LABORATORIO - lazio4.it BES DOCENTI... · Chiarimento e approfondimento delle tematiche relative ai...

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LABORATORIO BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Formazione docenti neoassunti

Anno Scolastico 2017/2018

Sede dei laboratori formativi

I.C. Martin Luther King - Via degli Orafi, 30

08 marzo 2018/ 22 marzo 2018/ 09 aprile 2018

12 aprile 2018/19 aprile 2018

ORARIO: 15.00 - 18.00

LABORATORI N°2 – 13 – 21 – 24 -26

Formatore: Frusone Simonetta

Email: [email protected]

SIMONETTA FRUSONE - FORMAZIONE INSEGNANTI NEOASSUNTI -

ANNO SCOLASTICO 2017/2018 LABORATORIO BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Accoglienza.

Conduzione dell’incontro attraverso il commento alle slide e attraverso la discussione delle tematiche

proposte.

Argomenti affrontati nella prima parte

Orientamento e Logica dell’Inclusione secondo gli indirizzi epistemologici e normativi in atto.

Chiarimento e approfondimento delle tematiche relative ai “BES”, dell’utilizzo delle circolari e dei

regolamenti ministeriali, dei documenti e protocolli in vigore.

Eventuali domande.

Proposta di laboratorio , seconda parte

Suddivisione in gruppi.

Discussione di caso: simulazione di una situazione di classe/scuola/ reale; possibili scenari, strategie e

ipotesi progettuali.

Restituzione e discussione.

EXCURSUS STORICO

Pre anni ‘60: dall’esclusione alla medicalizzazione

Anni ‘60/’75: dalla medicalizzazione all’inserimento

Anni ‘70/’90: dall’ inserimento all’integrazione

Post anni ’90: dall’ integrazione all’inclusione

DALL’ESCLUSIONE ALL’INCLUSIONE

L’Italia è stata tra i primi Paesi a scegliere la via dell’integrazione degli alunni con

disabilità in scuole e classi comuni

• dall’esclusione all’inserimento

• dall’inserimento all’integrazione

• dall’integrazione all’inclusione

ALCUNI RICHIAMI NORMATIVI

Linee Guida per l’Integrazione Scolastica degli alunni con Disabilità 4/08/2009 .

Nota MIUR N.4089 – 15/6/2010 Disturbo da deficit di attenzione e iperattività .

Legge n. 170 dell'8 ottobre 2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito

scolastico” .

D.M. 5669/2011 Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di

apprendimento.

Direttiva 27 dicembre 2012: Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e

organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” .

Circolare Ministeriale 6 marzo 2013, n.8: Direttiva Ministeriale [...] Indicazioni operative.

Nota 1551 del 27 giugno 2013 (Piano Annuale Inclusività).

C.M. 22 novembre 2013, chiarimenti sugli strumenti di intervento.

Linee di Indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (prot. n. 7443 del 18 dicembre 2014).

Legge 107 del 13 luglio 2015.

Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n.66 (Decreto per la promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con

disabilità) .

Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 62 (Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze

nel primo ciclo ed esami di Stato, a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015,

n. 107.

COSA SIGNIFICA COMORBILITA’?

TRE ELEMENTI PER L’INCLUSIONE

Impostare processi di apprendimento realizzabili

Rispondere ai diversi bisogni di apprendimento degli alunni

Superare le barriere all’apprendimento e alla valutazione per gli

alunni

Il termine INSERIMENTO

riguarda l’aspetto giuridico per

il quale il soggetto disabile è

al centro di interessi soggettivi

per il fatto di essere una

personalità giuridica e quindi

deve essere favorito nello

sviluppo fisico e psichico

individuale e sociale.

Il termine INTEGRAZIONE

rappresenta il momento didattico

ed educativo realizzato come

scopo particolare dalle istituzioni

scolastiche.

