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Laboratorio 2013 Italia, il “far west” delle trivelle 26 maggio 2013 In Italia c’è poco petrolio e di scarsa qualità, in territori densamente urbanizzati e in zone marittime a poca distanza dalle coste molto popolate o che presentano alti valori culturali e ambientali da tutelare. Viene quindi da chiedersi: quali sono i motivi che spingono le compagnie petrolifere a venire in Italia, pur nell’incertezza di sicuri margini di profitto e con l’alto rischio di conflittualità con le altre categorie economiche, le popolazioni e gli enti locali? In un dossier elaborato dalla Cygam Energy (che opera in Italia con permessi di ricerca a mare in Adriatico, nel Canale della Sicilia, a terra in Abruzzo, Puglia e Basilicata) possiamo capire il perché: “Per i permessi offshore la royalty statale sulla produzione di petrolio è solo del 4%. Non devono essere pagate royalty sui primi 300mila barili di petrolio prodotto ogni anno per ogni giacimento. La produzione di gas offshore è soggetta ad una royalty del 7% ma i primi 1750 milioni di piedi cubi all’anno e per giacimento sono sempre liberi da royalty”, si legge. Ricordando inoltre che in Italia “la tassazione sulle società è al massimo del 33% e non ci sono restrizioni al rimpatrio dei profitti.” L’Italia è quindi una sorta di Paradiso Fiscale per le industrie petrolifere. Secondo elaborazioni del Wwf, proprio per i meccanismi di esenzione appena illustrati, delle 136 concessioni di coltivazione a terra attive in Italia, solo 21 hanno pagato royalty nel 2010 e su 70 coltivazioni a mare, solo 28. I gruppi che pagano royalty sono 5 su 59 società che operano in Italia. Nel 2010 sono state estratte in Italia in terra e in mare 8 miliardi di metri cubi di gas e 5 milioni di tonnellate di petrolio, a fronte di un consumo nazionale medio annuo di 93 milioni di tonnellate di petrolio greggio e di 63.8 miliardi di metri cubi di metano. Un contributo marginale su scala globale, visto che l’Italia è il solo 49° produttore mondiale di petrolio per quantità, pari allo 0.1% del totale. Il Wwf ha stimato che per ogni coltivazione di petrolio, negli ultimi 7 anni ciascuna azienda ha avuto un risparmio in media di 16 milioni di euro circa l’anno, e solo in Abruzzo il totale di metri cubi di gas estratti in mare “regalati” negli ultimi 7 anni è stato pari a 50 milioni di euro lordi. Esistono, in Italia, diverse normative per incentivare l’attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terra e in mare. Infatti, ad esempio pochi sanno che “per ciascuna concessione sono esenti dal pagamento dell’aliquota i primi 20 milioni Smc di gas e 20.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in terraferma e i primi 50 milioni di Smc di gas e 50.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in mare.” (D.Lgsl.625/1996) o che “le attività di rilevamento geofisico condotte per la prospezione da parte dei concessionari godono di un contributo da parte dello stato in misura non superiore al 40% dei costi sostenuti.” (D.Lgsl.164/2000 e D.M. del MAP29/11/2002). Ma le incentivazioni non finiscono qui: “Il gasolio utilizzato nei cantieri per l’esecuzione di perforazioni per la ricerca e la produzione di idrocarburi, ovvero per l’autoproduzione di energia elettrica può essere acquistato ad un prezzo agevolato.” (D.Lgsl.504/1995). Il regime normativo ed economico-fiscale che regola le attività di prospezione ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, in terraferma e in mare nel nostro paese rischia di favorire lo sfruttamento eccessivo e la degradazione degli habitat naturali e non tiene conto delle potenziali conseguenze negative sulla salute dei lavoratori e delle popolazioni residenti nei territori interessanti. L’ International Energy Agency stima che il valore degli aiuti più o meno nascosti alla produzione di idrocarburi su scala globale sia intorno ai 550 miliardi di dollari, sotto forma di esenzioni fiscali o incentivi (omessi i costi ambientali, sanitari e militari).

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Laboratorio 2013

Italia, il “far west” delle trivelle

26 maggio 2013

In Italia c’è poco petrolio e di scarsa qualità, in territori densamente urbanizzati e in zone marittime a poca distanza dalle coste molto popolate o che presentano alti valori culturali e ambientali da tutelare. Viene quindi da chiedersi: quali sono i motivi che spingono le compagnie petrolifere a venire in Italia, pur nell’incertezza di sicuri margini di profitto e con l’alto rischio di conflittualità con le altre categorie economiche, le popolazioni e gli enti locali?

In un dossier elaborato dalla Cygam Energy (che opera in Italia con permessi di ricerca a mare in Adriatico, nel Canale della Sicilia, a terra in Abruzzo, Puglia e Basilicata) possiamo capire il perché: “Per i permessi offshore la royalty statale sulla produzione di petrolio è solo del 4%. Non devono essere pagate royalty sui primi 300mila barili di petrolio prodotto ogni anno per ogni giacimento. La produzione di gas offshore è soggetta ad una royalty del 7% ma i primi 1750 milioni di piedi cubi all’anno e per giacimento sono sempre liberi da royalty”, si legge. Ricordando inoltre che in Italia “la tassazione sulle società è al massimo del 33% e non ci sono restrizioni al rimpatrio dei profitti.”

L’Italia è quindi una sorta di Paradiso Fiscale per le industrie petrolifere.

Secondo elaborazioni del Wwf, proprio per i meccanismi di esenzione appena illustrati, delle 136 concessioni di coltivazione a terra attive in Italia, solo 21 hanno pagato royalty nel 2010 e su 70 coltivazioni a mare, solo 28. I gruppi che pagano royalty sono 5 su 59 società che operano in Italia. Nel 2010 sono state estratte in Italia in terra e in mare 8 miliardi di metri cubi di gas e 5 milioni di tonnellate di petrolio, a fronte di un consumo nazionale medio annuo di 93 milioni di tonnellate di petrolio greggio e di 63.8 miliardi di metri cubi di metano. Un contributo marginale su scala globale, visto che l’Italia è il solo 49° produttore mondiale di petrolio per quantità, pari allo 0.1% del totale. Il Wwf ha stimato che per ogni coltivazione di petrolio, negli ultimi 7 anni ciascuna azienda ha avuto un risparmio in media di 16 milioni di euro circa l’anno, e solo in Abruzzo il totale di metri cubi di gas estratti in mare “regalati” negli ultimi 7 anni è stato pari a 50 milioni di euro lordi.

Esistono, in Italia, diverse normative per incentivare l’attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terra e in mare. Infatti, ad esempio pochi sanno che “per ciascuna concessione sono esenti dal pagamento dell’aliquota i primi 20 milioni Smc di gas e 20.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in terraferma e i primi 50 milioni di Smc di gas e 50.000 tonnellate di olio prodotti annualmente in mare.” (D.Lgsl.625/1996) o che “le attività di rilevamento geofisico condotte per la prospezione da parte dei concessionari godono di un contributo da parte dello stato in misura non superiore al 40% dei costi sostenuti.” (D.Lgsl.164/2000 e D.M. del MAP29/11/2002). Ma le incentivazioni non finiscono qui: “Il gasolio utilizzato nei cantieri per l’esecuzione di perforazioni per la ricerca e la produzione di idrocarburi, ovvero per l’autoproduzione di energia elettrica può essere acquistato ad un prezzo agevolato.” (D.Lgsl.504/1995).

Il regime normativo ed economico-fiscale che regola le attività di prospezione ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi, in terraferma e in mare nel nostro paese rischia di favorire lo sfruttamento eccessivo e la degradazione degli habitat naturali e non tiene conto delle potenziali conseguenze negative sulla salute dei lavoratori e delle popolazioni residenti nei territori interessanti. L’ International Energy Agency stima che il valore degli aiuti più o meno nascosti alla produzione di idrocarburi su scala globale sia intorno ai 550 miliardi di dollari, sotto forma di esenzioni fiscali o incentivi (omessi i costi ambientali, sanitari e militari).

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Ma, allora, cosa si può fare per evitare che la nostra terra venga spremuta come un limone senza poterne neanche ritrarre profitto o benessere? Il WWF ha proposto alcuni soluzioni:

• La piena e corretta applicazione delle disposizioni riguardanti le aree di interdizione e la VIA per le attività di ricerca, prospezione e coltivazione, a tutela delle aree protette, di idrocarburi liquidi e gassosi in mare;

• Applicazione della Valutazione Ambientale Strategica sul complesso delle istanze per i permessi di ricerca, prospezione e coltivazione a terra e in mare presentate dall’UNMIG del ministero dello sviluppo economico;

• Adeguamento dell’aliquota al 50%, sul valore del prodotto della coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi estratto sia in terraferma che in mare;

• La suddivisione percentuale degli introiti derivanti dalla riscossione delle aliquote per il 60% alle Regioni, per il 20% ai Comuni e per il 20% allo Stato con il vincolo, contenuto in appositi accordi di programma tra stato ed enti locali, della destinazione di almeno il 60% degli introiti ad interventi per la tutela ambientale e la tutela della salute oltre che allo sviluppo economico e sociale;

• Eliminazione delle esenzioni dal pagamento dell’aliquota per le produzioni sino a 50 mila tonnellate in mare e 20 mila in terra di petrolio, 80 milioni di metri cubi di gas in mare e 25 mila in terra;

• Eliminazione degli incentivi alla coltivazione dei giacimenti marginali che consentono agli operatori di ottenere, in sostanza, uno sgravio fiscale in sede di ammortamento dell’investimento, in misura tale da rendere economico l’investimento stesso;

• Emanazione di un decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare sulle emissioni in atmosfera derivanti dalle attività di idrodesulfurizzazione e di lavorazione del petrolio, che fissi nuovi valori limite, in linea con quelli raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Cinzia Catapano

Prodotti alla spina: una scelta economica e culturale

7 maggio 2013

Bere latte fresco conviene, non solo alla salute, ma anche al portafoglio: da un po’ di anni il latte appena munto si può trovare in distributori automatici, come quelli per il caffè, venduto a 1 € al litro contro la media di 1,60 € dei supermercati. I motivi del risparmio? I distributori vengono gestiti direttamente dagli allevatori, quindi il latte non subisce trasformazioni che lo impoveriscono ed eccessivi impacchettamenti. Sono i vantaggi della cosiddetta “filiera corta”: riduce i costi del prodotto, favorisce gli allevatori locali e rispetta l’ambiente. La qualità non viene certo messa da parte, gli standard richiesti sono alti e i produttori vengono marcati stretti dai controlli sanitari. Bastano piccoli accorgimenti: dopo l’acquisto va messo subito in frigorifero e portato in ebollizione prima del consumo. La distribuzione alla spina dei prodotti, ovvero senza imballaggio, è una scelta economica, oltre che un modo di consumare diverso, più consapevole e responsabile. http://www.milkmaps.com/ La mappa dei distributori di latte crudo alla spina sul territorio italiano; http://www.distributoriallaspina.it/ Qui un sito specializzato sulla vendita alla spina in generale

Remo Fabrizi

La citazione green di Giulia

6 maggio 2013

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“Quando avrete abbattuto l’ultimo albero, pescato l’ultimo pesce, quando avrete inquinato l’ultimo fiume, allora vi accorgerete che non si può mangiare il denaro” (Proverbio Indiano)

Giulia Franco

Mangiare meno carne fa bene al mondo

4 maggio 2013

Rinunciare alla carne una volta a settimana può dare una mano all’ambiente. Ogni pasto tutto vegetale permette di risparmiare ben più di un chilo di Co2 equivalente e acqua pari a 32 docce rispetto a un menu con carne. Adottando una dieta vegana anche solo per un giorno a settimana nell’arco di un anno, ognuno potrebbe risparmiare ciascuno l’equivalente del consumo di una lampadina accesa ininterrottamente per 277 giorni.

Fonte Tgcom

Alessandro Comodini

Territorio zero: firma il manifesto!

2 maggio 2013

Un problema non può essere risolto dalla stessa lobby che è stata la causa del problema. E’ compito di chi firma il Manifesto gestire la transizione verso il nuovo Modello. Io firmo!! www.territoriozero.org

Antonio di Tomaso

Vernazza riparte nel segno della sostenibilità

30 aprile 2013

Quarantasei località dove quest’anno bisogna assolutamente andare. Sono elencate dalla classifica stilata dal New York Times e vi compaiono città di tutto il mondo, luoghi da visitare per ragioni paesaggistiche, culturali o perché quest’anno ospiteranno eventi imperdibili. Tra le 46 località quelle europee sono 16 e una soltanto è italiana: Vernazza al 18esimo posto, viene segnalata per la sua rinascita dopo la disastrosa inondazione del 2011. Il 25 ottobre 2011 infatti, la perla delle Cinque Terre, è stata devastata da un’alluvione eccezionale con una tromba d’aria e 542mm di pioggia. Il borgo è stato sepolto da 4 metri di detriti causando un danno di oltre 100 milioni di Euro, incluso la distruzione completa delle case, degli esercizi commerciali e del territorio. La popolazione è rimasta senza acqua, luce, gas, rete fognaria e telefono per questo per mesi è stato dichiarato stato di emergenza con l’ordinanza di evacuazione. Dodici mesi dopo il piccolo comune della Spezia si è rimesso in moto, diventando il simbolo dell’Italia che non si arrende alle avversità, e lo ha fatto nel segno della sostenibilità: energia pulita, rifiuti zero, risparmio energetico e ricostruzione di spazi comuni grazie al riutilizzo di ciò che è stato possibile salvare, ed in sintonia con il paesaggio, sono gli elementi portanti del piano di recupero del paese stilato dal noto architetto Richard Rogers il quale ha fornito il suo contributo a costo zero. Rogers ha portato con se l’amico e collaboratore Renzo Piano. I due, insieme all’architetto Ernesto Bartolini, hanno visitato il paese, parlato con la sua gente, incominciando ad immaginare come poteva avvenire la rinascita, con la convinzione di poter preservare quella bellezza e quel carattere unico che contraddistingue il tipico paese rivierasco ligure. Sono cosi nati i “Laboratori per lo sviluppo condiviso di Vernazza” durante i quali tutti, dal primo cittadino al commerciante, sono stati chiamati a ideare la città che sarebbe stata ricostruita. “Con i laboratori siamo partiti immediatamente: da novembre a dicembre con una fase tecnica preliminare e da gennaio fino a luglio con il momento di confronto insieme a tutta la comunità - racconta a Energie Sensibili il primo cittadino - Ci siamo mossi con la convinzione che Vernazza doveva mantenere quello spirito di unità che ha mostrato durante la tragedia: insieme abbiamo

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superato l’emergenza, insieme avremmo disegnato il paese da ricostruire”. La “progettazione collettiva” ha prodotto un piano caratterizzato da fonti rinnovabili – fotovoltaico, biomasse ed eolico d’alta quota-,risparmio energetico, turismo e tutela del territorio. Il centro del comune avrà infatti a disposizione navette elettriche e un sistema integrato garantirà il drenaggio delle acque. Quello sperimentato a Vernazza è sicuramente un modo nuovo e coinvolgente di fare politica, abbinato a un elemento imprescindibile, la sostenibilità, che è valso al sindaco del paese Vincenzo Resasco la candidatura al Premio Ambientalista dell’anno.

Ludovica Ferrari

Il clima che vuoi

29 aprile 2013

Parte il concorso della Commissione Europea per le Eco-soluzioni contro la febbre Pianeta. “Un mondo come piace a te con il clima che vuoi” http://world-you-like.europa.eu/it/esperienze-esemplari/

Antonio di Tomaso

“C’era una volta” Sankara

26 aprile 2013

A 25 anni dall’assassinio di Thomas Sankara, il giovanissimo e straordinario presidente del Burkina Faso, uno dei paesi più poveri del mondo, la Rai con “C’era una volta” racconta l’intreccio di interessi che portò alla sua morte e la grande attualità del suo pensiero. Sankara è stato un leader che si è impegnato molto in favore di riforme radicali per eliminare la povertà. Venne assassinato perché voleva battere quella finanza che gioca con il destino dei popoli, una finanza che si arricchisce sulla sofferenza dei popoli di tutto il mondo. Accusato di essere addirittura un folle perché, secondo lui, la politica aveva senso solo se era onesta ed aveva, come suo primo e fondante obiettivo, la felicità.

