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La 5ª edizione di De Industria vuole proporre agli artisti selezionati e al suo pubblico una riflessione sul ruolo stesso dell’arte nella società. Qual è la reazione del mondo dell’arte di fronte ai grandi eventi umanitari, alle catastrofi, ai cambiamenti sociali che stanno attraversando il nostro tempo? L’opera d’arte si fa ancora carico dei problemi del mondo interpretandoli e dandone un punto di vista che prima non c’era, o si astrae cercando un angolo protetto per sé e per il suo pubblico nel quale essere più libera? Mettiamo al vaglio l’arte stessa attraverso la riflessione degli artisti, chiediamo a loro quale ruolo vogliono avere, se spetta a loro entrare nel dramma o aprire un orizzonte di svago. Chiediamo di raccontare un nodo critico o di portarci il più lontano possibile da esso; vogliamo capire cosa passa al setaccio e cosa resta nelle sue maglie, se l’arte è il setaccio stesso o ne è il suo prodotto. EDIZIONE AL VAGLIO COMUNE DI FERMIGNANO DE INDUSTRIA 2011 CONCORSO LABORATORIO ESPOSIZIONE A CURA DI ANDREA BUTTARINI FRANCESCO DE LUCA SIMONE SACCONI TESTO CRITICO DI TIZIANA FULIGNA

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La 5ª edizione di De Industria vuole proporre agli artisti selezionati e al suo pubblico una riflessione sul ruolo stesso dell’arte nella società. Qual è la reazione del mondo dell’arte di fronte ai grandi eventi umanitari, alle catastrofi, ai cambiamenti sociali che stanno attraversando il nostro tempo?L’opera d’arte si fa ancora carico dei problemi del mondo interpretandoli e dandone un punto di vista che prima non c’era, o si astrae cercando un angolo protetto per sé e per il suo pubblico

nel quale essere più libera?Mettiamo al vaglio l’arte stessa attraverso la riflessione degli artisti, chiediamo a loro quale ruolo vogliono avere, se spetta a loro entrare nel dramma o aprire un orizzonte di svago. Chiediamo di raccontare un nodo critico o di portarci il più lontano possibile da esso; vogliamo capire cosa passa al setaccio e cosa resta nelle sue maglie, se l’arte è il setaccio stesso o ne è il suo prodotto.

5ª EDIZIONE

AL VAGLIO

COMUNE DI FERMIGNANO

DE INDUSTRIA 2011

CONCORSOLABORATORIOESPOSIZIONE

A CURA DI

ANDREA BUTTARINI

FRANCESCO DE LUCA

SIMONE SACCONI

TESTO CRITICO DI TIZIANA FULIGNA

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COMUNE DI FERMIGNANO

DE INDUSTRIA 2011

CONCORSOLABORATORIOESPOSIZIONE

5ª EDIZIONE

AL VAGLIO

A CURA DI

ANDREA BUTTARINI

FRANCESCO DE LUCA

SIMONE SACCONI

TESTO CRITICO DI TIZIANA FULIGNA

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Artificiolab: Maura Perriconee Cristiano Perricone

