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1 Universita' per gli stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria e Associazione Mnemosine ente accreditato dal Miur alla formazione Anno Accademico 2016/17 Corso di Specializzazione Biennale DSDS0215 D.M. N. 509 del 3 novembre 1999 e D.M. N. 270 del 22 ottobre 2004 in "Grammatica primitiva: una questione di PAD" attraverso la metodologia didattica cooperativa e la motivazione allo studio

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Universita' per gli stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria e Associazione Mnemosine

ente accreditato dal Miur alla formazione

Anno Accademico 2016/17

Corso di Specializzazione Biennale

DSDS0215D.M. N. 509 del 3 novembre 1999 e D.M. N. 270 del 22 ottobre 2004

in

"Grammatica primitiva: una questione di PAD"

attraverso la metodologia didattica cooperativa e la motivazione allo studio

Tutor Candidato

Dott.ssa Lina Cannata dott.ssa Antonella Dall'Omo

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da Grammatica primitiva, Monia Colli, Grazia Mauri e Saviem, Erickson

COME INCANTARE I BAMBINI ALLE PAROLE E ALLA LORO GRAMMATICA

Per avere degli alunni che seguono, che hanno voglia di fare, che si propongono nelle attività di lettura e di scrittura, non serve che stimolarli, incoraggiarli e motivarli.

Il libro, da quel corpo estraneo e pedante che viene percepito come un obbligo, un fardello, una cosa noiosa ed inutile, deve trasformarsi in un oggetto del desiderio, in una presenza accattivante che ci aiuta a scoprire cose fantastiche perchè ci aprono la mente, ci danno dei saperi a noi altrimenti sconosciuti, ci danno delle conoscenze con le quali possiamo noi stessi studenti passare all'essere protagonisti.

Il testo in questione fornisce senza tanti preamboli idee, principi e passaggi chiari e fantasiosi su come insegnare ai bambini della scuola primaria l'arte del leggere e dello scrivere, dentro le cui pratiche sta l'apprendimento della grammatica.

Gli autori hanno immaginato di costruire una storia dove i protagonisti sono dei bambini.

Tra questi bambini, nei quali gli alunni vanno a riconoscersi, ce un certo Oumar che riceve per il suo compleanno dal nonno un regalo speciale: la linea del tempo, denominata PAD, ossia prima adesso dopo.

Con questo strumento tanto semplice quanto miracoloso, posizionandosi davanti alla lettera P si ritrovano sempre per immaginazione catapultati nel mondo primitivo, al tempo dei cavernicoli.

Inizia la loro avventura; i bambini fanno subito conoscenza con la giungla, i vulcani, gli animali preistorici (fortunatamente solo sentiti in lontananza) e gli ominidi del tempo.

Scoprono che gli uomini primitivi hanno un linguaggio alquanto ridotto, sanno soltanto emettere suoni gutturali, vivono nelle grotte, fanno la scoperta del fuoco, si cibano degli animali che cacciano e disegnano sulle pareti delle caverne gli avvenimenti di caccia.

Come potere comunicare con loro? Come farsi accettare senza temere di venire loro stessi mangiati, evidentemente scambiati per pietanze gustose?

Un modo lo trovano ben presto, nel farsi amici delle donne cavernicole, che si sà, essendo femmine hanno sempre più spirito materno dei maschi.

Mentre che questa storia appena iniziata sta prendendo forma, i nostri giovani protagonisti cercano di presentarsi, continuano a fare quello che persone civili dell'era dell'homo sapiens sapiens farebbero, e questo naturalmente genera molto stupore negli uomini primitivi, che non possono che rimanere doppiamente senza parole.

Il racconto procede, ed è un continuo rilancio dal passato al presente, perchè siamo in presenza di una situazione doppia, dove ci sono uomini del tempo passato e contemporaneamente uomini del tempo presente.

