La Voce Narrante

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LaVoceNarrante RIVISTA MENSILE DI LETTERATURA Tutto sul fenomeno più seguito del momento: Millennium Trilogy LaVoceNarrante - numero 15 - mensile - anno 2010 - euro 7,00 L’ultimo successo di Vespa Duemila anni di amore e potere L’INSERTO A colloquio con la letteratura di oggi: Margherita Hack UNO IN PIÙ Un romanzo senza tempo, Verga più attuale che mai: I Malavoglia RICORDI NOVITÀ

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Magazine about books&reading

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LaVoceNarrante RIVISTAMENSILE DI

LETTERATURA

Tutto sul fenomeno più seguito del momento:

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201

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L’ultimo successo di Vespa

Duemila anni di amore e potere

L’INSERTOA colloquio con la letteratura di oggi:

MargheritaHack

UNO IN PIÙUn romanzo senza tempo, Verga più attuale che mai:

I Malavoglia

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Questa rivista nasce dall’identificazione di un bisogno. In un’epoca in cui leg-gere è diventato un vezzo, più che una virtù, tutti coloro che amano la lettura e desiderano restare aggiornati, si ritrovano a dover soccombere sotto il peso delle riviste settoriali per “addetti ai lavori”, che non soddisfano il gusto della vista, né della lettura, e non assecondano la pas-sione verso la parola scritta più di quanto possa fare un elenco di libri e di termini complessi. La voce narrante vuole essere il porto sicuro per queste persone, un modo interessante e alternativo, nella sua semplicità strutturale, per poter mante-nere salda quella fetta di popolazione che non vuole rinunciare alla lettura, vista come puro piacere personale. Approfon-dimenti, pareri, ampia varietà di generi: tutto questo per accontentare chi nella lettura trova conforto e piacere. Anche la redazione rispecchia questo intento: al nostro pool di critici ed esperti, si affian-cano molti giovani promettenti, emblema del pubblico cui è dedicata questa rivista. Giovani competenti, appassionati, il cui apporto, coadiuvato dalla supervisione di chi della letteratura ha già fatto la sua vita, riesce forse per la prima volta a dare alla lettura un volto giovane, rassicurante, a dare un termine di paragone coerente e nel contempo competente, ad andare oltre il romanzo comunemente inteso.

Come nasce una rivistaIl perché della voce narrante

di Marcello Laporta

Editoriale

Difatti, tra le recensioni e le segnalazioni, uno spazio è dedicato alle letture per i più giovani, graphic novel in testa, campo non nuovo, ma che non ha mai ricevuto la dignità che merita. Non sono dimenticati inoltre i classici, qui visti e riletti in chiave contemporanea, di modo da sottolineare la loro attualità. Non mancano tanto meno le oggi tanto popolari trasposizioni cinematografiche, i cui romanzi d’origine sono troppo spesso messi in ombra da volti famosi e spettacolarizzazioni tipiche della pel-licola. Inoltre, ogni numero offrirà un inserto speciale su un tema di attualità nel mondo della letteratura, arricchito da interviste e curiosità. Nemmeno i “non addetti ai lavori” sono tagliati fuori: nella sezione “Uno in più”, i libri di esperti in altri campi sono presentati e valorizzati (dove lo meritino, ovviamente). Nessuno è lasciato fuori, ogni palato può trovare il gusto che più gli aggrada nel panorama di questa rivista. Perché, a nostro giudizio, il piacere di leggere deve essere assecondato, ricordando che, laddove la forma di un testo ne distingue una tipologia dall’altra, il valore intrinseco della parola e della storia che racconta non deve essere mai sottovalutato, né svenduto. Questo progetto è per il lettore, perché la curiosità che da sempre arde in un lettore, possa non spegnersi mai.

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Direttore responsabileMarcello Laporta

Art Direction e progetto graficoGiuliana CatapanoElena CorazzaValeria NecchiPaola Tesseri

Comitato di redazioneRecensioniGabriele Agostinelli, narrativaRachele Brunori, rosaMarika Caranfa, narrativaGiorgia Corazza, horrorFrancesco Grasso, novità Lidia Morabito, fantasyElena Tesseri, narrativaVincenzo Visconti, thrillerSezione giovaniGiorgio D’AvenaCristina Vanni

Hanno collaborato a questo numeroAlessandra Buccheri , Valeria Catalano, Antonio D’Orrico, Giuliana Mecca, Stefano Montefiori

Direzione, Redazione, Segreteriavia Durando 10, 20158 Milanotel. 02 365.999.81tel./fax. 02 [email protected]@minimumfax.it

Abbonamentitel. 02 [email protected]

Sede legale e amministrazionevia Greppi 3, 23880 Casatenovo (LC)tel./fax. 039 [email protected]

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PromozioneFederica Baleotti Zanellicell. 347 [email protected]

StampaEmme K Srl - Fino Mornasco (Co)

DistribuzioneItalian Press Srl.Via G. Falcone snc, loc. Bariana 20024 Garbagnate Milanese (Mi)tel. 02 9944991www.italianpress.it

Rivista mensile. Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Milano. Pubblicità inferiore al 45%. Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 370 del 21 maggio 1999.La riproduzione totale o parziale di articoli, foto, illustrazioni è vietata se non autorizzata dalla Direzione.