Jacopo Mandich

Mir: Michela Sperindioe Irene Podgornik

Valentina Persico

Alessandro Mazzatorta e Rebecca Moccia

Fabrizio Garzarella

Francesco Liberti

Karin Schmuck

Martina D’Alesio

GloriaSulli

Francesco Pellegrini

GiulianoDella Rovere

Giorgio Cancellieri

Sindaco di Fermignano

La quinta edizione di De Industria ha un elemento aggiuntivo importante: si presenta come residenza creativa per giovani artisti provenienti dalle Accademie di Belle Arti presenti sul territorio nazionale. L’amministrazione comunale, garantendo strutture idonee per l’accoglienza ed attivando una rete di ospitalità e socialità adeguata, è riuscita ad offrire ai protagonisti di questo appuntamento annuale la possibilità di lavorare per cinque giorni alla creazione di un’opera d’arte, permettendo loro di riflettere sul quesito posto con il tema “Al Vaglio”: “…qual è la reazione del mondo dell’arte di fronte ai grandi eventi umanitari, alle catastrofi, ai cambiamenti sociali che stanno attraversando il nostro tempo? L’opera d’arte si fa ancora carico dei problemi del mondo interpretandoli e dandone un punto di vista che prima non c’era, o si astrae cercando un angolo protetto per sé e per il suo pubblico nel quale essere più libera?”Ecco allora che i lavori realizzati durante il laboratorio artistico, successivamente esposti nei locali del Museo dell’Architettura, sono la risposta degli artisti al quesito. Possiamo vedere come la loro riflessione viene “trasferita” con creatività ed impegno nelle opere d’arte, come la professionalità e la passione dimostrate da tutti nell’utilizzo dei materiali di scarto derivanti da lavorazioni industriali, hanno reso possibile l’allestimento di una collettiva ricca di lavori di qualità.Personalmente sono sempre più fiducioso che De Industria continuerà a consolidare il collegamento tra arte e industria, in quanto è un esempio di come materiali di scarto possono essere valorizzati utilizzando tecniche artistiche peril ri-uso e per il loro recupero.Ringrazio pertanto le aziende sponsor che hanno manifestato la loro sensibilità verso il progetto artistico – culturale, gli artistie la commissione tecnica – giuria peril prezioso contributo e per l’impegno profusi.

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F - Mettiamo al vaglio l’arte stessa attraverso la riflessione degli artisti, chiediamo quale ruolo vogliono avere, se spetta a loro entrare nel dramma o aprire un orizzonte di svago.Potrebbe servire a capire se, al di là dei discorsi sulla creatività e sull’unicità dell’opera, il maneggiare, modificare, adattare, plasmare materiali, può davvero costituire un punto d’incontro e di scambio tra fare artistico e industriale.

S - Sarebbe semplicemente fantastico e divertente! Credo però che mentre gli artisti abbiano come tema “al vaglio” per poi sviluppare un progetto, un’idea, nella realtà ci sia chi “vaglia” che non permette lo scambio tra le parti e ti costringe a dover rispettare dei canoni comuni assurdi!

F - Certo il problema delle regolamentazioni, delle procedure, delle norme, delle leggi difficilmente ci farà assistere ad una gara tra due costruttori che si misurano nell’elevare la torre più alta a pochi metri di distanza l’uno dall’altro... Però sarebbe bello che alcune delle intuizioni degli artisti potessero infiltrarsi nei processi produttivi delle aziende.

A - La logica della produzione non-lineare potrebbe essere una risposta a tutto ciò o quantomeno un nuovo modo di progettare, costruire e pensare le cose; sfrutta le dinamiche complesse dei processi naturali, come per esempio quelle di crescita delle piante e quelle comportamentali degli insetti, per arrivare alla definizione di un prodotto difficilmente pensabile a priori. L’atto creativo fa parte di ogni passo del processo e proprio come fa un artista, porta ad un risultato sorprendente. Quindi creatività e tecnica del costruire potrebbero dialogare e interagire in una nuova realtà che necessita però prima di tutto di un cambio culturale di mentalità degli attori del processo. De Industria potrebbe essere un perfetto laboratorio per sperimentare questo tema...

“Perché un avvenimento abbia grandezza devono concorrere due cose: il grande animo di coloro che lo compiono e il grande animo di coloro che ne prendono parte.” F. Nietzsche

Il connubio tra Arte e Industria, tra materiale fornito e opere prodotte è un punto vincente, un punto di forza dell’iniziativa. Stessa materia prima - Uso diverso. Il materiale dell’industria, usato dagli artisti, come per il Demiurgo, prende forme diverse, manda messaggi virtuali che possono essere di elevata utilità per lo spettatore. Tali opere, prodotte con materiale non codificato, ma di fortuna, di recupero e di scarto, trasmettono concetti di encomiabile valore. La Materia, in mano all’artista e all’utilizzo che ne fa, prende vita trasformandosi in lavori artistici, che suscitano nell’osservatore emozioni e riflessioni. L’arte appare dentro le problematiche del mondo e cerca di risolverle.Le produzioni realizzate comunicano messaggi molto più significativi di quelli trasmessi dalle leggi e dalle guerre. Gli artisti, come i politici, hanno sempre contribuito a risolvere problemi quali: la libertà, l’oppressione, i cambiamenti sociali, le catastrofi e gli eventi umanitari. In questo contesto abbiamo lasciato loro l’interpretazione delle problematiche del mondo, mettendo al vaglio il ruolo stesso dell’arte nella società. Tale iniziativa nobilita e inorgoglisce il settore della cultura e dell’arte contemporanea, grazie all’apporto della creatività e della competenza degli Artisti, per la disponibilità ed il coinvolgimento delle Ditte sponsor del progetto, grazie agli organizzatori e a Daniela Contucci, che ha seguito e coordinato l’iniziativa.

