LATERANUM 76 - CARDELLINI, Innocenzo - La regalità nell'Antico Testamento

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ateranum FACOLTÀ DI TEOLOGIA lO LXXVI 3 Lnteran Universily Ples:,;

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ateranum FACOLTÀ DI TEOLOGIA

lO LXXVI 3

Lnteran Universily Ples:,;

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LA REGAUTÀ NELL'ANTICO TESTAMENTO UN'INDAGINE STORICO-RELIGIOSA

blllocCl/zo Cardclli,,; ,

Premessa

La bibliografia sul tema della regalità nell'antico Israele i:: copiosissima'. La pubblicazione incessante dei testi cuneiformi ha obbligato i biblisti a riconsiderare il problema della rcgalità, evidenziando i punti di contatto e le peculiarità tipiche di Israele. La tematica si è allargata a macchia d'olio: dall'ideologia, alla sacralid della reg.llità; dal tema di Jhwh mi//clk, al tema della regalità divina; dalla legittil11azione del re, all'atteggiamento antimo­narchico; dall'origine della monarchia, all'eterna dinastia daviclica.

Alla basc della ricerca, anche quella più spregiudicata, c'è sempre il medesimo presupposto: la spina dorsale delle narrazioni bibliche, special­mente da Giosuè al secondo libro dci Re, è considerata come un'opera di tipo annalistico o cronachistico. In altre parole, si tratta di diverse tra­dizioni e documenti antichi, che lo studioso deve di nuovo separare per arrivare agli eventi, cosÌ COIlle sono successi, per comprenderli in una narrazione più lineare e oggettiva. Il problema è se il concetto di regalità sia da valutare come il risultato desunto dagli atteggiamenti di personaggi durante lo svolgersi degli eventi, oppure se sia da considerare come una catcgoria o, 111cglio, un genere letterario già fissato, ahllcno neile sue lince essenziali, al quale tendenzialmente conformare le azioni dei personaggi da narrarc. COll1C ipotesi si prefcriscc la seconda. In un 1110I11cnto storico, più o meno determinabile', si realizza l'interesse dello scrittore biblico (o

" Professore Ordinario di Es(J.!c.1'i rldl'/rr, Faco!t;ì di Teologia, l'UL CC ti CAZFLLES, in DHS W (19H5) i05(l-1077 spec lO(yt-lOfJfJ; H. R1NGGHEN, in TIE-rr

4, !J2(l-\)JO.

Dagli swdì recemi sull'opera dtr si possono sintetizzare tre posizioni: l) tre tipi di elabora­zione DtrG, DtrP e DtrN SUllO da porre nella prima med del secolo VI ;LC; 2) una prima tappa

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di un complesso indirizzo di pensiero) di fondare e quindi di collocare nell" storia il proprio popolo, dalle origini fino all' epoca nella quale egli stesso scrive. La cornice del suo pensiero racchiude un anlpio orIzzonte

egli vuoI calare nella storia, cercando di concatenare nel tempo e di porre in relazione di continuitù spaziale gli clementi della narrazione, perché sia ben delineata fin dalle origini e crei la consistcnza storica del p"polo"

Simili imprese sono sempre motivate da un'idea madre' (per Israele è l'unicit,ì di Dio) la quale dovrJ, inevitabilmcnte, essere confrontata, fra gli altri concetti, anche con quello rilevante della r~~"lità.Jhwh è l'unico creatore dell'universo ed il vero re di tutto il creato e re dell'unico po~ polo ha coscienza di possedere questa verit,ì. Una tale fede va giusti~ ncata, per qtunto è possibile, ed anllonizzata con l'attualità storica c ciò richiede un arduo sforzo letterario'.

È evidente che, nei racconti dci primordi dell'universo, l'orizzonte si presenti fortemente mitico, ieggendario e tll1tasioso. Gli OrInai innun1c~ rcvoli studi comparativi fra le letterature cuneiformi c le narrazioni bi­bliche testimoniano l'uso di paradigmi letterari c ll1itologico~leggendari comuni, anche se ogni popolo li adatta al proprio disegno culturale".

deH'opera dtr risale aH'epoca preesilica del regno di Giosìa e tllU seconda nclb prima metù dciV! sce. ;cC La gr.mde maggioranza degli studiosi seguono qUl..'stl iPOlcsi; 3) sviluppando LI seconda tesi, H, \Veippert pnstub una terza tappa da porre alì'qmca di Ezechia, L'ipotesi ha suscita co imcrcsse, ml anche critiche, cL]. VAN SnTHs, Histarics ,md l-lisrorùl/Is 1:( thc /lnriml NCilr Easr:'l7I1: l.mldi/cs, ili Or 50 (19tH) 137--,1 HS; S. TIMM, Di!' D}'IIIlSlit Olllri: Qucflm IIIU! Ullfl'nllfhllll.f:m :::ur Gcstllirlllc IsnIds il/l 9,}dtrlwwlcrt !w ChriswJ, (FRLANT 124), Gi:ht!ngen 1 !JH2, 1H-40,

Un presupposto simile è Stilo preselltato da E SACClll, Il più ilili/W s/orim di f.mtdc: UIl'lpO{esi' di jtHWO, in Li.' or[lIiui di fsnldc, (Accademia Nazionale dc! Lincei), Roma 1 YH7, ()5~H(); si veda ancbe l'articolo di EC. r:FNSlli\M (lJ/CYllf}) ObsmulIOIu ,III l-lislorimf !\1dmIlIPcs iII Scrlio/lS ({/tU{II'-'S, in .':llorill c

ffiuli:::jOlli di lSfdelC, Scrìtti in ouore diJA. Soggin, Bft'scia l t)1J1, 77) sul conllnmo Irajiaioll IOlldrTlllil'cS

e hù/orù!J;r,!]ir,i! illtmf i!!' Ille dill/wr i?f (he Ildrr<ltù'L'S 4 Si pensi per es. alla fi.1lldazionc di ROllla secondo Tito Liv!o, secondo Virgilio e alle storie

fenicie di Fìlonc di Biblos e di Mochm.

Non si può certo rltt'!H':H.' dI(; una simik idt:i! nasca ,dl'impn:wvlso, bisogna ~urporn: un lento cammino, pcn::he diventi fedc. L'attestazione epigrafica più amica di jhwb, come dio di Isra­de, si trova ndla r. lH ddb stele di Mesha ed egli è posto in parallelo al dio Kamosh dei Moabiti. Questi rappresentano le due divìnid nazionali venerate ìn diversi santuari, K.AI HL l ii l,l M'i·-l?,);

A, LrMAmL, l\'o/I' d'tJl(l;mfihic lI()rd~OIH'SI -,<'tl/i/iljlle, in Syri<l, 64 (1 'JH7) 295--·31 Ù, Sulla questiolle di un confronto cronologico ft;l la stele e i racconti biblici cC G, CAIUHNI, Storilli' idcoli\~Ùllldl)l1l1liw Lmu.'it', Brescia 19H(1, 5K·~().j; cC anche il recente studio di A. LEMA!lìE.L.d..ifi.1i. dc Mhfld rI l'histo/n dc l'AI/dCII l:;Md, in SIMÙI c trdi:::ilmi di fmu'lc, j,D-J()t),

<, CC per es, E. TLSTA, Gme.>! l, (La Sacra Bibbia),T()rino-Rmm 10(ilJ, 31 ~237; C. WES'l1:HMANN,

Gelll:sis, (BKAT l/l), Ncukirchc!l<Nlu)!n 1974,1-103, La li~ta reate sumcrica attrilmisce ai re mito­logicì ;UltCllìluvìani ft'gni lunghissilll1, lllClltn: le durate divcntano attendibili nel!'epoca delb dinastia

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LI rcgalitì IIdJ'Allliw li!stJllllt.'lIto 435

A mano a mano che la narrazione scende lungo l'arco della storia, si stabiliscono relazioni, per quanto è possibile, con gli avvenimenti della storia generale di tutta la Mezza-Luna~Fertile, con i dati dell'an~ nalistica cuneìfornlc ncoassira, specialnlente que1la sargonidc, c con quelli della cultura neobabilonese. In questa maniera si cercò di creare una stretta corrispondenza cronologica fra i fatti riportati dalle fonti extrabibliche e gli avvenimenti dci regni di Israele c di Giuda, anche riempiendo vuoti con nomi c fatti più volte ripetuti? Finché trova dati, più o 111eno dcttagliati, il nostro scrittorc riesce a costruirc un rac~ conto dOCUl11cntatd\ 111a quando nell'annalistica ncoassira, ncllc cro~

di Ur ilI, qualllJo, probabilmente, la Lista venìv~! scritta, cC no. EDZAHD, RLA (l, 77-Wl. Cf.lt: Habilo~ nid.:(, di 13erosso, secondo quanto ci ha tramandato Alessandro Polistore (Eusebio PG 19, lO(l-IOH) e Abjòeno (PG 1 SI, 122); et: S. MAYEli BUHS'IT1N, nlC 13ilbY!OIlÙJClI !!f lJemsso, {in Sources amI MO!logr;lph SouITes [rom tbc Andem Near East, lISj, Ma!ibu J 07H.J !)E FHi\!M, Dc ngilms SIIlJlerids ['[ !hlfrÙlrdli.l biblirù, in VlJ 25 (10-n) -D-53; cC la List;t ;Jl1tçdiluvìana Gn 4,1 !«-](); 5,1-32 e quella pmtdiluvìana Gn 11,10-26,

