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RAPPORTO FEDERCOMIN L’evoluzione della Radio A cura di ISIMM La collana dei “Rapporti Federcomin” è realizzata dall’ufficio Studi di Federcomin Maggio 2002

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RAPPORTO FEDERCOMIN

L’evoluzione della Radio

A cura di ISIMM

La collana dei “Rapporti Federcomin” è realizzatadall’ufficio Studi di Federcomin

Maggio 2002

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1. Radiofonia digitale e Internet come leve di sviluppo 71.1 Radiofonia digitale e DAB 71.2 Internet 121.3 L’attuale stadio evolutivo dell’innovazione 211.4 Lo stato del rapporto radio - Internet: analisi di alcuni

casi europei 221.4.1. Francia 231.4.2. Regno Unito 251.4.3. Spagna 281.4.4. Germania 281.4.5. Italia 291.5 Radiofonia digitale e Internet: Considerazioni finali 342. Parte Seconda:

Caratteristiche del mercato radiofonico europeo 392.1 La fase evolutiva della radio europea 392.2 Spagna 482.3 Francia 542.4 Germania 612.5 Regno Unito 682.6 Italia 76

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PREMESSA

Questa ricerca si pone l’obiettivo di analizzare il panorama radiofonico na-zionale ed europeo in un momento di cruciale importanza per il settore: ilmercato attraversa infatti una fase di transizione verso il digitale e di con-fronto con le trasformazioni in atto sia nel mercato della comunicazionepubblicitaria sia nell’industria dell’intrattenimento.L’ipotesi di lavoro è che la transizione al digitale e l’ibridazione con Internetrappresentino un’occasione significativa per il settore radiofonico, per usci-re da una condizione artigianale non ancora del tutto superata. Ciò vale inparticolare per l’Italia, paese in cui le dimensioni d’impresa sono ancora tut-to sommato modeste, e le caratteristiche degli operatori prevalentementedomestiche, con una scarsa incidenza in radio di quegli operatori transna-zionali della comunicazione che al di là delle Alpi si sono integrati nel set-tore radiofonico.Una seconda e connessa ipotesi da verificare è che la migrazione digitale ela congenialità al rapporto con Internet, che la radio ha da subito dimostratonella sua persistente flessibilità, costituiscano una buona opportunità pergruppi operanti nel campo dell’innovazione tecnologica e del network pro-viding al fine di allargare la loro area di mercato e posizionarsi in settori enicchie promettenti; mentre gli operatori del content providing potranno av-valersi della digitalizzazione radiofonica per una fornitura integrata di con-tenuti che sempre più hanno caratteristiche multicanale e multipiattafor-ma. La metodologia che abbiamo seguito ha individuato intanto cinque impor-tanti aree europee da analizzare, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia,Spagna. Viene fornito nella prima parte un quadro di sintesi dell’attuale strut-tura dei mercati e delle loro dimensioni, considerando:- sia il lato della domanda: grado di penetrazione del mezzo, dimensione

dell’audience, investimenti pubblicitari;- sia il lato dell’offerta: numero delle stazioni, caratteristiche delle impre-

se radiofoniche, fatturati, etc.- le dinamiche evolutive registrate negli ultimi anni.

In questo contesto, si è cercato di verificare la portata e l’importanza di al-cuni fenomeni che sembrano contraddistinguere l’attuale fase:- la riscoperta della radio come importante mezzo di comunicazione pub-

blicitaria;- il crescente peso della radio nelle strategie di sviluppo multimediale e

multicanale degli editori;- il rapporto con Internet come canale di relazione, che si affianca, quan-

do non sostituisce, ai più tradizionali mezzi di interazione (come il te-lefono);

- la concentrazione delle emittenti in gruppi nazionali o sovranazionali;

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1.RADIOFONIA DIGITALE E INTERNET COME LEVE DI SVILUPPO

1.1 Radiofonia digitale e DAB

Senza dubbio, il passaggio dalla radio analogica a quella digitale costituisceuno dei grandi temi del settore. L’adozione del formato digitale di trasmis-sione si inserisce nel generale contesto di innovazione tecnologica che ca-ratterizza la fase attuale di evoluzione dei media, e come tale deve essereinterpretato: il fenomeno di digitalizzazione domina anche il settore ra-diofonico, che nello scenario di convergenza tra le reti digitali deve conti-nuare ad operare rinnovandosi. Una delle più promettenti tecnologie per lo sviluppo della radio digitale è ilDAB (Digital Audio Broadcasting), che ha origine europea ed è basato sul-lo Standard ETS 300401. Il sistema è stato sviluppato dal progetto Eureka1471 , è in via di sperimentazione dalla fine degli anni ottanta ed è stato ac-cettato dall’ETSI2 nel 1995. In realtà il sistema digitale coinvolge tutti i tipidi diffusione del segnale, dalla trasmissione satellitare alla distribuzione viacavo, tuttavia una delle più interessanti applicazioni è il DAB-T (DAB terre-stre), ovvero il suo impiego via etere, destinato a sostituire l’attuale segnaleanalogico diffuso dalle emittenti radio, in un processo di rinnovamento di-gitale parallelo a quello della televisione digitale (DVB-T). Il sistema di com-pressione digitale utilizzato è l’Mpeg Audio 1 Layer II e Mpeg Audio 2 LayerII, mentre la tecnica di codifica è MUSICAM, la stessa adottata nelle tra-smissioni satellitari.Naturalmente, il DAB non è l’unico standard per la realizzazione della ra-dio digitale: negli Stati Uniti, ad esempio, il sistema europeo ha incontratouna decisa opposizione da parte degli operatori, e sono attualmente in viadi sperimentazione altre tecnologie sicuramente meno impegnative ma an-che dalle possibilità più limitate (IBOC- In-band on-channel, MMBS- Mul-timedia Broadcasting System, ecc.)I vantaggi che il Digital Audio Broadcasting sembra poter offrire alla ra-diofonia sono riassumibili in quattro punti cruciali:• Qualità: l’adozione del segnale digitale dovrebbe permettere di raggiun-

gere una qualità elevatissima del suono (“CDlike quality”) ed elimina ilproblema del deterioramento del segnale che ha sempre afflitto la ra-diofonia.

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- la quotazione in borsa di emittenti radiofoniche (il ricorso al mercatoborsistico è una variabile significativa per lo sviluppo del comparto?).

La seconda parte analizza più in dettaglio la complessa vicenda dello stan-dard europeo DAB e traccia una sintesi dei rapporti attuali e prevedibili fraradio e Internet, compiendo una ricognizione comparata dei cinque merca-ti, anche in rapporto con gli Stati Uniti d’America che sono al momento l’e-sempio più corposo di interazione tra radio e Internet ma anche il più viva-ce avversario dello standard europeo DAB (almeno in una parte dei broad-caster, di quanto resta dell’industria manifatturiera e degli importatori dalGiappone).Nelle conclusioni è poi tracciata una sintesi di quanto analizzato nella deskresearch e in particolare vengono verificate, in senso largamente affermati-vo, le ipotesi di lavoro di partenza.

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1 Eureka 147 è un consorzio mondiale (composto in larga parte da paesi europei, ne fanno in-fatti parte paesi extra-europei come il Canada), al quale partecipano emittenti, gestori di reti,

produttori di elettronica di consumo e istituti di ricerca.2 European Telecommunications Standards Institute.

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Tra i servizi multimediali disponibili con il sistema DAB si possono elen-care: • Programme Associated Data (Servizi associati ai programmi): ogni pro-

gramma audio contiene uno spazio (PAD Channel) destinato alla tra-smissione di dati ed informazioni multimediali (testo e immagini) asso-ciate al programma. Queste informazioni devono essere fruite attraver-so lo schermo di un ricevitore digitale oppure via personal computer.

• Independent Data Services (Servizi di trasmissione dati indipendenti): so-no tutti i dati che possono essere trasmesse separatamente rispetto alprogramma audio. Questi dati possono essere trasmessi in più modi: instreaming, oppure in forma Packet data services, attraverso un “sotto-canale” destinato alla trasmissione di questo tipo di dati.

• Text Trasmission: si tratta invece della trasmissione di dati testuali chepossono assumere diverse forme: il sistema Dynamic Label, simile al-l’RDS per la radio FM, trasmette brevi messaggi (ID, titoli dei brani mu-sicali), mentre il più avanzato ITTS (Interactive Text Transmission Sy-stem) consente la trasmissione e la visualizzazione di testi più comples-si ed adotta uno schermo più largo e a colori, oltre alla possibilità di ef-fettuare scelte su un menu di opzioni (menu-driven operation). Esisto-no anche formati particolari, come il TMC (Traffic Message Channel), stu-diato per trasmettere informazioni sul traffico e stradali, che possonoessere trasmessi su uno dei canali dedicati ai dati messi a disposizionedal DAB.

La trasmissione dei dati si basa su uno specifico protocollo per il DAB, ilMOT (Multimedia Object Transfer Protocol) sfruttando i diversi sistemi ditrasmissione (Streaming, trasmissione a pacchetto e PAD). Via personal com-puter, è possibile, attraverso una specifica scheda DAB, utilizzare un brow-ser per fruire delle funzionalità multimediali. A questi si possono aggiunge-re i servizi interattivi. E’ possibile realizzare il canale destinato al feedbackcon l’utente (e quindi ad una vera e propria interattività) utilizzando le retiGSM/GPRS, creando nuove possibilità di interazione con la telefonia mo-bile.In molti paesi d’Europa dove si prevede di utilizzare le reti terrestri (e non,quindi, la copertura satellitare), si progetta la nascita di “piattaforme na-zionali DAB”, sulle quali trovano spazio i broadcaster pubblici e privati, l’in-dustria dell’elettronica di consumo, i gestori di rete, le autorità e gli enti diregolamentazione. Solo attraverso la concertazione tra i vari attori del mer-cato sarà infatti possibile superare gli ostacoli che rallentano l’adozione delDAB, primo fra tutti, la definizione dello standard per i nuovi ricevitori.

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• Frequenze: la nuova tecnologia dovrebbe consentire uno sfruttamentorazionale e sistematico delle frequenze elettromagnetiche disponibili, inquanto a parità di ampiezza di frequenza occupata, il segnale digitalepermette di inviare molti più dati rispetto al sistema analogico. Secon-do gli esperti, il rapporto tra le frequenze necessarie a fornire un servi-zio FM con buona copertura, e quelle necessarie per coprire lo stesso ter-ritorio tramite il sistema della radio digitale è di cinque a uno. Questovantaggio permetterebbe l’apertura di nuovi spazi per emittenti ra-diofoniche, oltre che la razionalizzazione dell’allocazione tra le impreseesistenti.

• Servizi aggiuntivi: la possibilità di trasmettere strisce di dati di vario ge-nere permette l’ampliamento dei servizi radiofonici disponibili per gliascoltatori, per i quali, oltre ai servizi audio, si aggiungono la trasmis-sione di testi, immagini, servizi informativi correlati al segnale radiofo-nico. Le applicazioni multimediali della trasmissione sono innumere-voli: tra le possibilità applicative si possono solo elencare alcuni esem-pi, come la fruizione di dati su cantanti e brani musicali, di giornali elet-tronici, la consultazione di mappe stradali e satellitari, le previsioni me-teorologiche, le informazioni sul traffico e le informazioni turistiche, no-tiziari economici e giochi. Non casualmente, tra i dieci canali presentinel multiplex inglese Digital One uno è di informazione economico-fi-nanziaria (Bloomberg) ed un secondo di giochi (Cartoon Network). Contecniche datacast si possono trasmettere anche contenuti web, come ac-cade nel caso di sistemi come Psion Wavefinder, messo a punto dalla so-cietà inglese Psion, e che ha portato alla creazione di primi modelli diradio multimediale interattiva digitale su computer, come per il canaleDigizone di Digital One.

• Isofrequenza: il nuovo sistema permette di mantenere costante la mo-dulazione di frequenza utilizzata per trasmettere su tutto il territorio na-zionale.

Tecnicamente, i diversi programmi e servizi possono essere trasmessi attra-verso un unico canale di frequenza o “multiplex”, infatti, il sistema tra-smissivo DAB trasporta un flusso numerico costituito dalla “multiplazione”di diversi servizi digitali. Le informazioni sono protette per evitare il dete-rioramento del segnale. Una caratteristica interessante del sistema è la pos-sibilità di variare il “bit rate” che permette al multiplex di trasportare da 5a 6 programmi audio in modalità stereo di qualità elevata oppure fino a 20programmi mono di qualità bassa.

L’impiego multimediale

La possibilità di un impiego multimediale costituisce una delle principali at-trattive del DAB3, dato che il settore radiofonico è sempre più interessato al-le possibilità offerte dall’uso congiunto di più canali.

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3 Eureka 147, Digital Audio Broadcasting - Overview and Summary of the DAB System, World

DAB Forum

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elevato8 impedisce la penetrazione del mercato, oltretutto senza garantire lacopertura dei rivenditori, per cui in molti casi è impossibile per gli utentieuropei anche reperire un ricevitore DAB presso le normali catene distri-butive. A giudizio di alcuni analisti non sono poche le conseguenze che la nuovatecnologia potrebbe comportare per il settore. L’avvento del digitale cree-rebbe innanzitutto le basi per un fondamentale cambiamento dell’ambien-te competitivo del mercato: l’assegnazione delle licenze per gestire i multi-plex crea nuove dinamiche competitive, aprendo il mercato all’entrata nelsettore di soggetti esterni, tendenza confermata dai risultati delle prime as-segnazioni di licenze per il DAB: in Germania, tra le licenze per la gestionedei multiplex assegnate, molte sono state destinate a gruppi di telecomuni-cazioni come Deutsche Telekom AG, oltre a nuove joint ventures tra impre-se; in Gran Bretagna, la nascita del primo gestore di multiplex Digital Oneè partita dall’alleanza tra il gruppo radiofonico GWR ed il gestore di rete abanda larga NTL. Questo fenomeno, generalmente interpretato come unaminaccia dagli operatori del settore radiofonico, può al contrario secondoalcuni essere inteso come un’opportunità per stabilire alleanze strategichecon nuovi operatori (ad esempio, appartenenti al settore delle telecomuni-cazioni) ed attrarre investimenti sul settore. Il contesto generale testimo-nierebbe infatti la presenza di numerosi operatori che manifestano l’inten-zione di espandere la propria presenza nel mercato dei media ma che sten-tano a trovare spazio nel sistema tradizionale. Tra gli effetti che l’adozione della radio digitale potrebbe causare all’internodel settore radiofonico, si possono individuare alcuni punti di particolare ri-lievo:

• La trasformazione della radio in mezzo digitale potrebbe modificare l’e-quilibrio attualmente presente nella suddivisione del pubblico tra ra-diofonia pubblica e privata, grazie proprio all’effetto della digital migra-tion9 , ovvero il passaggio al digitale, che creerebbe ulteriori opportunitàdi crescita per il settore privato (nei termini di un maggiore spazio e nuo-vi canali a disposizione e , di conseguenza, di creazione di valore perascolti e pubblicità). Secondo molti osservatori, la possibilità di opera-re in ambiente digitale favorirebbe il passaggio di fasce di audience dal-la radiofonia pubblica a quella privata, soprattutto in quei paesi (comela Gran Bretagna) nei quali il ruolo del settore pubblico è molto forte.

• Un’altra variabile importante è costituita dagli effetti che la nuova of-

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Il problema relativo all’affermazione della tecnologia della radio digitale ècomplesso e coinvolge una numerosa serie di fattori. In realtà, lo standardeuropeo è in fase di sperimentazione4 dalla fine degli anni ottanta, ma nonha ancora raggiunto in tutti i paesi dell’Unione Europea la diffusione checonsentirebbe alla nuova tecnologia di affermarsi definitivamente.I fautori del DAB sottolineano che la tecnologia non ha significativi con-correnti, anche al di fuori dell’Europa5 . Tuttavia, l’industria statunitense hamantenuto una posizione scettica nei confronti dello standard europeo, pre-ferendo esplorare altre possibilità. Al contrario, in Australia e Canada la spe-rimentazione del DAB è ad un buon punto ed esperimenti sono stati avvia-ti in molti altri paesi extraeuropei6 . In Europa, dove il primo servizio uffi-ciale DAB è nato nel 1995 in Inghilterra, in Germania e in Svezia, in alcunipaesi la nuova tecnologia si sta affermando come una realtà importante esignificativa mentre in altri, malgrado la sperimentazione e l’ampliamentodella copertura, il DAB ancora non supera la fase iniziale. Non a caso l’Aer7 nella posizione ufficialmente assunta nel maggio 2001, af-ferma che la situazione dei diversi stati europei è troppo disuguale per po-ter realisticamente proporre stime attendibili sull’avvicendamento tecnolo-gico per la radiofonia. Per fare fronte a questa situazione è indispensabile ilcoordinamento e l’intervento degli organi europei, senza i quali probabil-mente non sarà possibile per la tecnologia superare gli ostacoli imposti dal-la situazione attuale.Malgrado la nascita di consorzi (come il Club Italia, il consorzio Eureka 147,il World DAB Forum) con il preciso obiettivo di riunire e coordinare indu-stria e istituzioni, in realtà la posizione dell’industria rimane cauta riguar-do al digital broadcasting. Tra i fattori ancora di ostacolo all’adozione dellatecnologia, costituisce un freno significativo il finanziamento della rete aterra necessaria al nuovo sistema, che i broadcaster spesso non intendonosostenere. Inoltre, l’avvento della radio digitale comporterebbe la perdita divalore delle reti in Fm, sul cui rinnovamento la radiofonia privata, ad esem-pio in Italia, ha molto investito nel corso degli anni novanta. Dal punto di vista dell’industria elettronica di consumo, la situazione non sipresenta in modo incoraggiante: le aziende produttrici di ricevitori per laradio digitale continuano a produrre apparecchi di qualità ma il cui costo

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4 Tra i paesi europei in cui sono attive sperimentazioni DAB: Belgio, Danimarca, Finlandia,

Francia, Norvegia, Olanda, Polonia, Svezia, Svizzera, Ungheria.5 Per la descrizione delle tecnologie: Ebu Technical Review, www.ebu.ch/trev_278-laven.pdf6 Tra i paesi nei quali è in corso la sperimentazione del sistema si possono citare: Cina, Coreadel Sud, India, Malesia, Messico,Singapore, Sudafrica e Turchia. In Hendy, David, Radio in

the Global Age, Cambridge, Polity Press, 2000, p 507 L’Association Europeénne des radios riunisce circa 4.500 operatori privati europei in novepaesi.