INSERIMENTO, INTEGRAZIONE

INTEGRAZIONE SCOLASTICA

Legge 5 febbraio 1992, n. 104

"Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle

persone handicappate”. (Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39, S.O.)

ART. 3 comma 1.

“E' persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica,

psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di

apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da

determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione”.

COS’E’ L’EDUCAZIONE INCLUSIVA?

“L’educazione inclusiva è un processo continuo che mira ad

offrire educazione di qualità per tutti rispettando diversità e

differenti bisogni e abilità, caratteristiche e aspettative educative

degli studenti e delle comunità, evitando ogni forma di

discriminazione”.

INCLUSIONE

Si basa non sulla misurazione della distanza da un preteso standard

di adeguatezza, ma sul riconoscimento della rilevanza della piena

partecipazione alla vita scolastica da parte di tutti i soggetti

QUINDI

Si tratta di un sistema di interventi rivolto agli studenti disabili, con

DSA o altri BES, che comporta l'attivazione di specifiche scelte

metodologiche e organizzative nonché l'utilizzo di una didattica volta

a favorire l'effettiva partecipazione degli studenti stessi, a prescindere

dalle condizioni personali e sociali.

BISOGNI EDUCATIVI

SPECIALI

LEGGE 8 OTTOBRE 2010 , N. 170 NUOVE NORME IN MATERIA DI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO IN AMBITO SCOLASTICO.

Art. 1 Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia

1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana. 2. Ai fini della presente legge, si intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. 3. Ai fini della presente legge, si intende per disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica. 4. Ai fini della presente legge, si intende per disortografia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica. 5. Ai fini della presente legge, si intende per discalculia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri. 6. La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia possono sussistere separatamente o insieme. 7. Nell'interpretazione delle definizioni di cui ai commi da 2 a 5, si tiene conto dell'evoluzione delle conoscenze scientifiche in materia.

ART.5 DEL DM N. 5669 DEL 12 LUGLIO 2011 LINEE GUIDA DSA

1. La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con

DSA, interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche

attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), con

l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative

adottate.

DIRETTIVA E C.M. BES

Strumenti di intervento per alunni con BES e organizzazione territoriale per

l’inclusione scolastica 27/12/2012 e C.M n.8 del 6 marzo 2013

FINALITA’

LA SCUOLA PER TUTTI E PER CIASCUNO

Attraverso il potenziamento della cultura dell’inclusione per realizzare il diritto

all’apprendimento per tutti gli studenti e gli alunni anche in situazione difficoltà.

LA CIRCOLARE MINISTERIALE N. 8 DEL 6 MARZO 2013

Fornisce le indicazioni operative per l’attuazione della Direttiva

“Fermo restando l'obbligo di presentazione delle certificazioni per l'esercizio dei

diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e di DSA, è compito doveroso dei

Consigli di classe o dei team dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali

altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della

didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella

prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.”

“La Direttiva ben chiarisce come la presa in carico dei BES debba essere al centro

dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia.”

C. M. n. 8 del 6 marzo 2013

“È necessario che l’attivazione di un percorso individualizzato e

personalizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali sia deliberata

in Consiglio di classe - ovvero, nelle scuole primarie, da tutti i componenti

del team docenti - dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico, dai

docenti e dalla famiglia. Nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili

per finalità istituzionali, si avrà cura di includere nel PDP apposita

autorizzazione da parte della famiglia.”

“Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di

classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente,

verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni

pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare contenzioso.”

L’OBIETTIVO DELLA NORMATIVA

Tutta la normativa punta sulla PERSONALIZZAZIONE

È la scuola che deve adattarsi alle particolari esigenze dell’alunno e

non l’alunno ad essere forzato in una didattica che non gli

permette di rendere al meglio e di esprimere le proprie potenzialità

… una didattica inclusiva

è centrata sui bisogni e sulle risorse personali in modo che ogni

alunno possa diventare protagonista del proprio processo di

apprendimento, qualunque siano le sue capacità, le sue

potenzialità. Rispetta gli stili e i ritmi di apprendimento.

