ANDRO Il Servo di Dio Alessandro Nottegar · Il Servo di Dio Alessandro Nottegar I ... Il racconto...

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Piccoli come bambini Per camminare insieme alla Comunità Regina Pacis Il Servo di Dio Alessandro Nottegar I L NOSTRO SERVIZIO AI POVERI SEGUENDO LESEMPIO DI S ANDRO U NA FESTA DELLA FEDE ALLO STADIO O LIMPICO DI ROMA NOTIZIE DALLE MISSIONI A ROMA CON IL PAPA 41 Novembre 2014 ESEMPIO DI SPOSO, DI PADRE E DI MEDICO

Transcript of ANDRO Il Servo di Dio Alessandro Nottegar · Il Servo di Dio Alessandro Nottegar I ... Il racconto...

Piccoli come bambiniPer camminare insieme al la Comunità Regina Pacis

Il Servo di DioAlessandro Nottegar

IL NOSTRO SERVIZIO A I POVERISEGUENDO L’ESEMP IO D I SANDRO

UNA FESTA DELLA FEDE ALLO STAD IOOLIMPICO DI ROMA

NOTIZIE DALLE MISSIONI

A ROMA CON IL PAPA

41

Nove

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e

2014

ESEMPIO DI SPOSO, DI PADRE E DI MEDICO

Libri

L’Editorialedi Luisa Scipionato

Carissimi amici,

Sandroè tornato a casa!

vorrei condividere con voi la gioia per il ritorno a casadel mio e nostro amatissimo Sandro. È tornato nellasua famiglia e nella sua comunità lo scorso 19settembre, esattamente 28 anni dopo che il Signorel'aveva chiamato a Sé. Tantissime persone hanno voluto venire in comunitàper accoglierlo insieme a noi: da tante parti d'Italia,dal Brasile, dall'Ungheria, dalla Bosnia e dallaSpagna semplicemente per stargli vicino, peraffidargli un'intenzione di preghiera... E il donogrande di avere con noi il nostro Vescovo Zenti, e poiil Relatore e il Postulatore della Causa diBeatificazione insieme a tanti altri sacerdoti che ciaiutano e ci vogliono bene.I miei figlioli temevano per me, che soffrissi troppoad accogliere in casa le spoglie di Sandro; invece ilsuo ritorno non è stato segnato dal dolore ma dallagioia, una gioia che ci ha fatto pensare al Paradiso.È vero che Sandro è sempre stato con noi, anche senon lo vedevamo più, e ce ne ha dato tantissimisegni. Ma, avere il suo corpo di nuovo a casa, è unagrazia tutta speciale e ora, quando vado in cappella,mi piace pregare seduta sulla panchina accanto a lui. La sua semplice tomba di sasso bianco ci ricorda chela vita terrena passa presto e dopo c'è un'eternitàche ci aspetta nella luce e nella pace di Dio. Ci ricorda anche che vale la pena di spendere lapropria vita per Cristo e di scommettere tutto sul

Vangelo, come ha fatto lui. Ci ricorda infine che lafamiglia è chiamata alla santità. Sì, cari amici, dobbiamo gridare al mondo che Dioha un bellissimo progetto di amore sulla famiglia.Questo progetto ce lo ha ricordato Papa Francescodurante la meravigliosa Convocazione delRinnovamento allo Stadio Olimpico lo scorso mesedi giugno: "Le famiglie sono la Chiesa domestica,dove Gesù cresce nell'amore dei coniugi, crescenella vita dei figli. E per questo il nemico attaccatanto la famiglia: il nemico non la vuole! E cerca didistruggerla... Gli sposi sono peccatori, cometutti, ma vogliono andare avanti nella fede, nellaloro fecondità, nei figli e nella fede dei figli.". E noiche eravamo all'Olimpico in cinquantamila,volevamo proprio dire con la nostra presenza cheintendiamo andare avanti nella fede, che vogliamolottare per difendere i valori cristiani e la famiglia,perché dove c'è Cristo c'è vita e c'è speranza, dovemanca Dio c'è solo tenebra e morte e disperazione. È questo il messaggio che cerchiamo di trasmettereanche ai bambini e ai ragazzi delle favelas cheaccogliamo ogni giorno nelle nostre scuole inBrasile. Vorrei ringraziare tutti voi che ci date lapossibilità di portare avanti questa missione con leadozioni a distanza: So che non è facile, soprattuttoin questi tempi di crisi, ma vi posso assicurare che nevale la pena!

Cd e DVD

PICCOLI COME BAMBINILuisa Scipionato Nottegarpagine 205

Questo libro, scritto da Luisa Scipionato,moglie del dottor Alessandro, racconta lastoria della famiglia Nottegar e del suo “sì”dal quale, con l’intervento straordinariodella Provvidenza, è nata la ComunitàRegina Pacis.

CORAGGIO, FRATELLO!a cura della Comunità Regina Pacispagine 158

“Coraggio, fratello!” era la frase tipica del Servo di Dio dr Alessandro Nottegar.Un libro per conoscere la sua vita e la suaamicizia con Dio. Contiene testimonianzedi chi lo ha conosciuto e di grazie ricevute.

SIAMO NELLE MANI DI DIOdi Luisa Scipionato Nottegar

pagine 226

Questo volumetto, estratto da “LaPiccolissima Via”, rappresenta uno strumentodi facile consultazione che permette di averesempre con sé pensieri che aiutano lapreghiera.

ALESSANDRO NOTTEGARE LA COMUNITÀ REGINA PACISProduzione Luci Nel Mondo

Il nuovo DVD doppio cheracconta la vita del Servo di Diodottor Alessandro Nottegar e dellaComunità Regina Pacis, attraversole voci di tante persone che lohanno conosciuto nelleesperienze in Brasile e a Verona.

MAIS LONGEComunità Regina Pacis

Il CD, prodotto per favorirel’evangelizzazione dei giovani,contiene 12 brani, scritti ed eseguiti dal gruppo “Regina Pacis”, formato da Rangele suor Juci, membri interni dellaComunità di Fortaleza (Brasile) eda altri amici che la frequentano.

Per ricevere il materiale chiedere informazioni in Comunità: 045-551292, [email protected]

Mat

eria

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IL MEDICO DEILEBBROSI

LA VITA DEL SERVO DI DIO ALESSANDRO NOTTEGAR

IL MEDICO DEI LEBBROSIa cure della Comunità Regina Pacispagine 44

Un nuovo libro che, in modopiacevole, racconta la vita del Servodi Dio Alessandro Nottegar, fondatoredella Comunità, anche attraverso letestimonianze della moglie, delle trefiglie e di chi lo ha personalmenteconosciuto.

NOVITÀ!

NOVITÀ!

NOVITÀ!

Questa rivista viene inviata a quanti ciseguono con affetto e ci aiutano in varimodi. Non prevede quota di abbonamento.Uniamo tuttavia il bollettino di ccp pereventuali offerte per le spese di stampa ea sostegno delle nostre opere caritative.L’edizione di questa rivista è interamenterealizzata da volontari della ComunitàRegina Pacis.

Storia DELLa CoMuNitàil Matrimonio - ii^ ParteIl racconto della nostra storia a puntatedal libro “Piccoli come bambini”

SPECiaLE: La traSLazioNEaccolto nella sua ComunitàIl resoconto della traslazione del corpo del Servo di Dio Alessandro Nottegardi Alessandro Tozzi

il Vangelo che continuaLa vita del Servo di Dio raccontata dal Relatore della Causa di Beatificazionedi Mons. Claudio Iovine

Grazie ricevuteDue testimonianze di grazie ricevute dadue donne brasiliane, per l’intercessionedi Alessandro

L’aNGoLo DEi BaMBiNiun cuore libero per il SignoreLa storia di Alessandro Nottegar a fumettidisegni di Luis Garcia

NotiziELe notizie più importanti in breve

Sotto la protezione di alessandroI bambini affidati al Servo di Dio

MatEriaLELibri, CD e DVDLe novità da non perdere che abbiamo preparato

SPirituaLitàil regalo dello Spirito SantoL’incontro a Roma con il Santo Padre nella Convocazione del RnSdi Beatrice Baldinotti

MiSSioNiLe nostre missioni in BrasileIl racconto della nascita della missione in Brasiledi Rita Zanolli

Feira: “Sono contro la violenza”Un’interessante attività per far crescere i bambinidi sr Kassia de Jesus

Quixadà: attività straordinarieLa varietà del lavoro svolto nella nostra scuoladi Anna Rita Rancan

Fortaleza: “Mais Longe”Il nuovo CD della Comunitàdi sr Eva Farias

Medjugorje: Estate “al servizio”Due esperienze di servizio vissute con i giovanidi sr Annarita Filippi

Budapest: ida, la ballerinaLa sconvolgente storia di una donna che la Comunità visita regolarmentedi Giordano Giordani

TESTIMONIANZE

L’esperienza a Roma

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il racconto a puntate pag. 19Notizie dalle missioni pag. 10 La traslazione di alessandro pag. 21

In questo numero

Piccoli come bambiniPer camminare insieme

alla Comunità Regina Pacis

IN COPERTINA

Alessandro tiene in braccio lasua prima figlia Chiara, invacanza in montagna

Seg

uici!

Contattiwww.reginapacis.vr.it

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Per ricevere informazioni scrivi a:

[email protected]

Se vuoi condividere le tue intenzionied affidarle alle nostre preghiere,che noi presenteremo al Signorenella S. Messa quotidiana e nell’Adorazione Eucaristica, scrivi a:

[email protected]

SOS preghiera

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SANDROÈTORNATOACASA!Le fotografie

La giornata raccontataattraverso alcune immaginisignificative.

