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Miscellanea sanità e non solo tessere per il tuo mosaico Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico 2 Giugno 2007 a cura di [email protected] L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected] Questo numero di Miscellanea ha 3.420 destinatari. Miscellanea è consultabile anche su *** Ecquologia http://www.ecquologia.it/sito/pag941.map *** ESOPO Etica Società Politica http://www.esopo.org/ *** Comunicati.net http://www.comunicati.net/utente.asp?id=4 (se l’indirizzo non linka automaticamente, copiare e incollare l’indirizzo stesso sul programma di navigazione explorer, opera, ...) 1 In mezzo a questo troiaio nazionale quotidiano e dilagante… - In questa Italia terra di furbetti. 2 La tortura fisica o psicologica, sempre tortura è. 3 Una società malata che si nutre di pettegolezzi. - In uno Stato democratico l'istruttoria è segreta, il dibattimento è pubblico (in quelli totalitari sono segreti entrambi). 4 Camici bianchi e soldi neri. 5 Ultimo avviso. – Le “distrazioni” di CSM e Ministri della Giustizia. - Secondo l'accusa, il comitato d'affari calabro-lucano conta sul supporto insabbiatorio di fior di magistrati, eppure … nonostante ciò nessuno si muove. - Un magistrato è accusato da politici di destra di fare politica e di essere di sinistra. Strana accusa, visto che il pm indaga sul presidente della Regione Agazio Loiero (Unione), sul suo vice Nicola Adamo (Ds), sul suo predecessore Giuseppe Chiaravalloti (An), sul sottosegretario ed ex governatore lucano Filippo Bubbico (Ds), sul leader Udc Lorenzo Cesa, sull'on. avv. Nicola Buccico (An), già membro del Csm, beccato al telefono mentre chiede notizie sulle indagini a un pm di Catanzaro. Buccico e Pittelli, oltreché indagati, sono pure i difensori di vari politici e giudici sott'inchiesta. 6 Le gioie (e i dolori) dei tacchi alti. La passione femminile per le calzature che slanciano sono all'origine di gravi patologie. 7 Ictus e nanopolveri. Associations of Fine and Ultrafine Particulate Air Pollution With Stroke Mortality. 8 Ticket: confermato il passaggio da 10 a 3,50 euro - Con ticket 10 euro per italiani meno costoso rivolgersi a privati. - Lombardia. Gli affari d'oro dei Pronto Soccorso privati. 9 Il dio mercato. 10 Terra di lavoro: il degrado ambientale dei monti Tifatini. 11 «Gemelli del terzo tipo»: uno è ermafrodito. Nè omozigoti (identici), nè eterozigoti, bensì semi-omozigoti. Una sola cellula uovo fecondata da due spermatozoi. Sono ormai cresciuti e stanno bene. 12 Assemblea Telecom Italia 16 aprile 2007. - Intervento di Beppe Grillo. 13 Arrestato per mafia ex assessore di Cuffaro a disposizione del clan. – Il candidato Sindaco del centrosinistra indagato per corruzione. - A Trapani gli appalti in mano ai clan mafiosi - Parlo chiaro con le imprese io, e gli dico: 1

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Promuovi libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione … impegno democratico2 Giugno 2007 a cura di [email protected]

L’accesso a una informazione diversificata è uno degli strumenti più efficaci per difendere la democrazia e i propri diritti; senza informazione e senza conoscenza non c’è democrazia. Le istituzioni democratiche non devono essere soffocate dalle concentrazioni mediatiche e finanziarie; in una società in cui l’informazione è sempre più manipolata e al servizio dei “poteri forti”, i primi a essere calpestati sono proprio i diritti della persona, della collettività e il bene comune. All’insegna dei fondamentali valori di “Libertà, giustizia, solidarietà, partecipazione”, Miscellanea vuole promuovere la consapevolezza della tutela dei diritti della persona, preservare la libertà di espressione, l’indipendenza di giudizio e tentare di fornire qualche “tessera” affinché ognuno possa comporre il proprio personale mosaico. “La difesa del nostro presente e del nostro futuro passa attraverso la conoscenza di quanto accade e di quanto è accaduto”. Luigi Sedita – [email protected]

Questo numero di Miscellanea ha 3.420 destinatari.Miscellanea è consultabile anche su *** Ecquologia http://www.ecquologia.it/sito/pag941.map *** ESOPO Etica Società Politica http://www.esopo.org/ *** Comunicati.net http://www.comunicati.net/utente.asp?id=4 (se l’indirizzo non linka automaticamente, copiare e incollare l’indirizzo stesso sul programma di navigazione explorer, opera, ...)

1 In mezzo a questo troiaio nazionale quotidiano e dilagante… - In questa Italia terra di furbetti. 2 La tortura fisica o psicologica, sempre tortura è.3 Una società malata che si nutre di pettegolezzi. - In uno Stato democratico l'istruttoria è segreta, il

dibattimento è pubblico (in quelli totalitari sono segreti entrambi).4 Camici bianchi e soldi neri.5 Ultimo avviso. – Le “distrazioni” di CSM e Ministri della Giustizia. - Secondo l'accusa, il comitato d'affari calabro-lucano

conta sul supporto insabbiatorio di fior di magistrati, eppure … nonostante ciò nessuno si muove. - Un magistrato è accusato da politici di destra di fare politica e di essere di sinistra. Strana accusa, visto che il pm indaga sul presidente della Regione Agazio Loiero (Unione), sul suo vice Nicola Adamo (Ds), sul suo predecessore Giuseppe Chiaravalloti (An), sul sottosegretario ed ex governatore lucano Filippo Bubbico (Ds), sul leader Udc Lorenzo Cesa, sull'on. avv. Nicola Buccico (An), già membro del Csm, beccato al telefono mentre chiede notizie sulle indagini a un pm di Catanzaro. Buccico e Pittelli, oltreché indagati, sono pure i difensori di vari politici e giudici sott'inchiesta.

6 Le gioie (e i dolori) dei tacchi alti. La passione femminile per le calzature che slanciano sono all'origine di gravi patologie.

7 Ictus e nanopolveri. Associations of Fine and Ultrafine Particulate Air Pollution With Stroke Mortality.8 Ticket: confermato il passaggio da 10 a 3,50 euro - Con ticket 10 euro per italiani meno costoso rivolgersi a

privati. - Lombardia. Gli affari d'oro dei Pronto Soccorso privati.9 Il dio mercato.10 Terra di lavoro: il degrado ambientale dei monti Tifatini.11 «Gemelli del terzo tipo»: uno è ermafrodito. Nè omozigoti (identici), nè eterozigoti, bensì semi-omozigoti. Una

sola cellula uovo fecondata da due spermatozoi. Sono ormai cresciuti e stanno bene.12 Assemblea Telecom Italia 16 aprile 2007. - Intervento di Beppe Grillo.13 Arrestato per mafia ex assessore di Cuffaro a disposizione del clan. – Il candidato Sindaco del centrosinistra

indagato per corruzione. - A Trapani gli appalti in mano ai clan mafiosi - Parlo chiaro con le imprese io, e gli dico: Picciotti, dovete uscire un milione per Bartolo, un milione per Peppe, un milione per Ciccio.

14 Prevenzione dei conflitti di interesse. I conflitti di interessi devono essere  prima di tutto dichiarati, quindi valutati nel merito per evitare le conseguenze non accettabili.

15 Sanità: evade il fisco il 50% dei medici in intramoenia.16 La verità nascosta. - Il film dimostra anche come tutti gli articoli scientifici concordino che sia in atto un cambiamento

climatico, solo lo 0% è di opinione diversa, mentre se questa percentuale si rivolge ai media appare come il 53% dei media mostrino che niente sta cambiando e che i fenomeni attuali sono solo occasionali. Questa è la verità negata e nascosta da quei media pilotati dalle lobbies e dalla politica che non fanno che creare confusione.

17 Nuovo test per identificare la presenza di batteri nei cibi e negli ospedali. - Bocciate le liste d'attesa e i medici maleducati. - Farmaci da banco venduti in oltre 1.000 corner italiani fuori farmacia.

18 Nord e sud uniti dalle truffe al SSN alle spalle della collettività. - In Sicilia tariffe sproporzionate riservate alle case di cura convenzionate di proprietà della mafia, in Lombardia una «sterminata congerie di truffe e falsi perpetrati ai danni dello Stato per conseguire rimborsi indebiti e spropositati» per un valore di 1 mln di euro… persino la sistemazione di un piercing alle orecchie travestito da lenimento di cicatrici «dolenti» al costo di 2.952 euro.

19 In breve dal mondo.20 Cassazione: il MMG paga se la prescrizione non rispetta la legge. - Valorizzare ruolo infermieri in cure

territorio. 21 In breve dal mondo 222 Il nuovo testo del giuramento professionale dei medici. - Il rispetto della vita e della dignità del malato, la perizia

e la diligenza nell'esercizio della professione: questi solo alcuni dei doveri che ogni medico deve rispettare.23 La rivisitazione della medicina del territorio e dell’educazione medica continua - Assistenza domiciliare h24 e

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un coordinatore ogni 20 generalisti. Obbligo di assistenza 24 ore su 24 a domicilio e obbligo di aggregazione dei medici di famiglia nelle Unità di medicina generale (Umg), strutture organizzative elementari cui sarà d’ora in poi affidata l’erogazione delle cure primarie.

24 Ministero Salute: si a cannabis per terapia dolore - Farmaco alla cannabis gratis in Alto Adige - Cosa si nasconde dietro la Chiquita. - Cannabis: perchè ora fa più paura - Truffe alle ASL: in carcere il titolare di una clinica - Arresti nella ASL di Locri

25 Sesso: per 4 milioni italiani dura meno di 3 minuti.26 La crisi del sistema sanitario.27 Che cos’è la Casa della salute. - La legge finanziaria per il 2007 ha stanziato 10 milioni di euro per finanziare la

sperimentazione di una nuova struttura sanitaria extraospedaliera : la Casa della salute. Questa nasce per unire in un solo centro le prestazioni fornite dai medici di famiglia, dai pediatri, dagli specialisti ambulatoriali, dalla Guardia medica e dal complesso dei servizi sociosanitari per le tossicodipendenze, per la salute mentale, per l’ assistenza domiciliare, per attività di prevenzione, per i consultori, per le invalidità civili,ecc.

28 Medici di famiglia sugli allori. Secondo l'Istat sono la figura in cui i cittadini hanno più fiducia. 29 Fotti & chiagni.30 Previti nostro, che sei in Parlamento...31 "Chi si sporca con corruzioni e tangenti non è vicino a Dio". Il nuovo papa finalmente dice qualcosa di

condivisibile, ma Silvio prontamente dice: "è il primo di aprile e lo perdono!" 32 L'attuale concezione delle droghe è arbitraria.33 OMS: il cambiamento climatico danneggia soprattutto la salute.34 A proposito di servizi pubblici privatizzati… Un lettera aperta al Sindaco di Firenze35 Prima condanna per le violenze delle forze dell'ordine contro i manifestanti: "Non furono iniziative isolate"

G8, condannato il Ministero - Missionaria picchiata, risarciti invalidità e danni morali "Ho solo ottenuto quello che attendevo da 6 anni: giustizia" di Massimo Calandri de La repubblica di Genova

36 Segreto di Stato: a Genova ci fu un disegno repressivo, prima condanna per la Polizia al G8 del 2001. - Il caso della condanna dello Stato per il pestaggio di una militante della Rete Lilliput a Genova censurata dai media, sta finalmente, almeno in Internet, girando, forse anche un pò per merito di GennaroCarotenuto.it

37 Calunnia e risarcimento al Medico accusato ingiustamente di malpratica. - Il medico accusato ingiustamente di malpratica può essere risarcito per il danno morale e d’immagine causato dalle affermazioni del paziente non corrispondenti alla verità dei fatti? La questione della responsabilità dell’autore di accuse ingiuste può essere valutata sotto il profilo penale e civile. - Per interventi non giustificati da esigenze patologiche, il chirurgo risarcisce la ASL.

38 Fusione a caldo e a freddo.39 Farmaci. In ogni regione un prezzo. Italia sempre più divisa a causa dei conti in rosso. Ricorso al generico e

politica dei tagli.40 Stesso farmaco, rimborsi diversi. I "risparmi creativi" dei governatori.41 Rischio danni etici con 21 sistemi di accesso.42 “L'accesso libero e gratuito al mare deve essere garantito". - Libero e gratuito accesso al mare senza alcun

ticket anche negli stabilimenti privati con concessioni balneari. - La legge finanziaria 2007, e in particolare l'articolo 1, comma 251, prevede infatti “l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”.

43 Salami e salumieri.44 I medici e i fannulloni - Quando i certificati diventano troppo facili - Milioni di giornate di malattia di

nullafacenti sani come pesci, certificate da medici irresponsabili.45 Caso Sircana. Per andare oltre i fatti.46 Caffè: nessun rischio per il cuore, la pressione e le arterie.47 Obbligo autocertificazione per malattia breve.48 Certificazioni mediche. «Servono sanzioni, controlli e più rigore» - Ichino: «I medici devono fare il proprio

dovere anche rischiando di perdere un paziente. E l'Ordine intervenga nei casi di lassismo.49 Va giustificata l’assenza per visita specialistica.50 Ricetta atto subordinato, per la Corte dei Conti ha vincoli economici. - Trovare una linea di demarcazione tra

quanto considerato spreco dalle istituzioni e l’intenzione di un medico di curare al meglio la persona…51 Conflitto di interessi - le relazioni pericolose   Come ti manipolo le linee guida.52 La necessità inderogabile di nuovi metodi di selezione e reclutamento della classe politica.

Nota - Ai sensi dell'art. 13 legge 31/12/96 n. 675 e succ. : questa e-mail è stata spedita da una rubrica personale creata

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contattando precedentemente questo indirizzo, e si può richiedere la cancellazione se non si gradisce ricevere altri messaggi.

Alternativamente si tratta di:- un primo contatto a questo indirizzo;- un indirizzo pubblico o pubblicato;- un messaggio richiesto/autorizzato dal ricevente.In ogni caso, questa comunicazione non è intesa come "spam", e non contiene promozioni commerciali. Se d'ora in poi non si desidera ricevere ulteriori comunicazioni, ritornare questo messaggio al mittente con la scritta "cancella", e si sarà prontamente rimossi dalla rubrica.Nota importante sulla cancellazione - Si richiede gentilmente che le richieste di cancellazione indirizzate a [email protected] contengano l'indirizzo originale a cui il messaggio é stato spedito. Grazie.Nota – Miscellanea è automaticamente e individualmente controllata all'uscita da Norton antivirus system, con aggiornamento automatico on line.

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“L'accesso libero e gratuito al mare deve essere garantito". - Libero e gratuito accesso al mare senza alcun ticket anche negli stabilimenti privati con concessioni balneari. - La legge finanziaria 2007, e in particolare l'articolo 1, comma 251, prevede infatti “l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”.

Prima condanna per le violenze delle forze dell'ordine contro i manifestanti: "Non furono iniziative isolate" - G8, condannato il Ministero - Missionaria picchiata, risarciti invalidità e danni morali "Ho solo ottenuto quello che attendevo da 6 anni: giustizia" di Massimo Calandri de La repubblica di Genova

U.E. / Eurostat: 19 Paesi su 27 hanno aumentato le tasseAnche nel 2005, la maggioranza degli Stati Ue ha avuto la mano pesante con i cittadini in fatto di imposte, contributi sociali e tributi vari. Eurostat segnala che dei 27 Paesi, ben 19 hanno aumentato le aliquote rispetto all'anno prima, 2 non le hanno toccate, e solo 6 le hanno ridotte. L'Austria vanta la riduzione piu' consistente, con la quota scesa dal 44,4% al 43,6%. Che resta pur sempre superiore alla media Ue (40,8%).

Chi rinuncia alla tutela della propria riservatezza in cambio di un'apparente sicurezza non si merita né l'una né l'altra.

Detti e ridetti.

Credo in un America in cui la separazione tra Stato e Chiesa sia assoluta e in cui nessun prelato cattolico possa insegnare al Presidente (qual'ora cattolico) quel che deve fare; un America in cui nessuna Chiesa o scuola di carattere confessionale siano concesse sovvenzioni tratte dal pubblico denaro oppure preferenze politiche. - John Fitzgerald Kennedy 1960

Chi si sporca con corruzioni e tangenti non è vicino a Dio. – Papa Benedetto XVI

Marriage is the chief cause of divorceIl matrimonio è la causa principale del divorzio - Groucho Marx

L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l'utopia? A questo: serve per continuare a camminare. - Eduardo Galeano

La lealtà comprata col denaro, dal denaro può essere distrutta. – Seneca

Lo Stato è come il corpo umano... non tutte le funzioni che compie sono nobili! - Anatole France

È nella natura umana pensare in modo saggio e agire stupidamente. - Anatole France

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Psicologia Maschile e Psicologia Femminile: realtà differenti - Si può non far scoppiare la coppia?Iniziative aperte al pubbico e gratuite dell’Istituto Gestalt Relazionale in ambito fiorentino:-Iniziativa A- Due conferenze sul tema "Il benessere e il disagio psichico nella coppia e nella famiglia" dalle ore 21.00 a Firenze presso il Centro Civico del Quartiere 5 in via Lambruschini, 33 2 maggio 2007: “Psicologia Maschile e Psicologia Femminile: realtà differenti”30 maggio 2007: “La Coppia: comunicazione e conflitti” -Iniziativa B- Due conferenze sul tema “Il Benessere e il disagio psichico” che si terranno dalle ore 21.00 a Firenze presso la sala del Parterre (P.zza della Libertà) del Consiglio di Quartiere 29 maggio 2007: “Si può non far scoppiare la coppia? Il disagio familiare e i figli”6 giugno 2007: “La Depressione: è possibile recuperare emozioni positive?”Doverosa integrazione e rettifica di notizia.In Miscellanea del 20 Settembre 2006 riportavamo dal sito www.ciardullidomenico.it la notizia dell’arresto di 4 imprenditori e la denuncia di 77 persone con l’ipotesi di truffa alla PA. La notizia a sua volta era ripresa dal Messaggero nel mese di agosto. In data 12 aprile u.s. l’avv. Dino Costanza, e noi volentieri lo riportiamo, ci ha segnalato che il 7 settembre 2007 il Tribunale di Roma, Sezione per il Riesame, ha annullato l’ordinanza assunta il 18 agosto 2006 dal GIP presso il

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Tribunale di Velletri, con conseguente ordine di “immediata liberazione” dei Signori Stefano Abete, Maurizio Scazzocchio, Severino Schizzerotto e Luigi Abete.

1 In mezzo a questo troiaio nazionale quotidiano e dilagante… - In questa Italia terra di furbetti. In mezzo a questo troiaio nazionale quotidiano e dilaganteIn mezzo a questo troiaio nazionale quotidiano e dilagante di vip e vippesse svaccati, di celebrità ricattate perchè ricattabili, di puttanieri e puttane, di principi magnaccia, di donne che la danno via per una velinata in tv spinte dalle loro mammine, di pezzi grossi con moglie e figli che pretendono il droit de culage, come i signorotti feudali, per farle lavorare, di giornalisti e intellettuali che si vendono l'anima, parte presumibilmente più importante del sedere, per un pezzetto di potere, di coca come se nevicasse, di politicanti sepolcri imbiancati che convivono, divorziano, si risposano e fottono come conigli mentre invocano i Santi Evangeli, di preti pedofili che hanno ferito a morte il cattolicesimo americano, io dovrei preoccuparmi per il futuro della famiglia e della civiltà occidentale perchè le due vecchie lesbiche del piano di sopra sognano di firmare un patto civile? Qui si è davvero perso il comune senso del pudore, ma quello serio, il pudore morale." - V. Zucconi, La Repubblica, 13.03.07In questa Italia terra di furbetti.

Uno dei pm della scoperta della loggia P2 e di Mani pulite, ora giudice in Cassazione, dice addio alla toga a 60 anni. E spiega al Corriere: «In Italia quella tra cittadino e legalità è una relazione sofferta, la cultura di questo Paese di corporazioni è basata soprattutto su furbizia e privilegio. Tra prescrizioni, leggi modificate o abrogate, si è arrivati a una riabilitazione complessiva dei corrotti». E per il futuro? «Voglio incontrare i giovani e spiegare loro il senso della giustizia». «Mi sono

convinto che, affinché la giurisdizione funzioni, è necessario esista una condivisa cultura generale di rispetto delle regole». E invece in Italia «quella tra cittadino e legalità è una relazione sofferta, la cultura di questo Paese di corporazioni è basata soprattutto su due categorie: furbizia e privilegio.

2 La tortura fisica o psicologica, sempre tortura è.“Fra l’ottobre e il dicembre 2003 nella struttura di detenzione di Abu Ghraib furono inflitti a diversi detenuti numerosi abusi sadici, clamorosi e sfacciatamente criminali. Inoltre diversi detenuti hanno descritto i seguenti abusi, che date le circostanze, giudico credibili in base alla chiarezza delle affermazioni e le prove addotte a sostegno dei testimoni:”Rottura di lampade chimiche, il cui contenuto fosforico veniva versato sui prigionieriMinacce con pistole calibro 9 mmGetti d’acqua fredda su detenuti nudiPercosse con manici di scopa o con una sediaMinacce di stupro ai danni di prigionieri maschi ecc...L’agghiacciante catalogo non finisce così ed è soltanto uno stralcio del rapporto sulle torture e gli abusi commessi da militari statunitensi nei confronti di prigionieri iracheni nel carcere di Abu Ghraib. Possibile? Purtroppo si e non è un caso isolato visto che come Abu Ghraib c’è stato Guantanamo e poi l’Afghanistan. Palesi e inaccettabili violazioni della Convenzione di Ginevra, sul trattamento dei prigionieri. Un recente rapporto dell’associazione statunitense Physicians for Human Rights sostiene come “la tortura psicologica era sistematica e centrale negli interrogatori dei detenuti in Iraq, Afghanistan e Guantanamo”. Un documento che evidenzia come le torture psicologiche siano state il fulcro del trattamento e degli interrogatori dei detenuti. La tortura, infatti, non è solo fisica benché i governi di paesi che si dicono civili come gli Stati Uniti rivendichino quella psicologica come una sorta di tortura light. E non contenti rivendicano anche una distinzione tra tortura vera e propria e trattamento crudele, inumano e degradante, la tortura psicologica appunto. Invece come si può intuire la differenza non c’è, e a confermarlo arriva uno studio degli Archives of General Psychiatry, secondo il quale la tortura è sempre tortura e comunque sia è intollerabile. Lo studio britannico La premessa dello studio si sofferma sul tentativo di operare sottili distinzioni tra la tortura fisica vera e propria e quella mentale. Sulla base di queste distinzioni una serie di pratiche molto diffuse in questi interrogatori, dal bendaggio degli occhi all’incappucciamento, dal denudamento forzato all’isolamento, dalle pose forzate umilianti alle privazioni, non rappresenterebbero tortura. La sofferenza mentale, infatti, avrebbe bisogno di lungo tempo per essere designata in modo certo. Un assunto assai discutibile, soprattutto sul piano dei diritti umani. E nessuno studio si è mai occupato di questi temi, anche per l’oggettiva difficoltà a condurre ricerche in questo settore. Ci ha pensato un gruppo di medici britannici esaminando una serie di sopravvissuti alla guerra nella ex-Yugoslavia, 279 dei quali con un passato di torture. Il tutto usando una scala oggettiva di valutazione del dolore e ottenendo informazioni sul grado di stress percepito e sulla perdita di controllo associata a 46 eventi stressogeni. L’ipotesi da verificare è che il dolore percepito e l’imprevedibilità degli agenti stressogeni pesino di più che l’effettiva esposizione sul successivo stress post traumatico e sulla depressione. I 279 sopravvissuti (uomini l’86% con età media 40 anni) sono stati intervistati su 54 cause di shock emozionale legato alla guerra e su 46 forme di tortura alle quali potevano essere stati sottoposti. Si è visto così che problemi psicologici e depressioni sono frequenti e duraturi sia nei soggetti che hanno subito torture fisiche sia in coloro che hanno subito torture psicologiche. Le “tecniche alternative” usate dagli americani e basate sulla completa sottomissione

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psicologica sarebbero così ugualmente deleterie. Il concetto di tortura andrebbe dunque meglio definito a livello internazionale, a partire da una valutazione scientifica dei problemi psicologici e psichiatrici e non solo di quelli fisici. In questo modo si evita di lasciare al presidente americano “l’onere” di decidere quali metodi di interrogatorio siano compatibili con la Convenzione di Ginevra. - Marco MalaguttiFonte - Basoglu M et al. Torture vs Other Cruel, Inhuman, and Degrading Treatment. Arch Gen Psychiatry. 2007;64:277-285.

3 Una società malata che si nutre di pettegolezzi. - In uno Stato democratico l'istruttoria è segreta, il dibattimento è pubblico (in quelli totalitari sono segreti entrambi).

di Massimo Fini - 20/03/2007 - www.gazzettino.it - Tutti i giornali non possono pubblicare notizie che si riferiscono a fatti e condotte private che non hanno interesse pubblico e dettagli e circostanze eccedenti rispetto all'essenzialità dell'informazione, particolari della vita privata delle persone diffusi in violazione della tutela della loro sfera sessuale".Le pene per chi viola queste disposizioni vanno dai tre mesi ai due anni di reclusione. Così recita il decreto, già operativo, emesso dal Garante della Privacy, Francesco Pizzetti, in seguito allo scandalo di Vallettopoli.Messo in questi termini il decreto, poiché non si riferisce solo a notizie che provengono da indagini giudiziarie ma ha valore generale, si configura come pesantissimo limite alla attività dei media.In base ad esso non si potrebbe dare notizia di vicende come quella di Lapo Elkann o scrivere che a Silvio Berlusconi piace il pesce o informare sugli amori di Totti, perché sono "fatti e condotte private che non hanno interesse pubblico". E in linea puramente teorica è giustissimo che sia così. Che diritto ha la gente di sapere quali sono le preferenze sessuali di un privato cittadino come Lapo Elkann o quali sono i flirt di Totti e che interesse pubblico c'è a conoscere cosa mangia l'onorevole Berlusconi? Ma questo presuppone una società completamente diversa da quella che è diventata la nostra, una società ottocentesca, rigorosa, austera, riservata dove il pudore abbia ancora un senso. Quella del Duemila è la società dell'immagine, dei "reality", degli outing, della mancanza di qualsiasi riservatezza. Interpretato alla lettera il decreto del Garante della Privacy significherebbe, di fatto, la morte della foltissima schiera dei giornali specializzati in gossip, da Novella 2000 a Chi, e la riduzione degli altri a una sorta di "Gazzette Ufficiali". La strada quindi non può essere, realisticamente, quella imboccata dal decreto Pizzetti. I divieti devono riguardare principalmente le indagini giudiziarie. E ripristinare il segreto istruttorio così come era previsto dal Codice Rocco. Il nuovo codice del 1988, quello di Gian Domenico Pisapia, è infatti un ibrido fra un sistema accusatorio e uno inquisitorio, per cui il contenuto di quasi tutti gli atti istruttori è pubblico, questi atti sono depositati in cancelleria e alla loro conoscenza hanno diritto non solo le parti private con i loro avvocati (inquisiti, parti lese, testimoni) ma qualunque cittadino e quindi, a maggior ragione, anche i giornalisti. Il Codice di Alfredo Rocco, che sarà stato anche un fascista ma era un giurista coi fiocchi, prevedeva invece il divieto di pubblicazione dei contenuti di tutti gli atti istruttori. Per due motivi. Il primo era di garantire l'efficienza delle indagini, il secondo di tutelare la riservatezza e l'onorabilità delle persone coinvolte a qualsiasi titolo in un procedimento penale nella delicata fase delle indagini preliminari quando il quadro giudiziario è ancora necessariamente incerto e molte di quelle persone potrebbero uscire dall'inchiesta prima che si arrivi al dibattimento, dove all'esame dei giudici sono portati solo i materiali che possono avere una rilevanza penale. Al dibattimento il diritto alla riservatezza e alla privacy deve cedere il passo a quello, più generale, dell'amministrazione della giustizia. In uno Stato democratico l'istruttoria è segreta, il dibattimento è pubblico (in quelli totalitari sono segreti entrambi). La debolezza del Codice Rocco stava nel fatto che per chi violava il segreto istruttorio erano previste solo pene pecuniarie e di modesta entità per cui per i giornali, soprattutto i più grandi e forti economicamente, era del tutto conveniente pagare l'ammenda ma assicurarsi lo scoop. Se si dovesse ripristinare il segreto istruttorio le pene dovranno essere sia personali che pecuniarie e queste ultime di rilevante entità per scoraggiare le violazioni. Questo sul piano del diritto. Su quello sociale il decreto Pizzetti, pur sbagliato, mette il dito su parecchie piaghe. Non c'è dubbio che buona parte dei media italiani siano diventati una fogna, di gossip, di pettegolezzi, di notizie del tutto irrilevanti per l'interesse pubblico, date solo per appagare la curiosità morbosa o per farne un uso politico. Ma questo avviene anche perché la società italiana è diventata una fogna. E una fogna è diventata una parte consistente della sua classe dirigente. Si tratta di oligarchie, politiche ed economiche, che, oltre a tutto il resto, utilizzano il proprio potere per avere, col ricatto professionale, esercitato soprattutto servendosi della Tv, le ragazze più belle del Paese "lassando vecchie e laide altrui". Quando si arriva a questo si è a Bisanzio, cioè a una società profondamente corrotta. Ed è particolarmente protervo che questa classe dirigente si accorga di certe storture solo quando è essa stessa ad esserne toccata. Così accadde con Mani Pulite quando i politici si accorsero improvvisamente che esisteva, ohibò la carcerazione preventiva. Così accade oggi quando si accorgono delle sistematiche violazioni da parte dei media del diritto alla privacy, solo perché taluni di loro sono stati schizzati dal fango di Vallettopoli. Ma quando i vari massacri si compivano sul comune cittadino non gliene importava un fico secco. È da molti anni che l'Italia si è avviata verso un doppio diritto: uno valido per "lorsignori", che devono rimanere immuni e intoccabili, l'altro per la generalità dei cittadini che devono lavorare e pagare le tasse per mantenere i privilegi dei primi. In altri tempi questo fu sufficiente per scatenare Rivoluzioni che versarono fiumi di sangue.

