L’ALTRO GIORNALE Est.pdf · divorzio breve e delle nuove regole sull’assegno di mantenimento....

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AFFILIATO con ANNO XXXII - N.07 - LUGLIO 2017 - Stampato il 06/07/2017 - Via dell’Industria 22 - 37029 SAN PIETRO IN CARIANO (VR) - Tel. 0457152777 - Fax 0456703744 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB VERONA Registrazione Tribunale di Verona n° 725 del 13.11.1986. ISCRIZIONE AL ROC N. 18663 L’ALTRO GIORNALE EDIZIONE VERONA EST www.laltrogiornale.net L’argomento “vaccini” è sempre più al centro delle discussio- ni. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che triplica da 4 a 12 i sieri obbligatori per i bambini da zero a 6 anni…Ma la Giunta regionale del Veneto non intende mol- lare, tanto che lo scorso 13 giugno ha dato mandato all’Av- vocatura regionale per predisporre provvedimento di impu- gnativa del decreto n. 73 dello scorso 7 giugno. Pagina 6 VACCINI E OBBLIGHI. BRACCIO DI FERRO TRA MINISTRO E REGIONE «Ringrazio i nostri coltiva- tori che ogni anno a mag- gio e giugno fanno qualco- sa di eccezio- nale. Ottanta- tré anni fa è stata inventata la Sagra delle Ciliegie: il mercato della frutta sta attraver- sando un duro periodo, ma confidiamo in una risalita posi- tiva perché crediamo nel nostro futuro». Il sindaco Edoar- do Pallaro di Montecchia di Crosara elogia la Sagra delle Ciliegie, ragionando anche sul futuro. Pagina 14 Il nuovo Ponte della Motta inizia a prende- re forma. E a San Boni- facio la parola che rie- cheggia è «finalmen- te». Potremmo riassu- mere così le sensazioni dei tanti sambonifacesi che lo scorso 27 giu- gno, di primo mattino, hanno visto arrivare in paese il lungo camion rimorchio che trasportava le prime due pesantissime travi di acciaio che reggeranno la nuova struttura. Molti cittadini hanno immortalato con foto e video l’arrivo dei primi componenti del ponte. Pagina 7 SAN BONIFACIO RITROVA IL SUO PONTE E’ cronaca recente la messa in vigore della legge sul divorzio breve e delle nuove regole sull’assegno di mantenimento. La separazione di una coppia è sem- pre un momento drammatico: l’amore, le sicurezze acquisite nel tempo, i progetti e i sogni portati avan- ti per anni spariscono, ci si trova a dovere affrontare cambiamenti repentini, battaglie legali, cambi di residenza. E quando di mezzo ci sono anche figli la faccenda diventa ancora più complicata. Questo vale in egual misura per la moglie e per il marito, indi- pendentemente da quali siano le cause e da chi dei due le abbia scatenate. E’ dal referendum del 1974 che in Italia è entrato in vigore il divorzio, e da allo- ra la nostra giustizia ha sempre avuto parametri di giudizio nettamente a favore delle mogli/madri sepa- rate con affidamenti sistematici dei figli e il ricono- scimento di abitazioni e assegni di mantenimento. Giusto dal mio punto di vista l’affidamento condiviso dei figli che hanno bisogno di continuare a vivere nella casa dove sono cresciuti, con l’affetto e il lega- me materno (senza nulla togliere al ruolo fondamen- tale del padre nello sviluppo di un giovane) che non può essere sostituito da niente e nessuno. Diverso invece il discorso del mantenimento: sono decenni che la donna nella società civile ha acquisito un ruolo operativo, ben distante dalla routine famiglia- re che conducevano le nostre nonne o madri. La donna del nuovo millennio lavora, ha ruoli impor- tanti e impegnativi nel campo lavorativo come in politica, ha cercato - e in molti casi trovato - nella vita quotidiana soddisfazioni lontane dall’ambito famigliare. Questo le ha consentito di avere una pro- pria autonomia sia finanziaria che di prospettive e quindi – in caso di divorzio - non bisognosa di gros- si sostegni da parte dell’ex marito. Ma siamo dovuti arrivare nel 2017 per vedere cambiamenti sostanzia- li nelle regole delle separazioni. Troppi, ancora oggi, i mariti divorziati che conducono vite misere, uomini che pur lavorando non riescono a mantenere le spese derivanti dalla separazione e nello stesso tempo a pagare un affitto per avere un tetto sulla testa, le bol- lette, le spese dell’auto e quant’altro. Qualcosa è stato fatto con le ultime leggi approvate, ma di più bisogna chiedere per il futuro: non giudizi e sentenze a prescindere dallo stato dei coniugi, ma decisioni mirate alle singole situazioni di vita e di lavoro in cui ci si imbatte. Perché se la parità dei diritti per la quale tante battaglie sono state fatte e tante se ne faranno, e grazie alle quali molte cose sono cambia- te e progredite, anche nella separazione oltre al dirit- to legittimo della donna-madre, sia rispettato e dife- so anche quello dell’uomo-padre di poter condurre una vita dignitosa anche agli occhi dei propri figli. DIVORZI E LEGGI di RICCARDO REGGIANI MONTECCHIA. CILIEGIE DI STAGIONE

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AFFILIATO con

ANNO XXXII - N.07 - LUGLIO 2017 - Stampato il 06/07/2017 - Via dell’Industria 22 - 37029 SAN PIETRO IN CARIANO (VR) - Tel. 0457152777 - Fax 0456703744Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB VERONA Registrazione Tribunale di Verona n° 725 del 13.11.1986. ISCRIZIONE AL ROC N. 18663

L’ALTRO GIORNALEEDIZIONE VERONA EST www.laltrogiornale.net

L’argomento “vaccini” è sempre più al centro delle discussio-ni. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge chetriplica da 4 a 12 i sieri obbligatori per i bambini da zero a 6anni…Ma la Giunta regionale del Veneto non intende mol-lare, tanto che lo scorso 13 giugno ha dato mandato all’Av-vocatura regionale per predisporre provvedimento di impu-gnativa del decreto n. 73 dello scorso 7 giugno. Pagina 6

VACCINI E OBBLIGHI. BRACCIO DI FERRO TRA MINISTRO E REGIONE

«Ringrazio inostri coltiva-tori che ognianno a mag-gio e giugnofanno qualco-sa di eccezio-nale. Ottanta-tré anni fa èstata inventatala Sagra delle Ciliegie: il mercato della frutta sta attraver-sando un duro periodo, ma confidiamo in una risalita posi-tiva perché crediamo nel nostro futuro». Il sindaco Edoar-do Pallaro di Montecchia di Crosara elogia la Sagra delleCiliegie, ragionando anche sul futuro. Pagina 14

Il nuovo Ponte dellaMotta inizia a prende-re forma. E a San Boni-facio la parola che rie-cheggia è «finalmen-te». Potremmo riassu-mere così le sensazionidei tanti sambonifacesiche lo scorso 27 giu-gno, di primo mattino,hanno visto arrivare inpaese il lungo camion rimorchio che trasportava le prime duepesantissime travi di acciaio che reggeranno la nuova struttura.Molti cittadini hanno immortalato con foto e video l’arrivo deiprimi componenti del ponte.Pagina 7

SAN BONIFACIO RITROVA IL SUO PONTE

E’ cronaca recente la messa in vigore della legge suldivorzio breve e delle nuove regole sull’assegno dimantenimento. La separazione di una coppia è sem-pre un momento drammatico: l’amore, le sicurezzeacquisite nel tempo, i progetti e i sogni portati avan-ti per anni spariscono, ci si trova a dovere affrontarecambiamenti repentini, battaglie legali, cambi diresidenza. E quando di mezzo ci sono anche figli lafaccenda diventa ancora più complicata. Questo valein egual misura per la moglie e per il marito, indi-pendentemente da quali siano le cause e da chi deidue le abbia scatenate. E’ dal referendum del 1974che in Italia è entrato in vigore il divorzio, e da allo-ra la nostra giustizia ha sempre avuto parametri digiudizio nettamente a favore delle mogli/madri sepa-rate con affidamenti sistematici dei figli e il ricono-scimento di abitazioni e assegni di mantenimento.Giusto dal mio punto di vista l’affidamento condivisodei figli che hanno bisogno di continuare a viverenella casa dove sono cresciuti, con l’affetto e il lega-me materno (senza nulla togliere al ruolo fondamen-tale del padre nello sviluppo di un giovane) che nonpuò essere sostituito da niente e nessuno. Diversoinvece il discorso del mantenimento: sono decenniche la donna nella società civile ha acquisito unruolo operativo, ben distante dalla routine famiglia-re che conducevano le nostre nonne o madri. Ladonna del nuovo millennio lavora, ha ruoli impor-tanti e impegnativi nel campo lavorativo come inpolitica, ha cercato - e in molti casi trovato - nellavita quotidiana soddisfazioni lontane dall’ambitofamigliare. Questo le ha consentito di avere una pro-pria autonomia sia finanziaria che di prospettive equindi – in caso di divorzio - non bisognosa di gros-si sostegni da parte dell’ex marito. Ma siamo dovutiarrivare nel 2017 per vedere cambiamenti sostanzia-li nelle regole delle separazioni. Troppi, ancora oggi,i mariti divorziati che conducono vite misere, uominiche pur lavorando non riescono a mantenere le spesederivanti dalla separazione e nello stesso tempo apagare un affitto per avere un tetto sulla testa, le bol-lette, le spese dell’auto e quant’altro. Qualcosa èstato fatto con le ultime leggi approvate, ma di piùbisogna chiedere per il futuro: non giudizi e sentenzea prescindere dallo stato dei coniugi, ma decisionimirate alle singole situazioni di vita e di lavoro in cuici si imbatte. Perché se la parità dei diritti per laquale tante battaglie sono state fatte e tante se nefaranno, e grazie alle quali molte cose sono cambia-te e progredite, anche nella separazione oltre al dirit-to legittimo della donna-madre, sia rispettato e dife-so anche quello dell’uomo-padre di poter condurreuna vita dignitosa anche agli occhi dei propri figli.

DIVORZI E LEGGIdi RICCARDO REGGIANI

MONTECCHIA. CILIEGIE DI STAGIONE

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Numero chiuso il06 - 07 - 2017

I politici di casa nostrahanno dei tic che li caratte-rizzano, dei “copioni” cheli accomunano. I politici dicasa nostra, infatti, sonoparticolarmente predispo-sti a costituire una societàpubblica, un consorzio, aformare una commissioned’indagine o d’inchiesta, apromuovere una legge ma,soprattutto, a fare un rego-lamento. La redazione diun regolamento, ed in par-ticolare di un regolamentocomunale, è una tentazio-ne irresistibile per il politi-co locale. Non appena,dopo le amministrative, ilnuovo eletto si insedia,egli deve assolutamentespegnere, dentro di sé, unfuoco che gli arde: fare unregolamento! Non importa che tipo diregolamento; purchè sia!Orbene, maneggiare unaqualsiasi forma normativa,anche la più elementare, ècosa tutt’altro che facile,anche per coloro che nesono, per formazione, unpo’ più avvezzi. Ma ilfuoco che gli arde, imponeal politico di regolamenta-re. Altrimenti, impazzisce.I regolamenti, che sonofonti normative “molto”secondarie, sono un terre-no di caccia particolar-mente ambito dai politiciterritoriali, perchè la reda-

zione dei regolamentilocali fa sentire molto legi-slatore e dà ovviamente uncerto tono e una certaimportanza. La carne, lo sisa, è debole. La normativacomunale, ad esempio, èpregna di regolamenti diogni genere e caso, cherimescolano principi gene-rali ovvi, arcinoti e preesi-stenti, riproposti conminuzioso e inutile detta-glio, ridondanti. I regola-menti comunali, col dovu-to rispetto, sono il frutto dilegislatori allo sbaraglio;“legislatori” simpatici maimprovvisati che scopiaz-zano qua e là da internet,che è il moderno Manualedelle Giovani Marmotte,nel quale trovi, o pensi ditrovare, una risposta atutto, come facevano i trenipotini di zio Paperino. Eallora, i risultati che nederivano sono, sovente,esilaranti, causati da insu-perabili “sviste”. Riporto,bonariamente s’intende,giusto per sorridere, unostralcio del Regolamentodi Polizia Urbana delnostro Comune che contie-ne una prescrizione a dirpoco “originale” come laseguente. Il Regolamentosi trova nel sito del Comu-ne, nel quale si precisa chesi tratta del Regolamento(Completo). Lascio sospe-

sa la domanda sulla neces-sità di questa precisazionee su quale sia allora quello“incompleto” e perché.Arcano. L’art. 65, che sitrova nel capo delle Normedi sicurezza negli abitati,dispone nella sua ultimaparte quanto segue: “Glianimali feroci come tigri,leoni ecc., dovranno esse-re trasportati in solidegabbie chiuse da ognilato, in modo da evitareche possano offendere ipassanti anche soltantocon le zampe e gli artigli.Tali precauzioni sononecessarie anche se sitratta, di animali addo-mesticati”. Siffatta dispo-sizione evoca tempi, nonproprio attuali, in cui lepersone non viaggiavano enon avevano la televisio-ne; ad esse, la suggestioneesotica di mondi lontani emisteriosi, era offerta sal-tuariamente dall’attraver-samento del circo neipaesi, con tigri, leoni,gorilla e giraffe in gabbia econ l’uomo più forte delmondo e quello sputafuoco che camminavano alseguito. I regolamenti pos-sono, dunque, rivelarsidegli scrigni di storia, neiquali puoi trovare repertiinaspettati.

Avv. Marco Bertagnin

POLITICI

“Regolamenti... anche assurdi”E continuano a sbarcare.Ovviamente parliamo degliextracomunitari, oppure sevogliamo chiamarli immi-grati, o profughi, o richie-denti asilo, o clandestini, orifugiati, oppure «risorse»,che arrivano tutti i santigiorni a bordo delle naviitaliane che fanno la spola,come dei taxi, dalle costelibiche all’Italia. Le ultimestime ci dicono che dal-l’inizio dell’anno ne sonoarrivati in Italia oltre60.000 ma ne sono previsti200.000 entro l’anno,mentre nel resto d’Europasolo 6.000 e visto cheFrancia, Svizzera e Austriahanno chiuso i confini conl’Italia, per quanto riguar-da gli extracomunitari,questi signori ci rimarran-no incollati sulla nostraschiena vita natural duran-te. Questi che arrivano inItalia, vanno, vengono,spariscono, spacciano, vio-lentano, delinquono, ruba-no e uccidono senza rite-gno e se combinano qual-che «marachella», vienedato loro il foglio di via conla raccomandazione di«non fare troppo il cattivo»e poi rimangono comunquein Italia tanto nessuno liespelle. Loro chiedono«solo» vitto, alloggio elavoro. E noi cosa glioffriamo. Trentacinqueeuro a testa al giorno (inbuona parte versati allecooperative, la nuova gran-de industria) e poi vitto ealloggio gratis. Per quantoriguarda il lavoro purtrop-po ci dispiace ma non ce néneanche per noi italiani,infatti oltre 100.000 italianinel 2016 sono andatiall’estero a cercare lavoro.E per quelli che non voglio-no adattarsi, si arrangianocome meglio credono; sta-zioni ferroviarie, capannoni

dismessi, occupazioni abu-sive, bidonville, ecc., conun degrado da terzo mondoche ci fa vergognare diessere italiani e tutto ciò acausa di una classe politicainetta e inefficiente, preoc-cupata solo della «carega»e del vitalizio. Ma io midomando queste «risorse»che bighellonano tutto ilgiorno, non sarebbe il casodi rispedirle a casa loro edare i quasi cinque miliardistanziati per questa emer-genza, agli italiani poveri,agli sfrattati e ai disoccupa-ti, che sono milioni? E inostri politicanti sinistroidicosa fanno? Adesso voglio-no approvare la legge dello«ius-soli» che stabilisceche i bambini nati in Italiada genitori immigratidiventano automaticamenteitaliani. Io penso che essereitaliani, bisogna meritarse-lo e non solo perché sinasce in Italia. Bisognaessere italiani dentro, biso-gna saper parlare l’italiano,conoscere la nostra storia,adattarsi alle nostre usanze,alle nostre leggi e allenostre tradizioni. Purtroppoin Italia molti hanno unavisione distorta dell’inte-grazione secondo cui nonsono gli immigrati a dover-si adeguare alle nostreleggi e usanze, ma gli ita-liani alle usanze degli stra-nieri, altrimenti veniamotacciati di razzismo. Cosìfacendo perderemo ancorpiù la nostra identità e loius-soli diventerà la chiaveper introdurre in Italia idee,leggi e tradizioni completa-mente diverse e contrarie alnostro modo di pensare e diagire, e quando ci rendere-mo conto di quanto è suc-cesso purtroppo sarà troppotardi e arriverà il momentoin cui i nostri nipoti ci chie-deranno «Ma voi dove era-

vate quando l’Italia venivainvasa da questa orda bar-barica e cosa avete fatto perdifendere il nostro futu-ro?». Difficile dare unarisposta avendo dei politi-canti che hanno pure lasfrontatezza di dichiarareche questi immigrati sonouna risorsa per noi italiani eche in futuro le pensioni leavremo grazie a loro. E inostri giovani che non tro-vano lavoro in Italia? Chevadano a lavorare all’esterotanto al nostro futuro e aquello dei nostri figli cipenseranno gli immigrati.Naturalmente, tutto ciò siripercuote sulle casse dellostato italiano. Per la crona-ca, il debito pubblico italia-no ha raggiunto la fantasta-smagorica cifra di 2.270miliardi di euro, diecimiliardi in più in un solomese. Meditate gente.

