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www.asiticino.ch Periodico d’informazione sulle attività dell’associazione svizzera infermiere/i Allegato alla rivista “Cure infermieristiche” N. 3/10 Sezione Ticino Marzo 2010 - n. 1 info Cronaca regionale: Humor nelle cure oncologiche: chance o utopia? Approfondimenti: Aromaterapia Calendario attività ASI-SBK Aprile - Giugno 2010 giornata di studio: paura e aggressività nelle cure

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Periodico d’informazione sulle attività dell’associazione svizzera infermiere/iAllegato alla rivista “Cure infermieristiche” N. 3/10

Sezione TicinoMarzo 2010 - n. 1

info

Cronaca regionale:Humor nelle cureoncologiche: chance o utopia?

Approfondimenti:Aromaterapia

Calendario attività ASI-SBKAprile - Giugno 2010

giornata di studio:paura e aggressività

nelle cure

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3 Editoriale

Cronaca regionale4 Giornata di studio 2009

(Pia Bagnaschi)6 Atelier 74 Mendrisio, premio disegni di Natale7 Humor nelle cure oncologiche: chance o utopia?

(Christa Pedrazzoli)9 Calendario GIITI

Approfondimenti10 Aromaterapia. Verso un’efficace cura individuale

(Ursula Hirter e Brigitte Aliprandi)12 Influsso dei colori sulle funzioni vitali,

l'uomo nel mare di colori(Ada Luisa Gavioli)

Informazioni15 Assemblea Generale ASI SBK 2010

Agenda16 calendario corsi

SOMMARIOinfoMarzo 2010 - n. 1

Chi volesse inviarci articoli, progetti o riflessioni da pubblicare èinvitato a preferire il formato Word precisando titolo e sottotitolo,nome dell’autore, formazione e/o funzione, luogo di lavoro ebibliografia e/o siti web di riferimento. Le fotografie sono benaccette. Chi desiderasse concordare con noi eventuali adattamentinecessari alla pubblicazione non esiti a contattarci: speriamo cosìin un incontro d’arricchimento reciproco. Il comitato di redazionevaluterà la pubblicazione degli scritti secondo spazi ed argomenti.E-mail: [email protected]

Periodico d’informazione sulleattività dell’associazione svizzerainfermiere/iAllegato alla rivista“Cure infermieristiche” 3/10

Segretariato ASIVia Simen 8CH-6830 ChiassoTel. 091 682.29.31Fax 091 682.29.32E-mail:[email protected] internet:www.asiticino.ch

RedazioneIsabelle AvostiAnnette BieggerCristina Treter De Lubomierz

SupervisionePia Bagnaschi

Grafica e stampaSocietà d’arti grafiche già Veladini &co SAwww.veladini.ch

In copertina: J. Hofmannx

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3allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.3/10

Diamo colore alla nostra vita!Chi di noi non è mai stato confrontato a situazioni di paura o di aggressività,sia nella sfera privata che in quella professionale? Troppo spesso si sente par-lare di drammatici eventi che hanno per origine liti, mancanza di reciprocorispetto, pazienza, ascolto. Questi ultimi purtroppo portano ad un’esacerba-zione della violenza, a comportamenti pericolosi, a sentimenti di disagio, dicolpa, di isolamento. E non solo nella vita quotidiana, ma spesso anche sullavoro, ci troviamo di fronte ad una persona aggressiva, un parente impazien-te o prepotente, un collega stressato che ci risponde malamente, parole violenteche a volte fanno più male di un dolore fisico…Le riflessioni sviluppate durante la giornata di studio dell’ASI lo scorso dicem-bre vi potranno portare, lo spero, un aiuto nel far fronte a un disagio semprepiù frequente dove spesso, con i ritmi sostenuti che abbiamo, non troviamo tem-pestivamente un sostegno adeguato. Eppure parlare di quanto vissuto permet-te di abbassare tensioni, chiarire fatti e sentimenti, liberarci di un peso.

Per accompagnare la primavera, vi presentiamo in questo primo numero del2010 argomenti che trattano di terapie alternative, aromaterapia e cromotera-pia. L’esperienza di Winterthur ci mostra come l’aromaterapia può essere unottimo complemento nelle cure reumatologiche, il massaggio con oli, oltre aisuoi effetti benefici è stato vissuto come un mezzo di comunicazione supple-mentare. Molti pazienti hanno trovato interessante anche la combinazione tramedicina tradizionale e naturale, come pure il fatto di partecipare alla sceltadegli oli eterei e delle forme di applicazione. Hanno pure apprezzato la mag-giore sensibilità del personale per quanto riguarda il contatto e l’attenzione. Iltesto sulla cromopuntura invece cerca di spiegare al lettore gli effetti delle vibra-zioni che la luce e i suoi raggi producono sul nostro corpo e sulla pelle. Pureper questa terapia complementare viene valutato l’abbinamento tra medicinatradizionale e medicina occidentale!

Non solo gli aromi e i colori sono benefici, ma pure ridere fa bene all’ani-ma…Un’interessante esperienza fatta nel reparto di oncologia a Bellinzona celo conferma. La terapia del sorriso è adatta praticamente in tutti gli ambiti, pri-vati con i nostri cari o socio-sanitari con ogni tipo di paziente. Quindi non soloi bambini possono beneficiarne, ma anche gli anziani, i disabili, i pazienti psi-chiatrici, le persone che si sottopongono a una terapia del dolore. Il buonumoree, in generale, le emozioni positive, hanno anche il potere di prevenire nume-rose patologie grazie alla loro azione benefica sul sistema immunitario. Infattiridere stimola la produzione di ormoni come adrenalina e dopamina, che aloro volta liberano endorfine ed encefaline, veri e propri antidolorifici naturaliin grado di migliorare l’efficienza del sistema immunitario.

Concludo con una piccola raccomandazione, una ricetta primaverile: diamocolore alla nostra vita, chiediamo aiuto quanto basta e condividiamo le nostreemozioni, siano esse di paura, di tristezza o di gioia. Fermiamoci un po’ di piùe prendiamo cura di noi stessi: solamente se noi staremo bene potremo ancheoffrire il meglio alle persone che curiamo, e trarre grandi soddisfazioni dallanostra professione!

Buona lettura!Isabelle Avosti

editoriale

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La paura è un sentimento insito nell’uomo,strettamente legato all’aggressività e allaviolenza. Questi stati d’animo si riscontra-

no nella quotidianità, sia nella sfera privatache in quella professionale ed è necessario sa-perli riconoscere e gestire per canalizzarli edevitare che degenerino, provocando dannianche molto gravi e compromettendo l’incolu-mità delle persone coinvolte. Per fare questooccorre saper chiedere aiuto, condividere ilproprio disagio con le persone vicine, familia-ri, amici o colleghi, e affrontare i singoli epi-sodi con mezzi adeguati e professionalità.E`quanto hanno ribadito tutti i partecipanti alsimposio e soprattutto i relatori, provenientidai diversi settori delle cure.