“Questo messaggio lo dedichiamo ai folli. A tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Potete citarli. Essere in disaccordo con loro. Potete glorificarli o denigrarli, ma quello che non potete fare è ignorarli. Perché loro riescono a cambiare le cose e mentre qualcuno potrebbe definirli folli, noi ne vediamo il genio. Perché solo coloro che sono abbastanza folli da credere di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.M. K. Gandhi

Andrea Buttarini,Francesco De Luca,Simone Sacconi

Ideatori del progetto

Delfina Betonica

Consigliera con delega alla Cultura

Il luogo di ogni creazione è uno spazio chiuso circondato d’infinito.Edmond Jabés, 1982

Quest’anno il concorso “De Industria” si è posto un interrogativo estremamente complesso al quale gli artisti sono stati chiamati a rispondere: ha ancora un ruolo l’arte all’interno di questa nostra società così fragile e al contempo così multiforme? Se sì, che cos’è realmente oggi l’arte? Gli artisti hanno risposto in modo molto diversificato nelle forme, ma con un tracciato condiviso riscontrabile nei contenuti. L’arte, innanzi tutto, non è più una seconda natura, come voleva il pensiero ottocentesco, concezione tuttavia sopravvissuta fino al secolo scorso. Arte e natura sono per le giovani generazioni un’unica essenza, un solo corpo potremmo dire. L’una al servizio dell’altra per salvarci e migliorarci. L’arte è dentro la natura, è dentro il mondo, e dunque è anche dentro la società.Così Martina D’Alesio (Menzione della Giuria) con piattine e fil di ferro plastificato costruisce la sua rete dal titolo Ascoltandomi; rete non intesa come trappola ma comela intenderebbe il sociologo Manuel Castells: esseri viventi uniti, ancor meglio, collegati da un intreccio invisibile ma quanto mai forte: forme di esseri differenti accomunati dall’equilibrio instabile della Terra, dice l’artista. Le artiste del gruppo Mir, Michela Sperindio e Irene Podgornik, (Menzione della Giuria) con l’opera Ap; Arte, utilizzando legno, plastica, cera e tarlatana, pongono l’attenzione sulla problematica ecologica:la disattenzione nei confronti dell’equilibrio naturale, simboleggiato dall’ape,mette a rischio l’intera umanità. I vagli,gli intrecci sospesi, i grovigli instabilipendono dall’alto nell’opera Segni d’ariadi Valentina Persico; e si materializzanoin forme ancora più inconsuete nelle ombre proiettate nello spazio, come metamorfosi ininterrotta dell’esistente.Vicino alle cose lontane titola la sua opera Gloria Sulli e la sua foglia di sfridi di alluminio è resa, con grande maestria, leggera, pronta ad abbandonarsi ai dolci refoli dei venti estivi.Vero o Falso? Ci chiede Francesco Pellegrini mentre siamo di fronte alle sue pelli di Vero Alluminio o al suo covone fatto di sfridi. L’arte non è mai ordinaria, ci dice l’artista citando Nonas, ma soprattutto è capace di ribaltare le parti, di mostrarci la verità attraverso il simulacro.Ancora attraverso l’arte, l’osservatore, il fruitore altro non vede che ciò che gli appartiene: paure, gioie, ricordi… ribadisce Fabrizio Garzarella in I’m your reflex.L’arte come strumento di conoscenza, come mezzo con il quale fare dell’esperienza consapevolezza in Artesofia di Alessandro Mazzatorta e Rebecca Moccia.Mettere al vaglio l’arte, cosa può l’arte? si chiede Karin Schmuck (Menzione della Giuria) nella sua opera Senza titolo. Le intelaiature di tre barche non finite,