Silvano Miniato

IMMIGRATI

“La grande bugia”

Caro Direttore,una sola cosa ci sembra certa, la nostra vitapassa e finisce. Come, quando o in che cosasi trasforma (se così fosse) nessuno di noi losa. Scienziati e stregoni hanno consumato econsumano miliardi di parole, hanno scrittoe scrivono montagne di libri, ma non hannoscalfito di un micron il mistero della nostraesistenza, cioè da dove veniamo, perchéesistiamo e dove andremo dopo la fine dellanostra vita. Oggi noi esistiamo, pensiamo,in parte decidiamo delle cose da fare quoti-dianamente, possiamo perfino decidere di

fermare la nostra vita, ma nulla abbiamopotuto fare o possiamo fare per aver rinun-ciato a cominciarla. Siamo venuti alla vitacoercitivamente. Il rifugio buio ed inco-sciente di tutte le nostre razionali spinteconoscitive all’assalto delle incertezzedominanti è la fede, che è il simbolo dellasterilità immaginativa e creativa di un esse-re umano. Solo con l’avvento della Fisicadelle Particelle e della Meccanica Quanti-stica incominciamo a vedere un po’ di lucein fondo al tunnel dell’ignoranza – arrogan-za clerico-nobiliare. La realtà esiste di persé, a prescindere dall’esistenza dell’osser-vatore. La vita è un’avventura che trascen-de il nostro modo ordinario di pensare. Lateoria della coscienza quantica spiega l’esi-stenza dell’anima. La coscienza è basata suvibrazioni quantistiche nei microtubuli

all’interno dei neuroni cerebrali. L’anima èl’insieme di queste microstrutture dette“microtubuli”. La coscienza è un’informa-zione contenuta nei microtubuli, nonmuore, ma torna alla sua sorgente, nelcosmo, quando il cuore smette di battere e ilsangue non circola più. La coscienza (l’ani-ma) è un’informazione quantistica in gradodi esistere al di fuori del corpo (la strutturaatomica) a tempo indeterminato. Lacoscienza (l’anima) non può nascere némorire perché vive in uno stato atemporaledi non località. La cultura sociale dovrebbeessere permeata da molta più scienza per-ché la rivelazione, che implica la fede, èimpossibile capire che la realtà è moltodiversa da come spesso ci appare, anche iltempo è un’entità diversa da come ci sem-bra e la sua natura, per il momento resta ilmistero più grande. Cosa lega il tempo allanostra natura di soggetti? Il mondo è ungroviglio di cose in movimento che vamolto più avanti della breve vita dellanostra struttura atomica, lasciando persiste-re in noi un senso di vuoto e di attesa chesarà soddisfatto quando avremo capito per-ché nell’atemporalità di tutto sta la sorgen-te della nostra identità. […] Per chi segue lamorale del catechismo, i comportamentiprivati non sono materia di preferenza per-sonale, sono questioni morali decisive cheintaccano la credibilità della Chiesa, se cifosse ancora qualche cosa da intaccare, chetroppe volte è stata ridicolizzata dalla bigot-ta difesa di quelli che qualche tempo fa se laprendevano con i bambini e i loro genitorisulla questione del babao e la festa dellazucca, ora non sanno se piangere o rideresulle aperture della Chiesa giovane e pove-ra, ma viva, in aperto antagonismo con laChiesa vecchia, oscurantista e ricca, mamorta. Evidentemente questi preferisconocardinali vecchi e avariati che proteggonopreti pedofili a giovani preti che esercitanola loro missione con intelligenza, preveg-genza e misericordia.

Giampaolo Butturini

VITA E SCIENZA

“Fisica, scelte e violenze”

Per le vostre lettere scrivete a :[email protected]

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LE VOSTRE FOTO L’ALTRO GIORNALELuglio 2107 4

Inciviltà di alcune persone

MONTE BALDO

La vergogna di Cavalo!

CAVALO

Parcheggio dipendentiADS su A22 occupato

abusivamente.

CAVAION

Uscita sottopasso di viale Trieste

SAN BONIFACIO

Bicigrill o ecomostro?

CAVAION

Progno dei Santi

BUSSOLENGO

Panchina immersa nel verde!

RIVOLI VERONESE

Viale delle Magnolie

CASTEL D’AZZANO

Parco giochi dove tutto è a metà

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Sarà un’altra estate di pas-sione e attesa per i lavora-tori e le lavoratrici delGruppo Ferroli. In autunnoscadrà la cassa integrazio-ne e poi scatterà la mobili-tà per 600 dipendenti, 400dei quali impiegati neglistabilimenti di San Bonifa-cio.Per scongiurare que-st’eventualità, lo scorso 23giugno è stata organizzatauna manifestazione a Vero-na in Piazza dei Signori,dove si sono riuniti oltre200 lavoratori provenientida Alano di Piave (BL),Sant’Agostino (FE) e SanBonifacio. In contempora-nea alla manifestazione irappresentanti sindacalihanno incontrato il Prefet-to. «Abbiamo chiesto alPrefetto di scrivere unarelazione ai ministri com-petenti – hanno spiegato irappresentanti di FimCisl eFiomCgil – per fare unquadro dell’attuale situa-zione. Le nostre prioritàsono due: spingere l'azien-da a realizzare un piano dirilancio, poiché siamofermi a quello dello scorsoanno che prevedeva solotagli, e cercare una solu-

zione per prolungare gliammortizzatori sociali in

scadenza».Dopo la crisi che l’ha por-tato sull’orlo del fallimen-to nel 2015, scongiuratograzie ad un piano diristrutturazione del debitoche ha visto l’interventodel fondo Oxi Capital, ilGruppo Ferroli ha concor-dato con i propri dipenden-ti la rinuncia, da parte loro,ad una parte del salario persalvare l’azienda. Nel

luglio 2016 la proprietà hapresentato un nuovo piano

industriale che è stato for-temente respinto dai sinda-cati, poiché prevedeva, eancora prevede, 600 esube-ri in tutta Italia e quasi nes-sun investimento per rilan-ciare l’attività del Gruppo.Da un anno a questa partele Rsu hanno lavorato ala-cremente per trovare solu-zioni atte a modificarequesto piano, coinvolgen-do il Ministero dello Svi-

luppo Economico, Regionie sindaci del territorio. A

marzo 2017 le parti hannoanche sottoscritto un Pianodi Azione per la soluzionedella crisi aziendale, con ilsostegno di Anpal Servizi,l’agenzia nazionale per lepolitiche attive del lavoro.«Se non si inverte la rotta –continuano i sindacati – ilPiano resterà lettera morta.Ad oggi le scelte aziendali,che confermano gli esuberie la fine della cassa inte-

grazione, stanno mettendoin discussione i sacrificiche i lavoratori hanno fattoin questi mesi. L’aziendaha poi confermato di volerdismettere il reparto fon-deria, dove alcuni lavora-tori sono da mesi impegna-ti in un progetto per lacreazione di una cooperati-va per riattivare la fonde-ria, sviluppare nuovi pro-dotti e dare lavoro a circa80 persone in tre anni. Maquesto non basta, serve unpiano industriale con inve-

stimenti certi che rilancil’azienda e l’occupazione.Servono ammortizzatorisociali conservativi chepermettano alle aziendecon un serio progetto dirisanamento di poterlo svi-luppare e, soprattutto,serve che Istituzioni e poli-tica tornino a mettere illavoro al primo posto nelleagende delle Amministra-zioni locali e nazionali».

Matteo Dani

LE VOSTRE LETTEREL’ALTRO GIORNALELuglio 2017 5

Approfitto della lettera cheavete pubblicato nell’ultimaedizione, dove un vostro let-tore metteva in discussionela gravità del fenomeno delfemminicidio ("Qualsiasiforma di violenza esercitatasistematicamente sulledonne in nome di una sovra-struttura ideologica dimatrice patriarcale, alloscopo di perpetuare lasubordinazione e di annien-tare l'identità attraverso l'as-soggettamento fisico o psi-cologico, fino alla schiavitùo alla morte") per tentare diapprofondire il tema dellaviolenza. Se guardiamo allaStoria e analizziamo gliavvenimenti dall’iniziodella cosiddetta civiltàumana ad oggi, possiamofacilmente constatare che laviolenza e le sue forme piùdistruttive e d’impatto pergli esseri viventi e l’am-biente sono state prevalen-temente di matrice maschi-le. Se guardiamo alla genesidi tutte le guerre, alle ditta-ture, agli esecutori materialidi ogni forma bellicosa, lafigura maschile è presentenella quasi totalità dei casi.A figure arcinote di genera-li, imperatori e dittatoricome Giulio Cesare, Cali-gola, Nerone, Gensis Khan,Ivan il terribile, Napoleone,Hitler, Stalin, Mussolini,Mao Tse Tung, Duvalier,Mobutu, Bokassa, Pinochet,Pol Pot, Saddam Hussein,Idi Amin, ecc. ecc., abbia-mo anche organizzazioni egruppi politici, anche reli-giosi e comunque di potere,responsabili di ideologiemalate, guerre, genocidi,

torture, deportazioni, stati dischiavitù che hanno causatoimmani sofferenze e centi-naia di milioni di morti. Maanche la Madre Terra, laPachamama, femminile perantonomasia, viene quoti-dianamente violentata dalleattività umane, attraversoorganizzazioni finanziariesempre di segno prevalente-mente maschile, che hannoun unico scopo: il profitto.Come stupirsi quindi se laviolenza maschile vieneagita anche all’interno dellemura domestiche, e non par-liamo solo delle oltre 200donne massacrate all’anno,solo in Italia (per altro in

fondo alla classifica mon-diale), punta di un icebergrappresentato da tutte quelleviolenze e soprusi che resta-no nell’ombra ma che gene-rano sofferenza e ripercus-sioni in tante famiglie. Laviolenza, si dice, è insitanell’animo umano, fruttoprobabilmente sia di retaggievolutivi della nostra spe-cie, sia soprattutto del-l’ignoranza (in particolarmodo la non conoscenzadelle dinamiche soggettivee interpersonali), paureinconsce e immotivate

(paura dell’altro, del diver-so, del nuovo, del cambia-mento in genere), incapacitàdi provare compassione,empatia, di immedesimarsinelle realtà altrui, incapacitàdi uscire dalla logica egoica.Se neghiamo l’evidenza diquesta realtà, è impossibiletrovare una soluzione radi-cale alla violenza. La donnae la figura femminile ingenere è sempre stata rele-gata, da quasi tutte le civil-tà, ad un ruolo legato allasola riproduzione della spe-cie e alla cura della prole,escludendola dai ruoli dipotere, decisionali e anchereligiosi. E questo è statoimposto dall’uomo inizial-mente per ragioni puramentefisiche, ed in seguito, teoriz-zando un grado intellettivoinferiore della donna rispettoall’uomo. Ancora ai giorninostri, anche nella civiltàoccidentale, rimane in moltiquesta convinzione, magarinon espressa, talvolta nega-ta, ma che affiora subdola-mente in molte occasioni.Con tutto questo non credocertamente che la soluzionealla violenza e ai problemidell’umanità risieda nel con-segnare alla Donna il “basto-ne del comando”, quanto nelriuscire a comprendere pro-fondamente le diversità checi contraddistinguono, inte-grandole in ciascuno di noi,per trasformare la visione dinoi stessi e del mondo. Unpercorso che inizia prima ditutto dentro ognuno di noi:“Conosci te stesso, possiedite stesso, trasforma te stes-so”.

Claudio Brambilla

VIOLENZA 1Gentile Direttrice,mi è caduto l'occhio sullalettera del signor Toffali, enon capisco perché possanopassare "inosservate" letterecome quelle che questo egre-gio e saggio signore scrive, evoi pubblicate. Per la secon-da volta "insulta" le donne,mettendo il femminicidioalla stregua di altri delitti. Seè vero che l'uccisione di unapersona (maschio o femminache sia) è un atto orribile,quello della donna lo è dipiù, perché frutto di unamentalità maschilista, narci-sista e malata, che resiste damillenni e che investe moltedelle culture e religioni delPianeta. Fate sentire lavostra voce, come l'avetealzata nei miei confronti enei confronti di altri lettori,rei (orgogliosamente confes-si) di aver risposto picche (econ dovizia di argomenti) adegli articoli/lettere oltremo-

do fuori da ogni "sentimen-to", e con una forte inclina-zione di parte. Da dieci annia questa parte sono state piùdi 1700 le donne ammazzateda mariti, fidanzati, compa-gni (o ex), che hanno perdu-to il lume della ragione per-ché è venuto meno il loropotere fallico, è stato sottrat-to loro l'IO narcisista. Sot-tratto dall'incapacità dicogliere l'Altra (la donna)come individuo libero e, perquesta libertà, capace didonarsi liberamente in unarelazione con l'Altro. Soloche la libertà dell'altra fapaura, la si vorrebbe soggio-gare... E' la triste realtà delmaschio. Non di tutti, ma dimolti. E tanti ricorronoall'estremo gesto (folle) ditogliere la vita all'altra pertogliere anche quella Libertàche tanto angosciava. Non cisto a quanto va proclamandoil signor Gianni Toffali. Se

fossi donna ne sarei offeso.Consiglio a questo buonuomo di leggersi qualchebuon libro come ad esempio:"Le cose dell'Amore", diUmberto Galimberti;e/o "Non è più come prima"di Massimo Recalcati.Splendidi libri!!!

Carlo Alberto Bortolotti

Può pensare il gentile let-tore che una redazionecomposta per lo più dadonne e con una direttricedonna, possa essere d’ac-cordo sul contenuto dellasopracitata lettera? Si trat-ta solo di rispetto del pen-siero altrui, caro Bortolot-ti. E, come lei dovrebbesapere, più volte ho ribadi-to che il nostro è un gior-nale libero, anche se lei –fra le righe – ipotizza ilcontrario. La saluto cor-dialmente.