cela proposta di G Garbini di eliminare due successori di Omri ~l.llla 1me di un cOllltomo conia stele di Mesh~l, in Slorùl c ldcohl\fÙJ, (13; lo., l s{\fili; dci f(\[11O di lsmde, in Oulllt 21 (1 tJH2) l ()3·-17!J sulla questione di Uzziyaw, re di Israele {sigilli V ()5<{i7) sconosciuto ai libri dei Re; in., L'iscri:::iollc di re U:::_:::ia, in Or/1m 2,t (11JH5) 67-75; In., S!on'a t: it!eo!.!l![d, 64~7 L Cf l-i TADMO!<, /t:ri}'lIf1 i!f');lIIdi, in S/JIdÙI Ilirrosilfillli{i/l1I! H (l % l) :232-271 ;JD. HAW!{INS, Gli sii/Ii IIL'1l~hiltili iII Sirùt r iIlA/liiloHa, in L.a prris/oria tlci Hdnmi c l'cflì dl'(ii'rro iii Mcdìo Orimlc (X~ Vl1l sa. Il. C), U!liversit~ di Cambridge, Storia Antica vol.lII/!, Mila!lO 11)H5, 4(lj,··I(I]; Il)., ill RL-I 5,227. Sul serio prob!ellia cronologico Ilei libri dei Re lo: discus~iolle cC A. LAATO, /\./(111 J '"it1l1IOÌllIs mi l/il: C!troI/O!<!l!Y i!!' lite J(ings t:!:lwLIiI limI lsmd, in ZA! V t)H (!9H(l) 210-121; G. GAllI., nu: HcdJì,lollùlI/ CJ!l'IIdllr mu! Ili!' ChrPlloll!G' 4 illl' IIISl KiI{l;!i I!r jwùdl, in Bi/! 72 (t 90 l) 3()7-37H. CC ;mche D. FAIMAN, ClmJ/wht~}' i!f ilIICÙ:l1l l-lcbn'!ii Hislory, in JIK.2 20 (1 1)1)2) 1 ()4-167; o. EnwAHDs, '11Ic 'i'ilr 4Jcnlsah'lll ~\' f)n[nlCiioll 2 Adddnl 597 ne Udl1ll'rprrlrd, in ZA IV 104 (I ~~2) 1111 ~ Wl ..

~ Sulla situazione dei documenti dei sovrani assiri (934-·722 ;LG) cC W SC!!lt'\MM, EAK il, l tJ73, La prinu attestazione, nel 1ll00lDlito di Kurkh, riferita a Arhab [ .. ..\:d(III)/HJd-db-lm KI 'H,sir(,q !IJ)­

'j !,l*!a~j!jll; KB l, 11'2-173 coL 11 rr. Sìl 1<-92a; H. WlNClo.rm, 7rxtlmdl, 20; j-LT"'DI\10Jt, Azri)'dJl (!Ilillldi, 244-24(); TU.r!T J, 3(1]! risale a16" anno di Sa]mall:lssarll1(H53a.C).Sul\uu.sir(..i(;oVilII.1JH1ia c la sua lndentilìcazione con Israele cf. H. TAUM{ilt, in IMI! 35, 14tJ notI alla r. 12; A. LEi\1AlliE, Asric!, Jr'l, Ismd ri l'on:i(illc dc lei flll!jì:dcfI1lùm {5mdi/j', in I/T:2 (I Sì73) 23lJ<"!43; M, \Vul'l'un, RLA 5, 20(); H,-j. ZOllE!, in TH~·rr 3, (oL 9HH-'Y)(); o. MlIlIGALlTli, 011 I!W On:t;i/l dilli IlwùJuil}' 4 thc /"/;I1I1C '15'-'u'i', In, /..I1l V 102 (1990), 225~237 e il postscritto in ZAW 103 (!!)!) 1),274, Nella sezione Il dd rilievo

ddl'Obdisco Nem dì Sallll:massar III (H5H~·K24 ;I.C), (in lVO 212,140) si parla del tributo p:lg.lto da Jcu: JIliH/,HII liil (m)I!HI-tllllar (l!I)J-hHIJ/Hj~i (ca. H3H a.c.). In un rr.ltllmcnto su pietra (cC il/O 1/4, 2{)(llsi parla ancora di tributo pagato da Jt:u [ .. );/1 (III)JfH;~fj miir (lJl.'M!·) HII'WIHi·i !I!II~bilr (H41 a,C.)!

insienw a Tiro (1\i.'j{.Sur~rd~11ja) e 5ido11e (K(!fL,\'i,dll~IIIH!jtl), cC am::he J'iscrizione su bstra di marmo n. 10h-lla (cf: j ro 1/ l, 3H)o In un'iscrizione su pietra di Adad-llarari III (H 11-7H3 a.c.) alla r. i2 si parla di tributi pagati dali'ìmera regionc:Tiro, Sìdonc, KI'IUllHI1II~rioi, Edom e KUI.1H·liHI.HJ/ {~~

Philistl'a). Sulla lettura "L'n. «_>~lIIHIIIH'i"j cf. lnui 35, 14HJ 49 nota alla r. 12; S. PONCllli\, L'Assirùl c ,t;li sfilli l'-'lIIsCJ!fhuid Ildill l'n'mil J/lc/ll dci!' VI1I sa. d. C., P;)dOv~1 19Y1, 16, Nella stele, detta di Tdl-al­

Rimah documento JJ bili] 35, 142.144; anche h/q 30/2, 141-· 1.t3;TUAT I, 3M'Ì), sì parla, alla d~,

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!mW({.'II;::o Ctmlcllilli

nache neobabilol1esi o nelle steli cananee nOI1 ci sono più riferimenti a Israele, allora il racconto diventa più impreciso. Lopera è stata COI11~

del tributo dì Joa~: IIId-d.HI! i;'il (1II)liI~ 'ilw.W I\U/Ls,HII('·nwllt/-(!ja Kun .• Yllrw !!jd Id JiI.~\'i,dIHIIH!iil illl-[mr, la !eum;! non è filci!e se si considera la costruzione de/LI 1'.7 ... (11I).HIHi* 'i ,ii;1 uilumi!ri(A:v,i:JJ .<i'!I flll*lmf, InCuti le tre regioni (l'. H) non sono precedute d:l.~~i; cL In/I{ 35, 1·L3.14·!; su SII/illiri:! e HfI*J-llIlIJri cC fn!II JOi1, 142.1·t5. Sul pmh1ema cronologico ct: S. !lA(;E, in in/tf 3011, 14H~ 14<); M.WUI'I'EIlT, DiI' Fc!d::;i{J;1' Adlldl!drllris lll, IUrl! SyriclI.! 'i.mllls;;d:::;III~~{'If, t l'diII!!,' FO~~n/, in /:1)1 11" 10)) (11)1)1). 41*(1!. Sul periodo della ~ccomb metù del IX sec A.C. cL :lndH: A. LEJ\tAIIIE, 1-11 stele di 1\ kslw, 150- l () l,

Da! 7Hl a.C fino agli amu!i di Tigbt·-pi!cscr III (745 .. 727 a.C) llon si banno più menzioni deì re di Israde. Su tale periodo l'C E. LII'INSKI,JI'W{WIIIII IIl'f {,/ Syril', in S/On"d c flluH::.iolti di h:rdc!c, 171 <, 17(), Negli Allmli di Tiglat"pilcSl'r III, aHe rr. 123.131 si parla dì Ull non 1)(,'11 idelltif'ìcato perso­naggio chiamato Azarla (cf: IL l H)< Su Azari:! f.:UU,HH/IH!;d (n. l 04, 1 05 ddla lavoleua K ()205) cL la disLUssione alle rL 102,! 20 in N. NA 'AMI,N, SCllllluflcrili:i "LclIrr fu Golf" mi his CilllljlilÙ:1I loJlIdalt, in H/!S()I( 21,; (j iJ74j, 25,·3\). Alla r, 150 (, ,,(m).w-lIi-!J[ II/HIW /{!JI1.SiHII(~n'"1l1h!iil.,.) si parla di tributi

elw Menahem di S:ul1aria, imiel1lc ad altri re, tra cui Itaqiaml di ,~!I.il!lcri.(11 ( I);musco) , pagawno al sovrano di Assiria (ct: H. W1NCKI.El!, '!i'.Yllmd/, 30; TU·ff'l, 371). CC anche b stde studiata da LD. lEVINE, 'lip(J NCo*/.JsSl'n'illi c<'ildacjfolll lnlll, OC{llsimlll! H/pCf 2.1,lbromo 1072, 1 H coL Il, Ìll cui si parla di tributi che diversi re devono versare a Tìgbt-Pilescr !li, fra i quali sono annoverati Raqial1l1 di J);llm~co, Meualll.'t11 di Samaria, ì"uluil di Tim, ecc Su questa pmblematica cL M. WEI1jPEH'I~ A/c* 1111111'111 (!(f:mll'i lIlti! ScillC Zri{(!I'IWSSI'I1 iII dm:r Stc!Cllinsrllrflì dcs IlSs)'ri.wh1'll Kiilltl!S ilUS Ir<ll1, in ZlJJll'H0 (1 !J73) 2h-35.