semplici strutture nude, si offrono al nostro sguardo; diventeranno imbarcazioni o resteranno scheletri? L’arte non può dare risposte, può porre altre domande.S’ignora la S’cultura & I cornuti dell’antica arte moderna di Giuliano Della Rovere è uno sberleffo, una beffa, uno scherno sdegnante a quel tritatutto che è la vita stessa…La durezza della vita e con essa la via impervia e faticosa dell’arte come desiderio di comunicazione si esplica in Percorso controforza di Jacopo Mandich (II Classificato ex aequo). L’arte è allora Arteria (Francesco Liberti, II Classificato ex aequo), dispensatrice di energia e di nutrimento, essa respira del mondo e sprigiona ossigeno. L’arte talvolta risponde, certo, ma con metafore: L’origine delle macerie di Artificiolab (Maura Perricone e Cristiano Perricone, I classificato) mette in scena la polis contemporanea. Nel Quattrocento la città era rappresentata, su lunghe tavole o nelle tarsie di porte e mobili, come spazio finito, misurato da sezioni auree e palazzi perfetti. La città oggi è un groviglio di tessere di mosaici primigeni e rovine post-umane. La città continua, infinita, contaminata, multiculturale, atemporale è il luogo da cui, forse, possiamo iniziare quel cambiamento, al di là del nulla e dell’ignoto, che l’arte, e con lei l’uomo, richiede.

TizianaFuligna

CommissioneTecnica–Giuria

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Materiali di scarto: mattoni, ferro, cemento e legno

Azienda: B&M Impresa Costruzioni e Restauri

L’arte, come i suoi interpreti, devono offrire in risposta alle questioni che coinvolgonola società, delle alternative percorribili.Per fare questo abbiamo rappresentato allegoricamente la vista planimetrica di una città ideale. Una sintesi simultanea di più luoghi, paesi, linguaggi che riassumono l’evoluzione, o il regresso, del genere umano. Partendo da insediamenti spontanei Sud-Sahariani abbiamo unito alcune città-simbolo del Nord Africa e del Medio Oriente come: Doha, Ghat, Reggane,Mecca, Bagdad, Dubai, Abu Dhabi.

Maura Perricone nasce a Pordenone il 25 Aprile del 1981, i suoi studi artistici iniziano presso il Liceo Statale d’Arte Roma 2 e successivamente intraprende un percorso formativo triennale presso la scuola Mosaicisti del Friuli. Collabora con diversi laboratori come ceramista e mosaicista. Nel 2007 apre il suo primo atelier a Roveredo, per poi essere la coofondatrice dell’attuale studio ArtificioLab.

Cristiano Perricone nasce a Romail 04 Ottobre del 1978, consegue il diploma

La metafora del “crollo”, invece, può far riferimento alle teorie decostruttiviste in cui vengono criticati e discussi alcuni emblemi della società del consumo. Le macerie costituiscono un monito e suggerisconouna presa di coscienza riguardo lo stato attuale della società, vogliono sollecitareuna reazione, un “risveglio” in tutti noi.

d’Accademia in Scenografia a Roma perpoi proseguire la sua formazione in tecniche di regia presso gli studi di Cinecittà in Roma. Lavora per produzioni cine-televisive rivestendo inizialmente diversi ruoli, per poi affermarsi come autore indipendente, firma diversi programmi, videoclip e spot pubblicitari. Contemporaneamente prosegue la produzione personale per l’arte contemporanea. Nel 2009 si trasferisce a Pordenone dove entra a far parte dello studio ArtificioLab.

Artificiolab: Maura Perricone e Cristiano Perricone

1° classificato

L’Origine delle Macerie

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Materiali di scarto:truciolo e tronchetti di acciaio, radica di noce di scarto, filo di ferro

Azienda: Benelli Armi

Come ogni pensiero, ogni visione, il personaggio nel percorso, traina e trattiene delle forze; come la volontà di comunicazione veicola un concetto a volte destinato alla riflessione sociale, a volte evocativo di un mondo onirico personale ed inconscio.La comunicazione di un pensiero è un percorso impervio in cui si traducono le tensioni sociali e le pulsioni individuali.

Jacopo Mandich nasce a Roma nel 1979, consegue la laurea in Scultura presso l’ABA di Roma nel 2005. Collabora con gruppi e artisti alla realizzazione di esposizioni e laboratori legati al riciclaggio artistico e all’eco-sostenibilità. Assemblando scarti metallici industriali con legno scolpito, dà forma alle sensazioni e alle emozioni animando misteriose creature antropomorfe e masse dinamiche. La libertà espressiva è accentuata dall’uso di materiali “poveri” dai quali lo scultore estrae l’essenza energetica e la potenza alchemica. Le storie

assorbite e sopite nei “detriti” della nostra civiltà sono i simboli di cui si compone il suo linguaggio ludico e grottesco. Trascinando dal passato forze ancestrali si propone con la necessaria attenzione eco-sostenibile contemporanea, d’ispirare l’osservatore a giocare verso la libertà.