LaVoceNarranteRivista mensile di letteratura

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EDITORIALEIl perchè della voce narrante

RECENSIONIDuemila anni di amore e potere

Letteralmente, filosofia di vitaGemelle e paura

Eros, thanatos e pallottoleFaletti uccide a Monaco

Il Codice della scomunicaI pensieri prendono vita: l’ultima fatica

AbrahamStorie di una Londra vista dal “basso“

Legami “di sangue“(Estratto da Grazie dei ricordi di Cecilia Harn)

Sophie Kinsella ama spendere Una Superclasse scelta

TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA

In un mare di paura

INSERTO MONOGRAFICO

Millenium trilogy, viaggio nella crime fiction svedese

UNO IN PIÙUn’Italia senza futuro

RICORDIL’attualità di Verga

SEZIONE GIOVANILa favola nera di Leander DeenyL’omaggio di Gaiman al re del fumetto americanoL’apocalisse al femminile vista da VaughanSuperman come non lo avete mai vistoTutto il male Marvel fa visita ad un bambinoRenard: una vendetta a Parigi L’alice senza meraviglie di DimitriVampiri e soldatini di stagno Orfane sulle tracce di Cagliostro

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Sommario

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essere riemerso dalle catacombe per sfamarsi e per recuperare vestiti dismessi o abbandonati? Questa sarebbe una prima possibile e logica spiegazione alla tuta di cui parli tu nella tua lettera. In secondo luogo, Mantos aveva una delle 2 gambe spezzate, non entrambe, una frattura esposta. ma è lui stesso che dice che sta morendo dissanguato, mentre viene portato via dalla corrente.In realtà non si sa quanto grave sia. Il fatto che dopo aver rubato il pic nic se ne vada zoppicando significa che la gamba rotta si è aggiustata male. Tutti gli indizi portano a lui...

C. Lucarelli

Salve, volevo sapere, se secondo voi i libri scritti da

Seguo sempre la vostra rivista e avrei una domanda

sull’ultimo libro di Niccolò Ammaniti “Che la festa cominci”: alla fine del romanzo, ultimissia pagina, Silvietta e Murder chi vedono saccheggiare il loro pic-nic? Potrebbe essere Mantos soppravvissuto, tuttavia si dice che ha una tuta a brandelli (mentre Mantos aveva una tunica in teoria addosso) e poi aveva le gambe spezzate e stava morendo dissanguato quando la corrente l’ha portato via quindi dubito che potrebbe essere ancora vivo saltellando cercando il cibo. Quindi chi è costui che loro riconoscono rimanendo pietrificati (quindi dando corpo alla certezza che lo conoscono)? Grazie e complimenti per la rivista!

Laura R.

Cara Laura,il personaggio di cui parli è

senza ombra di dubbio Mantos.Hai provato a pensare che Mantos, nei 4 anni che passano dalla festa a Villa Ada, possa

La posta del meseLa parola ai lettori

Posta

Rispondono per voi su questo numero Alessandro Defilippi e Carlo Lucarelli

Dan Brown vanno letti con un certo ordine, ad esempio prima di leggere “Angeli e Demoni” occorre leggere “Il Codice Da Vinci”? Grazie,

Rita M.

Cara Rita,c’è un ordine preciso sulle

avventure di Robert Langdon, che non è stato rispettato dall’ordine di pubblicazione italiana:- Angeli e demoni- Il codice da Vinci- Il simbolo perdutoe a seguire i prossimi libri su Robert Langdon.Puoi leggere anche le storie in un altro ordine, perchè hanno un capo ed una coda, solo che troverai sicuramente dei riferimenti ai romanzi precedenti. Per esempio, nel primo libro si

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spiega l’origine della claustrofobia e della paura del buio di Robert, o la questione dell’orologio di Topolino. L’ordine con cui sono stati fatti i film non rispetta l’ordine dei libri, perchè hanno fatto prima il film del libro più famoso e successivamente il primo.

A. Defilippi

Volevo sapere perchè, secondo voi, nel libro di

Baricco, Novecento non scende dalla nave? Qual è il significato di questa storia? Vorrei una vostra interpretazione perchè mi ha lasciato un pò perplesso.Grazie,

Mario R.

Carissimo Mario,penso che Novecento, alla

fine, decida di non scendere perché non è il suo mondo. E’ nato su una nave, il suo mondo è quello che inizia con una prua e termina con una poppa, uno spazio limitato dunque, ma non troppo per i suoi sogni, la sua curiosità verso gli altri ed il mondo, la passione per la musica. Guarda il mondo da un oblò perché quello è l’ unico modo che conosce, ma non è l’ unico per vivere, infatti crea una vera famiglia fatta dai musicisti, dal capitano, dal personale della nave insomma. Ma questo non basta perché il mondo, quello vero, è più complicato, ai suoi occhi non ha fine, ci sono milioni di strade da perdere, milioni di donne tra cui cercare quella della propria

vita, milioni di case da vedere per scegliere poi quella in cui vivere. “Scegliere” spesso comporta dei rischi, perché molte volte scegliamo cosa essere, e questo non è mai semplice.Novecento crede di poter farcela e cerca di scendere ma non ci riesce perché, trovandosi di fronte ad un porto di una città immensa, ne rimane spaventato anziché affascinato come era sempre successo nella sua vita (ha sempre immaginato cosa ci fosse in ogni città, quali tipi di persone, quale musica ecc ecc). Novecento non scende perché ha paura di quella immensità che è il mondo e le scelte che costringe a prendere. E ha paura perché la sua vita è stata sempre contenuta in una nave, nella quale non ha mai dovuto prendere decisioni così importanti.Il significato sta nel fatto che noi siamo solo un piccolissimo pezzettino di questa immensità e che rischiamo di perderci perché possiamo scegliere moltissime strade da prendere, ognuna delle quali porta in direzioni diverse, ma non sempre sappiamo dove ci conducono. E a volte non sempre scegliamo noi.

C. Lucarelli

Per scriverci invia la tua domanda a:“La voce narrante” via dei Giardini 24,20154 Milanooppure invia una mail a:[email protected]

Posta

La domanda del mese:

Quale libro vi ha commosso al punto di piangere?

Anni fa ho letto “I miserabili” di V.Hugo e ho pianto dall’inizio del libro e alle ultime 5 paginemi sono sentita in imbarazzo: piangere x un libro al punto da non riuscire a leggere xchè annebbiata dalle lacrime!

Luisa S.

