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I calanchi sono un fenomeno geo-morfologico erosivo provocato dal-l’acqua, tipico del clima mediter-raneo. Perché si formi un calanco sono necessarie alcune condizioni: terreno prevalentemente argilloso ma con una certa percentuale di sabbia, pendenza elevata, esposi-zione preferibilmente a sud, clima caratterizzato da fenomeni tempo-raleschi e stagioni secche.Il terreno argilloso è secco e polve-rulento, con crepe e fessure sulla superficie. Quando è bagnato diven-ta facilmente modellabile. I minerali presenti contengono poche sostanze nutritive per le pian-te, che vi attecchiscono a fatica.Su un terreno argilloso secco, le goc-ce d’acqua di un temporale pro-vocano la disgregazione di picco-

le particelle di terra; l’acqua scorre velocemente in superficie e nelle fessure, asportando altre particelle e creando una serie di rigagnoli. Que-sti si ingrandiscono e si approfondi-scono, disegnando un fitto reticolo idrografico in miniatura, con valleco-le dai fianchi ripidissimi. Le particelle erose, piccole e leggere, si accumulano alla base del calanco e vengono trasportate dai corsi d’ac-qua fino al mare.Nella parte alta la pendenza elevata rende il terreno instabile: piccole fra-ne si staccano continuamente, pro-vocando l’arretramento del calanco fino alla sommità della collina.

Come nascono i calanchi

L’ORIGINE dei calanchi di atri

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Colle della Giustizia

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Ancona

Roma

Bari

ATRI

A14

A14

A 25

A24

La Riserva Naturale Re gionale dei Calanchi di Atri, istituita dalla Regio-ne Abruzzo nel 1995, è diventata Oasi WWF nel 1999. La Riserva si estende per circa 380 ettari e si svi-luppa dai 106 metri del fondovalle del Torrente Piomba ai 468 metri del Colle della Giustizia.L’area accoglie una del-le forme più affascinanti del paesaggio adriatico: i calanchi, maestose archi-tetture naturali conosciu-te anche come “bolge” o “scrimoni”, originati da una forma di erosione dinamica, provocata dalle passate deforestazioni e favorita dai continui dis-seccamenti e dilavamenti che agiscono sulla con-formazione argillosa del terreno.

AtriAntica cittadina pre-romana,

ospita all’interno della sua cinta muraria innumerevo-li testimonianze di eventi storici.I popoli che si sono avvicen-

dati sul suo territorio hanno lasciato impronte indelebili

nell’architettura cittadina: anti-che cisterne romane, resti di terme, fontane ed imponenti palazzi, teatri e chiese tra cui spicca la maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta del XIII secolo, con i famosi affreschi rinascimentali di Andrea De Litio, la caratte-ristica facciata ed il chiostro.

L’area protetta

L’Oasi dei calanchi di atri

Le Oasi WWFLe oltre 130 Oasi del WWF Italia sono costituite da fiumi, paludi, foreste, montagne, praterie sotto-marine, piccole isole, gole e vulcani: 35.000 ettari di meravigliosi ambienti naturali che l’Associazio-ne è riuscita a sottrarre al degrado ed alla distruzio-ne. Un patrimonio unico di biodiversità visitato ogni anno da mezzo milione di visitatori.

Strade principali

Sentieri escursionistici

Legenda

Riserva Calanchi di Atri

Fascia di rispetto

Punto panoramico

Capanno di osservazione (in allestimento)

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La PoianaRapace diurno dal volo a battiti regolari alternati a planate e lunghi volteggi ad ali ferme. Per cacciare si apposta su pali e rami e si nutre non solo di piccoli mammiferi, ma anche di uccelli, rettili, anfibi ed insetti.

Il GheppioIl più diffuso degli uccelli rapaci diurni, vola con rapide battute, scivolate, vol-teggi e picchiate e si nutre principal-mente di roditori, ma anche di piccoli uccelli ed insetti.

Il Barbagianni Rapace notturno dal volo morbido ed ondulante, in cui spiccano le ali lunghe ed il sottoala bianco. Si nutre soprattutto di micromammiferi e di giorno riposa in rifugi ben nascosti, come cavità di alberi o vecchie case coloniche.

