Laboratorio (tecniche) 2 [modalità compatibilità] · più larghi e bassi: con tempi di ritenzione...
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29/04/2013
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TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei solidi
I solidi volatili si possono purificare per sublimazione, processo che comporta il passaggio dalla fase solida a quella vapore e la condensazione dalla fase vapore alla fase solida
Il campione si scalda sotto vuoto ed il vapore incontra una superficie fredda, dove solidifica.
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dito freddo
TECNICHE DI PURIFICAZIONE dei LIQUIDI
I liquidi (sia reagenti che solventi) si purificano per DISTILLAZIONE, un processo che porta il liquido in fase vapore vapore e poi condensa nuovamente il vapore a liquido
Un liquido bolle quando la sua pressione di vapore è uguale alla pressione esterna (equazione di Clausius-Clapeyron)
il liquido bolle
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Composti con calori di vaporizzazione piùalti hanno pressioni di vapore più basse equindi serve più energia per vaporizzarli(p.e. maggiore)
Pressione atmosferica normale
I liquidi basso-bollenti (p.e. < 150°C) contenenti impurezze non volatili si possono purificare per distillazione semplice a pressione ambiente
- Il liquido viene portato all’ebollizione con un’opportuna fonte di calore (EVITARE FIAMME LIBERE: i composti organici sono di solito infiammabili!!!)
- il vapore viene fatto passare attraverso un tubo freddo (refrigerante), dove condensa e viene raccolto in un pallone.
E’ importante asscurare una buona agitazione del liquido in ebollizione (ancorettamagnetica, oppure pietruzze da ebollizione) per evitare “bumping”, che può mandarenel pallone di raccolta del liquido non purificato.
Apparecchiatura per la distillazione semplice a pressione atmosferica
H2O entra
H2O esce
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Apparecchiatura per la distillazione semplice a pressione ridotta
Conoscendo il p.e. a 760torr, si collega il p.e.sperimentale (prima scala)con quello a pressioneatmosferica (seconda scala)e si prolunga la retta fino aleggere la pressione (terzascala).
Se non si conosce la pressione (e non si può misurare), si può ricavare con l’aiuto del grafico:
95°C
195°C
30 torr
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Se il liquido ha un punto di ebollizione molto alto (anche a pressione ridotta) ed è immiscibile con l’acqua, si può ricorrere alla DISTILLAZIONE IN CORRENTE DI VAPORE.
Alla temperatura di ebollizione dell’acqua,il vapore di questo liquido in equilibrio conesso contribuisce al raggiungimento dellapressione esterna e viene trascinato viadall’acqua che bolle.
Al termine della distillazione, il liquido e l’acqua formano due fasi separate.
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tubo a cloruro di calcio (se bisogna evitare l’umidità)
I liquidi alto-bollenti (p.e. >150°C) contenenti impurezzenon volatili si possonopurificare per distillazionesemplice sotto vuoto, per evitareche il riscaldamento eccessivoprovochi decomposizione termica
PER EFFETTUARE UNA REAZIONE CHIMICA
1. Si purificano (se necessario) reagenti e solventi.
2. Si mescolano i reagenti nelle opportune condizioni di reazione.3. Si segue l’andamento della reazione.
4. Si lavora la reazione.5. Si analizza il grezzo della reazione.
6. Si separano i prodotti.7. Si controlla la purezza dei prodotti.
8. Si purificano (se necessario) i prodotti.
2. Mescolamento dei reagenti
I reagenti vanno mescolati in soluzione, in un pallone,munito di piastra magnetica riscaldante. Generalmenteuno dei reagenti si aggiunge all’altro (mediante imbutodi gocciolamento autoequilibrante).
Se necessario, si mantiene l’atmosfera inerte e/oanidra.