Io mi sono commosso leggendo “Storia di una capinera”: le ultime lettere di Maria erano struggenti! E anche per “Il cacciatore di aquiloni” soprattutto per il pezzo in cui sparano a Hassan e per il finale poetico!

Marco G.

Io ho pianto parecchio per “L’ombra del vento”, quando Penelope muore di parto assieme al figlio mentre graffia la porta sprangata e il padre ascolta fuori...

Fiorella S.

La domanda del prossimo numero:“Qual’è il momento della giornata in cui preferite leggere?”

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POLITICA

Duemila anni di amore e potere

Le donne che hanno sedotto e trasformato il panorama poilitico nella storia raccontate da Vespa

Dall’antica Grecia ai giorni nostri un nuovo appassionante libro sul rapporto amore-potere. La storia (e i retroscena) dei rapporti tra amore e potere dalla mitologia greca e da Roma antica alle cronache del Terzo millennio, da Elena di Troia a Carla Bruni, da Giulio Cesare a Silvio Berlusconi. Il libro - che si aprirà naturalmente con un paio di capitoli dedicati al clamore suscitato dalle recenti vicende private dell’attuale presidente del Consiglio e agli immancabili risvolti politici – è dedicato al ruolo che le vicende sentimentali hanno avuto nella storia, dalla Grecia classica all’Egitto a Roma, da Lucrezia Borgia a Giuseppe Garibaldi, da Enrico VIII, che sposò sei donne e ne fece decapitare due, a Edoardo VIII, che per amore rinunciò alla corona d’Inghilterra, fino alla straordinaria storia di Lady Diana e Camilla. Vespa farà rivivere anche gli amori segreti di John F. Kennedy e quelli di Bill Clinton, fino a Barack e Michelle Obama, frugherà nella corte del Re Sole e in quella di Nicolas e Carla Sarkozy. E passerà in rassegna, ovviamente, gli amori di tutti gli italiani meritevoli di attenzione, da Camillo Benso di Cavour a Gianfranco Fini.Si è parlato molto del contenuto di questo libro ancora prima della sua uscita, se ne continua a parlare oggi

che è disponibile in libreria per i tipi Mondadori. Volenti o nolenti ogni libro di Bruno Vespa raggiunge in poche settimane i primi posti delle classifiche di vendita e non è difficile pronosticare che sarà così anche per Donne di cuori, il suo ultimo lavoro.Centinaia i protagonisti di questo libro, per raccontare un unico tema: il ruolo delle donne - e il peso dell’eros e del sesso, ma anche la loro presenza rassicurante e protettrice - accanto agli uomini che hanno fatto la storia. L’attualità italiana è dirompente. Per le vicende che hanno coinvolto le frequentazioni femminili del presidente del Consiglio e dettato una parte rilevante dell’agenda politica del 2009. Per le questioni familiari di Berlusconi, che hanno portato alla richiesta di divorzio da parte della moglie Veronica. E per la discussione che si è aperta sulle violazioni della privacy di uomini pubblici, siano essi il presidente del Consiglio o quello della regione Lazio, Piero Marrazzo, protagonista dell’ultimo scandalo a sfondo sessuale. Ma il libro spazia nei secoli passati e in ogni paese del mondo, e mostra che quasi tutti i potenti hanno avuto un enorme interesse per le donne, e che le donne hanno saputo approfittarne in modo talvolta intelligente, spesso spregiudicato.

Bruno Vespa,Donne di cuoriMondadori, 2009ISBN: 9788804593621

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SAGGISTICA

Letteralmente, filosofia di vita

Attraverso i saggi di Emerson, un percorso filosofico tra le più controverse problematiche del quotidiano

Edito da Il Prato, a partire da saggi del 1870, Realizzare la vita raccoglie testi che non possono non cogliere di sorpresa anche il lettore più nutrito di classici filosofici. Quest’opera è tanto abissalmente inattuale e insieme attuale che pare incredibile come una simile raccolta di R. W. Emerson non sia mai stata pubblicata finora (tranne quattro di questi saggi, ma nel lontano 1913). Questo libro è un viaggio lungo la nostra vita quotidiana, verso una realizzazione dell’esistenza che non è né puramente estetica né puramente etica. Ma non è tanto un viaggio nelle pianure dell’esistenza mondana quanto un’arrampicata verso le vette del filosofare, come quando Emerson discute il problema abissale della tecnica, del fare e del tempo, nel saggio più rappresentativo e intenso fra questi, “Le opere e i giorni”; oppure come quando questa scrittura prende l’America del suo tempo per la coda, mettendo alla berlina le sue fisime, le sue manie, la sua anima ipertecnica e votata a forme volgarizzanti di ‘successo’ e la sua diffusa pavidità, che moltiplica le paure, tantopiù oggi, in anni di terrorismo internazionale e mediatico. La lingua di Emerson è limpida come quella di un classico latino e incisiva come un aforisma di Nietzsche o di Montaigne, tanto che in certi passi riesce a lambire il

grande stile. Con questi ultimi condivide un pensare antiaccademico, errabondo, un idealismo concreto. Se mai esisterà terraferma, Emerson sembra approdare a una sorta di nuovo rinascimento. Con il saggio “Vita domestica” si parte dall’intimo di una filosofia dell’infanzia, della casa e dell’abitare; poi, si tratta della potenza della parola; una filosofia del giorno è delineata nel già citato “Le opere e i giorni”. Il saggio successivo è sui libri: cosa e come leggere? Il quinto saggio riguarda la questione della civilità: cos’è e come si misura la civiltà e qual è e dev’essere la supremazia in fatto di civilizzazione? Seguono i due ormai classici, “Coraggio” e “Successo”. Infine Emerson offre un excursus sull’anzianità e l’invecchiamento. In questo libro viene presentata una selezione da una fra le ultime raccolte di saggi pubblicate in vita da Emerson, Society and Solitude (1870). Quattro saggi inediti in italiano e quattro ritradotti dopo quasi un secolo. La questione riguarda da vicino il nostro quotidiano, ed è: come realizzare la vita, sia affermandola nelle azioni e nelle concezioni, sia apprezzandone la pienezza nelle percezioni? Risposte si trovano in testi frutto d’intuizioni occasionali, di un lavoro di scoperta serendipica, oltre ogni frontiera disciplinare e accademica.