LA SCUOLA….

individua casi di effettiva necessità:

da parte del Consiglio di Interclasse/Classe

effettua una osservazione sistematica

definisce strategie educative e didattiche

“La scuola è chiamata ad accogliere il deficit, ma soprattutto a ridurre l’handicap,

garantendo all’alunno le migliori condizioni possibili per il suo benessere fisico o

psichico”. (Andrea Canevaro)

La scuola è l’intera comunità educante che possiede gli strumenti di conoscenza e

competenza. Tutti sono corresponsabili del progetto elaborato e realizzato con gli

alunni.

COSA SIGNIFICANO GLI ACRONIMI GLHI GLHO GLI?

La scuola italiana è caratterizzata da alcuni acronimi. Alcuni di essi si riferiscono specificamente agli alunni con Bisogni Educativi Speciali e riguardano le azioni che ciascuna istituzione scolastica attiva per favorire i processi di inclusione e integrazione. Si tratta dei Gruppi di lavoro d’Istituto per l’integrazione scolastica (GLHI), già previsti dall’art. 15 della legge 104/92, dei Gruppi di Lavoro Operativi per l’integrazione (GLHO), cui spettano i compiti previsti dall’art. 12, comma 5 della legge 104/92 e dei Gruppi di Lavoro per l’Inclusione (GLI), introdotti più di recente con la circolare n. 8/13. GLHI – I Gruppi di Lavoro d’Istituto per l’integrazione sono esplicitamente previsti dall’art. 15, comma 2 della legge 104/92 che così recita: Presso ogni circolo didattico ed istituto di scuola secondaria di primo e secondo grado sono costituiti gruppi di studio e di lavoro composti da insegnanti, operatori dei servizi, familiari e studenti con il compito di collaborare alle iniziative educative e di integrazione predisposte dal piano educativo. Nello specifico, dunque, possiamo trovare in essi rappresentanti degli insegnanti di sostegno e curricolari, di enti ed ASL, di genitori di tutti gli alunni e, per la scuola secondaria di secondo grado, anche degli studenti. Hanno il compito di creare rapporti con il territorio per l’individuazione e la programmazione delle risorse utili a favorire le iniziative educative d’integrazione. E’ importante, dunque, che essi siano rappresentati da tutta la comunità scolastica, dal momento che hanno tra i compiti la definizione e la specificazione dei processi d’integrazione nei contesti. GLHO – I Gruppi di Lavoro Operativi per l’integrazione riguardano le azioni concrete intraprese per ogni singolo alunno con disabilità. Il loro compito precipuo è la realizzazione del dettato dell’art. 12, comma 5 della legge 104/92. In essi si prevede infatti alla definizione del Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e del Piano Educativo Individualizzato (PEI), cui si provvede in maniera congiunta: consiglio di classe, genitori dell’alunno con disabilità e operatori delle ASL che seguono il minore, con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico. In caso siano previsti, fanno parte del GLHO anche l’operatore socio-sanitario che segue il percorso riabilitativo dell’alunno, l’assistente per l’autonomia e la comunicazione o il collaboratore scolastico incaricato dell’assistenza igienica. Il Dirigente scolastico nomina e presiede il gruppo di lavoro ed individua il coordinatore che ha il compito di redigere il verbale delle riunioni e predisporre ed aggiornare la documentazione. Quest’ultimo, in caso di assenza del dirigente, lo sostituisce. Il GLHO, oltre a predisporre i documenti di cui sopra, elabora proposte relative all'individuazione delle risorse necessarie, compresa l'indicazione del numero delle ore di sostegno. Il gruppo si riunisce periodicamente, almeno due volte all’anno.