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tubo a CaCl2
imbuto di gocciolamento autoequilibrante
bagno esterno
(riscaldante o refrigerante)
refrigerante a bolle
piastra magnetica
1. Si purificano (se necessario) reagenti e solventi.
2. Si mescolano i reagenti nelle opportune condizioni di reazione.3. Si segue l’andamento della reazione.
4. Si lavora la reazione.5. Si analizza il grezzo della reazione.
6. Si separano i prodotti.7. Si controlla la purezza dei prodotti.
8. Si purificano (se necessario) i prodotti.
Per effettuare una reazione chimica correttamente:
TECNICHE PER SEGUIRE L’ANDAMENTO DI UNA REAZIONE
E’ importante poter verificare se il substrato stia reagendo (e quindi scomparendo) ed il prodotto/i si stia formando (e quindi comparendo).
TECNICHE SPETTRALI
Sono utili quando reagenti e prodotti hanno caratteristiche spettrali diverse (per es. un picco IR o un segnale 1H NMR o il massimo di assorbimento UV-vis.
Problema del solvente
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- Cromatografia su Strato Sottile, TLC (Thin Layer Chromatography)
silice allumina
cicloesanopentanotetracloruro di carboniotoluene (metilbenzene)cloroformiodietil etereacetato di etileacido aceticometanolo
pentanocicloesanotetracloruro di carboniotoluene (metilbenzene)dietil eterecloroformioacetato di etilemetanoloacido acetico
POLARITA’
Serie eluotropiche dei più comuni solventi
La cromatografia su strato sottile è una cromatografia di adsorbimento
La fase stazionaria è stesa su un supporto solido e l’eluente sale per capillarità
Diversi fattori determinano l’efficienza di una separazione cromatografica
ADSORBENTE Dovrebbe essere molto selettivo verso le sostanze da separare
Non deve adsorbire troppo fortemente 1
Non deve adsorbire troppo debolmente 2
Altrimenti tutti I composti restano vicino al punto di applicazione e non si ha separazione.
Altrimenti tutti i composti si muovono con il fronte del solvente e non si ha separazione.
ELUENTE Dovrebbe essere molto selettivo nella capacità di desorbire le sostanze da separare.
Una proprietà importante del solvente è quella di venire adsorbito sulla fase stazionaria.
Se il solvente viene adsorbito più fortemente dei composti da separare, neprende il posto sulla fase stazionaria ed I composti verranno eluiti insieme
Tutti i composti si muovono con il fronte del solvente e non si ha separazione.
Se il solvente viene adsorbito meno fortemente di tutti i composti da separare,non riesce a desorbirli
Tutti I composti restano vicino al punto di applicazione e non si ha separazione.
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GASCROMATOGRAFIA (GC)
Sostanze volatili possono essere analizzate (qualitativamente e quantitativa-mente) mediante cromatografia in fase vapore (vapour phase chromatography, VPC) detta anche cromatografia gas-liquido (gas-liquid chromatography, GLC) o, comunemente, gascromatografia (GC).
è una cromatografia di ripartizione
La fase stazionaria è un liquido altobollente che riveste come film sottile una colonna di vetro cava (colonna capillare) oppure impregna della silice e viene inserito in una colonna di vetro o di metallo (colonna impaccata)
colo
nna
capi
llare
colonne impaccate
vetro
metallo
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La fase stazionaria deve essere stabile termicamente, non reattiva e non volatile nell’intervallo di temperatura a cui lavora la colonna.
La fase stazionaria può essere non polare o polare.
Le fasi non polari separano i composti sulla base del punto di ebollizione
Le fasi polari hanno anche interazioni dipolo-dipolo di vario grado con i composti che passano sopra
Non polari: idrocarburi a catena lunga
non vanno bene con gli alcooli
Polare: polietilen glicolO O O O O O O O O O O O
va bene con composti polari (esteri, chetoni, alcooli)
La fase mobile è un gas inerte: azoto o elio, migliore, ma più costoso
Mediamente polari: oli di silicone
SiR R
OSi
O
R R
SiR R
OSi
O
R RSi
R R
OSi
O
R R
SiR R
OSi
O
R R
SiR R
OSi
O
R R
SiR R
OSi
R R
Utili per molte sostanze. Separano sulla base della volatilità
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Il campione da analizzare (composto puro o miscela) viene diluito in un opportuno solvente e iniettato con una microsiringa, attraverso un setto di gomma teflonata, nell’iniettore
INTRODUZIONE DEL CAMPIONE NEL GC
Lavare MOLTO bene la siringa, sia prima che dopo l’iniezione!
