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LDFM Laboratorio di Fisica Laboratorio di Fisica dott. G. Casini ARGOMENTO 1: Misura delle grandezze fisiche presentazione realizzata dal prof. Antonio Covello

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LDFM

Laboratorio di Fisica

Laboratorio di Fisica dott. G. Casini

ARGOMENTO 1:

Misura delle grandezze fisiche

presentazione realizzata dal prof. Antonio Covello

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Schema della relazione di laboratorio

Strumenti di misuraCaratteristiche degli strumenti

L’intervallo d’incertezza

Errori di misuraIl nonio

Classificazione delle incertezze

La media aritmetica delle misure

Errore massimo o assoluto

indice

Errore relativo e percentuale

Propagazione degli erroriErrori nelle somme e nelle differenzeErrori nei prodotti e quozientiErrori nel prodotto con una costanteErrori nell’elevamento a potenza

Cifre significative

Il dinamometro

Grafici

Def. operativa grandezza fisica

Def. di forza

Taratura di una molla

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In generale, gli strumenti di misura sono dei dispositivi che traduco-

no una sollecitazione ricevuta in una variazione di un’altra grandezza

più facilmente misurabile.

Strumenti tarati: sono dotati di un indice che può muoversi su u-

na scala di valori.

ELEMENTO RIVELATORE

TRASDUTTORE

DISPOSITIVO DI VISUALIZZAZIONE

In generale, i componenti fondamentali degli strumenti di misura

sono:

Strumenti di misura

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caratteristiche degli strumenti

Ogni strumento è caratterizzato dall’intervallo di funzionamento,

ovvero: tutti i valori compresi fra il massimo e minimo della gran-

dezza in esame che lo strumento è in grado di fornire.

Prontezza

Caratteristiche degli strumenti

Sensibilità

Fondo scala o portata

Risoluzione

Precisione

Giustezza

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Il Nonio

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0 10 20 30

0 1 2 3 4

5

6 7 8 910

Scala principale in mm

Scala del nonio in cui ogni divisione è 9/10 mm

0 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 910

Nonio decimale

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Nonio decimale

0 10 20 30

Traccia del nonio e della scala principale meglio corrispondenti

0 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 910

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Nonio decimale

0 10 20 30

Traccia del nonio e della scala principale meglio corrispondenti

0 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 910

0 10 20 300 10 20 30

0 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 9100 1 2 3 4

5

6 7 8 910

Intervallo da valutare

A B PAB=AP - BP

9 AB = 3 1mm - 3 mm =

10

30-27 = mm = 0,3 mm

10

La misura totale sarà: OB = 6mm + 0,3mm = 6,3mm

Considerando l’errore di lettura: OB = (6,3 ± 0,1)mm

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0 10 20 30

0 1 3 4 5 6 7 8 9 102

Scala principale in mm

Scala del nonio in cui ogni divisione è 19/20 mm

Nonio ventesimale

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Nonio ventesimale

Traccia del nonio e della scala principale meglio corrispondenti

0 10 20 30

0 1 3 4 5 6 7 8 9 102

A B P

AB=AP - BP

19 AB = 5 1mm - 5 mm =

20

100-95 = mm = 0,25 mm

20

La misura totale sarà: OB = 6mm+0,25mm = 6,25mm

Considerando l’errore di lettura: OB = (6,25 ± 0,05)mm

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Errore di misura non ha il significato di sbaglio nell’eseguire una

misura.La determinazione sperimentale di ogni grandezza fisica è affetta da

un’incertezza sul suo valore.

Si parla quindi di intervallo di incertezza (o di confidenza) entro cui il valore

della grandezza fisica, il valore vero, si può pensare sia collocato.

Ciò che si può fare, e che si deve fare a seconda delle necessità, è mi-

nimizzare questo intervallo, ma non si deve mai pensare di poterlo

ridurre a zero.

