato nonsono in grado da soli di assicurare il bene comune. Occorre una componente di gratuitàe di dono che caratterizza grande parte del terzo settore di cui poco si parla nel nostroPaese, ma che sta dando un grande contributo all’occupazione soprattutto giovanile.Un ultimo importante aspetto della Caritas in veritate riguarda l’attenzione allosviluppo dei popoli e la tecnica: “Il problema dello sviluppo è strettamente congiunto alprogresso tecnologico, con le sue strabilianti applicazioni in campo biologico. La tecnicaè un fatto profondamente umano, legato all’autonomia e alla libertà dell’uomo. Nellatecnica si esprime e si conferma la signoria dello spirito sulla materia”. Ma la ragione,cioè la scienza e la tecnica, non può essere disgiunta dalla fede, e devono volareinsiemeper portare l’uomo verso la verità che ci rende liberi.

MAGISTEROSULTEMADELLACURADELCREATO(dallaLSnn.4-11)

4.OttoannidopolaPacem interris,nel1971, (Octogesima Adveniens)il santo Papa Paolo VI si riferì alla problematica ecologica, presentandola come «unaconseguenza drammatica» dell’attività incontrollata dell’essere umano: «Attraversouno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a suavolta vittima di siffattadegradazione».

Parlò anche alla FAO della possibilità, «sotto l’effetto di contraccolpi della civiltàindustriale, di […] una vera catastrofe ecologica», sottolineando «l’urgenza e lanecessità di un mutamento radicale nella condotta dell’umanità», perché «i progressiscientifici più straordinari, le prodezze tecniche più strabilianti, la crescita economicapiù prodigiosa, se non sono congiunte ad un autentico progresso sociale e morale, sirivolgono, in definitiva, contro l’uomo».

5.SanGiovanniPaoloIINella sua prima Enciclica, (Redemptor Hominis cap. 15), osservò che l’essere umanosembra «non percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelliche servono ai fini di un immediato uso e consumo».Successivamenteinvitòadunaconversioneecologicaglobale.Ma nello stesso tempo fece notare che si mette poco impegno per «salvaguardare lecondizioni morali di un’autentica ecologia umana». La distruzione dell’ambiente umanoè qualcosa di molto serio, non solo perché Dio ha affidato il mondo all’essere umano,bensì perché la vita umana stessa è un dono che deve essere protetto da diverse formedi degrado.Ogni aspirazione a curare e migliorare il mondo richiede di cambiare profondamente gli«stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere cheoggi reggono le società». L’autentico sviluppo umano possiede un carattere morale epresuppone il pieno rispetto della persona umana, ma deve prestare attenzione ancheal mondo naturale e «tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutuaconnessione in un sistema ordinato».

6. Benedetto XVI (Discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede,gennaio 2007) ha rinnovato l’invito a «eliminare le cause strutturali delle disfunzionidell’economia mondiale e correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci digarantire il rispetto dell’ambiente». Ha ricordato che il mondo non può essereanalizzato solo isolando uno dei suoi aspetti, perché «il libro della natura è uno eindivisibile» e include l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazioni sociali, ealtri aspetti. Di conseguenza, «il degrado della natura è strettamente connesso allacultura che modella la convivenza umana». Papa Benedetto ci ha proposto diriconoscere che l’ambiente naturale è pieno di ferite prodotte dal nostrocomportamento irresponsabile. Anche l’ambiente sociale ha le sue ferite. Ma tuttesono causate in fondo dal medesimo male, cioè dall’idea che non esistano veritàindiscutibili. Si dimentica che «l’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé.L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura». Con paternapreoccupazione ci ha invitato a riconoscere che la creazione risulta compromessa «dovenoi stessi siamo le ultime istanze, dove l’insieme è semplicemente proprietà nostra e loconsumiamo solo per noi stessi. E lo spreco della creazione inizia dove nonriconosciamopiù alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessi».

7. Questi contributi dei Papi raccolgono la riflessione di innumerevoli scienziati, filosofi,teologi e organizzazioni sociali che hanno arricchito il pensiero della Chiesa su taliquestioni.