8 Il costo di un ricevitore DAB delle 16 marche attualmente presenti sul mercato supera ab-bondantemente i 500 Euro. In www.worlddab.org9 AAVV, European Radio. Taking a bigger share of pie, Crédit Suisse First Boston, 1 Novembre

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lo scenario radiofonico europeo, anche se il suo sviluppo è intrecciato conil generale processo di digitalizzazione e l’affermazione delle reti digitali.Le principali emittenti dei più importanti mercati (Gran Bretagna, Francia,Germania, Spagna ed Italia) hanno infatti adottato il nuovo mezzo in mo-do capillare, sfruttandone sia le possibilità tecnologiche per la distribuzio-ne del segnale audio, sia gli strumenti di relazione con il pubblico-comunitàradiofonico. In generale, si può affermare che l’adozione del nuovo canale,anche se ancora in una fase iniziale, ha ormai superato la fase del sito “ve-trina”, di impianto promozionale e statico orizzontandosi ben presto su unutilizzo più articolato del mezzo. La maggioranza delle emittenti non soloinfatti è presente su Internet, ma offre in varie forme e gradi servizi diversial pubblico. I vantaggi offerti dalla possibilità di trasmettere on line grazie a tecnologiedi data streaming sono innegabili:

• L’audience raggiungibile con Internet è praticamente illimitata e noncondizionata da frontiere spaziali o nazionali di sorta.

• Non è necessaria la concessione di alcuna licenza per poter trasmettere.Tradizionalmente, il broadcasting basato sulla trasmissione via etere haincontrato sempre un limite insuperabile: la limitatezza dello spettroelettromagnetico. La questione dell’assegnazione delle frequenze conti-nua a proporsi malgrado le innovazioni tecnologiche che promettono ladisponibilità di più “spazio” elettromagnetico in futuro (grazie alla tra-smissione digitale). Le frequenze continuano ad essere un bene pubbli-co scarso, allocato in base ad una precisa logica da parte dei diversi Sta-ti a più soggetti. Quindi esse rappresentano tutt’oggi un limite ed un be-ne prezioso e richiesto dai media che su di esse fondano la propria atti-vità. Di conseguenza, la possibilità di trasmettere su Internet senza al-cun limite è stata fin dal principio una delle argomentazioni più forti afavore dell’uso della Rete da parte di mezzi come la televisione e la ra-dio.

Per le imprese radiofoniche si aggiungono inoltre alcuni altri vantaggi: i co-sti di trasmissione sono bassi in confronto alla costruzione di una infra-struttura per la trasmissione via etere, o anche solamente alla sua gestione,e promettono, grazie alle innovazioni tecnologiche già realizzate, una qua-lità vicina allo standard CD (al contrario di quanto accaduto fino ad oggi perla trasmissione video) evitando il deterioramento del segnale che caratte-rizza la radiofonia via etere.La trasmissione streaming di dati audio ha comunque un costo costituito,oltre all’investimento iniziale in tecnologia, dalla necessità di pagare ai pro-prietari del software (della tecnologia) una licenza. Con il sistema “unicast”si realizza uno “stream” (una “stringa” di dati) per ciascun utente e per ogni

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ferta digitale (molto più ampia e differenziata) potrà avere sull’audien-ce. La differenziazione dell’offerta potrebbe condurre ad un processo diframmentazione dell’audience tra molti canali narrowcasting. Il princi-pale timore manifestato dalle imprese è in questo caso la dispersione del-le risorse pubblicitarie tra i molti operatori presenti. Questo problemadeve secondi alcuni indurre a seria riflessione nello stabilire strategie epolitiche di marketing da parte degli operatori esistenti. Non a caso, mol-ti operatori radiofonici non caldeggiano particolarmente l’adozione delDAB probabilmente per timore di affrontare un mercato nel quale i van-taggi ed il valore acquisiti dalle emittenti esistenti potrebbe essere dra-sticamente ridotto.

• Il modello basato sulla tecnologia DAB modificherebbe inoltre la strut-tura del settore, creando una entità nuova all’interno della filiera pro-duttiva, ovvero la figura del gestore del multiplex, o canale di frequen-za: in questo modo, come già accennato, l’avvento della radiofonia digi-tale tenderebbe quindi a separare l’attività editoriale dalla gestione del-la frequenza.

• Tra le future applicazioni della radio digitale una prospettiva interes-sante è quella rappresentata dalla realizzazione di forme di commercioelettronico (e-commerce) grazie alla trasmissione di contenuti Web, e dicommercio attraverso telefonia mobile (m-commerce). La radio digita-le potrebbe quindi costituire un secondo “accesso” ai servizi del com-mercio elettronico, affiancandosi in questa attività a Internet.

Inoltre, la distribuzione digitale fornisce ai broadcaster radiofonici la pos-sibilità di accedere a una porzione interessante del mercato pubblicitario.La tecnologia, infatti, permette di creare nuovi spazi sfruttando la capacitàdi trasmettere testi e immagini sui ricevitori digitali, che consentono di vi-sualizzare banner pubblicitari, immagini, marchi di sponsorizzazioni e te-sti di messaggi pubblicitari. Possibilità di incrementare i ricavi pubblicitarinascerebbero anche dal maggiore spazio disponibile nel sistema DAB, ingrado di trasmettere più canali in una sola frequenza.

1.2 Internet

Nel generale contesto di integrazione multimediale, la radio ha straordina-rie possibilità di sviluppo. Questa tendenza è confermata dal generale an-damento del mercato che vede la costante crescita del settore radiofonico ela crescente integrazione multimediale dei principali gruppi procedere dipari passo con l’emergere e l’adozione delle tecnologie digitali, intese comeuna vasta gamma di applicazioni ancora in parte da esplorare. In questocontesto, Internet tuttavia assume un ruolo di sicuro rilievo all’interno del-

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nologie streaming, una certa lentezza nella crescita degli ascolti on line perla radiofonia11 . La ragione di questo rallentamento deve essere individuatanella tipologia di offerta presente su Internet, evidentemente incapace di in-crementare il numero degli ascoltatori. I principali studi sul settore12 con-fermano inoltre che gli utenti on line nutrono aspettative nei confronti del-la radiofonia molto più ampie rispetto alla trasmissione del segnale via ete-re: chiedono infatti ai siti delle stazioni radio servizi aggiuntivi. Le caratte-ristiche richieste sono, tra l’altro, funzioni che permettono alle stazioni ra-diofoniche di creare “valore aggiunto”. Secondo gli analisti13, la radiofoniasarebbe avvantaggiata nella raccolta di audience on line, ma sarebbe obbli-gata, per sfruttare questi vantaggi, a rivoluzionare la propria offerta via In-ternet, sfruttando il nuovo canale come strumento di comunicazione con ilproprio pubblico, ma anche come canale distributivo di prodotti e servizi. Diverse altre considerazioni confermano come il solo “ascolto live” non siaun uso ottimale del nuovo canale. Genericamente, la possibilità di raggiun-gere il pubblico on line è stata indicata in tre tipi di segmenti: il primo coin-cidente con l’audience dell’emittente on air, il secondo costituito da pubbli-co al di fuori dell’area di trasmissione della stazione radio, il terzo compo-sto dagli ascoltatori fedeli al canale ma momentaneamente lontani. Tutta-via, ad un’analisi più attenta, questi segmenti di pubblico risultano moltocontenuti.

• In primo luogo, la fruizione radiofonica è in genere più facile ed acces-sibile attraverso le onde elettromagnetiche che via PC. La capillare dif-fusione radiofonica sul territorio, che è garantita dalle sua caratteristi-che di mezzo mobile e personale, oltre che dal supporto di scarso impe-gno economico, e rappresenta una copertura quasi esaustiva del pub-blico, raggiunto in quasi tutti i momenti e gli spazi possibili. Queste ca-ratteristiche dell’audience radiofonico riducono la fascia degli ascolta-tori potenziali via Internet al segmento degli utenti lavoratori, che sulluogo di lavoro hanno ormai spesso una postazione Internet con colle-gamento a banda larga e per i quali è più accessibile l’ascolto on line diquello on air. Tuttavia, pur costituendo un segmento d’ascolto partico-larmente pregiato, esso rimane marginale rispetto al complessivo ascol-to radiofonico.

• L’audio on line nega agli utenti uno dei benefit maggiori caratteristici

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connessione realizzata: chi trasmette deve pagare un costo alla ditta pro-prietaria del software. Una seconda tecnologia è rappresentata dall’IP Mul-ticast, che permette l’uso di uno stesso stream per più utenti. Nel prossimofuturo le innovazioni tecnologiche consentiranno di ridurre ulteriormenteil costo della trasmissione audio on line: il sistema Multicast, che ha sosti-tuito l’Unicast, permette di utilizzare uno stesso “stream” per trasmettere apiù utenti, riducendo l’ampiezza di banda richiesta del 20%10 , mentre si stan-no realizzando notevoli miglioramenti anche riguardo alle tecniche di com-pressione.

L’uso della Rete da parte della radio

L’adozione dei sistemi streaming ha comportato per la radiofonia una for-ma di applicazione “basica”, ovvero la riproposizione senza sostanziali di-stinzioni delle trasmissioni on air in tempo reale anche sul nuovo canale. Siè creduto, infatti, che i vantaggi garantiti dal nuovo sistema costituissero dasoli un benefit tale da non richiedere ulteriori interventi sull’offerta. In realtà, l’offerta on line limitata alla trasmissione di genere broadcastingtradizionale è solo un stadio iniziale dello sfruttamento e dell’adozione del-la Rete. Tuttavia, ad oggi la possibilità di trasmettere on line costituisce unodegli usi del canale web più comuni tra le emittenti europee.

Riproposizione on line delle trasmissioni via etere

Come già osservato si tratta dell’applicazione ormai più diffusa e“classica”delle tecnologie di streaming audio. Grazie alla possibilità offerte dai softwa-re di streaming, che hanno agevolato la fruizione audio in rete (ma ancoranon il video, che incontra notevoli difficoltà, a causa delle ridotte capacitàtrasmissive dei sistemi basati sul cavo telefonico piuttosto che sulla bandalarga) la possibilità di trasmettere, oltre che on air, attraverso Internet, haconosciuto un’adozione sempre più vasta. A partire dal 1996, anno di na-scita del primo software di data streaming, Real Audio, l’avvento di questatecnologia ha rivoluzionato profondamente la fruizione della Rete. Attual-mente, il miglioramento costante del sistema consente ai due principali for-nitori di software (Microsoft/RealNertwork), di garantire un servizio nonmolto inferiore alla Cd Quality.Adottando la semplice riproduzione via Internet della programmazione onair, le imprese radiofoniche utilizzano la Rete come un canale distributivoalternativo all’etere, i cui vantaggi si riducono unicamente alla mancanza dilimiti dovuti alla frequenza e all’ampiezza dell’audience.Molti studi realizzati sull’audience rilevano, malgrado la diffusione delle tec-

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10 Forrester Report, “Radio Tunes into the Web”, September 1998

11 Arbitron Research/Edison Media, Internet. Streaming at a Crossroads, Usa, 200112 Arbitron Research/Edison Media, Radio Station Web Site Content: An In-Depth Look, Usa,200113 RTNDF, The America Radio News Audience Survey. Examining the Use, Perception and

Future of Radio News, Radio and Television News Directors Foundation, Usa, autunno 2000,in www.rtnda.org

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diverso da quello del broadcasting, che consenta di sfruttare appieno le pos-sibilità offerte dalla nuova tecnologia. La radio, in questo senso, potrebbetrasformarsi in un erogatore di servizi sonori15 , che comprendono un’am-pia gamma di soluzioni e possibilità, in realtà ancora solo vagamente intui-bili. Il mezzo radiofonico dovrà offrire “servizi” che abbiano elevato valoreaggiunto per l’utente in modo da garantirne la fruizione. Grazie a queste op-portunità, le emittenti adotteranno forme di weblistening, inteso come unamodalità editoriale basata su diverse tecnologie e modalità di distribuzionee connessa strettamente alla Rete, capace di affiancare le caratteristiche delmodello comunicativo di broadcasting a quelle dell’interattività e del mo-dello comunicativo interpersonale. In questo senso, la riorganizzazione del-l’offerta radiofonica è un passo decisivo per progettare, produrre e distri-buire prodotti specificamente destinati all’ambiente comunicativo del Web. Una fase più evoluta nell’adozione della Rete da parte degli operatori ra-diofonici è costituita dalla realizzazione della “personalizzazione dell’ascol-to”. All’interno di questa definizione possono essere raccolte un’ampia gam-ma di soluzioni e servizi ancora in larga parte inesplorati. Si tratta comun-que di una fase ricca di possibilità applicative e già avviata dai principalisoggetti radiofonici europei. In questo modo l’attenzione viene spostata dal-la capacità trasmissiva del canale Internet e focalizzata al contrario su unsecondo elemento: la capacità di offrire servizi audio diversificati rispettoalla trasmissione terrestre. Grazie a questa impostazione, si ampliano le mo-dalità applicative del mezzo, così come le opportunità di incrementare e rag-giungere nuovi segmenti di audience.Le tipologie di uso del webcasting sono numerose e spaziano su un’ampiagamma di modelli, che partono dal modello broadcasting fino a forme difortissima personalizzazione dell’ascolto. Tra le tante possibili linee di svi-luppo si possono elencare le più significative:

• Riproposizione on line di materiale già trasmesso, come programmi, in-terviste oppure brani audio dedicati all’informazione (giornali orari, no-tizie sul tempo, traffico ecc.), Questa attività rappresenta già un passoavanti rispetto alla semplice trasmissione on line, perché l’utente ha l’op-portunità di scegliere quando ascoltare determinati contenuti. General-mente, è molto diffuso un modello che fa ampio uso dell’ascolto indivi-duale di alcuni brani già trasmessi, inseriti però in un percorso/contestoeditoriale predefinito dall’emittente, affiancato da altri contenuti e ser-vizi. Inoltre, questo consente di sfruttare l’ampiezza dell’audience po-tenziale caratteristico di Internet e intercettare gli utenti che lavorano

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della radiofonia, ovvero la mobilità dell’ascolto, in grado, per mezzo diuna tecnologia poco costosa e flessibile, di accompagnare l’ascoltatorenella maggior parte della vita quotidiana, dal viaggio in automobile, al-l’ascolto negli spazi pubblici e commerciali, all’ascolto individuale por-tatile, in treno o a piedi. Sebbene in futuro la situazione possa cambia-re grazie all’evoluzione dell’“Internet mobile”, attualmente la fruizioneradiofonica via etere, completamente gratuita, flessibile e di alta qualità,non sembra trovare un mezzo alternativo nella fruizione on line, legataal terminale e allo spazio fisico.

• Si può inoltre osservare che attualmente, pur considerando l’alta fedeltàal canale dimostrata dal pubblico radiofonico “fuori sede”, anche l’au-dience non raggiungibile attraverso onde elettromagnetiche (e quindi aldi fuori dell’area di competenza dell’emittente) è a sua volta ristretta, ele motivazioni stesse alla base dell’ascolto troppo deboli per poter spe-rare in un aumento sostanziale nel futuro. Si potrebbe inoltre conside-rare che la stessa utenza pubblicitaria dell’emittenza radiofonica nutregeneralmente uno scarso interesse nei confronti di fasce di pubblico lon-tane dall’area di competenza dell’emittente (e dell’inserzionista).

La definitiva affermazione della Rete come canale di distribuzione radiofo-nico deve passare dalla ricostruzione dell’offerta disponibile per l’utente, ingrado di offrire plus significativi nell’ascolto attraverso la Rete. Il nuovo ca-nale ha infatti peculiarità uniche che lo rendono non un semplice supporto,ma un “ambiente comunicativo” innovativo le cui caratteristiche rivestonogrande interesse e per il quale la semplice riproduzione della programma-zione on air non consente un reale sfruttamento delle opportunità offerte.La radiofonia e Internet sono fondati su modelli comunicativi (il modellobroadcasting per la radiofonia e il modello “multicasting” per la Rete14 ), cheimpongono l’elaborazione di strumenti e strategie d’offerta diversificati perl’una e per l’altro. Da queste considerazioni nasce la necessità, avvertita dalle emittenti ra-diofoniche, di sperimentare ed adottare nuovi modelli di sviluppo in Rete,configurando la trasmissione on line come un primo step di un processo inpiena evoluzione.

La seconda fase di sviluppo dell’attività on line: la personalizzazione dell’a-scolto e i servizi sonori

La radiofonia è dunque alla ricerca di un modello di sviluppo innovativo e

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14 Per multicasting si intende un modello comunicativo in grado di alternare e affiancare più ti-

pologie comunicative, partendo dal modello uno-a-molti caratteristico del broadcasting, ma an-

che il modello interpersonale (uno - a - uno) e molti - a - molti.

15 Menduni, Enrico, Il mondo della radio, cit., pp. 217 sgg.; Richeri, Giuseppe, La Radio, in Ga-

briella Paci e Marialuisa Stazio (a cura di) Non Più e Non Ancora, Verso nuove realtà della co-

municazione, Napoli, Cuen, 1993, pp. 35 sgg.

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attraverso cui ascoltare una programmazione alternativa rispetto a quel-la trasmessa via etere. I canali radio spesso rispondono a una precisasegmentazione radiofonica, in modo da realizzare offerte di narrowca-sting nell’ambito di un progetto necessariamente più “generalista”: lacreazione dei canali nasce dall’analisi delle esigenze specifiche della “co-munità radiofonica” di riferimento.

• Produzione di materiali per la fruizione on line: rappresenta una delle at-tività più avanzate. In questo modo, si producono materiali ad hoc de-stinati agli utenti on line, concludendo il processo di diversificazione del-le attività avviato in precedenza. In questo caso, la Rete viene utilizzatacome una modalità editoriale a sé stante, per la quale si costruisce un’of-ferta specifica e indipendente da quella del mezzo radiofonico.

• Costruzione di playlist individuali, ovvero l’applicazione della radio ondemand attraverso la Rete. La possibilità per l’utente di costruire una“radio personalizzata” è strettamente legata alla gestione degli archivisonori, ed è senza dubbio una possibilità interessante, anche se forse noncosì determinante come si è creduto all’inizio dell’era Internet: in effet-ti, potrebbe rappresentare più un servizio secondario (magari da affian-care a canali tematici Internet only) piuttosto che una generale trasfor-mazione della radiofonia. Il caso di evoluzione più accentuata del mez-zo radiofonico vedrà l’utente confezionare palinsesti completamente per-sonalizzati, da ascoltare attraverso Internet nel momento e nel luogo pre-ferito. La scelta verrà realizzata accedendo direttamente all’archivio del-l’emittente, che sarà quindi accessibile all’utenza: la formula adottatasarà simile al modello audio on demand.

