Lasanitàdelfuturo Mestrediventa laboratorionazionale · 2018-01-10 · tarie sono causate da...

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di Massimo Scattolin Individuare obiettivi e percor- si per salvaguardare la soprav- vivenza del Servizio sanitario nazionale attraverso una mag- gior responsabilizzazione di tutti: medici e cittadini. Sfrut- tare l’attuale crisi economica come opportunità di revisione critica del sistema e, al con- tempo, consolidare una vera alleanza tra camici bianchi e pazienti. La Fnomceo (Federa- zione nazio- nale degli Or- dini dei medi- ci chirurghi e degli Odonto- iatri) ha scel- to Venezia co- me laborato- rio nazionale per affronta- re queste te- matiche or- mai ineludibi- li. Oggi e do- mani Mestre diventa la città della salute, il luogo in cui il mondo delle pro- fessioni sanitarie e quello delle associazioni dei “portatori d’interesse” si incontrano per discutere e confrontarsi. Alla pari. Si comincia oggi all’audito- rium Giovanni Rama, sala con- vegni dell’ospedale dell’Ange- lo. A confrontarsi sul tema “Il governo della domanda per la qualità, l’equità e la sostenibili- tà del servizio sanitario pubbli- co” ci saranno le massime au- torità politiche (invitati il mini- stro alla Salute Ferruccio Fa- zio, il ministro del Lavoro e del- le Politiche sociali Maurizio Sacconi, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini e il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani) e della categoria (il presidente della Fnomceo Amedeo Bian- co e il vicepresidente Maurizio Benato). «Oggi non possiamo più parlare solo di diritti, ma anche di doveri e responsabili- tà - spiega Maurizio Scassola, presidente provinciale dell’Or- dine dei medici, organizzatore con la Fnomceo del convegno - E’ arrivato il momento di por- si domande sulle grandi que- stioni etiche inerenti i costi del Ssn, la loro sostenibilità, gli obiettivi prioritari di salute, la domanda di salute, i doveri del singolo nei confronti della pro- pria salute e di quella della pro- pria comunità». E per passare dalle parole ai fatti, domani al Parco San Giu- liano Ordine dei medici, Fnomceo e Fondazione Ars medica, in collabora- zione con Co- mune di Ve- nezia, Regio- ne Veneto, Asl 12 , Istitu- zione Bosco e grandi par- chi, Venice Marathon e Teva Farma- ceutici hanno organizzato “Venezia in salute”. «Il Parco San Giuliano, già pattumiera della città, è ora un grande pol- mone verde–prosegue Scasso- la – E’ un simbolo concreto della possibilità del cambia- mento. Cittadini, operatori e associazioni potranno cono- scersi e confrontarsi. La parola chiave della manifestazione è: responsabilità». E quindi infor- mazione, educazione, adozio- ne di stili di vita basati su una corretta alimentazione, sulla prevenzione e sull’attività fisi- ca. «Noi ci impegneremo per- chè “Venezia in salute” diventi un appuntamento annuale - spiega Bruno Centanini, dele- gato del sindaco Giorgio Orso- ni per le Politiche della salute - Il Comune di Venezia già aderi- sce alla rete Città sane. Siamo stati premiati per il progetto Comefare (Comune e medici di famiglia in rete). Rompere le barriere tra operatori e cittadi- ni è una scommessa da vince- re a tutti i costi, tutti insieme». ©RIPRODUZIONE RISERVATA L’attuale crisi economica impone una revisione critica del sistema. Serve un nuovo patto tra professioni sanitarie e associazioni per una responsabilità personale e collettiva SUPPLEMENTO AL NUMERO ODIERNO DIRETTORE RESPONSABILE ANTONELLO FRANCICA VENERDÌ 15 OTTOBRE 2011 convegno e villaggio SALUTE La sanità del futuro Mestre diventa laboratorio nazionale MEDICI E CITTADINI INSIEME PER NUOVI STILI DI VITA VENEZIA IN SALUTE Mestre diventa cittadella della salute per due giorni: oggi un importante convegno sul tema della sostenibilità del sistema sanitario, domani una giorna- ta da trascorrere all’aperto, al Villaggio della salute di Parco San Giuliano. Il convegno. Si comincia oggi al- le 9 all’auditorium Rama dell’ospedale dell’Angelo. Al presidente dell’Ordine provin- ciale dei medici Maurizio Scas- sola l’onore di introdurre i qua- lificati ospiti del convegno “La buona gestione della doman- da di salute per la qualità, l’equità e la sostenibilità del servizio sanitario pubblico”. Al- le 9.45 si aprirà la prima sessio- ne parlando di sostenibilità del welfare sanitario, di efficacia della spesa sanitaria, di un pro- getto sostenibile di sanità pub- blica. Nella seconda sessione, dalle 11.30, tavola rotonda sul- la responsabilità individuale e collettiva per la sostenibilità del Ssn moderata dal presiden- te nazionale della Fnomceo Amedeo Bianco. Nel pomerig- gio il confronto sul ruolo delle associazioni a tutela del mala- to, delle associazioni dei con- sumatori e di sindacati dei me- dici. Venezia in salute. Domani dal- le 10 alle 18 al Parco San Giulia- no “Venezia in salute”, il gran- de evento organizzato per con- sentire a cittadini, operatori del mondo della salute (medi- ci, farmacisti, infermieri, fisia- tri, pediatri) e associazioni di conoscersi. Ci saranno 24 stand che i cittadini potranno visitare liberamente o dove po- tranno misurare rischio car- dio-vascolare e glicemia. Nell’area meeting sono previ- ste inoltre una serie di “finestre informative” di una ventina di minuti. Alle 10.30 si parlerà di prevenzione delle malattie car- diovascolari. Alle 10.55 di pan- nolini lavabili, alle 11.20, con l’Associazione Amici del cuo- re, si parlerà di “Cibo del cuo- re”, “Stop al fumo” e “La pre- venzione allunga la vita”. Alle 12.10 i pediatri illustreranno il «Progetto genitori più», alle 12.35 si parlerà di farmaci in In- ternet e contraffatti. Alle 13.05 il tango argentino come sup- porto alla terapia del tratta- mento delle degenerazioni neuromotorie, alle 14.25 si par- lerà di salute e violenza sulle donne. Dalle 14.50 alle 15.35 protagonista saranno il diabe- te e la relativa prevenzione. At- traverso “Leggere tra le ... ri- ghe” si parlerà di consapevo- lezza dei rischi correlati al con- sumo di sostanze stupefacenti. Alle 16.05 “Doping tra gli atleti, forme di lotta e prevenzione”; alle 16.25 si concluderà con l’esibizione di tango argentino. IL PROGRAMMA DElla “due giorni” Oggi meeting al Rama, domani visite al Parco San Giuliano