Antonio Di Tomaso

La citazione green

24 aprile 2013

«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»

(Antoine-Laurent de Lavoisier)

Antonio di Tomaso

Territorio Zero/Il film: Little Italy

23 aprile 2013

Little Italy è un cartone degli anni ‘60, a cura di Robert Crumb (fumettista americano), che racconta gli anni della contestazione nei panni di un gatto umanizzato, libertino e disinvolto. In particolare questo episodio racconta l’Italia degli anni ‘60 che, in fondo, non è poi molto diversa da quella di oggi.

“Non si respira più… Non si circola e non si respira…Tu lo sai perché mettono tanti semafori?Perché hanno capito che con i semaforiè l’unico modo per aumentare il verde in città”.

Maria Terzano

Il tweet green di Lara Ughetto

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22 aprile 2013

“Quando l’ultima fiamma sarà spenta, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce catturato, allora capirete che non si può mangiare solo denaro”. Toro Seduto, capo tribù dei Hunkpapa Sioux.

Un esperienza data dal passato: la famiglia di un tempo

19 aprile 2013

Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale la signora S. trovò marito. Ebbero due bambini. Era una famiglia povera e umile ma manteneva sempre la propria dignità. Non potevano permettersi di certo automobili, ne togliersi i propri sfizi, ma erano sereni e con i sacrifici tiravano avanti. Avevano una grande risorsa proprio li dietro casa: un orto; carico della loro fatica e del loro sudore. Era l’occupazione principale della loro vita insieme a due mucche e un maiale che offrivano alla famiglia tutti i giorni il latte e la carne per le feste. Tutto ciò che avevano in casa proveniva dall’orto e dal bestiame. Questa era la famiglia di un tempo: una famiglia ad impatto zero. Rispettava l’ambiente, non inquinava, comprava poco o meglio ciò che non poteva procurarsi da se. Oggi sono in molti ad aver riscoperto il valore prezioso di questa vita per l’amore del nostro debole mondo.

Ilaria Tancredi

La mela sul tavolo

18 aprile 2013

Sola e rossa la mela luccicante stava sul tavolo. Forse pensava, forse dormiva. Era ricca e golosa. Veniva da lontano, era americana. Portava con se una valigia costosa: dentro c’era un biglietto aereo. In prima classe aveva viaggiato. Era invitante, lussuriosa. La lasciai sul tavolo da sola a dormire e assaggiai il sapore della mela del mio albero: era il sapore di una mela come tante altre ma non aveva sprecato energia, non aveva inquinato.

Ilaria Tancredi

Il miglior discorso del mondo

17 aprile 2013

http://www.youtube.com/watch?v=8OPCPmirQFc

Marco Prosperi

Il film green: Baraka

16 aprile 2013

Quanto è meravigliosa la natura e come la stupidità umana può rovinarla o, peggio, distruggerla. Immagini e musica, meglio di ogni discorso, rendono l’dea di cosa siamo stati capaci di fare e di quanto, ciascuno di noi, può fare per invertire un processo di degrado che, purtroppo, sembra irreversibile. Spunti di riflessione da Baraka, un pluripremiato film documentario del 1992, diretto da Ron Fricke, con musica di Michael Stearns. Girato in 24 paesi diversi, è un viaggio alla riscoperta della grandezza della natura, contrapposta alla storia e dell’uomo, dalla sua spiritualità alla sua stupidità. Dalle tribù primitive ad oggi quanti progressi abbiamo fatto, ma a quale prezzo: deforestazione, inquinamento, produzione di immense montagne di rifiuti, povertà e degrado. Da città, dominate da immondi alveari dove masse di poveri sopravvivono, a ipertecnologiche città dove la ricchezza non evita di vivere secondo modelli catastrofici: lavora, guadagna e consuma. Tutto il resto non conta. Ecco che un allevamento di polli in batteria richiama alla mente le claustrofobiche visioni della metro di Tokio o dei pur tecnologici loculi, alias stanze di albergo. Ecco che il traffico di una città sembra un respiro affannoso. Ecco volti di bambini

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che, tristi, sembrano interrogarsi sul perché del comportamento degli adulti. Un documentario che spinge a pensare: specie chi sogna città, abitazioni, spazi comuni, strade a misura d’uomo e realizzate utilizzando solo ciò che può riprodursi, senza continuare a distruggere e consumare in modo tanto avido, quanto insensato.

Alessandra Busoli

Ritmi sostenibili

15 aprile 2013

Quanto consuma un concerto? Secondo la prestigiosa rivista Rolling Stones, un evento musicale organizzato in uno stadio può arrivare a produrre anche 1.000 tonnellate di CO2. Ad esempio, considerando i concerti più importanti avvenuti nel solo 2009 in Italia, si arriva ad una cifra che fa riflettere: 1 milione e 600 mila tonnellate di diossido di carbonio emesse. Ecco dunque che gli artisti più sensibili alle tematiche ambientali hanno iniziato a preoccuparsi del proprio impatto ambientale, cercando soluzioni per ridurne i danni: la musica può essere un momento di condivisione, senza dover per forza nuocere al Pianeta. Il primi ad esporsi in questo senso sono stati i Tétes de Bois, che nel 2005 suonarono grazie ad un’alimentazione a pannelli fotovoltaici, inaugurando un percorso che avrebbe fatto molta strada: dai Subsonica a Ligabue, molti sono i cantanti che hanno scelto concerti a impatto zero. Jovanotti ha deciso di mettere a dimora quasi 9.000 alberi per compensare l’inquinamento che avrebbe prodotto il suo tour italiano. Ma fare musica in modo sostenibile non significa solo abbattere le emissioni, riguarda anche gli stili di vita, i testi delle canzoni, i messaggi veicolati dalle note: alcuni gruppi italiani hanno trovato nell’ecologia le proprie radici, costruendo strumenti con materiali di riciclo e realizzando video clip che parlano di sprechi, energia, movimento dal basso, scelte individuali. I Capone & BungtBangt, per esempio, sono un gruppo napoletano che promuove la sostenibilità a 360°: utilizzando creatività e buon senso hanno costruito strumenti unici, come il contrabbasso ricavato da una scatola di polistirolo con elastico da ufficio, o il basso ricavato da vecchie assi di parquet! Per info visita il sito web: http://www.caponebungtbangt.com/

Rossana Mesisca

Le ecoriflessioni in musica

10 aprile 2013

“Quale tra i tantissimi prodotti dell’ingegno sarà quello che più di tutti lascerà il suo segno?”. Eco riflessione tratto dall’album Bio-logic del gruppo musicale Capone & Bungt Bangt

Rossana Mesisca

La frase green di Rossana Mesisca

9 aprile 2013

”Ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Ora sono saggio e sto cambiando me stesso”. Dalai Lama

Il jukebox green: Rein – Sul tetto

4 aprile 2013

Quassù, sul tetto

mi sembri quasi bella

anche se in fondo non lo sei

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e infatti poi, se scendo

ritorna tutto a posto

e mi muore la poesia

Però quassù, sul tetto

le antenne sono croci rivolte a un altro Dio

che forse forse, ci credo anch’io

che non è solo vostra, questa mia città

Ikea, Auchan

Decathlon, Bricò

e Leroy Merlin

possedere, avere

quante altre cose potrò ancora consumare

Però quassù mi basti

ti giuro non ti cambierei neanche se potessi

neanche se tu fossi

l’ultimo dei sogni prima di andar via

Ho sete Dio mio che sete

mi verseresti ancora un sorso di petrolio

per vedere se ci riusciamo

a non restare a secco tra il quinto e il sesto piano

Però quassù resisto

da solo asserragliato sento tutto un pò più giusto

un pò più in là del sole

che per lasciarmi vivo ogni sera è là che muore

Dovremmo, sì, sì, dovremmofare a modo nostro, una rivoluzioneliberando

dall’abbandonole cime delle case di tutte le città

E scoperchiando i palazzila gente uscirà fuori da ogni nicchia di cementovolando su, sui tettisenza i pesi morti dei bisogni indotti

Fa freddo, un po’ di freddola sera mi ha sorpresonelle mie fantasiemi sa che è meglio che scendoche imparo a raccontarmianch’io le mie bugie

Ma poi quassù ritorno

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perché penso a quel giorno in cui saremo un po’ di piùperché ci credo che in fondodietro ogni galera c’è una scala che va su

Ma poi quassù ritorno

lo so che verrà un giorno in cui saremo un pò di più

perchè ci credo

che in fondo, dietro ogni galera c’è una scala che va su,

quassù

Alessandra Busoli

Il jukebox green: Ciao amore ciao

3 aprile 2013

Penso che questa canzone sia una delle più belle mai scritte che rappresenti al meglio la situazione di disagio creatasi con l’industrializzazione e il menefreghismo mostrato verso l’ambiente e verso le persone durante quegli anni. Purtroppo da allora non è cambiato molto e questo menefreghismo continua ad esserci.

Luigi Tenco - Ciao Amore Ciao

La solita strada, bianca come il saleil grano da crescere, i campi da arare.Guardare ogni giornose piove o c’e’ il sole,per saper se domanisi vive o si muoree un bel giorno dire basta e andare via.Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.Andare via lontanoa cercare un altro mondodire addio al cortile,andarsene sognando.E poi mille strade grigie come il fumoin un mondo di luci sentirsi nessuno.Saltare cent’anni in un giorno solo,dai carri dei campiagli aerei nel cielo.E non capirci niente e aver voglia di tornare da te.Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.Non saper fare niente in un mondo che sa tuttoe non avere un soldo nemmeno per tornare.Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.Ciao amore,ciao amore, ciao amore ciao.

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Cinzia Catapano

Il jukebox green: Manifesto del contadino impazzito

2 aprile 2013

Credo che questa poesia non abbia bisogno di spiegazioni.

MANIFESTO DEL CONTADINO IMPAZZITO

Amate pure il guadagno facile,

l’aumento annuale di stipendio, le ferie pagate.

Chiedete più cose prefabbricate,

abbiate paura di conoscere i vostri prossimi e di morire.

Quando vi vorranno far comprare qualcosa

vi chiameranno.

Quando vi vorranno far morire per il profitto,

ve lo faranno sapere.

Ma tu, amico,

ogni giorno fa qualcosa che non possa essere misurato.

Ama la vita. Ama la terra.

Conta su quello che hai e resta povero.

Ama chi non se lo merita.

Non ti fidare del governo, di nessun governo.

E abbraccia gli esseri umani:

nel tuo rapporto con ciascuno di loro riponi la tua speranza politica.

Approva nella natura quello che non capisci,

perché ciò che l’uomo non ha compreso non ha distrutto.

Fai quelle domande che non hanno risposta.

Investi nel millennio… pianta sequoie.

Sostieni che il tuo raccolto principale è la foresta che non hai seminato,

e che non vivrai per raccogliere.

Poni la tua fiducia nei cinque centimetri di humus

Che crescono sotto gli alberi ogni mille anni.

Finché la donna non ha molto potere,

dai retta alla donna più che all’uomo.

Domandati se quello che fai

potrà soddisfare la donna che è contenta di avere un bambino.

Domandati se quello che fai

disturberà il sonno della donna vicina a partorire.

Vai con il tuo amore nei campi.

Risposati all’ombra.

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Quando vedi che i generali e i politicanti

riescono a prevedere i movimenti del tuo pensiero,

abbandonalo.

Lascialo come un segnale della falsa pista,

quella che non hai preso.

Fai come la volpe, che lascia molte più tracce del necessario,

diverse nella direzione sbagliata.

Pratica la resurrezione.

W E N D E L L B E R R Y

Cinzia Catapano

Il jukebox green: Mondo

1 aprile 2013

“[..]..Ho visto un posto che mi piace si chiama Mondo.. [..]

Gira e gira e non si ferma mai ad aspettare,Sorge e poi tramonta come un delfino dal mare,Muove la sua orbita leggero e irregolare,Distribuisce sogni e ritmo buono da danzare,Mondo cade, Mondo pane, MONDO D’ABITARE,MONDO CHE CI SALVA, MONDO CASA DA RISTRUTTURARE,Tutto è falso, tutto è vero, tutto è chiaro, tutto scuroQuesto è il posto che mi piace aldiquà aldilà del muro.. [..]”

- Mondo, Cesare Cremonini feat Jovanotti -

Chiara Zamborlini

Il jukebox green: Nothing but flowers

28 marzo 2013

“Nothing but flowers”, Talking Heads https://www.youtube.com/watch?v=RZuuxcm513cRacconta di un mondo al contrario, dove non c’è nulla tranne che fiori. Utopia:

Here we standLike an Adam and an EveWaterfallsThe Garden of EdenTwo fools in loveSo beautiful and strongThe birds in the treesAre smiling upon themFrom the age of the dinosaursCars have run on gasolineWhere, where have they gone?Now, it’s nothing but flowers

There was a factoryNow there are mountains and riversyou got it, you got it

We caught a rattlesnake

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Now we got something for dinnerwe got it, we got it

There was a shopping mallNow it’s all covered with flowersyou’ve got it, you’ve got it

If this is paradiseI wish I had a lawnmoweryou’ve got it, you’ve got it

Years agoI was an angry young manI’d pretendThat I was a billboardStanding tallBy the side of the roadI fell in loveWith a beautiful highwayThis used to be real estateNow it’s only fields and treesWhere, where is the townNow, it’s nothing but flowersThe highways and carsWere sacrificed for agricultureI thought that we’d start overBut I guess I was wrong

Once there were parking lotsNow it’s a peaceful oasisyou got it, you got it

This was a Pizza HutNow it’s all covered with daisiesyou got it, you got it

I miss the honky tonks,Dairy Queens, and 7-Elevensyou got it, you got it

And as things fell apartNobody paid much attentionyou got it, you got it

I dream of cherry pies,Candy bars, and chocolate chip cookiesyou got it, you got it

We used to microwaveNow we just eat nuts and berriesyou got it, you got it

This was a discount store,Now it’s turned into a cornfieldyou got it, you got it

Don’t leave me stranded hereI can’t get used to this lifestyle

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Sara Micheletti

Il jukebox green: M’illumino di meno

27 marzo 2013

L’energia l’energia l’energia che cos’è? è una specie di magia che fa vivere anche te l’energia l’energia l’energia ma dove sta? ce n’è tanta sotto terra ce n’è tanta su nel cielo l’energia l’energia ma di energia quanta ce n’è? ce n’è tanta te l’ho detto, per adesso uno sfacelo! l’energia l’energia l’energia se po’ spreca’? A regazzi’…ma vedi un po’ d’anna’…

il 16 febbraio, cari amici non mi sbaglio, è la festa nazionale del risparmio energetico, e sì perchè miei cari ascoltatori abbiamo un guaglio: crescono i consumi con un ritmo frenetico. Quindi Caterpillar ha voluto organizzare una festa nazionale, ed ha invitato pure te, ha invitato tutti per quel giorno a risparmiare e lo slogan della festa sai qual’è?:

M’illumino m’illumino m’illumino di meno e con la mia morosa a lume di candela ceno M’illumino, m’illumino d’immenso M’illumino m’illumino m’illumino di meno risparmiare ci conviene e poi sprecare non ha senso M’illumino, m’illumino d’immenso

L’ elettrodomestico non lasciarlo in stand-by mia nonna me l’ha insegnato, lei non ce lo lascia mai e poi la lavatrice va sempre a pieno carico se la vedo mezza vuota c’ho una crisi di panico mettici un coperchio su quel pentolone al fuoco che l’acqua bolle prima ed il risparmio non è poco chiudi il rubinetto mentre spazzoli i tuoi denti i posteri ringraziano e salutano contenti!

regola il termostato e non esagerare che 19 gradi ti dovrebbero bastare se hai freddo dentro casa anche un golfino ci può stare è inutile creare un microclima tropicale! d’estate invece c’è chi dice ch’arifiata solo quando i condizionatori stanno accesi ma che succederà quando l’aria condizionata la vorranno giustamente anche un miliardo di Cinesi?