Il progetto editoriale dell’emittente influenza decisamente la realizzazionedell’offerta Internet, che adotta spesso politiche di espansione complemen-tari rispetto al progetto radiofonico. Nel suo complesso, probabilmente, laproduzione si trasformerà perché verrà progettata e realizzata per essere vei-colata su più di un mezzo. Nello stesso processo verrà coinvolto il palinse-sto, che subirà i cambiamenti imposti dalla filosofia produttiva tipica delwebcasting. Un ruolo sempre più importante verrà ricoperto dal servizio diricerca interno all’archivio. Quanto maggiore saranno la specializzazione el’utilità degli strumenti di ricerca, maggiore sarà la funzionalità e la crea-zione di “valore” per l’utente. Di conseguenza, l’importanza e la raffinatez-za del sistema, che si tratti di un motore di ricerca, di una directory, o me-glio ancora, di una forma combinata dei due metodi, assume una rilevanzacentrale per l’ottimizzazione del servizio.Il passaggio relativo alla vera e propria produzione multimediale destinataespressamente al consumo on line è in realtà una fase estremamente avan-zata di uso della Rete, in gran parte non ancora raggiunta dalla maggioran-

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ad una postazione Internet e che non potrebbero essere raggiunti dallaradiofonia via etere.

• Collocazione on line di materiale che non è stato impiegato on air: rap-presenta un primo passo nella direzione della diversificazione concretadell’attività (necessaria, come già osservato, alla valorizzazione dell’atti-vità on line) e nella creazione di economie e sinergie produttive che pos-sono rivelarsi interessanti per l’impresa radiofonica.

• Costruzione di archivi sonori consultabili in vari gradi dall’utente: la co-struzione e la gestione dell’archivio sonoro rappresentano un elementostrategico fondamentale dell’attività radiofonica on line. E’ possibile co-sì gestire in modo ottimale l’offerta dei servizi audio e procedere ad unaadeguata valorizzazione dei contenuti radiofonici. Come si può intuire,la grande disponibilità di contenuti, sia musicali che informativi raccoltinell’archivio sonoro di un’impresa radiofonica è ampiamente sfruttabi-le sul canale Internet. Questa opportunità è resa ancora più interessan-te dal fenomeno della convergenza digitale, che permette alle due diver-se attività (Internet e radio) di usufruire dello stesso supporto, creandointeressanti economie di varietà. I contenuti già in possesso dell’emit-tente radiofonica, in sostanza, possono essere utilizzati per ampliare ediversificare l’offerta sulla Rete. In più, la produzione realizzata sullapiattaforma digitale contribuisce ad attribuire nuova importanza all’ar-chivio sonoro dell’impresa radiofonica. La gestione dell’archivio intesocome raccolta di prodotti costruiti su una unica piattaforma comune amolti mezzi, la piattaforma digitale, diviene un punto fondamentale nel-la creazione di valore dell’impresa.

• Costruzione di database multimediali da correlare all’archivio audio: le si-nergie create da Internet, “ambiente” comunicativo nel quale il testo, l’im-magine ed il suono convivono, consentono all’impresa di gestire contenu-ti non solo sonori. Troveranno quindi collocazione materiali video, testi eimmagini correlate al settore d’attività prescelto dall’emittente e la cui frui-zione possibile attraverso la Rete costituirà un interessante benefit per gliutenti dei servizi sonori. Potranno essere sviluppate sezioni informative eanche forme di merchandising. Mutuando la definizione di marketing chedistingue tra servizi centrali (o core), cioè servizi che costituiscono l’atti-vità principale dell’impresa, e servizi periferici, attività cioè aggiuntive ecollaterali, proprio la qualità dei secondi, i servizi aggiuntivi, potrebbe ga-rantire la differenziazione dell’attività dell’impresa radiofonica e costitui-re sempre più un “plus” di grande valore per gli utenti.

• Creazione di nuovi canali da fruire esclusivamente su Internet: in questocaso l’offerta si rinnova, creando “Web radio”, canali radiofonici on line

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eventualmente poter acquistare on line. In particolare, l’attività commer-ciale potrà concretizzarsi in più forme: attraverso il download di prodottimusicali, e attraverso servizi di e-commerce per altre categorie merceologi-che.

1.3 L’attuale stadio evolutivo dell’innovazione

In base ai dati forniti dal World DAB Forum (vedi tabella 1), ad oggi circa230 milioni di persone in tutto il mondo possono ricevere servizi di radio di-gitale. Secondo il consorzio, il sistema DAB sarebbe in fase operativa nellamaggioranza dei paesi dell’Europa occidentale, con l’eccezione di alcune na-zioni nelle quali il sistema è ancora in una fase pre-operativa o iniziale (co-me l’Italia).Cominciano ad essere presenti inoltre numerosi esempi di applicazione com-merciale della radio digitale: per quanto riguarda l’Europa, il Regno Unitorappresenta senza dubbio il caso di maggiore evoluzione. In questo paese,infatti, caratterizzato da una forte spinta all’applicazione delle nuove tec-nologie multimediali e digitali anche in altri settori, sono attivi ad oggi 167canali radiofonici digitali: tra questi, circa venti sono canali nazionali, men-tre i restanti sono canali locali e regionali. Il Regno Unito è anche la nazione che ha registrato l’attività del primo ope-ratore privato di radiofonia digitale, Digital One, che posseduto da Gwr e daNtl, ha vinto la gara per l’assegnazione della licenza di gestione per il primomultiplex privato inglese. Tra i 20 canali nazionali, 10 appartengono alnetwork commerciale, mentre gli altri sono stazioni della BBC. Il serviziopubblico inglese infatti è molto attivo nel settore della radiofonia digitale. Il Regno Unito rappresenta nel contempo uno dei casi di più avanzato sfrut-tamento commerciale della radio digitale: circa la metà dei canali esistentitrasmette unicamente in digitale ed offre agli ascoltatori servizi aggiuntividistinti rispetto alle trasmissioni in Fm. Nel mercato inglese si assiste inol-tre ad un primo fenomeno di specializzazione delle stazioni indotto dall’a-dozione della radio digitale: esempi interessanti sono Oneword, canale te-matico digital only dedicato per un pubblico giovanile, che condivide l’im-postazione con Prime time, però è indirizzato ad un segmento di pubblicopiù adulto, mentre a livello locale nascono canali musicali tematici (TheGroove, Flix, 3C, The Arrow). Digizone, il servizio DAB messo a disposizionedegli utenti da Digital One offre una gamma di servizi interattivi e contenuticollegati alle emittenti che trasmettono sul multiplex commerciale (giochi,notizie, informazioni collegate alla musica ecc.).

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za delle radio terrestri on line, mentre per quanto riguarda gli altri modelliapplicativi esistono esempi e casi di adozione ormai piuttosto diffusi. E’ pro-babile che tutte queste attività implicheranno significative conseguenze sul-l’attività dell’impresa radiofonica tradizionale, dato che permetteranno diraggiungere alcuni importanti risultati: consentiranno infatti di ottimizza-re le sinergie, valorizzare i contenuti raccolti nelle library delle emittenti ra-diofoniche che tradizionalmente non hanno avuto grande impiego com-merciale all’interno dell’industria radiofonica, e creare economie di scalache nascono dallo sfruttamento sistematico e differenziato delle risorse. Lapiattaforma produttiva comune rende infatti possibile la produzione di pro-dotti gestibili in più modi e su diversi supporti, e quindi un’accorta gestio-ne dell’archivio contribuisce a creare sinergie più efficaci. Nell’era di Internet, l’archivio sonoro di ciascuna emittente diviene così unostrumento strategico fondamentale della gestione dell’impresa radiofonica.L’archivio si trasforma in un elemento “attivo” nella gestione, che assumeanche una funzione di “frontiera” tra l’esterno e l’interno dell’organizzazio-ne, grazie ai progetti di immissione del materiale audio on line in modo chesia anche accessibile al pubblico. I progetti di valorizzazione del contenutocosì realizzabili permettono la reale ottimizzazione dell’offerta radiofonica.

Servizi commerciali

I servizi audio costituiscono una delle più interessanti prospettive di svi-luppo per il settore radiofonico ma non rappresentano l’unica attività che èpossibile gestire attraverso la Rete: i servizi commerciali potranno registra-re un forte incremento per le imprese di comunicazione e tra queste, ancheper la radio.L’impiego di Internet come canale distributivo permette infatti di affianca-re ai “servizi sonori”, legati strettamente all’attività “core” dell’impresa ra-diofonica, attività di genere commerciale che possono costituire un interes-sante settore di espansione per l’industria radiofonica. In particolare, si trat-ta di servizi per mezzo dei quali è possibile sfruttare pienamente i vantaggidel nuovo canale, ovvero praticare un’attività di commercio elettronico. Al-trettanto che per i servizi informativi collegati ai servizi musicali o sonori,la possibilità di offrire servizi commerciali on line al proprio pubblico po-trebbe costituire una concreta possibilità di realizzare nuovi ricavi. Tra l’al-tro, alcuni dati rilevano un discreto interesse da parte del pubblico per l’at-tività commerciale svolta dalle radio su Internet, ad esempio nel mercatoamericano: secondo gli studi di Arbitron16 metà degli utenti americani desi-dererebbe poter visitare un sito Web radiofonico per visionare prodotti ed

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16 Si vedano a questo proposito Arbitron Reaserch/ Edison Media, Internet VI, streaming at a

crossroads, Usa 2001 e Arbitron Research/Edison Media, Radio Station Web Site Content: An

In-Depth Look, Usa, 2001

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dalle emittenti un modello spiccatamente transazionale, incentrato sull’at-tività e l’offerta di servizi commerciali.Larga diffusione hanno gli strumenti tipici della funzione comunitaria delweb, indifferentemente dalla tipologia di presenza on line adottata: infatti,la tendenza all’esaltazione della Rete come efficace strumento nella comu-nicazione interattiva con la comunità di riferimento, e di conseguenza, l’ot-timizzazione della relazione con gli utenti-ascoltatori, costituisce una co-stante dello sviluppo delle strategie Internet in tutto il mercato europeo. Inalcuni casi, l’uso del modello comunitario è pienamente consapevole, in al-tri appena accennato, ma è comunque presente, costituendo, tra l’altro, unelemento fondamentale di qualsiasi strategia di espansione on line, sia perquanto riguarda le emittenti orientate verso l’ascolto (i servizi audio) che peri soggetti radiofonici interessati all’erogazione di servizi commerciali o infor-mativi.

1.4.1. Francia

Radio à la carte. Per “radio à la carte” si intendono le forme di distribu-zione che consentono agli ascoltatori di costruire un palinsesto personalescegliendo tra un menù limitato di programmi o offerta musicale. Questo èil modello adottato ad esempio da Radio BFM. La radio francese, che fa ri-ferimento a Media 9 e Bloomberg, è principalmente un’emittente di infor-mazione, nata con l’intento di offrire informazione d’attualità con un tagliodi qualità elevata (“toute l’actualité, un ton plus haut”). Come radio d’infor-mazione, offre giornali radio ogni quarto d’ora, e approfondimenti sulla bor-sa ed i mercati due volte ogni ora. Dal punto di vista dello sviluppo tecno-logico, Radio Bfm rappresenta un caso estremamente significativo di ado-zione delle nuove tecnologie: innanzitutto, la radio è la prima emittente fran-cese completamente digitale ed è stata una delle prime ad investire nella tec-nologia DAB.Radio BFM è presente on line con un portale (BFM BZ) completamente de-dicato all’informazione ed ai servizi finanziari. Oltre a questo, Radio Bfm sidistingue per l’offerta audio, che la caratterizza come un esempio di gestio-ne innovativa degli archivi sonori. Radio Bfm, infatti, dedica gran parte delproprio progetto Internet alla possibilità di ascoltare on line parti della pro-grammazione, mettendo a disposizione dell’utente ben quattro opzioni diascolto diverse, con differenti gradi di personalizzazione.L’utente può ascoltare infatti la programmazione on air, ma può anche frui-re della cosiddetta “radio à la carte”, che consente di scegliere prima tra di-verse aree di interesse (attualità nazionale, attualità internazionale, sportecc.), e poi selezionare, tra un numero definito di opzioni, la trasmissionedi maggiore interesse. Le trasmissioni della sezione “à la carte”sono co-stantemente aggiornate, quasi in tempo reale, in modo che è sempre possi-bile ascoltare programmi del giorno stesso o del giorno precedente. Le pos-

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Tabella 1 Diffusione del Digital Audio Broadcasting in alcuni principali mercati

Fonte: World DAB Forum, 23 Gennaio 2002

Attualmente, interessanti sperimentazioni di servizi DAB sono attivate an-che in molti paesi extra-europei. In Canada, dove esistono 57 stazioni DABin grado di raggiungere il 35% della popolazione, il Digital Radio Roll-OutInc (DRRI), l’organizzazione che gestisce la piattaforma DAB canadese,sta operando al fine di creare sinergie virtuose con i diversi operatori delmercato: nel novembre 2001 ha raggiunto un accordo con General Motors,che vede la compagnia automobilistica impegnarsi nell’installazione di ri-cevitori DAB nelle vetture di propria produzione per il mercato canadese,mentre la società RadioShack distribuirà a partire dal 2002 un’ampia gam-ma di prodotti destinati alla fruizione del DAB (che vanno da “walkman”per la radio digitale a prodotti destinati alla fruizione via personal com-puter). Il DRRI programma inoltre di aumentare la copertura in alcunefondamentali aree della nazione, anche al di fuori delle principali aree me-tropolitane.

1.4 Lo stato del rapporto radio - Internet: analisi di alcuni casieuropei

Come accennato precedentemente, la radiofonia ha ormai adottato il cana-le Internet in modo capillare e diffuso, e si appresta a vivere una nuova fa-se di applicazione del mezzo, alla ricerca di nuovi modelli di adozione. Inrealtà, già molti soggetti europei si orientano in questa direzione, permet-tendo già di individuare l’esistenza di alcuni modelli applicativi di maggio-re diffusione. In generale, la tendenza vede le emittenti sviluppare servizi di-versi in base al tipo di presenza on line prescelto: alcune emittenti scelgonodi privilegiare la trasmissione e la personalizzazione dell’ascolto, e di con-seguenza, la valorizzazione e la gestione dell’archivio sonoro. In altri casi,le emittenti si concentrano su un progetto web improntato al modello infor-mativo, all’interno del quale assumono larga importanza la presenza di no-tiziari on line e di una redazione giornalistica, nella maggior parte dei casicollegata a quella on air. Infine, una terza linea evolutiva vede prediligere

U.K. Francia Germania Spagna Italia CanadaCopertura (%) 60 (BBC) 25 65 50 30 35

80 (DO)Popolazione Raggiunta (Mln) 15 10Canali presenti 167 100+ 18 11 57Servizi Aggiuntivi Si Si Si No Si

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possibilità di costruire un sito Internet personalizzato), strumenti editoria-li come la newsletter del canale. Sono numerosi inoltre i servizi a disposi-zione dell’utente, come la possibilità di scaricare browser dell’emittente in3 D, un traduttore automatico, un ampio spazio dedicato ai giochi. Menoarticolata invece la sezione dedicata all’ascolto on line, che consente sia l’a-scolto live delle trasmissioni, sia la possibilità di scaricare estratti musicaliin MP3, ma che non offre vere e proprie forme di ascolto personalizzato, nédi valorizzazione dei contenuti sonori.France Info, il canale informativo di Radio France, conferma nel proprioprogetto on line l’impostazione che caratterizza l’attività Internet dei grup-pi pubblici europei, ovvero la spiccata impostazione “sonora” basata su ar-chivi audio aperti all’utente, e sull’ampia gamma di contenuti disponibili online. L’emittente informativa, offre all’utente infatti la possibilità di ascolta-re, oltre alle trasmissioni in diretta, l’ultimo notiziario, l’intervista del gior-no, ecc. Nell’area Chroniques è invece possibile ascoltare l’ultima edizionedi ogni trasmissione, suddivise in sezioni per argomento (Culture, Multimé-dia, Monde, Economie, Régions ecc.), mentre nell’area Micro-radios viene pro-posto un interessante esempio di archivio tematico: i materiali delle tra-smissioni vengono infatti riorganizzati in base al tema, permettendo così al-l’utente di accedere a dei veri e propri “menu” tematici. Il sito offre inoltremolti servizi a carattere informativo: come La Bourse, Le metéo, Info Routeecc. Particolarmente interessanti i servizi a carattere multimediale, comeAudiotel, che consente di ascoltare alcune trasmissioni attraverso telefoniafissa e mobile, e l’Infobarre, servizio di aggiornamento informativo costan-te via Pc che non necessita del collegamento ad un sito Internet, ma può es-sere scaricato sulla postazione e fruito attraverso un collegamento conti-nuato alla Rete.

1.4.2. Regno Unito

Capital Radio, uno dei più importanti gruppi radiofonici privati del mer-cato anglosassone, ha inserito tra gli obiettivi strategici della propria atti-vità quello di creare la “Radio with the buy it button17”, ovvero l’ambizionedi creare un’emittente la cui attività sia fortemente caratterizzata dall’atti-vità di e-commerce. Nel documento di presentazione dell’attività radiofoni-ca, la divisione “Interact” di Capital Radio dichiara di aspirare ad essere lacomunità webmusicale leader nel Regno Unito. Data la crescita registratanel settore radiofonico, le possibilità offerte dal commercio elettronico nonsono solamente futuribili, ma concretamente realizzabili, anche se pesan-temente condizionate dalle difficoltà incontrate dall’e-commerce nella suadefinitiva affermazione, tra le quali, non ultime, le difficoltà connesse allasicurezza dei sistemi di pagamento.

