«L’amore, pronto anche al martirio di sangue, …...quanto sarebbe avvenuto e nel suo testa -...

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1 «Ci si può chiedere: “Di che cosa ha bisogno oggi la Chiesa?”. Di martiri, di testimoni, cioè dei santi di tutti i giorni. Perché la Chiesa la portano avanti i santi». - Papa Francesco - Omelia del 22 aprile 2017 Dopo l’attentato terroristico nello Sri Lanka del 21 aprile 2019: la statua del Cristo Risorto macchiata del sangue dei martiri. © picture alliance/AP Photo Ma da dove viene il coraggio eroico dei martiri? Lo si acquisisce nella vita di tutti i giorni, accettando le numerose, piccole prove della vita. Con ogni piccolo sacrificio, ogni sforzo per dominarsi, ogni volta che ci affidiamo a Cristo, crescono in noi il corag- gio e la forza per amare Dio al di là dei no- stri stessi interessi. E così che partecipiamo della Croce di Gesù, il più grande sacrificio d’amore: imparando ad amare come Lui ci ha amato. Questo amore, pronto anche al martirio di sangue, rinnova e anima la Chiesa. Un esempio commovente di amore eroico è stato il Ministro pakistano per le minoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso il 2 marzo 2011 per il suo impegno a favore dei cristiani perseguitati. Aveva sentore di quanto sarebbe avvenuto e nel suo testa- mento spirituale aveva scritto: «Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia bat- taglia, ma io ho sempre rifiutato, perfino a rischio della mia stessa vita. La mia rispo- sta è sempre stata la stessa: “No, io voglio fino a pochi anni fa, era difficile sentir pro- nunciare la parola “martire”. Purtroppo, a seguito dell’ondata di attentati suicidi in tutto il mondo, il termine è tornato prepo- tentemente di attualità. Quel che è peggio è che il terrore di matrice islamista ha dato al termine un significato falso e disumano. Il concetto cristiano di “marti- rio”, infatti, ha un senso com- pletamente diverso. Gli uomini, le donne e i bambini che noi veneriamo come mar- tiri, non cercavano di certo la morte, perché, al contrario, amavano la vita, fino all’ultimo. Morendo hanno dimo- strato la forza della libertà interiore che viene dalla fede in Cristo. Consapevoli che l’amore di Dio è più forte della morte, non hanno avuto timore né del potere terreno che voleva privarli di Dio, né dell’odio o del male. Hanno accettato di morire nell’incrol- labile convinzione che il sacrificio della loro vita al servizio della verità servisse alla sal- vezza del mondo. La Chiesa era, è e sempre sarà una Chiesa di martiri, anche nel XXI Se- colo. È proprio la nostra epoca che ha biso- gno di persone coraggiose, eroiche, pronte ad opporsi all’odio e alla vendetta. servire Gesù da uomo comune”. Questa de- vozione mi rende felice. Non voglio popo- larità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni par- lino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio sforzo e in questa mia bat- taglia per aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse ac- cettare il sacrificio della mia vita». Cari amici, a questi eroi della fede è dedicata la nostra Campagna di rac- colta fondi in Quaresima. Molti di essi vi- vono in clandestinità, testimoni silenziosi dell’azione divina. Ma a noi donano corag- gio e benedizioni. Dimostriamo loro il no- stro amore, affinché sappiano che non li abbiamo lasciati soli. Vi benedico con gratitudine, il Vostro, P. Martin Maria Barta Assistente Ecclesiastico «L’amore, pronto anche al martirio di sangue, rinnova e anima la Chiesa». Nuovi martiri N. 3 - Aprile 2020 Esce otto volte l’anno www.aiuto-chiesa-che-soffre.ch

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«Ci si può chiedere:“Di che cosa ha bisognooggi la Chiesa?”. Di martiri, di testimoni,cioè dei santi di tuttii giorni. Perché laChiesa la portanoavanti i santi».- Papa Francesco -Omelia del 22 aprile 2017

Dopo l’attentato terroristico nello Sri Lanka del 21 aprile 2019: la statua del Cristo Risorto

macchiata del sangue dei martiri.