M’illumino m’illumino m’illumino di meno lascio l’auto a casa vado in bici oppure in treno! M’illumino, m’illumino d’immenso M’illumino m’illumino m’illumino di meno fino a ieri non ci pensavo oggi eccome se ci penso! M’illumino, m’illumino d’immenso

chi costruisce casa tenga a mente il doppio vetro

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che la spesa iniziale con gli interessi torna indietro un’altra fondamentale raccomandazione è di non lesinare sulla coibentazione ricordati di usare lampadine fluorescenti che durano più a lungo e sono molto convenienti e un’ultima cosetta poi da non dimenticare quella più ecologica è l’energia solare!

noi non siamo mica come quegli Americani che del protocollo se ne lavano le mani e non approviamo quei simpatici Australiani che su Kyoto hanno risposto:<<…ci pensiamo da domani!>> noi siamo diversi…sì! noi siamo Italiani….sì! da sempre di risparmio siamo portatori sani e pur di non tradire il protocollo di Kyoto quest’anno in Sardegna ci andiamo tutti a nuoto!

M’illumino m’illumino m’illumino di meno te lo dice Caterpillar lo ripetono i Radici M’illumino, m’illumino d’immenso sprecare non è furbo, sei d’accordo? che ne dici? M’illumino m’illumino m’illumino di meno te lo cantano i Radici, ribadisce Caterpillar M’illumino, m’illumino d’immenso chi spreca a Roma è un “tordo”, a Milano invece è un un “pirla”!

al pieno di benzina non ci voglio più pensare la mia biciclettina va a trazione muscolare agli aumenti del petrolio finalmente ho detto basta faccio trenta è più chilometri con un piatto di pasta!

tutto questo spreco produce effetto serra gravissimo problema per il pianeta terra il consumo intelligente invece produce aria pulita migliora la qualità della nostra vita!

Ebbene sì! ho un Kyoto fisso nella testa, ed è la festa la festa nazionale del risparmio energetico!

Ebbene sì! ho un Kyoto fisso nella testa, ed è la festa la festa nazionale del risparmio energetico!

…ho capito ho capito…ma l’energia se po’ spreca’?

Giulia Papa

L’articolo 9 dice che…

26 marzo 2013

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Marco Bernardini

Energia a chilometro zero

26 marzo 2013

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Volevo condividere con voi una frase della canzone de Il Cile intitolata Cemento armato in cui si dice “Anche questa è vita: un lavoro che non sopporti ma che devi fare, perché senza uno stipendio sei un difetto sociale, perché crepi per consumare e consumi crepando“. La prima considerazione che emerge da questa frase è il culto del materialismo che domina le coscienze e stravolge i valori nella nostra società, trasformando il lavoro in un semplice dovere necessario per comprare, comprare e ancora comprare e il tutto, solo per apparire…Le stesse riflessioni si possono riportare a quello che è il nostro modello energetico. Esso è basato su principi notevolmente sbagliati quali il MONOPOLIO e la CONCENTRAZIONE. La geopolitica del petrolio determina una situazione in cui la produzione di energia è concentrata in alcuni punti, geograficamente avvantaggiati dalla presenza del petrolio stesso, che detengono il monopolio della produzione energetica. In tale sistema noi siamo chiamati solo a consumare! L’auspicio è quello di incentivare l’uso delle fonti energetiche rinnovabili con il quale dare vita ad una politica della biosfera che consenta di abbattere le concentrazioni e favorire lo sviluppo di una generazione distribuita. In tal modo possiamo diventare parte attiva del sistema, producendo energia a chilometro zero e condividendola con altri produttori attraverso un sistema di smart grid. Le smart grids sono uno strumento di supporto alla trasformazione del modello energetico: produco energia e quella che non consumo la condivido sulla rete con gli altri produttori. I benefici legati alla produzione di energia chilometro zero utilizzando fonti rinnovabili sarebbero oltre che una sostanziale diminuzione dell’uso delle fonti fossili e della relativa CO2 emessa, anche una notevole riduzione delle perdite energetiche relative al trasporto di esse dalle centrale alle nostre abitazioni.

Valeria Cerilli

Società Sensibile —> Società Sostenibile

25 marzo 2013

Io vivo a Posta Fibreno in provincia di Frosinone dove sorge una unica Riserva Naturale Regionale instituita dalla Regione Lazio con propria legge, la n. 10 del 29 gennaio 1983 e viene gestita dal Comune di Posta Fibreno. Suddetta area protetta di circa 400ha ospita un lago di spiccate potenzialità ma che versa da anni in uno stato di decadimento da girone dantesco; ascoltando la vox populi da parte degli italiani/elettori/telespettatori autoctoni vi posso dire che se ne sentono delle belle! Per l’italiano locale la causa dello stato in atto a volte è degli organi di vigilanza che impediscono la caccia, a volte è degli uccelli, a volte è della mancanza di agricoltori.. insomma in pochi vedono che al Comune di Posta Fibreno, a causa di un contenzioso con la regione non è stato completato l’impianto fognario!! (http://www.legambientelazio.it/stampa/20080615postafibreno.pdf). Per italiano/elettore locale invece, il lago è “poco sfruttato” dicono, “ci dovrebbero essere piu persone turisti e attrezzature per le famiglie e i giovani per lo svago..” sento dire; insomma per l’italiano un ambiente naturale è sano se la popolazione interessata da esso ne trae un vantaggio economico! Io rispondo semplicemente: “Giusto! ma in un lago io ci vedo solo i pesci!”. “L’ambiente naturale è un valore intrinseco perché l’uomo trae vantaggio nel trovarsi in alcuni habitat incontaminati al cospetto di spettacoli primitivi e unici può avvertire la presenza e l’immanenza del Creatore” (John Miur, ingegnere scozzese). Questo dovrebbe essere il dettame fondamentale di ogni Riserva naturale Integrale instituita in Italia, e non un mero confronto di Sfruttamento/Naturalità come pensano gli italiani del luogo; a questo punto riportare il divisore “Naturalità” al numeratore della frazione è la priorità dico io e questo puo avvenire solo attraverso una società più sensibile! Una società più sensibile e attenta che abbia a fondamento la conoscenza della natura che ospita la vita di tutti. Mi capita spesso di paragonare il rapporto territorio-elettore del mio paese allo stesso rapportato per tutta l’intera nazione perche è proprio dal basso che è malato, e dico che se non si cambia “dal basso” il punto di vista la “Lobby” sarà sempre in agguato a distruggere il nostro patrimonio.

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Vittorio Lecce

Eco gesti

22 marzo 2013

Vantiamo un primato del consumo di acqua potabile per usi igienici. E’ assurdo!!! Ci sono gesti dalla semplicità unica ma tanto efficaci se pensiamo che sono gesti quotidiani. Ad esempio chiudiamo il rubinetto mentre insaponiamo i piatti. Insaponiamo prima, poi sciacquiamo. Non apriamo a scroscio, non serve e non aiuta. Quando si strofinano i denti con lo spazzolino, il rubinetto dell’acqua deve stare chiuso, si apre solo per sciacquare la bocca. Per farsi la barba, basterebbe riempire una bacinella ed utilizzare l’acqua in essa contenuta, per tutta l’operazione. Mentre si aspetta che esca acqua calda, si può raccogliere l’acqua fredda che fuoriesce in una bacinella e quindi usarla in seguito…per radersi appunto. Ovviamente i rubinetti dotati di riduttori di flusso reperibili presso i negozi di idraulica, sanitari e ferramenta che ci permettono di risparmiare tantissimi litri grazie alla miscela di acqua e ossigeno, e ottenere gli stessi servizi. Lavatrice e lavastoviglie(chi ce l’ha) a pieno carico e accese nelle ore serali. E tanto altro. Basta davvero poco, un comportamento più attento, anche se in una casa di studenti spesso ciò è motivo di discussioni accese….ma insistete, è la direzione giusta.

Antonio di Tomaso

Jukebox green: Eppure soffia

22 marzo 2013

E l’acqua si riempie di schiuma il cielo di fumila chimica lebbra distrugge la vita nei fiumiuccelli che volano a stento malati di morteil freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte

un’isola intera ha trovato nel mare una tombail falso progresso ha voluto provare una bombapoi pioggia che toglie la sete alla terra che è vitainvece le porta la morte perché è radioattiva

Eppure il vento soffia ancoraspruzza l’acqua alle navi sulla prorae sussurra canzoni tra le fogliebacia i fiori li bacia e non li coglie

Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondialeha dato il suo putrido segno all’istinto bestialeha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosarioe tutta la terra si è avvolta di un nero sudario

e presto la chiave nascosta di nuovi segreticosì copriranno di fango persino i pianetivorranno inquinare le stelle la guerra tra i solii crimini contro la vita li chiamano errori

Eppure il vento soffia ancoraspruzza l’acqua alle navi sulla prorae sussurra canzoni tra le fogliebacia i fiori li bacia e non li coglie

eppure sfiora le campagneaccarezza sui fianchi le montagnee scompiglia le donne fra i capelli

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corre a gara in volo con gli uccelli

Eppure il vento soffia ancora!!!

http://www.youtube.com/watch?v=hOxLD7Eb9h4

Il brano “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli è stato interpretato da Ligabue in occasione della campagna del Ministero dell’Ambiente per la valorizzazione del patrimonio delle aree protette. Il Ministro Pecoraro Scanio spiega: “Di fronte alla minaccia globale del cambiamento climatico e alle emergenze sociali e politiche, siamo infatti consapevoli che il maggiore rischio che possiamo correre sia che ciò che già ci appartiene venga, anziché valorizzato, considerato scontato se non inutile. Per questo, intendiamo richiamare l’attenzione individuale e collettiva su un importante bene comune, quale sono i parchi e tutte le aree protette”. Luciano Ligabue, sensibile al tema della difesa ambientale, ha concesso gratuitamente l’utilizzo del brano per lo spot del Ministero dell’Ambiente.

http://www.youtube.com/watch?v=cvGqOeaEZbQ

http://www.parchieparchi.it/spot.htm

Alessandra Busoli

Ecologia e moda: la svolta green di Louis Vuitton

21 marzo 2013

Le grandi firme della moda sembrano finalmente accorgersi del grido d’aiuto del pianeta Terra. La nota maison francese Louis Vuitton ha adottato una serie di accorgimenti per ridurre l’impatto ambientale, dalla selezione delle materie prime, agli stabilimenti di produzione, fino ad arrivare agli allestimenti delle boutique, che vanno al di là della mera operazione di marketing. Tra i centri di produzione, spicca uno stabilimento a circa 30 km da Venezia ecologicamente all’avanguardia, un laboratorio LV per le calzature divenuto modello di bio-edilizia.L’edificio ha un giardino interno per la raccolta dell’acqua piovana, che viene immagazzinata e pressurizzata per ridurre il consumo di acqua potabile. Il pavimento in parquet con pannelli fonoassorbenti ha consentito di limitare le emissioni dei rumori. La copertura è dotata di 32 metri quadrati di pannelli solari che coprono il 56% del fabbisogno di acqua calda sanitaria e l’edificio è dotato di un sistema di riscaldamento geotermico. All’interno, una politica volta alla riduzione degli sprechi e al contenimento dei danni ambientali in un settore – quello della pelletteria – notoriamente molto impattante. Tra le iniziative più interessanti, la riduzione della percentuale di adesivi a base solvente, a favore di quelli a base acquosa. Emerge poi la tendenza al riciclo:gli scarti di pellame possono essere riutilizzati come materiale di rinforzo o di pavimentazione, oppure – è il caso dei “rifiuti” più pregiati – essere recuperati e forniti a prezzi stracciati a professionisti del settore creativo,quali costumisti, scultori e architetti. Infine l’eco-packaging: gli imballaggi per il trasporto delle borse sono stati ridotti del 64% e nelle scatole di scarpe si è deciso di limitare la quantità dei pigmenti utilizzati, nellaconvinzione che l’utilizzo di cose, almeno in parte, naturali aiuti il nostro pianeta a respirare meglio.

Giulia Tomas

Il tweet-green di Enrico Filippi

20 marzo 2013

Prima ancora che città diversamente organizzate, servirebbero cittadini meglio informati.

Riciclare i mozziconi “imitando” gli uccelli

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19 marzo 2013

I passeri con i mozziconi di sigaretta ristrutturano i nidi tenendo alla larga gli insetti. Terracycle, una organizzazione ambientalista, si offre di riciclare i mozziconi di sigaretta producendo un catalogo di ben 186 prodotti. Possiamo imparare dalla simbiosi naturale?

Vittorio Lecce

La tv-green: Revolution

18 marzo 2013

La serie tv “Revolution”. Rappresenta un mondo, il nostro, che conosce un blackout mondiale improvviso.

Penso che sia un interessante spunto di riflessione sull’importanza dell’energia nel nostro sistema.

Lorenzo Alaimo

La profezia di Calvino

15 marzo 2013

“La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal piú perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello d’apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: piú che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno vuole piú averci da pensare. Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori della città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli immondezzai devono arretrare piú lontano; l’imponenza del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro piú vasto. Aggiungi che piú l’arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, piú la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermentazioni e combustioni. E’una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne. Il risultato è questo: che piú Leonia espelle roba piú ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri. Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre città, che anch’esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta. I confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni infetti in cui i detriti dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano. Piú ne cresce l’altezza, piú incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una

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valanga di scarpe spaiate, calendari d’anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse, allontanare i nuovi immondezzai”. Tratto da “Le città invisibili” di Italo Calvino.

(Testo raccolto da Nadia Fragiacomo)

La citazione green di Gabriella Montagna

14 marzo 2013

“Lei parla di una rete di energia che scorre in tutte le creature viventi. Dice che tutta l’energia è solo in prestito e che un giorno bisogna restituirla”

(dal film “Avatar”)

Tutto si trasforma: la frase-green

13 marzo 2013

«Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma»(Antoine-Laurent de Lavoisier)

Antonio di Tomaso

In facoltà a piedi, per 2 chilometri

12 marzo 2013

Da buona sostenitrice che le gambe ti portano ovunque, quando il tempo lo permette vado ovunque a piedi…la mia impresa più riuscita è stata fare la strada da casa mia (Nuovo salario, a Roma) alla facoltà a piedi…sono 2 ore di tempo e se si considera che con i mezzi ci metto un’ora e mezzo…in fondo non uso chissà quanto tempo per farlo.

Clara Sirocchi

Storie green/Dare continuità alla terra

11 marzo 2013

…questa storia parla di un bambino e del suo nonno, viene da lontano per portare a domani con valori che nel tempo rimangono immutati. L’idea è quella di dare continuità alla terra, non ammirandola semplicemente ma accudendola nel suo ciclo, osservandola per poterla interpretare, fino ad amarla capendone il valore. Si costruisce così una serra, un laboratorio di riproduzione vegetale dove il bisogno sa lasciare spazio al caso e alla curiosità, dove non si produce per profitto ma per diletto e forse abitudine. Una volta realizzata, non è più un semplice luogo fisico da riconoscere perché è già divenuta parte di una riflessione che dovrebbe essere per noi semplicemente coltura e cultura.

Enrico Filippi

Il jukebox green: Mal di Terra

8 marzo 2013

Benvenuti in questa età

dove tutto è lecitoe la terra supplica pietàal nostro sguardo gelido…

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Mi ricordo il mare era trasparentee mi ricordo bene che non mancava nientee mi ricordo che bastava alzare il visoper un sorriso

Soldi-Potere-Plastica-RumoreSoldi-Potere-Plastica-Rumore

Benvenuti in questa etàqui si vende l’animae anche l’acqua supplica pietàal nostro cuore sterile…

Mi ricordo il mare era trasparentee mi ricordo bene che non mancava nientee mi ricordo che bastava alzare il visoper un sorriso

Soldi-Potere-Plastica-RumoreSoldi-Potere-Plastica-Rumore

Religione-Potere-Guerra-Dolore

Guarda quanto è piccolo il mondocosì pieno del nostro scempiomentre siamo presi a consumare tutto quello che ha valorevale la pena vale la terrae salvare quello che ora restadi tanta bellezza e tanto candoresolo rumore!!