VIOLENZA 2

I soliti noti hanno appena inventato una com-missione di inchiesta parlamentare sui disse-sti delle banche con poteri uguali a quellidelle procure. Se questo non è un controsen-so che ci spieghino cos'è. Le banche comeappurato dalle procure, si sospetta siano statesvuotate da membri del parlamento (leggasiVerdini per il Credito Fiorentino) o da amicie uomini loro come nel caso dell’Etruria,della Carichieti del Monte Paschi o delle duebanche Venete. E' solo un sospetto? Ed alloraperché la commissione, visto che ha gli stes-si poteri delle procure, non comincia a rende-re noti quali sono i crediti inesigibili ed a chisono stati concessi. Basterebbe pubblicarequesti elenchi per cominciare a capire l’origi-ne del dissesto. Altro che studiare gli elemen-ti economici ambientali in cui è maturato il

problema! È molto più facile e più prosaico:elenco crediti con nomi e cognomi, risalire aireferenti politici degli stessi, collegare lenomine dei vertici delle banche agli stessireferenti ed il gioco è chiarito. Questa accoz-zaglia di bancarottieri ha sottratto al popoloitaliano decine di miliardi di euro. Nonvogliamo commissioni ma che questi perso-naggi vengano per sempre allontanati dallapolitica, altrimenti tra cinque o sei anni ci tro-veremo di fronte ad una nuova commissionedi inchiesta. Per ora la commissione ha il solocompito di commissariare l’inchiesta, e non èun gioco di parole ma triste realtà, per evitarepericolosi squarci di verità o fughe di notiziedalle procure. E' in definitiva un’operazioneche si chiama “insabbiamento”.

Umberto Brusco

BANCHE

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Ferroli, un’estate di attesa

foto Mirko Barbieri

CRONACASAN BONIFACIO. In autunno scadrà la cassa integrazione e poi scatterà la mobilità per 600 dipendenti, 400 dei quali impiegati nel comune

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CRONACHE L’ALTRO GIORNALELuglio 20176 WhatsApp

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L’argomento “vaccini” èsempre più al centro dellediscussioni. Il Consigliodei Ministri ha approvatoil decreto legge che tripli-ca da 4 a 12 i sieri obbli-gatori per i bambini dazero a 6 anni. Ad antipo-liomelite, antidifterica,anti-pertosse e antitetani-ca (somministrate inun’unica soluzione esava-

lente comprensiva di anti-epatite B ed anti-Haemo-philusinfluenzale tipo B),si affiancano non più comeraccomandate ma comeobbligatorie anti-menin-gococco B, anti-meningo-cocco C, antimorbillo,anti-rosolia, antiparotite eanti-varicella. Se non vac-cinati i bambini – e iragazzi, fino a 16 anni –

non potranno essere iscrit-ti ad asili nido, scuole del-l’infanzia e scuole dell’ob-bligo. E la scuola dovràsegnalarli alla Ulss di rife-rimento che provvederà afar scattare multe salate esegnalazioni all’Ufficiodei Minori. Da Settembrequindi anche il Veneto,unico in Italia ad avertolto l’obbligatorietà dei

vaccini dal 2008, dovrebbeadeguarsi alla normati-va…Ma la Giunta regiona-le del Veneto non intendemollare, tanto che lo scor-so 13 Giugno ha dato man-dato all’Avvocatura regio-nale per predisporre prov-vedimento di impugnativadel decreto n. 73 delloscorso 7 giugno che haintrodotto l’obbligatorietà

di 12 vaccinazioni entro iprimi 16 anni di vita.Intervengono quindi LucaZaia e Luca Coletto, Presi-dente e assessore allaSanità della Regione Vene-to. Sull’argomento ancheun lettore ha scritto allaredazione: di seguito pub-blichiamo la lettera. Nelfrattempo abbiamo chiestoall’Aulss9 scaligera di

intervenire per approfon-dire la questione, ma, fin-chè la Regione Veneto nonavrà recepito la legge nes-suno potrà intervenire.Pubblichiamo tuttaviaalcuni dati forniti dal-l’UOS Profilassi MalattieInfettiveSISP - Dipartimento diPrevenzione dell’Aulss9Scaligera.

IL CASO D’ATTUALITÀ. Il Consiglio dei Ministri ha triplicato il numero di sieri obbligatori per i bimbi. Regione e un lettore intervengono

Vaccini, Veneto più libero?

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO, LUCA ZAIA

Non siamo contro i vaccini, nè intendiamo metterne in discussione la validitàscientifica ma siamo contrari alle modalità coercitive che inquietano i genitorie finiranno per favorire l’abbandono della scelta vaccinale. Alle legittime pre-occupazioni delle mamme e dei papà per un programma di vaccinazioni cosìconcentrato, e per certi versi immotivato, non si risponde con l’imposizione del-l’obbligo e le multe, ma con l’informazione e il dialogo. Mi auguro che il Par-lamento, in sede di conversione del decreto legge, abbia a modificarlo. In casocontrario, la Regione Veneto impugnerà anche la legge. In Veneto, unicaRegione d’Italia ad aver abolito dieci anni fa l’obbligo vaccinale risultano vac-cinati con il siero esavalente il 92,6% dei nati nel 2016: un indice di copertu-ra in netta ripresa dopo il ‘minimo’ storico dell’88,6% registrato del 2014. Leperformances documentate dall’anagrafe vaccinale informatizzata dellaRegione dimostrano che il modello Veneto funziona. Un modello che vorrem-mo fosse replicato a livello nazionale, basato sull’informazione e sul convinci-mento consapevole, e non su obblighi inapplicabili e su multe sperequative finoa 7500 euro. Del resto non siamo i soli ad aver sposato la libertà di scelta ela responsabilizzazione consapevole: in Europa ci sono 15 Paesi che nonimpongono l’obbligo vaccinale e in 14 paesi nei quali vige una strategia mista,che fa convivere vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni facoltative. Il decre-to, così come è stato formulato dal Governo lede l’autonomia della Regione,monetizza l’obbligatorietà creando sperequazioni tra i cittadini e ignora il vin-colo di stipulare prima una intesa con le Regioni per definire le modalità appli-cative e ripartire i costi del piano di vaccinazioni di massa. Tant’è che non cisono nemmeno i tempi tecnici, le strutture e le risorse per applicare da subitole disposizioni governative.

L’ASSESSORE ALLA SANITÀ DELLA REGIONE VENETO, LUCA COLETTOIl nuovo decreto ha portato da 4 a 12 le vaccinazioni obbligatorie da 0 a 16anni, ma è stato formulato senza alcuna intesa preventiva con le Regioni: neinuovi Lea (Livelli Essenziali di Assistenza) non è prevista la copertura dei costi.Il Piano nazionale di vaccinazioni è tarato su 4 vaccini obbligatori (antipolio,antidifterica, antitetanica e antiepatite B) e gratuiti e prevede quindi un impe-gno di spesa di 300 milioni di euro, distribuiti in due annualità. Si potevaaffrontare in modo diverso il problema della prevenzione vaccinale rendendoobbligatorio il ricorso ai vaccini solo nel caso in cui il tasso di copertura fosseinferiore alla soglia ‘di gregge’ raccomandata dalla comunità scientifica. Pri-vilegiare, invece, il modello impositivo significa andare allo scontro con le pre-occupazioni dei genitori, tradire il rapporto di fiducia tra medici e cittadini edistogliere risorse significative dai programmi di prevenzione rivolti alle pato-logie croniche invalidanti, la cui cura assorbe circa il 70% della spesa sanita-ria. Il Veneto ha privilegiato da anni la scelta volontaria in tema di prevenzio-ne vaccinale grazie ad una informazione trasparente e alla responsabilizza-zione di genitori e autorità locali. Non intende perciò rinunciare ad una scel-ta culturale e di civiltà che si è dimostrata valida e rispettosa della libertà e deidiritti di tutti i cittadini.

LA LETTERA DI UN LETTORESpett.le L’Altro Giornale,vi scrivo perché noto con molto dispiacere che ultimamente il tema “vaccini”viene presentato sugli organi di stampa in maniera piuttosto unilaterale; fino-ra infatti rilevo come venga dato assai più spazio ad articoli che plaudonoall’introduzione di obblighi più ampi e stringenti in questo campo, senza chesia data voce a chi ha un’opinione diversa. Questo atteggiamento, anzichéfavorire il dibattito su un tema così importante, che tocca da vicino le nostrevite e soprattutto quelle dei nostri bambini, tende a produrre un’uniformità divedute che a mio avviso non rispecchia la situazione reale e non giova ad unsereno confronto democratico. Mi permetto quindi di proporre a tutti i lettoriinteressati, alcune considerazioni personali in merito. Non mi soffermo a cita-re studi o pubblicazioni al riguardo, poiché questi lavori, che certa stampaconsidera probanti ora dell’una ora dell’altra teoria, vengono spesso smentitida altrettante ricerche di fazione opposta, che a loro volta trovano poi succes-sive smentite e così via, in un vortice senza fine che lascia il cittadino più spae-sato che informato. Vi è però un fatto che ogni scienziato che abbia a cuorela verità non potrà esimersi dal condividere: i vaccini possono comportaredanni, in certi casi anche molto gravi. Nei pressi di Porta Vescovo, a Verona,è ben visibile una targa che dà il nome ai vicini giardinetti, sulla quale è scrit-to: “Giardino fratelli Tremante Marco e Andrea deceduti a seguito di vaccina-zione obbligatoria”. Questo è un esempio, molto vicino a noi e del tutto verifi-cabile, di una verità a mio avviso troppo spesso taciuta. Molti altri esempi ana-loghi sono alla portata di chiunque abbia la buona volontà di cercarli ed ilrisarcimento da parte dello Stato per il cosiddetto “danno da vaccino” è rico-nosciuto dalla legge. Mi chiedo allora perché, su un tema così delicato, vieneimposto per decreto un obbligo? Perchè questo Governo decide al posto mioche i miei figli debbano correre il rischio (remotissimo per carità) di morire,piuttosto che quello di prendere una malattia il cui esito è incerto? Chi di noirischierebbe oggi volontariamente la vita a cuor leggero, anche con solo unapossibilità su un miliardo che l’azzardo finisca male, per evitare di rischiarladomani, al verificarsi di un evento aleatorio? Provocatoriamente, vi dico chesarei curioso di sentire il parere di un assicuratore! Detto ciò vorrei precisareche, personalmente, non sono affatto contrario ai vaccini, ma ritengo che laloro applicazione debba essere ragionata e contestualizzata, non imposta maliberamente scelta.Cordiali saluti.

Francesco Scarpari

I DATI DELL’ULSS9 SCALIGERAA titolo esemplificativo, secondo un calcolo effettuato considerando i bambini infascia 0-6 anni (nati dall’1.01.2011 al 31.12.2016) residenti nell'ex Ulss 20vaccinati per la 1a dose di vaccino antipoliomielite (come rappresentativo deivaccini contenuti nell'esavalente), e dei bambini della fascia 1-6 anni (nati dal01.01.2011 al 31.12.2015) per 1a dose di vaccino anti-morbillo e di vaccinoantimeningococco C oppure del quadrivalente, si stima che i bambini non anco-ra vaccinati possano essere: - polio circa 890 su un totale di 24.640 bambini residenti- morbillo circa 2.170 su un totale di 20.700 bambini residenti- meningite da meningococco C/tetravalente circa 1.600 su un totale di 20.700bambini residenti

Da sinistra, Luca Coletto e Luca Zaia

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Finalmente. Potremmo rias-sumere così, in una parola,le sensazioni dei tanti sam-bonifacesi che lo scorso 27giugno, di primo mattino,hanno visto arrivare inpaese il lungo camionrimorchio che trasportava leprime due pesantissimetravi di acciaio che regge-ranno la struttura del nuovoPonte della Motta. Dopo illavoro svolto presso la pro-pria officina la ditta Camerodi Boschi S.Anna ha infattiiniziato dalle scorse settima-ne le operazioni di ripristinodel ponte che, come ricorda-no bene tutti i samboniface-si, manca da più di tre anni.Le prime ad arrivare, comedetto, sono state le travi di

acciaio lunghe 35 metri, unodelle quali portava già sal-data su di essa il parapettooriginale del ponte, debita-mente restaurato e con lostemma del comune in bellavista. Tanti i cittadini chehanno immortalato con fotoe video l’arrivo dei primocomponenti del ponte,postandole poi su facebooke spargendo così la voce. Lastessa Amministrazione

comunale ha voluto utilizza-re il mezzo social per infor-mare i cittadini con un videoin diretta durante le fasi diposa delle travi con il consi-gliere delegato Luca Zaffai-na e il sindaco GiampaoloProvoli che hanno espressotutta la loro soddisfazionenel vedere tornar e il ponteal suo posto. «Ci sono volutimesi di lavoro e di confron-to con la macchina burocra-

tica – hanno spiegato – masiamo finalmente riusciti achiudere una vicenda chemetteva tristezza». Soddi-sfatto anche il direttore deilavori, l’architetto Pierdo-menico Mazza, che si èdetto «felice per essere riu-scito a realizzare un proget-to che era stato pensatoancora 14 anni fa, un pontepiù grande e in grado si sol-levarsi quando vi sianosituazioni di pericolo o dinecessità». I più felici ditutti nel veder arrivare ilponte sono stati senza dub-bio gli abitanti della Motta,che contano i giorni chemancano alla fine del loro“isolamento” forzato. Pocomeno di due mesi, l’inaugu-razione ufficiale del Ponte èinfatti prevista per il prossi-mo 27 agosto.

MONSIGNOR MIOLA LASCIAARRIVA DON EMILIO CENTOMOMonsignor Giuseppe Miola dopo 12anni lascia San Bonifacio. Una sceltache era nell'aria da un po' e che èstata ufficializzata ai fedeli un paio disettimane fa. A sostituirlo sarà donEmilio Centomo, nativo di ColognaVeneta, che negli ultimi anni ha svol-to il ruolo di Assistente EcclesiasticoNazionale per il Settore Adulti del-l’Azione Cattolica.Monsignor Miola aveva già da tempochiesto di essere sostituito “per darespazio ad elementi giovani e più inforze”. Ad ufficializzare l’avvicenda-mento, che avverrà a settembre, èstata una lettera del vicario generaledella diocesi di Vicenza che è stataletta ai fedeli durante la messa. Miolaandrà ora a svolgere la sua missionepresso l’unità pastorale di Albettone,Campiglia dei Berici, Orgiano e Sos-sano. Come detto, il nuovo parrocomoderatore sarà don Emilio Centomo,classe 1959, che ha iniziato il suopercorso pastorale nel 1984 comevicario nella parrocchie di Araceli edel Cuore Immacolato di Maria,entrambe a Vicenza. Dal 1993 al ’97è stato co-parroco nell’unità pastora-le di Cresole Rettorgole e poi parrocoa Campiglia dei Berici dal 1998 al 2007. Dal 2004 al 2007 è statoanche vicario foraneo del vicariato di Noventa Vicentina. Nel 2007, poi,l’inizio del percorso in Azione Cattolica che lo ha portato ad esseredirettore del Pensionato Studenti “Madonna di Monte Berico” e Assi-stente Ecclesiastico Nazionale per il Settore Adulti. Da settembre saràlui, in solido con don Stefano Giacometti, a guidare le parrocchie di SanBonifacio, Praissola e Prova. C’è poi un altro avvicendamento cheriguarda l’unità pastorale sambonifacese. A settembre, infatti, saluteràanche il vicario don Nicola Spinato, scelto dal Vescovo di Vicenza perintraprendere un prestigioso percorso di studi in Storia della Chiesapresso la Pontificia Università Gregoriana. Il suo posto sarà preso dadon Stefano Guglielmi, che già ha prestato servizio a San Bonifacio,ordinato sacerdote lo scorso 4 giugno. Per monsignor Miola e don Nico-la sono già stati numerosi gli attestati di stima e di riconoscimento perl’opera prestata, mentre per don Emilio ci sarà tempo alla fine del-l’estate per scoprire la comunità e farsi conoscere ed apprezzare.

