L’amore è bello quando viene da Dio · L’amore è bello quando viene da Dio e porta a Dio....

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il mese di maggio è dedicato in maniera particolare alla Madonna. Nella liturgia è attribuito a Maria un appellativo stupendo, tratto dal Libro del Siracide: «Madre del Bell’Amore». L’amore è bello quando viene da Dio e porta a Dio. Questa è la mi- sura per la bellezza. Quanto più l’uomo tende verso l’amore di Dio, tanto più irradia bellezza e amabilità dal momento che l’amore di Dio è alla base della sua dignità. Ogni essere umano è amato da Dio e chiamato ad amare come ama Dio. Solo l’amore divino permette all’uomo di amare veramente il suo prossimo e di rispettarlo in tutta la sua dignità. «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l' avete fatto a me.» La beata Madre Teresa di Calcutta amava condensare tutta la sua opera in queste cin- que parole di Gesù: «L’avete fatto a me». Raccontava: «Un giorno portarono un uomo dalla strada. Il suo corpo era già quasi mangiato da vermi. Nessuno resi- steva a stargli vicino, il cattivo odore era troppo intenso. Mi recai da lui dunque per lavarlo. Mi guardò e mi chiese: “Perché lo fai? Tutti mi hanno buttato via, perché tu fai questo? Perché ti avvicini a me?”. “Io ti amo”, gli risposi. “Ti amo, tu sei Gesù co- perto della terribile veste della sofferenza. Gesù condivide la Sua sofferenza con te”. E allora sollevò gli occhi e disse: “Ma tu, facendo quello che fai la condividi anche tu”. Gli dissi allora: “No, io condivido con te la gioia dell’amore amando Gesù Cristo in te”. A quel punto questo gentiluomo indù rispose: “Sia lodato Gesù Cristo”. Aveva appreso di essere un Qualcuno, di essere una persona, di essere amato”». Ognuno ha il diritto di apprendere di essere amato da Dio. Guidati da questa motiva- zione sovrannaturale e con il vostro aiuto, carissimi amici, i missionari si mettono 1 anche sulle vie più lunghe e faticose per portare Gesù a tutti gli uomini. In Lui riconosciamo la nostra somiglianza con Dio, essendo predestinati a imitare Dio nel Suo amore. Nessuno può insegnarci meglio della Madonna il «bell’amore», l’amore che tutto si dona a Dio e al suo prossimo. Il giovane santo italiano Ga- briele dell’Addolorata (1838- 1862) scrisse nel suo “credo mariano” che perfino gli angeli imparano da Maria come amare: “Credo, Maria, che Voi sola perfettamente adempiste il precetto del Signore: ama il Signore Dio con tutto il cuore […] e che voi avanzaste l’amore di tutti gli angeli e gli uomini verso Dio nel primo momento del vivere Vostro e che i beati serafini po- tevano scendere dal cielo per imparare nel vostro cuore il modo di amare». Pieno di gratitudine, vi benedice il vostro P. Martin M. Barta Assistente Ecclesiastico L’amore è bello quando viene da Dio e porta a Dio. «L’amore per il prossimo può esistere solo nell’amore verso Dio e attraverso di esso. Prende la sua forza dal fatto che il Figlio di Dio, infinitamente amabile nella Sua Santa Umanità, si identifica con i Suoi fratelli più piccoli. Essi sono degni d’amore come lo è Lui e hanno diritto all’amore che dobbiamo a Lui». – Padre Werenfried van Straaten (1913-2003) – I cristiani in Siria ci implorano: «Il calvario è duro, pre- gate la Regina della Pace affinché finisca la violenza». N. 4 – Maggio 2012 Esce otto volte l’anno www.acs-italia.org Annunciare «sempre e dovunque» il Vangelo (Benedetto XVI) +412ii 19.04.2012 08:41 Seite 1

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il mese di maggio è dedicato in manieraparticolare alla Madonna. Nella liturgia èattribuito a Maria un appellativo stupendo,tratto dal Libro del Siracide: «Madre delBell’Amore». L’amore è bello quandoviene da Dio e porta a Dio. Questa è la mi-sura per la bellezza. Quanto piùl’uomo tende verso l’amore diDio, tanto più irradia bellezza eamabilità dal momento chel’amore di Dio è alla base dellasua dignità. Ogni essere umanoè amato da Dio e chiamato adamare come ama Dio. Solo l’amore divinopermette all’uomo di amare veramente ilsuo prossimo e di rispettarlo in tutta la suadignità. «Tutto quello che avete fatto a unosolo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.»