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di Massimo Scattolin

Individuare obiettivi e percor-si per salvaguardare la soprav-vivenza del Servizio sanitarionazionale attraverso una mag-gior responsabilizzazione ditutti: medici e cittadini. Sfrut-tare l’attuale crisi economicacome opportunità di revisionecritica del sistema e, al con-tempo, consolidare una veraalleanza tra camici bianchi epazienti. La Fnomceo (Federa-zione nazio-nale degli Or-dini dei medi-ci chirurghi edegli Odonto-iatri) ha scel-to Venezia co-me laborato-rio nazionaleper affronta-re queste te-matiche or-mai ineludibi-li. Oggi e do-mani Mestrediventa la città della salute, illuogo in cui il mondo delle pro-fessioni sanitarie e quello delleassociazioni dei “portatorid’interesse” si incontrano perdiscutere e confrontarsi. Allapari.

Si comincia oggi all’audito-rium Giovanni Rama, sala con-vegni dell’ospedale dell’Ange-lo. A confrontarsi sul tema “Ilgoverno della domanda per laqualità, l’equità e la sostenibili-tà del servizio sanitario pubbli-co” ci saranno le massime au-torità politiche (invitati il mini-stro alla Salute Ferruccio Fa-zio, il ministro del Lavoro e del-le Politiche sociali MaurizioSacconi, il sottosegretario allaSalute Francesca Martini e ilpresidente della Conferenzadelle Regioni Vasco Errani) edella categoria (il presidentedella Fnomceo Amedeo Bian-co e il vicepresidente MaurizioBenato). «Oggi non possiamopiù parlare solo di diritti, maanche di doveri e responsabili-tà - spiega Maurizio Scassola,presidente provinciale dell’Or-

dine dei medici, organizzatorecon la Fnomceo del convegno- E’ arrivato il momento di por-si domande sulle grandi que-stioni etiche inerenti i costi delSsn, la loro sostenibilità, gliobiettivi prioritari di salute, ladomanda di salute, i doveri delsingolo nei confronti della pro-pria salute e di quella della pro-pria comunità».

E per passare dalle parole aifatti, domani al Parco San Giu-liano Ordine dei medici,

Fnomceo eFondazioneArs medica,in collabora-zione con Co-mune di Ve-nezia, Regio-ne Veneto,Asl 12 , Istitu-zione Bosco egrandi par-chi, VeniceMarathon eTeva Farma-

ceutici hanno organizzato“Venezia in salute”. «Il ParcoSan Giuliano, già pattumieradella città, è ora un grande pol-mone verde–prosegue Scasso-la – E’ un simbolo concretodella possibilità del cambia-mento. Cittadini, operatori eassociazioni potranno cono-scersi e confrontarsi. La parolachiave della manifestazione è:responsabilità». E quindi infor-mazione, educazione, adozio-ne di stili di vita basati su unacorretta alimentazione, sullaprevenzione e sull’attività fisi-ca.

«Noi ci impegneremo per-chè “Venezia in salute” diventiun appuntamento annuale -spiega Bruno Centanini, dele-gato del sindaco Giorgio Orso-ni per le Politiche della salute -Il Comune di Venezia già aderi-sce alla rete Città sane. Siamostati premiati per il progettoComefare (Comune e medicidi famiglia in rete). Rompere lebarriere tra operatori e cittadi-ni è una scommessa da vince-re a tutti i costi, tutti insieme».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

L’attuale crisieconomica impone

una revisione critica delsistema. Serve un nuovopatto tra professionisanitarie e associazioniper una responsabilitàpersonale e collettiva

supplemento al numero odierno

direttore responsabile antonello francica

venerdì15 ottobre

2011

convegno e villaggio SALUTE

La sanità del futuroMestre diventalaboratorio nazionale

MEDICI E CITTADINI INSIEMEPER NUOVI STILI DI VITA

VENEZIAIN SALUTE

Mestre diventa cittadella dellasalute per due giorni: oggi unimportante convegno sul temadella sostenibilità del sistemasanitario, domani una giorna-ta da trascorrere all’aperto, alVillaggio della salute di ParcoSan Giuliano.Il convegno. Si comincia oggi al-le 9 all’auditorium Ramadell’ospedale dell’Angelo. Alpresidente dell’Ordine provin-ciale dei medici Maurizio Scas-sola l’onore di introdurre i qua-lificati ospiti del convegno “Labuona gestione della doman-da di salute per la qualità,l’equità e la sostenibilità delservizio sanitario pubblico”. Al-le 9.45 si aprirà la prima sessio-

ne parlando di sostenibilità delwelfare sanitario, di efficaciadella spesa sanitaria, di un pro-getto sostenibile di sanità pub-blica. Nella seconda sessione,dalle 11.30, tavola rotonda sul-la responsabilità individuale ecollettiva per la sostenibilitàdel Ssn moderata dal presiden-te nazionale della FnomceoAmedeo Bianco. Nel pomerig-gio il confronto sul ruolo delleassociazioni a tutela del mala-to, delle associazioni dei con-sumatori e di sindacati dei me-dici.Venezia in salute. Domani dal-le 10 alle 18 al Parco San Giulia-no “Venezia in salute”, il gran-de evento organizzato per con-

sentire a cittadini, operatoridel mondo della salute (medi-ci, farmacisti, infermieri, fisia-tri, pediatri) e associazioni diconoscersi. Ci saranno 24stand che i cittadini potrannovisitare liberamente o dove po-tranno misurare rischio car-dio-vascolare e glicemia.Nell’area meeting sono previ-ste inoltre una serie di “finestreinformative” di una ventina diminuti. Alle 10.30 si parlerà diprevenzione delle malattie car-diovascolari. Alle 10.55 di pan-nolini lavabili, alle 11.20, conl’Associazione Amici del cuo-re, si parlerà di “Cibo del cuo-re”, “Stop al fumo” e “La pre-venzione allunga la vita”. Alle