© picture alliance/AP Photo

Ma da dove viene il coraggio eroico deimartiri? Lo si acquisisce nella vita di tutti igiorni, accettando le numerose, piccoleprove della vita. Con ogni piccolo sacrificio,ogni sforzo per dominarsi, ogni volta che ciaffidiamo a Cristo, crescono in noi il corag-gio e la forza per amare Dio al di là dei no-stri stessi interessi. E così che partecipiamodella Croce di Gesù, il più grande sacrificio

d’amore: imparando ad amare come Lui ciha amato. Questo amore, pronto anche almartirio di sangue, rinnova e anima laChiesa. Un esempio commovente di amoreeroico è stato il Ministro pakistano per leminoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso il 2marzo 2011 per il suo impegno a favore deicristiani perseguitati. Aveva sentore diquanto sarebbe avvenuto e nel suo testa-mento spirituale aveva scritto: «Mi sonostate proposte alte cariche al governo e miè stato chiesto di abbandonare la mia bat-taglia, ma io ho sempre rifiutato, perfino arischio della mia stessa vita. La mia rispo-sta è sempre stata la stessa: “No, io voglio

fino a pochi anni fa, era difficile sentir pro-nunciare la parola “martire”. Purtroppo, aseguito dell’ondata di attentati suicidi intutto il mondo, il termine è tornato prepo-tentemente di attualità. Quel che è peggioè che il terrore di matrice islamista ha datoal termine un significato falso e disumano.Il concetto cristiano di “marti-rio”, infatti, ha un senso com-pletamente diverso.

Gli uomini, le donne e i bambiniche noi veneriamo come mar-tiri, non cercavano di certo lamorte, perché, al contrario, amavano lavita, fino all’ultimo. Morendo hanno dimo-strato la forza della libertà interiore cheviene dalla fede in Cristo. Consapevoli chel’amore di Dio è più forte della morte, nonhanno avuto timore né del potere terrenoche voleva privarli di Dio, né dell’odio o delmale. Hanno accettato di morire nell’incrol-labile convinzione che il sacrificio della lorovita al servizio della verità servisse alla sal-vezza del mondo. La Chiesa era, è e sempresarà una Chiesa di martiri, anche nel XXI Se-colo. È proprio la nostra epoca che ha biso-gno di persone coraggiose, eroiche, prontead opporsi all’odio e alla vendetta.

servire Gesù da uomo comune”. Questa de-vozione mi rende felice. Non voglio popo-larità, non voglio posizioni di potere. Vogliosolo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che lamia vita, il mio carattere, le mie azioni par-lino per me e dicano che sto seguendoGesù Cristo. Tale desiderio è così forte inme che mi considererei privilegiato qualora– in questo mio sforzo e in questa mia bat-

taglia per aiutare i bisognosi, ipoveri, i cristiani perseguitatidel Pakistan – Gesù volesse ac-cettare il sacrificio della miavita».

Cari amici, a questi eroi dellafede è dedicata la nostra Campagna di rac-colta fondi in Quaresima. Molti di essi vi-vono in clandestinità, testimoni silenziosidell’azione divina. Ma a noi donano corag-gio e benedizioni. Dimostriamo loro il no-stro amore, affinché sappiano che non liabbiamo lasciati soli.

Vi benedico con gratitudine, il Vostro,

P. Martin Maria BartaAssistente Ecclesiastico

«L’amore, pronto anche almartirio di sangue, rinnova e anima la Chiesa».

Nuovi martiri

N. 3 - Aprile 2020Esce otto volte l’anno

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In una Via Crucis del 1979, Papa Giovanni Paolo II inizia la medita-zione sulla Terza Stazione (Gesù cadeper la prima volta) con queste parole:«Gesù cade sotto il peso della Croce.Cade a terra. Non fa ricorso alla suaforza sovraumana, non si appella alpotere degli angeli».