CRONACHE di San BonifacioL’ALTRO GIORNALELuglio 2017 7WhatsApp

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Servizi diMatteo Dani

LAVORI IN CORSO. La nuova struttura inizia a prendere forma. La gente: «Finalmente»

Ponte della MottaIl grande ritorno

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

San Bonifacio è stato protagonista di un progetto sperimentale dialternanza scuola-lavoro che ha permesso a quasi una trentina di gio-vani studenti di apprendere le basi dell’edilizia svolgendo alcuni dimanutenzione su manufatti del paese. Si tratta del progetto “Impre-sa Civica”, frutto della collaborazione tra Amministrazione comunalee l’ESEV-CPT, centro paritetico per la formazione, la sicurezza ed iservizi al lavoro di Verona. Gli studenti sono stati impegnati per 80ore suddivise in 10 giornate formative; 12 studenti della classe secon-da si sono occupati del risanamento della recinzione presso la Scuoladell’Infanzia Fiorio, gli studenti di terza si sono invece esercitati nellastesura dell’intonaco su parte del muro di cinta presente nell’ultimafalange del Parco dei Tigli. L’ESEV-CPT di Verona è un ente bilateraledell’edilizia veronese promosso da ANCE Verona e dalle organizza-zioni sindacali di categoria Filca Cisl – Fillea Cgil – Feneal Uil, svolgele sue attività a favore delle imprese e dei lavoratori del settore nel-l’ambito della formazione, della sicurezza sui luoghi di lavoro e deiservizi al lavoro. Ogni anno sono dai 3 ai 4 mila i partecipanti ai corsipromossi dall’ente.

400 CHILOMETRI DI SOLIDARIETÀQuasi 400 km, è questa la distanza tra San Bonifacio e San SeverinoMarche, uno dei paesi del centro Italia colpiti dal terremoto delloscorso anno. E’ questa la distanza che la solidarietà è riuscita adannullare nell’arco delle due serate in cui i sambonifacesi hanno ide-almente abbracciato gli abitanti del piccolo centro del maceratese. Laprima serata è stata quella di venerdì 16 giugno, quando il prof.Gianmario Borri ha presentato il libro “La Rosa del mio giardino”, inun appuntamento inserito nel programma de gli “Incontri d’Autore”della Libreria Bonturi. Borri, docente di Paleografia latina e Diplo-matica all’Università degli studi di Macerata e rettore dell’Universitàdella terza età dell’alto maceratese, risiede a San Severino Marchecon la famiglia e col terremoto dello scorso agosto è stato costrettoad abbandonare la sua casa. Nel suo libro ha raccontato quei tragicimomenti focalizzandosi sulla voglia di ripartire e non sull’abbattersiper quello che è accaduto. La sera seguente, sabato 17 giungo, pres-so il chiosco di Coalonga c’è stata l’estrazione finale della lotteriabenefica a conclusione del progetto “Un caffè per ricostruire”, orga-nizzato dalla Protezione Civile di San Bonifacio e dal Gruppo Alpinisambonifacese in collaborazione con altre realtà ed associazioni comeP.C. di Cologna Veneta e Pressana, Aido San Bonifacio, G.A.S. Prova,Coro delle Fontanelle, CAI San Bonifacio, Avis Prova, e Auser. I fondiraccolti con la lotteria sono stati pari 4.167,00 euro. Cifra che andràdirettamente nelle casse del Comune di San Severino e verrà uti liz-zata per la ricostruzione delle scuole elementari del paese. Durantela serata era presente anche il sindaco Giampaolo Provoli, che haavanzato la possibilità che altre associazioni o realtà territoriali pos-sano continuare a raccogliere fondi per San Severino, non escluden-do nemmeno che nelle prossime settimane non ci possa essere anchela visita di una delegazione sambonifacese nel territorio settependa-no. Al termine dell’estrazione, sono poi stati condivisi con i presenti isaluti e ringraziamenti arrivati direttamente dal vicesindaco di SanSeverino Marche.

ADDIO A CHARLIE, STORICO TUTTOFARE DELLA SAMBONIFACESEGli amici di una vita, quelli del bar “dal Campa” e quelli della Sambo,ex giocatori e qualche allenatore. Una famiglia allargata che si èritrovata all’ospedale Fracastoroper salutare Charlie, al secoloTiziano Gastaldelli, all’indomanidella sua scomparsa. Personaggiounico, sempre riconoscibile con ladivisa rossoblù e la sua biciclettamentre attraversava le strade delpaese. La parola tuttofare è proba-bilmente la miglior rappresenta-zione di cosa Charlie sia stato perla Sambonifacese; sempre presen-te e pronto a mettersi a disposizio-ne, critico quando c’era da esserloe il primo a gioire per le vittorie. Era malato da tempo, ma pochi losapevano, come da suo carattere non lo aveva detto quasi a nessunoe per questo la notizia della scomparsa per tanti è stata una triste sor-presa. Le note di “Bella ciao” cantate sommessamente dai suoi amicisono state l’ultimo saluto per un uomo che, con la sua umiltà, hasaputo farsi voler bene da tutti coloro che l’hanno conosciuto.

Don GiuseppeMiola

Don EmilioCentomo

SER.I.T. CON LA GREEN TEEN TEAM FOUNDATION E IL PARCO NATURA VIVA

Riciclo della plastica per la salvaguardia dei rettiliLo scorso mese Ser.i.t. ha avuto il piacere di ospitare una visita guida-ta dell’associazione Green Teen Team Foundation, un gruppo di gio-vanissimi studenti guidato dalla principessa Theodora von Liechten-stein. Il team ha ideato un programma di raccolta e riciclo della plasti-ca per finanziare il progetto Chelonia, dedicato alla salvaguardia delletartarughe e testuggini europee. Campo base del progetto è il ParcoNatura Viva di Bussolengo, all’interno del quale sono stati posizionatidegli appositi contenitori trasparenti per il conferimento delle botti-glie di plastica. Venti quintali di plastica sono stati già raccolti eimmessi nel container destinato al conferimento presso Ser.i.t., doveappunto i giovani protagonisti hanno potuto vedere personalmente irisultati del loro lavoro, ma anche ottenere il riscontro economico chepermetterà loro di finanziare le attività dell’associazione. Il ProgettoChelonia è supportato anche dalle aziende Sandrà Scavi , Edilconforte Ironstyle, che hanno contribuito alla costruzione e alla posa dei con-tenitori finalizzati al conferimento delle bottiglie.

SER.I.T. E PESCANTINA PROMUOVONO LA RADIOBAG®Il primo sacchetto dotato di un chip Tracciare i rifiuti domestici e il loro percorso non è maistato così semplice. La Smp – Sfregola Materie Plastiche –ha brevettato il primo sacchetto dotato di microchip perseguire il rifiuto in tutto il suo percorso, dal punto di pre-lievo al luogo di conferimento. Ser.i.t. e Comune di Pescan-tina hanno aderito al progetto pilota della ditta produttri-ce, al fine di dimostrare, attraverso i dati raccolti durante lefasi di monitoraggio, come il sistema RadioBag® aiuti adaumentare significativamente la qualità di materiale pro-veniente dalla raccolta differenziata. Il progetto, partito nelcorso del 2016 e ancora in fase sperimentale, permettereb-be, oltre a ridurre i costi per lo smaltimento dei rifiuti indiscarica, di reinvestire quanto risparmiato in servizi per ilcittadino.

Charlie

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Lo scorso 3 giugno in piaz-za Mercato Grani a Soaveè stata inaugurata una sta-tua dedicata a IppolitoNievo, che lo rappresentabambino mentre gioca alsalto della cavallina.L’opera è stata ideatadall’artista soavese DialmaSeno e fusa dalla fonderiaartistica Guastini di Gam-bellara. Ricorda l’infanziadi Nievo trascorsa a Soavedove risiedette con la fami-glia in palazzo Pullici dal1832 al 1837 (il padreAntonio lavorava comepretore al tribunale delpaese). A riscoprire questianni soavesi dello scrittoreè stato lo studioso GabrieleGrimaldi che ha dedicatotutta la vita a studiareIppolito Nievo. All’inau-gurazione della statua, ilcui basamento è stato pro-gettato dall’architettoRenato Molinarolo, eranopresenti anche i ragazzidella scuola primaria delpaese intitolata proprio aNievo. Soave, insieme adaltri comuni, è inserito nelcircuito Nieviano: lo scrit-tore ha vissuto in vari luo-

ghi come Fossalta di Por-togruaro, Colloredo, Mon-tecchio Pecalcino, Verona,Udine e Padova. «La vitadi Ippolito Nievo-raccontaCesare De Michelis, presi-dente della Marsilio Edito-ri, che sta realizzandol’opera omnia di IppolitoNievo - è segnata dallasfortuna: morì giovanissi-mo, a 30 anni, affondandocon la nave Ercole direttada Palermo a Napoli.Nievo ha lasciato tanteopere composte in ottoanni circa e sono rimaste8000 pagine. Soprattutto è

inedito il suo capolavoro“Confessioni di un italia-no”, uscito sette anni dopola sua morte, un romanzoche immaginava l’Italiaunita. A Soave Nievo lasciapochi ricordi se non unalettera del 1858 alla suaamata, redatta nel periodoche aveva appena termina-to le Confessioni, dovedice che don Luciano fu ilsuo primo maestro che gliinsegnò a leggere scriveree lo avviò alla scrittura».«Io mi esprimo meglio conle mani e plasmo la cretacon il mazzuolo e lo scal-pello – precisa la scultriceDialma Seno nell’illustrarela statua -. Mi sono ispira-ta a ricordi giovanili: io

come ragazza non potevosaltare a causa delle gonne,ma guardavo i maschi sal-tare il pilotto e quandolavoravo la mia menteandava là e come ci sidivertiva! Penso che ilgioco sia fondamentale peri ragazzi perché possonousare le gambe, le mani ela testa. Ho rappresentatocosì proprio il momento incui le mani poggiano sulpilotto del paracarro e ilbambino cerca di stare inequilibrio per saltare al dilà e sganciare le mani almomento giusto per noncadere. Prima di scolpire lastatua ho svolto una ricercadi costume per vederecome vestivano i ragazziall’epoca».

LE OPERE PUBBLICHEINTERVENTI AL CAPOLINEA

Prima di terminare il suo mandato il sindaco LinoGambaretto è riuscito a compiere le opere messein cantiere da tempo. Sono state posizionate lereti dissuasori anti volatili lungo le mura scalige-re (nella parte apicale sono stati posizionati ichiodi anti volatili), sono stati sistemati alcunitratti della pavimentazione in porfido di viaRoma, la caditoie di via Adami. Nell’ex tribuna-le sono state riordinate le zone comuni. In salaGaribba è stata sistemata parte dello spatolatosul fondale dell’aula, installato un leggio con laparte superiore in vetro e la parte verticale ciecacon il simbolo del comune di Soave in metallo inrilievo, posizionato un nuovo microfono, sistema-ta la fodera della vecchie poltrone. Per quantoriguarda la sala prove della banda sono stateriordinate tutte le pareti e il pavimento in legno èstato levigato e verniciato. Sono state create duepiazzole su cui posare una pensilina per la sostadei bambini in attesa del pulmino: una sull’areaverde a ridosso di via dei Tigli, nella frazione diCosteggiola e l’altra nella zona antistante lachiesa di Castelletto. Oltre all’asfaltatura di alcu-ne zone dell’area antistante gli ingressi dei cimi-teri comunali. Infine è stata realizzata una recin-zione per dividere la proprietà privata da quellacomunale sul nuovo muretto realizzato durante ilavori di costruzione della strada ciclo-pedonaledi collegamento tra viale della Vittoria e via San-t’Antonio. La spesa complessiva di tutti questilavori è stata di 43.650 euro che ha trovatofinanziamento dal bilancio di previsione 2017.Altri interventi hanno riguardato l’installazionedelle nuove giostrine per i bambini (per unaspesa di 38.000 euro, la sistemazione delle fio-riere del territorio (4.947,80 euro più Iva), leasfaltature (295.000 euro).

CRONACHE di Soave L’ALTRO GIORNALELuglio 20178 WhatsApp

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Servizi diMaria Grazia Marcazzani

TAGLIO DEL NASTRO. L’opera è stata inaugurata il 3 giugno in piazza Mercato Grani

L’infanzia di Nievorivive in una statua

Un momento dell’inaugurazione

RICHIEDENTI ASILO-COMUNEPATTO DI LAVORO STIPULATO

È stato definito e stipulato il patto di lavoro tra alcu-ni richiedenti asilo presenti a Soave e il Comune peraiutare quest’ultimo in alcuni lavori utili per la col-lettività. Dopo un confronto con l’associazione SulleOrme e sentita la Prefettura, la scorsa Amministra-zione ha deciso di fare una convenzione che per-mette al Comune di avere alcune persone di quelledomiciliate alla trattoria Cansignorio. Si tratta dicinque persone che da qualche settimana lavorano

a rotazione a fianco dei dipendenti comunali pertutto ciò che riguarda la pulizia del paese. Per con-venzione non possono usare le attrezzature, altri-menti dovrebbero frequentare corsi specifici, ma sioccupano di sistemazione, allestimenti e pulizia.Secondo la convenzione questi cinque richiedentiasilo lavorano cinque giorni alla settimana, anchedi sabato o domenica in caso di feste, per un mas-simo di venti ore, e sono assicurati in caso di infor-tunio. Alla fine sarà redatta una relazione alla Pre-fettura per giustificare la loro opera.

PROTEZIONE CIVILE VALDALPONEDa poco Gianfranco Lorenzoni, cinquantottenne di Monteforte d’Alpone excamionista, è stato nominato capo del gruppo protezione civile Valdalpo-ne che interessa i comuni di Monteforte d’Alpone, Soave, Roncà, Montec-chia di Crosara, San Giovanni Ilarione, Cazzano di Tramigna e Caldiero.La sede è presso l’ex casello idraulico di Monteforte d’Alpone e vi collabo-rano 60 volontari composti da 50 uomini e 10 donne. «Faccio parte della Protezione Civile dal 2003, dove ero responsabile dellasezione “Antincendio boschivo” – afferma Lorenzoni -. Credo nel volonta-riato e sono onorato di aver ricevuto l’incarico di presidente, in particola-re ora che, raggiunta la pensione, ho più tempo per dedicarmi a questoruolo e alle numerose attività che il gruppo della Valdalpone svolge, dagliinterventi in caso d’emergenza alle esercitazioni, dal coinvolgimento dellescuole alle serate informative con la popolazione. Essendo convenzionaticon i Comuni collaboriamo in caso di sagre o eventi, cosa che ci permettedi autofinanziarci».

Giabfranco Lorenzini

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É partita alla grande l'opera-zione culturale di bookcros-sing “Portami con Te” aColognola ai Colli. Promos-sa dall'Assessorato alla cul-tura e dalla Bibliotecacomunale, l'iniziativa consi-ste, come ha spiegato nellaconferenza di presentazioneil sindaco (assessore allacultura) Claudio Carcereride Prati, «nell'individuaredei luoghi di scambio dove icolognolesi possono prele-vare i libri e trattenerli poiper il tempo necessario allalettura, restituendoli succes-sivamente. L'idea punta astimolare l'abitudine alla let-tura dei nostri concittadiniportando i libri in mezzo aloro». Oltre all'impegno sinergicodel primo cittadino, dell'as-sessore all'istruzione Miche-la Bonamini e del presiden-te della biblioteca comunaleLorenzo Bellomi, il progettoprevede la partecipazioneanche di un partner privato:il notaio Paolo Broccoli cheha messo a disposizione peril bookcrossing il suo studioa Villaggio. «L'idea di soste-nere questa iniziativa – haprecisato Broccoli – coinci-de con i miei interessi: sononotaio a Colognola dal 2001e desideravo dare al territo-rio qualcosa di ciò che mi hadato in questi anni. Inoltre,la mia concezione di studio

professionale si riferisce aquella di luoghi dove si facultura. Mio bisnonno – haaggiunto – era membro delprimo parlamento dopol'Unità d'Italia e recuperònumerosi documenti del pas-sato promuovendo la diffu-sione del sapere. Un impegno che intendoproseguire perchè avere cul-tura significa disporre dicoscienza civile per progetta-re il futuro». «Promuoveresempre più la diffusionedella cultura – gli ha fattoeco Bellomi – è stato fin dasubito il nostro intento.L'idea del bookcrossing ènata infatti in seno al Comi-tato della biblioteca ed èstata subito accolta positiva-mente sia dal Comune che

dalle associazioni che si sonorese disponibili come puntodi scambio. I libri – ha con-cluso – saranno contrasse-gnati dal logo del bookcros-sing colognolese, così daessere riconoscibili e se qual-cuno non dovesse riportareil testo preso, ci sforzeremodi pensare che gli sia pia-ciuto così tanto da nonpotersene più separare». In riferimento all'aspettopratico del "Portami conte", l'assessore Bonamini haspiegato che «la gestionedei libri sarà molto sempli-ce e senza tracciabilità perrenderla più snella evitandoil prestito ufficiale. Sonocontenta – ha poi aggiunto –che questa pratica che, sep-pure a livello di divulgazio-

ne di messaggi, affonda lesue radici nell'antica Gre-cia, abbia ritrovato vigoreanche ai nostri giorni, arric-chendo il nostro paese». Le associazioni che hannopresenziato alla conferenzahanno sottolineato che ilibri messi a disposizionesono di tutti i generi, maadeguati al contesto che liospita.I punti individuati e già fre-quentati per l'operazione dibookcrossing, sono l'IstitutoComprensivo, il municipio,il circolo Auser di via Mon-tanara, la farmacia comuna-le a Stra', gli ambulatorimedici, la Fondazione Mon-signor Marangoni di Montee il Palasport “BrunoRuffo”.

