L'ARCERA N°6

48
NUMERO 1 L’ASSOCIAZIONE DEI CACCIATORI NATURALISTI ANNO 9

description

PERIODICO A DIFFUSIONE GRATUITA PER I SOCI DI AMICI DI SCOLOPAX-ONLUS

Transcript of L'ARCERA N°6

Page 1: L'ARCERA  N°6

NUMERO 1 L’ASSOCIAZIONE DEI CACCIATORI NATURALISTIANNO 9

Page 2: L'ARCERA  N°6

L’ARCERA PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE

AMICI di SCOLOPAX-ONLUS

-----------------------

Pubblicazione a diffusione gratuita per i soci di AdS

--------------------------------

EDIZIONE CURATA DAL

COMITATO ESECUTIVO COMUNICAZIONE E STAMPA

-----------------------------

PROGETTO GRAFICOAlessandro Tedeschi

----------------------------

CONTACT

AMICI DI SCOLOPAX-ONLUSVIA ROMA, 57

I - 83027 MUGNANO DEL CARDINALE (AV)TEL. 333-4252961

WEB: www.scolopax.ite-mail: [email protected]

Foto in 1a di copertina:

“VISIONI D’AUTUNNO” di Jaques Bertrand ROUVRAIS

SO

MM

AR

IOEDITORIALE 3

NEWS 4

CRONACHE 6

LA BECCACCIA NON E’ UN TROFEO 10

ARTE & CULTURA 18

TASSIDERMIA E BECCACCIAI 16

VETERINARIA: LA ZECCA 22

TURISMO CINEGETICO 20

CINOFILIA 25

BEEPER E TURNI DI COPPIA 29

VARIABILITA’ GENETICA . . . 32

BECCACCIAI AL FEMMINILE 38

ANEDDOTI 41

SAFARI SPORT S.A.S.Via Nazionale, 295 - 80059 - Torre del Greco (NA) - Italy

Tel. (+39) 081 739 34 41 Fax (+39) 081 777 38 69www.safarisport.it

e-mail: [email protected]

Page 3: L'ARCERA  N°6

ED

ITO

RIA

LE

3

Cordiale Amicizia Beccacciaia

Alessandro Tedeschi

N o n s o n o c e r t o i l t i p o c h e s i l a m e n t a s e l a p e l l e s i s t r a c c i a n e l l ’ i n e s t r i c a b i l e r o v e t o , m a p r e n d o a t t o c h e è d a v v e r o d i f f i c i l e t r o v a r e c o e r e n z e e c o n t i n u i t à , c r e d i b i l i t à e s e r i e t à , s i n c e r i t à e p a s s i o n e . . . q u e l l e v e r e ! D i b e c c a c c e d i f f i c i l i n e h o i n c o n t r a t e t a n t e n e l l a v i t a e s p e r o d i a v e r e l ’ o p p o r t u n i t à d ’ i n c o n t r a r n e a l t r e t t a n t e , v i c e v e r s a n o n i m p a z z i s c o p i ù a l l ’ i d e a d ’ i n c o n t r a r e u o m i n i c h e s i p e r d o n o , o g n i v o l t a d i n u o v o , d i e t r o c h i a c c h i e r e , l u s i n g h e e f a n f a l u c h e . Un cane veramente beccacc ia io non offre adi to a f ra in tes i e r imane r i conosc ib i l e anche quando non incon t ra . Cos ì anche la pas s ione d e g l i u o m i n i , q u a n d o è c o s a v e r a n o n è m i s t i f i c a b i l e o l t r e m i s u r a . D o p o t a n t i a n n i d ’ i n c o n d i z i o n a t o l a v o r o e s e g u i t o i n n o m e d e l l a p u r a p a s s i o n e a v v e r t o i l p e s o d e l t e m p o e d e g l i a m a r i r i s v e g l i . E ’ c o m e s e a l l ’ i m p r o v v i s o n e l b e l m e z z o d i u n s o g n o m e r a v i g l i o s o s i s c o r g e s s e i l b o s c o d e i p r o p r i s o g n i a r s o d a l l e s p i e t a t e e v o r a c i f i a m m e d e l l a s u p e r f i c i a l i t à e d e l l ’ i n c o s c i e n z a . S t a r ò i n v e c c h i a n d o p e r c h è f a c c i o f a t i c a a s t a r e d i e t r o a l t e m p e r a m e n t o d e l m i o g i o v a n e a u s i l i a r e e d a l l a v e e m e n t e a z i o n e d e l m i o v e c c h i o “ c o m p a g n o c a n e ” , m a f a c c i o e v i d e n t e m e n t e a l t r e t t a n t a f a t i c a a c r e d e r e d i r i u s c i r e a t r o v a r e l a c h i a v e p e r s m u o v e r e l e ( i n ) s e n s i b i l i t à a l t r u i . C h e p e c c a t o !

Caro Amico Beccacciaio,

m I A R R E N D O !

Page 4: L'ARCERA  N°6

8^ ASSEMBLEA GENERALE 28 GIUGNO 2009 - Loc. Serrù - CERESOLE REALE (TO)

La 8^ Assemblea Generale di Amici di Scolopax si svolgerà quest’anno nella suggestiva cornice del Parco del Gran Paradiso a quota 2300 m. in località Serrù in Ceresole Reale (TO).

Abbiamo scelto la data del 28 giugno al fine di poter godere a pieno l’ambiente, i colori, i profumi ed i sapori d’alta quota.Una conviviale giornata dedicata all’amicizia ed alle condivise passioni, per mantenere alto il valore del cacciatore naturalista ed offrire forza e vigore agli obiettivi perseguiti.

L’Assemblea Generale è convocata in prima convocazione il giorno sabato 27 giugno alle ore 07.30, ed in seconda convocazione il giorno 28 giugno 2009 alle ore 08.00 stessa presso il

Ristorante LA BARACCA Loc. Serrù - CERESOLE REALE (TO)

Tel. 0124 953275

4

NOTA: S’informa che l’assemblea di AdS è aperta a tutti e che saremo lieti d poter salutare amici e conoscenti che vorranno essere presenti ai lavori assembleari.Si prega di dare comunicazione della partecipazione alla Delegazione Piemonte c/o Gianni Boffa entro sabato 27 giugno al numero di telefono: 347 2335786

NOTIZIE

Page 5: L'ARCERA  N°6

5

INFO SOCI - INFO SOCI - INFO SOCIAl fine di una migliore ergonomia ed uniformazione del flusso d’informazioni e comunicazioni dell’Associazione Amici di Scolopax verso i soci s’informano i membri tutti che come già da tempo parzialmente applicato, le corrispondenze (di qualunque origine e natura) saranno effettuate esclusivamente per via telematica a mezzo dell’indirizzo elettronico personalizzato concesso ai soci con suffisso “@scolopax.it”.

a)

b)Con riferimento al flusso di informazioni e comunicazioni verso i soci di cui il punto precedente, s’informano che le comunicazioni ufficiali avverrano a mezzo P.E.C. (Posta Elettronica Certificata). L’erogazione di comunicazioni inviate a mezzo posta elettronica certificata dà pieno valore legale alla posta elettronica e la stessa varrà quanto una raccomandata con ricevuta di ritorno ( art. 14 D.P.R. n. 445/2000).

c)A causa di soventi disservizi nella recapitazione della corrispondenza postale in diverse zone della penisola, si potrebbero verificare degli ingiustificabili ritardi sino a delle deprecabili mancanze di consegna delle corrispondenze inviate a mezzo posta ordinaria. Per eventuali disservizi o malfunzionamenti delle funzionalità telematiche si è pregati di mettersi in contatto subitaneamente con la sede di Amici di Scolopax - email: [email protected]

d)I soci che volessero pubblicare foto, notizie, aneddoti e quant’altro sulle pagine dell’ARCERA possono inviare il materiale all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] entro il 30 aprile (per il numero di giugno) e 30 settembre per il numero di novembre.

e)I soci morosi non in regola con il versamento della quota sociale da più di due anni saranno dichiarati dimissionari ed esclusi dall’albo dei soci e da tutte le tipologie di servizi offerti dal sodalizio, ivi compreso la spedizione delle riviste, l’indirizzo email personalizzato ed ogni altro benefit previsto dall’affiliazione.

f)Rammendiamo ai soci che il nostro sodalizio vive e si finanzia esclusivamente con le quote sociali dei soci. Il mancato versamento limita le attività dell’associazione con il rischio di inficiarne le progettualità previste.La quota rimane ancora invariata ad € 35,00 da diversi anni anche a fronte degli aumentati costi gestionali. Le modalità di versamento rimangono invariate.Fiduciamo anche nella più limpida e sincera comprensione e sensibilità.

Page 6: L'ARCERA  N°6

6

CRONACHE

LA FIERA DELL’AMICIZIALONGARONE - CACCIA PESCA E NATURA

Nelle giornate dal 1 al 3 maggio u.s. abbiamo avuto il piacere di proporre il nostro stand alla 9^ edizione della Fiera Caccia Pesca e Natura di Longarone. Notevole successo di pubblico e soprattutto molteplici attestazione di stima ed amicizia. Dove c’è caccia e passione Amici di Scolopax è sempre di casa.

Page 7: L'ARCERA  N°6

LA FIERA DELL’AMICIZIALONGARONE - CACCIA PESCA E NATURA

7

CR

ON

AC

HE

Il piacere di incontrare vecchie amicizie e di conoscerne di nuove ci consente di avvertire appieno il vero diletto di confrontarsi su tematiche condivisibili.

L’interesse e la voglia di conoscere non risparmia gli appassionati ad ogni tipo di interrogativo. Una ghiotta opportunità ampiamente vissuta.

Page 8: L'ARCERA  N°6

8

Siamo naturalmente orientati a stare dalla parte dei cacciatori e proponiamo ovunque le nostre visioni con semplicità, determinazione e coerenza. Amici di Scolopax rappresenta oggi più che mai una limpida espressione di impegno sociale con una naturale vocazione alla cinofilia venatoria ed all’amore per la natura.

LA FIERA DELL’AMICIZIALONGARONE - CACCIA PESCA E NATURA

CRONACHE

Page 9: L'ARCERA  N°6

9

LA FIERA DELL’AMICIZIALONGARONE - CACCIA PESCA E NATURA

...alla faccia di chi ci vuole male!

Il momento del brindisi con la troupe del canale SKY - Caccia e Pesca e con Bruno Modugno che sprigiona ogni volta di nuovo la sua irrefrenabile simpatia.