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Camici bianchi e soldi neri L’Espresso di oggi pubblica un lungo articolo su un’inchiesta della Commissione Igiene e Sanità del Senato nei confronti dei medici ospedalieri in regime di intramoenia.Da Udine a Catania: non fanno ricevute e truffano la Asl. Con una "mancata emissione delle fatture mediamente intorno al 30-40 per cento, con picchi superiori al 50 per cento per cento". E' quanto denunciato dall'Agenzia delle Entrate in una nota trasmessa alla Commissione Sanità del Senato, dopo indagini condotte finora negli studi di alcuni medici siciliani, laziali, liguri e friulani. La notizia è stata pubblicata questa mattina sul settimanale 'L'Espresso' in un articolo dall'eloquente titolo "Camici bianchi e soldi neri". C'è il cardiochirurgo che dichiara 12 visite in un anno. C'è il ginecologo che incassa dall'attività intramoenia 500 euro al mese, meno dell'affitto del suo studio. E non manca il primario con il dono dell'ubiquità: risulta virtualmente in ospedale, ma contemporaneamente visita nel suo centro privato. L'inchiesta dell'Agenzia delle entrate - riferisce l'articolo - è partita nel 2005 e sta entrando nel vivo in questi giorni. Finora le verifiche hanno riguardato 100 medici siciliani, 70 laziali, 15 liguri e, nelle ultime settimane, 18 studi del Friuli Venezia Giulia. A breve partiranno gli accertamenti in Campania e poi nelle altre regioni italiane. L'esame dei dati delle prime regioni monitorate ha spinto il 7 marzo l'Agenzia a scrivere direttamente alla commissione Sanità del Senato: il 40 per cento dei medici sottoposti a controllo ha il vizietto di non rilasciare fattura. La questione non riguarda solo l'erario. Il danno è doppio, perché oltre a non pagare le tasse, il dottore infedele si mette in tasca anche una percentuale oscillante tra il 15 e il 50 per cento della parcella, ossia la quota della fattura che dovrebbe versare al suo ospedale. In pratica, ogni cento euro incassati, almeno 50 dovrebbero andare allo Stato, tra fisco e servizio sanitario. La pacchia però sta finendo - si legge ancora nell'articolo. La caccia è partita dalla Sicilia. L'Agenzia delle entrate di Palermo due anni fa ha acquisito gli elenchi di tutti i medici che hanno optato per la cosiddetta "intramoenia allargata", quella svolta al di fuori dell'ospedale e perciò particolarmente a rischio. Su 250 verifiche eseguite in Sicilia, 100 sono risultate "positive" per un totale di un milione e 380 mila euro di imposte evase. E stiamo parlando di controlli mirati su una percentuale minima di camici bianchi. In Liguria, per esempio, otto medici su 15 sono risultati evasori. Nel Lazio molti dottori e professori fatturavano, ma non versavano la percentuale dovuta alla Asl, confidando nell'assenza di controlli. Zucchelli (Ministero della sanità): Sarebbe giusto licenziare i medici evasori.L'evasione fiscale dei medici che lavorano in intramoenia, e che quindi ricevono un'indennità in busta paga per il lavoro in esclusiva senza però versare alla propria azienda i proventi delle visite a pagamento, è un reato grave che, secondo il sottosegretario alla Salute Serafino Zucchelli, "dovrebbe essere causa di licenziamento", senza escludere la possibilità di prevedere questa norma in un prossimo provvedimento per regolamentare questo regime di lavoro. Zucchelli, commentando il dato contenuto in un servizio del settimanale "L’Espresso" che riferisce di una diffusa evasione fra i medici, esprime qualche dubbio sulla reale possibilità di conoscere le reali dimensioni del fenomeno e aggiunge che le nuove norme in arrivo saranno più rigorose.

5 Ultimo avviso. – Le “distrazioni” di CSM e Ministri della Giustizia. - Secondo l'accusa, il comitato d'affari calabro-lucano conta sul supporto insabbiatorio di fior di magistrati, eppure … nonostante ciò nessuno si muove.Un magistrato è accusato da politici di destra di fare politica e di essere di sinistra. Strana accusa, visto che il pm indaga sul presidente della Regione Agazio Loiero (Unione), sul suo vice Nicola Adamo (Ds), sul suo predecessore Giuseppe Chiaravalloti (An), sul sottosegretario ed ex governatore lucano Filippo Bubbico (Ds), sul leader Udc Lorenzo Cesa, sull'on. avv. Nicola Buccico (An), già membro del Csm, beccato al telefono mentre chiede notizie sulle indagini a un pm di Catanzaro. Buccico e Pittelli, oltreché indagati, sono pure i difensori di vari politici e giudici sott'inchiesta.

 Spiace disturbare la casta politica nelle sue occupazioni preferite, tipo dedicare strade a Craxi, imbavagliare cronisti giudiziari o regalare Telecom a Mediaset purché non passi lo straniero. Ma tra Calabria e Basilicata succedono cose spaventose. A Catanzaro c'è un pm, Luigi De Magistris, che s'è messo in testa che in Calabria e in Lucania esistano la 'ndrangheta, la corruzione e le logge deviate, col contorno di politici, imprenditori, avvocati e magistrati. Essendosi convinto, non si sa perché, che la legge sia uguale per tutti, indaga. L'ultimo inquisito della lunga serie è l'avv. sen. forzista Gianfranco Pittelli, già celebre per una legge-vergogna contro la giustizia, poi abortita. È accusato di associazione a delinquere per riciclaggio e violazione della legge Anselmi nel caso «Poseidone», una presunta truffa da 900 milioni di euro sui finanziamenti europei per depuratori-patacca. Appena gli giunge l'avviso di garanzia (atto non più segreto, in quanto noto all'indagato) e i giornali lo scrivono, Pittelli strilla alla violazione del segreto, subito rincuorato dal Csm che apre un fascicolo e dal capo di De Magistris, il procuratore Mariano Lombardi, che gli toglie l'indagine. È lo stesso Lombardi la cui compagna, cancelliera alla Corte d'assise di Catanzaro, ha un figlio avvocato, anche lui forzista, socio in affari di Pittelli. Nel maggio 2006 Lombardi partecipò a una convention di An per la candidatura a sindaco dell'on. Mario Tassone dell'Udc, ora vicepresidente dell'Antimafia. C'erano, oltre a Pittelli, Pino Galati (Udc, pure lui indagato da De Magistris) e Maurizio Gasparri, i cui principali collaboratori in Calabria, tali Basile e Papello, sono indagati nella stessa inchiesta. Il procuratore capo alla convention degli indagati del suo stesso ufficio: uno spettacolo edificante di cui - dichiara un pm di Salerno competente sugli eventuali reati di colleghi calabresi - il Csm sapeva da tempo, ma non ha mosso un dito. Men che meno il ministero della Giustizia, così solerte sia sotto Castelli sia sotto Mastella nel tempestare di ispezioni quei pochi pm che, in

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Calabria come in Basilicata, ancora sì permettono di indagare.De Magistris di ispezioni ne ha subite due, come i colleghi Woodcock e lannuzzi. All'ottimo Lombardi, nemmeno una visitina. Secondo l'accusa, il comitato d'affari calabro-lucano conta sul supporto insabbiatorio di fior di magistrati. De Magistris ne ha inquisiti 5 fra Potenza e Matera, su quelli del suo ufficio ha trasmesso gli atti a Salerno. Nelle intercettazioni, si sente Pittelli rassicurare altri indagati perché «il grande capo (Lombardi, ndr) mi ha detto che l'inchiesta finirà in una bolla di sapone» e che presto il procuratore avrebbe consigliato a De Magistris di farsi «aiutare» da un pm più malleabile.Detto, fatto: visto che De Magistris ha rifiutato quel prezioso aiuto, il Grande Capo gli ha tolto l'indagine. In un'altra telefonata, gli indagati apprendono in anticipo che nel maggio 2005 De Magistris li farà perquisire, così fanno sparire tutto. Ma per queste violazioni del segreto investigativo (vere, non false come sugli avvisi di garanzia, nessuno si indigna. Da mesi Pittelli attacca De Magistris, contro cui un centinaio di parlamentari della Cdl hanno firmato ben 5 fra interrogazioni e interpellanze, relegandolo nel più completo isolamento. «Fa politica, è schierato a sinistra», dicono di lui. Strana accusa, visto che il pm indaga sul presidente della Regione Agazio Loiero (Unione), sul suo vice Nicola Adamo (Ds), sul suo predecessore Giuseppe Chiaravalloti (An), sul sottosegretario ed ex governatore lucano Filippo Bubbico (Ds), sul leader Udc Lorenzo Cesa, sull'on. avv. Nicola Buccico (An), già membro del Csm, beccato al telefono mentre chiede notizie sulle indagini a un pm di Catanzaro. Buccico e Pittelli, oltreché indagati, sono pure i difensori di vari politici e giudici sott'inchiesta.Una politica seria metterebbe al centro dell'attenzione il caso Calabria-Lucania. Invece tutti tacciono (compresa l'Anm), salvo quelli che perseguitano i pm onesti. Per fortuna, si muovono i cittadini. C'è chi ha aperto il sito (http://noicittadinilucani.wordpress.com/) per raccogliere firme in difesa dei pm Woodcock e Montemurro e del gip lannuzzi. Sarebbe bello se i calabresi onesti seguissero l'esempio, stringendosi intorno a De Magistris. Almeno noi facciamogli da scorta. - Uliwood Party di Marco Travaglio - L’Unità del 4.4.2007 

6 Le gioie (e i dolori) dei tacchi alti. La passione femminile per le calzature che slanciano sono all'origine di gravi patologie.

Un tacco dodici riesce a trasformare anche il vestitino più anonimo in una mise da gran sera, ma quando poi si torna con i piedi per terra, cominciano i dolori. Non a caso, uno studio pubblicato dal quotidiano spagnolo “El Mundo” ha evidenziato che su 800 mila interventi che si eseguono ogni anno negli Usa per correggere le patologie del piede, il 90% riguarda pazienti di sesso femminile. Non solo. Nel corso della loro vita, le donne lamentano problemi agli arti inferiori quattro volte superiori a quelli degli uomini.Tacchi troppo alti - E il motivo principale è sempre lo stesso: la (insana) passione dell’altra metà del cielo per i tacchi alti che più alti non si può. Colpa della moda, si dirà, visto che gli esperti di medicina affermano che il tacco giusto è quello di 3-4 centimetri, mentre quelli del look rilanciano che con quella altezza l’effetto vecchia zia è assicurato e che una donna per sentirsi davvero tale deve ricorrere al caro (nel senso che costa un patrimonio) stiletto. Di certo, il masochismo femminile spesso non conosce limiti, come dimostrano le centinaia di partecipanti alla “Stiletto Run”, corsa sui tacchi a spillo che si è tenuta poche settimane fa ad Amstredam, o le entusiaste newyorkesi che frequentano i corsi di “Stiletto Strenght” nelle palestre del circuito Crunch dove, in bilico sui tacchi, si tonificano gambe, polpacci e glutei. Ma del resto, se un’icona fashion come Madonna teorizza che <le scarpe sono meglio del sesso, perché durano più a lungo> e un regista come Almodovar ai “Tacchi a Spillo” ha dedicato perfino un film, è chiaro che il binomio donne-stiletto sia a prova di bomba per le modaiole impenitenti, fedeli all’antico adagio che “per apparire bisogna soffrire”. Le patologie - E dolore sia, allora. Ovviamente, le zone più colpite sono la schiena, le ginocchia e i piedi, perché i tacchi alti, spostando tutto il peso del corpo sulla parte anteriore e variando così il naturale punto di appoggio, aumentano la pressione sulle dita. E’ stato provato che un tacco di 8 centimetri provoca uno sforzo alla punta del piede sette volte maggiore rispetto a un tacco di 2 centimetri e il risultato è uno squilibrio che va a colpire l’intera colonna, facendo soffrire tutte le articolazioni. L’analisi spagnola si esplica anche attraverso un grafico, dove vengono indicate le principali lesioni che colpiscono il piede femminile: 1) Alluce valgo: scarpe strette e tacchi alti aumentano la possibilità che questa alterazione dell’articolazione compaia anche in soggetti non predisposti, con conseguente dolore, infiammazioni e infezioni. 2) Problemi ai sesamoidi: i sesamoidi sono due piccoli ossicini localizzati all’estremità dell’alluce che regolano il movimento del piede. La tensione eccessiva provocata dagli stiletti è causa di infiammazioni e, nei casi più gravi, si può arrivare sino alla frattura. 3) Dita a martello: incurvamento delle dita del piede che, oltre al dolore, porta alla formazione di calli. 4) Neuroma di Morton: un eccesso di pressione comprime i nervi plantari e provoca infiammazioni e diminuzione del flusso sanguigno. Questa lesione può colpire tutto il piede, ma è più frequente al terzo e quarto dito, e ha maggiori probabilità di verificarsi tanto più le calzature sono strette in punta e alte. 5) Instabilità della caviglia: storte e microtraumi sono la costante per chi cammina a dieci centimetri da terra. Le donne più a rischio sono le neofite del tacco a spillo. 6) Infiammazione al tendine di Achille: l’uso continuo dei tacchi altera la tensione del tendine, accorciandone la lunghezza al punto che camminare può diventare doloroso e dare luogo a tendiniti e arrivare, nei casi più gravi, addirittura alla rottura.

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7) Artrosi del ginocchio: è causata dall’aumento della pressione sulla superficie articolare del ginocchio e quando si avvertono i primi sintomi (in genere, dolore persistente) il danno è fatto perché non c’è modo di recuperare i tessuti danneggiati. – da corsera Simona Marchetti 28 marzo 2007

7 Ictus e nanopolveri. Associations of Fine and Ultrafine Particulate Air Pollution With Stroke Mortality.A ulteriore conferma della pericolosità delle polveri ultra sottili: Stroke, la piu' autorevole rivista anglo americana di malattie cerebrovascolari ha pubblicato uno studio dove si conferma che anche le polveri ultrasottili prodotte dai termovalorizzatori di ultimissima generazione e normalmente non monitorate,  sono altrettanto pericolose per la salute per una provata correlazione con l'ictus.Associations of Fine and Ultrafine Particulate Air Pollution With Stroke Mortality in an Area of Low Air Pollution LevelsJaana Kettunen, MSc; Timo Lanki, MSc; Pekka Tiittanen, MSc; Pasi P. Aalto, PhD; Tarja Koskentalo, MSc; Markku Kulmala, PhD; Veikko Salomaa, PhD Juha Pekkanen, MD From Environmental Epidemiology Unit (J.K., T.L., P.T., J.P.), National Public Health Institute (KTL), Kuopio, Finland; Department of Physical Science (P.P.A., M.K.), University of Helsinki, Finland; Helsinki Metropolitan Area Council (T.K.) (YTV), Helsinki, Finland; Department of Epidemiology and Health Promotion (V.S.), National Public Health Institute (KTL), Helsinki, Finland; and the School of Public Health and Clinical Nutrition (J.P.), University of Kuopio, Finland.Correspondence to Jaana Kettunen, National Public Health Institute (KTL), Environmental Epidemiology Unit, PO Box 95, FIN-70701 Kuopio, Finland. E-mail [email protected] notizia opportunamente e' stata riportata anche da Ornella De Zordo di Unaltracittà/Unaltromondo. Le nanopolveri responsabili dell'ictus cerebrale Lo denuncia la quotata rivista neurologica americana Stroke Fonte: http://stroke.ahajournals.org/cgi/content/full/38/3/918Uno studio pubblicato sull'ultimo numero di una delle più quotate riviste neurologiche a livello internazionale, la statunitense Stroke, ha dimostrato che le polveri ultrafini (fra l’altro emesse in quantità anche dagli inceneritori di ultima generazione) possono provocare un ictus cerebrale . La notizia viene rilanciata da Unaltracittà/Unaltromondo, impegnata da sempre per una gestione dei rifiuti virtuosa, capace di fare a meno dell'incenerimento. Gianluca Garetti , medico a Peretola, firmatario insieme ad altri cento medici di famiglia della Piana Fiorentina di un appello contro le anacronistiche politiche delle amministrazioni sul tema, e attivo in Unaltracittà/Unaltromondo ha dichiarato: "Già in precedenza numerosi studi avevano dimostrato una relazione causale tra apoplessia cerebrale e materiale particolato, tuttavia, le nanopolveri non erano mai state prese in considerazione. Oggi i ricercatori del National Public Health Institute di Kuopio (Helsinki, Finlandia) hanno dimostrato, prendendo in esame 3.265 casi di ictus, che anche le polveri ultrafini sono capaci di provocare questa grave patologia cerebrale. I rischi per la popolazione sono alti, basti pensare, come è stato dimostrato sulla rivista Environmental Medicine del settembre 2006, come un'emorragia cerebrale possa insorgere appena dopo due ore dall'esposizione a materiale particolato". 

8 Ticket: confermato il passaggio da 10 a 3,50 euro - Con ticket 10 euro per italiani meno costoso rivolgersi a privati. - Lombardia. Gli affari d'oro dei Pronto Soccorso privati.

Ticket: confermato il passaggio da 10 a 3,50 euro(Il Messaggero Roma: pag. 18, Il Mattino: pag. 15, Corriere della Sera: pag. 25, Il Sole 24 Ore: pag 13 - 17 aprile 2007)Il Ministro della Salute Livia Turco ha depositato un emendamento che riduce il ticket per le visite specialistiche da 10 a 3,50 euro e che diverrà esecutivo con l'approvazione del Decreto legge. E' stato ridotto di 350 mln di euro il gettito derivante dai ticket, previsto nel Patto per la salute. Il Ministro inoltre ha annunciato che per il 2008 si studierà una riforma complessiva di compartecipazione tra Stato e Regioni, che potrebbe portare all'eliminazione del ticket.Con ticket 10 euro per italiani meno costoso rivolgersi a privati.3 apr. (Adnkronos Salute) - Un fallimento - per le Regioni - il ticket di 10 euro per la diagnostica e la specialistica. "Conti alla mano - dice Enrico Rossi, coordinatore della commissione interregionale Salute e assessore alla Sanità della Toscana - la somma di 10 euro è superiore al costo di molte delle prestazioni nel privato. Quindi il provvedimento, alla verifica dei fatti, non consente il recupero che dobbiamo fare". Non solo. "Chiediamo al Governo - sottolinea Rossi - che sul ticket ci sia un intervento concertato con le Regioni. Visto che anziché un introito, denunciamo una perdita".Lombardia: pronto il nuovo piano sui ticketla Repubblica Milano 10 aprile 2007 - E' pronto il nuovo piano della Regione Lombardia per superare il problema del ticket da 10 euro. Queste le novità: niente ticket sugli esami che costano meno di 10 euro, un ticket aggiuntivo di 4 euro per quelli che costano tra i 10 ed i 25 euro, uno di 7 euro per gli esami più costosi. E' inoltre previsto un ticket onnicomprensivo di 11 euro per le ricette che prevedono più prestazioni, ma su specialità diverse. In cambio la Lombardia vuole dal Governo 350 degli 810 mln di euro chiesti dalle Regioni. Il via libera al piano dovrebbe arrivare dopo l'incontro tra Roberto Formigoni e l'esecutivo, previsto per giovedì 12 aprile.Lombardia: Contro le truffe negli ospedali arrivano gli 007 della RegioneCorriere della Sera Milano 7 - 7 aprile 2007 - Partono i controlli negli ospedali lombardi. Nel mirino imbrogli che vanno

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dalle cartelle cliniche falsificate alle tariffe di rimborso truccate per incassare più soldi. D'ora in poi i blitz negli ospedali potranno essere effettuati da '007' che fanno capo all'Assessorato della Sanità e a quello della Famiglia. Questa novità è contenuta nelle 'Disposizioni in materia di attività sanitarie e socio-sanitarie', norme contenute nella legge regionale approvata il 27 marzo.Lombardia. Gli affari d'oro dei Pronto Soccorso privatila Repubblica Milano - 15 aprile 2007 - I dati di AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata, registrano una forte ascesa dei Pronto Soccorso privati. Negli ultimi 2 anni le prestazioni sono raddoppiate ed i pazienti sono aumentati del 27%. Gli incrementi di attività nei Pronto Soccorso pubblici sono del 23%, con una crescita del 4% dei pazienti.Spesa farmaceutica in calo: a gennaio -6,7%La spesa farmaceutica netta a carico del Servizio Sanitario Nazionale nel mese di gennaio 2007 è diminuita del 6,7 per cento rispetto a gennaio 2006. Prosegue quindi anche nel 2007 il calo di spesa fatto registrare negli ultimi mesi del 2006.

9 Il dio mercato.Il mercato è il nuovo riferimento ideologico dei nostri dipendenti. Chiude un’azienda? E’ la legge del mercato. Qualche centinaio di famiglie viene messo in mezzo a un strada? E’ il mercato. Una società fondamentale per l’Italia come Telecom è depredata e venduta all’asta? E’ il mercato. Le Autostrade aumentano i pedaggi, non fanno i lavori stradali e distribuiscono i dividendi? E’ il mercato.Nessuno può opporsi al mercato, sarebbe contro il liberismo, contro la Boninochefalaspesa, contro Prodidagliocchichiusi. Contro la Comunità Europea che è sempre dalla parte del mercato, mai dei cittadini. Il mercato è la nuova divinità da celebrare con la Santa Pasqua. Un santino della Findomestic o dello psiconano nel portafoglio. Un dio senza ‘competitor’. Se Cristo ha dovuto risorgere, il mercato non è mai morto. Una discussione sull’acqua, sull’energia, sull’elettricità, sull’edilizia si spegne con la parola magica: mercato. Un'entità superiore che opera con regole sue, insondabili, ma giuste a priori, da non discutere. Vi ricordate gli applausi di Bertinotti e Fassino al tronchetto? Era il mercato. E tutti i fan di Coppola, Ricucci, Gnutti, Fiorani, Tanzi e Fazio della casa circondariale della libertà? Era il mercato. E l’indifferenza verso la condanna per bancarotta a Geronzi? E’ sempre il mercato. E la permanenza di Buora in Telecom dopo lo scandalo dello spionaggio? E’ ancora il mercato. Ma anche le intercettazioni erano (sono?) un mercato. Se il mercato con le sue scatole cinesi, il suo capitalismo straccione, i conflitti di interessi, la sua totale mancanza di regole, decide delle nostre vite. Se questo è vero, ed è vero, i nostri dipendenti non servono a nulla. Si possono fare assumere direttamente dalle concessionarie statali, dalle industrie assistite, dalle holding dei vampiri moderni. O forse sono già assunti? Il Parlamento, giusto per specularci un po’, si potrebbe quotare in Borsa.http://www.beppegrillo.it/2007/04/il_mercato.html

10 Terra di lavoro: il degrado ambientale dei monti Tifatini.di Lello Ragni - 17/03/2007 - www.rinascita.info - Il meridione d’Italia è caratterizzato da un pessimo rapporto tra attività economica ed ambiente, ed alcune sue province sono tra le peggiori per qualità della vita. Caserta è tra queste, proprio per l’assenza di una pianificazione territoriale e di una seria politica di tutela ambientale. Per anni lo sfruttamento delle risorse naturali è avvenuto in modo indiscriminato, con forme di illegalità diffusa che hanno favorito la crescita di organizzazioni criminali. Una panoramica delle cave insediate sui monti Tifatini mostra come l’illegalità modifichi il paesaggio ed incida sulle caratteristiche morfologiche del territorio. Contigui ai luoghi di estrazione sorgono stabilimenti di trasformazione del materiale estratto, impianti ad alto impatto ambientale che in alcuni casi sorgono a ridosso dei centri abitati o comunque in posizioni che favoriscono la dispersione di polveri e fumi verso la città e le sue frazioni.Il comprensorio orografico dei monti Tifatini, si estende per 14.800 ettari. La natura dei monti è essenzialmente calcarea. La flora varia dal cespugliato alla macchia alta, dal boschetto misto e dai prati polifiti fino agli orti ed ai vigneti. La fauna fluviale comprende il granchio di fiume, la salamandrina degli occhiali ed il tritone italico. Il sistema montuoso tocca 9 comuni di cui 8 collocati nella provincia di Caserta ed uno, Limatola, sito nella provincia di Benevento. Un immenso paesaggio compreso tra due siti micaelici di grande importanza: la basilica paleocristiana di Sant’Angelo in Formis ed il santuario di San Michele presso Maddaloni. Intorno a Caserta la corona dei Tifatini abbraccia ben 22 frazioni, che comprendono luoghi di grande interesse culturale, come il Belvedere di San Leucio, l’eremo di San Vitaliano, il santuario di Santa Lucia e soprattutto il borgo medievale di Casertavecchia, origine storica della civitas casertana, considerato monumento storico nazionale e patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.Tutta l’area è oggetto di valutazione della UE per essere inserita in un piano di conservazione ambientale con il codice IT8010016 denominato appunto Monte Tifata. Questa particolare condizione porrebbe la catena sotto la protezione degli organismi comunitari, con l’obbligo sancito dalla direttiva comunitaria 92/43, dell’astensione da qualsiasi attività che possa causare il degrado del sito in questione. In linea di principio potrebbe anche intervenire la Commissione UE per violazione della legislazione comunitaria, adottando tutte le misure necessarie, tra cui le procedure previste in caso di infrazione dall’art.26 del trattato CEE. Ma di fatto non è mai intervenuta. L’inerzia degli enti locali - regione provincia, comune - viene ripetutamente denunciata dalle associazioni ambientaliste.Da una indagine condotta sul territorio, risultano presenti circa 30 cave, tra tufacee e calcaree. Delle ultime ben 6 sono ancora attive. Il fronte delle cave ha una superficie nuda superiore a 1.000.000 mq, ma il ritmo di estrazione lascia intravedere l’asportazione di imponenti cubature. L’attività estrattiva viene effettuata in dispregio agli obblighi sanciti dalle

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concessioni sia per quanto riguarda la coltivazione a gradoni, sia per l’entità del materiale estratto, sia per la conservazione dell’humus per il ripristino ambientale. Il controllo dell’attività estrattiva, affidato al Genio Civile, è praticamente inesistente. Il danno ambientale - derivante dall’eventuale prosieguo dell’attività di cava fino alla completa cancellazione di parte di alture che ricadono nel comune di Caserta - può essere stimato nell’ordine dei 3.650 milioni di euro (oltre 7.000 miliardi del vecchio conio).Uno studio del CIRA, commissionato dalla Provincia di Caserta, ha calcolato che la produzione delle cave sui Monti Tifatini ammonta al 55% dell’intera produzione provinciale. Basti pensare che 10 cave producono 3.800 tonnellate all’anno di materiale. Una quantità enorme per un territorio oramai esausto e che presenta tutti i sintomi della devastazione. L’azione abrasiva e corrosiva delle polveri, combinata alle piogge acide, ha provocato la degradazione di un vasto patrimonio mobiliare ed immobiliare che presenta un pregevole valore storico: casali, palazzi nobiliari, architettura religiosa. Il flusso dei veicoli tocca strade storiche delle frazioni, della periferia e del centro stesso, creando disagio per scuole, case, chiese. In tutto il territorio dei Monti Tifatini esistono i presupposti per dichiarare lo stato di emergenza ambientale con tutto quello che ne consegue dal punto di vista giuridico-amministrativo. Ciò per le seguenti ragioni:-c’è un continuo rischio di dissesto idrogeologico per smottamenti, frane ed escavazioni sotterranee;-le emissioni di grandi quantità di fumi e polveri calcaree e cementizie, diffuse nell’aria in dispregio della legge 203/88, alterano le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del territorio;-il vento, quando spira con intensità, contribuisce alla diffusione di agenti fortemente patogeni nell’ambiente, con pesante danno all’igiene urbana e contravvenendo alle direttive comunitarie in materia di quantità di polveri sottili PM10;-nelle frazioni di Caserta più vicine alle cave è stata rilevata, anche dall’OMS, l’accentuarsi delle malattie respiratorie, dermatologiche e tumorali, specie tra i bambini e gli anziani, oltreché un aumento dei di casi di silicosi e delle forme leucemiche dell’infanzia;-i centri abitati, che sorgono in prossimità delle cave, sono fortemente esposti, oltreché alle emissioni di polveri cementizie e di gas, anche ad inquinamento acustico causato da rumori superiori alla soglia ammessa dalla legge e dalle direttive comunitarie, oltreché alle esplosioni di mine che procurano anche danni alle abitazioni private;-il transito dei mezzi di trasporto pesanti, effettuato in totale dispregio delle limitazioni imposte dal codice della strada, ha degradato il sistema viario delle frazioni, con presenza diffusa di polveri e residui calcinosi dispersi dai veicoli che viaggiano sprovvisti delle coperture obbligatorie per il carico che trasportano. Tutte le iniziative di promozione e valorizzazione del territorio ostano con un paesaggio che ha assunto tratti apocalittici e che, logicamente, fa da sfondo negativo ai monumenti. Il degrado ambientale impedisce, almeno in linea di principio, anche la costruzione del secondo policlinico dell’Università Federico II a Caserta nell’ex area St.Gobain. Infatti non avrebbe alcun senso andarsi a curare in una città in cui l’area è irrespirabile e ci si ammala sempre più di tumori alla vie respiratorie. Eppure un tempo su monti Tifatini, sgorgavano acque medicinali e querce secolari, cosa che oggi appare inimmaginabile. Alle accuse ed alle preoccupazioni degli ecologisti e dei cittadini, i politicanti locali rispondono che non bisogna trasformare la natura in un museo. A chi la pensa in questo modo, auguriamo di poter sperimentare la rivolta della natura contro se stessi.

