Laboratorio Lunetta Gamberini e dintorni dossier d’area ... · e, in ultima analisi, il benessere...

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Laboratorio Lunetta Gamberini e dintorni dossier d’area sintetico Versione del 26 giugno 2017 Laboratorio di Quartiere Santo Stefano

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Laboratorio Lunetta Gamberini e dintornidossier d’area sinteticoVersione del 26 giugno 2017

Laboratorio di Quartiere Santo Stefano

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Prendono il via i Laboratori di Quartiere di Bologna— Urban Center Bologna

Le decisioni vanno prese insieme a chi ci vive: per questo nascono i Laboratori di Quartiere. Insieme a cittadini e comunità, con il supporto dell’Università di Bologna, sperimenteremo strumenti e metodi di partecipazione mettendo a disposizione risorse pubbliche.

Ci saranno incontri diffusi nei sei quartieri della città dove poter segnalare, creare e far votare proposte, materiale informativo tradotto in 7 lingue, una campagna sui social network dedicata ai più giovani, siti web dove informarsi e prendere contatto con l’Ufficio per l’Immaginazione Civica, approfondimenti e dati a supporto per ogni percorso, una piattaforma web dedicata alle proposte con il voto diretto per il bilancio partecipativo. Ma soprattutto un gruppo di lavoro dedicato a creare processi di prossimità in ogni quartiere al fine di raggiungere risultati condivisi e concreti.All’interno degli obiettivi definiti dal Piano Innovazione Urbana di Bologna grazie alla collaborazione tra Quartieri e Ufficio per l’Immaginazione Civica dell’Urban Center Bologna, in ogni quartiere, ci saranno diversi processi di partecipazione attivati, in base alle criticità e opportunità.

Grazie al supporto metodologico del centro di ricerca Ces.Co.Com del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna, sperimenteremo strumenti e approcci che proseguiranno anche negli anni successivi arrivando a coprire tutto il territorio cittadino per far emergere e valorizzare le competenze diffuse e garantire un’interazione informata. Per il 2017, in base alle segnalazioni dei cittadini a partire dal percorso “Collaborare è Bologna“, alle criticità socio-demografiche e agli investimenti previsti, sono state scelte le seguenti aree:la zona Ducati-Villaggio INA e Borgo Centro per Borgo Panigale – Renol’area Pescarola per il Navile;la zona Quadrilatero, Scalo, Malvasia per Porto – Saragozza;l’area San Donato centro e Cirenaica per San Donato – San Vitale;la zona Lunetta Gamberini e dintorni per Santo Stefano;la zona Arno, Lombardia, Abba, Portazza per Savena. Oltre a queste aree, i Laboratori di Quartiere interesseranno anche Bolognina, Reno-Barca, Villa Spada e nella zona Universitaria, Quadrante Ovest, Stadio e Cierrebi. Nel mese di giugno tutti i cittadini potranno fare proposte, a luglio e settembre coprogettare quanto emerso, a ottobre votare le proposte per il bilancio partecipativo. A disposizione ci sono:– 1 Milione di € per interventi su spazi pubblici nelle 6 aree individuate nell’ambito del bilancio partecipativo– la definizione della vocazione di 11 edifici da recuperare grazie ai fondi Europei PON Metro– la definizione delle priorità su educazione, inclusione sociale e digitale e su sport e cultura. “Se non ci credi, partecipa. Il Quartiere comincia da te”.

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La sfida dei Laboratori di Quartiere— Roberta Paltrinieri, Direttore scientifico Ces.co.com, Università di Bologna

