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L’illusione del corpo: comprendere l’anoressia attraverso la realtà virtuale immersiva
Gli articoli qui riportati sono da intendersi non riproducibili né pubblicabili da terze parti non espressamente autorizzate da Sapienza Università di Roma
Rassegna del 20-02-20
COMUNICATO STAMPA13/02/20 UNIVERSITÀ
SAPIENZA DI ROMA1 L’illusione del corpo: comprendere l’anoressia
attraverso la realtà virtuale immersiva... 1
SAPIENZA - CARTA STAMPATA17/02/20 Giornale 13 Intervista a Luca Provenzano - «Triplicati i casi
maschili E i ragazzi non ne parlano»Alfano Manila 4
19/02/20 Il Nuovo Corriere diRoma e del Lazio
14 L'Illusione del corpo. Come comprenderel'anoressia attraverso la Realtà Virtuale Immersiva
... 5
SAPIENZA WEB14/02/20 ASKANEWS.IT 1 Anoressia, avatar e realtà virtuale per studiarne
meccanismi emotivi... 7
19/02/20 LASTAMPA.IT 1 Anoressia e bulimia: un avatar in tre versionicorporee aiuta il paziente a correggere lapercezione di sé
... 10
13/02/20 QUOTIDIANOSANITA.IT
1 Anoressia. La reltà virtuale per studiare icomportamenti emotivi alla base del disturbo
... 12
13/02/20 ROMANOTIZIE.IT 1 ROMANOTIZIE.IT - Ricerca - L’illusione del corpo:comprendere l’anoressia attraverso la realtàvirtuale immersiva
... 14
14/02/20 TECNOMEDICINA.IT 1 Comprendere l’anoressia attraverso la realtàvirtuale immersiva
... 16
19/02/20 ILSECOLOXIX.IT 1 Anoressia e bulimia: un avatar in tre versionicorporee aiuta il paziente a correggere lapercezione di sé
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SAPIENZA SITI MINORI WEB15/02/20 24ORENEWS.IT 1 Comprendere l’anoressia attraverso la realtà
virtuale immersiva... 21
13/02/20 9COLONNE.IT 1 Lâillusione del corpo: comprendere lâanoressiaattraverso la realtà virtuale
... 22
13/02/20 MAGAZINE.IMPACTSCOOL.COM
1 Affrontare l’anoressia con la realtà virtuale ... 23
art
Università degli Studi di Roma “La Sapienza” CF 80209930587 PI 02133771002 Capo Ufficio Stampa: Alessandra Bomben Addetti Stampa: Christian Benenati - Marino Midena - Barbara Sabatini - Stefania Sepulcri Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma T (+39) 06 4991 0035 - 0034 F (+39) 06 4991 0399 [email protected] [email protected] www.uniroma1.it
L’illusione del corpo: comprendere l’anoressia attraverso la
realtà virtuale immersiva
Avatar ed embodiement per studiare i comportamenti emotivi alla base del
disturbo. Lo studio pubblicato su Journal of Clinical Medicine è stato condotto
da un team di ricerca della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia IRCCS.
L’obiettivo è integrare tecnologie innovative nei futuri percorsi
psicoterapeutici L’Anoressia nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per il resto dell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentare di peso e un alterato rapporto con la forma del proprio corpo. Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto grave, sia per l’alta resistenza ai trattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomi principali è la distorsione a carico dell’immagine corporea: le persone anoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio corpo, ne sovrastimano le dimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non è affetto dalla patologia. Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricerca dei Dipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCS guidato da Salvatore Maria Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale, impiegata al Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra i ricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano. Lo studio Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da un bando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la realtà virtuale immersiva con l’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive e sociali che permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprio quello di indagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa.
Università degli Studi di Roma “La Sapienza” CF 80209930587 PI 02133771002 Capo Ufficio Stampa: Alessandra Bomben Addetti Stampa: Christian Benenati - Marino Midena - Barbara Sabatini - Stefania Sepulcri Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma T (+39) 06 4991 0035 - 0034 F (+39) 06 4991 0399 [email protected] [email protected] www.uniroma1.it
L’illusione del corpo: comprendere l’anoressia attraverso la
realtà virtuale immersiva
Avatar ed embodiement per studiare i comportamenti emotivi alla base del
disturbo. Lo studio pubblicato su Journal of Clinical Medicine è stato condotto
da un team di ricerca della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia IRCCS.
L’obiettivo è integrare tecnologie innovative nei futuri percorsi
psicoterapeutici L’Anoressia nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per il resto dell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentare di peso e un alterato rapporto con la forma del proprio corpo. Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto grave, sia per l’alta resistenza ai trattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomi principali è la distorsione a carico dell’immagine corporea: le persone anoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio corpo, ne sovrastimano le dimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non è affetto dalla patologia. Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricerca dei Dipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCS guidato da Salvatore Maria Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale, impiegata al Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra i ricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano. Lo studio Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da un bando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la realtà virtuale immersiva con l’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive e sociali che permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprio quello di indagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa.
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Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco veniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale. La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio. “I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari - ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana, rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico di guarigione dalla patologia”. Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale, come l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli. I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma anche per future applicazioni psicoterapeutiche.
Riferimenti: Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality - Provenzano, L. Porciello, G. Ciccarone, S. Lenggenhager, B. Tieri, G. Marucci, M. Dazzi, F. Loriedo, C. Bufalari, I. Journal of Clinical Medicine (30 dicembre 2019) DOI https://doi.org/10.3390/jcm9010098
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Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco veniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale. La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio. “I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari - ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana, rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico di guarigione dalla patologia”. Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale, come l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli. I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma anche per future applicazioni psicoterapeutiche.