11 «Gemelli del terzo tipo»: uno è ermafrodito. Nè omozigoti (identici), nè eterozigoti, bensì semi-omozigoti. Una sola cellula uovo fecondata da due spermatozoi. Sono ormai cresciuti e stanno bene.

Usa - Un gruppo di medici americani ha annunciato di aver identificato «gemelli del terzo tipo», che sarebbero una via di mezzo tra quelli omozigoti e quelli eterozigoti. I gemelli sono stati classificati come «semi-monozigoti» e derivano da una sola cellula uovo materna fecondata da due spermatozoi. Secondo i medici è la prima volta che il fenomeno viene osservato. Nel caso dei gemelli eterozigoti, o dizigoti, infatti, si ha la fecondazione di due diverse cellule uovo da parte di due spermatozoi paterni. Questi gemelli sono come due normali fratelli. I gemelli monozigoti, invece, sono quelli che derivano da una sola cellula uovo materna fecondata da un solo spermatozoo paterno, in cui però all'inizio dello sviluppo l'embrione si divide in due, cosicchè si sviluppano due feti. In questo caso i gemelli sono geneticamente molto simili. ERMAFRODITO - Il nuovo caso è stato scoperto perchè uno dei gemelli presentava un'anomalia nell'apparato sessuale -- genitali ambigui -- ed è pertanto stato considerato un ermafrodita, dotato sia di ovaie che di testicoli. Sul «Journal of Human Genetics», gli scienziati hanno precisato che i gemelli «semi-monozigoti» hanno l'apparato genetico più simile rispetto ai gemelli dizigoti, ma meno simile rispetto ai monozigoti. «Questa osservazione suggerisce l'esistenza di altri tipi di gemelli che non sono ancora stati, e potrebbero essere, identificati» continuano gli autori dell'articolo. FECONDAZIONE NATURALE - Vivienne Souter, del centro medico Buon Samaritano di Phoenix, principale autrice dello studio sui gemelli, ha garantito che i gemelli sono stati concepiti naturalmente, precisando che i genitori non hanno utilizzato tecniche di procreazione medicalmente assistita o trattamenti per curare l'infertilità.

12 Assemblea Telecom Italia 16 aprile 2007. - Intervento di Beppe Grillo.Una semplice analisi dei bilanci di questi anni dimostra che la privatizzazione di Telecom Italia ha spogliato la società di miliardi di euro di ricavi, di decine di migliaia di posti di lavoro e ha trasferito nelle scatole cinesi gran parte dei suoi profitti attraverso i dividendi. E’ facile farla, questa analisi, basta un ragioniere, non c’è bisogno della Consob o del Governo o delle società di revisione. Presunti manager con le pezze al culo hanno indebitato l’azienda con l’aiuto delle banche e nella totale assenza della Consob e dello Stato per fare esclusivamente i loro interessi. La Rete è in condizioni spaventose,

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servono almeno dieci miliardi di euro per i primi investimenti.

Oggi però non voglio parlare di numeri, ma di altro: dello spionaggio industriale, della Consob, delle scatole cinesi e della Borsa, la Chicago degli anni ’20 di Guido Rossi. Indovinate chi è Al Capone?Decine di migliaia di persone sono state spiate, tra questi giornalisti economici come Massimo Mucchetti per le sue analisi sulla gestione Telecom, consiglieri di amministrazione della Telecom, amministratori di aziende, come Colao di RCS prima di essere licenziato, semplici cittadini per lettere di protesta per il malfuzionamento della rete inviate a Tronchetti e anche un comico, il sottoscritto, con un dossier “B.Grillo”. Il Tribunale del Riesame di Milano ha scritto nello scorso mese di febbraio: “La Security di Telecom-Pirelli ha avuto modo di avere a propria disposizione una risorsa tale da consentire facilmente l’acquisizione di notizie privilegiate nell’interesse del gruppo, inteso sia come ente giuridico sia come gruppo dirigente” e ha rilevato che: “la vastità dell’intrusione indebita nei segreti della vita altrui si è manifestata in una davvero allarmante trama di acquisizione di informazioni riservate da utilizzare contro importanti personaggi dell’imprenditoria, del giornalismo e della politica italiana, prima di incontri che l’alta dirigenza aveva in programma con questi personaggi”.Gli ex responsabili della sicurezza Telecom: Tavaroli, Ghioni e altri sono in carcere. Un loro collega, Adamo Bove si è apparentemente suicidato e suo padre, Vincenzo Bove, ne attribuisce la morte alle calunnie create ad arte in Telecom.L’alta dirigenza Telecom è qui, si chiama Carlo Orazio Buora, Marco Tronchetti Provera, Riccardo Ruggiero.

A loro chiedo: “A chi rispondeva la Security? All’usciere della Pirelli? Voi dove eravate?”

Supponiamo che la dirigenza non ne sapesse nulla. Tutto può essere. Però, dopo una prova di incapacità manageriale di questo livello, il gruppo dirigente doveva essere cacciato, o dimettersi, come si usava una volta, e non farsi più vedere. Ma è ancora qui, perchè è ancora qui? Forse ci sono dei dossier sparsi per il mondo sui nostri politici? O forse perchè il deus ex machina Tronchetti era sia presidente, sia azionista di controllo della stessa società e non poteva licenziare sé stesso? Un personaggio che dispone della più grande azienda del Paese con lo 0,11 per cento delle azioni.Io ho pensato allora che con lo 0,12 potevo impadronirmi di Telecom, licenziare il consiglio di amministrazione e poi riconsegnare ai legittimi azionisti, che rappresentano l’82% delle azioni, la società. Ho lanciato una richiesta di interesse per verificare la volontà di delegarmi da parte dei piccoli azionisti. La Consob è subito intervenuta inviandomi una serie di lettere per spiegarmi il processo da seguire e intimarmi di non fare errori. Ho ricevuto migliaia di adesioni, ma l’iter è così burocratico e complesso che non sono riuscito a rappresentarli in questa assemblea. Voglio rassicurare però la Consob che ci riuscirò per la prossima, che a lei piaccia o meno. Cos’è la Consob? Dov’era la Consob in questi anni? Parmalat, Cirio, Banca Popolare di Lodi e i conflitti di interessi palesi tra società con gli stessi consiglieri di amministrazione che comprano e vendono da sé stessi come è successo tra Telecom Italia e Pirelli Real Estate con la cessione di immobili. Lamberto Cardia, presidente della Consob, esisti davvero? Dove sei oltre che nelle lettere che invii a me e a Antonio Di Pietro. Molti piccoli azionisti vorrebbero conoscerti di persona, farti qualche domanda.La Borsa italiana è un luogo in cui si può investire tutto quello che si può perdere. Non un euro di più. Si invoca il mercato in questi giorni, ma cos’è in Italia il mercato? Un club di personaggi che vivono nei consigli di amministrazione e che decidono tutto, alcuni presenti in 5,6,7 consigli. Personaggi che hanno il controllo di grandi aziende con percentuali da prefisso telefonico. Chiedo ancora alla Consob perchè esiste Olimpia, una scatola vuota posseduta all’80% da Pirelli? Olimpia controlla Telecom Italia. Non dovrebbe essere consolidata con tutti i suoi debiti in Pirelli? Lo spieghi a me, a un semplice ragioniere che fa il comico, caro presidente Cardia, perchè non è avvenuto? Dov’è la famosa public company con cui si sono riempiti le bocca i politici? I piccoli azionisti non hanno una reale capacità di rappresentanza. Cosa intende fare il Governo a proposito? Quali leggi vuole adottare? E le associazioni di difesa dei consumatori dove sono? Sotto il tavolo ovale?Telecom, in quanto azienda di servizi, la gestisca chi ha capitali e idee. Nessun imprenditore italiano ha insieme queste due qualità. Ma l’infrastruttura di rete è dello Stato, figlia di generazioni di italiani che hanno pagato le tasse e i canoni. Tronchetti vuole farsi pagare il premio di controllo da America Movil e da A&T e passare la mano incassando tre euro per le azioni di Olimpia quando il valore del titolo è solo di 2,3 euro. Lui incassa, i piccoli azionisti stanno a guardare.Lo Stato dovrebbe porre dei paletti prima che avvenga questa cessione e non mi si parli ancora della sacralità del mercato. Di quale mercato? Quello del pesce è molto più rispettabile di Piazza Affari con le regole attuali. La rete va scorporata dai servizi e resa accessibile a tutti. Chi compra il 66% di Olimpia avrà il 12% delle azioni e deve contare solo il 12%. Non un decimale in più. Le scatole cinesi vanno abolite o rese fiscalmente non redditizie.Vorrei chiudere questo intervento con un appello alla dignità della direzione di Telecom Italia: si dimetta, è il miglior servizio che può fare all’azienda e al Paese. – Guarda il video su youtubehttp://www.youtube.com/watch?v=6vbwQ34Lvks

13 Arrestato per mafia ex assessore di Cuffaro a disposizione del clan. – Il candidato Sindaco del centrosinistra indagato per corruzione. - A Trapani gli appalti in mano ai clan mafiosi - Parlo chiaro con le imprese io, e gli dico: Picciotti, dovete uscire un milione per Bartolo, un milione per Peppe, un milione per Ciccio.

Trapani - «Parlo chiaro con le imprese io, e gli dico: "Picciotti, dovete uscire un milione per Bartolo, un milione per Peppe,

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un milione per Ciccio"». È tutto in queste parole, intercettate dagli investigatori della squadra mobile, il sistema che a Trapani governa la politica, l´imprenditoria, l´amministrazione pubblica, la mafia. Senza distinzioni di schieramento: uomini di centrodestra assieme a uomini di centrosinistra in uno scambio di voti e affari con i boss di Cosa nostra, e come intermediaria una classe di imprenditori al servizio degli uni e degli altri.Proprio uno di loro, Antonino Birrittella, titolare di un´impresa edile ed ex presidente della squadra di calcio, ha consentito agli uomini della Mobile di Trapani di scoperchiare un altro dei calderoni all´interno del quale mafiosi e politici andavano a braccetto e facevano affari, con un protagonista eccellente: Bartolo Pellegrino, leader di Nuova Sicilia, ex vice presidente della Regione ed ex assessore regionale al Territorio e ambiente. Una carica della quale - ha scritto il gip Antonella Consiglio che lo ha spedito agli arresti domiciliari per concorso in corruzione - «faceva mercimonio». In contatto diretto con il capo mandamento di Trapani, Francesco Pace, con il quale - scrivono i giudici - «si era completamente messo a disposizione rendendosi disponibile a utilizzare e porre a disposizione della cosca mafiosa non solo i suoi poteri connessi alla carica di assessore regionale e di deputato regionale, ma anche la propria influenza istituzionale di leader di una formazione politica ben rappresentata in tutte le amministrazioni locali».«All´interno del tessuto economico-politico di Trapani - dice il capo della squadra mobile, Giuseppe Linares - ci sono vere e proprie cellule di Cosa nostra che consentono all´organizzazione mafiosa di controllare radicalmente il settore degli appalti e di condizionare la pubblica amministrazione». Cellule come quella della quale facevano parte i sei arrestati dell´inchiesta condotta dai sostituti procuratori Gaetano Paci e Andrea Tarondo, coordinati dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo Roberto Scarpinato: oltre al leader di Nuova Sicilia, il capomafia di Trapani Francesco Pace, già in carcere, tre imprenditori, Vincenzo Mannina, Michele Martines e Mario Sucamele, e l´ex direttore dell´Agenzia del demanio di Trapani Francesco Nasca.Per la "cellula" di Cosa nostra, il piano regolatore della città era solo un dettaglio. C´era una speculazione edilizia in vista a Villa Rosina, in un´area destinata a verde agricolo? Nessun problema. Gli imprenditori di Cosa nostra avevano l´asso nella manica: «Ma qua tante cose possiamo fare... abbiamo Bartolo che è là a Territorio e ambiente», diceva Nino Birrittella intercettato nella sua autovettura. Un fiume di parole davanti alle quali, una volta arrestato nel dicembre 2005, l´ex presidente del Trapani calcio ha deciso subito di collaborare spiegando per filo e per segno il "sistema" e incastrando Pellegrino. Cinquanta milioni di lire per ogni appartamento realizzato nella speculazione edilizia: questo il "prezzo" dell´allora assessore Pellegrino che - secondo gli inquirenti - da quest´operazione avrebbe finito con l´incassare trecentomila euro. «Bartolo ci darebbe una mano e poi vediamo... tre, quattro imprese... persone serie e giuste... facciamo questa srl che si compra questo terreno».La voce di Pellegrino viene intercettata invece negli uffici di un altro imprenditore in odor di mafia, Tommaso Coppola, anche lui arrestato con Birrittella nel dicembre 2005. Si parla dell´appalto della funivia Trapani-Erice e del candidato alla carica di sindaco di Valderice nelle elezioni del 2003. La scelta cade su Mario Sugameli: Bartolo Pellegrino ne caldeggia la candidatura con gli alleati di Forza Italia. «Me ne occupo io di questa vicenda - assicura Pellegrino - parlo con Ciccio Canino per dirgli... che dobbiamo fare? Glieli dobbiamo regalare sempre alla sinistra lì oppure dobbiamo fare una cosa».Filmato a pranzo a Erice con esponenti mafiosi, i cui parenti avevano già trovato posto nelle liste di Nuova Sicilia nelle passate amministrative a Trapani, Pellegrino sembrava scegliere i suoi segretari solo tra le file di Cosa nostra: prima Francesco Orlando, poi Girolamo Coppola, tutti finiti in carcere. E il nome dell´ex deputato veniva fuori nell´intercettazione di un colloquio tra Coppola e il fratello, nel carcere di Trapani: «Come te la passi, segretario appresso a Pellegrino?». «Di lusso, ora andiamo a Roma, marito e moglie, stanno aprendo degli uffici regionali a Roma». - 05 aprile 2007

14 Prevenzione dei conflitti di interesse. I conflitti di interessi devono essere  prima di tutto dichiarati, quindi valutati nel merito per evitare le conseguenze non accettabili.

Giacomo Milillo, medico di medicina generale, segretario nazionale della FIMMG. Pubblicato su Và Pensiero n° 297 - Qual è la posizione della FIMMG per quanto riguarda la regolamentazione dei rapporti dei medici di medicina generale (MMG) con l'industria?La posizione dei MMG rispetto all'industria non cambia rispetto a quella di tutti gli altri medici: rientra nel problema più generale del delicato rapporto tra la professione medica e l'industria farmaceutica che certamente deve essere regolamentato, ma non ostacolato. Possono essere registrati dei conflitti di interesse; tuttavia,  deve essere tenuto in considerazione che la relazione tra il mondo medico e quello dell'industria del farmaco e delle tecnologie sanitarie è importante per una migliore tutela dell'assistito, al pari della relazione tra le diverse professionalità che operano nel Sistema Sanitario Nazionale (MMG, medici ospedalieri e operatori sociali). Come prevenire eventuali conflitti di interessi?Con una regolamentazione che garantisca comportamenti etici e trasparenza. I conflitti di interessi devono essere  prima di tutto dichiarati, quindi valutati nel merito per evitare le conseguenze non accettabili. I comportamenti sia dell'industria sia del medico, entrambi soggetti liberi ed autonomi, devono essere controllati e “tutelati” perché concorrono alla protezione di un diritto garantito dalla Costituzione. Devono essere regolamentati in modo tale che siano orientati all'appropriatezza e all'uso corretto delle risorse, anche di quelle impiegate dall'industria per la formazione e la ricerca. Queste risorse in parte devono essere fornite dall'industria perché legate al prodotto, in parte svolgono una funzione sussidiaria rispetto a una

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carenza del Sistema Sanitario Nazionale.

15 Sanità: evade il fisco il 50% dei medici in intramoenia.«Centinaia di medici nel mirino del Fisco. Da Udine a Catania: non fanno ricevute e truffano la Asl». In una nota dell'Agenzia delle Entrate trasmessa al Senato si legge: «La mancata emissione delle fatture risulta mediamente intorno al 30- 40 per cento, con picchi superiori al 50 per cento». La notizia sarà pubblicata domani dal settimanale l'Espresso che ha realizzato un servizio su camici bianchi e soldi neri. Finora le verifiche hanno riguardato cento medici siciliani, settanta laziali, quindici liguri e, nelle ultime settimane, 18 studi del Friuli Venezia Giulia. A breve partiranno gli accertamenti in Campania e poi nelle altre regioni italiane. «C'è il cardiochirurgo che dichiara 12 visite in un anno - si legge nell'anticipazione - C'è il ginecologo che in cassa dall'attività intramoenia 500 euro al mese, meno dell'affitto del suo studio. E non manca il primario con il dono dell'ubiquità: risulta virtualmente in ospedale, ma contemporaneamente visita nel suo centro privato. C'è tutto il nero sotto il camice bianco nelle indagini sull'evasione fiscale dei medici nel settore dell'intramoenia». Su 250 verifiche eseguite in Sicilia, cento sono risultate «positive» per un totale di un milione e 380 mila euro di imposte evase. E stiamo parlando di controlli mirati su una percentuale minima di camici bianchi. In Liguria, per esempio, otto medici su 15 sono risultati evasori. Mentre l'Agenzia delle entrate avvia i controlli in Liguria, Friuli, Lazio e Sicilia, anche la Guardia di Finanza completava una serie di verifiche su tutto il territorio nazionale con esiti ancora più allarmanti: su 172 medici controllati nel biennio 2005-2006, ben 104 non rilasciavano le ricevute. L imposta evasa sull'attività intramoenia, da Macerata a Bari, da Battipaglia a Torino, da Cosenza a Lucca, da Giulianova a Lecce, supera i 614 mila euro. http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2007/04/sanita-intramoenia-evasori.shtml?uuid=5126bdfc-ee89-11db-9587-00000e251029&type=Libero

16 La verità nascosta. - Il film dimostra anche come tutti gli articoli scientifici concordino che sia in atto un cambiamento climatico, solo lo 0% è di opinione diversa, mentre se questa percentuale si rivolge ai media appare come il 53% dei media mostrino che niente sta cambiando e che i fenomeni attuali sono solo occasionali. Questa è la verità negata e nascosta da quei media pilotati dalle lobbies e dalla politica che non fanno che creare confusione.

Film-documentario, An Inconvenient Truth passa in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui cambiamenti climatici, inframezzato da eventi della vita personale di Gore. Attraverso una presentazione diffusa in tutto il mondo, Gore riesamina la posizione degli scienziati, discute le implicazioni politiche ed economiche della catastrofe, e illustra le probabili conseguenze del riscaldamento del pianeta se non si interverrà immediatamente e a livello globale per ridurre le emissioni di gas serra. Il film integra scene in cui vengono confutate le tesi di coloro che sostengono che il riscaldamento globale sia una falsa minaccia. Per esempio, Gore discute dei rischi che comporterebbe lo scioglimento dei ghiacci Antartici e della Groenlandia, come l'innalzamento delle acque oceaniche di circa 6 metri, che costringerebbe oltre 100 milioni di persone ad abbandonare la propria terra. I ghiacci sciolti della Groenlandia, a causa della loro minore salinità, potrebbero interrompere la Corrente del Golfo e scatenare un drammatico calo delle temperature in tutto il nord Europa.Nell'impegno a spiegare il fenomeno del riscaldamento globale, il film mostra le variazioni di temperatura e dei livelli di CO2 nell'atmosfera negli ultimi 600.000 anni. L'Uragano Katrina viene preso come esempio di ciò a cui stiamo andando incontro se la società continuerà di questo passo.Il documentario si conclude con Gore che osserva come gli effetti tragici del riscaldamento globale possano essere scongiurati attraverso una cooperazione a livello globale, e una serie di comportamenti dei singoli individui, per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. Gore invita anche tutti gli spettatori del documentario ad agire, con una serie di abitudini che possono aiutare a combattere il problema.OriginiGore iniziò ad interessarsi al problema del cambiamento climatico quando frequentò un corso all' Università di Harvard con il professore Roger Revelle, uno dei primi scienziati a misurare l'anidride carbonica nell'atmosfera. Successivamente iniziò a tenere congressi sull'argomento e a parlare ai politici della questione, sperando che, una volta venuti a conoscenza della realtà che ci aspetta, si iniziasse a fare qualcosa; Il libro del 1992 di Gore, Earth in the Balance, sui principali argomenti e questioni ambientali, raggiunse la top list dei libri più venduti a New York.In qualità di vice presidente degli Stati Uniti durante il governo di Bill Clinton, Gore insistette nell'introduzione di una "tassa sula CO2" così da ridurre le emissioni di gas serra nell'atmosfera; tale misura fu parzialmente adottata nel 1993. Contribuì alla formulazione del protocollo di Kyoto, un trattato finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas serra. Tuttavia, gli USA non lo ratificarono a causa della forte opposizione incontrata nel Senato. Durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2000, Gore si impegnò, tra le altre cose, alla ratifica del protocollo di Kyoto.Dopo la sconfitta alle presidenziali del 2000, Gore si concentrò nuovamente sul problema ambientale. Modificò e adattò una presentazione che aveva realizzato anni prima e iniziò a mostrarla in America e in tutto il mondo. Durante la registrazione del film , Gore aveva calcolato di aver mostrato la presentazione più di mille volte.I produttori Laurie David e Lawrence Bender videro la presentazione di Gore per la prima volta dopo la prima del film

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"L'Alba del Giorno Dopo", nel 2004. Ispirati da tale film, incontrarono il direttore Davis Guggenheim e discussero riguardo la possibilità di creare un film con all'interno la presentazione. Guggenheim, inizialmente scettico, rimase notevolmente colpito dalla presentazione e decise di dare una possibilità a questa idea.Base scientificaLe basi scientifiche su cui lo studio e la presentazione di Gore si fondano—che il riscaldamento globale è un fenomeno reale e dovuto in massima parte alle attività umane— è supportato da molteplici ricerche.Gore stesso mostra nel film vari studi, dati e ricerche che confermano quanto affermato dal film:La ritirata dei ghiacciai è mostrata attraverso una serie di foto scattate in anni diversi.Uno studio condotto da ricercatori dell'università di Berna dell'istituto di Fisica e il European Project for Ice Coring in Antarctic che mostrano i dati raccolti nei ghiacci dell'Antartide che rivelano come le concentrazioni di anidride carbonica siano di gran lunga superiori a qualsiasi altro periodo negli ultimi 650.000 anni. [1]Un sondaggio del 2004 su una serie di articoli di riviste scientifiche redatti tra il 1993 e il 2003. Il sondaggio sostiene che la totalità degli articoli è d'accordo sulle origini umane del riscaldamento globale o semplicemente non si esprime .[2]Tuttavia, nell'editoriale del 26 Giugno 2006 del Wall Street Journal, un gruppo di climatologi e scettici criticarono il film di Gore e misero in dubbio quanto da esso affermato.[3]Gore discute la possibilità di un innalzamento dei mari di circa 6 metri in caso di scioglimento di una grande regione ghiacciata. Ciò non deve essere confuso con il più sicuro e graduale innalzamento delle acque dovuto allo scioglimento progressivo dei ghiacciai, stimato tra lo 0.1 e lo 0.85 metri entro il 2100, ma aggiunge che tale previsione non considera l'ipotetico scioglimento della fascia occidentale ghiacciate dell'Antartide.La verità nascostaAl Gore è polemico anche con i media che spesso, anzi spessissimo, credono che sia possibile cambiare la realtà e guidare l'opinione pubblica, piuttosto che avere l'obiettivo di rivelare la verità.Egli mostra come tutti gli articoli scientifici concordino che sia in atto un cambiamento climatico, solo lo 0% è di opinione diversa, mentre se questa percentuale si rivolge ai media appare come il 53% dei media mostrino che niente sta cambiando e che i fenomeni attuali sono solo occasionali.Questa è la verità negata e nascosta da quei media pilotati dalle lobbies e dalla politica che non fanno che creare confusione.PromozioneIl film è stato pubblicizzato con frasi come "A global warning" (Un avvertimento globale) , "We're all on thin ice" (Siamo tutti in uno sottile strato di ghiaccio), "By far the most terrifying film you will ever see" (Di gran lunga il più terrificante film che vedrai), and "The scariest film this summer is one where you are the villain and the hero" (Questa estate il film più spaventoso è uno in cui tu sei sia il cattivo che l'eroe).NoteIl dipartimento dell'istruzione Britannica ha deciso che ogni scuola del Regno Unito riceverà una copia del film. Il film fara parte di un progetto più ampio atto a svecchiare i libri di testo Britannici e a renderli più in linea con le moderne teorie scientifiche sull'inquinamento e d'effetto serra.

17 Farmaci da banco venduti in oltre 1.000 corner italiani "fuori farmacia”. - Nuovo test per identificare la presenza di batteri nei cibi e negli ospedali. - Bocciate le liste d'attesa e i medici maleducati.