CR

ON

AC

HE

Page 10: L'ARCERA  N°6

LA BECCACCIA NON E’ UN TROFEO

di Alessandro Tedeschi

Ancora qualche decennio addietro quando Internet non esisteva ed il computer era complemento di

lavoro per pochi, la comunicazione era relegata per la quasi totalità alla carta stampata. Le stesse foto scattate sovente da pesanti reflex e stampate su carta

fotografica seppur portavano impresse indelebilmente ricordi di grandi passioni e forti emozioni vissute, finivano dopo qualche tempo irrimediabilmente in uno scatolone e solo talvolta conservate in un bell’album fotografico per future memorie. Nelle eccezioni ed in qualche eccellenza qualcuna di queste foto (non sempre di buona qualità) godeva gli onori di una bella cornice e fare bella mostra di sé appesa ad un chiodo nelle propria mura familiari.

I tempi cambiano e questi che noi viviamo sono quelli della comunicazione di massa, della globalizzazione dell’informazione dove il tempo si comprime e le distanze si annullano. L’avvento del digitale, della grande Rete Internet e della progressiva e capillare

diffusione dei computer, ci lascia assistere e partecipare ad una nuova realtà sociale dove in una continua metamorfosi si avverano delle vere e proprie “cellule sociali” alimentate da forze aggreganti, rappresentate da specifiche attrattive e riconoscibili caratteristiche le quali fungono da effetto calamita per le isolate individualità che trovano in questi “micro mondi” virtuali condivisibili similitudini, ospitalità, voce e visibilità. Senza accorgercene ci ritroviamo così

10

RIFLESSIONI

Page 11: L'ARCERA  N°6

proiettati come “cittadini” dei cosiddetti “Social Network”.Separando “…la paglia dal grano” paradossalmente anche questo tipo di aggregazioni virtuali possono, in alcuni casi, offrire validi contributi a costruttive riflessioni ed opportune sensibilizzazioni.

Proprio uno di questi – FACEBOOK - molto alla moda in questo periodo, ha offerto l’opportunità per affrontare un argomento d’indubbia importanza per il nostro microcosmo cinegetico che guarda alla beccaccia con particolare attenzione. Trattasi in particolare della pubblicazione di “foto ricordo” che oltre ogni senso del buon gusto palesano talvolta mattanze e carnieri degni dei peggiori massacratori, piuttosto che più etici e legittimi ricordi di seri e composti cacciatori.

Sono intimamente persuaso che perseverare nel rendere pubbliche tali rappresentazioni, oltre a ritrarre un arcaico e ben superato retaggio culturale, può contribuire ad esaltare, nelle espressioni più degenerate (mattanze antisportive), una deleteria immagine dell’arte cinegetica ed un macabro “edonismo necrofilo” sicuramente incompatibile con la caccia del terzo millennio.

A che serve or dunque ritrarre cataste di beccacce ammucchiate brutte ed arruffate, oppure plotoni di cadaveri piumati allineati e coperti incapaci di trasmettere anche la più elementare emozione, che nulla possono offrire al carnefice se non la consapevolezza dell’incapacità di riuscire ad apprezzare la pregevole essenza e l’amabile sostanza dell’arte cinegetica.La pur intima e personale avversione, che auspico andasse condivisa, nasce evidentemente dalla consapevolezza che trattasi nella fattispecie di effimere ed inutili mostre di “cadaveri” che nulla aggiungono al “valore” ed al vissuto del cacciatore, e meno che mai alle intime emozioni che pur hanno scaturito.

In questo caso non è una questione di legge e di normative, ma di etica e di sensibilità.Le foto sono parte integrante di un ricordo, ma nel rispetto del decoro e della discrezione e soprattutto in armonia con la propria intimità! Più verosimilmente si ritiene altresì plausibile fissare indelebilmente un ricordo sicuramente intimo ed emozionante da condividere sicuramente e ragionevolmente nella propria cerchia di amici, ma altrettanto sicuramente di non sbandierare pubblicamente in luoghi e situazioni che possono suscitare facili quanto pericolose ripercussioni a tutta la collettività di cacciatori.

La beccaccia non è un trofeo e la caccia in quanto attività passionistica e benché ancorata a forti elementi storici e culturali, non deve rappresentare una competizione e nulla si vince. Pertanto non si è migliori di chicchessia e meno che mai si rende necessario dimostrare ogni volta qualcosa a qualcuno.

Ciò che più verosimilmente andrebbe ricercato è una sana condivisione di emozioni nel rispetto degli altri e della preda stessa.

Si rende evidentemente necessario produrre tangibili sforzi affinché prevalga e si diffonda il concetto di “sana comunicazione” ed il formarsi di un “codice deontologico” di autoregolamentazione etico che possa produrre effetti benefici a tutte le categorie di cacciatori e che abbia tracce di compatibilità con lo scenario socio culturale del nostro tempo.Oggi come mai si rende necessario difendere la caccia in tutte le sue belle espressioni etiche, sportive, sociali e culturali. Bandiamo e contrastiamo tutto ciò che non aiuta la caccia a trovare una più congrua e legittima collocazione nello scenario sociale italiano.

11

Page 12: L'ARCERA  N°6

12

In Italia sono molto pochi i ritrovamenti, e qui ci potrebbero essere sufficienti elementi per alimentare nuove riflessioni, di fatto vengono fornite di rado le informazioni relative al recupero di beccacce inanellate. Noi siamo persuasi che comunicare il ritrovamento di un uccello inanellato rappresenti un doveroso gesto di civiltà prima ancora che di educazione e sensibilità. D’altra parte non costa nulla e si ha anche la soddisfazione (come nel caso sopra riportato) di conoscere importanti informazioni sul vissuto dell’uccello. Noi siamo da sempre al fianco dei cacciatori ed a disposizione per ogni evenienza.

ANELLO: GDAŃSK FN 48683

DATI INANELLAMENTO: Specie: WOODCOCK (SCOLOPAX RUSTICOLA)Sesso, età: 1° anno di vita Data inanellamento: 04.09.2008 Località: SIEMIANÓWKA,NAREWKA, PODLASKIE, POLANDCoordinate: 52°54’N, 23°51’E (PLPS)Inanellatore: SIEMIANÓWKA 2, A. PŁOWUCHA

DATI RITROVAMENTO: Data: 12.11.2008 Località: S. GIOVANNI DI GERACE, (RC) - ITALIACoordinate: 38°22’N, 16°16’E (IA47) Circostanze: PRELIEVO VENATORIO

Corrispondente: ALESSANDRO TEDESCHI (ref. 2747/08)

Cacciatore: G. AUDINO

Distanza: 1717 km, Direzione: 203°, Tempo trascorso: 69 giorni

Codice Euring 2000 77-79: 210

BECCACCE INANELLATE LA STAZIONE ORNITOLOGICA DEL MUSEO ED ISTITUTO DI ZOOLOGIA PAS DI GDANSK (POLONIA) CI HA COMUNICATO LE INFORMAZIONI RELATIVE UN ANELLO DI BECCACCIA DA NOI TRASMESSO LO SCORSO 12/11/2008.

INFO - NEWS

Page 13: L'ARCERA  N°6

13

P er noi ragazzi, andar per boschi significava sentirsi liberi, padroni del mondo intero. Eravamo anche fortunati,

in casa nostra c’erano telefono e televisore, cosa piuttosto rara quaranta anni fa, almeno nel sud dell’Italia. Noi però si preferiva cercar nidi, mangiar gelsi sugli alberi, pescar rane. A casa si tornava felici e mai stanchi, le ginocchia sempre sbucciate, magliette e calzoncini tinti dal sugo delle more. I rimbrotti di mamma erano scontati, e seguiti dalla spolveratina

di penicillina sulle sbucciature.Faceva una strana crosticina giallastra, ve la ricordate? Per merenda una fetta di pane condito con olio e zucchero, che leccornia!I vestiti mamma li lavava con il sapone fatto da lei stessa, con i fondi dell’olio. Ne ricordo ancora il profumo. Pare strano, adesso, quando devi scegliere il detersivo giusto sugli scaffali del supermercato.Certo non c’era internet, non si parlava di globalizzazione, ma il nostro mondo lo conoscevamo bene. I nostri occhi accarezzavano e riconoscevano alberi e crinali, il fiume non aveva segreti. I vermi, quelli buoni, per pescare i pesci, quelli buoni, li trovavamo vicino alle porcilaie sparse sulla collina.

Pare strano oggi, cercar l’esca giusta sugli scaffali dei negozi di pesca.C’era tanto da prendere, allora, pure avevamo imparato a raccogliere un tanto e non più. Forse, a pensarci bene, ce l’avevamo nel sangue che era stupido portar via dal fiume tutti i pesci che abboccavano. Allora non si chiamava “catch and release” e non era una moda: noi lo facevamo, punto e basta. Quasi fosse una legge, ma non era scritta. Forse il rispetto per la natura noi l’abbiamo imparato sul campo. Pare strano ora, che andar per funghi, asparagi e more significa portarsi, insieme a cestino e bastone, tesserini ed autorizzazioni. Ora è tutto scritto,

stato, regioni, province e comuni, legiferano e decidono quando, come e quanto raccogliere dei frutti della terra. E sarà anche giusto, visto che questi frutti ce li dobbiamo dividere in tanti.Ho paura però che pochi ragazzi oggi sanno che c’è un tempo per le fragole e che il rigogolo dalle nostre parti c’è quando ci sono i fichi.

foto di Piero Dalla Libera

foto di Piero Dalla Libera

memorie storiche di un tassidermista cacciatore

di Maurizio Gattabria

Page 14: L'ARCERA  N°6

Sono anche certo che pochissimi hanno sentito il frullo di una beccaccia o l’hanno intravista sfalchettare nel ceduo d’autunno. Peccato, perché dovranno crederci sulla parola quando dichiariamo la beccaccia regina del bosco.Non sono mai stato un cacciatore di beccacce. Per me ed Alba, la mia spinona, l’incontro con la regina è sempre stato una sorpresa ed insieme un incanto. Niente a che vedere con i Pieri, due amici che con le beccacce ci parlavano. Pierone ne aveva fatta una ragione di vita e Pierino anche, a modo suo. E’ vero, ci mostravano la collezione delle penne del pittore ma d’ogni incontro con la beccaccia ne facevano un romanzo, e i più belli erano quando lei vinceva svanendo nel nulla, in barba alla bravura di cani e cacciatori.Mi ricordo di una volta che giravano i tordi. Lasciammo i cani e per tutta una mattinata rimanemmo appostati sparacchiando ogni tanto. A pochi metri da noi, andando a raccogliere un tordo, sfrullai una beccaccia: era rimasta lì ferma tutta la mattinata. Mio fratello, il solito cecchino, la centrò, mentre io stavo imbambolato a guardarla andar via. Era bellissima ed immacolata, così decisi di imbalsamarla. Mia madre la trovò in frigo e pensò bene di spennarla. Ancora mi dispiace averla rimproverata.