Il TassoTendenzialmente notturno, ha impron-te inconfondibili, con cinque dita ed unghioni potenti con i quali costruisce confortevoli tane in sistemi di gallerie a numerose entrate. E’ onnivoro e ghiottis-simo di lombrichi.

L’IstriceScelto come simbolo della riserva, que-sto roditore, il più grande d’Europa, è segnalato nell’area da oltre venticin-que anni, nonostante le sue abitudini notturne ed il suo carattere fortemente elusivo.

La VolpeSolitaria e prevalentemente notturna, si rifugia in gallerie sotterranee. Ha un’ali-mentazione onnivora e dedica la mag-gior parte del tempo alla perlustrazione del territorio ed alla caccia.

La nascita di un’area naturale protetta costituisce l’occasione per aiutare la fauna a riconquista-re un territorio che la pressione antropica, soprattutto quella dei cacciatori, le hanno sottratto.La Riserva dei Calanchi di Atri ospita una fauna ricca e diversifi-cata: da piccoli passeriformi come

la Sterpazzola e il più raro Canapino a rapaci diurni e notturni, da rettili come il Cer-

vone a tanti mammiferi. Gli animali selvatici, schivi e prudenti, possono

essere avvistati solo evitando rumo-ri e movimenti bruschi. È più facile osservare i segni della loro pre-senza: richiami e canti, impronte ed escrementi, avanzi di pasti.

Animali dei calanchi

La FAUNA dei calanchi di atri

Due milioni di anni fa la catena Ap penninica si era già formata nei suoi tratti f o n d a m e n t a l i .

Mancava la fascia collinare, ed il

Mare Adriatico si estendeva fino ai piedi della catena del Gran Sasso. Sui fondali sedimen-tavano ghiaie e sabbia in prossimità della costa, argille verso il largo. La formazione della catena appenni-nica proseguiva: le aree antistanti il Gran Sasso si sollevavano fino ad emergere dal mare, e la linea della costa si spostava verso Est. Ai sedi-menti argillosi si mescolavano così

particelle più grandi (limi e sabbie).Meno di un milione di anni fa la linea di costa era arrivata fino ad Atri. I ciottoli calcarei, trasportati dai fiumi, venivano distribuiti lungo la spiaggia e legati dall'acqua ai gra-nuli di sabbia. Si formava in questo modo il cosiddetto conglomerato.Con il sollevamento di Atri alle quote attuali, si sono instaurati fenomeni erosivi: piccoli ruscelli hanno comin-ciato a scavare il terreno, originando valli sempre più profonde. I terreni argillosi sono stati asportati sempre più velocemente, mentre i conglomerati, più resistenti, hanno protetto i depositi argillosi sotto-stanti, dando vita ai caratteristici colli di Atri.

Quando l'attuale posizione dei calanchi corrispondeva all'anti-ca linea di spiaggia, nelle acque antistanti avvenne la deposizione dei sedimenti costituiti da argille azzurre e sabbie. Questi sedimenti hanno inglobato una grandissima quantità di invertebrati marini, gli stessi che ancora oggi popolano il Mare Adriatico.Diverse sono le specie di inverte-brati fossili rinvenute nei sedimen-ti depositati nei calanchi. Le più comuni appartengono ai generi Murex, Pecten, Chlamys, Ostrea, Den-talium, tutti tipici di acque poco profonde come quelle del mare che un tempo bagnava il territorio dei calanchi.

La storia geologica La malacofaunaPlio-Pleistocenica

I FOSSILI dei calanchi di atri

Xenophora crispa

Alluvioni attuali (sabbie e ciottoli)

Ghiaie e sabbie (Pleistocene superiore)

Sabbie e argille (Pleistocene inferiore)

Argille sabbiose (Pleistocene inferiore)

Argille marnose azzurre (Pliocene superiore)