Riferimenti: Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality - Provenzano, L. Porciello, G. Ciccarone, S. Lenggenhager, B. Tieri, G. Marucci, M. Dazzi, F. Loriedo, C. Bufalari, I. Journal of Clinical Medicine (30 dicembre 2019) DOI https://doi.org/10.3390/jcm9010098
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Info
Ilaria Bufalari
Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione
Luca Provenzano
Dipartimento di Psicologia
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Info
Ilaria Bufalari
Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione
Luca Provenzano
Dipartimento di Psicologia
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art
Tiratura: 98809 - Diffusione: 44975 - Lettori: 329000: da enti certificatori o autocertificatiwww.datastampa.it
17-FEB-2020da pag. 13foglio 1
Superficie: 20 %Dir. Resp.: Alessandro Sallusti
5891Tiratura: 98809 - Diffusione: 44975 - Lettori: 329000: da enti certificatori o autocertificatiwww.datastampa.it
17-FEB-2020da pag. 13foglio 1
Superficie: 20 %Dir. Resp.: Alessandro Sallusti
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art
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Tiratura: 0 - Diffusione: 0 - Lettori: 0: da enti certificatori o autocertificatiwww.datastampa.it
19-FEB-2020da pag. 14foglio 1 / 2
Superficie: 43 %Dir. Resp.: Giovanni Tagliapietra
5891
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Tiratura: 0 - Diffusione: 0 - Lettori: 0: da enti certificatori o autocertificatiwww.datastampa.it
19-FEB-2020da pag. 14foglio 1 / 2
Superficie: 43 %Dir. Resp.: Giovanni Tagliapietra
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Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Tiratura: 0 - Diffusione: 0 - Lettori: 0: da enti certificatori o autocertificatiwww.datastampa.it
19-FEB-2020da pag. 14foglio 2 / 2
Superficie: 43 %Dir. Resp.: Giovanni Tagliapietra
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Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Tiratura: 0 - Diffusione: 0 - Lettori: 0: da enti certificatori o autocertificatiwww.datastampa.it
19-FEB-2020da pag. 14foglio 2 / 2
Superficie: 43 %Dir. Resp.: Giovanni Tagliapietra
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art
RICERCA Venerdì 14 febbraio 2020 - 12:53
Anoressia, avatar e realtà virtualeper studiarne meccanismi emotiviStudio Università Sapienza Roma e Fondazione Santa Lucia IRCCS
Roma, 14 feb. (askanews) – L’Anoressia Nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9nuovi casi ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per ilresto dell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e dell’alimentazionecaratterizzato dalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa pauradi aumentare di peso e un alterato rapporto con la forma del proprio corpo.
Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, l’anoressianervosa è un disturbo psichiatrico molto grave, sia per l’alta resistenza aitrattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomiprincipali è la distorsione a carico dell’immagine corporea: le persone anoressichesono vittima di una alterata percezione del proprio corpo, ne sovrastimano ledimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto achi non è affetto dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività diricerca dei Dipartimenti di Psicologia e Psicologia dei processi di sviluppo esocializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio di Neuroscienze socialidella Fondazione Santa Lucia IRCCS guidato da Salvatore Maria Aglioti, mette incampo un nuovo strumento per comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi edemotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale, impiegata al Santa Lucia
ASKANEWS.IT Data pubblicazione: 14/02/2020Link al Sito Web
Link: http://www.askanews.it/cronaca/2020/02/14/anoressia-avatar-e-realt%c3%a0-virtuale-per-studiarne-meccanismi-emotivi-pn_20200214_00089/
RICERCA Venerdì 14 febbraio 2020 - 12:53
Anoressia, avatar e realtà virtualeper studiarne meccanismi emotiviStudio Università Sapienza Roma e Fondazione Santa Lucia IRCCS
Roma, 14 feb. (askanews) – L’Anoressia Nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9nuovi casi ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per ilresto dell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e dell’alimentazionecaratterizzato dalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa pauradi aumentare di peso e un alterato rapporto con la forma del proprio corpo.
Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, l’anoressianervosa è un disturbo psichiatrico molto grave, sia per l’alta resistenza aitrattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomiprincipali è la distorsione a carico dell’immagine corporea: le persone anoressichesono vittima di una alterata percezione del proprio corpo, ne sovrastimano ledimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto achi non è affetto dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività diricerca dei Dipartimenti di Psicologia e Psicologia dei processi di sviluppo esocializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio di Neuroscienze socialidella Fondazione Santa Lucia IRCCS guidato da Salvatore Maria Aglioti, mette incampo un nuovo strumento per comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi edemotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale, impiegata al Santa Lucia
ASKANEWS.IT Data pubblicazione: 14/02/2020Link al Sito Web
Link: http://www.askanews.it/cronaca/2020/02/14/anoressia-avatar-e-realt%c3%a0-virtuale-per-studiarne-meccanismi-emotivi-pn_20200214_00089/
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anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra i ricercatori, glipsicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano.
Lo studio “Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity inAnorexia Nervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality”, finanziato da unbando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la realtà virtualeimmersiva con l’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delleneuroscienze cognitive e sociali che permette di indurre nei partecipanti l’illusionedi possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata.
L’obiettivo – spiega la Sapienza – è proprio quello di indagare le singolecomponenti alla base della distorsione dell’immagine corporea nell’AnoressiaNervosa.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non,sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente laforma e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava unaversione dimagrita e uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossarecaschetti per la realtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei rispettivi avatar.Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpodi ciascuno dei tre avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentrelo stesso tocco veniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro corporeale.
La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi cheaccompagnano la distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa:nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette daldisturbo mostravano un vissuto di marcato disagio. “I risultati mettonoinnanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivied emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – spiega Ilaria Bufalari – mail salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri approcciterapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana,rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamentecontrollato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e lariduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggifondamentali nel processo terapeutico di guarigione dalla patologia”.
Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporeamultisensoriale, come l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli. Irisultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di
ASKANEWS.IT Data pubblicazione: 14/02/2020Link al Sito Web
anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra i ricercatori, glipsicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano.
Lo studio “Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity inAnorexia Nervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality”, finanziato da unbando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la realtà virtualeimmersiva con l’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delleneuroscienze cognitive e sociali che permette di indurre nei partecipanti l’illusionedi possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata.
L’obiettivo – spiega la Sapienza – è proprio quello di indagare le singolecomponenti alla base della distorsione dell’immagine corporea nell’AnoressiaNervosa.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non,sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente laforma e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava unaversione dimagrita e uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossarecaschetti per la realtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei rispettivi avatar.Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpodi ciascuno dei tre avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentrelo stesso tocco veniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro corporeale.
La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi cheaccompagnano la distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa:nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette daldisturbo mostravano un vissuto di marcato disagio. “I risultati mettonoinnanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivied emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – spiega Ilaria Bufalari – mail salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri approcciterapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana,rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamentecontrollato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e lariduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggifondamentali nel processo terapeutico di guarigione dalla patologia”.
Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporeamultisensoriale, come l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli. Irisultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di
ASKANEWS.IT Data pubblicazione: 14/02/2020Link al Sito Web
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indagine, ma anche per future applicazioni psicoterapeutiche.
CONDIVIDI SU:
ASKANEWS.IT Data pubblicazione: 14/02/2020Link al Sito Web
indagine, ma anche per future applicazioni psicoterapeutiche.
CONDIVIDI SU:
ASKANEWS.IT Data pubblicazione: 14/02/2020Link al Sito Web
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art
LASTAMPA.IT
Anoressia e bulimia: un avatar in tre versioni corporee aiuta il
paziente a correggere la percezione di sé
La Stampa
Tuttosalute
Anoressia e bulimia: un avatar in tre versioni corporee aiuta il paziente a correggere la
percezione di sé
Il comportamento alimentare alterato è un correttivo di una immagine del proprio aspetto
fisico poco fedele al vero. Studio di Giovani ricercatori del Ministero della Salute mostra
il disagio psichico delle persone affette dai disturbi
NICLA PANCIERA Pubblicato il 19 Febbraio 2020 Ultima modifica 19 Febbraio 2020
8:02
Anoressia, bulimia, disturbi del comportamento alimentare in crescita anche tra
giovanissimi. L’anoressia nervosa, ad esempio, fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi
ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per il resto
dell’esistenza.