COLOGNOLA / L’INTITOLAZIONE

PARCO S. GIOVANNI CALABRIA

Il parco giochi attiguo al circolo Auser e alla baitadegli alpini, in via Nobile a Colognola ai Colli èstato intitolato a San Giovanni Calabria. L'idea diintestare questo punto di aggregazione per tutta lacittadinanza al santo veronese, canonizzato 18anni fa, è stata del primo cittadino Claudio Carce-reri de Prati, che ha motivato: «San Giovanni Cala-bria è stato il fondatore della Pia Unione per l'assi-stenza agli ammalati poveri nonché della CasaBuoni Fanciulli, alla quale collaborarono molti laicie questo gruppo iniziale fu la base per i Poveri Servidella Divina Provvidenza. San Giovanni Calabria,con la casa Buoni Fanciulli ha dimostrato attenzio-ne e zelo verso i giovani abbandonati o apparte-nenti a famiglie in difficoltà, e interesse per i valorieducativi. Tale titolazione – ha concluso il Sindaco– ci è parsa opportuna in quanto in linea con la tra-dizione locale di dedicare parchi e giardini a Santidato che l'area verde di via Colombo porta il nomedi San Marco, quella presente nel rione Venezia è

dedicata a Santa Lucia mentre il parco di Pieve èintestato a San Gaspare Bertoni». Al taglio del nastro della nuova area verde,che èdotata anche di una piastra polivalente, oltre adalcuni amministratori, ha partecipato il vicario del-l'Opera don Calabria don Luciano Squizzato cheha impartito la benedizione alla presenza di nume-rosi bambini, genitori e anziani per i quali il parcorappresenta un luogo d'incontro.

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Servizi diDaniela Ramafoto M.Testi

COLOGNOLA. Il progetto individua luoghi dove prelevare libri da leggere per poi restituirli

“Portami con te”Scambi di letture

CALDIERO. Agesci, il gruppo scout ha una sede tutta sua

Novità in casa scout Agesci Caldiero. Da poco, infatti, il gruppo storico cal-dierese ha una sede tutta sua. Si tratta di una palazzina che appartiene alleFerrovie dello Stato, che ne hanno concesso il comodato d'uso al Comune perun arco di tempo pari a 30 anni e a patto che venga utilizzata nell'ambito delvolontariato. La casa cantoniera, che si trova a sud della stazione, è stataristrutturata dal Comune a fronte di una spesa di 75 mila euro e messa a dispo-sizione degli scout che fino ad ora non avevano mai avuto un proprio domici-lio usufruendo di punti di incontro di fortuna parrocchiali o dislocati a Caldie-rino.L'Agesci, in seguito alla convenzione siglata con il Comune, ha trovato casagratuitamente per ben 20 anni. La struttura è stata resa abitabile dalla stessaAgesci, eseguendo alcune finiture interne.L'accordo prevede anche che gliscout si prendano cura del giardino che attornia l'edificio, nonché dell'attiguaarea verde.

Cambio della guardia ai ver-tici della Pro Loco. A gui-darla da qualche mese èinfatti la 21enne Elisa Grisi.Si tratta davvero di un uni-cum, dato che in più di qua-rant'anni di attività, la ProLoco della cittadina termalenon era mai stata presiedutada una donna. L'elezione delnuovo direttivo ha vistoMartino Franchi farle davicepresidente e StefanoMartinelli ricoprire il ruolodi segretario, mentre Miche-le Bodini, Andrea e MarcoMeneghello, Martina Steva-nato e Tommaso Targonsono consiglieri.A Michele Corrà è andato iltitolo di presidente onorariodella Pro loco, visto che dasempre è stato presente inquesta realtà. Realtà che si ègià cimentata per la buonariuscita della sagra di San-t'Antonio a Caldierino colla-borando con il comitatoorganizzatore e che si stamuovendo per regalare ai

caldieresi, sabato 15 luglio,una Notte bianca che puntaa essere indimenticabile.Per l'occasione ci sono,infatti, in programma nume-

rosi eventi: spettacoli, ini-ziative per bambini, canti,balli e pure un'anguriata cheanimeranno le piazze del-l'intero paese.

CALDIERO. Elisa, 21 anni, è la prima donna a guidare l’associazione

Grisi al timonedella Pro Loco

La casa cantoniera sede Agesci

Conferenza bookcrossing “Portami con Te”

Parco S. Giovanni Calabria

Elisa Grisi

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Raffaello Brentonego di Bel-fiore ha sempre avuto unagrande passione: il volo. Natonel 1954 nell’edificio che oraè adibito a sede postale, havissuto nella “terra dellamela” fino a 18 anni di età,poi le vicende familiari lohanno portato a Caldiero eoggi a Casaleone. La passio-ne per il volo arrivò all’età di6 anni quando il curato diBelfiore, don Silvio glimostrò in una stanza dell’ora-torio un modello di alianteche egli stava costruendo.«Ho tempestato il curato didomande, tanto che don Sil-vio mi prese con lui per com-pletare quel modello - raccon-ta Raffaello -. L’anno dopocome “libro per le vacanze” ilcurato mi regalò il volume“Cuori lanciati nell’azzurro”del 1946, che rilessi più voltee che ancora conservo. DonSilvio poi mi regalò unmodellino ad elastico in sca-tola di montaggio e così

costruii il mio primo aeromo-dello. Avevo circa 12 anniquando scoprii che all’orato-rio di San Bonifacio, si radu-nava il Gruppo ModellisticoSambonifacese, per costruiremodelli. Io di nascosto, disera andavo in bici da Belfio-re a San Bonifacio, per impa-rare. Alla fine lo confessai aimiei genitori, che mi lasciaro-no andare a San Bonifacio digiorno e fu lì, con gli insegna-menti del GMS che realizzai

il mio primo aeromodello amotore, collaudato al camposportivo di Belfiore, a ridossodi casa mia». Brentonego haraccolto le sue memorie nellibro “Una vita tra terra ecielo”, parlando della storiafamiliare, degli studi di geo-metra, il lavoro come tecnicocomunale a Bovolone, ilmatrimonio, figli e nipote. Sisofferma su quello che fu unsuo grande risultato: prendereil brevetto da pilota di avia-

zione generale. «Nel 1989 –aggiunge Brentonego - miiscrissi alla scuola di volo diLegnago, dove seguivo lelezioni di teoria, mentre lelezioni di volo erano a Ferra-ra. Nel dicembre 1990affrontai l’esame finale aForlì, con esaminatore Riz-zardo Trebbi, considerato loSchumacher del volo! Supe-rai l’esame e mi inserii anco-ra di più nell’ambiente, effet-tuando molte ore di volo,conseguendo altre abilitazio-ni specialistiche, fino a diven-tare istruttore all’Aeroclub diLegnago». Dal volo venneromolte soddisfazioni al geo-metra Brentonego: la colla-borazione con l’aeroclub diVenezia Lido, l’amicizia confamosi piloti, il ritorno allapassione originaria, l’aero-modellismo, tanto da poteredefinire la sua “una vita avia-toria”. Raffaello ha fattomolti voli sul paese natioBelfiore, creando una bellacollezione di foto aeree, tracui quella della chiesa parroc-chiale e oratorio, dove iniziòil suo “volo”.

LA VIA DI PELLEGRINAGGIORomea Strata, fede e culturaLa Diocesi di Vicenza ha riscoperto nel 2015 la“Romea Strata”, itinerario di fede e cultura. Questotornare su un'antica via di pellegrinaggio stariscuotendo un notevole successo di presenze e diinteresse, tanto da indurre il Touring Club Italiano apubblicare dal 15 giugno scorso la guida “LaRomea Strata, sulle tracce dei pellegrini dal Nord-Est a Roma”. Sono 797 i km che da Tarvisio portano a Fucec-chio San Miniato, collegandosi alla via Francige-na. Da qui in direzione Sud i pellegrini delMedioevo raggiungevano Roma e i porti dellaPuglia verso Gerusalemme, provenendo da quegliStati che oggi si chiamano Polonia, RepubblicaCeca, Austria, Slovenia, Slovacchia...«La guidaillustra il percorso della Romea Strata - commentadon Raimondo Sinibaldi, direttore dell'Ufficio Pel-legrinaggi diocesano -. Diversi gruppi parrocchia-li ci hanno contattato per fare delle esperienze for-mative estive su questa via e quindi potrete incon-

trarli in alcuni tratti. Stiamo continuando il posi-zionamento dei cartelli stradali, concordando lemodalità con molte realtà comunali, provinciali eregionali». In maggio, all'Istituto Alberghiero Bertidi Caldiero, che fin dall'inizio sostiene questo pro-getto, era arrivato Francisco Sancho Fernandez,per portare la sua esperienza sulle vie dello spiri-to di tutta Europa. Come pellegrino Francisco hapercorso oltre 13.000 km sulle vie di tutta Europa,un ottimo testimonial per la Romea Strata. L'inte-resse per questa via esprime il bisogno di spiri-tualità di questi primi anni del XXI secolo: «LaRomea Strata ci fa sentire sempre tutti in cammino- dichiara don Raimondo -. Vi invitiamo a esserepropositivi facendo crescere l'interesse per l'itine-rario nel vostro ambito e nel vostro territorio». ACaldiero erano presenti sindaci e amministratorilocali, produttori, associazioni. A loro il sacerdoteha rivolto l'invito a promuovere i “polmoni spiri-tuali dell'est veronese”: l'Oasi di San Giacomo aVago di Lavagno, l'Abbazia di Villanova a SanBonifacio, a Belfiore il santuario di Madonna dellaStrà; ad Arcole la Madonna dell'Alzana, a Vero-nella all'hospitale di Corte Grande, per citarnealcuni.

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Servizi diGraziana Tondini

BELFIORE. La storia di Raffaello Brentonego e della propria passione per l’alta quota

Geometra “volante”

Giustina “Tina” Meneguzzo da 13 anniorganizza e presiede l’Università Popo-lare di Cologna Veneta. Per i suoi meri-ti nel settore culturale, lo scorso 2 giu-gno è stata insignita del titolo di Cava-liere della Repubblica dal PresidenteSergio Mattarella, consegnatole dal Pre-fetto di Verona. Tina per 27 anni è statamaestra nella scuola elementare di SanGregorio di Veronella, dove ha compiu-to tutto il suo percorso di insegnante.Quando si è ritirata dal lavoro, ha pen-sato di creare i corsi dell’UniversitàPopolare: «L’idea mi è venuta ascoltan-do una lezione su Dante della presiden-te Università Popolare di Verona, inoccasione della Festa del mandorlato -racconta Tina -. Ho chiesto informazio-ni e consigli a lei, così nella primavera2004 abbiamo fatto quattro lezioni, percapire l’attrattiva sul pubblico. Dall’au-tunno 2004 siamo partiti con 26 lezionil’anno e dal 2016/17 abbiamo inclusoanche maggio, arrivando a 30 lezioni. Icorsi vengono accompagnati da usciteculturali sul territorio e all’estero, perapprofondire i temi trattati in aula. Ades-so l’Università di Cologna vanta piùiscritti di tutta la provincia, siamo in324». Dal 2016 l’Università colognese èun’associazione registrata, con un pro-prio direttivo formato da Bergamasco

Maria Grazia, Brambilla Giovanni, Fon-tana Paola, Massignan Graziano, Mat-tiello Maria, Meneguzzo Luigina,Muraro Luciano, Quattrin Renato R.,Urbani Beppino, Vezzaro Giorgio,ognuno con compiti specifici. L’idea difare insignire del Cavalierato la presi-dente è venuta al professor RiccardoGhidotti di Monselice, suo collaborato-re. Si è concretizzata tramite Antonio

Pastorello, presidente della Provincia diVerona, che ha provveduto a inviare idocumenti a Roma, ove sono stati valu-tati da un’apposita Commissione. Cosìsi è arrivati alla nomina e alla cerimoniadel 2 giugno in Gran Guardia. Da Colo-gna sono partite oltre 50 persone, perfesteggiare in Piazza Bra la nuova“Cavaliera”, tutti felici per questaimportante onorificenza.

COLOGNA. Meneguzzo, presidente dell’Università Popolare, è stata insignta del titolo

Giustina è CavaliereMadonna della Strà

Raffaello Brentonego

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Dopo quasi tre anni dilavori è stata restaurata eaperta al pubblico un'anticadimora dei conti Serego invia Oppi a Veronella: è lacorte di “Veronella Alta”,oggi “Corte Leonis”. Ilrestauro è stato voluto dallaproprietaria Samaritana diSerego, che ha trasformatola vecchia corte dei lavo-ranti agricoli in location ebed&breakfast per eventidi vario tipo. Il sito diVeronella Alta è un luogoabitato fin dalla preistoria:trattandosi di una specie di“altipiano” a forma di ferrodi cavallo, esso era unluogo salubre rispetto lapalude circostante, adattoall'insediamento dei primiveneti. Nel Medioevo, conl'avvento degli Scaligeri,varie possessioni vennero

donate al capitano CortesiaMarassi di Serego, tra esseil sito di Veronella Alta. Alcentro dell'“altipiano” sor-geva un edificio, che qual-che studioso ritiene fosseun castello, dai toponimiriportati nelle antichemappe, quali “CastrumLeonis”, Casteleone, nomi

a cui si è ispirata la pro-prietaria per il sito restau-rato. Su Veronella Altasono fioriti molti studi, tracui quelli del prof. Giulia-no Romano dell'Universitàdi Padova, che lo ritiene unluogo di “archeologiaastronomica”. Altre ipotesi“curiose” lo vedono come

un sito per comunicare congli extraterrestri. Per altristudiosi è il risultato deicambiamenti di alveo del-l'Adige, un accumulo diterreno derivato dalle boni-fiche zerpane. Nel corsodel 1900 fu abitato dafamiglie di agricoltori, ulti-ma la famiglia Braggionegli anni '90. La casarurale e il portico necessi-tavano di ristrutturazioneglobale. Il restauro ha por-tato all'inserimento di ele-menti moderni e innovati-vi, per enfatizzare la diver-sità con la parte antica.Anche la grande aia esternaè stata recuperata.

G.T.