I Laboratori di Quartiere di Bologna nascono dall’esperienza di un’amministrazione matura che porta a sistema un percorso iniziato con Il Regolamento per la collaborazione tra amministrazione e cittadini per la gestione condivisa dei beni comuni urbani e “Collaborare è Bologna” e che attua la riforma dei quartieri. L’esperienza che Bologna sta sperimentando deve essere collocata nel più ampio contesto dei processi di innovazione sociale che comportano progressivi mutamenti sia dal punto di vista strutturale che culturale e rispondono al tema della crescente individualizzazione e della sfiducia tipica delle società in cui viviamo. Con i laboratori di quartiere si realizza, infatti, un processo di progressiva orizzontalizzazione della relazione tra la Pubblica Amministrazione e cittadini e nei processi di coinvolgimento attivo e di ascolto. Il reale impatto si misura però solo se al mutamento strutturale si accompagna al contempo un diverso orientamento culturale. La cultura della cittadinanza attiva è un processo ed una pratica, non certo un prodotto. È l’esito di un processo di corresponsabilità, che segue la logica del bene comune, la quale comporta la disponibilità dei cittadini a ricreare le condizioni della propria convivenza perché consente di radicare in profondità la pratica della democrazia attraverso processi di sussidiarietà. Detto in altro modo si tratta di una forma di democrazia che richiede che i cittadini siano messi nelle condizioni di poter sviluppare quelle capacità che danno a loro un effettivo accesso alla sfera pubblica, attraverso il loro coinvolgimento ed un effettivo protagonismo nelle scelte. La collaborazione è una pratica che supera la partecipazione perché non solo implica co-progettazione e co-decisione, ma soprattutto implica assunzione di potere e responsabilità reciproche. La cornice teorica in cui si collocano i Laboratori di Quartiere del Comune di Bologna ed i mutamenti a livello strutturale e culturale che comportano è quella della immaginazione civica. L’immaginazione è un processo sociale, una risorsa che può essere costruita solo collettivamente, sviluppando capacitazioni e buone pratiche che entrano a sistema in un rapporto virtuoso tra cittadini e i quartieri per la crescita della comunità e dei beni relazionali, essi stessi intesi come beni comuni. Dati i presupposti è chiaro che i Laboratori di Quartiere costituiscono una sfida, un progetto in itinere, una sperimentazione allo scopo di mettere a sistema un diverso modello di governance negli anni a venire che si ponga come obiettivo anche la produzione di capitale sociale. Come ogni sperimentazione necessita di un monitoraggio costante, il metodo della ricerca azione che il Ces.co.com dell’Università di Bologna ha scelto per concretizzare la collaborazione con l’unità di governance del Comune di Bologna, va nella direzione della costruzione di indicatori qualitativi e quantitativi dell’efficacia del processo, la sfida è quella di misurare non solo quanta partecipazione ma quale partecipazione, quale le criticità ed i limiti, indicatori che sono essi stessi risultati di un processo di ascolto e di osservazione partecipata. Al Ces.co.com il ruolo di accompagnamento di questo processo di ripensamento di ruoli e funzioni da parte della pubblica amministrazione e di creazione di una nuova forma di cittadinanza, la cittadinanza responsabile, al fine di costruire un approccio di intervento territoriale in grado di tradursi nel tempo in pratiche partecipative e collaborative continuative per la Bologna che verrà.

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A seguito della Riforma dei Quartieri, a partire dal mandato politico per il quinquennio 2016/2021, le funzioni a questi assegnate sono modificate rispetto al passato. Il Quartiere opererà dunque nel monitoraggio e nella verifica dei servizi comunali erogati, lasciando alle Istituzioni preposte (IES, Servizi Sociali e ASP ad es.) la gestione diretta degli stessi, ma al contempo svilupperà maggiormente la sua vicinanza alla cittadinanza attraverso ascolto, confronto e lo sviluppo di partecipazione mettendo in pratica un vero proprio lavoro di comunità. Attraverso il lavoro di comunità si ha dunque un vero e proprio rinnovamento della programmazione locale, che riconosce la “partecipazione” come strumento utile per rispondere concretamente ai cambiamenti che ogni giorno viviamo, sia all’interno dei servizi sia all’interno della relazione tra cittadinanza/utenza; si intercettano così anche le nuove e trasversali dimensioni del disagio sociale, i nuovi bisogni di servizi o i cambiamenti necessari affinchè un luogo pubblico possa divenire accogliente e permetta il suo miglior utilizzo da parte di tutti coloro che quel luogo frequentano.Il Quartiere ha dunque una nuova centralità nelle politiche di comunità, divenendo riferimento e promotore per iniziative che coinvolgono persone o istituzioni, unite nel tentativo di migliorare - attraverso iniziative collegiali - il luogo in cui vivono, lavorano o studiano, le relazioni e tra le persone e, in ultima analisi, il benessere e la qualità della vita presente sul territorio. Per giocare a pieno questa nuova centralità ci siamo dotati dell’Ufficio reti e Lavoro di Comunità, strumento operativo necessario per promuovere la più ampia partecipazione possibile a questo processo. Nel rispetto delle regole, infatti, sarà tramite efficace per mettere in relazione le proposte e le competenze del territorio, facilitando al contempo la capacità progettuale e di superamento delle difficoltà esistenti per i soggetti in rete sul territorio.L’integrazione fra uffici, la realizzazione di reti che consentano ai cittadini singoli o associati di incontrarsi, di lanciare proposte da condividere con l’Amministrazione in vista della rigenerazione urbana dei beni comuni, rappresentano una nuova metodologia di lavoro per migliorare il Quartiere S. Stefano a favore di cittadine e cittadini residenti e non solo.