Ralph W. Emerson,Realizzare la vitaIl Prato, 2010ISBN: 9788889566565

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«Di notte Marlieke insegue la presenza della sorella nelle porte che sente chiudersi e nei rami scossi da improvvise folate di vento»Vincenzo Visconti

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Ne All’ombra di mia sorella, siamo a Rotterdam. Marjolein ha un marito affascinante, una figlia, una bella casa e il lavoro che ama. Insegna in una scuola di trincea, dove le differenze culturali diventano spesso terreno di scontro. Marjolein ha anche una sorella gemella, Marlieke. Marlieke è single, ha una ristretta cerchia di amici e vive tra il suo studio fotografico e un giardinetto di erbe selvatiche che non riesce a domare. Sin da bambine è stata Marjolein quella più forte della coppia, ribelle, estroversa, paladina degli ultimi, mentre Marlieke, così docile, restava sempre in ombra, tranne quando andavano a raccogliere le castagne. Nei vialetti del cimitero vicino a casa, era Marlieke a dire dove si potevano prendere e dove andavano lasciate. Vent’anni dopo, Marjolein è minacciata da uno studente straniero armato di un coltello. Presto le minacce diventano fatti e la donna viene assassinata con un colpo di pistola. Marlieke si ritrova sola a cercare l’assassino, che sembra non essere l’alunno, subito scagionato da un alibi incontrovertibile. Di notte Marlieke insegue la presenza della sorella nelle porte che sente chiudersi e nei rami scossi da improvvise folate di vento. Di giorno, nella luce beffarda della primavera, affronta finalmente i suoi desideri, a lungo sottacciuti, e i tanti sospetti.

L’AUTRICESimone van der Vlugt, olandese, è nata nel 1966 a Hoorn. Dopo un’affermata carriera da scrittrice di romanzi per ragazzi d’ambientazione storica, ha pubblicato il suo primo thriller, La ragazza che viene dal passato (Kowalski 2008, Universale Economica Feltrinelli 2010), bestseller tradotto in Francia, Gran Bretagna e Germania e selezionato nella lista del premio internazionale IMPAC Dublin.I suoi thriller hanno venduto in tutta Europa oltre un milione di copie.

SCHEGGEDi questa scrittrice abbiamo potuto già apprezzare il primo thriller, presentato sempre dalla Kowalski nel 2008 con il titolo La ragazza che viene dal passato.Questo secondo romanzo conferma le sue grandi doti di scrittrice horror. Una dimostrazione di come, senza parlare di feroci serial killer, senza violenza fisica,la vita ordinaria di tutti i giorni si può, all’improvviso, trasformare in un inferno. Sa avvincere il lettore tenendo alta la sua attenzione fino al termine del romanzo. Un thriller tesissimo costruito su gesti minimi, conflitti femminili ed emozioni profonde, che in patria ha venduto oltre centomila copie.Le aspettative per il futuro sono molte, e sicuramente la van der Vlugt ha finora dimostrato di meritare le luci della ribalta.

Gemelle e paura

Quando ami tua sorella più di te stessa: paura e solitudine del romanzo della van der Vlugt

Simone van der Vlugt,All’ombra di mia sorellaKowalski, 2010ISBN: 9788874966646

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«Il bello dei romanzi di K. O. Dahl non è tanto nella trama, quanto nella vivacità dei personaggi che si muovono sulla scena»Francesco Grasso

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Eros, Thanatos e pallottole

Gli ingredienti scelti da Ola per la terza parte della Saga delle donne violente

La ladra e il poliziotto: bella trovata iniziale, quella che dà l’avvio al nuovo romanzo del norvegese Kjell Ola Dahl, Il quarto complice. Una scena che ha qualcosa di cinematografico: durante un’incursione della polizia in un ne- gozio di Oslo in cui si pratica il contrabbando, il poliziotto Frank Frølich placca una ragazza che è entrata inavvertitamente, perché non si trovi su un’eventuale linea di tiro. E la ragazza, sdraiata a terra sotto di lui, si mette tranquillamente ad infilare nello zainetto pacchetti di sigarette che prende dagli scaffali a portata di mano.Facile indovinare che il nostro Frank Frølich, che lavora in coppia con Gunnarstranda - come sappiamo dai due romanzi precedenti- si innamorerà della bella ladra. Perché Elisabeth Faremo è molto bella, del tipo di bellezza bruna che di nordico ha solo straor- dinari occhi blu. Ed è Elisabeth che dà la caccia a Frank, facendosi trovare sotto casa sua: non è un po’ strano che una ragazza che cercava di rubare sotto i suoi occhi corteggi il poliziotto? Ma si sa, la passione è cieca e tutto dipende dall’arte di seduzione della donna... Il fatto è che questa relazione incandescente mette subito Frank Frølich nei guai: tre uomini hanno cercato di rubare in un container, sono stati sorpresi dalla guardia di

sorveglianza e questa è stata uccisa. Uno dei tre era Jonny Faremo, fratello di Elisabeth, un pregiudicato. Elisabeth non solo offre un alibi ai tre amici, ma fa anche il nome di Frank, con cui aveva passato la notte fino alle prime ore del mattino, quando era andata a casa, a giocare a poker con il fratello e i suoi due amici. è giocoforza che Frank si prenda un periodo di congedo - come può investigare su un caso in cui è coinvolta la ragazza con cui ha un legame amoroso? Il bello dei romanzi di Kjell Ola Dahl non è tanto nella trama quanto nella vivacità dei personaggi che si muovono sulla scena. Ci piace l’attenzione verso i quelli minori e naturalmente siamo sedotti anche noi lettori da Elisabeth, proprio come Frølich. Una donna ambigua e sfuggente. Persino la sincerità dell’amore che ha per il fratello ci lascia dubbiosi. Ma così è l’enigmatica Elisabeth, che si nasconde da tutti, anche dal lettore, fino alla fine, che ci lascia nel dubbio su chi sia, che cosa voglia, che cosa abbia o non abbia fatto, che scompare nelle onde come una figura mitica, con un bacio sulla guancia di Frølich che continua a bruciargli. Anche dopo che lui è rientrato a Oslo. Senza di lei che gli è sfuggita: si può morire due volte?