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sibilità di radio Bfm non si limitano alla radio a menù, che già di per sé ar-ricchisce le possibilità di fruizione per l’utente: la radio permette, infatti, at-traverso un particolare strumento di ricerca di selezionare negli archivi so-nori (“archives sonores”) le trasmissioni di maggiore interesse, risalendo an-che indietro nel tempo. L’utente può infatti selezionare il tema d’interesse(Actualité du jour, Société et médias, Sciences et nouvelles technologies, Ac-tualité économique, Actualité politique), il periodo di riferimento (dal giornoprima ai tre mesi precedenti e senza limiti), indicare il giornalista che hacondotto il programma, e soprattutto, la parola chiave che individua il te-ma desiderato. Nel caso dell’emittente Europa 1 del gruppo Lagardére, è stata prescelta unimpostazione piuttosto “classica”, basata sull’offerta informativa dell’emit-tente, con largo spazio dedicato all’informazione testuale. L’emittente offrel’ascolto live in diretta delle trasmissioni ma non consente forme di perso-nalizzazione dell’ascolto.Il sito dell’emittente Rtl offre un’ampia integrazione multimediale dei con-tenuti, che viene però completamente gestita dall’editore, e non dall’utente.Infatti il progetto web non deroga all’utente la scelta dei contenuti attraver-so l’accesso all’archivio sonoro, ma al contrario costruisce spazi multime-diali all’interno di percorsi predeterminati dall’emittente stessa. Anche nel-l’adozione di nuove forme di erogazione personalizzata, esistono ulterioridifferenze: in realtà, alcuni progetti si orientano verso un coinvolgimentopienamente attivo dell’utente alla costruzione di palinsesto o alla consulta-zione di archivi, mentre un’altra tendenza è rappresentata dagli editori chepreferiscono mantenere il pieno controllo sui contenuti. In questo senso ilruolo dell’utente è ancora attivo (può comunque scegliere) ma non tantoquanto nel caso precedente. Attraverso il sito web Rtl offre agli utenti un’am-pia gamma di servizi: oltre ai contenuti informativi, sono infatti presenti ser-vizi come meteo, guida tv, guida all’euro, servizi finanziari. Sono presentianche molti strumenti comunitari e relazionali: forum, chat, una selezionedi newsgroup, oltre a più canali e forme di interazione tra lo staff della ra-dio e gli internauti. L’attività on line dell’emittente è suddivisa tra informa-zione, Sport, Muzik (Musica), e Loisirs (dove sono raccolti i contenuti ludi-ci, i concorsi ecc.). Si deve inoltre ricordare anche che la francese Rtl fa par-te di un gruppo radiofonico multimediale di dimensioni autenticamente eu-ropee, e questo influenza l’attività on line dell’emittente. In questo caso laradio, caratterizzata da un format generalista con una spiccata impostazio-ne di light entertainment, offre soprattutto servizi comunitari e relazionali,preferendo dedicare uno spazio minore ai servizi audio.Il progetto on line di Nrj, che rappresenta uno dei gruppi di maggior im-portanza nel mercato francese, ha una consistente sezione comunitaria, nel-la quale sono raccolti gli strumenti di carattere relazionale: nell’area clubsono infatti a disposizione un servizio di agenda, chat, forum, servizi di co-municazione personale (interazione con telefonia mobile, posta elettronica,

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17 Capital Radio Plc, Annual report and Accounts 2000.

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omogeneo e solo in un secondo momento è possibile accedere alle singo-le sezioni.BBC RadioLa presenza on line del gruppo pubblico inglese è sicuramente uno dei casidi più vasta ed articolata attività on line dello scenario europeo. Il gruppomultimediale, infatti, mette a disposizione dell’utente la possibilità, attra-verso un portale dedicato al settore radiofonico, di accedere direttamenteall’ascolto live delle trasmissioni di tutti i canali radiofonici, oltre a infor-mazioni testuali e sui programmi, garantendo nel contempo una stretta con-nessione con la radiofonia digitale.I singoli canali articolano ulteriormente l’offerta di servizi audio. BBC 1, adesempio, offre la possibilità di ascoltare on demand un’ampia selezione dicontenuti audio trasmessi nelle singole aree di programmazione (dalle Newsa Urban, Alternative, Chart), oltre all’ascolto on line di numerosi documen-tari sonori realizzati dall’emittente. Si deve notare che, tuttavia, malgradola spiccata tendenza ad esaltare i contenuti audio delle emittenti, il sito hacomunque una forte impronta comunitaria, ed una decisa tendenza all’in-terattività (presenza di chat, bacheche per messaggi, concorsi). Anche BBC 3, il canale culturale dedicato alla musica classica e jazz, offreun percorso fruitivo di grande interesse sia sotto il punto di vista dei conte-nuti che da quello dei servizi offerti. Il terzo canale BBC impiega infatti laRete come uno strumento per valorizzare l’ampiezza e la qualità dei conte-nuti trasmessi, confermando l’importante funzione che Internet può svol-gere nel contesto di un’emittente tematica. In questo caso i servizi audio so-no ampiamente integrati nella struttura editoriale del canale, oltre che of-ferti sotto forma di archivio sonoro delle precedenti migliori registrazioni.Il sito, suddiviso in diverse sezioni di interesse culturale (Classical; Jazz;World Music; New Music per l’aspetto musicale) consente la fruizione di piùmateriali audio: brani e registrazioni dal vivo, interviste realizzate con i com-positori, ecc. Anche nel caso di BBC 3 non vengono trascurati gli aspetti re-lazionali del sito, che offre una selezione di giochi on line, alcuni forum didiscussione, approfondimenti e spunti culturali (Ideas and Culture). Leggermente diversa l’impostazione adottata da BBC 2, il canale più ascol-tato nel Regno Unito, emittente generalista improntata al light entertainment:in questo caso, coerentemente con l’impostazione editoriale, vengono esal-tati gli aspetti relazionali del sito web, piuttosto che i servizi audio, attra-verso molti strumenti di interazione e forme di intrattenimento. Sono pre-senti chat, spazi di interazione con i singoli conduttori dei programmi, quiz,informazioni correlate ai contenuti musicali trasmessi on air, molte infor-mazioni sulla radio e la programmazione. Sono offerte anche alcune formedi ascolto personalizzato, che prevedono la scelta per l’utente all’interno diuna selezione predisposta di brani. In generale, il progetto web di BBC 2 èimpostato sul modello generalmente adottato dalle emittenti private gene-raliste, più che su quello tipico della radiofonia pubblica.

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Il progetto sviluppato da Capital Radio prevede l’integrazione delle funzio-nalità commerciali all’interno dello spazio radiofonico, in modo che la ra-dio su Internet si presenti come un soggetto commerciale oltre che di in-trattenimento. Grazie all’integrazione delle attività il gruppo inglese inten-de intercettare i segmenti di consumatori maggiormente portati all’acquistodi impulso, per i quali l’inserimento delle proposte commerciali in un am-biente ludico costituisce una forte attrattiva, come viene affermato del do-cumento di presentazione stesso del gruppo:“There are strong synergies between radio and the internet, and we are inve-sting in our own music sites as a source of future advertising and e-commer-ce revenue streams. Our objective is to create the UK's leading on-line musiccommunity, providing a personalised music environment where people can li-sten to music, read about it and buy it. We will continue to look at ways of de-veloping further music based entertainment products.” 18

Al contrario di Radio Bfm, Capital Fm predilige un format completamentededicato all’intrattenimento, e, contestualmente, la scelta di sviluppo su In-ternet è profondamente diversa. Se, infatti, Radio Bfm è caratterizzata dauna strategia di sviluppo in Rete fortemente basata sui modelli di fruizionee distribuzione dei contenuti informativi della radio, Capital Fm invece adot-ta un modello prevalentemente ludico e commerciale, con l’intento dichia-rato di creare un ambiente comunicativo ricco e variegato, dove l’utente pos-sa, contemporaneamente, ascoltare la radio, giocare, ricevere informazionie fruire di altre forme di intrattenimento e, infine, comprare scegliendo trale diverse opzioni disponibili.Si rivela di notevole interesse, inoltre, la scelta di creare, per la realizza-zione del progetto, una divisione indipendente (Capital Interact) con lospecifico compito di sviluppare progetti on line per Capital Fm e per le al-tre emittenti del gruppo oltre che per terzi. Capital Interact 19 ha come spe-cifico obiettivo, come accennato, la costruzione di una radio con “il pul-sante per comprare”, per la quale la strategia commerciale è assolutamenteintegrata nell’attività radiofonica, sfruttando anche le caratteristiche del-l’acquisto su Internet (spesso “acquisto d’impulso” e basato anche sullagradevolezza e utilità del sito). L’integrazione tra le diverse funzioni as-solte dal sito avviene all’interno dello spazio comunicativo Web, nel qua-le i servizi e gli spazi commerciali sono alternati a quelli dedicati all’atti-vità radiofonica, agli ambienti ludici e dedicati alla musica. Nella stessahomepage di Capital Fm i diversi servizi vengono offerti come un insieme

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17 “Business Overview” in www.capitalradio.plc.uk/content/plc/strategy.html19 Capital Interact opera creando prodotti multimediali per i propri siti, realizzati attraverso

partnership con altri operatori Web. Tra i partner di Capital Interactive: another.com (sito di

posta elettronica con un target molto giovanile), BeMe.com (sito di una rivista femminile),darkerthanblue.com (sito autorevole di musica R&B)

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raccolgono porzioni importanti dell’audience e delle risorse. Antenne Bayernè un esempio rappresentativo di questo settore della radiofonia tedesca. L’e-mittente bavarese è presente su Internet con un sito articolato, nel quale tro-vano spazio l’ascolto on line (in un’area denominata Webradio), l’area com-merciale (Antenne e-shopCenter) e quella comunitaria, (Antenne club).L’emittente esalta l’aspetto comunitario e relazionale, oltre a realizzare unadeguato sfruttamento delle le possibilità legate ai servizi commerciali online, piuttosto che privilegiare l’aspetto dei servizi audio, registrando la pre-senza di un buon servizio di ascolto live, ma la completa assenza di formedi personalizzazione dell’ascolto. Un esempio della forte vocazione com-merciale data al sito è rappresentanta dal link che consente di collegarsi di-rettamente dall’ID dei brani in onda alla sezione commerciale di acquistoon line dei cd del sito.104,6 Rtl Berlins Hit e Rtl Oldiesender, due delle emittenti gestite dalgruppo europeo Rtl in Germania offrono agli utenti siti caratterizzati dal-l’adozione del modello di presenza on line tipico della radiofonia commer-ciale, sia pure declinato in differente modo a causa del diverso progetto edi-toriale all’origine. Nel primo caso, una hit radio destinata ad un pubblicogiovanile, la presenza on line ha infatti caratteristiche ludiche e spiccata-mente comunitarie (con presenza di chat, sondaggi e diversi servizi acces-sibili dietro registrazione), mentre nel secondo caso, l’emittente di Oldiesdestinata ad un pubblico più adulto adotta un modello più sobrio e discre-to, caratterizzato dalla presenza di alcuni servizi collaterali (come un am-pio spazio dedicato alle previsioni del tempo, o varie forme di interazionetra la radio e gli utenti, come ad esempio la possibilità di inviare auguri dicompleanno attraverso la rete che verranno poi letti durante la trasmissio-ne). Tuttavia le due emittenti sono accomunate da una scarsa attenzione al-le possibilità trasmissive e di servizi audio (l’unica forma di ascolto presen-te è quello live) e da una adozione della Rete essenzialmente come interfac-cia e strumento relazionale.JazzRadio, radio tematica dell’area berlinese, è come la maggior parte del-le radio tedesche ricevibile via satellite e via cavo. Data la diffusione di que-ste due tecnologie distributive, in realtà l’audience dell’emittente è molto piùvasta della regione locale. La radio ha un’impostazione tematica dedicata alJazz Mainstream, ed offre anche on line un’ampia selezione di contenuti te-stuali, audio e video, adottando un modello di presenza on line caratteriz-zato da una forte integrazione multimediale dei contenuti.

1.4.5. Italia

Anche nel caso della radiofonia italiana si è assistito ad un rapido processodi aggiornamento dell’attività Internet delle emittenti, passate da un modellodi presenza puramente promozionale ad una attività articolata ed in lineacon il progetto e l’identità editoriale di ciascuna emittente. Nel 2002, infat-

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1.4.3. Spagna

Nel mercato spagnolo i tre principali gruppi privati sono presenti su Inter-net, manifestando nei diversi progetti on line una discreta coerenza con isingoli progetti editoriali delle emittenti:Cadena Ser, l’emittente del gruppo editoriale Prisa, dedica grande spazioall’informazione, e mette a disposizione dell’utente breking news aggiorna-te oltre ad approfondimenti, speciali, inchieste. La stazione garantisce unservizio di trasmissione in diretta (audio live) della programmazione on airattraverso il sito InternetOltre a questo servizio di broadcasting, Cadena Ser offre all’utente un’inte-ressante gamma di servizi audio on demand: è possibile, infatti, ascoltareuna selezione dei più importanti documenti sonori trasmessi. L’offerta diservizi audio è raccolta ed organizzata in una “Fonoteca” nella quale sonoraccolte, di settimana in settimana, molti dei materiali trasmessi, che è pos-sibile ascoltare e votare per eleggere i migliori brani. Inoltre, suddivise in di-verse sezioni (per area o programma) sono raccolti materiali audio signifi-cativi per ciascuna area. Il sito dell’emittente offre inoltre un’ampia area co-munitaria con chat, forum, concorsi, possibilità di interagire con lo staff,sondaggi.Anche nel caso di Onda Cero, l’identità editoriale dell’emittente influenzala scelta della presenza on line da adottare. L’impresa, controllata dal grup-po di telecomunicazioni Telefonica, offre molti servizi streaming, tra i qua-li la possibilità di ascoltare brani di materiale trasmesso e soprattutto le no-tizie in versione audio. L’area dedicata alle forme di personalizzazione è par-ticolarmente sviluppata, infatti è possibile ascoltare tre canali: Onda CeroRadio, attraverso cui ascoltare in diretta le trasmissioni radiofoniche, il ca-nale Onda Cero Musica, attraverso cui viene trasmessa una programmazio-ne pop, ed in infine un canale Onda Cero International, che trasmette pro-grammi in lingua straniera. Il servizio si basa su tecnologia del gruppo di ri-ferimento Telefonica, e si appoggia ad una radio Internet only, Akamai. An-che in questo caso largo spazio è dedicato all’informazione giornalistica, siatestuale che audio.Cadena Cope, il gruppo che fa riferimento alla società Radio Popular di pro-prietà della conferenza episcopale spagnola, adotta un modello di presenzacaratterizzato da un’impostazione giornalistica classica, nel quale la paginaprincipale è impostata sul notiziario e sulle breaking news. E’ disponibile l’a-scolto live delle trasmissioni (Real Audio e Media player), mentre alcune for-me di personalizzazione dell’ascolto sono presenti nelle singole aree dei pro-grammi, dove vengono integrate contenuti testuali e audio.

1.4.4. Germania

Nel mercato tedesco larga importanza è rivestita dalle radio regionali, che

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ratteristiche di autorevolezza e informatività dell’emittente, attraverso l’a-dozione di una grafica essenziale e sobria, e ampi spazi dedicati all’infor-mazione. In più, la radio offre forme di interazione tra il pubblico e le re-dazioni dei diversi programmi (che in alcuni casi, come per il “Baco del Mil-lennio”, sono a disposizione forum per gli ascoltatori, e per “Radio anch’io”,un club degli ascoltatori). Le trasmissioni, suddivise tra programmi di ap-profondimento (“oltre le notizie”), di pubblica utilità (“dalla parte dei citta-dini”) e rotocalchi settimanali, hanno un proprio articolato spazio Internet,spesso veri e propri siti “dedicati”.La possibilità di ascoltare on line le trasmissioni di Radio Tre e, soprattut-to, l’accesso agli archivi sonori dei programmi realizzati dall’emittente co-stituiscono per gli utenti le opportunità di maggiore valore. Da sempre, letrasmissioni di Radio Tre sono caratterizzate da contenuti di alto livello cul-turale, tanto da rendere spesso difficile una fruizione continuata allo stessolivello di attenzione da parte degli ascoltatori. Come osservato, i servizi of-ferti dal sito di Radio Tre sono molteplici e l’impianto del sito si avvicinamolto al concetto di “servizio sonoro” che potrebbe caratterizzare l’evolu-zione futura della radio: sono infatti presenti contenuti d’archivio, comespezzoni dei “Teatri Sonori” raccolti e mandati in onda da Rai Tre, l’ascoltodi brani letterari all’interno di alcune trasmissioni (come Esercizi di Memo-ria), o alcuni brani musicali. In futuro, le potenzialità dell’immissione in Re-te dei contenuti propri di Radio Tre (per non parlare dello sfruttamento del-le sinergie con il gruppo Rai) potrebbero garantire un grande sviluppo nel-la direzione dei “servizi sonori” e quindi permettere all’emittente pubblicadi raggiungere il segmento di riferimento con efficacia mai realizzata in pre-cedenza. L’organizzazione, invece, prevede una formula piuttosto “classica” caratte-rizzata da grafica verticale, e nella quale il sito è strutturato in diverse areetematiche di interesse per il pubblico della radio tra le quali: Arte, Musica,Scienze, Teatro, Libri. All’interno di ciascuna area è possibile accedere a piùgeneri di contenuti (audio, video, testuali). La ricchezza del materiale di-sponibile è sicuramente uno dei tratti caratterizzanti del sito. Allo stessotempo, è possibile accedere in modo indipendente alle aree destinate ai sin-goli programmi attraverso lo spazio dedicato al palinsesto; è possibile inol-tre per l’utente usufruire dei servizi di streaming live o accedere agli archi-vi, sia audio che di materiale video.

