Lamezia mese marzo

10
Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 1

description

 

Transcript of Lamezia mese marzo

Page 1: Lamezia mese marzo

Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 1

Page 2: Lamezia mese marzo

2 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 3

Il risveglio culturale di una città, passaattraverso i suoi cittadini più rappresentativi. Fra questi, uno de-gli esponenti più autuorevoli è cer-tamente Raffaele Gaetano, il quale, nel corso degli anni, non solo ha scritto saggi importanti e riconosciu-ti anche in ambito accademico, ma ha portato in città, con i suoi “ap-puntamenti”, vari personaggi della letteratura italiana.

Sono passati un bel po’ di anni dalla sua prima intervi-sta a «Di tutto un po’». Raf-faele Gaetano si può dire che siamo stati “profetici” e che vedevamo, nell’allora giovane ma già affermato intellettua-le, una persona di notevole carisma, destinata a successi sempre maggiori.Se dovessi giudicare dal proflu-vio di attività: dai programmi televisivi, a quelli radiofonici, alle rassegne, agli eventi cul-turali, ai tantissimi libri scritti, direi che ha proprio ragione. Ma la mia maggiore felicità è di aver dato forma ai miei sogni. Pa-rafrasando la poetessa russa Marina Cvetaeva, sono uno che ha percepi-to l’universo con la pelle non meno che con l’anima.

Raffaele Gaetano è professore, scrittore, giornalista, editore, au-tore di programmi televisivi. Chi la conosce la ammira, la definisce un personaggio eclettico… Voglia-mo proseguire quest’intervista con una domanda stile Marzullo? «Chi è Raffaele Gaetano?». Si dia una ri-sposta.

Sono una persona che ha conser-vato intatto il gusto per lo stupore. Un uomo curioso, sempre inquieto, avido di novità. Questa semplice in-clinazione ha dato vita nel tempo a percorsi ricchi di incontri con istrut-tive fermate (o si dica pure «incur-sioni») nelle stazioni più importanti dell’avventura intellettuale italiana.

Così ho potuto conoscere le menti più fervide del panorama culturale (letterati, filosofi, artisti, musicisti, giornalisti). Da tutti ho attinto qual-cosa, forse lasciato qualcosa, con-vinto, con il mio amato Bergson, che la vita è slancio vitale, un continuo divenire pronto a esplodere nelle di-rezioni più inattese.

La professione di insegnante ha in-fluenzato quella di studioso?Non di rado mi capita di discutere con gli studenti di temi apicali del-la mia riflessione (estetica ed etica

del paesaggio, estetica del sublime, estetica e critica leopardiana, forme e relazioni del linguaggio poetico, fenomenologia dell’arte, storia delle idee e della cultura), chiamati dili-gentemente in causa per informa-zioni puntuali, più spesso per scambi di idee. In questi casi posso dire che il professore e lo studioso di Estetica

convivono fecondamente, sti-molando la versatile intelligenza degli allievi. In fondo, se mi pas-sa la similitudine, uno studente è un po’ come un blocco di mar-mo nelle mani di uno scultore: prima lo sbozzi, poi man mano gli dai forma assecondando le venature, infine, a opera conclu-sa, vive di luce propria.

Professore, cosa pensa della scuola italiana?Sono anni che il sistema scola-stico italiano attraversa una crisi d’identità. Decadenza che fa an-cora più specie se si pensa che il nostro Paese vantava una delle scuole in assoluto più formative e in cui il liceo classico aveva un

ruolo giustamente preminente nella formazione delle classi dirigenti. Tut-to ciò appare oggi come uno sbiadi-to ricordo e molti professori, smarri-ta la centralità dell’insegnamento, si arrovellano tra griglie di valutazione e calcoli infinitesimali.

Crede che le nuove tecnologie sia-no utili per gli studenti oppure rap-presentano delle distrazioni?Come ben sapeva Aristotele, la virtù è nel mezzo, sì che eccessi e difetti finiscono sempre per vanificare la ricerca della verità. Per essere chia-

Il Comune di Lamezia Terme continua a non recepire, le proposte culturali di grande spessore artistico che il Lamezia Jazz, Il Conservatorio di Musica “Tchaikovsky, propongono e di conseguenza la Cultura si trasferisce in altri luoghi lasciandosi alle spalle la città di Lamezia.Quel che più fa rabbia però non è il rifiuto da parte del Comune lametino, non è neppure la constatazione di un’amministrazione totalmente disinteressata a percorrere l’unica possibile strada di riscatto internazionale e turistico della città. Quel che più fa rabbia è accorgersi del motivo per cui si sperpera denaro come è successo poco tempo fa nel passato mese di dicembre e il diniego da parte dell’Ente riguardo gli spazi culturali.In definitiva la città nei suoi spazi comuni e nei suoi servizi pubblici (la cultura tra questi) muore. Muore non solo la città in sé, ma lo stesso concetto di città. Scompare. Ci si ritrova in un assemblaggio (peraltro disordinato e neppure in modo divertente) di case, strade e persone che è altro da ciò che si definisce comunemente città. A Lamezia Terme non basta il danno di perdere soldi, si assomma anche la beffa di una città imbruttita da un mix atroce di ignoranza dove, proprio per conseguenza della bruttezza, mancano poi a valle le risorse per produrre bellezza e cultura.Il 18 marzo p.v. alle ore 10,00 presso l’Ateneo della Filarmonica di Nocera Terinese, la International Drum Accademy di Massimo Russo, Lamezia Jazz il Direttore Artistico Egidio Ventura e Conservatorio di Musica “Tchaikovsky di Nocera Terinese (cz) faranno rete per realizzare assieme un grande evento, unico in Italia, con ingresso gratuito.Per la prima volta in Italia “The Session”, un evento-masterclass completamente gratuito, in cui gli artisti di fama internazionale condivideranno esperienze e segreti per fare della Musica un vero e proprio business.Un percorso verso il successo: marketing, networking, artist relations, promozione, leggi sull’intrattenimento.I temi trattati: Tecniche e strategie per ottenere contratti e lavorare nel business della Musica; Leggi sull’intrattenimento:conoscerle e applicarle; Strategie di marketing e di self.promotion per costruire e mantenere la propria immagine di artista; Relazione finale degli artisti.

I Docenti Frederic Macarez (Percussionista classico di grande fama), Dom Famularo (Docente di grandissimo successo), Paul Quin (Avvocato) Joe Hibbs (Artist Realations oer batterie Mapex), Christine Ohlmann (Vocalist del Saturday Night Live TV Show), Liberty De Vitto (Batterista di Billy Joel per 30 anni).The Session considera le strutture e il funzionamento dell’industria musicale, esamina e analizza alcune delle principali organizzazioni, i ruoli e gli organi professionali coinvolti. Sono inoltre esaminati competenze di business e di management e vi è un’analisi delle modalità in cui possono essere identificate le opportunità. Si analizzano gli effetti legati che la globalizzazione e l’avvento delle tecnologie digitali hanno avuto sul mondo della musica ed si esplorano i modi in cui l’industria ha risposto a tali cambiamenti. Si vuole raggiungere una conoscenza del business e della gestione delle carriere, esplorando gli aspetti finanziari, giuridici e organizzativi del lavoro autonomo nel mondo della musica. Al termine di questa masterclass gli studenti devono dimostrare di comprendere come l’industria della musica sta cambiando il suo funzionamento, dal lavoro autonomo a quello delle società multinazionali. L’incontro inoltre, insegna, spiega e dimostra agli allievi cosa ci sia dentro e più ancora al di fuori dello show business degli anni duemila. Dalla comunicazione vista con l’occhio del giornalista musicale, sino alle metodologie utilizzate da chi si occupa degli uffici stampa di artisti/concerti/reti televisivi e/o programmi tv; dal mondo della radiofonia sino all’uso e allo sviluppo delle nuove tecnologie legate alla produzione, alla realizzazione e alla vendita della musica. La Masterclass permette allo studente di calarsi totalmente nell’universo musica/comunicazione, attraverso un approccio pragmatico e interattivo con il docente. Ai partecipanti della Masterclass verrà rilasciato 2 CFU per chi è iscritto ai corsi AFAM. L’Evento terminerà con una grande perfomance di tutti i relatori, e una sorpresa per gli studenti del “The Session”. Per le iscrizioni rivolgersi sul sito www.massimorussodrum.it.

Page 3: Lamezia mese marzo

4 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 5

ri, dipende dall’uso che si fa della tecnologia. Sbaglia per esempio il professore che volesse utilizza-re strumenti didattici come i video bypassando completamente l’inse-gnamento tradizionale. Allo stesso modo erra lo studente che prende congedo dal libro cartaceo, dal suo profumo, dalle mille pieghe impre-gnate di fecondo lavorio intellettua-le. Quanto e com’è cambiato il me-stiere di professore durante la sua carriera?In generale, un professore si adegua alla materia prima che ha a dispo-sizione, inseguendo spesso i propri studenti per non risultare obsoleto. In tutti questi anni il mio sforzo è stato quello di anticipare i fermenti presenti nella società al fine di ren-dere proficua l’attività didattica.