C’erano poi le mitiche cene con gli amici, spaghetti con galletti, beccacce e crostini, quasi un rito. Consapevoli di aver interrotto delle vite, ma, adesso si direbbe, in maniera “sostenibile”. Dico tutto questo con una vena di malinconia perché queste cose sono quasi scomparse dalla mia vita, insieme ai miei posti, ingoiati dalle case e dalle strade. Eppure non sono un dinosauro, tutto è successo in un battere di ciglia.Per fortuna ci sono i ricordi e le chiacchierate con i fortunati che ancora godono delle poche zone rimaste disponibili per uomini ed animali.Capita anche che, in aiuto alla memoria, nella vetrina dello studio qualcuno conserva la regina “imbalsamata”. Quella più bella, scelta fra le quattro di quel giorno magnifico, quella alzata e ribattuta innumerevoli volte, quella perché l’ultima presa nella carbonaia poi diventata campo di golf.

Quella perché la prima o perché l’unica della vita. Mille le ragioni che hanno spinto tanti cacciatori a ricomporre con cura la regina prima di riporla nella cacciatora per poi affidarla al tassidermista di fiducia per la preparazione che la conserverà per sempre. Se poi, il tassidermista coscienzioso avrà messo sotto il piedistallo una targhetta con data e luogo di cattura, si sarà reso un servizio alla scienza conservando dati a volte di inimmaginabile significato, a volte meno ma sempre con valore di

foto di Piero Dalla Libera

foto di Piero Dalla Libera

Page 15: L'ARCERA  N°6

15

testimonianza. Per esempio, la beccaccia di prima presa nella carbonaia, testimonierà per sempre che c’era un bosco ceduo dove ora gli uomini giocano a golf. E questo anche quando, col passare delle generazioni, la memoria si annebbia fino a scomparire.Oppure per testimoniare una frattura di una zampa miracolosamente (ma quanto miracolosamente?) guarita.Capita anche che il tassidermista abbia un senso artistico e sappia mettere in posa la regina come fosse viva e persino ne esalti le doti mimetiche ricostruendole intorno uno scampolo

di macchia d’autunno, dando un valore aggiunto alla composizione. Ma qui mi devo fermare a parlar bene dei tassidermisti. Gia, perché rischio l’autocelebrazione avendo io scelto questo mestiere per esprimere la mia passione per la natura. La chiudo qui ripetendovi quello che dico ai ragazzi che capitano nel mio laboratorio in Museo: quando un animale muore e niente di lui viene conservato, muore due volte e la seconda è per sempre. Questa è stata solo l’occasione per condividere qualche pensiero con chi so che ha goduto, come me, del vento di maestrale sulla pelle, dell’odore del muschio o del rumore della pioggia nel bosco.

beccaccia preparata dal tassidermista Vanni Bianchi - Morsano al Tagliamento (Pn)

Page 16: L'ARCERA  N°6

16

tassidermia & beccacciai

L ’articolo sopra proposto, offertoci dall’amico tassidermista Maurizio Gattabria ci consente di proporre delle riflessioni a

tema che potrebbero risultare di particolare interesse per ognuno che si confronta con il prelievo venatorio. In verità era diverso tempo che ribolliva in cuor mio l’esigenza di proporre questo tema; La ghiotta opportunità nasce grazie alla straordinaria esperienza recentemente vissuta in occasione della nostra presenza alla Fiera Caccia Pesca e Natura di Longarone.Nella circostanza siamo stati ospiti negli spazi del Padiglione riservato all’Associazione Tassidermisti Italiani.

La particolare vicinanza con lo stupendo mondo della tassidermia ci ha offerto la possibilità di apprezzare non solo la indiscutibile professionalità ma soprattutto la squisite sensibilità che questi abili artigiani sono capaci di riversare nei propri lavori che con le proprie capacità, esperienza e tecnica ridonano vita e perennità, ad intime emozioni lasciandole diventare sovente autentiche opere d’arte.

In verità accade che troppe volte ci siamo dovuti rammaricare di occasioni mancate e di scarsa attenzione e sensibilità a fronte di irrimediabili perdite di rarità preziose e di non replicabili interessanti opportunità di cultura ed conoscenza.Ciò accade purtroppo quando alla troppa superficialità si coniuga la irresponsabilità di chi appagato del successo predatorio rinuncia a prestare anche solo un pur meritato e più attento sguardo alla inerme preda che riposta nella cacciatora ne uscirà solo ulteriormente sciupata e servibile solo per appagare bramosie gastronomiche.Essendo particolarmente interessati ed impegnati a conoscere ogni aspetto relativo

alla misteriosa ed affascinante vita della beccaccia, siamo fortemente interessati anche all’osservazione delle numerose “diversità” che possono manifestarsi al contatto con la “faticata cacciagione” predata alla natura.

La casistica è quanto mai varia ed ha offerto da sempre particolarità interessantissime che hanno offerto sicuro contribuito alla conoscenza della natura di questo selvatico così tanto apprezzato e perseguito dai cacciatori di mezza europa.

La casistica è quanto mai varia, dalle malformazioni congenite, alle patologie genetiche, ai casi sempre interessanti

di Alessandro Tedeschi

Page 17: L'ARCERA  N°6

17

di automedicazioni di ferite tanto abilmente curate quanto razionalmente inspiegabili. Dai particolari ed interessanti casi di variazioni della pigmentazione del piumaggio sino ai rarissimi casi di totale alterazione e modificazione cromatica della livrea.Lasciar andar persa una beccaccia brevirostra, piuttosto che spiumarne una che presenta un piumaggio a dir poco “diverso” è un “peccato mortale” per chiunque e peggio ancora per colui il quale si dovesse professare beccacciaio.

Non vorremmo sembrare eccessivi, ma evitando inutili ipocrisie sentiamo di poter affermare a cuor leggero che nel nostro contesto socio culturale e nel momento storico che viviamo non esistono giustificazioni plausibili a fronte di tali “leggerezze” ed una bella beccaccia incarnierata grazie ad una bella ed emozionante azione merita senz’altro uno sguardo ulteriore, anche da morta. Chissà quella vita strappata per una effimera emozione potrebbe svelare qualche piccolo segreto ed arrecare ulteriore soddisfazioni a se stessi ed alla comunità che osserva e studia la specie.

N EL RINGRAZIARE L’ASSOCIAZIONE TASSIDERMISTI ITALIANI PER LA ECCELLENTE COLLABORAZIONE DESIDERIAMO ESPRIMERE LA NOSTRA GRATITUDINE AL

PRESIDENTE IGINO BRESSAN CHE CI HA CONSENTITO DI VIVERE UNA BELLA ESPERIENZA E DI AVER POTUTO ASSIMILARE UN VALORE AGGIUNTO ALLA NOSTRA ESPERIENZA DI CACCIATORI. RINGRAZIAMO NEL CONTEMPO L’A.T.C. AVELLINO NELLA PERSONA DEL PRESIDENTE VINCENZO ALAIA CHE HA CONDIVISO IL PERCORSO DIDATTICO CHE ABBIAMO ESPOSTO IN FIERA. L’OCCASIONE CI E’ GRADITA PER SEGNALARE IL PROSSIMO GRANDE EVENTO DELLA PROSSIMA STAGIONE CHE VEDE L’ASSOCIAZIONE TASSIDERMISTI ITALIANI IMPEGNATA IN PRIMA LINEA PER L’ORGANIZZAZIONE.IL 4° AVIAN CHALLENGE SI SVOLGERA’ A LONGARONE NEL MAGGIO 2010 NELL’AMBITO DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE DI TASSIDERMIA E LA BECCACCIA NE SARA’ SICURA PROTAGONISTA.

Page 18: L'ARCERA  N°6

AR

TE

& C

ULT

UR

A Jacques Bertrand-ROUVRAIS

18

Cacc ia to re e pesca to re ab i l e , Jacques Ber t rand -ROUVRAIS , ha fa t to de l l a sua pass ione pe r l a na tu ra l a sua p ro fess ione d i a r t i s ta . Dopo in i z i i n A rch i te t tu ra , en t ra a l l a scuo la d i be l l e a r t i d i Nan tes dove impara mo l to rap idamen te l e tecn iche ed i me tod i p ro fess iona l i e s i l anc ia ve locemen te i n que l l o che g l i è sempre p iac iu to : l a p i t t u ra na tu ra l i s t i ca ed an ima l i s ta .

Na to ne l 1956 a Nan tes , non conserva i t r a t t i de l “ c i t t ad ino ” ma t rova t ra l a ba ia d i Qu ibe ron e l e fo res te d i Pa impon t o de l Gâv re l a pos i z ione idea le pe r t rova re l a sua insp i raz ione pe r rendere v i ve l e sue te le con l ’ occh io de l conosc i to re . Ne l suo a te l i e r d i Nan tes v i c ino a l merca to d i Ta lensac , Jacques Ber t rand -ROUVRAIS p ro lunga i l p iace re de l l e g io rna te d i cacc ia e de l l e sue usc i te i n mare , senza p iù r i usc i re a separa re p ro fess ione e pass ione .

Page 19: L'ARCERA  N°6

19

CONTATTO:Jacques Bertrand-ROUVRAIS

Tel. +33 2 40 35 51 69fax: +33 2 51 82 32 91

web: http://www.jacquesbertrandrouvrais.com/email: [email protected]

I nc i s ion i , acquare l l i , o l i o i l Maes t ro usa mo l te tecn iche secondo l ’ a tmos fe ra che meg l i o s i con fà ad ogn i scenar io . La p i cco la macch ina d i s tampa che poss iede ne l suo negoz io g l i pe rmet te d i rea l i zza re l e sue inc i s ion i i n p i cco l i numer i e so t to l e sue inc i s ion i numera te g l i p iace agg iungere anche de l l e “no te ” , p i cco le scene in aquare l l i , un panorama oppure un i s tan te v i ssu to .

Un lavo ro p regno d i osse rvaz ione , d i precisione senza mai abbandonarsi all ’aggressività, né sangue nelle scene di caccia, né pesci morti nelle scene di pesca. La sensibil i tà di Jacques Bertrand-ROUVRAIS si evidenzia nella scelta della dolcezza, dove poter ricreare un universo con quello che esso ha di più bello così da donare vita ad una emozione ed offrire piacere alla passione.

L’a r t i s ta s i esa l ta na tu ra lmen te d ip ingendo g l i an ima l i con l ’ occh io de l conosc i to re : da l i l r i t o rno a l l a rupe d i un pu lc ine l l a d i mare a l deco l l o de l l e ana t re se l va t i che a l l ’ a lba su un l ago ge la to , s ino a l co lpo d i a l i d i una beccacc ia , o l ’ occh ia ta d i un cane . . . dove , ev iden temen te , ben o l t re l a p rec i s ione ana tomica , i suo i l avo r i resp i rano l ’ a tmos fe ra de l momento .