VERONELLA / CORTE LEONIS RESTAURATA

Torna in Italia un pezzo di storia diVerona e del suo territorio. Lo fagrazie al Comune di Arcole che haacquistato “Le bellezze di Verona.Nuovo ragionamento”. Nel qualecon brevità si tratta di tutte le cosenotabili della città, libretto diAdriano Valerini del 1586 e consi-derato la prima guida turisticatascabile della città e del sua pro-vincia. La rarissima copia origina-le della prima edizione del librettosi trovava in una libreria antiquariadi Parigi. Lì è stata trovata edacquistata dall’Ente Fiera di Arco-le, col contributo di Ser.it e dellaFarmacia Comunale di Gazzolo. Ilvolume sarà ora custodito presso ilMuseo Civico e Napoleonico delpaese. Adriano Valerini fu uno sto-rico, scrittore e attore comico vero-nese. Nella sua opera, dedicata al“molto illustre sig. Conte Achilledi San Bonifacio”, allora signore diVerona, dà prova di grande erudi-

zione e competenza, citando i mag-giori storici dell’antichità e ripor-tando attentamente i fatti relativialle origini della città e al suo per-corso di crescita, descrivendo i suoicittadini e le loro abitudini, le bel-lezze storiche e naturalistiche delterritorio e dedicando ampio spazioanche ai prodotti tipici e alla cuci-na. Proprio in merito ai prodottitipici del territorio all’interno dellibro è contenuto un passo moltoimportante, a pagina 66, dove ven-gono citati gli “sparesi” di Arcole:“I migliori e i più belli di tutti glialtri”. «Con questa preziosa opera –ha commentato il sindaco Alessan-dro Ceretta – riportiamo in Italia, ead Arcole in particolare, un prezio-so tassello della nostra storia. Unatestimonianza che verrà attenta-mente conservata e che cittadini evisitatori potranno ammirare alMuseo Civico e napoleonico».

Matteo Dani

ARCOLE / IL CONVEGNOLA MONETA DI VENEZIA

E' stato un excursus storico particolare, quello pre-sentato ad Arcole il 16 giugno, al Santuario dell’Al-zana da parte di Luigino Rancan: la storia di Vene-zia e della sua Repubblica, tramite le monete conia-te dalla Serenissima.Un evento organizzato nell’ambito dell’estate arcole-se dall’Associazione del Fante. Luigino Rancan è unostorico di Lonigo, già funzionario di banca e presi-dente del Circolo Filatelico Numismatico leoniceno.Ha introdotto la serata Claudio Soprana, storico loca-le: «Venezia ha una storia millenaria, dalla fine delSacro Romano Impero al 1797, quando venne occupata da Napoleone Bonapar-te. Percorreremo 1100 anni di storia grazie alle effigie sulle monete dei Dogi». Hapreso quindi la parola Rancan: «La Repubblica Serenissima tramite le figure impres-se sulle monete raccontava la storia del momento, non del passato: una sorta di dia-rio scritto dai dogi. La prima moneta è dell’814 e dimostra che Venezia è diventa-ta una vera città indipendente, con un proprio conio. Venezia aveva una doppiacircolazione monetaria: il dinaro di Carlo Magno con il nome della città per i mer-cati esteri, mentre sul mercato interno era usato il “solido” bizantino». Grazie allemonete, Venezia fissò gli eventi più importanti della città: «Con l’arrivo delle spo-glie di San Marco nel 1204, la Serenissima acquisì un potere maggiore di qualsia-si altra città del suo tempo» - spiega Rancan. La serata è proseguita con l’illustra-zione delle altre monete veneziane: il grosso, il ducato, la lira, il tallero. «Il tallero,simile a quello austriaco, è l’ultima moneta di Venezia - conclude lo storico -. Venneconiata nel 1763 e per la prima volta somigliava a quella di un altro Stato».

Graziana Tondini

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ARCOLE. L’Ente Fiera ha acquistato il libretto “Le bellezze di Verona” risalente al 1586

Un pezzo di storiariportato in Italia

RICEVIAMO&PUBBLICHIAMO CAREGIVER, PROGETTO DI LEGGE

Dalla definizione del ruolo a un pacchetto di azioni per sostenerli in un compitodifficile della loro vita. È il progetto di legge regionale presentato lo scorso 19giugno dai consiglieri Giovanna Negro (Veneto del Fare) e Maurizio Conte (ListaTosi) a tutela dei caregiver, coloro che si prendono cura in casa di un familiarecolpito da demenza o da altre forme di decadimento cognitivo. Sono in tutto seiarticoli che partono dalla definizione del ruolo del caregiver. «Si prevedono forme di sostegno psicologico, un numero adeguato di posti lettonelle strutture sanitarie accreditate per offrire a chi accudisce i parenti un perio-do di pausa, programmi di aggiornamento dedicati a medici di famiglia e ope-ratori sociali e socio-sanitari per valorizzare la figura dei caregiver, l’istituzioneper l’ultimo sabato di maggio di ogni anno della Giornata del caregiver fami-liare. Per finanziare le attività il progetto di legge prevede uno stanziamento nelbilancio regionale di un milione di euro l’anno per il triennio 2017-2019. Lademenza colpisce dall’ 1 al 5% della popolazione sopra i 65 anni, cifra che rad-doppia ogni quattro anni successivi arrivando al 30% all’età di 80 anni. E’ unadelle cause di disabilità più importanti nella popolazione anziana con pesantiricadute sulle famiglie. I familiari che assistono disabili lo fanno soprattutto incasa (oltre l’80%) e sono donne (76,6%). Sono per lo più in età attiva (51,6 %tra i 46 e i 60 anni) e tra queste il 45,7 per cento ha problemi di lavoro (16,1%ha dovuto lasciare il lavoro, il 32,1% ha chiesto il part-time, il 33,9% ha dovutocambiare lavoro, il 3,6% è stato licenziato). Come se non bastasse si aggiungo-no problemi di altro tipo: sonno insufficiente (ne lamenta il 53,6%), stanchezza(87,3%). Si stima che oltre il 50% dei caregiver familiari sia a rischio depressio-ne. La nostra proposta di legge punta a valorizzare e sostenere queste personeche gratuitamente e volontariamente assistono in ambito familiare un anzianoaffetto da demenza o da altre forme di decadimento cognitivo».

Giovanna NegroMaurizio Conte

ARCOLE / SAN MARTINOArcole è stata una delle 15 località europee invi-tate a Tours, in Francia, per festeggiare il 1.700°anniversario della nascita di San Martino. Unanotizia, quella dell’invito, arrivata quasi in extre-mis ad Arcole, ma che non ha impedito di orga-nizzare una delegazione che potesse rappresen-tare il paese. Il sindaco Alessandro Ceretta, ilconsigliere regionale Giovanna Negro e unaquarantina di arcolesi sono partiti alla volta dellaFrancia e raggiunto Tours dove, nel weekend tral’1 e il 2 luglio si sono tenute le celebrazioni. L’in-vito è giunto a sorpresa e in molti si sono interro-gati sul motivo di questa scelta, visto che moltialtri comuni sia italiani che del veronese hannoun legame forte con San Martino. Probabilmente

a giocare un ruolo decisivo il fatto che da setteanni a questa parte Arcole abbia intitolato pro-prio al vescovo ex soldato la manifestazione diportata nazionale che si svolge a novembre pro-prio in centro paese. Se a questo aggiungiamoche Arcole è una località ben nota in Francia,vista la battagli combattuta da Napoleone duran-te la campagna d’Italia, ecco che forse la rispo-sta può dirsi trovata. «Il fine settimana trascorsoa Tours – ha commen tato il sindaco Ceretta – èstata una bellissima esperienza, che ci ha per-messo di far conoscere sempre più il nome delnostro paese e di promuovere i prodotti tipici delnostro territorio anche all’estero».

Matteo Dani

Relatori Sopranae Rancan

Arcolesi a Tours

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«Ringrazio i nostri coltivato-ri che ogni anno, a maggio egiugno, fanno qualcosa dieccezionale. 83 anni fa èstata inventata questa sagradelle ciliegie; ora si vaavanti con prospettive

diverse da allora cercandodi creare qualcosa dalle pic-cole cose e ora si va avantianche se ci sono molte diffi-coltà. Il mercato della fruttasta attraversando un duroperiodo, ma confidiamo inuna risalita positiva perchécrediamo nel nostro futu-ro». Queste le parole concui Edoardo Pallaro, sinda-

co di Montecchia di Crosa-ra, ha aperto sul palco alle-stito in piazza Umberto I loscorso 11 giugno l’83ª edi-zione della Sagra della Cile-gie. «È importante che pro-duttori e agricoltori si met-tano insieme per promuove-re la ciliegia e superare iproblemi – ha aggiunto poi

il presidente della provinciadi Verona, Antonio Pasto-rello -. Anche i semplici cit-tadini possono contribuireconsumando i frutti di sta-gione: mangiare frutti simi-li ai nostri in altri periodidanneggiano i produttorilocali. Consumiamo i nostriprodotti, leghiamoli al terri-torio e facciamo vivere

anche l’economia in questomomento difficile». «Purtroppo oggi l’ortofrut-ta, uno dei capisaldi delleesportazioni italiane, nongode della tutela dei trasfor-mati – ha affermato il presi-dente della Coldiretti Vero-na Claudio Valente-. Il pro-dotto da industria mette a

repentaglio quello frescoperché quando si paganoventi centesimi circa quelloindustriale il resto vienemesso a repentaglio. I pro-dotti industriali però pro-vengono da paesi in cui siusano antiparassitari - in Ita-lia vietati - e c’è lo sfrutta-mento minorile. E’ chiaroquindi che noi non possiamocompetere con i costi euro-pei e i prezzi mondiali. Tuttoquesto sta diventando inac-cettabile. Sono invece con-tento della proposta di can-didare la Val d’Alpone comesito Unesco».

MONTECCHIA / IL PERCORSO PEDONALEA piedi dal ponte degli Alpini a quello dello SchioppoDomenica 11 giugno inoccasione della 83ªSagra delle Ciliegie aMontecchia si sono tenu-te varie inaugurazionioltre a festeggiare laciliegie e riflettere sullasituazione del comporta-to agricolo.Erano presenti oltre alsindaco Edoardo Pallaroe altre autorità comunali,il presidente della provin-cia Antonio Pastorello, ilvicepresidente del consi-glio regionale AlbertoGiorgetti, il presidente della Coldiretti Verona Claudio Valente. Il primo evento èstata l’inaugurazione del percorso pedonale sull’argine destro dell’Alpone lungo1050 metri che collega il ponte degli Alpini con quello dello Schioppo. «Siamoin una zona in cui la maggior parte degli argini sono privati - spiega il sindaco

Edoardo Pallaro -. Perrealizzare il percorsoabbiamo acquistato leproprietà che ci serviva-no per avere possibilitàdi intervenire in qualsia-si momento. È un percor-so importantissimo, cheoffre sicurezza al nostropaese (è stato aperto alpubblico una parte diargine che prima nonera possibile usufruire).Ringrazio Beatrice Bura-to, novantanovenne, cheha sorvegliato l’anda-mento dei lavori dallasua casa: per noi è moti-vo di onore che sia statalei ad inaugurare l’ope-ra». L’intervento è costa-to 400 mila euro, finan-ziato in parte da contri-buto regionale.

CRONACHE di Montecchia e San Giovanni Ilarione L’ALTRO GIORNALELuglio 201714

Servizi diMaria Grazia Marcazzani

MONTECCHIA. Ciliegie, 83 anni fa nasceva la manifestazione

Una “sagra”per pensare

MONTECCHIA. Un quadro in dono per l’atrio del Centro Convegni

Tra le iniziative che hanno fatto seguito all’inaugu-razione della Pista ciclabile, in occasione dellaSagra delle Ciliegie, anche il quadro per l’atrio delCentro Convegni, donato da Mariano Zardini, arti-sta locale.«L’opera simboleggia Montecchia: vi troviamo ilcontadino, la famiglia, la chiesetta di San Salvato-re che ha influssi longobardi-carolingi e romanici,le nostre culture e lo stemma del comune. C’è con-densato in un quadro 2000 anni di storia delpaese» - spiega il sindaco Edoardo Pallaro. «Misono divertito a fare questo dipinto un pò diversodal mio stile – racconta zardini -. Tutto è nato daun’idea di Luigi Scrinzi che ha proposto al sindacodi valorizzare gli artisti locali chiamandoli a realiz-zare opere che poi sarebbero rimaste alla comuni-tà. Così quest’anno per la pittura sono stato contat-to io. Nel mio quadro ho rappresentato la chiesetta di San Salvatore vista dalla strada provinciale e attraver-sando il ponte dello Schioppo. Al centro del dipinto un amorino regge lo stemma di Montecchia tenendo inuna mano le fedi simbolo della famiglia e una freccia che rappresenta la fedeltà. L’ho reso cieco grazie a unelmo calato completamente sulla testa». Durante la festa delle Ciligie protagonista è stata anche l’esposizione dei lavori realizzati dagli Istituti com-presivi di Montecchia di Crosara- Roncà e San Giovanni Ilarione. «I nostri ragazzi hanno comunicato varietematiche attraverso il disegno e l’arte - spiega Ugo Carnevali, dirigente degli istituti comprensivi di San Gio-vanni Ilarione e Montecchia - Roncà -. I lavori vanno dall’interpretazione delle opere d’arte a una mostra lega-ta alla tematica dell’amore a dei mosaici creati dalla scuola primaria di Bolca in due anni scolastici». A Mon-tecchia è stata inoltre inaugurata la nuova sede dell’Avis, in un’aula della ex scuola media del paese. «L’Avis– ha affermato il sindaco Edoardo Pallaro - è una realtà che va difesa e alimentata, anche finanziata se lecasse comunali permettessero e ringrazio il gruppo per quello che ha fatto finora e per quello che farà».

FLASH DA S. GIOVANNI ILARIONE

Una nuova farmacia per San Giovanni Ila-rione. È dal 2012 che a San Giovanni Ilarione sidiscute per l’apertura di una nuova farmacia. Lalegge infatti offre la possibilità di aprire una farma-cia ogni 3.300 abitanti su un territorio comunale: nelcaso in cui la popolazione eccedente superasse del50% il parametro, come a San Giovanni Ilarione, èpossibile una seconda apertu ra. In un primo momen-to l’idea era quella di aprire la nuova farmacia tral’incrocio di Viale dell’Industria e via A.De Gasperi.Il fabbricato che doveva sorgere nella zona indicatanon è stato costruito né risulta nessuna richiesta diconcessione edilizia, tanto che si è deciso di cambia-re sede. Il nuovo consiglio comunale, con una deli-bera del 22 giugno scorso, ha deciso che la nuovafarmacia può essere aperta in un qualsiasi altroluogo purchè rispetti una distanza non inferiore a200 metri dall’altra farmacia, misurata per la viapedonale più breve tra soglia e soglia delle farmacie.Cinema sotto le stelle a Castello. Torna anchequest’anno, dopo il successo degli anni scorsi, la ras-segna “Cinema sotto le stelle” a Castello di San Gio-vanni Ilarione. Organizzata dall’associazione Carta-bianca , in collaborazione con il Comune, il gruppoteatrale Sale e Pepe, la Parrocchia di Castello e ilComitato Sagra di Castello, la rassegna sarà dedi-cata all’animazione. Il 13 luglio verrà proiettato“Ponyo sulla scogliera” capolavoro di Hayao Miya-zaki che riprende con temi moderni legati all’inqui-namento delle acque e al predominio di queste sullaterra, la fiaba della Sirenetta di Andersen. Il 20 l ugliotoccherà a “Inside out”, film premio Oscar lo scorsoanno che tratta la tematica psicologica delle emozio-ni e come ci influenzano nelle scelte. Infine il 27 lugliosarà il turno di “9” dove si riflette su un futuro che larazza umana potrebbe essere estinta e dominare lemacchine. Tutte le serate sono gratuite e in caso dipioggia i film saranno proiettati nel teatro parroc-chiale di Castello.