Da sempre si prodiga per far arriva-re grande cultura in Calabria e a La-mezia, attraverso eventi e rassegne sempre nuove e originali. In par-ticolare quanto è difficile operare nella nostra città?Credo che le mie rassegne ed eventi testimonino la maturità di Lamezia Terme e della Calabria nel pensare e proporre una cultura alta e ricono-scibile, in grado di farsi spazio anche a livello nazionale. Il problema è che le istituzioni non sempre sostengono le iniziative più rimarchevoli, che in taluni casi addirittura svaniscono nel nulla. Le ragioni? Negligenza, apatia, incapacità progettuale da parte di chi amministra. Bisogna allora rim-

boccarsi le maniche e andare avanti avendo ben ferma una certezza: è la cultura che plasma e rende migliore la politica.

In questi ultimi anni, l’Amministra-zione comunale ha provato a dare il proprio contributo con la ristrut-turazione del Teatro Politeama a Sambiase, il ripristino del Teatro Grandinetti a Nicastro, oltre al già fruibile Teatro Umberto. Le struttu-re ci sono, cosa manca?Impulsivamente mi verrebbe da ri-spondere: riempirle! In realtà, il pro-blema va ben oltre quest’as-serzione lapalissiana. Bisogna trovare il coraggio di ritor-nare a investire in cultura, promuovendo iniziative che, tesaurizzando le strutture, in-nalzano e di molto la qualità della vita.

Nelle sue rassegne ha dia-logato con tantissimi perso-naggi famosi, ognuno di questi, si può dire, è un’autorità nel suo cam-po… Quale incontro l’ha sorpreso di più? E per quali motivi?Le mie rassegne rappresentano le tarsie di un grande mosaico policro-mo, dove tutto contribuisce sinfo-nicamente al delinearsi di un sape-re alto e riconoscibile. Lo sforzo in tutti questi anni di attività culturale è stato di far conoscere anche agli altri questa ricchezza. La cultura è un bene comune, essere colti è un percorso personale.

D. La rassegna “Il sabato del Villag-gio” ha esordito anche quest’anno con grandissimo successo al Teatro Grandinetti. Lo scorso anno abbia-mo potuto gustare anche un altro importante cartellone da lei ideato: “A Spasso con le Idee”.“Il Sabato del Villaggio” è da tempo un marchio di qualità. Chi ama la cultura non può fare a meno di par-tecipare agli incontri e in realtà ogni evento è sempre caratterizzato dalla presenza di un pubblico strabocche-vole. “A Spasso con le Idee” forse ri-tornerà anche nel 2015. È piaciuto il

format ispirato alle grandi idee che hanno cambiato la storia della tele-visione. A riguardo, come dimenti-care gli incontri con Roberto Giacob-bo di “Voyager”, Michele Mirabella di “Elisir” o Antonio Lubrano di “Mi manda Lubrano”?

Lei è autore di moltissimi e impor-tanti libri, alcuni dei quali dedicati alla nostra Regione. Da cosa nasce la passione per la ricerca sulla sto-ria calabrese?Sono principalmente uno studioso di Estetica. Attraverso questa spe-

cola mi sono occupato di sublime, di paesaggio e nei miei ultimi libri del rapporto tra sublime, pittore-sco e storia del viaggio in Calabria. Un’esperienza esaltante che mi ha portato all’ideazione e stesura di alcune opere che hanno incontrato un larghissimo successo di pubblico se è vero che sono giunte tutte alla

seconda edizione.

Fra i libri che lei ha scritto, ci sono alcune opere dedicate a Giacomo Leopardi. Come nasce la passione per questo autore e soprattutto è ancora viva?Prende forma al liceo e si cristalliz-za negli anni universitari. Mi laureai, infatti, con una tesi sulla formazio-ne del concetto di natura nella filo-sofia di Leopardi. Mi guidava il mai dimenticato Elio Matassi, studioso di Estetica tra i maggiori in Italia negli ultimi decenni. L’indirizzo da lui impresso al mio lavoro è ancora oggi dinamicamente operoso. Chi legge i miei libri coglie in filigrana una grande passione per la bellezza che si esprime anche attraverso uno stile di scrittura particolarmente ri-cercato. Culmine di questo percorso è Giacomo Leopardi e il sublime, del 2002, opera complessa e innovativa

alla quale ho lavorato diversi anni, che mi ha dato innumerevoli sod-disfazioni (premi, presenza nelle più importanti biblioteche europee e americane, addirittura l’adozione nella prestigiosa università tedesca di Heidelberg).

Dopo il Leopardi, poi, ha pubblicato i saggi sull’estetica e sulla poetica tra ’700 e ’900. Ce ne vuole parlare?Talune di queste opere sono con-temporanee al filone degli studi leopardiani. Mi piace ricordare so-prattutto Della filosofia leopardia-na. Dialogo fra un filosofo giober-tiano e un razionalista, uno scritto pressoché sconosciuto di Giuseppe Chiarini che ho ritrovato nel Fondo Francesco Fiorentino della Biblio-teca Comunale di Catanzaro e che ho pubblicato per la prima volta in edizione critica con un ampio sag-gio introduttivo che mette a fuoco la personalità di questo colto intel-lettuale dell’800 italiano, conosciuto soprattutto come amico di Carducci.

Su cosa si baserà il suo prossimo li-bro?Vedrà la luce a breve. È una mono-grafia sul viaggio nel lametino che copre un vuoto del tutto ingiustifica-to nella storiografia locale. Il tema, ovviamente, è declinato in chiave estetica con ampi riferimenti ai di-battiti culturali tra ’700 e ’900, spe-cie quelli legati alla filosofia dell’arte e del paesaggio.

I libri che ha scritto, a che tipo di pubblico si rivolgo-no?Non posso dire che i miei siano libri da comodino. La gran parte esigono un retroterra culturale am-pio, debordante, trasver-sale. Altre opere sono più accessibili, pur afferendo alla sfera dell’Estetica e dunque alla Filosofia. Gli ultimi, in particolare, pre-sentano una cura editoria-le certosina alla quale ho

voluto partecipare in prima persona proprio per l’amore e la passione che nutro per questi temi. Sono libri in tiratura numerata che si rivolgono prevalentemente al mercato dei col-lezionisti e dei cultori del bello… Che stante alle vendite, sono molti.

Lei ha lavorato anche per la tele-visione, ideando e conducendo programmi di grande successo quali “Libraria”, “Bibliopolis” e “Agrilibro”. Quest’esperienza ha in-ciso sul suo lavoro di studioso?Direi il contrario. L’attività di studio-so ha finito per fecondare anche queste mie prolungate incursioni nel settore televisivo (“Libraria” è stato il più longevo e originale magazine culturale della televisione calabrese, con una programmazione durata cir-ca vent’anni). Piuttosto l’esperienza televisiva ha in qualche modo in-fluenzato le mie rassegne ed eventi nei teatri. Insomma, il dialogo con l’ospite in un ambiente raffinato era un format che utilizzavo già ai tempi di VL7 Cinquestelle e Telespazio Ca-labria nei primi anni ’90. È bastato semplicemente innalzare il livello degli ospiti, ora personalità di primo piano non solo nel nostro Paese.

Tempo fa ho letto che alcuni suoi colleghi scrittori affermano “Io non leggo, scrivo”, personalmente trovo bizzarra quest’affermazione, lei la condivide?Se è così piacerebbe anche a me

Page 4: Lamezia mese marzo

6 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 7

raggiungere tale status. Ma la per-fezione è sempre ascensionale, frut-to cioè di percorsi complessi in cui intervengo variabili a volte anche impreviste. In letteratura questi per-corsi sono quelli del sapere, che non si possiede a priori, ma si costruisce con fatica. Pensare di scrivere senza aver divorato caterve di libri è come pensare di leggere senza conoscere le lettere dell’alfabeto.

Per concludere qual-che domanda “perso-nale”: ha degli hobby?Il bello della mia vita è che mi occupo di ciò che ho sempre sogna-to. Forse è per questo che ci metto tanta pas-sione, curando i dettagli in modo a volte mania-cale. Di conseguenza, lavorare significa per me divertirmi, vedere sempre il lato positivo del mio impegno cul-turale. In questa visione sinfonica rientrano l’amore per l’arte nelle sue forme più diverse: Filosofia, Storia dell’arte, Musica, Cinema, Teatro. Digradando, mi piace anche corre-re all’aria aperta. Meglio se sotto la pioggia, mi dà il senso della libertà, del contatto panico con la natura. Sarà per questo che sono cronica-mente raffreddato.