AR

TE

& C

ULT

UR

A

Page 20: L'ARCERA  N°6

20

TURISMO CINEGETICOriflessioni ed orientamenti L e divergenti visioni riguardo

l’attuazione di un equilibrato e compatibile esercizio della “macchina

cinegetica” nel contesto del nostro tempo, hanno realizzato nel tempo tangibili e talvolta profonde spaccature nel nostro martoriato mondo venatorio.Una rapida osservazione sotto l’aspetto socio-culturale lascia emergere profonde e significative diversità che contribuiscono a creare, sovente, confusione e baraonda prima ancora che disorientamento, sconcerto ed imbarazzo.D’altra parte è palese che la caccia in quanto attività popolare e passionistica interessa tutti i gruppi sociale di ogni ordine, grado, stato e condizione.Il bailamme che ne consegue è tipico di babilonie che non dovrebbero certamente identificarsi ed individuarsi con la comunità dei cacciatori. Tuttavia ciò contribuisce a rendere senz’altro il nostro mondo così pittorescamente variopinto con le ben conosciute manifestazioni di goliardia ed esagerazioni, delle sproporzionate esaltazioni e delle macroscopiche enfatizzate montature, che arrecando sorrisi ed allegrie rendono più dolce l’aspro sapore del quotidiano vissuto. Anche questo è indubbiamente la caccia del nostro tempo.Ciò nonostante ci sono aspetti che richiedono di essere osservati con maggiore sobrietà e che andrebbero trattati con più certa razionale profondità.Assistiamo ormai da molti anni ad una diatriba a volte smisuratamente esacerbata riguardo la diffusione del turismo venatorio e dell’evidente successo e piacere di chi lo propone e di chi ne

usufruisce.Dall’osservazione pluriennale del trend dei viaggi venatori si nota che il settore non è sfuggito al meccanismo della legge della domanda e dell’offerta e che oltre a coloro (i più fortunati) che effettuano più viaggi venatori all’anno, aumenta di anno in anno anche il numero dei cacciatori che si recano all’estero anche una tantum e solo per pochi giorni.Doverosa la riflessione riguardo gli aspetti che hanno innescato e che muovono la macchina dei viaggi di caccia.L’analisi costi/benefici è indubbiamente a favore di coloro i quali potendosi permettere di riservare (senza problemi) le necessarie risorse finanziarie da destinare al soddisfacimento della propria

passione, possono varcare i confini e frequentare belle e soddisfacenti mete venatorie con indubbio piacere.Ritengo di poter affermare con sufficiente convinzione che degli stessi benefici ne godrebbero (ipocrisie a parte) altrettanto con piacere tutti o comunque

la stragrande maggioranza di coloro i quali non ci vanno o che per qualsivoglia motivo non sono (purtroppo) in condizioni di andarci. Altrettanto a cuor leggero vado consapevole che “la caccia all’estero” è tema ancora strumentalmente influenzato e suggestionato da quella parte di cacciatori che non hanno ancora usufruito di tale opportunità e degli irriducibili “talebani”. Un’analisi più attenta c’induce a dover considerare anche ulteriori e diversi aspetti che giocano ruolo determinante nella scelta del luogo e delle modalità dove esercitare l’esercizio venatorio.

di Alessandro Tedeschi

Page 21: L'ARCERA  N°6

21

Su tutto il piacere di staccare l’interruttore dalla routine quotidiana; di poter vivere una vacanza “full immersion” dedicata esclusivamente alla propria passione compagna di vita; di dedicarsi con sereno trasporto emozionale ai propri amici e condividerne le stesse emozioni; offrire ai propri cani positive opportunità di conoscenza ed addestramento; ma soprattutto offrire a se stessi l’opportunità di vivere esperienze nuove, conoscitive e migliorative anche sotto l’aspetto socio-culturale.La caccia come tutto il vissuto del nostro tempo non è scevra di strumentalizzazioni, e ritengo di poter affermare a cuor leggero che il turismo venatorio non può essere condannabile aprioristicamente sulla base degli eccessi di “qualcuno” che ben sarebbe capace di farli – ovunque - ed anche nel proprio paese. Condannare chi va a caccia all’estero ed invocare l’impedimento dei viaggi venatori equivale come si fosse a chiedere lo stop dei viaggi turistici in Thailandia al fine d’impedirne la dilagante pedofilia.L’impossibilità di analizzare in queste pagine i comportamenti venatici del cacciatore nei diversi contesti dell’esercizio venatorio, non c’impedisce di evidenziare che non sono reminiscenze di culture barbariche quelle che alimentano una sana passione, piuttosto arcaici retaggi culturali di minoranze mal educate ed insensibili ai concetti di equilibrio e civiltà.Oltre ogni ipocrisia …chi ammazza è sempre il ditino sul grilletto …e non c’è ragione che tiene dove l’ingordigia prevale sul controllo e sul buonsenso.

L’Italia è un paese, naturalisticamente parlando, rovinato ed impoverito.Una striscia di terra in mezzo ai mari, fortemente antropizzata, significativamente industrializzata, e da più elementi notevolmente inquinata.Gli elementi che danno vita alla natura soffrono e mal si conciliano con la modernizzazione, le bonifiche, il cemento, l’asfalto, l’inquinamento luminoso, i parchi eolici ed i pozzi petroliferi.I “paradisi”, venatoriamente parlando, risiedono ancora laddove la natura vive nei propri primordiali equilibri e l’uomo interagendo con moderazione e senza sconvolgere le armonie necessarie alla sopravvivenza dell’ambiente naturale, consente la conservazione delle nicchie ecologiche essenziali al più ampio equilibrio dell’ecosistema.Nella endemica mancanza di territori atti ad ospitare le selvaticità migranti sui nostri territori, è consequenziale la mancanza di “materia prima” (leggi selvaggina) deputata a contentare alle esigenze dell’arte cinegetica. Tanto quanto basta ad inficiare l’esercizio venatorio. Si rende quindi evidentemente legittimo l’atteggiamento del cacciatore che si recherà a cercarla laddove essa è presente ed atta a soddisfare le (equilibrate e compatibili) esigenze dell’arte cinegetica. Si renderebbe a tal proposito un più congruo posizionamento, delle intellettualità individuali ancorché dell’associazionismo e dei sodalizi di nicchia, a favore di una reale e coerente attenzione delle più ampie problematiche della caccia e del cacciatore italiano. Per quanto ci riguarda s’impone la più attenta partecipazione a tutelare gli interessi e gli orientamenti dei cacciatori italiani, ben consapevoli che ad ogni diritto esercitato equivale un responsabile dovere da osservare.Alla luce delle riflessioni emerse sarà mio onore ed onere sottoporre le stesse riflessioni alla sovrana Assemblea Generale di Amici di Scolopax affinché tali determinazioni possano rappresentare sin dal prossimo futuro patrimonio e responsabilità dell’Associazione.

setter di M. Peli

Page 22: L'ARCERA  N°6

LA ZECCA Il ciclo biologico del parassita più diffuso

in cinofilia venatoria

V E T E R I N A R I A a cura del Dott. Claudio Cedrino - Veterinario in Vische (TO)

P assato il lungo e gravoso inverno, che per un eccesso di fantasia ci ha indotto a sperare, che tutti i parassiti,

onnipresenti nella bella stagione , fossero morti di freddo,eccoci nuovamente nella realtà di una primavera che esplode non solo di colori e profumi ma anche di ectoparassiti sui nostri cani.Ecco quindi l’inizio di un periodo fatto di molte parole, consigli, metodi e farmaci miracolosi e di un mare di pubblicità su antiparassitari che molto promettono ed allo stesso momento molto ci lasciano delusi per la mancata protezione promessa.Evidentemente non manca il lato divertente del nostro lavoro che …ci porta a conoscenza di parassiti che a detta del cliente sono penetrati dalla cute raggiungendo a volte mete fantasiose, o semplicemente hanno “lasciato nella pelle” la testa dalla quale si e’ diffusa un’infestazione mai vista.In questo breve intervento, lasciati i racconti di fantasia, cercheremo insieme di definire in modo semplice e concreto quali siano le modalità con le quali un parassita molto comune e diffuso su tutto il nostro territorio nazionale si moltiplica e parassita i nostri animali.Avrete sicuramente inteso che stò per parlarvi di zecche. Il mio intento non è sicuramente quello di sfoggiare una cultura da manuale con paroloni e termini scientifici che a tratti sarei costretto a rispolverare su testi appropriati; Cercheremo invece di discutere in modo semplice dei metodi e degli errori che più comunemente facciamo nell’uso di antiparassitari.

Per fare questo è necessario prendere conoscenza del ciclo biologico di questi parassiti, ovvero: “ tutto quello che avreste voluto sapere e non avete mai osato chiedere”.A seconda del numero di ospiti richiesti per completare il loro ciclo biologico le zecche si dividono in tre gruppi: 1 ) zecche ad un ospite 2 ) zecche a due ospiti3 ) zecche a tre ospitiIn linea di massima noi prenderemo in considerazione queste ultime ( dette polifasiche ) in quanto il loro ciclo ci mette in condizione di

capire come sia difficile e complesso controllare la diffusione di questi parassiti.Il processo evolutivo di una zecca polifasica partendo dall’uovo si compie in tre stadi: uovo----1 ) larva----2 ) ninfa---3 ) adultoPer ogni stadio evolutivo viene utilizzato un’ospite diverso, che viene localizzato attraverso

percezioni chimiche e termiche, rimanendo appese su piccoli arbusti e steli d’erba da dove si lasceranno cadere per aggrapparsi al pelo del nostro amico cane.Prendiamo così in considerazione un cane che durante una passeggiata venga parassitato da una zecca allo stadio larvale: Giunta sull’ospite la zecca si fissa con il suo apparato buccale ( e non infilando la testa) alla cute e comincia a nutrirsi alternando fasi di suzione e di rigurgito, compiendo un’azione selettiva sul sangue che gli permette di trattenere la parte corpuscolata, eliminando elettroliti ed acqua. Compiuto il pasto l’ospite viene abbandonato lasciandosi cadere sul