Nella cura c’è pauraDalle case per anziani ai servizi di cura ospe-dalieri (ad esempio il pronto soccorso) e extraospedalieri (spitex) o nel contesto psichiatricola paura esiste sia nei pazienti che nel perso-nale curante perché, come afferma lo psicolo-go Lorenzo Pezzoli, responsabile del seviziodipendenze Ingrado, “quando c’è la cura c’èil male nelle sue dimensioni fisiche di malattiacome pure nelle sue declinazioni psichiche disolitudine, incertezza, fragilità.” La paura èuna reazione al senso di impotenza: infattiquando l’individuo è messo alle strette e nontrova una via di fuga, ha paura e per difen-dersi diventa aggressivo, violento, provocan-

do a sua volta paura in chi glista vicino. Si forma così un cir-colo vizioso che dev’esserespezzato. E il punto sta proprionel determinare il momento op-portuno e la modalità più adat-ta per farlo. I curanti, per tradi-zione visti come figure buone,sempre disponibili e animatidalle migliore intenzioni, in re-altà non sono certo immuni dal-la paura, dall’aggressività odalla violenza. Purtroppo negliultimi tempi gli esempi di mal-trattamenti e atti sconsideratinei confronti di loro pazienti so-

no balzati alla cronaca.Bisogna quindi correre ai ripari: i curanti, ol-tre ad ascoltare il paziente, devono ricono-scere l’importanza di ascoltare sé stessi, inter-venendo prima di perdere il controllo e rico-noscendo i propri limiti.

L’indebolimento dellasicurezza socialeSecondo il sociologo Sandro Cattacin, profes-sore all’Università di Ginevra, il contesto so-ciale di questi ultimi anni, caratterizzato dallaprecarietà a livello economico e professiona-le, e dai cambiamenti della composizione del-la società, basata sulla diversità, rende insicu-ri. A causa di questa insicurezza, provocatadalla povertà e dalla mancanza del senso diappartenenza, l’individuo di oggi non partecon un’identità, ma se la deve creare intera-gendo nella società. Tutto ciò richiede energiae non sempre esistono le risorse necessarie. Ilsenso di frustrazione può provocare rabbiache, affinché non provochi isolamento edemarginazione e non si traduca in aggressivi-tà, deve essere liberata e gestita in modo ade-guato, trasformandola nel pragmatismo indi-spensabile per affrontare le difficoltà in modocostruttivo.

Il modello “descalation”Finora è stata più volte sottolineata l’importan-za di una gestione adeguata dell’aggressività

Il senso difrustrazione puòprovocare rabbiache, affinché non

provochi isolamentoed emarginazione e

non si traduca inaggressività, deve

essere liberata

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Giornata di studioGestire la paura e l’aggressivitànei contesti sanitari

Cronaca regionale

Pia Bagnaschi*

Lo scorso 4 dicembre, presso l’Aula Magna dell’Università della Svizzera Italiana, a Lugano,si è svolta la giornata di studio organizzata dall’ASI, con il contributo del dipartimento dellasanità e della socialità. Il tema proposto “Cura e paura, l’aggressività nei contesti sanitari” hasuscitato grande interesse presso i 450 partecipanti, fra i quali moltissimi giovani e studenti.

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come conseguenza della paura. Ma natural-mente ci si può chiedere in che modo e qualisono le misure concrete per intervenire in que-sto senso. Nadia Seiler e Pascal Zbinden, in-fermieri specialisti in salute mentale presso laClinica psichiatrica cantonale di Mendrisio,hanno parlato della loro esperienza diretta,presentando il modello “descalation”. Si trattadi una strategia che viene adottata da un teamtecnico, formato da professionisti qualificati,che interviene fisicamente per interrompere losviluppo di una fase di aggressività e abbas-sarne il livello, immobilizzando il paziente, im-pedendogli di compiere gesti sconsiderati.Rispondendo ai vari interventi da parte deipartecipanti, che contestavano la legittimità diquesto tipo di approccio coercitivo, i due re-latori hanno sottolineato che si tratta di unamisura cui si ricorre quando le parole non ba-stano più, e che deve essere contestualizzata,tenendo in considerazione il carattere ecce-zionale della situazione. Per questo è neces-sario che il personale coinvolto disponga diuna formazione adeguata, sia ben informatosulla dinamica dei fatti e sia ingrado di chiedere aiuto e cercarela collaborazione dei colleghi.

L’aggressività nelle case peranzianiOltre alla psichiatria, la geriatriaè sicuramente una delle branchedelle cure maggiormente espostaal fenomeno della violenza. Lecause sono riconducibili alle ca-ratteristiche degli operatori, delleistituzioni e a quelle del malato.Si tratta di una violenza bidire-zionale. Spesso l’atteggiamentoaggressivo o violento nei confron-ti dell’ospite da parte dell’opera-tore esprime l’intolleranza dell’ac-cettazione di una violenza subita.Da ricerche scientifiche risultache oltre il 50% delle persone af-fette da demenza sono fisicamente e verbal-mente aggressive e le loro reazioni spessonon sono prevedibili.Fattori come stress, mancanza di tempo, ca-renza o inadeguatezza del personale, burnout rendono ancora più precaria la situazione.Come sottolinea la psicoterapeuta Rita Pezza-ti, si tratta di una dinamica che porta a ungrande senso di frustrazione che si ripercuotesulla soddisfazione professionale degli opera-tori e sulla qualità di vita o l’incolumità degliospiti. Una formazione adeguata e la preven-zione sono strumenti indispensabili per uscireda questo circolo vizioso, fornendo gli ele-menti indispensabili ai curanti per cogliere isegnali premonitori, dare un senso alle situa-zioni e agire di conseguenza.

L’importanza della condivisioneL’erogazione di cure, sia all’interno della strut-tura ospedaliera che in un contesto extraospedaliero, implica un confronto diretto conil paziente. Spesso nella relazione curante -paziente possono sorgere problemi dovutiproprio a questa vicinanza, da alcuni vissutacome intrusione nella sfera privata o limitazio-ne della propria libertà e autonomia. La pau-ra di perdere questi valori e l’aggressività chene deriva sono quindi fattori molto ricorrenti eoccorrono delle strategie chiare e adeguatead ogni contesto di cura per gestirli e conte-nerli. Nell’ambito delle cure a domicilio i cu-ranti si trovano in una situazione privilegiata,proprio perché la vicinanza con il paziente eil suo ambiente è maggiore rispetto a quantoavviene in un’istituzione ed è quindi più facilevalutare la situazione. Tuttavia le cure posso-no presentare seri problemi, soprattutto quan-do ci si trova di fronte un paziente che nonvuole collaborare o violento. Siccome sono icuranti a recarsi al domicilio dell’utente, sonoloro che si devono adattare e cercare di istau-

rare una relazione di fiducia. Solo in un se-condo tempo possono proporre dei cambia-menti. Tutto questo richiede una grande sensi-bilità, flessibilità e soprattutto continuità e coe-renza. Parlando della loro esperienza nel set-tore spitex, le due operatrici del servizio SCU-DO Katia Storni e Lorenza Casoli, entrambeinfermiere, hanno illustrato alcune misureadottate per sostenere e accompagnare i pro-pri collaboratori. Protocolli specifici, riunionidi équipe e coinvolgimento di colleghi di altrediscipline, supervisione con uno specialista(psichiatra), rivalutazione e monitoraggio co-stante della situazione permettono all’operato-re di non sentirsi solo di fronte a situazioniproblematiche e di poter avvalersi di basi estrategie chiare e coerenti.