GLI – La circolare n. 8 del 2013, dedicata ai Bisogni Educativi Speciali (BES), ha introdotto il gruppo

di lavoro per l’inclusione (GLI), che riguarda non solo gli alunni con disabilità, ma anche tutti gli

altri alunni che, pur non in possesso della certificazione ai sensi della legge 104/92, necessitano

comunque di attenzioni educative peculiari. A tal proposito ricordiamo che la direttiva del

27/12/2012 individua tre sottocategorie di BES, vale a dire la disabilità, i disturbi specifici di

apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici e lo svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale.

I GLI, dunque, sono gruppi che lavorano per l’inclusione di tutti gli alunni con BES. Essi trovano

origine nei GLHI, integrati da nuove risorse presenti nelle scuole: funzioni strumentali, insegnanti per

il sostegno, AEC, assistenti alla comunicazione, docenti disciplinari con esperienza e/o formazione

specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni. I GLI si

occupano di rilevare gli alunni con BES presenti nella scuola, documentare gli interventi didattico-

educativi posti in essere, confrontarsi sui diversi casi e sul livello di inclusività della scuola, coordinare

le proposte emerse dai GLHO ed elaborare annualmente una proposta di Piano Annuale per

l’Inclusività (PAI) riferito a tutti gli alunni con BES. I GLI, dunque, non sostituiscono i GLHI, ma li

affiancano e li integrano nel favorire i processi di inclusione.

Oltre a questi tre gruppi di lavoro che operano a livello di istituzioni scolastiche, esistono anche altri

gruppi di lavoro che lavorano a livello provinciale e regionale per favorire i processi di integrazione ed

inclusione.

GLI GRUPPO PER L’INCLUSIONE

FORMATO DA:

FUNZIONI STRUMENTALI

INSEGNANTI PER IL SOSTEGNO

AEC

ASSISTENTI ALLA COMUNICAZIONE

DOCENTI “DISCIPLINARI” CON ESPERIENZA E/O FORMAZIONE SPECIFICA O

CON COMPITI DI COORDINAMENTO DELLE CLASSI

GENITORI

ESPERTI ISTITUZIONALI O ESTERNI IN REGIME DI CONVENZIONAMENTO

FUNZIONI DEL GLI E

REGOLAMENTO

RILEVAZIONE DEI BES PRESENTI NELLA SCUOLA

RACCOLTA E DOCUMENTAZIONE DEGLI INTERVENTI DIDATTICO–EDUCATIVI

REALIZZATI

SUPERVISIONE CASI

RILEVAZIONE, MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL LIVELLO DI INCLUSIVITA’ DELLA

SCUOLA

RACCOLTA E COORDINAMENTO DELLE PROPOSTE FORMULATE DAI GLH OPERATIVI

ELABORAZIONE DI UNA PROPOSTA DI PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITA’

CON I CTS, I SERVIZI SOCIALI E SANITARI TERRITORIALI

SI PUO’ AVVALERE DELLA CONSULENZA E/O SUPERVISIONE DI ESPERTI ESTERNI O INTERNI, ANCHE ATTRAVERSO SOGGETTI ISTITUZIONALI O DEL PRIVATO SOCIALE .

IL PAI PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITÀ (Nota 1551 del 27 giugno

2013) Come strumento per accrescere la consapevolezza della comunità

educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in

relazione alla qualità dei “risultati”. Attenta lettura del grado di

inclusività della scuola, individuazione degli obiettivi di miglioramento

nell’insegnamento curricolare, nella gestione delle classi,

nell’organizzazione dei tempi e degli spazi, nelle relazioni docenti–

studenti - famiglie.

IL PAI CONTERRA’

FORMULERA’ UN’IPOTESI GLOBALE DI UTILIZZO FUNZIONALE DELLE RISORSE SPECIFICHE, ISTITUZIONALI E NON, PER AUMENTARE IL LIVELLO DI INCLUSIVITA’ DELLA SCUOLA

SARA’ CONTENUTO NEL PTOF (Ai sensi del comma 12 della legge 107 “le istituzioni scolastiche predispongono il Piano entro il mese di ottobre dell’anno scolastico precedente al triennio di

riferimento. (…) Il Piano può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre”.