Per il groviglio (lì testì e di fr;uHl11entl (III lt L 10 nr.1; ND 4301; 4305: 5421; 5419; K 2(141J) e sulle loro importanti notizie riferite a l'fiN, <('>.IfIHIIII-rt"-II, all'epoca ddt'a~sassil1io di (1II)l\h[il~

!Jil, dd!'insediamemo di (III).-HI-si-.i', come re voluto dagli assìri, dei tributi da versare e, inllne, sul problema cnmnlogico rìferito :1 2lte 15,27-31; 17, 1~4 cf. la discussione in le BOIlGEIl !--l.ìÌ\n~

I\l( Hl, Z!I'CI lkitr:{l!c ::lIr afIICS!dIlICllllic!'ClJ I Vissf'lisd/,!fi !I!!&nl/id dl'f illSr/lrifii'1I T\I!I,upil(scr Il f, in Z;! H / ()·t (1 \/H2) 244<251: TLHf!, 373-374; 376-377;\V Snw.t\.1I,IM, EAK /1, 132. 135-13(), Importuni per il

nostro scopo sono le notizie rifèrire alle deportazioni di uomini, di averi e anche delle divinità dei vimi (TUAT !,373 r. 10; 377 r, Hl). [n un'iscrizione su terr;lCotta (H.W1NUCLEH, ~J('xtfl!ltlt, 35;TUAT !,375) si narra di tributi elw alcuni re dcvonD paj.;are a TigbrMVileser III, fr:l i quali è menzionato (m)'IiHI+I<::i f.:{!ILIiI-li"ilrh!iil (2Re 15,3H). Sarebbe la prima menzione di eiuda, se la tavoletta K 6205 non si riferisse all'epoca di Tigbt-Pilescr. Su qucsto periodo cf. la siutcsi di 1--1. CAZHI,rs, LI

,l!lIcrrc s}'nH'[IhlillliIC d,IIIS le (Oli/l'xII' dc Iii [ltllitiqllc imCrl/lllimlit!c, 30~ofH; cf: anche J.M. ASUUMENDI, 1 .. / J!lIcrril siro~(!inilllilil. J.lis!ori,1 r f'r,!{I:IJlS, (lstituciòn San Jerònimo 13), V;dl'ncìa-JcrusaJ~ll 1 \/li1.

Lr; iscrizioni di Sargon Il (722""705 a.C) sono lllolw importanti per le menzioni su! destino di Samarl;L Il lesto lite 17.1 ~.() attribuisce la caduta di Samaria a SalH1<l!lassarv, mentre, secondo gli Annali di S;lrgoll Il. sembra che sia lui il distruttore, 1-1", Wincklcr nel lHHY ricostruiva il testo alla L

Il deglì Annali e kggeva: L IO) i&11i1 Id;; .\:arn1·li~iil i·llill/I,I!J·ri~{ lhdr~ijj! c la r. Il) /(1/111[,,1::11) s,Hlli·rli~ Ili/Mdi j,dollli ilk·.~1Ii1 (?)" , (Kcilsrhrf{tIc.\'lc 1,4), posto in relazione con l'ìnizìo del regno di Sargoll IL Da

allora fìllo ad oggi i trattati di storia di Israele attribuiscono a Sallll;ll1aS~:1rV l'inizio dell'operazione beHica c la fìne a Sargoll nel 722 ;t,C Su questo problema cC li. BECK!Nr;, nlC Fili! !?fSillJlllri!LAn l-lì~

siorifitl (lIId Anhacoh!l!icill S/Uri)', (SI"IANE 2), Lcidell 1 ()Y2, 34-45. Nell'iscrizione maggiore, detta dei 'Fasti', si !larra, nelle rro 23-35, che Sargon Il daJl'jnizÌo fino al 15° allflO del suo regno conquistò fra le altre citt;Ì anche Samaria, L'evemo potrebbe essere capitato durante i 15 anni dc! rq.,>1l0 di Sargon Il e onn necess:lfumeme all'inizio, COllle b~cia pells~lre la lettura ddla r. ! 1 dedi Annali secondo H. Willcklcr. È probabile invl:ce clw Sallllan;t5Sar V, nel 715-713, abbia distrum;'Samaria, rendendola provincia assir;l, dopo avcr imprigionalO l'ultimo re, Osea. Inf;òtti, nei testi di Sargon Il non appare

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Li n:galitì IIcI1'Alltim '"]('StlllllClltO 437

pilata in tempi notevolmente lontani dalle epoche nelle quali si cala la narrazione'i. L'era predavìdica e davidica c la stessa figura di David,

mal il re di S;ullaria, pçrché dal 725/23 non ce ne fimmo pltL A causa ddk qm~stioni politiche interne e dell'impegno militare di Sargotl ll, nel suo 2° anno di n:gno, contro !'Elam, si allen·,

tò la prcs.'iione assira sulle regioni occìdenta!i, Nel ]0 anno Sargon jJ dovette intervenire con­tro llubi'dì di Ham3t, l--!;11lUl1U di Gaza e contro la provincla assira di Sillluria; suBa complessa

probleltl:Hìca tL S, T1M1\1, Dir Embcnmg SilIIWriil5 11115 (ls.'i}'rìsrh~!Ii!hyfollisdnT Siria, in WO 10121 (llJK!)/,)O), 62-H2; N, NA'AM!\N, 771c l-lisforic;l! H;1rk<.;fOllllil /O dw CO//!1J1L'st t![ Si/1IJllrìa (720 BC), in

13i!J 71 (19')0) 20«~25;J H, HAYES - J.IC KCAN, 71JCjiwIlE'ars!!f Stili/aria (730«720 11e), ìn Hib 72 (1991) !53-1HL Cf anche N. NA'AMAN R. ZAf}O!{, 5111,1;0/1 In Dtpurtafiow; lo Lmd 111111 Jlldl~

[stia (7 j 6~ 70S 11 C), in JCS 40 (19HH), 3(l-4(1; R BECKING, 77lc EIII 45dllwrùl, 55-,56, Il :rJcconto in lRe 17,1-6 non SflOr.l minimamente la problemadca suscitata dai testi di Sargol1 Il, pcrcbc !o

~crittore biblico aVC"''';l ktto e rìponato correttamente la l10tìzia data ebBe cromdle w:obabilones!; ((llc! 25Q giorno del mese di Tebet, Sahm!l;l~sar IV! asn:se al trono di Assiria. Egli distrusse Samaria (l!m '.l.'iioIIliHd~ 'i~ilJ ib-IC~pl), L'anno V Salman:lssar IVj mori nel mese di Tebet~, (ABC I i rr27-,29),

Ndl'ìscrlzione IV, ùetta de! "Pave des Port<:s", (; riport:!to un IUllgo elenco dei territori sot­tomessi da Sargon Il i:, nelle rT, Jl~32, LI citth di Samaria è nomìnat:! insiemc alla Casa di Omri (la prima Hm il determina civo di ciu:ì, la secomb con quello di regionc; LlI! ',SiHlJir~i~IIiJ lÌ .!!i~lIIjr Id 'IL (ili {1/I)II1HIIIHi~IL Normalllli:!1te i due termini sono compn.'si quasi tome sinonimi (cL In!;} 30!2, 145), ma in questo e in altri testi scmbrano rìfi:rirsi a due distinte emitì, hi:rJché collegate rUlla all'altra (cf: HAL I, (l 1 rt, 31<)2; H. Wincklcr, KriL,rbrf!1tcxfl' J, H2 r, 15; TUAT I, 3H5; B, BECKJNG, 'J7/(' lZJlJ 4 SrlllWI!I,33 r. :21),

Nel prisma di NimruJ (cL if!lJj 16/2, 179 IV IT, 25,,-41; TUAT I, 3H:2), alla L 32, Sargon Il annovera Cr;! il bottino portato vb da SaIllaria anche «gli (ki nei quali essi (i S:ullarit;mi) avevano P()sto la loro fiduciall.IJer una lettura più alllpìa del testo cf.J,H, I-LWES - J,lC KUAN, hl Il/il 72 (1 ()t) J) 167-16H,171-17,),

Per l'cpoc\ dopo la caduta di Samaria cf. la Jll campagna di Sellnacherib e il prisma di Esarhaddoll (cf. TUAT I, 3HH-397) e le cronache neohlbilonesi di Nabucodonmor (cf. TLfAT l, 4o:1-·\O-J.), et: ;1l1che H. S,">UllEN, SClllldfhhib, {es Antbcs, les dl~porthjHirs, in ! FO l (, (19H5) HO,J),);A.R.