La Riforma dei Quartieri ed i processi di sviluppo di partecipazione hanno la loro base nelle tante sperimentazioni o nelle realtà di collaborazione con la cittadinanza o con le associazioni che il Comune di Bologna ha maturato in molti anni: il rapporto con le libere forme associative, Collaborare Bologna, i patti di collaborazione, solo per fare qualche esempio.Oggi tutte queste esperienze sono fonte di ispirazione per modelli avanzati di promozione della partecipazione, più che in altre città. Ricordo che i patti di collaborazione, solo a titolo di esempio, oggi sono oltre mille, e coinvolgono circa seimila cittadine e cittadine.

I tavoli tematici di approfondimento, formati da Amministrazione e persone che in quel luogo vivono, i laboratori di co-progettazione, i patti di collaborazione, i rapporti formalizzati con le libere forme associative sempre di più oggi rappresentano nuove forme di ascolto e di risposta alle mutate esigenze della città.Auguro dunque a tutte e tutti noi buon lavoro.

Il lavoro di comunità per un rinnovamento— Rosa Maria Amorevole , Presidente del Quartiere Santo Stefano

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Laboratorio di Quartiere alla Lunetta Gamberini e dintorni

Premessa

Inquadramento dell’area

Il Laboratorio di quartiere Santo Stefano per l’anno 2017 si focalizza sull’area Dagnini-Chiesa Nuova ( Lunetta Gamberini e dintorni). Attraverso incontri con associazioni e comunità, insieme a cittadine e cittadini, si pone l’obiettivo di:– definire gli interventi da finanziare attraverso il “ bilancio partecipativo ”;– co-progettare le linee di sviluppo su educazione, digitale, sociale.

In accordo con il Quartiere Santo Stefano, la definizione degli obiettivi del percorso è frutto degli incontri condotti con il Team di quartiere nel corso del mese di aprile 2017. Inoltre, vengono tenute in considerazione le analisi delle opportunità emerse grazie ai percorsi collaborativi che hanno coinvolto la città di Bologna, in particolare il percorso Collaborare è Bologna .All’interno dei giardini Lunetta Gamberini diverse associazioni hanno portato avanti in questi anni attività di cura del verde, micro-pulizia e manutenzione degli arredi, che hanno reso i giardini un’area presidiata e curata, che rappresenta una risorsa per attività sportive e sociali, nonchè un’importante area verde per il quartiere. Il bisogno di migliorare la vivibilità dell’area è stato espresso in particolare dai genitori degli alunni delle scuole. È possibile promuovere interventi leggeri e iniziative condivise con le scuole, attraverso l’attivazione di associazioni e comitati dei genitori che incentivino forme di mobilità casa-scuola-lavoro e che migliorino la sicurezza degli attraversamenti. Una delle risorse segnalate è la l’ex-polveriera attualmente inutilizzata.

LABORATORIO DI QUARTIERE ALLA LUNETTA GAMBERINI E DINTORNI Premessa

Il Laboratorio di quartiere Santo Stefano per l’anno 2017 si focalizza sull’area Dagnini-Chiesa Nuova (Lunetta Gamberini e dintorni). Attraverso incontri con associazioni e comunità, insieme a cittadine e cittadini, si pone l’obiettivo di:

● definire gli interventi da finanziare attraverso il “bilancio partecipativo”; ● co-progettare le linee di sviluppo su educazione, digitale, sociale.

In accordo con il Quartiere Santo Stefano, la definizione degli obiettivi del percorso è

frutto degli incontri condotti con il Team di quartiere nel corso del mese di aprile 2017. Inoltre, vengono tenute in considerazione le analisi delle opportunità emerse grazie ai percorsi collaborativi che hanno coinvolto la città di Bologna, in particolare il percorso Collaborare è Bologna .