Mi ricordo il mare era trasparentee mi ricordo bene che non mancava nientee mi ricordo che bastava alzare il viso

Mi ricordo il mare era trasparentee mi ricordo bene che non mancava nientee mi ricordo che bastava alzare il visoper un sorriso…

Soldi-Potere-Plastica-RumoreSoldi-Potere-Plastica-Rumore

Sesso-Potere-Politica-ClamoreAcqua-Aria-Terra-FuocoReligione-Potere-Guerra-DoloreAcqua-Aria-Terra-Fuoco

Alessandra Busoli

Il Jukebox Green/Aria Canta

6 marzo 2013

La sensibilizzazione alle problematiche ambientali investe oramai qualsiasi ambito della nostra vita, dalla cinematografia alla musica. A tal proposito, Adriano Celentano nella canzone Aria canta ”(…)Pura come una vergine eri tu vivi stuprata dalla civiltà chiusa ridotta già in cattività non puoi curar più nostri guai; Tu che sei la madre condannata a morte dai figli tuoi e dal sangue del tuo sangue leggi di quinte comunali con dentro i porci

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che decretan la tua morte(…)” denunciando la civiltà e il suo comportamento irrispettoso nei confronti dell’ambiente e non solo!.. Nei confronti dell’intera umanità che di giorno in giorno perde una parte della risorsa che è alla base della sua sopravvivenza e di quella di ogni organismo. Viene posta attenzione, inoltre, alle scelte energetico-ambientali indifferenti o inadeguate dei vertici decisionali i quali tendono a dissimulare la gravità della situazione e ad assumere un atteggiamento di temporeggiamento sebbene tutti sappiano che di tempo ne è rimasto veramente poco!

Martina Trentani

Far spese a chilometro zero

5 marzo 2013

Il sabato e la domenica dalle 9 alle 19 l’ex mattatoio a Testaccio ospita il “Roma Farmer’s Market”. Frutta, verdura, formaggi e altre specialità direttamente dai produttori locali. Prodotti non solo a km 0 ma anche acquistabili a prezzi convenienti. Il tutto reso più piacevole dalle degustazioni offerte dai produttori.

Cristel Bello

Il Jukebox Green/Where do the children play?

4 marzo 2013

E’ bello pensare al futuro della nostra società.E’ bello pensare che il mondo sta cambiando, che arriverà un giorno in cui l’uomo sarà realmente capace di fare tutto ciò che vorrà.E’ bello. E’ veramente bello? Quando arriverà quel giorno, saremo capaci di fermarci?Saremo capaci di riconoscere che c’è un limite oltre il quale non si può andare?E soprattutto, ci sarà ancora quel limite?

Cat Stevens si chiedeva “Dove giocano i bambini?”Se lo chiedeva nel 1970, quando i miei genitori erano bambini.E quando io avrò dei bambini, dove giocheranno?

“Where do the children play?” - Cat StevensWell I think it’s fine, building jumbo planes. Or taking a ride on a cosmic train. Switch on summer from a slot machine. Get what you want to if you want, ’cause you can get anything. I know we’ve come a long way, We’re changing day to day, But tell me, where do the children play? Well you roll on roads over fresh green grass. For your lorryloads pumping petrol gas. And you make them long, and you make them tough. But they just go on and on, and it seems you can’t get off. Oh, I know we’ve come a long way, We’re changing day to day, But tell me, where do the children play? When you crack the sky, scrapers fill the air. Will you keep on building higher ’til there’s no more room up there? Will you make us laugh, will you make us cry? Will you tell us when to live, will you tell us when to die? I know we’ve come a long way,

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We’re changing day to day, But tell me, where do the children play?

Sara Linardi

Il Jukebox Green/Sul Tetto

1 marzo 2013

I “Rain”, ovvero Gianluca Bernardo, Luca De Giuliani, Claudio Mancini e Pierluigi Toni, sono impegnati da moltissimi anni nelle tematiche a sostegno dell’ecologia e della sostenibilità tanto che l’album “E’ finita” è interamente legato alle politiche a impatto zero. La canzone “Sul tetto” è quella che presentarono anche all’Earth Day a Villa Borghese e infatti permette di riflettere: “Possedere, avere, quante altre cose potrò ancora consumare. Ho sete, mio dio che sete, mi verseresti ancora un sorso di petrolio per vedere se ci riusciamo a non restare a secco? Però qua su, resisto. Dovremmo fare a modo nostro una rivoluzione. La gente uscirà fuori da ogni nicchia di cemento, volando su, sui tetti, senza i pesi morti dei bisogni indotti. Perché ci credo, che infondo, dietro a ogni galera c’è una scala che va su”. Traduzione personale: Forse un giorno riusciremo davvero a fare una rivoluzione uscendo da questo sistema che con tutto il peso del suo cemento e del consumismo ci sta schiacciando. Forse riusciremo a guardare oltre, a costo di salire sui tetti, per vedere che c’è dell’altro.

http://www.youtube.com/watch?v=eZBBuWrOfaU

Carolina Pezzotti

Il Jukebox Green/Big Yellow Taxi

28 febbraio 2013

“Hanno asfaltato il paradiso per costruirci un parcheggio”

La musica e’ sempre stata uno strumento comunicativi capace di arrivare a tutti e non a caso inizia così il brano -Big Yellow Taxi- della cantante canadese Joni Mitchell del 1970. Brano che è stato ripreso negli anni da diverse band per farne una cover cosìcchè il messaggio potesse essere ripreso e riproposto all comunità, al punto che nel 2005 è stato premiato come uno dei 50 brani più importanti della musica canadese. Gli argomenti trattati infatti sono sensibilissimi utilizzando però un tono leggero. La cantante viaggiando e vedendo come l’uomo distrugge e piega al suo volere la natura, si sente quasi di trovarsi in un paradiso asfaltato dove tutto ciò che è parte della natura non viene protetto ma bensì quasi esposto come se si trattasse di opere da museo. Come se già fossero estinte e se ne sentisse il bisogno più che di ricordarle, di mostrarle come scopo di lucro.

“Hanno tolto tutti gli alberi, li hanno messi in un museo .

E chiedono alla gente un dollaro e mezzo solo per vederli”.

Cosa si può quindi fare? La società ci impone le sue scelte o siamo

liberi di scegliere? Ecco la difficile domanda che Joni Mitchell cerca di portare nel suo brano con un gioco di parole.

“Non voglio darlo.Perché tu vuoi darlo?Perché tu vuoi dare via tutto?Ora tu vuoi darlo.Io dovrei volerlo dare.Ora tu vuoi dare via tutto.”

Ma come molte altre esperienze la cantante sa che ci lasceremo far trasportare perché la

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natura umana, nella maggior parte dei casi, è capace di capire i suoi errori sono dopo averli commessi fino in fondo.

“E non sai quello che hai fintanto che l’hai perso”.

A noi quindi la scelta.

Lasciare che la natura diventi un ricordo da museo.

Una malinconia.

O cercare di scegliere una via diversa.

Una via dove non si subiscono le scelte altrui, ma si prendono le proprie. In piccolo.

Perchè lì noi possiamo agire e sperare di fare la differenza.

http://www.youtube.com/watch?v=ZgMEPk6fvpg

Valentina Ballocci

Il Jukebox Green/What I’ve done

27 febbraio 2013

Linkin park - what i’ve done

http://www.youtube.com/watch?v=8sgycukafqQ

Alessio Runci

Musiche Zero/Noi non ci saremo

26 febbraio 2013

Un po’ provocatorio…“Noi non ci saremo” di Guccini.http://www.youtube.com/watch?v=SwGDJa1dP50

Giulia Ratti

Musiche zero/Il ragazzo della via Gluck

25 febbraio 2013

di Ilektra Mancini

“Questo ragazzo della via Gluck, si divertiva a giocare con me, ma un giorno disse, vado in città, e lo diceva mentre piangeva, io gli domando amico, non sei contento? Vai finalmente a stare in città. Mio caro amico, disse, come fai a non capire, è una fortuna, per voi che restate, a piedi nudi a giocare nei prati, mentre là in centro respiro il cemento. Passano gli anni, ma otto son lunghi, torna e non trova gli amici che aveva, solo case su case, catrame e cemento. Là dove c’era l’erba ora c’è una città, Eh no, non so, non so perché, perché continuano a costruire le case e non lasciano l’erba.” Abbiamo veramente bisogno di tutta questa cementificazione? Riuso. Riqualificazione.

La Green economy su Rai5

22 febbraio 2013

Programma su Rai 5: Grandi Idee per un piccolo pianeta

http://www.rai5.rai.it/dl/Rai5/programma.html?ContentItem-f619d451-3038-4c0e-90ce-56cbb9846e17

Ludovica Benedetti

Esperienze Green/Approcci differenziati

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21 febbraio 2013

La mia esperienza di green economy sta nel fatto che da 2 anni ho convinto la mia famiglia a differenziare i rifiuti. Ho notato, a mio malgrado, affrontando questo discorso con due “categorie” diverse di persone ovvero i miei amici e i miei nonni, che i giovani sono meno interessati a questo tipo approccio verso i rifiuti. Questo non è positivo, ma fa riflettere sul fatto che i media non parlino a sufficienza di questi problemi.

Luigi Olivieri

Esperienze Green alla Biennale di Architettura

20 febbraio 2013

La mia esperienza riguardante ”Green economy” è avvenuta alla Biennale di architettura di Venezia,dove lo studio MVRDV presentava il concetto di pianificazione urbana decentrata attraverso un video dimostrativo mostrando ”il liberato urbano” per la pianificazione proposta per la città di Almere, deburocratizzando l’iter legislativo della pianificazione classica, responsabilizzando la popolazione ed attuando una diffusione delle “centrali” di energia in un sistema democraticamente distribuito al contrario di quello in cui viviamo quotidianamente, linea di pensiero proposta anche dal prof.De Santoli.

Marco Pietrangeli

Territorio Zero/Il film: Una scomoda verità

19 febbraio 2013

di Sara Micheletti

“Una scomoda verità” è un film-documentario del 2007 sul problema del riscaldamento globale, il cui protagonista è Al Gore, ex vicepresidente degli USA. Sapendo di scontrarsi con lo scetticismo delle persone, il protagonista espone comunque una serie di dati scientifici, tabulati e previsioni sul nostro prossimo futuro, forte dello studio e delle ricerche scientifiche su cui si basano le sue predicazioni. Ma non si ferma solo all’esposizione, proponendo soluzioni per salvare il pianeta. Quello che ne esce è un quadro sconfortante e “scomodo” per i governi di tutto il mondo, che per il momento fanno finta di non sentire/vedere/sapere, coadiuvati dai mass media che guidano l’opinione pubblica, definendo il film troppo allarmista.

Sogni green/di Camille Innamorati

18 febbraio 2013

Molti anni fa feci un sogno che mi segnò molto. Mi ricordo una New York senza strade, senza macchine e senza moto: solo grattacieli e verde. Verde di prati e verde di colline.

Musica green/Pierangelo Bertoli, Eppure soffia

17 febbraio 2013 | Autore: admin | Modifica

http://www.youtube.com/watch?v=hOxLD7Eb9h4

E l’acqua si riempie di schiuma il cielo di fumila chimica lebbra distrugge la vita nei fiumiuccelli che volano a stento malati di morteil freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte

un’isola intera ha trovato nel mare una tombail falso progresso ha voluto provare una bombapoi pioggia che toglie la sete alla terra che è vitainvece le porta la morte perché è radioattiva

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Eppure il vento soffia ancoraspruzza l’acqua alle navi sulla prorae sussurra canzoni tra le fogliebacia i fiori li bacia e non li coglie

Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondialeha dato il suo putrido segno all’istinto bestialeha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosarioe tutta la terra si è avvolta di un nero sudario

e presto la chiave nascosta di nuovi segreticosì copriranno di fango persino i pianetivorranno inquinare le stelle la guerra tra i solii crimini contro la vita li chiamano errori

Eppure il vento soffia ancoraspruzza l’acqua alle navi sulla prorae sussurra canzoni tra le fogliebacia i fiori li bacia e non li coglie

eppure sfiora le campagneaccarezza sui fianchi le montagnee scompiglia le donne fra i capellicorre a gara in volo con gli uccelli

Eppure il vento soffia ancora!!!

(Pierangelo Bertoli – Eppure soffia)

Gaia Agostini

Consiglio green/di Alessandro Esposito

16 febbraio 2013

Fai la differenziata, riempi sempre i posti in macchina se possibile e compra cibi locali.

Alessandro Esposito

Il mondo s’illumina di meno

15 febbraio 2013

M’illumino di Meno, la più grande festa del Risparmio Energetico via radio lanciata da Caterpillar, Radio2, che spegne simbolicamente ogni anno tutt’Italia, è giunta oggi alla sua nona edizione. M’illumino di meno e tutti i suoi sostenitori scendono in campo per un nuovo miracolo italiano: la lotta contro lo spreco e la stesura di un’agenda che tenga nel giusto conto le tematiche ambientali e le loro ricadute anticrisi. Le due trasmissioni di Radio2 daranno voce, dalla mattina alla sera, alla creatività diffusa e rinnovabile della comunità festosa di M’illumino di meno per promuovere buone pratiche di:

1. razionalizzazione dei consumi energetici e riduzione degli sprechi;

2. produzione di energia pulita;

3. mobilità sostenibile (bici, car sharing, mezzi pubblici, andare a piedi)

4. riduzione dei rifiuti (raccolta differenziata, riciclo e riuso, attenzione allo spreco di cibo).

A questo si affianca il consueto invito ad aderire ad un simbolico “silenzio energetico” il 15 febbraio 2013 dalle ore 18 rendendo visibile la propria attenzione al tema della sostenibilità con lo spegnimento simbolico di monumenti, piazze, vetrine, uffici, aule e private abitazioni.

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Eleonora Passeri

Pensieri Green/Dare continuità alla terra

14 febbraio 2013

…questa storia parla di un bambino e del suo nonno. E’ una storia che viene da lontano per portare domani valori che nel tempo rimangono immutati. L’idea è quella di dare continuità alla terra, non ammirandola semplicemente ma accudendola nel suo ciclo, osservandola per poterla interpretare, fino ad amarla capendone il valore. Si costruisce così una serra, un laboratorio di riproduzione vegetale dove il bisogno sa lasciare spazio al caso e alla curiosità, dove non si produce per profitto ma per diletto e forse abitudine. Una volta realizzata, non è più un semplice luogo fisico da riconoscere perché è già divenuta parte di una riflessione che dovrebbe essere per noi semplicemente coltura e cultura.

Enrico Filippi

Pensieri green/La vendetta della natura

13 febbraio 2013

È mattina. Mi alzo per andare all’università e aprendo la finestra mi accorgo che il cielo è coperto da grandi nuvole grigie. Piove a dirotto. Mia madre mi consiglia di prendere l’auto per andare in Facoltà per evitare di bagnarmi. Detto fatto, scendo di casa, inserisco le chiavi nel cruscotto e accendo il motore. Brum, energia che brucia! Sono immerso nel traffico snervante della capitale, dove i fumi grigi e densi dei tubi di scappamento delle automobili salgono in alto, e si confondono con quelle nuvole che incupiscono il cielo. L’atmosfera è pesantissima e Roma, la mia città, appare soffocare. Arrivato all’università, scendo dall’auto e nel breve tragitto che mi separa dall’aula dove ho lezione mi bagno ugualmente perché mi sono dimenticato l’ombrello. Vendetta di una natura stanca della continua e incosciente attività dell’uomo? È di nuovo mattina, e questa volta vedo il sole alto in un cielo senza nuvole. Esco di casa e mi dirigo all’università prendendo la metro, contento di non dovermi stressare nel caotico traffico romano. Scendo a Flaminio e attraverso Villa Borghese a piedi. Qui le piante e gli alberi brillano sotto la luce del sole e con i loro colori sembrano donare alla mia amata città un volto nuovo: Roma torna a respirare, Roma vive! Mi accorgo quanto la natura possa donare ed essere importante per una grande città come Roma, ed allora non è forse giusto rispettarla e salvaguardarla?