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I due relatori hannosottolineato che sitratta di unamisura cui si ricorrequando le parolenon bastano più

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Cronaca regionale

Il “bus” in cure intenseÈ proprio questo senso di condivisione che staalla base di un progetto, il “bus”, realizzatosu iniziativa del dottor Hérnan Jaime, psichia-tra, con alcune infermiere di un reparto di te-rapia intensiva. Come ha spiegato Flavia Fon-tana, infermiera formatrice in cure intense,che ha partecipato a questa esperienza, il busè una metafora per spiegare quello che avve-niva nel gruppo: l’autista era il dr. Jaime, cheaccompagnava i partecipanti nelle discussio-ni, la destinazione era sempre sconosciuta,ma il percorso era suggerito dagli argomentiche ognuno si sentiva di proporre. Inoltre, vistii ritmi irregolari di lavoro, ogni partecipanteera libero di partecipare o meno alle sedute aseconda delle sue esigenze.In un reparto di cure intense, per i più svariatimotivi, spesso i pazienti hanno un approcciopiuttosto ostile nei confronti dei curanti. Questospazio di incontro ha offerto la possibilità dicondividere le diverse esperienze nei confrontidi queste persone e di riflettere con maggioreconsapevolezza su quanto resta da fare per af-frontare e capire meglio la loro aggressività,che spesso è una disperata richiesta d’aiuto.Come ribadisce il dr. Jaime, quando si deveaffrontare il paziente aggressivo non bisognaessere soli. Il concetto del “noi” permette diacquisire maggiore sicurezza, serenità e chia-rezza. All’interno dell’équipe deve esistere un

elevato indice di solidarietà e di consenso,che permette di sviluppare una strategia su co-me e quando procedere ad un intervento diaccoglienza o di contenimento.

In conclusione, riprendendo una citazione ri-portata da Lorenzo Pezzoli “i mezzi cattivinon possono portare a fini buoni” e cogliendoil suo invito a riflettere sui mezzi, da quanto èemerso da questa giornata di studio si può af-fermare che la for-mazione e la condi-visione sono sen-z’altro “mezzi buo-ni” per affrontare lapaura e l’aggressi-vità nei contesti sa-nitari. Entrambepermettono di mi-gliorare la profes-sionalità, la qualitàdelle condizioni dilavoro e delle cureerogate. Ma la ri-cerca di nuove stra-tegie deve andare avanti e coinvolgere un nu-mero sempre maggiore di professionisti e diistituzioni. �

*Pia Bagnaschi, redattrice “Cure infermieristi-che”

I disegni pubblicati sul numero didicembre sono stati realizzati nel-l’ambito dell’attività dell’atelierespressivo manuale di disegno che ipazienti e gli ex ospiti della ClinicaPsichiatrica di Mendrisio frequen-tano presso i locali della Valletta,sede del Club dei Pazienti.In questi atelier viene data molta im-portanza ad ogni tipo di espres-sione (Gruppi di parola, musicali, diteatro, sport, di rilassamento,…) perpermettere ad ogni persona di evi-denziare capacità insospettate o mo-mentaneamente sopite e questo fi-nalizzato alla messa in valore del-l’individuo in un’ottica di confrontocon l’altro.Spesso sulla carta, con l’ausilio diuna grande creatività, avviene latrasposizione della propria bi-ografia in funzione catartica e dirilettura positiva della stessa.

Nelle trame, nelle texture, nella di-versità dei materiali, nella violenza odolcezza del tratto ad un osserva-tore attento viene spesso concesso ilprivilegio, se non di leggere la map-pa esistenziale dell’artista, per-lomeno di palparne la sofferenza edi intuirne l’iter tortuoso spesso per-meato anche del difficile mestieredel vivere.Il Club dei pazienti, in collabo-razione con il Servizio di socioter-apia dell’Organizzazione socio-psichiatrica cantonale e dei Centridiurni, da tempo raccoglie e reper-toria tutta una serie di produzioniartistiche che si possono annover-are nella corrente definita dell’”Artbrut” per allestimenti di mostre in-tra ed extra muros, pubblicazioni,proiezioni, ecc. e per creare neiprossimi anni un vero e propriospazio espositivo permanente.

Per il Club ’74:Il Presidente Rio Tonini;il Segretario Luce Cazzaniga;Per il Servizio di Socioterapia:Manolo Lacalamita eValeria Romanoc/o Servizio di Socioterapia O.S.C.Via Ag. Maspoli – 6850 Mendrisiotel. O.S.C. 091 816 55 11Club‘74 091 [email protected] - www.club74.ch

L’Organizzazione Sociopsichi-atrica Cantonale ha deciso didonare alla Sezione il premiodi Fr.300.— destinato agli au-tori dei disegni. Lo scorso 18gennaio il Comitato ASI-SBKSezione Ticino ha deciso didevolvere la somma al FondoAiuto d’Emergenza Haiti.

Disegni di Natale, premio al Club 74 di Mendrisio

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7allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.3/10

Cronaca regionale

Humor nelle cure oncologiche:chance o utopia?

Dai detti popolariad un approccio terapeutico“Ridere fa buon sangue”, ”ridere fa bene alcuore”, “una risata è la miglior medicina”ecc., sono affermazioni conosciute nella no-stra cultura popolare e, anche se sono difficil-mente dimostrabili a livello scientifico, sonoaffermazioni percepite come verità. Perché al-lora a contatto con una patologia oncologicaquesto tipo di comunicazione (che nella realtà“sana” ci sembra così importante) è conside-rato inadeguato? Parlare dell’allegria e del ri-so come possibile approccio terapeutico infer-mieristico in un contesto oncologico può sem-brare azzardato; ciò è sicuramente da attri-buire al fatto che nel nostro bagaglio di no-zioni il ridere e il buon umore vengono rele-gati al tempo libero e allo svago e perciò nondegni di considerazione in relazione ad un’at-tività seria. Per interi secoli il riso è stato rite-nuto un argomento non meritevole di atten-zione. E dunque è stato oggetto di poche spe-culazioni filosofiche e di scarsissime ricercheempiriche1. Cercherò di documentare perchéquesti fenomeni possono diventare strumentiutili nelle dinamiche di comunicazione e pos-sono favorire l’instaurarsi della fiducia tra pa-ziente e infermiera/e.Lo humor e il ridere vengono spesso collegatitra di loro, ma non sono sinonimi e non defi-niscono la stessa cosa. Lo humor è un feno-meno che descrive un atteggiamento spiritualee si situa nella nostra sfera cognitiva. È infattiattraverso la nostra mente e i nostri sensi cheriusciamo a percepire un evento umoristico siaesso comico, ridicolo o satirico. L’atto del ri-dere é anzitutto una reazione corporea e soli-tamente è la risposta ad uno stimolo umoristi-co. Attenzione! Non per forza il fatto di ride-re segnala buon umore e allegria: si può an-che ridere su pressione del gruppo, per ma-scherare il proprio imbarazzo o senza una ra-gione particolare.