CHEEN,AsJmr~UIJi/l!it Il ami dI(' lIuaiptioll 88fmmAnul.'An OhSCr1'Il!io!1, in Z·IIY 100 (!9HH) 277-2HO; o. EnwAuns, 'J7I1:\'bm (!OcnISIl{(,III:~ Dcs{nlrtioll, in 2111-17 104, !Oj'·!O(l,

'! Oltre all'argomento che 2Ri: 17, i-C) corrisponde alla notizia riportata dalle cronache neo·· babilonesi {cf la Ilota precedeme), e da llotare l'uso del nome l'lì! (mdcI: \IHllr; lRe 15,1 'J) riferito a Tiglat-pi!esi:r III. Questo appellativo non si trova lllai negli annali neoassiri dove e scritto Tukulti·­,1pil-ES:m";L In 2Re 15,29; 1 (),7, 1 () e nelle iscrizioni aramaiche di Pa1l:llllllll1 Il (KA 1215, DJ 5.16), di Barrakib (KAJ 21 (l, 3Jl; KAl 2l7, 1.2 testo ricostruito a!1'inizio; cLmche KAi 233, 15) è scritto {I;!tpfysr. Soltanto nella Lista babilonese deì re (KùJ,I;1isIA, IV L 11 [eT 3() pL 25]) si trova (m)JlII-1Jl (ç[

E SClIMlDTKL,AI!llwH, HO e foc 3: /1110r43, 240-243 Il. 1544 e p. 350), Nelle Cronache (ler 5/1.2(1; leI" 2H,10) si sente il bisogno di chiarire il termine 1'111 con Ti{i{ilt jJilnclfr (manomettendo allelIe il nOlllC)<li:m:ndo presente anche quanto C St:110 detto sopra è lecito pensare che lo scrittore biblico conoscesse particolarmente belle l'ambiente llt~obabilolle5e,

A ciò si aggiunga l'osservazione a proposito della ft1rlm stereotip;l 'lId hd"ydm lJrl::::;:m:h usata in

es 12x, in Cd CIx, in l Sam 4x, in 2S:Ull 3x, in 1 Re 5x, in lIte 6x (--'--36x), eCCetto altre Hx in discorso diretto. Con questo mezzo letterario l'autore voleva dare peso storico al racconto, giustificandolo con l'affermare che alla SU~l epoca e5istel,.~\llo ancora nomi, luoghi e coswmi dell'antiche situazioni, Comrolbndo i testi, ci si accorge chi: l'autore, (orse, Ilon aveva avuto esperienza diretta dì quello

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43H IIIIWfClf::::O Cardellini

secondo i libri dci Giudici, di Sal11uele c dci Re, sono collocate in un periodo che non offriva confronti diretti, come avvenne per le epoche successive"'- Il concetto di regalità riferito a David non è determinato dal comportamento del re, come vuole far credere il racconto, ma, ,li contrario, esso appartiene J un genere letterario ben definito, In base al quale, caso mai, sarebbe stata adattata la figura dci re.

,~~II"rd" slIlIa regi/1i11Ì Ilella letlemllll"ll ClIlwf«ml/c

11 testo più appariscente, chiamato la "Lista reale sumeric'I", parla della regalità che, in un tempo mitico prima del diluvio, discende dal ciclo sopra una città, dove si ferma per Jllolti anni, poi p,-lssa ad un'altra c così via attraverso cinque città: Eridu, Bad-Tibira, Larak, Sippar c Suruppak. Con la seconda parte dci testo, ambientata dopo il diluvio, si volle ac­centuare, rispetto ai tempi mitici antediluviani, la continuità dci dono, da parte degli di'i, della regalità, l'unica forma di governo che può essere denominata con il termine di civiltà. Il diluvio è segno di distruzionc e il primo elemento della ripresa della vita è rappresentato dalla regalità: «Il diluvio finÌ. Dopo che il diluvio ebbe cessato, quando la regalità discese dal ciclo, LI regalità fu a Kis ... » (I, 39~42).

L'ultima dinastia di Isin tenta di collegare il potere regale all'antica tradizionc sumerica. L'istituzione della regalità, nclla sua unicità, risaI c al dio supremo Enlil, al quale vengono attribuiti cpiteti che poi passeranno ai re 11 , PrcsUInibilmcntc è En1il, nel testo detto "Diiuvio sumcrico", ad attribuire hl rcgalitJ alle città antediluviane e alle loro divinità", come segno di passaggio dell'umanità dallo stato di rozzezza alla civiltà: «lo ho in animo di togliere la mia razza umana dalla confusione e, per Nintll, de-

che affermava: si cC pcr es. Gd 1,21 con 2Salll 5,(J-H oppure l'usanza delle giovani di girovagare per i monti in ricordo della figlia di Jefte Cd 11,40< Prohabilmente chi scriveva sì trovava IOlltano dai luoghi che descriveva.

li, Sull'argomento cL G GAIW!NI, L'impem dr Dllllid, in ASNSP serie !li voi XI!!, I, 10H3; !n .• Slorlll c ùlco/i:lJill, ,n~j7; !D"> f lIIili delle orI.!!illi IIcll'ideologùl dmtifil, in Le or(..;illi di ISfildc, 20-3H; R. GEI Hl, S/orlrl t' idcohtJ;ùl iII I Hl' 3~ f 0, in La S/orÙ!t;rl!!iil IId/il Hi/J/Ji!l, Atti della XXVIII Scttlm:\m Biblica, Bologm l tJX(l, 2l)"-52;JP~o SilGGIN, U' {)r(~ìlli d'Ismde, Pro/J!clllil pcr la storiogr4ìJ?, in Li' (lr~!!i1!ì di l.mwfe, 5-1·t.

11 CL HjAT l, 330-33(); D.O. Enu\.HD, RL/I (l, 77-H(); R. LAHt\'l~ Le wrdar're rd(t;Ù'lIx dc LI

my!lu/é ilssYr!l·ihlbylil/liwllf', (Librairie d'Amcrìque ct d'Oricnt A. MaisOfllìCl1\'C), P,lris !tJ3Y, 2()""3'J. /IGE 300-301; SHP 124 rr. 27-~lH; ZA 41, 195 Vs. n. 5-11; !tJ() Rv rL 5- lO,

!2 Cf. G l'EfT1NATO, Das dlOn'CIIl!lfisrllc A1C/1sdlclI/Jild 11//(1 dìc slIIucrì.;rilCIIlllul (/J"klldisdlL'lI S(hiij!~ [il/lgslllylfll.'ll, CWir}[(:r-Universit;itsvcrlag, Heidelbcrg 1 tJ71, 97-!JH.

Amarok
Elipse
cpiteti che poi passeranno "Diiuvio sumcrico" alle loro divinità", come
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La regalitì IIcll 'Allfiro Ti:stlll1lL'llto 439

sidero di ristabilire (la sorte) delle mie creature; desidero cbe la gente esca dalle sue spelonche ... » (I rr. 2-4).A differenza della "Lista reale sumerica", in questo testo sono le divinità delle città che ricevono la reg;alità (Il rr. 10-19) c ciò è segno dell'inizio dello spostamento di accento dalla istitu~ zione unitaria, alla regalità delle singole città. Nella leggenda di Etana", secondo la versione neoassira, si dice (alle righe I ~30) che IStar si mise alla ricerca di un pastore c di un re per tutta la terra e trovò Etana che Enlil poi pose come re a Kis:

«Quando Enlil andò a controllare il luogo per il trono di Etana ~ 1'eroe che !Star scelse COIl1e re ~, cercò c trovò: al paese un re si dia e risiederà a Kis... Allora la regalità, la lucente corona c il trono ... egli portò al cospetto di Marduk, a Babilonia ... '). Innumerevoli sono i testi nei quali la regalità è presentata come un

dono divino, anche sc, di fatto, la regalità spetta alla divinità, la quale, sol­tanto in un secondo 1110111ento, va in cerca di qualcuno, fra gli u0l11ini, che possa essere all'altezza di attualizzare qucsta virtù~grazia a favore dci popolo. Nelle iscrizioni regali è un onore e un dovere poter esprimere il dono della regalità, cOl11e ricevuto dalla divinità. Il re diventa il primo personaggio del suo popolo, pcrché è scelto dalla divinità''', anzi in alcuni

j, Cf. G PEnINAJ'(), J SI/I/lai, Milano 19Y2, H7-HH.

H Nell'epoca ritI antica si narra che Enki donò a sua fìglia lnarma il pOH:n: regale (l'L SfaZ, 12H-135, l l'l'. 23-24; '1:)'/1 14H, I 23-24), chç An scelse Lirit~Etar, nella sua grande gC!lcrosit:ì, comc re anche su popoli str;micri (cL SKiZ 14, I rr. 35-4(1) e che An, H: di tlIttì gli d&i, stabilì Marduk signore del cielo e della terra e E1llil gli donò la regalitì tDtale del rido e della terra (cC MiO 12/2, (l() l'L 6,~ 10). Marduk concesse la ma rcgalicì alle orde dei Cutei, contro Nara1l1sin (l'L ZA 42, 53 A r. 22).lhbisin sì amareggiò, perché Eulìl dìede la n:galità a IShi'erra, benché mm [(WiC di origine SUflH.:ra (cLZ/l ·~t),ol rr. 15-19; ZlI 60,(10 rr. !5-19).AlJU concesse scettro, tmno e dignitù regale (cC ZII "t 1, 193- J 99). Inanna donò a Eannatum dì Lagas :lm.:he la regalit:ì 5U Kis: «ad Eannatul1l, l'uomo fedele agli ordini di Girsu, ad Earmatum, re di Lagas, la dea Inalllla ha dimostrato il suo amore, oitre alla signoria (1II1J11~L'IISJ) di Lagas gli ha (LIro la n:galid (1IIJIII"ll1,l?a~ di Ki!i}1 (cf E"'!OS 5i 1, l,EL 150, A rr. V 23-VI 5),