UN’ANALISI DELLE CRITICITA’ E DEI PUNTI DI FORZA

DEGLI INTERVENTI DI INCLUSIONE SCOLASTICA ATTUATI

COSA SIGNIFICA BES?

Bisogni

Educativi

Speciali

Con l’acronimo BES (s’identificano quelli che vengono definiti: Bisogni Educativi Speciali che presentano i bambini in ambito scolastico).

Il termine deriva dall’espressione inglese “SEN” “Special Educational Need” apparsa per la prima volta in un documento ufficiale dell’Unesco nel 1997.

CHI SONO GLI ALLIEVI CON BES?

Studenti con Disturbi Evolutivi Specifici

Studenti con svantaggio

socio- economico,

linguistico, culturale, emotivo

Studenti con disabilità specifica

(Legge 104/92)

MA NON SOLO…..

STUDENTI CON RISULTATI INSODDISFACENTI

STUDENTI AGGRESSIVI, OSTILI, CHE HANNO DIFFICOLTA’ NELLE RELAZIONI SOCIALI

STUDENTI STRANIERI

BES

Disabilità (L. 104/92)

Disturbi evolutivi specifici

Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale

BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE:

“ è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o istruzionale, causata da un

funzionamento, nei vari ambiti definita dall’antropologia ICF (Internatonal Classification of

Functioning Disability and Health), problematico per il soggetto in termini di danno,

ostacolo al suo benessere, limitazione della sua libertà e stigma sociale, indipendente

dall’eziologia (biostrutturale, familiare, ambientale, culturale ecc. e che necessita di

educazione speciale individualizzata.

Definizione di D. Ianes

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

BES

Bordeline Cognitivo

Socio Economico

Svantaggio Cultuale

Svantaggio linguistico

ADHD

Disturbi Evolutivi

Specifici e DSA

Disabili

DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI

Disturbi

evolutivi

specifici DSA

Deficit del

linguaggio

DSA

Funzionamento

cognitivo limite

Deficit della

coordinazione

motoria

Disturbo

dell’attenzione e

dell’iperattività

Deficit delle

abilità non

verbali

DISTURBI SPECIFICI DI

APPRENDIMENTO

dislessia disortografia

disgrafia discalculia

DSA

DUE DIVERSI STRUMENTI PER I BES

Il PEI (Piano Educativo Individualizzato) è il

Progetto annuale che, tenendo conto del PDF e

della programmazione di classe, fa da timone

nell’attività educativa e didattica con l’alunno

disabile.

ll PDP (Piano Didattico Personalizzato) è un

accordo condiviso fra Docenti, Istituzioni

Scolastiche, Istituzioni Socio-Sanitarie e

Famiglia.

Si tratta di un progetto educativo e didattico

personalizzato, commisurato alle potenzialità

dell'alunno, che definisce tutti i supporti e le

strategie che possono portare alla realizzazione

del successo scolastico. Il PDP deve essere

predisposto dai docenti entro il primo trimestre.

È un documento flessibile e dinamico: potrà

essere verificato e aggiornato dai docenti nel

corso dell'anno scolastico. I genitori del l’alunno

devono leggere e approvare il piano didattico

personalizzato del proprio figlio.

PEI PDP

DF –PDF – PEI CRITERI E PROCEDURE CHE PORTANO DALLA CERTIFICAZIONE AL PEI

Gli alunni con disabilità, su richiesta della famiglia, possono essere certificati in quanto

alunni in situazione di handicap, come previsto dalla LEGGE 104/92. La certificazione è

quel documento che, partendo dalla diagnosi e dalla patologia specifica, indica in dettaglio

la tipologia di disabilità che ne deriva e la sua gravità , nonché l’eventuale necessità di

personale assistente, di trattamenti riabilitativi e dell’insegnante di sostegno.