I possibili effetti fisici e psichicidel ridereL’atto del ridere attiva molte parti del corpoumano: il cuore e la respirazione accelerano iloro ritmi, la pressione arteriosa tende a dimi-nuire: che una risata abbia una funzione dicardioprotezione? Anche la chimica del san-gue si modifica, in quanto, tanto più la risataè esplosiva e spontanea, tanto più diminuiscela tensione e si manifesta una sensazione di li-berazione che coinvolge molti organi e fun-zioni corporee. Ridere di gusto stimola la pro-duzione di sostanze come le beta-endorfine,le encefaline e la dopamina, che permettonodi poter sopportare meglio il dolore sia fisicoche psicologico. È ormai provato che il buonumore e la fiducia rafforzano l’organismo au-mentando le difese immunitarie, mentre statidepressivi favoriscono l’insorgere di malattie:affermazione, che tra l’altro, fu già descrittadal medico Galeno2 nell’anno 150 dopo Cri-sto. È stato provato che lacrime provocate daun’emozione contengono sostanze tossiche,mentre lacrime dovute, per esempio al tagliodi una cipolla, solo acqua fisiologica3!

di Christa Pedrazzoli*

Nella nostra realtà socio-culturale l’associazione tra humor e malattia oncologica non è usua-le. Ancora meno usuale è pensare alla comicità come una risorsa terapeutica nell’ambito del-le cure infermieristiche. Lo humor e il ridere sono forme di comunicazione che si rivelano sia alivello verbale che non verbale ed hanno il potere di trasmettere sensazioni di benessere, di di-minuire lo stress e di accrescere l’equilibrio bio-psico-socio-culturale dell’individuo. Non risultaquindi difficile capire perché l’uomo aspira a raggiungere tale stato.

funzioni del ridere

Funzione comunicativa:• promuove l‘instaurarsi della fiducia, per-ciò facilita la comunicazione

Funzione sociale:• promuove il senso d’appartenenza• aiuta ad elaborare conflitti• favorisce l’autocontrollo anche in situa-zioni difficili

Funzione psicologica:• diminuisce paure, stress e tensione• può assumere il valore di valvola di sicu-rezza nell’affrontare odio e rabbia

1 Francescato, D. Ridere è una cosa seria. (Milano: Arnoldo Mondadori, 2002) p. 42 Robinson, V. Praxishandbuch Therapeutischer Humor. ( Bern: Hans Huber Verlag 2002), p. 93 Bischofberger I. Das kann ja heiter werden (Humor und lachen in der Pflege). (Bern: Hans Huber Verlag 2002), p. 49

Lo humor e il riderevengono spessocollegati tra di loro,ma non sonosinonimi e nondefiniscono lastessa cosa

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info8 periodico d'informazione sulle attività dell'associazione svizzera infermiere/i

Cronaca regionale

Effetti del “saper ridere”Sono decisamente più incisivi sulla psiche.Chi pratica lo humor e si esercita nella risataimpara ad accettare i propri errori, riesce adelaborare gli insuccessi, favorisce la “saluteinterna“, mantiene un certo selfcontrol, con-quista la maturità interna… e concede allapsiche un po’ di evasione!

La gelotologiaLa scienza che si occupa di studiare gli effet-ti del ridere sul corpo e sulla psiche è la ge-lotologia. Questa scienza è stata fondatadallo psichiatra William F. Fry che, nel 1964all’Università di Standford, fece le prime ri-cerche in questo ambito. È grazie a ciò chesi deve l’introduzione dei cosiddetti “clown-dottori”, attivi un po’ dappertutto nei nostriospedali.Nelle cure infermieristiche é stata Vera Ro-binson (infermiera californiana) la promotri-ce dello humor terapeutico. Mentre in Sviz-zera questo ruolo lo assume Iren Bischofber-ger, docente in scienze infermieristiche alcentro di formazione sanitaria WE’G4 di Zu-rigo e Aarau.

Esperienza ticineseSulla base di questi presupposti, nell’unità didegenza della radio-oncologia dell’IstitutoOncologico della Svizzera Italiana, è stato fat-to un lavoro di indagine conoscitiva con l’in-tento di rispondere ai seguenti interrogativi: ri-dere in un contesto oncologico è davvero ina-deguato? Il paziente oncologico dà un valorealla comicità e all’umorismo? Se lo humor vie-ne percepito come importante, lo pos-siamo usare in un contesto di cura? E sesì, come?Per poter rispondere a questi interrogati-vi è stato ritenuto indispensabile sondarele opinioni dei pazienti che sono stati in-vitati a descrivere il loro vissuto in rela-zione alla comicità sia prima che dopol’insorgere della malattia tramite delle in-terviste semi-strutturate.I criteri di ammissione all’indagine quali-tativa sono stati definiti come segue:• lo stato psico-fisico del paziente dove-va permettere lo sforzo di un’intervista

• le patologie oncologiche dovevano esserediverse (per avere testimonianze rappresen-tative non legate ad un tipo particolare dimalattia)

• le situazioni cliniche dovevano essere diffe-renti

• il paziente doveva dare il suo consenso allaregistrazione prima dell’intervista

La traccia dell’intervista consisteva in 10 do-mande riguardanti la comicità in generale, lapercezione dello humor dopo la diagnosi el’importanza della condivisione di episodiumoristici con l’équipe curante. I risultati pos-sono essere riassunti nel seguente modo:• riguardo alle opinioni generali sullo Humore sul ridere si può dire che tutte le personeintervistate credono che sia importante ave-re il senso dello humor e la capacità di ri-dere nella vita, che ridere sia uno dei fatto-ri che rende la vita piacevole, fa star bene epiace ridere con gli amici. Quasi tutti pen-sano che i momenti passati ridendo sonoparticolarmente preziosi

• quando si parla di humor e diagnosi onco-logica, per circa la metà dei pazienti inter-vistati, la percezione di humor è cambiatadopo la diagnosi, ma tutti sono d’accordosul fatto che nonostante la malattia c’è biso-gno di humor nella vita e che esso permettedi esprimere con più facilità i sentimenti. Per4/5 lo humor aiuta ad affrontare la malattia

• quando è importante poter ridere con l’in-fermiera? Tutti gli intervistati sono dell’avvi-so che permette di esprimersi più liberamen-te, di confidare le paure, di facilitare la co-struzione di un rapporto di fiducia e di sen-tirsi bene e a proprio agio. 3/5 pensanoche questo permette di avere dei momenti disvago

Dalle interviste è poi emerso anche un altrodato: “Il paziente percepisce l’infermiere sor-ridente disposto alla comicità come partico-larmente qualificato e professionale”, questoperò non corrisponde necessariamente allarealtà!

Influsso sull’attività quotidianaDopo aver sondato l’interesse dei pazienti èrisultato opportuno ampliare ulteriormente leconoscenze relative a questo aspetto. A tal fi-ne ho visitato una clinica di riabilitazione do-ve lo humor è integrato nel concetto di cura:è stata un’esperienza interessante che perònon sono riuscita a trasferire nella realtà cli-nica in cui lavoro in quanto il turnover dei pa-zienti in un ospedale acuto è troppo veloce e4 www,weg-edu.ch

Tutte le personeintervistate credonoche sia importanteavere il senso dellohumor e la capacitàdi ridere nella vita

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9allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.3/10

Cronaca regionale

difficilmente compatibile con un percorsoumoristico finalizzato. Successivamente, perpoter meglio comprendere gli effetti dello hu-mor sulla comunicazione con i pazienti, si èdeciso di tenere un diario dello humor co-me consiglia Iren Bischofberger nel suo libro.In questo diario sono stati annotati gli eventiumoristici vissuti con i pazienti e ciò ha per-messo di verificare che la comunicazione,dopo un evento umoristico, acquista una di-mensione più paritaria e agevola la condivi-sione del proprio vissuto in relazione alla ma-lattia. Di conseguenza le risate in radiotera-pia sono diventate più spontanee, non avven-gono più in “sordina” e sono vissute con laconsapevolezza di essere importanti.Ci sono stati ancora altri tipi di interventiumoristici come la creazione di una “biblio-teca umoristica” e la visita in reparto di un“clown dottore” della fondazione Theodora:tutte tappe significative nel percorso di anali-si della comicità nelle cure infermieristicheoncologiche. Percorso che ha permesso dicapire che l’opportunità non sta nella quanti-tà di attività comiche organizzate, ma nel ri-conoscere lo spazio da dare alle emozioniumoristiche in oncologia.Questa esperienza ha insegnato anche, cheun po’ di humor, non guasta neppure nell’ela-borazione dello stress professionale: ridere in-sieme aiuta ad arginare atteggiamenti ag-gressivi e a superare momenti di frustrazione.Si ottiene così un certo effetto preventivo sullasindrome del Burn-out.(www.tecnomagazine.it)