All’interno dei giardini Lunetta Gamberini diverse associazioni hanno portato avanti in questi anni attività di cura del verde, micro-pulizia e manutenzione degli arredi, che hanno reso i giardini un’area presidiata e curata, che rappresenta una risorsa per attività sportive e sociali, nonchè un’importante area verde per il quartiere. Il bisogno di migliorare la vivibilità dell’area è stato espresso in particolare dai genitori degli alunni delle scuole. È possibile promuovere interventi leggeri e iniziative condivise con le scuole, attraverso l’attivazione di associazioni e comitati dei genitori che incentivino forme di mobilità casa-scuola-lavoro e che migliorino la sicurezza degli attraversamenti. Una delle risorse segnalate è la l’ex-polveriera attualmente inutilizzata. Inquadramento dell’area

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Le aree statistiche selezionate all’interno del quartiere Santo Stefano sono: Dagnini e Chiesa Nuova . Sono collocate ai confini con il quartiere Savena, in una zona fortemente residenziale con diversi settori ampiamente urbanizzati, soprattutto in riferimento all’area Dagnini. Quest’ultima, in particolare, è molto accessibile, in quanto delimitata a nord da via Mazzini, collegata da filobus e alle Ferrovie grazie alla stazione Mazzini. I giardini Lunetta Gamberini , collocati tra via degli Orti, via Dagnini e Largo Lercaro, sono un luogo caratteristico dell’area. Occupano una superficie di circa 14,5 ettari ed ospitano al loro interno alcuni impianti sportivi, quattro scuole, un centro sociale e un centro giovanile, collocati in un lungo fabbricato, su un lato del quale è inserita una fontana dello scultore bolognese Nicola Zamboni.D’interesse anche le aree limitrofe di via Murri, un importante per la mobilità urbanala che disegna il confine naturale tra città e collina, la cui fruibilità e vivibilità possono essere migliorate grazie al coinvolgimento di residenti, associazioni e soggetti economici del territorio.Nell’area è molto sentito il bisogno di rispondere a fenomeni di incuria e cattivo uso dello spazio pubblico, in particolare nelle aree verdi. La presenza di diversi patti di collaborazione relativi alla cura degli spazi verdi e al contrasto del vandalismo grafico certificano, in qualche modo, queste esigenze da parte dei cittadini di questa zona.

Le aree selezionate sono state analizzate mediante alcune variabili socio-demografiche, rappresentate mediante mappe tematiche. L’analisi, in particolare, compara le aree in questione sia rispetto al resto del quartiere Santo Stefano che al comune di Bologna.Per quanto riguarda il numero di abitanti nel quartiere Santo Stefano, nel 2015 ammontano a 63.502, un valore medio rispetto al trend della città di Bologna. Il numero di abitanti, intorno ai 75 mila fino a metà anni ‘80, è progressivamente calato fino al 2007, per poi attestarsi da allora sugli standard attuali. Nello specifico le aree statistiche selezionate, Dagnini e Chiesanuova, hanno rispettivamente 9.482 e 7.325 abitanti. La densità abitativa di queste due aree statistiche è particolarmente elevata, quella di Dagnini arriva a 15.218 ab./Kmq, ben al di sopra della media cittadina, che si attesta sui circa 2.413 ab./Kmq. Questo dato risulta evidentemente in linea con l’elevata urbanizzazione delle aree in oggetto, in particolar modo Dagnini, interessata per gran parte da complessi di edilizia residenziale.

Analisi dell’area

Analisi dell’area Le aree selezionate sono state analizzate mediante alcune variabili

socio-demografiche, rappresentate mediante mappe tematiche. L’analisi, in particolare, compara le aree in questione sia rispetto al resto del quartiere Santo Stefano che al comune di Bologna.

Per quanto riguarda il numero di abitanti nel quartiere Santo Stefano, nel 2015 ammontano a 63.502, un valore medio rispetto al trend della città di Bologna. Il numero di abitanti, intorno ai 75 mila fino a metà anni ‘80, è progressivamente calato fino al 2007, per poi attestarsi da allora sugli standard attuali. Nello specifico le aree statistiche selezionate, Dagnini e Chiesanuova, hanno rispettivamente 9.482 e 7.325 abitanti. La densità abitativa di queste due aree statistiche è particolarmente elevata, quella di Dagnini arriva a 15.218 ab./Kmq, ben al di sopra della media cittadina, che si attesta sui circa 2.413 ab./Kmq. Questo dato risulta evidentemente in linea con l’elevata urbanizzazione delle aree in oggetto, in particolar modo Dagnini, interessata per gran parte da complessi di edilizia residenziale.