Riserva

Fascia di rispetto

fossi

crinali

strade

cime

torrenti

Atri

Colle Metallo

Colle della Giustizia

Colle Broccolo

306

270

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295

4424

444

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Trophonopsis squamulata

Chlamys flexuosa

Pseudamussium inflexum

Chlamys opercularis

Pusia pyramidella

Nassa limata

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Cavolaia maggiore

Vanessa atalanta

Vanessa del cardo

Spostamenti primaverili

Appartenenti all'ordine dei Lepi-dotteri (composto da circa 170.000 specie), le farfalle vivacizzano con i loro splendidi colori la maggior par-te delle aree temperate del nostro Pianeta.Utilissime come impollinatrici di fio-ri, rappresentano anche un anello importante della catena alimentare.Visitando la Riserva nei diversi periodi dell'anno é facile osservare i vari stadi di sviluppo delle far-falle. Queste, infatti, sono insetti olometaboli, attraversano cioé diverse fasi: uovo, larva, pupa ed immagine.Completato lo sviluppo, le farfalle

adulte, o immagini, possono soprav-vivere da una settimana fino ad un

anno, a seconda delle specie e delle condizioni ambientali.All'approssimarsi della stagione più calda, diverse specie di farfalle migrano dalle regioni più secche del Mediterraneo verso il Nord, copren-do notevoli distanze: la Vanessa del cardo, una delle specie migratrici più note, parte dalle coste dell'Africa ed

arriva fino all'Islanda.La scomparsa di ambienti naturali a loro adatti e l'abuso di pesticidi rendono la sopravvivenza di que-sti insetti meravigliosi sempre più

difficile.

Ali colorate nei calanchi di Atri

LE FARFALLE dei calanchi di atri

Papilio machaonDiffusa dal mare fino a quo-te elevate, la si può incon-trare da aprile ad agosto in prati, campi e radure.

Argynnis paphiaDiffusa dal mare fino a quote elevate, da giugno a luglio la si può osservare nei boschi e nelle radure.

Melanargia galateaDiffusa in quasi tutta Italia da maggio a giugno, predi-lige i prati fioriti.

Migrazioni

Iphiclides podaliriusDiffusa dalla costa alle re gio-ni subalpine, si caratterizza per il suo volo planato.

La flora dei calanchi si è altamente specializzata a vivere in condizioni di estremo disagio. L'alto contenuto di sodio nel sub-strato, l'elevata pendenza lungo le pareti, l'esposizione verso i versanti più soleggiati, la scarsa componen-te organica nei suoli e le continue

frane costituiscono i fattori che con-dizionano e selezionano la compo-nente floristica dei calanchi.Questa è strettamente legata alle tre diverse aree in cui è possibile suddi-videre un calanco: margine, pareti e fondovalle.

Le pareti calanchiveSulle ripide pareti prevalgono le specie xerofile, abituate a cli-mi caldi e molto sec-chi. Molte le gramina-cee, tra cui spiccano la Gramigna litorale e la Grattalingua. Da segnalare anche il Cappero e la Tamerice.

Nella parte alta del calanco si trova-no specie appartenenti alla vegeta-zione naturale della collina, rappre-sentata da piccoli lembi di boschi termofili. Alcune specie presenti sono sfuggite alle vicine coltu-re, come Erba medica e Sulla. Non mancano Liquirizia, Carciofo selva-tico ed altre specie più esigenti.Tra le piante che vivono al margine dei calanchi vi sono anche specie arbustive come la Ginestra, lo spi-noso Prugnolo selvatico, la Rosa canina, l'Olmo ed il Biancospino.

Le piante dei calanchi Il margine

LA FLORA dei calanchi di atri

Il fondovalleNelle zone alla base degli impluvi calanchiferi si incon-trano specie idrofile quali la Canna di Plinio ed il Trifo-glio irsuto. All'interno della riserva si trovano anche varie specie arboree ed arbustive tra cui la Sanguinella, la Rove-rella, il Pioppo nero, il Pioppo bianco ed il Salice bianco.

Canna di Plinio

Cappero

Carciofo selvatico Pioppo bianco

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Per informazioni.La gestione della Riserva è affidata dal Comune di Atri alla Sezione regionale abruzzese del WWF Italia.Ufficio Riserva c/o Municipio di Atri.Tel. e Fax 085.8780088 - E-mail: [email protected]

Testi: Dante Caserta, Benedetta Colli, Adriano De Ascentiis, Luciano Del SordoFoto: Piero Angelini, Maurizio Cardelli, Roberto Mazzagatti, Adriano De Ascentiis, Fabio Cianchi

IIIª ristampa - Stampa: Tipografia 2000 - Carta ecologica “Fedrigoni”