Lo humor é un fenomeno complesso che coin-volge la sfera cognitiva, emotiva e relaziona-le del paziente. Se lo si vuole integrare nellecure come risorsa, soprattutto nell’ambito del-la comunicazione, bisogna conoscerne le po-tenzialità. Lo scopo di questo lavoro non è sta-to quello di trasformare la radioterapia in un“cabaret”, e nemmeno di trasmettere il mes-saggio che, l’essenza del nursing radio-onco-logico, si compone di comicità e risate, maquello di aver ricevuto la conferma che in unreparto oncologico si può, anzi si deve ridere.Per il nostro team è stata un’esperienza fonda-mentale apprendere che i pazienti ridono vo-lentieri con i loro curanti e che in nessun mo-mento hanno l’impressione che la loro situazio-ne clinica venga per questo sottovalutata!In tutti i casi il ridere e lo humor non possonoessere separati dalla malattia e dalla morte.Perché allora non approfittare delle opportuni-tà che offrono questi fenomeni nelle cure? �

*Christa Pedrazzoli, Capo Reparto, IstitutoOncologico della Svizzera Italiana

BBiibblliiooggrraaffiiaa::

Bischofberger, Iren. Daskann ja heiter werden. Ber-na: Hans Huber, 2002

Francescato, Donata. Ride-re é una cosa seria. Mila-no: Arnoldo Mondadori,2002

Robinson, Vera M. Praxis-handbuch TherapeutischerHumor. Bern: Hans Huber,2002

Sontag, Susan. Malattia co-me metafora. Milano: Arnol-do Mondadori, 2002

Titze, Michael. Die heilendeKraft des Lachens. Monaco:Kösel-Verlag GmbH &Co,1995

Utilizzare lo humor nelle cure può avereanche degli effetti negativi soprattutto:• se il momento del suo utilizzo non è ade-guato

• se lo stile é monotono, ripetitivo, e non fi-nalizzato al bisogno personale del malato

• se diminuisce la qualità del lavoro• e se viene utilizzato come unica strate-gia per affrontare lo stress

Informazioni GIITI (Gruppo Infermieri Indipendenti Ticino)

Corso PC per Infermieri indipendenti: la fatturazione:Corsi singoli di mezza giornata, max. 20 partecipanti.Lunedì 12 aprile 2010; o giovedì 22 aprile 2010; o giovedì 6 maggio 2010; o lunedì 17 maggio 2010.I corsi verranno tenuti da un docente di informatica. Luogo: SSSCI (Scuola Specializzata Superiore in cureinfermieristiche), Via Soldino 9, 6900 Lugano, posteggi a pagamento a disposizione.Costo del corso: verrà pubblicato sul sito: www.asiticino.ch/indipendenti/giornalino-novità Iscrizione obbligatoria, presso Romana Peduzzi Otto; Montedato; 6595 Riazzino: [email protected], almeno due settimane prima del corso.

Assemblea GIITI: martedì 2 marzo 2010 presso il Ristorante La Bricola a Rivera, alle ore 14.00.Segue dalle ore 15.30 un aggiornamento con i membri delle Casse Malati sulla nuova legge sul finan-ziamento delle cure, con relativa documentazione.

Maggio - giugno 2010: aggiornamento sui passi da intraprendere con l'introduzione della nuova leggesul finanziamento delle cure, luogo ed orario verranno pubblicati ancora sulla Rivista cure, INFO ASI e sulsito Internet www.asiticino.ch/indipendenti.

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info10 periodico d'informazione sulle attività dell'associazione svizzera infermiere/i

Approfondimenti

Le miscele vengonoimpiegate per i

seguenti problemi:dolori cronici,

tensioni, disturbi delsonno, nervosismo

e ansia

Da qualche tempo la Clinicareumatologica dell’Ospedalecantonale di Winterthur

(KSW) e il Centro terapeutico Ge-hrenholz hanno deciso l’introduzio-ne dell’aromaterapia. Le autrici,che si occupano di questa discipli-na in entrambi gli istituti, parlanodell’introduzione e dell’applicazio-ne di diversi concetti di aromatera-pia, come pure della relativa valu-tazione. L’aromaterapia porta adun’efficace cura individuale? Senon riusciamo più a parlare con ilpaziente, il massaggio terapeuticoe il coinvolgimento dei sensi assu-mono una sempre maggiore impor-tanza. Gli oli eterei sono un prezio-so mezzo per ottenere questo obiet-tivo. Per noi curanti l’aromaterapiaoffre un’ulteriore opportunità per af-frontare problemi di cura.

Sensibile miglioramentoPer sette mesi al centro di Gehrenholz abbiamodocumentato le applicazioni di aromaterapiain un reparto pilota. Dalla valutazione conclusi-va è emerso un chiaro miglioramento soggetti-vo dei disturbi e delle condizioni dei nostri pa-zienti. Sulla base di questo risultato, la direzio-ne, il medico e il personale infermieristico han-no autorizzato l’introduzione dell’aromaterapiain tutto l’istituto. E`stato studiato un appositoconcetto. Per permettere l’assistenza e la for-mazione interna per l’aromaterapia, sono statimessi a disposizione il 10 per cento dei postipianificati. Tutto il personale è stato formato esono state chiarite le competenze, la responsa-bilità e i rispettivi compiti. Nel frattempo tutti isette reparti (per un totale di 190 pazienti) han-no introdotto l’aromaterapia. I responsabili del-l’aromaterapia, uno o due per ogni reparto, sioccupano della consulenza, informano i pa-zienti o i familiari e fanno da tramite con gli ad-detti all’aromaterapia. L’offerta comprende duemiscele standard, fornite dal produttore giàpronte per l’uso. Le miscele vengono impiegateper i seguenti problemi: dolori cronici, tensioni,disturbi del sonno, nervosismo e ansia. Inoltreci sono oli singoli che possono venire aggiunti

alle miscele standard per adeguarne il profumoo affrontare altre tematiche. Offriamo i seguen-ti tipi di applicazione: bagni alle braccia o aipiedi, bagno completo, inalazioni secche, la-vaggi o profumazione di ambiente.

Impiego efficaceIl team di esperti si sono più volte confrontaticon tematiche di difficile soluzione. Questo ciha spinto a cercare nuove modalità di inter-vento per risolvere tali situazioni.Prima dell’introduzione dell’aromaterapia, sisono dovuti compiere le seguenti modifiche alivello organizzativo, strutturale e personale:abbiamo dovuto descrivere in modo dettaglia-to lo scopo terapeutico, elaborare documentidi base, preparare un foglio informativo per ipazienti in diverse lingue, acquistare il mate-riale per l’aromaterapia, formare il personalecurante diplomato e informare gli altri servizi.Nel 2004 abbiamo iniziato con sette miscelestandard e sei oli singoli per i seguenti temi:dolori acuti e cronici, disturbi del sonno, pro-blemi digestivi, problemi cutanei, come puredebolezza e tensione.Abbiamo introdotto le seguenti forme di appli-cazione: compresse, frizioni, lavaggi, inala-zioni secche, lavaggi dei piedi e delle bracciae massaggi.

AromaterapiaVerso un’efficace cura individuale *Ursula Hirter,

Brigitte Aliprandi

L’aromaterapia comprende l’uso di oli eterei nella disciplina infermieristica e intende promuo-vere il benessere, alleviare i disturbi e stimolare l’autoguarigione. Una valutazione ha dimo-strato che l’aromaterapia viene apprezzata e ritenuta efficace.