La beata Madre Teresa di Calcutta amavacondensare tutta la sua opera in queste cin-que parole di Gesù: «L’avete fatto a me».Raccontava: «Un giorno portarono unuomo dalla strada. Il suo corpo era giàquasi mangiato da vermi. Nessuno resi-

steva a stargli vicino, il cattivo odore eratroppo intenso. Mi recai da lui dunque perlavarlo. Mi guardò e mi chiese: “Perché lofai? Tutti mi hanno buttato via, perché tufai questo? Perché ti avvicini a me?”. “Io tiamo”, gli risposi. “Ti amo, tu sei Gesù co-perto della terribile veste della sofferenza.Gesù condivide la Sua sofferenza con te”.

E allora sollevò gli occhi e disse: “Ma tu,facendo quello che fai la condividi anchetu”. Gli dissi allora: “No, io condivido conte la gioia dell’amore amando Gesù Cristoin te”. A quel punto questo gentiluomoindù rispose: “Sia lodato Gesù Cristo”.Aveva appreso di essere un Qualcuno, diessere una persona, di essere amato”».

Ognuno ha il diritto di apprendere di essereamato da Dio. Guidati da questa motiva-zione sovrannaturale e con il vostro aiuto,carissimi amici, i missionari si mettono

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anche sulle vie più lunghe e faticose perportare Gesù a tutti gli uomini. In Luiriconosciamo la nostra somiglianza conDio, essendo predestinati a imitare Dio nelSuo amore. Nessuno può insegnarcimeglio della Madonna il «bell’amore»,l’amore che tutto si dona a Dio e al suoprossimo. Il giovane santo italiano Ga-

briele dell’Addolorata (1838-1862) scrisse nel suo “credomariano” che perfino gli angeliimparano da Maria comeamare: “Credo, Maria, che Voisola perfettamente adempiste ilprecetto del Signore: ama il

Signore Dio con tutto il cuore […] e chevoi avanzaste l’amore di tutti gli angeli egli uomini verso Dio nel primo momentodel vivere Vostro e che i beati serafini po-tevano scendere dal cielo per imparare nelvostro cuore il modo di amare».

Pieno di gratitudine,vi benedice il vostro

P. Martin M. BartaAssistente Ecclesiastico

L’amore è belloquando viene da Dioe porta a Dio.

«L’amore per il prossimopuò esistere solo nell’amore

verso Dio e attraverso di esso.Prende la sua forza

dal fatto che il Figlio di Dio,infinitamente amabile nella

Sua Santa Umanità, si identificacon i Suoi fratelli più piccoli.

Essi sono degni d’amorecome lo è Lui e hanno diritto

all’amore che dobbiamo a Lui».– PadreWerenfried van Straaten (1913-2003) –

I cristiani in Siria ci implorano: «Il calvario è duro, pre-gate la Regina della Pace affinché finisca la violenza».

N. 4 – Maggio 2012Esce otto volte l’annowww.acs-italia.org

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il Vangelo (Benedetto XVI)

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Motorizzazio

ne

Cinghia di trasmissione della pastorale

Tanzania: benedizione per unamissione più mobile dei catechisti.

Pakistan: benedizione per un buoninizio del nuovo gruppo di preghiera.

Angola: senza trazione integrale, lamissione non procede.

Barche, fuoristrada, motociclette, camioncini, pullman, automobili, bici-clette: nel 2011 avete sostenuto più di 400 progetti di “mobilitazione” dellaBuona Novella.