12.10 i pediatri illustreranno il«Progetto genitori più», alle12.35 si parlerà di farmaci in In-ternet e contraffatti. Alle 13.05il tango argentino come sup-porto alla terapia del tratta-mento delle degenerazionineuromotorie, alle 14.25 si par-lerà di salute e violenza sulledonne. Dalle 14.50 alle 15.35protagonista saranno il diabe-te e la relativa prevenzione. At-traverso “Leggere tra le ... ri-ghe” si parlerà di consapevo-lezza dei rischi correlati al con-sumo di sostanze stupefacenti.Alle 16.05 “Doping tra gli atleti,forme di lotta e prevenzione”;alle 16.25 si concluderà conl’esibizione di tango argentino.

IL PROGRAMMA DElla “due giorni”

Oggi meeting al Rama, domani visite al Parco San Giuliano

«Noi medici alleatidella vostra salute»La sfida di Scassola (Ordine): uscire dagli ambulatori per confrontarsiI super-ticket penalizzano i deboli e favoriscono il settore privato

‘‘un databasecondiviso

Regione, Asl,Comune e medici devonocondividere i dati. E’necessario per capirei reali bisogni dellapopolazione

‘‘il nuovo Pianosanitario

Le lineeprogrammatiche sonocondivisibili, ma devonoessere sostenuteda finanziamenti eprogettualità

I NUMERI

«L’86% dei decessi, il 77% dellaperdita di anni di vita in buonasalute e il 75% delle spese sani-tarie sono causate da alcunepatologie (malattie cardiova-scolari, tumori, diabete melli-to, malattie respiratorie croni-che, problemi di salute menta-le e disturbi muscolo-scheletri-ci) che hanno in comune fatto-ri di rischio modificabili, qualiil fumo di tabacco, l’obesità esovrappeso, l’abuso di alcol, loscarso consumo di frutta e ver-dura, la sedentarietà, l’eccessodi grassi nel sangue e l’iperten-sione arteriosa. Questi fattoridi rischio sono responsabili -da soli - del 60% della perditadi anni di vita in buona salu-te». Dati che fanno rifletterequelli comunicati da MaurizioBenato, vicepresidente dellaFnomceo.

E nel territorio dell’Asl 12 inumeri confermano lo stato di«cattiva salute» di gran partedei 330mila assistiti dall’azien-da sanitaria. In aumento la dia-gnosi di diabete mellito(13.839 casi, +8.32%) e iperten-sione (46.806 casi, +23,7%). Untrend preoccupante hanno as-sunto anche il glaucoma(4.216 casi, +38,6%), le affezio-ni del sistema cardiocircolato-rio (20.292, +40,5%), l'asma(3.315 casi, +63,3%) per nonparlare dell'ipercolesterole-mia (5.162 casi, +85,6%), dell'ipotiroidismo (3.596 casi,+89%) o del dato più clamoro-so, quello degli affetti da tiroi-de di Hashimoto, una tiroiditecronica autoimmune, che haregistrato un aumento del

313,2%. Spaventoso, come piùvolte denunciato, il dato relati-vo ai tumori: dai 12.261 del2004 ai 17.646 dello scorso an-no (+39,2%). Di qui la necessitàdi trasmettere ai cittadini laconsapevolezza, come sottoli-nea il dottor Benato, del «dove-re (oltre che diritto) di parteci-pare da protagonisti al miglio-ramento della propria vita, ri-ducendo tutti quegli atteggia-menti e abitudini che possonoindurre malattia e disabilità».

Prevenire si deve, puntando«sulla cultura, sui valori e suicomportamenti da cui derivaanche il rispetto reciproco del-le regole». Ma non sempre sipuò. E una volta che si deve af-frontare la malattia l’offerta dibuona sanità, comunque, nelnostro territorio non manca.«L’America è qui, non dobbia-

mo cercarla altrove – affermaSandro Bordin, direttore diOtorinolaringoiatria e organiz-zatore, l’anno scorso, di VeniceMedical Excellence - L’Asl 12 èormai diventata, di fatto, unhub delle eccellenze sanitariedella nostra provincia e non so-lo. Potrei citare la microchirur-gia del Dipartimento di Chirur-gia, la Cardiochirurgia ed Emo-dinamica interventistica, laNeurochirurgia, l’Ortopedia eTraumatologia. E, facendolo,faccio torto a molte altre chenon vengono inserite nell’elen-co. Ma soprattutto possiamocontare su straordinari profes-sionisti, medici e infermieri.Persone preparate che manife-stano dedizione e disponibilitàincredibili. Una garanzia per icittadini ». (m.sca.)

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di Massimo Scattolin

«Il medico non è una personaisolata, che se ne sta nel pro-prio ambulatorio o in ospeda-le convinto di sapere tutto sul-la salute e su quale sia la ricet-ta giusta per ogni paziente. Ilmedico è prima di tutto un in-terlocutore del cittadino. Emai come in questo momen-to, in cui la categoria è in soffe-renza anche per i tagli che ri-schiano di diventare dramma-tici, ci sono le condizioni perstabilire un’alleanza per la sa-lute». Maurizio Scassola, presi-dente dell’Ordine dei mediciveneziano e della Federazioneregionale, dall’inizio del suomandato, nel 2006, ha lavora-to con l’obiettivo di «consoli-dare l’impegno civile del me-dico come cittadino compe-tente».