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Varie testimonianzedell’esperienza vissuta aRoma con il Rinnovamentonello Spirito.

L’incontro con il Papa pag. 6

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Piccoli come bambini novembre 2014Registrato presso il Tribunale di Verona n. 1717 del 31/07/2006Direttore responsabile: Paolo AnnechiniRedazione: Fondazione Regina Pacis - via Bonuzzo S. Anna 11 - 37128 Veronatel 045/551292 - fax 045/5112404 - [email protected]

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conflitto. Con Papa Francesco, allaChiesa viene data una seconda chan-ce; lui non smette di dirci: “Andateper le strade! Se conoscete l’amoredi Gesù andate a raccontarlo allagente! Nessuno è troppo giovane,né troppo anziano: la grazia delloSpirito Santo è un dono per tutti”.

L’UNITÀ

Salvatore Martinez, rispondendo alPapa, dice: “Continueremo a lavorareper l’unità! Vogliamo fare dell’unitàil segno della nostra credibilità ec-clesiale. Questa è la nostra respon-

sabilità e ri-chiede umiltàe fatica...Cia-scuno di noi èstato convoca-to per ricevereun mandatodallo Spirito, apartire dallachiamata adessere evange-lizzatori”.

Gilberto Gomes Barbosa: “Noi siamofiumi di grazia e in questa correntesiamo solo dei servitori...” e dopoaver invitato i due leader: SalvatoreMartinez e Michelle Moran ad avvi-cinarsi a lui sul palco, ha detto. “Fac-ciamo una promessa davanti a tuttie chiediamo il sostegno della pre-ghiera affinché possiamo essere“uno”, che significa pensare insiemenello Spirito”.Una esortazione spirituale affidataa Michelle Moran ha costituito ilmandato, consegnato ai presenti, aconclusione dei due giorni: “Quandoandremo via da qui, non vogliamofarlo semplicemente con un bel ri-cordo...ma dobbiamo andare via daquesto luogo consapevoli di esserestati visitati profondamente dalloSpirito”.Il prossimo appuntamento sarà inPiazza S. Pietro a Pentecoste 2017.Voi ci sarete?

Lo Stadio Olimpico di Roma èstato definito un Cenacolo acielo aperto. Le bandiere di

tutto il mondo hanno accompagnatol’ingresso nello Stadio della Parola edella croce, come segno che tutti ipopoli affluiscono verso Cristo perincontrarlo. La gioia scaturisce in maniera di-rompente e incontenibile e arriva alsuo culmine con la visita, nel pome-riggio del primo giorno, di Papa Fran-cesco, evento unico nella storia delRinnovamento. Abbiamo ancora impressi nella mentei suoi gesti: egli canta con le manialzate e gli occhi chiusi, interagiscecon il Presidente del Rinnovamentonello Spirito in modo spontaneo eprivo di formalismi, non teme di in-ginocchiarsi per pregare e riceverela preghiera delle migliaia di fedeli

presenti nello stadio.

LE PAROLE DEL SANTO PADRE

Con il suo stile di grande semplicità,ormai noto, ha ringraziato per l’ac-coglienza che lo ha fatto sentire “acasa” e tra le prime parole che hapronunciato c’è anche la definizionedel RnS: “una corrente di grazia nellaChiesa”, nata da una volontà delloSpirito Santo e il primo dono delloSpirito Santo è il dono di sé stesso,che è amore e fainnamorare diGesù. Il Rinnovamentocarismatico si fon-da sull’adorazionea Dio, ed è unagrande forza al ser-vizio dell’annunciodel Vangelo, nella

gioia dello Spirito Santo; il Papa siaspetta dal Movimento la conversioneall’amore di Gesù che cambia la vitae fa del cristiano un testimone del-l’amore di Dio. Non sono mancatiammonimenti e raccomandazioni,che scaturiscono dal suo cuore dipadre: non diventare mai “controllori”della grazia di Dio, non cadere nel-l’eccesso dell’organizzazione, avvi-cinarsi ai poveri, che sono la carneferita di Gesù ed infine custodire a

tutti i costi l’unità,che rende credibilela testimonianzadel Vangelo.

I VARI RELATORI

I relatori hannodato il proprio con-tributo a partire dal titolo della Convo-

IL REGALODELLOSPIRITOSANTO

L’eventoUn momento difesta, animato daigiovani sul pratodell’Olimpico,durante laConvocazione

di Beatrice Baldinotti

cazione: “Convertitevi, credete, ri-cevete lo Spirito Santo.”Il Card. Angelo Comastri: “Convèrtiti!Apri il cuore al Signore, senza ambi-guità, senza riserve, senza lasciarezone d’ombra dentro di te! C’è unaverità che è necessario diffondere, ilpeccato è amaro, ha un volto sedu-cente, ma dentro di sè ha un nocciolovelenoso e autodemolitore... La gioianon si compra con i soldi. Niente enessuno può sostituirsi a Dio”.Patti GallagherMansfield: “...Il Si-gnore ascolta lenostre preghiere...Una preghiera pergli sposi, affinchéle grazie siano do-nate, ma anche pertutte le personeche sono coinvolte

nella famiglia. Le parole centrali sono:perdono, perdono, perdonate; quan-do pregate, perdonate...fate unascelta, prendete una decisione! Siatepronti a dire,oggi, “no” al peccato e“sì” a Dio”.Padre Raniero Cantalamessa: “Cre-dete! È mediante la fede in Gesù Cri-sto che si ottiene lo Spirito Santo e ilRinnovamento carismatico deve es-sere un sussulto di speranza per laChiesa, perché è la speranza che fa

risorgere il cuore!”.Ralph Martin:“Sempre di più noidobbiamo riceverelo Spirito Santo,per poter avere ilcoraggio, l’amoree la forza di esseretestimoni di Gesùin un tempo di

“Il primo donodello SpiritoSanto è il donodi sè stesso, cheè amore e fainnamorare diGesù”.

“Il peccato èamaro. La gioianon si compracon i soldi.Niente e nessunopuò sostituirsi aDio”.

Papa Francesco durante la ConvocazioneNazionale del Rinnovamento nello Spirito,

allo Stadio Olimpico di Roma.

La ComunitàRegina Pacis hapartecipatoall’incontro delRinnovamentonello Spirito chesi è tenuto aRoma allo stadioOlimpico i giorni1-2 giugno 2014. Due giorni dipreghiera, di lodee di festa, insiemea 52000 persone ea Papa Francesco,che hannolasciato unsegno profondo.

Roma, stadio olimpico, cinquanta-duemila persone che con canti e

balli, alzando le braccia al cielo lodanoGesù e invocano lo Spirito Santo.Ti aspetti che sul palco allestito al cen-tro del terreno di gioco, preso a pre-stito dal concerto di Ligabue della seraprima, ci sia ancora il Liga, o un altrocantante rock; invece c'è una grandeCroce con il Cristo.Sono un po' confuso, a disagio, guardola folla e non partecipo, pensando cheper pregare sia necessario un compor-tamento più contenuto, raccolto. Que-sta modalità esageratamente platealenon mi appartiene. Mi sorge anche ildubbio di aver sbagliato a venire.Un aiuto inaspettato arriva quando ilSanto Padre Francesco ci confida che,quando ha incontrato per la primavolta il Movimento Carismatico, moltianni prima in Argentina, ha pensatoche fossero...”una escola do samba”.Ho pensato che ero in buona compa-gnia, perché se anche il futuro Papa haavuto quella prima impressione, nonero proprio fuori di testa.Poi ho ascoltato tutto quello che hadetto Papa Francesco ed ho capito.Mi sono chiesto: “Perché accetto comenormale che ad un concerto i parteci-panti urlino a squarciagola il nome delcantante di turno, che sentirà unboato, ma non percepirà ogni singolavoce, e invece trovo strano che quelliche stanno intorno a me invochino convigore il nome di Gesù, che sente ognisingola voce?”.Ho capito che non dovevo capire conla mente e sentire con le orecchie, do-vevo solo ascoltare con il cuore.

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Testimonianze

Siamo tornati con il desiderio digridare a tutti: “Gesù è il Signore”

Roma, Stadio Olimpico 1-2giugno 2014 “Convertitevi!

Credete! Ricevete lo SpiritoSanto! Per una Chiesa in uscitamissionaria”. Queste parolepronunciate da Papa Francescosono diventate il tema portantedella grande festa della fede or-ganizzata a Roma, allo StadioOlimpico, in occasione della 37a

Convocazione del Rinnova-mento nello Spirito, che havisto “scendere in campo” PapaFrancesco come il più grande“Fuoriclasse” della storia.È la prima volta che un Papaentra in uno Stadio per presen-ziare ad un evento organizzatoda un Movimento.Tra le 52 mila persone chehanno riempito di festa e di ca-lore lo Stadio Olimpico, c’eranoanche alcuni di noi della Comu-nità Interna ed Esterna, bam-bini, giovani, anziani, sacerdoti,

Ascoltare con il cuore

GESÙ ÈIL SIGNORE!

Due giorni vissuti come Chiesa, attorno alSanto Padre, nella lode e nella gioia cristiana!