Kjell O. Dahl,Il quarto compliceMarsilio, 2010ISBN: 9788831799584

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“E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?”“Io uccido…”

Con questa agghiacciante affermazione e una musica di

sottofondo si chiude la telefonata che un sospetto mitomane fa a Jean-Loup Verdier, un DJ di Radio Monte Carlo, durante la gettonata trasmissione Voices. Ma non si tratta di uno scherzo e ore dopo, quelle stesse parole, vengono ritrovate sul tavolo di una lussuosa barca, scritte col sangue di due vittime innocenti, massacrate e sfigurate. Si apre la caccia, per dare un volto a un folle omicida che i volti li strappa alle persone che uccide.E’ freddo, colto, fisicamente forte, astuto… e va fermato. Accusato dalla critica di aver preso spunto da situazioni già viste e lette (ed in parte è vero), non si può negare che il collage finale, creato da Giorgio Faletti in Io uccido, sia di ottima fattura. Dopo un inizio altalenante, a tratti anche noioso, l’autore ti catapulta in una storia adrenalinica e avvincente. Merito di una grande capacità descrittiva, in grado di risvegliare le immagini più paurose che una mente possa partorire, di un uso virtuoso della prosa e di personaggi che per quanto stereotipati, sono ottimamente tratteggiati. Spiccano dalle pagine del romanzo come attori sullo schermo. Frank Ottobre, ex agente dell’FBI, è un protagonista disilluso e tormentato,

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Recensioni

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costretto a vivere con il più terribile dei rimorsi un’esistenza priva di significato. Accetta l’incarico a Montecarlo per l’amicizia che lo lega a Nicolas Hulot, commissario della Sûreté del Principato, anche lui schiacciato da un indicibile fardello di dolore e sposato a una donna che per quanto meravigliosa, ha preferito rifugiarsi in una realtà dove la morte e la sofferenza non hanno accesso. A ostacolare le indagini ci pensano Ryan Mosse il capitano dell’esercito degli Stati Uniti, il classico “die hard” con tanto di cavi d’acciaio al posto dei nervi, e il suo mentore, Nathan Parker, padre della prima vittima. Violento quanto basta, prepotente quanto basta, bastardo quanto basta per entrare nelle antipatie del lettore da subito, Parker ha un’altra figlia, Helena, una giovane donna dai cui occhi si può intravedere tutta la tristezza del mondo. Personaggi cliché in un’ambientazione che dei cliché è la regina: il Principato di Monaco. Montecarlo. Una città nata per apparire perfetta, per essere sulle copertine dei rotocalchi di gossip e di moda. Una città che investe quotidianamente su se stessa per mantenere viva l’immagine da cartolina che l’ha sempre contraddistinta agli occhi del mondo. Ma ora che il sangue macchia le prime pagine di tutti i quotidiani il dramma è doppio. Tanto

più che la polizia è in mare aperto. Si sente beffata, derisa, presa costantemente per il naso dal folle Signor Nessuno che prima di colpire non manca di telefonare alla Radio. Giorno e notte le indagini tentano di procedere, ma ristagnano per la mancata o non corretta interpretazione degli indizi, e l’illusione momentanea di poter salvare una vita si trasforma nel più amaro rimorso per non esserci riusciti.Tra questi personaggi si muove “lui”, e le descrizioni minuziose su come lavora una mente criminale, in bilico tra follia e razionalità, regalano freddi brividi di paura. Da un punto di vista narrativo ho trovato eccellente l’uso del tempo passato che improvvisamente passa al presente. Questa tecnica è incredibilmente d’effetto. E’ come una telecamera che gira indisturbata su un set cinematografico e poi, d’un tratto, zooma sull’assassino, lo spia, lo osserva mentre la rabbia lo assale prepotentemente, e lo segue incessante fino a che la macabra danza termina e cala il sipario.Nello stile c’è una certa retorica, un uso sovrabbondante delle parole, di metafore, di iperbole, luoghi comuni che spuntano come funghi e forse cento pagine in meno avrebbero reso il romanzo più apprezzabile. Ma questa di Faletti è un’opera prima e non può essere certamente priva di imperfezioni.

Faletti uccide a Monaco

Dj, telefoni e lunghe notti, per una capitale monegasca tinta di rosso

Giorgio FalettiIo uccidoBaldini Castoldi Dalai, 2005ISBN: 9788884907912

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«Arte, intrighi e misteri,che nascono dietro le porte del Louvre, e si sdipanano fino a toccare le soglie di una religione negletta»Lidia Morabito