La regalìt;ì, dopo la vita eterna, è il bene più gr.mde che gli dei possono COllccdcn.' all'uomo. Nel poema "La morte di Gilg;l1lws" (G PE"lTIN!\TO, La .l'aga di Gi{l!dllll:,!I, Milano !:}():2, 344; cL HASOR 9·~, 7 lesto .ti r. 35) si dke dll: Enlil abhia desti!lato Gilgamd alla regalìt;i, ma non alla vita eterna. In G FA1H1EH-FI,UGGE, Der Myllws "[/l/lima limi EliNi" IIIUcr da l1crii(ksidJt~\!Jllig da Lisle dcr ME, (Studia Polll lO), Roma ltJ73,54 Il rr. Iss, SOllO descritti i ME che Inalllla porta con se. Le flmziollì dell'm, l'essenza divina, la corona amentica del potere, il trono della regalitì, lo scettro eccelso, la verga c le redini, i nobili vestimenti, la fimzioJlc di pastore, la regalità, ccc Assm dona a Salmanassar 110 scettro, le armi e l'autentica corona del potere (c( lAK XXII, 1 n. 21b-26:1; /lRf J

§ 527), II COllcetto di n:galitl & talmente radicato che comp:lre In ogni epoca, dalla più antica flUO a ql1dla adwl11cnide c, addirittura, fino a!l'era dei Sdellcidi (i11 !":·lB 3,132 l r. 2H Amloco I Sotcr !:hìede a Nabù una regalitù fondata sulla giustizia).

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440 llll/{J(C//;::o CarddIitli

testi il re, più che scelto, io addirittura una creatura (hllllll) della divinità ", Se risulta abbastanza chi.lramentc in tutti i testi che la regalità appartiene alla divinit.ì e che in un secondo tempo viene donata a un personaggio scelto, chiamato re, diventa però arduo stabilire che cosa sia un re, quali debbano essere le sue qualid interiori e le sue proprietà esteriori, che gli competono. Tuttavia, la titolatura nelle iscrizioni regali è molto ricca c

Nell'l'poca pakobabilollesl' S:llllaS diede ad !--bmmur;tpi un regno 5ubile, regalit:ì elerna (l'L fNES 7, 1(lH n. 5u -i 1, r. IO .~!lrnìUIII darTl,IIII; L1H I Ilf. 50, 14-10; nr. 1)4, 24<10; !lL 1)5, IO-H); Jf{SA

-212 IV C(Jb, 17-30; 21CJ IV C()h, 25 n 37; l'C anche MIO 121:2, ()4 rr. 1S-I\)< Samsi"Adad ! ricevette

In regalo &1 Etar un dominio comimumente rinno\'-';Ibill' (IH/il .\:IHHL, ,/III,ltHIIII l'd~dl' .\'d~lIl11; EAK l,!) !lI fL 6·); cC allche ARI l ~ j 42) e, nella colonna seguc1itc, al re che aveva compiuto mis{iltti sotto gli occhi degli dei era destinato il rilìuto della loro garanzia e Ihat (,gli toglie il regno e il po" tere (.ç([r~nHls».HlII f!11~ftt.\:II) e lo dar,ì ad un altro» (cL E:lK I, 10 IV rr,21--25;/\RI! l·t-t}. Dagan a Marì elargisce la regalitù (cL RA 33, 4!)~50 rr.lJ-lO). Salllsuìhma, l'amato di Eoli! (,/lHH-illII), riceve lo scettro {lelb vita (Li: ZA H,3·t rr.37··;:)2). Pcr l'epoca cassita cL Or 23, l11) (cC. !<.Alt I or, 11) rr. 14-- t(); senza Sa!llaS non c'è scettro, !lt: corolla, Ili: trono, né vcstilllCllti tegalì.

Anche nelle l'poche Sllcn:5sivc sono innumerevoli le alwstazioni ddb scc!t:! del re li:! parle degli dè;' Per l'epoca neoassira l'C per es, AKA 2HO I rr. 7(1~77; RIMA 2, !1Jf!.. 100; M,J. Swx, RL~I (l, !()7. Per l'epoCl neobabilonese ecco alcuni rcstì:

- "lo (Nabotlcdo) sono il re, il predilclto dd tuo (Marduk) cuorc, riempi le mie Ulani più degli altri re che tu avevi in passato cllìamaw») (1-/113 4,2HOVII rr. 45-53);

((Manluk allla la mia (Nlbopobssar) n'galitù (IIiHIHIIII .(IIHtl~f{-ì!l);) (VAB --t/)O ! rr. 23,,25; cf.

al1che p. 111! r,34;p.lHl L}(); PBS 15 HL 701 r. lH.L17; Ir.l/1 27,(\ Rv,!V r.2; 7-",,11,133 L 17). Nabopobssar, per la sua umilt<Ì lbvami a Manluk, ottellne la sua bencvolenza (cf r'iIB -t, (Il Il rr. (d",()5). Nabù accordò :1lllorevnlnH:ntc la regalit:i a Nabucodollosor, percile gli hl fhldc con tl!tw

il cuore (i-Ili! gi-w{r lili/Jijrl J:f"lollim) c fu pieno di tilllor di dio (cf: I,:~I H 4, 122 l rr. 33,,31)) c nella

r, 21.) Nabucodonmor alE:nnava dì camminare per i sentieri cari agli dèi (,I-l,l-lI!~-ti ili iHc-ni-id-dl). M:mluk chiamava per l'eternitù Nabucodonosor alla rcgalitù (~rl;_lIIjHIIII dJI~{hhllll i:::-buJIIHld §;Jr­

nHI-fim), percile l'gli era pieno di tlmor di dio, lo serviva, lo pregav:! c sì umiliava davami alla gloria dì NatnL.(cf ul 2, 133 rr. q-l H; 1/;'113 4, 142 I) c la divinità gli garantì un tmno stabile e un lungo regno (cf. YOS I nr. 44 Il rr, 25-2()], Sin accettò amorcvolme1lte Nabotledo, perché manifestl1 sem­

pre venerazionc di fronte alla sua divinitù c per qucsw gli diede un buon nome nella regionc (cL E-W 4,:200 Il rr. 17b-22). Egli governò non per desiderio di potere, ma per volontà degli dèi, i quali per mezzo delle sue preghiere (dcl ~tlO atteggiamenro pio) incaricarono il dio Sin di chi;llnarlo alla rrgalid (cL 7-",,1 %, :211.) I rr. 7~,1O; pp. 140-241; cLmche AnSl H, 4H H 1 H l rr. 40-44a}.

Anche i n: persiani accettarollo pie!lalllentc questa cultur.1, Nel Cilìndro di Ciro ~i narra cile Marduk alldò in cerca dì Ul1 re giusto chc corrispondessc ai suoi sentimcnti e tmvò Ciro e lo chiamò alla regalid (cf. ZA M, 19() t. 12) c nella r. 14 si dicc chI..' il dio osservava compiaciuto le buone open:

e il cuore retto di Ciro. Anche Dario (cf. TUATI,422V rr.l1~12) ricevette la regalitt! dalla divinit;ì. Cf: ancbe l'articolo di Il, AIITZl A. MA!AMAT, n/c Gn'il/ Kill.\!. l'l prccII/il/Wf u.oyal Title in !1IlIcifilrm Sourrcs (/fII! [/le BiNe, in 71/!' 'l;Mct i!llti file SCnlll, in M.E. COIlEN ne. SNE!.t - D.B.WElSllE1/G (;,ld,ì, SlIIdics iII HO/w( i!f! 1:11: Halltl, Bcthesda, Marybnd 1993, 2H~3H. .

I: O:WR. MA'tTll, Ein Mylf/Os l'OI! dcr Ersrh4Jilll.l; dcs A!CWc!ICII 1/llil dc;; lùill\1!5, in Or 56 (19H7) 55-()N spccJJ3-64; cCmche CH Il rr. 14-15; IV rr. 27-2H; Rv. XXVII r. 42; IRSA 216 IV C(Jh; 220

IV C7b Il 5-111 17,Assurbanipal è creatura degli dèi (bimi/II) ER CJ3-()4; ZA 2, 131-133 nL (l f. 14: «Mardl1k, il grande dio, con amon:vo!cz:r",l cd intenzlonc l11i (Nabucodollosor) CfCÙ"<

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LI rcgalid Ilcll '"A Iltiw Trsftl!llCllfO 441

permette di cogliere, in linea di massima, i requisiti richiesti, perché un re possa regnare con il beneplacito della divinità. Il primo dovere è go­vernare con giustizia (mLI'anllll .l'<ikalllllll), cioè rendere il paese prosperoso e soprattutto dI'ile; il re stesso è "arante del diritto (,'ilI" lIlLI'''I"illl) e quindi difensore delle persone miserabili"'. Egli è chiamato pastore (re'ti), imma­gine feconda nella letteratura 17, con la quale si vuoI significare il concetto

j(, Cf: CU prologo rr. 41-42; 111-113; 1 ()1-1 CJH; \d'orf;mo non fu sottomesso al ricco, la vcdova llon hl sottOlllcS5a al potcme e l'uomo di poco valore non fil sottomesso a!l'uomo importante»; CL prologo II rL 25-37; III rr. 52-55.56-70; epilogo 111 rr. 2~lJ;VI H. 2-4; eH prologo 1 fr. :27-49; epi­logo Rv. XXIV 57-(13: "Li ho protetti (popoli di Sumer e di Akbd) con b mia saggezza, aHìnché il potente nOlI opprimesse il piti dellole e si rClldesse giustizia all'orJ:.lno e alb vedova, ilI Babilonia .. J; cC anche le rr, 72-73. C[J RENCEH, Hall/wl/rapis Stde "/ùill~~ dI'T Gcrcrbl(~kdt". Zur Fnt~c 11011 Rechi IIml GL'sa::: {II da tlllbilhylolliscCll 26f, ìll IVO B (llJ7(J) 22H-l35.