Il vocabolario dell'alunno/ricercatore si arricchisce di scoperte quotidiane: per esempio, i bambini che si sono messi in viaggio sulla linea del tempo, cosa hanno messo nel loro zaino? I bambini devono completare una consegna dove devono tradurre una figura con la parola corrispondente, giusto per esprimersi sul doppio canale visivo e simbolico, e poi

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sono invitati a dovere collegare un fumetto ad un bambino specifico, giusto per allenare l'attenzione, l'ascolto e la memoria.

In terza battuta devono completare una specie di cruciverba sempre dando un nome ad una determinata figura che deve stare dentro un numero precise di sillabe, giusto per allenare il senso critico e di osservazione/analisi.

Quindi i bambini vengono invitati a leggere un racconto breve di Oumar che lo stesso ha scritto sul suo taccuino, e di tradurlo in tante parole da mettere in una casella e che potrebbero essere disegnate: questo per insegnare ai bambini la differenza tra nome concreto e nome astratto.

Da questo si passa a distinguere, sempre attraverso il racconto e le note dei bambini riportate sul loro taccuino (dal che può nascere negli alunni la voglia di tenere un taccuino tutto loro), i nomi di persona dai nomi di cose e dai nomi di animali.

Insomma ragazzi, stiamo facendo grammatica, e la stiamo facendo usando una storia, che ha come protagonisti dei bambini, che parla il linguaggio dei bambini, e che continua a fare agganci e passaggi tra il passato della storia, ed il presente del tempo in cui questa storia viene immaginata.

Così che il passato non ci obbliga a rimanere chiusi dentro un tempo che sappiamo che non c'è più, anche se scopriamo che veniamo da lì, che eravamo, così, e quindi i bambini scoprono di avere fatto tanta strada dall'era delle dinosauri all'era del computer.

Bene, scoprono anche come costruire giochi continui con le parole; ci si può sbizzarrire con la fantasia; i bambini sono invitati a trovare parole di cose animali e persone relative all'antichità, oppure legate alle favole, o alla strada, o al circo, o al polo nord, o alla chiesa, o al museo, o al cinema, o al mare, o alla scuola, o aldituttounpò,... fino all'infinito.

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Procediamo: siamo arrivati a far distinguere ai bambini la differenza tra nome comune e nome proprio.

Quindi si invita ogni alunno a completare una specie di griglia di presentazione, completa di se stessi, dove bisogna annotare il nome cognome indirizzo hobby abilità gusti ecc...

Dentro questo scenario straordinario che mette in paragone com'era l'uomo del passato e come è diventato l'uomo del presente, i bambini sono invitati a fare delle considerazioni e sono inviati ad informare il mondo intero di questo loro viaggio del tempo.

Il lato opportunistico della questione è che i bambini stanno nell'era primitiva continuando a disporre di tutte le tecnologie in loro possesso, mentre gli uomini primitivi continuano ad essere loro stessi, ossia ad utilizzare quelle che erano le loro semplici armi di sopravvivenza e di comunicazione.

I bambini tecnologici si rendono conto di dovere documentare quello che vedono, e quindi si ingegnano a confezionare videoregistrazioni, fotografie, brevi riprese...

Nel continuo esercizio di dovere paragonare il tempo passato con il tempo presente, cioè con l'adesso, è incredibile scoprire quanto nel tempo di allora anche le cose più banali, come andare al wc, rappresentassero una sorta di rischio, di problema, di pericolo (per la presenza degli animali feroci che potrebbero assalire improvvisamente la loro preda succulenta).

apprendimento antico

apprendimento moderno

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Per tornare alla questione della grammatica, i bambini scoprono che i primitivi non conoscono la differenza tra singolare e plurale; è un'occasione per richiamare l'attenzione della classe su questo esercizio, così che la classe avrà modo di scoprire o riscoprire che ci sono parole capricciose che hanno solo il singolare, o che hanno solo il plurale, o che non mutano tra il singolare e il plurale...