Quando scrive ha bisogno di silen-zio o ascolta della musica?Ascolto musica, anche tanta. Affer-

mava Schopenhauer che le note mu-sicali sono nell’aria come i concetti. La mia mente è prensile: quando inseguo una sequenza armonica di note disegno con l’immaginazione un’idea che sempre si trasforma poi in qualcosa. Chi mi vede lavorare sulla tastiera del mio Mac dice che è come se suonassi il pianoforte. È così. Ascolto musica scrivendo come se suonassi.

Quanto è importante il ruolo della sua famiglia per poter affrontare e superare al meglio i suoi innumere-voli impegni?Non c’è un mio libro che non sia de-dicato a un familiare. La famiglia è l’orizzonte della mia vita. Tutto na-sce da essa, tutto in essa si sublima.

Per concludere una domanda che generalmente si rivolge alle donne, più raramente agli uomini: lei è un bell’uomo, ritiene che il suo aspet-

to abbia contribuito a spianarle la strada del successo?La domanda mi imbarazza e onesta-mente non saprei cosa rispondere, specie per il riferimento alla sfera estetica. Certamente se nella mia vita ho raggiunto dei traguardi, lo devo ai miei genitori che, con sacri-ficio, mi hanno permesso di comple-tare gli studi superiori e universitari. Poi la gavetta, le delusioni, i primi

consensi. Insomma, ciò che aiuta a forgiare una personalità e la mia è la sintesi di molteplici esperienze con un co-mun denominatore: una smisurata passione per il sapere. Ecco, credo che ciò che conti nella vita sia proprio questo. Avere passione migliora, avere passione fa belli… Dentro.

Per concludere la nostra intervista, non possiamo

che augurare al Professore Gaetano di avere sempre questa passione, questa cura per la ricerca, questa voglia di conoscere e soprattutto di far conoscere, ai suoi studenti in pri-mis, ma anche a noi cittadini lameti-ni. Steve Jobs, durante un suo discor-so a Standford disse ai suoi studenti “Siate affamati, siate folli”. Forse, un augurio migliore, per chi come lui è sempre alla ricerca, non si può certa-mente fare.

Sei un cantante alla ricerca di nuovi stimoli e motivazioni per rompere il senso di “stagnazione” che stai provando ultimamente? Vuoi perfezionare le tue capacità tecniche e di interpretazione applicandole ai brani del tuo repertorio, oppure trovare e studiare in modo approfondito nuovi brani da aggiungere al tuo bagaglio di cantante solista? Oppure, hai bisogno di prepararti adeguatamente per una importante audizione, per il casting di un musical, oppure ancora devi sostenere un provino per una selezione? È giunto il momento di avvalerti della sensibilità musicale, dell’esperienza, della creatività, della versatilità della Scuola di Canto Bequadro di Lamezia Terme di Gessica Giampà Vocal Coach americana di indiscussa competenza; molte persone lo hanno già fatto traendone beneficio in modo rapido e tangibile, consolidando la propria tecnica e raffinando le proprie capacità interpretative, vincendo numerosi concorsi, superando provini e audizioni, e, nel lungo termine, ben collocandosi a livello professionale.

OGNI VOCE E’ DIVERSA Le lezioni di Canto Moderno alla Scuola di Musica Bequadro sono in grado di capire, ascoltandoti al primo incontro, quali sono le caratteristiche più belle del tuo strumento vocale (le zone di miglior risonanza, le qualità del timbro, l’estensione, ecc.), e quali sono i punti forti e quali i punti deboli della tua vocalità e della tua tecnica. Come cantante solista, è in primo luogo importante acquisire una consapevolezza delle proprie caratteristiche, in modo tale da saper valorizzare ed esprimere al massimo le proprie migliori potenzialità, evitando di imboccare quei percorsi senza via di uscita che portano ad esporre le qualità minori; cosa che torna utile anche quando la forma vocale non è ottimale a causa di un raffreddore o di un affaticamento. Ogni persona è diversa, e così pure ogni voce è unica e personale; le mie lezioni rappresentano una guida competente all’uso del tuo unico e personale “strumento”, in modo da metterne il più possibile in risalto le qualità espressive.

UNA SOLA MUSICA, TANTE FORME E GENERI siamo in grado di dare consigli adeguati per una gamma molto variegata di generi musicali: quindi, non solo Gospel, Blues e Soul come si potrebbe essere portati a pensare. Grazie ad una conoscenza musicale davvero ampia, ti può essere d’aiuto per canzoni sia in Italiano che in lingua Inglese, ed oltre ai vari generi di diretta derivazione Afro-Americana o Black Music (Blues, Soul,

Reggae, RnB, Rap...) si possono includere brani da Musicals, oppure brani dal repertorio Classico, ed inoltre Rock, Pop, Hard Rock, ed altri ancora.

LA SCELTA DEI BRANI Oltre ai brani che sono già nel tuo repertorio e a quelli che ti piacerebbe studiare, ti consiglieremo di volta in volta, sulla base delle tue caratteristiche personali e dei tuoi obbiettivi, lo studio di alcuni brani che si possono ricondurre a due categorie distinte. Nella prima, sono i brani che possono aiutarti a valorizzare, esprimere al meglio e potenziare tue migliori qualità; brani che ti faranno sentire relativamente “a tuo agio” mentre li esegui, per i quali tuttavia non mancheranno spunti per migliorare ed imparare. Inoltre, se hai in programma di sostenere delle audizioni o se svolgi una attività come cantante solista questi brani potranno assumere un ruolo molto importante nel tuo repertorio. Nella seconda, sono i brani scelti con lo scopo di abituarti a confrontarti con gli aspetti interpretativi o tecnici che hai meno approfondito; brani che probabilmente non avresti mai voluto scegliere, e che percepirai appunto come “difficili” ma che ti aiuteranno ad irrobustirti là dove ne hai più bisogno.

SENSIBILITA’, VERSATILITA’, PROFESSIONALITA’ E SIMPATIA

La Scuola di Canto Bequadro è in grado di percepire il tuo stato d’animo e ti dà supporto, è molto seria e professionale nel lavoro ma al contempo trova sempre il modo di farti sorridere e di incoraggiarti nei momenti più difficili dello studio, per aiutarti ad affrontare le difficoltà in relax, ma con consapevolezza e concentrazione. La Scuola di Canto Bequadro è sempre disposta a proporre o a considerare diverse soluzioni in risposta al problema di un passaggio non consono alle tue caratteristiche, e ti propone vari modi alternativi per rendere l’interpretazione meno ripetitiva, più scorrevole ed interessante.

MASSIMIZZARE LE TUE POTENZIALITA’ L’approccio è volto a massimizzare i talenti, non impone quelli che sono i limiti propri o altrui alle tue capacità, il suo scopo è quello di farti arrivare al “tuo” meglio seguendo un percorso costruito su misura per te. E’ sempre molto diretto e pratico, finalizzato alla applicazione diretta ed immediata della tecnica al brano, il tutto fatto con umiltà, al servizio Tuo e della Musica. Potete contattarmi al seguente numero telefonico 329.4431577.

Sedute di Vocal Coaching con Gessica Giampà.

Page 5: Lamezia mese marzo

8 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 9

La POLITICA senza coraggio, senza pas-sione, senza vicinanza e conoscenza dei problemi che vive la società amministra-ta, è vuota, non è credibile e si presenta distinta e distante dal territorio che ne ha votato la rappresentanza.E’ inutile dire che oramai, sopratutto sul piano nazionale, noi abbiamo parlamen-tari nominati e quindi Senatori e Depu-tati scelti dai segretari di partito, nonché Premier e governi, senza indicazioni del popolo elettore. Insomma la seconda o terza Repubblica che si vuole, nasce e si moltiplica senza consenso. Infatti oramai è conclamato un astensionismo stabile, che dovrebbe far preoccupare la democrazia e le istituzioni governative. Con tale premessa, affacciandomi per un attimo alla disarmonica nostra terra Calabra, grido con dolore un abbandono atavico, che perdura fino ai giorni nostri. In una sola parola i governi passano e le nostre miserie rimangono e sono più evi-denti in forza ad un confronto che gior-nalmente si evince con le altre regioni. La sanità ne è un emblema, dalle nostre parti, non si offrono i servizi in quanto il riordino sanitario impone tagli orizzon-tali e verticali, per obbligare da qui, una emigrazione sanitaria che costa comun-que alle casse regionali e ad intere fami-glie costrette ad emigrare. Bella contrad-dizione!!!Non c’è mai fine alle nostre lamentele, sia-mo stati da sempre colonizzati, così come nei contenuti letti nel libro del giornalista scrittore Pino Aprile, in quale con più ar-gomenti afferma: il sud in genere è stato sempre una sorta di colonia del nord” E richiamando la sua espressione estrema: “forse si stavamo meglio quando c’erano i Borboni a governare, in quanto l’Unità d’Italia a noi è costata lacrime e sangue, tanto dare e tanto poco ricevere”.Basta ricordare lo smantellamento della Ferdinandea Calabra, l’industria d’armi più grande d’Europa, a noi “rubata” per

vederla istituita nel nord. L’autostrada del mare iniziata dai Borboni di cui non si è mai parlato; le nostre autostrade, non tali dopo 150 anni. Stessa cosa le ferro-vie, i servizi, ecc, per poi, ai tempi d’og-gi, sentirsi chiamare terroni, implorare i terremoti per la distruzione del sud, ri-tenendoci zavorra, per poi in modo con-traddittorio qualcuno, oggi, pensa addi-rittura di allearsi con una politica leghista che vede il sud come un fastidio, abitata da uomini della preistoria, dimenticando invece il nostro dare per la crescita del nord, con le nostre maestranze, i tanti figli dati in massa alle forze dell’ordine, medici, universitari, ingegneri ecc.