Non possiamo però ignorare che anche al di fuori della Chiesa Cattolica, altre Chiese eComunità cristiane – come pure altre religioni – hanno sviluppato una profondapreoccupazione e una preziosa riflessione su questi temi che stanno a cuore a tutti noi.Per citare solo un esempio particolarmente significativo, voglio riprendere brevementeparte del contributo del caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con il qualecondividiamo la speranza della piena comunione ecclesiale.

10. San Francesco, l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di unaecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli chestudiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sonocristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i piùpoveri e abbandonati.

11. La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia integrale richiede aperturaverso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e cicollegano con l’essenza dell’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di unapersona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la suareazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava incomunicazione con tutto il creato, e predicava persino ai fiori e «li invitava a lodare eamare Iddio, come esseri dotati di ragione». D’altra parte, san Francesco, fedele allaScrittura, ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ciparla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà: «Difatti dallagrandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,5)

ICAPITOLIDELLALAUDATOSI(n.15)1. In primo luogo, farò un breve percorso attraverso vari aspetti dell’attuale

crisi ecologica allo scopo di assumere i migliori frutti della ricercascientifica oggi disponibile, lasciarcene toccare in profondità e dare unabase di concretezza al percorso etico e spirituale che segue.

2. A partire da questa panoramica, riprenderò alcune argomentazioni chescaturiscono dalla tradizione giudeo-cristiana, al fine di dare maggiorecoerenza al nostro impegno per l’ambiente.

3. Poi proverò ad arrivare alle radici della situazione attuale, in modo dacoglierne non solo i sintomi ma anche le cause più profonde.

4. Così potremo proporre un’ecologia che, nelle sue diverse dimensioni,integri il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo ele sue relazioni con la realtà che lo circonda.

5. Alla luce di tale riflessione vorrei fare un passo avanti in alcune ampielinee di dialogo e di azione che coinvolgano sia ognuno di noi, sia lapolitica internazionale.

6. Infine, poiché sono convinto che ogni cambiamento ha bisogno dimotivazioni e di un cammino educativo, proporrò alcune linee dimaturazione umana ispirate al tesoro dell’esperienza spirituale cristiana.

LAUDATO SIEnciclica sociale di Papa Francesco

24 maggio 2015

Dove va

PUNTI DI ARRIVO (cap. 6)

UNA EDUCAZIONE E UNA SPIRITUALITA’ ECOLOGICA

PUNTARE AD UN ALTRO STILE DI VITA

EDUCARE ALLA ALLEANZA TRA UMANITA’ E AMBIENTE

LA CONVERSIONE ECOLOGICA

GIOIA E PACE

PER IL PROSSIMO INCONTRO SIAMOINVITATI A LEGGERE

DAL N. 53 AL N. 59E IL CAP. 5 DELLA LAUDATO SI

Preghieraperlanostraterra(PapaFrancesco,conclusionedellaLS)DioOnnipotente,cheseipresenteintuttol’universoenellapiùpiccoladelletuecreature,Tuchecircondiconlatuatenerezzatuttoquantoesiste,riversainnoilaforzadeltuoamoreaffinchéciprendiamocuradellavitaedellabellezza.Inondacidipace,perchéviviamocomefratelliesorellesenzanuocereanessuno.ODiodeipoveri,aiutaciariscattaregliabbandonatieidimenticatidiquestaterrachetantovalgonoaituoiocchi.

Risanalanostravita,affinchéproteggiamoilmondoenonlodeprediamo,affinchéseminiamobellezzaenoninquinamentoedistruzione.Toccaicuoridiquanticercanosolovantaggiaspesedeipoveriedellaterra.Insegnaciascoprireilvalorediognicosa,acontemplareconstupore,ariconoscerechesiamoprofondamenteuniticontuttelecreaturenelnostrocamminoversolatualuceinfinita.Grazieperchéseiconnoituttiigiorni.Sostienici,perfavore,nellanostralottaperlagiustizia,l’amoreelapace.