Alessandro Geraci

Rassegna green/di Francesca Fiormonte

12 febbraio 2013

http://lastampa.it/2013/01/31/scienza/ambiente/ambiente-nasce-in-friuli-la-birra-green-OXng8xkOawL4CKBvSxxwqL/pagina.html

Un esperimento di gestione sostenibile del patrimonio culturale

11 febbraio 2013

Basilicata - In provincia di Matera nel 1963 è stata riscoperta una delle più antiche e significative chiese rupetri del Mezzogiorno: la Cripta del Peccato Originale. Attraverso la gestione della fondazione Zetèma, è stato operato un restauro esemplare attraverno le più moderne tecnologie. Per quanto riguarda la sola riqualificazione architettonica e impiantistica, sul manufatto si è provveduto all’isolamento della copertura esterna degli ipogei attraverso un capillare drenaggio delle acque e l’utilizzo di “cappotti” di bentonite, l’energizzazione del complesso avviene attraverso pannelli fotovoltaici e l’illuminazione attraverso fibre ottiche, e per il percorso stradale che porta al sito sono stati riutilizzati i traversi e il pietrame dell’ex ferrovia appulo lucana con moduli isolati tra loro e da terreno

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con teli di Tnt.

Marianna Cicala

Lifegate People Planet Profit

7 febbraio 2013

LifeGate è una radio che divulga informazioni di green-economy e non solo, con l’intento di sensibilizzare la popolazione sui temi ambientali, attraverso uno scenario micro e macro del problema climatico, energetico e economico, selezionando notizie legate al tema, sostenendo il lavoro delle associazioni no-profit sulla salvaguardia ambientale e offrendo il loro spazio pubblicitario solo a aziende che adottano politiche di sostenibilità, il tutto contornato da una buona scelta musicale.

Riccardo Bulzoni

La Terza rivoluzione industriale di Rifkin

7 febbraio 2013

Illuminante è Jeremy Rifkin in “La terza rivoluzione industriale”, quando evidenzia che “le grandi trasformazioni economiche della storia avvengono quando una nuova tecnologia di comunicazione, converge con un nuovo sistema energetico …..Oggi il connubio di tecnologie di comunicazione in rete ed energie da fonti rinnovabili sta dando il via alla Terza rivoluzione industriale. Nel XXI secolo centinaia di milioni di esseri umani genereranno la propria energia verde a casa, in ufficio, in fabbrica e la condivideranno con gli altri attraverso reti di distribuzione elettrica intelligenti, esattamente come oggi creano la loro informazione e la condividono su internet”. E ancora: “la TRI si fonderà su cinque pilastri: 1) passaggio alle fonti di energia rinnovabile; 2) trasformazione del patrimonio immobiliare esistente in impianti di micro generazione per raccogliere in loco le energie rinnovabili; 3) l’applicazione dell’idrogeno e di altre tecnologie di immagazzinamento dell’energia in ogni edificio; 4) l’utilizzo delle tecnologie internet per trasformare la rete elettrica in una inter-rete … proprio come internet; 5) la transizione dei veicoli da trasporto in veicoli dotati di cella a combustibile, che possono acquistare e vendere energia attraverso la rete elettrica interattiva”. Da tutto quanto sopra è facile capire quali e quanti mutamenti ci attendono, nel breve-medio periodo, sul piano dell’urbanistica, dell’edilizia, dei materiali, senza contare il ruolo sempre più evidente della ricerca e innovazione. Speriamo che chi di dovere se ne convinca!

Alessandra Busoli

Paul Connett a Valle Giulia canta per “Rifiuti zero”

6 febbraio 2013

“Cambiare il modello energetico significa cambiare la società”. Con queste parole il professor Livio De Santoli ha aperto, alla Facoltà di Architettura Valle Giulia di Roma la conferenza “Territorio Zero” dedicata all’intervento di Paul Connett, ideatore della strategia Zero Waste (Rifiuti zero). La societa’ ‘lineare’ che estrae materia prima, produce, consuma e crea rifiuto non può pensare di proseguire continuare a farlo oltre il 2020. È questa la data di scadenza fissata dall’Europa per la totale chiusura di discariche e inceneritori. Il passaggio a una società ‘circolare’ avverrà soltanto quando i rifiuti diverranno la materia prima fondamentale per la produzione industriale. La strategia da seguire? Secondo Connett è quella dei 10 punti di Rifiuti Zero. Al centro c’è l’Eco-Cycle Zero Waste Park. Un parco del riciclo e del riutilizzo, pubblico e visitabile. L’idea è di Eric Lombardi, che come Connett gira per il mondo diffondendo il suo messaggio. Fortunatamente qualcuno ha già pensato a mettere in pratica qualcosa di simile: in Svezia il Knetsloppsparken è una “discarica pulita” capace di attirare grandi e piccini con i più svariati eventi. Assistere a un

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concerto nel parco costa solo 40 bottigliette di plastica: in sostanza, portando tante vecchie bottiglie di Pet, si ha diritto a un biglietto. Riciclaggio, compostaggio, riutilizzo, un impianto di separazione dei rifiuti: sono questi alcuni dei punti di Zero Waste applicati nel parco. Di particolare interesse è il punto del programma riguardante il centro di ricerca. Considerando che non tutto ciò che si butta via è facilmente riciclabile, studiare in laboratorio la frazione residua dei rifiuti può essere la soluzione al problema. Questo laboratorio deve essere parte integrante della discarica ideale teorizzata da Lombardi. Risulta da ricerche effettuate nel Comune di Capannori (in Provincia di Lucca) che il 13% dei rifiuti non riciclabili è composto da pannolini. Una così alta percentuale può essere facilmente eliminata usando quelli lavabili. Non a caso, anche la responsabilità industriale rientra nel discorso. Connett pone l’attenzione sul re-design: se i prodotti non possono essere smaltiti, dovrebbero quanto meno essere ridisegnati. Se nemmeno ciò è possibile, la loro produzione dovrebbe essere fermata in quanto non sostenibile. Così come De Santoli propone di cambiare il modello energetico, Connett e Lombardi insistono sulla necessità di trasformare quello delle discariche. Il nesso tra energia e rifiuti è infatti alla base del programma di Territorio Zero. Anche l’Italia ci ha messo del suo per raggiungere gli obiettivi del 2020. Anzi e’ molto vicina a raggiungerla. Città come Novara e Salerno hanno percentuali di riciclaggio superiori al 70%. Ma è anche vero che città come Roma, non superano il 15%. Dal dibattito di Territorio Zero si evince che il problema risiede nelle mani dei decisori. I magnati dei rifiuti non hanno il minimo interesse ad evolversi, e la popolazione è giustamente contraria alle discariche tradizionali. “Il primo territorio zero da pulire - interviene Sergio Modigliani – è la classe politica che ci governa”. “In che modo possiamo far avvenire il cambiamento dall’alto?”, chiede uno studente. “Manca una società partecipata”, risponde De Santoli. Il coinvolgimento dei cittadini da parte delle istituzioni è dunque il primo passo verso la soluzione. I ‘Territori zero’ non sono un’utopia. Molte persone sono già oggi attive e coinvolte nel processo di trasformazione della società. Rifiuti zero, emissioni zero, Km zero, è più facile a farsi che a dirsi, no? Se un cane in Svezia è capace di dividere i rifiuti in 6 categorie diverse, anche noi possiamo riuscirci in Italia. Uno degli esempi italiani che ha aderito alla ‘Politica Zero’ è la cooperativa Agricoltura Nuova, di cui Carlo Patacconi è presidente. Una Cooperativa Sociale romana nata nel 1977 per iniziativa di un gruppo di giovani disoccupati, braccianti e contadini con due obiettivi principali: creare occupazione in agricoltura e impedire, anche attraverso l’occupazione dell’area, l’edificazione di un vasto comprensorio residenziale all’interno del parco regionale di Decima Malafede (circa 6.000 ettari). La battaglia contro la cementificazione, ha ottenuto il ritorno agricolo dell’area, la “salvaguardia” e la perimetrazione del parco regionale. Nel 1996 La Cooperativa ha avuto in concessione i terreni coltivati, superando un’ occupazione abusiva quasi ventennale, e convertendo il tutto in biologico. “Per chi produrre?” è certamente la domanda più importante, e la scelta di “abbandonare la strada della vendita a grossisti, mercati generali, supermercati, scegliendo la vendita diretta solo ai consumatori, a km 0” è la risposta di Carlo Patacconi, una proposta che ha significato per lui “Cambiare il modo di essere, pensare e lavorare”. Ed è proprio qui che il concetto di Territorio Zero prende vita: la conversione al biologico nel ’96 diviene poi biodinamico. L’Agricoltura Biodinamica è la nuova agricoltura. Da ottant’anni essa lavora per la fertilità della terra e la qualità degli alimenti. E’ la scelta di chi vuole qualità invece di quantità, collaborazione e non concorrenza. IL “cassettone-bio” ne è un esempio palese: una cassetta di frutta e verdura biologica, genuina, di produzione propria, fresca e di stagione, che viene venduta nei mercati romani, o direttamente in azienda , per incentivare il consumo dei prodotti a Km 0, in grado di cambiare le abitudini alimentari della popolazione. L’impianto di compostaggio di spazi verdi (organici), il pagliaio dalla copertura in pannelli fotovoltaici e l’impianto di bio-gas della cooperativa sono un’ulteriore conferma alla politica dettata da Paul Connett. Non ci resta che lodare una così considerevole azione di altruismo, che questa cooperativa e tutti i soci che ne

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fanno parte, quotidianamente donano alla nostra società e alla nostra amata Terra. Colpisce molto l’umiltà con cui Connett affronta questo argomento così delicato: “salvare il pianeta una comunità alla volta”, sono le parole che leggiamo su una delle ultime diapositive trasmesse nell’aula magna della facoltà di Architettura Valle Giulia. A fine mattinata, Paul Connett si lascia andare ad un’allegra canzoncina, mettendo così in pratica, il motto che durante tutta la conferenza ha costantemente ripetuto: “Zero Waste it’s also fun!”. Responsabilità e divertimento sono i due atteggiamenti necessari per portare avanti la strategia di cui sopra.Siamo tutti consapevoli di subire una vera e propria guerra dei rifiuti. Guerra che in Campania è arrivata a coinvolgere i militari della Repubblica! Aderire a tutte le normative europee è probabilmente l’unica arma che abbiamo per poter combattere e sperare in un futuro migliore. O preferite che il nostro bel Paese venga sommerso dai rifiuti?

Rossana Mesisca e Luca Daniele

L’sms green/di Riccardo Bulzoni

6 febbraio 2013

Finalmente è arrivata la differenziata nel mio Comune …ora vado a rispiegare a mia madre che la plastica non va con l’umido. Le abitudini sono dure a morire.

Link green

5 febbraio 2013

Francesca Miglioresi

Il link del sito ‘Tutto green’ che contiene diversi spunti e interessanti novità sulla green economy:http://www.tuttogreen.it/

L’sms green/di Marianna Cicala

4 febbraio 2013

I vantaggi del girare la capitale in bicicletta: è gratis, si evita il traffico, non serve la benzina, è salutare, e, non sembra, ma è il mezzo più rapido per i tratti al di sotto dei 6 km. Garantito.

Una domenica a chilometri zero

31 gennaio 2013

Domenica 27 gennaio, si è tenuto il secondo appuntamento di “Il mercato della terra-La spesa del contadino” promosso dall’Associazione Slow Food di Roma in via Ignazio Silone, di fronte al Municipio XII. Questa iniziativa offre al consumatore dei luoghi d’incontro in cui potersi confrontare con produttori locali e i loro beni di qualità in vendita a prezzi adeguati e soprattutto realizzati con metodi di produzione sostenibili, a garanzia delle biodiversità e delle tradizioni alimentari del territorio. Si tratta di un mercato particolare, nato come presidio contro la cementificazione dell’Agro Romano in un’area in cui la speculazione edilizia è elevata ed è aperto a tutti ogni ultima domenica del mese.

Martina Trentani

Incontro con Paul Connett

30 gennaio 2013

Se governi i rifiuti, governi il territorio. Laddove il territorio è controllato, la mafia è sconfitta.

Enrico Filippi

Vegetariano è green

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29 gennaio 2013

Sono vegetariana da circa tre anni e ho trovato questa mia scelta di vita perfettamente in linea con la causa sostenibile e ambientale. Lo sono diventata per motivazioni etiche personali, ritenendo che fosse più giusto per me smettere di mangiare qualcosa che in un modo o nell’altro genera crudeltà. Interessandomi all’argomento in questi anni, mi sono resa conto di quanti siano gli studi divulgati da ambientalisti e membri di organizzazioni a livello globale che affermano la non sostenibilità della dieta comunemente accettata, ovvero quella occidentale. “Ci sono molti studi che affermano che quello che mangiamo, il modo in cui mangiamo e ciò che buttiamo via abbia impatto significativo sull’ambiente. Ogni passo del viaggio dai campi al nostro piatto crea carbonio in grande quantità, basti riflettere sul fatto che circa il 18% delle emissioni globali gas serra sono prodotte nel settore dell’allevamento”. (Trewin Restorick, direttore della CEO, Global Action Plan).

Gabriella Montagna

Territorio Zero/Il film: Una scomoda verità

28 gennaio 2013

L’ex vice di Clinton, Al Gore, che partecipò ai negoziati del protocollo di Kyoto, risulta essere uno dei pochi soggetti che sono riusciti a comprendere l’importanza della necessità di un intervento significativo da parte di tutti i cittadini di tutti i paesi per prevenire l’effetto serra e le sue tragiche conseguenze. Un documentario diretto dal regista David Guggenheim, realizzato nel 2006 e nel quale colui che si era candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America, Al Gore, sensibilizza ad un problema reale a cui non possiamo più voltare le spalle. Grafici, dati, numeri che nascono da lunghe ricerche, studi ed analisi. Cifre che spaventano ed alle quali siamo sordi…ma, allerta Gore, non potremo esserlo ancora per molto.

Ludovica Benedetti

L’sms green di Francesca Fiormonte

24 gennaio 2013

La nostra piccola Italia si riempie sempre più di ministri, assessori, consiglieri di ogni genere e tipo ..ma se è vero che il motore, il fulcro comune, ciò che più detta legge nella vita di tutti noi è L’Energia, come è possibile che nessuna di queste figure illustri se ne prenda cura?

Architettura, le tre R della Biennale di Venezia

24 gennaio 2013

Il Padiglione della Germania alla Biennale di Venezia ha dato un’interessante chiave di lettura al tema proposto quest’anno “Common Ground”. Lo slogan proposto “Reduce, reuse, recycle” considera l’architettura come una risorsa. Il messaggio è chiaro: riutilizzo dell’esistente, recupero delle periferie urbane, riuso e rifunzionalizzazione delle aree industriali dismesse. L’operazione richiede la partecipazione delle comunità insediate nel territorio e presuppone lo sviluppo di una fitta rete sociale. La proposta è una valida alternativa alle megastrutture proposte da alcune archistar, attive nella stessa biennale.

Fanny Ciufo

Territorio Zero/Il film: Terra Madre

23 gennaio 2013

Terra Madre. Un film documentario di Ermanno Olmi sull’incontro mondiale tra le comunità del cibo svoltosi a Torino nell’anno 2006. Il popolo di Terra Madre marcia contro le

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degenerazioni messe in atto dalle multinazionali del cibo. Una moltitudine di volti diversi ma affini per nobile semplicità, convinti che si possa consumare diversamente e convivere in pace con la nostra madre Terra. Un giro attorno al mondo alla ricerca di quel che resta della biodiversità, nell’agricoltura e negli allevamenti, dalla Cordigliera delle Ande fino all’India. In poche parole, rispetto dell’ambiente e dignità del cibo, per un futuro di pace e di armonia con la natura. Questo film racchiude in sé il progetto di una vita capace di rispettare l’unico mondo che abbiamo. Prima che sia troppo tardi.