Cambierà la Calabria ?? Solo se cambie-ranno gli uomini !!!

QUALE VOCAZIONE HA LAMEZIA?Lamezia è città dei servizi, è Turistica - è Termale - è Archeologica - è città del flo-rovivaismo - dei trasporti - della conve-gnistica e sicuramente merita un governo stabile, un programma efficiente, una po-litica adulta e legata ai cittadini per una nuova “speranza” che non sia sono nel nome. Insomma nel mentre cresce l’area CS-Rende, e a sud RC come città metropo-litana, Lamezia stenta e CZ capoluogo si arrocca e non si applicano politiche con-vergenti con servizi diversificati, per una grande area al centro della Calabria.LAMEZIA: QUALI SONO STATI I RI-SULTATI DEL GOVERNO SPERAN-ZA?Disattesi condizioni di sviluppo del terri-torio, il quale ha perso visibilità centralità e riferimento per il corollario dei paesi limitrofi, i quali si rivolgono sempre più verso l’area cosentina e catanzarese.QUALE E’ STATA UNA NUOVA IDEA DI CITTA’? Un’area senza identità caratterizzata da fontane, rotatorie intransitabili, restringi-mento di strade)

L’OCCUPAZIONE È DIMINUITA? Tutt’altro è aumentata, la MULTISERVI-ZI: ingessata e a rischio futuro dal punto di vista occupazione e gestionale)NELLA SACAL QUALE INCIDENZA HA AVUTO IL COMUNE IN QUAN-TO SOCIO DI MAGGIORANZA?Mera comparsa.. nessuna proposta di politiche alternative, e di progettazione che colleghi l’area alla città, come se l’a-eroporto appartenesse a tutti ma non a Lamezia.SUI ROM QUAL E’ IL RISULTATO?Dopo venti anni di governi di centro sini-stra - ed imposizioni da parte della Magi-stratura e da Sua Eccellenza Sig. Prefetto - ecc, dei Nomadi, poche famiglie con le valigie in mano, a parte la mancanza di un censimento e i fumi che continuano ad inquinare.E SUL PARCO TERMALE?Una retorica espressione, divenuto stan-cante parlarne, mentre è la vera prospet-tiva di Lamezia, in altri luoghi è motivo di vanto e di sviluppo, da noi oltre alla “sto-rica gurna” qualche staccionata divelta, l’incuria, il degrado, le pulizie e le prote-ste dei comitati spontanei, sono all’ordine del giorno).AREA COSTIERA? La solita solfa di un marciapiede chia-mato “attrattiva turistica,” seppur in pre-senza di corposi finanziamenti regionali che potevano stravolgere l’area turistica lametina.PORTO TURISTICO? Nemmeno la traccia, come più volte se-gnalato dal mondo turistico.SULL’ENTE FIERA?In questi anni ha depauperato la sua sto-ria, riducendola ad un mercatino di quar-tiere senza alcuna prospettiva propulsiva.SULLA PROTEZIONE CIVILE? Esiste solo sulla carta.SUL PSC? cito volutamente quanto dice il centro sx:27.11.13: direttivo del circolo Primera-no, PD, prendono le distanze e rigettano

l’eventuale approvazione del PSC, “non è interprete dell’attuale momento stori-co non è strumento di salvaguardia del territorio e più in generale dell’ambiente geografico e sociale. ANCORA SUL PSC lacunoso, ingessante, il progetto viario della città è inadeguato, così come il col-legamento tra le aree montane e limitrofe non è garantito -non garantisce i vincoli idreologici ed ambientali- non vi è inte-razione tra i piani di emergenza e di Pro-tezione Civile, 16.3.14 PSC: anche il Pro-gettista e il circolo Primerano prendono le distanze rispetto alla faglia sismica di S. Teodoro o addirittura sulle altre faglie non considerate non si capisce come si colloca? Una strada pedemontana, degna di tale scelta non è prevista, manca un recupero di disegno di città; sulla tratta della metropolitana di superficie non vi sono azioni in atto nell’area aeroportuale non vi sono attenzioni; i paesi del corol-lario non ritrovano Lamezia quale area di interesse; il Psc-con il Piano spiaggia e il porto, non hanno una idea interagente; la perimetrazione dei centri storici, è esa-gerata o si dovevano garantire anche ab-battimenti utili alla comunità? L’area API, è scollegata dal resto della città e quindi risulta come area amorfa; lo sviluppo del-la fiera non è tenuto in debito conto l’ex comune di S. Eufemia, non trova sinergia con il resto della città e degli ex comuni le migliaia di case abusive non si sa che fine faranno; La vocazione agricola- artigia-nale- commerciale non è stata sviluppata; strade nuove “direttissime” (pedemon-tana) di circonvallazione e centrale, non sono state previste; a partire via centrale di Via Marconi, la quale non ha una al-ternativa Cittadino: “Sul Psc” vi è l’opera del cerchio magico di Gianni Speranza, a sostegno della sua approvazione. In realtà il PSC che il Sindaco vorrebbe fortemen-te approvare serve a caratterizzare il suo mandato rispetto al nulla Cittadino anco-ra Il sindaco vuole nascondere i fallimen-ti tanto propagandati dell’API, di Rotoli, dello Zuccherificio, del Piano Spiaggia, del Piano per le Terme, o del Porto. Dove sono andati a finire gli 800 milioni di Euro assegnati dalla regione dei fondi europei, e i 40 milioni della campagna elettorale. Solo parole, solo propaganda, solo bugie, per nascondere una incapacità cultura-le ancorché amministrativa, 4.3.14 G.S.: PD, non voteremo mai un PSC scollegato e non rispondente alle esigenze della città

ACCADIMENTI:TANO GRASSO “se ne va sbattendo la

porta per una disamministrazione com-plessiva; Tano Grasso dopo aver lanciato “Trame”, lascia l’incarico di assessore e la sua nuova creatura, sbattendo la porta, per presunte divergenze con Speranza; DALLA STAMPA: si manda avanti l’anti-mafia di facciata” Qualcuno ricordava Trame. Certo. Ma i fatti ci dicono che dobbiamo cambiare registro che queste manifestazioni han-no senso se lasciano una traccia nelle coscienze, non un articolo di giornale o una foto, ma un traccia nelle coscienze. Lamezia è una città malata.GIOVANNI IUFFRIDA: Lamezia, preda del neoliberismo più sfrenato, l’urbanisti-ca è stata da tempo “bandita” e non re-gistra un livello di salute tranquillizzante per il futuro;ELVIRA FALVO: PROGRESSIVA SEL-LIZZAZIONE, così come sostenuto nel centro sx. Pd Tonino Barberio, Speranza? “come Travers” !!! la città vive nella precarietà e mancanza di prospettiva e mal si lega al PSC L’avvocato Alfredo De Grazia la multiser-vizi è diventata “la gamba elettorale” del comune (Q 24.6.10)L’ON. REALE CONTRO SPERANZA SULLA MULTISERVIZIUna società in preda ad una seria e grave crisi di liquidità, costi che non sono co-perti dagli incassi, numero dei dipendenti superiori alle capacità di servizio offerto, una gestione che lentamente ha stran-golato la struttura; bilancio in rosso con 900,00 mila euro di esposizione.IL CONSIGLIERE AIELLO: “la deriva della Multiservizi, l’oscuramento di qual-siasi iniziativa politica, Speranza: un Ber-lusconi di sinistra, assenza di iniziative concrete nel settore lavori pubblici, dell’e-dilizia privata, sulla gestione del persona-le, oltre alla miriade di contratti ad perso-nam, che sempre a suo parere, impazzano nel governo Speranza - Fiera Agricola: in continuo decadimento che fine farà?STRUTTURA DIRIGENZIALE VERTI-CISTICA costosa, amica del Sindaco, pi-ramidale è schiacciante per l’apparatoLAMEZIA UN MALCONTENTO È DIFFUSO;• Scordovillo, mancata attuazione

dell’ordinanza di sgombero e smantel-lamento del campo rom,

• Ciampa di Cavallo”, alloggi popolari, • Piazza Mazzini, scontro continuo con

i cittadini, • il rifacimento di Via Adda, • Borgo Antico,

• le Terme di Caronte, • il lungo mare non ancora ultimato, • la questione “Lamezia Multiservizi”,• l’area Zuccherificio,