L’aspetto psicopatologico centrale, quello considerato il nucleo del problema, è il
cosiddetto disturbo dell’immagine corporea. E il comportamento alimentare alterato altro
non è che un correttivo di tale immagine di sé. La rappresentazione che del proprio
corpo hanno queste persone è molto precisa, ma poco fedele al vero. Si vedono grassi
anche se sono magri, tanto che distinguono due stimoli tattili, ma li stimano più distanti
del vero, come se avessero superfici corporee più estese. Queste sono tutte scoperte
recenti che si stanno progressivamente evolvendo in nuove tecniche terapeutiche, che
sfruttano questi meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base del disturbo. Ad
esempio, ricorrendo alla realtà virtuale immersiva con l’illusione di incorporamento, il
cosiddetto embodiment, che regala la percezione di possedere un corpo diverso perché
consente di immedesimarsi in un corpo visto davanti a sé. Lo ha fatto un team di
ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari della sapienza di roma e della Fondazione Santa
Lucia IRCCS, che ha indagato l’origine della distorsione dell’immagine corporea in
questi pazienti.
Lo studio, apparso sul Journal of Clinical Medicine e finanziato da un bando Giovani
ricercatori del Ministero della Salute, ha mostrato che nell’incorporare virtualmente
l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato
disagio.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono stati
ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le
LASTAMPA.IT Data pubblicazione: 19/02/2020Link al Sito Web
Link: https://www.lastampa.it/salute/2020/02/19/news/anoressia-e-bulimia-un-avatar-in-tre-versioni-corporee-aiuta-il-paziente-a-correggere-la-percezione-di-se-1.38487957
LASTAMPA.IT
Anoressia e bulimia: un avatar in tre versioni corporee aiuta il
paziente a correggere la percezione di sé
La Stampa
Tuttosalute
Anoressia e bulimia: un avatar in tre versioni corporee aiuta il paziente a correggere la
percezione di sé
Il comportamento alimentare alterato è un correttivo di una immagine del proprio aspetto
fisico poco fedele al vero. Studio di Giovani ricercatori del Ministero della Salute mostra
il disagio psichico delle persone affette dai disturbi
NICLA PANCIERA Pubblicato il 19 Febbraio 2020 Ultima modifica 19 Febbraio 2020
8:02
Anoressia, bulimia, disturbi del comportamento alimentare in crescita anche tra
giovanissimi. L’anoressia nervosa, ad esempio, fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi
ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per il resto
dell’esistenza.
L’aspetto psicopatologico centrale, quello considerato il nucleo del problema, è il
cosiddetto disturbo dell’immagine corporea. E il comportamento alimentare alterato altro
non è che un correttivo di tale immagine di sé. La rappresentazione che del proprio
corpo hanno queste persone è molto precisa, ma poco fedele al vero. Si vedono grassi
anche se sono magri, tanto che distinguono due stimoli tattili, ma li stimano più distanti
del vero, come se avessero superfici corporee più estese. Queste sono tutte scoperte
recenti che si stanno progressivamente evolvendo in nuove tecniche terapeutiche, che
sfruttano questi meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base del disturbo. Ad
esempio, ricorrendo alla realtà virtuale immersiva con l’illusione di incorporamento, il
cosiddetto embodiment, che regala la percezione di possedere un corpo diverso perché
consente di immedesimarsi in un corpo visto davanti a sé. Lo ha fatto un team di
ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari della sapienza di roma e della Fondazione Santa
Lucia IRCCS, che ha indagato l’origine della distorsione dell’immagine corporea in
questi pazienti.
Lo studio, apparso sul Journal of Clinical Medicine e finanziato da un bando Giovani
ricercatori del Ministero della Salute, ha mostrato che nell’incorporare virtualmente
l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato
disagio.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono stati
ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le
LASTAMPA.IT Data pubblicazione: 19/02/2020Link al Sito Web
Link: https://www.lastampa.it/salute/2020/02/19/news/anoressia-e-bulimia-un-avatar-in-tre-versioni-corporee-aiuta-il-paziente-a-correggere-la-percezione-di-se-1.38487957
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dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e
uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà
virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica
dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre
avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco veniva
effettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale.
«I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli
aspetti cognitivi ed emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria
Bufalari - ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri
approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana,
rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, è
pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione dello stress
emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico
di guarigione dalla patologia».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Qui andrà inserito il messaggio del Direttore, esempio:
"Chiunque ha il diritto alla libertà di opinione ed espressione; questo diritto include libertà
a sostenere personali opinioni senza interferenze.... "
LASTAMPA.IT Data pubblicazione: 19/02/2020Link al Sito Web
dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e
uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà
virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica
dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre
avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco veniva
effettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale.
«I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli
aspetti cognitivi ed emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria
Bufalari - ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri
approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana,
rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, è
pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione dello stress
emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico
di guarigione dalla patologia».
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a sostenere personali opinioni senza interferenze.... "
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Anoressia. La reltà virtuale per studiare icomportamenti emotivi alla base del disturboAvatar ed embodiement per studiare i comportamenti emotivi alla base deldisturbo. Lo studio pubblicato su Journal of Clinical Medicine è stato condottoda un team di ricerca della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia Irccs.L’obiettivo è integrare tecnologie innovative nei futuri percorsi psicoterapeutici.
13 FEB - L’Anoressia nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per il restodell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzatodalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentaredi peso e un alterato rapporto con la forma del proprio corpo. Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, l’anoressianervosa è un disturbo psichiatrico molto grave, sia per l’alta resistenza aitrattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomiprincipali è la distorsione a carico dell’immagine corporea: le personeanoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio corpo, ne
sovrastimano le dimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non èaffetto dalla patologia. Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricerca dei Dipartimentidi Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio diNeuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia Irccs guidato da Salvatore Maria Aglioti, mette incampo un nuovo strumento per comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questodisturbo: la realtà virtuale, impiegata al Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo.Tra i ricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano.
Lo studio Characterizing Body Image Distortion andBodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da unbando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, hacombinato la realtà virtuale immersiva con l’illusione diembodiment, un paradigma molto noto delleneuroscienze cognitive e sociali che permette di indurrenei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diversoda quello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattilesincronizzata. L’obiettivo è proprio quello di indagare lesingole componenti alla base della distorsionedell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa. Per ogni partecipante allo studio, condotto su donneaffette dal disturbo e non, sono stati ricreati tre avatartridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma
e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e unoingrassata.
Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso i qualiimmedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepireil corpo di ciascuno dei tre avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso toccoveniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale.
La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano ladistorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine“ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio. “I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotividel disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari - ma il salto possibile è quello versol’utilizzo di questo strumento nei futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immaginedel corpo sana, rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, èpensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione dello stress emotivo legatoall’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico di guarigione dalla patologia”. Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale, comel’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli.I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma anche perfuture applicazioni psicoterapeutiche.