Jacopo Mandich

2° classificato ex aequo

Percorso controforza

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Materialidi scarto: mattoni, gomma

Azienda: B&M Impresa Costruzionie Restauri

Di fronte ai problemi della realtà contingente, problemi che materializzano muri e sbarrano strade già cieche, l’arte deve essere “Arteria”, portatrice di ossigeno vitale e nutrimento salvifico. Arteria è l’arte che, vivente, viveil mondo fenomenico e vive anche di un mondo noumenico la cui missione è quelladi discutere e frantumare i vizi della società. Protrusioni arteriose attraversano un muroe iniettano la loro potenza, energia magmatica e sanguigna. Qualcuno, a torto,la direbbe un’Arte Rìa.

Francesco Liberti nasce a Napoli nel 1981. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli dove consegue il diploma di laurea in Scultura nel 2005. Dopo si trasferisce a Torino e frequenta la specializzazione all’insegnamento presso l’Accademia Albertina. Partecipa a diversi workshop tenuti da artisti come Richard Serra, Jeff Koons e il fotografo Massimo Vitali. La sua ricerca artistica si concentra sull’esplorazione delle forme che compongono la realtà e sulla resa di esse in materiali di varia natura, il più possibile

eco-sostenibili. L’ecosostenibilità, infatti, è il leitmotiv della sua ricerca, per garantire una longeva coabitazione tra l’uomo, le sue forze interiori e la natura.

Francesco Liberti

2° classificato ex aequo

Arteria

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Materiali di scarto: legno, compensato, intonaco

Azienda: Lunghi Costruzioni

Mettere al vaglio l’arte… Cosa deve e cosa può l’arte? L’arte è un linguaggio. Può offrire punti di vista e può invitare a riflettere. L’atto stesso di utilizzare degli scarti industriali, trasformandoli in qualcosa di diverso, è una dichiarazione da parte dell’artista. Cambiandone il significato, il residuo acquisisce un valore altro. L’arte non può non occuparsi di argomenti a lei contemporanei, ma più che dare risposte, pone delle domande; più che giudicare, propone delle idee, operando per mezzo della suggestione e dell’evocazione.

Karin Schmuck nasce a Bolzano nel 1981. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Urbino nel 2005 e nello stesso anno si trasferisce a Vienna. Nel 2008 si iscrive al corso biennale presso Vetroricerca a Bolzano, dove nel 2009 prende il titolo di “esperto nelle tecniche artistiche del vetro e tecnologie vetrarie”.Nel 2010 frequenta il T.A.M. a Pietrarubbia (PU), scuola di alta formazione per le tecniche di lavorazione dei metalli.Le varie esperienze le permettono di superare i limiti della pittura da cui

Tre barche. È solo la loro struttura, lo scheletro che tiene insieme il tutto. Ricordano le barche in spiaggia, il viaggio, la migrazione… Se da una parte è l’artista che invita a intraprendere un “viaggio”, dall’altra sarà l’osservatore, attraverso la propria cultura e le sue esperienze personali, a deciderne la destinazione.

proviene, per arrivare a una dimensione artistica più ampia. Avvalendosi dei più diversi materiali, i lavori si articolano come istallazioni, spesso in spazi all’aperto e realizzati per un luogo specifico.

Karin Schmuck

Senzatitolo

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Materiali di scarto: piattine,filo in ferro plastificato

Azienda: Metalli Plastificati

Esseri viventi che nascono, s’incontrano, convivono contaminandosi e intrecciandosi nella fitta rete della vita. Forme di esseri differenti accomunati dall’equilibrio instabile della Terra. “Terra”, Madre generatrice di eventi, Lei che non distrugge ma chiede di ascoltarla, si muove, trasforma… e l’arte, l’arte come la natura osserva gli eventi, naturali ed artificiali, vivendoli tra le fitte maglie di un grande tappeto che respira, si muove ed elabora, crea rumorose emozioni destabilizzando chi osserva.