Farmaci da banco: venduti in oltre 1.000 corner italiani "fuori farmacia"Farmaci senza obbligo di ricetta venduti, nel nostro Paese, in oltre mille punti commerciali 'alternativi' alle farmacie: ipermercati, supermercati ma soprattutto esercizi di vicinato. Con un notevole vantaggio economico per i consumatori, cioè uno sconto medio sui prezzi compreso fra il 20% e il 25%. A rendere noti i numeri del 'post-legge Bersani' in Italia sulla vendita dei medicinali Sop e Otc 'fuori canale', introdotta con il primo pacchetto di liberalizzazioni nel 2006, è stato il vicesegretario generale di Cittadinanzattiva, Giustino Trincia, a Roma nel corso della presentazione del progetto 'Più concorrenza, più diritti' organizzato da sei associazioni di consumatori (Assoutenti, Confconsumatori, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino, Unione nazionale consumatori e appunto Cittadinanzattiva). Il numero di esercizi con un 'corner' dedicato alla vendita dei farmaci da banco è cresciuto, dunque, in questi ultimi quattro mesi. Al 31 dicembre 2006, secondo il ministero della Salute, erano infatti 600 i punti vendita: 507 gli esercizi di vicinato e 93 le strutture medie e grandi come gli ipermercati. Prima in classifica la Lombardia con 54 nuovi punti vendita, mentre Trentino e Valle d'Aosta ultimi con due soli esercizi.Sanità, sindacati in corteo contro Formigonila Repubblica Milano - 22 marzo 2007 - CGIL, CISL e UIL della Lombardia scenderanno in piazza il 12 aprile per manifestare contro la politica sociale e sanitaria di Roberto Formigoni. La protesta riguarda i ticket, la riforma del servizio emergenza-urgenza e l'aumento delle rette nelle case di riposo.Formigoni: vaccino gratuito volevano truffarciCorriere della Sera Milano - 22 marzo 2007 - E' stata ufficialmente confermata l'esistenza di un provvedimento 'taroccato', diffuso tra fine febbraio ed inizio marzo, a firma della giunta della Lombardia. Il falso documento prevedeva la gratuità del vaccino contro la meningite. Sulla vicenda è intervenuto il Governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni: 'qualcuno ha costruito un falso giocando contro la Regione e contro i cittadini'. Il neo Assessore alla Sanità Luciano

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Bresciani dichiara: 'non è basata sull'evidenza l'efficacia di questo vaccino. Pertanto innanzi a una non certezza non possiamo far correre un rischio ai nostri cittadini'. A parlare di finta delibera nel forum di Pediatria online è stata FIMP, Federazione dei Medici Pediatri, che ha ricevuto il provvedimento con un fax dalla sezione commerciale di Wyeth Lederle, azienda produttrice del vaccino. Adesso partono le indagini.Nuovo test per identificare la presenza di batteri nei cibi e negli ospedaliThe Financial Times online - 21 marzo 2007 - Il National Center for Toxicological Research in Arkansas, afferente a FDA, ha sviluppato un nuovo test rapido e a basso costo per determinare la presenza di salmonella e listeria nei cibi. La stessa applicazione verrà sviluppata per identificare i batteri antibiotico-resistenti in ambiente ospedaliero. Col nome commerciale di 'Rapid B test', il dispositivo verrà commercializzato dall'azienda Litmus. Secondo il Center for Disease Control americano, i cibi contaminati provocano negli USA 76 milioni di casi di malattia ogni anno, per un costo, stimato dal Dipartimento dell'Agricoltura, di circa 37 mld di dollari.Davide batte Golia 1 a 0La multinazionale GlaxoSmithKline (Gsk), che produce il succo di ribes nero Ribena, e' stata condannata in Nuova Zelanda a una multa pari a 115 mila euro per aver ingannato il pubblico sul contenuto di vitamina C nella bevanda. La pubblicita' ingannevole e' stata scoperta da due alunne delle medie che, nel 2004, avevano analizzato il contenuto di vitamina C come esercitazione scolastica. Da anni Ribena e' venduta in Nuova Zelanda e in Australia come bevanda salutare, soprattutto per i bambini, proprio per il suo presunto contenuto di vitamina C, ritenuto superiore al succo d'arancia, quantificato in 7 milligrammi per 100 millilitri. Ma le due dolci studentesse hanno scoperto che di vitamina C non ce n'era proprio per niente e hanno denunciato la Glaxo per pubblicità ingannevole. Bocciate le liste d'attesa e i medici maleducati.Il Sole 24 Ore: pag. 39, Il Messaggero: pag. 10 - 18 aprile 2007 - Cittadinanzattiva-Tribunale dei Diritti del Malato ha presentato al Ministero della Salute la decima edizione di 'PitSalute', il rapporto che fotografa annualmente i problemi dei cittadini nei confronti dell'assistenza sanitaria. Il bilancio si basa su circa 20.000 segnalazioni, di cui il 40% riguarda malpractice, handicap e mobilità sanitaria. I dati indicano camici bianchi sempre più maleducati, cure dentarie sempre più care, intramoenia e liste d'attesa che gravano sugli italiani. Il Ministro della Salute ha annunciato la partenza, in tutte le Regioni, dei piani per tagliare le file agli sportelli.

18 Nord e sud uniti dalle truffe al SSN alle spalle della collettività. - In Sicilia tariffe sproporzionate riservate alle case di cura convenzionate di proprietà della mafia, in Lombardia una «sterminata congerie di truffe e falsi perpetrati ai danni dello Stato per conseguire rimborsi indebiti e spropositati» per un valore di 1 mln di euro… persino la sistemazione di un piercing alle orecchie travestito da lenimento di cicatrici «dolenti» al costo di 2.952 euro.

Milano 27.3.2007 - Sanità, nuovo scandalo. Il Pm: «Mancano i controlli». Maxitruffa della clinica privata San Carlo: otto arresti. L’inchiesta nasce dalla segnalazione di un medico.La «clamorosa latitanza» e «totale inidoneità dei Nuclei operativi di controllo (i Noc istituiti nelle Asl) di scoprire e impedire» una «sterminata congerie di truffe e falsi perpetrati ai danni dello Stato per conseguire rimborsi indebiti e spropositati» dal Servizio sanitario: più ancora degli 8 arresti per associazione per delinquere, truffa e falsi, ordinati ieri dal gip Luigi Varanelli a carico di titolari (Maria Luisa Sassaroli con i figli Grazia e Alberto Ciardo), amministratori (Alberto Palmesi, Carlo Schwarz e Alberto Fantini) e medici (Carlo Maria Zampori e Gianluca Campigli) della casa di cura privata San Carlo gestita dalla «Eukos spa» in via Pier Lombardo, è il fallimento dei controlli l’imputato numero uno nell’inchiesta del pm Tiziana Siciliano. Un’indagine sulla prassi di «operazioni banalissime» ma eseguite «non in ambulatorio in pochi minuti, bensì in ricovero in modo da farne lievitare artatamente i rimborsi» codificati.Almeno un milione di euro truffati, stando alle cartelle cliniche esaminate in un solo reparto dai carabinieri del Nas guidati dal tenente Giovanni Jacobazzi. Asportazioni di lipomi costate allo Stato 265 mila euro nel 2001/2005 anziché i 7.300 equi; asportazioni di cisti da 13.700 euro e invece pagati dal pubblico al privato 495 mila; persino la sistemazione di un piercing alle orecchie travestito da lenimento di cicatrici «dolenti» al costo di 2.952 euro. Fino al paradosso di «operazioni di chirurgia plastica al seno» fatte a spese dello Stato facendole passare come interventi di riduzione del seno in donne talmente prosperose da accusare lombalgie: «Mastoplastiche per risollevare seni cadenti» è al contrario la realtà per il gip, che ironizza: «Ora non si vuol certo negare che avere un bel seno sia un desiderio legittimo per ogni donna, ciò che si vuole negare è che le affaticate casse del servizio sanitario nazionale possano permettersi di pagarlo». A innescare l’inchiesta è stato «un medico della casa di cura che si era visto scavalcare nel ruolo di primario da un collega più giovane», a suo dire perché, «avendo nel 2003 accidentalmente notato irregolarità nei ricoveri rispetto alla patologia indicata», aveva «informato» l’azienda, ma era stato «sollevato dall’incarico e sostituito» proprio dal collega più disinvolto.Rafforzata dall’esito delle prime intercettazioni, la segnalazione induce il pm ad affidare a tre funzionari della Direzione generale di Sanità della Regione una consulenza a campione sui rimborsi. Ed è così che subito risaltano, ad esempio, le cisti tolte a 1.377 euro in ricovero anziché a 28 in ambulatorio. Scrive il pm: «Ma se la commissione di illeciti era talmente eclatante che è bastata una semplice occhiata a un gruppo di cartelle a campione perché i funzionari della Regione si accorgessero dell’inghippo, come è stato possibile che i Noc nel corso degli anni non abbiamo mai rilevato nulla di sanzionabile o da riferire all’autorità giudiziaria?». Una possibile risposta, per il pm, sta nelle intercettazioni dei Nas del tenente Giovanni Jacobazzi che, per l’accusa, colgono la responsabile del Noc dell’Asl Città di Milano, Paola Navone, ora

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indagata per favoreggiamento, mentre «intima ai sottoposti di non offrire collaborazione ai carabinieri che svolgevano le indagini». Ma un’altra potrebbe arrivare dall’interpretazione di cosa il 28 gennaio 2006 temesse uno degli arrestati: «I Nas capirebbero subito che vengono pagate le "mazzette" agli ortopedici». di Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella

19 In breve dal mondo.EGITTO / L'inquinamento dai richiami del muezzinPiu' volte al giorno, il muezzin, o il mezzo acustico che ne fa le veci, chiama i fedeli all'"Adhan", la preghiera islamica. Al Cairo, metropoli da 18 milioni di abitanti, ci sono 4.700 moschee statali e 2.500 luoghi di culto privati da cui partono questi richiami. Iniziano la mattina e proseguono fino a notte fonda, provocando un inquinamento acustico pesante. L'amministrazione ha percio' deciso d'intervenire unificando i richiami.GERMANIA / Dopo gli Usa le api spariscono anche in GermaniaPrima in Usa, ora la sparizione delle api crea allarme anche in Germania. E se qualcuno ne aveva parlato gia' nel 2005, torna attuale la frase attribuita ad A.Einstein: "Se l'ape sparisce dalla Terra, all'uomo rimangono solo quattro anni di vita. Senza api non c'e' impollinazione, quindi niente piante, niente animali, niente uomini." La causa? Le ipotesi spaziano dalle colture transgeniche alle monocolture a una sorta di Aids.U.E. / Per il 44% la vita è peggiore da quando c'è l'UeSecondo un sondaggio realizzato da FT/Harris e condotto in 5 Paesi europei, il 44% degli intervistati ritiene che la vita sia peggiorata da quando e' stata costituita l'Unione europea. Mentre solo il 25% ha detto che la vita nel propria Paese e' migliorata. L'indagine e' stata realizzata in Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia e Spagna.G.BRETAGNA / L'alcool e il tabacco fanno piu' male delle droghe illegaliSecondo una recente classificazione sulle nuove droghe (Misuse of Drugs Act) realizzata dai ricercatori dell'Universita' di Bristol, l'alcol e il tabacco sono molto piu' dannosi alla salute delle persone rispetto alle droghe illegali come l'ecstasy e la cannabis. L'acol e' risultato leggermente meno dannoso delle droghe di Classe A come l'eroina e la cocaina. Lo studio e' stato pubblicato su Lancet.MEXICO / Tutti in bici nella capitaleDa lunedi' prossimo, e tutti i primi lunedi' del mese, i funzionari della capitale messicana dovranno usare la bicicletta per recarsi al lavoro. Lo ha deciso il sindaco, M.Ebrard, che dara' l'esempio, deciso ad imporre l'uso della bici in una metropoli soffocata ormai dalle auto. Esonerati solo gli addetti alla raccolta dei rifiuti e ai servizi sanitari d'urgenza.USA / San Francisco: al bando i sacchetti di plasticaSan Francisco sara' la prima citta' Usa a bandire i sacchetti di plastica dai supermercati e dalla grande distribuzione alimentare. Il Consiglio comunale della metropoli californiana ha infatti votato il relativo divieto il 27 marzo. Se l'anno scorso i negozi hanno distribuito gratis 180 milioni di buste di plastica, d'ora in poi saranno ammessi solo sacchetti di carta, di stoffa o d'altro materiale biodegradabile.USA / La miglior bevanda è l'acquaNel 2006 un gruppo di esperti ha pubblicato le linee guida delle migliori e piu' salutari bevande (Beverage Guidance System) con lo scopo di far smettere le persone di bere bevande con molte calorie che possono danneggiare la salute. Al top della classica e' risultata l'acqua, benefica, nessuna caloria, nessun rischio.

20 Cassazione: il MMG paga se la prescrizione non rispetta la legge. - Valorizzare ruolo infermieri in cure territorio.

Cassazione: il MMG paga se la prescrizione non rispetta la legge.Da Il Sole 24 Ore Sanità del 3/9 aprile. Se la prescrizione non rispetta la legge, il medico di famiglia deve pagare i farmaci indicati di tasca propria. Perché il rimborso è la giusta «penale» a suo carico. Così ha stabilito la sezione Lavoro della Cassazione (sentenza n. 4309 del 26 febbraio), respingendo il ricorso di un dottore che si era visto chiedere dalla Asl la restituzione di 2.500 euro circa, pari al costo dei farmaci «indebitamente» prescritti.Valorizzare ruolo infermieri in cure territorio.E' necessario valorizzare il ruolo dell'infermiere nelle cure territoriali. Ne è convinto Amedeo Bianco, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), intervenuto alla tavola rotonda su "La professione e la società" organizzata nell'ambito della prima conferenza nazionale della Ipasvi (Infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d'infanzia). "La sanità - ha detto infatti Bianco - è una grande impresa cooperativa dove il risultato è determinato dalla bontà di tante competenze e professionalità". Per il presidente della Fnomceo la figura degli infermieri ha potenzialità che non sono ancora emerse. "Credo che a questi professionisti - ha precisato - vada dato un vero ruolo nelle cure territoriali perchè al momento è molto modesto. Non c'è dubbio che l'assistenza infermieristica debba ricevere maggiore impulso se si vuole valorizzare le cure primarie". Bianco esclude la possibilità di una sovrapposizione di competenze con i medici di famiglia, oggi principali attori dell'assistenza territoriale. "Non è possibile una sovrapposizione, e non per un discorso corporativo ma perchè l'oggetto delle competenze è un altro: al medico tocca la diagnosi, la prescrizione delle terapie e la cura, all'infermiere l'assistenza. Ci sono indubbiamente aree in cui la cooperazione può essere forte, come ad esempio la promozione e l'educazione alla salute ma in questo la collaborazione è un valore non certo un ostacolo".

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21 In breve dal mondo 2SPAGNA / Nuova identita' per i transessuali senza operazione chirurgicaI transessuali potranno modificare i dati di nome e sesso sui propri documenti d'identita' senza sottoporsi ad intervento chirurgico e senza alcuna prassi giudiziaria. La possibilita' scatta il 17 marzo, con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale della Legge d'identita' di genere, che e' stata ratificata dal Parlamento spagnolo il primo marzo scorso. Con l'obiettivo di dare copertura e sicurezza giuridica ai transessuali.ITALIA / Nei parcheggi solo la firma esime il gestore da responsabilita' per furti e danneggiamentiCon la sentenza 5837/07 la Cassazione ha stabilito che un'auto parcheggiata in un luogo privato e' sotto la totale responsabilita' del parcheggiatore anche se ci sono cartelli che lo esimono. Solo se l'automobilista firma una specifica liberatoria la responsabilita' non sara' piu' del parcheggiatore.ITALIA / I figli naturali e legittimi hanno gli stessi dirittiIl Consiglio dei ministri ha dato via libera al disegno di legge che equipara i diritti dei figli nati nel matrimonio a quelli nati fuori del matrimonio stesso. Lo ha annunciato con soddisfazione il ministro per la Famiglia Rosi Bindi. Zii, nonni ed eredita' saranno uguali per tutti i figli.U.E. / Infrazioni stradali: si pagheranno le multe prese all'esteroFinora, chi commetteva un'infrazione al codice stradale in un Paese Ue diverso dal proprio la passava liscia, a meno che non venisse colto sul fatto. Ma il 22 marzo scatta una norma comunitaria che rende transfrontaliere le multe. Magari ci vorra' del tempo per la sua messa in pratica, comunque l'iter e' questo: l'autorita' nazionale si rivolge al "reo", e se questi non paga viene attivato l'organo competente dello Stato di residenza.POLONIA / L'Ue minaccia sanzioni se verra' approvata la legge che vieta i professori gayLa Commissione Europea procedera' contro il Governo polacco se questi approvera' il disegno di legge che vorrebbe impedire l'insegnamento ai docenti dichiaratamente omosessuali. Lo ha annunciato il portavoce di Giustizia e Sicurezza dell'esecutivo comunitario, F.Roscam. "Verificheremo la compatibilita' della legge con la normativa europea". In concreto: la legge dovra' adeguarsi alla Direttiva 2000/76 contro la discriminazione.GERMANIA / I mariti possono picchiare le mogli, basta che seguano la legge coranica...Si discute del caso di un magistrato cui e' stato sottratto un processo per errata applicazione della legge. I fatti: il giudice (donna) doveva decidere in merito all'istanza di divorzio presentata da una giovane per le continue violenze fisiche subite dal marito. I coniugi sono marocchini, e la giudice ha ritenuto di non dover concedere il divorzio in quanto la legge coranica ammette il trattamento "ruvido" dei mariti.G.BRETAGNA / Gli omosessuali possono avere minori in affidamentoLe agenzie cristiane che s'occupano di adozioni di bambini non potranno piu' rifiutare d'assegnare minori ad omosessuali. Merito del voto positivo della Camera dei Lord alla proposta del Governo Blair (168 Si', 122 No). La Legge d'Uguaglianza, che entra in vigore in aprile, proibisce infatti la discriminazione per motivi d'"orientamento sessuale", sia in attivita' riguardanti servizi e beni d'ogni tipo sia nella funzione pubblica.

22 Il nuovo testo del giuramento professionale dei medici. - Il rispetto della vita e della dignità del malato, la perizia e la diligenza nell'esercizio della professione: questi solo alcuni dei doveri che ogni medico deve rispettare.

Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;di promuovere l?alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l?arte medica;di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;di mettere le mie conoscenze a disposizione del  progresso della medicina;di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano  ledere il decoro e la dignità della professione;di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza  su tutto ciò che mi è? confidato, che vedo o che ho veduto,

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inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione. Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento rifuggendo da ogni indebito condizionamento;di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario;di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di una persona;di astenermi da ogni accanimento diagnostico e terapeutico;di promuovere l?alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca informazione, nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l?arte medica;di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana contro i quali, nel rispetto della vita e della persona, non utilizzerò mai le mie conoscenze;di mettere le mie conoscenze a disposizione del  progresso della medicina;di affidare la mia reputazione professionale esclusivamente alla mia competenza e alle mie doti morali;di evitare, anche al di fuori dell'esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano  ledere il decoro e la dignità della professione;di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;di rispettare e facilitare il diritto alla libera scelta del medico;di prestare assistenza d'urgenza a chi ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell'autorità competente;di osservare il segreto professionale e di tutelare la riservatezza  su tutto ciò che mi è? confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell'esercizio della mia professione o in ragione del mio stato;di prestare, in scienza e coscienza, la mia opera, con diligenza, perizia e prudenza e secondo equità, osservando le norme deontologiche che regolano l'esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione.

23 La rivisitazione della medicina del territorio e dell’educazione medica continua - Assistenza domiciliare h24 e un coordinatore ogni 20 generalisti. Obbligo di assistenza 24 ore su 24 a domicilio e obbligo di aggregazione dei medici di famiglia nelle Unità di medicina generale (Umg), strutture organizzative elementari cui sarà d’ora in poi affidata l’erogazione delle cure primarie.

3.4.2007 (Corriere medico) - Sono i contenuti rivoluzionari del documento di Ammodernamento del Ssn elaborato e reso noto dal ministero della Salute e ora al vaglio delle regioni, che a loro volta lo dovranno girare ai sindacati medici e alle altre professioni. Oltre che i criteri per il governo clinico in ospedale e per la sicurezza dei pazienti, la bozza annunciata dal ministro Livia Turco contiene la rivisitazione della medicina del territorio e dell’educazione medica continua (Ecm). Ufficialmente il documento è riservato ma Corriere Medico può anticiparne i contenuti. In particolare, l’articolo 18 (“Unità di assistenza primaria”) istituisce: ·         le Unità di medicina generale (Umg), dove afferiscono obbligatoriamente tutti i medici di medicina generale, gli specialisti ambulatoriali, i medici di continuità assistenziale; ·         le Unità di pediatria dove confluirebbero pure pediatri di libera scelta, inclusi quelli privi di incarico, per guarnire il servizio. Le Umg – che ricordano da vicino la proposta del sindacato Fimmg di Rifondazione della medicina generale – si articolano a livello distrettuale e di àmbito territoriale. I generalisti componenti (una ventina) dovranno garantire a turno l’apertura degli studi 12 ore al giorno a rotazione. Ma soprattutto dovranno garantire la continuità assistenziale H24 a domicilio (sabati e domeniche inclusi) sempre a rotazione. Si suppone in questa fase del dibattito che, a seconda delle situazioni, anche il medico di assistenza primaria possa essere coinvolto nei turni di notte. Per le guardie notturne i pediatri di libera scelta potranno appoggiarsi alle Umg; poiché sono pochi, è previsto che nei loro studi lavorino anche gli specializzandi al 4° e 5° anno per fare attività “tutorata”. Gli specialisti ambulatoriali saranno organizzati in modo da assicurare un’adeguata prevenzione nella stessa sede delle Umg e concorreranno a erogare le prestazioni specialistiche richieste dai colleghi generalisti. Per ogni Umg (e per ogni unità di pediatria) ci sarà un coordinatore eletto per due anni dai medici componenti e rieleggibile per un altro biennio, che dovrà organizzare l’intera turnazione mettendo d’accordo i colleghi, e avrà anche funzione di tutoraggio del cittadino nei confronti del sistema; inoltre curerà i rapporti con l’ospedale e con le strutture di diagnosi, cura, riabilitazione. Il coordinatore – che, data l’ampiezza e la gravosità dei compiti a lui affidati, presumibilmente lascerà lo studio con garanzia di riprendersi le sue scelte alla scadenza del mandato – sarà una nuova figura di dirigente Ssn, espressa dalla

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categoria dei medici di famiglia; sarà reperibile nella sede pubblica durante l’orario di ufficio “ambulatoriale” dell’Umg. In altre parole, ogni sede di Umg sarà ubicata nelle Case della salute o in altra sede distrettuale dove si attua l’assistenza territoriale. Non sarà però obbligatorio per tutti i medici dell’Umg ruotare nella casa della salute (è stato ribadito nella recente conferenza sulle case). Nel forum sul numero scorso di Corriere Medico, la Fimmg aveva espresso, oltre che il rifiuto di un ipotetico passaggio a dipendenza (di cui però la bozza ministeriale non parla), riserve sull’utilità di conferire tutti i generalisti in strutture – le Case della salute – pensate principalmente per assistere i cittadini fragili e non per tutti gli utenti Ssn. Gli aspetti citati sono una piccola parte della bozza e saranno arricchiti dal contributo delle regioni; queste, oltre a curare gli aspetti retributivi, dovranno disciplinare nell’accordo nazionale la partecipazione dei medici di famiglia a due nuovi organismi di governo clinico dell’Asl: il consiglio delle professioni sanitarie e il collegio di direzione strategica. Ci sarà in ogni Asl un dipartimento di cure primarie articolato nei vari distretti Asl. Infine la formazione specifica post-laurea: resta affidata a regioni e province autonome e cesserà l’attuale doppio canale d’accesso (stop quindi alla possibilità di provenire dalle specialità extraarea), ma è sin d’ora coordinata dal ministero della Salute in modo da assicurare una disciplina omogenea con criteri uniformi per tutto il territorio nazionale. Sull’educazione medica continua (Ecm) molto è affidato al dibattito previsto a giugno, tra governo e regioni, in merito alla ripartizione delle competenze rispettive. Il documento però affida un ruolo chiave all’Agenzia dei servizi sanitari regionali che potrà redigere piani di formazione per il personale Ssn.

24 Ministero Salute: si a cannabis per terapia dolore - Farmaco alla cannabis gratis in Alto Adige - Cosa si nasconde dietro la Chiquita. - Cannabis: perchè ora fa più paura - Truffe alle ASL: in carcere il titolare di una clinica - Arresti nella ASL di Locri

Ministero Salute: si a cannabis per terapia doloreLa cannabis e i suoi derivati saranno utilizzati come adiuvanti nella terapia del dolore, anche al fine di contenere i dosaggi dei farmaci oppiacei. Lo prevede il decreto del ministero della salute pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di sabato scorso che, di fatto, sentito il consiglio superiore di sanita' e ottenuto l'ok dal ministero della solidarieta' sociale, ha inserito nella tabella II, il delta-9-tetraidrocannabinolo e il trans-delta-9-tetraidrocannabinolo, due derivati della cannnabis. Inoltre, le due sostanze si sono rivelate efficaci nel trattamento di patologie neurodegenerative quali la sclerosi multipla. I due derivati non sono in commercio, pero', in Italia. Cio' pone le basi normative per rendere possibile l'immissione nel mercato italiano di tali medicinali. Attualmente, infatti, non e' possibile utilizzare queste sostanze e i medici che intendono sottoporre il paziente a tale trattamento contro il dolore sono costretti a importarli, attraverso complicati meccanismi, dall'estero.Farmaco alla cannabis gratis in Alto AdigeLa cannabis in Italia si sta gia' sperimentando come antidolorifico, nei casi di sclerosi multipla, per ridurre la spasticita' muscolare. Ma non e' mai stato approvato per la commercializzazione. Il Sativex, un farmaco, che contiene come principio un cannabinoide sintetico, viene a costare circa 480 euro al mese, che pero' lo Stato non rimborsa. Adesso il servizio sanitario pubblico dell'Alto Adige fornira' gratis il Sativex. Messaggio promozionale: consumate di più per pagare paramilitariLa Chiquita invita i suoi affezionati clienti ad aumentare il consumo di banane. L'azienda deve infatti pagare 25 milioni di dollari di ammenda per aver arruolato squadroni di paramilitari dell'estrema destra in Colombia. La multinazionale ha chiesto un patteggiamento, ammettendo che fra il 1997 e il 2004, per garantire protezione ai propri impiegati, ha versato a questi squadroni della morte almeno 1,7 milioni di dollari.Nonostante ciò che si legge in un dossier del Dipartimento di giustizia americano: "Attorno al settembre del 2000, i dirigenti di 'Chiquita' sapevano che l'azienda effettuava pagamenti alle Auc e che le Auc erano un'organizzazione paramilitare violenta", erano certi che si trattasse di un gruppo di boy scout... - misna.orgCannabis: perchè ora fa più paura Quella che circola oggi è fino a 20-25 volte più concentrata rispetto al passato. E nuovi studi svelano pesanti effetti sul cervello Favorisce anche il passaggio all'uso di cocaina.La cannabis che circola oggi è fino a 20-25 volte più concentrata rispetto anche al recente passato. E nuovi studi chiariscono gli effetti pesantissimi sul cervello dei soggetti giovani, in particolare sul cervelletto. A risentirne, in particolare, è la motivazione. E' stato scoperto inoltre che questa droga può scatenare la schizofrenia in soggetti predisposti e che, a causa dell'azione sugli medesimi recettori cerebrali, può favorire il passaggio al consumo di cocaina. Truffe alle ASL: in carcere il titolare di una clinicaIl Messaggero Roma - 4 aprile 2007 - Continuano le inchieste sulla Sanità del Lazio. Sono scattati altri arresti con accuse di peculato e corruzione. Oltre 18 mld di lire pagati dalla ASL Rm B alla casa di cura Villa Fulvia per prestazioni inesistenti ed una tangente da 250 mln di lire. In manette sono finiti il responsabile dell'Ufficio Legale della ASL Francesco Dell'Orso ed il proprietario della clinica Massimiliano Zucchi.Arresti nella ASL di Locrila Repubblica - Corriere della Sera 4 aprile 2007 - Con l'accusa di associazione a delinquere, corruzione e frode in pubbliche forniture sono finiti in carcere l'ex Direttore Amministrativo della ASL di Locri Maurizio Marchese, l'Amministratore della società Attimed Angelo Turano e l'Amministratore di Ti.Medical Filippo Turano.