Una volta domandarono al grande Gio-vanni Paolo II cosa avrebbe chiesto a Dioper gli uomini se gli fosse stata concessaun’unica richiesta. Senza riflettere troppoa lungo, rispose: «La misericordia». E ilpiù grande dono di misericordia, è poterportare gli uomini a Cristo. Per renderlopossibile, bisognarecarsi da loro... InNigeria, il raggiod’azione di un cate-chista e della sua bicicletta, arriva a 60km. Un parroco dell’Ucraina Orientalepuò raggiungere le sue comunità sparse suun territorio vasto centinaia di chilometri,solamente se possiede un’automobile.Senza, non gli sarebbe possibile portareconforto ai malati, anche catechesi e

Messe sarebbero rare. La misericordia hadavvero bisogno di mezzi adeguati.Anche se sembra impossibile, un fuori-strada può contribuire ad aumentare inmodo esponenziale il numero di battesimie gruppi di preghiera: accade nella grandediocesi di Sumbe, in Angola e a Itaituba,

nel territorio brasi-liano del Rio delleAmazzoni. Durantei sei mesi della sta-

gione delle piogge, per percorrere lestrade fangose lungo il fiume, servono as-solutamente quattro ruote motrici. PadreAlexandre José, della parrocchia del SacroCuore di Gesù e Maria a Marromeu inMozambico, ci chiede invece 26 bici-clette per i suoi catechisti e i rappresen-tanti delle 60 comunità sparse su un’areadi 18.750 km. Sembra incredibile, mafanno tutto con la bicicletta: portano i ma-lati dal medico più vicino – percorrendoanche 50 km – accompagnano i morti al ci-mitero e le partorienti all’ospedale dacampo. Per ogni bicicletta servono 70 euro.

Su due ruote o su quattro, con o senza mo-tore, in canoa, barca o pullman: ovunquela Chiesa vive e si muove, perché la pa-storale – e, soprattutto, la missione – si-gnifica muoversi. Muoversi per farcrescere la comunità. San Paolo lo sapeva

Malawi: benedizione di buon viaggio aicresimandi che vivono in campagna.

già… In Lituania, il tachimetro dellavecchia auto segna 440mila km di di-stanza tra Dainius e Kietaviskes. Il mec-canico diceva da tempo che presto sarebbearrivata un’“ultima riparazione”. Orachiede aiuto per i suoi cresimandi, per ibambini della Prima Comunione, per imalati e gli anziani. Hanno bisogno di luie lui ha bisogno della macchina. È la cin-ghia di trasmissione della pastorale. Gliabbiamo promesso 5.000 euro.

«Va plus loin! – Prendi il largo!»: questoè il motto che c’è sullo stemma del vica-rio apostolico delle Isole Comore, elevateda due anni a vicariato. Il 99% dellapopolazione è musulmana. Quello cherimane, sono cristiani che vivono sullecinque isole, quasi solo di passaggio. Inquesto ambiente islamico non è possibileavere una vita comunitaria libera. Ci si in-contra in forma privata, spesso in gruppi dipreghiera. Tenere tutti uniti, assisterli, inse-gnare la fede a bambini e ragazzi,richiede molti spostamenti. Ecco che il«Prendi il largo!», esprime tutto il suo si-gnificato. Abbiamo promesso 11.000 europer un’auto, chi ci aiuta a raggiungere que-sto traguardo? •

La misericordia ha bisognodi mezzi adatti.

Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.

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Nel Padre Nostro «preghiamo per ilpane quotidiano, per noi e per tuttigli uomini», scrive Papa BenedettoXVI. E aggiunge: ciascuno di noideve «diventare un innamorato, unoil cui cuore è aperto alla commo-zione per la sofferenza del pros-simo».

«Non siete stati dimenticati». Il nunzioapostolico a Bangkok, ha rassicurato cosìi profughi birmani fuggiti al confine conla Thailandia, ispirandosi anche a PapaBenedetto che definisce «il lavoro per i ri-fugiati uno degli impegni primari della

Chiesa». Sono 17mila i cattolici fuggiti acausa dei disordini o cacciati dal loroPaese con altre 150mila persone. Seisacerdoti si occupano di loroamministrando i sacramenti,impartendo la catechesi, or-ganizzando gruppi di pre-ghiera; curano anche i malati, i bambini o legestanti, oltre a provvedere alla distribu-zione di viveri. Le sofferenze dei profughihanno scosso i cuori dei vescovi di Thai-landia e Myanmar e il loro grido d’aiutonon è rimasto senza risposta: per que-st’anno, confidando nella vostra genero-sità, abbiamo promesso 25.000 euro.