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Quando ci si avvicina aquesto argomento, ènecessario innanzituttofornire al lettore unadefinizione chiara dellaparola “fitofarmaci”, alfine di avere un quadrocompleto di che cosasono, della loro necessitàe utilità e delle conse-guenze positive e negati-ve che il loro uso com-porta. I fitofarmaci sono sostan-ze composte da più ele-menti destinati a proteg-gere le coltivazioni datutti i parassiti animali evegetali e favorire le pro-duzioni.Essi possono essere diorigine minerale, vegeta-le o composti da organi-smi viventi, con caratteri-stiche, efficacia e con-troindicazioni moltodiverse per tempi emodalità d’uso e perico-losità per l’uomo e l’am-biente.Come tutte le medicine,anche i fitofarmacihanno un obiettivo pri-mario da debellare e sulquale devono essere effi-caci, ma portano con

loro effetti secondari dicui il legislatore, l’opera-tore e tutta la comunitàdevono tener conto, neidiversi momenti istitu-zionali e operativi.Le specie da difenderesono le colture agricole,ma, nel contempo, quel-le da preservare e salva-guardare sono l’uomo etutti i vertebrati, gli orga-nismi acquatici, le api etutti gli insetti utili, i lom-brichi e tutti i microrgani-smi del terreno.Come si può ben vedere,la complessità degliobiettivi da raggiungerenecessita studi appro-fonditi nella fase di ricer-ca del prodotto, unmonitoraggio costantesul grado di efficacia suipatogeni, sulla presenzadi residui indesideratisulle produzioni e nel-l’ambiente.Il fitofarmaco, quindi,dopo aver espletato lasua azione sugli organi-smi che vogliamo com-battere e debellare, pro-lunga la sua presenzasulle colture, sulle produ-zioni e nell’ambiente, in

forma minore e con ungrado di pericolositàaccettato dalle vigentinormative.Una sostanza utilizzata inagricoltura viene immes-sa direttamente nell’am-biente, quindi, la suaazione è particolarmenteinvasiva, poichè essa sidisperde nell’aria pervolatilizzazione, nellavegetazione attraversole radici e gli stomi, nelsuolo e nelle acque perpercolazione e nell’ecosi-stema acquatico pereffetto dei movimentiorizzontali dell’acqua.

Ecco che i fattori cheinfluenzano i movimentidei residui indesideratidiventano decisivi perpoter prevedere quali edove saranno gli effettiche essi provocano.Il primo fattore è la lisci-viazione che dipendedalle proprietà fisiche,chimiche e microbiologi-che del suolo, dalle pro-prietà dei fitofarmaci(solubilità in acqua e per-sistenza), da fattoriambientali (temperaturae umidità), da fattoriagronomici (formulazio-ne del prodotto, quantitàdistribuite, irrigazione elavorazioni del suolo). Il secondo fattore è ilruscellamento, chedipende dalla pendenzae dalla compattazionesuperficiale del suolo,dalla formulazione delprodotto, dal clima, in

particolare dall’intensitàdelle piogge ed infinedalla gestione aziendaleintesa come controllodell’erosione e residuicolturali.Il terzo fattore è la volati-lizzazione per la quale latemperatura, l’umidità ela velocità del ventosono fattori decisivi.Il controllo dei residuisulle colture è l’unicostrumento che ci con-sente di stabilire lanecessità, o meno, dimettere in atto alcunicomportamenti utili enecessari al fine di elimi-nare o limitare la presen-za dei residui stessi.A questo punto è neces-sario conoscere i para-metri che influenzano lavelocità di degradazionedi un fitofarmaco, chedipende dalle caratteri-stiche fisico-chimiche del

prodotto, dalla dose, daltipo di suolo e di coltura,dal metodo di applica-zione, dalle condizioniambientali, dal numerodei trattamenti, dall’in-tervallo tra ultimo tratta-mento e raccolta.Annullare e comunqueridurre il problema deiresidui indesiderati, èuna necessità e lo si puòottenere accettando un“livello soglia” della pre-senza del patogeno, al disotto del quale non sifanno trattamenti,migliorando la cono-scenza e lo sfruttamentodelle tecniche agronomi-che, scegliendo in modoresponsabile principiattivi ed epoche di inter-vento, mettendo in attoefficaci sistemi integratidi lotta.Infine c’è da sottolinearel’entrata in commercio diprodotti organici edisgregatori molecolariche applicati prima dellaraccolta hanno la capaci-tà di abbattere i residui difitofarmaci presenti sullafrutta e di bonificare i ter-reni con presenza di erbi-cidi e/o metalli pesanti.In ogni caso la formazio-ne professionale edun’assistenza tecnicaqualificata sono decisiveper il successo di questepratiche agricole.

G.D.C.

AMBIENTE, TERRITORIO e AGRICOLTURAFITOFARMACI: NECESSITÀ, PRECAUZIONI E SOLUZIONI

AUTORIZZAZIONI E DIRITTO D’IMPIANTOBentornati nel nostro consueto spazio dedicato al diritto vitivinicolo, con cui voglio rispondere questa voltaad un quesito che diversi operatori del settore mi hanno posto nelle ultime settimane.Parliamo di autorizzazioni e di diritti di impianto: è possibile il trasferimento dell'autorizzazione all'im-pianto da una Regione all'altra? Innanzitutto ricordiamo che dal 31 dicembre 2015 ha cessato di esistereil sistema imperniato sul concetto di “diritto di impianto o reimpianto” mutato in autorizzazione all'im-pianto. Sia il “diritto” d’impianto che il nuovo sistema di “autorizzazione” hanno la stessa finalità, quelladi consentire al soggetto titolare di impiantare un vigneto all’interno di un sistema di contenimento dell’of-ferta, almeno così erano le intenzioni. Infatti il nostro caso pratico, è un esempio di un falla normativa. Ineffetti, il decreto Mipaaf - facendo leva sull’art. 10 del regolamento di esecuzione 2015/561 della Com-missione Ue - acconsente (all’art. 14) abbastanza facilmente di impiantare un vigneto in una regione diver-sa da quella che ha concesso l’autorizzazione. Il beneficiario di quest’ultima può infatti effettuare l’impiantosu una superficie della propria azienda diversa da quella per cui è esso è stato inizialmente autorizzato,semplicemente a condizione che il terreno per la nuova collocazione rispetti le medesime condizioni di quel-lo per cui l’autorizzazione era stata originariamente rilasciata. Non essendo sanciti limiti, il primo ben puòsussistere in una regione diversa rispetto a quello dove si trova il secondo (come riconosciuto anche dallacitata circolare Agea, punto 3 di pag. 9). Ciò ha provocato nell’anno 2016 varie manovre speculative in Ita-lia, attraverso alcuni escamotages legati all’affitto del fondo su cui si faceva confluire l’autorizzazioneall’impianto originariamente ottenuta per terreno diverso, magari pure collocato in una regione diversa.Tale situazione ha spinto il Mipaaf a reagire ponendo dei limiti e dei criteri di priorità, dapprima diffon-dendo una circolare interpretativa (n. 5852 del 25 ottobre 2016) e poi emanando il regolamento n. 527del 30 gennaio 2017, modificante quello sulle autorizzazioni (il menzionato n. 12272 del 15 ottobre 2015)mediante l’introduzione di alcuni nuovi articoli nel suo testo (5 bis, 7 bis e 9 bis).Sul numero di Agosto per dare completezza al parere sul caso proposito seguiremo l'evoluzione della nor-mativa attuale e i vari aggiustamenti eseguiti con le circolari del Ministero.

Vino & Dirittoa cura di Alessia Beghini [email protected]

DIARIO DI LUGLIO LAVORI DA FAREIrrigazioni e controllo delle erbacceSarchiatura e zappettatura del terrenoAttenzione alla peronospora (eventuali trattamenti con rame)Raccolta ortaggi primaverili

UN CONSIGLIOAllevare lombrichi è un’attività molto interessante per chi fa orto. E’ semplice e non richiede grossiinvestimenti, permette di trasformare scarti vegetali in fertile humus, il miglior concime del mondo.

SEMINE IN CAMPOA luglio si possono seminare in piano campo ortaggi con un ciclo colturale veloce come rapanelli,biete, lattughe, rucola. Siamo ancora in tempo per fagiolini nani e fagioli.Luglio è anche il mese di semina per cime di rapa, finocchi e tutte le cicorie (da cespo, da taglio,indivie, radicchio, scarola, catalogna).

CRONACHEL’ALTRO GIORNALELuglio 2017 15WhatsApp

331 9003743

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Gli 84 ragazzi di terza mediadella scuola media inferiore“Giacomo Zanella” di Mon-teforte d’Alpone quest’annohanno partecipato con suc-cesso a un corso di Educa-zione alla legalità promossodall’associazione Progetto

Carcere 663 “Acta nonVerba” e coordinato dall’in-segnante Alessandra Carbo-gnin. Il progetto era incen-trato sulle regole e i compor-tamenti da tenere in ogniluogo e la differenza tra ivari ambienti che frequenta-no i ragazzi e il ruolo dellepersone che li circondano.Quattro gli incontri (il primo

dedicato alle regole, ilsecondo al rispetto e alleconseguenze di questo, ilterzo sulle testimonianze el’ultimo sulle alternative e ilvolontariato) durante i qualiè stato stilato un decalogo diregole e norme di comporta-mento da tenersi negli spo-gliatoi della palestra e neivari ambienti scolastici.

Inoltre, la classe 3ª D, tocca-ta dall’esperienza vissuta, hadeciso di donare degli ogget-ti che possono essere utili aidetenuti e dei giocattoli,pastelli e pennarelli per ibambini che vivono dietro lesbarre con le mamme dete-nute.Come uscita conclusiva iragazzi hanno visitato lacasa Circondariale di Vicen-za incontrando personal-mente i carcerati.Al termine dell’esperienza iragazzi hanno risposto a unquestionario di gradimentodove è emerso che hannoseguito con interesse gliargomenti trattati ritenendoche la conoscenza e il rispet-to delle regole assicuri unmiglior funzionamento dellasocietà. Inoltre hanno migliorato leloro conoscenze sulla tema-tica e per questo il loroatteggiamento sarà influen-zato al rispetto della legalità.

VAL D’ALPONE / L’EVENTOFESTIVAL DELLA CORALITÀ

Nella Val d’Alpone durante il mese di luglio si svol-gerà il Grande Festival della Coralità Internaziona-le, organizzato dai comuni di Monteforte d’Alpone,Roncà e San Giovanni Ilarione e dalle Parrocchie diMonteforte d’Alpone, San Bonifacio, Roncà eCastello di San Giovanni Ilarione. Alla rassegnaparteciperanno cori provenienti da Italia, Finlandia,Islanda, Danimarca, Spagna, Francia, Svezia,Sudafrica e Canada. Dopo gli appuntamenti del 30giugno e 1 luglio si proseguirà venerdì 7 luglio alle21.00 nella Chiesa di Santa Maria Maggiore diMonteforte con Coro Thomas Tallis (Italia), Cor dela Institució Cultural del CIC (Spagna) e ChoraleBompas Canta (Francia); sabato 8 luglio alle 19sempre nella Chiesa di Santa Maria Maggiore conCoral 9song (Spagna) e Collagekören (Svezia);venerdì 14 luglio alle 21 nella Chiesa di Roncà conGruppo Corale di Roncà (Italia), NW UniversityChoir Potchefstroom (Sudafrica) e Kokopelli YouthChoir (Canada). La rassegna si concluderà sabato15 luglio alle 21 nella Chiesa di Castello di SanGiovanni Ilarione con Coro El Biron (Italia), NWUniversity Choir Potchefstroom (Sudafrica) e CoroLa Fonte (Italia).L’ingresso ai concerti dei cori sarà gratuito.

CRONACHE di Monteforte e Roncà L’ALTRO GIORNALELuglio 201716

Servizi diMaria Grazia Marcazzani

MONTEFORTE. Protagonisti del progetto 84 alunni di terza media della scuola Zanella

Lezioni di legalità:i ragazzi imparano

FLASH DA MONTEFORTEMonteforte Cinema. A Monteforte d’Alponeritorna la rassegna cinematografica Il Cinema aPalazzo, organizzata dall’Assessorato alla Culturain collaborazione con la Commissione Cultura.Dopo i primi appuntamenti di Giugno e inizioLuglio, il 12 luglio ci sarà “In guerra per amore” diPierfrancesco Diliberto in arte Pif con la sua secon-da fatica cinematografica mentre il 19 luglio “Aspasso con Bob”, film inglese sull’amicizia su unuomo solo e un gatto. Tutte le proiezioni, che avran-no luogo nel chiostro del Palazzo Vescovile, inizie-ranno alle 20.45. In caso di maltempo le proiezio-ni si terranno nel salone Ermolao Barbaro dellostesso palazzo.Il chiosco del parco. Lo scorso anno il chioscoall’interno del parco comunale di Monteforte d’Al-pone è stato preso in gestione da AlessandroVanzo e Martina Salzani. Da allora il parco haricominciato a vivere. Alessandro e Martina si occu-pano non solo del bar, ma della gestione di tutto ilparco, dal taglio dell’erba alla potatura di alberi esiepi, fino alla sistemazione delle giostrine. In que-sto modo il parco ha ricominciato ad essere fre-quentato da famiglie, bambini, cani, ospiti dellacasa di riposo, ragazzini. Per attirare le personeinoltre vengono proposte serate musicali, cene abase di frittura mista e durello, corsi di yoga, ape-ritivi, compleanni per i bambini e molti eventi in col-laborazione con le varie associazioni del paese.

La scuola media di Roncàquest’anno è più vicina aquella di Montecchia nonsolo per il fatto di apparte-

nere allo stesso IstitutoComprensivo, ma anchegrazie alla condivisione del“progetto cinema”, que-

st’anno approdato a Roncàgrazie all’insegnante esper-to di Cinema, SalvatoreAiello. A conclusione deilaboratori cine-scolasticiche quest’anno li hannovisti impegnati nella realiz-zazione di due mediome-traggi, gli allievi della scuo-la secondaria di primo gradodi Roncà hanno potutomostrare a compagni, geni-tori e cittadinanza i frutti delloro lavoro: “La festa delleluci” e #lanostravitavera,scritti e girati rispettivamen-te dalla terza A e dalla terzaB e prodotti del progetto“Ciak si gira a Roncà”,coordinato e curato a livelloorganizzativo dalla profes-soressa Luisa Gromeneda. Ifilm, di durata doppia rispet-to ai soliti lavori di Aiello,sono stati presentati prima aRoncà e poi a Montecchiadurante l’83ª sagra delle

ciliegie. Sala gremita e pla-tea entusiasta in occasionedella premiere del 6 giugnoscorso presso il Teatro par-rocchiale di Roncà, alcospetto di due spettatorid’eccezione, il sindacoRoberto Turri e il parrocoDon Diego Zaupa, sosteni-tori dell’attività dal suonascere; applausi scrosciantianche in occasione dellaseconda proiezione, realiz-zata l’11 giugno a Montec-chia. Il progetto nasce dallacollaborazione tra Scuola,Comune e Parrocchia e siconfigura come un verolavoro di squadra: fonda-mentali, infatti, sono stati,oltre alla competenza delProf-regista Aiello curatoredi regia e montaggio deifilm, le collaborazioni difamiglie ed enti territoriali ela partecipazione dei 34allievi coinvolti.

RONCÀ. La scuola media del paese ha condiviso l’iniziativa insieme a quella di Montecchia

Due mediometraggirealizzati in squadra

SAN GIOVANNI ILARIONE / «NO» ALLA FUSIONE CON RONCÀNuovo Sindaco, nuove decisioni a San Giovanni Ilarione. Il primo cittadino Luciano Marcazzan infatti ha bloc-cato l’iter, avviato dall’amministrazione Cavazza, per la fusione dei comuni di San Giovanni e Roncà in ununico da chiamarsi “Valdalpone”. Il referendum che avrebbe dovuto tenersi il 22 ottobre non ci sarà. Nelprimo consiglio comunale di insediamento della nuova Amministrazione, il 22 giugno, Marcazzan ha dichia-rato di voler interrompere l’iter di fusione, sospendendo tutto fino al prossimo 30 ottobre. Già durante la cam-pagna elettorale tutte le tre liste dei candidati Sindaci si erano dette contrarie, anche sentendo l’opinione dellapopolazione che non approvava la scelta fatta dal precedente sindaco: alla decisione del neo sindaco si sonodetti favorevoli anche i componenti della minoranza che ha votato all’unanimità. Marcazzan vorrebbe coin-volgere anche i comuni di Montecchia di Crosara e Vestenanova per una collaborazione di tutta la valle suvarie tematiche, anziché optare per una fusione “a due”. A questo punto non rimane che attendere i prossi-mi sviluppi.