Martina D’Alesio nasce a Città Sant’Angelo (PE) nel 1985, scopre sin da piccola la sua forte sensibilità per l’arte e la materia.Coltiva questa passione continuando gli studi al Liceo Artistico “G. Misticoni“(PE), poi s’iscrive all’ABA de L’Aquila, sezione Scultura per trasferirsi nel 2009 in quella di Macerata nella medesima sezione. Nel 2008 lavora ad un’opera pubblica in pietra lavica dell’Etna. Partecipa a svariate mostre e nel 2009 vince il “Premio internazionale Rotary Club” e “Scolpire in Piazza”. Partecipa a workshop internazionali sull’affresco e sulla terra.

Lavora come stagista all’Officina Sant’Andrea acquisendo così anche le tecniche di lavorazione di resine. Attualmente sta brevettando un’innovativa tecnica di affresco su supporti metallici. Vive e lavora nelle Marche. Dice “La conoscenza dei materiali è fondamentale per la mia ricerca artistica poiché mi permette di avere una visione dei lavori a 360° non dovendomi accontentare”.

Martina D’Alesio

Ascoltan-domi

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Materiali di scarto: legno, plastica, cera, tarlatana

Azienda: Industrie Allegrezza

L’opera scaturisce dall’incontro tra materiali di scarto del legno e tecnica incisoria. Il legno trasformato per la realizzazione dell’opera ritorna ad essere un materiale nobile e vitale. La struttura è la ricostruzione di un telaino di un’arnia con all’interno un’ape. La tarlatana (tessuto di cotone a trama fine usato per l’incisione) sullo sfondo assume il senso di vaglio. In un mondo disattento al proprio futuro si è scelto di rappresentare l’ape sia per il pericolo di estinzione sia per il rischio che questo comporta per l’intera umanità.

Irene Podgornik vive e lavora a Urbinodove gestisce un’azienda di famiglia. Attualmente sta frequentando il biennio specialistico all’Accademia di Belle Arti di Urbino dove si è laureata in Graficad’Arte e discipline dello spettacolo.

Michela Sperindio è residente a San Marino. Diplomata all’Istituto d’Arte di Urbino in grafica editoriale e restauro del libro. Ora frequenta il biennio specialistico all’Accademia di Belle Arti di Urbino, sezione di grafica, dove si è già laureata

L’ape rappresenta la necessità di dar voce al suo operare silenzioso, che con l’impollinazione, consente al mondo di rimanere fecondo. L’opera insinua la necessità che anche l’arte setacciando la realtà possa andare oltre gli schemi; l’impasto dei materiali vuole rimandare alla frammistione tra realtà ed arte, arte che diventa feconda.

in Grafica d’Arte e discipline dello spettacolo. Lavora tra San Marino e Urbino.

Mir: Michela Sperindioe Irene Podgornik

Ap;Arte

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Materiali di scarto: reggette,filo in ferro plastificato, guarnizioni

Azienda: Metalli Plastificati

Intrecci sospesi, grovigli instabili da districare nello sprofondamento dello sguardo: selezione, esaminare a fondo, vagliare. Nella precarietà dei punti di vista la messa a fuoco è graduale e progressiva, segni che stratificano e rarefanno, svaniscono per riconcretizzarsi dilatati nelle ombre impalpabili ma presenti. Ipotesi interpretativa di una complessità sempre da interrogare. Volontà di ricerca, di relazione tra le parti, di un’inesauribile necessità del dover “guardar dentro” possibile solo con un “guardar attraverso”.

Valentina Persico nasce nel 1977, dopo la maturità artistica si laurea presso l’Accademia di Brera. Frequenta i corsi estivi per l’incisione a Urbino e consegue l’abilitazione per l’insegnamento delle Discipline Pittoriche. Oltre all’attività espositiva insegna, progetta e conduce laboratori creativo-artistici anche in ambiti legati alle diverse abilità. Espone in mostre personali, collettive e realizza progetti site-specific con opere che interagiscono con il contesto spaziale in cui vengono collocate. Utilizza come linguaggio primario

Di questa ricerca l’arte diviene il legame, il nodo possibile tra le fitte trame dell’esistere.

il disegno inteso come atto interpretativo, ipotesi e insieme memoria di percezioni ridotte all’essenziale, con sviluppi tridimensionali nelle dimensioni aeree.