Nessuna grande potenza andò in soccorsodei cristiani iracheni quando, nell’agosto2014, dovettero fuggire da Qaraqosh, men-tre questa che la più grande città cristianadel Paese, cadeva nelle mani insanguinatedello Stato Islamico. Chi rimase venne uc-ciso o ridotto in schiavitù. Le loro case fu-rono bruciate, 11 chiese e 70 edifici religiosi

Iraq

vennero messi a ferro e fuoco, i simboli reli-giosi furono distrutti. Anche la maggiorechiesa cristiana in Iraq, Al-Tahira – intitolataall’Immacolata Concezione di Maria – venneprofanata e gravemente danneggiata. Ilgrande cortile della chiesa fu trasformatodall’Isis in un poligono di tiro. Due anni più tardi, dopo la cacciata dei terroristi, gli

Al-Tahira risorgerà

abitanti di Qaraqosh tornarono, tra loroquasi la metà dei cristiani. Molte abitazioni– grazie alla Vostra generosità – sono stateriparate o ricostruite.

Anche Al-Tahira dovrà risorgere in tutto ilsuo splendore. Il suo valore simbolico tra-scende quello della città di Qaraqosh. In-fatti, nonostante la chiesa sia gravementedanneggiata, i cristiani si riuniscono per laSanta Messa, nella navata bruciata dalfuoco. Giovanni Paolo II scrive alla fine dellasua meditazione: «Dio trasformerà in sal-vezza per l’umanità le ripetute cadute di Cri-sto sotto il peso della Croce». È la forzadell’amore che guarisce. Per l’anno in corso,noi li sosteniamo con CHF 200‘000. •

Tra le mura annerite dalfumo e piene di crepe:

celebrazione della Messaa Al-Tahira.

Atti d’amore ad AleppoPrima della Sesta Stazione (La Vero-nica asciuga il volto di Gesù) GiovanniPaolo II afferma: «Il Salvatore im-prime a ogni atto d’amore, come sulpanno della Veronica, il suo volto».

Sono atti d’amore, come quello di Aleppo. Ilpadre gesuita Sami Hallak vuole risistemarei ruderi di San Vartan, l’ex-edificio dell’Or-dine nella metropoli della Siria del Nord, perfarne nuovamente un Centro di Pace. È visi-bile come il complesso si sia trovato sullalinea di fuoco durante i combattimenti. Al-cuni ambienti possono essere ripristinati,cosicché i ragazzi vi possano studiare, gio-

care, soggiornare. Una parte del giardinopotrebbe tornare a essere un parco, un pic-colo parco quadrato, così da offrire ai poveridel quartiere, nelle estati torride, un po’ direfrigerio, oltre a un pezzo di pane. Nellecase distrutte dai bombardamenti i poverinon hanno né cibo né un posto dove ripa-rarsi dalle intemperie. Di più non si può fareal momento, dato che non si sa come equando verrà ricostruita la città. Ma dei po-veri di Aleppo ci si deve prendere subitocura; anche i giovani rimasti nel quartiere,molti dei quali cristiani, hanno bisogno diattenzioni. Anche se è poco, come il pannodella Veronica, li aiutiamo con CHF 32‘200,

perché i lavori di sistemazione del Centro eil piccolo Parco della Pace sono atti in cui sirispecchia il volto di Gesù Cristo. •

La casa distrutta dalle bombe: Mary esuo fratello Sarkis, cieco, vicini dei Gesuiti.

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Il vostro dono sosterrà questo progetto o un altro identico e darà continuità al nostro lavoro nell’ambito della pastorale.

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Aiutare gli altri aportare la Croce

Burkina Faso

Nella sua Via Crucis del 2005 al Colos-seo, il futuro Papa Benedetto XVI de-scrive la Quinta Stazione (Simone diCirene aiuta Gesù a portare la Croce)con le seguenti parole: «Ogni voltache ci facciamo incontro a qualcunoche soffre, qualcuno che è persegui-tato e inerme, condividendo la suasofferenza, aiutiamo a portare lacroce stessa di Gesù».