Anche per quanto riguarda dal maschile al femminile i bambini scoprono o riscoprono che le parole possono fare al maschile in un modo e al femminile in un modo completamente diverso: uomo diventa donna, maschio diventa femmina, abate diventa badessa, fratello diventa sorella, re diventa regina...

E scoprono che al singolare possono significare una cosa ma al plurale una cosa completamente diversa, come arca o archi, cartella o cartello, cassetta o cassetto, porta o porto, mela o melo; ma anche che la stessa parola se finisce con a significa x ma se finisce con o significa y, esempio mostra e mostro ...

E ancora: in genere i nomi maschili con quale vocale terminano? e i nomi femminili? ma poi ci sono le eccezioni, i casi anomali, e bisogna stare attenti, perchè non si può dire che i nomi maschili terminano o con o o con i, in quanto ci sono i maschili che possono finire con e, ed anche i femminili possono finire con e...esempio giornale o oche...

E ancora, come faccio a capire senza errori se un nome è maschile o femminile? ci devo mettere l'articolo davanti, e allora diventa tutto chiaro...ma se ho ancora dei dubbi, allora devo vedere il vocabolario, che siaa quello cartaceo o che sia quello in rete, va sempre bene....

I bambini riflettono, e riflettendo che riflettendo possono decidere di creare delle mappe o delle tabelle di riassunto, da mettere al muro, da tenere sul quaderno, da consegnare alla maestra, da condividere coi compagni...

L'altro aspetto interessante di tutta questa faccenda e che non ha che fare con la grammatica ( parlare ed esprimersi non è solo una questione di regole grammaticali) è che i ragazzi sono invitati a riflettere sui diversi/possibili comportamenti che ogni compagno di avventura tiene di fronte agli imprevisti che possono capitare; scoprono o riscoprono che siamo tutti diversi, che possiamo avere tendenze ad avere coraggio, ad avere incoscienza, ad avere paura, ad avere fiducia, ad avere capacità riflessive, inventive, immaginative, documentative, difensive, protettive, ansiose ...e via discorrendo.

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Tutti reagiamo in maniera differente, e spesso ci mettiamo in gruppo con persone che percepiamo simili, per la legge di somiglianza, o che percepiamo diverse, per la legge di attrazione dei contrari. Per la serie, gira che ti rigira, può accadere di tutto, e l'esperienza ha la sua importanza ( per esempio: stai attento al fuoco perchè brucia; lo hanno scoperto gli uomini primitivi e continuamo a scoprirlo anche noi, oggi, a nostre spese)

Di fronte alla scoperta che l'umore di una persona può cambiare nell'arco della giornata, i bambini vengono invitati a scoprire la differenza tra nome basico e suo alterato, che può essere accrescitivo o diminutivo, vezzeggiativo o dispregiativo come per esempio, ragazzo che diventa ragazzino o ragazzaccio o ragazzone o ragazzetto.

Ma le scoperte che i bambini sono destinati a concludere nel corso della loro lettura/avventura non sono che all'inizio: parlando del fatto che loro stessi sarebbero la conseguenza di quello che altri sono stati prima di noi, nasce la coppia primitivo e derivato. Loro primitivi, noi derivati.

Bene, anche i nomi si possono distinguere tra primitivi e derivati, così che pasta è il primitivo, ma pastaio, pastificio, pasticcino...sono i derivati.

E così per molte altre parole, sulle quali i bambini vengono invitati a riflettere.

Ma attenzione alle trappole, ai falsi derivati, come per esempio calibro non è un derivato di libro, e cannolo non è un derivato di cane, e prudente non è un derivato di dente...

Conoscendo l'animosità dei bambini e la loro passione per il gioco, ben presto la nostra classe si potrà trasformare (sempre che non sia già accaduto), in un vero e proprio laboratorio linguistico.

Ma torniamo alla nostra storia magica (però mi piace meglio definirla immaginifica).