Questo primo importante intervento è seguito dalla stesura della Diagnosi Funzionale

(DF), che è la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psico-

fisico dell’alunno. Essa viene redatta da una commissione composta dal medico specialista

nella patologia, dal neuropsichiatra infantile, dal terapista della riabilitazione e dagli

operatori sociali delle ASL. La sua finalità è il recupero del soggetto e perciò comprende sia

elementi clinici che psico-sociali, relativi a diversi aspetti o aree: cognitiva, affettivo-

relazionale, linguistico-comunicativa, sensoriale, motorio-prassica, neuropsicologica e di

autonomia personale e sociale.

Alla DF segue poi il Profilo Dinamico Funzionale (PDF); quest’ultimo, partendo dai diversi

elementi indicati nella DF in merito alle diverse aree in esame, ne individua il prevedibile

livello di sviluppo. Essa traccia, cioè, un profilo di prevedibile sviluppo nella dinamica

funzionale dell’alunno. Viene redatto dalla commissione della diagnosi, dai docenti

curriculari e dagli insegnanti specializzati nel sostegno, con la collaborazione della

famiglia.

L’ultimo documento, che, sulla base dei precedenti, indica il vero e proprio percorso di

lavoro da attivare, è il Piano Educativo Individualizzato PEI). Esso è finalizzato a garantire il

diritto all’istruzione e all’integrazione e viene formulato annualmente dai docenti

curriculari e di sostegno, dagli operatori delle ASL e dai genitori. Vengono infatti indicati gli

interventi individualizzati di tipo didattico-educativo, riabilitativo, extrascolastico e

familiare.

Il Piano Educativo Individualizzato (PEI )viene dunque assunto alla fine di una procedura

che nasce in un contesto sanitario, ma si conclude ed assume rilievo giuridico nella scuola.

Con la stesura del PEI, l’integrazione deve divenire un concreto diritto, da realizzarsi

nell’attivazione degli interventi in esso indicati, che la scuola deve garantire, senza alcuna

riduzione.

COME INDIVIDUARE UN ALUNNO CON BES ALL’INTERNO

DELLA CLASSE?

In base a una diagnosi rilasciata dal TSMREE (TUTELA SALUTE

MENTALE E RIABILITAZIONE IN ETÀ EVOLUTIVA) Servizio della ASL

(Certificazione ai fini dell’integrazione scolastica per gli alunni con

disabilità)

In base a una diagnosi rilasciata dalla ASL o enti accreditati (DSA)

Su decisione della scuola (per alunni senza diagnosi) Decisione del C.d.C.

o team docenti partendo dalle informazioni fornite dalla famiglia attraverso

una diagnosi o altra documentazione clinica. La scuola si attiva

autonomamente, con decisione del C.d.C. o team docenti, partendo dai

bisogni educativi emersi e dalla necessità di formalizzare un percorso

personalizzato.

L’ITER DECISIONALE….

Team docenti e Consigli di classe segnalano casi in cui è opportuno e necessario adottare una personalizzazione della didattica

Team docenti e Consigli di classe deliberano il PDP firmato dal Dirigente Scolastico, docenti e famiglia per i dati sensibili la famiglia includera ̀ apposita autorizzazione

In caso di assenza di diagnosi clinica il Team dei docenti e il Consiglio di classe motiveranno e verbalizzeranno le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche al fine di evitare contenziosi

Nel caso dei DSA con certificazione rilasciata da privati i team dei docenti e i Consigli di Classe adotteranno quanto disposto dalla legge 170/10 in attesa della perfezionamento della certificazione.

1) La famiglia (su proprio ravvedimento o informata dalla scuola) provvede su

propria iniziativa o su segnalazione del pediatra a far valutare l’alunno secondo le

modalità previste dall’’Art. 3 della Legge 170/2010.