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ti la totalità delle radio nazionali è on line e permette l’ascolto streaming del-le frequenze anche attraverso la Rete. Inoltre, sono sempre più diffusi mo-delli più evoluti di presenza on line, con un uso piuttosto diffuso di serviziaudio e forme di personalizzazione dell’ascolto. Oltre alla personalizzazio-ne dell’ascolto on line ed alle prime forme di canali webradio e on demand,è presente inoltre un approccio “comunitario” alla attività on line, testimo-niato dall’ampio uso di strumenti community come chat e forum, la crea-zione di club e l’offerta di servizi interattivi e di comunicazione personale.Tra le emittenti italiane, si possono citare alcuni casi significativi. RadioDeejay, ad esempio, che fa parte del gruppo Espresso ed è la seconda radionazionale italiana, seconda solo a Rai Uno, sfrutta le sinergie realizzabilicon la Internet company del gruppo, Kataweb, offrendo numerosi servizi, siaaudio che di altro genere. In particolare, l’emittente offre l’ascolto di quat-tro canali Internet only costruiti a partire dai programmi di maggiore suc-cesso dell’emittente, e caratterizzati ognuno per un’impostazione musica-le/editoriale diversa (ma sempre coerente con l’impostazione editoriale del-l’emittente), la possibilità di ascoltare on demand una selezione delle tra-smissioni (Dj Set) e le interviste realizzate (materiali inseriti nell’area desti-nata a ciascuna emittente). Il progetto on line dell’emittente Music & News Rtl 102,5 è caratterizzatodalla personalizzazione del sito in base ad alcune scelte predisposte che l’u-tente può selezionare (Rtl, Hich tech, Music, News) dopo la registrazione. Sitratta di un tentativo interessante nella prospettiva della personalizzazionedel canale e in direzione narrowcasting dell’attività radiofonica. Dal puntodi vista dei servizi audio, Rtl 102,5 offre agli utenti la possibilità, oltre all’a-scolto live, di fruire di una selezione di materiali audio, tra i quali le inter-viste realizzate agli artisti (e consultare il relativo archivio), l’ultimo gior-nale radio trasmesso e bollettini di tempo e traffico. Interessante è anche l’e-sperimento di integrazione multimediale con il canale televisivo satellitareHit Channel, presente con un proprio sito improntato all’interattività con gliutenti.Dal punto di vista della radiofonia pubblica, Radio Rai offre agli utenti In-ternet una presenza articolata e particolarmente ricca, espressa sia attra-verso i siti dei singoli canali, sia attraverso uno specifico portale radiofoni-co che assembla e riorganizza i materiali offerti dalle tre reti radiofoniche edagli altri servizi radio (come Isoradio). Nella sua organizzazione generale,l’attività on line del gruppo pubblico si avvicina per molti aspetti alle scelteeffettuate dalla divisione radiofonica di BBC Radio, ed è in sintonia con leprincipali caratteristiche espresse di broadcaster pubblici europei: ovverodimostra una spiccata attenzione alla personalizzazione dell’ascolto ed allavalorizzazione degli archivi sonori. Il sito di Radio Uno rispecchia l’identità dell’emittente pubblica, attraversospazi di approfondimento legati a ciascun programma, ed un aggiornamentoinformativo costante. Il progetto Web di Radio Uno sottolinea infatti le ca-

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Tabella comparativa dei casi europei

Dalla tabella comparativa realizzata riassumendo l’analisi condotta sui ca-si europei (tabella 2), è possibile trarre alcune considerazioni. In primo luo-go, dall’analisi comparata emerge come l’impiego di tecnologie di streamingper la trasmissione live via Internet sia ormai un uso ampiamente diffuso (èinfatti presente in tutti i casi presi in considerazione) indipendentementedal modello specifico di presenza on line adottato. Un secondo elemento degno di attenzione è la diffusione sempre maggioredi forme di personalizzazione dell’ascolto, anche se in questo caso può es-sere ipotizzato un legame tra il modello adottato e l’articolazione di questotipo di servizi. I servizi audio offerti (e tra questi si può includere anche lapresenza di un archivio sonoro accessibile per l’utente e l’erogazione di au-dio on demand) hanno in genere maggiore spazio nei siti della radiofoniapubblica, mentre nel caso della radiofonia privata essi sono maggiormentecontestualizzati all’interno di un percorso editoriale (caratterizzato da unaforte integrazione multimediali tra i contenuti audio, video testuali ecc.). E’ ancora poco impiegato lo strumento dei canali tematici web radio, gene-ralmente adottati da gruppi multimediali di grandi dimensioni. Larga diffusione hanno invece i servizi di comunità (forum, chat, club, maanche servizi di comunicazione personale ecc.) soprattutto nel settore dellaradiofonia privata, maggiormente interessata alle possibilità relazionali delnuovo mezzo rispetto alla radio di servizio pubblico. L’aspetto transaziona-le della Rete rappresenta invece un genere di attività ancora poco diffuso,anche se in alcuni mercati esistono esempi molto articolati di servizi com-merciali ed informativi (come Capital FM in Gran Bretagna, ma anche Rtle BFM Bz in Francia ed Antenne Bayern in Germania).In generale, l’adozione dei diversi modelli di presenza on line risponde a pre-cisi criteri di segmentazione del mercato e risposta ai bisogni dell’utenza, etestimonia l’adozione del nuovo mezzo con una marcata coerenza al pro-getto editoriale alle spalle dell’emittente radiofonica. In alcuni casi, la Reteè utilizzata per esaltare le caratteristiche dell’emittente e rafforzarne il po-sizionamento sul mercato, mentre in altri rappresenta uno strumento perdifferenziare l’offerta e tentare di intercettare nuovi segmenti di pubblico.

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stema formativo complessivamente non appaiono all’altezza del compito.La straordinaria diffusione di Internet mostra tutti i limiti di adattamentodei media unidirezionali e principalmente della televisione, quando alla co-municazione broadcasting, unidirezionale e discendente, vengono contrap-posti il principio e l'etica della interattività e della connessione. Mentre l’in-terazione della televisione con la rete è ancora cauta e difficile, la radio alcontrario attraversa una nuova e straordinaria ibridazione. La radio è favorita dall’agilità dei file MP 3 (per diversi anni ancora tra-smettere per via telematica un file audio sarà assai più semplice ed econo-mico di un file audiovisivo), e dei software che dal 1996 (il primo è statoRealAudio) permettono di ascoltare un file audio dal proprio computer sen-za la necessità di scaricare (download) il file per intero prima di farlo ese-guire. Questo processo, chiamato streaming, permette di ricevere dati in unflusso continuo, praticamente in tempo reale. Sarebbe tuttavia un errore circoscrivere questa congenialità fra radio e In-ternet solo agli aspetti tecnologici (i limiti dello streaming video presto o tar-di saranno superati). Essa riguarda piuttosto la forte sovrapposizione delproprio pubblico (giovane e abituato alla connessione e all’interattività) conquello della rete. Il computer si allea naturalmente con i mezzi che sonopronti a superare la distanza tra la comunicazione di massa e quella puntoa punto, e che non si accontentano di una comunicazione unidirezionale, ela radio aveva già superato la unidirezionalità alleandosi con il telefono epoi con il cellulare, diventando un questo senso un mezzo personale e inte-rattivo, mobile, portatile. Inoltre una Internet radio non richiede licenze, frequenze su cui trasmette-re o autorizzazioni, evitando complicazioni burocratiche, costi e censure,tasse e visite fiscali, e può essere ascoltata in diretta in tutto il mondo a co-sti bassissimi. Con Internet si supera ogni frontiera, come nell'esperienza diB 92, la radio serba che il regime cercò di mettere a tacere e che ha prose-guito le sue trasmissioni su Internet, aggirando la censura.Fortunatamente, non tutte le radio sono in questa situazione estrema, an-che se la loro grande diffusione nel Terzo e Quarto mondo e nei luoghi piùmartoriati dai conflitti dovrebbe farci riflettere, come indica un recente rap-porto della Fondazione Rockfeller.20 Per gran parte delle radio trasmettereanche in Internet significa espandere le proprie possibilità espressive, am-pliare il proprio bacino di ricezione, rafforzare il rapporto con gli ascolta-tori. Oltre trasmettere la radio in tutto in mondo, Internet la rende visibile,le permette di elencare le proprie frequenze, di scaricare materiali audio,diffondere foto dei suoi personaggi, organizzare chat e concorsi fra gli ascol-tatori. Alcuni dei software con cui si può ascoltare la radio dal PC hanno la

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1.5 Radiofonia digitale e Internet: Considerazioni finali

Il passaggio che la radio sta compiendo verso il digitale è largamente attua-to, anche attraverso la computerizzazione degli studi e della messa in onda,e rappresenta una transizione irreversibile. Il DAB (Digital audio broadca-sting) rappresenta a tutt’oggi la soluzione tecnologica più efficace ed è pre-vedibile la definitiva affermazione della radio digitale, anche avvalendosidella portata simbolica della data del passaggio del broadcasting dall’ana-logico al digitale stabilita nel 2006 dalla Federal Communications Commis-sion americana, ma anche dal legislatore italiano con la legge 66/2001 vo-tata in forma plebiscitaria dal Parlamento. Allo stato poco più di una sca-denza formale, di cui però saprebbe un grave errore sottovalutare la forzasimbolica.Se questo passaggio è irreversibile, il fatto che esso avvenga in standard DABè probabile ma non certo: potrebbero aversi compromessi sui vari standard,magari con un tavolo di contrattazione fra industrie produttrice in margineal MPEG (Moving Picture Experts Group), al quale si devono i più impor-tanti standard digitali video e audio, a cominciare da Mp 3. A favore di unacerta cautela militano le lentezze delle industrie manifatturiere nel lancio ingrande stile dei ricevitori e soprattutto la scarsa determinazione nel perse-guire l’obiettivo della miniaturizzazione dei ricevitori digitali, fondamenta-le se si vuole che la radio digitale abbia la stessa ampia gamma di usi socialidi quella portatile analogica.Una certa cautela va anche posta nel considerare certa l’affermazione delle“piattaforme nazionali DAB”, forme di concertazione da content providersconcorrenti che condividono uno standard. Tali forme di concertazione, in-dispensabili per l’avvio del progetto, potrebbero però incappare nelle nor-mative antitrust, essendo considerate un cartello, o infrangersi sugli scoglidella competizione. Poiché la non definitiva affermazione dello standard ri-chiede qualche tutela (e le piattaforme lo sono) alle associazioni dei sogget-ti in gioco e alle istituzioni della politica è richiesto un maggiore interessa-mento; un esempio negativo è il fallimento delle trattative a suo tempo in-tavolate per un'unica piattaforma digitale televisiva italiana, con il risultatodi averne due, incapaci di raggiungere il punto di pareggio e destinate vo-lenti o nolenti a qualche forma di fusione.Con tutte queste cautele è tuttavia indispensabile attrezzarsi alla nuova tra-smissione digitale. Essa grazie alla compressione permetterà di trasmette-re fino a 6 canali su una sola frequenza e quindi potrà diffondere, oltre allamusica e al parlato, dati di vario tipo (immagini fisse, disegni, testi): notiziee quotazioni di borsa durante il giornale radio, informazioni sul traffico, lafoto di un cantante o la copertina del disco mentre sta suonando, oppure itesti di una canzone. Non esiste oggi nessuna esperienza valida di questacreazione di contenuti in ambito radiofonico e tali capacità andranno affi-nate in senso trasversale (operatori multimediali) mentre l’università e il si-

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20 A. Gumucio Dagron, Making Waves: Stories of Partecipatory communication for social chan-

ge, New York, The Rockfeller Foundation, 2001.

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un passaggio chiave per la sua accettabilità popolare, per essere effettiva-mente "friendly", per non essere più soltanto una macchina da ufficio. Se poiil computer vorrà essere utilizzato in mobilità, o integrato con altre mac-chine che tengono le mani già occupate, l’interfaccia audio diventa obbli-gatoria. L'ambiente sonoro di Internet è una tema di crescente importanzae in cui non mancano aspetti problematici, per la banalità di molte inter-facce audio in ambiente informatico, per la durezza di certi stacchi sonori,la volgarità di certe musichette all’avvio del computer, i triti rumori di ac-compagno di tante pagine in rete, il silenzio imbarazzante che promana damolti siti Internet.La radio è il luogo del contatto tra il suono e la vita quotidiana di migliaiadi persone e il suo modo di trattare la musica e la voce può diventare la so-norità della rete Internet. L’integrazione fra radio, computer, telefono ed In-ternet, in ambiente digitale, rappresenta una carta da giocare per chiunquevoglia entrare in un settore di mercato straordinariamente abitato da gio-vani consumatori, crearsi esperienze e professionalità per la creazione dicontenuti multicanale e multipiattaforma, giocare da protagonista quandoil sonoro diventerà un complemento indispensabile del computer ormai in-tegrato in tante altre macchine. Un appuntamento da non perdere non soloper le emittenti, ma per il mondo della comunicazione, dei contenuti mul-timediali, della connessione.

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forma di un frontalino di autoradio: è un omaggio alla nostalgia, un tribu-to ironico al medium auditivo che è mobile per eccellenza; ora è possibilemuoversi e navigare, senza lasciare il proprio computer. Si diffonderanno sempre più programmi radiofonici che nascono con unainterazione triangolare Internet - radio - telefono cellulare, cercando di ar-chiviare la distinzione fra comunicazione personale e comunicazione di mas-sa e di ibridare a livello del linguaggio espressivo i materiali audio e quellidi provenienza telematica. Intanto l'introduzione dell’e-mail e dei Sms neirapporti con gli ascoltatori sta cambiando il linguaggio dei disc jockey e illoro contatto col pubblico; tecniche come la web cam collocata nello studiodella radio e accessibile dal sito Internet forzano le caratteristiche della ra-dio, facendola assomigliare a un reality show, mentre le emittenti si stannorendendo conto di quanto sia poco produttivo portare nella televisione inchiaro i loro programmi e personaggi. La via da battere è piuttosto quelladei “contenuti multipiattaforma”, con eventi dal vivo, trasmissioni broad-cast, streaming sul web, archivi testuali sempre in rete, collegamenti conti-nui e bidirezionali via e-mail, cellulare, Sms. È in corso dunque una inten-sa esplorazione di nuovi formati; non tutti avranno successo ma tutti van-no verso una piena digitalizzazione e la moltiplicazione dei livelli di frui-zione.In particolare per quanto riguarda la tecnologia cellulare, al largo successodegli Sms si contrappone una situazione di attesa per quello che riguarda lafruizione della musica tramite il cellulare. Si ha l’impressione che i tecno-logi non si siano soffermati a sufficienza sull’uso sociale del mezzo. In par-ticolare il cellulare ha una modalità di apertura su domanda (il trillo dellasuoneria) non a caso oggetto di una vivace personalizzazione (vibrazioni,sonerie particolari che ammiccano a testi musicali a vario titolo celebri e ca-paci di connotare, come una cravatta, il proprietario); generalmente è chiu-so; non avrebbe senso, allo stato attuale del suo design, usarlo come una fon-te continua di informazioni sonore, mentre si passeggia. L’impressione è cheal momento la messaggistica (anche da parte delle emittenti e dei providers)sia una strada più seguita.Un’altra direzione che ha preso l’interazione fra radio ed Internet è la “Mu-sic on demand”, cioè la diffusione di canali audio tematici digitali. Nelleabitazioni questi sono già offerti, senza particolare successo, dalle piat-taforme televisive digitali; la tiepidezza del pubblico si spiega con la moda-lità di fruizioni, rigidamente domestica e attraverso il televisore, il che sem-bra un controsenso e probabilmente lo è. In molti portali Internet sono di-sponibili decine di canali tematici con un motore di ricerca che permette al-l'ascoltatore la creazione di una propria playlist scelta in un elenco di mi-gliaia di titoli. Infine, la radio ha buone possibilità di implementare Internet fornendolel’interfaccia audio. Siamo abituati a pensare ad Internet come qualcosa divisivo, composto di parole e immagini. La sonorità di Internet rappresenta

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2.PARTE SECONDA: CARATTERISTICHE DEL MERCATO RADIOFONICO EUROPEO

2.1 La fase evolutiva della radio europea

Il panorama della radiofonia in Europa sta attraversando una fase evoluti-va assai interessante al termine della quale il profilo dell’intero settore po-trebbe risultare profondamente modificato. I fattori trainanti di questo processo sono numerosi. L’avvento delle tecno-logie digitali apre alla radiofonia nuove modalità distributive e di relazionecon la propria utenza, dischiudendo contestualmente interessanti opportu-nità commerciali.La radiofonia è in tutta Europa un sistema misto pubblico – privato, ma ilsegmento più dinamico è rappresentato dalla radio commerciale, mentre laradio di servizio pubblico copre prevalentemente alcune nicchie costose co-me quella dell’informazione, oltre a segmenti di vecchio pubblico caratte-rizzato da una fruizione “televisiva” e generalista del mezzo radiofonico (an-ziani, ceti sfavoriti ecc.). La radiofonia pubblica inoltre monopolizza per orail segmento della radio culturale (sia musicale che di parola).Questo quadro ampiamente noto è tuttavia investito da un importante cam-biamento, verificato negli ultimi anni: infatti la radio privata, che era parti-ta adottando quasi senza eccezioni un format dominato dalla musica leg-gera, si sta gradualmente trasformando per adottare format nei quali tro-vano spazio sia l’informazione che il light entertainment, adattati ed assor-biti dai diversi formati esistenti; e dunque in direzione di un riequilibrio framusica e parole. In questo modo, l’offerta della radiofonia commerciale si ègradualmente rinnovata, interessando nuovi segmenti resi redditizi dall’at-tività radiofonica. La tendenza generale sembra indicare nella definizione e nell’ampliamentodei formati e dell’offerta radiofonica un’importante risorsa per la radiofo-nia, che nei prossimi anni presumibilmente sperimenterà nuovi canali e for-mule aggredendo anche le ultime nicchie di completo controllo pubblico,come i canali culturali. Alcuni esperimenti sono già stati realizzati anche inItalia, come nel caso dell’emittente satellitare destinata ad un’utenza profes-sional Dayclassic Radio (realizzata dalla società di servizi Daymedical edEuromedia), oppure del format musica classica/informazione finanziariamesso a punto da Radio Classica del gruppo Class Editori. Questo generalefenomeno di ampliamento dell’offerta, unitamente all’affermazione dei ca-nali digitali satellitari ed al fenomeno della digital migration (ovvero il pos-sibile passaggio di larghe fasce di pubblico, in seguito all’adozione delle piùaffidabili e meglio ricevibili tecnologie digitali, dalla radio pubblica a quel-la privata) incideranno probabilmente in modo significativo sull’assetto delmercato radiofonico, contribuendo a rafforzare ulteriormente il segmentodella radiofonia commerciale.

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Non si deve dimenticare inoltre che un allentamento delle normative, chenei vari paesi regolano il settore dei media, potrebbe dare ulteriore impul-so alla radio. Tra le principali ragioni che hanno bloccato lo sviluppo del set-tore radiofonico, costringendolo ad accontentarsi di una quota mediamen-te pari al 5% degli investimenti pubblicitari in Europa (contro una quota su-periore al 12% negli Stati Uniti) sono stati, e sono ancora, i numerosi vin-coli normativi che erano finalizzati soprattutto alla televisione e venivanoestesi, in modo pigro, alla radiofonia, senza che il legislatore tenesse in al-cun conto la diversa specificità dei due mezzi. Tali vincoli legislativi, se dauna parte introducono restrizioni dirette alla stessa raccolta pubblicitaria,dall’altra con una rigida politica anti-concentrazione favoriscono, in alcunicasi, la frammentazione geografica e proprietaria delle radio21 diminuendola possibilità di un forte impatto sui consumatori.Nella figura 1 sono riportate le quote percentuali del mercato pubblicitarioche la radiofonia ha raggiunto nel 2001 nei principali diversi paesi europei.Come emerge dalla figura, nessun paese ha superato una quota superiore al10 % degli investimenti pubblicitari del proprio paese, mentre nei principa-li mercati europei (Francia, Italia, Gran Bretagna e Germania, con la solaeccezione della Spagna, al 9%) la raccolta pubblicitaria radiofonica ha oscil-lato tra il 7% (Francia) ed il 4% (Germania), mostrando quindi quote con-tenute rispetto, ad esempio, al mercato statunitense (dove la quota percen-tuale supera il 12% degli investimenti).

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21 A questo proposito si veda AA.VV, Is anyone out of listening?, The McKinsey Quarterly, 2000

Number 2 Europe.