Samuel scopre che il pc si può alimentare con l'energia solare; le ragazze scoprono che possono far utilizzare alle donne primitive il riflesso nell'acqua come specchio; possono far

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capire alle donne primitive l'importanza di potere apparire più belle con meno peli e magari imparando a pettinarsi; possono far capire anche agli uomini, che la carne cotta sul fuoco può essere più buona della carne cruda; ...

Insomma, è la potenza del confronto; forse questa ipotesi è più assurda che concreta, però nella vita reale tutto accade per confronti, ed avere dei compagni coi quali misurarsi e scambiarsi i pareri è davvero una cosa saggia per non dire indispensabile.

Solo i pazzi pensano di potere fare tutto da soli...

Cammin facendo, viene ripresa la differenza tra nome concreto e nome astratto.

Per esempio, la bellezza è un nome astratto, perchè non c'è una cosa o una persona o un animale che può portare questo nome; bensì ci sono cose animali o persone che possono essere definite belle.

Sempre cammin facendo, si scopre che ognuno di noi ha delle priorità che cerca sempre di soddisfare, per sentirsi sempre al meglio. Sono i protagonisti di questo racconto che ce lo ricordano.

Le priorità di un bambino può essere quella di sentirsi sempre gratificato, quella di un altro bambino di potere avere sempre qualcosa da manipolare, quella di un altro ancora può essere il bisogno di annotare tutto sul proprio taccuino, quella di un altro ancora di andare in giro ad esplorare luoghi nuovi...

Di sicuro non sta tra le priorità dei bambini andare a fare il bambino soldato, come purtroppo accade in certi luoghi del mondo, tra l'indifferenza o l'impotenza di tutti.

Così che gira che ti rigira, i bambini scoprono , oltre i problemi complessi e sembra senza soluzione, anche le parole composte, che di soluzioni ne offrono tante, come il gira arrosto, lo schiaccia noci, o il predi sole, o il porta ombrello, o il sali scendi, o l'anti gelo, o il sotto scale, o il franco bollo...

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Il giorno che si troveranno davanti a un mega uovo gigante con cui farci una frittata per tutti, scopriranno l'esistenza dei nomi collettivi, cioè che indicano un gruppo, così come con un uovo solo ma tanto grande ci possiamo fare almeno dieci frittate o una frittata sola ma per dieci.

Bene, si invita i bambini a trovare quella parola che esprime un insieme di soldati, o di api, o di navi, o di isole, o di alberi da frutta, di suonatori, di pecore, di alberi generici, di mucche, di pini, di persone, di pesci, di mobili... e via di seguito: sono tutti nomi singolari, come frittata, che però sono la conseguenza di un insieme di tante piccole uova/soldati/api... piuttosto che di un solo uovo gigantesco come accade ai nostri piccoli scopritori).

Altra scoperta interessante: i bambini scoprono che da un oggetto si può ricavare un altro oggetto, per esempio, il guscio spezzato di un uovo gigante può diventare la brocca dove andare a metterci l'acqua da bere per tutti. E' l'arte del riciclo, noi diremmo anche dell'arrangiarsi, ma comunque è da qui che nascono le cose, dal saper vedere dentro le cose, oltre le cose stesse.

Un pezzo di legno può diventare il manico di un utensile da cucina, un pezzo di sasso affilato può diventare un'arma, il pelo degli animali può diventare una veste o del filo, un dente di leone può diventare un amuleto, e così via... dove tutto viene riciclato per un suo utilizzo.

Altro che raccolta differenziata; loro sì, i primitivi, ne facevano davvero poca di spazzatura, e al loro tempo ce n'era davvero poco di inquinamento.

I ragazzi hanno già fatto un incontro ravvicinato con l'articolo, ma questo piccolo nome (che però non è un nome) necessita di esercizi di approfondimento.

I bambini sono invitati a scoprire che gli articoli possono essere distinti tra determinativi ed indeterminati, tra singolari e plurali, da maschili e femminili.

Infine l'articolo può anche ricorrere all'uso dell'apostrofo.