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SPORT

La medaglia di bronzo under13 del Veneto se la sono con-quistata con orgoglio, passio-ne e sacrifici. Dopo aver battu-to la formazione giovaniledella società laureatasi cam-pione d’Italia nella serie A2016/17. Le ragazze del Vic-toria Basket compiono l’im-presa alle Final Four di Cone-gliano (sabato 3 e domenica 4giugno), e salgono sul podiodel campionato regionale.«Meraviglioso gruppo, mera-vigliose atlete, meravigliosoterzo posto per la nostra com-pagine under 13 che coronauna stagione incredibile vin-cendo la finale contro lacorazzata Reyer Venezia –commenta il club di San Boni-facio -. Un grazie va a tutti igenitori, che hanno supportatola squadra e aiutato durante lalunga annata, e a tutte le ragaz-ze che non si sono mai tirateindietro e si sono sacrificateper il risultato del gruppo. Untraguardo storico, questo, per-ché ci mette sul podio dellaregione Veneto. Il 2017/18?Proveremo a confermarci,anzi, a migliorare quanto fattonella meravigliosa annataappena conclusa».LA SEMIFINALE. Leavversarie designate per lasemifinale del sabato sono lepadovane del San Martino.«Ne esce una vera e propriabattaglia – racconta il VictoriaBasket -. Subiamo l'emozionenei primi minuti, poi ci accen-diamo e scappiamo via nelpunteggio. Nella seconda fra-

zione continuiamo a macinaregioco ma le padovane, enormifisicamente, chiudono l'area indifesa mentre in attacco cerca-no posizioni favorevoli vicinoa canestro. Noi lottiamo e riu-sciamo a mantenere il vantag-gio; il terzo periodo, purtrop-po, è quello che fa “girare” lapartita. Una direzione di garadiscutibile penalizza le nostreragazze che presto si ritrovanogravate di numerosi falli per-sonali. Siamo comunque dure,stoiche e reggiamo; nell’ulti-ma frazione, però, perdiamoaddirittura 4 giocatrici per cin-que falli e, di quelle in campo,3 devono giocare di “fioretto”per non uscire per lo stessomotivo. Diventa una lottaimpari e San Martino prendecoraggio e ci sorpassa. A cin-

que secondi dalla fine siamopari nel punteggio ma le pado-vane ottengono due tiri liberidopo un’incredibile fischioarbitrale contro la nostra dife-sa: li realizzano entrambi evanno in finale».LA FINALE 3°-4° POSTO.Il Victoria Basket si lecca leferite e volta pagina. Alladomenica, nella gara valevoleper il 3° e 4° posto, c’è laReyer Venezia da affrontare.«Un avversario atleticamentee fisicamente molto più avan-ti, mentre noi siamo strematedalla partita del sabato: indifesa riusciamo ad “esegui-re”, in attacco ci manca losprint necessario per premerea canestro – sottolinea il clubdi San Bonifacio -. Con corag-gio ed orgoglio costruiamo un

piccolo margine di vantaggioche le veneziane sono brave adistruggere già all'intervallo:19-19, in una gara dove gliattacchi davvero si fannoattendere; la ripresa iniziaanche peggio e la Reyer met-tere addirittura il naso avanti.Ancora una volta, la persona-lità è ciò che ci tiene a galla e,a metà dell'ultimo periodo,facendo leva sulle ultime ener-gie, impattiamo e andiamoavanti di 6 punti. Venezia rie-sce solo a limare dalla lunettae l’incontro si chiude 40-35: ilVictoria Basket esulta così perun traguardo sudato e merita-to». Una curiosità: nella finale1°-2° posto le vicentine delloZanè battono Martino 88-48.

Matteo Sambugaro

VICTORIA BASKET. Impresa alle Final Four: il club di San Bonifacio sale sul podio regionale

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PALLAVOLO / LA SOCIETÀSambo Volley: «Crescere sempre»A San Bonifacio c’è una realtà sportiva che è nataquasi come una scommessa 3 anni fa e che ora staraccogliendo i frutti del proprio impegno. È l’ASDSambo Volley, società pallavolistica totalmenteincentrata sull’attività giovanile e sull’educazione aivalori dello sport ai più piccoli. «Sambo Volley è unprogetto a cui ho voluto dare vita – spiega StefanoCarta, fondatore e tecnico della società – perché èsempre stato un mio pallino quello di riportare inauge la pallavolo a San Bonifacio. Siamo partiticon tanto entusiasmo e concentrandoci principal-mente sul minivolley, pian piano i numeri dei nostritesserati sono cominciati a crescere e con loroanche i risultati ottenuti alle manifestazioni a cuiabbiamo partecipato. Come al recente Sport Expodi Verona, dove le nostre squadre hanno fattoun’ottima impressione». In questo momento sonouna cinquantina i tesserati (ragazze e ragazzi)della società, più una squadra di Master dai 20 ai55 anni. Dalla prossima stagione, poi, la società siarricchirà anche di una formazione under 12, nellaquale militeranno le ragazze che non saranno piùin età per il minivolley. Da gennaio a giugno diquest’anno la Sambo Volley ha inoltre dato vita alProgetto Scuole, con i suoi allenatori presenti

durante le ore di educazione fisica delle scuole ele-mentari G. Sandri e L. Milani per far scoprire lapallavolo agli alunni. Un’iniziativa che ha riscon-trato l’apprezzamento di insegnanti e ragazzi, eche verrà riproposta anche nei prossimi mesi.«Come SamboVolley – prosegue Carta – ci teniamoad essere veicolo di messaggi positivi. Ad esempioabbiamo un forte legame con l’Avis comunale, il cuilogo è in bella vista su tutte le nostre divise e i cuivalori siamo felici di diffondere. Crediamo poi chelo sport sia una grande occasione di inclusionesociale e conoscenza, per questo abbiamo scelto difar sì che le nostre quote di iscrizione non debbanomai essere un peso insostenibile per le famiglie. Isorrisi di ragazzi e genitori alle cene di fine stagio-ne ci hanno fatto capire che siamo sulla strada giu-sta». Dopo la pausa estiva l’attività della Sambo-Volley riprenderà spedita, con un corso di minivol-ley per bambini e bambine dai 6 agli 11 anni chevorranno avvicinarsi alla pallavolo, con possibilitàdi fare alcune lezioni di prova gratuite. «Il nostroobiettivo futuro – conclude Stefano Carta – è conti-nuare a crescere, sia a livello di numeri che di qua-lità della pallavolo insegnata. Personalmente sareipoi felice di vedere sempre più maschi avvicinarsi aquesto sport: spero di riuscire a dare vita ad unaformazione maschile, che da troppo tempo mancaa San Bonifacio».

Matteo Dani

L’U13 è di bronzoe terza nel Veneto

PALLAVOLO E NON SOLO. Nuova Caldiero, cin cin alla vittoria Le juniores conquistano il titolo di campionesse provinciali Csi

Cin cin alla vittoria. Un brindisi sotto rete. Il team femminile juniores della Nuova Caldiero, militante nel cam-pionato Csi (Centro sportivo italiano), è campione provinciale e guarda tutte le avversarie dall'alto. Un succes-so, questo, conquistato al termine di un'annata pallavolistica di impegno, determinazione, passione e sacrifici,e che presenta il sapore di una sana rivincita sportiva. NETTUNO K.O., CALDIERO CAMPIONE. «Dopo una stagione al comando del proprio girone, le nostreragazze si sono laureate campionesse provinciali avendo la meglio sulla formazione del Nettuno per 3-1, squa-dra che si era laureata campione a nostre spese nella passata stagione dichiara, orgoglioso, il direttivo -. Macome recita il detto: “Una volta a ciascuno non fa male a nessuno”. E stavolta a noi non fa male». L'assist dallasocietà arriva puntuale. Proprio come quelli che le giocatrici della Nuova Caldiero hanno dispensato in campodurante partite ed allenamenti, e chehanno portato il club a raggiungere iltraguardo provinciale. «Complimentida parte di tutto il direttivo allo stafftecnico, ai dirigenti e naturalmentealle nostre splendide atlete, le qualihanno dato l'anima per portarsi acasa il titolo, e a quanti hanno segui-to la squadra per l’intera stagione».STAGIONE 2017/18: LE ATTI-VITÀ. L'agenda 2017/18 sta giànascendo. Le idee, le iniziative e iprogrammi per la nuova annata sonoin cantiere. Intanto, la Nuova Caldie-ro ha ufficializzato le attività previsteper la stagione alle porte: la societàdarà la possibilità di praticare danza classica, hip hop, zumba, ginnastica serale per adulti, attività motoria eavviamento alla pallavolo. Nello specifico, per quanto riguarda il settore volley, le categorie che scenderannosul parquet nel 2017/18, e che difenderanno i colori del club, saranno minivolley, allievi misto, allieve e ama-tori (impegnate nei campionati Csi), e under 13, Terza divisione femminile e Prima divisione femminile, impe-gnate nei campionati Fipav (Federazione italiana pallavolo). M.S.

L’under 13 del Victoria Basket con le le medaglie al collo

Nuova Caldiero campione

Sambo Volley in posa

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Benvenuto Riccardo! Un bacio dai tuoi nonni

L’ANGOLO DI FRANCESCAa cura di Francesca Galvani - www.cucinaeciacole.it

GIRELLE DI MANZO FARCITE

Francesca Galvani

Ingredienti:600 gr. di carne macinata di manzo, magra1 vasetto di carciofini sott’olio100 gr. di pecorino in scaglie4 fette di prosciutto cotto affettato sottileSalePepe2 cucchiai di olio

Preparazione:Mescolare la carne con sale, pepe, l’olio (e sevolete altri aromi) e stendere la stessa su unfoglio di carta forno aiutandovi con mattarel-lo e pellicola. Frullare i carciofini scolati dal-l’olio e stenderli su metà della carne. Su que-sti appoggiare il prosciutto e le scaglie di for-maggio. Avvolgere stretto e far riposare infrigo o un’oretta in freezer per facilitare poi il

taglio. Tagliare a rondelle di circa 2,5 cm ecuocere coperto in una padella rivestita dicarta forno. Saranno pronte appena cambia-no colore, non cuocetele troppo. Lo stessomodo di cottura potrete usarlo per fettine diogni tipo o per hamburger, inoltre la scelta diun formaggio di capra o pecora che sia nonè casuale, questo tipo di formaggi infatti noncontiene colesterolo.

Lorenzo. Fosse di S.Annagrazie zia Caterina Un trio felice Caterina con Red

LA SALUTEa cura di Tommaso Venturi, ricercatore scientifico

IL PUNTO SUI VACCINIAl di là delle campagne ministeriali e dei decreti legge che possono far discu-tere, oggi affrontiamo il tema dei vaccini limitandoci adarne una definizione più chiara, capirne i meccani-smi e il valore sociale. Il vaccino è un preparato con-tenente materiale costituito da proteine complesse ori-ginate da microrganismi opportunamente trattate pernon essere dei contaminanti per il nostro organismoma in grado di conferire immunità attiva al soggettocui viene somministrato. Questa immunità deriva dallastimolazione alla produzione di anticorpi neutraliz-zanti il microrganismo stesso. La vaccinazione pertan-to ha l'obiettivo di indurre il sistema immunitario ariconoscere i patogeni, attraverso un'esposizione sicu-ra agli stessi, e allenarlo ad attivare i meccanismi perla loro eliminazione. Al di là della patologia da cui proteggono, la distinzio-ne tra vaccini è legata al modo con cui sono ottenuti e prodotti i componentiin grado di scatenare la risposta immunitaria. Esistono vaccini costituiti daorganismi attenuati o inattivati, antigeni, peptidi sintetici, virus (in quantità nonin grado di offendere l'ospite) o vaccini a DNA. Una delle caratteristiche forsemaggiormente importanti è la capacità di indurre la cosiddetta immunità dibranco (o di gruppo o di gregge), cioè il fatto che immunizzando la maggiorparte della popolazione, anche gli individui non venuti in contatto con il pato-geno vengono protetti interrompendo la catena di infezione. E' stato stimatoche serve almeno l'80% della popolazione vaccinata per permettere che ciòaccada (che è un po' ciò a cui sta puntando il Ministero della Salute con ilrecente decreto). La prevenzione delle malattie infettive costituisce uno deiprincipali obiettivi della Sanità Pubblica. Basti pensare che grazie all’utilizzodei vaccini nella pratica medica è stato debellato il vaiolo, sono quasi scom-parsi il tetano, la poliomielite, la difterite e sono state notevolmente ridottemalattie virali come l’epatite B, il morbillo, la rosolia, la parotite e le malattiebatteriche come la meningite. Paradossalmente però le vaccinazioni sonooggi “vittime del loro successo”: non essendo più visibili le patologie che sonostate debellate o sensibilmente ridotte è diminuita la percezione dell’impor-tanza delle vaccinazioni, mentre vengono amplificati dal web messaggi allar-manti e preoccupanti sull’utilizzo dei vaccini. Se di scelta si deve parlare, fac-ciamo in modo che la scelta sia veramente consapevole.

Finalmente è arrivatal’estate con il tempo divacanze, mare, sole erelax!L’esposizione al sole portagrandi benefici per lanostra salute ma ci sonoanche piccole precauzioneda prendere per non recaredanni alla pelle. La primacosa da fare è scegliere unabuona protezione (alta) chegarantisca alla pelle delviso la giusta idratazione eil corretto scudo. La secon-da regola è quella di beremolta acqua.

Ma dopo un interna gior-nata trascorsa al mareesponendo il viso al sole èassolutamente necessarioprenderci cura della nostrapelle, soprattutto quandol’età pian piano avanza e lapelle non è più così giova-ne! La pelle del viso infattiè molto sensibile ai raggisolari e, anche se la proteg-giamo adeguatamente, siformano piano piano pic-coli segni, rughe precoci oun’eccessiva secchezzache possono portare lapelle ad invecchiare piùvelocemente.Per cercare di rallentare idanni dovuti al sole è beneusare uno specifico dopo-sole o una crema idratante. A volte però le creme nonbastano, o meglio, possonoessere integrate in modomolto efficace, rapido edeconomico da alcunemaschere doposole fai date realizzate con ingredien-ti semplici e facilmentereperibili. Un prodotto chemolto spesso è sottovaluta-to nella gestione domicilia-re della cura della pelle delviso è il tonico. Quest’ulti-

mo è un prodotto utile perriequilibrare la pelle, ter-minare in maniera correttala pulizia del viso e ripristi-nare il giusto PH cutaneo.In caso di pelle arrossata,secca e con qualcherughetta e poco soda, avre-te bisogno di un tonicocapace di distendere lelinee d’espressione, levi-gare la pelle e donarlenuova luce.Mettete a bollire 1 tazza diacqua, lasciate in infusione2 bustine di tè verde percirca 10 minuti, lasciateraffreddare. Aggiungete ilsucco di mezzo pompelmoe mezzo bicchiere di acquadi rose; mescolate bene conun cucchiaio in modo daunire tutti gli ingredienti.Potete applicate sul visopulito, lasciate asciugare edopo applicate la vostracrema idratante oppuretenete il tonico in frigorife-ro e dopo l’esposizione alsole fate una bella masche-ra imbibendo un panno dilino o di cotone con il toni-co fresco. L’effetto lenitivoe idratante è assicurato.Namastè! ?

BENESSERE DONNA A CURA DI CHIARA TURRI

Tonico viso stimolante e rassodante doposole

“Il sole è nuovo ogni giorno.”(Eraclito)

Chiara Turri

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