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11allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.3/10

Approfondimenti

Le applicazionivengono eseguitedurante la giornatadal personaleinfermieristicodiplomato

Alla fine sono stati eseguiti dei sondaggi pres-so i pazienti.

Estensione delle applicazioniL’attuale situazione (2009) dell’aromaterapiapresso la clinica reumatologica di Winterthurè la seguente: il 50 percento dei posti previstiper le “cure” sono stati attribuiti alla consulen-za “aromaterapia”. Questo permette, tra l’al-tro, una consulenza dettagliata con misceleprodotte individualmente. Le applicazioni ven-gono eseguite durante la giornata dal perso-nale infermieristico diplomato. Se necessario,in assenza del personale specializzato, leconsulenze vengono eseguite da singoli cu-ranti con le miscele standard. Le forme di ap-plicazione sono state estese, introducendo ba-gni completi, gel e spray profumati. È statoampliato pure l’assortimento degli oli. Il pa-ziente riceve un foglio di dimissione in diverselingue. Inoltre ha la possibilità di continuare lasua aromaterapia individuale anche una voltadimesso dall’ospedale, acquistandola pressouna farmacia esterna.

Una fonte di arricchimentoTra il febbraio e il novembre 2004 sono statiintervistati 185 pazienti. Tutti si sono detti sod-disfatti dell’esperienza con l’aromaterapia.Sono stati scelti termini come “piacevole”,“vissuta bene o molto bene”, “è stata un so-stegno” e “molto utile”. Sono stati molto ap-prezzati anche la componente olfattiva, tattilee l’attenzione rivolta dai curanti durante le se-dute. Molti pazienti hanno trovato interessanteanche la combinazione tra medicina tradizio-nale e naturale, come pure il fatto di parteci-pare alla scelta degli oli eterei e delle formedi applicazione. I pazienti hanno ritenuto unarricchimento anche il fatto che, a secondadel tipo di applicazione, hanno potuto esegui-

re la terapia da soli e continuarla anche dopola dimissione dall’ospedale.

Un netto miglioramentoTutti i pazienti hanno poi dato una valutazio-ne per mezzo della scala VAS 1-10 (1 signifi-ca leggeri disturbi, 10 significa forti disturbi)prima e dopo la fine dell’aromaterapia. Primadel trattamento 151 su 185 pazienti (81.6%)si sono collocati tra il 5 e il 9. Al termine deltrattamento esclusivamente con l’aromatera-pia o accompagnato da fisioterapia e medi-camenti, 123 pazienti (66.5%) si sono collo-cati tra l’1 e il 5. 80 su 185 pazienti (43%)hanno curato i loro problemi specifici esclusi-vamente con l’aromaterapia (senza medica-menti e fisioterapia). Prima dell’aromaterapia64 di questi pazienti (80%) si sono collocatitra il 5 e il 9 sulla scala. Dopo l’aromaterapia63 pazienti (79%) si sono collocati tra 1 e 5.In entrambi i gruppi si è riscontrato un sensi-bile miglioramento dello stato soggettivo.Praticamente in tutte le valutazioni scritte daipazienti l’aromaterapia viene consideratamolto utile ed efficace.

EffettiL’aromaterapia si rivela efficace, un utile com-plemento o un sostegno della medicina classi-ca. E`una valida alternativa quando la medi-cina classica non trova riscontro. Asseconda ibisogni dei pazienti e ne soddisfa le esigenzeindividuali. Offre nuove conoscenze ai curan-ti. L’aromaterapia è un settore in cui possonoreagire in modo individuale e autonomo aiproblemi infermieristici.Alcuni specialisti sono orgogliosi di poter met-tere a disposizione questo tipo di cure. Altri siesprimono positivamente sulla maggiore sensi-bilità per quanto riguarda il contatto fisico el’attenzione rivolta ai pazienti. I riscontri posi-tivi da parte dei pazienti e dei loro familiarisono particolarmente stimolanti. Inoltre l’usodi oli eterei influenza positivamente l’atmosfe-ra di un ambiente. �

*Brigitte Aliprandi è infermiera diplomatae specialista in aromaterapia presso il Cen-tro di cure Gehrenholz. Ursula Hirter è in-fermiera diplomata e aromaterapeuta; lavo-ra come consulente in aromaterapia pressola Clinica reumatologica dell’Ospedale can-tonale di Winterthur.

Questo articolo si basa su una presentazione tenuta inoccasione di un simposio della sezione Zurigo/Glaro-na/Sciaffusa.

La versione in lingua tedesca è stata pubblicata su Cu-re infermieristiche, 9/2009, p.20

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Approfondimenti

Le vibrazioni dei coloriCome influiscono sull’intero essere umano levibrazioni della luce che lo circondano, cioè icolori? Tutti sappiamo che l’occhio percepiscele vibrazioni dei colori e che questi ultimi eser-citano un’azione a livello psicologico, comedocumentano con chiarezza i test cromatici.L’effetto che la luce e le vibrazioni che essacontiene producono sull’uomo ha sempre su-scitato il mio interesse. L’essere umano, comeparte della materia terrestre e del cosmo chelo circonda, deve dipendere dalle leggi benprecise che governano tali sistemi. Noi rea-giamo a tutto ciò che ci colpisce, anche a ciòche è invisibile ai nostri occhi: i suoni adesempio, se sono armoniosi ci trasmettono be-nessere, ci danno una sensazione di tranquil-lità e riescono a infondere in noi rilassamentoed equilibrio. Le vibrazioni, quindi, hanno laproprietà di riequilibrare l’uomo nella sua uni-tà, cioè nello spirito, nell’anima e nel corpo, edi trasmettere felicità e tranquillità.

L’impatto delle vibrazioni sul nostro corpoTutti siamo circondati da un numero infinito divibrazioni alle quali reagiamo e con le qualidobbiamo confrontarci. La reazione è la ri-sposta a tutto quello che colpisce il nostro cor-

po. I meccanismi regolatori disponibili dentrodi noi devono rispondere attivamente dandoo ricevendo, a volte di più, altre di meno, inmodo da mantenere l’equilibrio e la necessa-ria armonia. Gli impulsi elettromagnetici, icosiddetti “spherics”, colpendo il nostro cor-po lo costringono a reagire. Indipendente-mente dal tipo di reazione e dall’effetto cheessa può produrre sulle condizioni di salutedell’uomo, è chiaro che l’individuo deve rea-gire continuamente agli stimoli esterni. La fra-se ”come dentro, così fuori” è suscettibilequindi di un capovolgimento. Tutte le mie ri-flessioni e ricerche partono dal fatto che il ca-rattere delle vibrazioni dell’ambiente che cicirconda si rispecchia dentro di noi. Le nostrecellule, i singoli mattoni dell’edificio uomo,devono oscillare a una vibrazione che abbiauna certa corrispondenza con quella dell’am-biente in cui si trovano e naturalmente anchecon quella che raggiunge i confini della di-mensione comprensibile all’essere umano oche va anche oltre. Se davvero ciò che è den-tro corrisponde a ciò che è fuori, le vibrazio-ni che ci circondano partecipano necessaria-mente in maniera attiva ai processi vitali e so-prattutto ai meccanismi di regolazione senzai quali sarebbe impossibile la vita come noila intendiamo.