Mamma mia. siamo già all'apostrofo, a quella cosa grammaticale che ci fa togliere una letterina che non serve più, già, come se l'arte del risparmio ha una sua importanza anche nel parlare. Perchè usare venti lettere se ne bastano diciotto?

A proposito di parolette corte, i bambini scoprono l'uso delle preposizioni semplici, che poi in un secondo momento diventeranno articolate e anche a volte articoli partitivi.

E tra le parolette corte troviamo l'uso di Ho Hai Ha Hanno, ossia l'uso dell'acca, quella lettera strana che non ha suono ma che però viene usata perchè evidentemente serve, che senno non ci sarebbe.

Ma la matematica? non conta la matematica nel mondo delle parole? Certo che conta, eccome se può servire, può persino aiutarci a toglierci da situazioni pericolose; certo , ci vuole il ragionamento logico-matematico.

E allora giù a metter i bambini a ragionare su un problema fresco fresco di giornata, pardon, di frittata, visto che si lega al fatto che la mamma brontosauro rivuole indietro il suo uovo che però adesso è diviso in due...

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Quindi se ho un uovo diviso in due, 10 uomini primitivi, cinque uomini moderni, una grotta, una bambina che crede di stare in un reality, e un brontosauro incavolato, quale sarebbe la soluzione possibile?

Sembra che ben presto tutti diventeranno pasto del nostro volatile preistorico alquanto arrabbiato! Ma invece no, ecco il miracolo, o meglio, la soluzione. Può servire un pò di colla portata provvidenzialmente nel nostro zainetto da viaggio.

E il gioco è risolto. Facciamo contenta la nostra vicina di casa. Il pericolo è stato per ora scongiurato.

Bene, i ragazzi hanno modo di riflettere sulle cose utili e non utili da portarsi in un viaggio avventuroso... e le occasioni di allargare la discussione nella classe davvero non mancherebbero...

Ma gli aggettivi? non abbiamo ancora speso una parola su questa bella cosa che sono gli aggettivi. E' ora di parlarne: ci sono gli aggettivi che sono delle qualità e che stanno attaccate al nome, esempio, Samuel curioso, Sarah bellissima, Brontosauro incavolato, e cos' via...

Ogni aggettivo ha il suo sinonimo o il suo contrario.

L'aggettivo però non va confuso col nome, esempio lento non è lentezza.

E poi l'aggettivo può essere di grado basico o alterato, e questo lo avevamo già detto in riferimento ai nomi.

Ma poi ci sono i paragoni, e questo non è stato ancora detto.

Chi è più bella tra Sara e Debora? e chi è la più bella del mondo, cioè la bellissima?

Stiamo ovviamente parlando di comparativi e di superlativi.

Anche se i bambini scopriranno che non tutti gli aggettivi possono avere il grado superlativo. Per esempio, invernale rimane invernale, e basta.

E poi scopriranno i comparativi e i superlativi speciali, che cambiano completamente, come buono, migliore, ottimo; oppure come piccolo e minimo o infimo, o grande e maggiore o massimo o smisurato, ...

Siamo quasi arrivati alla fine di questa meravigliosa storia.

Cosa ci manca da scoprire? Ma certo, gli aggettivi numerali, e poi verranno i dimostrativi, e poi i relativi, i possessivi...Davvero che la grammatica è un pozzo senza fondo! Non è che adesso i bambini mi scoppiano e mi vanno in tilt? Ma certo che no, abbiamo fatto tutto per gradi, insieme, senza lasciare indietro nessuno, e poi abbiamo fatto tutto come dentro un gioco, e poi non mancheremo di riprendere in continuazione ogni cosa imparata, perchè la ripetizione ha il suo valore.

Esercizi, miei cari, ci vuole una montagna di esercizi. In questo caso i comportamentisti hanno detto una cosa molto vera, perchè per il resto io preferisco il pensiero costruttivo, quello che mette l'apprendimento nelle mani della mente e nelle mani dell'appartenere ad una cultura che ci ha formato.