La siringa solitamente è da 10 μl; si inietta 1 μl della soluzione
L’ago è molto sottile e si rompe facilmente: guidarlo con entrambe le mani
toccare il setto
l’ago deve essere vuoto
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forare il setto senza iniettare
iniettare
Si inietta con un movimento morbido e rapido
RIVELAZIONE DEL CAMPIONE
Il detector più usato è il rivelatore a ionizzazione di fiamma, FID (flame ionization detector)
Nel detector arrivano: idrogeno, aria e una porzione del gas di trasporto.
La fiamma, ottenuta bruciando H2 in aria, è posta in un campo elettrico.
Quando passa solo il gas di trasporto, si ha una fiamma che produce pochi ioni. Quando il gas di traporto contiene un composto organico, questo brucia e forma ioni, che aumentano la conducibilità elettrica.
La variazione di potenziale si traduce in un segnale che viene inviato ad un registratore o ad un computer
Il risultato è un gascromatogramma
I picchi diventano più larghi con l’aumentare del tempo di ritenzione. Il picco del solvente va fuori scala.
Il tempo di ritenzione si misura tra il tempo dell’iniezione e quello del picco
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La forma ideale del picco dovrebbe essere una gaussiana.
Picchi irregolari possono essere dovuti a cause diverse.
picco scodato
La fase stazionaria della colonna non è adatta per quel composto
picco a “pinna di pescecane” con crescita irregolare seguita da diminuzione improvvisa
La colonna è stata sovraccaricata: bisogna iniettare molto meno campione
Il tempo di ritenzione permette di identificare un composto in confronto con un campione noto di quel composto: i tempi di ritenzione devono essere identici nelle stesse condizioni di analisi
picco allargato
A causa della diffusione laterale (presente in tutti i processi cromatografici) i picchi diventano sempre più larghi e bassi: con tempi di ritenzione molto lunghi si possono confondere con la linea di base
Si può rimediare aumentando la temperatura della colonna in modo programmato
ANALISI QUANTITATIVAL’area dei picchi è proporzionale alla quantità di sostanza, ma le sostanze NON bruciano tutte alla stessa maniera e perciò non producono la stessa quantità di ioni.
E’ perciò necessario fare delle rette di taratura con concentrazioni note e con un composto standard di elevata purezza e di concentrazione nota.
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Riportando in grafico il rapporto delle aree misurato in funzione del rapporto delle concentrazioni si ottiene una retta il cui coefficiente angolare è il fattore di risposta
Areacampione
Areastandard=
[campione][standard]
fR x
Quando si ha una concentrazione icognita del composto, basta fare l’analisi con una concentrazione nota di standard
Areacampione
Areastandard=[campione]incognita
[standard]fR
x
CROMATOGRAFIA LIQUIDA AD ELEVATA PRESTAZIONE (HPLC)
High Performance Liquid Chromatography
Si usa in alternativa alla GC, quando le sostanze non sono volatili, oppure non sono stabili alle temperature dell’iniettore del gas cromatografo.
Fase stazionaria: solido finemente suddiviso (particelle anche di 5 μ)
Fase mobile: liquido pompato sotto pressione attraverso la fase stazionaria
L’equilibrio tra l’adsorbente e la fase mobile si stabilisce molto rapidamente
1. Si purificano (se necessario) reagenti e solventi.
2. Si mescolano i reagenti nelle opportune condizioni di reazione.3. Si segue l’andamento della reazione.
4. Si lavora la reazione.5. Si analizza il grezzo della reazione.
6. Si separano i prodotti.7. Si controlla la purezza dei prodotti.
8. Si purificano (se necessario) i prodotti.
Finita la reazione, il prodotto (o i prodotti) deve essere separato dalla miscela di reazione con tecniche di separazione. Ogni reazione può presentare problemi diversi di separazione, ma la maggior parte delle reazioni si può “lavorare” (“work-up”) secondo alcuni schemi generali.