Il convegno di oggi e, ancorpiù, “Venezia in salute”,l’evento di domani al ParcoSan Giuliano, rappresentanoun’occasione importantissi-ma per stabilire o consolidarequesto patto. La sfida, per il si-stema socio-sanitario pubbli-co, è quella di riuscire a ri-spondere ai bisogni della po-polazione a fronte di risorsesempre più scarse, tagli indi-scriminati sulla salute e la pre-venzione e, da ultimo, la man-naia dei super-ticket impostidalla Finanziaria che penaliz-zano soprattutto le fasce piùdeboli. Di fronte a questo sce-nario i pazienti trovano sem-pre meno ragioni per rivolger-si alla sanità pubblica.

Dottor Scassola, i ticket au-mentano, le liste d’attesa re-stano infinite e il cittadinotrova sempre più comodo ri-volgersi al privato. Come sene esce?

Prima di tutto dobbiamoporci il problema dell’appro-priatezza. E’ una questione or-mai ineludibile. Certo, quan-do una prestazione offerta dalprivato ha più o meno lo stes-so costo di quella offerta dalpubblico c’è qualcosa nonfunziona. Bisogna imparare aessere più efficienti, attentiagli investimenti e agli spre-chi. Noi medici seguiamo le in-dicazioni della Regione. Mac’è una pressione enorme daparte della popolazione.

Con l’introduzione dei su-per-ticket da 5 o 10 euro, or-mai, i cittadini hanno capitoche con il pubblico non ri-sparmiano più di tanto.

I cittadini rischiano di esse-re penalizzati in maniera bef-farda. Chi ha difficoltà econo-miche finisce per rinunciarealla visita o all’esame. Ma c’èun rischio ulteriore nel fattoche il cittadino si rivolga auto-nomamente al privato: quelloche si perda il “controllo” delpaziente. Certo se ci si pone ilproblema quando i buoi sonoscappati dalla stalla, allora di-venta troppo tardi.

E chi dovrebbe avere il con-trollo del paziente?

Dobbiamo avere, più che ilcontrollo, la conoscenza delledomande del paziente, deisuoi bisogni. Meglio: delle ne-cessità della popolazione, sul-la base dell’epidemiologia.

E questi dati non sono di-sponibili?

Certo, questi dati sono a di-sposizione di tutti: medici difamiglia, Regione, Asl, i servizisociali del Comune. Ma ognu-no ha i propri database, i pro-pri software. E non c’è condivi-sione di dati. E’ uno spreco dirisorse. Serve un’alleanza traAsl, Regione, Comune, medi-ci. Fare rete diventa non solouna questione di risparmi, masoprattutto un problema prati-co, di strategie per la salute.Una necessità inderogabileper capire l’epidemiologia diuna data popolazione e preve-dere interventi mirati.

Il sistema pubblico, dun-que, può essere consideratomoribondo, ma non ancoramorto.

Stiamo vivendo un periodoterribile. Non c’è dubbio chenegli anni passati ci sia stato

un azzardo morale, garanten-do tutto a tutti. Ora dobbiamodecidere quale salute sia soste-nibile con le risorse attuali. E’l’unico modo per salvaguarda-re questo sistema solidaristi-co. L’unico che possa comun-

que offrire garanzie di cura an-che ai più fragili.

Il nuovo Piano socio-sani-tario regionale garantisce tut-to questo?

Le linee programmatichesono condivisibili. La mia pre-

occupazione è che venga so-stenuto da finanziamenti ade-guati e progettualità. Unesempio: il rapporto ospeda-le-territorio. Alcune attivitàspecialistiche ospedaliere pos-sono essere trasferite a livello

distrettuale. Ma il distretto variempito di contenuti. Si recla-ma maggior responsabilizza-zione del territorio, della me-dicina di famiglia? D’accordo.Ma se in un centro urbanoun’aggregazione di medici èpossibile e consigliabile, nonlo è in un paesino di monta-gna, dove ci sarà al massimoun ambulatorio, ma si dovran-no sviluppare la diagnostica adistanza e i servizi domiciliari.

Altro riflesso dei tagli: ilblocco del turnover.

Il personale medico e nonmedico è la chiave del buonfunzionamento del sistema sa-nitario. Ma, come è stato fattofinora, serve formazione.Un’azienda, una regione lun-gimirante, che guarda al futu-ro, investe sulle persone. Nes-sun obiettivo di salute può es-sere raggiunto prescindendoda questo.

©RIPRODUZIONERISERVATA

Al PArco di SAN GIuliano

«L’affermarsi di un processo di“autorappresentazione sociale”dei cittadini si è concretizzatonella costituzione di associazionidi portatori di interessi cheinteragiscono con l’offerta diservizi e/o merci sia pubblici cheprivati. In Sanità questofenomeno di “empowerment” deicittadini si è sviluppato con ladiffusione di una fitta rete disoggetti che affiancano operatorie servizi. Nelle attività di tuteladella salute si intersecanomolteplici diritti di rangocostituzionale sia del singolo chedella collettività e l’equilibrio a

questi dato dal nostro ServizioNazionale universalistico, equo esolidale è minacciato dalle notedifficoltà a reggere la suasostenibilità economica. Nellaprospettiva della sostenibilità eaffidabilità, il convegno intendeaffiancare a tutte le altreconsiderazioni già note(miglioramento della gestionedei servizi, risorse appropriate,qualità, sicurezza) unariflessione ulteriore. Il nostroServizio sanitario sconta“l’azzardo morale” secondo ilquale ogni domanda puòragionevolmente costituire un

bisogno a cui corrispondere. Nonsi tratta di legittimare le liste diattesa ma di governare con lamassima responsabilità possibiledi tutti gli attori queldifferenziale di inappropriatezzatra domanda e bisogni. Questo inuna prospettiva di responsabilitàcollettiva, orientata allacooperazione e partecipazione alfine di salvaguardare non solo lasostenibilità economica maanche quella etica e civile dellanostra sanità, che restal’espressione più viva delprogresso sociale e civile delnostro Paese».