Giulia Papa

Territorio Zero/film “ecosostenibili”

22 gennaio 2013

Los Angeles, Novembre 2019, alti pinnacoli emettono fiammate e gas di scarico nell’atmosfera, mentre macchine volanti sorvolano la città, in un’era tecnologicamente avanzata. Questo è il futuro secondo la regia di Ridley Scott e gli schizzi visionari di Syd Mead. Megacity, in un ipotetico futuro, la gran parte del globo terrestre è stata trasformata in un deserto arido, dove l’ambiente e il clima sono stati stravolti. Le campagne non esistono più e si vive in delle megalopoli ammassati uno sull’altro. Qui dei robot-distributori consigliano di:”essere pacifici e mangiare cibo riciclato”. Questo è il futuro secondo la regia di Danny Cannon e William Wisher Jr. L’esempio di “Bladerunner” e “Dredd - La legge sono io” vale per un’ampia serie di film, più o meno famosi. Quello che fa riflettere è l’idea di futuro che il cinema mostra nelle sue sale:” Troppa tecnologia non lascia spazio all’energia”. Nel futuro le macchine volano, i robot offrono cibo riciclato, si colonizzano altri pianeti… ma il sistema energetico è sempre lo stesso: Si brucia, si inquina, si producono rifiuti. E’ un paradosso. La domanda sorge spontanea: E’ necessario aspettare che le macchine volino e che 3/4 della Terra sia deserta per iniziare a fare qualcosa di concreto per l’ambiente? Il cinema ci risponde provocandoci da più di 30 anni: Non si può pensare all’attività dell’uomo sulla Terra senza un concreto impegno verso l’eco-sostenibilità. Le sceneggiature che ci mettono davanti agli occhi sono provocazioni, dei consigli sul come non vadano fatte le cose e sull’intento di cambiare, poichè i requisiti tecnologici minimi non servono, tutto si può(e si deve) fare.

Media ambientali/Natura

21 gennaio 2013

Natura è una rivista a cadenza bimestrale dedicata all’ambiente, all’attualità, alla flora, alla fauna ed al turismo eco-sostenibile con una maggiore attenzione rivolta alle tematiche ecologiche. In ogni numero viene raccontato cosa avviene in natura durante il periodo di uscita del fascicolo, il primo piano racconta fatti od eventi importanti mentre le rubriche Conservazione, Etologia e dintorni, Spazio mare e Oltreconfine approfondiscono delicate tematiche ambientali. Vasti servizi sono dedicati alle bellezze naturalistiche del territorio, delineandone anche gli aspetti storico-culturali ed informazioni utili per visitare le località con molte proposte di cartine ed itinerari. Un esempio è un articolo, non molto recente, sul più vasto giacimento di rocce gessose d’italia che si estende in un fitto dedalo di grotte, attualmente parzialmente esplorabili, scavate dall’acqua sotto le colline romagnole. La rivista fornisce, inoltre, notizie su appuntamenti da non perdere (fiere, contest, convegni, corsi, trekking, ecc.) sul turismo green e sulle novità riguardo abbigliamento, accessori e strumenti per muoversi in natura. All’interno è presente anche un inserto dedicato al rapporto tra Uomo ed Ambiente chiamato ECOnomia che evidenzia oltre a temi d’attualità, vari suggerimenti per uno stile di vita più “green” e brevi informazioni su prodotti ed iniziative, anche esempi di aziende ed enti che tengono conto del proprio impatto nei confronti della natura cercando di ridurlo al minimo.

Valerio Cupolillo

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Territorio Zero/L’esperienza dei braccianti di Casal del Marmo

21 gennaio 2013

Co.Br.Ag.Or. (Cooperativa Braccianti Agricoli Organizzati) è a via G. Barellai, all’interno del Parco agro-economico di Casal del Marmo 60, nel XIX Municipio di Roma. Dal 1977, grazie allo sciopero di un gruppo di disoccupati, è un esempio di agricoltura nella città con 40 ettari divisi tra orto e ulivi. Nelle diverse stagioni si possono acquistare prodotti (certificazione biologica ICEA) a km 0. L’esperienza si oppone alla logica consumista delle grandi catene di supermercati.

Fanny Ciufo

Territorio zero/Riciclare e fare design

18 gennaio 2013

Ho conosciuto un ragazzo che realizza oggetti di design con materiale riciclabile…infatti tra non molto potrò portargli qualcosa di mio per fargli fare qualcosa è una cosa che non avevo mai visto fare e mi ha impressionato la bellezza degli oggetti che nella sua stanza, senza fabbriche o che riesce a realizzare.

Clara Sirocchi

TerritorioZero/Il film: L’undicesima ora (2007)

17 gennaio 2013

“Se l’umanità è la causa del problema, noi possiamo essere il fondamento della soluzione”. Questa la citazione che rende il messaggio de “L’undicesima ora” di Conners e Petersen, prodotto e narrato da Di Caprio. Il documentario,immagini crude e interventi di personaggi noti,mira alla presa di coscienza di ciò che succede sulla Terra e sul futuro catastrofico che si prospetta. La soluzione c’è: cambiare il modo di vivere, abbracciando lo sviluppo ecosostenibile; anche la tecnologia necessaria è gia a nostra dispozione, ma è vana senza l’impegno personale di ogni singolo essere umano.

https://www.youtube.com/watch?v=aWQDv1dRGeU&NR=1&feature=endscreen

Nina Onori

Territorio zero/Te lo regalo se vieni a prenderlo

15 gennaio 2013

Sono iscritta al sito”teloregalosevieniaprenderlo” in cui si postano annunci per regalare oggetti inutilizzati. L’ interessato può ottenerli gratis, a patto di andare a prenderli o di incontrarsi. Gli aspetti positivi sono: poter donare una seconda vita agli oggetti in questa epoca di “usa e getta” ed il fatto che gli scambi avvengano spesso vicino a fermate metro e tra persone vicine tra loro,per utilizzare la macchina il meno possibile, visto il risparmio, sia delle spese di acquisto del ricevente, che di smaltimento dell’offerente.

Viola d’Ettore

Territorio zero/Il risparmio energetico al liceo

14 gennaio 2013

Un’esperienza senz’altro positiva ed educativa sul risparmio energetico l’ho avuta durante l’ultimo anno di liceo classico. La scuola che frequentavo, il Dante Alighieri, propose ad inizio anno, ad ogni classe, di fare un piccolo esperimento della durata dell’intero anno scolastico. L’esperimento consisteva nel tenere le luci dell’aula completamente spente quando era sufficiente l’illuminazione esterna prodotta dal sole. L’esperimento nacque dopo che il preside notò che il consumo di energia elettrica andava crescendo anno dopo

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anno, e dopo aver sensibilizzato noi studenti ad impegnarci a non “sprecare” energia elettrica, decise di attuare questo nuovo piano. Alla fine dell’anno scolastico dopo che, chi più chi meno, ogni docente e studente si era impegnato in quest’esperienza, il preside notò con entusiasmo che i consumi di energia elettrica si erano abbassati del 30%, e che la scuola aveva risparmiato una bella cifra in denaro che il preside stesso decise di reinvestire in attrezzi per la palestra e materiale per l’aula di informatica.

Marco Bonfiglio

Territorio Zero/Il film: The day after tomorrow

14 gennaio 2013

“The day after tomorrow” è uno tra i film più conosciuti a mostrare ciò che potrebbe accadere se si verificassero significativi mutamenti climatici causati dall’uomo. Il regista Roland Emmerich ipotizza una nuova era glaciale che minaccia seriamente l’estinzione del genere umano. La cosa più incredibile che fa nel realizzare questo suo film, per la sensibilizzazione verso l’ambiente, è pagare di propria tasca ben 200.000 dollari per rendere la produzione “ecologica”. Le emissioni inquinanti o di anidride carbonica generate dalla troupe sono state “annullate” piantando alberi e producendo energia da fonti alternative. Non attendiamo passivamente che qualcosa cambi, siamo consapevoli, agiamo ora!

Federica Gatta

Territorio Zero/Il film: L’undicesima ora

11 gennaio 2013

“Se l’umanità è la causa del problema, noi possiamo essere il fondamento della soluzione”. Questa la citazione che rende il messaggio de “L’undicesima ora” di Conners e Petersen, prodotto e narrato da Di Caprio. Il documentario, immagini crude e interventi di personaggi noti,mira alla presa di coscienza di ciò che succede sulla Terra e sul futuro catastrofico che si prospetta. La soluzione c’è: cambiare il modo di vivere, abbracciando lo sviluppo ecosostenibile; anche la tecnologia necessaria è già a nostra disposizione, ma è vana senza l’impegno personale di ogni singolo essere umano.

https://www.youtube.com/watch?v=aWQDv1dRGeU&NR=1&feature=endscreen

Nina Onori

Territorio zero/Detergenti più sostenibili

10 gennaio 2013

Di cosa è fatto un detergente vetri? Di una bottiglia di plastica, di uno spruzzino e di una parte concentrata. Pagare l’acqua è una delle cose più inutili del mondo, qualcosa in cui non c’è logica, perciò questo ingegnere ha deciso di non farci comprare qualcosa che tutti noi abbiamo in casa, mettendo solo la parte concentrata in un film di plastica che la racchiude, la protegge ma che è totalmente idrosolubile. La spesa diventa più leggera. Permette di risparmiare l’80 % di materie plastiche pari a un grattacielo di 100 piani. Riduce i volumi dei rifiuti e i km percorsi per i trasporti del 57% pari a 46 volte il giro del mondo. Meno 67 % di emissioni CO2 pari a due volte e mezzo il peso della torre Eiffel. Ottima idea.

Carolina Pezzotti

L’sms green di Carolina

9 gennaio 2013

“Sono solo una ragazza però so che il problema ci riguarda tutti, e che dovremmo, come

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un solo mondo, andare verso un solo obiettivo. Malgrado la mia rabbia, non sono cieca e malgrado la paura, non ho paura di cambiare il mondo come credo” Severn Cullis-Suzuki

di Carolina Pezzotti

Territorio Zero/”Ferimenti di terra” al Pigneto

8 gennaio 2013

“Ferimenti di terra” è un’ idea! Un’idea di cui vado fiera che condivido con un gruppo ampio di persone e che mi piacerebbe rendere pubblica. L’idea è quella di partire dai nostri bisogni, di chi vive, per scelta o per forza, la dimensione urbana, in particolare nella città di Roma, e sente la necessità e la volontà di crearsi spazi (e relazioni) più naturali. Vivere esperienze, in rete con altre persone, a diretto contatto con la terra e riscoprire e valorizzare il significato di tutto ciò. Dare quindi vita ad un agire che non sia chiudersi in situazioni di isolamento rurale, ma anzi creare legami per sviluppare insieme pratiche creative di rete e di gruppo per rimetterci in gioco, partendo da un contatto fisico e diretto con la terra e soprattutto con la nostra città. Spesso si vorrebbe andare a vivere in un contesto di campagna ma non si ha la possibilità. Spesso invece non si ha il coraggio di abbandonare la città, perché è da lì che noi veniamo. Ed è naturale che si tratta di un processo lento. E questo processo va supportato, non ostacolato. Mettendoci in rete, va quindi sollecitato chi, anche nelle nostre città, inizia a sviluppare questo interesse. Perché questa presa di coscienza può contribuire a risvegliare tutti noi, cittadini impigriti e anestetizzati. E può diventare una chiave per arrivare a vivere meglio proprio nella nostra città ed in salute. L’obiettivo vuole essere quello di creare quindi nel nostro piccolo, a partire dall’incontro con altre persone, azioni che facciano toccare prima di tutto a noi stessi e poi agli altri che la nostra città, anche con poco, può essere diversa, può cambiare. Partendo anche da quel soffio di vento nuovo oggi nell’aria, tentare di non cadere nell’immobilità, contribuire a creare azione e movimento e a farci riavere fiducia nella possibilità di esserci, di organizzarci per fare e per farci sentire.

Alcuni obiettivi da raggiungere:

- Creazione di strisce di orti sociali, in aree verdi della città (giardini pubblici, parchi..), con il coinvolgimento anche degli abitanti del luogo, a cui poi si può affidare la cura degli orti e la possibilità di raccoglierne i prodotti.- Lavori di gruppo per supportare l’idea di chi può e vuole provare a coltivare ortaggi nel proprio giardino o terrazzo ma magari non sa come e cosa fare.

- Facilitare la creazione di orti di condominio (negli spazi condominiali spesso inutilizzati, come l’atrio o il terrazzo condominiale, anche solo con piccoli o grandi vasi), trovando insieme le modalità di presentazione ai condomini che poi possono continuare a curare l’orto e organizzarsi per raccogliere le verdure- Condivisione e scambio di conoscenze tra la rete, e tentativi di sperimentazione di gruppo di pratiche e metodi agricoli (dall’agricoltura organica alla biodinamica alla permacultura). Questa idea sta prendendo oggi piede, nel mio quartiere (il Pigneto, a Roma) è nato il primo orto sociale. Siete tutti invitati a farne parte!

Rossana Mesisca

Sms green/Troppo caldo a gennaio…che si fa?

7 gennaio 2013

4 Gennaio 2013. Roma, 20 gradi. Possiamo ancora restare a guardare?

Valentina Rosati

Il tweet green di Giorgio Bombace

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21 dicembre 2012

Doccia. Si risparmiano 10 litri d’acqua chiudendo il rubinetto mentre ci si insapona. Con una doccia al giorno, 300 litri in un mese. Forse ne vale la pena…

Il tweet green di Marta Formosa

17 dicembre 2012

Dovremmo pensare alla Terra come ad un tamburo: noi, per seguirne il ritmo, dobbiamo fare attenzione ai nostri passi.

Festival Green

14 dicembre 2012

Per Territorio Zero riporto un’esperienza avuta nel mio paese. Da qualche anno a questa parte nel mio paese si svolge un festival estivo, Etruria Eco Festival, il quale sta crescendo anno per anno di popolarità, la cosa positiva di tutto ciò, oltre la bella musica, sta nel fatto che all’interno di questi 10 giorni di festival si susseguono esperienze ecologiche, tra le quali c’è quella di piantare arbusti che vadano a pareggiare la quantità di anidride carbonica emessa nell’arco di questi 10 giorni.

Luigi Olivieri

Ecosalento

13 dicembre 2012

Nasce a Lecce il primo edificio eco sostenibile costruito nel Salento. La struttura, di due appartamenti per piano, racchiude al pian terreno piccoli giardini ipogei mentre i piani superiori sono collegati da lunghi ballatoi: in conformità alla L.Reg. 13/2008 supera il livello 3 di sostenibilità regolamentato dal Protocollo ITACA. Esso rappresenta non solo un modello architettonico da imitare e seguire ma anche un esempio di “architettura a territorio zero”, cittadini che costruiscono per la propria città.

Davide de Pascalis

Il fetore da smog

12 dicembre 2012

Ciò che voglio brevemente raccontare per Territorio Zero, è un fatto con cui ho a che fare quotidianamente; si tratta precisamente di una percezione olfattiva, ovvero, dell’odore ripugnante, fastidioso e nauseante dello smog per le vie cittadine. E’ un fetore che, ormai impressionante per l’impronta che da all’aria cittadina, sono costretto a respirare in sella al mio scooter ogni mattina. Non sono sicuramente l’esempio del perfetto cittadino “Territorio Zero”, ma dopo essermi reso conto della qualità preoccupante dell’aria che respiriamo costantemente, 24 ore al giorno, mi chiedo se valga la pena muoversi pigramente sempre motorizzati, a discapito di una camminata in una città che resta tra le più belle al mondo.

Giorgio Bombace

Riflettiamoci su!

11 dicembre 2012

Il mio cane è intollerante alla carne di maiale, manzo e pollo! Ma forse sarebbe meglio precisare dicendo che è intollerante ai residui pericolosi nelle carni provenienti da allevamenti intensivi. Prima gli davo da mangiare della carne, presa dal banco frigo del supermercato, e del riso soffiato pensando fosse più salutare dei croccantini. Col tempo il mio cane ha mostrato dei sintomi di intolleranza alimentare e il veterinario mi disse che il problema era il tipo di carne che usavo. Qui sorge una domanda che fa riflettere: le carni

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del banco frigo, che tutti noi mangiamo, minacciano la salute dei cani… e la nostra? Il mio cane ora mangia carni come quella di cervo, coniglio, anatra e pesce che provengono da animali allevati senza l’impiego di alimenti industriali, antibiotici e ormoni sotto forma di croccantini… e noi? La risposta che va alla radice del problema è evitare ogni tipo di prodotto proveniente da allevamenti intensivi. Bisogna rivoluzionare i nostri stili di vita: la questione non è solo etica, ma anche di salute.

Lara Ughetto

Il tweet green di Marco Gazzella

10 dicembre 2012

”La natura ci ha dato la vita, noi gliela togliamo”: Finché non proteggeremo la natura non riusciremo a proteggere noi stessi.