La dignità della persona è importantequanto il pane quotidiano. Ne sono con-sapevoli le suore di Nostra Signora della

Dalle suore del Buon Pastore, le donne la-sciate senza un aiuto, trovano sostegno.

Profughi

La dignità ha bisogno di un vestito nuovo

Dov’è che possono ancora andare? Sono fuggiti dall’Iraq, la loro patria,ma in Siria sono stati raggiunti dagli attacchi terroristici.

Monsignor Samir Nassar, arcivescovo deimaroniti a Damasco, va indietro neglianni: nel 1920 arrivarono gli armeni, nel1934 gli assiri, nel 1948 fu la volta dei cri-stiani palestinesi e dal 2003 arrivano i cri-stiani dall’Iraq. Tutti in fuga da guerra eviolenza. Ma ora i cristiani arrivati a Da-masco sono comunque vittime di quellastessa violenza. Davanti alle tombe deimartiri, sono sempre più disperati, con gliocchi pieni di lacrime, un rosario nella

La Via Crucis a Damasco

Carità del Buon Pastore in Libano: chi ri-trova la propria dignità può perdonare.Non attraverso la vendetta, ma solo con

il perdono, si può arrivarealla riconciliazione. Questesuore aiutano donne e ra-gazze che hanno subito vio-

lenza, che non hanno più una famiglia o chesono state costrette a fuggire. Nella loroCasa di Ain Saadeh, nella zona cristiana,il programma di recupero comprendeaiuto psicologico e cura della persona,impegno che richiede anche cose mate-riali – come sapone, spugne, semplice ab-bigliamento – perché l’anima ha bisognodella Parola, ma anche di vestiti. Ab-biamo promesso 3.000 euro. Chi aiutaqueste suore a far riscoprire la dignità alleloro protette? •

Monsignor Nassar e la croce: speranzaper la redenzione da tutte le sofferenze.

In attesa di tornare: bambini birmani in un campo-profughi in Thailandia.

mani. Non hanno più nulla, né pane, nélatte per i neonati, né lavoro o prospettiveper il futuro. Farebbero di tutto, alcunipensano addirittura di vendere la propriadignità pur di non vedere i figli morire difame. Senza vestiti, senza un tetto, affa-mati, assetati… L’arcivescovo Nassar hadavanti a sé i più poveri dei suoi fratelli.Le sue mani sono vuote, ma insieme a lorole congiunge in preghiera davanti al San-tissimo, pregandoci di aiutarli. •

«Non siete statidimenticati!».

Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre.

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Aiutare senza conoscerli«Da tanto tempo sono con voi e tu nonmi hai conosciuto, Filippo» (Gv 14,9).Da tantissimi anni sostengo ACS, pos-siedo ancora una foto inviatami daPadre Lardo che è sempre nel miocuore, proprio come ACS.

- Un benefattore dalla Francia -

Preghiera per i perseguitatiOgni mercoledì ci riuniamo davanti alSantissimo per pregare per le sorelle e ilfratelli perseguitati. Con tutto il nostroamore, i nostri pensieri e le nostre pre-ghiere.

- Una comunitàdalla Gran Bretagna -

Ascoltare il cuoreOgni volta che leggiamo «L’Eco del-l’Amore» sentiamo il desiderio di aiu-

tare, anche se con piccole offerte. Lasofferenza è immensa. Il lavoro chesvolgete ci invita a fermarci per ascol-tare il nostro cuore. Vi inviamo un’of-ferta di 2.000 dollari, vorremmo che lametà fosse destinata ai sacerdoti del-l’Europa dell’Est e del Terzo Mondo.