«Salviamo l’espressione più viva del nostro progresso»

Tre percorsi salute da 2,6 a 6,8 chilometri

l’intervento DI AMEDEO BIANCO

Malattie in aumentoStile di vita decisivoper evitare problemiBordin (Venice Medical Excellence) : «L’America è quiL’Asl 12 è come un hub dove si incrociano le eccellenze»

Bruno Centanini, delegato per le Politiche della salute, e Maurizio Scassola, presidente dell’Ordine dei medici

Prevenzione a tutto campo?Affare da medici di famiglia

Quasi 4mila camici bianchi. Entro il 2025 «fuga di massa» verso la pensione

«La salute è un parco daesplorare» è lo slogan di “Veneziain salute”. Una volta rimossi igazebo, al Parco San Giulianoresterà comunque una tracciaconcreta. I tre percorsi saluteindividuati in collaborazione conl’associazione Nordic Walking el’Istituzione Bosco e Grandi

parchi resteranno a disposizionedei runners che vorrannopercorrerli; indicati con cartellicome un sentiero in montagna. Cisarà un percorso giallo da 2,6chilometri, un percorso verde da3,7 e uno rosso da 6,8 chilometri.A ogni distanza verrà abbinato uncorrispettivo consumo calorico.

«Ci ho pensato molto, alla fineho deciso. Al Parco San Giulia-no, parlando del diabete, use-rò un’immagine shock: quelladi una cancrena in fase acuta.Speriamo serva a convinceremolti malati che ancora nonsanno di esserlo a fare un con-trollo». Giulio Bergamasco èun medico di base che domanidalle 15.15 alle 15.35, a“Venezia in salute”, parlerà sultema “Il diabete: conoscerloper combatterlo”. Passa ancheattraverso queste forme di co-municazione estrema l’impe-gno di ogni giorno finalizzatoalla prevenzione. Una lotta

quotidiana che contraddistin-gue molti medici di famiglia.«Certo, le campagne sono im-portanti - commenta un altrocamice bianco – Ma costano esono limitate a un certo perio-do. Poi si fermano. Noi, di fat-to, facciamo prevenzione e in-formazione al bisogno».

E’ il caso della giovane don-na in gravidanza. Il medicopuò limitarsi a prescriverle gliesami di rito richiesti dal gine-cologo. Ma se sa che la pazien-te fuma può approfittarne persottolineare l’effetto dannosodella sigaretta sul feto. Del re-sto è stato formato sul tema,

grazie a uno specifico corso sucome smettere di fumare orga-nizzato dall’Asl.

Così per il diabete, malattiache colpisce il 10 per cento del-la popolazione veneziana a cuiè correlato un notevole poten-ziale effetto invalidante, conseri danni a carico del sistemacardiaco, cerebrale, visivo e re-nale. «Un gruppo di medici stalavorando seriamente su que-sto tema» continua Bergama-sco «Siamo fortemente motiva-ti a puntare sull’informazionee la prevenzione, soprattuttoper chi ha più di 40 anni, è obe-so o presenta altri fattori di ri-

schio. Un controllo all’annonon farebbe male».

Il lavoro di gruppo, del re-sto, qui è piuttosto consolida-to. All’interno della categoria enei rapporti con Ca’ Farsetti. Ilprogetto del Comune di Vene-zia “Co.Me.Fa.Re.” (Comune emedici di famiglia in rete) chesi basa sulla costruzione di unflusso informativo permanen-te tra medici e famiglia per larealizzazione di una banca da-ti condivisa si è aggiudicato laquarta edizione dell’Oscar del-la Salute 2011 promosso dallarete nazionale Città Sanedell’Oms. I dati raccolti dai me-dici che hanno aderito all'ini-ziativa permetteranno all'am-ministrazione di avere una ba-se di riferimento per la realiz-zazione di nuovi strumenti diricerca per gli obiettivi di salu-te; pianificare, monitorare e

verificare le politiche di inter-vento; sostenere i medici nellaconoscenza e nella lettura inte-grata e comparata delle infor-mazioni.

Il medico di base è ancheuna sorta di medium tra pa-ziente e il collega ospedaliero.Il paziente viene dimesso dallaCardiologia con l’invito a fareattività fisica? Ebbene, una vol-ta tornato a casa va dal medicodi base per capire cosa può odeve fare. Gli viene consegna-to un referto? E’ dal medico difamiglia che va per farselo“tradurre”. Il paziente è amma-lato? E’ dal medico di base, nelfrattempo trasformato in unasorta di esperto informatico,che si affida per inviareall’Inps il certificato di malat-tia. Arriva la brutta stagione equindi il momento di farsiiniettare il vaccino anti-in-

fluenzale? Il paziente over 65torna in ambulatorio per offri-re l’avambraccio e in questomodo alleggerisce un carico dilavoro che sarebbe insosteni-bile per i distretti socio-sanita-ri. E chi, se non il medico di fa-miglia, va a visitarlo a domici-lio?

«Tutti servizi che noi garan-tiamo, che non danno certo lu-stro alla categoria, ma che re-stano di fondamentale impor-tanza per creare o mantenereun rapporto di fidelizzazionecon il proprio paziente».

Il medico di famiglia, insom-ma, quando svolge al meglio ilproprio lavoro («servono alme-no tre ore di ambulatorio algiorno») è molto più che ilsemplice compilatore di ricet-te dipinto dai denigratori dellacategoria. (m.sca.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In alto l’ospedale dell’AngeloQui sopra Amedeo Bianco(Fnomceo) e una visita medica

Un delicato intervento in una sala operatoria

Il presidente Vasco Errani Il ministro Ferruccio Fazio

Sono 3.759 i camici bianchiiscritti all’Ordine dei medici diVenezia. Tra questi 2.560 sonomaschi e 1.199 femmine.All’albo degli odontoiatri sonoiscritti 752 professionisti (635maschi e 117 femmine). Ma, piùche in altri settori, il mondomedico si sta da tempoconfrontando con la cosiddettagobba pensionistica. La mediadei medici in servizio è di 53-54

anni. Si tratta, in larga parte,dei camici bianchi entrati inservizio negli anni Ottanta, conl'istituzione del Serviziosanitario nazionale. Stando cosìle cose tra il 2015 e il 2025 èprevista un'uscita massiva dalsistema.Un problema che coinvolge, inparticolare, i medici di famiglia.Nel territorio dell’Asl 12 di qui al2019 andranno in pensione 152

medici sui 236 attualmenteconvenzionati: il 64 per cento. El'università, intanto, non formagiovani leve in numerosufficiente.È facile prevedere che, inassenza di correttivi, i medici difamiglia in servizio dovrannofarsi carico di un numerosignificativamente maggiore diassistiti. Dagli attuali 1.500 ai2-3 mila.