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Recensioni

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La scena si apre dalle prime battute del romanzo con il corpo nudo di Jacques Saunière, il curatore del Louvre, morto, steso per terra in una sala del museo, che si trova nella stessa posizione dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci.Prima di morire Saunière è riuscito, appendendosi ad un quadro di Caravaggio, a far scattare l’allarme e a bloccare il suo inseguitore. I primi soccorritori si trovano dinanzi a quest’uomo anziano spogliato e riverso per terra in una posizione che richiama subito alla mente l’opera di da Vinci. Oltretutto, Saunière, sembra aver lasciato un messaggio in codice composto da alcune parole, dei numeri e il nome di Robert Langdon. Langdon è uno studioso di simbologia che, avendo proprio quel giorno un appuntamento con il curatore del museo, diventa il primo sospettato. Ma lui è anche l’unico che capisce che dietro quelle lettere e quei numeri lasciati dal curatore, c’è un messaggio pericoloso che deve essere interpretato. L’indagine per trovare il colpevole sembra infatti solo mascherare un progetto più grande, perché dietro quei simboli lasciati da Saunière, si cela un segreto rimasto intatto nei secoli. Con il procedere dell’indagine, in cui Landgon è aiutato dalla nipote del curatore, i tasselli sembrano coincidere e formare un’immagine sempre più nitida,

fino a che si arriva ad una scoperta che destabilizza i protagonisti: Leonardo da Vinci nascondeva, con degli enigmi celati nei suoi dipinti, un codice segreto.La chiave di lettura di tutto il romanzo sembra essere quella incentrata sui Templari e sul Santo Graal, la coppa utilizzata nell’ultima cena da Gesù. Quello che prende forma addentrandosi nella lettura del libro è l’idea che la Chiesa ha cercato, in tutti questi secoli, di nascondere la verità, perché la diffusione di alcune notizie avrebbe potuto minare le basi stesse del Cristianesimo.Così ciò che è stato occultato per tanto tempo, sembra essere scritto tra le linee e le pennellate de La Gioconda e ne L’ultima cena. Ma il segreto deve essere interpretato e il gioco del detective diventa sempre più difficile e pericoloso.Resta però un dubbio richiamato alla mente dall’immagine di Monna Lisa nell’opera di Leonardo: perché sorride? Il Codice da Vinci è un thriller che ha riscosso un successo che sembra ineguagliabile, ma molte sono state le critiche mosse dagli storici, che trovano tante incongruenze, fatti non documentati e notizie che non corrispondono al vero.

Il Codice della scomunica

Il romanzo che ha rischiato la chiusura tra Dan Brown e lo Stato Pontificio

Dan BrownIl Codice Da VinciMondadori, 2006ISBN: 9788804550198

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«Ogni andat ha un potere preciso che solo lui possiede, dato che non possono esistere due concetti perfettamente identici»

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Ci troviamo in un mondo pre-medievale, in un paese chiamato Khaiem, un territorio-coalizione formato da una manciata di città-stato nate dalla morte di un poco definito impero secolare; l’attività principale di questi centri è il commercio, che  praticano con particolare abilità, rispetto ai vicini territori dei Galt e delle Terre Occidentali, grazie all’arte dei Poeti e dei loro Andat; i primi non sono altro che maghi mentre i secondi sono, cito testualmente, “Pensieri, tradotti dal poeta in una forma che include un atto di volontà”; il poeta ricerca un concetto e lo imprigiona in una forma umana che può controllare: ogni andat ha un potere preciso che solo lui possiede, dato che non possono esistere due concetti perfettamente identici. È un esempio l’andat principale del volume, Senzasemi, capace di rimuovere i semi dalle piante di cotone, rendendole così più facilmente e velocemente lavorabili in tessuti, da qui la supremazia della città in questione, Saraykeht, che può imporre il monopolio dei suoi tessuti sulle altre nazioni.A questo punto si può già notare una differenza dal resto del fantasy: mentre in molte altre opere l’elemento magico serve a differenziare l’agente dalla razza umana e dai suoi scopi, qui l’elemento esterno è completamente succube al potere

umano: niente gloriose dinastie elfiche in decadenza, nè elementi naturali antitetici all’uomo,che possiede il controllo e lo usa per il più basso degli obiettivi: l’acquisizione smisurata di ricchezze.Se la premessa è molto originale ne La città dei poeti, questo vale anche per il plot: non più grandi battaglie epiche o viaggi di formazione, valorosi cavalieri o talentuosi discepoli: l’attenzione è concentrata sul dramma umano affrontato dai cospiratori e da alcune delle figure chiave di Sarayketh, le quali vivono, durante tutta la durata del libro, in una condizione di semi-incompiutezza: tutto quello che i personaggi avevano conseguito fino ad allora, ogni certezza che avevano minuziosamente collezionato durante la loro vita, veniva sgretolata dall’impietoso avanzare degli eventi, i quali però non seguono un serrato percorso fatalistico, ma si impongono semplicemente per la loro non appartenenza all’ordinario: sono i protagonisti ad innescare le conseguenze, ma queste sono così grandi che per brevi momenti sembrano eclissi atte ad oscurare le persone: brevi ma intense in tutta la loro durata. Una realtà completa, come il quotidiano al di fuori delle pagine di un libro, che trascina il lettore in un universo surreale, ma tangibile nello stesso tempo.

I pensieri prendono vita:l’ultima fatica di Abraham

Quando il fantasy è di casa

Abraham Daniel,La città dei poetiFanucci, 2009ISBN: 9788834714850

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«La storia si svolge nella Londra di Sotto, dove c’è un mondo invisibile agli occhi, all’anima, dei comuni borghesi e arrivati della Londra nevralgica di affaristi preoccupati solo di guadagnare e accumulare denaro»Marica Caranfa

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Neil Gaiman, padre della rinascita del personaggio di Sandman, con il romanzo Nessun Dove ha dato prova d’essere un grande romanziere. Lo stile asciutto del costrutto narrativo assicura al lettore una piacevole lettura; è un romanzo che si legge come un fumetto, pur mantenendo tutte le caratteristiche classiche della narrazione fantastica. Qualche critico ha detto di Neil Gaiman che Nessun Dove è uno scritto che piace e avvince perché privo di stile: a parere di molti il merito maggiore di Gaiman è quello di saper scrivere senza dover ricorrere necessariamente ai cliché narrativi in voga, quindi il fatto di non avere uno stile definito, paradossalmente, si traduce nell’averne uno astratto, personale.La storia si svolge perlopiù nella Londra di Sotto, dove c’è un mondo invisibile agli occhi, all’anima, dei comuni borghesi e arrivati della Londra nevralgica di affaristi preoccupati solo di guadagnare e accumulare denaro. La Londra di Sotto è una città sinistra abitata da mostri e santi, da assassini, angeli e cavalieri in armatura, da principesse e streghe, da caste puttane e illibate fanciulle capaci di tirar fuori gli artigli nel momento del pericolo. Richard Mayhew, giovane uomo d’affari, un giorno incontra sulla sua strada la giovane Porta, una ragazza della Londra di Sotto:

è ferita, e il ragazzo decide su due piedi di portarle soccorso; purtroppo per lui questo atto di generosità lo catapulta fuori dalla sua tranquilla e prevedibile esistenza. Aiutando un abitante della Londra di Sotto, Richard, per capriccio di un bizzarro meccanismo magico, non può più essere un uomo della Londra di Sopra; costretto ad abbandonare la Londra conosciuta, costretto a combattere in una Londra medievale, Richard matura una nuova coscienza sociale e civile diventando finalmente un uomo capace di distinguere fra il bene e il male.In Inghilterra, queste pagine ha riscosso un successo tale che l’uscita del romanzo è stata accompagnata dall’uscita di una serie televisiva ispirata ai personaggi creati da Neil Gaiman, che in un primo momento aveva concepito Nessun Dove come un soggetto televisivo. Oggi, lo si può trovare anche nella versione fumetto, targato Vertigo, e reso visibile dalle mani di Mike Carey e Glenn Fabry.Nessun Dove è uno dei migliori lavori fantastici di questi ultimi anni: ricco di spunti teologici, sociologici, fantastici, potrebbe indirizzare la letteratura fantasy verso nuovi e inesplorati terreni di sperimentazione narrativa... anzi, secondo noi, l’ha già fatto.

Storie di una Londra vista “dal basso”

Con Gaiman tra tubature, fogne e favole

Neil GaimanNessun doveFanucci, 2010ISBN: 9788834716120

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«Il destino spesso concede una seconda possibilità»Giorgia Corazza

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ominique

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Legami “di sangue”

Si può vivere una vita non propria, vivere due volte, e trovare l’anima gemella

L’ultimo romanzo di Cecelia Ahern, nota autrice di successi quali P.S. I love you – romanzo d’esordio da cui è stato tratto l’omonimo film - e Se tu mi vedessi ora, trascina il lettore in una Dublino vivace, ricca di storia e di arte per vivere, insieme ai protagonisti, una storia di profondi affetti familiari e di amicizia, dove non mancano situazioni divertenti.Joyce, la protagonista del romanzo Grazie dei ricordi è una giovane donna irlandese vittima di un banale quanto grave incidente: una trasfusione di sangue le ha salvato la vita, ma non ha impedito la perdita del bambino che portava in grembo. Un trauma, quello subito, che la porta a rompere definitivamente un rapporto matrimoniale ormai logoro e a trasferirsi nella casa della sua infanzia, dove ritrova un padre affettuoso e tantissimi ricordi. A partire da questo momento, però, le succedono cose davvero strane: ha memoria di fatti che non appartengono al suo passato, ha sogni ricorrenti, scopre di saper parlare lingue straniere, di conoscere il latino e di essere un’esperta in materia di storia dell’arte. Anche la vita di Justin, un professore statunitense trasferitosi a Londra per stare vicino alla figlia, subisce qualche cambiamento a partire dal momento in cui è stato convinto a donare il proprio sangue: non solo gli

capita sempre più spesso di incontrare una donna che sembra avere con lui uno strano legame, ma comincia a ricevere piccoli doni anonimi con semplici messaggi di ringraziamento. Il rapporto con la trasfusione appare subito evidente, ma risalire alla persona che ha ricevuto il suo sangue rimane impossibile. I due diventano protagonisti di uno strano quanto divertente gioco del destino e degli equivoci che li porta a rincorrersi e sfiorarsi tra la folla, cercarsi e riconoscersi senza però potersi mai incontrare e, tanto meno, chiarire. Il pretesto da cui la vicenda prende inizio è basato su alcune teorie che fanno riferimento non solo alle esperienze di persone che, avendo subito un trapianto di cuore, sostengono di aver avuto inaspettati effetti collaterali, come l’aver ereditato ricordi, gusti, desideri e abitudini del donatore, ma anche alla capacità della scienza di comprendere il funzionamento della memoria. Un settore dove operano scienziati pionieri della ricerca nel campo dell’intelligenza del cuore e delle basi biochimiche della memoria nelle cellule. Il legame tra Joyce e Justin sembra prendere quasi, a loro insaputa, il sopravvento sulle loro vite e guidarli in un viaggio che è insieme riscoperta di un passato che credevano lasciato alle spalle. Il destino spesso concede una seconda possibilità.

Cecelia Ahern,Grazie dei ricordiSonzogno, 2008ISBN: 9788845414633

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«La ricetta classica:stereotipo femminile, portafoglio facile e, ovviamente, lieto fine per tutti»Elena Tesseri

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Sophie Kinsella ama spendere