In Burkina Faso possiamo aiutare 16 semi-naristi a portare la Croce, sostenendo le lorofamiglie. Originarie della diocesi di Ouahi-gouya, nel Nord del Paese, come molti altricristiani hanno dovuto abbandonare i lorovillaggi, da quando i terroristi islamici,

Vogliono mettersi al servizio di Dio: il vescovo Justin Kientegae i suoi candidati al sacerdozio che verranno ordinati a luglio.

Il vescovo Hilary Dachelem: «Questo tor-nerà ad essere un luogo di Adorazione».

Grati per l’aiuto in un periodo difficile:la famiglia di uno dei seminaristi.

«Così che possiamo rialzare gli altri»Prima della Settima Stazione (Gesùcade per la seconda volta) BenedettoXVI prega: «Il Signore cade e cade,per poter venire a noi; egli ci guardaperché in noi il cuore si risvegli; cadeper rialzarci».

In Nigeria, nel Natale 2018, gli islamisti diBoko Haram attaccarono e distrussero seichiese nella diocesi di Bauchi, nel Nord Estdel Paese. I cristiani fuggirono. Adessostanno tornando, ma trovano delle mace-rie. La situazione si è calmata, ma le chiesesono ancora dei ruderi. Facciamole risor-gere!

Servono mura e un tetto, perché il caldo ela pioggia rendono difficile celebrare laMessa all’aperto. Con 51 sacerdoti, 18 reli-giosi, 25 candidati al sacerdozio e 96 cate-chisti a fronte di 70‘000 cattolici, la diocesisi presenta relativamente ricca di voca-zioni. Per il resto, però, è poverissima. Il ve-scovo Hilary Dachelem ci chiede aiuto. «Laricostruzione ci restituirà un luogo adattoper l’adorazione, aiuterà a ristabilire la fi-ducia in noi stessi, rafforzando la fede inCristo». Abbiamo promesso loro CHF 20‘400per costruire la prima chiesa, perché conBenedetto XVI preghiamo: «Rialzaci, cosìche possiamo rialzare gli altri». •

Nigeria

provenienti dal Mali e dal Niger, hanno in-vaso la cosiddetta “Zona dei tre confini”,mettendola a ferro e fuoco e scacciando lapopolazione. La gente ha perso tutto. Sonofuggiti nelle città, trovando rifugio nellescuole e nelle sale delle parrocchie. Primaerano loro che sostenevano i figli nei semi-nari, ma adesso loro stesse non sanno comesopravvivere. La diocesi non riesce a farfronte alla situazione. È un peso psicologiconotevole per i 16 seminaristi. Così, soste-nendo umanitariamente le loro famiglie(CHF 8‘600), aiutiamo anche loro. In tutto sono 61 i seminaristi della diocesi.Cercano di resistere, sanno che, in questitempi così difficili, i 130‘000 cattolici delladiocesi hanno bisogno di loro. A luglio

alcuni di essi saranno ordinati sacerdoti.Sono pronti a mettersi al servizio di Dio edegli uomini, anche a costo della vita. Per laformazione dei 61 seminaristi, il nostroaiuto (CHF 32‘200) non è mai stato così im-portante come oggi, dovendo la diocesi con-frontarsi con il problema dei profughi.Benedetto XVI, giunto alla Quinta Stazione,prega: «Donaci di riconoscere che è una gra-zia poter condividere la croce degli altri esperimentare che così siamo in camminocon te». •

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Una forma di persecuzione è l’annac-quamento della dottrina cattolicafino a renderla irriconoscibile. I so-vietici si sono serviti di questa meto-dologia, i comunisti in Cina lo fannotuttora. Anche in America Latina i re-gimi autoritari di sinistra cercano diimporre l’“egemonia culturale”,come la definiva il comunista AntonioGramsci già cento anni fa.