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Qualcuno dei nostri amici nella gara delle nominations (anche ai primitivi piaceva partecipare a riunioni di scambio sociale) arriva primo, altri quarto o ultimo... Che importanza può avere? C'è posto per tutti, la grammatica ha bisogno di tutto, e non solo noi della grammatica.

Lasciamo dunque spazio agli aggettivi ordinali, numerali, esclamativi, interrogativi e indefiniti, e a quella cosa nuova che avremo modo di scoprire quando meno ce lo aspetteremo.

Sapete cosa è accaduto di speciale dentro tutto questo cammino? Che i bambini scoprono con mano l'immensa cultura che tanti secoli di storia hanno portato a loro, e scoprono che se dovessero incontrare per davvero degli uomini diversi nel loro tempo, insieme potrebbero portare dei benefici gli uni agli altri, se solo trovassero il canale della comunicazione pacifica.

Tutto è possibile, basta impegnarsi.

Certo che dopo un pò i ragazzi sentono nostalgia di casa, e quindi mettendosi tutti in fila davanti alla A ritornano magnificamente nel presente.

E il futuro? e Domani?

Domani è un altro giorno, avrebbe risposto qualcuno, e tutto sarà come sempre possibile.

Brevi note conclusive

E' curioso, tutte le volte che mi riprometto di approfondire la mia scarsa abilità nell'insegnare la matematica, cosa di cui sono perfettamente consapevole, scopro o mi inciampo nell'ennesimo libro fantastico sulla scrittura, e naturalmente la mia vocetta interiore mi dice "Ma cara, non puoi lasciartelo sfuggire, lo devi assolutamete leggere, chissà che cose meravigliose di farà comprendere..."

E così sono sempre qua, a parlare di parole, di libri, di racconti, di come fare innamorare i bambini/ragazzi della scrittura e della necessaria lettura...

Ecco come è nata la scelta di questo piccolo saggio tra i miliardi di argomenti che avrei potuto scegliere o preferire; un piccolo saggio che non fa altro che ripercorrere il tracciato disegnato dal trio dei suoi autori, e rivisto con le mie lenti di interpretazione.

E' un libro che consiglio come un'ipotesi di lavoro per il primo ciclo della scuola primaria.

Ringrazio tutti gli scrittori che hanno la bella virtù di comporre e di donarci le loro perle di saggezza.

Tra le personali osservazioni che questo testo merita, occorre dire che il libro è vincente per almeno i seguenti motivi:

mette i bambini al centro del processo di apprendimento, dove i bambini sono protagonisti, dove i bambini sanno fare gruppo, dove i bambini diventano loro stessi i maestri di altri esseri, di altre persone, viste da loro come bisognose di aiuto (per un meccanismo di solidarietà ma anche per un meccanismo di condivisione)

fa comprendere ai bambini che il linguaggio, le parole e la grammatica che si fa con l'uso delle parole sono strumenti di comunicazione, necessari per farsi capire,

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e non sono per niente cose che possiamo anche non sapere perchè senza conoscerle non sapremmo parlare o saremmo ancora come gli uomini delle caverne che conoscevano solo i suoni gutturali

fa comprendere ai bambini che se noi siamo oggi in un mondo pieno di tecnologia, è stato perchè molti uomini prima di noi hanno fatto ricerca, hano fatto scoperte, partendo dall'uso del fuoco alla idea della ruota, e poi dallo studio delle leggi della fisica, della meccanica, e via di seguito..., fino all attuale quantistica ed ingegneria spaziale...