2) Consegna alla scuola la diagnosi di cui all’Art. 3 della Legge 170/2010

contestualmente al “Modulo di richiesta di Percorso Personalizzato” che i genitori

devono presentare alla scuola (richiesta PDP).

3) Il Dirigente Scolastico riceve la diagnosi consegnata dalla famiglia, la acquisisce

al protocollo e la condivide con il gruppo docente.

Quale procedura per la richiesta del PDP per

alunni con DSA?

PDP

PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO Ha lo scopo di:

Definire, monitorare l’efficacia degli interventi affinchè siano

messi in atto per il tempo strettamente necessario;

Documentare le strategie di intervento più idonee, le modalità

di verifica e i criteri di valutazione degli apprendimenti;

Includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli

minimi attesi per le competenze in uscita;

Includere strumenti programmatici utili.

Quali sono gli strumenti compensativi e dispensativi ?

Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o

facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.

Ricordiamo: Tabelle, formulari, mappe concettuali , tabella dei mesi e

dell’alfabeto (strumenti didattici) Sintesi vocale (Tecnologico) Registratore

(Tecnologico) Programmi di video-scrittura con correttore ortografico

(Tecnologico) Calcolatrice (Tecnologico)

Le misure dispensative sono interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcune

prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano

l’apprendimento.

Ricordiamo: Utilizzo contemporaneo dei quattro caratteri (stampatello

maiuscolo, stampatello minuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo) La

lettura ad alta voce, la scrittura sotto dettatura, prendere appunti, copiare

dalla lavagna, lo studio mnemonico delle tabelline, lo studio della lingua

straniera in forma scritta, il rispetto della tempistica per la consegna dei

compiti scritti, la quantità dei compiti a casa.

DI FRONTE AD UN BISOGNO

EDUCATIVO SPECIALE ENTRANO IN

GIOCO

Il problema

specifico

IL MODO IN CUI

IL SOGGETTO

RISPONDE A

QUEL

PROBLEMA

IL CONTESTO

CHE PUO’

DIVENTARE

PARTE DEL

PROBLEMA O

CONCORRERE

ALLA SOLUZIONE

DI FRONTE AL BISOGNO SPECIALE

Si può integrare:

Di fronte alla tua diversità io ti aiuto in qualche modo perché tu possa adeguarti all’ambiente

(ad esempio aiuto una persona a salire le scale perché ha problemi di deambulazione).

Si può includere:

Di fronte al bisogno speciale io anticipatamente organizzo l’ambiente, in modo che tu possa avere le stesse opportunità degli altri di apprendere, crescere, fare esperienza (ad esempio predispongo uno scivolo per chi ha difficoltà di deambulazione, senza sapere se ci sarà qualcuno che lo utilizzerà).

COME SONO STRUTTURATE LE PROVE NAZIONALI

DI RILEVAZIONE, LE NOVITÀ DI QUEST'ANNO

E LE TUTELE PER GLI STUDENTI CON DSA

PROVE INVALSI 2018: INDICAZIONI E NOVITÀ

L’INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema educativo di Istruzione e

di formazione) ha predisposto le prove nazionali standardizzate di rilevazione

sugli apprendimenti degli alunni, i cui contenuti sono coerenti con le Indicazioni

Nazionali per il Curricolo del 2012.

Queste rilevazioni nazionali hanno carattere censuario, cioè interessano l’intera

popolazione degli studenti e costituiscono attività ordinaria d'istituto.

Si svolgeranno nelle seguenti classi del territorio nazionale:

II e V scuole primarie

III scuole secondarie di primo grado (ex terza media)

II scuole secondarie di secondo grado

V scuole secondarie di secondo grado (prova d’Inglese a partire dall’a.s. 2018-19)

CALENDARIO DELLE PROVE DI RILEVAZIONE INVALSI 2018

Scuola primaria

3 maggio 2018: prova d’Inglese (V primaria).