Diabete. “Non esistono diete o pillolemiracolose”. Gli esperti invitano ipazienti alla prudenza
Tumori. Confermata origine virale dimolti tipi di cancro: studio tedesco hatrovato tracce di virus nel 13% dei2.600 casi esaminati
Medicina. Miur fissa le date per l’esamedi abilitazione: il 16 luglio 2020 laprima sessione, il 25 febbraio 2021 laseconda
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Anoressia. La reltà virtuale per studiare icomportamenti emotivi alla base del disturboAvatar ed embodiement per studiare i comportamenti emotivi alla base deldisturbo. Lo studio pubblicato su Journal of Clinical Medicine è stato condottoda un team di ricerca della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia Irccs.L’obiettivo è integrare tecnologie innovative nei futuri percorsi psicoterapeutici.
13 FEB - L’Anoressia nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per il restodell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzatodalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentaredi peso e un alterato rapporto con la forma del proprio corpo. Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, l’anoressianervosa è un disturbo psichiatrico molto grave, sia per l’alta resistenza aitrattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomiprincipali è la distorsione a carico dell’immagine corporea: le personeanoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio corpo, ne
sovrastimano le dimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non èaffetto dalla patologia. Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricerca dei Dipartimentidi Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio diNeuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia Irccs guidato da Salvatore Maria Aglioti, mette incampo un nuovo strumento per comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questodisturbo: la realtà virtuale, impiegata al Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo.Tra i ricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano.
Lo studio Characterizing Body Image Distortion andBodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da unbando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, hacombinato la realtà virtuale immersiva con l’illusione diembodiment, un paradigma molto noto delleneuroscienze cognitive e sociali che permette di indurrenei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diversoda quello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattilesincronizzata. L’obiettivo è proprio quello di indagare lesingole componenti alla base della distorsionedell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa. Per ogni partecipante allo studio, condotto su donneaffette dal disturbo e non, sono stati ricreati tre avatartridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma
e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e unoingrassata.
Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso i qualiimmedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepireil corpo di ciascuno dei tre avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso toccoveniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale.
La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano ladistorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine“ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio. “I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotividel disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari - ma il salto possibile è quello versol’utilizzo di questo strumento nei futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immaginedel corpo sana, rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, èpensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione dello stress emotivo legatoall’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico di guarigione dalla patologia”. Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale, comel’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli.I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma anche perfuture applicazioni psicoterapeutiche.
Diabete. “Non esistono diete o pillolemiracolose”. Gli esperti invitano ipazienti alla prudenza
Tumori. Confermata origine virale dimolti tipi di cancro: studio tedesco hatrovato tracce di virus nel 13% dei2.600 casi esaminati
Medicina. Miur fissa le date per l’esamedi abilitazione: il 16 luglio 2020 laprima sessione, il 25 febbraio 2021 laseconda
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13 febbraio 2020
RICERCA - L’ILLUSIONE DEL CORPO:COMPRENDERE L’ANORESSIA ATTRAVERSO LAREALTÀ VIRTUALE IMMERSIVAAVATAR ED EMBODIEMENT PER STUDIARE I COMPORTAMENTI EMOTIVI ALLA BASE DEL DISTURBO. LOSTUDIO PUBBLICATO SU JOURNAL OF CLINICAL MEDICINE È STATO CONDOTTO DA UN TEAM DI RICERCADELLA SAPIENZA E DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA IRCCS. L’OBIETTIVO È INTEGRARE TECNOLOGIEINNOVATIVE NEI FUTURI PERCORSI PSICOTERAPEUTICI
Comunicato stampa - editor: M.C.G.
L’Anoressia nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi
ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito
per il resto dell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e
dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontaria
dell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentare di peso e
un alterato rapporto con la forma del proprio corpo.
Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani
donne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto
grave, sia per l’alta resistenza ai trattamenti terapeutici, sia per
l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomi principali è la
distorsione a carico dell’immagine corporea: le persone
anoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio
corpo, ne sovrastimano le dimensioni e manifestano livelli di
insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non è affetto
dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricerca dei
Dipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del
Laboratorio di Neuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCS guidato da Salvatore Maria
Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi ed
emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale, impiegata al Santa Lucia anche nell’attività
scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra i ricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca
Provenzano.
Lo studio Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via
Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da un bando Giovani ricercatori del Ministero
della Salute, ha combinato la realtà virtuale immersiva con l’illusione di embodiment, un paradigma
molto noto delle neuroscienze cognitive e sociali che permette di indurre nei partecipanti l’illusione di
possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata.
L’obiettivo è proprio quello di indagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immagine
corporea nell’Anoressia Nervosa.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono stati ricreati tre
avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le dimensioni del corpo della
persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e uno ingrassata.
Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso i quali
immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di
percepire il corpo di ciascuno dei tre avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre
lo stesso tocco veniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale.
La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la
distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine
“ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio.
“I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed
emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari - ma il salto possibile è
quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le
pazienti a un’immagine del corpo sana, rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting
completamente controllato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la
riduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo
terapeutico di guarigione dalla patologia”.
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VINCENT VAN GOGH LE LETTERE A THEODI E CON BLAS ROCA REY ALBRANCACCINO
TEATRO TESTACCIO "FLY WITH ME"REGIA DI FRANCESCA DRAGHETTI
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SIAMOTUTTIGAY: LA COMMEDIA CHECAPOVOLGE LA REALTÀ. IN UN MONDOGAY SI DISCRIMINAL’ETEROSESSUALITÀ
LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR ALSALA UMBERTO
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ROMANOTIZIE.IT Data pubblicazione: 13/02/2020Link al Sito Web
Link: http://www.romanotizie.it/comune/article/ricerca-l-illusione-del-corpo-comprendere-l-anoressia-attraverso-la-realta-virtuale-immersiva
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RICERCA - L’ILLUSIONE DEL CORPO:COMPRENDERE L’ANORESSIA ATTRAVERSO LAREALTÀ VIRTUALE IMMERSIVAAVATAR ED EMBODIEMENT PER STUDIARE I COMPORTAMENTI EMOTIVI ALLA BASE DEL DISTURBO. LOSTUDIO PUBBLICATO SU JOURNAL OF CLINICAL MEDICINE È STATO CONDOTTO DA UN TEAM DI RICERCADELLA SAPIENZA E DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA IRCCS. L’OBIETTIVO È INTEGRARE TECNOLOGIEINNOVATIVE NEI FUTURI PERCORSI PSICOTERAPEUTICI
Comunicato stampa - editor: M.C.G.
L’Anoressia nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi
ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito
per il resto dell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e
dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontaria
dell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentare di peso e
un alterato rapporto con la forma del proprio corpo.
Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani
donne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto
grave, sia per l’alta resistenza ai trattamenti terapeutici, sia per
l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomi principali è la
distorsione a carico dell’immagine corporea: le persone
anoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio
corpo, ne sovrastimano le dimensioni e manifestano livelli di
insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non è affetto
dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricerca dei
Dipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del
Laboratorio di Neuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCS guidato da Salvatore Maria
Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi ed
emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale, impiegata al Santa Lucia anche nell’attività
scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra i ricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca
Provenzano.
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della Salute, ha combinato la realtà virtuale immersiva con l’illusione di embodiment, un paradigma
molto noto delle neuroscienze cognitive e sociali che permette di indurre nei partecipanti l’illusione di
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L’obiettivo è proprio quello di indagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immagine
corporea nell’Anoressia Nervosa.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono stati ricreati tre
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persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e uno ingrassata.
Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso i quali
immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di
percepire il corpo di ciascuno dei tre avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre
lo stesso tocco veniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale.
La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la
distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine
“ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio.
“I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed
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Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale, come
l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli.
I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma
anche per future applicazioni psicoterapeutiche.
Riferimenti:
Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile
Stimulation in Virtual Reality - Provenzano, L. Porciello, G. Ciccarone, S. Lenggenhager, B. Tieri, G.
Marucci, M. Dazzi, F. Loriedo, C. Bufalari, I. Journal of Clinical Medicine (30 dicembre 2019) DOI
https://doi.org/10.3390/jcm9010098
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Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale, come
l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli.
I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma
anche per future applicazioni psicoterapeutiche.
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Marucci, M. Dazzi, F. Loriedo, C. Bufalari, I. Journal of Clinical Medicine (30 dicembre 2019) DOI
https://doi.org/10.3390/jcm9010098
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accompagna chi ne è colpito per il resto dell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e
dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa
paura di aumentare di peso e un alterato rapporto con la forma del proprio corpo.
Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto
grave, sia per l’alta resistenza ai trattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomi principali è la
distorsione a carico dell’immagine corporea: le persone anoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio
corpo, ne sovrastimano le dimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non è
affetto dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricerca dei Dipartimenti di Psicologia
e Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio di Neuroscienze
sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCS guidato da Salvatore Maria Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per
comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale, impiegata al
Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra i ricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e
Luca Provenzano.
Lo studio “Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile
Stimulation in Virtual Reality”, finanziato da un bando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la
realtà virtuale immersiva con l’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive e sociali
che permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una
stimolazione visuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprio quello di indagare le singole componenti alla base della
distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono stati ricreati tre avatar
tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne
rappresentava una versione dimagrita e uno ingrassata.
Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei
rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre
avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco veniva effettuato sulla corrispondente
porzione del loro corpo reale.
La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la distorsione
dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette
dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio.
“I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotivi del
disturbo di rappresentazione corporea – spiega Ilaria Bufalari – ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo
strumento neifuturi approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana, rappresentata
attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo
normopeso e la riduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo
terapeutico di guarigione dalla patologia”.
Comprendere l’anoressia attraverso la realtàvirtuale immersiva Redazione 14 Febbraio 2020 Ricerca e università
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TECNOMEDICINA.IT Data pubblicazione: 14/02/2020Link al Sito Web
Link: https://www.tecnomedicina.it/comprendere-lanoressia-attraverso-la-realta-virtuale-immersiva/
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L’Anoressia Nervosa fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni 100mila persone e nel 10-20%
accompagna chi ne è colpito per il resto dell’esistenza. È un disturbo della nutrizione e
dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa
paura di aumentare di peso e un alterato rapporto con la forma del proprio corpo.
Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto
grave, sia per l’alta resistenza ai trattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomi principali è la
distorsione a carico dell’immagine corporea: le persone anoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio
corpo, ne sovrastimano le dimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non è
affetto dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricerca dei Dipartimenti di Psicologia
e Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio di Neuroscienze
sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCS guidato da Salvatore Maria Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per
comprendere i meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale, impiegata al
Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra i ricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e
Luca Provenzano.
Lo studio “Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in Anorexia Nervosa via Visuo-Tactile
Stimulation in Virtual Reality”, finanziato da un bando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la
realtà virtuale immersiva con l’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive e sociali
che permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una
stimolazione visuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprio quello di indagare le singole componenti alla base della
distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono stati ricreati tre avatar
tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne
rappresentava una versione dimagrita e uno ingrassata.
Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei
rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre
avatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco veniva effettuato sulla corrispondente
porzione del loro corpo reale.
La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la distorsione
dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette
dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio.
“I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotivi del
disturbo di rappresentazione corporea – spiega Ilaria Bufalari – ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo
strumento neifuturi approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana, rappresentata
attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo
normopeso e la riduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo
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Tecnomedicina è un prodotto editodaRBM Group SrlsVia Domodossola, 7 – 20145 MilanoP.IVA: 10479500968Iscrizione R.O.C. n. 32544
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Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale, come l’embodiment, ad
avatar 3D biometricamente fedeli.
I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma anche per future
applicazioni psicoterapeutiche.
Articoli correlati:
1. Il cervello estende la percezione del corpo agli strumenti che teniamo in mano
2. All’IRCCS Galeazzi di Milano le cadute si prevengono con la realtà virtuale
3. Utilizzo della realtà virtuale durante la chemioterapia
4. Nasce il network dedicato alla diagnosi e cura della malattia di Parkinson
5. Tumore mammario: nuovo studio per le pazienti con i geni Brca mutati
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avatar 3D biometricamente fedeli.
I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma anche per future
applicazioni psicoterapeutiche.
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4. Nasce il network dedicato alla diagnosi e cura della malattia di Parkinson
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Anoressia e bulimia: unavatar in tre versionicorporee aiuta il paziente acorreggere la percezione disé
Il comportamento alimentare alterato è un correttivo
Salute-Benessere
NICLA PANCIERA19 FEBBRAIO 2020
Abbonamenti pirata a pay tv, laGdf denuncia 223 persone. È laprima volta in Italia
Coronavirus, oltre 2 mila morti inCina. Marittimo in auto-isolamento a Sanremo
Ispezione notturna ai cantieridella A12, il supercommissarioritorna nel Tigullio
FREGATTI, PONTE
Necrologie
Mattia Wernitznig
Genova, 18 febbraio 2020
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Link: https://www.ilsecoloxix.it/salute-benessere/2020/02/19/news/anoressia-e-bulimia-un-avatar-in-tre-versioni-corporee-aiuta-il-paziente-a-correggere-la-percezione-di-se-1.38487958
Anoressia e bulimia: unavatar in tre versionicorporee aiuta il paziente acorreggere la percezione disé
Il comportamento alimentare alterato è un correttivo
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Ispezione notturna ai cantieridella A12, il supercommissarioritorna nel Tigullio
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18
di una immagine del proprio aspetto fisico pocofedele al vero. Studio di Giovani ricercatori delMinistero della Salute mostra il disagio psichico dellepersone affette dai disturbi
Anoressia, bulimia, disturbi del comportamento alimentare in
crescita anche tra giovanissimi. L’anoressia nervosa, ad esempio,
fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni 100mila persone e nel
10-20% accompagna chi ne è colpito per il resto dell’esistenza.