Cf. l'Editto di Ammisaduqa: Ilì'lilll11 .~!lrrH11l IIlHllnllII rHI;I /llii/im iJibmli 'Jinf;ltti, il re ha stabilito la giustizia in fhvore del paese», cL ElC KR/\US, Eill F;'dikt, dove questa fòmmla ricorre per 7x: ~ 1 rrA·-5; § 2 rr.13-14; ~S i:2 rr. 32-33; ~ 13 V r. l; § 14 tL 7-H; § 17 re 21-22; § lH rr. 32-33; cLmçhe pp. 44.1HJ-IH(J.!'JL224 .. 234;jCS 15, ')'J-HH; Ivl (l], ,IH:;;3 rr, 23-2,t 1);1 notare l'espressione deH'epocil di Nerìglìssar (557 Cl, a.C): l,ho fermameme stabilito la giustizia lld paese e ho gOl/et .. , nato il mio popolo nella pace» (1/1l3 4, 2l() li re 2-3). La COH5eguenza di questo 'ltteggiamemo di gimtizia è !' iIIulmilmm ,l"ilki1WIIII (1portare la liberazione». Questa concezione è presente allche in altri tipi dì generì letterarì: «Lipit .. -lStar, tiglio di [nlil, ti sei manifestato uomo retto e giusto ,., il potcmc Ilon commettefIÌ soprusi, né il fortei:lr;Ì schiavo il debole ... tu hai introdotto Lì giustizia

In Sumer e Accath (cf. SKiZ 25 rr. 25-39; "niA 1')lJ-200 Hl 15--iV l)~ Di 110H.'VO!e interesse è il testo nWL 1 J 2, l j -t; ne!!e rr. 1,"3 si dice che, se il re non osserva il diritto, anche i suoi sudditi verranno gett;lti in conl1.1sione e la terra sarà come un dcserto; siccome non ha O$serv;lto il di ritto (di/w), Ea, il re dei destino, mmlifiched in peggio il suo destino ed egli cadr:l in disgrazia.

Seguono le rr. -t--() in tono negativo, poi alle rr. 7-H si dice che, Se il re osserva gli insegllamenti di Ea, gli dèì lo guideranno per i sentieri del diritto. Nel testo ebbor;llo in Inil1 27, 1-11 (SpCL coL Il-IV) vengOllO lodate le virtù de! re Nalmcodonmor,come giudice,quasi llfll1UOVO l-l;;mmurilpi. Sull'espressione .ilar 1IIi.i"llri cf M"~J Swx, in RLA fI, 1(}3~1(5.

17 CL il prologo di CL e il prologo e l'epilogo di CH. Bbi'erra fu elevato da Enlil alla dignit;ì di pastore in Sumer (cf: 2/1 -t(), (l! r. 17: /l1II!hli!!iI~bIIIlIlHlliI •. {{: mbHm!~flll; ZA W, (lO). In TSA 173 r. 22 An concesse la regalìt:ì e la fimzinne di pastore che raduna Hmi i destini del paese; egli Inualzò

all'ufficio di pastorç della regione iddin-D:!g;.m (cl: TSA ll)·~ L 6), pastore fedele, al quale diede il dOllO della sapiellz;l (r. 25); Lipit-Etar, il pastore intelligeute, !u la !:,'11iùa di popoli (cC 7:SA l YH r. 21; l(H L 70). In )'08 t nr.44 1 rr. lO,,14 si dice: d'vbrduk mi (Nalmcodollosor) h:l dato una grande moltitudine di popoli da pa5cere (l'.! l: ni-§t nhlji~,fà~a~Jj miti ri~j'·li~tt i~li~III11I1))).

Nabolleùo si acquistò la benevolenza di Nabù per la sua obbedienza verso i grandi dèi e

divcnne quindi pastore attento de! suo popolo (RA 22,(JO l rdCJ-llJ). Ndb preghiera di benedi<, zione per Assurbanipal è scritto: ((Samaii, il re dei cieli e ddJa terra, ti (Assurbanipal) elevi a dignità dì pastore (1l~IW rè'IHlfL./) sulle et parti del lllOJH.lo) (iUO 13,21 OVs. r. 1).

Nella prima parte del testo (rr, 1·,14) si [;mno voti di benedizioni per il re, nella seconda (rr.

15-24) si auspica che il suo regno rappresenti Ull periodo d'oro, nella terza (rr. 27~30) si hanno le inse61l1e, la tiara, il trono, le armi, la gloria dOllate dagli dèi come sepl0 del suo potere e nella quarta (rr. 31-3()) coloro che ;lp;iral1no male contro il re, l'detto degli dèi, saran1lO puniti. Su! concetto di re pastore cCM.~J.SEUX,ill R/.. __ A 6, 1()2~163.

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442 lllllO(C!I::;o Cardellini

di dI/x illuminato, che dona sicurezza e che procura il sostentamento. Inoltre, il re è l'autorità giudiziaria suprema.

Se da un punto di vista letterario è complessa l'idea della discendenza dci re da una divinità, come suo gW/logUo, per lcgittimarne la candida~ tura, di (;ttto pcrò la linea dinastica, cspressa con gli stessi termini (zem; 1'1'1"11), diventa il reale elemento di legittimJzionc'HAccanto a espressioni tipican1cntc religiose, ve ne sono altre, special!l1cntc nel 111ondo siro~ fenicio, di carattere tipicamente amministrativo sensibilmente distinte da quelle proprie dci testi mitologicì"J.Anche se esistono differenze non solo nelle varie culture, ma anche all'interno di Dna stessa cultura e se diventa quasi impossibile usare concetti generalizzati, pcr fondare una ideologia C0l11UIlC dcHa regalid, tuttavia non si può non riconoscere che nella grande 111011' dei testi 1l1esopotamici e siro~fellici la divinitù, la regalitl, il re e il popolo sono c1emcnti che ricorrono stabilmente. Il rc è il rappresentante del suo popolo davanti agli dèi e, nello stesso tempo, è anche rappresentante degli dèi presso il suo popolo. Si hanno iscrizioni slro~fenìcic. nene quali analoga:mente ai testi lnesopotanlici, il re è intro~ nizzato dalla divinità.

La r~galillÌ IIcll'AT

Nei racconti dell'AT il concetto di regalìtà rivela la sua dipendenza di fondo dalle altre letterature. La mente che diede corpo alle origini del popolo di Israele, calandolo nel tempo e nello spazio, utilizzò generi letterari ormai fissi, fra cui anche quello di rcgalità. Ricbborò racconti fantasiosi e leggendari, adattandoli al suo piano, 1'/0 addirittura creò fatti c personaggi, incastonandoli in una cronologia ferrea.

Negli annali Ilcoassiri è scritto che i conquistatori hanno deportato da Samaria, insieme ai prigionieri anche le statue degli dèi della città,

1M Cf. Wc;. LAMlIEHT, in RAI 1~, 427-440, L'autnn: collclude con un'importante Jistinzio#, ne, riferita alla lcgittimazione del re< Con l'arrivo degli Amorrci, alla fme del III millennio a.C, la discendcl1za da un capostipite era necessaria per la !egiuimazione del re, da un pUlitO di vista soprattutto ideologico< Divenameme, per ì Sunwrl. l'ideologi;! a cui riferirsi per la legittimaziow: del re era la volontà della divinità e non la discendenza dinastica. lllbtti la "Lista reale sumerica" è stata teinterpretata come un genealogia dai scmiti c, in seguito, anche dallo scrittore biblico. be!ldH~ non io sia" M,-J Smx, iII R.L.?! (l, 145-14H nd § 22 concilia l'idea di legittimit:ì dinastica con quella dell'investitura per mezzo degli dèi.

1"1 CL M.llvUtANI, in RAI !lJ, 32()~3%.