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25 Sesso: per 4 milioni italiani dura meno di 3 minuti.Quando il sesso e' 'mordi e fuggi', perche i suoi tempi si riducono inesorabilmente ad una manciata di secondi, piu che un piacere puo diventare un vero e proprio incubo . E cosi per oltre 4 milioni di italiani che soffrono di eiaculazione precoce con rapporti che non superano i 3 minuti: un disturbo in aumento soprattutto tra i giovani, che oggi contattano l urologo sempre prima e sempre piu frequentemente. Due le richieste principali: prolungare in tempi dell amore e ed avere un organo sessuale migliore , che vuol dire sottoporsi ad un intervento chirurgico per l allungamento del pene.Sempre piu fragili, ansiosi, preoccupati di non essere 'all'altezza': e' questo l'identikit del giovane di oggi, tra i 18 e i 30 anni, alle prese, suo malgrado, con una vita sessuale che spesso assume i connotati di una vera e propria attivita agonistica . E gli esperti,riuniti a Berlino per il congresso annuale della Societa europea di urologia, si dicono seriamente preoccupati del fenomeno. Cronometro alla mano, infatti, per molti giovani, avvertono, il sesso si riduce ad una prova di resistenza e ad una questione di misure . Nulla di piu sbagliato poiche , il piu delle volte, i parametri presi come riferimento sono del tutto fuorvianti. E la colpa, denuncia il presidente della Societa italiana di urologia Vincenzo Mirone, e dei falsi miti che la societa foraggia quotidianamente .Insomma, la situazione deve spingere a riflettere poiche i numeri parlano chiaro: Sono oltre 20.000- afferma Mirone i giovani che ogni anno chiedono allo specialista di potersi sottoporre ad un intervento per l allungamento del pene. Ma il problema e che, nel 90% dei casi, si tratta di richieste immotivate . La ragione? Normalmente spiega Mirone un pene in erezione misura tra i 9 e i 18 centimetri, ma i ragazzi che vengono nei nostri studi si sentono handicappati se il proprio organo misura, ad esempio, 12 centimetri. Sono convinti di avere un problema serio e, condizionati da quello che e invece un non-problema, finiscono per non riuscire piu ad avere una vita sessuale soddisfacente . Che fare in questi casi? lo specialista deve rifiutare l intervento risponde Mirone perche non necessario, dal momento che si ricorre alla chirurgia solo nel caso in cui le dimensioni in erezione siano inferiori a 9 centimetri . Il punto, pero , e anche un altro: se il messaggio che passa e , infatti, quello dell uomo, instancabile e super-dotato, e se tale messaggio non e controbilanciato da una corretta educazione sessuale, rilevano gli specialisti, sara difficile contrastare questa concezione deviata del sesso tra i ragazzi. Ma se le dimensioni dell organo sessuale rappresentano il piu delle volte un falso problema, non e cosi per le altre due patologie in aumento: eiaculazione precoce e infertilita. Secondo le stime, rileva Mirone, sono oltre 4 milioni gli italiani che soffrono di eiaculazione precoce nella fascia di eta 18-30 anni, a fronte di 3 milioni colpiti da disfunzione erettile. Il rapporto non dura cioe piu di 3 minuti, contro gli 8-10 minuti di durata media, e questo crea gravi ripercussioni sulla coppia . La causa e' quasi sempre di origine psicologica: Si pretende troppo e questo non fa che accrescere l ansia da prestazione, innescando meccanismi che degenerano nella eiaculazione precoce . Ed e in aumento anche l infetilita : in Italia colpisce 1 coppia su 5 (il 15% di quelle in eta fertile) e si prevede che bel 2015 la proporzione arrivera' a 1 su tre.Sulla scorta di questi dati allarmanti, arriva dunque, da Berlino, l appello degli urologi: prima ancora che curare, e importante fare una corretta informazione sessuale gia a partire dalle scuole medie inferiori.

26 La crisi del sistema sanitario.Il sistema sanitario Usa è basato su un complesso di assicurazioni private molto differenziate per costi, tipologie di servizi e prestazioni, compartecipazione alla spesa e modalità di accesso. Per porre un limite all’aumento dei costi, il sistema ha subito negli anni importanti modificazioni, che hanno determinato forti conseguenze su accessibilità e qualità dei servizi. Vi sono però anche organizzazioni che, pur essendo private, operano sulla base di principi universalistici, con una visione etica della tutela della salute e la ricerca continua della qualità. Tra queste organizzazioni un posto di rilievo ricopre la Hmo “Kaiser permanente” della California, un’organizzazione non profit che rifiuta i meccanismi di selezione dei pazienti ed offre ai propri assicurati un livello di cure tecnologicamente molto avanzato ed una serie di servizi territoriali fortemente integrati tra cure primarie e secondarie, con grande attenzione ai temi della prevenzione. Lo strumento operativo è rappresentato dai piani di salute, comprendenti un ventaglio di prestazioni sia ospedaliere sia ambulatoriali, erogate dai Permanente Medical Groups. Nel Kaiser i medici sono soci, partners o dipendenti dai medicals groups, a rapporto esclusivo. Studi comparativi hanno dimostrato un’assoluta superiorità del modello Kaiser, proprio per la forte integrazione tra cure primarie e secondarie, per outcomes di salute e di efficienza gestionale. Il Kaiser offre un alto livello di complessità assistenziale, garantito da strutture primarie (facilities) in cui operano mediamente dai 20 ai 40 medici, che sono inseriti in un sistema a rete con l’insieme delle altre strutture e hanno a disposizione laboratori, imaging e farmacie. Nelle Kaiser i tempi di attesa sono migliori, così come la facilità di accesso alle prestazioni, con un effetto straordinario sull’ottimizzazione nell’uso degli ospedali, con costi competitivi. Il modello Kaiser, che affida alle cure primarie la completa gestione della salute dei cittadini, realizza un’effettiva continuità terapeutica tra fase dell’acuzie e post-acuzie, attraverso uno stretto collegamento tra l’ospedale e le altre strutture sanitarie di tipo intermedio. Il problema dei sistemi sanitari maturi è quello di riequilibrare il rapporto tra cure primarie e secondarie, un nodo che è stato sempre trascurato in Italia, determinando un uso inappropriato della struttura ospedaliera, a causa di un’inadeguatezza del livello assistenziale territoriale. Il progetto di costituzione delle Unità territoriali di assistenza primaria (Utap), recentemente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni come una delle cinque priorità da perseguire in campo sanitario, non rappresenta una soluzione al problema delle cure primarie, trattandosi di una risposta minimalista al problema. Il punto centrale per operare un cambio di paradigma nel sistema delle cure primarie è quello di conferire al distretto una centralità che oggi non ha, configurandolo come una vera area-sistema, costruendo una rete integrata di servizi in cui si ricompongano tutte le funzioni della medicina

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territoriale: assistenza medica di base, specialistica ambulatoriale, extraospedaliera, assistenza domiciliare, assistenza extraospedaliera, residenziale e semiresidenziale, assistenza consultoriale, programmazione degli accessi agli ospedali di comunità,… La sede in cui è possibile garantire la piena continuità assistenziale è, ad avviso della Cgil, quella struttura polivalente che è stata definita “Casa della salute”. La costituzione di una rete distrettuale omogenea sul territorio e la creazione della Case della salute sono l’unica possibilità di un rilancio effettivo delle cure primarie. - Da "ASI" n.43, del 21 ottobre 2004

27 Che cos’è la Casa della salute. - La legge finanziaria per il 2007 ha stanziato 10 milioni di euro per finanziare la sperimentazione di una nuova struttura sanitaria extraospedaliera : la Casa della salute. Questa nasce per unire in un solo centro le prestazioni fornite dai medici di famiglia, dai pediatri, dagli specialisti ambulatoriali, dalla Guardia medica e dal complesso dei servizi sociosanitari per le tossicodipendenze, per la salute mentale, per l’ assistenza domiciliare, per attività di prevenzione, per i consultori, per le invalidità civili,ecc.

Si tratta di una “realtà sanitaria” polifunzionale, ideata per offrire ai cittadini una alternativa all’ ospedale, per tutte quelle prestazioni che possono essere eseguite in una dimensione assistenziale facilmente fruibile da parte dei pazienti che non necessitano di ricovero o di prestazioni di alta specialità.Idealmente e “romanticamente” la Casa della salute  deve costituire un pilastro del nostro sistema sanitario per una sanità sempre più vicina ai bisogni dei cittadini.La Casa della salute  sarà organizzata per aree, concentrando in un’ unica struttura tutti i servizi extraospedalieri. Essa diviene così il punto d’ incontro più prossimo tra il cittadino ed il sistema organizzato del servizio sanitario e dei servizi sociosanitari.L’ area del CUP ( Centro Unico di Prenotazione ), del segretariato sociale e del coordinamento con le Farmacie si occuperà di fornire informazioni ai cittadini e  di prenotare prestazioni sanitarie. In questa area è previsto un collegamento con la rete delle Farmacie pubbliche e/o  convenzionate per la messa in rete dei servizi d’ informazione, educazione sanitaria, piccola diagnostica, ausilio all’ assistenza domiciliare, ecc. offerti dalle Farmacie.L’ area dei servizi sanitari  comprenderà un servizio per le prestazioni urgenti, per i prelievi e per le donazioni di sangue. In essa è prevista, tra l’altro, la presenza di un presidio di soccorso mobile 118, dotato di personale medico a bordo, presente 24 ore su 24.L’ ambulatorio di prime cure e per piccole urgenze sarà aperto nelle ore diurne per piccoli interventi, che non necessitano di ricovero ospedaliero.L’ ambulatorio dei medici di Medicina Generale e dei pediatri di libera scelta servirà a quegli operatori che desiderano trovare nella Casa della salute un’area per i loro studi medici. La Casa della salute sarà sede del coordinamento per tutte le attività comuni di tutti i medici di famiglia, sia che operino all’interno sia che mantengano i loro studi al di fuori della nuova struttura. Le attività comuni sono identificabili nella raccolta di dati epidemiologici, definizione di programmi e protocolli terapeutici, forme di consulto, approfondimenti sui farmaci, educazione alla salute dei cittadini, formazione sui diversi problemi della professione medica.I medici di famiglia ed i pediatri che si rendono disponibili avranno ambulatori propri con sale di attesa, spazi per attività collegiali, servizi di segreteria, disponibilità di tecnologie diagnostiche, quali la telemedicina ed il teleconsulto, servizi d’ informazione collegati con il CUP, archivio informatizzato delle cartelle cliniche dei pazienti,ecc.Nell’ ambulatorio infermieristico, gli infermieri opereranno in stretta collaborazione con i medici di MG nei moduli operativi integrati.Sono previste degenze territoriali nell’ Ospedale di comunità con alcuni posti-letto nei quali possono venire ricoverate persone con malattie che difficilmente si possono curare a domicilio, ma che non richiedono neppure ricovero ospedaliero. La struttura disporrà di infermieri sulle 24 ore, con operatori sociosanitari, ed in essa l’ assistenza medica sarò garantita dai medici di famiglia e dagli specialisti all’ occorrenza.Vi saranno pure ambulatori specialistici  nonché l’ area delle tecnologie diagnostiche semplici ( radiografie, ecografie, mammografie, spirometrie, test da sforzo, ecodoppler) , utilizzate direttamente dai medici di famiglia e dagli specialisti o da tecnici di radiologia e da radiologi con orari di lavoro programmati.L’ area dei servizi sociosanitari comprenderà: un SERT per contrastare le tossicodipendenze e l’ alcolismo, un servizio  per la salute mentale, un Centro diurno nel quale vengono organizzate le attività di assistenza domiciliare integrata, un servizio di recupero e riabilitazione funzionale, la residenza sanitaria assistenziale, l’ assistenza domiciliare integrata, l’ area della prevenzione, il Consultorio familiare e l’ ambulatorio andrologico, la Commissione di valutazione delle invalidità civili e le Unità di valutazione delle persone anziane non autosufficienti.Infine l’ area dei servizi sociali  comprenderà gli uffici per il servizio sociale, per le attività amministrative, per le tecnologie informatiche. Il ministero della Salute afferma, al riguardo, che fino a quando i medici di MG resteranno “isolati” nei propri studi privati, non potranno giovarsi degli apporti che alla Medicjna giungono dalla ricerca biomedica, dalle innovazioni tecnologiche e dai sistemi di informatizzazione che consentono di stabilire in tempo reale rapporti di consulenza e di collaborazione a distanza con Centri diagnostici e di eccellenza. Il teleconsulto, la telediagnosi clinica, la teleassistenza ed il telemonitoraggio sono già oggi un sistema di conoscenze alla portata della medicina di base.

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28 Medici di famiglia sugli allori. Secondo l'Istat sono la figura in cui i cittadini hanno più fiducia. Strano ma vero: sottoposto al giudizio dei cittadini, il Servizio sanitario nazionale passa l'esame andando ben oltre la sufficienza. E ancora meglio fa il medico di medicina generale. Il lusinghiero risultato viene dai dati dell'indagine Istat "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", relativa al 2005 e realizzata su un campione di circa 60.000 famiglie italiane. Il ritratto del medico di famiglia tratteggiato dagli italiani è quello di un vero e proprio punto di riferimento: per quasi due terzi degli interpellati, infatti, il medico di medicina generale è la figura professionale nella quale si ripone maggiore fiducia, seguito dallo specialista privato (32 per cento) e dal medico ospedaliero (13 per cento). In virtù di questa fiducia, inoltre, quando si tratta di prendere decisioni importanti sulla propria salute il più delle volte gli italiani consultano proprio il medico di base. Questo accade soprattutto in Toscana, in Emilia Romagna e nelle Marche, mentre liguri, campani e siciliani sono più propensi a rivolgersi direttamente lo specialista privato. Secondo l'indagine, poi, gli assistiti che si accomodano più spesso nelle sale d'attesa dei medici di medicina generale sono anziani e persone con un basso livello di istruzione, mentre tra chi ha tra 35 e 44 anni, soprattutto se donne, c'è una maggiore tendenza a rivolgersi ai medici privati. Non c'è da stupirsi, poi, se il tempo che si trascorre in attesa sulle poltroncine degli ambulatori dei medici di base sembra sempre più lungo: dal 2000 al 2005, infatti, il numero di visite è cresciuto di oltre il 20 per cento. Per il 34 per cento del campione le prestazioni del Servizio sanitario nazionale valgono un voto compreso tra 7 e 10. Il livello maggiore di soddisfazione si registra nella provincia di Bolzano, in Valle d'Aosta, nella provincia di Trento e in Emilia Romagna. Il 17 per cento ha invece espresso un giudizio molto negativo, con voti inferiori a 4: i più scontenti si trovano al Sud, soprattutto in Calabria, Puglia e Sicilia. Il 28 per cento degli intervistati, infine, ha ravvisato un peggioramento della sanità italiana nei 12 mesi precedenti la rilevazione. L'elemento più curioso è che questo viene percepito non solo in regioni come la Calabria e la Puglia, dove l'insoddisfazione è già elevata, ma anche in Veneto e Friuli-Venezia Giulia, dove la situazione dovrebbe essere più rosea. di Elisa Buson - Tempo Medico n. 819 - 25 marzo 2007

29 Fotti & chiagni. Dobbiamo ringraziare il cavalier Bellachioma perché ogni giorno fa di tutto per convincere l’Unione che il suo conflitto d’interessi non è finito con la sua uscita da Palazzo Chigi, ma prosegue intatto anche all’opposizione. Se poi l’Unione continua a non capire (vedi ddl sul conflitto d’interessi, che nulla prevede per chi controlla aziende e non sta al governo), non è colpa sua. Cade il governo Prodi? Il titolo Mediaset schizza alle stelle e nelle tasche di Berlusconi entrano 50 milioni di euro. Poi Berlusconi parla alla Confcommercio e diffida il governo dall’approvare la legge Gentiloni, “altrimenti i fondi di investimento USA lasciano Mediaset”. Intanto scoppia Vallettopoli. E lui interpreta tutte le parti in commedia. Come editore di Mediaset, da lavoro alle agenzie di Mora e Corona che rimpinzano i programmi di veline e velini (ma anche di Fede). Come papà di Barbara, cede al ricatto di Corona e paga 20 mila euro per ritirare dal mercato le foto della ragazza, ritratta alticcia fuori dalla discoteca Hollywood con un giovanotto che non è il suo fidanzato. Come presidente del Milan, è responsabile del pagamento effettuato da Adriano Galliani (6 mila euro) per ritirare certe foto di Francesco Coco. Come padrone di Villa Certosa, invita Lele Mora col contorno di Costantini alle feste estive in Costa Smeralda. Come editore del Giornale, è corresponsabile della pubblicazione della notizia sull’incontro fra Sircana e un transessuale. Come capo dell’opposizione solidarizza con Sircana e urla all’ “imbarbarimento” della cronaca politico-giudiziaria. Come imputato in vari processi, invoca una legge che limiti le intercettazioni e la loro pubblicazione, almeno per i politici, almeno per lui. Come editore del Foglio e di Chi, da oggi farà soldi a palate facendo pubblicare le foto di Sircana e di Barbara, soldi che si aggiungeranno a quelli incassati per anni pubblicando telefonate e pettegolezzi a gogò (che poi gli scatti su Barbara siano solo quelli, innocentissimi, anticipati da Porta a Porta, non ci crede nessuno: altrimenti perché pagare?). Insomma è il solito eterno cavalier Chiagni e fotti, come lo chiamava Montanelli. Qualunque cosa accada, lui trova il modo per guadagnarci. Ora gli faranno pure la legge contro le intercettazioni, che ridurrà i poteri d’indagine dei pm e abolirà la cronaca giudiziaria. E non dovrà muovere un dito, perché ci penserà Mastella con tutta l’Unione, così nessuno potrà parlare di legge ad personam: fosse riuscito a farla lui, quando ci provò due anni fa, gli sarebbero saltati tutti addosso. Ora invece nessuno invocherà il conflitto d’interessi. Non è meraviglioso? In compenso, da Porta a Porta a Matrix, è ripreso più forsennato che pria il processo mediatico ai magistrati che indagano, senza che nessuno si sogni di chiedere il “contradditorio”: anzi, si occupano quotidianamente di Woodcock il Feltri e il Polito Margherito, entrambi condannati in tribunale per aver diffamato Woddcock. Intanto, a Milano, s’è tenuta l’udienza dinanzi al gip Clementina Forleo per far trascrivere 150 telefonate intercettate nel 2005 a Fazio & furbetti vari che parlavano con parlamentari: Berlusconi (con Fiorani e Gnutti), Grillo (con Fiorani e lady Fazio), Latorre (con Ricucci e Consorte), Fassino e D’Alema (con Consorte), ma anche Dell’Utri, Previti, l’Udc Taralli, il leghista Giorgetti, i forzisti Cicu e Cominciali. Per poterle utilizzare (anche solo a carico dei furbetti indagati), una legge demenziale del 2003 impone ai giudici di chiedere il permesso al Parlamento. Così quando le bobine arriveranno in Giunta per le autorizzazioni a procedere, la destra farà uscire quelle di sinistra, e viceversa. E i giornali le pubblicheranno: nemmeno il garante Pizzetti potrebbe negare il

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diritto di sapere se qualche politico scalava banche. Berlusconi, per esempio, era coinvolto sia nella scalata della Bpl ad Antonveneta (tramite Mediolanum), sia in quella di Ricucci a Rcs (tramite Rivolsi), sia in quella di Unipol a Bnl (tramite la Hopa di Gnutti, socia di fininvest e di Unipol). Se dovesse passare la legge Mastella, nemmeno una parola di quelle telefonate finirebbe sui giornali. Ma è ovvio che la legge la fanno per Totti e Aida Yespica. Ci mancherebbe. – Marco Travaglio

30 Previti nostro, che sei in Parlamento...Speravo che Bertinotti tra una comparsata da Fiorello e un viaggio sul monte Athos trovasse il tempo. O che i nostri dipendenti presi da un attacco di vomito lo cacciassero. Invece Previti, condannato per corruzione di magistrati, è ancora lì. Un cesso è un cesso, non si può cambiare la sua destinazione. Ma ogni tanto va pulito, disinfettato. Altrimenti, chi lo frequenta rischia di prendersi una brutta malattia infettiva: la tangentite, la corruttite, la previtite, la mastellite.Il Parlamento può sicuramente sopportare la presenza di Previti. E’ uno di loro. Ma io non posso. Non è un fatto personale. Previti è un signore di una certa età che ha passato la vita a proteggere lo psiconano nei tribunali. Un’attività a tempo pieno, di responsabilità. Di preoccupazioni. Ma il suo stipendio da parlamentare non lo voglio più pagare. Il sigaro se lo paghi da solo, non con le mie tasse.Previti è un simbolo. Il simbolo dell’impunità. Della legge uguale per i ricchi e diversa per tutti gli altri. Se Previti rimane lì, ogni altro parlamentare ne è responsabile. E dimostra che è peggio di lui. Si nascondono dietro le procedure, le priorità, gli accordi in commissione, la solidarietà di partito. Previti fa sicuramente una figura migliore con la sua spocchia, ostentata senza vergogna, di tutto il resto del Parlamento. Tutti insieme appassionatamente. Chi tocca Previti tocca ognuno di loro. Una proposta per il Presidente della Camera. Apra le sedute con un segno di pace e con una preghiera." Previti nostro, che sei in Parlamento,sia santificato il tuo cognome,venga il tuo regno,sia fatta la volontà del tuo mandantecome alla Camera così in Senato.Dacci oggila legge ad personam quotidiana,rimetti le nostre corruzionicome noi le rimettiamo ai nostri corruttori,e se ci induci in tentazione,salvaci con la prescrizione.Amen."http://www.beppegrillo.it/2007/05/previti_nostro.html

31 "Chi si sporca con corruzioni e tangenti non è vicino a Dio". Il nuovo papa finalmente dice qualcosa di condivisibile, ma Silvio prontamente dice: "è il primo di aprile e lo perdono!"

E' puro un cuore che non si macchia con menzogna e ipocrisia", ha detto Bendetto XVI durante l'omelia a piazza San Pietro dove circa 40 mila i fedeli, per lo più giovani, si sono riuniti per la domenica delle Palme Città del Vaticano, 1 apr. - (Adnkronos/Ign) - Non può stare vicino a Dio chi si sporca con corruzioni e tangenti. E' quanto ha detto questa mattina Benedetto XVI durante l'omelia pronunciata per la domenica delle Palme. ''Può stare nel luogo santo chi ha mani innocenti e cuore puro - ha detto il Papa - Mani innocenti sono mani che non vengono usate per atti di violenza, sono mani che non sono sporcate con la corruzioni e con tangenti. Cuore puro, quando il cuore è puro? E' puro un cuore che non si macchia con menzogna e ipocrisia, un cuore che rimane trasparente come acqua sorgiva perché non conosce doppiezza''.''E' puro un cuore che non si strania con l'ebbrezza del piacere - ha proseguito il Papa - un cuore il cui amore è vero e non è soltanto passione di un momento''. Ancora ha osservato il Papa: ''Mani innocenti e cuore puro: se noi camminiamo con Gesù, saliamo e troviamo le purificazioni che ci portano veramente a quell'altezza a cui l'uomo è destinato: l'amicizia con Dio stesso''.E alla menzogna così come alla violenza e all'odio ci si può opporre perché Gesù guida gli uomini e donne dandogli coraggio. ''Gesù porti uomini e donne di oggi -ha detto il Papa- a rinunciare alle comodità della propria vita e a mettersi totalmente a servizio dei sofferenti. Egli dia il coraggio a uomini e donne di opporsi alla violenza e alla menzogna, per far posto nel mondo alla verità e, nel segreto, induca uomini e donne a far del bene agli altri, a suscitare la riconciliazione dove c'era l'odio, a creare la pace dove regnava l'inimicizia". ''E' Cristo -ha detto il Pontefice- l'autorità alla quale ci sottomettiamo. Ci sottomettiamo a Lui, perché la sua autorità e' l'autorità della verità''. Ratzinger ha, dunque, voluto tracciare il modello di vita cristiana per gli uomini e le donne del nostro tempo. Un modello che oltretutto deve essere fondato sul rifiuto della carriera ad ogni costo, del guadagno come unico criterio di vita. Prendere invece sul serio la sequela di Cristo poiché "si tratta di un mutamento interiore dell'esistenza''. Seguire il suo cammino, secondo il Papa, "richiede che io mi doni liberamente a un Altro, per la verità, per l'amore, per Dio che, in Gesù Cristo, mi precede e mi indica la via''.Quindi Benedetto XVI è entrato nel merito: ''Si tratta della decisione fondamentale di non considerare più l'utilità e il guadagno, la carriera e il successo come scopo ultimo della mia vita, ma di riconoscere invece come criteri autentici la verità e l'amore''. ''Si tratta - ha aggiunto - della scelta tra il vivere solo per me stesso o il donarmi per la cosa più grande. E consideriamo bene che verità e amore non sono valori astratti; in Gesù Cristo essi sono divenuti persona. Seguendo Lui entro nel servizio della verità e dell'amore. Perdendomi mi ritrovo''.

32 L'attuale concezione delle droghe è arbitraria.E' questo il sunto di un nuovo studio sulle droghe, condotto dal professor David Nutt, psicofarmacologo dell'Universita' di Bristol e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet.