22

Page 23: L'ARCERA  N°6

terreno dove si compie la muta per diventare “ninfa”. Questa metamorfosi, a seconda delle condizioni climatiche, può durare da 20 a 150 giorni. La ninfa, con le stesse modalità della larva, raggiunge un altro ospite dove assumerà il pasto che gli permetterà di diventare adulta in un lasso di tempo variabile tra 15 e 200 giorni.L’adulta ( si prende in considerazione un individuo di sesso femminile) guadagna ora il terzo ospite sul quale consumare il suo pasto ed effettuare l’accoppiamento.Dopo aver abbandonato l’ospite, la femmina si porta sul terreno dove comincia a deporre le uova a grappoli rivestite di una sostanza gelatinosa che ne impedisce l’essiccamento. Questa operazione può durare 30 giorni e porterà alla deposizione di un numero impressionante ( 12.000 - 18.000 ) di uova. Dopo la deposizione la femmina muore. Dalle uova che schiuderanno dopo circa 50 giorni escono le larve ed il ciclo continua.Ovviamente nelle zecche ad un ospite tutti e tre gli stadi evolutivi si realizzano su di un solo ospite, mentre in quelle a due ospiti la larva succhia sangue, muta in ninfa sul primo ospite, cade sul terreno per mutare in adulto ed attende il secondo ospite.Abbiamo visto come il cane sia soltanto un ospite temporaneo del quale la zecca si serve per i suoi pasti, e quindi il grado di infestazione dei luoghi in cui il nostro amico ed anche noi ci muoviamo non è proporzionale al numero di parassiti visibili fra il suo pelo, ma è in funzione di tutte le forme in via di metamorfosi e delle femmine in deposizione sul terreno.Detto questo è facile capire come un attacco antiparassitario di breve durata non sia assolutamente efficace. In questi casi è necessario prendere in considerazione un trattamento continuo con i vari prodotti che molte ditte commercializzano, nella classica e diffusa formulazione in pipette ad assorbimento cutaneo.A proposito di queste il consiglio è quello di fare molta attenzione nell’applicare questi prodotti avendo cura di porre il farmaco direttamente sulla pelle in più’ punti allontanando il pelo. Ho visto personalmente sciupare letteralmente ottimi antiparassitari frizionando il pelo superficialmente col palmo della mano. L’uso inappropriato di questo tipo di antiparassitari sfocia sempre in una delusione che si trasmette immotivatamente di bocca in bocca senza nessuna rispondenza alla realtà.

Quando acquistate dei prodotti antiparassitari controllate che questi siano attivi anche sulle forme larvali presenti nell’ambiente dove viviamo con i nostri animali.Diffidate delle formulazioni “fai da te” che a detta di questo o quello “spazzolano” via tutto.Spero che tanti di voi abbiano gradito addentrarsi per poco nel mondo della parassitologia che personalmente mi ha sempre incuriosito ed affascinato;Questa non vuole certo essere una lezione ma semplicemente una descrizione spero per molti “curiosa” utile a comprendere il fantastico mondo che si cela dietro ad un minuscolo e fastidioso parassita.Tante cose rimangono da dire su questi piccoli diavoletti di parassiti che tanto ci fanno danna-re, specialmente nella bella stagione. Abbiamo visto come sia possibile a questi parassiti operare un pasto di sangue copioso ( fino a 5 ml. per individuo ) operando una sorta di filtrazione del sangue dell’ospite. Questa operazione in cui si alternano come abbiamo detto, fasi di suzione e rigurgito alternate, sono la premessa per il passaggio di tossine e patogeni ( virus –batteri –protozoi ) in entrambe i sensi.Rimane da non sottovalutare l’azione irritante della saliva del parassita che può produrre

lesioni cutanee che vanno dalla piccola papula ad un esteso ponfo. La stessa saliva può essere responsabile di una descritta grave paralisi ( che per fortuna non ho mai avuto il piacere di osservare ) dovuta a tossine neurotropiche in essa contenute.Tutto ciò potrebbe essere argomento di discussione per un prossimo incontro su queste pagine.

23

Page 24: L'ARCERA  N°6

I l nostro precipuo orientamento allo studio ed alla ricerca ci ha condotti tempo addietro a rea-lizzare e proporre questa nuova piattaforma progettuale orientata a fornire le indispensabili informazioni per saggiare la reale consistenza della stagione venatoria grazie alla ulteriore para-

metrazione con gli indici palesatisi nelle altre risultanze derivanti dalla lettura delle ali cui il Progetto ALIregALI già ci da tempo ci fornisce.

Per favorire la raccolta delle informazioni utili a questo studio abbiamo predisposto una scheda strut-turata in maniera chiara e semplice ed atta a contenere le 3 (tre) informazioni richieste. In questo numero troverete in allegato la scheda qui di seguito riportata.L’importanza di raccogliere, trascrivere e riportare le poche ed essenziali informazioni richieste è un indubbio contributo ad una migliore interpretrazione della propria(e) stagione(i) venatoria(e) ed una più ampia visione dell’evoluzione della(e) stessa(e) a livello nazionale.Auspichiamo di poter avvertire le migliori volontà in tal senso e per questo vi ringraziamo sin d’ora.

STU

DI &

RIC

ERC

HE

24

Page 25: L'ARCERA  N°6

TROFEO PARCO REGIONALE DEL TABURNO CAMPOSAURO

30 NOVEMBRE 2008

C I N O F I L I A

Le condizioni meteo climatiche non proprio delle migliori hanno fatto correre il rischio di inficiare una bella giornata di prove svoltasi nei territori ricadenti nel perimetro del Parco Regionale Taburno Camposauro. Il giusto entusiasmo e la proverbiale resistenza alle avversioni dei beccacciai ha consentito di vivere una positiva esperienza che auspichiamo si possa ripetere nel prossimo futuro.

Per la cronaca si è aggiudicato l’ambito Trofeo messo a disposizione dall’Ente Parco il giovane Antonio Neri con l’altrettanto giovane setterina “Moli”.Ringraziamo nell’occasione gli amici Paolo Verdicchio, Nicola Varricchione, Carlo Gaddi, Nicola De Lucia, l’amico Maurizio che insieme ai suoi amici ci hanno fatto da accompagnatori. Auspichiamo di poter rinnovare l’appuntamento per il prossimo autunno. 25

Page 26: L'ARCERA  N°6

26

Ascoli Piceno 22 marzo 2009...cronaca di un giorno di prove

Note di Francesco Petrella

Sono qui seduto su questo davanzale sul mare, ad ormai quasi due mesi da quel maledetto sei aprile. Ormai sono due

mesi e, come i vecchi che, distinguono da pri-ma e dopo la guerra, noi distinguamo da prima e dopo il terremoto. Già prima del terremoto un’altra vita, altre storie, la caccia, le beccacce, i cani, le prove.Le prove di una stagione bizzarra, neve, acqua e tante prove sospese. Una però su tutte: Ascoli Piceno che come ogni hanno è prodiga di incontri e di belle persone. Neve anche qui, ma in alto, allora si scende in basso in una zona nuova che non conosco. Due batterie: una di inglesi giudicata dall’amico Mauro Valentini che però non è fortunata e non incontra, la seconda giudicata da me che invece fa il pieno, beccacce da subito fin dal primo turno, la mia batteria è mista, continentali ed inglesi, e saranno i primi a farla da padrone. I continentali che si fanno subito vedere saranno due Korthals e un Deutsch-Drahthaar,invece tra gli inglesi Alba (vincitrice del trofeo dell’anno scorso) ha cambiato conduttore, ma la classe è rimasta quella di sempre. Primo turno e subito Cesar giovane Kothals di Paolo Di Cesare (se ricordate l’anno scorso conduceva Alba) fa vedere cose promettenti, buono il ritmo e il movimento, giusto galoppo nello stile di razza, ottimo collegamento, in un prato perde un po’ la

testa su un’emanazione, ferma, rompe, ferma, ma la beccaccia non c’è più, solo due fatte ci fanno capire che siamo sul buono. Fermerà ancora due volte, ma della signora non c’è traccia. Finisce in un crescendo di ritmo e di aperture. Secondo turno ed è Ala la Deutsch-Drahthaar di Pasquale Eugenio a segnare le danze. Appena sciolta parte in tipo stile tedesco, collegato, aperture costanti (mi piacerebbero

più spaziate) con qualsiasi terreno, rovi, bosco, piano per lei uguali sono, stesso ritmo e stessa intraprendenza. A 200 metri, mentre entra in un roveto, parte beccaccia lunga. Leghiamo e si riparte. La beccaccia ha fatto un volo in salita e si è rimessa in un querceto fitto, fitto, invaso da rovi e more.Ala arriva avventa dallo strabello ed entra decisa, penso che sfrulli, invece la becca non c’è più: ha pedinato per oltre 100 metri in alto, Ala decisa la segue e scompare sulla sommità della collina. Silenzio. Saliamo (con gran fatica) tra quel mare di rovi,

TORE di A. Carassai

C I N O F I L I A

Page 27: L'ARCERA  N°6

27

e la collina resa molto scivolosa dal fango. Appena arrivati la vediamo in ferma, eretta e decisa, qualche passo del conduttore e la becca parte, silenziosa e lunga, sorvola il pubblico ed attraversa la vallata. Ala insegue, ma si fa recuperare abbastanza facilmente. Bene primo punto. Qualche turno e tocca ad Ettorre Korthals di Carassi, parte alla grande, ritmo impressionante ed aperture decise. Il conduttore deve utilizzare il fischietto per tenerlo a portata di campano, ma il collegamento c’è e anche se ogni tanto scompare presto si ristabilisce il contatto, è sfortunato non incontra, nonostante macini l’intera montagna da sopra a sotto non riesce a concludere, solo una ferma seguita da una lunga guidata mi emoziona, e non è non poco. Niente. Andiamo ai richiami, si cambia zona e voglio rivedere i due Korthals e la setter Alba. Cesar dimostra ancora la voglia di andare che aveva fatto notare alla fine del turno precedente, è giovane ma si farà. Purtroppo però l’esperienza è fondamentale in questa caccia, e infatti arrivato su un’altra beccaccia, perde di nuovo la testa. La beccaccia ha pedinato molto e dopo la ferma iniziale sbaglia direzione e scende in basso, la beccaccia sarà frullata dal pubblico molto più in alto, peccato.