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La regalitù IlCWAlltiw Ti:stmm.'/lw 443

evidentemente dèi minori rispetto a quelli degli assiri"', Un secolo e mezzo più tardi anche il piccolo regno di Giuda finisce e con Giuda è sconfitta anche la sua divinità, questa volta portata a Babilonia, Per giustificare l'unicità di Jhwh, e quindi il suo potere su tutto, si è ricorso ai rapporti tipici del concetto di regalità, come elemento mediatore fra dio e il popolo, La regaliti appartiene a Jhwh; infatti, egli fu cantato, nei tempi remoti del piano narrativo, come il diretto pastore e guida del suo popolo, Allora non erano necessari intermediari celesti, egli stesso par­lava direttamente al suo popolo, Importanti sono le affermazioni che si rifcmno ai racconti dell' epoca del deserto, come all' epoca d'oro, quando Jhwh si prendeva cura del suo popolo di persona, insegnandogli la strada e comunicandogli la sua volontà",

Questo quadro era però in contrasto palese con la realtà c i saggi ebrei attraverso una magistrale opera letteraria (anche questa presa in prestito dalla idea piuttosto laicizzata della regaliti secondo quanto la­sciano intravvcdere i testi neoassiri dci Sargonidi)", narrarono il f<ltto

'"Ii cc H,TAlJM()!{, 'l7te CtI1/1pll,l!IJS l?rSi/~!!OIl JJ i!f;I.Hur,'A ChrOJw!tl..!!im}-flis/ori(d! SlIuly, inJCS 12 (195H) 22-42;;\ p. 34 (Nilllflld PriS/II) IV rr. ]D-33: (I{Sargon 11) aiutato dalla fòrza dci grandi &i, miei signori, ho comhattuto contro di loro (Samaritani). CmlW hottìno ho conteggiato 27.2HO dttadillì il15icme a carri dì guerra e agli &ì, !lei quali essi avevano posto la loro fìducia ,.,) CL anche IFO 112,57 rr. 11-12; KI3 Il !le 2 L 17.

21 Cf. per es, Os 2, J 6-17; 11,1-4; Dt H, 1·»5; Cr 35, 1-1 (); 1s ,1O,3~A. ~l Le titobture di Tiglat-pi!eser IlI, Sa!manassarV, Sargon 11 e Sermacherib si differenziano

dall'antica tradìziollt' l'l'fil f:mo cbe non illiziano più con la òellomimzìone dei grandi dèi, ma; do 50110 SelllJ;jcherib, il grande re, il re potente, il re della totaiit;ì, re della regione d'Assiria, re delle quattro estremità della terra, pJstore valente, f;1Voritn dei gralldi dèi, g,lrame de! diritto, colui dw :una la giustizia, colui che porta <limo, colui che si prende cura dei sofJeremi, colui che ccrca il belle, il signore eccelso, il fiero eme, il primo fra tutti i principi, il s:lggio (n, l-H)", ii dio Assur, l'alta motl­[;lgna, mi ha d:lto la regalit;Ì senz:\ pari (r. lO) ,.,») (lJAL 1, OH).

Quest;l serie dì titoli esprimono soprattutto la comilluit;Ì nm i re p;m:\tL 1 Sargonidi fòndat10 il rcgllo ~ulb 10m fi:ìr.l;J, Accanto a questo si consideri j'onomastica nei documenti sotto [sarabddoll ç Assurb:mipal, nella quale sì llota l'abbandono del tradizionale dio, mando al suo posto quello di re: :rarnHIII'iri 1<il re è onor.l[{)Ji, .\:ilrT1Hliirl' IdI n: (; la mìa luce», .{lIrm-ih!jil «il re è illllio ditw, cC APN 217,21 !J). Mandriani c pastori portavano questi nomi e non solo uomini di corte. La stessa lmpres­sìone si ha kggelldo la corrispondellza sargonidc: ~Ciò che il mio re dice, sar.ì ben accetto, come parola di un dio)) (1../1.'1 l 144 Rv. n. 6""7; L-'!S Il.DO-Ul). VCllcr:m: dio genera cme buolle, ma l'aiuto concreto viene daì re e per questo si dice: "il n: possa non lasciare in diHìcolt;ì il suo servo», 111 Or 30, 347. hlt!:rcssallte è il pensiero nella lettera l..,AS l 145 rr.l)-13 costruito attorno a una mas"" sima: «Ombr:l di dio è l'uomo, Ombr.1 dell'uomo sono gli altri uomini»; poi spiega: ~Uomo; il re è somiglianza perfètt:l di dìo~. CLmche L/15 Il nr. 145 pp, 131-132.

Timo dò significa che un cambiamento nel senso di una secolarizzazione dell'ideologia della rega!itù era avvenuto, cf, W. VON SODEN, R.cl(r.;iii5C Umtrlicrhcit, S(ilwjaris[cnl1J.l!s~!clJdC1l::t'II, mllÌ Abcr~

sldJ/he ::llr ZJ'i! da SmJ.;ollidw, in AliBi 1:2 (1!J5t;) 35(J-3fl7;j. ZAilWCKA, lJclllcrkulJgfJ1 ::11111 JJrobicm da IIwil5s}'n'srhclI Kiill{\!sideoh!l!ic, {Actes du coUoque international sur l'idéologie monarchique dam

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444 fllllOfC/t;:;:O Cardellini

della richicsta di un rc, lcgittimato più dalla analogia con gli altri popoli chc non dalla volontà divina, c, per qucsto, la richicsta diventò un ol~ traggio alla maestà di Jhwh" che tuttavia, semprc secondo la narrazione, permisc l'esperimento. t:autorc non poteva fare altrimenti, perché, di fatto, ciò rispecchiava la realtà: in Isracle c in Giuda ci furono realmente dei rc. [] monarca, seguendo i canoni dci generc letterario della rcgalità, doveva esscrc scelto daJhwh stesso, ma fu anche prevista la rovina di tutta la comunità, se il re scclto non avesse osscrvato i precctti dci Signore.

Questo è il principio che salva Jhwh dalla critica di essere una di~ vinità inferiore, perché non ha saputo proteggere il suo popolo contro gli Assiri e contro i Babilonesi, Infiltti, la colpa ricade sui re empi e le catastrofi ne sono il logico risultato. Il regno di Israele e ì regni aramaici alleati scoI11parirono sotto il don1inio assiro, mentre i1 l11inuscolo regno di Giuda era restato ancora in piedi.l;lie ratto dovrebbe essere apparso (0111(; un 1111racoloso intervento di Dio, ,-lI1chc se, CDIlle risulta dai do­cumenti, il re di Giuda pagò il tributo agli assiri. Probabilmente per gli interessi dei re assiri i territori della Giudea erano insignificanti. Ma non fu insif,~liiìcante per gli scrittori ebrei, che giustificarono la libertà di Giuda per mezzo della dinastia davidìca, cternizzata dalla promessa dì Jhwh (2Sillll 7).

Dopo il 587/6, data delb deporuzione, la situazione cambiò radical~ nlcntc c Jltri saggi seri bi s'accorsero delle contraddizioni che creavano la dinastia davi dica e anche la figura del suo fondatore; inl:!tti, si erano rivelate insufficienti a salvare il regno di Giuda. R.estando valido il prin­cipio che alla fedeltà aJhwh corrisponde la prosperità e che, al contrario,

l'antiquité, Cracovie--Mogilany, du 23 al! l(i octobre !'J77),Warz<I\Va-Krakéw lIJHO, 17-2H; R..W F!SllEH, 'Scm{ar'7i'lIdClln'cs iII Ihc Nco·.r!ssyrùm l'L'n'od, ili lJCSJ\L(,'ì 24 (1992) 25-31 Si pensi per es. anche ad Erodoto (Storie flf §~i H(Pi2): quando si esprime sul tipo di governo pìù idoneo per bocca di Otane, Mcgabìzo e Dario, egli usa un linguaggio completamcmc sccolarìzzato.

],1 Come nell'amhito mesopotamico e c:manaico Enlil, Manluk, El, Baal sono (kno!llinati re, così anche Jhwh è re, inizialmente lime soltanto di Gerusalemme, cf: A,Vim GALL, J)ic NaNI/Il!t da Hc:::d(hlllll~~ JahrPcs aL'i f{{ill(~, 15+ 160; W D!EI111CU, GOlf als K(ill{~. ZlIr FIi!~~' II/Idi lltCillt~~isd/l';1 Hlul jlofitisd/t'1I L.i),;itimitiit rd(!!iiisCf H(i{rfJls!lJ1dw~!!, in ZTK 77 (19HO) 259-262. A Jhwh è stata altribuìta un'assoluta pretesa su tutto, 11011 riscontrahile in MesopOlalllla e nei testi di Ugarit, Ras-Samra, che però non :;i è verificau a f:tvore degli adoratori di Jhwb, almeno nelle anni. Bisognava ricercare la giustificaziOlW in un altro ambi lo. Sono i profeti ;J stabtlire che la signoria di jh\vh non dipende dal dominio dci suoi fedeli sugli a!tri, Essi salvano la prt:tesa assoluta di jhwh, frutto di riflt:ssioni tcolo­gicbe, amibm:ndo proprio aJhwh la cama dei disastri dci 715/23 e dc! 5H7/6. L'espressione jlnl/h re di Israele e suo salvatore è Ulla novitù ddl'esilìo: Israele h;l tltto penitenza per i suoi peccati, ma ora jll\vh, il suo re, lo llberl'r;ì (cL K. SEYllOlD, in T11/1T 4, col. !J47-tJ4H; ls 40,1; 44,(); 52,7).Aoche di fronte a MardukJhwh ha la rivincita assoluta: do ~OIlO il primo e l'ultimo, fuori di mc non c'è altro di(w (fs 44,(1) e la capitolazione di Bahilonia m: è il segno (1s 43,14).