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Invece di classificare le droghe solo in base alla loro nocivita' sull'individuo, l'equipe di Nutt ha studiato anche il "fattore dipendenza" e soprattutto gli effetti sulla collettivita', o meglio la pericolosita' sociale di chi le assume.Il risultato, frutto di interviste con esperti di dipendenza da sostanze stupefacenti e ufficiali di Polizia, e' una classificazione delle droghe completamente diversa dalle altre, in cui ai primi posti, dopo eroina, cocaina e barbiturici, compare l'alcol (quarto posto) e il tabacco, nono posto. La cannabis e' all'undicesimo, l'LSD al 14.mo, l'ecstasy al 18.mo.Attenzione, questo non vuol dire che l'ecstasy faccia meno male dell'alcol, i dati si riferiscono alle conseguenze sociali dell'uso di queste sostanze. In pratica si tiene conto, per la prima volta, che in Gran Bretagna il tabacco e' causa (o quantomeno concausa) del 40% dei ricoveri ospedalieri mentre all'alcol viene attribuita oltre la meta' delle emergenze da pronto soccorso (dovute soprattutto alla violenza scatenata nell'immediato). L'abuso di alcol viene ad avere quindi un tasso di pericolosita' sociale di 2,2, su una scala da 0 a 3, ed e' secondo solo all'eroina. Il tabacco invece ha un altissimo tasso di dipendenza, terzo dopo cocaina ed eroina. The Lancet definisce la ricerca "un primo passo per una classificazione delle droghe basata sulle prove" e non piu' solo sul retaggio culturale e sui pregiudizi. - Corriere.it

33 OMS: il cambiamento climatico danneggia soprattutto la salute.

E' stato pubblicato nei giorni scorsi il Quarto Rapporto Tecnico dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). "Il Cambiamento Climatico 2007" fornisce uno stato dell'arte sul cambiamento climatico e attesta che l'impatto sulla salute umana ne è uno degli effetti più importanti. Da quasi un decennio l'Ufficio Regionale per l'Europa dell'OMS lavora per cercare di descrivere quanto la salute sia danneggiata dai cambiamenti ambientali globali e per fornire risposte di sanità pubblica. E' stata l'OMS Europa a coordinare il capitolo sulla salute del Rapporto dell'IPCC. Sei anni dopo l'ultima valutazione nel 2001, è emersa una nuova consapevolezza che non solo siamo preoccupati dalla previsione di morti e malattie derivanti dal cambiamento climatico, ma ne stiamo già vivendo gli effetti. Oggi sperimentiamo su scala minore quello che accadrà in futuro. Le 35,000 morti dell'ondata di calore dell'estate 2003 ne sono il primo esempio allarmante. Gli impatti futuri oggi possono essere pronosticati con un'attendibilità elevata (80%) e molto elevata (90%) e colpiranno la salute di milioni di persone in tutto il mondo con:l'aumento della malnutrizione e dei relativi rischi di malattie infettive e respiratorie, con implicazioni per la crescita e lo sviluppo dei bambini;l'aumento delle morti, delle malattie e degli incidenti causati da eventi climatici estremi più frequenti e intensi (alluvioni, tempeste di vento, siccità e ondate di calore);l'aumento delle malattie diarroiche e di altre malattie legate al cibo e all'acqua;l'aumento della frequenza delle malattie cardio-respiratorie causate da un'alta concentrazione di ozono sulla superficie terrestre;il cambiamento della distribuzione geografica di alcune piante e vettori e delle relative malattie;la diminuzione della mortalità in alcune aree dovuta alla minore esposizione al freddo.Le diverse zone del mondo, inclusa l'Europa, saranno colpite in modi diversi; e anche la distribuzione degli effetti sulla salute è destinata a cambiare nel tempo con il continuo aumento delle temperature. Di grande importanza saranno i fattori che influenzano l'impatto del cambiamento climatico sulla salute delle popolazioni, come ad esempio l'educazione, l'accesso alle cure, le infrastrutture di sanità pubblica e lo sviluppo economico. A lungo termine, gli effetti sanitari e socio economici del cambiamento climatico, insieme all'aumento delle migrazioni e degli spostamenti dei popoli, graveranno soprattutto sulle generazioni future - ovvero sui nostri bambini. Questo potrebbe impedire il raggiungimento degli obiettivi del millennio per i prossimi 50 anni. Non c'è dubbio che il mondo ha urgente bisogno di impegnarsi a trovare una via d'uscita. Le attuali misure di mitigazione (la riduzione dell'esposizione) per contenere il fenomeno e limitare i suoi potenziali effetti nocivi sulla salute attraverso la riduzione delle emissioni dei gas serra, sono un contributo importante per rallentare i cambiamenti. Nonostante questo, un certa dose di cambiamento climatico resta inevitabile. I paesi del mondo hanno una sfida da affrontare: pianificare misure di adattamento (riduzione degli effetti) di sanità pubblica per aiutare i cittadini a fronteggiare le nuove minacce. Il settore sanitario ha un ruolo importante nel fornire queste misure in maniera da anticipare e prevenire nuovi danni alla salute causati dal clima. Azioni testate e risultate efficaci, sono già disponibili e consistono in:Rafforzamento degli approcci esistenti di sanità pubblica nel controllo delle malattie e nella protezione della salute. Alcuni esempi includono il raggiungimento e il mantenimento dei più elevati standard di controllo e sorveglianza lungo la catena alimentare e l'aumento della vigilanza locale e globale delle malattie attraverso l'implementazione del nuovo Regolamento Sanitario Internazionale (2005).Anticipazione e individuazione tempestiva degli impatti. Se il settore sanitario intende influenzare la risposta della società nel suo complesso, deve lavorare con tutti gli altri settori e stabilire collaborazioni efficienti con climatologi, progettisti del territorio e urbanisti, protezione civile e servizi sociali. Lo sviluppo e l'implementazione di sistemi d'allerta precoci per gli eventi estremi come le ondate di calore, insieme a piani di emergenza efficaci, hanno già contribuito alla riduzione delle malattie nei paesi che hanno adottato questo approccio.Informazione al pubblico e agli operatori sanitari. La raccolta e la disseminazione sistematica delle informazioni sui potenziali rischi e danni, insieme ai consigli sul modo migliore per proteggersi, e la risposta medica per affrontare i

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cambiamenti del clima, possono contribuire alla gestione efficace dei rischi.Dopo anni di ricerca, abbiamo oggi un maggiore e più affidabile insieme di conoscenze. Questi dati devono essere utilizzati ora il più possibile per implementare misure di adattamento, specialmente a supporto delle popolazioni povere più a rischio. Identificare in anticipo i potenziali rischi e fornire risposte tempestive aiuta a prevenire morti e malattie. Per far fronte ad un ambiente che cambia, l'approccio deve essere propositivo, non reattivo. E deve essere adesso.

34 A proposito di servizi pubblici privatizzati… Un lettera aperta al Sindaco di FirenzePierluigi Sullo, direttore di Carta, scrive a Leonardo Domenici, sindaco di Firenze. L'argomento è di quelli indigesti per il centro-sinistra, ovvero la commistione tra liberismo e beni comuni. Unaltracittà/Unaltromondo vi ricorda che la rivista indipendente Carta è in edicola a 2 euro, oltre alla lettera a Domenici trovate molte altre notizie interessanti. Il sommario completo è su http://www.carta.org/rivista/settimanale/2007/12/sommario.htm .Al sindaco di Firenze Leonardo Domenici Caro Leonardo (dirò per i lettori che mi permetto questa familiarità, con il sindaco Domenici, grazie a un'amichevole frequentazione giovanile), vorrei dirti che trovo esemplare la vicenda, che Carta ha raccontato la scorsa settimana, delle bollette dell'acqua che i tuoi concittadini stanno per ricevere.Riassumo per chi si fosse perso questo "action movie" dell'economia liberista. Dunque: il direttore dell'ATO 3, quello di Publiacqua, la società a proprietà pubblica ma gestita come una società per azioni "partecipata" non dai cittadini ma da ACEA spa, un signore di nome Gianni Del Vecchio, ha annunciato un aumento delle tariffe del 9,5%. Caspita. Che è successo? C'è stato un calo dei consumi: 84 milioni di m3 invece dei 92 iscritti in bilancio. Perciò, ha detto con logica inesorabile Del Vecchio, bisogna far pagare di più le utenze, dato che "la tariffa deve coprire costi operativi, investimenti e remunerazione del capitale". Questa è la notizia, ed è fantastica, perchè mostra in modo limpido a quali conseguenze conduce la linea della gestione "privatistica". Un giorno, Riccardo Petrella mi raccontò che, quando era presidente dell'Acquedotto Pugliese, animato da entusiasmo, propose in un consiglio di amministrazione di ragionare sul risparmio dell'acqua. L'amministratore delegato gli rispose: "Guardi che lei si espone a una denuncia civile, perchè scopo della società per azioni che lei presiede è vendere una merce e risparmiare acqua significa ostacolerei profitti della società". Chiarissimo. Infatti Petrella dopo qualche tempo si dimise, sostenendo appunto che una S.p.A. ha le sue logiche inesorabili. E Nichi Vendola, presidente della Puglia, replicò sull'Espresso che quello di Riccardo era un atteggiamento di "destra", dato che voleva procurare gratis l'acqua, diritto umano fondamentale, alla gente: "Di sinistra - disse Vendola - è far sì che i cittadini abbiano il reddito per pagare le bollette". Questa affermazione di Nichi a me pare piuttosto acrobatica, per usare un eufemismo. Tanto è vero che il direttore del tuo ATO ha chiarito il concetto: se l'acquedotto è gestito come una S.p.A. deve guadagnare (la "remunerazione del capitale") e deve perciò punire il risparmio.La sola legge è far crescere le "vendite", cioè i consumi. Magari anche questa è una cosa "di sinistra". Anzi, lo è certamente, vista l'ostinazione con cui tu e il presidente della Toscana Martini avete voluto privatizzare la gestione degli acquedotti, gettando via come un rifiuto speciale (di quelli che vanno a finire nei fiumi, per restare in tema) le oltre 40.000 firme che i movimenti toscani avevano raccolto per una legge d'iniziativa popolare che chiedeva, appunto, di ri-pubblicizzare l'acqua. L'altro giorno sono stato ad Arezzo e i compagni di lì mi hanno spiegato che "la nostra Vicenza è l'acquedotto". Quella di Arezzo e del suo ATO (la Val di Chiana) è una storia lunga e dolorosa, su cui a suo tempo le organizzazioni sociali locali avevano compilato un grande dossier. In cui si dimostrava come la S.p.A. avesse comportato minori investimenti, bollette più alte e nessun risparmio, oltre a tre C.d.A. (prima ne esisteva uno solo) in cui siedono, ben stipendiati, ex sindaci ed ex deputati del tuo partito. Mi hanno anche raccontato, gli aretini, che la trattativa per l'ingresso di Rifondazione nella giunta toscana sarebbe a buon punto. La maggioranza diessino-margheritista sarebbe - dicono - disposta a ri-pubblicizzare, visti i fallimenti, proprio l'acquedotto di Arezzo. Un bel segnale, anche se restano sul tappeto (pardon, sul territorio) il tunnel TAV sotto Firenze, un paio di inceneritori, il rigassificatore navigante di Livorno, l'autostrada in Maremma, ecc. Ma, come dice il Corriere della Sera, non bisogna essere "massimalisti" (che vul dire?) e prendere quel che si può.Ma allora, se ad Arezzo sì, perché a Firenze no? Ricordo una bella serata, al Forum Sociale Europeo di Firenze (era il 2002) in cui tu, Paul Ginsborg, io ed altri discorremmo con un paio di migliaia di persone: negli intervalli parlammo appunto dell'acquedotto fiorentino, che era sul punto di essere privatizzato (nella gestione, appunto) e tu mi recitasti il mantra per cui il privato significa maggiore efficienza, più concorrenza, minori costi, ecc. Sei disposto, ora, ad ammettere che ti sbagliavi? Capita a tutti, prima o poi, di prendere un granchio. E questo è bello grosso. Dirò di più: aumentare le bollette dell'acqua perché la gente si sforza di risparmiarla è un evento di carattere universale. Dimostra che i cittadini sono più avanti dei loro rappresentanti, hanno capito tutto di dettagli come il disastro climatico e le imminenti siccità e sono ansiosi di cambiare strada. E tu? E voi?Pierluigi Sullo (www.carta.org)

35 Prima condanna per le violenze delle forze dell'ordine contro i manifestanti: "Non furono iniziative isolate" G8, condannato il Ministero - Missionaria picchiata, risarciti invalidità e danni morali "Ho solo ottenuto quello che attendevo da 6 anni: giustizia" di Massimo Calandri de La repubblica di Genova

La prima condanna nei confronti del Ministero dell’Interno per le illecite e gratuite violenze dei suoi poliziotti è arrivata nei

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giorni scorsi, e cioè circa sei anni dopo la vergogna del G8 genovese. Ma le parole con cui il giudice istruttore Angela Latella ha motivato la sua decisione rinfrescano la memoria. Ricordando a tutti che quelle cariche sanguinarie,quelle teste rotte a manganellate, quei lacrimogeni sparati contro le persone inermi, non erano frutto dell’iniziativa isolata o dell'autonomo eccesso di qualche agente. Facevano invece parte di un più ampio disegno -così come le menzogne raccontate più tardi per coprire le nefandezze - che rappresenta una delle pagine più buie nella storia della Polizia di Stato. Il tribunale del capoluogo ligure ha dato ragione a Marina Spaccini, pediatra cinquantenne di origine triestina, pacifista che per quattro anni ha lavorato in due ospedali missionari del Kenia. Alle due del pomeriggio del 20 luglio, era il 2001, venne pestata a sangue in via Assarotti. Partecipava alla manifestazione della Rete Lilliput, era tra quelli che alzava in alto le mani dipinte di bianco urlando: "Non violenza!". Gli agenti e i loro capi avrebbero poi raccontato che stavano dando la caccia ad un gruppo di Black Bloc, che c'era una gran confusione e qualcuno tirava contro di loro le molotov, che non era possibile distinguere tra "buoni" e "cattivi": bugie smascherate nel corso del processo, come sottolineato dal giudice. I cattivi c'erano per davvero, ed erano i poliziotti che a bastonate aprirono una vasta ferita sulla fronte della pediatra triestina. Dal momento che quegli agenti, come in buona parte degli episodi legati al vertice, non sono stati identificati, Angela Latella ha deciso di condannare il Ministero dell'Interno. La cifra che verrà pagata a Marina Spaccini non è certo clamorosa - cinquemila euro tra invalidità, danni morali ed esistenziali - , ma il punto è evidentemente un altro.«Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia - scrive il giudice - non si può neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di un'iniziativa isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di qualche agente, né di un fatale inconveniente durante una legittima operazione di polizia volta e riportare l'ordine pubblico gravemente messo in pericolo». Perché l'intervento della polizia non fu «legittimo», è ormai abbastanza chiaro. Lo hanno confermato i testimoni e in un certo senso gli stessi poliziotti e funzionari, con le loro contraddizioni: «Gli aggressori erano diverse decine; l'ordine era di caricarli, disperderli ed arrestarli», hanno detto, interrogati. Ma poi risulta che furono arrestati solo due ragazzi (non feriti), la cui posizione fu in seguito peraltro archiviata. La pacifista era assistita dagli avvocati Alessandra Ballerini e Marco Vano. Il giudice ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula «siano stati illuminanti»: «Si vedono ammanettare persone vestite normalmente; più poliziotti colpire con i manganelli una persona a terra, inerme. La stessa Spaccini è una persona di cinquant'anni, di cui giustamente si sottolinea l'aspetto mite». E poi, le testimonianze come quella di una signora settantenne che parla di una «manifestazione assolutamente pacifica e allegra» e di aver quindi visto agenti «bastonare ferocemente persone con le mani alzate ed inermi come lei». Marina Spaccini ha accolto il giudizio con un sorriso: «Era semplicemente quello che attendevo da sei anni. Giustizia».

36 Segreto di Stato: a Genova ci fu un disegno repressivo, prima condanna per la Polizia al G8 del 2001. - Il caso della condanna dello Stato per il pestaggio di una militante della Rete Lilliput a Genova censurata dai media, sta finalmente, almeno in Internet, girando, forse anche un pò per merito di GennaroCarotenuto.it

La censura da parte dei media è stata rigida ed assoluta: della sentenza di Genova non si doveva parlare. Infatti incredibilmente non ne ha scritto neanche il Manifesto e dovrebbe spiegare perché.Alzi la mano chi ha saputo che la settimana scorsa a Genova c'è stata la prima condanna per i pestaggi della Polizia durante il G8 del 2001. Eppure la sentenza di Genova è un passaggio capitale per la ricostruzione della verità e la giustizia di quello che successe nel capoluogo ligure oramai 6 anni fa. E ci spiega anche molto del disegno politico sotteso alla repressione.Lo Stato è stato condannato a risarcire Marina Spaccini, 50 anni, pediatra triestina, volontaria per quattro anni in Africa, per il pestaggio che subì da parte della Polizia in via Assarotti, nel pomeriggio del 20 luglio 2001. Marina, come decine di migliaia di militanti cattolici della Rete Lilliput, era seduta, con le mani alzate dipinte di bianco, gridando “non violenza”, quando fu massacrata dalla Polizia. Questa si è difesa sostenendo (sic!) che non era possibile distinguere tra le mani dipinte di bianco di Marina e i Black Block. Per il giudice Angela Latella invece la selvaggia repressione genovese –e la cortina di menzogne sollevata per coprirle- è stata una delle pagine più nere di tutta la storia della Polizia di Stato e per la prima volta ciò viene scritto in una sentenza. Non solo, è ben più grave quello che è scritto nella sentenza genovese. Quelle dei poliziotti non furono né iniziative isolate né eccessi, ma facevano parte di un disegno criminale.Si inizia a confermare in via processuale quello che chi scrive sostiene e scrive da sei anni. A Genova vi fu un disegno criminale selettivo da parte di apparati dello stato. Tale disegno era teso a terrorizzare non tanto la sinistra radicale ma il pacifismo cattolico, in particolare la Rete Lilliput, che per la prima volta in maniera così convinta e numerosa scendeva in piazza saldandosi in un unico enorme fronte antineoliberale con la sinistra. Le ragazze e i ragazzi delle parrocchie furono quelli che pagarono il prezzo più alto, soprattutto sabato. I loro spezzoni di corteo furono sistematicamente bersagliati dai lacrimogeni e centinaia di loro furono pestati selvaggiamente. Ma, soprattutto decine di migliaia di loro, e le loro famiglie, furono spaventati a morte in una logica pienamente terroristica. Quanti dopo Genova sono rimasti a casa?Di fronte all’immagine sorda data dai grandi della terra, Bush, Blair, Berlusconi, quel movimento pacifico, colorato, credibile, fatto di persone serie e non dei pescecani rinchiusi nella città proibita, che si era riunito intorno alle proposte concrete per un nuovo mondo possibile del Genoa Social Forum, doveva essere schiacciato. Non lo sapevamo, ma

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mancavano 50 giorni all’11 settembre.Riporto nel sito l’articolo dell’eccellente Massimo Calandri, apparso SOLO sulle pagine genovesi di Repubblica lo scorso 29 aprile. E' normale secondo voi? Esiste ancora il diritto ad essere informati in questo paese? - http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/articolo.asp?articolo=1096

37 Calunnia e risarcimento al Medico accusato ingiustamente di malpratica. - Il medico accusato ingiustamente di malpratica può essere risarcito per il danno morale e d’immagine causato dalle affermazioni del paziente non corrispondenti alla verità dei fatti? La questione della responsabilità dell’autore di accuse ingiuste può essere valutata sotto il profilo penale e civile. - Per interventi non giustificati da esigenze patologiche, il chirurgo risarcisce la ASL.

11/04/07,09:45, Normativa in Medicina a cura di Mauro Marin Responsabilità penaleLa calunnia (art. 368 CP) è una denuncia indirizzata ad una Pubblica Autorità con cui si incolpa di un reato un soggetto che si sa essere innocente, mentre la diffamazione (art. 595 CP) è l’offesa dell’altrui reputazione nella comunicazione con più persone.Condizione necessaria per la sussistenza di questi due reati è la dimostrazione del dolo (art. 43 CP) dell’autore, cioè della piena consapevolezza di accusare intenzionalmente una persona innocente, poiché l’art. 42 CP afferma che “nessuno può essere punito per un’azione od omissione considerata reato, se non l’ha commessa con coscienza e volontà.” Infatti secondo l’art. 47 CP, l’errore sul fatto che costituisce il reato esclude la punibilità dell’agente. Inoltre l’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere imposto da una norma giuridica (es.: pubblico ufficiale che ai sensi dell’art. 331 CPC ha l’obbligo di denunciare fatti che appaiono reati) escludono la punibilità, secondo l’art. 51 CP.In pratica, le difficoltà a dimostrare il dolo dell’accusatore spesso rendono difficile la dimostrazione di una sua responsabilità sotto il profilo penale, poiché nel giudizio penale l’onere della prova è sempre a carico dell’accusa in base al principio garantista di presunzione di non colpevolezza dell’imputato sino a condanna definitiva, ai sensi dell’art. 27 della Costituzione.L’art. 2043 CC afferma che qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno. Ma quando l’azione penale si conclude con una sentenza di non luogo a procedere (art. 425 CPP), il querelante può essere condannato a risarcire il danno (art. 427 CPP) solo quando nella sua condotta sia dimostrata colpa grave, secondo la Corte Costituzionale con sentenze n. 180 del 21 aprile 1993 e n. 423 del 3 dicembre 1993.Responsabilità civile I danni non patrimoniali (danno morale) sono risarcibili solo se derivanti da reato (art. 2059 CC e art. 185 CP). Nel giudizio civile, in caso di responsabilità per violazione di legge (art. 2043 CC), come nella fattispecie di calunnia o diffamazione, l’onere della prova è a carico della parte lesa accusatrice (art. 2697 CC), ma qui non è più necessario dimostrare l’intenzionalità dell’azione dannosa: basta dimostrarne il danno e la colpa, cioè il rapporto di causalità tra l’azione commessa e il danno conseguente documentato, anche se non voluto.In caso di danno ingiusto risarcibile agli assistiti, i medici rispondono solitamente per colpa. Il medico nell'adempimento delle obbligazioni contrattuali professionali è tenuto alla diligenza che non è solo quella del buon padre di famiglia (art. 1176 c.c.), ma è quella specifica del debitore qualificato (art. 1218 c.c: il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile), secondo la sentenza n. 2466 del 3.5.1995 della Cassazione Civile sezione III.Qualora il medico possa dimostrare la correttezza della sua condotta, può diffidare per iscritto l’assistito dal continuare a divulgare notizie false e screditanti nei suoi confronti. Il medico poi può avviare una azione civile di richiesta di risarcimento, con l’assistenza di un avvocato e di un medico legale, per dimostrare di aver subito un danno morale e d’immagine conseguente alla condotta dell’assistito, nonostante esso sia stato reso edotto mediante diffida sulla vera natura dei fatti, sulle cause del contenzioso e quindi sul carattere ingiustamente denigratorio delle sue affermazioni non provate o confutate da prove certe. Per interventi non giustificati da esigenze patologiche, il chirurgo risarcisce la ASL.Corte dei ContiSussiste un comportamento connotabile come gravemente colposo, con conseguente condanna al risarcimento del danno erariale subito dalla ASL, ove dalle indagini si sia riscontrato che il chirurgo abbia posto in essere comportamenti concretizzatisi in interventi, comunque posti a carico del servizio sanitario, ma non aventi finalità cliniche atte a risolvere un problema di salute dei pazienti, bensì mere finalità estetiche, in palese contrasto con la normativa statale e regionale di riferimento; con un atteggiamento psicologico, desunto anche dalle dichiarazioni di alcune pazienti, persuasivamente confermato come improntato a grave leggerezza professionale (caso di interventi di mastoplastiche riduttive, mastoplastiche additive, orecchie a sventola, liposuzioni). (Avv. Ennio Grassini - www.dirittosanitario.net)

38 Fusione a caldo e a freddo.

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A Il Giornale di Vicenza - Viale San Lazzaro, 89 - 36100 Vicenza - Lettere al direttoreNell’autunno del 2005, mi sono impegnato per settimane nelle elezioni Primarie, promosse dal centrosinistra.Mi sia permesso quindi, fare alcune considerazioni sugli avvenimenti politici di queste ultime settimane.E’ stato un sogno, una speranza che ha entusiasmato tanti, cittadini di ogni credo, democristiani, socialisti, comunisti, sono venuti a votare in massa, meglio di un suffragio universale. Le primarie, si diceva, dovranno essere il punto di partenza per ogni indicazione elettorale, non più scelte romane. Lo sviluppo di una società dipende dal grado di coinvolgimento dei cittadini che, nel Veneto è alquanto scarso.Probabilmente il successo dell’operazione non è piaciuto ai capi che si sono sentiti defraudati di un potere di nomina che li rende padroni dei partiti. E allora ecco, la legge elettorale di Calderoli e C. che ha sottratto ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti sul territorio. In pochi, a Roma, nelle segrete stanze, hanno compilato le liste, inserendo nel fortunato elenco solo persone di proprio gradimento, comprese mogli, figli, cugini e altra mercanzia, senza sapere da dove provenivano. Tale legge, ha creato malcontento ed amarezza tra tutti, aderenti o meno ai partiti. Soprattutto ha distrutto quel filo di speranza che, assieme alle primarie davano un senso, l’ultimo residuo di democrazia della partecipazione attiva. Considero questa legge, un grave danno al nostro paese. Per molti è la deriva autoritaria della rappresentanza politica.Nessuno degli eletti a Roma, lo è per volontà del popolo, ma solo per volere dei Capi. Il cittadino non ha nessuna possibilità di scelta. Il disprezzo della classe politica di ogni partito nei confronti dei cittadini che, onestamente avrebbero il diritto di scegliere di preferire una persona rispetto ad un’altra, è enorme. Questo disinteresse, costerà caro a tutti, nel momento della chiamata alle prossime e future elezioni. Ma così fan tutti.Il malcontento, unito all’amarezza, sono notevoli. La politica, incapace di fare scelte, spera solo nel referendum come unico metodo di pressione per cambiare questo sistema elettorale e per ridare interesse e fiducia a chi la sta per perdere.Il sogno condiviso da molti elettori del centro sinistra era il Partito Democratico, che un po’ alla volta è divenuto illusione. Il tutto non mi sembra più una grande novità. Mi chiedo a cosa serve un partito nuovo, se avrà gli stessi personaggi, poco amanti del confronto, che sono senza idee e senza progetti, senza una rappresentanza sociale. Mi sono letto attentamente le 15 pagine del programma, ma ho trovato solo affermazioni generiche e ripetitive. Spero che come hanno detto i giovani della Margherita al congresso di Schio… senza libertà e partecipazione, il nuovo soggetto politico finirebbe per essere non “un partito nuovo”, ma soltanto un “nuovo partito”.Come sempre si danno i numeri, si pensa di arrivare al 30%, ma qui tra correnti, fazioni, capi branco senza truppa, caporali, separazioni e crisi dei DS, saremo meno forti di adesso. L’umore dei cittadini è quanto di peggio si possa ascoltare e se non si provvede a rimediare con i fatti, l’effetto su tutti i soggetti sarà devastante, altro che corsa alla mobilitazione. Per queste ragioni, oggi, il Partito Democratico, non è la priorità e non entusiasma più di tanto.Vicenza, 25 Marzo 2007 - Luciano Parolin - Direttivo La Margherita Vicenza

39 Farmaci. In ogni regione un prezzo. Italia sempre più divisa a causa dei conti in rosso. Ricorso al generico e politica dei tagli.

di Mariapaola Salmi da la Repubblica - Nove regioni italiane, Lazio e Campania in testa, sono al limite della bancarotta e a farne le spese ancora una volta è il farmaco. "Tagliare" è il verbo. I governi locali hanno introdotto programmi di ripiano che risparmiano sulla spesa farmaceutica. Possono farlo. È l'autonomia iniziata con la legge 405 del 2001. Il federalismo da anni gioca gran parte delle sue carte al tavolo della Sanità, un settore delicato. "Eppure guardando ai debiti sanitari delle nove regioni non è evidente una relazione tra eccedenza di spesa per la sanità e superamento del tetto del 13% della farmaceutica", commenta Fabrizio Gianfrate, docente di economia sanitaria all'Università di Ferrara, "la correlazione c'è per le sole Lazio, Campania e Sicilia". Il tira e molla sui farmaci va avanti da anni. Un nuovo prontuario, sconti, ticket che vanno e che vengono, esenzioni, distribuzione diretta e indiretta, etc. Il punto è che le risorse ormai hanno il fiato corto e le manovre correttive solo sulla farmaceutica forse non bastano. A dimostrarlo il trend di spesa a carico del SSN che ha subito un incremento percentuale rispetto al 2005 pari al 5,2% con situazioni molto differenziate nelle singole regioni, mentre la spesa per i farmaci a carico dello Stato si è fermata nel 2006 a 12.327 miliardi con una crescita del 4% in più sull'anno precedente. Vuol dire che malgrado i tagli la spesa pur in forma eterogenea cresce, anche se è tra le più basse d'Europa insieme ai 213 euro l'anno pro capite in medicinali che pone l'Italia appena un gradino sopra la Grecia, e altrettanto la domanda di salute che non viene soddisfatta come dovrebbe. Ma veniamo ai fatti. Alla ribalta gli inibitori della pompa protonica, i tradizionali antiacidi o gastroprotettori, che al SSN costano un miliardo di euro l'anno e contendono il primato delle prescrizioni a statine e cardiovascolari. E allora il Lazio, seguito da Liguria (ma il ricorso al Tar dell'azienda AstraZeneca è stato accolto, eliminando gli effeti), Abruzzo, Puglia, Calabria e Sardegna, ha deciso di correre ai ripari. La regione coprirà il costo del generico a prezzo più basso riferito non solo alla medesima molecola "di marca" ma a tutti gli altri gastroprotettori disponibili, quindi anche a molecole di classi diverse. In altri termini, se ti curi con il generico, il lansoprazolo, paga la regione; se ti curi con molecole diverse partecipi alla spesa. Il Lazio ha deciso di "passare" i farmaci che costano 11 euro, qualunque differenza tra prezzo del generico e medicinali più costosi la paga il cittadino. Le altre regioni hanno stilato linee guida prescrittive, un invito nemmeno tanto velato ai medici di famiglia a curare col

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generico. Sono in molti a prospettare la stessa sorte per statine, antidepressivi, antipertensivi, persino antiasmatici tanto che l'Associazione italiana pazienti con BPCO ha espresso preoccupazione al ministro della Salute, Livia Turco, per la proposta fatta ai pazienti da alcuni medici di curarsi con il generico oppure sostenere una spesa di 12,90 euro per il farmaco "griffato". La regionalizzazione della Sanità ha implicazioni notevoli. Per Fabrizio Gianfrate, che è anche direttore della rivista AboutPharma "l'introduzione del prezzo di riferimento per categorie omogenee di farmaci coperti da brevetto ha diverse conseguenze: da un lato il medico può essere condizionato a prescrivere il farmaco meno costoso anziché quello più indicato, dall'altro siccome il prezzo dei farmaci dispensati a carico del SSN è deciso dall'Agenzia del farmaco ed è uguale su tutto il territorio nazionale, le regioni rompono questa omogeneità con la conseguenza di avere per lo stesso farmaco prezzi diversi in regioni diverse". L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) non vuole pregiudicare i livelli essenziali di assistenza e la definizione di prezzo e rimborso dei farmaci in fascia A è un LEA (livello essenziale di assistenza) che non può essere modificato dalle Regioni per politiche di risanamento. Inoltre l'adozione di un prezzo di riferimento per singola regione lede l'unitarietà del sistema farmaceutico e mette a rischio la accessibilità gratuita ai farmaci. Così nel primo tavolo con Farmindustria e Assogenerici, il direttore generale di Aifa, Nello Martini, per il rilancio del settore propone la garanzia dell'unicità del sistema e dell'accesso ai farmaci, un forte sviluppo dei generici (il mercato italiano è fermo al 3%), un cambiamento del tetto di spesa, una maggiore efficienza del sistema regolatorio, l'incentivazione degli investimenti in sviluppo e ricerca e la competitività del mercato. L'attenzione si sposta sul meccanismo del pay back, una sorta di rientro con tanto di assegno in tre rate da parte delle industrie del farmaco alle Regioni, in caso di sforamento del tetto, che permetterebbe di non toccare i prezzi dei farmaci, cosa abituale in Italia. "D'altra parte il farmaceutico è l'unico dato certo, gli altri settori da quello ospedaliero alle prestazioni integrative non sono tracciabilissimi", spiega la farmacista Rossella Miracapillo del Movimento consumatori, "quindi è più semplice tagliare. Bisogna dire che i cittadini italiani sono anche un po' viziati, tutti accedono alle cure". Dello stesso parere Vittorio Bertelè, direttore del Laboratorio di politiche regolatorie al "Mario Negri" di Milano che sottolinea da un lato la generosità del SSN dall'altro il fatto che il farmaco non è mai stato strumento di risparmio tanto che, in altri paesi, i cittadini partecipano alle spese. Gli esperti lamentano la mancanza di rigore nella valutazione e nell'approvazione dei farmaci che competono a livello di marketing. Commenta Adriana Ceci, direttore del Consorzio di valutazione biologica e farmacologica di Pavia: "È ora di cambiare le regole del gioco, per esempio nessun farmaco dovrebbe entrare sul mercato se non dimostra di funzionare meglio e di più per la salute". Idea poco attuabile da un punto di vista liberista, e che incorrerebbe nell'inevitabile stop delll'autorità europea sulla concorrenza.