L’aspetto psicopatologico centrale, quello considerato il nucleo del
problema, è il cosiddetto disturbo dell’immagine corporea. E il
comportamento alimentare alterato altro non è che un correttivo di
tale immagine di sé. La rappresentazione che del proprio corpo
hanno queste persone è molto precisa, ma poco fedele al vero. Si
vedono grassi anche se sono magri, tanto che distinguono due
stimoli tattili, ma li stimano più distanti del vero, come se avessero
superfici corporee più estese.
Queste sono tutte scoperte recenti che si stanno
progressivamente evolvendo in nuove tecniche terapeutiche, che
sfruttano questi meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla
base del disturbo. Ad esempio, ricorrendo alla realtà virtuale
immersiva con l’illusione di incorporamento, il cosiddetto
embodiment, che regala la percezione di possedere un corpo
diverso perché consente di immedesimarsi in un corpo visto
davanti a sé. Lo ha fatto un team di ricercatori coordinato da Ilaria
Bufalari della Sapienza di Roma e della Fondazione Santa Lucia
IRCCS, che ha indagato l’origine della distorsione dell’immagine
corporea in questi pazienti.
Lo studio, apparso sul Journal of Clinical Medicine e finanziato da
un bando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, ha
mostrato che nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”,
le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato
disagio.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal
disturbo e non, sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno
che riproduceva fedelmente la forma e le dimensioni del corpo
della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e
uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossare
caschetti per la realtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei
rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta
l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre avatar: le
partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso
tocco veniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro
corpo reale.
«I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare
l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotivi del disturbo di
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di una immagine del proprio aspetto fisico pocofedele al vero. Studio di Giovani ricercatori delMinistero della Salute mostra il disagio psichico dellepersone affette dai disturbi
Anoressia, bulimia, disturbi del comportamento alimentare in
crescita anche tra giovanissimi. L’anoressia nervosa, ad esempio,
fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni 100mila persone e nel
10-20% accompagna chi ne è colpito per il resto dell’esistenza.
L’aspetto psicopatologico centrale, quello considerato il nucleo del
problema, è il cosiddetto disturbo dell’immagine corporea. E il
comportamento alimentare alterato altro non è che un correttivo di
tale immagine di sé. La rappresentazione che del proprio corpo
hanno queste persone è molto precisa, ma poco fedele al vero. Si
vedono grassi anche se sono magri, tanto che distinguono due
stimoli tattili, ma li stimano più distanti del vero, come se avessero
superfici corporee più estese.
Queste sono tutte scoperte recenti che si stanno
progressivamente evolvendo in nuove tecniche terapeutiche, che
sfruttano questi meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla
base del disturbo. Ad esempio, ricorrendo alla realtà virtuale
immersiva con l’illusione di incorporamento, il cosiddetto
embodiment, che regala la percezione di possedere un corpo
diverso perché consente di immedesimarsi in un corpo visto
davanti a sé. Lo ha fatto un team di ricercatori coordinato da Ilaria
Bufalari della Sapienza di Roma e della Fondazione Santa Lucia
IRCCS, che ha indagato l’origine della distorsione dell’immagine
corporea in questi pazienti.
Lo studio, apparso sul Journal of Clinical Medicine e finanziato da
un bando Giovani ricercatori del Ministero della Salute, ha
mostrato che nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”,
le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato
disagio.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal
disturbo e non, sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno
che riproduceva fedelmente la forma e le dimensioni del corpo
della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e
uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossare
caschetti per la realtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei
rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poi indotta
l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre avatar: le
partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso
tocco veniva effettuato sulla corrispondente porzione del loro
corpo reale.
«I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare
l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotivi del disturbo di
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Salute E Benessere
rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari - ma il
salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei
futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a
un’immagine del corpo sana, rappresentata attraverso la realtà
virtuale in un setting completamente controllato, è pensabile
favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione
dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi
fondamentali nel processo terapeutico di guarigione dalla
patologia».
PER APPROFONDIRE
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Via Ernesto Lugaro n. 15 - 00126 Torino - P.I. 01578251009 - Società soggetta all'attività di direzione e coordinamento di GEDI Gruppo Editoriale S.p.A.
I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.
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rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari - ma il
salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei
futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a
un’immagine del corpo sana, rappresentata attraverso la realtà
virtuale in un setting completamente controllato, è pensabile
favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione
dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi
fondamentali nel processo terapeutico di guarigione dalla
patologia».
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Comprendere l’anoressia attraverso la realtà virtuale immersiva |
Avatar ed embodiement per studiare icomportament i emot iv i a l la base deldisturbo. Lo studio pubblicato su Journal ofClinical Medicine è stato condotto da unteam di ricerca della Sapienza e dellaFondazione Santa Lucia IRCCS. L’obiettivoè integrare tecnologie innovative nei futuripercorsi psicoterapeutici. L’Anoressianervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9nuovi casi ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per ilresto dell’esistenza. È un disturbo dellanutrizione e dell’alimentazione caratterizzatodalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentare di peso eun alterato rapporto con la forma del proprio corpo. Maggiormente diffuso tra le ragazzeadolescenti e le giovani donne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto grave,sia per l’alta resistenza ai trattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Unodei sintomi principali è la distorsione a carico dell’immagine corporea: le personeanoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio corpo, ne sovrastimano ledimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non èaffetto dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricercadei Dipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienzadi Roma e del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCSguidato da Salvatore Maria Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per comprendere imeccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale,impiegata al Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra iricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano.
Lo studio Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in AnorexiaNervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da un bando Giovaniricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la realtà virtuale immersiva conl’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive e socialiche permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso da quelloreale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprio quello diindagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immagine corporeanell’Anoressia Nervosa. Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette daldisturbo e non, sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmentela forma e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versionedimagrita e uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per larealtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnicadell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei treavatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco venivaeffettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale. La ricerca ha innanzituttoverificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la distorsionedell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine“ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio.Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale,come l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli. I risultati mostrano che taleapproccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma anche per futureapplicazioni psicoterapeutiche. Team di ricerca: Ilaria Bufalari, Sofia Ciccarone, LucaProvenzano, Gaetano Tieri.
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Avatar ed embodiement per studiare icomportament i emot iv i a l la base deldisturbo. Lo studio pubblicato su Journal ofClinical Medicine è stato condotto da unteam di ricerca della Sapienza e dellaFondazione Santa Lucia IRCCS. L’obiettivoè integrare tecnologie innovative nei futuripercorsi psicoterapeutici. L’Anoressianervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9nuovi casi ogni 100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per ilresto dell’esistenza. È un disturbo dellanutrizione e dell’alimentazione caratterizzatodalla restrizione volontaria dell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentare di peso eun alterato rapporto con la forma del proprio corpo. Maggiormente diffuso tra le ragazzeadolescenti e le giovani donne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto grave,sia per l’alta resistenza ai trattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Unodei sintomi principali è la distorsione a carico dell’immagine corporea: le personeanoressiche sono vittima di una alterata percezione del proprio corpo, ne sovrastimano ledimensioni e manifestano livelli di insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non èaffetto dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricercadei Dipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienzadi Roma e del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCSguidato da Salvatore Maria Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per comprendere imeccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale,impiegata al Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra iricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano.