Ogni misura sarà quindi scritta nella seguente forma:

(valore numerico ± incertezza sulla misura) Unità di misura

L’errore di misura limita il numero di cifre significative (*) da attri-

buire alla misura stessa.

Errori di misura

(*) Sulle cifre significative c’è un capitolo apposito.

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errori di misura

Dalle caratteristiche dello strumento di misura.

Dal metodo, o procedimento usato, di misura.

Da fattori imprevedibili, sia esterni sia interni, che posso-

no intervenire sia sullo strumento che sull’esperimento.

Da cosa dipende l’intervallo di incertezza?

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errori di misura

Errori sistematici

Errori casualio accidentali

Classificazione delle incertezze della misura

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errori di misura

Se per limitare gli effetti degli errori occorre ripetere più volte una

stessa misura, che valore assumere per scriverne il risultato?

Una volta eseguite N misure: x1, x2, … , xN; si assume come

risultato più attendibile il valore medio aritmetico delle misure:

dove xM è il valore medio calcolato sulle N misure eseguite.

1 2

1

1 NN

M i

i

x x xx x

N N

La media aritmetica delle misure eseguite

esempio

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errori di misura

Per indicarlo in generale si usa la lettera greca δ (anche la Δ) seguita

dal simbolo della misura: δx.

L'errore δx è detto errore massimo o errore assoluto.Si dice assoluto perché è omogeneo (stesse dimensioni fisiche) con la grandezza cui fa riferimento.

±δx significa che abbiamo a che fare con un intervallo, intorno al valore medio delle

misure, entro cui riteniamo che la quantità misurata si trovi.

Cosa significa ±δx ?

Errore massimo o assoluto

Per la natura aleatoria dell’errore casuale ogni risultato apparirà nella

forma:

grandezza misurata: (xM ± δx)unità di misura

+ δx- δx

l’intervallo di incertezza o di confidenza

è tutto questo: 2δx

xM asse delle misure x

Ogni misura è affetta da errore, come scriverlo?

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errori di misura

Gli errori relativo e percentuale, oltre a permettere di capire la preci-

sione con la quale una misura viene eseguita, permettono di con-

frontare misure di grandezze fisiche non omogenee.

Per poter avere un’idea della precisione con la quale è stata svolta u-

na misura, un'indicazione della qualità di una misura, non basta l’er-

rore assoluto. A tale scopo è stato definito l’errore relativo:

Errore relativo e percentuale

L’errore relativo è un numero adimensionale. Come facilmente si

evince dalla sua definizione.

errore assolutoerrore relativo =

valor mediorel

M

xx

x

% 100%M

xx

x

Moltiplicando l’errore relativo per 100 si ha l’errore percentuale,

δ%x :

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errori di misura

Cifre significative

Non ha senso attribuire ad una misura più cifre significative di quan-

to la risoluzione di uno strumento consenta.

Quindi, se il calcolo indicasse un valore con una risoluzione maggio-

re dello strumento usato per la misura diretta, questo valore andrà

arrotondato.

L’arrotondamento dev’essere fatto sia sul valor medio delle misure,

sia sugli errori (o incertezze), ma prima sugli errori. Poi, in base alle

cifre significative dell’errore dopo l’approssimazione, si arrotonderà

il valor medio.

Arrotondamento misureArrotondamento errori

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errori di misura

La propagazione degli erroriChe errore attribuire all’area di un rettangolo che, come sappiamo, è

ottenuta dal prodotto dei lati, le cui misure sono comprensive degli

errori assoluti?

Ovvero, come va determinato l’errore che da misure dirette si

propaga a misure indirette?

Analizzeremo solo i seguenti casi (x e la misura indiretta; a, b, c,…

quelle dirette):

Errori nelle somme e nelle differenze

Errori nel prodotto con una costante

Errori nei prodotti e quozienti

Errori nell’elevamento a potenza

x = a + b + c +…

x = a – b + c + …

x = k∙a

bx a d

c x a b c d

x = a n

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GraficiI valori delle misure possono essere riportati su carta millimetrata.