- Una famiglia dall’Australia -

Contro il freddoRicevo sempre con molto piacere«L’Eco dell’Amore» e, dopo aver lettosu uno degli scorsi numeri delle Clarissein Uruguay, vi dono 80 euro. Volevousarli diversamente, ma il freddissimo in-verno credo abbia provato duramente ipiù poveri tra i poveri. Queste suoresono un aiuto indispensabile per la lorogente e non devono ammalarsi per ilfreddo…- Una benefattrice dalla Germania -

Sofferenza, amore e gratitudine – Le vostre lettere

Padre Geoffrey Owacgiu era un gio-vane sacerdote della diocesi diNebbi, in Uganda quando ricevette,grazie alla vostra generosità, una mo-tocicletta per far fronte ai suoi com-piti pastorali. Questo avvenne 13anni fa. «Non potete immaginare –scrive ora – quanto sia stato preziosoil vostro aiuto per il popolo di Dio,quante anime sono state salvate gra-zie a questo mezzo di trasporto».Utilizzato sia per l’apostolato nellescuole che nel lavoro con i giovani,ne usufruiscono cinque parrocchie.Tuttora, percorre ogni giorno almeno15 km su strade sterrate o sabbiose.E funziona ancora! Talvolta lo usanoanche collaboratori di altre diocesi,perché senza queste due ruote non sarebbe possibile celebrare tutte leMesse o tenere tutte le lezioni di catechismo. Padre Geoffrey è ancora «pienodi gratitudine nei vostri confronti».

JohannesFreiherrHeereman,Presidente esecutivo

Cari amici, sempre, di nuovo e a voltequasi con una certa preoccupazione,viene posta la domanda su che cosarappresenti la rifondazione della no-stra Opera da parte del Santo Padre;quali ne siano state le cause e quali leconseguenze. Per decenni, l’Opera èstata diretta con mano ferma dapadre Werenfried e, per questo, nonaveva primaria importanza comefosse strutturata. In un certo qualmodo, era come se lui stesso la te-nesse “tutta insieme”. La precedenteforma giuridica prevista dall’Ordi-namento canonico per un’Associa-zione universale di "Fondazione didiritto pontificio" quale noi era-vamo, è adatta per regolare il fun-zionamento delle comunità religiose,non per un’Opera che riunisce per-sone che perseguono un comuneobiettivo, qual è quello di aiutare,con la preghiera e con le donazioni,fratelli e sorelle nella fede che sof-frono. Per perseguire questo scopo èassai più indicata la nostra nuovaforma giuridica di Fondazione di di-ritto pontificio che consente di raf-forzare l’unità e rendere più semplici,veloci ed efficaci tutte le procedure.L’Aiuto alla Chiesa che Soffre conti-nua quindi a essere un’Opera indi-pendente di cristiani che agisconoper solidarietà verso i cristiani perse-guitati e sofferenti e questo, tuttora,solo grazie al vostro aiuto!

L'Eco dell'Amore N. 4-2012Direttore responsabile:Mons.Sante Babolin -Redazione: Jürgen Liminski - Editore:Aiuto allaChiesa che Soffre - Piazza San Calisto 16 -00153 Roma - Con approvazione ecclesiastica -Registrazione del Tribunale di Roma N. 481 del24 novembre 2003 Sped. A.P. - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2,DCB Milano.

Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) - Sede Nazionale: Piazza San Calisto 16 - 00153 RomaTel. 06.6989.3911 - mail: [email protected] - Bressanone: Via Hartwig 9 - 39042 Bressanone -Milano: Corso Monforte 1 - 20122 MI - Tel. 02.7602.8469 - Siracusa: Via Pompeo Picherali 1(Sede) - Piazza Duomo 5 (Recapito postale) - 96100 SR - Tel. 0931.412.277Offerte: CCP N. 932004 - Bonifico bancario. Coordinate bancarie: Intesa Sanpaolo S.p.A.

IBAN IT 11 H 03069 05066 011682210222.I suoi dati personali sono utilizzati al fine di promuovere le iniziative di Aiuto allaChiesa che Soffre. Ai sensi del D.L. 196/2003, lei potrà esercitare i relativi diritti,rivolgendosi ad »Aiuto alla Chiesa che Soffre« - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma.

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