Lo studio Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in AnorexiaNervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da un bando Giovaniricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la realtà virtuale immersiva conl’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive e socialiche permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso da quelloreale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprio quello diindagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immagine corporeanell’Anoressia Nervosa. Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette daldisturbo e non, sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmentela forma e le dimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versionedimagrita e uno ingrassata. Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per larealtà virtuale attraverso i quali immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnicadell’embodiment è stata poi indotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei treavatar: le partecipanti osservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco venivaeffettuato sulla corrispondente porzione del loro corpo reale. La ricerca ha innanzituttoverificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la distorsionedell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa: nell’incorporare virtualmente l’immagine“ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio.Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporea multisensoriale,come l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli. I risultati mostrano che taleapproccio rappresenta una preziosa risorsa non solo di indagine, ma anche per futureapplicazioni psicoterapeutiche. Team di ricerca: Ilaria Bufalari, Sofia Ciccarone, LucaProvenzano, Gaetano Tieri.
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24ORENEWS.IT Data pubblicazione: 15/02/2020Link al Sito Web
Link: http://www.24orenews.it/salute-a-benessere/24756-comprendere-l%E2%80%99anoressia
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L’illusione del corpo: comprenderel’anoressia attraverso la realtà virtuale
(13 febbraio 2020) L’Anoressia nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per il resto dell’esistenza. Èun disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontariadell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentare di peso e un alterato rapporto conla forma del proprio corpo. Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovanidonne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto grave, sia per l’alta resistenzaai trattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomi principali è ladistorsione a carico dell’immagine corporea: le persone anoressiche sono vittima di unaalterata percezione del proprio corpo, ne sovrastimano le dimensioni e manifestano livellidi insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non è affetto dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricercadei Dipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza diRoma e del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCSguidato da Salvatore Maria Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per comprenderei meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale,impiegata al Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra iricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano.
Lo studio Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in AnorexiaNervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da un bando Giovaniricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la realtà virtuale immersiva conl’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive e socialiche permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso daquello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprioquello di indagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immaginecorporea nell’Anoressia Nervosa.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono statiricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e ledimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita euno ingrassata.Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso iquali immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poiindotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre avatar: le partecipantiosservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco veniva effettuato sullacorrispondente porzione del loro corpo reale.La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi cheaccompagnano la distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa:nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette dal disturbomostravano un vissuto di marcato disagio.
“I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetticognitivi ed emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari- ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri approcciterapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana,rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, èpensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione dello stressemotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico diguarigione dalla patologia”.
Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporeamultisensoriale, come l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli.I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo diindagine, ma anche per future applicazioni psicoterapeutiche. (red)
foto: Team di ricerca: Ilaria Bufalari, Sofia Ciccarone, Luca Provenzano, Gaetano Tieri
(© 9Colonne - citare la fonte)
Italiani nel mondo
NOVE COLONNE ATG
IM
MILLEPROROGHE, M5S: PER CURE PALLIATIVE ESTENDIAMO ACCESSO A SPECIALISTI 15:57 EMIGRAZIONE, SOLLAZZO (CIM): KIRCHNER CHIEDA SCUSA A ITALIANI IN ARGENTINA
CASA, VALERIANI (LAZIO): BENE EMENDAMENTO CHE SBLOCCA RISORSE PER PIANI DI ZONA INFRASTRUTTURE, M5S: CON SBLOCCO TERNI-RIETI MANTENIAMO IMPEGNI CON I CITTADINI
News per abbonati
9COLONNE.IT Data pubblicazione: 13/02/2020Link al Sito Web
Link: https://www.9colonne.it/239823/l-illusione-del-corpo-comprendere-l-anoressia-attraverso-la-realt%C3%A0-virtuale
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L’illusione del corpo: comprenderel’anoressia attraverso la realtà virtuale
(13 febbraio 2020) L’Anoressia nervosa (AN) fa registrare ogni anno 8-9 nuovi casi ogni100mila persone e nel 10-20% accompagna chi ne è colpito per il resto dell’esistenza. Èun disturbo della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontariadell’assunzione calorica, l’intensa paura di aumentare di peso e un alterato rapporto conla forma del proprio corpo. Maggiormente diffuso tra le ragazze adolescenti e le giovanidonne, l’anoressia nervosa è un disturbo psichiatrico molto grave, sia per l’alta resistenzaai trattamenti terapeutici, sia per l’elevato tasso di mortalità. Uno dei sintomi principali è ladistorsione a carico dell’immagine corporea: le persone anoressiche sono vittima di unaalterata percezione del proprio corpo, ne sovrastimano le dimensioni e manifestano livellidi insoddisfazione sensibilmente più alti rispetto a chi non è affetto dalla patologia.
Oggi, un team di ricercatori coordinato da Ilaria Bufalari nell’ambito delle attività di ricercadei Dipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza diRoma e del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Fondazione Santa Lucia IRCCSguidato da Salvatore Maria Aglioti, mette in campo un nuovo strumento per comprenderei meccanismi percettivi, cognitivi ed emotivi alla base di questo disturbo: la realtà virtuale,impiegata al Santa Lucia anche nell’attività scientifica in ambito neuroriabilitativo. Tra iricercatori, gli psicologi Giuseppina Porciello e Luca Provenzano.
Lo studio Characterizing Body Image Distortion and Bodily Self-Plasticity in AnorexiaNervosa via Visuo-Tactile Stimulation in Virtual Reality, finanziato da un bando Giovaniricercatori del Ministero della Salute, ha combinato la realtà virtuale immersiva conl’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive e socialiche permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso daquello reale, attraverso una stimolazione visuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprioquello di indagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immaginecorporea nell’Anoressia Nervosa.
Per ogni partecipante allo studio, condotto su donne affette dal disturbo e non, sono statiricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e ledimensioni del corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita euno ingrassata.Le partecipanti sono state invitate a indossare caschetti per la realtà virtuale attraverso iquali immedesimarsi nei rispettivi avatar. Con la tecnica dell’embodiment è stata poiindotta l’illusione di percepire il corpo di ciascuno dei tre avatar: le partecipantiosservavano un tocco sull’avatar mentre lo stesso tocco veniva effettuato sullacorrispondente porzione del loro corpo reale.La ricerca ha innanzitutto verificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi cheaccompagnano la distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa:nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette dal disturbomostravano un vissuto di marcato disagio.