Alba che aveva fatto vedere ottime cose nel turno precedente si ripete, parte alla grande e ci rimane per tutto il turno, forse è un po’ troppo esuberante, sempre sul filo del fuorimano, ma il beeper permette un collegamento costante. Non incontra. Parte Ettorre, di nuovo gran temperamento, adesso andiamo sulla ribattuta della precedente, ma sembra scomparsa. Il cane esplora tutta la valle, mi accorgo che c’è poca differenza con i setter che hanno sciolto prima, solo che Ettorre compie maggiori rientri, il terreno esplorato è lo stesso, anche le velocità sono simili, forse il bosco livella le prestazioni di inglesi e continentali, mi chiedo che senso ha andare ha 100, quando ad 80 si fa lo stesso e meglio? Intelligenza inglese nel rallentare o poliedricità continentale nel fare bene tutto? Lo lascio decidere a voi. Comunque nessuna traccia delle beccacce, eppure???? Il bravo Carassi se ne accorge e lascia fare il cane, le aperture diventano più sostenute e a tratti sfioriamo veramente il fuori mano, ma siamo in ballo e dobbiamo ballare, il turno è quasi finito, siamo quasi alle auto, quando in un rientro più in basso del cane all’improvviso esplode il silenzio. Il conduttore chiama il punto,volo giù. Il cane è fermo in bellissima espressione,

Cesar di P.Di cesare - Ala di E. Di Pasquale - Tore di A. Carassai - Alba di A. Liberatore

Page 28: L'ARCERA  N°6

28

leggermente contratto, ma morbido, quasi felino (non me ne vogliate amanti del Korthals), traspare una calma sicura, quasi distaccata, poi lo sguardo scivola avanti e due tre metri innanzi quel testone barbuto vedo la beccaccia in terra, è al pulito tra foglie e sassi, guarda il cane, e mi sembra anche lei molto tranquilla. Il cane guarda la beccaccia, la beccaccia guarda il cane e tutti guardiamo questo quadro di Lemmi che respira. Il conduttore accosta un po’ di più e la becca, sembra che lo guardi, poi leggera s’incolonna. Cesar alza la testa e rimane immobile, correttissimo. Suono e tutto finisce così.Al raduno della premiazio-ne già la brace è accesa, le salsicce fumano, la pancet-ta è veramente invitante, il vino e la genziana sono lì che ci aspettano. Come al solito gli amici dalla Libe-ra Caccia di Ascoli Piceno sono straordinari, tutto è perfetto in preciso sti-le beccacciaio, si sta bene insieme, e gli sfottò finalmente strappano le giuste risate tra inglesi-sti e continentali. E’ la rivincita dei cugini sen-za coda, che in questi anni hanno fatto sacrifici e saputo selezionare con rigore e competenza e

che oggi finalmente vedono una nuova prima-vera. E lasciatevelo dire da un inglesista come me: non è poca cosa. Alla premiazione saranno primi Ettorre Korthals e seconda Ala Deutsch-Drahthaar. Nell’altra batteria il setter inglese Brina di Clerici Nazzareno, che anche se non ha incontrato, ha fatto vedere un ottimo metodo di cerca e un grande mestiere.Infine voglio mandare un grande saluto agli

amici di Ascoli Piceno, alla A.N.L.C. che per il secondo anno consecutivo ha diviso con noi oneri ed onori di questo nostro circuito di pro-ve, ma soprattutto un abbraccio fraterno a Pie-tro Mazzocchi un amico e un grande cinofilo.

C I N O F I L I A

Page 29: L'ARCERA  N°6

F inalmente se ne parla diffusamente. In tempi recenti abbiamo avuto il piacere finalmente di sentir parlare

(ma anche di leggere) di prove su beccacce a misura di cani e beccacciai del terzo millennio.Ancora in un recente convegno svoltosi a Lazzise (Lago di Garda) organizzato dal gruppo cinofilo veronese si sono affrontati con volontà e con più evidente determinazione anche temi che ancora qualche anno fa facevano storcere il naso a molti “puristi” dell’ambiente della cinofilia ufficiale. Ma andiamo per ordine.Nel 2001 con la nascita di Amici di Scolopax ci facemmo subito interpreti di iniziative rivolte ad aggiornare e rivedere i regolamenti che regolano tuttora le prove su beccacce. Amici di Scolopax guardava con favore sia l’utilizzo del beeper nelle prove, che la possibilità di svolgere in coppia il turno nelle prove su beccacce, ma i tempi all’epoca erano evidentemente immaturi e le nostre iniziative suscitarono un putiferio tale i cui strumentalizzati contraccolpi si avvertirono con determinazione di lì a poco. La proposta/provocazione cui si fece interprete il nostro sodalizio fu tale che diede sì vita ad una serie di prove - in verità molto gradite dai concorrenti partecipanti e diventate poi parte integrante del circuito del campionato sociale del nostro sodalizio - ma che originò un vespaio tale da provocare le dimissioni di alcuni membri da cariche dell’associazione, provocando una successiva scissione che diede vita persino strumentalmente ed inspiegabilmente anche ad nuovo sodalizio.In vero avvertiamo con vivo piacere che dalla

nostra pur sofferta e combattuta iniziativa siano emerse volontà e determinazioni tali da sostenere sia la validità oggettiva, che quella più propriamente tecnica in merito all’utilizzo del beeper.

Chi guarda con favore ed attenzione alla selezione delle razze venatoriamente più utilizzate e con particolare attenzione a quelle inglesi, non avrà difficoltà a riscontrare che nell’allevamento e nella selezione si siano favorite e stimolate tutte quelle caratteristiche e peculiarità tali da produrre cani con particolare e naturale propensione alla “grande cerca” e capaci di naturali quanto regolari allunghi altrimenti sconosciuti solo qualche generazione addietro.Queste caratteristiche hanno imposto un doveroso riposizionamento dei criteri di giudizi prima ancora che delle naturali “evoluzioni intellettuali” del corpo giudicante. Questo almeno per quanto riguarda le prove su beccacce e su selvaggina naturale dove il “povero” campano ben poco potrebbe rispetto alle esigenze ed alla natura del soggetto impegnato a reperire

29

BEEPER e TURNI DI COPPIANELLE PROVE CINOFILE SU BECCACCE

di Alessandro Tedeschi

C I N O F I L I A

Page 30: L'ARCERA  N°6

la rara e sagace selvaggina negli ampi e sovente impervi territori percorsi. Ben venga or dunque la possibilità di utilizzare e valorizzare quei soggetti che evidenziano le tanto ricercate caratteristiche di “eleggibili vocati”.Ci rammarichiamo tuttavia di osservare ancora recenti strumentalizzazioni di “innocenti giovincelli”, recenti interpreti di prove cinofile, ai quali su pregevoli riviste del settore si lasciano attribuire affermazioni che oltre ad essere inopportune rispetto al mondo venatorio risuonano anche ridicole oltre poco credibili per chi intende contemporaneamente proporsi come cacciatore.Altrettanto importante è la considerazione che guarda con il massimo favore il turno di coppia.Così come da tempo consentito in altre note di concorso ammesse in ambito ENCI/FCI e così come facilmente evincibile dall’ovvietà dell’utilità, il turno di coppia consente di palesare tutte le qualità dell’ausiliare anche in termini di rispetto ed indipendenza dal compagno di coppia, quindi nella più efficace ed efficiente disposizione sul terreno di prova. Il turno di coppia rappresenta altresì una valida quanto indispensabile opportunità per la verifica del consenso che, sebbene ai fini cinotecnici esso rappresenti “solo” un nitido “indice di dressabilità”, costituisce nella pratica venatoria un imprescindibile e fondamentale elemento.Andiamo certi che oltre ogni possibile ed inevitabile strumentalizzazione il nostro contributo rimane sostanza costituente e determinante per la evidenziazione delle volontà rivolte al miglioramento delle prove cinofile su beccacce.Senza velleità alcuna!

(E)STATE CON LA CINOFILIA

La nostra visione di associazionismo ci proietta con molta naturalezza alla realizzazione di momenti orientati al sociale ed atti a soddisfare ...la nostra insaziabile fame di caccia e cinofilia. Nasce così

“(E)state con la cinofilia”.

Proveremo ad organizzare eventi e momenti di cinofilia ovunque in Italia si paleseranno le condizioni logistiche ed organizzative atte a soddisfare le richieste esigenze.

Chiunque voglia contribuire all’organizzazione sul proprio territorio di giornate cinofile è pregato di mettersi in comunicazione con il Presidente Alessandro Tedeschi.Tel. 333 42 52 961 email: [email protected]

Page 31: L'ARCERA  N°6

Gruppo Cinofilo “LANGHE E ROERO”in collaborazione con

“A.T.C. CN3”“AMICI DI SCOLOPAX”

organizzano dal 17 al 23 Agosto 2009

PROVE DI CACCIA PRATICA SU SELVAGGINA NATURALEC.A.C. in zone D.O.C. per razze inglesi

... su belle zone ricche di selvaggina e sapientemente gestite dove proliferano ottime popolazioni di starne e fagiani.

In zone riconosciute D.O.C. dall’ENCI dove i cani potranno esprimersi al meglio ....

....tutti i giorni 5 batterie saranno messe in campo per disputarsi il miglior piazzamento.

...Dove sociale e passione s’incontrano si realizzano le migliori condizioni per offrire linfa vitale alle condivise emozioni.Nelle giornate di prove sarà saranno approntate piacevoli serate in trattorie tipiche con cene a tema, piatti locali e vini tipici.

Amici di Scolopax ...oltre la caccia ...IL PIACERE DI STARE INSIEME

31

CIN

OF

ILIA (E)STATE CON LA CINOFILIA

Page 32: L'ARCERA  N°6

Negli ultimi tempi si è acceso un forte dibattito sulle tare, fisiche e psichiche, dei nostri cani. Mi riferisco in maniera

specifica ai cani da ferma ( di cui ho maggiore conoscenza) sia inglesi che continentali. Negli inglesi, forse data la loro grande diffusione, e specificatamente nel setter inglese il problema è molto sentito, anche nei continentali, e penso agli italiani; molte voci preoccupate, soprattutto dalla scarsità dei numeri e quindi dalla necessità di utilizzo sempre delle stesse linee, iniziano a farsi sentire.Noi utilizzatori spesso abbiamo avuto o visto soggetti con problemi, pensiamo alla displasia dell’anca o alla eccessiva timidezza di alcuni soggetti, oppure alla mancanza di ogni minimo collegamento cane cacciatore, come alla mancanza del più elementare istinto di caccia. Distinguiamo subito le tare psichiche da quelle fisiche. Le prime spesso sono facilmente riconoscibili e si manifestano abbastanza precocemente nei soggetti afflitti, le seconde spesso sono più subdole e vengono fuori in un secondo tempo.Tra le cose più strane che ho visto, una cagna di mia proprietà che era insensibile al dolore, ovve-ro secondo i veterinari non era in grado di sentire dolore fisico, tant’è che gli fu asportato un profon-do forasacco da una zampa senza anestesia. La ca-gna andava a caccia in qualsiasi condizione fisica e mi ricordo che una volta in montagna a cotorni si tagliò i piedi e continuo a cacciare come se niente fosse, con il sangue che le marchiava ogni passo, la ricordo indifferente ai morsi e i graffi dei gatti, come indifferente era alle punizioni, solo il tono della voce alto la mortificava. Un altro cane invece era allergico alle erbe tant’è che non poteva cacciare (pur avendo gran passione e ottimo naso) perché diventava tutto rosso e iniziava a perdere pelo.Oltre questi due ho visto di tutto, cani con problemi ormonali, cani con le ossa fragili, intere cucciolate che ad una certa età sviluppavano tutti lo stesso tumore, cani che passavano ore ad abbaiare ad un

sasso, per non parlare poi dei difetti più evidenti come terrore per un non nulla, o mancanza di orientamento, diabete, mancanza di istinti materni, infarti in giovane età, invecchiamento precoce etc. Io non sono un veterinario nè tanto meno un biologo o un genetista, ma alla salute dei miei cani ci tengo, non fosse altro perché li considero buoni amici. Spesso ho sentito, tra noi appassionati, due linee di pensiero: c’è chi dice è tutta colpa dei cani da prova e chi dice è colpa della consanguineità. Il primo filone sostiene accoppiando cani da prova

mai portati a caccia si finisce con l’accoppiare cani che non hanno il tempo di far emergere tutti quelle qualità o difetti che poi un cane che deve vivere anni con il proprio padrone manifesta. In più in questi cani si cerca la prestazione in poco tempo e quindi si esaltano doti che poi a caccia non servono, ma spesso sono deleterie. Ovvero questi cani vivono sempre in box per poi uscire nel momento degli allenamenti o del turno, non si sa quindi come saranno caratterialmente e psicologicamente quando inseriti in una famiglia o comunque in una realtà spazio dimensionale ben più complessa. Ovvero si seleziona la prestazione, ma non tutte le altre caratteristiche. L’altro filone di pensiero afferma che gli accop-piamenti in consanguineità esaltano le tare come esaltano le virtù ed ecco che quindi un eccessivo ricorso a quest’ultima non fa altro che far emergere