Noi della comunità di Medjugorje abbiamo cercato di seguire il più possibilela Convocazione attraverso la TV. Abbiamo ascoltato con attenzione gli in-

terventi dei vari relatori all'Olimpico, ma la grazia grande per me è arrivata du-rante la preghiera di effusione. È difficile esprimere ciò che ho vissuto: mi sonoritrovata con le lacrime agli occhi e il cuore ricolmo di gioia e di pace. Sentivoforte la presenza di Gesù che mi ridava l'entusiasmo e la gioia di appartenere aLui, nella Chiesa e nella Comunità Regina Pacis. Lo Spirito Santo risanava le ferite

del mio cuore e lo riempiva di amore per i po-veri, facendomi capire che, andando a tro-vare loro, posso consolare Cristo stesso. A uncerto punto mi sono detta: "Ma cosa mi stasuccedendo? Come si fa a piangere davanti auno schermo?". Ma io in realtà la televisionenon la guardavo più, perché la cosa più bellanon era sullo schermo, ma dentro di me.

Quello che ho riportatoda Roma è una

grande gioia, impossibileda contenere: la gioia diappartenere a Cristo e allaChiesa Cattolica e unfuoco rinnovato di dare te-stimonianza della miafede. I frutti poi di questa espe-rienza li ho potuti vedereanche nei miei figli:Marco (18 anni) è rimastocolpito da Ralph Martin,quando ha detto che, perevangelizzare, non è ne-cessario studiare o impa-rare delle tecniche, maserve solo avere incon-trato Gesù. Vedere poitutte quelle persone riu-nite per il Signore gli hafatto sperimentare la bel-lezza della fraternità edell’unità.Letizia (14 anni) ha sentitoforte la potenza della mu-sica che suscita entusia-smo e coraggio.Miriam (13 anni) è rimastaletteralmente folgoratada questa esperienza e si èinnamorata dello stile delRinnovamento. Adessoprega con una consapevo-lezza diversa, fa adora-zione, va alla messaspesso, suona la chitarra ecanta solo canzoni cri-stiane. Grazie Signore!

Avevo chiesto al Signoredi farci incontrare dei

Croati ma, quando li hovisti arrivare in gruppo conle bandiere, e sedersi suglispalti proprio sotto di noi,in uno stadio con 52000persone, ho avuto un tuffoal cuore. Alla prima pausa,

suor Francesca, Emanuelae io siamo andate apresentarci ed è stato"amore a prima vista". Un amore che dura ancoraoggi e che certamente nonè frutto della nostrasimpatia, ma dallo Spiritoche ci raduna nell'unità.

Italiani eCroati unitidallo Spirito

Nonostante le titubanzeiniziali, partecipare all’in-

contro a Roma con il Papa èstata un’esperienza unica. Tro-varsi con così tante personeche condividono la fede, la-sciarsi trasportare dall’entu-siasmo generale e, infine,ricevere l’effusione dello Spi-rito, sono cose che mi hannocambiato profondamente. Lavisita del Santo Padre e le te-stimonianze ascoltate mihanno fatto sentire tutt’unocon la Chiesa e mi hanno spro-nato a vivere più radicalmentenella mia quotidianità.

Una gioia impossibile dacontenere!

Ho ricevuto l’effusione per televisione!

Sono cambiatoprofondamente

Papa Francesco:un vero “fuoriclasse”!

frati, suore. Due giorni straordinari, ricchi dimomenti di preghiera, rifles-sione, balli e canti, in cui il vero,grande “Vincitore” è stato“Gesù, il Signore e Salvatoredella storia”.È stato emozionante ritrovarcinuovamente all’interno dellacorrente di Grazia che è il Rin-novamento nello Spirito. Cisiamo sentiti a “casa” e il nostrocuore era pieno di gioia perquesta unità nuova, in cuiognuno era speciale per gli altri;ci siamo sentiti come tanti fra-telli di un’unica grande Fami-glia.Abbiamo avuto il privilegio divivere un tempo di Grazia stra-ordinaria e di Benedizione pertutti, in cui è stata invocata unarinnovata effusione dello Spi-rito Santo sulla Chiesa e sulmondo.Ci siamo ritrovati spesso con gliocchi inumiditi dalle lacrime perla presenza straordinaria edolce dello Spirito Santo, cheha veramente soffiato forte inquei giorni, donandoci tantaGioia, un nuovo slancio per lapreghiera personale e comuni-taria, di adorazione, lode e in-tercessione e il desiderio fortedi ritornare nella nostra Comu-nità e nelle nostre case per an-nunciare a tutti che veramenteGesù è il Vincitore della nostravita e dell’Umanità!

A destra:Papa Francesco

inginocchiatomentre viene

invocato loSpirito Santo.

A sinistra:Un momento

dell’adorazioneeucaristicavissuta allo

stadio.

Alessandro

Giordano

Suor Annarita

Chiara

Matteo

Roberta

Due gocce sul letto

Durante una visita, siamo stati in unquartiere di periferia, dove c’eranotante baracche fatte di tela, stracci elegno. Dentro vivevano famiglie in-

tere, accampate in qualche modo. I bambini correvanoscalzi e ne sbucarono a decine quando cominciammoa donare caramelle e biscotti. Su un muro di una vecchia fabbrica qualcuno avevascritto quelle poche righe. Era la prima volta che aFeira vedevo tutte quelle persone abitare in tende chesi riempiono di fango quando piove. Chi dice che inBrasile non c’è più povertà, forse è perché quandopiove non ha due gocce che gli cadono sul letto.

del quartiere. Con striscioni, cartelli e bandiere,siamo partiti dalla scuola e,cantando canzoni e gridando slogancontro la violenza, abbiamopercorso il bairro Renascer eterminato la nostra camminata aipiedi di Gesù nella nostra cappella,pregando per la pace nella nostra

La violenza è uno dei principaliproblemi che i nostri bambinie le loro famiglie si trovano a

vivere. Il numero delle mortiviolente, dei furti, delle rapine edella violenza domestica, qui a Feirade Santana, è altissimo. Bastipensare che, dall’inizio di questoanno scolastico, tre papà di bambinidella nostra scuola sono mortiassassinati. Avendo a cuore la formazioneumana dei nostri piccoli, abbiamorealizzato diverse attività, permostrare che solo nella pace e nellaconvivenza civile c’è la vera felicità.

Il nostro progettoUna delle attività più simpatiche eriuscite è stato l’incontro che si èsvolto all’asilo tra due poliziotti e inostri bambini, per mostrare loroche la polizia ha il compito diproteggerli e che, quando ne hannobisogno, possono chiamarla senzapaura. Il nostro progetto “io contro laviolenza” si è concluso con unamarcia della pace, che ha coinvolto igenitori e un’altra scuola materna

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medie. Vengono dalle zone più po-vere. Ci teniamo a scegliere i piùbisognosi. Pensate che, nel pe-riodo delle iscrizioni, chiediamoalle nostre insegnanti di andarepersonalmente nelle favelas perverificare sul posto i casi più biso-gnosi. Le nostre maestre sonogente del posto; a noi italiani po-trebbero “darla da intendere”, maa loro no. Questi alunni vengono accolti a ti-tolo gratuito. Lavoriamo sodo, in-sieme agli insegnanti, per offrireloro un’istruzione di qualità, un’ali-mentazione regolare (forse la cosache per ora apprezzano di più!) euna formazione umana basata suivalori cristiani.Quando necessario, paghiamo perloro visite mediche specialistiche

perché, per noi, non sono soloalunni, ma figli. Ci sentiamo ono-rati di poter lavorare con i poveri.E, come diceva il nostro fondatoreSandro, anche noi ripetiamo:“Vedo in loro mio padre, miamadre, mio fratello, i miei figli”.

AL SERVIZIO DEI PIÙ POVERI

Oggi la Comunità Regina Pacis èpresente in tre diverse città delBrasile: a Quixadà, a Feira de San-tana (dal 1998) e a Fortaleza (dal2005). In ogni missione lavoriamocon i bambini più poveri. Le nostrescuole sono sostenute economica-mente soprattutto grazie alle ado-zioni a distanza con l’Italia: unarisorsa importante che ci permettedi lavorare con la serenità di unaiuto regolare.

LE NOSTRE MISSIONI IN BRASILE

di Rita Zanollimissionaria in Brasile con la famiglia dal 1990

LACOMUNITÀ SVOLGE DA 24ANNI UN’INTENSAATTIVITÀDIEDUCAZIONEA FAVOREDEIBAMBINI PIÙ POVERI.Era il lontano 16 luglio 1990

quando i primi bimbi varca-rono la soglia della nostra

scuola di Quixadà. Figli di corag-giosi genitori che, vincendo la na-turale diffidenza verso quegliitalianos un poco strambi, si arri-schiarono a consegnarci per qual-che ora i loro piccoli. Forse perchéavevano sentito che avremmodato loro la merenda… E la fameera tanta. Ricordo ancora che iprimi giorni vedevamo bambini di3-4 anni mangiare, anzi divorare,quello che presentavamo in tavola.Uno, due, tre piatti. Avevamopaura che scoppiasse loro la pan-cia. Si nascondevano biscotti epezzi di pane nei pantaloncini perpaura di non trovarne più il giornodopo… Bimbi con le teste piene dipidocchi. Bimbi che non avevanomai visto un water. Bimbi con gliocchi pieni di gratitudine.

SIAMO CRESCIUTI!Ora quei pochi bambini intimiditisono diventati 800! 800 studentipieni di vita che varcano ogni mat-tina i nostri cancelli: dai teneris-simi piccoli della scuola maternaagli impegnativi adolescenti delle

Nelle foto qui sopra:alcuni momenti presi durante

una normale giornata di attivitànelle nostre scuole in Brasile.