Dalla miscela di reazione si separa un solido FILTRAZIONE
Si forma un liquido DISTILLAZIONE
Se i liquidi sono più di uno, si deve ricorrere alla distillazione frazionata.
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“Lavorazione acquosa” standard metodo più comune
Al termine della reazione, la miscela si versa CAUTAMENTE in acqua (o acqua e ghiaccio se il processo è esotermico): di solito il solvente organico usato per la reazione non è miscibile con l’acqua e si formano due fasi, che vanno separate.
1. Lavorazione acquosa ed isolamento di un composto (solido o liquido) neutro
Se il prodotto è neutro, si aggiunge un solvente organico (immiscibile con l’acqua) che lo scioglie.
Le due fasi si separano con un imbuto separatore
aprendo il rubinetto si raccoglie la fase inferiore
Etere dietilico: più leggero dell’acqua: sta sopra
CH2Cl2 o CHCl3: più pesanti dell’acqua: stanno sotto
1. Si purificano (se necessario) reagenti e solventi.
2. Si mescolano i reagenti nelle opportune condizioni di reazione.3. Si segue l’andamento della reazione.
4. Si lavora la reazione.5. Si analizza il grezzo della reazione.
6. Si separano i prodotti.7. Si controlla la purezza dei prodotti.
8. Si purificano (se necessario) i prodotti.
Il grezzo di reazione si può analizzare con le tecniche cromatografiche (per es., TLC, GC): si vede quanti composti siano presenti. Oppure con tecniche spettroscopiche.
Particolarmente utile è il GC abbinato con lo spettrometro di massa, perché si ottiene lo spettro di massa di ogni composto separato per GC
ANALISI DEL GREZZO DI REAZIONE
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miscela di reazione
Alla fine della reazione:
1.Si tratta con acqua o acqua e ghiaccio2.Si aggiunge un solvente organico immiscibile e si agita
soluzione organica con prodotto neutro fase acquosa (si scarta)
soluzione organica con prodotto neutro
soluzione organica con prodotto neutro
soluzione organica con prodotto neutro
prodotto neutro
Si lava (estrae) con una base
fase acquosa con impurezze acide (si scarta)
Si lava (estrae) con un acido
fase acquosa con impurezze basiche (si scarta)
fase acquosa (si scarta)
Si lava (estrae) con acqua
1.Si secca2.Si evapora il solvente organico
miscela di reazione
Se il prodotto è acido:
1.Si tratta con acqua o acqua e ghiaccio2.Si aggiunge un solvente organico immiscibile e si agita
soluzione organica con prodotto acido fase acquosa (si scarta)
fase acquosa basica con prodotto acido
soluzione organica con prodotto acido
soluzione organica con prodotto acido
prodotto acido
Si estrae con una base
fase acquosa (si scarta)
fase acquosa (si scarta)
Si lava (estrae) con acqua
1.Si secca2.Si evapora il solvente organico
fase organica (si scarta)
1.Si acidifica2.Si estrae un solvente organico
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miscela di reazione
Se il prodotto è basico:
1.Si tratta con acqua o acqua e ghiaccio2.Si aggiunge un solvente organico immiscibile e si agita
soluzione organica con prodotto basico fase acquosa (si scarta)
fase acquosa acida con prodotto basico
soluzione organica con prodotto basico
soluzione organica con prodotto basico
prodotto acido
Si estrae con un acido
fase acquosa (si scarta)
fase acquosa (si scarta)
Si lava (estrae) con acqua
1.Si secca2.Si evapora il solvente organico
fase organica (si scarta)1.Si alcalinizza2.Si estrae un solvente organico
ESTRAZIONE IN CONTINUO
Se si deve estrarre da un solido un composto relativamente poco solubile, l’estrazione con solventi si può effettuare in modo efficiente con un apparecchio Soxhlet.