Mondo green in tv

7 dicembre 2012

Grandi Idee Per Un Piccolo Pianeta è un interessante programma TV che, citando letteralmente il sito dell’emittente che lo trasmette “si propone di sviluppare una sensibilità più attenta all’ambiente e al delicato equilibrio planetario, suggerendo azioni grandi e piccole da intraprendere nei più diversi ambiti della realtà quotidiana”ed, incredibilmente, è vero. Spesso alcune tematiche così delicate rischiano di essere trattate in modo indiretto ed impersonale,con conseguente distacco e disinteresse da parte di molti. In questo caso,invece,tali (e molti altri) punti vengono toccati coinvolgendo il telespettatore direttamente,suggerendogli idee adottabili e metodi volti al raggiungimento di un obiettivo,lo”Zero”: impatto zero, Km zero, rifiuti zero. La puntata in cui mi sono imbattuta era dedicata a tre diversi temi: l’apertura a Dallas del primo “energy efficency store”,ovvero un negozio che vende gadget e soluzioni “eco-friendly”, utili al risparmio di energia ed acqua. Ma non è tutto: la Halton Global Services offre anche un servizio a domicilio durante il quale dei tecnici controllano, tramite interessanti procedure, le eventuali dispersioni energetiche che interessano le abitazioni,offrendo valide soluzioni per abbattere costi e sprechi. Si è parlato poi delle ormai famose mattonelle che producono energia tramite calpestio, sfruttando materiali piezoelettrici che producono tensione elettrica quando subiscono una forza. La parte più particolare a mio parere è stata quella riguardante un team dell’università del Delaware,con a capo l’ingegner Richard P. Wool,che ha messo a punto una plastica alternativa prodotta utilizzando olio di soia ed una fibra estratta dalle piume dei polli, il tutto unendo il concetto di impatto zero quello di km zero: questa “plastica naturale” andrà a sostituire quella odierna derivata dalla distillazione del petrolio ed in più la soia e le piume del pollame utilizzati sono prodotti proprio nel Delaware unendo così due diversi “zero” per un risultato ancor più amico del pianeta(e nostro). Il tutto mi ha spinta a guardare anche altre puntate del format:segnalo in particolare quelle riguardanti gli animali,essendo un argomento a me caro,ma in quanto ad argomenti si spazia molto e non ci si annoia mai!

Alessia Marchetti

Il tweet green di Luca Frezzini

6 dicembre 2012

Oltre l’orizzonte è nascosto il segreto per un nuovo inizio. (Waterworld Tagline)

Mare, sole vento…Energia in Sicilia… Energia in Sicilia?

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6 dicembre 2012

Riflettere su un’esperienza personale nel campo di “territoriozero” non può che farmi pensare all’attuale situazione della mia regione, la Sicilia. Dati sulla condizione climatica italiana affermano che in Sicilia, i valori di irraggiamento annuo si aggirano intorno ai 2038,1 Kwh/mq secondo la UNI 10349, contro i 1304,6 Kwh/mq della Lombardia. Il sole comunque non è l’unico riferimento interessante, non si dimentichi che la Sicilia è un isola in cui la velocità del vento raggiunge picchi molto alti, per non parlare poi delle energie che si potrebbero ricavare dalle correnti marine del mar Mediterraneo. Il problema principale è che ancora non è stato capito o meglio ancora non esiste il concetto di diffusione delle energie rinnovabili; anzi in alcune zone, questo ha dato nascita ad una speculazione che non garantisce energia pulita, ridotta a minime percentuali, ma esclusivamente un abbruttimento ed uno sfruttamento del territorio, come nel caso di piccole concentrazioni di pale eoliche. Se le fonti naturali di questa regione venissero a pieno sfruttate, ma se soprattutto la classe dirigente promuovesse un’adeguata politica delle rinnovabili, e non soltanto un piccolo e concentrato utilizzo di queste in poche e circoscritte zone, la Sicilia potrebbe dare un grande aiuto alla nazione, non soltanto da un punto di vista di salubrità e sostenibilità, e quindi ciò che riguarda il concetto di territoriozero, ma anche per quanto riguarda l’abbattimento dei costi delle energie non rinnovabili.

Lara Palmeri

Conferenze sostenibili

5 dicembre 2012

Sto partecipando ad una serie di conferenze all’università di Tor Vergata, sotto il nome di FASE _ Forum di Architettura Sostenibile ed Ecosostenibile. Queste sono basate sull’incontro con tre studi di Architettura (ArCò, 2A+P/A, FARE studio) diretti verso progetti sostenibili, ma non soltanto dal punto di vista ambientale, ma anche ECONOMICO e SOCIALE. Si tratta di progetti che prendono in considerazione i materiali locali (molto spesso terra, paglia, pneumatici, bamboo, etc…) dei paesi ospitanti, quali Afghanistan e Palestina.

Camille Innamorati

Newsweek: Tra crisi e sostenibilità

5 dicembre 2012

La rivista americana Newsweek annuncia ufficialmente che dal 1 gennaio 2013 sarà esclusivamente on-line , questa, se da una parte può essere letta come un’attenzione all’ambiente, eliminando completamente le copie cartacee, pubblicando esclusivamente in digitale, dall’altra, la ragione della scelta è causata dalla crisi economica che ha costretto Newsweek a adottare una nuova politica gestionale, che mira alla riduzione delle spese e del personale.

Riccardo Bulzoni

Rassegna green/di Francesca Fiormonte

4 dicembre 2012

Petrolio, raccolti 300 milioni per non trivellare un parco naturale in Ecuador

Destinare fondi alla conservazione della natura invece che al petrolio? Per l’Ecuador è la scelta migliore. Mentre il resto del mondo fa a gara per accaparrarsi le ultime riserve di greggio, infatti, la repubblica sudamericana non le vuole più toccare. Soprattutto se queste si trovano in aree protette. Come il Parco Yasuní, la zona più ricca di biodiversità dell’intero pianeta. Ora, dopo 5 anni di attesa, il sogno ambientalista ecuadoriano sta per

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diventare realtà. In un solo anno, infatti, sono stati raccolti 300 milioni di dollari. Una cifra limitata, pari a meno del 10% di quella richiesta all’Onu dal presidente Rafael Correa per compensare i mancati introiti petroliferi. Ma che basta al Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp) per iniziare il suo lavoro: finanziare energie verdi, riforestazione e progetti per le comunità locali, in alternativa alle trivellazioni. Sconvolto dagli effetti dell’industria petrolifera, che in quattro decenni ha portato a livelli eccessivi di inquinamento e degrado sociale, il Paese del Buen Vivir è deciso a cambiare rotta. Come? Tutelando in particolare la Ishpingo-Tambococha-Tiputini (ITT), una delle aree naturalistiche più importanti del pianeta. Situata all’interno del Parque Nacional Yasuní, la ITT è un paradiso per insetti, uccelli, mammiferi e anfibi, che in un solo ettaro ospita fino a 655 specie di alberi, lo stesso numero di quelle in Usa e Canada messi insieme. Un gioiello di biodiversità, sotto cui però si nasconde un altro tesoro: 850 milioni di barili di oro nero, il 20% delle riserve nazionali. Per non toccarli, lo Stato sudamericano ha dovuto pensare a come compensare le mancate entrate. Da qui l’idea di chiedere il contributo della comunità internazionale: 3 miliardi e 600 milioni di dollari, da raccogliere nell’arco di 13 anni. Una somma pari alla metà delle entrate a cui l’Ecuador rinuncerà per il mancato sfruttamento del sottosuolo della ITT, che nel 2007 lo stesso Correa chiese all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in nome dell’interesse globale. Sì, perché lasciando intatta la riserva, l’Ecuador potrà evitare l’emissione di 407 milioni di tonnellate di CO2, quasi quelle di tutta Italia in un anno. Un’impresa ritenuta da alcuni impossibile, da altri eccessivamente idealistica, ma che grazie ai fondi raccolti finora può finalmente partire. A supportarla, secondo i dati dell’Undp, sono stati soprattutto singoli individui, inclusi musicisti e attori (come Edward Norton e Leonardo Di Caprio), fondazioni ed enti locali. Un aiuto, a sorpresa, è arrivato anche da compagnie aeree e multinazionali come la Coca Cola. Dai governi, sono giunti contributi da Paesi come Georgia, Cile, Colombia e Turchia. Dalle nazioni più ricche, invece, praticamente nulla, nonostante le promesse. Unica eccezione: la Germania, che donando 50 milioni di dollari ha di fatto permesso l’avvio del progetto. Improvvisa magnanimità di Berlino? Non proprio. A smuovere le istituzioni federali sono state le pressioni dei cittadini tedeschi, mobilitatisi a migliaia per la causa ecuadoriana. “Ciò che ha convinto governi come quello tedesco è stata la gente”, conferma Ivonne Baki, capo del comitato di negoziazione di Yasunì-ITT: “In Germania oltre 100mila persone hanno firmato la nostra petizione in una sola settimana”. “L’Ecuador non vuole dipendere dal petrolio”, afferma Baki: “I Paesi ricchi di petrolio sono maledetti, e dipendono da esso così tanto da non sviluppare nient’altro”. “Il petrolio foraggia la corruzione e fa pagare il prezzo di tutto ai più poveri – aggiunge – portando benefici solamente alle elite”. Un rischio che, in realtà, si corre anche con i progetti legati alle rinnovabili. Per questo i soldi delle donazioni per l’iniziativa Yasunì-ITT, non essendo donati direttamente al governo ecuadoriano, sono tenuti in fondi fiduciari e gestiti dall’Undp. Che, insieme a un consiglio composto da popolazioni indigene, comunità locali e accademici, deciderà a quali progetti ambientali e sociali destinarli. Un modello virtuoso che, alla faccia delle inconcludenti negoziazioni sul clima in corso a Doha, sta contagiando altre nazioni. Come Guatemala, Madagascar e Nigeria, seriamente interessate a seguire le orme dell’Ecuador. Del resto, il fatto che “quello che c’è sulla terra vale molto più di quello che si trova nel sottosuolo”, come ricorda Ivonne Baki riguardo a Yasunì, può valere per molti altri luoghi del pianeta. Italia inclusa.

Andrea Bertaglio - Il Fatto Quotidiano

Territorio Zero/Benvenuti nella biovalle

4 dicembre 2012

Nella regione Rodano-Alpi, in Francia, esiste un’intera valle ecosostenibile: la Biovallée, il primo laboratorio a grandezza naturale basato sui principi dello sviluppo sostenibile. Gli

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obiettivi sono chiari: assicurare l’autonomia energetica del territorio; ridurre a un quarto i consumi energetici di ogni abitante; avere il 100% dei rifiuti organici trattati attraverso compost. Una forte solidarietà e collaborazione, tra la popolazione e gli organi governativi, sono la chiave del successo di questo progetto esemplare.

Ilektra Mancini

Territorio Zero/Il Film: Waterworld

3 dicembre 2012

Film di fantascienza del 1995. Viene mostrato l’apocalittico futuro della Terra, ormai sommersa dalle acque. Questo è dovuto allo scioglimento delle calotte polari a causa delle attività antropiche. L’opera tratta anche la tematica della guerra al petrolio, citando nella scenografia la petroliera Exxon Valdez, famosa per l’incidente del 1989. Siamo in un universo in cui le necessità e le priorità non sono quelle del mondo attuale. La terra, gli ortaggi, l’acqua potabile, l’energia, sono ormai diventati un bene rarissimo se non introvabile. In tutto questo soltanto la catena montuosa dell’Himalaya rappresenta l’ultimo lembo di terra non sommerso dal rinato Panthalassa, Dryland, l’ultimo porto di salvezza per una nuova umanità, ormai regredita allo stato preistorico.

Luca Frezzini

Rifiuti zero/Cose che cambiano

30 novembre 2012

Dal primo dicembre nel paese dove abito ( Bracciano) inizierà la vera raccolta differenziata, dico vera perchè sarà controllata e non saranno più presenti i cassonetti dei rifiuti sul territorio. Passeranno a ritirare l’immondizia proprio sotto casa (raccolta porta a porta) con degli appositi cassonetti personali. Finalmente non si vedranno più quegli scempi per strada dove carta, umido, plastica e qualsivoglia oggetto o materiale sia mischiato a rendere incomprensibile di cosa si tratti. Era ora! Facendo una piccola ricerca sul web non è l’unico paese ad aver aderito a questa iniziativa. Qualcosa sta cambiando? speriamo di sì.

Marco Gazzella

Un’esperienza da Territorio Zero

30 novembre 2012

Territorio zero per me è stata l’esperienza di un viaggio: 600Km in dieci giorni, percorsi in bicicletta lungo le strade di campagna delle colline toscane tra terre coltivate e casolari, dormendo in tenda e visitando alcuni dei borghi antichi più belli d’Italia. Scoprire le possibilità di un modello nuovo di mobilità e di turismo, che cerchi di prescindere tanto dal ciclo industriale di trasformazione e consumo delle materie prime quanto dall’utilizzo dei combustibili fossili; per me, è stato anche la conferma che esplorare le possibilità di ciascuno di noi può consentirci di raggiungere risultati che sembrano inarrivabili, di produrre quel cambiamento che tanto ci vorrebbero precludere.

Marco Prosperi

Territorio Zero/Il Film: Wall-E

27 novembre 2012

E’ un film per i più piccoli, ma commuove anche i grandi: è la storia fantastica di un piccolo robot, solo in un pianeta Terra completamente deserto. Non è solo una fantasia, ma è la paura di quello che può diventare il mondo senza un intervento collettivo sulla salvaguardia della Natura. Il film ci insegna che il rispetto per l’ambiente non consiste

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unicamente nelle singole opere che possono venire dalle autorità, ma è una cultura che deve essere presente in ogni nostro gesto, anche nella quotidianità.

Marta Formosa

Territorio Zero/Il film: Cinque minuti di recupero

26 novembre 2012

Quando penso ad un’architettura sostenibile vedo un’infinità di accorgimenti tecnici per le nuove costruzioni: in generale non viene immediatamente spontaneo pensare al riutilizzo di edifici già esistenti. Quando ti dicono che ogni giorno il consumo di suolo in Italia è pari alla superficie di 150 campi di calcio (o forse è più di impatto dire che ogni anno è come se si costruissero 3 nuove città della dimensione di Milano) non ci credi perché pensi che in qualche modo lo avresti saputo,te ne saresti accorto. Sicuramente. Forse. Ma perché c’è sempre bisogno che qualcun altro ci dica come stanno le cose? Youtube : 2A+P/A, Angelo Grasso, TSPOON – 5 minuti di recupero (2012).

Chiara de Santis

Territorio Zero/Il Film: Una scomoda verità

23 novembre 2012

Una mia esperienza di green economy è stata la visione del film “Una scomoda verità” di Davis Guggenheim. La condizione del pianeta e i rischi che corre a causa dei gas serra è la scomoda verità che Al Gore si è impegnato a diffondere di persona. Conscio di andare incontro allo scetticismo delle persone ma forte delle sue ricerche nel campo e di vent’anni di esperienza, Gore espone una serie di dati scientifici inattaccabili, tabulati, previsioni sul nostro prossimo futuro e risposte alla domanda su come affrontare il riscaldamento globale del pianeta. Il ritratto è sconfortante e per questo “scomodo”; scomodo per i governi, che al momento fanno finta di non sentire/vedere/sapere e scomodo per le persone che pensano non ci siano limiti allo sviluppo.

Valentina Petricca

Reduce, Reuse, Recycle…

22 novembre 2012

“The 3 R’s” è un testo di Jack Johnson, che tutti conoscerete poichè utilizzato come colonna sonora per lo spot pubblicitario della compagnia telefonica “3″, ma che ho ascoltato interamente, per la prima volta, qualche giorno fa, e che penso possa essere coerente col concetto di consumi zero…

Three it’s a magic numberYes it is, it’s a magic numberBecause two times three is sixAnd three times six is eighteenAnd the eighteenth letter in the alphabet is RWe’ve got three R’s we’re going to talk about todayWe’ve got to learn toReduce, Reuse, RecycleReduce, Reuse, RecycleReduce, Reuse, RecycleReduce, Reuse, RecycleIf you’re going to the market to buy some juiceYou’ve got to bring your own bags and you learn to reduce your wasteAnd if your brother or your sister’s got some cool clothesYou could try them on before you buy some more of those

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Reuse, we’ve got to learn to reuseAnd if the first two R’s don’t work outAnd if you’ve got to make some trashDon’t throw it outRecycle, we’ve got to learn to recycle,We’ve got to learn toReduce, Reuse, RecycleReduce, Reuse, RecycleReduce, Reuse, RecycleReduce, Reuse, Recycle…

Lara Palmeri

Il tweet green di Chiara de Santis

21 novembre 2012

Oggi esco. Ho finito la benzina (ma che è arrivata a 1.998?). Sai che ti dico? Oggi prendo la bici (e la prendo anche domani). Mi accorgo che Roma in bicicletta è diversa, è più bella.