Feira de Santana

“SONO CONTRO LA VIOLENZA”di sr Kassia de Jesus

Alcuni momenti significatividella “Camminata per la pace”organizzata dalla nostra scuola“Gesù Bambino” e dell’incontro

con la polizia locale.

città e nel mondo intero. Con questamanifestazione abbiamo voluto direa questo quartiere e a tutta la cittàche, per costruire la pace, bisognauscire dal silenzio che spessoalimenta la violenza e dare voce aldiritto di questi bambini a vivere ecrescere in un ambiente sano epacifico.

A FEIRA EDUCHIAMO I BIMBI A NON RITENERE“NORMALE” LA VIOLENZA NELLAVITAQUOTIDIANA

“Abito in una baracca di tela.Devo sopportare due gocce che cadono sul mio letto, notti fredde,di molta insonnia.Colpa delle gocce che cadono sul mio letto”

Nella foto qui a lato:La poesia scritta sul muro

São João

Una festa molto sentitaper il Brasile, nellaquale si festeggia lanascita di sanGiovanni Battista

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mata dagli alunni della scuola.

I MESI DI AGOSTO E SETTEMBRE

Agosto, qui in Brasile, è il mese de-dicato alle vocazioni: sacerdotale,familiare, religiosa e laica. Ogni set-timana, soprattutto durante l’ora direligione, si trattava questo tema e,nella settimana della famiglia, ab-biamo organizzato una festa spe-ciale per tutti i papà, con canti,danze, scenette e giochi e, alla fine,una bella fetta di torta per tutti.Settembre invece è il mese dedi-cato alla patria: il giorno 7 settem-bre, in tutto il Brasile, si tengono leparate dei militari, della polizia edelle scuole. Anche la nostra scuolaha partecipato alla parata nel cen-tro di Quixadá: era uno spettacolovedere i piccolini del Centro Infan-tile sfilare insieme ai più grandidella scuola materna, elementare emedia con bandiere e cartelloni!

L’ASSEDIO DI GERICO

Ma, da un punto di vista religioso,settembre è anche il mese dedicatoalla Bibbia; perciò i nostri formatorihanno accompagnato gli alunni inmomenti di riflessione e preghierain cappella, cercando di trasmet-

tere loro la bellezza della Parola diDio. In questo senso, una tappamolto speciale è stata quella del-l’Assedio di Gerico (giornate dedi-cate all’adorazione eucaristica aturno), cui anche la scuola ha par-tecipato. I bimbi venivano in cap-pella classe per classe, per fare leloro preghiere davanti al Santis-simo; le maestre si davano il turnoper fare un’ora di adorazione, poi laComunità Esterna, i gruppi di pre-ghiera e naturalmente la ComunitàInterna. E, per concludere l’Assediodi Gerico, una bellissima proces-

sione nel patio della casa con i bam-bini delle tre classi della materna,che seguivano Gesù cantando esuonando le trombette, i tamburi ei cembali per far crollare le “mura diGerico” che rappresentavano i pec-cati capitali da abbattere. È unameraviglia vedere questi bambiniaprirsi alla fede, gustando la gioia distare con Gesù.

I GIOCHI DI INTERCLASSE

Ci sono stati poi anche i giochi di in-terclasse delle scuole medie, ed oraci stiamo preparando a festeggiarela settimana del bambino con atti-vità speciali. Tutte queste attività straordinarie siintrecciano benissimo con il nor-male programma scolastico perchéogni argomento viene prima trat-tato teoricamente nelle singole ma-terie e poi realizzato con fantasiaattraverso il canto, la danza e il tea-tro. A nome di tutti i nostri bambini e ra-gazzi, vogliamo ringraziare tutti voiche, tramite l’adozione a distanza,date loro la possibilità di studiare,mangiare e ricevere una solida for-mazione umana e spirituale nellanostra Escola Rainha da Paz!

ATTIVITA’

Carnevale

Feste e momenti digioco per insegnare avivere il carnevale inmodo cristiano.

La solennità dell’Assuntaè arricchitadall’incoronazione dellastatua della Madonna

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24° anniversariodella Comunità

S. Messa presiedutadal Vescovo di Quixadà, mons. Pignoli

5Giorno della patriaIn questa sentitaoccasione abbiamosfilato con tutte le nostreclassi

Giochi diinterclasse

In settembre, le nostresquadre si sono battutecon onore in questi giochi.

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STRAORDINARIEOLTRE ALLE NORMALIATTIVITÀ EDUCATIVE, LASCUOLA DI QUIXADÀREALIZZA MOLTISSIMEATTIVITÀ EXTRA-SCOLASTICHE, PER FORMARE IBAMBINI A TUTTI I LIVELLI

31 Festa del 15 Agosto

diAnna Rita Rancan

Dopo il mese di pausa per levacanze e i mondiali di cal-cio, a metà luglio la nostra

scuola ha ripreso tutte le sue atti-vità, quelle quotidiane e quelle stra-ordinarie.Il 16 luglio abbiamo festeggiato il24º anniversario della Comunità diQuixadá con una bella Messa pre-sieduta dal nostro caro vescovo,S.E. mons. Angelo Pignoli e ani-

evangelizzazione, soprattutto per igiovani, anzitutto per coloro che nonconoscono l’amore di Dio e poi percoloro che già camminano nella fede,perché abbiano il coraggio d andarepiù avanti nella sequela di Cristo.Le canzoni sono state scritte daRangel Souza (della Comunità diFortaleza) e da suor Jucilene (dellaComunità di Quixadà) e sono tutteispirate alla spiritualità dellaComunità Regina Pacis.

IL SIGNIFICATO DEL TITOLO

Il titolo “Mais longe” significa “Piùlontano”, ed è associato allabicicletta sia nella foto di copertinasia nel progetto grafico. La bicicletta,infatti, è un mezzo di trasportoaccessibile a tutti; il fatto di non avereun motore ci costringe a usare lenostre gambe per andare avanti.“Mais longe” – “Più lontano” vuoldire missione, abbracciare unavocazione, investire sulla santità.

“Mais longe” – “Più lontano” vuoleanche ricordare il nostro fondatoreAlessandro Nottegar, che dopo aver“pedalato” nella vita al servizio diCristo, della Chiesa e dei più poveri, ètornato alla casa del Padre.

I MEMBRI DEL GRUPPO

Il gruppo “Regina Pacis” è compostoda Rangel Souza e suor JucileneRamos (membri della Comunità),Alexandre Feijão, Ednilsom Lima eAlencar Duarte. Dopo il “lancio” delCD avvenuto il 17 luglio di quest’annoin un teatro di Fortaleza, il gruppo èstato chiamato in vari incontri dievangelizzazione, per annunciare laBuona Notizia di Cristo, la nostraspiritualità e la figura del nostrofondatore Alessandro, attraverso lamusica e la presenza della Comunità.Se vi è venuta voglia di ascoltare lecanzoni, potete richiedere il CD“Mais longe” alla Casa Madre diVerona!

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iFortaleza Medjugorje

Voglio che vi facciate sentirenelle diocesi, voglio che siesca fuori, voglio che la

Chiesa esca per le strade, voglio checi difendiamo da tutto ciò che èmondanità, immobilismo, da ciò cheè comodità, da ciò che è clericalismo,da tutto quello che è l’essere chiusi innoi stessi”. (Discorso di PapaFrancesco ai giovani argentini a Riode Janeiro)“Oggi, […] tutti siamo chiamati aquesta nuova “uscita” missionaria.[...] uscire dalla propria comodità eavere il coraggio di raggiungere tuttele periferie che hanno bisogno dellaluce del Vangelo”. (EsortazioneApostolica Evangelii Gaudium, n.20).Papa Francesco invita con insistenzai cristiani a “uscire” e a non perderenella Chiesa una “tensione dimissione permanente”. Comerisposta a questo sentimento, cheporta con sé l’eco del mandato diGesù «Andate in tutto il mondo eproclamate il Vangelo a ognicreatura», abbiamo avuto l’idea diregistrare il CD “Mais Longe” delgruppo musicale “Regina Pacis”.

UNO STRUMENTO DI EVANGELIZZAZIONE

Fin dal principio, il CD è stato pensatoper essere un esplicito strumento di

IL NUOVO CD DEL GRUPPO “REGINA PACIS” DI FORTALEZA,PRODOTTO GRAZIE ALL’AIUTO STRAORDINARIO DI UN BENEFATTORE!