28 Venezia in salute LA NUOVA SABATO 15 OTTOBRE 2011

«Noi medici alleatidella vostra salute»La sfida di Scassola (Ordine): uscire dagli ambulatori per confrontarsiI super-ticket penalizzano i deboli e favoriscono il settore privato

‘‘un databasecondiviso

Regione, Asl,Comune e medici devonocondividere i dati. E’necessario per capirei reali bisogni dellapopolazione

‘‘il nuovo Pianosanitario

Le lineeprogrammatiche sonocondivisibili, ma devonoessere sostenuteda finanziamenti eprogettualità

I NUMERI

«L’86% dei decessi, il 77% dellaperdita di anni di vita in buonasalute e il 75% delle spese sani-tarie sono causate da alcunepatologie (malattie cardiova-scolari, tumori, diabete melli-to, malattie respiratorie croni-che, problemi di salute menta-le e disturbi muscolo-scheletri-ci) che hanno in comune fatto-ri di rischio modificabili, qualiil fumo di tabacco, l’obesità esovrappeso, l’abuso di alcol, loscarso consumo di frutta e ver-dura, la sedentarietà, l’eccessodi grassi nel sangue e l’iperten-sione arteriosa. Questi fattoridi rischio sono responsabili -da soli - del 60% della perditadi anni di vita in buona salu-te». Dati che fanno rifletterequelli comunicati da MaurizioBenato, vicepresidente dellaFnomceo.

E nel territorio dell’Asl 12 inumeri confermano lo stato di«cattiva salute» di gran partedei 330mila assistiti dall’azien-da sanitaria. In aumento la dia-gnosi di diabete mellito(13.839 casi, +8.32%) e iperten-sione (46.806 casi, +23,7%). Untrend preoccupante hanno as-sunto anche il glaucoma(4.216 casi, +38,6%), le affezio-ni del sistema cardiocircolato-rio (20.292, +40,5%), l'asma(3.315 casi, +63,3%) per nonparlare dell'ipercolesterole-mia (5.162 casi, +85,6%), dell'ipotiroidismo (3.596 casi,+89%) o del dato più clamoro-so, quello degli affetti da tiroi-de di Hashimoto, una tiroiditecronica autoimmune, che haregistrato un aumento del

313,2%. Spaventoso, come piùvolte denunciato, il dato relati-vo ai tumori: dai 12.261 del2004 ai 17.646 dello scorso an-no (+39,2%). Di qui la necessitàdi trasmettere ai cittadini laconsapevolezza, come sottoli-nea il dottor Benato, del «dove-re (oltre che diritto) di parteci-pare da protagonisti al miglio-ramento della propria vita, ri-ducendo tutti quegli atteggia-menti e abitudini che possonoindurre malattia e disabilità».

Prevenire si deve, puntando«sulla cultura, sui valori e suicomportamenti da cui derivaanche il rispetto reciproco del-le regole». Ma non sempre sipuò. E una volta che si deve af-frontare la malattia l’offerta dibuona sanità, comunque, nelnostro territorio non manca.«L’America è qui, non dobbia-

mo cercarla altrove – affermaSandro Bordin, direttore diOtorinolaringoiatria e organiz-zatore, l’anno scorso, di VeniceMedical Excellence - L’Asl 12 èormai diventata, di fatto, unhub delle eccellenze sanitariedella nostra provincia e non so-lo. Potrei citare la microchirur-gia del Dipartimento di Chirur-gia, la Cardiochirurgia ed Emo-dinamica interventistica, laNeurochirurgia, l’Ortopedia eTraumatologia. E, facendolo,faccio torto a molte altre chenon vengono inserite nell’elen-co. Ma soprattutto possiamocontare su straordinari profes-sionisti, medici e infermieri.Persone preparate che manife-stano dedizione e disponibilitàincredibili. Una garanzia per icittadini ». (m.sca.)

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di Massimo Scattolin

«Il medico non è una personaisolata, che se ne sta nel pro-prio ambulatorio o in ospeda-le convinto di sapere tutto sul-la salute e su quale sia la ricet-ta giusta per ogni paziente. Ilmedico è prima di tutto un in-terlocutore del cittadino. Emai come in questo momen-to, in cui la categoria è in soffe-renza anche per i tagli che ri-schiano di diventare dramma-tici, ci sono le condizioni perstabilire un’alleanza per la sa-lute». Maurizio Scassola, presi-dente dell’Ordine dei mediciveneziano e della Federazioneregionale, dall’inizio del suomandato, nel 2006, ha lavora-to con l’obiettivo di «consoli-dare l’impegno civile del me-dico come cittadino compe-tente».

Il convegno di oggi e, ancorpiù, “Venezia in salute”,l’evento di domani al ParcoSan Giuliano, rappresentanoun’occasione importantissi-ma per stabilire o consolidarequesto patto. La sfida, per il si-stema socio-sanitario pubbli-co, è quella di riuscire a ri-spondere ai bisogni della po-polazione a fronte di risorsesempre più scarse, tagli indi-scriminati sulla salute e la pre-venzione e, da ultimo, la man-naia dei super-ticket impostidalla Finanziaria che penaliz-zano soprattutto le fasce piùdeboli. Di fronte a questo sce-nario i pazienti trovano sem-pre meno ragioni per rivolger-si alla sanità pubblica.