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La regalit;ì IIril'Alltiw ~lZ'stmIlL'llto 445

all'infedeltà corrisponde la rovina, anche la figura di Davide, ma soprat­tutto, quella dei suoi successori non dovrebbero essere state perfette, se anche Giuda è stato distrutto. David comunque fu riscattato c, oltre ad essere il re prescelto, divenne il cantore di jhwh. Così gli fu attribuita una imponente letteratura (Salmi). La regalità fu compresa nella sua accezione più positiva, in quanto riferita innanzi tutto a Jhwh e poi al suo re-messia, come luce di salvezza futura per il popolo".

La narrazione però non è lineare, infatti contiene all'interno pro­fondi contrasti. L'ideatore principale di tale costruzione appare bene­volo verso la rcgalità, anche se dec1sanlcntc contrario a quasi tutti i re, perché indegni di tale missione. Egli lascia apparire David come il re autentico. Anzi la sua figura è resa talmente fedele alla volontà di Jhwh, che la dinastia davi dica, malgrado i peccati di infedeltà, sarà protetta per selllprc. La narrazione però contiene anche espressioni fortenlcntc ncga~ ti ve contro la regalità, c non solo contro i re. Certamente dopo il 587/6 era difficile poter sostenere c giustificare la dinastia davidica. Se si vuole vederc in questi racconti il lavorio di una esposizionc logica c rigorosa, bisogna supporre almeno un paio di redattori, i quali avrebbero dovuto metter le mani sul racconto iniziale, inserendovi i loro interessi, basati sulla diversa esperienza della nuova e complessa situazione politica. Ma è anche possibile supporre che, con la speranza nelle promesse di Dio, c quindi nella casa di David, si potesse superare la delusione causata dalla catastrofe dell'esilio, attraverso uno spiraglio positivo basato sulla profezia di Natan.

l brani antimonarchici, in questa costruzione narrativa, avrebbero la funzione di salvaguardare la maestà di Jhwh di fronte al mondo, lasciando cadere la colpa sui re e sul popolo, perché avevallO perso la fìducia in lui. Tale idea verrà presa talmente sul serio che diventerà il centro propulsore per salvare Israele". Ma la situazione concreta dopo il 587/6 richiedeva una spiegazione e questa è stata fornita sulla base del dato più evidente: la regalità, come dono di Dio, è segno di civiltà e di prosperid per il po­polo, finché l'eletto re governenì nel rispetto della legge e nella fedeltà al volere divino.

Interessante sarebbe un'i11lbginc sull'accostamento n:galità~,sacerdozin, nel momento in cui quest'ullimo diventa espressione della V010llLÌ di Jhwh, durame la rlna5cita, ~otto l'ìmpero persiano, bsci;mdo la figura dd n;--l1lcssia alla speranza lima.!'

2-" Ecco quindi la creaziolli.' c le distorsioni narrate secondo i canoni delle grandi epopee mesopmamiche e sìm~-fe!1kic. ma con ulla collcezione di Dio ;lttemamellte purificat:!. A ciò segue una restmrazìone, f{ìlJdata sulla promessa Cma a un solo popolo, scelto per propagare la rivelazione dlC Dio ha fmo di se stesso all'umanità.

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44(, bll/(l(CIJ::O Cdfl/dliJli

Stimolati dal futuro luminoso, fondato sull'amore diJhwh per Israele, due personalità di spicco, Ezechiele e Isaia Il, riprendono le fila della narrazione, rinnovandola e approfondendola con altre idee. La figura del re Dovid c il destino della dinastia regale sono i primi concetti ad essere rielaborati. In Ezechiele la restaurazione di Giuda avverrà per mezzo di Ull re-pastore, il messÌa nominato come «il mio servo Davi,Ì» (34,23; 37,24-25). Nel tempo futuro, David sarà il simbolo incarnato della vera regalid che porterà vita a un popolo disseccato e disperso. Isaia Il riprende il concetto base, secondo cui Jhwh è il vero e l'unico re che muove la storia2(,.

Lincc collclusive

Lo scrìttore biblico che si accinge a storicizzare il suo popolo ha un'idea centrale innovativa: l'unicità di jhwh c la sua pretesa sulla tota­Età. Egli ha coscienza che questa idea, diventata poi fede, è frutto della rivelazione che Dio f<l di se stesso agli uomini per mezzo di Israele. Questi SO!lO i cardini attorno ai quali è costruita la sua narrazione. Le millenarie cd imponenti culture degli imperi circonvicini avevano affrontato il problema dell'uomo nel suo rapporto con la divinità e quindi del suo destino, in maniera ampia c profonda. l mezzi espressivi erano quindi a disposizione e l'autore biblico li utilizzò nella sua storia, adattandoli, evidentemente, per esprimere le sue idee. La regalità è uno fra i generi letterari più fecondi che l'autore biblico abbia utilizzato nella sua narrazione.

Ecco le caratteristiche principali, usate a piene mani dal nostro au­ton.~:

1. "La divinità è detentrice della regalità e, quando la vuole cedere in prestito all'uomo, si mette alla ricerca, perché la persona prescclta sia all'altezza dc! compito».

2. "AI re terreno è richiesta l'osservanza delle disposizioni divine c lo fedeltà alla divinità, altrimenti dovrd subire l'ira divina».

2f; Isaia II vede addirittura in Cìro, il re scelto daJhwh per libe'Jrc il popolo clt:tto (41,25), per essere suo pastore (44.2K) c suo messia (45,1).

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LI rcgalitì lICil'Allfiro lcstmllcllto 447

3. dI re fedele è luce di giustizia per il suo popolo, pastore benevolo e accorto per il bene della sua gente, specialmente per i più miseri»,

4. (,Presidente del culto durante le feste c le offerte, il re è come un figlio di dio, l'eletto degli dèi che porta pace, diritto e timore di di,)))".

In realtà lo scrittore biblico 110n deduce il concetto di regalit<Ì dagli atteggiamel1ti del personaggio David c dagli eventi narrati, ma, al con­trario, sembra proprio che segua la tendenza ad elaborare non solo la sua figura, ma anche quella degli altri re, sulla base di quanto è richiesto dal concetto stesso di regalità. Egli emette alla fine di ogni resoconto un giu~ dizio stereotipo sulla realizzazione della regalità, riferendosi soltanto alla questione, se è stata fedele, oppure no, al volere di Dio. Questa tecnica è sistematicamente applicata non solo ai personaggi collocati in tempi re~ lnoti, di cui non si conosce fino ad oggi alcun dOCUll1ento archeologico ed epigrafico, ll1a anche a figure regali più recenti, di cui lo scrittore aveva a disposizione un po' di documentazione. Tutti i re di Israele sono colpe~ voli di infedeltà verso Jhwh e su 20 re di Giuda soltanto Ezechia e Giosi" regnarono secondo il modello del loro antenato David. Un disastro di queste proporzioni lascia intravvedere quanto sia stato difficile, per le co~ scienze, accettare la fede in Jhwh, unico Dio, e l'elezione di Israele. Dopo il 587/6 si sente la necessità di purificare la rcgalitiÌ, facendola ritornare, come all'origine, una proprietà di Dio: <~hwh è nostro re»). Così viene enunciato il principio che apre le porte alla teocrazia. La nuova discesa della r~R"lità sulla terra non potrà che posarsi ancora su un Re~David, autentico servo di Jhwh c Re~Messia che verrl in un tempo futuro a liberare il suo popolo .

.il ""rclliaziolli l'articola l'i

AASF Il

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,.,!w/ales ACiu!cllliac Srimtiarllm FcwJÌmc Scr.B (Helsinkì).

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17 CC ndl'l\T l'elezione dìvilla del re: lSam lO, 1.24; 12,13~ 15; 15,1 L 17; 1(1,L3.12-13;2Satll 7,H 1 ù; 1 Re 2,24; j 4,/«H; 2Rc 9,3JJ. 12; 1 Cr 2H,4<7; 2Cr 13,5; il re adottato come figlio: 2Sam 7,14: 1 Cr lX/l; il re come un pastore: 2Sa111 5,2; 1 Cf 11,2; re di giustizia: 2Sam 14,17; 15, IN '(l; 1 Re 2,2-11; 3,o-·\), lfl.--2H; 10,9; 2Cr 19,5-7; il re presidente dd culto: 2Sam 4,13 ccc d: Cr 22-23,tt

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Inno(cn2O Cardcllini [email protected]

Istituto Teologico Scalabriano Via Casilina, 634

00177 Roma

In thc facc of thc cnormous bibliography regarding the theme or royalty in ancicnt Isracl, the problem that emerges concems whether the concept of royalty shoulcl bc evaluatcd as a consequence of the attitudes demonstrated by varìotls individuals within specific cvents, or whcther it shollid be considered as a category or, better, as an already est"blisbed literary geme - at least in terms of its cssential lines within which the actions of the individuals within the narratiol1 should be harmol1ized. As "" hypothesis, the sccond option is to be preferred. The biblical writer possesses a ccntral ami innovative idea, thc fruit of Goel's RcvdatÌol1: thc llniquelless of Jhwh anel his claim ovcr evcrything. Hcnce, tlle bi~ blical writer does not deduce the concept of royalty from the attitudes of David ami from thc events narrated, but, on the cOl1trary, hl' portrays not only David, but "Iso the other kings, on the basis of what the concept of royalty dcmamls.