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Analizzando le fasce d’età relative ad infanzia, fanciullezza, adolescenza e giovinezza riportate nelle mappe di seguito, emerge come queste siano in linea con il resto del quartiere, ad eccezione della parte collinare dove, tuttavia, la bassissima densità abitativa rende il dato statisticamente poco significativo. I valori, inoltre, risultano in linea con quelli del resto della città.

Analizzando le fasce d’età relative ad infanzia, fanciullezza, adolescenza e

giovinezza riportate nelle mappe di seguito, emerge come queste siano in linea con il resto del quartiere, ad eccezione della parte collinare dove, tuttavia, la bassissima densità abitativa rende il dato statisticamente poco significativo. I valori, inoltre, risultano in linea con quelli del resto della città.

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Un ulteriore elemento di analisi ci è fornito dalla mappa della percentuale degli ultra 70enni per area statistica, riportata di seguito, la fascia d’età relativa alla “vecchiaia” (questa comprende sia la terza età, dai 65 ai 75 anni, che la quarta età, quella oltre i 75 anni).In particolare emerge che la frequenza di questa fascia d’età all’interno delle aree in oggetto sia in linea sia rispetto al quartiere che alla città, con valori attorno al 18-21% circa della popolazione residente.

Un ulteriore elemento di analisi ci è fornito dalla mappa della percentuale degli ultra

70enni per area statistica, riportata di seguito, la fascia d’età relativa alla “vecchiaia” (questa comprende sia la terza età, dai 65 ai 75 anni, che la quarta età, quella oltre i 75 anni).

In particolare emerge che la frequenza di questa fascia d’età all’interno delle aree in oggetto sia in linea sia rispetto al quartiere che alla città, con valori attorno al 18-21% circa della popolazione residente.

Per quel che riguarda la percentuale di residenti di origine straniera nelle aree selezionate, nelle aree statistiche in oggetto si riscontra un valore che si attesta intorno al 17.3% dei residenti, leggermente più elevato rispetto alle altre aree statistiche del quartiere.

Per ciò che concerne il reddito degli abitanti residenti in riferimento alle aree selezionate, i dati si posizionano su livelli medi (valore mediano intorno ai 20.600 euro annui) e in linea sia rispetto alle altre aree statistiche del quartiere sia relativamente a gran parte del contesto cittadino.

Per quel che riguarda la percentuale di residenti di origine straniera nelle aree selezionate, nelle aree statistiche in oggetto si riscontra un valore che si attesta intorno al 17.3% dei residenti, leggermente più elevato rispetto alle altre aree statistiche del quartiere.

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Per ciò che concerne il reddito degli abitanti residenti in riferimento alle aree selezionate, i dati si posizionano su livelli medi (valore mediano intorno ai 20.600 euro annui) e in linea sia rispetto alle altre aree statistiche del quartiere sia relativamente a gran parte del contesto cittadino.

Abbiamo, poi, osservato la percentuale delle case in affitto nelle aree statistiche in oggetto, che è bassa rispetto al resto del quartiere ma in linea rispetto alla media cittadina. Questa variabile potrebbe essere interpretata come un indicatore di bassa mobilità sociale.

Per quel che riguarda la percentuale di residenti di origine straniera nelle aree selezionate, nelle aree statistiche in oggetto si riscontra un valore che si attesta intorno al 17.3% dei residenti, leggermente più elevato rispetto alle altre aree statistiche del quartiere.

Per ciò che concerne il reddito degli abitanti residenti in riferimento alle aree selezionate, i dati si posizionano su livelli medi (valore mediano intorno ai 20.600 euro annui) e in linea sia rispetto alle altre aree statistiche del quartiere sia relativamente a gran parte del contesto cittadino.

Per quel che riguarda la percentuale di residenti di origine straniera nelle aree selezionate, nelle aree statistiche in oggetto si riscontra un valore che si attesta intorno al 17.3% dei residenti, leggermente più elevato rispetto alle altre aree statistiche del quartiere.

Per ciò che concerne il reddito degli abitanti residenti in riferimento alle aree selezionate, i dati si posizionano su livelli medi (valore mediano intorno ai 20.600 euro annui) e in linea sia rispetto alle altre aree statistiche del quartiere sia relativamente a gran parte del contesto cittadino.

I Laboratori nascono dalla collaborazione fra i Quartieri del Comune di Bologna e l’Ufficio per l’Immaginazione Civica dell’Urban Center di Bologna.

comune.bologna.it/laboratoriquartiere/[email protected]