Gli impulsielettromagnetici,

i cosiddetti“spherics”,

colpendo il nostrocorpo lo costringono

a reagire

Ada Luisa Gavioli*

Influsso dei colori sulle funzioni vitaliL’uomo nel mare dei colori

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13allegato alla rivista “cure infermieristiche” n.3/10

Approfondimenti

La nostra pelle come un’antennaConsiderando le scoperte di Head, Putkamer,Dicke, Leube, Cornelius e di molti altri studiosiè possibile paragonare la superficie del corpodell’uomo, ”la pelle”, a un’antenna che captale informazioni provenienti dall’esterno, le raf-forza e le trasmette all’interno. Grazie al dott.Gledisch disponiamo di una visione di insie-me delle zone riflesse o, come lui le definisce,somatopie. La medicina cinese di tradizionemillenaria considera la pelle una zona tera-peutica. Il tipo di manipolazione impiegatanon ha alcuna importanza: che si tratti di mas-saggio, di agopuntura, di moxicombustione odi qualsiasi altro metodo, lo stimolo passasempre attraverso la pelle, cioè l’involucroesterno dell’uomo, per ottenere un effetto al-l’interno. Pressione, contatto, vibrazione, tem-peratura e dolore vengono registrati fisiologi-camente dalla pelle.Si distinguono una sensibilità somatovisceralesuperficiale ed una più profonda; in entrambii casi la pelle rappresenta la porta attraversocui si raggiunge l’interno. In tutte le civiltà lapelle è un mezzo per il trattamento della mag-gior parte delle malattie.Finsen, che nel 1903 ottenne il premio Nobelper la medicina grazie alle sue ricerche sullaluce e sul colore, divenne il fondatore della te-rapia con la luce razionale. Lo seguì Collier,che nel 1904 iniziò i suoi studi sulla guarigio-ne con la luce. Già nell’antichità, comunque,le terapie con il sole si servivano della forzaguaritrice della luce nel suo complesso.

La bioenergia come tema centrale della vitaTutte le irradiazioni fotoniche conosciute sonovibrazioni elettromagnetiche, nelle quali è in-clusa anche la luce visibile. Il campo di fre-quenza della luce visibile è compreso tra 780(rosso ) e 400 (viola)nm. Parlando di colori cioccupiamo dunque dell’energia della luce. Inche modo si può spiegare l’azione dei colori?Ogni colore corrisponde a una precisa lun-ghezza d’onda e a sua volta, questa corrispon-de ad una precisa frequenza di oscillazionedella luce. Secondo la fisica, un’oscillazione ar-monica è data da un movimento regolare di an-data e ritorno compiuto lungo uno stesso per-corso entro un determinato confine. Si definiscefrequenza il numero delle oscillazioni in un cer-to intervallo di tempo. Quelle presenti nei colo-ri della luce bianca sono energie specifiche cheagiscono sulle nostre funzioni vitali.

Conflitto tra medicina moderna e tradizionaleNella cultura occidentale tale filosofia si scon-tra con l’incomprensione e talvolta con il rifiu-to. La medicina moderna insegna a ricono-

scere le malattie solo a uno stadio avanzato,alla fine della catena causale, per poi opera-re contro il cattivo stato della materia (cellule,organi ecc.). A questo punto bisognerebbe ri-cordare che la fisica intende e concepisce lamateria visibile come uno stadio dell’energia.L’anamnesi dovrebbe indicare le possibili cau-se del disturbo; a livello concettuale, però, sirimane incatenati e fermi, incapaci di consi-derare l’essere umano nella sua totalità. Un talmodo di procedere non soddisfa le personeche pensano in termini olistici, perché secon-do l’osservazione classica, la diagnosi di unamalattia comincia solo quando i sintomi di-ventano visibili, cioè quando il dolore e la sof-ferenza si sono già impadroniti della vita del-l’uomo. L’insegnamento della medicina cineseriguardo allo yin e allo yan ci mostra inveceche il costante equilibrio delle due energie si-gnifica armonia e quindi salute. Tutto ciò vuoldire che proprio quei disturbi che i metodi del-la medicina occidentale non riconoscono co-me tali devono essere risolti mediante mani-polazioni in grado di ripristinare l’equilibrio.Al fine di ristabilire l’armonia in caso di unosquilibrio tra yin e yang, la medicina cinese,usa, fra gli altri, i punti dell’agopuntura, ochiuse energetiche, che si trovano sul reticolodei canali energetici. Nessuna malattia insor-ge spontaneamente, in quanto in precedenzaha bisogno di svilupparsi. Scopo della medi-cina orientale è sempre stato quello di indivi-duare preventivamente uno sviluppo negativo,piuttosto che limitarsi ad aspettare che la pun-ta dell’iceberg della malattia diventi visibileper poi intervenire. Indubbiamente la medici-na occidentale ha raggiunto grandi risultati inmolti campi. Per questa ragione sarebbe ne-cessaria e auspicabile una sensata sintesi deidue approcci.

L’uomo come tutt’unoLa conseguenza del pensiero bioenergetico èl’osservazione dell’uomo e delle sue funzioninella loro totalità. Una malattia isolata, quindi,non può esistere, perché essa comprende sem-pre l’uomo nella sua unitarietà; ciò significache sono coinvolti il corpo, l’anima e lo spirito.Ogni cellula del nostro organismo conosce lealtre, e porta dentro di sè il programma del tut-to. Una dimostrazione in proposito è costituitadall’esperimento di Gordon, che sostituì la cel-lula uovo di rana con una dell’intestino e la fe-condò: nacque una rana in grado di procrea-re; la clonazione pertanto comprovò che le in-formazioni sulla vita sono comprese nel tutto.

L’energia “chi” dei cinesiChiamata anche bioenergia, è una grandez-za ipotetica che non si può osservare malgra-do sia reale. Una siffatta mancanza di evi-

Quelle presenti neicolori della lucebianca sono energiespecifiche cheagiscono sullenostre funzionivitali

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info14 periodico d'informazione sulle attività dell'associazione svizzera infermiere/i

Approfondimenti

denza si scontra con gli schemidel pensiero scientifico occiden-tale; l’argomentazione scientifi-ca sperimentale di un problema,infatti, mette in primo piano lasua osservabilità a livello con-creto. Noi non possiamo vederel’energia, ma siamo in grado didistinguere bene i suoi effetti.Ad esempio possiamo accorger-ci della luce quando viene rifles-sa dalla materia; in uno spazionon riflettente, invece, la luce èinvisibile. Se osserviamo con unoscilloscopio le figure prodottedalla corrente elettrica, constatiamo l’esisten-za dell’energia, malgrado anche in questo ca-so l’energia elettrica sia osservabile soltantomediante l’apparecchio per la misurazione.Nel nostro corpo avviene qualcosa di simile. Ipresunti potenziali bioenergetici delle cellulenon sono visibili, tuttavia mantengono la ma-teria umana in una tensione tale da garantirel’unità del sistema materiale delle cellule. MaxPlance affermò, a ragione, che di per sè lamateria non esiste. Essa nasce ed è costituitasoltanto dalle energie che trasformano le par-ticelle atomiche in vibrazioni e le tengono uni-te nel minuscolo sistema satellitare della strut-tura atomica. L’atomo non deve essere consi-derato solo come materia, bensì come uncampo di energia. Di conseguenza dobbiamooccuparci della regolazione dell’energia.Nel corpo umano sono presenti, tra gli altri,gli ioni di sodio che trasportano le informa-zioni mediante la conduzione nervosa. C’èda chiedersi se i veri trasportatori dell’energianon siano le interazioni tra le particelle cari-che, cioè i fotoni. Al contrario degli ioni o elet-troni inerti che sono legati alla massa, i fotonipossono propagarsi alla massima velocitàpossibile (la velocità della luce).