9 maggio 2018: prova di Italiano (II e V primaria) e prova preliminare

di lettura (la prova preliminare di lettura, che serve per testare la

capacità di lettura “strumentale”, cioè la velocità di decodifica

raggiunta da ciascun alunno, è svolta esclusivamente dalle classi

campione della II primaria e non da tutte le classi seconde come

avveniva negli anni precedenti).

11 maggio 2018: prova di Matematica (II e V primaria).

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

NELLE CLASSI III DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO LE

PROVE DI ITALIANO, MATEMATICA E INGLESE SI SVOLGERANNO IN

UNA FINESTRA TEMPORALE CHE VA DAL 4 AL 21 APRILE 2018.

HTTPS://WWW.ORIZZONTESCUOLA.IT/PROVE-INVALSI-III-MEDIA-ESEMPI-ITALIANO-MATEMATICA-INGLESE/

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

NELLE CLASSI II DELLA SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO,

LE PROVE DI ITALIANO, MATEMATICA (COMPRESO IL QUESTIONARIO

STUDENTE) SI SVOLGERANNO TRA IL 7 E IL 19 MAGGIO 2018.

PARTE OPERATIVA

UN ESEMPIO DI UNITA’ DIDATTICA “LE PIANTE”

Analisi del contesto

PREMESSA

In una classe della scuola primaria vi è un alunno i cui elementi problematici si focalizzano sugli

aspetti funzionali del processo d'apprendimento. Tale processo subisce rallentamenti e

deformazione per interferenze negative attribuibili alle scarse capacità di attenzione, di

concentrazione e di organizzazione in termini di autonomia operativa. La carenza di tali

requisiti direziona l'alunno verso procedure approssimative e scarsamente produttive, con

conseguenti ripercussioni sulla capacità di rielaborazione concettuale dei contenuti proposti e

sulle performance. Si registra, infatti, un evidente divario nelle prestazioni del bambino rispetto

al gruppo classe. In fase operativa, richiede continue mediazioni da parte dei docenti e ha

bisogno di essere guidato costantemente. In assenza di tale supporto e delle reiterate

rassicurazioni, si disorienta, cade in atteggiamenti di isolamento, oppure si dedica ad altri

interessi, poco attinenti al lavoro che si sta conducendo nella classe. Ha difficoltà a tollerare le

frustrazioni di fronte alle quali reagisce con la chiusura o con il pianto.

INCLUDERE GLI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI CON

ATTIVITA’ DIDATTICHE COOPERATIVE

Un esempio

L’ insegnante di italiano ha la necessità di far comprendere il significato di un

brano ed ha tre alunni con DSA ed ha due alunni con BES (uno con difficoltà di

linguaggio, ma che disegna abbastanza bene, uno con ansia da prestazione e

difficoltà a parlare davanti agli altri, ma che non fa fatica a leggere).

Il docente predispone un’attività didattica in gruppi di tre.

ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITA’

Verbalizza oralmente il

contenuto del testo ascoltato

DSA

BES (difficolta’ di linguaggio) BES

(ansia da prestazione)

Legge il testo ad alta voce

Organizza la mappa del

contenuto letto

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IN QUESTO MODO L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO

E’:

- UNO STRUMENTO COMPENSATIVO

- UNA MISURA DISPENSATIVA,

MA NON SOLO…

PERMETTE DI VALORIZZARE LE SINGOLE

DIVERSITA’, SENZA STRAVOLGERE LA DIDATTICA

https://www.libroaudio.it/

https://www.ilgomitolo.net/programmi_gratuiti/software_didattico/raccolte_

di_software_didattico/

http://www.maurorossi.net/pagine/programmi/italy.htm : un

programma di geografia per IV e V elementare

http://www.ripmat.it/ qui ci sono dei giochi di matematica

http://www.giochibambini.it/

CONCLUSIONI

Un famosissimo proverbio cinese suggerisce che, se

regali un pesce a un uomo affamato, lo sfami per un

giorno, ma se gli insegni a pescare lo fai sfami per

tutta la vita.