fa comprendere ai bambini che esiste un qualcosa che si chiama evoluzione, che però deve essere inteso in due sensi: ci si può evolvere nella materia e ci si può evolvere nello spirito. L'umanità dimostra di sapersi evolvere bene nella conoscenza/controllo della materia, ma non nella conoscenza dello spirito, perchè tutte le conoscenze sulla materia non impediscono all'uomo di commettere sempre gli stessi errori di comportamento

dopo un testo di questo tipo, perfetto sotto il profillo dell'approccio grammaticale/linguistico, proporrei un secondo libro di avventure, magari il Piccolo principe (ma lavorandoci potrei trovare anche testi alternativi sulla falsariga), che mette il focus più sulle virtù evolutive interiori che solo su quelle esteriori

inviterei i bambini a fare continue considerazioni su come bisognerebbe essere per saper fare certe cose che l'umanità dimostra di non sapere fare tanto bene, ma che però singoli uomini dimostrano che è possibile migliorare, e che dunque tutti, se solo lo volessimo, potremmo imitare (se un uomo lo ha fatto, allora è possibile)

inviterei i bambini a fare una ricerca sugli uomini che hanno migliorato la conoscenza scientifica/tecnologica, che serve per migliorare la vita fisica, e sugli uomini che hanno migliorato le speranze dell'etica, che è la scienza del comportarsi bene

lavorerei quotidianamente sulla grammatica e contestualmente sulla creatività, invitando i bambini a inventare storielle, o a inventare filastrocche, o a inventare cruciverba, o mappe mentali su qualunque argomento trattato o preferito, o disegni per chi avesse l'abilità artistica, per abituarli alla metacognizione, alla riflessione linguistica, all'iniziativa del saper fare da solo...

Bibliografia

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Uno di loro, Fabrizia Bugini e Gruppo Asperger Onlus, editore Erickson

Giochi con le storie, Beniamino Sidoti, editore La Meridiana

Famiglia e scuola, Alessandra La Marca, Armando Editore

Non calpestate i nostri diritti, Il battello a vapore Unicef, Piemme junior

Prima educare, Luigi Monti e Cecilia Bartoli, edizioni La Meridiana

Voler apprendere per imparare a pensare, Alessandra La Marca, Palumbo

Studiare da 30 e lode con il minimo sforzo, Geraldine Price, Pat Maier, Franco Angeli le comete

La scuola facendo , E-tutor, Pier Cesare Rivoltella, Carocci Faber

Imparare a insegnare, Michele Baldassarre, Carocci

Progettare per competenze, Guida Planet, Giunti Scuola

Favoloso, guida dell'insegnante classi 1-2-3, editrice LA SCUOLA primaria

La scuola degli idioti, Kamran Nazeer, Rizzoli

Il patto formativo nelle scuole lombarde: monitoraggio e prospettive- Proposte di progetto

Contro il fanatismo, Amos Oz, Feltrinelli

Dire la pratica, la cultura del fare scuola, Ricerca, Bruno Mondadori

Come educare il potenziale umano, Montessori, Garzanti Elefanti

La crisi dello Stato, Brunello Taddei, Greco&greco

L'arte di insegnare, Isabella Milani, Vallardi

L'autoeducazione, Montessori, Garzanti

La dislessia e i disturbi specifici di apprendimento Annali della PI, Le Monnier

Asino chi non legge?, S. Federici, V. Corsi, M.E. Locatelli, Pearson

Linee guida per il DDAI (adhd) e i DSA, SINPIA, Erickson

Le storie di zia Lara, Nelly Meloni, Educazione e Rieducazione, Edizioni Magi

Il tutoring, K. Topping, Edizioni Erickson

99 idee per lavorare in gruppo, E. Dreyer e K, Harder, Edizioni Erickson

Didattica e gestione della classe, Emmer ed Evertson, Edizioni Pearson

Scrivere e pubblicare libri in classe, J. Green, Edizioni Erickson

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I bisogni educativi speciali, Santo Di Nuovo, Giunti Scuola

Bambini disattenti e iperattivi, A.Capodieci, C.Cornoldi, Giunti Scuola

Autostima e fiducia in se stessi, Connie Palladini, Franco Angeli, Le Comete

Grammatica primitiva, M.Colli, G.Mauri e Saviem, Edizioni Erickson