Valentina Persico

Segnid’aria

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Materiali di scarto: sfridi di alluminio

Azienda: TVS

“L’arte una volta che esiste di fronte agli uomini, sta come la natura, dunque se così la si vuol chiamare impartecipe. Questa seconda natura, costituita dagli estremi di gioia e patimento accumula un tesoro di inesauribile consolazione”.(Rainer Maria Rilke)

Gloria Sulli artista abruzzese, si laurea in scultura all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2006. Frequenta corsi di specializzazione su pietra, taglio del vetro artistico e microfusione del bronzo a cera persa. Partecipa a molte collettive e simposi di scultura su pietra. I suoi lavori sono in collezioni private in Italia e all’estero. Ha realizzato sculture in pietra e in bronzo per diversi comuni della provincia di Frosinone e de L’Aquila. Nell’agosto 2010 realizza il monumento Nuovo ciclista, vincitore del primo premio di scultura Venanzo Crocetti,

presso la città di Giulianova (TE). La sua ricerca volge ad alleggerire la scultura capovolgendo materialità greve ed inerte nell’immaterialità più leggera e aerea, usando elementi differenti filiformi lamellari, provvisti di un ingombro fisico fuggevole. Trae ispirazione dalla natura, da sensazioni emotive, da relazioni interpersonali, dai movimenti e dai gesti quotidiani. I movimenti del corpo, non sono altro che proiezioni dei movimenti celebrali, dei pensieri. Dando vita alle sue creature conferendo loro un certo carattere, prende spunto dal vissuto quotidiano.

GloriaSulli

Vicinoalle cose lontane

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Materiali di scarto: sfridi di alluminio

Azienda: TVS

“L’arte deve essere un fuori rispetto al dentro della vita di ogni giorno, esterna all’ambito usuale e della spiegazione. Essa non è mai ordinaria. Disgiunzione e ambiguità la caratterizzano”.(Richard Nonas)

Arte come visione esterna ma non estranea, una zona franca di idee e di pensiero, assolta da obblighi e doveri se non quello di svelare e mettere a nudo gli inganni della comunicazione.

Francesco Pellegrini nasce a Taranto nel 1974. Vive e lavora a Bologna. Nel 2006 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna, indirizzo Scultura. La sua ricerca artistica si muove tra diversi linguaggi espressivi: scultura, grafica, video e musica. L’interesse per le diverse discipline lo spingono a misurarsi con linguaggi eterogenei, dove il mezzo espressivo diventa spesso motivo di indagine senza però prescindere dal contenuto dell’opera. Nel 2008 consegue l’abilitazione per l’insegnamento delle discipline plastiche.

2009/2010 insegna scultura all’Istituto d’Arte di Castelmassa, (RO). Nel 2010 frequenta il T.A.M. di Pietrarubbia (PU), corso di alta formazione nella lavorazione e trattamento dei metalli.

Francesco Pellegrini

Veroo Falso?

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Materiali di scarto: tronchettidi acciaio, radica di noce di scarto, resina

Azienda: Benelli Armi

…Non si può sfuggire alla macchina… nell’arte, come nel divertimento e soprattutto in quel tritatutto che è la vita stessa… e non sono certo dei calembour questi (compresala mia opera), sono schiaffi a questa vita mediocre e puttana e all’arte bigotta, conformista e cialtrona, che lo è… “da per sempre”…

Giuliano della Rovere nasce a Messina nel 1966. Nel 1979 comincia ad esplorare la materia. Nel 1993 prende parte alla comune artistica di Bruno Samperi. Nel 1998 crea lavori di design per la galleria Eclectica di Milano e lavora al teatro Carcano e alla Triennale come decoratore. Nel 2000 lavora al Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Nel 2007 presenta il video “L’amore ha S. Giovanni” alla rassegna “Vertigini Creative” Milano e viene invitato al simposio di scultura di Novara di Sicilia. Nel 2010 realizza il video “Flagrant

Ornamental Coprophagy”. Partecipa a “ScArti in Mostra” ad Avellino. Nel 2010 si classifica 3° al concorso “De industria”. Nel 2011 partecipa a Stella in Arte, collettiva a Stella del Cilento (SA) e viene selezionato per il Simposio su marmo rosso di Sassetta (LI), 14/24 luglio 2011.