Tonnellate di rifiuti in mare: ecco le soluzioni

20 novembre 2012

Ogni anno circa il 10% delle 260 milioni di tonnellate di plastica prodotte finisce in mare. In maggior parte sotto forma di: bottiglie, mozziconi di sigarette, accendini, sacchetti di plastica.Un accendino impiega a decomporsi da 100 a 1.000 anni, una bottiglia di plastica più di 1.000.

Soluzione? semplice:

1) Smettere di fumare e incominciare a immettere salute nel nostro organismo.

2) Dimenticare le bottiglie di plastica, utilizzando bottiglie di vetro. Una bottiglia di plastica viene gettata dopo un giorno di uso, una settimana al massimo. La bottiglia di vetro ha una durata anni. In questo modo si riducono le eventuali energie per riciclare il materiale. Inoltre durante il ciclo di vita del vetro non vengono prodotti agenti inquinanti, a differenza della plastica, derivante del petrolio.

Fonte http://oggiscienza.wordpress.com/2012/08/13/un-mare-di-plastica/

Continuiamo: sapete dove vanno a finire gran parte degli pneumatici delle macchine?

http://www.curiosone.tv/usa-milioni-di-pneumatici-a-spasso-per-i-fondali-delloceano-27940/

Soluzioni? anche qui semplici

1) La prima soluzione ce la diede Henry Ford negli anni 30 del ‘900, con la produzione della Ford T, INTERAMENTE DI CANAPA, comprese le ruote. Fonte: http://www.youtube.com/watch?v=tUvnT4Dl0OA

2) Abbandonare la macchina. Tornare alla cultura del cavallo, il mezzo di trasporto più ecologico del mondo… Lo si può usare assieme ai mezzi pubblici.

Tutto è possibile.

Territorio Zero/La storia delle cose

19 novembre 2012

Qualche anno fa un link innescò un cambiamento nel mio modo di vedere il mondo. “La storia delle cose”, più video correlati che con la stessa modalità comunicativa semplice ed

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efficace trattano la realtà di diversi settoriproduttivi (cosmetici, elettronica, acqua in bottiglia…). [ricerca: “Annie Leonard ita” su youtube.com]. In quest’altro caso l’informazione mi è arrivata casualmente, l’illuminazione una mattina qualunque. Tra i due momenti l’elaborazione è avvenuta in una parte totalmente inconscia della mente; prima di quella mattina ritenevo la rinuncia alla carne un’assurdità improponibile. [viverevegan.org sezioni “Perché vegan?” e “Gli argomenti indiretti”] Essere coscienti delle proprie scelte, ma anche delle proprie non-scelte. E proprio perché “la vita è una”.

Giulia Ratti

Territorio Zero/Il Film: Terra Madre

19 novembre 2012 | Autore: admin | Modifica

Un film documentario di Ermanno Olmi sull’incontro mondiale tra le comunità del cibo svoltosi a Torino nell’anno 2006. Il popolo di Terra Madre marcia contro le degenerazioni messe in atto dalle multinazionali del cibo. Una moltitudine di volti diversi ma affini per nobile semplicità, convinti che si possa consumare diversamente e convivere in pace con la nostra madre Terra. Un giro attorno al mondo alla ricerca di quel che resta della biodiversità, nell’agricoltura e negli allevamenti, \dalla Cordigliera delle Ande fino all’India. In poche parole, rispetto dell’ambiente e dignità del cibo, per un futuro di pace e di armonia con la natura. Questo film racchiude in sé il progetto di una vita capace di rispettare l’unico mondo che abbiamo. Prima che sia troppo tardi.

Giulia Papa

Territorio zero/Filastrocca sostenibile

17 novembre 2012

Riciclate a profusione, dall’organico al cartone!Voglio un’energia pulita, che ci salverà la vita…Architetti, cittadini, padri, madri, bei bambiniImpegnatevi suvvia: la Terra non è solo mia!

Fabrizia Franco

Territorio Zero/Da erbacce a erbe commestibili

16 novembre 2012

Ho imparato pian piano ad apprezzare la natura, i suoi ritmi ed il suo linguaggio. Seguendo mio nonno in campagna, ora distinguo le verdure spontanee commestibili dalle erbacce. Riconosco le fasi lunari e come influenzano la buona riuscita della semina, del raccolto, degli innesti, della potatura delle piante e dell’imbottigliamento del vino. La natura è un libro aperto davanti ai nostri occhi, che ci parla con un linguaggio che dobbiamo imparare ad interpretare, rispettare e preservare.

Gilberto de Giusti

Territorio Zero/Ricordi ciociari da Km0

15 novembre 2012

Sono qui per raccontare alcuni fatti che rientrano di diritto nell’universo di territorio zero e fare una piccola riflessione. Mi presento brevemente, sono uno studente al terzo anno di Architettura U.E e vivo a Roma, lontano poco più di 100 Km dal paese che mi ha visto nascere. Ed è proprio di quel piccolo paese, e di quella piccola regione, storicamente nota come “Ciociaria” della quale volevo parlare. Vi riporto l’esempio della mia famiglia per riuscire nel mio intento, poiché la realtà qui è piuttosto omogenea da un nucleo familiare all’altro. Ed ecco che ad Alatri una madre di due figli, moglie di un dipendente statale, e

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casalinga, passa un’ora al giorno ad accudire l’orto della modesta casa di campagna. Poco dopo va a trovare l’amica vicina di casa che prepara ancora il pane nel forno a legna, parte della tradizione locale, per comprarne una pagnotta, e percorre una manciata di chilometri per andare al caseificio del paese a prendere il latte e delle mozzarelle. Quella sera a cena in tavola c’era una squisita insalata, condita con sale e olio, olio che nelle prime settimane di dicembre dell’anno passato, fu il frutto di una faticosa ma soddisfacente raccolta nel piccolo uliveto che apparteneva alla famiglia da qualche generazione. Ma non c’era solo insalata, c’era il pane, quello buono. C’erano formaggi (nella zona ci sono due pastori), e una succulenta parmigiana di melanzane (le melanzane erano state raccolte il giorno prima proprio nell’orto). Adesso potrei continuare estendendo il discorso a tutta la settimana, ma credo che basti. La mia piccola riflessione a questo punto è: -Può il recupero di qualche abitudine considerata “antica” e tristemente spesso motivo di presa in giro, essere invece un piccolo passo per un mondo a territorio zero? Chissà cosa ne pensa “il ragazzo della via Gluck”, che giusto qualche settimana fa era cantato in coro da migliaia di persone all’Arena di Verona…

Manuel Felice Alonzi

I micro-racconti Green/Optai per l’elettrico

14 novembre 2012

Circa un anno fa, dopo l’ennesima volta in cui mi trovai costretto a portare la mia vecchia macchina dal meccanico, spendendo un patrimonio per farla tornare manovrabile, decisi di dare fondo a tutti i miei risparmi e di comprare una bicicletta elettrica. Esattamente: consapevole per via di un attento studio eseguito nelle settimane precedenti di tutti i vantaggi che ne sarebbero derivati, sia per me che per l’ambiente, optai per l’elettrico. Non sarebbe stato il freddo né la pioggia a fermarmi, e la gioia di potermi muovere senza dover pagare il pizzo all’Agip avrebbe coadiuvato fortemente le mie gambe nello spingere i pedali. La mia ragazza mi lasciò dopo due settimane. Se la sostituzione della macchina con una bici elettrica fosse uno dei motivi della crisi non lo saprò mai, ma non posso scordare quella volta in cui mi urlò: “Non mi vieni neanche mai a prendere a casa!”. Il suo ragazzo attuale guida una BMW Z4. Ho imparato la targa a memoria e ogni volta che la trovo parcheggiata, metto in atto la più grande azione ecologica di sempre, e mi sento un eroe, un nuovo Al Gore: prendo un coltellino e gli buco le gomme, tutte e quattro.

Tonnellate di rifiuti in mare: le soluzioni

13 novembre 2012

Ogni anno circa il 10% delle 260 milioni di tonnellate di plastica prodotte finisce in mare. In maggior parte sotto forma di: bottiglie, mozziconi di sigarette, accendini, sacchetti di plastica.Un accendino impiega a decomporsi da 100 a 1.000 anni, una bottiglia di plastica più di 1.000.

Soluzione? semplice:

1) Smettere di fumare e incominciare a immettere salute nel nostro organismo.

2) Dimenticare le bottiglie di plastica, utilizzando bottiglie di vetro. Una bottiglia di plastica viene gettata dopo un giorno di uso, una settimana al massimo. La bottiglia di vetro ha una durata anni. In questo modo si riducono le eventuali energie per riciclare il materiale. Inoltre durante il ciclo di vita del vetro non vengono prodotti agenti inquinanti, a differenza della plastica, derivante del petrolio.

Fonte http://oggiscienza.wordpress.com/2012/08/13/un-mare-di-plastica/

Continuiamo: sapete dove vanno a finire gran parte degli pneumatici delle macchine?

http://www.curiosone.tv/usa-milioni-di-pneumatici-a-spasso-per-i-fondali-delloceano-

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Soluzioni? anche qui semplici

1) La prima soluzione ce la diede Henry Ford negli anni 30 del ‘900, con la produzione della Ford T, INTERAMENTE DI CANAPA, comprese le ruote. Fonte: http://www.youtube.com/watch?v=tUvnT4Dl0OA

2) Abbandonare la macchina. Tornare alla cultura del cavallo, il mezzo di trasporto più ecologico del mondo… Lo si può usare assieme ai mezzi pubblici. Tutto è possibile.

Parole da dizionario “Green”

13 novembre 2012

Green Economy: [gri:n i(:)kcnemi] s.s. 1. economia verde.

2. mostrare, valorizzare, approfondire e stimolare ogni essere umano dotato di istruzione (capace dunque di fare la differenza su come riuscire a ristabilire un equilibrio tra uomo e ambiente) attraverso l’uso di essenziali accorgimenti quali: controllo ciclo produzione-trasporto delle materie prime, sviluppo sostenibile, divulgazione delle idee e delle informazioni, valorizzazione dei prodotti a Km 0, riciclaggio, uso energie rinnovabili, interazione tra locale e globale, installazione di impianti di cogenerazione, uso di nuovi modelli di progettazione architettonica, e il risparmio energetico dovuto ad aumento dell’efficienza energetica.

Valentina Bellocci

Le idee green/Ecopneus per riciclare gli pneumatici

12 novembre 2012

Ecopneus è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso (PFU), creata dai principali produttori di pneumatici operanti in Italia. Tra i principali progetti il polverino di gomma derivante dalla frantumazione dei PFU che può essere usato quale componente aggiuntivo dell’asfalto per creare un conglomerato bituminoso dalle elevate prestazioni e dai numerosi vantaggi.

Emanuele Garofolini

L’Sms di Manuela Ciangola

9 novembre 2012

S appiate:O ccorreS aperT rovareE nergieN uove,I ncentivandoB eni locali,I mpianti green,L avoro agricolo,E conomia alternativa.

Sms-Green

8 novembre 2012

GreenExperience.Sostenitrice del concept bistrot di un caro amico:prodotti verdi/bio/a

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km0.Ecofriendly&Healty:well done!

Nina Onori

Domeniche green

7 novembre 2012

Domenica scorsa mi trovavo in un locale gestito da alcuni amici. Dopo un attimo di riflessione, mi son resa conto che, nonostante il locale fosse chiuso e all’interno eravamo solo sei persone intime, erano accese più di 20 lampadine. Quasi più di 3 lampadine a testa. Dopo una lunga discussione sulla green economy, il risparmio energetico e l’eccessivo consumo incontrollato di energia, sono riuscita a farle spegnere quasi tutte!

Giulia Papa

Territorio Zero/Il film: No Impact man

6 novembre 2012

No impact man è un documentario di una famiglia newyorkese che decide di vivere per un anno a “impatto zero”. Tutto parte dalle scelte quotidiane: niente immondizia, nessun uso di auto o aereo e metropolitana, niente uso di televisione o aria condizionata, carta igienica. La famiglia Beaven rivoluziona interamente lo stile di vita, dal cibo ai trasporti. Le difficoltà iniziali sono molte. Il protagonista principale pone l’accento sulla politica del consumo e dello spreco, uno dei punti che dobbiamo cercare di combattere. www.noimpactdoc.com

Manuela Ciangola

Territorio Zero/Il film: E venne il giorno

5 novembre 2012

La mia esperienza di green economy proviene indirettamente dalla visione di un film, intitolato “E venne il giorno”. Ad un tratto, al Central Park di New York, le persone presenti cadono in uno stato confusionale e poco dopo, ad una ad una, si tolgono inspiegabilmente la vita. Inizialmente si pensa sia colpa di un attacco biochimico terroristico, ma segue ben presto l’ipotesi secondo la quale una terribile neurotossina sarebbe prodotta dalle piante, in reazione a qualcosa che le minaccia. La natura che si ribella all’uomo è un forte spunto di riflessione. Il film non è poi così surreale: ci stiamo effettivamente autolesionando. Non ce ne accorgiamo ancora, ma finché non miglioreremo il nostro atteggiamento nei confronti dell’ambiente, esso ne subirà le conseguenze, ed inevitabilmente anche noi.

Lidiana d’Onorio

Territorio zero/La differenziata a Terni

24 ottobre 2012

Nel mio Comune, come altri in Italia, hanno introdotto ormai da diversi anni la raccolta differenziata a cui è stato aggiunto il servizio “raccolta domiciliare” o “porta a porta” con lo slogan DIFFERENZIAMOCI, realizzato da ASM Terni S.p.A. Un progetto che prevede, in una prima fase, il miglioramento e il potenziamento della Raccolta Differenziata nel centro cittadino per passare poi alle zone periferiche. Riguarda sia le utenze domestiche sia quelle non domestiche.

Alle presenti iniziative se ne aggiunta una terza esposta qui di seguito:

A. Il cittadino trasporta la sua differenziata al centro rifiuti di Terni

B. questa viene poi pesata in riferimento al materiale

C. ogni materiale ha un valore euro/kg.

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D. attraverso il tesserino del servizio sanitario nazionale dell’interessato l’azienda ASM a fine anno praticherà in bolletta uno SCONTO PARI AL VALORE DEI RIFIUTI CONSEGNATI

In pratica viene applicato al principio “più inquini più paghi” quello di “più ricicli più risparmi”

Personalmente fino a circa un anno fa non mi sono mai interessato di differenziata, questa è stata un’ottima iniziativa per incominciare a farlo, non immaginavo quanto materiale potessi accumulare (siamo tre persone in casa e in quattro mesi abbiamo consegnato circa 100 kg di differenziata..) con il risultato che ne guadagna l’ambiente, la nostra salute e..il nostro portafoglio.

Fonti:http://www.asmterni.ithttp://www.comune.terni.it

Contributo di Emanuele

Territorio zero/Il film Pianeta Verde

24 ottobre 2012

Pianeta Verde è un film che racconta di un mondo ideale in cui l’era industriale ci viene presentata come appartenente alla preistoria. La constatazione dei danni causati da un mondo industriale ha avvicinato gli abitanti del pianeta al mondo naturale, abbandonando gerarchie, sfruttamento delle risorse, ecc.

E’ una critica al mondo occidentale, in cui si propone un’alternativa allo stile di vita che sta devastando il nostro pianeta. E’ possibile vedere il film interamente su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=dDxiITA204s

Il tweet green di Giulia

24 ottobre 2012

E’ un’unica parola che descrive la Green economy. Una sorta di “mappa concettuale” in un tweet. E’ stato inviato da Giulia Ratti:

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