40 Stesso farmaco, rimborsi diversi. I "risparmi creativi" dei governatori.di Sara Todaro, Roberto Turno - da Il Sole-24 Ore del Lunedì - È tutta colpa dell'ulcera. E peggio per chi ne soffre in Puglia e in Calabria: il medico può prescrivere quel che crede, ma la Regione rimborseràsolo fino a 90 centesimi al giorno, il costo del generico a prezzo più basso. Il resto lo paga il cittadino.Peggio ancora per l'ulcera domiciliata in Sardegna e presto anche nel Lazio: per inibire i succhi gastrici, le casse locali sono disposte a spendere fino a 76 centesimi al giorno, non uno in più. Stesso tetto in Liguria, dove però il TAR ha stoppato la Regione. Risultato: tra la molecola più costosa e quella utilizzata come spartiacque del rimborso c'è una differenza che arriva fino a 13 euro a scatoletta. Anche per i farmaci pagati dallo Stato è tempo di fai da te regionale. Le Regioni sono alle prese con la coperta corta del tetto imposto alla spesa farmaceutica pubblica e con la voglia di non scontentare i cittadini ricorrendo ai ticket per sanare la quota del 40% dell'extratetto a loro carico. E per riuscire nell'impresa hanno interpretato alla lettera la Finanziaria 2007, che subordina l'accesso ai fondi in più (1,4 miliardi) al recupero del rosso farmaceutico, suggerendo due strade: o il ticket a confezione in quota fissa o l'adozione di altre misure ugualmente efficaci.È stato questo spiraglio a scatenare i "risparmi creativi" dei Governatori. In fretta e furia hanno rispolverato le norme del 2001 che contemplavano anche la parziale o totale esclusione dalla rimborsabilità di farmaci rispetto ai quali esistessero altri prodotti con attività terapeutica sovrapponibile nella stessa categoria terapeutica omogenea. È la filosofia del «reference price» (prezzo di riferimento), che sta spaccando l'Italia dei LEA farmaceutici (Livelli essenziali di assistenza), preoccupando l'AIFA, agitando i medici prescrittori e scatenando azioni legali a raffica da parte delle aziende di settore. La prima si è momentaneamente interrotta, pochi giorni fa, con l'accoglimento da parte del TAR Liguria del ricorso avanzato dalla multinazionale AstraZeneca e sostenuto ad adiuvandum da Farmindustria contro la delibera regionale in materia da cui la Regione attendeva 15 milioni di risparmio. Ma nel mirino restano scelte analoghe compiute da altre Regioni. E le industrie accusano: «Ci fanno pagare anche la loro quota di debito».L'allarme dell'AIFA. Con altre motivazioni, la prima a lanciare l'allarme a inizio febbraio era stata l'Aifa: «Si rischiano 21 Prontuari diversi: con le leggi vigenti non è possibile». Farmaco spacca Italia, insomma. Avviliti, all'unisono anche i medici, convinti che l'adozione del prezzo di riferimento è una scelta «puramente amministrativa, non basata su evidenze scientifiche». Imbarazzo comprensibile, quello dei generalisti, che fa riferimento anche alle misure di altre Regioni che, pur non applicando il prezzo di riferimento, hanno scelto vie analoghe di risparmio, assegnando obiettivi di prescrizione vincolanti

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ai direttori generali e ai medici di famiglia. È il caso dell'Abruzzo, della Basilicata, della Puglia, della Toscana e delle Marche. Nel mirino classi farmaceutiche importanti anche per i "conti" che presentano al SSN. La coperta corta della spesa ha aguzzato l'ingegno dei governatori. Secondo l'Osmed (Osservatorio sull'uso dei farmaci), ad esempio, nel 2006 il consumo di inibitori di pompa protonica gli antiulcera sotto tiro è cresciuto del 23% in quantità e del 12% a valori, per una spesa lorda di 850 milioni di euro: la molecola equivalente uscita dal brevetto nel corso dell'anno non ha guadagnato posizioni. Stesso discorso per le statine leader nella categoria degli anticolesterolo cresciute del 13,4% in quantità e del 14,2% a valori, per una spesa lorda complessiva di 833 milioni di euro. Antiipertensivi, antidepressivi, cure per l'ipertrofia prostatica benigna seguono la stessa china e la ricetta delle Regioni è la stessa: si prescrive un ricorso massiccio ai farmaci "equivalenti" meno cari, aggiungendo tessere su tessere al puzzle di settore. E le repubblichine del farmaco di Stato crescono.

41 Rischio danni etici con 21 sistemi di accesso."No a 21 sistemi diversi di accesso ai farmaci. Si rischia un danno etico a scapito dei cittadini". Con queste parole Nello Martini, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco, ha ribadito la "indiscutibilità dei Livelli essenziali di assistenza e il principio di solidarietà del nostro Servizio sanitario nazionale che non può essere vanificato da iniziative regionali e meccanismi di devoluzione", nel suo intervento a Roma al Convegno sui 'Farmaci innovativi. Qualità, efficacia e appropriatezza", organizzato dall'Associazione culturale Giuseppe Dossetti. Martini ha dunque sottolineato, dati alla mano, l'aspetto solidaristico del sistema farmaceutico italiano "che non ha eguali in altri Paesi", testimoniato dall'alta percentuale di rimborsabilità da parte del Ssn. "Nel 2006 - ha riferito - su una spesa farmaceutica totale di oltre 23 miliardi di euro, ben il 75% è pagato dal Ssn (13.4 miliardi di euro per la fascia A e 3.9 mld per quella ospedaliera) contro il 25% a carico dei cittadini (5.8 mld di euro). E tutte le patologie croniche sono completamente coperte dal Ssn. Una solidarietà che 'vince' la sfida con molti grandi Paesi europei, se si pensa - ha concluso - che in Francia la rimborsabilità si 'ferma' al 40%, in Germania è garantita solo attraverso mutue complementari e in Finlandia è del 50%".

42 “L'accesso libero e gratuito al mare deve essere garantito". - Libero e gratuito accesso al mare senza alcun ticket anche negli stabilimenti privati con concessioni balneari. - La legge finanziaria 2007, e in particolare l'articolo 1, comma 251, prevede infatti “l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”.

"Il Ministero dei trasporti ha emanato una circolare in data 27 marzo 2007 con la quale definisce gli obblighi dei titolari delle concessioni balneari al fine di consentire il libero e gratuito accesso per il raggiungimento della battigia".Questa la dichiarazione del ministro Alessandro Bianchi, in risposta all'interrogazione presentata dai deputati verdi Angelo Bonelli, Grazia Francescato e Camillo Piazza sull'accesso libero al mare.Positiva il commento di Gabriele Volpi capogruppo dei Verdi nel consiglio comunale di Livorno, che da mesi sta portando avanti questa battaglia. "E' inutile girarci intorno _ commenta Volpi _ c'e' una legge ben precisa che disciplina l'accesso gratuito alla battigia e che ha introdotto nuove regole per le concessioni demaniali. La legge finanziaria 2007, e in particolare l'articolo 1, comma 251, prevede infatti <<l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione>>. Quindi bisogna assolutamente adeguarsi alla novità. E ognuno deve fare la sua parte, a partire dal Comune di Livorno".Nella risposta, Bianchi precisa anche che "Si e' evidenziata la necessità di inserire nelle ordinanze balneari degli enti gestori prescrizioni mirate ad assicurare l'accesso libero alla battigia"."Questo significa che va a decadere la richiesta di pagamento di un biglietto di ingresso, che fino ad oggi ha comportato nei fatti una vera e propria privatizzazione degli arenili. Con le disposizioni contenute nella legge finanziaria, infatti, si vuole garantire e ribadire il libero e gratuito accesso di tutti alla battigia, così come avviene negli altri Paesi europei".La risposta di Bianchi è stata accolta con soddisfazione da Bonelli che ha concluso: "Non è possibile che un genitore debba far vedere il mare in cartolina ai propri figli perché non può permettersi di pagare 20-30 euro al giorno per far fare il bagno a tutta la famiglia".

43 Salami e salumieri. 20.3.07 - Dice il ministro della Giustizia Mastella, restando serio, al Messaggero che occorre una tutela speciale per i vip perché “a differenza di quanto s’immagina, più una personalità è alta, nel calcio, nella politica, nello spettacolo e più è fragile”. Dunque “o si fa la legge sulle intercettazioni o la democrazia è in pericolo: tutti hanno paura di parlare liberamente al telefono” e “non ne può più neppure il salumiere, il calzolaio, l’impiegato, il cittadino comune”. Come abbiamo fatto a non pensarci prima? E’ per questo che maggioranza e opposizione si accingono a imbavagliare a tappe forzate i giornalisti, vietando di

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pubblicare anche “parzialmente, per riassunto o nel contenuto” ogni atto d’indagine o intercettazione, anche quelli non più segreti, fino al processo, cioè per anni e anni. Lo fanno per il salumiere, il calzolaio, l’impiegato, il cittadino comune. Lo fanno per noi, per il nostro bene. Infatti le cronache sono piene di verbali e intercettazioni di salumieri, calzolai, impiegati, cittadini comuni. E non se ne può più, signora mia. Anche il garante della Privacy Franco Pizzetti, quando è andato a Porta a Porta (come se un arbitro andasse alla Domenica Sportiva) e ha proibito preventivamente la pubblicazione di “notizie riferite a fatti e condotte private che non hanno interesse pubblico” relativi all’inchiesta di Potenza minacciando dai 2 mesi ai 3 anni di galera, manco fosse un giudice o un legislatore, aveva appena ricevuto le telefonate (si spera, non intercettate) di tutti i salumieri, calzolai, impiegati e cittadini comuni coinvolti in Vallettopoli. Il fatto che si sia mosso quando è saltato fuori il nome del portavoce del governo, che non è né un salumiere, né un calzolaio, né un impiegato, né un cittadino comune, è puramente casuale. Insomma, possiamo dormire tra due guanciali. Stanno lavorando per noi cittadini comuni e giornalisti. Anche perché sanno che molti cittadini preferiscono non sapere, e dunque non pensare. Ma soprattutto sanno che molti giornalisti certe notizie preferiscono non darle, dunque sono ben felici se qualcuno glielo vieta: così hanno l’alibi. Se il bavaglio non glielo impone il potere, sono costretti a metterselo da soli, facendo la figura dei servi. Infatti si moltiplicano gli appelli perché quel benedetto bavaglio arrivi al più presto. Vespa non vede l’ora, Mentana pure. Feltri a pagina 2 pubblica qualunque cosa, ma a pagina 1 invoca una legge subitissimo. Anche il Corriere pubblica tutto da pagina 2 a pagina 20, ma a pagina 1, per la penna dell’ambasciatore Romano, elogia come “opportuni” il diktat Pizzetti e la legge Mastella, e si spinge oltre: sarebbe meglio se le Procure evitassero proprio di indagare su questi scandali, così i giornali non sarebbero costretti a raccontarli. A suo avviso, una normale indagine su un gigantesco caso di estorsione è “una crociata per rinnovare la società e il costume”, e la colpa non è di chi spilla quattrini ai Vip per nascondere i loro vizi privati, ma di chi lo scopre: il solito “procuratore battagliero, aggressivo e ansioso di pubblico consenso”. E se la gente nutre “un sentimento di qualunquistica diffidenza per tutta la classe politica”, non è colpa di una classe politica ricattabile, ma di chi quei ricatti persegue penalmente perché sono reato. Altri, come Belpietro, scrivono che “le intercettazioni inondano le redazioni dei giornali” e “il segreto istruttorio è un colabrodo”, insomma i giornali sono costretti a pubblicare, ma a malincuore. Eppure anche l’ultimo cronista giudiziario sa che il segreto istruttorio non c’entra nulla, perché non c’è niente di segreto, essendo tutte le telefonate dentro l’ordinanza di arresto per Corona & C. Se fossimo seri, annunceremmo in coro l’obiezione di coscienza all’editto del Garante e alla legge Mastella, che ci costringeranno a tenere nella penna e nel cassetto informazioni importanti per i lettori (per esempio, l’amicizia del ministro della Giustizia con l’ottimo Lele Mora). Invece subiamo, o invitiamo i censori a fare in fretta. In Inghilterra si dice che “il politico che si lamenta della stampa è come il marinaio che si lamenta del mal di mare”.  In Italia il giornalista si lamenta perché il politico non lo butta a mare. - di Marco Travaglio

44 I medici e i fannulloni - Quando i certificati diventano troppo facili - Milioni di giornate di malattia di nullafacenti sani come pesci, certificate da medici irresponsabili.

Nei giorni scorsi gli Ordini dei medici hanno protestato contro l'accenno, contenuto nel mio ultimo articolo, alla loro inerzia di fronte ai milioni di giornate di malattia di nullafacenti sani come pesci, certificate da medici irresponsabili. «Non è compito nostro controllare le certificazioni», obiettano gli Ordini. E poi: «Il medico curante non può che fidarsi di quel che gli dice il paziente». In qualche caso è vero: di fronte a una crisi improvvisa di emicrania o di lombalgia anche il medico curante ha scarse possibilità di verifica. Ma in moltissimi casi la mala fede del medico è evidentissima. Uno di questi, il più clamoroso per dimensioni, è quello degli 800 certificati di un giorno di malattia rilasciati a Fiumicino il 2 giugno 2003 ad altrettanti assistenti di volo dell'Alitalia, che intendevano così bloccare i voli senza preavviso, nel corso di una vertenza sindacale.«Strafottente "sciopero sanitario" di hostess e steward», lo definì Michele Serra sulla Repubblica; «malcostume sindacale e dei medici» titolò il Corriere in prima pagina. Ma l'Ordine non mosse un dito. Assistiamo tutti i giorni a casi in cui la mala fede del medico curante è altrettanto evidente; e, anche quando questi vengono denunciati, l'Ordine chiude entrambi gli occhi. È, per esempio, il caso del medico di una Asl friulana che, il 5 febbraio 2004, «certifica» una prognosi di 20 giorni per un'impiegata bancaria, indicando che essa è - quel giorno stesso - reperibile a Santa Fe in Argentina, pur essendo l'assenza imputabile soltanto a un «trattamento fisioterapico per artrosi post-traumatica della caviglia»; il 24 giugno successivo identica certificazione, con paziente reperibile sul Mar Morto; per l'Ordine e la Asl, cui la cosa viene denunciata, la certificazione è «professionalmente corretta e contrattualmente ineccepibile».L'Ordine non ha mosso un dito neppure nel caso del professor M. di un liceo di Milano, denunciato dal Corriere il 16 ottobre scorso, che da anni per centinaia di volte si è fatto certificare infermo regolarmente nelle giornate di lunedì, di venerdì, o di ponte tra due festività, e sempre al paesello natale in Sicilia; o nel caso del sig. A. di Parma, cui il medico certifica per tre volte di seguito 30 giorni di lombosciatalgia, senza disporre alcun accertamento diagnostico, né tanto meno alcuna terapia; o nel caso del sig. D. di Roma, che il giorno stesso in cui gli viene comunicato il trasferimento a un ufficio a lui sgradito è colto da «depressione del tono dell'umore», per la quale il medico di famiglia arriva a prescrivere complessivamente sei mesi di astensione dal lavoro, ma non una visita specialistica, e neppure alcuna cura appropriata. Né gli Ordini hanno mai preso alcuna iniziativa di fronte al fenomeno delle certificazioni puntualmente rilasciate ogni anno

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a comando da migliaia di medici ad altrettanti membri esterni delle commissioni per gli esami di maturità, per consentire loro di sottrarsi alla chiamata. Certo, questo potere di autorizzare chiunque a «mettersi in malattia» può essere gratificante per un medico di scarsa levatura professionale; mentre, al contrario, rifiutare un certificato di comodo può costargli la perdita di un paziente. Ma ci sono anche molti medici seri che al proprio interesse antepongono il dovere. E comunque la compiacente certificazione a comando costituisce una grave violazione del codice deontologico, il quale imporrebbe al medico, quando egli attesta un'infermità, di farlo con «formulazione di giudizi obiettivi e scientificamente corretti» (art. 24). Il fatto che, di fronte a una violazione così platealmente diffusa e culturalmente radicata, sia addirittura il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici a giustificare l'inerzia di questi organismi (Corriere del 23 marzo, p. 53) la dice lunga sulla questione se essi siano davvero posti a garanzia dell'interesse della collettività, o non agiscano invece di fatto come una sorta di sindacato nazionale obbligatorio di categoria. Va anche detto che a questa vera e propria frode istituzionalizzata concorre il sistema dei controlli sulle malattie dei lavoratori. Basti osservare in proposito che nei moduli sui quali i medici dei servizi ispettivi dell'Inps e delle Asl redigono i referti delle loro visite domiciliari non è neppure contemplato l'accertamento dell'inesistenza dell'impedimento: il peggio che può accadere al falso malato è di essere dichiarato idoneo a riprendere il servizio il giorno successivo a quello della visita ispettiva (salva «ricaduta» la sera stessa della visita, che il medico curante può sempre tornare a certificare). Né i magistrati penali e del lavoro brillano per reattività di fronte al fenomeno: quante sentenze pilatesche si leggono quotidianamente, nelle quali il giudice chiude entrambi gli occhi di fronte a incongruenze evidentissime tra la diagnosi «certificata» e il difetto degli accertamenti necessari o delle terapie appropriate, oppure di fronte a circostanze che escludono l'impedimento al lavoro. Fra le molte tare che riducono la capacità di competere del nostro Paese c'è anche questa; per valutare quanto essa ci costi, basti confrontare i tassi di assenteismo delle nostre aziende e amministrazioni pubbliche con quelli dei nostri partner europei. Sull'Unità del 1˚ aprile Furio Colombo mi rimproverava di tuonare contro i nullafacenti senza considerare che le retribuzioni italiane sono tra le più basse in Europa, addirittura la metà di quelle britanniche; ma a deprimere le nostre retribuzioni sono anche gli enormi sprechi e lassismi come questo: i tassi di assenteismo britannici sono la metà dei nostri. Tutti devono fare la loro parte per correggere questa stortura: il governo, le imprese, i lavoratori, i sindacati, i giudici, i medici. E, ovviamente, anche chi è preposto al controllo dell'operato di questi ultimi. – corsera - Pietro Ichino 10 aprile 2007

45 Caso Sircana. Per andare oltre i fatti. di Carlo Gambescia - 16/03/2007 - http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/ - Davanti al caso Sircana sono possibili tre reazioni. Vediamo quali.La prima è di tipo moralistico-spengleriano, e dunque di aprioristica condanna, dal momento che il polverone mediatico non si è ancora diradato. L’approccio moralistico, di solito, si conclude con la condanna dell’intera classe politica (con sfumature diverse a seconda dell’appartenenza di chi critica…). E con un giudizio catastrofico circa il futuro delle classi dirigenti italiane, ritenute corrotte e incapaci di governare. Il moralista-spengleriano, in genere, ama annunciare periodicamente, la dissoluzione “del regime”, tra i fulmini e le fiamme di una specie di nuovo giudizio universale. Che però, sembra, non giungere mai.La seconda è di tipo psicologico-libertario, e dunque di aprioristica assoluzione. Anche in questo caso, seppure più sottilmente, si dà per scontata, la “colpevolezza” di Sircana, pur riconducendo la questione nell’alveo della sua vita privata, e invocando la “sospensione del giudizio”… Ovviamente, la scuola di pensiero psicologico-libertaria, si guarda bene dal giudicare in modo catastrofico l’evoluzione del profilo morale delle classi dirigenti italiane. Inoltre, spesso, utilizza per i politici due pesi e due misure: chiunque rubi va condannato senza alcuna pietà, mentre chiunque mostri inclinazioni sessuali non conformiste non va giudicato, perché si tratta della sua privacy. E di conseguenza, se proprio necessario, piuttosto che al giudice, ci si dovrà rivolgere allo psicologo.La terza reazione, la meno diffusa, è di tipo realistico. E ci spieghiamo subito: il periodico succedersi di scandali e inchieste giudiziarie senza che poi cambi nulla, indica un fatto preciso: che il sistema di potere è molto forte. E che, in sostanza, è praticamente impermeabile a ogni opera, diciamo così, di “bonifica giudiziaria”. Di conseguenza, la sua fine, a differenza di quel che ritengono i moralisti spengleriani, è piuttosto lontana. Per contro - e a prescindere dal caso Sircana - la visione della scuola di pensiero psicologico-libertaria, che scinde la responsabilità del politico, in due tronconi (il pubblico e il privato), accresce la professionalizzazione della politica. Che per un verso è sicuramente un fatto positivo. Ma per l’altro favorisce l’idea, piuttosto gretta, che un uomo politico debba rispondere ai suoi elettori, solo per gli atti compiuti, diciamo così, tra le ore 8 e 17. Il che significa che la politica finisce per essere vissuta dall’interessato, non come una “missione” ma come un lavoro. Con tutto quel che segue in termini di frustrazioni personali, relazionali e familiari. E conseguenti ricadute negative, delle stesse, sul piano “politico-professionale”. Che il tema, da noi sottolineato non sia di secondaria importanza, è provato, per contrasto, dal desiderio dei politici di apparire, nonostante gli impegni “professionali”, sempre al centro di una ricca e felice vita familiare e relazionale. Favorendone la documentazione, anche fotografica, su riviste dirette al grande pubblico, senza minimamente preoccuparsi della privacy. Per il realista - e si tratta della nostra posizione - impermeabilità del potere e professionalizzazione della politica vanno di pari passo. L’una si appoggia all’altra. Di qui la loro forza comune.

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Perciò il vero problema è quello di come deprofessionalizzare la politica: di come far sì che l’ingresso di “uomini nuovi”, privi di motivazioni grettamente professionali, possa finalmente incidere sulla struttura dei rapporti di potere.Certo, a prima vista, si tratta di una mission impossibile, soprattutto nella situazione attuale. Tuttavia non bisogna demordere. Dal momento che non scorgiamo alternative all’attesa messianica della fine, auspicata dagli spengleriani, o alle dotte disquisizioni giuridiche sulla privacy dei politici. Serve un’inversione di rotta.

46 Caffè: nessun rischio per il cuore, la pressione e le arterie.Per gli affezionati della “tazzina” l’ennesima buona notizia: 3-4 caffè al giorno non causano ipertensione né cardiopatia ischemica e, anzi, i composti fenolici contenuti nel caffè potrebbero avere un ruolo preventivo verso le malattie cardiovascolari. A sostenere tale affermazione, il Dott. Andrea Alberto Conti (Ricercatore Universitario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze, e Assistente alla Direzione Scientifica della Fondazione Don Carlo Gnocchi Firenze), il Prof. Claudio Borghi (Direttore della Unità Operativa di Medicina Interna del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna) e la Dr.ssa Fausta Natella (Ricercatrice presso l’INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) nel corso di un incontro svoltosi, sotto la duplice egida della SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) e della FoSAN (Fondazione per lo Studio degli Alimenti e della Nutrizione), ieri a Milano, moderato dal Prof. Amleto D’Amicis (Epidemiologo nutrizionista e Direttore dell’Unità Documentazione e Informazione Nutrizionale dell’INRAN e rappresentante di FoSAN). “La meta-analisi, da cui sono emerse queste affermazioni – ha affermato la Prof. Marisa Porrini (Vicepresidente SINU) - è frutto di un bando di concorso, indetto nel 2005 dalla nostra società, per approfondire i rapporti tra consumo di caffè e patologie cardiovascolari”. “SINU, infatti – ha proseguito Porrini - fra i suoi attuali indirizzi operativi e scientifici, mira anche a promuovere progetti di lavoro su tematiche specifiche nel settore dell’Alimentazione e Nutrizione Umana ed anche nel 2008 e nel 2009 assegneremo due nuove borse di studio su questo tema”. “I dati parlano chiaro – ha aggiunto Conti, presentando i risultati della ricerca Consumo di Caffè e Rischio di Cardiopatia Ischemica: una Meta-analisi, già pubblicata on-line dalla Rivista NMCD (Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Disease) - e mettono in evidenza che il consumo abituale e moderato di caffè non appare legato a un aumento del rischio di cardiopatia ischemica. Considerando gli studi effettuati negli ultimi decenni sulla relazione tra consumo abituale di caffè e rischio di cardiopatia ischemica e i dati spesso contrastanti, si è provveduto ad un esame sistematico di tali studi. Riferendosi sempre ad un consumo di caffè in tazze (ovvero una quantità da caffè all’americana), con un consumo minore o uguale a 2 tazze di caffè (pari a circa 3-4 tazzine di espresso bar o 3 tazzine se preparato con la moka) non emerge alcuna associazione significativa fra consumo di caffè e rischio di Cardiopatia Ischemica”. Complessivamente, questa ricerca sistematica quantitativa, condotta su 13 studi caso-controllo e su 10 studi di coorte, per un totale di oltre 440.000 soggetti esaminati, indica che un consumo quotidiano da lieve a moderato di caffè, ossia quello abituale nei paesi occidentali, non è associato ad un aumento del rischio di cardiopatia ischemica. Questa dichiarazione è stata confermata anche da Borghi che, illustrando l’azione stimolante della caffeina sul Sistema Nervoso Centrale, sull’apparato cardiovascolare, sul rilascio delle catecolamine e sul metabolismo in generale, ha evidenziato come il sistema cardiovascolare sembra in grado di sviluppare tolleranza agli effetti della caffeina. “Premesso che – documenti alla mano - ingerire circa 200-250 mg di caffeina può aumentare, entro breve tempo dalla assunzione, la pressione arteriosa sistolica di 3-14 mmHg e la pressione arteriosa diastolica di 4-13 mmHg nel soggetto normoteso – ha affermato - è bene ricordare che la caffeina è contenuta in numerose bevande e la loro assunzione, soprattutto nei consumatori occasionali, può aumentare i valori della pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e attivare il sistema simpatico. Si è notato tuttavia che se la caffeina viene ingerita attraverso il caffè, l’effetto sulla pressione risulta però molto più modesto e a volte accompagnato allo sviluppo di una condizione di tolleranza. Il consumo abituale di caffè non sembra quindi associato ad un incremento del rischio di comparsa di ipertensione arteriosa”. “I dati contrastanti, probabilmente causati dalla difficoltà a discriminare tra il consumo di caffè e altri fattori di rischio associati al suo consumo – ha aggiunto Fausta Patella - hanno provocato, negli anni, un dibattito senza fine. Ultimamente però alcuni lavori hanno messo in evidenza l’esistenza di una associazione a forma di J tra il consumo di caffè ed il rischio cardiovascolare. Ciò vuol dire – ha spiegato la ricercatrice dell’INRAN - che un consumo moderato è associato ad un minor rischio cardiovascolare rispetto ad un consumo nullo piuttosto che particolarmente elevato. Il caffè poi contiene numerose molecole ad attività protettiva tra le quali i composti fenolici (potenti antiossidanti) che sono biodisponibili, posseggono un’elevata attività antiossidante, sono in grado di inibire l’ossidazione delle LDL (Low Density Lipoprotein) e l’aggregazione piastrinica (entrambi fattori determinanti nell’insorgenza della cardiopatia ischemica). Attraverso il consumo di caffè, il loro contributo antiossidante – nella dieta giornaliera – è fino al 40-60%”. In accordo con i colleghi Amleto D’Amicis ha ribadito: “Nell’implicazione del possibile rischio cardiovascolare è importante non dimenticare che il metodo di preparazione del caffè può influire sugli effetti sulla salute: il caffè espresso influenza la pressione arteriosa meno di quello “bollito” (per intenderci alla Turca). E l’influenza sul possibile rialzo pressorio deve essere valutata anche su altre abitudini voluttuarie (fumo e alcool) che modulano sia le caratteristiche farmacocinetiche della caffeina ma anche e, negativamente, il rischio cardiovascolare globale sia dei soggetti normotesi che

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dei pazienti già ipertesi”.