Variabilità genetica e consanguineità nella caccia alla beccaccia

di Francesco Petrella

32

Page 33: L'ARCERA  N°6

tutti quei problemi che accennavo sopra. Gli alle-vatori, ma tutti i cinofili in generale, affermano che le razze sono state create con la consanguineità ed è attraverso questa che si migliora e si esalta una razza. Questo è vero, però ci sono diversi gradi di consanguineità, si pensi al setter inglese ha senso parlare di consanguineità se si accoppia una cane italiano magari con un cane inglese o americano (i cosiddetti setter Lwellin)? Allora di consanguinei-tà si parla solo quando si accoppiano parenti molto prossimi (fratelli, discendenti, ascendenti etc…), ma in alcune razze il cui numero di soggetti è mol-to limitato come si fa a non accoppiare in consan-guineità? Eppure queste razze non stanno peggio del setter inglese, che all’interno della stessa razza presenta un’enorme variabilità. Che dire poi del pointer che è stato usato, è inutile nasconderlo, per rin-sanguare a destra e manca, molte raz-ze altrimenti destinate alla decadenza? Forse il pointer non è il frutto stesso della consanguineità? I genetisti sembrano essere tutti con-cordi la consanguineità è dannosa, allevare in consanguineità e assoluta-mente da incoscienti, inoltre attraverso di essa si possono fissare solo caratte-ristiche fisiche, la morfologia, assolu-tamente non c’è trasmissibilità delle doti caratteriali e delle doti venatorie. Io nella mia, pur piccola e limitata esperienza, non sono assolutamente d’accordo.Nell’accoppiamento si trasmette tutto, il male e il bene, fisicamente e caratterialmente, solo che le variabili sono talmente tante che, spesso una buo-na costruzione morfologica (e non sempre) riesci a programmarla, il resto no. Un cucciolo dal mo-mento del concepimento, fino alle prime uscite, fino ai primi incontri subisce un’infinità di stimo-li esterni che ne formano il carattere in un senso o in un altro,saranno questi stimoli esterni che ne faranno un cane equilibrato oppure no. Spesso ho visto cani che cambiando padrone sono diventati tutt’altra cosa. Certo i pazzi ci sono in tutte le raz-ze, ma anche tra i meticci, così come ci sono tra gli uomini, le pecore, e gli uccelli. Però se è vero quello che dicono i genetisti dovre-mo assolvere la consanguineità come fonte di tare psichiche, però come si fa a dire che la passione

non si trasmette?Come abbiamo fatto a selezionare cani che non pensano ad altro che a cacciare con qualsiasi clima e terreno?Inoltre, questo smentirebbe tutto quello che molti di noi hanno praticamente sperimentato cioè che dagli accoppiamenti di determinate linee di sangue emergono certe caratteristiche, non solo morfolo-giche, che dentro certi limiti ci fanno sapere cosa si otterrà. Succede spesso che si parte da una certa idea, magari si ottiene qualcosa, si pensa di migliorare quello ottenuto e spesso si fa un pasticcio, ma que-sto non è detto che sia dovuto all’intrasmissibilità di alcune caratteristiche, quanto all’errore umano data l’oggettiva difficoltà di conoscere alla perfe-

zione le caratteristiche do ogni linea di sangue. Allora qual è la strada da seguire? Probabilmente una sola: la passione. Le nostre razze sono state create per passione ed è grazie alla passione che possono essere mantenute. Un buon esempio è quello del Deutsch-Drahthaar dove contemporaneamente si giudica la morfologia e il lavoro, ovvero la morfologia è serva del lavoro, inoltre la selezione rigorosa deve essere alla base di ogni razza. Un’ultima parola la voglio dedicare ai rinsanguamenti: ben vengano se necessari e so-prattutto se pubblicizzati, non vedo perché se una razza è in difficoltà debba essere vietato l’apporto di sangue nuovo proveniente dall’esterno è sinto-mo di intelligenza e onestà. Questo è solo un discorso introduttivo che dato ciò che si prevede all’orizzonte non rimarrà isolato, ma sicuramente ne dovremo riparlare nel prossimo futuro.

33

Page 34: L'ARCERA  N°6

GIACCA - 1154

TESSUTO: 50% Nylon 50% poliestere microfibra.CARATTERISTICHE:membrana W/P 7000 MM, traspi-rante, cerniera di ventilazione al giromanica.COLORE: TABACCOMISURA: M -3XL

PANTALONI - 1155

TESSUTO: 50% Nylon 50% poliestere microfibra.CARATTERISTICHE:membrana W/P 7,000 MM, traspiran-te, foderatoCOLORE: TABACCOMISURA: M -3XL

GIACCA PILE - 1122

TESSUTO: Pile 270 gr. in bonded fleece.CARATTERISTICHE:membrana W/P 2,000 MM,foderata leggera, traspirante anti-vento.COLORE: marroneMISURA: S-3XL

Page 35: L'ARCERA  N°6

VEST BARBADOS - 110

TESSUTO: cotone canvas 100% cerato.CARATTERISTICHE:impermeabile, resistente all’abrasione ed allo strappo.COLORE: begieMISURA: M-3XL

PANTALONI BARBADOS - F7

TESSUTO: cotone canvas 100% cerato.CARATTERISTICHE:impermeabile, resistente all’abrasione ed allo strappo.COLORE: begieMISURA: 46-62

PANTALONI BARBADOS - F7

TESSUTO: cotone 100% CARATTERISTICHE:riporto in tessuto canvas, cerato sulle maniche quindi resistente all’abrasione ed allo strappo.COLORE: tabaccoMISURA: S - 3XL

COSCIALI BARBADOS - K2

TESSUTO: cotone canvas 100% cerato.CARATTERISTICHE:impermeabile, resistente all’abrasione ed allo strappo.COLORE: begieMISURA: Regular/Long

Page 36: L'ARCERA  N°6

GIACCA TECHPORE “OLYMPIC”

TESSUTO: Taslon Oxford e Techpore, 5000MM.CARATTERISTICHE:termosaldatura nelle cuciture, impermeabile, traspirante, antistrappo, antiscivolo, cerniera di ventilazione sotto il giromanica e rete esterna, cappuccio regolabile e staccabile, polsini elasti-cizzati e con velcro.COLORE: verdeMISURA: S-2XL

PANTALONI TECHPORE “OLYMPIC”

TESSUTO: Taslon Oxford e Techpore, 5000MM.CARATTERISTICHE:termosaldatura nelle cuciture, impermeabile, traspi-rante, antistrappo, antiscivolo.COLORE: verdeMISURA: S-2XL

GHETTE “EVERGREEN”

TESSUTO: Taslon Oxford e Techpore, 5000MM. trattamento Teflon®CARATTERISTICHE:impermeabile, antistrappo con zip in metalloCOLORE: verdeMISURA: M-XL

Page 37: L'ARCERA  N°6

GIACCA WOODCOCKCOTONE 100% CERATO

ART. 3401034cod. IS220

COLORI: BEIGE - VERDE

PRODOTTO DA:SAFARI SPORT S.A.S.

WWW.SAFARISPORT.IT

NOVITA’ 2009

Page 38: L'ARCERA  N°6

BECCACCIAI ..al femminile...

L a storia di Rita comincia in un piccolo paese del vicentino, dove nasce in una famiglia in cui, in

realtà, la passione per la caccia non è proprio presente. Si avvicina a quest’arte più tardi, quando in giovane età si sposa con Arturo, un cacciatore, ed inizia ad accompagnarlo nelle sue battute. Dopo diversi anni, trascorsi un po’ passivamente ad osservare, spinta dalla tenacia ottiene la licenza di caccia e da quel momento inizia realmente il Suo percorso di cacciatrice.Comincia a cacciare sulle montagne vicine, poi nelle terre del veronese e via via in diverse riserve; partecipa a molte gare di tiro arrivando fino alla finale del Trofeo Diana nel 2008. Ciò che la appaga maggiormente è la vera essenza della caccia: alzarsi al mattino, preparare gli zaini, il fucile ed il fedele amico di mille avventure il Suo cane Argo, uno splendido esemplare di pointer di 6 anni;sentire il

canto degli uccelli, osservare la meraviglia dei colori della natura, ascoltare la poesia dei suoni. Infatti un cacciatore è soprattutto un amante della natura perché, più di chiunque altro può apprezzarla e coglierne le diverse sfumature. Raggiunta una certa dimestichezza Rita comincia a confrontarsi con la caccia alle beccacce che, fra tutte, è quella che la entusiasma maggiormente. Immaginate la felicità provata il giorno della Sua prima regina, la paura di sbagliare, la gioia per la riuscita: la VERA gioia venatoria! Si reca anche in Calabria, dove conosce Antonio, che fa da guida a Lei ed al marito nelle meravigliose terre di quella regione e lì la passione raggiunge l’apice.Per conoscere e comprendere la passione di Rita per l’arte cinegetica, basta guardare anche le particolari ed originali raffigurazioni di beccacce che ama dipingere.

38

Page 39: L'ARCERA  N°6

Da questo numero desideriamo conoscere e pubblicare gli aneddoti, i profili, e le emozioni al femminile delle rappresentanti del gentil sesso che inseguendo folletti alati tra cime e boschi d’autunno condividono le stesse passioni ........Iniziamo con Rita Piazza una simpatica signora di Santorso (VI), conosciuta nell’ambito delle giornate di Fiera a Longarone che insieme a suo marito ha visitato il nostro stand e ci ha incuriosito per il particolare interesse alla lettura delle .....ali di beccaccia.Invitiamo sin d’ora le rappresentanti del gentil sesso che si dedicano a questa nobilearte di contattarci, saremmo ben lieti di pubblicare un loro profilo.