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La figura 2 mostra invece i risultati relativi alla raccolta pubblicitaria nei di-versi paesi espressi in valori assoluti. Dalla tabella emerge con chiarezzal’importanza dei cinque mercati di Francia, Gran Bretagna, Germania, Ita-lia e Spagna, caratterizzati da investimenti pubblicitari che superano i 400milioni di Euro (Italia), con punte di € 731 milioni (Gran Bretagna) e 701milioni (Francia); ma anche la relativa esiguità del mercato domestico ita-liano rispetto a paesi paragonabili per numero di abitanti e sviluppo eco-nomico.La radio nella sua dimensione economica tradizionale condivide con gli al-tri media un modello di business profondamente dipendente dagli investi-menti pubblicitari. Come mezzo di comunicazione pubblicitaria la radio of-fre ai propri clienti molti vantaggi: gli utenti in genere lo ritengono un me-dium rilassante e idoneo ad essere informati, può essere fruito in mobilitàe contestualmente allo svolgimento di altre attività, inoltre con lo sviluppodella distribuzione via Internet viene sempre più ascoltato anche attraversoil PC in ufficio.Per gli investitori pubblicitari la radio può raggiungere un’audience talvoltadifferente da quella televisiva, oppure la medesima, ma in orari in cui la te-levisione non è ascoltata, soprattutto nelle fasce orarie del mattino a parti-re dalle 7,00. La radio ha un elevato potere di fidelizzazione dell’audience eanche di segmentazione: essa infatti permette più agevolmente della televi-sione di raggiungere particolari gruppi di ascoltatori attraverso la tematiz-zazione dei suoi palinsesti o il profondo radicamento in una comunità lo-cale. La radio inoltre rappresenta un medium “giovane” caratterizzato dafasce di pubblico tra i 15 ed i 35 anni, e anche di età inferiore (12-15), diffi-cilmente invece raggiungibili, per gusti e stili di vita, dal mezzo televisivo.

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Figura 3 Costo per contatto nel settore radiofonico in Francia, Germania eGran Bretagna, 2001

Numeri indice – Costo per contatto settore televisivo = 100

Il mercato dei media vive in realtà una generale evoluzione verso strategiemultipiattaforma. In casi di format di grande successo, la gestione del marke-ting è avvenuta attraverso più mezzi e canali: si pensi a reality-show come ilGrande Fratello, presente in tv ma anche su tv satellitare con un canale te-matico in chiaro, con la trasmissione in streaming su Internet, in radio con

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Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto che la radio (come è illu-strato nella figura 3) offre, all’interno dei principali mercati europei, CPM(cost per thousand, costo per migliaia di contatti) di valore molto competi-tivo, che si pongono fra il 20-50% di quello della televisione.Per chi deve fare pubblicità la radio consente infine di accorciare i tempi percomunicare con il mercato: i tempi di realizzazione e di messa in onda diun comunicato radiofonico sono in genere molto più brevi di quelli di unospot televisivo.La radio è però un mezzo ancora troppo regolamentato, come molti anali-sti rimarcano. Alcuni studi evidenziano come in paesi dove gli investimen-ti pubblicitari su radio sono soggetti a minori vincoli legislativi - si veda l’e-sperienza USA- la radio controlli una quota del mercato pubblicitario benpiù elevata rispetto a quella di molti mercati europei. Sebbene il mercatostatunitense non sia paragonabile per storia e caratteristiche a quello euro-peo, questo forte divario potrebbe essere ridotto. Inoltre la frammentazio-ne proprietaria del mercato radiofonico europeo non sempre agevola l’atti-vità di pianificazione. E’ proprio la dimensione degli operatori radiofonici a costituire un altro im-portante limite al settore. Per poter competere con gli altri mezzi e potersisviluppare come imprese le radio devono sottostare a uno dei principi delbusiness dei media, caratterizzato da elevati costi fissi: devono poter sfrut-tare economie di scala, raggiungere in tempi rapidi una massa critica edespandere la propria base di clienti per accrescere, e migliorare, la propriaredditività. Le imprese radiofoniche europee stanno quindi cercando di raggiungere unadimensione significativa ed una più efficiente organizzazione al fine di po-ter sviluppare la propria capacità di creare valore. La radio, oltre a essere una componente importante del settore della comu-nicazione e dei media, è anche un importante tassello dell’industria dell’in-trattenimento e dell’informazione. Quest’altro punto di vista sull’industriaradiofonica non deve essere dimenticato: la radio è anche una componentefondamentale all’interno di macro-business come quello dell’intratteni-mento musicale e dell’informazione. Non ci dobbiamo quindi meravigliarese, per ragioni di efficienza, la ritroviamo sempre più integrata all’internodi imprese multicanale. Allo stesso tempo, la radio è sempre più parte di stra-tegie di marketing di contenuti multipiattaforma.

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Tabella 3 Principali operatori multinazionali europei con indicazione del gra-do di diversificazione multimediale

Fonte: UBS Warburg

Sempre più si assiste al diffondersi di intrecci multimediali che trovano nel-la radio un importante snodo strutturale.Nella prospettiva della multimedialità devono essere considerati sia la ra-diofonia digitale sia quella via Internet. In alcuni paesi (come, ad esempio,la Spagna) è molto evidente come siano soggetti del mondo dell’editoria odei media che adottano queste nuove forme di trasmissione radiofonica, tal-volta per aggirare vincoli normativi o per mancanza di alternative, a frontealla scarsità di licenze disponibili. I segnali che provengono panorama radiofonico europeo indicano quindida una parte il bisogno di crescere degli operatori radiofonici e, dall’altro,la necessità o l’ineluttabilità dell’integrazione in gruppi multimediali.

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spazi ad esso dedicati (si pensi alla “esclusiva audio” concessa da Aran En-demol a Radio 105), l’uso del wap e di house organ dedicati al programma;ma un buon esempio sono anche i concerti di musica rock e pop, ascoltabi-li attraverso la radio, visibili su Mtv, fruibili attraverso Internet e riproposticon servizi di telefonia mobile (wap) e circondati da un merchandising e dainiziative per la mobilità (pacchetti turistici) di diverso genere. Infine, l’en-trata della radio nel settore della tv tematica satellitare (com’è avvenuto inItalia per Deejay Tv, Rtl Hit Channel e Radio Italia con il più tradizionale Vi-deo Italia) testimonia ancora una volta la tendenza del settore radiofonicoverso strategie multicanale e multipiattaforma. Se si assumono queste categorie e se si condividono le coordinate con le qua-li si è cercato di definire il posizionamento della radio oggi, non risulteràdifficile comprendere alcuni importanti segnali che emergono dalla deco-difica del settore radiofonico oggi in Europa.Da un lato si assiste infatti alla nascita e allo sviluppo di operatori multina-zionali e, dall’altro, all’integrazione del business radiofonico in gruppi edi-toriali, televisivi e multimediali. La Tabella 3 elenca alcuni dei principali gruppi multimediali operanti in Eu-ropa: tra di essi, è interessante rilevare il grado di diversificazione multi-mediale espresso dal peso rappresentato dall’attività radiofonica sul totaledel fatturato. Se infatti per RTL, gruppo europeo specializzato nel settoreaudiovisivo, la radio conta per il 6%, e per Modern Times il 2%, al contrarioper la francese NRJ (100%) e l’inglese GWR (98%) essa rappresenta l’attivitàprincipale, testimoniando un’elevata presenza internazionale anche per igruppi puramente radiofonici.

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Gruppo Fatturato 2000 % radio Paesi in cui vi è presenza radiofonicaEuro Mln su totale fatturato

RTL Group 4.044 6% Belgio, Francia, Olanda, Lussemburgo,Germania, Gran Bretagna, Olanda, Svezia

NRJ 278 100% Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Svizzera, Svezia

Modern Times Group 5.431 2% Estonia, Finlandia, Lettonia, Norvegia,Svezia

Lagardere 7.203 n.d. Belgio, Francia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania,Russia, Ungheria

SBS Broadcasting 453 n.d. Danimarca, Finlandia, Grecia, Olanda,Svezia

GWR 102 98% Austria, Finlandia, Gran Bretagna.

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Rientrano sempre nella sfera pubblica le emittenti regionali che fanno capoalle diverse comunidades autonomas (CCAA), cioè gli organismi regionali.Infine sono oltre 500 le stazioni radio (radios municipales) controllate daisingoli comuni.A fianco delle emittenti pubbliche vi è una vivace presenza privata, sia a li-vello nazionale che locale (tabella 4)

Tabella 4 Principali operatori radiofonici in Spagna

Uno dei principali tratti che contraddistingue la radiofonia privata spagno-la è l’elevato numero di operatori “multimediali”, ovvero di operatori già at-tivi nell’editoria o nella televisione. Unión Radio, la società che controlla SER, la più importante catena ra-diofonica privata spagnola (34% di share), è detenuta per l’80% da Prisa, unodei principali gruppi mediatici spagnoli, editore fra l’altro del quotidiano ElPais e presente nel settore televisivo attraverso Sogecable, e per il 20 % dalGrupo Godó, altro operatore multimediale editore del quotidiano catalanoLa Vanguardia. Sempre ad Unión Radio fanno capo alcune radio tematichefra cui 40 Principales, radio specializzata in musica pop-rock e prima in as-soluto fra le radio tematiche spagnole.Telefonica, attraverso la divisione Telefonica Media in cui sono concentratetutte le partecipazioni nel settore audiovisivo, controlla invece Onda CeroRadio. Telefonica ha numerose partecipazioni in società radiofoniche anchein Argentina.

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2.2 Spagna

In Spagna, paese di circa 34 milioni di abitanti e oltre 1.150 emittenti, la ra-dio in questi anni non ha saputo conquistarsi una posizione di forza all’in-terno di un panorama mediatico fortemente condizionato dalla televisione;con oltre 18 milioni di ascoltatori raggiunge una penetrazione pari al 53%.Negli ultimi dieci anni il tempo medio di ascolto si è assestato intorno ai 100minuti anche se si è evidenziata una leggera tendenza alla diminuzione a di-scapito soprattutto delle radio generaliste (figura 4), mentre, ad esempio, unleggero miglioramento si è manifestato per le radio tematiche.

Figura 4 Penetrazione dell’ascolto radiofonico in Spagna

I principali operatori

Il panorama radiofonico spagnolo vede la presenza accanto all’operatorepubblico di una nutrita rappresentanza di operatori privati. Radio Nacionalde España (RNE) controlla complessivamente 459 stazioni: 105 di esse ope-rano una sola rete in AM mentre 354 danno vita a 4 network in FM. RNEcontrolla anche Radio Exterior de España, la prima emittente ad onde cor-te in lingua spagnola e la terza al mondo dopo BBC e Radio Vaticana.

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Proprietà Stazioni Distribuzione SegnaleRadio Nacional de España Rne R1 AM, FM, Cable, Satellite(Operatore pubblico)

Rne R3 AM, FM, Cable, SatelliteRne R5 AM, FM, Cable, Satellite

Societad Cooperativa Radio Catalunya FM, Cable, SatelliteAssociacio de Catalun ya (SCCL)EITB Radio Euskadi FM, Cable, SatelliteCompania de Radio Televisión de Radio Galega FM, Cable, SatelliteGalicia (CRTVG)Grupo Radio Televisión de Sur Radio FM, Cable, SatelliteAndalucía (RTVA) Telemadrid (Statale) Onda Madrid FM, Cable, SatelliteAltri Radio 9 FM, Cable, SatelliteGruppo Prisa SER AM, FM, Cable, Satellite

Cadena 40 FM, Cable, SatelliteDial FM, Cable, SatelliteRadiole FM, Cable, Satellite

Radio Popular COPE FM, Cable, SatelliteCadena 100 FM, Cable, Satellite

Telefonica Media Onda Cero FM, Cable, SatelliteOnda Melodia FM, Cable, Satellite

Fonte: UBS Warburg

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Il mercato pubblicitario

La radio in Spagna rappresenta oltre il 9% degli investimenti pubblicitaridel paese e la sua quota è sostanzialmente rimasta stabile negli ultimi 10 an-ni. Il trend di crescita degli investimenti radiofonici è stato comunque infe-riore a quello di televisione e stampa.

Figura 6 Spagna. Principali radio tematiche per numero di ascoltatori

Nella figura 7 sono riportate le percentuali di investimenti pubblicitari rac-colti dai diversi mezzi. Il mercato è dominato dalla Tv (40,9%) e dai quoti-diani (29,3%), mentre il 9,3% della radio è comunque inferiore alla raccol-ta pubblicitaria dei periodici (14,3%).

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Altro importante operatore radiofonico è COPE, che fa riferimento alla so-cietà Radio Popular di proprietà della Conferenza episcopale spagnola.Nella figura 5 sono riportate le percentuali di audience delle principali ra-dio generaliste. Tra di esse, il primato appartiene a Ser, seguita Onda Ceroe solo in terza posizione dalla Rne R1 (il primo canale della radio pubblicanazionale). La radio nazionale spagnola è seguita da Cope, mentre la quin-ta emittente generalista per ascolti è la radio nazionale catalana: CatalunyaRadio.

Figura 5 Spagna. Principali radio generaliste per numero di ascoltatori

Sotto l’aspetto della radiofonia tematica (figura 6) la situazione cambia, edil principale operatore del settore per ascoltatori è Cadena 40 (con oltre 2Mln e mezzo di ascoltatori), seguita da Dial, R5tn, M80, C 100, mentre l’e-mittente pubblica di musica classica Radio Clasìca tocca i 175 mila ascol-tatori, e l’emittente d’informazione Europa Fm i 139 mila. Si deve ricorda-re che Cadena 40 (40 Principales: cui fa capo anche un’emittente televisivatematica, 40 Tv), Dial ed M80 appartengono ad Union Radio, e quindi, alGruppo Prisa.

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Figura 8 Investimenti pubblicitari radiofonici in Spagna. Anni 1990 - 2001

Tendenze e dinamiche in atto

In Spagna, la sperimentazione del sistema DAB è stata avviata a partire dal1998, anno in cui sono stati lanciati i primi canali digitali nell’area di Bar-cellona, Madrid e Valencia. Nel marzo del 2000 il governo ha concesso 10 li-cenze per la radiofonia digitale da collocare su due multiplex distinti, asse-gnazione che ha visto ancora una volta premiare i principali gruppi multi-mediali del Paese. Esse sono state infatti assegnate a: Onda Cero controllata da Telefónica; Ra-dio España, controllata dal gruppo multimediale Planeta; Unedisa Comu-nicaciones che edita il quotidiano El Mundo ed è fra l’altro partecipata daHDP; Recoletos editore dei quotidiani Marca (sport) ed Expansion (econo-mia) e controllato dal gruppo Pearson; Onda Digital-Retevisión; COPE; Sau-zal 66-Intereconomia; Prensa Española, editore del quotidiano ABC e orafusasi con il Grupo Planeta; Sociedad de Radio Digital del Grupo Planeta; eSER. Attualmente, esistono 18 canali digitali in DAB, tra i quali stazioni digitalonly che appartengono ad Unidesa Cominicaciones (El Mundo), Prensa

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Figura 7 Investimenti pubblicitari in Spagna. Quote percentuali per mezzo nel2001

In termini di tendenza, la figura 8 illustra l’andamento della raccolta pub-blicitaria radiofonica in valori assoluti tra il 1990 ed il 2001: come si può os-servare, il mercato, superata una fase decrescente nel 1994, si è assestato suvalori piuttosto stabili rispetto a quelli relativi all’inizio degli anni novanta,hanno pesato comunque sui risultati dell’ultimo anno gli effetti della gene-ralizzata crisi del settore pubblicitario.

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Española (ABC) e Recoletos, ovvero che fanno riferimento a gruppi edito-riali. Altre stazioni unicamente digitali sono Cope Digital, Ser Digital e Quie-ro Radio. Sono in via di sperimentazione canali digitali locali e servizi di tra-smissione dati. Attualmente, il sistema digitale è in grado di assicurare unacopertura del 50% della popolazione, ma si intende aumentare questa per-centuale all’80% entro il 2004.Le principali emittenti sia tematiche che generaliste sono invece ormai pre-senti sul canale Internet e sviluppano modelli di attività on line piuttostoavanzati, registrando l’ampia diffusione di servizi di ascolto live streaming,a margine di siti d’impronta informativa e di intrattenimento.Tra le radio spagnole, sono attive in Rete: 40 Principales; Cadena 100; Ca-dena Cope; Cadena Ser; Europa FM; Grup d'Emissores de Catalunya Ràdio(la radio nazionale catalana è molto attiva e propone anche diversi servizidi personalizzazione: un’autentica radio “a la carte” www.catradio.es); M80;Onda Cero; Radio España; Radio Nacional de España (Radio 1; Radio 3 Ra-dio 5 Todo Noticias, Radio Clásica, Radio Exterior de España).

2.3 Francia

La radio in Francia raggiunge quotidianamente oltre 40 milioni di abitanti,pari all’84% della popolazione. A possedere un ricevitore radiofonico è il98,8% delle famiglie francesi.Se si pensa che nel 1981 la radio veniva ascoltata solo dal 72% della popo-lazione, si può comprendere come in questi ultimi venti anni in Francia sisia assistito a uno sviluppo molto sostenuto dell’audience radiofonica.Nella figura 9 è illustrata la tendenza del reach quotidiano radiofonico inFrancia tra il 1997 ed il 2002: anche in questo caso, si è registrata una ten-denza costante alla crescita della penetrazione del mezzo, che raggiungel’83,7 % della popolazione nel 2000 e subisce una leggerissima contrazionenel 2001.

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Nella figura 10 è rappresentata la distribuzione dell’audience tra le princi-pali radio francesi nella sua evoluzione tra il 1995 ed il 2001: la distribuzio-ne è rimasta sostanzialmente stabile, con una netta superiorità del gruppoRtl sulla radio pubblica con France Inter e France Info, seguite dal gruppoNRJ e Nostalgie e dalle radio controllate dal gruppo Lagardère (Europe1 so-prattutto).

Sia NRJ che Lagardère dalla Francia hanno sviluppato una presenza multi-nazionale sia all’interno dell’Unione Europea sia all’esterno: Lagardère haad esempio una robusta presenza radiofonica in Polonia.

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I principali operatori

L’operatore pubblico è rappresentato da Radio France (RF), Radio-télévi-sion française d'outre-mer (RFO) e Radio France Internationale (RFI). InRadio France sono comprese cinque stazioni a diffusione nazionale: Fran-ce Inter, France Musiques, France Culture, France Info et France Bleu.Nel 2000 le stazioni radio private in Francia erano circa 1157. Classificatein 5 diverse categorie, esse ricevono un’autorizzazione rinnovabile della du-rata di cinque anni. Ogni emittente autorizzata inoltre stipula con il Conseil Superieur de l’Au-divisual (CSA) una convenzione con cui vengono definiti gli obblighi per l’o-peratore, soprattutto per quanto concerne i contenuti, la pubblicità e, per leradio musicali, la proporzione di “canzoni francesi” che devono essere il 40%di quelle trasmesse. Fra i principali operatori privati (tabella 5) vi sono importanti gruppi quota-ti in borsa: RTL Group, Lagardère, NRJ e LVMH operatore del settore dellamoda e del lusso, che controlla due emittenti radiofoniche. In termini di au-dience l’emittente privata leader è RTL seguita a ruota da NRJ e Europe 1.