“MAIS LONGE”

Nella foto sopra: La copertina del nuovo CD

Nella foto a lato: Il concerto di presentazione del CD

Quest’estate ab-biamo avuto lagioia di avere con

noi alcuni giovani: Matteo eSara della “Tribù dei GIovani” di Verona e Rafael, mem-bro della nostra Comunitàdel Brasile. Con loro ab-biamo condiviso il nostroquotidiano, dalla preghieraal servizio ai nostri fratelli piùbisognosi.Così un pomeriggio siamoandati a trovare Sofija, unanostra carissima amica e vi-cina di casa, che ha passatoun periodo di depressionedopo la morte dell’amatomarito Nado. Sapevamo cheera il suo compleanno e vo-levamo farle una sorpresa: latorta preparata da Sara e lachitarra di Rafael hanno ani-mato la “festa”: Sofija nonse l’aspettava ed era al set-timo cielo. Mentre mangia-vamo la torta nella suacucina, abbiamo visto che lepareti avevamo proprio bi-sogno di una rinfrescata. ASofija è piaciuta l’idea, cosìsiamo tornati dopo un paiodi giorni armati di colore,

rulli e pennelli, ma anche disecchi e detersivi per fare unpo’ di pulizia. Sofija ci guar-dava stupita e soddisfatta;fra Marco, Matteo e Rafaelhanno iniziato subito a tin-teggiare mentre io e Sara cisiamo concentrate sulla pu-lizia di mobili, fornello, frigoe stufa a legna. Lavorando,pregando, cantando e man-giando le specialità croatepreparate da Sofija, la gior-nata ci è volata. Alla fine era-vamo stanchi ma feliciperché si vedeva nel volto diSofija la gioia. Come segnodi riconoscenza, lei ci ha vo-luto regalare un quadro be-nedetto da fra Slavko conuna Madonna fatta all’unci-netto. Sulla parete della cu-cina, però, rimaneva unvuoto e così noi, a nostravolta, le abbiamo regalato

un quadretto della nostrabellissima Regina dellaPace, disegnata da Luisa!

UNA POVERTÀ INCREDIBILE

Fra Karlo della parrocchia ciha segnalato una famigliache vive in una situazione dipovertà incredibile. Giu-seppe (il nome è di fantasia)e sua moglie hanno 6 figli: lapiccolina ha 4 mesi e gli altrisono in “scaletta”: 1, 2, 3, 4,e 9 anni. Abitano in una vec-chia scuoletta che ha solodue stanze: la cucina e la ca-mera dove dormono tutti eotto. Quando piove, l’acquaentra dal tetto e il soffitto ètutto nero, coperto dimuffa. La fognatura a cieloaperto è molto pericolosaper i bimbi. Il papà è disoccu-pato e trova solo qualche la-voro a giornata... Noisentiamo nel cuore ciò chediceva il nostro Sandro:“Non possiamo rimanere in-differenti davanti all’enormesofferenza che esiste nelmondo; se il Signore ci hadato dei talenti, dobbiamocondividerli con gli altri”.

ESTATE “AL SERVIZIO”I MESI ESTIVI SONO STATI SEGNATI DALLA PRESENZA DI ALCUNIGIOVANICHE SI SONOMESSI AL SERVIZIODEI POVERI DIMEDJUGORJE

Nella foto qui alato:La Comunità diMedjugorjeinsieme aMatteo, Sara eRafael,durante unavisita a casa diSofija.

Matteo e fra Marcodipingono la casa di Sofija

Sr Annarita e Sara durantele pulizie della casa di Sofija

La casa della famigliasegnalata dalla parrocchia

La pericolosa fognatura a cielo aperto

La visita a sorpresa a Sofija!

di sr Eva Farias di sr Annarita Filippi

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Èluglio e da qualche giorno io ela mia famiglia siamo ospitidella comunità di Budapest.

Agnese, consacrata laica della comu-nità, mi chiede di accompagnarla afar visita alla signora Ida.Ida (il nome è di fantasia) è una donnadi ottant’anni che vive sola, con uncane che ama come un figlio, in unoscantinato situato sotto il livello stra-dale: un locale di tre metri per quat-tro, con annesso un piccolo bagno.Ida vive in estrema povertà. Percepi-sce una pensione di cinquantamilafiorini al mese (circa 170 euro): venti-mila servono per l'affitto, altri venti-mila per luce e gas e i restantidiecimila non le bastano neanche perpagarsi le medicine.Con queste informazioni mi accingoad accompagnare Agnese in questavisita. Penso di essermi fatto un'ideadi quello che mi aspetta, ma, quandoarrivo davanti all'abitazione, mi rendoconto che la mia mente non è prepa-

intervento di ernia addominale checon il tempo ha ceduto. Dice che èanche diabetica, cardiopatica e iper-tesa; che i farmaci li assume saltuaria-mente, quando ha i soldi percomperarseli. Chiedo il permesso dimisurarle la pressione; le auscultoanche il cuore: sopra la magliettasento poco, ma mi basta per capireche il cuore non funziona molto bene.Agnese le riferisce che ha la pressionealta e che deve andare dal medico afarsi dare le medicine per la terapia.Lei ringrazia e dice che il Signore èbuono per quello che oggi io ho fattoper lei gratuitamente.Trattenendo a stento le lacrime, mifaccio coraggio e le chiedo di raccon-tarmi la sua storia.

LA BALLERINA

Ida è nata nel 1934 a Buda: figlia di unconte, ha vissuto l'infanzia e la giovi-nezza in una villa di dodici stanze. Hastudiato danza ed è diventata una

ballerina famosa. Ha ballato anche alMoulin Rouge a Parigi. A diciassetteanni ha sposato un austriaco, di unanno più vecchio di lei, che lavoravaalla radio ungherese come giornalistae cronista. Dal loro matrimonio è natauna figlia. Ha vissuto la sua giovi-nezza da ricca borghese tra Parigi e lavilla di Buda fino al 1956 quando, conla salita al potere dei comunisti, la si-tuazione è precipitata. Le sono statisequestrati tutti i beni, compresa lavilla. Con il marito e la figlia, è andataa vivere in un appartamentino. Nel1961 le muore il marito a soli 28 anni.Della figlia mi dice che vive in Belgio,ma Agnese mi sussurra che in realtà

vive in città, ma ha abbandonato lamadre al suo destino.Il suo racconto si ferma qui. Agneseaggiunge che due anni fa Ida è statatrovata da alcuni volontari sotto unponte di Budapest, dove viveva distenti.Durante tutto il racconto, Ida rimaneseduta sul bordo del letto, la voce ètranquilla, racconta una vita lontana,quasi non sua, mentre gli occhi neri sispostano alternativamente da me adAgnese.Solo quando ricorda i tempi in cuidanzava, si alza in piedi, con le bracciaaccenna ad alcune movenze di danzae, per un attimo, un istante impercet-tibile, quegli occhi neri rivedono lagiovane ballerina, le luci, il MoulinRouge… forse lei risente anche gli ap-plausi.Poi tutto si spegne. si siede sul bordodel letto e torna l'anziana donna cheparla al suo vecchio cane come a unfiglio.

rata ad affrontare la realtà che mi sipresenta davanti.Dalla strada, attraverso un cancel-letto di ferro, entro in un cortile;scendo cinque gradini, attraverso ilcortile, poi scendo altri otto gradini emi ritrovo in un corridoio seminter-rato, alla fine del quale intravedo unavecchia porta di legno che non vienepulita da decenni. Se non sapessi chequel posto è abitato, direi che sto perentrare in un ripostiglio dove qual-cuno ha abbandonato rifiuti di ognigenere. Ma, oltre la porta, c'è la casadi Ida.

DENTRO LA CASA

Appena entro, vengo investito da unodore nauseabondo. Tutto in quelluogo emana quell'odore: le pareti, lecose, il cane e anche Ida.Il mio istinto mi dice di andarmene,ma l'accoglienza di Ida, che salutaAgnese con gioia, e la naturalezza diquest'ultima, che entra in quel locale

come se fosse una normale abita-zione, mi fanno vergognare del miosentire. I piccoli di cui parla il Vangelosono questi, con le loro miserie e i loroodori. Mentre trovo un posto dove se-dermi (un cubo in finta pelle rossa enera), chiedo perdono a Dio del mioegoismo e cerco di vedere in Ida il mioprossimo.Nella casa il disordine è indicibile:sulla tavola sono ammassati cibo, fla-coni di detersivo e scatole di medici-nali.Il cane, un vecchio meticcio nero dipiccola taglia, dopo avermi annusato,si accuccia lentamente ai piedi dellapadrona; ha il pelo infeltrito come unvecchio maglione di lana.Chiedo ad Agnese notizie sulla salutedi Ida perché noto, sul suo addome,un rigonfiamento nella parte destra,grosso come un pallone da pallavolo.Ida, saputo che sono un medico, co-mincia a raccontare. Spiega che quelrigonfiamento è dovuto a un vecchio

IDA, LA BALLERINALa testimonianza di un nostro amico, ospite perqualche giorno nella Comunità di Budapest,dove ha potuto vivere il servizio agli anziani,che la Comunità svolge dal 1993.

diGiordano Giordani

Leggendo il libro “Torturato per Cristo”,si presentava a Luisa un quadro terribiledella Chiesa dell’Est. Si conosceva qual-

cosa della Chiesa clandestina, ma non si po-teva immaginare una realtà tanto drammaticaquanto quella descritta. “Signore, se è vero checi sono cristiani perseguitati a causa del tuonome qui poco lontano da noi, ti prego di far-meli conoscere”, pregò Luisa. Era il 1987.Ai primi di agosto salì in Comunità Pietro, un

nostro amico, assieme a Krisztina, una ragazza ungherese che ci invitòa Budapest. Quando incontrammo l’anziano parroco della parrocchiadello Spirito Santo di Budapest, ci confessò: “Ho celebrato la messada solo per vent’anni!”. Luisa telefonò in Brasile: “Mons. Adelio, cosaci consiglia? Qui vorrebbero che aprissimo una comunità al serviziodegli anziani e per l’evangelizzazione dei giovani!”. “Quando lo Spi-rito chiama, bisogna correre!” rispose dom Adelio. Era deciso! Il par-roco ci avrebbe messo a disposizione una casetta della parrocchia e ci

invitava a iniziare al più presto. Il7 ottobre 1993, Madonna del Ro-sario, venne inaugurata a Buda-pest la nuova Comunità “ReginaPacis”.