GiulianoDella Rovere

“S’ignorala S’cultura& “I cornuti dell’antica arte moderna”

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Materiali di scarto: mattoni, corda, gomma, malta, legno, oggetti vari abbandonati

Azienda: Lunghi Costruzioni

Nella “stanza” c’è un angolo ignorato, l’intonaco è scrostato, il pavimento è marcio, tra e sulle sue pareti stanno degli oggetti dimenticati e impolverati in uno stato di apparente immobilità. Sono le esperienze accumulate nel tempo, protette e separate da quello che succede all’esterno e all’interno della camera, che riposano perdendo col tempo la loro struttura di fenomeno e diventando quello che chiamiamo Sofia. Sedimentano e si mischiano trasformandosi in un limo che attraversa le pareti, il varco che scava

Alessandro Mazzatorta nasce nel 1991, cresce a Legnano, si trasferisce a Londra e frequenta la St. Martin school, esponendo negli ambienti underground e negli squats. Si diploma a Milano, dove partecipa a varie mostre autorganizzate. Studia scultura presso l’Accademia di Brera, approfondendo l’uso dei materiali di recupero con riferimento agli ambienti urbani.

Rebecca Moccia nasce a Napoli nel 1992, inizia gli studi artistici a Roma dove partecipa a concorsi ed esposizioni. Studia Scultura

assomiglia ad una tana dalla quale cola e fertilizza il mondo al di fuori facendo crescere nuove interconnessioni. L’arte così non è solo una conoscenza di origine che precede successive conoscenze ma piuttosto come idea di Sofia è la capacità di riunire lungo tutto il pensiero dell’esperienza.

a Milano presso l’Accademia di Brera. Interessata alla sperimentazione più varia, attualmente ha spostato l’attenzione sulla bellezza fatiscente dei panorami urbani e nella riconquista delle esperienze scaturite dai luoghi, i materiali e i colori della postmodernità.

Alessandro Mazzatorta e Rebecca Moccia

“Artesofia”

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Materiali di scarto: legno, plastica, cemento

Azienda: Industrie Allegrezza

La richiesta di comunicazione è presuntuosa e assolutamente irrilevante, l’osservatore non vedrà altro che ciò che le sue paure, speranze o la sua istruzione gli hanno insegnato.

Fabrizio Garzarella nasce a Guardiagrele nel 1987, maestro d’arte dei metalli e dell’oreficeria è attualmente iscritto al corso di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Roma, città nella quale vive e lavora. L’interesse per l’arte dei metalli lo porta a collaborare col maestro Arturo Avossa, specializzandosi nell’incisione a bulino. Negli ultimi anni ha approfondito la passione per la scultura grazie alla vicinanza e collaborazione col maestro Bruno Liberatore.

Fabrizio Garzarella

“I’m your reflex”

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AZIENDE SPONSOR

•BENELLI ARMI•B&M IMPRESA COSTRUZIONI & RESTAURI•INDUSTRIE ALLEGREZZA OUTLET LEGNO•LUNGHI COSTRUZIONI•METALLI PLASTIFICATI•TVS

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Mostra collettivaDe Industria5ª edizione

31 luglio - 4 settembre 2011

FermignanoMuseo dell’ArchitetturaVia Piave, 1

Commissione Tecnica - Giuria:

Tiziana FulignaAdriano FilippettiEmanuela IvaldiClaudio PaolinelliGiovan Battista Sartore

Colophon

Coordinamento/Segreteria mostra:Daniela Contucci

Design:Heads Collective

Fotografia:De Luca & De Luca

Stampa: Graficart arti grafiche srl

Artisti:

•Artificiolab (Maura Perricone e Cristiano Perricone)•Martina D’Alesio•Giuliano Della Rovere•Fabrizio Garzarella•Francesco Liberti•Jacopo Mandich•Alessandro Mazzatortae Rebecca Moccia

Finito di stampare:Agosto 2011700 copie

www.deindustria.com

Ringraziamenti:Pro Loco FermignanoCartex ItaliaScatolificio Metauro

PROVINCIA DI PESARO E URBINO

REGIONE MARCHE “PROGETTO CO-FINANZIATO CON I FONDI DI CUI ALLA L.R. 4/2010”

•Mir (Michela Sperindio e Irene Podgornik)•Francesco Pellegrini•Valentina Persico•Karin Schmuck•Gloria Sulli

COMUNE DI FERMIGNANO

SISTEMA PROVINCIALE ARTE CONTEMPORANEA