3939

concessionaria esclusivista per l’area: Campania, Basilicata e Molise dei marchi:FILSON - MAREMMANO - TECNOEST - BERETTI - CHIRUGA - JOKER - 5^ REGINA

Via Vincenzo Janfolla II Trav., 3 - 80145 Napoli (NA)Tel.: +39 081 5853961 - Fax: +39 081 5853961 - Cell: +39 335.1955541

WEB: www.sagnature.itE-mail: [email protected]

INGROSSO ARTICOLICACCIA, PESCA, TIRO E TEMPO LIBERO

Page 40: L'ARCERA  N°6

RIVENDITORI AUTORIZZATI

CACCIA & PETDOGdi Santonastaso Vincenzo

Via Pontillo, 3381022 CASAGIOVE (CE)

Tel. 0823 493884email: [email protected]

Via S.Filadelfo, 45 - Pattano - Vallo della Lucania (SA)

Tel. / Fax: 0974 40 57www.armeriamainenti.it

“Il molinello” di Tommaso BarrassoCACCIA - PESCA - ARCERIA

RIPARAZIONE E VENDITA ARMIABBIGLIAMENTO TECNICO

Via Fontanelle, 62- GROTTAMINARDA (AV)Tel. 0825-446854 Cell. 338-9177855

email: [email protected]

Page 41: L'ARCERA  N°6

41

Il Cacciatore e la Beccacciadi Ferdinando Fontanella

M astro Ciccio ogni sera si affacciava alla balaustra del terrazzo della piccola casa di Quisisana, amava

guardare i tramonti del golfo di Napoli, in lontananza vedeva Capri e Ischia di fronte il maestoso Vesuvio con adagiate ai suoi piedi Torre del Greco e Torre Annunziata, più in là Pompei di cui riconosceva il profilo dell’alto campanile e le antiche rovine degli scavi, poi c’era la foce del fiume Sarno e la sua città Castellammare, il rione spiaggia, il lungomare con la villa comunale, il centro antico, il cantiere navale e Pozzano.I tramonti lo aiutavano a ricordare la gioventù, era nato alla fine degli anni venti del ‘900 e da quando aveva compiuto novanta anni i ricordi gli facevano spesso compagnia, riempivano le giornate e gli davano l’opportunità di rivedere tante cose a lui care armai lontane nel tempo.Quella sera il cielo era splendidamente tinto di mille sfumature rosse, all’improvviso guardando il frenetico cacciare di un gruppo di rondini pensò che da giovane anche lui era stato un abile e leale cacciatore. La sua fama di tiratore era quasi leggendaria, tutti sapevano che non gli era mai capitato di sbagliare un tiro. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva imbracciato un fucile? Forse quaranta o più anni, non ricordava con precisione il momento in cui aveva smesso di andare a caccia, ricordava però il motivo che gli aveva fatto appendere l’amata doppietta al chiodo.

In una fredda mattinata di fine ottobre, era uscito presto col fucile in spalla e il fedele setter Bruno al seguito, lesti si erano inerpicati per il sentiero dell’Acqua dei porci e da qui alla faggeta del Monte Faito dove si nascondeva la sua preda, la Beccaccia.Superdo uccello migratore che sverna nel nostro paese da ottobre e marzo per poi ritornare nel nord Europa dove nidificava. Fin da ragazzo aveva imparato a riconoscerla dal caratteristico

becco lungo e aguzzo, le ali a punta, la coda corta e il colore indescrivibile fatto di mille sfumature di grigio e marrone, che rendono l’uccello praticamente invisibile quando si acquatta tra le foglie morte del sottobosco. Invisibile agli occhi del cacciatore, non certo all’olfatto del cane da caccia.Nell’arte di scovare le Beccacce il cane Bruno era un vero maestro, percorreva il bosco in lungo e in largo e quando fiutava la traccia la seguiva cautamente per poi arrestarsi immobile come una statua in prossimità della preda, in

Page 42: L'ARCERA  N°6

42

attesa che il padrone fosse in posizione pronto per sparare. Anche quella mattina Bruno era stato bravissimo, appena entrato nel bosco aveva scovato la traccia e dopo pochi minuti puntava in direzione di un’enorme Faggio secolare. Mastro Ciccio si era piazzato alle spalle del cane e sicuro di se aveva dato il comando “vai!”. Bruno con un balzo era scattato in avanti e nel medesimo tempo il padrone aveva imbracciato il fucile pronto a sparare all’uccello che doveva librarsi in volo. Quella volta però non andò così, la Beccaccia invece di prendere il volo inizio a strisciare miseramente,

cercando riparo in un mucchio di foglie poco lontane. Bruno indeciso restava immobile e con aria interrogativa guardava ora la preda ora il padrone. Mastro Ciccio richiamò il cane e si avvicinò alla Baccaccia la vide impaurita,

rannicchiata nel tentativo di non farsi trovare. L’animale che aveva tante volte inseguito,

sfidato e spesso vinto, ora giaceva ferito ai suoi piedi, orribilmente mutilato da

una maldestra fucilata.Due occhi enormi e lucidi

guardavano impauriti il cacciatore,che in

q u e g l i occhi scorse tutta la fierezza del nobile uccello, la fatica del lungo viaggio migratorio, la consapevolezza dell’imminente morte. Mastro Ciccio allora capì che non sarebbe stato più lo

stesso. L’infallibile cacciatore di un tempo era stato per sempre sconfitto dallo sguardo dell’animale morente.

Il sole sedato da regole anticheperde la forza,è diventa tenue luce.Il vento sovrano addensanuvole cupe ammantated’azzurro sgranato.Una fata morgana mi mandacol vento del nord foglie canuteche al primo starnutom’infondono solo vigoria.Invoco preghiere e suffragi,vessati da balcanici eventi: bufere,

correnti adirate ed acque remote,m’arriva dal cielo il sentoree dal nulla l’involo regale.Nel quadro d’autunno inoltratom’accendo tra boschi e pantani argentati ,cavalco l’aurea sciae caccio dietro l’ebbrezza…………….la sua magia.

QUADRO D’AUTUNNOdi Umberto Clausi

Page 43: L'ARCERA  N°6

43

ADERISCI E SOTTOSCRIVI LA CAMPAGNA TESSERAMENTO 2009

LA QUOTA SOCIALE COSTA SOLO € 35,00

L’associazionismo è per definizione un esperienza da vivere insieme

SINO A QUANDO LA TUA PASSIONE SI

NUTRIRA’ DI EMOZIONI NOI POSSIAMO ESSERE PARTE

INTEGRANTE DELLE TUE SUGGESTIONI!

I l cacciatore naturalista che Amici di Scolopax-onlus ha individuato e fatto proprio, porta con se la visione di “coniugare al concetto

di caccia e prelievo quello più etico di tutela e gestione”, ed il nostro motto “Natura e Passione” raccoglie ed interpreta gli aspetti più veri e puri di una dimensione scelta come compagna di vita.Amici di Scolopax-onlus nasce nell’era comunicazione globale ed accomuna i tanti appassionati che ardono “del sacro fuoco”, per dare risposta all’esigenza del beccacciaio costantemente alla ricerca di

un punto di riferimento efficace ed efficiente, desideroso altresì di rinnovarsi, insieme ai profondi cambiamenti propri del nostro tempo, ripudiando antiche ed anacronistiche visioni della caccia alla beccaccia.Amici di Scolopax-onlus si propone come uno strumento di lavoro a supporto di coloro che vivono il cambiamento ed il rinnovamento del nostro tempo, certa di poter offrire voce e rappresentanza, ma capace anche di produrre efficaci progetti destinati a gestire meglio la beccaccia e riposizionare l’attività cinegetica in armonia con le esigenze della società civile del terzo millennio.

IL CACCIATORE NATURALISTA

Amici di Scolopax-onlus avverte sempre più forte il bisogno di affermare nuove visioni così da poterci riconoscere non più solo come sterili prelevatori, ma anche efficaci

co-gestori della natura, attivi collaboratori del mondo scientifico, e capaci monitoratori.Il vero beccacciaio per ritenersi veramente tale deve cogliere l’importanza di questa evoluzione.

La quota sociale di EUR: 35,00 va versata sul c/c postale: 27262864 IBAN: IT-49-S-07601-15100-000027262864

intestato ad: Amici di Scolopax-onlusVia Roma N°57 - 83027 Mugnano del Cardinale (AV)

Page 44: L'ARCERA  N°6

Amiamo circondarci di ogni elemento che possa contribuire a tenere viva la fiamma della passione compagna di vita e siamo felici di poter offrire in queste pagine la possibilità di acquistare i segni distintivi che contraddistinguono la nostra associazione. I gadget possono essere richiesti esclusivamente dai soci di Amici di Scolopax-onlus in regola con la quota sociale.

I COPRIRUOTA DI

AMICI DI SCOLOPAXSono disponibi l i gl i esclusivi copriruota per

fuoristrada.

E’ possibi le ordinare sia la versione in

s imilpel le che adesiva per copriruota r igidi .

Ogni copriruota è prodotto sul la base del la

ruota in dotazione.

Per ordinare scrivere a: info@scolopax. it

oppure r ivolgersi ad Alessandro Tedeschi

tel : 333-4252961

OROLOGIO A MURO

SPILLA

PATCHWORK

CAPPELLINO

BENEFIT SOCIO

Page 45: L'ARCERA  N°6

SAFARI SPORT S.A.S.Via Nazionale, 295 - 80059 - Torre del Greco (NA) - Italy

Tel. (+39) 081 739 34 41 Fax (+39) 081 777 38 69www.safarisport.it

e-mail: [email protected]

Page 46: L'ARCERA  N°6
Page 47: L'ARCERA  N°6

Associazione

AMICI DI SCOLOPAX - onlusVia Roma N° 57

I - 83027 Mugnano del Cardinale (AV)Tel. 333 - 4252961

Fax: 081 - 511 16 49E-mail: [email protected]

Member of

L’ARCERA è un periodico diffuso gratuitamente dall’Associazione “Amici di Scolopax-onlus”

I testi possono essere riprodotti liberamente

a condizione che se ne citi la fonte

COME RAGGIUNGERCI

Alessandro Tedeschi - Presidente Tel: +39 333 - 4252961 ----------------------------------------------------------------------------------Francesco Petrella - Vice Presidente Tel: +39 329 - 1828523 ----------------------------------------------------------------------------------Alfonso Gallese - Segretario Tel: +39 339 - 4286604 ---------------------------------------------------------------------------------- Andrea Zilio - Tesoriere Tel: +39 328 - 2165005 ---------------------------------------------------------------------------------Rosario Maglio - Affari Legali Tel: +39 347 - 1205654

Page 48: L'ARCERA  N°6

Supported by

...e maestosa appare ...come emersa

...dalle viscere della terra!