Sopra: La casa della Comunità a

Budapest

Qui a lato la signora Idaoggi

(il nome è di fantasia).

Tutto ebbe inizio con

un incontro davvero

particolare...

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La nostra Comunità è presente a Budapest dal 1993, grazie a un meraviglioso disegno della Provvidenza

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Il Matrimonio“Nacque allora in noi il desiderio di vivere fianco a fianco in una comunitàformata da famiglie e da consacrati, dove ciascuno, con la propria chiamata

ben precisa, sarebbe stato un dono prezioso per l’altro”.

Continua il racconto a puntate della “Voglio cantare la misericordia e latenerezza di Dio. Se Lui ha attirato a sè unapovera donna quale sono io, quanto piùattirerà a sè tutti quelli che avranno un po’di docilità e di desiderio di Lui?”.

La nostra casa eraaperta ed acco-gliente. Sandro ci

teneva tanto: “Quandoqualcuno entra in casanostra deve sentirsi bene,a casa sua!”.I ragazzi, il prete, gliamici, i parenti… c’era sem-pre un bel viavai e, insegno di ospitalità, la-sciavamo le chiavi dellaporta all’esterno, così chiarrivava dava un tocco edera già dentro. Solo il lu-nedì e il giovedì avevamo

deciso di “tener chiuso”per i nostri diritti di fa-miglia.Il sabato e la domenica sicenava tutti insieme, pi-giatissimi; eravamo inquindici o venti intornoad una tavola da sei; conil prete a capotavola cisembrava d’avere Cristocon noi.Don Ottavio cominciò a ve-nire spesso a casa nostra,divenne il più grandeamico di Sandro.Mi accorgevo come la no-

stra famiglia fosse unvero aiuto per quel pretee lui un dono immenso pernoi. Noi eravamo preziosiper lui, perché eravamouna testimonianza vivadel sacramento del matri-monio, della ricchezza edel sacrificio di viverecome famiglia, e lui, conla sua presenza, ci par-lava del Regno, della tota-lità per Cristo, di questavita che passa e dell’eter-nità che ci attende.Credo che nacque allora

II^ Parte

dal libro “Piccoli come bambini”

Stor

ia d

ella

Com

unità

Una storia meravigliosa!

3^ Puntata

Storia dellaComunitàstoria di Amore e di Croce, diFedeltà di Dio e di Provvidenza.

2120

in noi il desiderio di vi-vere fianco a fianco inuna comunità formata dafamiglie e da consacrati,dove ciascuno, con la pro-pria chiamata ben precisa,sarebbe stato un donoprezioso, perché l’altropotesse vivere appienola propria vocazione.Volevamo dare a Chiaraun fratellino e, affin-ché non soffrisse di ge-losia, la preparammoall’arrivo della nuovacreatura. Pregavamo in-sieme e chiedevamo alPapà del Cielo che fosseun bimbo sano, intelli-gente e buono.Anche questo lo consa-crammo al Signore fin dalgiorno del concepimento eil 30 settembre del ’75 nac-que Francesca: bionda congli occhi azzurri come ilcielo di primavera.Finalmente giunse anchela sospirata laurea e con

essa il momento di realiz-zare il nostro vecchiosogno: donare tre annidella nostra vita ai po-veri e a Cristo.Venimmo a sapere che la

congregazione di don Ca-labria aveva costruito unospedale nel Mato Grosso ecercava un medico volon-tario: così ci offrimmo efummo “arruolati” subito.Don Adelio, allora Supe-riore Generale dell’Operadon Calabria, iniziò adaccompagnarci come amicoe padre spirituale.Gioie e paure comincia-rono ad alternarsi nei no-stri cuori. Partire per

l’America Latina con duebambine di pochi anni… Al-cuni amici ci incoraggia-vano, altri ciconsigliavano prudenza eci mettevano davanti agliocchi rischi e responsabi-lità che ci facevano tre-mare.Nel ’76 don Adelio ci re-galò un libro che in-fluenzò profondamente lanostra vita: “La famigliache raggiunse Cristo”.Quando ce lo consegnò, ciesortò: “Leggetelo con at-tenzione, coglietene ilmessaggio, è la chiamataper voi!”. E noi vibravamonella certezza di esserechiamati alla santità, nonsolo come singoli, maanche come famiglia: “Perfavore, Signore, fa’ percor-

rere anche a noi unavia di santità, comesposi e come famiglia!”E sentivamo che questaera la grande novitànella Chiesa di oggi.

“E noi vibravamo nella certezza di essere

chiamati alla santità, non solo come singoli,

ma anche come famiglia: Signore, per

favore, fa’ percorrere anche a noi una via

di santità, come sposi e come famiglia!”.

Alessandro e Luisa con le piccole Chiara e Francescainsieme a don Adelio

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Com

unità

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IN UN CL IMA DI FAMIGL IA , LA COMUNITÀ REGINA PAC IS HA ACCOLTO IL RI TORNO NELLA CASA MADRE DEL CORPO DEL SUO FONDATORE

LO SCORSO 19 SETTEMBRE , ESATTAMENTE 28 ANNI DOPO LA SUA MORTE IMPROVV ISA. IL NOSTRO VESCOVO ZENT I , ASSIEME A UNA

TRENT INA DI SACERDOT I, HA CELEBRATO UNA MESSA DI R INGRAZ IAMENTO CON CENT INA IA DI AMICI G IUNTE DA VAR IE REG IONI D' ITAL IA ,DALL'UNGHERIA, DALLA SPAGNA E DAL BRASILE .Continua...

Nella foto qui sotto:Alessandro con la piccola Chiara acena con don Pedrollo, primosuccessore di San Giovanni Calabria.

Sandroè tornato a casa!

È partito per la missione in Brasile nel1978 con la famiglia per mettere lapropria laurea in Medicinagratuitamente al servizio dei malati, ipiù poveri; è andato a vivere in unlebbrosario per stare vicino a questifratelli esclusi dalla società; ha vendutotutto per seguire la chiamata a formareuna nuova comunità: queste sonoscelte che si spiegano soltanto alla lucedel Vangelo preso alla lettera.E in Sandro c'è proprio il Vangelo cheprende forma nella sua vita quotidianadi marito, di padre e di medicocristiano. Il clima che abbiamo respiratodurante la celebrazione eucaristicaricordava proprio il suo stile disemplicità, di serenità e di carità.Ora le sue spoglie riposano nella nostracappella e, quando ci riuniamo per lapreghiera, lo sentiamo ancor più vicinonella comunione dei santi.

L'emozione di un bambinoquando il suo papà torna a casa:ecco ciò che abbiamo provato

nell'accogliere le spoglie del nostrofondatore, il "Servo di Dio" AlessandroNottegar. Perché lui non è solo il papàdi Chiara, Francesca e Miriam, maanche di tutti noi, sposati e religiosi, laicie sacerdoti che siamo nella ComunitàRegina Pacis per camminare sulle sueorme, per seguire Cristo e servire ipoveri in Brasile, Ungheria e Bosnia.Abbiamo così potuto vivere le paroledel Salmo 125: "Chi semina nellelacrime, mieterà con gioia. Nell'andarese ne va e piange, portando la sementeda gettare, ma nel tornare viene congiubilo, portando i suoi covoni".Quel 19 settembre 1986, infatti,Alessandro se ne è andato nel dolore:un infarto lo ha stroncato a 42 anni,portandolo via dalla sua famiglia e dalla

Comunità che aveva fondato con lamoglie Luisa soltanto un mese prima. Ora, dopo 28 anni, Alessandro ètornato tra noi, e sentiamo nel cuore lagioia del cielo. Ad accoglierlo, però, nonci sono soltanto Luisa con le figlie e noidella Comunità, ma il vescovo Zenti conuna trentina di sacerdoti e tante, tantepersone arrivate da tante parti d'Italia eanche dall'estero per esprimergliaffetto e riconoscenza.

È SEMPRE STATO CON NOI

Sì, perché in realtà Alessandro non sene è mai andato. Il Signore l'hachiamato a Sé, ma lui non ha maismesso di starci vicino. Lo testimonianoprima di tutto la fede e la forza dellamoglie Luisa, che in questi 28 anni hacontinuato a portare avanti l'Operainiziata col marito.Lo testimoniano anche le lauree delle

tre figlie, appoggiate sul Vangeloaperto e portate come segnooffertoriale alla Messa, per ricordarel'eredità lasciata loro dal papà quattrogiorni prima di morire: "Bambine, ionon vi lascio in eredità né campi, néappartamenti, né conti in banca:l'eredità che vi lascio è la scelta delVangelo e la possibilità di studiare finoalla laurea". E Alessandro ha mantenuto la paroladata alle figlie, che, grazie all'ONAOSI,hanno potuto studiare pur non avendopiù lo stipendio del papà.

ILTESTAMENTO DI ALESSANDRO

Ma la ricchezza più grande lasciata daAlessandro è la sua scelta di vivere ilVangelo in radicalità o, come diceva lui,"senza strapparne neanche una pagina,perché allora dobbiamo buttarlo viatutto".

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Accolto nella sua Comunitàdi Alessandro Tozzi

L’accoglienza del feretro,trasferito dal cimitero diQuinto di Valpantena, doveriposava Alessandro, allaCasa Madre dellaComunità Regina Pacis.

La Santa Messa inringraziamento al Signoreper il dono della vita diAlessandro,presieduta dalVescovo di Verona mons.Giuseppe Zenti.