PATTO PER LO SVILUPPOè stato sbagliato non portare avanti il pat-to per lo sviluppo (500 milioni pubblici e 500 privati) sottoscritto nel 2009 da Re-gione, Provincia e Comune. Ognuno ha le proprie responsabilità.competenza esclusiva del Comune di Lamezia Speranza e le sue Giunte han-no disatteso la parte piu’ importante del progetto relativo agli investimenti privati. Non sono stati attivate le progettazioni preliminari di propria competenza entro i 60 giorni dalla stipula del protocollo; Non sono stati promossi i processi di co-operazione, integrazione e gestione asso-ciata dei servizi, tra la città di Lamezia e i Comuni limitrofi, e con la città di Catan-zaro e i restanti Comuni dell’Istmo, così da far venire meno gli obiettivi strategici ai sensi della normativa nazionale e re-gionale sulle forme associative e le gestio-ni associate; E’ stato disatteso completamente il punto fondamentale del protocollo e di compe-tenza sempre del Comune di Lamezia, laddove si fa accenno a “contribuire fi-nanziariamente all’eventuale costituzione di partenariati pubblici-privati anche per la realizzazione degli interventi previsti nel Progetto di finanza”. “Disatteso, nella redazione del Piano strutturale” – Gli investimenti maggiori, dunque, quelli inerenti l’impegno del Comune a incenti-vare risorse attraverso Progetti di Finan-za, dovevano attivarsi tramite l’impegno concreto della Amministrazione comu-nale guidata da Speranza. E qui basta citare il fallimento del Comu-ne progetto del Porto turistico (il Comune non ha fatto nulla per incentivare investi-menti pari a 82mln di euro);Del Centro polifunzionale destinazione direzionale con annesso nuovo teatro (mancati investimenti per ad altri 82mln); Il progetto di finanza per il Polo fieristi-co regionale (mancati investimenti per 10mln); l’Area Polifunzionale Integrata o Pia-no Api. Qui il Comune doveva investire 10mln e non l’ho fatto oltre a non ado-perarsi per investimenti privati pari a 292mln.

Salvatore De Biase

Page 6: Lamezia mese marzo

10 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 11

Il nuovo Dipartimento di Musica Jazz del Conservatorio Tchaikovsky è nato nel 2013 istituendo la prima cattedra di Percussioni Jazz, quest’anno si aggiunge una nuova classe di Pianoforte Jazz. I Corsi hanno attirato da subito l’interesse di molti studenti desiderosi di intraprendere un percorso formativo a contatto con importanti professionisti del settore. L’intenzione del Conservatorio è quella di aprire a breve altre due cattedre di Sassofono e Basso elettrico. I Corsi di nuova istituzione ovviamente rientrano negli anni pre-accademici con la proiezione di avviare a breve il diploma accademico triennale. Il responsabile dei Dipartimenti di Jazz è stato affidato al M° Egidio Ventura concertista di musica jazz e Direttore Artistico di Lamezia Jazz e Jazz Loci. I corsi di Musica Jazz si terranno nella sede di Lamezia Terme, giorno 3 novembre sono già iniziate le lezioni per l’A.A. 2014/15. Il valore aggiunto offerto dal Conservatorio Tchaikovsky è dato, oltre che dalla qualità dei docenti, da un’efficiente logistica, da ambienti accoglienti che facilitano interazioni musicali, dalla volontà dell’istituzione di investire energie e risorse in ciò che è considerato “settore didatticamente strategico”. Diverse sono le opportunità di esibizione create per gli studenti, sia in ambito interno all’istituto sia all’esterno, grazie anche a rapporti consolidati con enti, istituzioni private e prestigiosi festival tra i quali, ad esempio, “Lamezia Jazz Festival” e “Peperoncino Jazz Festival”. Proficuo è anche il livello d’integrazione con il settore “classico”, con il quale si condividono alcuni insegnamenti, e non di rado si ha l’opportunità di interagire nell’ambito della produzione con gruppi provenienti dalle classi di musica da camera.

Le differenze tra i corsi delle Scuole di Musica private e i corsi di Studio Pre Accademici Pre- Afam istituiti dal Conservatorio “Tchaikovsky” sono le seguenti:

• Una scuola di musica privata insegna ciò che vuole non ha l’obbligo di basarsi sui programmi ministeriali;

I corsi pre-accademici dell’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky rilasciano titoli di studio legalmente validi.

• Una scuola di musica privata rilascia un semplice attestato, che di regola non ha alcun valore legale;

I corsi pre-accademici dell’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky rilasciano titoli di studio legalmente validi.

• Una scuola di musica privata non puo’ promettere allo studente che lo fara’ ammettere in Conservatorio;

I corsi pre-accademici dell’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky sono la strada naturale

che porta ai diplomi accademici del conservatorio, predisposta dal conservatorio stesso.

• Una scuola di musica privata puo’ tenere corsi, ma questi non assicurano allo studente crediti formativi spendibili presso un Conservatorio o Universita’;

I corsi pre-accademici dell’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky applicano crediti e debiti formativi riconosciuti dalla legge.

Gli attestati di frequenza annuali dei Corsi Pre Accademici dall’ Istituto Superiore di Studi Musicali P.I. Tchaikovsky sono validi per la richiesta di crediti scolastici, per l’esame di maturità negli Istituti di scuola secondaria.Pensiamo sia importante incominciare a informare e fornire strumenti di studio a tutti gli allievi che vogliono intraprendere un Corso di Studio per arrivare come obiettivo di raggiungimento di un Titolo legalmente riconosciuto dalla Legge e che sia equipollente ad una Laurea.Per informazioni sulle iscrizioni rivolgersi al seguente numero telefonico 331/3418192

“Per Maria, al-tro che pigre!”: questa la dedi-ca che Barbara Serra, autrice del libro GLI ITALIANI NON SONO PIGRI, mi ha scritto sul frontespizio del volume, edito da Garzanti.Beppe Severgn-ini, di lei, scrive:“Barbara Serra ha una mam-ma siciliana, un papà sardo, un’infanzia da-

nese, una formazione britannica e un lavoro ara-bo. Un’italiana vera. Una donna con la mente lu-cida, il cuore caldo e la capacità di raccontare.”E la capacità di raccontare è insita, infatti, in Bar-bara Serra, nell’eloquio naturale e sicuro, dal vivo, ma anche nella sua maniera di scrivere.Nel suo libro è racchiusa tutta la sua personalità: quella di una donna vera, che non aspira a sterili quote rosa (di questo pensa che possa essere solo un avvio all’incremento dell’occupazione femminile e al darsi da fare delle donne), ma fiera del suo lavoro: del suo operare giorno per giorno, più che del suo successo e dei suoi risultati.Già dall’introduzione al testo, traspare il suo inci-tamento agli italiani. La volontà di fornire speran-za ai giovani, perché guardino con forza d’animo oltre la crisi.Il libro di Barbara Serra, attraverso la narrazione delle sue esperienze, dei suoi incontri, si pone come esempio, come vessillo per non rinunciare mai ai propri talenti, alle risorse che si presen-tano, alla voglia di fare e al sentire, poi, persino all’italianità come a una felice opportunità da

sfruttare.Mi piace come la Serra riesca a trattare argomenti delicati come famiglia, fallimento, ambizione. E altri spinosi, come meritocrazia, competizione, privilegio.Per finire in bellezza (cfr. pag. 161) per parlare con intelligenza delle donne e della questione femminile.Il confronto delle sue idee con quelle di personaggi di spicco nel mondo del giornalismo, dell’impresa o di altri ambienti , a tutto tondo e a tutto globo, ci offre una visione incredibilmente ampia dei prob-lemi su cui ci facciamo mille domande.E, quasi magicamente, le risposte affiorano spon-tanee, per noi, attraverso il suo sguardo attento, come se tutti i dubbi sparissero, guardandoli col cuore della narratrice.Sa raccontare, Barbara Serra, come afferma Sev-ergnini: sa raccontare e sa narrare. Raccontare le sue esperienze e narrare le sue vicende umane, le sue idee, il suo modo di pensare.E sa parlare, Barbara Serra, con quel modo af-fascinante, non tipicamente accattivante di ogni donna, ma profondamente colmo di calore della gente leale. Ed è stato un onore conoscerla, leg-gere e approfon-dire, attraverso i suoi scritti, gli argomenti trat-tati alla mani-festazione IL SABATO DEL VILLAGGIO, in una serata indi-menticabile.