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SEPARAZIONE MEDIANTE DISTILLAZIONE FRAZIONATA
Se il grezzo di reazione è costituito di composti liquidi miscibili, questi si possono separare per distillazione
Una coppia di liquidi miscibili, A e B, ha comportamento ideale se segue la legge di Raoult, contribuendo alla pressione di vapore totale in funzione della composizione della miscela
Ptotale = PA + PB = xAP0A + xBP0
B
xA e xB = frazione molare di A e B nella miscelaP0
A e P0B = pressione di vapore di A e B puri ad una data temperatura
Se la differenza di temperatura di ebollizione dei due liquidi è > 50°C, si può effettuare una distillazione semplice, raccogliendo prima il liquido che bolle a temperatura più bassa e poi quello che bolle a temperatura più alta (se necessario, diminuendo la pressione)
Per separare liquidi con punti di ebollizione più vicini: distillazione frazionata.
Mescolando quantità diverse di A e B, misurando la temperatura a cui la miscela bolle (a pressione atmosferica) ed esaminando la composizione del vapore, si ricava il diagramma dei punti di ebollizione in funzione della composizione
Man mano che la distillazione procede, il punto di ebollizione sale gradualmente ed il distillato contiene una quantità minore del composto più volatile
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Questo significa salire nel diagramma da XY a, per esempio, X’Y’
Caratteristico della distillazione di una miscela di liquidi è:
La composizione del liquido e quella del vapore non sono uguali
Il p.e. del liquido sale gradualmente durante la distillazione.
Una miscela con, frazione molare di B L1 si scalda e raggiunge la temperatura di ebollizio-ne. Il vapore ha composizione V1. Se il vapore condensa, dà un liquido di composizione L2. Se L2 viene scaldato, raggiunge una temperatura di ebollizione (inferiore alla prece-dente), da cui si ottiene un vapore V2, più ricco nel composto a p.e. più basso.
p.e.
Ripetendo più volte la serie distillazione-condensazione-distillazione si arriva ad A puro
Le distillazioni successive necessarie per la separazione costituiscono i piatti teorici
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In pratica le distillazioni successive si realizzano interponendo tra pallone e testa di distillazione una “colonna di frazionamento”
Col
onna
di V
igre
ux
Col
onna
di W
idm
er
Rie
mpi
men
to c
on p
allin
e di
vet
ro
Rie
mpi
men
to a
spi
rale
Den
ti d
i vet
ro ri
entr
anti
Un piatto teorico è l’equivalente di una distillazione semplice.
Miscele non ideali possono non essere separabili se c’è una composizione della micela in cui la composizione del vapore è uguale a quella del liquido (miscele azeotropiche).
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SEPARAZIONE MEDIANTE CROMATOGRAFIA SU COLONNA
I composti organici si possono separare con la cromatografia di adsorbimento, in quantità di grammi.
La separazione si basa sullo stesso primcipio della TLC
Una colonna di vetro, con rubinetto, si riempie con la fase stazionaria bagnata con il solvente (per evitare la formazione di bolle d’aria)
In testa alla colonna si pone una soluzione dei composti da separare (minimo volume), che si fa adsorbire, facendola scendere (rubinetto aperto)
Si eluisce con il solvente opportuno e si raccolgono le frazioni (attraverso il rubinetto)
Il solvente può evaporare, depositando cristalli sul gambo: lavare con solvente fresco
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1. Si purificano (se necessario) reagenti e solventi.
2. Si mescolano i reagenti nelle opportune condizioni di reazione.3. Si segue l’andamento della reazione.
4. Si lavora la reazione.5. Si analizza il grezzo della reazione.
6. Si separano i prodotti.7. Si controlla la purezza dei prodotti.
8. Si purificano (se necessario) i prodotti.
7. La purezza dei prodotti si verifica con tecniche cromatografiche (TLC, GC) o spettrali (1H NMR)
8. La purificazione dei prodotti si effettua con le stesse tecniche usate per i reagenti.