In molti casi, unendo i valori si ottiene il grafico di una retta.

Ci soffermeremo su questo caso.

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grafici

L’equazione generica di una retta come

quella a fianco è:

y = mx + q

m è detto coefficiente angolare ed è un’indi-

cazione di quanto la retta sia pendente

rispetto all’asse delle ascisse:

q è l’ordinata del punto in cui la retta

interseca l’asse delle ordinate, questo

punto ha ascissa 0: intercetta a zero

A(18;30)

B(33;50)

A B

A B

my y

x x

30 50 u 20 u 4 um

18 33 u' 15 u' 3 u'

Nell’esempio a lato:

(0;q)

Graficiy con u

10

20

30

40

50

60

70

10 20 30 40 50x con u’

(0;6)

4 u6u

3 u'y x

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grafici

rmax

rmin

x con u’

y con u

10

20

30

40

50

60

70

10 20 30 40 50

Per prima cosa si tracciano due rette, Una di

minima pendenza, l’altra di massima pen-

denza.

GraficiSiccome ogni dato è accompagnato dall’er-

rore assoluto, sui grafici va rappresentato

anch’esso. Si otterrà lo schema a lato.

La retta: è detta

retta di massima pendenza.

La retta: è detta

retta di minima pendenza.

La domanda è: qual è la migliore retta che

rappresenta le misure riportate?

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grafici

rmin

rmax

10

20

30

40

50

60

70

10 20 30 40 50

Per la retta migliore r* si calcolano m* e q*:

GraficiSiccome ogni dato è accompagnato dall’er-

rore assoluto, sui grafici va rappresentato

anch’esso. Si otterrà lo schema a lato.

La domanda è: qual è la migliore retta che

rappresenta le misure riportate?

mmax = 1,8 u

mmin = 0,6 u

qmax = 4 u’

qmin = 30 u’

y* = (1,2u)x + 17u’

Per gli errori massimi su m* e q*:

max minm m 1,8 0,6m* = u 0,6u

2 2

La retta: è la retta

che meglio rappresenta l’andamento di

y in funzione di x. Essa è ottenuta me-

diante calcoli a partire dalle precedenti

rette.

min maxq q 30 4q* = 13

2 2

u’ u’

x con u’

y con u

La retta: è detta

retta di massima pendenza.

La retta: è detta

retta di minima pendenza.max max

m mm* 1,2u

2

mx in maxr r

q qq* 17u '

2

Per prima cosa si tracciano due rette, Una di

minima pendenza, l’altra di massima pen-

denza.

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grafici

O

x in s

y in cm rma

x

rmin

cm = 0,4 0,2cm

sy x

2 431

2

1

A ≡ [(1,5±0,1)s;( 0,8±0,1)cm]

B ≡ [(2,4±0,2)s;( 1,1±0,1)cm]

min

min

r

r

q 0,55

q 0,6cm

maxrq 0,3cm

max

1 1,6 cm cmm 0,6

2 3 s s

min

0,8 1,3 cm cmm 0,25

1 3 s s

max

cmr : = 0,6 0,3cm

sy x

min

cmr : = 0,2 0,6cm

sy x

max minm m 0,6 0,2 cm cmm* = 0,2

2 2 s s

min maxr rq q

q* = 0,4cm2

* cmr : = 0,4 0,2 0,2 0,4 cm

sy x

0,6 0,2 cm cmm* 0,4

2 s s

0,6 0,3q* cm 0,15 0,2cm

2

C ≡ [(3,4±0,1)s;( 1,6±0,2)cm]

Su x: 1 mm = 0,1 s Su y: 1 mm = 0,1 cmGraficiUn esempio: Dopo aver riportato su un piano cartesiano i “punti” A,

B, e C, trovare la retta che meglio rappresenta l’andamento.