In Nicaragua il regime si serve della falsadottrina New Age. È la setta che, al mo-mento, si va diffondendo con maggiore rapidità in America Latina. Al rapporto per-sonale con Dio, proprio del cristianesimo,contrappone come alternativa, sotto formadi religione universale, una credenza imper-sonale, apparentemente scientifica che si-mula attraverso elementi falsamentecristiani, una vicinanza al popolo e alle suetradizioni. Viene portata avanti in modo ag-gressivo dai media e social network pilotatidallo Stato.

Per contrastare il diffondersi di questa dot-trina settaria, la diocesi di Matagalpa hapredisposto per l’anno in corso un pro-gramma di formazione per 250 tra catechi-sti, assistenti pastorali e laici appartenentia movimenti cattolici. Nel corso di 12 setti-mane ricevono delucidazioni e informa-zioni sulla falsa dottrina. Il vescovo RolandoÁlvarez cita nell’introduzione le parole am-monitrici di Papa Francesco: «A chi ci rivol-giamo pregando? A un Dio cosmico? Questamoda politeista si presenta come una cul-tura superficiale». Perché «all’inizio dell’es-

sere cristiano non c’è una decisione etica ouna grande idea, bensì l’incontro con un av-venimento, con una persona, Gesù Cristo»,come si legge nell’Enciclica Deus caritas estdi Benedetto XVI. Forti di veri argomenti cri-stiani, i partecipanti ai Corsi potrannoquindi difendere in modo genuino la fedecattolica nelle loro comunità. Sosteniamoquesto progetto con CHF 8‘800.

A Cuba, dove la Chiesa non può diffondereall’esterno pubblicazioni religiose, i vescovihanno trovato un modo molto sempliceper raggiungere i luoghi pubblici e le casedella gente, unendo l’utile al dilettevole.Infatti, nulla vieta la distribuzione di calen-dari annuali, anche quando contengonoimmagini cristiane e testi tratti dalla cate-chesi. Quest’anno il tema è la pastorale gio-vanile; proprio per questo il calendario

riporta modelli di giovani fedeli, accompa-gnati da testi tratti dall’Esortazione aposto-lica Christus vivit. Il calendario è moltorichiesto, anche dai non cattolici. È pre-sente anche in alcuni uffici pubblici. L’annopassato il tema principale era incentratosulla famiglia, prima ancora sui Dieci Co-mandamenti, sul Credo e sul ruolo dei laicinella Chiesa e nella società. La maggiorparte dei 438‘000 calendari viene distri-buita gratuitamente, ma la Chiesa è poverae non può sostenere le spese per la carta,la stampa e il trasporto. Noi aiutiamo conCHF 37‘500, affinché a Cuba la culturapossa mantenere il proprio carattere cri-stiano anche in pubblico. •

America Latina

Nonostante tutte le ostilità:Dio ha un volto

Contro le false dottrine aiutasolo la verità: il vescovo Rolando José Álvarez Lagos.

Incontro formativo per difendersi dal-l’attacco delle sette.

Il calendario si trova ovunque: nei negozi, nelle officine, al mercato e anche negli ospedali.

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Nel 2013 Papa Francesco prega a Rio de Janeiro la Via Crucis con i giovani. Primadella seconda Stazione (Gesù prende la Croce sulle sue spalle) dice: «Con Cristo,il male, la sofferenza e la morte non hanno l’ultima parola, perché Lui ci donasperanza e vita: ha trasformato la Croce dall’essere uno strumento di odio, disconfitta e di morte ad essere un segno di amore, di vittoria, di trionfo e di vita».