Il feretro portato a spalleda alcuni membri dellaComunità, alla fine della Santa Messa, fino allacappellina della ComunitàRegina Pacis.

Al termine della SantaMessa, il Vescovo, inmodo molto semplice, habenedetto il nuovosepolcro, preparato nellacappella della Comunità.

Il sepolcro in pietra doveè stato posto il corpo diAlessandro, sul qualesono stati posti il suocamice e un Vangelo.

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19 settembre 2014, una giornata meravigliosa, vissuta con spirito di fede e tanta semplicità.

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di famiglia così vicino alla gente co-mune. Fatti che agiscono da antidotocontro il veleno di ogni scoraggia-mento di fronte al peccato dilagante,al disinteresse per i valori etici e reli-giosi e all’apostasia di massa dallafede in cui ci troviamo immersi qui danoi in Europa e nel nostro mondo oc-cidentale. La Comunità Regina Pacis,in questo giorno così bello della tra-slazione del corpo del Servo di Dionella Cappella della sua ormai grandefamiglia, si sentirà incoraggiata a rac-coglierli e a farli girare sempre di piùquesti fogli di Vangelo, perché porte-ranno speranza e incremento alla pe-dagogia testimoniale di cui le nostrecomunità hanno un bisogno vitale.Inoltre, la testimonianza cristiana cosìradicale e disinteressata di Sandro,direttamente ispirata alle Beatitudinie all’esempio di Gesù, è di una grandeattualità specialmente per i medici etutti coloro che operano nell’ambitosanitario. Tutti ben sappiamo quantoce ne sia bisogno.Il “ritorno a casa” di Sandro, accolto

dal grande benvenuto dello striscionesulla loggia centrale della Villa, a luiche si sarebbe reputato “sanctorumminimo” (minimo tra i santi, cioè tra icristiani, cfr. Efesini 3,8) ricorda a noitutti che gli vogliamo bene che“niente può fiorire nel cielo cheprima non sia germinato sullaterra”, come amava dire Gustave Thi-bon, definito “il filosofo contadino”.Soltanto una vita spesa per il Vangelopotrà essere beata.

mi è rimasta più nell’anima che tra lemani è stata una convinzione forte eappassionante, tutta racchiusa inun’unica voce che quasi trasudavadalla documentazione: qui è il Van-gelo che continua.Se dovessi suggerire un titolo, peruna fiction o per un libro sulla vita delNottegar, proporrei proprio questo: ilVangelo che continua.Ciò che più emerge, la caratteristicavincente di Sandro è la carità. Una ca-rità, però, vissuta e scelta come laparte migliore suggerita da Gesù. Ildottor Nottegar non è stato un bene-fattore dell’umanità né un eroe per ilebbrosi del Brasile che ha curato, ser-vito ed amato. Altrimenti questoaspetto, pur toccante, non sarebbealtro che una suggestiva parentesi diun singolare percorso. Egli, infatti, fufortemente persuaso che, senza lapreghiera e la comunione con il Si-gnore, non si può andare a servire ipoveri e questo trasmise prima ditutto alla sua famiglia e alla Comu-nità. Un insegnamento di capitale im-portanza.

IL 19 SETTEMBRE 2014La giornata del 19 settembre 2014 èstata ricca di benedizioni e di grazienon solo per la famiglia Nottegar, lacomunità Regina Pacis e la chiesa ve-ronese, ben rappresentata dal suoVescovo, dai sacerdoti e da buonaparte della compagine ecclesiale, maben oltre, fin dove si stendono i ramidi questo albero pieno di frutti di cuiil Signore Gesù non può che compia-cersi. I fatti di Vangelo che la vita diSandro pone a chi oggi ne scopre il fa-scino sono una bella strada sulla viadella nuova evangelizzazione, segnoeloquente dell’amore di un Dio in-stancabile e sempre all’opera, spe-cialmente in un laico, marito e padre

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Devo dire innanzitutto che lostudio approfondito di tuttala documentazione dell’In-

chiesta diocesana sulla vita, le virtù ela fama di santità del Servo di DioAlessandro Nottegar (testimonianze,documenti e biografia documentata)ha richiesto il suo tempo, quello ne-cessario, senza stancarmi mai. Purdovendo raccordare i dovuti riscontritra le deposizioni ufficialmente rac-colte e la verità dei fatti, così comesono avvenuti, documentati e chiari-ficati, anche alla luce delle attestateconcordanze, non mi veniva la vogliadi smettere, di interrompere, anzi erocome invitato ad andare avanti,anche perché non vi incontravo nulladi artificioso. Quanto più mi adden-travo nella vita e nelle “opere” di San-dro, tanto più ne venivo attratto. Avendo tra le mani tutto questo ma-teriale e dovendone tirare i fili, nonpotevo non restarne coinvolto, e piùsono andato avanti più ho scopertol’immagine veridica - in nulla abbellitae questo ha grande importanza peruna lettura professionale - di un

uomo abitato dal Vangelo o che hasempre cercato di abitare nel Van-gelo, come a casa sua.Man mano che è aumentata la cono-scenza delle carte sottoposte al miostudio, mi accorgevo che il Servo diDio non era più per me un uomo dicarta, ma un uomo in carne e ossa.Bisognava cercare di porre in evi-denza, e di farlo al meglio, non piùuna santità di carta, ma una santità incarne e ossa: quella del dottore vero-nese fattosi servo dei lebbrosi. Il la-voro è stato appassionante esperiamo che il suo risultato possa of-frire a chi dovrà giudicare, gli stru-menti opportuni per poter arrivare ungiorno a proclamare, attraverso lavoce di santa madre Chiesa (che luiamava e chiamava proprio madre)che Alessandro Nottegar è stato ve-ramente un santo.

LA CARATTERISTICA È STATA LA CARITÀ

I fatti provati e probanti la santità deldottor Nottegar sono ‘fatti di Van-gelo’. Alla fine del lavoro, la sensazione che

Il Vangelo che continuaSp

ecia

le

LE PAROLE D I CH I HA STUDI ATO TUTTA LA DOCUMENTAZ IONE DE L

PROCESSO PER LA CAUSA DI BEATIF ICAZIONE SULLA VITA E LA PERSONA

DI ALESSANDRO NOTTEGAR

di Mons. Claudio Iovinegià Relatore presso la Congregazione delle Cause dei Santi in Vaticano.

La vita di Alessandro èstata segnata dalla

carità, vissuta e sceltacome la parte migliore

suggerita da Gesù.

Qui a lato:Alessandro con le figlievisita un povero inBrasile

Sopra: Mons. ClaudioIovine, durante laSanta Messa inringraziamento del 19settembre

Quando ho cominciato a frequentare questa scuola,ho respirato subito un’aria diversa: sentivo che

questo era un luogo di pace! Dopo aver cominciato ilmio periodo di stagecome insegnante nella scuola dellaComunità, sono rimasta incinta del mio terzo figlio. Imiei due figli maggiori, una bambina di 9 anni e un bam-bino di 7, sono nati con problemi di udito, quasi comple-tamente sordi, e fino a ora i medici non hanno saputo

dirmi il perché. Quel cheè certo è che questo pro-blema non si è verificatoal momento del parto,ma piuttosto sembra es-sere di origine conge-nita. Il medico mi avevadetto che il bambino cheaspettavo avrebbe po-tuto avere lo stesso

problema dei fratelli, se non addirittura peggiore. Al mattino, quando arrivavo nella cappella della comu-nità, nelle mie preghiere chiedevo l’intercessione del dr.Alessandro. Per tutto il periodo di gravidanza l’ho sup-plicato di toccare il mio bambino, affinché non nascessemalato e non avesse lo stesso problema degli altri due.Un giorno, durante un momento di formazione per ilpersonale della scuola, abbiamo guardato un video cheparlava di lui; sono tornata a casa con una grande pacee sentivo come se qualcuno mi dicesse: “Sta’ tranquilla,riceverai la benedizione che stai chiedendo”. Al momento del parto, sentivo come se una mano den-tro di me alleviasse il dolore e le contrazioni passavanopiù rapidamente. E continuavo a ripetere dentro di me:“Dr. Alessandro, io non mi sono dimenticata di lei: perfavore, mi aiuti!”. Io so che sia la mia gravidanza che il parto sono andatibenissimo grazie alla sua intercessione. La mia bambinaoggi ha 7 mesi: è perfetta e in buona salute. Il giorno chel’ho portata a fare gli esami audiometrici ero molto tesa.Quando mi hanno chiesto se nella famiglia c’era qual-cuno che aveva problemi di udito, ho risposto: “Sì, i suoidue fratelli” e ho cominciato a piangere. Poi ho ag-giunto: “Ma so già che lei è sana”. L’infermiera mi ha ri-sposto: “Sembra che lei sappia già tutto... di fatto ècosì!”. Questa storia è cominciata nella cappella dellaComunità e lì porterò la mia bambina per ringraziare ilSignore e il dr. Alessandro per la sua intercessione.