Come avviene il “disordine”Lo stato di quiete di un sistema vivente è ca-ratteristico di una condizione coerente, cioèquella in cui il flusso di informazioni del siste-ma è equilibrato e normale. Incoerenza signi-fica, pertanto, abbandono dello stato quie-scente all’interno del sistema. Comincia cosìlo squilibrio: la normale vibrazione va persae, insieme all’informazione sbagliata che puòdiffondersi, nasce il disordine. La tesi del-l’equilibrio di “interno ed esterno” può rende-re comprensibili queste considerazioni ancheriguardo alla cromopuntura.

Riflettendo sull’origine delle zone segmentalidella pelle, il pensiero si rivolge alle trasfor-mazioni interne di cellule ed organi, quindi al-le funzioni incoerenti dei sistemi. Secondo il fi-sico Popp, un aumento dell’emissione di foto-ni da parte di un sistema è sempre determina-to dall’abbandono del coerente stato di equi-librio delle funzioni. Tutto ciò può provocarereazioni degli elettroni, che modificano i seg-menti e i punti energetici della pelle. L’ideache agendo proprio sulla superficie di questezone terapeutiche il processo possa essere in-vertito costituisce l’ipotesi generale della cro-mopuntura.I raggi di luce colorata fanno passare le infor-mazioni all’interno del corpo attraverso le zo-ne disturbate e, tramite la risonanza, facilita-no l’eliminazione dei disturbi nei sistemi alte-rati. �

Estratto della presentazione ufficiale di Ada Luisa Ga-violi del libro: Manuale Pratico di Cromopuntura -P.Mandel ed.Tecniche Nuove

*Ada Luisa Gavioli, naturopata specializ-zata in cromopuntura - titolare di Cromo-pharma e referente per l'Italia di EsogeticsGmbh.

Bibliografia:Manuale pratico di Cro-mopuntura, P.Mandel edTecniche NuoveDiagnosi Energetica deiPunti Terminali, P.Mandeled.Tecniche NuoveSenso e non senso dellamalattia e del dolore,P.Mandel ed.Energetk Ver-lagTutto scritto sulla pelle,Dr.F.Pagnamenta ed.Rez-zonico EditoreCromoterapia per bambi-ni”, Dr.F.Pagnamentaed.Del CignoHandbuch der Schmerz-therapie mit infrarot,P.Mandel ed.EnergetikVerlag

I raggi di lucecolorata fanno

passare leinformazioni

all’interno del corpoattraverso le zone

disturbate e, tramitela risonanza,

facilitanol’eliminazione deidisturbi nei sistemi

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Informazioni

Sezione Tiocino

Il Comitato ASI-SBK Sezione Ticino ha il piacere di invitarvi all'Assemblea Generale Ordinaria:

Giovedì 25 marzo 2010ore 18.30

Riservata ai membri ASI-SBK

Centro La Piazzetta via Loreto 17 - 6900 Lugano, Sala Multiuso

CONFERENZA: La Sanità SpettacolarizzataGiovedì 25 Marzo 2010 - Ore 20.00 - Centro La Piazzetta, sala MultiusoAperta al pubblicoRELATORE: Paolo Marino Cattorini. Professore Ordinario di Bioetica, Dipartimento di Medicina e Sanità Pubblica, Università degli Studi dell'Insubria, Varese

Ordine del giorno:1. Apertura dell'Assemblea da parte del Presidente2. Designazione degli Scrutatori3. Approvazione verbale Assemblea Generale Ordinaria

del 02.04.20094. Rapporto del Presidente ed approvazione5. Presentazione dei conti 2009

Rapporto Revisori dei ContiApprovazione dei conti d'esercizio 2009 e scarico alComitato

6. Preventivo 2010 ed approvazione7. Nomine statutarie8. Evoluzione nuova struttura dell’ASI-SBK9. Diversi

PER IL NOSTRO BENE.

È quanto vi auguriamo di tutto cuore. Inoltre, ci impegniamo seriamente per la vostra sicurezza e per il vostro budget famigliare. Non è certo un caso se SWICA Organizzazione sanitaria vuole essere particolarmente vicina alle famiglie.

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FELICITÀ IN FORMATO FAMIGLIA.

SALUTE E SICUREZZA

ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA

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Per informazioni ed iscrizioni: Segretariato ASI-SBK Sezione TicinoTel. 091/682 29 31 - Fax 091/682 29 32 - e-mail: [email protected]

Agenda

DATA CORSO TERMINE ANIMATORE PARTECIPANTI LUOGO ISCRIZIONE

12 – 13 aprile 2010 Che comunicatore sono? 08.03.2010 Mariano Cavolo aperto a tutti LUGANO

15 aprile 2010 Brain – Gym approfondimento 15.03.2010 Marlène Scalisi aperto a tutti BELLINZONAcoloro che hanno partecipatoai seminari “Kinesiologia educativa I - II”

19 – 20 – 21 aprile 2010 Gestione dell’aggressività 15.03.2010 NadiaSeiler operatori del ramo sanitario BELLINZONAPascal Zbinden

26 aprile 2010 Cure di fine vita 22.03.2010 Claudia Gamondi Palmesino infermieri/e LUGANOSilvia Walther assistenti geriatrici/che

operatori sociosanitari

29 – 30 aprile 2010 Training assertivo 29.03.2010 Vincenzo Santoro operatori del ramo socio-sanitario LUGANO

3 – 4 – 5 maggio 2010 Kinesiologia: Touch for Health IV 01.04.2010 Marlène Scalisi aperto a tutti coloro che hanno BELLINZONApartecipato ai seminari “Kinesiologia: Touch for Health I – II - III”

10 – 11 maggio 2010 Gentle Care: una modalità di approccio protesico alla 07.04.2010 nucleo Alzheimer Istituto operatori del ramo sanitario ABBIATEGRASSOcura della persona con demenza Golgi di Abbiategrasso (Mi)

17 – 18 – 19 maggio 2010 Le algie dell’arto inferiore 12.04.2010 Antonio Maglio operatori del ramo sanitario BELLINZONA con formazione di base in riflessologia

21 maggio 2010 Cenni sulle principali psicopatologie degenerative 19.04.2010 Alfredo Bodeo operatori del ramo socio-sanitario LUGANOdell’anziano e sulle possibili manifestazioni aggressive

27 – 28 maggio 2010 La gestione dello stress 26.04.2010 Vincenzo Santoro operatori del ramo socio-sanitario BELLINZONA

28 maggio 2010 Dalla carta all’informatizzazione dei piani di cura 26.04.2010 Michele Battaglia infermieri/e che hanno LUGANO partecipato al seminario “Il pianodi cura negli istituti per anziani”

7 giugno 2010 La dimensione etica delle decisioni in cure palliative 03.05.2010 Manuela Colla Züger operatori del ramo sanitario LUGANOClaudia Gamondi Palmesino

10 giugno 2010 Fitoterapia 10.05.2010 Lilia Nodari Cereda operatori del ramo sanitario LUGANO

14 giugno 2010 Aggiornamento delle tecniche di Touch for Health 10.05.2010 Marlène Scalisi aperto a tutti coloro che hanno BELLINZONApartecipato ai seminari “Kinesiologia: Touch for Health I – II – III - IV”

CALENDARIO ATTIVITÀ ASI-SBK SEZIONE TICINOCORSI – CONFERENZE – ATELIER – ASSEMBLEE APRILE – GIUGNO 2010