È proprio questo che fanno i martiri. Il gio-vane Akash Bashir di Lahore sapeva chel’estremista islamico con la cintura esplosivache stava davanti a lui, voleva entrare nellachiesa di San Giovanni e sapeva anche chesolo la sua vita divideva l’attentatore suicidadai 2‘000 fedeli raccolti in preghiera. Lofermò, «tu da qui non passi, anche se ciò micosterà la vita», gli disse. Sono state le sue ul-time parole, perché l’assassino si è fattoesplodere. Questo è successo cinque anni fa,durante la Quaresima. Per i giovani della dio-cesi di Lahore, Akash Bashir rimane un mo-dello indimenticabile. Seguendo il suoesempio, in molti si sono proposti per il ser-vizio di sicurezza in chiesa. Sono pronti a darela loro vita per Cristo come Akash. Lo stessovale anche per le altre diocesi pakistane. Leprobabilità che i cristiani vengano uccisi, odebbano soffrire per la loro fede, sono reali.Le chiese sono soggette a sempre nuovi attacchi terroristici da parte di estremisti isla-mici; i cristiani vengono arrestati arbitraria-mente in base alla legge anti blasfemia.Eppure, i giovani sono contenti di servire la Chiesa anche in un ambiente ostile ai

cristiani. Il numero delle vocazioni per il sa-cerdozio e la vita consacrata è alto, secondoquanto comunicato dal Presidente della con-ferenza episcopale, Joseph Arshad: solo nellasua diocesi di Islamabad-Rawalpindi si con-tano oltre 30 candidati al sacerdozio. Il semegettato dai martiri porta nuovi frutti.

La Chiesa pakistana è una Chiesa giovane. Lamaggior parte dei fedeli che partecipano allaMessa sono bambini, ragazzi, giovani e perquesto essa ha proclamato il 2020 “Anno deigiovani”. La loro formazione è una grandesfida. Akash frequentava la scuola dei Sale-siani. Faceva quindi parte di una minoranza.Per la maggior parte dei bambini e ragazzicristiani, scuole così sono un traguardo ir-raggiungibile. Ce ne sono troppo poche e igenitori non se le possono permettere, maper tutti i ragazzi, la diocesi di Faisalabad,come altre diocesi del Pakistan, ha predi-sposto un programma che li aiuti a trovarerisposte alle questioni sociali e religiose,questioni come il Cybermobbing, i socialnetwork in genere e il rapporto con l’islam.In corsi che si tengono nel fine settimana,

L’ultima parola nonspetta alla Morte

PakistanLa gioia di servire la Chiesa e la Fede: anche

per questi giovani cristiani Akash Bashir èun modello da seguire.

nei campi estivi e attraverso workshops i ragazzi verranno sensibilizzati ai rischi pre-senti in internet; potranno inoltre appro-fondire la conoscenza della propria fede equella dei loro vicini musulmani e appren-dere il significato delle virtù umane e cri-stiane. Sosteniamo questo programma conCHF 7‘700. La gioventù è il nostro futuro,dice padre Khalid Mukhtar, responsabile delprogramma. Anche per realizzare questo fu-turo, Akash ha dato la propria vita. Perchécosì ha detto Papa Francesco a Rio: «LaCroce lascia un bene che nessuno puòdarci: la certezza dell’amore fedele di Dioper noi». •

Il programma di formazione socio-reli-gioso vale per tutti, anche e soprattuttoper le ragazze.

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Sofferenza, amore e gratitudine – Le Vostre lettere

La diocesi di Kandi sitrova nel nord del Benin.Grazie alla vostra genero-sità qui abbiamo potutofinanziare diversi progettie l’ultimo riguardava il ritiro spirituale per sacer-doti e religiosi. Il vescovoClet Feliho è entusiasta epronto ad affrontarenuove sfide. Il Vostroaiuto è «inciso a lettere d’oro nel cuore di tutti i membri del gruppo pasto-rale» (vedi foto, in alto a sinistra il vescovo). E aggiunge: «Ho potuto con-statare con gioia, che il Vostro prezioso aiuto ha già contribuito a rinnovareil volto della diocesi». Il vescovo, a nome di tutto il team «della famiglia ec-clesiastica di Kandi», Vi ringrazia di cuore.