47 Obbligo autocertificazione per malattia breve.A chiedere una normativa ad hoc è il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Mario FalconiContro il 'certificato facile' obbligo di autocertificazione, da parte del lavoratore, per brevi periodi di malattia, fino ai 3 giorni. A chiedere una normativa ad hoc è il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Mario Falconi, che commenta l'intervento di Pietro Ichino sul 'Corriere della Sera' dedicato ai certificati di malattia rilasciati con eccessiva facilità. "Un problema - si legge in una nota dell'Ordine di Roma - che suscita ricorrenti polemiche e crea disfunzioni al sistema produttivo del Paese, con un grave danno d'immagine alla professione medica". La denuncia che arriva dalle pagine del quotidiano mette in luce un fenomeno vero da stigmatizzare "come un pessimo malcostume - dice Falconi - che a volte sfiora il reato di truffa e di falso. Così come non si può non essere d'accordo sulla necessità che tutti facciano la loro parte per correggere questa stortura". Ma il problema, secondo il presidente dell'Ordine romano, riguarda l'intero sistema, a partire dal quadro legislativo. "Il grosso delle certificazioni cosiddette facili - spiega Falconi - riguarda infatti le assenza brevi o brevissime dal lavoro, per malattie non diagnosticabili oggettivamente e di cui il medico può solo prendere atto sulla base di quanto riferisce il suo paziente. In questi casi e soltanto in questi, per stroncare il fenomeno si può e si deve ricorrere all'autocertificazione da parte del lavoratore, come i medici hanno chiesto da oltre un decennio ai vari Governi".Secondo Falconi, finché la legislazione non sarà modificata nessun medico potrà mai prendersi la responsabilità di ignorare i disturbi riferiti da un paziente e di negare, di conseguenza, brevi periodi di riposo o di cura. "Basta pensare - spiega Falconi - a un pilota di aereo, a un macchinista di treno, ad altro lavoratore che svolge compiti con ricadute sulla collettività o ad alto rischio personale: se riferisce un forte mal di testa, capogiri, insonnia, perdita di concentrazione, irritabilità, quale medico può azzardarsi a dichiararlo in quel momento idoneo al suo lavoro?" L'Ordine di Roma, promette il presidente, vigilerà con la massima attenzione sul fenomeno del 'certificato facile'. Ma, soprattutto, chiede che venga varata una norma che consenta l'autocertificazione da parte dei lavoratori per periodi di presunta malattia fino a 3 giorni, così come peraltro già previsto in alcuni contratti di lavoro aziendali sottoscritti da sindacati e impresa. Ciò porterebbe alla responsabilizzazione del lavoratore . "Fino ad allora - annuncia provocatoriamente Falconi - continuerò io stesso a rilasciare certificati ritenuti facili o compiacenti, poiché me lo impone la legge e il mio dovere di medico. L'Ordine fa e farà ancor meglio la sua parte, ma anche tutti gli altri soggetti in causa facciano la loro, a partire dal legislatore e dai sindacati. Non è possibile per i medici continuare a portare sempre da soli la croce di ogni problema della sanità. Essere al servizio dei cittadini non significa dover essere anche i capri espiatori per tutto ciò che non funziona nella nostra società".

48 Certificazioni mediche. «Servono sanzioni, controlli e più rigore» - Ichino: «I medici devono fare il proprio dovere anche rischiando di perdere un paziente. E l'Ordine intervenga nei casi di lassismo.

Nel nostro Paese, in generale, «manca il senso del bene comune». E i medici compiacenti che rilasciano certificati troppo facili rappresentano un «enorme spreco». Per questo, il problema dell'assenteismo dal lavoro va risolto attraverso una serie di misure: «sanzioni, controlli più efficaci e maggior rigore». Dopo il suo articolo «Medici e fannulloni: la fabbrica dei certificati facili» pubblicato sul Corriere del Sera, Pietro Ichino ha affrontato di nuovo il problema rispondendo in videochat ai lettori di Corriere.it . «L'Ordine dei medici - ha subito puntualizzato Ichino - deve intervenire ogni volta che un certificato presenta un'incongruenza evidente, Purtroppo, invece - ha aggiunto Ichino - gli Ordini spesso in Italia non svolgono questa funzione di controllo e di sanzione».LASSISMO - «Il problema è che nel nostro Paese manca il senso del bene comune - ha aggiunto il giuslavorista -. Siccome paga Pantalone sembra che non paghi nessuno. In realtà paghiamo tutti. Gli stipendi sono bassi anche a causa di queste forme di lassismo».SERIETA' - Tra le centinaia di messaggi ne arriva uno di un medico che denuncia come spesso la categoria sia «ostaggio dei propri clienti». «È vero, ma purtroppo accade dell'altro. A volte è il medico che chiede di quanto giorni il paziente abbia bisogno, invece che stabilirlo egli stesso. Bisognerebbe avere il coraggio di perdere un paziente pur di fare il proprio dovere. E i vari Ordini dovrebbero stimolare un maggiore senso di responsabilità». TETTO - Qualcuno propone un tetto massimo ai giorni di malattia. «Non sarebbe una buona soluzione - dice Ichino - perché si priverebbe della necessaria assicurazione chi si ammala per davvero. Quello che bisogna fare è combattere gli abusi». E perché - suggerisce un lettore - non togliere il diritto di revoca del medico? «Potrebbe stabilirsi l'irrevocabilità del medico curante per un certo tempo, in modo da evitare la ricerca del medico più compiacente. Questa misura ridurrebbe la preoccupazione del medico di perdere un cliente. Ma se la maggior parte dei medici facesse il proprio lavoro, il paziente che abbandona il proprio medico perché non è compiacente non ne troverebbe tanto facilmente un altro disposto a fargli un certificato fasullo». MISURE - Cosa si può fare concretamente? «Le sanzioni sono necessarie, perché rappresentano un disincentivo. Non è vero che gli Ordini non possono fare nulla, in molti casi possono sanzionare il comportamento del medico. Anche la serietà può essere incentivata, con iniziative che incidano sul comportamento professionale. Si possono poi studiare misure amministrative di controllo: ad esempio, conteggiare quanti giorni di malattia vengono certificati da ciascun medico

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curante».SANZIONI - «Ci sono casi in cui la simulazione della malattia è evidente - insiste Ichino -. L'Ordine dei medici dovrebbe intervenire con decisione, sanzionando il medico. Fino a oggi ciò non è avvenuto. Io dico che potrebbe intervenire anche il pubblico ministero, perché siamo in presenza di un vero e proprio reato». PERCENTUALI - «Il tasso di assenza per malattia di un lavoratore autonomo - spiega poi Ichino per fare un confronto - è dell'1/1,5%. Tra i lavori dipendenti di un'azienda privata varia tra il 4 e il 6%. Nel settore pubblico si arriva invece a volte al 12/14%. Ecco, bisogna fare qualcosa». 10 aprile 2007

49 Va giustificata l’assenza per visita specialistica.La Cassazione ha stabilito che, perché risulti giustificata l'assenza dal proprio domicilio del lavoratore in malattia in occasione del controllo da parte del medico dell'Inps, non basta provare di essersi recato ad una vista specialistica, ma pure che tale visita fosse impossibile fuori dall'orario di reperibilità. Lo riporta il Sole 24 ore.La Cassazione, con sentenza n. 3921 del 20 febbraio 2007 si è rifatta all'articolo 5 dello Statuto dei lavoratori che prevede la possibilità per il datore di lavoro di svolgere accertamenti sulla malattia del dipendente. «In passato - scrive il Sole-, l'assenza risultava giustificata nel caso in cui il lavoratore avesse dimostrato di essersi recato a visita medica specialistica».Nel caso in esame da parte della Cassazione, una lavoratrice in malattia era risultata irreperibile al momento della visita di controllo del medico dell'Inps. La giustificazione era stata proprio quella della visita specialistica, ma l'Inps aveva ritenuto in questo caso l'assenza ingiustificata, facendo decadere il trattamento di malattia.La donna ha impugnato il provvedimento di fronte al Pretore che l'ha rigettato, mentre la Corte d'appello ha affermati che il trattamento per malattia fosse dovuto, giustificando l'assenza con la necessità di svolgere la visita specialistica. «La Cassazione - spiega il Sole -, ricordando la giurisprudenza formatasi sul punto, ha sottolineato che tale giustificazione di per sé non è sufficiente. La Suprema Corte, infatti, ha stabilito che, perché l'assenza alla visita di controllo non venga sanzionata con la perdita del trattamenti economico di malattia, è necessario che il lavoratore dimostri l'impossibilità di effettuare la visita medica in orario diverso dalle fasce orarie di reperibilità». Il Sole 24 Ore del 11.4.2007 pag. 28.

50 Ricetta atto subordinato. Per la Corte dei Conti ha vincoli economici. - Trovare una linea di demarcazione tra quanto considerato spreco dalle istituzioni e l’intenzione di un medico di curare al meglio la persona…

Altro che lottare per restare liberi professionisti. Il medico di famiglia secondo le istituzioni ha già dei tratti di “non autonomia”. E ce li ha nel principe degli atti medici: la prescrizione della terapia . Secondo la Corte dei conti, che riprende la Cassazione e il Consiglio di stato, il convenzionato è un parasubordinato che – per essere precisi – nella prescrizione a carico del servizio sanitario deve rispettare tutti gli obblighi dell’accordo collettivo. Con autorizzazione scritta per uso giornalistico del medico interessato, siamo venuti a conoscenza dell’atto di citazione in udienza della Procura di una Corte dei conti regionale per presunto danno erariale. La segnalazione alla Corte contabile è avvenuta per comunicazione da parte della Guardia di finanza di condotta prescrittiva (si tratta di medico in convenzione con il SSN) di farmaci «particolarmente difforme rispetto alla generalità » dei medici operanti nelle rispettive aziende sanitarie locali. Il principio “coscienza e scienza” sostenuto deontologicamente può portare a prescrizioni difformi? E per contro, il principio “niente risparmi sulla salute dei pazienti, ma lotta agli sprechi” è sempre applicabile? In ogni caso, è bene sapere su quali basi giuridiche avviene l’esame delle presunte “iperprescrizioni” per evitare che medici, anche in perfetta buona fede, si trovino in condizione di doversi difendere da contestazioni anche per ingenti danni erariali. Il controllo è avvenuto per i gruppi Atc di farmaci che, rispetto ad altre molecole in fascia A a carico del SSN, sono meno sottoposti a induzione prescrittiva da parte degli specialisti: * Livello A) gruppo anatomico apparato gastrointestinale e metabolico; * Livello C) gruppo anatomico sistema cardiovascolare; * Livello Y) gruppo anatomico antimicrobici generali per uso sistemico; * Livello M) gruppo anatomico sistema muscolo-scheletrico. Sono state escluse terapie per malattie particolarmente gravi: neoplasie; Hiv; genetiche etc che fanno lievitare la spesa del medico anche con pochi pazienti affetti. E sono stati controllati i medici che, secondo la citazione, “non hanno modificato” per due anni la prescrizione malgrado richiami informativi. L’accertamento in sintesi si è svolto sulla base dei seguenti criteri: a) calcolo della spesa media “pesata” per fasce d’età e per sesso degli assistiti e confronto con altri medici dell’Asl; b) ricerca di una casistica a campione di prescrizioni “inappropriate”; c) controllo dell’appropriatezza con riferimento alle note Cuf (ora Aifa) e alle schede tecniche vigenti all’epoca delle prescrizioni; alcuni assistiti avrebbero assunto farmaci senza essersi prima sottoposti alle prestazioni diagnostico-terapeutiche richieste nelle schede tecniche). In sede di diritto, l’atto di citazione fa le seguenti considerazioni: 1- «Il rapporto di servizio dei medici di medicina generale, regolato da accordi collettivi nazionali, ha natura privatistica di rapporto di prestazione d’opera professionale, svolto con i caratteri della parasubordinazione » (riferimento specifico alla sentenza numero 813 della Corte di cassazione a sezioni unite 22.11.1999); 2- l’iperprescrizione di farmaci con scostamento dalla generalità degli altri sanitari e dalle indicazioni della casa farmaceutica, sia per quantità che per qualità, determina un nocumento patrimoniale alla Asl; danno che il medico, secondo la legge 8 agosto 1996 numero 425, è tenuto a rimborsare;

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3- La funzione della prescrizione medica «redatta su modulo regionale è quella di rendere possibile l’assunzione di un onere finanziario a carico dell’amministrazione sanitaria». L’accordo collettivo nazionale di riferimento (decreto presidente della Repubblica numero 270 del 2000), definisce il medico come colui che «assicura l’appropriatezza nell’utilizzo delle risorse messe a disposizione». Inoltre, l’articolo 36 della stessa convenzione prevede che la prescrizione di medicinali avvenga nel rispetto del prontuario terapeutico nazionale. La legge 8 aprile 1998 (articolo 3) prevede l’importanza delle indicazioni terapeutiche nella scheda tecnica ministeriale. Dell’utilizzo e gestione delle ricette SSN è responsabile il medico. I giudici contabili ribadiscono che la ricetta medica, oltre a “scienza e coscienza” del medico è affidata anche al rispetto delle norme di settore e delle indicazioni fornite dal ministero della Salute in ossequio ai seguenti principi: * economicità e riduzione degli sprechi; * appropriatezza; * efficacia dell’intervento. Nella giurisprudenza del Consiglio di stato, richiamata nella citazione, sussiste «l’obbligo di attenersi alle modalità sancite dall’accordo collettivo». Il medico di medicina generale che «ritenga di prescrivere al proprio paziente una terapia farmacologica che, per quantità di principio attivo da assumere o per le modalità di somministrazione, non consenta l’addebito al SSN della relativa spesa» può farlo con ricettario privato. La determinazione e la modalità del danno erariale non sono esaminate in questa sede poiché si riferiscono alla singola situazione. La citazione in esame merita, ad ogni modo, notevole attenzione. Infatti, mostra come possa essere ragionevolmente difficile, in alcuni casi, trovare una linea di demarcazione tra quanto considerato spreco dalle istituzioni e l’intenzione di un medico di curare al meglio la persona che dai farmaci e da lui vuole anche il “miracolo”. - http://www.medweb.it/Riviste/Corriere%20Medico/2007/0329_10/Sanit%e0/1007p5.asp?objnav=riviste&objnav2=corriere_medico

51 Conflitto di interessi - le relazioni pericolose   Come ti manipolo le linee guida.Sono uno strumento importante per aiutare medici e pazienti a seguire i percorsi migliori di diagnosi e cura. Ma sono sempre più spesso a rischio di interferenze da parte delle industrie farmaceutiche. La soluzione? Potenziare gli organismi indipendenti- colloquio con Marco Bobbio Uno dei casi più clamorosi e più recenti è stato esposto, poche settimane fa, sulle pagine di Lancet: le linee guida sull’uso delle statine per la prevenzione dell’infarto in soggetti con livelli alti di colesterolo sarebbero più o meno campate per aria, nient’altro che il frutto guasto di indebite pressioni delle aziende. A sostenerlo sono J. Abramson e J. Wright della Harvard Medical School, secondo i quali i 15 studi clinici utilizzati per giustificare l’indicazione alla terapia ipocolesterolemizzante per le donne (sei) e per tutti gli ultrasessantacinquenni (nove) senza una provata malattia vascolare non dimostrerebbero affatto l’assunto, la mortalità non sarebbe ridotta e il rischio di eventi cardiovascolari sarebbe debolmente influenzato solo negli uomini di età compresa tra i 30 e i 69 anni, mentre per le donne (i dati riguardano quasi 11.000 soggetti) le statine non inciderebbero neppure su questo parametro. A rafforzare involontariamente la posizione, uno degli ultimi numeri di Jama riporta un’analisi di quattro grandi studi compiuti in tutto il mondo su un totale di 1.400 persone con malattia coronarica compiuta da Steve Nissen, il guru della terapia con statine, il cui risultato ne conferma l’efficacia nel diminuire le placche aterosclerotiche, ma non supporta l’idea che ciò si traduca in effetti clinici rilevanti. La storia, secondo gli esperti di Harvard, è emblematica della tendenza attuale alla creazione di condizioni patologiche inesistenti al fine di poter allargare lo spettro dei consumatori di farmaci. Purtroppo, inoltre, non rappresenta un incidente di percorso: un articolo pubblicato a fine gennaio sul New England Journal of Medicine a firma Robert Steinbroock, uno dei membri del board della rivista, cita infatti numerosi altri esempi di linee guida pilotate. Tra essi vi è il destino dell’Agency for Health Care Policy and Research, fino al 1995 autorevole fonte di indirizzi e linee guida e in seguito ridotta a poco più che ufficio burocratico. Colpa di un sostanzioso taglio dei fondi deciso dalla Camera dei rappresentanti, visto che l'Agenzia non aveva seguito i consigli delle lobby dei chirurghi nello stilare le linee guida per la gestione del mal di schiena acuto; oggi l’ente ha cambiato nome (è stato ribattezzato Agency for Healthcare and Quality, non più Policy and Research), non può emanare linee guida ma si limita a sponsorizzare revisioni sistematiche che servano da base per l’elaborazione dei consigli. Un altro caso è stato quello dello scontro, avvenuto nel 1997, tra l’allora capo del National Cancer Institute Richard Klausner e il panel dei National Institute of Health, sull’opportunità di consigliare la mammografia come esame di routine già a partire dai 40 anni. Più di recente c’è stata la querelle sul trattamento della malattia di Lyme suggerito dalla Infectious Society of America, che secondo alcuni presunti luminari sarebbe troppo restrittivo e giustificherebbe il mancato rimborso delle terapie da parte delle compagnie assicurative. Nel 2004, poi, il primo episodio sulle statine: l’aggiornamento sul trattamento del colesterolo elaborato dal National Cholesterol Education Program, che estendeva molto le indicazioni, era stato stilato da esperti che avevano pesanti interessi economici nelle aziende produttrici. E ancora: nel 2006 la Eli Lilly è stata accusata di aver foraggiato gli estensori delle linee guida sulla gestione della sepsi acuta per spingere un suo farmaco (costo di un trattamento: 6.800 dollari), la Amgen di aver fatto, insieme ad altri produttori, pressioni illegali per l’estensione delle indicazioni all’uso dell’eritropietina nelle patologie renali, mentre la Pfizer ha intrapreso, insieme alla giapponese Eisai, una battaglia per l’allargamento delle indicazioni di alcuni farmaci contro l’Alzheimer. E la lista potrebbe continuare, per esempio con la cancellazione da parte degli Nih, della conferenza indetta nei prossimi mesi per elaborare le linee guida per il trattamento dell’herpes genitale in gravidanza: il Center for

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Science in the Public Interest ha smascherato quattro dei cinque relatori, prezzolati dalle industrie produttrici di antivirali. Considerando che solo negli Stati Uniti le linee guida depositate presso la US National Guideline Clearinghouse sono più di 2000, questi episodi rappresentano probabilmente la punta di un iceberg; se non altro, però, hanno dato vita a un vivace dibattito sui possibili rimedi; del resto, un’indagine condotta su 685 linee guida ufficiali ha svelato che il 35 per cento degli autori aveva dichiarato un interesse economico sospetto. Marco Bobbio, direttore dell’Unità operativa di cardiologia dell’Ospedale Santa Croce di Cuneo e autore di diversi studi e libri tra i quali, nel 2004, un rapporto molto documentato sul conflitto di interessi (Giuro di esercitare la medicina in libertà e indipendenza, Einaudi, pag 289, 15 euro), così commenta quello che sta succedendo: “Innanzitutto è bene sottolineare che le linee guida hanno costituito e ancora oggi rappresentano uno strumento molto importante per aiutare medici e pazienti a seguire i percorsi di diagnosi e cura migliori, riconosciuti a livello internazionale e convalidati dalle prove scientifiche. Esse vengono infatti stilate in base all’analisi e all’interpretazione dei dati disponibili fatte da esperti del settore che si suppone siano dotati di indipendenza di giudizio. Con il tempo, tuttavia, ci si è resi conto che, proprio perché esse fornivano consigli cui moltissimi prescrittori erano tenuti a uniformarsi, potevano diventare oggetto di strumentalizzazioni, e i limiti dell’attuale procedimento di elaborazione sono diventati sempre più evidenti. Tra i più vistosi vi è senza dubbio quello del conflitto di interessi, anche perché molto spesso gli estensori non venivano citati singolarmente con il loro fardello di inevitabile contiguità con le industrie, ma nominati solo come membri di un panel indistinto. Oggi non viene più ritenuta accettabile una simile omertà, e tutte le principali riviste chiedono che siano esplicitate tutte le possibili fonti di interessi privati anche non direttamente collegati con l’oggetto delle decisioni – per esempio un farmaco”. Questo, ovviamente, non basta, anche perché molti dei casi del recente passato dimostrano che troppo spesso i legami con le industrie vengono smascherati da terzi, talvolta per caso. Per Bobbio bisogna agire anche su altri fronti: “La prassi vuole che le linee guida siano elaborate da esperti, e molte sotto-società di associazioni scientifiche stilano le proprie, in quanto si sentono più competenti. Questo fornisce però una visione parziale di una malattia. Per restare all’esempio delle statine, se solo i cardiologi specializzati nel trattamento del colesterolo sono chiamati a decidere, si rischia di perdere di vista altri aspetti come le terapie concomitanti, le sottopopolazioni di malati, la necessità di sottoporsi a esami diagnostici e la visione complessiva del paziente. Se invece nel panel rientrano altre figure, probabilmente il verdetto è più equilibrato”. Non solo: i pronunciamenti dei vari comitati sono stati spesso presentati come opinioni unanimi, ma di solito non è così. Ancora Bobbio: “E’ del tutto legittimo che all’interno di un panel ci siano convinzioni diverse, talvolta contrastanti. Se ci fosse l’obbligo di esplicitarle, medici e pazienti potrebbero avere un’idea più completa delle questioni sul tappeto e il tutto avrebbe anche importanti ricadute culturali, perché servirebbe a ridimensionare il potere dei medici e a rendere la medicina quello che è, cioè una scienza inesatta per definizione. Per esempio, le linee guida australiane del 2002 sull’uso degli inibitori delle Cox 2 sono state approvate solo da 23 dei 31 esperti e, in appendice, sono state rese pubbliche le riserve di chi non concordava con la linea ufficiale. Molto resta da fare, ovviamente, anche sull’impostazione dei trial che conducono alle linee guida e che spesso sono formulati per raggiungere un certo risultato, nonché sull’influenza dei cosiddetti opinion leader, che possono condizionare molto più di quanto si pensi”. Oltre a ciò bisogna tener conto anche delle distorsioni possibili derivanti dagli indirizzi ufficiali. “Talvolta” spiega Bobbio “le linee guida suggeriscono usi off label di certi farmaci. Questo può essere positivo, se si tratta di anticipare processi decisionali che possono durare mesi o anni, ma resta il fatto che se un farmaco non è indicato per una condizione, fino a quando non ci sono prove inconfutabili della sua efficacia e sicurezza, non andrebbe utilizzato perché potrebbe non ottenere mai l’autorizzazione”. Infine, ricorda Richard Steinbrook (e Bobbio è della stessa opinione), bisognerebbe agire sugli organismi pubblici, potenziando quelli indipendenti come il Nice britannico, sempre impegnato in guerre di resistenza alle sirene delle industrie, l’Oms, troppo vasta per essere piegata da interessi singoli, i Cdc di Atlanta e la Us Preventive Task Force o, ancora, il Nih Consensus Developmet Program, che dal 1977 sponsorizza e diffonde la medicina basata sulle prove di efficacia e le sue conseguenze pratiche. Molti di questi organismi, conclude Steinbrook, hanno fondi limitati e procedono con metodologie che allungano i tempi: due elementi che, ancora una volta, espongono i membri a pericolose tentazioni. di Agnese Codignola

52 La necessità inderogabile di nuovi metodi di selezione e reclutamento della classe politica.Nell’ultimo episodio di  "W L’ITALIA 2007 – PANE E POLITICA” Riccardo Iacona ci ha portato dentro la politica romana, nelle aule di Camera e Senato, a cominciare dal primo “giorno di scuola”. 21.517 euro lordi, tanto costa allo Stato ogni singolo deputato.  Ma quanto vale nel mondo vero, fuori dal Palazzo questa somma?Gli eletti della XV legislatura, per la prima volta nella storia della Repubblica, non sono stati votati da nessuno, nessuno ha messo il segno sulla loro faccia: chi devono ringraziare se sono lì e a chi dovranno rendere conto del loro operato? Per rispondere a questa domanda Iacona ci ha portato dentro i collegi elettorali per capire che uso i partiti hanno fatto dell’enorme potere che la legge elettorale ha consegnato nelle loro mani:  chi sono i deputati che sono stati eletti? Sono espressione dei cittadini o degli apparati dei partiti? Pare della seconda ipotesi.Poi Iacona ci ha portato dentro il governo Prodi, per cercare di capire come è stato possibile che proprio il centrosinistra desse vita al governo più “grosso” nella storia della nostra Repubblica, il governo dei 102, tra ministri, viceministri e

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sottosegretari. Pare per soddisfare il bisogno di visibilità di tutte le sue componenti partitiche.Pane e politica ci ha descritto la crisi di rappresentanza dei partiti tradizionali e il venire avanti dei cosiddetti partiti-persona, vere e proprie macchine elettorali incardinate tutte su persone che per la loro posizione sono in grado di poter coltivare il proprio elettorato: proprietari dei pacchetti di voti, i partiti-persona sono in grado di giocarsi il loro capitale sociale in maniera autonoma sul mercato della politica, spostandosi al centro, a destra o a sinistra. Del resto la posta in gioco negli ultimi anni è diventata alta: dal Consiglio circoscrizionale, al Comune, alla Provincia, alla Regione, al Parlamento un eletto percepisce un vero e proprio stipendio. Per molti la politica è l’unico vero lavoro e quando arrivi, ad esempio, alla Regione è pagato talmente bene da falsare la gara: oggi un consigliere regionale arriva a prendere fino a quindici volte di più di un operaio, un professore, un ricercatore.Ma si mangia Pane e Politica non solo nelle assemblee elettive: Iacona ci fa vedere come, a partire dalle società miste e dai consigli di amministrazione, la politica occupi tutti gli spazi possibili e immaginabili.Siamo proprio sicuri che questo è il modo migliore di selezionare la classe dirigente di un Comune, di una Regione, di un Paese?

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