La mia bambina è sana e in perfetta salute

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Jussileda, insegnante nella nostra scuola di Feira, racconta unagrazia ricevuta per l’intercessione del Servo di Dio Alessandro

ducia nell'intercessione del dr.Sandro. Gli ho chiesto di starmivicino e anche i bambini dellascuola si sono uniti a me nellapreghiera, assieme alle mie col-leghe e ai membri della Comu-nità. Ho dovuto lasciarel'insegnamento e affrontareotto cicli di chemioterapia. Unavolta sono rimasta ricoverataper una settimana in uno stan-zone con 40 pazienti, in attesache mi scendesse la febbre perpoter fare le terapie. I medici

non sapevano cosa fare... Ve-devo morire le persone sul lettoa fianco al mio; allora ho suppli-cato Sandro: "Curami tu, perchéqui non mi fanno niente!". Il dr.Sandro mi ha aiutata davveroperché la febbre è scesa e ho ini-ziato a migliorare. In tutta que-sta sofferenza non ho mai persola speranza: mi sentivo tantoamata dal Signore e dai miei fra-telli. Oggi sto molto meglio e, daagosto, ho potuto ricominciarea lavorare nella scuola!

La forza della preghieraIl racconto di Lurdiha, nostra Sorella Esterna di Quixadà,che ha vissuto un lungo tempo di grande sofferenza.

FotografieI due segni offertoriali: unportafoglio, perchiedere al Signore diessere staccati dai soldi; unVangelo e le laureedelle tre figlie, inricordo del testamento diAlessandro.

Alla Santa Messa in ringra-ziamento al Signore hannoconcelebrato con il Vescovocirca 30 sacerdoti e molti

altri avrebbero voluto parte-cipare, ma non hanno potuto

per altri impegni.

Dopo la Santa Messa, tutti ifedeli hanno voluto vivere unmomento personale dipreghiera in cappella,sostando presso la tomba diAlessandro per chiedere la suaintercessione.

Il Vescovo Mons. Zenti ha chiestoalla Comunità Regina Pacis di

contribuire, nella Chiesa, a far sìche le famiglie, i bambini e i

ragazzi partecipino alla SantaMessa, perché questa è la graziapiù grande che si possa ricevere.

Alla cerimonia hanno partecipato più di 400personeda varie parti d’Italia, dal Brasile,dalla Spagna e dall’Ungheria, segno di unaffetto grande verso Alessandro

Mi chiamo Maria de Lour-des da Silva Ribeiro, ma

tutti mi chiamano Lourdinha:da 23 anni lavoro come maestrad'asilo nella scuola di Quixadà.Tutto è cominciato nell'ottobredel 2012, quando ho comin-ciato ad avvertire un rigonfia-mento e forti dolori sottol’ascella destra: mi è stato dia-gnosticato un tumore moltoaggressivo che aveva già intac-cato il fegato e i polmoni. Da-vanti a questa diagnosi terribile,non mi sono disperata, perchého sempre avuto una grande fi-

Graziericevute

Ancheoggi il nostro amico

Roque, il fazendeiro, hadonato all’ospedale carne elatte. Che generoso! E ci ha in-

vitati da lui per un po’ direlax...

2928

L’an

golo

dei

bam

bini

Disegni di Luis Garcia

Le avventuredel dottor

SandroUn cuore libero... per IL SIGNORE!

Sai che c’è unastoria nuova?che bello, nonvedo l’ora dileggerla!

Brasile, anno 1981. La famigliaNottegar è ad Anaurilândia e il dr. Sandro lavoranell’ospedale locale.

I Nottegar arrivano alla fazenda eRoque li accoglie sorridente...

CAROROQUE, LA TUA OFFERTAMI COMMUOVE. PERò HO

LASCIATO L’ITALIA PER SERVIRE IPOVERI... NON VORREI CHE ILMIO CUORE SI ATTACCASSE

AI SOLDI.

etu lo sai cheio ho un super

panino damangiare?

Certo,amore! Così potròfare un bel giro a

cavallo!

Bem-vindos nella mia

fazenda! Ho già prepa-rato os cavalos e perle meninas c’è un bel

laghetto!

E così...Dai, Sandro,

Vediamo chi arrivaprimo!

Aspetta,donna, non così infretta... puff puff

Giuro che laprossima volta midarò alla pesca!

Uff Uff

Menomale che la

cavalcata è finita... Oradevo visitare qualchevitellino malato.

Gulp!

Sandro,sei per me come un FRATELLO. HAI

CURATO I MIEI GENITORI CON AMORE. NON HAIMAI VOLUTO NULLA IN CAMBIO! TI VOGLIO

REGALARE METà DELLA MIA MANDRIA! TE LAALLEVERò IO GRATUITAMENTE.

DUNQUE...20.000 : 2 = 10.000CAPI DI BESTIAME...

MICA MALE!

SANDRO,SE PRIMA TI STIMAVO,ORA TI AMMIRO MOLTO

DI PIù!

VOGLIOCHE IL MIO CUORE

RESTI LIBERO PER ILSIGNORE.

LA GIORNATA SI CONCLUDE NELLAGIOIA! SANDRO HA DATO UNA BELLATESTIMONIANZA ALLE SUE FIGLIE.

SAGRADO CORAÇÃO DE JESUS

Not

izie

ESERCIZI SPIRITUALI PER LA COMUNITÀ ESTERNACome ogni anno, nel giugno scorso i fratelli della Comunità Esterna sisono riuniti per alcuni giorni in montagna per vivere, insieme allaComunità Interna, gli esercizi spirituali. Sono stati giorni preziosi, ricchidi fraternità, di condivisione, di servizio per i fratelli.Molti sono stati i momenti forti in questo ritiro. Uno di questi è stata lavisita del Vescovo di Verona, mons. Giuseppe zenti, che con paternasemplicità ci ha fatto un insegnamento sui doni dello Spirito Santo.Alla fine di questi esercizi, siamo rientrati nelle nostre case certi diessere stati testimoni dell'Amore di Dio, desiderosi di approfondire gliinsegnamenti ricevuti, anche con la preghiera, e consapevoli di doverdare testimonianza di tutto questo nella nostra vita quotidiana.

30

1986-2014: 28 ANNI DI COMUNITÀLo scorso 15 agosto, solennità dell’Assunzione della Vergine,abbiamo festeggiato il 28° anniversario della nascita della Comunità.Dopo la Santa Messa di ringraziamento, i nostri bambini hannoonorato la statua della Regina Pacis con l’ormai tradizionalecerimonia dell’incoronazione (arricchita quest’anno da uno stacco dibreak dance!). In seguito piccoli e meno piccoli sono stati coinvolti dai simpaticiclown di aquerò onlus di Bassano del Grappa. A Veronica Wipflingere ai suoi collaboratori i nostri complimenti per la divertente serata eper il prezioso servizio che svolgono nei reparti di pediatria e geriatriadegli ospedali di Bassano e Castelfranco.

FESTA NELLA COMUNITÀ DI BUDAPEST!Sabato 4 ottobre a Budapest abbiamo festeggiato i 21 anni di aperturadella Comunitá Regina Pacis in Ungheria. Al mattino abbiamo celebratol’anniversario in Comunità con i Fratelli Interni ed Esterni. Nel pomeriggioinvece ci siamo recati alla chiesa dello Spirito Santo per celebrare la S.Messa con una cerimonia aperta a tutti. Ha celebrato il Nunzio ApostolicoS.E.mons. Alberto Bottari de Castello. All’interno della Messa hanno fattoil passo del “Per sempre” come Fratelli Esterni la coppia Imre e MonikaMolnár, e la nostra cara sorella Zsuzsa Medgyesi. Alla fine della Messa ibambini ci hanno commosso con una bella danza, che è terminata conl’incoronazione della statua della Vergine. Dopo la Messa ci siamo ritrovatitutti a festeggiare nella sala parrocchiale in un clima di serenità e di gioia.

ETÀ0+

COSA SERVE

1 FOTO

FRUTTO

GIOIAGIOIA

Duje e Marin Letizia

Sofia Zeno, Sara e Giulia

Se volete affidare i vostri figli alla protezione del Servo di DioAlessandro Nottegar, spediteci una foto con la richiesta e il

vostro indirizzo. Riceverete l’attestato a casa vostra.

Sotto la protezione di Alessandro

Elia

Nika

QUATTRO RAGAZZE SI CONSACRANO AL SIGNOREIl 14 settembre, festa dell'Esaltazione della S. Croce, il Signore ci hadonato una stupenda giornata di sole, che ha contribuito a rendere piùbella la festa, iniziata alle ore 15 con la S. Messa presso il Santuario dellaMadonna di Lourdes. Durante la celebrazione: Elizete, Emanuela, Gleiciae Marcela hanno detto il loro "sì" al Signore con semplicità e generosità,con il desiderio che la loro vita diventi una risposta d'amore al Suo Amore,nel servizio ai fratelli, alla luce e sull'esempio del Servo di Dio dr AlessandroNottegar. Particolarmente commovente il momento nel quale i bambinihannno invocato su di loro il dono e la grazia dello Spirito Santo. Amici eparenti si sono uniti a questo momento importante delle nostre sorelle,alle quali assicuriamo il nostro affetto e la nostra preghiera.

«Il lavoro del dr. Alessandronessuno mai lo dimenticherà.Ho vissuto in molti posti, hoconosciuto molti medici, moltiambulatori, molti ospedali, manon ho mai visto un medicofare quello che faceva lui».(dalla testimonianza di Maria Catarino)

COMUNITÀ REGINA PACISvia Bonuzzo Sant’Anna 11 - 37128 Verona

www.reginapacis.vr.it

Il nuovo libro sul Servo di Dio

AlessandroNottegar

Richiedilo in Comunità:

Con testimonianze dellamoglie, delle figlie, di moltiche sono stati curati dalui, che hanno studiato e

lavorato con lui.

Tel: 045-551292Fax: 045-5112404e-mail: [email protected]