Maria Palazzo

Page 7: Lamezia mese marzo

12 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 13

Laboratori di arte, artigianato, videomaking e giornalis-mo. Seminari sui temi della salute e del benessere, cine-forum, dibattiti su argomenti di attualità, momenti di ap-profondimento sulle singole materie studiate tutti i giorni e confronti interdisciplinari. E tre ospiti d’eccezione: lo studioso e noto conduttore televisivo Alberto Angela, il geologo lametino di fama internazionale Giulio Riga, la testimonianza del gospel rapper Shoek.Si è appena conclusa una settimana particolarmente in-tensa per il Liceo “Campanella” di Lamezia Terme che come ogni anno, nella pausa didattica a cavallo tra pri-mo e secondo quadrimestre, ha organizzato una setti-mana pensata “dagli studenti per gli studenti”, con con-tenuti e modalità didattiche innovative. Tra gli obiettivi dell’iniziativa: approfondire temi e argomenti spesso per ragioni di tempo non trattati nei percorsi didattici ordinari e stimolare il protago-nismo degli studenti nell’organizzazione della vita della scuola.Sono stati gli stessi del Comitato Stu-dentesco, coordi-nati dalla docente Michela Cimmino, a definire il pro-gramma delle attiv-ità della settimana dello studente con-frontandosi con tutti i docenti e gli studenti dell’istituto superiore e coinvol-gendo figure e realtà associative esterne alla scuola, che hanno offerto gratuitamente il loro contributo.“Come Comitato studentesco – dichiarano i rappre-sentanti degli studenti Reuel Lento, Alessandra Ariosto, Francesco Colelli, Pietro D’Ippolito, Roberto Adamo, Gianmarco Costanzo e Mariasole Sacco – siamo sod-disfatti del programma organizzato anche quest’anno per la settimana dello studente e della risposta positiva dei 1100 studenti del Campanella, che hanno partecipato attivamente sia all’organizzazione della settimana sia alle diverse attività proposte. Ringraziamo tutti i docenti

dell’istituto per la collaborazione e il sostegno e le figure esterne intervenute, che hanno arricchito il programma con i loro contributi stimolando interesse e voglia di ap-profondire i diversi temi. La settimana dello studente per noi non è un fatto episodico, da ripetere una volta l’anno, ma rientra nello spirito e nella mission di una scuola come il Liceo “Campanella” dove tutti i giorni, nel rispetto dei differenti ruoli, si sviluppa una collaborazione virtuosa tra studenti e docenti e tra la scuola e il territorio”.“Il coinvolgimento e il protagonismo degli studenti nell’organizzazione annuale di questa settimana forte-mente voluta dal dirigente Giovanni Martello – dichiara la docente Michela Cimmino – ci dà la prova di cosa sig-nifica fare “buona scuola”: significa mettersi a servizio del territorio, aprire gli orizzonti della didattica e, pur ribaden-

do il valore insosti-tuibile della scuola pubblica, avviare sinergie virtuose con tutti i soggetti attivi sul territorio che possono ar-ricchire il percorso formativo dei nostri ragazzi”.A chiudere la setti-mana dello studen-te, la testimonianza del rapper Shoek, all’anagrafe Thom-as, che ha parlato a tutti gli studenti in auditorium della

sua vita, di un cammino di rinascita che lo ha portato dalle gang sudamericane all’incontro con Cristo. Una vita, quella di Shoek, pioniere del gospel rap in Italia, che ha conosciuto inferno e paradiso, la strada e la comu-nità, la morte spirituale e la rinascita. E che agli studenti del Liceo “Campanella” ha lasciato un messaggio: “non sprecate la vostra vita e non mettetevi addosso delle maschere che negano la vostra autenticità, che non vi fanno essere felici. Spendete la vostra vita per ciò per cui vale davvero la pena vivere: l’amore, la speranza, la salvezza. Tutto questo ha un solo nome: il nome di Gesù Cristo”

Conclusa settimana dello studente al Liceo “Campanella” con la testimonianza del gospel rapper Shoek

… continua il nostro viaggio nel mondo della cucina et-nica parlando anche in questa puntata di Sudamerica, una cucina che, volendo usare un termine piuttosto recente, potremmo definire “fusion per antonomasia”In questo secondo viaggio di “chef a domicilio” an-dremo alla scoperta di un abbinamento facile e deli-cato, come molti di voi sanno nella cucina del centro america è rinomato l’uso della frutta in cucina, tante sono le varietà che provengono dalle terre Sudameri-cane, tra le più usate papaya ananas, guava, banane, mango.Proprio quest’ultimo sarà il protagonista di questa ricetta: salmone con salsa di mango e zenzero

ingredienti per 4 persone

4 tranci di salmone,2 manghi maturi 1 cucchiaio di zenzero 1 tazza di fumetto di pesce2 limoni,3 spicchi d’aglio,2 cucchiai di dragoncello secco 4 scalogni 2 pomodori 50 grammi di burro sale e pepe quanto basta

proCediMento

Mettete i tranci di salmone in un piatto piano spru-zzateli con il succo di limone e unite l’aglio sbuc-ciato e schiacciato, il dragoncello, il sale ed il pepe, coprite e mettete in frigo per un’ora.Nel frattempo mettete nel mixer gli scalogni puliti e tritati grossolanamente, il pomodoro lavato ed il mango anche questo lavato e tagliato a pezzi, frullate finchè non otterrete un composto liscio ed omogeneo, aggiungete ora il fumetto di pesce e lo zenzero frullate ancora e mettete da parte a ques-to punto riprendete il salmone dalla marinatura e cuocetelo nel burro in una padella x 3 minuti su ogni lato aggiungete la salsa di mango coprite e fate sobbollire per 5 minuti quando vedrete che il salmone si sfalda allora avrete ottenuto la cottura perfettaPosizionate ora a specchio un po’ di salsa di mango ed adagiatevi sopra la fetta di salmone, guarnite con rametto di aneto n.b la salsa posizionata sul piatto a specchio dovrà essere ben calda

Vino consigliato: dovrà essere un bianco con grande struttura e corpo, può andar bene uno Chardonnay Riserva Mendoza Argentinaoppure un Terre di Franciacorta bianco

Salmone in salsa di mango e zenzero

Page 8: Lamezia mese marzo

14 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 15

Quando un individuo adulto decide di condividere la propria vita con un’altra persona, è arrivato il momento di costruire la propria famiglia staccandosi da quella di origine. Questo è, quantomeno, il percorso naturale attua-to nelle famiglie della società che precedevano la nostra. Oggi, però, si può affermare che questo non si verifica, da quanto emerge anche dalle indagini sociologiche.Un’indagine dell’OCSE (Organizzazione per la Coopera-zione e lo Sviluppo Economico) rileva, infatti, che in Ita-lia vi sia il primato per la più alta percentuale di giovani che permangono a vivere nella famiglia d’origine anche in età avanzata, rispetto agli altri Paesi industrializzati.La famiglia può essere considerata un sistema in continua evoluzione, dato che i ruoli dei membri al proprio interno vengono messi costantemente alla prova, al variare delle esigenze dei soggetti che la compongono. Ogni qualvolta, un soggetto mette in atto azioni di cambiamento all’inter-no del contesto familiare, anche gli altri membri reagiran-no con dei mutamenti. La famiglia rappresenta il primo contesto di evoluzione per l’individuo. Il compito naturale di una famiglia dovrebbe essere di creare e formare in-dividui adulti e autonomi, capaci di staccarsi dalla fami-glia stessa e andare per la propria strada. Almeno ciò era quello che accadeva in passato, oggi ciò diventa sempre più difficile.Il rapporto genitori-figli si chiude sempre più in un cir-colo vizioso e, quanto più i genitori tendono a sostenere i propri figli allo scopo di facilitargli la vita, tanto più i figli permangono in famiglia, alimentando la complicità dei genitori che giustificano tali situazioni con spiegazioni di natura sociale (non c’è lavoro), economica (non riesco-no a pagarsi l’affitto), e così via. E, col passar del tempo, si crea una sorta di rapporto basato sul non poter fare a meno gli uni degli altri in una logica né con te, né senza di te.Questo nuovo status familiare, ha messo in discussione il modello tradizionale sostituendolo con quello più mod-erno, dove però si innescano delle dinamiche familiari a volte disfunzionali. Ciò che si è venuto a creare è un ribaltamento che ha visto la messa in discussione della cultura e dei modelli educativi del passato, troppo auto-ritari e deprivanti affettivamente e relazionalmente, verso un modello educativo democratico, amichevole e impron-

