L’Europa nell’anno Mille · Aroldo nella celebre battaglia di Hastings (1066) e cinge la Corona...
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L’Europa nell’anno Mille
Il Sacro romano Impero germanico
Con la fine del Sacro Romano Impero finisce definitivamente il
sogno dell’impero come istituzione universale.
L’idea di Impero rimase confinato in uno spazio molto ristretto,
che comprendeva la Germania e l’Italia settentrionale.
Artefice dell’Impero germanico fu
Ottone I di Sassonia che regnò
dal 962 al 1032.
Il Sacro romano Impero germanico
Ottone I riuscì ad accentrare il potere limitando l’autonomia dei
grandi feudatari e condizionando il potere papale. In particolare
creò una rete di feudatari vescovi, i cosiddetti vescovi-conti, di
propria fiducia.
In questo modo osteggiava i
feudatari e al contempo limitava
l’influenza papale sui vescovi
locali.
Il Sacro romano Impero germanico
Con il Privilegium Othonis
subordinò il potere papale a
quello imperiale con la
conferma dell’imperatore
sull’elezione papale.
Inoltre vietava al papa di
incoronare imperatori che non
fossero di origine germanica.
Ottone I incoronato dalla Madonna
Il Sacro romano Impero germanico
In Italia Ottone I riuscì a sottomettere i duchi di Benevento
e Capua ma i suoi successori Ottone II e Ottone III non
furono capaci di proseguire il progetto del capostipite e
con loro si estinse la dinastia dei Sassoni
Francia
In Francia il potere è retto dalla
dinastia Capetingia fondata da
Ugo Capeto (987-
996). Il potere regio è ridotto a
ben poca cosa: Ugo esercita
infatti il proprio diretto controllo
soltanto sulla regione di Parigi,
essendo la Francia divisa in tante
signorie territoriali, alcune delle
quali molto potenti.
Col tempo, però, i re capetingi
riusciranno a costruire
gradualmente una dinastia
solida.
Britannia
Nel IX secolo l’Inghilterra era stata invasa dai Normanni (“uomini
del Nord”, come li chiamavano in Europa) o Vichinghi.
Nell’XI secolo l’isola è dominata da Canuto il Grande (1014-35), un
potente sovrano vichingo. Nel 1042 riprende però il sopravvento la
componente locale degli anglosassoni, che pone sul trono Edoardo il
Confessore. Alla sua morte, essendo Edoardo privo di eredi, gli
succede il cognato Aroldo II. Guglielmo, duca di Normandia, detto il
Conquistatore in qualità di nipote di Edoardo reclama la Corona
inglese. Alla testa di un potente esercito composto da cavalieri
altamente specializzati, Guglielmo attraversa la Manica, sconfigge
Aroldo nella celebre battaglia di Hastings (1066) e cinge la Corona
d’Inghilterra
Italia
Dopo la fine del Regno Carolingio l’Italia vive un periodo di anarchia
e frammentazione durante il quale alla corona di re si succedono
diversi uomini:
888 Berengario I, marchese del Friuli
889 Giudo di Spoleto
Dopo il periodo di controllo da parte dei Sassoni la corona passa nel
1002 a Arduino, marchese d’Ivrea.
La lotta per le investiture 1059-1122
La lotta per le investiture 1059-1122
In un periodo di crisi del potere imperiale il Papato riuscì ad approfittarne
per acquisire maggiore prestigio e rivendicare il proprio ruolo di guida sulle
questioni spirituali.
Nel 1059, in occasione del Concilio lateranense, il pontefice Niccolò II
decretò che la Chiesa non avrebbe più tollerato alcuna ingerenza imperiale
nell’elezione del papa. L’elezione veniva affidata invece ai cardinali. Il
Privilegio Ottoniano risultava di conseguenza annullato.
Da questo momento si aprì il grande conflitto tra Impero e papato noto
come lotta per le investiture
I protagonisti di questa lotta furono il papa Gregorio VII (1073-85) e
l’imperatore germanico Enrico IV
La lotta per le investiture 1059-1122
Il papa promulgò nel 1075 i cosiddetti Dictatus papae. Era una presa di
posizione senza precedenti: il papa affermava il proprio diritto di deporre
l’imperatore, dispensando i sudditi dall’obbligo di ubbidienza, e
proclamava l’indiscutibile supremazia della massima autorità spirituale
sulla massima autorità temporale.
L’imperatore reagì con grande fermezza: convocò nel 1076 il Concilio di
Worms, formato da vescovi tedeschi a lui fedeli, che dichiarò decaduto il
papa.
Il papa scomunicò l’imperatore. Bisogna ricordare che la scomunica non
aveva soltanto conseguenze religiose (l’estromissione del sovrano dalla
comunità dei fedeli) ma anche politiche: essa, infatti, svincolava i sudditi
cristiani dall’obbedienza al sovrano.
Immediatamente si registrarono segni di ribellione tra i feudatari e tra gli
oppositori dell’imperatore.
La lotta per le investiture 1059-1122
Per evitare lo sgretolamento della propria autorità, Enrico IV fu costretto a
implorare il perdono del papa, per mezzo della contessa Matilde di
Canossa.
La penitenza fu dura e umiliante: l’imperatore attese per tre giorni, in
mezzo alla neve, prima che si aprissero le porte del castello di Canossa
(nell’attuale Emilia-Romagna), dove venne infine ricevuto da Gregorio VII,
che ritirò la scomunica.
Enrico IV riprese però a nominare i vescovi, depose il pontefice e nominò
al suo posto Clemente III, dal quale si fece consacrare imperatore.
Alla morte dei due uomini, i successori
La lotta per le investiture 1059-1122
Alla morte dei due uomini, i successori Enrico V (1106-25) e Callisto II
(1119-24) trovarono un’intesa che fu formalizzata nel Concordato di
Worms dell’anno 1122.
I vescovi dovevano essere investiti dal papa, mentre l’imperatore aveva il
diritto di concedere loro o meno anche i poteri politici. Fu anche deciso che
in Germania l’investitura laica doveva precedere quella religiosa, mentre in
Italia quella religiosa doveva precedere quella laica.
Questo compromesso ebbe notevoli conseguenze sulla futura storia politica
dei due paesi: esso segnò infatti, in Italia, l’aumento dell’autorità pontificia
a discapito di quella imperiale, mentre in Germania produsse l’effetto
opposto.
D’ora in avanti quelli che sostenevano l’imperatore sarebbero stati chiamati
Ghibellini, quelli che sostenevano il papa Guelfi.