Thomas Heine-Geldern, Presidente esecutivo

Cari amici ,sappiamo che i martiri sono il fonda-mento sul quale sorge la Chiesa di Cri-sto. E sappiamo anche che la Chiesa ciinsegna a non cercare il martirio, ma aessere pronti a subirlo se le circostanzedovessero mai chiedercelo. Con grandespavento apprendiamo che a causadell’aumento delle persecuzioni anti-cristiane in tutto il mondo cresce, quasiogni giorno, il numero delle persone uc-cise in odio alla loro fede.

La nostra reazione a questa terribiletendenza è pregare per i nostri fratellie le nostre sorelle, magari facendoloro pervenire anche un sostegno ma-teriale. Vi ringrazio per la Vostra gene-rosità e per la dimostrazione di lealtàa sostegno ad «Aiuto alla Chiesa cheSoffre (ACN)».

Penso, però, che tutti dovremmo en-trare, anche noi, a piccoli passi nelmartirio. Dovremmo cioè dare testimo-nianza a Gesù e alla Sua Chiesa anchese ciò potrebbe sembrare poco oppor-tuno nel nostro ambiente così secolareo potrebbe addirittura andare a nostrodiscapito.

Preghiamo gli uni per gli altri, affinchénon lasciamo passare, senza coglierle,queste occasioni.

Iniziamo da subito, questa è la mia pre-ghiera rivolta a Voi!

Grazie per gli auguri Sono stata contentissima del biglietto d’au-guri e delle preghiere del team di «Aiuto allaChiesa che Soffre (ACN)» in occasione del miocompleanno. Come ringraziamento invio ildenaro per la celebrazione di 20 Sante Messeper i cristiani perseguitati.

- Una benefattrice dalla Svizzera -

Donare il decimo Ogni mese dono un decimo delle mie entratealla Chiesa o a un’altra organizzazione bene-fica. Questa volta ho scoperto Voi, pertanto,invio una parte del mio decimo alla VostraOpera. Donare il decimo è diventato per meuna fonte di grande benedizione, posso con-sigliarlo a tutti.

- Un benefattore dalla Slovacchia -

Prezioso lavoro per la Chiesa Ritengo importante sostenere «Aiuto allaChiesa che Soffre (ACN)» dato che svolge unlavoro oltremodo prezioso per la Chiesa cat-tolica, sia per il suo impegno a favore dei cri-stiani perseguitati, che per il sostegno alla

formazione sacerdotale e all’opera missiona-ria in genere, anche attraverso l’informa-zione e la distribuzione di bibbie. Per questodesidero ringraziare Voi e i Vostri collabora-tori. Possa Dio benedire il Vostro operato. Perquanto mi è possibile, desidero contribuireanch’io con quello che ho.

- Una benefattrice dall’Austria -

Grazie a Voi posso fare qualche cosaSono grata che esista «Aiuto alla Chiesa cheSoffre (ACN)», perché la Vostra Opera ci per-mette di dare un contributo che sappiamo cosaaiuterà. Personalmente non mi sento inutile seosservo quello che succede nel mondo e sieteVoi che mi aiutate a fare qualcosa. Spero cheDio mi permetta di sostenere anche in futuro laVostra grandiosa Opera che sostiene i cristianiperseguitati, li assiste ed è loro vicina.

- Una benefattrice dal Messico

L’Eco dell’Amore L’Eco dell’Amore è la mia più grande conso-lazione spirituale.

- Un benefattore dall’Australia -

Il volto rinnovato della diocesi

Redazione: Jürgen LiminskiACN International, D-61452 Königstein Colofone: Editore: Kirche in Not (ACN), Cysatstrasse 6, CH-6004 Lucerna • Printed in Switzerland • ISSN 0252-2519 • De licentia competentis auctoritatis ecclesiasticae • Circolare • esce otto volte l’anno • quota assocciativa CHF 10.--.

Per favore, dopo aver letto l’ECO DELL’AMORE, passatelo ad amici, ai vicini e al parroco. Potete utilizzare l’ECO nel bollettino parrocchiale.

Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN)Cysatstrasse 66004 Lucerna

T 041 410 46 70 [email protected]

Conto postale: 60-29700-0IBAN: CH25 0900 0000 6002 9700 0