Dottor Scassola, i ticket au-mentano, le liste d’attesa re-stano infinite e il cittadinotrova sempre più comodo ri-volgersi al privato. Come sene esce?

Prima di tutto dobbiamoporci il problema dell’appro-priatezza. E’ una questione or-mai ineludibile. Certo, quan-do una prestazione offerta dalprivato ha più o meno lo stes-so costo di quella offerta dalpubblico c’è qualcosa nonfunziona. Bisogna imparare aessere più efficienti, attentiagli investimenti e agli spre-chi. Noi medici seguiamo le in-dicazioni della Regione. Mac’è una pressione enorme daparte della popolazione.

Con l’introduzione dei su-per-ticket da 5 o 10 euro, or-mai, i cittadini hanno capitoche con il pubblico non ri-sparmiano più di tanto.

I cittadini rischiano di esse-re penalizzati in maniera bef-farda. Chi ha difficoltà econo-miche finisce per rinunciarealla visita o all’esame. Ma c’èun rischio ulteriore nel fattoche il cittadino si rivolga auto-nomamente al privato: quelloche si perda il “controllo” delpaziente. Certo se ci si pone ilproblema quando i buoi sonoscappati dalla stalla, allora di-venta troppo tardi.

E chi dovrebbe avere il con-trollo del paziente?

Dobbiamo avere, più che ilcontrollo, la conoscenza delledomande del paziente, deisuoi bisogni. Meglio: delle ne-cessità della popolazione, sul-la base dell’epidemiologia.

E questi dati non sono di-sponibili?

Certo, questi dati sono a di-sposizione di tutti: medici difamiglia, Regione, Asl, i servizisociali del Comune. Ma ognu-no ha i propri database, i pro-pri software. E non c’è condivi-sione di dati. E’ uno spreco dirisorse. Serve un’alleanza traAsl, Regione, Comune, medi-ci. Fare rete diventa non solouna questione di risparmi, masoprattutto un problema prati-co, di strategie per la salute.Una necessità inderogabileper capire l’epidemiologia diuna data popolazione e preve-dere interventi mirati.

Il sistema pubblico, dun-que, può essere consideratomoribondo, ma non ancoramorto.

Stiamo vivendo un periodoterribile. Non c’è dubbio chenegli anni passati ci sia stato

un azzardo morale, garanten-do tutto a tutti. Ora dobbiamodecidere quale salute sia soste-nibile con le risorse attuali. E’l’unico modo per salvaguarda-re questo sistema solidaristi-co. L’unico che possa comun-

que offrire garanzie di cura an-che ai più fragili.

Il nuovo Piano socio-sani-tario regionale garantisce tut-to questo?

Le linee programmatichesono condivisibili. La mia pre-

occupazione è che venga so-stenuto da finanziamenti ade-guati e progettualità. Unesempio: il rapporto ospeda-le-territorio. Alcune attivitàspecialistiche ospedaliere pos-sono essere trasferite a livello

distrettuale. Ma il distretto variempito di contenuti. Si recla-ma maggior responsabilizza-zione del territorio, della me-dicina di famiglia? D’accordo.Ma se in un centro urbanoun’aggregazione di medici èpossibile e consigliabile, nonlo è in un paesino di monta-gna, dove ci sarà al massimoun ambulatorio, ma si dovran-no sviluppare la diagnostica adistanza e i servizi domiciliari.

Altro riflesso dei tagli: ilblocco del turnover.

Il personale medico e nonmedico è la chiave del buonfunzionamento del sistema sa-nitario. Ma, come è stato fattofinora, serve formazione.Un’azienda, una regione lun-gimirante, che guarda al futu-ro, investe sulle persone. Nes-sun obiettivo di salute può es-sere raggiunto prescindendoda questo.

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Al PArco di SAN GIuliano

«L’affermarsi di un processo di“autorappresentazione sociale”dei cittadini si è concretizzatonella costituzione di associazionidi portatori di interessi cheinteragiscono con l’offerta diservizi e/o merci sia pubblici cheprivati. In Sanità questofenomeno di “empowerment” deicittadini si è sviluppato con ladiffusione di una fitta rete disoggetti che affiancano operatorie servizi. Nelle attività di tuteladella salute si intersecanomolteplici diritti di rangocostituzionale sia del singolo chedella collettività e l’equilibrio a

questi dato dal nostro ServizioNazionale universalistico, equo esolidale è minacciato dalle notedifficoltà a reggere la suasostenibilità economica. Nellaprospettiva della sostenibilità eaffidabilità, il convegno intendeaffiancare a tutte le altreconsiderazioni già note(miglioramento della gestionedei servizi, risorse appropriate,qualità, sicurezza) unariflessione ulteriore. Il nostroServizio sanitario sconta“l’azzardo morale” secondo ilquale ogni domanda puòragionevolmente costituire un

bisogno a cui corrispondere. Nonsi tratta di legittimare le liste diattesa ma di governare con lamassima responsabilità possibiledi tutti gli attori queldifferenziale di inappropriatezzatra domanda e bisogni. Questo inuna prospettiva di responsabilitàcollettiva, orientata allacooperazione e partecipazione alfine di salvaguardare non solo lasostenibilità economica maanche quella etica e civile dellanostra sanità, che restal’espressione più viva delprogresso sociale e civile delnostro Paese».

«Salviamo l’espressione più viva del nostro progresso»

Tre percorsi salute da 2,6 a 6,8 chilometri

l’intervento DI AMEDEO BIANCO

Malattie in aumentoStile di vita decisivoper evitare problemiBordin (Venice Medical Excellence) : «L’America è quiL’Asl 12 è come un hub dove si incrociano le eccellenze»

Bruno Centanini, delegato per le Politiche della salute, e Maurizio Scassola, presidente dell’Ordine dei medici

Prevenzione a tutto campo?Affare da medici di famiglia

Quasi 4mila camici bianchi. Entro il 2025 «fuga di massa» verso la pensione

«La salute è un parco daesplorare» è lo slogan di “Veneziain salute”. Una volta rimossi igazebo, al Parco San Giulianoresterà comunque una tracciaconcreta. I tre percorsi saluteindividuati in collaborazione conl’associazione Nordic Walking el’Istituzione Bosco e Grandi

parchi resteranno a disposizionedei runners che vorrannopercorrerli; indicati con cartellicome un sentiero in montagna. Cisarà un percorso giallo da 2,6chilometri, un percorso verde da3,7 e uno rosso da 6,8 chilometri.A ogni distanza verrà abbinato uncorrispettivo consumo calorico.