tato al permissivismo. In ultima analisi, i nuovi genitori, per farsi ascoltare e seguire dai propri figli, non utilizzano più il ruolo e l’autorità, ma chiedono spiegando. Spesso si cade nell’errore di voler mettere i genitori ed i figli sullo stesso livello in maniera orizzontale, così come avviene nei rapporti sociali, ma nel contesto familiare deve vige-re il rispetto della gerarchia. Il rapporto tra genitori e figli si è trasformato, passando da verticale e strutturato con al vertice i genitori e alla base i figli, a un rapporto antiautoritario mascherato in demo-cratico, che sfocia nel permissivismo più assoluto ove i genitori si astengono da un qualunque tipo di intervento o, se tale intervento c’è, è alquanto debole. A volte questo porta i figli a decidere inconsapevolmente sulle proprie scelte senza, però, avere la giusta dose di consapevolezza e bruciando le tappe evolutive ed il gusto della conquista quando raggiungono l’obiettivo.Lo stile educativo tradizionale, basato sull’autorità e di tipo patriarcale era quello più diffuso, poneva il capo fa-miglia al centro di tutto ma era anche il punto di riferi-mento della famiglia, mentre il resto dei membri (moglie, figli, nonni e altri eventuali familiari che vivevano tutti nella stessa casa) in sudditanza alle sue decisioni …que-sto modello ha delle criticità in quanto non consentiva il confronto e la scelta. Attualmente la tipologia familiare più estesa è quella di tipo mono-nucleare, dove sono presenti al proprio interno la coppia genitoriale ed un figlio; i nonni di solito vivono in un’altra casa e rappresentano spesso un soste-gno a cui appoggiarsi in caso di necessità. Ora la strut-tura familiare pone tutti allo stesso livello con uno stile educativo che non educa ma che costruisce personalità arroganti, insicure, prepotenti e incapaci di assumersi le proprie responsabilità. Il rapporto genitori-figli non può esser basato sulla reciprocità, l’amicizia, sull’avere dai figli adeguamento a compiti e doveri senza però chiedere, ma sul dover dare per poi aspettarsi di avere. Il genitore non è e non può essere l’amico o il compagno: può solo essere colui che guida.Ai figli servono delle regole, le quali hanno il doppio ruolo da una lato quello di guidare e dall’altro quello di conte-nere le ansie e le paure…le regole però vanno stabilite insieme ai figli, spiegate e modificate in base alle tappe

evolutive. Le regole devono essere tali, ma le eccezioni servono a non essere troppo schematici o rigidi, senza però correre il rischio che le eccezioni diventino il ribal-tamento delle regole. Oggigiorno, i figli sono iper-stimo-lati rendendoli cognitivamente più veloci e perspicaci ma più fragili se lasciati a se stessi. I genitori dobbiamo avere il coraggio di assumerci delle responsabilità, altrimenti apparremmo poco affidabili, rendendoli irresponsabili a loro volta. La nostra presenza non deve essere basata sulla quantità, se poi non è interattiva, ma è importante puntare alla qualità e alla fiducia e quest’ultima va con-quistata. Il ruolo dei genitori è quello di crescere i figli dando loro gli strumenti necessari per renderli autonomi, costruire delle radici stabili consentirà ai ragazzi di crescere apren-do le ali verso l’alto…lasciando che i figli vadano incontro alle cose, ricevendo quei piccoli colpi che rendono forti. Tante piccole difficoltà servono a formare e rafforzare il carattere. Per i genitori è più semplice dire di si, cosa più facile e gratificante, che rende simpatici e fa ottenere approvazione ed entusiasmo. Quanto più sapranno dire di

no, tanto più i figli dovranno ribellarsi e dovranno critica-re i genitori stessi. Questo sarà il segno della forza e della salute del rapporto. Il figlio che si ribella alle direttive del genitore è un figlio che si comporta secondo l’ordine mentale delle cose; una persona che lotta per cercare di ottenere i benefici senza fatica, impegno, doveri e fatica con genitori deboli che cedono e danno senza richiedere alcun impegno, permettono al proprio figlio di imparare l’arte di ottenere solo chiedendo e facendo la voce grossa.L’amore responsabile dei genitori deve essere un amore molto controllato, che tenga sempre conto dei ruoli e che funzioni da orientamento e guida.Laborit (1982) sostiene: “la felicità è la successione della capacità di desiderare, di agire per raggiun-gere lo stato desiderato e, infine, dopo aver goduto dell’averlo raggiunto, il desiderio di ricominciare”.

dott.ssa Maria Mirabelli

Psicologa clinica-Psicoterapeuta

Viale Michelangelo, 25 Lamezia Terme Contatti: 339.5919310 [email protected]

La famosa rssegna culturale del CAVALLINO BIAN-CO, curata da INES PUGLIESE e TOMMASO COZ-ZITORTO, dopo dieci anni chiude un ciclo intenso e variegato.Tanti gli spettacoli cullturali proposti in questi anni: D’ANNUNZIO, ISABELLA ALERAMO, MADA-ME BOVARY, BAUDELAIRE, SALGARI E I SUOI ROMANZI DI AVVENTURE, IL MISTERO DEGLI ANGELI, LE POESIE DI PETRERCA, LA SIGNORA DELLE CAMELIE di DUMAS ecc. ecc.Vogliamo inoltre ricordare i numerosi spettacoli sulle poesie di Ines Pugliese e sulle riflessioni scritte di Tom-maso Cozzitorto.Tanti gli ospiti che si sono esibiti al dimartediculturan-do: TONINO FALVO, GIANCARLO DAVOLI, DAVI-DE GALLI, SALVATORE DE BIASE, TULLIO CALFA, LUCIANA PARLATI, ANGELA DESENSI FRONTE-RA, GIOVANNI BUFFONE, FILIPPO D’ANDREA.Tanti gli artisti che ci hanno accompagnati da protago-nisti in queti anni: MARIA MATTEA PAGANI, ROSA

D’AUDINO, MONICA SDANGNELLLI GIOVANNI CIMINO, ANTONIO BIFULCO, CHIARA D’AN-DREA.Ringraziamo con grande affetto il gestore del CAVAL-LINO BIANCO, TONINO LOMBARDO e non ultimo il pubblico che ci ha seguito con attenzione e partecipa-zione assidua nel corso di questi anni.Un affettuoso pensiero ad ANTONELLO MICELI ri-cordando quando, insieme, abbiamo coniato il titolo della rassegna.Da parte nostra, carichi di bellissimi ricordi, e, sicuri, di aver dato nel nostro piccolo un contributo di qualità alla partecipazione culturale della città di Lamezia va-lorizzando soprattutto i talenti della nostra terra, salu-tiamo tutti.

Ines Pugliese, Tommaso Cozzitorto

Appuntamento ad una nuova idea.

Dopo 10 anni “DIMARTEDÌCULTURANDO” chiude le sue rappresentazioni.

Page 9: Lamezia mese marzo

16 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo Lameziaenonsolo Editore: Tipografia Perri 17

Una giornata all’in-segna della bellez-za quella che si è svolta il 02 marzo all’Auditorium del Liceo “Tommaso Campanella” di Lamezia Terme per l’esclusivo appun-tamento Passion – evento di trucco e acconciatura organizzato da Franco Ca-lidonna, direttore della SCUOLA APPE di Lamezia Terme, rinomata scuola professio-nale per acconciatori, estetiste e tatuatori.

Protagonisti dell’evento gli allievi dei corsi per acconciatore ed estetista dell’APPE che hanno realizzato sapientemente acconcia-ture e trucchi su modelle che, sfilando con bellissimi abiti da quello da tempo libero a quello da sposa, si sono affidate alle loro mani per far risplendere ancora di più la loro femminilità. E così le estetiste hanno realizzato trucchi da giorno, da sera e da sposa, men-tre gli acconciatori hanno realizza-to, su capelli tinti con i colori moda rame e pastello, acconciature alte, semi-raccolti con aggiunta di exten-sion. Gli allievi si sono cimentati nell’esecuzio-ne di lavori su pedana per dimostrare ai nu-merosi presenti, circa 600, la preparazione che la scuola è riuscita a dare. Ed ecco un taglio maschile, un taglio moda femminile, un trucco fantasia, una dimostrazione di ri-costruzione unghie fino alla tecnica dell’in-vecchiamento molto utilizzata nel cinema o a teatro. È seguita una sfilata di body painting, tec-nica assai particolare e fantasiosa in cui il corpo diventa una tela al di sopra della quale si mescolano colori diversi, da quel-lo più tenue a quello più acceso con un ef-fetto a dir poco entusiasmante. Ed ecco la “Foresta amazzonica” che con colori ac-cesi richiama la vegetazione e gli animali

di questo affascinante luogo, l’“Angelo” dai colori tenui e rilassan-ti, la “Notte stellata” che riproduce il famoso quadro di Van Gogh e lo “Zombie” i cui colori ri-chiamano il macabro. In particolare in quest’ulti-ma creazione oltre alla tecnica del body pain-

ting sono state utilizzate le diverse tecniche del trucco cinematografico ed effetti speciali e così si sono simulati una fe-rita con spada infilzata da una parte all’altra del corpo, diversi colpi di arma da fuoco e ferite sanguinanti con un ef-fetto ottico abbastanza realistico. A rendere an-cora più particolari le creazioni, ci hanno

pensato gli acconciatori che hanno realizzato ac-conciature artistiche alte e cotonate con l’aggiun-ta di sfiziosi posticci e di accessori fantasiosi.