“I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetticognitivi ed emotivi del disturbo di rappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari- ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo di questo strumento nei futuri approcciterapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana,rappresentata attraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, èpensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso e la riduzione dello stressemotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico diguarigione dalla patologia”.
Questo esperimento è il primo ad abbinare paradigmi di illusione corporeamultisensoriale, come l’embodiment, ad avatar 3D biometricamente fedeli.I risultati mostrano che tale approccio rappresenta una preziosa risorsa non solo diindagine, ma anche per future applicazioni psicoterapeutiche. (red)
foto: Team di ricerca: Ilaria Bufalari, Sofia Ciccarone, Luca Provenzano, Gaetano Tieri
(© 9Colonne - citare la fonte)
Italiani nel mondo
NOVE COLONNE ATG
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MILLEPROROGHE, M5S: PER CURE PALLIATIVE ESTENDIAMO ACCESSO A SPECIALISTI 15:57 EMIGRAZIONE, SOLLAZZO (CIM): KIRCHNER CHIEDA SCUSA A ITALIANI IN ARGENTINA
CASA, VALERIANI (LAZIO): BENE EMENDAMENTO CHE SBLOCCA RISORSE PER PIANI DI ZONA INFRASTRUTTURE, M5S: CON SBLOCCO TERNI-RIETI MANTENIAMO IMPEGNI CON I CITTADINI
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9COLONNE.IT Data pubblicazione: 13/02/2020Link al Sito Web
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REALTÀ VIRTUALE E AUMENTATA
AFFRONTARE L’ANORESSIA CON LA REALTÀ VIRTUALE13 FEBBRAIO 2020 | SCRITTO DA LA REDAZIONE
L’uso di avatar per studiare i comportamenti emotivi alla base del disturbo
Ogni anno su 100mila persone 8-9 vengono colpite dal disturbo dell’Anoressia nervosa (AN), di queste almeno una si porterà dietrola malattia per il resto della vita. Si tratta un’alterazione della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontariadell’assunzione di cibo, un disturbo psichiatrico grave. La propria immagine fisica viene percepita in maniera distorta, esagerata eporta chi ne soffre a gravi complicazioni che possono portare anche alla morte. È proprio questa la chiave che i ricercatori deiDipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio di Neuroscienzesociali della Fondazione Santa Lucia IRCCS hanno provato a sfruttare, modificare la percezione di sé, e per farlo hanno usato larealtà virtuale.
Lo studio ha combinato la realtà virtuale con l’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive esociali che permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una stimolazionevisuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprio quello di indagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immaginecorporea nell’Anoressia Nervosa.
Per le partecipanti allo studio sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le dimensionidel corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e uno ingrassata. Tramite visori VR e tecniche diembodiment il cervello delle donne è stato imbrogliato nel credere che quel corpo, modificato, fosse il loro. La ricerca ha innanzituttoverificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa:nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio.
“I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotivi del disturbo dirappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari, coordinatrice dello studio – ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo diquesto strumento nei futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana, rappresentataattraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso ela riduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico di guarigione dallapatologia”.
Questo studio ha avuto uno scopo esplorativo, per capire se un approccio del genere in futuro possa venire sviluppato in una vera epropria terapia, cosa possibile visti i risultati incoraggianti.
t i l P w z ENCATEGORIE CONTRIBUTOR CONTATTI NEWSLETTER IMPACTSCOOL
MAGAZINE.IMPACTSCOOL.COM Data pubblicazione: 13/02/2020Link al Sito Web
Link: https://magazine.impactscool.com/realta-virtuale/affrontare-lanoressia-con-la-realta-virtuale/
REALTÀ VIRTUALE E AUMENTATA
AFFRONTARE L’ANORESSIA CON LA REALTÀ VIRTUALE13 FEBBRAIO 2020 | SCRITTO DA LA REDAZIONE
L’uso di avatar per studiare i comportamenti emotivi alla base del disturbo
Ogni anno su 100mila persone 8-9 vengono colpite dal disturbo dell’Anoressia nervosa (AN), di queste almeno una si porterà dietrola malattia per il resto della vita. Si tratta un’alterazione della nutrizione e dell’alimentazione caratterizzato dalla restrizione volontariadell’assunzione di cibo, un disturbo psichiatrico grave. La propria immagine fisica viene percepita in maniera distorta, esagerata eporta chi ne soffre a gravi complicazioni che possono portare anche alla morte. È proprio questa la chiave che i ricercatori deiDipartimenti di Psicologia e dei Processi di sviluppo e socializzazione della Sapienza di Roma e del Laboratorio di Neuroscienzesociali della Fondazione Santa Lucia IRCCS hanno provato a sfruttare, modificare la percezione di sé, e per farlo hanno usato larealtà virtuale.
Lo studio ha combinato la realtà virtuale con l’illusione di embodiment, un paradigma molto noto delle neuroscienze cognitive esociali che permette di indurre nei partecipanti l’illusione di possedere un corpo diverso da quello reale, attraverso una stimolazionevisuo-tattile sincronizzata. L’obiettivo è proprio quello di indagare le singole componenti alla base della distorsione dell’immaginecorporea nell’Anoressia Nervosa.
Per le partecipanti allo studio sono stati ricreati tre avatar tridimensionali: uno che riproduceva fedelmente la forma e le dimensionidel corpo della persona, uno che ne rappresentava una versione dimagrita e uno ingrassata. Tramite visori VR e tecniche diembodiment il cervello delle donne è stato imbrogliato nel credere che quel corpo, modificato, fosse il loro. La ricerca ha innanzituttoverificato gli aspetti percettivi, cognitivi ed emotivi che accompagnano la distorsione dell’immagine corporea nell’Anoressia Nervosa:nell’incorporare virtualmente l’immagine “ingrassata”, le pazienti affette dal disturbo mostravano un vissuto di marcato disagio.
“I risultati mettono innanzitutto in luce l’importanza di focalizzare l’attenzione sugli aspetti cognitivi ed emotivi del disturbo dirappresentazione corporea – ha spiegato Ilaria Bufalari, coordinatrice dello studio – ma il salto possibile è quello verso l’utilizzo diquesto strumento nei futuri approcci terapeutici e di ricerca: abituando le pazienti a un’immagine del corpo sana, rappresentataattraverso la realtà virtuale in un setting completamente controllato, è pensabile favorire l’interiorizzazione di un corpo normopeso ela riduzione dello stress emotivo legato all’aumento ponderale. Passaggi fondamentali nel processo terapeutico di guarigione dallapatologia”.
Questo studio ha avuto uno scopo esplorativo, per capire se un approccio del genere in futuro possa venire sviluppato in una vera epropria terapia, cosa possibile visti i risultati incoraggianti.
t i l P w z ENCATEGORIE CONTRIBUTOR CONTATTI NEWSLETTER IMPACTSCOOL
MAGAZINE.IMPACTSCOOL.COM Data pubblicazione: 13/02/2020Link al Sito Web
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