«Ci ho pensato molto, alla fineho deciso. Al Parco San Giulia-no, parlando del diabete, use-rò un’immagine shock: quelladi una cancrena in fase acuta.Speriamo serva a convinceremolti malati che ancora nonsanno di esserlo a fare un con-trollo». Giulio Bergamasco èun medico di base che domanidalle 15.15 alle 15.35, a“Venezia in salute”, parlerà sultema “Il diabete: conoscerloper combatterlo”. Passa ancheattraverso queste forme di co-municazione estrema l’impe-gno di ogni giorno finalizzatoalla prevenzione. Una lotta

quotidiana che contraddistin-gue molti medici di famiglia.«Certo, le campagne sono im-portanti - commenta un altrocamice bianco – Ma costano esono limitate a un certo perio-do. Poi si fermano. Noi, di fat-to, facciamo prevenzione e in-formazione al bisogno».

E’ il caso della giovane don-na in gravidanza. Il medicopuò limitarsi a prescriverle gliesami di rito richiesti dal gine-cologo. Ma se sa che la pazien-te fuma può approfittarne persottolineare l’effetto dannosodella sigaretta sul feto. Del re-sto è stato formato sul tema,

grazie a uno specifico corso sucome smettere di fumare orga-nizzato dall’Asl.

Così per il diabete, malattiache colpisce il 10 per cento del-la popolazione veneziana a cuiè correlato un notevole poten-ziale effetto invalidante, conseri danni a carico del sistemacardiaco, cerebrale, visivo e re-nale. «Un gruppo di medici stalavorando seriamente su que-sto tema» continua Bergama-sco «Siamo fortemente motiva-ti a puntare sull’informazionee la prevenzione, soprattuttoper chi ha più di 40 anni, è obe-so o presenta altri fattori di ri-

schio. Un controllo all’annonon farebbe male».

Il lavoro di gruppo, del re-sto, qui è piuttosto consolida-to. All’interno della categoria enei rapporti con Ca’ Farsetti. Ilprogetto del Comune di Vene-zia “Co.Me.Fa.Re.” (Comune emedici di famiglia in rete) chesi basa sulla costruzione di unflusso informativo permanen-te tra medici e famiglia per larealizzazione di una banca da-ti condivisa si è aggiudicato laquarta edizione dell’Oscar del-la Salute 2011 promosso dallarete nazionale Città Sanedell’Oms. I dati raccolti dai me-dici che hanno aderito all'ini-ziativa permetteranno all'am-ministrazione di avere una ba-se di riferimento per la realiz-zazione di nuovi strumenti diricerca per gli obiettivi di salu-te; pianificare, monitorare e

verificare le politiche di inter-vento; sostenere i medici nellaconoscenza e nella lettura inte-grata e comparata delle infor-mazioni.

Il medico di base è ancheuna sorta di medium tra pa-ziente e il collega ospedaliero.Il paziente viene dimesso dallaCardiologia con l’invito a fareattività fisica? Ebbene, una vol-ta tornato a casa va dal medicodi base per capire cosa può odeve fare. Gli viene consegna-to un referto? E’ dal medico difamiglia che va per farselo“tradurre”. Il paziente è amma-lato? E’ dal medico di base, nelfrattempo trasformato in unasorta di esperto informatico,che si affida per inviareall’Inps il certificato di malat-tia. Arriva la brutta stagione equindi il momento di farsiiniettare il vaccino anti-in-

fluenzale? Il paziente over 65torna in ambulatorio per offri-re l’avambraccio e in questomodo alleggerisce un carico dilavoro che sarebbe insosteni-bile per i distretti socio-sanita-ri. E chi, se non il medico di fa-miglia, va a visitarlo a domici-lio?

«Tutti servizi che noi garan-tiamo, che non danno certo lu-stro alla categoria, ma che re-stano di fondamentale impor-tanza per creare o mantenereun rapporto di fidelizzazionecon il proprio paziente».

Il medico di famiglia, insom-ma, quando svolge al meglio ilproprio lavoro («servono alme-no tre ore di ambulatorio algiorno») è molto più che ilsemplice compilatore di ricet-te dipinto dai denigratori dellacategoria. (m.sca.)

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In alto l’ospedale dell’AngeloQui sopra Amedeo Bianco(Fnomceo) e una visita medica

Un delicato intervento in una sala operatoria

Il presidente Vasco Errani Il ministro Ferruccio Fazio

Sono 3.759 i camici bianchiiscritti all’Ordine dei medici diVenezia. Tra questi 2.560 sonomaschi e 1.199 femmine.All’albo degli odontoiatri sonoiscritti 752 professionisti (635maschi e 117 femmine). Ma, piùche in altri settori, il mondomedico si sta da tempoconfrontando con la cosiddettagobba pensionistica. La mediadei medici in servizio è di 53-54

anni. Si tratta, in larga parte,dei camici bianchi entrati inservizio negli anni Ottanta, conl'istituzione del Serviziosanitario nazionale. Stando cosìle cose tra il 2015 e il 2025 èprevista un'uscita massiva dalsistema.Un problema che coinvolge, inparticolare, i medici di famiglia.Nel territorio dell’Asl 12 di qui al2019 andranno in pensione 152

medici sui 236 attualmenteconvenzionati: il 64 per cento. El'università, intanto, non formagiovani leve in numerosufficiente.È facile prevedere che, inassenza di correttivi, i medici difamiglia in servizio dovrannofarsi carico di un numerosignificativamente maggiore diassistiti. Dagli attuali 1.500 ai2-3 mila.

SABATO 15 OTTOBRE 2011 LA NUOVA Venezia in salute 29