La sfilata ha avuto un grandissimo successo ed ha messo in eviden-za le eccezionali doti degli allievi dell’APPE

che si sono preparati all’evento come dei veri professionisti. An-cora una volta l’APPE ha dimostrato di essere all’avanguardia e di es-sere sempre un passo in avanti grazie ai conte-nuti innovativi dei pro-pri moduli didattici ca-paci di dare agli allievi non solo le conoscenze base dell’acconciatura e dell’estetica ma an-che aspetti innovativi come il trucco cine-matografico e gli effetti speciali. È grazie a questo che la scuola dopo vent’anni è ancora una delle più belle realtà calabresi

nel campo della formazione, ed è motivo di orgoglio alla luce dell’elevata preparazione acquisita dagli allievi, supportati oltre che da esperti docenti da un direttore, Franco Calidonna, instancabile e pignolo che ha espresso particolare soddisfazione.

Il Direttore ha sottolineato che “questo evento, uno dei tanti organizzati dalla scuo-la, rappresenta uno stimolo per migliorare sempre più e continuare a lavorare con l’u-miltà, l’impegno e la professionalità che

da sempre contrad-distinguono l’AP-PE. In vent’anni di attività abbiamo costruito molto per sviluppare la quali-tà della formazione offerta; alimentia-mo giornalmente la passione per il mondo dell’accon-ciatura e dell’este-

tica in generale e la trasferiamo a tutti gli allievi che scelgono i nostri corsi”.

La Scuola APPE, continua il Direttore, “non è solo formazione in aula ma anche visite guidate e stage esterni. Il 15 marzo le allieve dei nostri corsi per estetista saranno impegnate in uno stage di 2 giorni nei più importanti centri benessere e SPA della Pu-glia, il 22 e 23 marzo saremo presenti come ogni anno alla fiera COSMOPROF di Bo-logna dove i nostri allievi si cimenteranno nell’esecuzione di lavori su pedana quali tagli, acconciature, trucchi e quant’altro

ancora”.

Il Direttore conclu-de “ho sempre in-vestito e continuo ad investire nella formazione affin-ché i giovani che frequentano i no-stri corsi, riescano ad acquisire quella professionalità e

preparazione che permetta loro di affer-marsi nel mondo del lavoro. Ritengo che i giovani rappresentano il futuro della nostra terra e su di loro bisogna puntare!”

Febbraio 2015A Cosenza al Museo MAM, curatori Mimma Pasqua e Maria Rosa Pivi-dori, Friuli e Calabria si incontrano nella amicizia che legò Francesco Leonetti a Pasolini, sul tema del partire e del restare, allargato a sen-za limiti e confini.In viaggio con Antonio.Mi ritrovo a guardare altra mostra di Tornare@Itaca, dedicata a Calo-gero e Merini, nel 2011, e insieme al filo, alla Guglia sono nello spazio di Vertigo Arte, stasera.Cucire il tutto stamani impossibi-le è. Come se avessi in mano molti pezzi di colori diversi, di tessuto di-verso, in un paniere, Panaru, che al-tra mostra è.

Dalla finestra di Silvia Puija, suo lo sfogliare di un tempo di legami fra un io e i suoi vicini…Voglio però ritornare al Tempo che tu mi hai regalato, Antonio, quan-

do studente al Liceo di Vibo Valen-tia, nelle ore che non eri in classe, anda-vi a trascor-rere al Palaz-zo Gagliardi, allora Museo archeologico, ad osserva-re le testi-monianze, le fonti, i resti, i cocci di quel-lo che fu un passaggio di genti.Passare in

tanti lasciando orme sul terreno, ti direbbe il poeta Mastroianni.Un viaggio che facciamo nella te-sta, prima di prender auto, valigia e andare.Tu non hai parole, dici, eppure le tue parole da un viaggio ad un al-tro, compongono un tessuto, civile, di chi ha studiato, di chi ora osserva come il ribaltamento di conoscenze approssimate e farraginose sia ora preferito ad impegno e competen-za.“Liberare parole perché nessuno punisce non vuol dire che questa abbondanza liberi. Soffoca invece. Liberare parole uccide la libertà di espressione che ha bisogno di limiti e confini, di riferimenti e studio, di serietà, per esistere.”Questo ci diciamo in una serata pie-na di incontri e doni, di racconti e immagini.

Est ovest da dove si arri-va. Ex stasi da fuori mi sta dicendo Orazio Ga-rofalo. Con suo video che proietta

le ombre sul muro fuori dallo scher-mo. Ombra sei, come non ti vedi mai. Tua ombra, le spalle. Est ovest, mi sta dicendo stasera Antonio, con sua opera, davanti due immagini di confini, segnati, affrontati da est e ovest con correnti marine e cor-renti di cielo, linee azzurre sporcate da ossido di piombo. Stesso colore usato in stoviglie di terracotta che rilasciava veleno. Veleno che man mano nutriva, avvelenando umore. Mondo rivoltato. Prospettiva rivol-tata. Stasera. Come racconto di Sa-verio sul grosso pesce appena pe-scato che saltella morente e bimba meravigliata saltellante sorpresa. Su una spiaggia in cui un pescatore

anziano osserva continuando suo fare e uomo giovane sorride della scoperta di sua bimba. Un capovol-gimento che vita è. Morte per uno e felicità per altra. Stasera poi tanti altri capovolgi-menti impediranno il tornare ad Itaca. Che mai si torna da nessuna parte. Restano qui accanto i libri di Franco Araniti. Di quel via vai... D’amore- che mi accingo a leggere.

Inizio modulo

Page 10: Lamezia mese marzo

18 Editore: Tipografia Perri Lameziaenonsolo

Studio condotto da James Hudziak, docente di psichiatria negli Usa: “Durante la crescita si modifica lo spessore della corteccia cerebrale. La pratica musicale influenza tale spessore nelle aree legate alla memoria di lavoro e all’organizzazione mentale.

I bambini che familiarizzano con uno strumento musicale fin da piccolissimi sembrano ottenere dei benefici che vanno ben oltre il fatto di saper suonare Mozart, Beethoven o Bach. A dimostrarlo è una recente ricerca statunitense apparsa sulla rivista Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, secondo cui suonare uno strumento musicale fin dalla tenera età favorirebbe un miglior controllo delle emozioni e una migliore capacità di attenzione, abbattendo la tendenza a soffrire di disturbi d’ansia. Lo studio – considerato la più vasta indagine relativa all’associazione tra sviluppo cerebrale e interesse alla musica nei bambini – è stato condotto da James Hudziak, docente di psichiatria dell’Università del Vermont, che ha preso in esame le risonanze magnetiche di 232 ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni, analizzando lo sviluppo cerebrale nel tempo. In base alle ricerche effettuate dallo stesso Hudziak e dal suo team, infatti, durante la crescita la corteccia cerebrale dei bambini andrebbe incontro a una modifica del suo spessore e il suo assottigliamento in determinate aree cerebrali sarebbe da ricollegare direttamente ai disturbi d’ansia, dell’attenzione e ai

comportamenti aggressivi negli adolescenti. Dalla ricerca attuale è emerso che la musica avrebbe il potere di alterare lo sviluppo delle aree motorie cerebrali, probabilmente per via dei movimenti coordinati che richiede il fatto di saper suonare uno strumento. Ancor più importante, la pratica musicale influenzerebbe lo spessore della

corteccia nelle aree legate alla memoria di lavoro e all’organizzazione mentale, con un importante influenza sul controllo e la gestione delle emozioni. “Tali statistiche – spiegano i ricercatori – sottolineano l’importanza vitale di trovare nuovi modi innovativi per rendere la formazione musicale più ampiamente disponibile ai giovani, a partire dalla prima infanzia”. Già da tempo le ricerche scientifiche hanno mostrato i numerosi benefici della pratica musicale sin dalla tenera età: uno studio della Harvard University ha mostrato che avere a che fare con le note potenzia le capacità mentali dei bambini, rendendo

il loro cervello più “flessibile”, mentre una ricerca sull’autorevole Journal of Neuro Science ha fatto vedere come praticare musica da giovani garantisce un cervello più svelto e reattivo da anziani. Per consigli sullo studio del Pianoforte potete contattarmi al 331/3418192

Egidio Ventura