Tabella 5 Principali operatori radiofonici in Francia

Fonte: UBS Warburg

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Proprietà Stazione Share Audience % Classificazione MediametrieRtl Group RTL 13,2 Generalista

FUN RADIO 6,9 MusicaleRTL2 4,5 Musicale

Radio France FRANCE INFO 11,6 TematicaFRANCE INTER 10,5 GeneralistaFRANCE BLEU 6,3 GeneralistaFRANCE MUSIQUES 1,2 Tematica

Nrj Group NRJ 11,2 MusicaleNOSTALGIE 8,3 MusicaleCHERIE FM 5,7 MusicaleRIRE ET CHANSONS 3,5 MusicaleRMC INFO* 2,3 Generalista

LVMH MFM 1,5 MusicaleRADIO CLASSIQUE 1,3 Tematica

Lagardere EUROPE 1 10 GeneralistaEUROPE 2 5,8 MusicaleRFM 3,8 Musicale

Deutsche Bank SKYROCK 6,7 MusicaleAltri BFM 1,8 Tematica

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Gli investimenti sul mezzo radiofonico che hanno raggiunto nel 2001 circaEuro 656 Mln, ed hanno registrato negli ultimi sei anni un trend non sem-pre costante (Figura 12).

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Il mercato pubblicitario

Gli investimenti pubblicitari su radio costituiscono oltre il 7% del mercatopubblicitario francese (figura 11), una delle quote più elevate detenute dal-la radio nei principali paesi europei. La Francia risulta un mercato caratte-rizzato dalla forte capacità di attrarre risorse da parte di radio e periodici(32%), a fronte da un ruolo minore, rispetto ad altri paesi, svolto da quoti-diani (16,6%) e televisione (29,5%).

Figura 11 Investimenti pubblicitari in Francia. Composizione percentuale permezzo – Anno 2001

Fonte: Elaborazioni Federcomin-Isimm su dati Zenith Media

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Tendenze e dinamiche in atto

Per quanto riguarda il passaggio alla radio digitale, TDF (Télédiffusion deFrance) ha attivato i primi servizi DAB a partire dal 1997. A partire da quel-la data, TDF ha realizzato 13 programmi DAB su due multiplex solo sull’a-rea di Parigi, che assieme al multiplex gestito da Towercast sono in grado diassicurare copertura, solo nell’area parigina, a 10 milioni di utenti, circa il17% della popolazione francese.A questi, sono seguiti altri servizi in città importanti come Marsiglia, Nan-tes, Tolosa e anche sull’autostrada tra Tours e Poitiers, permettendo la co-pertura del 26% della popolazione (circa 15 milioni di persone). General-mente la programmazione è equamente suddivisa tra radiofonia pubblica ecommerciale. In attesa di una nuova legislazione che intervenga nel pro-cesso di digitalizzazione, il settore francese fa riferimento alla cosiddetta“Loi Fillon”, estesa a tutte le licenze assegnate prima del gennaio 2002. Pro-prio nel dicembre 2001 sono stati assegnati dal CSA, l’autorità preposta al-la regolamentazione del settore assieme al Primo Ministro, nove ulterioriblocchi trasmissivi per la regione parigina, assegnati a Radio France (2), Rtl,Lagardère, TDF, Numericast, Towercast, VDL, Seconde Generation. Per quanto riguarda il mercato Internet, anche nel caso francese le princi-pali emittenti sono attive sul nuovo canale e propongono modelli di presenzanon limitati al semplice sito promozionale. Se i canali della radio pubblicaoffrono all’utenza servizi on line particolarmente articolati soprattutto sot-to il punto di vista dell’ascolto e della valorizzazione degli archivi sonori, laradio commerciale si orienta invece su un modello di presenza maggior-mente integrato sia dal punto di vista dei contenuti che dei servizi offerti edorientato su un modello “comunitario”. Tra le altre, sono presenti on line: BFMbiz (portale della radio d’informa-zione BFM); RFM, Europe 1 ed Europe 2 (Lagarère); le radio del gruppopubblico Radio France, Radio France Internationale (RFI), Radio Bleue,France Culture, France Info, France Inter, France Musique; Fun Radio, RTLe RTL2 (RTL); Chérie FM, Rire et chansons, Nostalgie e NRJ (NRJ); RadioNova; Skyrock (Deutsche Bank); Sud Radio.

2.4 Germania

Il 97,4% delle famiglie in Germania possiede almeno un apparecchio radioe la penetrazione dell’ascolto radiofonico è pari al 79% della popolazione.Ancorché la tendenza degli ascolti abbia manifestato negli ultimi anni unaleggera tendenza negativa (come illustrato nella tabella 6), il tempo di ascol-to giornaliero è ancora molto alto; nel 2001 è stato di 205 minuti.

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Gli investimenti sul mezzo radiofonico hanno vissuto una fase decrescentetra il 1995 ed il 1997, mentre hanno registrato un forte sbalzo positivo so-prattutto tra il 1998 ed il 1999, tra l’altro in controtendenza rispetto all’an-damento generale del mercato (come illustrato nella figura 13).Nell’ultimoperiodo la radio mantiene le sue posizioni in un contesto di generalizzatadepressione dei mercati .

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Tabella 6 Penetrazione dell’ascolto radiofonico in Germania

I principali operatori

La Costituzione dello Stato federale tedesco affida ai diversi Stati regionali(Bundeslaender) forti competenze per quanto riguarda il settore radiotele-visivo. Sono sottoposte all’autorità federale le emittenti Deutsche Welle (DW),che produce i programmi in lingua tedesca per l’estero, e Deutschlandfunk(DL), stazione creata per favorire dopo la caduta del muro l’integrazione cul-turale fra Est e Ovest. L’organizzazione e gli statuti degli altri operatori ra-diotelevisivi pubblici sono definiti dalle leggi dei singoli Bundeslaender: ta-le situazione amministrativa ha creato 15 diverse normative sui media cuidevono rispondere anche i soggetti privati sottoposti all’autorità dei diversistati regionali. Nella figura 14 risulta evidente la frammentazione dell’audience nel merca-to tedesco: com’è evidenziato nella figura le principali emittenti coprono me-no della metà dell’audience totale. Si deve comunque registrare una ten-denza alla crescita degli ascolti per le più importanti stazioni tra il 1998 edil 2001: l’audience realizzata dalle 11 principali emittenti riportate nella fi-gura è infatti passata da meno del 30% a superare il 40% dell’ascolto totale.

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Tabella 8 Germania. Partecipazioni dirette e indirette dei principali gruppi edi-toriali in stazioni radio

La struttura federale del sistema ha contribuito alla creazione in Germaniadi un settore radiofonico molto frammentato con una debole capacità di co-pertura nazionale che penalizza ulteriormente la capacità ad attrarre inve-stimenti pubblicitari di un mezzo già limitato da un tetto alla raccolta pub-blicitaria: per le emittenti pubbliche non più di 3 minuti per ora fino a unmassimo di 170 minuti al giorno, e con esclusione della domenica; mentreper le emittenti private vi è un limite di 12 minuti ogni ora. È un palese ca-so di eccesso di regolamentazione, che in Germania ha origini storiche. Do-po la guerra infatti, nel ricordo dell’uso assai pervasivo che della radio ave-va fatto il nazionalsocialismo, la Costituzione tedesca (redatta mentre il Pae-se era occupato dagli Alleati e da loro ispirata) fece di tutto per decentraree frammentare le competenze in materia radiotelevisiva. Lo stato centraleha sempre avuto grandi difficoltà di intervenire in materia, come dimostrala faticosissima e compromissoria creazione del secondo canale televisivonel 1960-61 (ZDF, Zweiter Deutsche Rundfunk); successivamente, mentreemergeva la convergenza multimediale e l’esigenza di cablaggio del territo-

L’evoluzione della Radio

65

Gli operatori radiofonici pubblici su base regionale sono 11 per un totale di56 stazioni (tabella 7).

Tabella 7 Operatori radiofonici pubblici in Germania

Fonte : Mediaperspektiven 2001

Sono invece 181 le stazioni radio private in Germania; di esse solo 9 vengo-no classificate come “nazionali” anche se la copertura all’esterno dello sta-to regionale di riferimento viene garantita dal satellite, dal cavo o da Inter-net.La struttura proprietaria della radiofonia privata in Germania è assai arti-colata ed è caratterizzata da un forte intreccio fra mondo dell’editoria, so-prattutto quotidiani locali e regionali, e radiofonia. Se la Kommission zurErmittlung der Konzentration im Medienbereich (KEK), l’autorità di control-lo sulla concentrazione nel settore media, non ravvisa per nessun operato-re radiofonico una violazione delle norme che fissano come limite la quotadel 30% di audience complessiva annua, essa evidenzia però come debba es-sere attentamente monitorato il fenomeno che definisce di concentrazionediagonale fra stampa e radiofonia. Fra i grandi gruppi editoriali tedeschi oltre a Bertelsmann, sono particolar-mente presenti nel settore radiofonico: Springer, WAZ, Burda, Von Holtz-brink, Bauer e Faz Gruppe. Come riportato nella Tabella 8, questi gruppi so-no ampiamente presenti in molte emittenti radiofoniche ed in più regioni.

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Operatore Stazioni TotaleBayerischer Rundfunk (BR) Bayern1,Bayern2 Radio,Bayern3,Bayern4 Klassik,B5 Aktuell 5Hessischer Rundfunk (hr) hr1,hr-chronos;hr2,hr-klassik;hr3,hr XXL;hr4,hr skyline 8Mitteldeutscher Rundfunk (MDR) MDR 1 Radio Sachsen,MDR 1 Radio Sachsen-Anhalt,MDR 1 Radio

Thüringen;MDR info,JUMP,MDR KULTUR,Sputnik 7Norddeutscher Rundfunk 1 Landesprogramme (NDR 1):Radio Niedersachsen,Hamburg Welle

90,3,Welle Nord,Radio MV;NDR 2,Radio 3 (NDR/ORB),NDR 4 INFO,N-Joy Radio 8

Ostdeutscher Rundfunk Antenne Brandenburg, Radio EINS (ORB/SFB), Fritz Brandenburg (ORB) (ORB/SFB), Radio 3 (NDR/ORB), RadioKultur (SFB/ORB) 3Radio Bremen (RB) Bremen eins, Bremen zwei, Bremen vier;Funkhaus Europa 4Saarländischer Rundfunk (SR) SR1 Europawelle,SR2 KulturRadio,SR3 Saarlandwelle,SR4,

UnserDing 5Sender Freies Berlin (SFB) 88acht Das Stadtradio,RadioKultur (SFB/ORB),SFB4

MultiKulti,InfoRadio(SFB/ORB);Fritz (ORB/SFB) 4Südwestrundfunk (SWR) SWR1 BW,SWR1 RP,SWR2,SWR3,SWR4 BW,SWR4 RP,DasDing 7Westdeutscher Rundfunk (WDR) Eins Live,WDR 2,WDR 3,WDR 4,WDR Radio 5, 5

Deutschland Radio International: Deutschlandfunk,DeutschlandRadio Berlin 2Deutsche Welle Deutsche Welle (1 in ligua tedesca, 29 in lingue straniere) 1

Gruppo Editoriale Stazioni radioBertelsmann (attraverso RTL RTL Radio –Der Oldiesender (Bundesweit,Berlin), 104,6 RTL Group) (Berlin), FM Radio Network (Syndication-Sendungen, Augsburg), Berliner

Rundfunk 91!4 (landesweit,Berlin), Radio Hamburg (Hamburg), Radio NRW (Mantelprogramm,Oberhausen), Antenne Bayern (landesweit, Mün)

Kirch Media Group SAT.1 und Radio Hundert, 6 Medien (Regionalmagazin)Axel Springer Verlag Radio Hamburg, Radio RSH (Schleswig-Holstein,Kiel), Antenne Bayern

(München), Hit Radio FFH (Hessen, Bad Vilbel), Radio ffn (Niedersachsen, Hannover), Radio NORA (Schleswig-Holstein,Kiel), Fun fun Radio 95,0 (Landesweit, Hamburg), r.s.2 (Berlin-Brandenburg, Ber)

Georg von Holtzbrinck (Attraverso Rundfunkbeteiligungs-u.Betriebsges.Blauen mbH (Freiburg), BB AVE ) Radio (Berlin-Brandenburg,Potsdam), Hit-Radio Antenne Niedersachsen (lan

desweit, Hannover), Radio Regenbogen (Mannheim), Radio Gong 96,3 (München), Radio 7 (Ulm)6,7, Radio TON Regional (lHeilbronn),

WAZ Antenne Ruhr (Mühlheim/Oberhausen), Radio Essen (Essen), Radio Hagen (Hagen), Radio Herne 90acht (Herne), Radio Sauerland (Hochsauerlandkreis), Radio en (Enneppe-Ruhr-Kreis), Ruhrwelle Bochum (Bochum), Radio DU (Duisburg), Radio Emscher-Lippe (Gelsenkirchen)

Burda HFB Hörfunk-u.Fernsehen Beteiligungsges (München), BB Radio (Berlin-Brandenburg, Potsdam), Klassik Radio Bayern (München), Antenne Bayern (München), Radio Arabella (München), Radio Galaxy (Regensburg), big.FM (Baden-Württemberg,Mannheim), Klassik Radio (Hamburg).

Bauer Radio Hamburg, Delta Radio (Schleswig-Holstein,Kiel), Radio NORA (Schleswig-Holstein, Kiel).

Faz Faz Business -Radio (Muenchen, Berlin);

Fonte: Mediaperspektiven 9/2001

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La figura16, invece, illustra l’andamento del mercato pubblicitario radiofo-nico tra il 1990 ed il 2001dove si rileva come la tendenza alla crescita, regi-stratasi negli ultimi anni ’90, subisce una brusca frenata nel corso dello scor-so anno. La difficile congiuntura del mercato pubblicitario tedesco, nel cor-so del 2001 uno dei peggiori in Europa termini di performance, ha penaliz-zato in particolare, e in modo deciso, il mezzo radiofonico. Un’ ulteriore con-ferma della posizione ancora difficile della radio commerciale nel panora-ma dei media tedeschi che si riscontra soprattutto nei momenti di maggio-re crisi del mercato pubblicitario.

L’evoluzione della Radio

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rio, il braccio armato del potere centrale furono le efficienti Poste tedesche(Bundespostamt) con la loro attività nel cablaggio e nella ripetizione satelli-tare. Successivamente la liberalizzazione delle telecomunicazioni ha toltogran parte di efficacia a questo strumento del potere statale.

Il mercato pubblicitario

La situazione che caratterizza il settore radiofonico tedesco, dominato dal-la frammentazione delle audience tra più emittenti, dall’assenza di soggettirealmente nazionali, e dai forti vincoli legislativi alla raccolta pubblicitaria,ha come conseguenza che del ricco mercato pubblicitario tedesco - uno deipiù importanti d’Europa insieme alla Gran Bretagna, anche se duramentecolpito nel 2001 dalla difficile congiuntura economica - la radio possiedauna quota molto contenuta, che, nel 2000, anno di sua massima espansio-ne, che non raggiunge il 4%.Nella figura 15 è illustrata la composizione percentuale degli investimentipubblicitari in Germania, caratterizzata da una struttura ben diversa da quel-la francese e spagnola, ampiamente dominata dalla raccolta di quotidiani(42,8%) e periodici (24,3%), a scapito di televisione (24,4%) e radio (3,6), an-che per le ragioni storiche sopra ricordate.

Figura 15 Investimenti pubblicitari in Germania. Quote percentuali per mez-zo nel 2001

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torale dei conservatori nel 1979, una drastica politica di liberalizzazione hasostanzialmente privatizzato le tele-comunicazioni (messa sul mercato diBritish Telecom, 1982) e ha scaricato sugli imprenditori della comunicazio-ne i costi del cablaggio e della navigazione satellitare. Un processo che haprovocato anche vittime eccellenti (il gruppo Maxwell, uscito di scena neiprimi anni ’80 dopo la morte del suo fondatore, caduto in mare dal suo ya-cht) ma ha favorito l’affermazione del gruppo transnazionale di Robert Mur-doch e dei satelliti Astra, lanciati da una società di diritto lussemburgheselegata allo stesso Murdoch. L’ondata di privatizzazioni non ha comunquetoccato la Bbc, nonostante le intenzioni dichiarate dalla signora Thatcher.La radio raggiunge settimanalmente circa il 91% della popolazione del Re-gno Unito, uno dei più elevati tassi di penetrazione del medium fra i paesieuropei, raggiungendo ogni giorno circa 49 milioni di persone per 206 mi-nuti al giorno.Inoltre, il reach settimanale dell’ascolto (riportato nella figura 17) rivela unatendenza alla continua crescita anche negli ultimi anni.

Figura 17 Penetrazione dell’ascolto radiofonico nel Regno Unito. Anni 1997 -2001

L’evoluzione della Radio

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Tendenze e dinamiche in atto

La Germania rappresenta un mercato di interesse cruciale per il passaggioalla radiofonia digitale, e viene indicato come mercato strategico per la de-finitiva affermazione del sistema dallo stesso World DAB Forum: in un mer-cato dominato dalla distribuzione satellitare e via cavo e fortemente orien-tato all’impiego delle nuove tecnologie digitali, una popolazione di oltre 80milioni di abitanti e i 43 milioni di autoveicoli circolanti costituiscono unarealtà di grande importanza per l’affermazione dello standard DAB. Ad og-gi la popolazione tedesca è coperta al 65% dal sistema digitale e le oltre 100stazioni on air (tra le quali circa 30 unicamente digitali) sono presenti nel-la maggioranza dei 16 stati federali. La Baviera rappresenta uno stato all’a-vanguardia nel passaggio al nuovo sistema, oltre ad essere lo stato più va-sto, e garantisce attualmente la copertura di più di 10 milioni di abitanti.La legislazione tedesca prevede l’assegnazione di licenze separate per i ge-stori del multiplex e per i produttori dei veri e propri servizi.In un mercato tecnologicamente evoluto come quello tedesco, la maggio-ranza delle emittenti è presente sul canale Internet. La ricchezza e la fram-mentazione del mercato radiofonico tedesco si riflette poi on line con un al-to numero di emittenti attive. In generale, la presenza radiofonica on line inGermania è caratterizzata da un elevato grado di integrazione multimedia-le con altri mezzi (per cui il canale Internet viene contestualizzato all’inter-no di un sistema del quale fanno parte la trasmissione satellitare e via cavo,la radio digitale ecc), e conseguentemente, dall’impostazione fondamental-mente relazionale e di interfaccia con l’utente che caratterizza i siti ra-diofonici. In effetti, in un mercato caratterizzato da un’alta frammentazio-ne tra i soggetti esistenti e dall’uso generalizzato della trasmissione satelli-tare e via cavo, è logico che si tenda ad enfatizzare altre capacità della Reterispetto a quella distributiva, al contrario di quanto avviene in altri paesi.Sebbene l’audio live sia generalizzato, e piuttosto diffuse alcune forme dipersonalizzazione dell’ascolto, in genere la principale funzione dei siti del-le radio tedesche mira a sfruttare le capacità interattive e relazionali del nuo-vo canale (con ampie zone dedicate all’interazione tra l’emittente ed il pub-blico, impiego diffuso di strumenti comunitari, come chat, forum, club ecc.).Il panorama Internet della radiofonia tedesca mostra anche un interessemaggiore che in altri paesi per gli aspetti transazionali della Rete e la rea-lizzazione di servizi di e-commerce.

2.5 Regno Unito

Nel panorama europeo della radiofonia la Gran Bretagna ricopre certamenteun ruolo di rilievo, sia per ragioni storiche - è in qualche modo la patria delbroadcasting - sia per la normativa del settore che ha favorito lo sviluppo digruppi radiofonici privati di relativa importanza. A partire dalla vittoria elet-

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oggi regolata da un particolare sistema a punti (point system), introdotto conil Broadcasting Act del 1996, che non consente ad un operatore privato delsettore radiofonico di controllare una quota superiore al 15% dei punti at-tribuiti all’intero settore. Inoltre la proprietà incrociata di radio e quotidia-ni è sottoposta a particolari restrizioni: editori di giornali che controllanooltre il 20% del mercato nazionale dei quotidiani non possono possederequote superiori al 20% in società che abbiano licenze radiofoniche terrestriin analogico a livello nazionale o locali; regole in cui possono riconoscersiprovvedimenti ad personam contro il gruppo editoriale dominante di Mur-doch (The Times). Possono però avere quote superiori al 20% in società chedetengano licenze di trasmissione terrestre digitale o satellitare. Ad un sin-golo operatore non può essere infine concessa che una sola licenza nazio-nale.Nella figura 18 è riportata la classifica del grado di concentrazione calcola-ta in base al sistema a punti, che vede svettare per maggiore concentrazio-ne GWR, Capital Radio ed EMAP, i principali gruppi radiofonici inglesi. Neiprimi due casi si tratta di pure players radiofonici, ovvero di gruppi esclusi-vamente legati al mercato della radio, mentre EMAP è un gruppo caratte-rizzato da una significativa attività multimediale. Come è possibile notarefacilmente dalla figura, nessuno dei gruppi radiofonici supera la soglia del15% del mercato.

Figura 18 Regno Unito. Classifica del grado di concentrazione dei principaligruppi radiofonici (secondo il sistema Radio Points)

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I principali operatori

Il più importante operatore radiofonico nel Regno Unito è certamente BBCRadio, cui fanno riferimento 5 stazioni nazionali e oltre 40 stazioni locali.Nel suo complesso la BBC controlla il 52% dell’audience radiofonica in GranBretagna (tabella 9): il 40,2% attraverso le stazioni nazionali e l’11,4% at-traverso le stazioni locali. La BBC gestisce anche le radio regionali per Sco-zia, Galles e Irlanda del Nord.

Tab. 9 Audience dei principali operatori radiofonici in Gran Bretagna

La prima radio nazionale privata ad essere autorizzata a trasmettere dallaRadio Authority, l’organismo di controllo istituito dal Broadcasting Act del1990 e incaricato di rilasciare le licenze, è stata Classic Fm (1992) seguitada Virgin 1215 (1993) e Talkradio (1995), che nel 2000 è stata riconvertita inradio sportiva e ha assunto la denominazione TalkSport; le 3 radio privatenazionali raggiungono circa l’8% dell’audience radiofonica.Sono invece 253 le radio private locali e rappresentano circa il 39% dell’au-dience. Nel corso del 2001 erano inoltre 75 le stazioni autorizzate dalla Radio Autho-rity a trasmettere via satellite e 14 quelle autorizzate a trasmettere via cavo. Una delle principali caratteristiche del settore radiofonico privato nel Re-gno Unito è l’elevato grado di concentrazione: sono circa 15 i gruppi che con-trollano di fatto il settore. Inoltre, un’alta percentuale di questi gruppi è ap-prodata in borsa nel corso degli ultimi anni. Il ricorso al mercato per fi-nanziare il proprio sviluppo ha consentito a questi soggetti non solo di con-solidare la propria posizione all’interno del paese, ma di adottare aggressi-ve strategie di sviluppo. Il ricorso al mercato ha imposto a queste società l’a-dozione di rigidi criteri manageriali di gestione per assicurare la creazionedi valore per gli azionisti.Il governo inglese nel Communication White Paper del novembre 2001 haprospettato un allentamento delle norme che limitano sia la proprietà in-crociata di media sia il livello di concentrazione nel settore del broadcasting,

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Operatore Reach settimanaleBBC (Tutte le stazioni) 52,1%Radio Private (Tutte) 46,5%Capital Group 13,5%Chrisalis Group 7,4%GWR Group 18,0%EMAP 16,0%Virgin Radio 2,2%

Fonte: Rajar 1Q 2001

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Figura 19 Investimenti pubblicitari nel Regno Unito. Composizione percen-tuale per mezzo, Anno 2001

L’evoluzione della Radio

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Tutti i tre gruppi, come anche Chrisalys e Scottish Radio Holding sono sta-ti quotati in borsa (Tabella 9).

Tabella 9 Regno Unito. Principali operatori radiofonici quotati in borsa

Fonte: Yahoo Finance

Per molti analisti se le norme saranno effettivamente modificate interver-ranno ulteriori cambiamenti nel panorama mediatico britannico: è proba-bile che si assisterà ancora ad una riduzione del numero di operatoriradiofonici ed a una maggiore presenza di player multimediali. A benefi-ciarne saranno in prima battuta gruppi come il Daily Mail and GeneralTrust che, oltre a essere presente nel settore dei quotidiani, dell’editoriatecnico-professionale e della televisione, attraverso la sub-holding DGMRadio possiede circa il 26 % del gruppo radiofonico GWR e oltre 60 radioin Australia.Occorre infine segnalare un fenomeno spesso ricordato dagli analisti del set-tore radiofonico inglese, e cioè quello delle radio “pirata”, ovvero le emit-tenti non autorizzate (che ha nobili precedenti negli ultimi anni Sessantacon Radio Caroline e Radio Veronica), presenti soprattutto nelle grandi areemetropolitane.

Il mercato pubblicitario

La quota di mercato pubblicitario controllato dalla radio nel Regno Unito épari a circa il 4%. La tendenza registrata negli ultimi anni è stata di conti-nua crescita a tassi sostenuti, che però nel 2001 ha fatto registrare per la pri-ma volta un’inversione di marcia. La suddivisione delle risorse nel mercatopubblicitario (figura 19) mostra un mercato dominato da quotidiani (41,5%)e da periodici (17,3%) ma dove anche la televisione gioca un ruolo assai im-portante (29,3%) ancorché uno dei principali operatore televisivi, la BBC,sia estraneo alla raccolta.

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Gruppo Capitalizzazione di Tipologia mercato al 20/01/01

GBP MinScottish Radio Holding 461 Gruppo multimedialeCapital Radio 1.173 Solo RadioGWR 539 Solo RadioEMAP 1.845 Gruppo multimedialeChrysalis 507 Gruppo multimediale

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Tendenze in atto

A partire dal 1995 la BBC ha cominciato a trasmettere utilizzando la tecno-logia DAB ed a fine 1998 la copertura era assicurata sul 60% del territorioda 27 stazioni operanti. Nel 1998 sono state concesse le prime licenze per imultiplex relativi alla radiofonia digitale, a livello sia nazionale sia locale.Nel 1999 ha iniziato a trasmettere Digital One, società per il 60% di proprietàdel gruppo radiofonico britannico GWR e per il 40% del gestore di rete abanda larga NTL, il primo operatore privato di multiplex, presto seguito daoperatori regionali e locali. Nel 2001 le trasmissioni DAB si estendevano sucirca l’85% del territorio. BBC trasmette in digitale simulcast le sue cinqueprincipali reti oltre a World Service, Five Live Sports Extra e Radio 4 Longwa-ve. Il broadcaster pubblico progetta inoltre di lanciare tre canali digital onlycon format originali (uno “black music”, un secondo “30-years-of-music” edun terzo di intrattenimento parlato), e sta aspettando l’autorizzazione go-vernativa per far partire il progetto. Sotto il punto di vista dell’erogazione diservizi multimediali, la BBC mette a disposizione degli utenti un servizio didatacast – una sorta di teletext per radio - chiamato BBC Vision Radio edun servizio T-PEG di informazioni sul traffico. Digital One trasmette 10 stazioni digitali, sia in simulcast che digital only:tra queste, tre trasmettono in simulcast (Talksport, Classic Fm, Virgin Ra-dio) mentre le restanti emittenti trasmettono solamente in digitale (Oneword,Life, Core, ITN, PrimeTime Radio, Rock e Bloomberg Radio). Nel 2001 era-no presenti sul mercato inglese circa 167 stazioni digitali, tra emittenti na-zionali, regionali e locali, delle quali circa la metà erano stazioni unicamentedigitali. Secondo il World DAB Forum, entro il 2003 il numero delle stazio-ni crescerà fino a 300, contestualmente all’assegnazione di nuove licenze perla gestione dei multiplex. Per quanto riguardo l’uso del canale Internet, il Regno Unito mantiene an-che in questo caso un alto livello evolutivo: la maggioranza delle stazioni ra-dio terrestri sono ad oggi presenti on line offrendo servizi di audio on line,molte con varie forme di personalizzazione dell’ascolto. I dati resi noti dalRab (Radio Advertising Bureau) testimoniano come nel regno Unito l’ascoltodelle emittenti radiofoniche sia ormai un uso ampiamente diffuso del ca-nale, anzi, l’uso elettivo delle tecnologie di data streaming. I dati del Rajar22

sottolineano il legame tra l’ascolto della radio commerciale e l’uso di Inter-net, la crescita del traffico sui siti radiofonici e dell’ascolto on line: secondole stime, nel novembre 2001 il 15,9% degli adulti, ed il 31,9% dei giovani trai 15 ed i 24 anni visitano siti di stazioni radiofoniche, mentre il 9,5% degliadulti ed il 17,7% dei giovani tra i 15 ed i 24 anni ascoltano regolarmente

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L’evoluzione delle risorse investite sul mezzo radiofonico tra il 1990 ed il2001 (riportata nel figura 20) conferma invece una costante tendenza posi-tiva.

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22 Dati del Radio Joint Audience Research riportati in Radio Advertising Bureau, Radio and the

Internet Update, November 2001

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I principali operatori

La situazione radiofonica italiana è tale che l’universo delle radio non coin-cide con il mercato radiofonico. Le radio esistenti sono circa 169423, tra lequali circa 250 sono emittenti comunitarie e le restanti sono principalmen-te emittenti private locali.Tuttavia, individuando all’interno dell’universo radiofonico un mercato rap-presentato da soggetti economicamente significativi, si può affermare che ilmercato italiano è rappresentato da 14 emittenti nazionali, 5 circuiti syndi-cation nazionali, alcune emittenti regionali e macro-regionali, ed alcuni con-sorzi macro-regionali.Il servizio pubblico conta attualmente tre reti nazionali, Radio Uno, RadioDue e Radio Tre, che trasmettono sia in Fm che in Am, un servizio realiz-zato con la Società Autostrade, Isoradio, che fornisce in isofrequenza24 agliautomobilisti informazioni sul traffico e musica lungo le autostrade italia-ne, oltre a Gr Parlamento, un servizio di filodiffusione (residuale) e l’emit-tente satellitare Radio Rai International.I principali operatori privati presenti nel settore radiofonico italiano sonosenza dubbio le 14 radio nazionali, ed in parte, alcune syndication e radiomacro-regionali. Il gruppo Espresso controlla tre emittenti nazionali, tra lequali la prima radio privata in termini di ascolti (Radio Deejay), una emit-tente Classic & News (Radio Capital) e Italia Radio; radio parlata di estra-zione politica e politichese, in crisi di ascolti, prossima a un sostanziale re-styling che da radio parlata dovrebbe trasformarla in radio musicale. Seb-bene si stia registrando negli ultimi anni una tendenza all’entrata di opera-tori multimediali nel mercato, molti operatori di rilievo fanno ancora rife-rimento a gruppi esclusivamente radiofonici, come RDS (Radio Dimensio-ne Suono, proprietà Montefusco) Rtl 102,5 (proprietà Suraci), Radio 105 eRadio Montecarlo (proprietà Hazan).

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trasmissioni radio via Internet. Significativo anche il grado di convergenzatra la tecnologia DAB e il canale Internet: la maggior parte dei canali chetrasmettono in digitale (sia digital only che in simulcast) hanno un sito In-ternet caratterizzato da un’elevata qualità e gamma di servizi.

2.6 Italia

Secondo i dati Audiradio (IV ciclo 2001) la radio in Italia raggiunge34.906.000 di ascoltatori ogni giorno, su una popolazione di oltre 51 milio-ni, con un reach del 67,4% nel 2001. Nessuna delle emittenti nazionali, pub-bliche o private, supera il 20% dell’ascolto totale, determinando un merca-to caratterizzato da un’audience distribuita tra i principali operatori del set-tore.Nella figura 21 viene illustrato l’andamento della penetrazione della radionegli ultimi anni, caratterizzato da una leggera contrazione dopo il picco dipenetrazione raggiunto nel 1998 (69,30%).

Figura 21 Penetrazione dell’ascolto radiofonico in Italia

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23 Ad oggi non esiste una valutazione pienamente attendibile sul numero delle emittenti locali

italiane effettivamente funzionanti ed economicamente significative. Il dato a cui si fa riferi-

mento sta in Menduni, Enrico, Il mondo della radio. Dal transistor a Internet, Bologna, il Mu-

lino, 2001, p. 151.24 La Rai su molti dei tratti serviti dalla società Autostrade ha realizzato un servizio per gli

automobilisti in isofrequenza sulla frequenza fissa di 103.3, con impianti molto complessi ecostosi: una catena di micro-trasmettitori e di cavi fessurati nelle gallerie.

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tivi che potrebbero limitarne, anche in presenza di una contingenza favore-vole, il potenziale di raccolta.

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Il mercato pubblicitario

Gli investimenti pubblicitari sulla radio rappresentano poco più del 5% delmercato italiano (figura 22).

Figura 22 Investimenti pubblicitari in Italia, composizione percentuale permezzo, 2001

Negli ultimi anni gli investimenti pubblicitari sul mezzo radiofonico sonocresciuti in ad un tasso sostenuto, superiore a quello che caratterizza l’inte-ro mercato.Questa tendenza ha subito una brusca frenata nel corso del 2001 (figura 23)dove la performance della radio rispetto all’anno precedente è stata peggio-re rispetto a quella di mercato.Le potenzialità del mezzo, il processo di razionalizzazione del settore e l’in-gresso di nuovi operatori provenienti da altri comparti del settore media, eintenzionati a scaricare a terra tutto il potenziale del mezzo in termini diraccolta pubblicitaria - sfruttando le sinergie con gli altri mezzi e creandoofferte di comunicazione multimediale integrata lasciano ben sperare sulleprospettive di crescita della radio non ostante la presenza di vincoli norma-

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Il presente Rapporto è stato realizzato da un Gruppo di ricerca dell’ISIMM composto da:

prof. Enrico Menduni, Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Università di Siena

(Direttore scientifico)

prof. Stefano Gorelli, Università della Tuscia

dott. Barbara Fondelli, Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Università di Siena

dott. Luca Picchi, Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Università di Siena

e da

dr. Stefano Selli, Direttore FRT

dr. Gianluca Betello, Direttore Studi, Federcomin

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Tendenze in atto

Come già accennato, crescente è l’interesse manifestato in questi ultimi an-ni per il settore radiofonico da parte di gruppi editoriali. Il primo è stato ilGruppo L’Espresso che nel giro di pochi anni ha ottenuto il controllo di trestazioni nazionali quali Radio Deejay, Radio Capital e Italia Radio, della qua-le ha curato il riposizionamento musicale (l’emittente era nata invece comeradio di partito). Nel 1999 Il Sole 24 ORE è entrato nel settore in partner-ship con il Gruppo Sper, che ha in seguito rilevato, lanciando in Italia la pri-ma radio nazionale privata news and talk (Radio 24). Proprio per rilevareuna parte della Sper, poi messa in vendita da Il Sole 24 ORE, si sono mo-strati interessati alcuni importanti gruppi editoriali fra cui Mondadori, Seat,De Agostini e Hdp, la quale ha attualmente sottoscritto un accordo prelimi-nare con Il Sole 24 ORE. Secondo l’accordo, Hdp acquisirà Radio ItaliaNetwork, la syndication CNR, la concessionaria pubblicitaria dell'Editoria-le Sper e l'Agenzia AGR.Dal punto di vista dell’evoluzione multimediale, se, al contrario che in altrimercati europei, la radio digitale nello standard DAB stenta ancora a supe-rare la fase pre-operativa, e sono presenti i primi tentativi di differenziazio-ne ed espansione multimediale dell’attività radiofonica, come dimostranogli interessanti esperimenti di tv satellitare lanciati da Radio Deejay (DeejayTv), Rtl (Hit Channel), e Radio Italia con la più tradizionale Video Italia. Inparticolare nei primi due casi l’esperimento è stato realizzato adottando am-piamente tutte le possibilità messe a disposizione dalle nuove tecnologie di-gitali, rendendo Deejay Tv un’emittente ricevibile anche via Internet a ban-da larga, e Hit Channel un autentico canale multimediale, alla ricerca del-l’interazione con il pubblico attraverso telefonia mobile Gsm, Sms, Internet,video box ecc. La radio digitale, al contrario, non ha ancora raggiunto una fase di pienaoperatività: attualmente, secondo i dati forniti dal World DAB Forum, la co-pertura (potenziale) raggiunge il 30% della popolazione, la Rai conduce unasperimentazione in Valle d’Aosta e sulla Torino-Milano, ed otto radio na-zionali (105, 101, Rtl, Deejay, Rete Italia, la syndication Cnr, ma anche Ra-dio Maria e Radio Radicale) hanno costituito nel 1998 il Club DAB Italia,che, nella sua attività di coordinamento per la promozione del sistema di-gitale, collabora con la Rai.Sotto il punto di vista dei servizi offerti, in Italia non esistono stazioni digi-tal only, ma solo il simulcast di cinque canali pubblici sul multiplex gestitodalla Rai, e di 8 canali Fm su quello gestito dal consorzio Club DAB che riu-nisce operatori gli commerciali e non-profit.

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Edito da Federcomin Servizi srl, Roma, 2002Stampato in Roma, Maggio 2002

da B&C Editoria e Stampa

€ 20,00

FEDERCOMIN è la Federazione nazionale di settore di Confindustria cherappresenta le imprese di telecomunicazioni, radiotelevisione e informa-tica.

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rità italiane e comunitarie;• offre ai suoi associati un tavolo di informazione e confronto nella

fase precompetitiva del mercato;• promuove e organizza studi e ricerche su tutte le tematiche del set-

tore;• contribuisce alla realizzazione di una nuova politica di sviluppo del

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