Le fondamenta biografiche alla base del fenomeno chick-lit del momento

I Love Shopping è il primo romanzo scritto da Madeline Wickham con lo pseudonimo di Sophie Kinsella, e una delle più celebri opere della letteratura chick lit. È il primo di una serie di romanzi con la stessa protagonista.Becky (Rebecca Bloomwood) è una ragazza inglese, lavora presso una modesta rivista economica di cui cura una rubrica dedicata a consigli su spese e risparmi sicuri. Dotata di una irrefrenabile (quasi patologica) passione per lo shopping, si trova coinvolta in una serie di disavventure economiche e sentimentali, in gran parte create o alimentate dalla sua ossessione per gli acquisti, tanto da aver spesso problemi finanziari con le varie banche che le fanno credito. Un personaggio che vuole rappresentare in maniera ironica le debolezze femminili, quindi, come già aveva fatto Helen Fielding con ‘Il diario di Bridget Jones’, cui i riferimenti della Kinsella sono in alcuni punti piuttosto diretti (quasi al limite del plagio). A differenza di Bridget Becky è però più isolata, non ha i tanti amici che le condizionano la vita, e forse anche per questo vive un minor numero di paranoie e risulta, alla fin fine, essere una donna molto più sicura di sé. Certo, alle volte, presi dall’alternanza tra sfortune e fortune improvvise che piombano nella

vita di Becky, si cade nell’irrealistico, ma presi dalla foga comica si perdona alla Kinsella anche questo. La prima cosa che colpisce di ‘I love shopping’ è il suo essere un libro vivace, frizzante e divertente, un modo eccezionale per passare delle ore liete e spensierate, lasciandosi trasportare facilmente dalle disavventure della storia.

L’AUTRICEQuello di Sophie Kinsella è un nome divenuto noto nel 2000, in seguito alla pubblicazione di I love shopping (in originale Confessions of a shopaholic), anche se la scrittrice non era certo alle prime armi. Infatti Sophie Kinsella è in realtà un pseudonimo dietro cui si nasconde Madeleine Wickham, sposata, madre di due figli e scrittrice che nel 2001 aveva già pubblicato sette volumi peraltro piuttosto apprezzati dalla critica, vicini al genere di Rosamunde Pilcher ma che non erano mai riusciti a sfondare. Il grande successo è così arrivato quando Madeleine ha messo da parte la sua storia precedente e s’è messa a scrivere un’avventura più leggera e, come ammette lei stessa, fortemente autobiografica (d’altronde, come il suo personaggio, anche lei ha lavorato a lungo come giornalista economica).

Sophie Kinsella,I love shoppingMondadori, 2006ISBN: 9788804498544

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«Piccoli travet e grandi industriali si affannano per entrare nel giro della Superclasse, veri dominatori della Fiera delle Vanità a cui assistiamo e che ben descrive l’edonismo caratteristico della nostra epoca»Gabriele Agostinelli

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Una Superclasse scelta

Nella sua ultima fatica, Coelho punta il dito contro la società modista dei nostri giorni, sullo sfondo del

Festival di Cannes

Che siano portatori di una moralità in bilico (come la protagonista di Undici Minuti), o tenacemente ispirati a portarsi oltre i propri limiti (e penso al pellegrino de Il Cammino di Santiago), i protagonisti dei romanzi di Paulo Coelho hanno comunque una ricca vita interiore, una fiamma che li guida lungo i propositi che hanno scelto di realizzare. Hanno Un Cuore. Igor Malev no, Igor Malev è un uomo senza cuore. Ricco magnate russo, proprietario di un’importante compagnia telefonica, Malev vola a Cannes per incontrare l’ex moglie e riconquistarla. O distruggere lei e tutto ciò che si frappone tra sé ed il suo obiettivo. Non c’è cuore, ma solo un implacabile orologio interno che guiderà Igor nel corso delle 24 ore raccontate ne Il Vincitore è Solo, ultima fatica del celebrato scrittore brasiliano, alla prese con un contesto ben diverso da quello a cui ci ha abituato negli anni.Perché il dipanarsi dell’oscuro proposito del protagonista ha per palcoscenico la Cannes che ospita il celebre Festival del Cinema, ove ostentazioni superficiali, ambizioni di cartapesta, dignità calpestate e biechi compromessi hanno pieno diritto di cittadinanza, dove piccoli travet e grandi industriali si affannano per entrare nel giro della Superclasse, veri dominatori della Fiera delle Vanità a cui assistiamo e che ben descrive l’edonismo

caratteristico della nostra epoca. Tra storie che si incrociano, nascono e muoiono (letteralmente…), tra destini e sogni che si espandono e scoppiano come bolle di sapone, Coelho sorprende (in bene o in male, decidetelo voi) i suoi lettori tanto nello stile quanto nelle finalità, attraverso il viaggio nell’anima di un uomo che anima non ha.E per questo, alla fine, il vincitore è solo.

SCHEGGENel talk show di Fabio Fazio, tempio sacro del pubblico che tende ad amare Coelho, il Maestro ha descritto la sua ultima fatica letteraria e i profondi temi che la animano. Ad esempio: «Cos’è la felicità? Più vuoi forzare le persone a essere felici», ha argomentato il saggio, «e più saranno infelici. Posso essere felice in questo momento e fra dieci minuti essere infelice». Stupore in sala. «Dobbiamo concentrarci sulla felicità di vivere e sulla gioia di combattere, del vincere o anche del perdere».Ma l’illustre autore de L’Alchimista, nel suo Il vincitore è solo, pare abbia sviscerato anche il vero demone dei nostri tempi, la smania di successo. «Il successo è quello che fai con amore: se lavori con amore al tuo giardino, sicuramente il tuo giardino sarà un grande successo».

NARRATIVA

Paulo Coelho,Il vincitore è soloBompiani, 2009ISBN: 9788845262791

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I primi giorni di marzo è uscito nei cinema italiani il film “Shutter Island” diretto da Martin Scorsese, non molti sanno che questo lungometraggio è una trasposizione di un romanzo del 2003 “L’isola della paura” di Dennis Lehane, (379 pagine, 5,90€ edito da Piemme nella collana “maestri del thriller”)Protagonisti del film Leonardo DiCaprio, pupillo ormai storico di Scorsese, nel ruolo di Teddy e Mark Ruffalo in quello di Chuck, due agenti federali mandati su un’isola dove è posto un manicomio criminale per indagare sulla miste-riosa scomparsa di una reclusa, Rachel Solando, internata per l’uccisione dei suoi tre figli. La donna si è volatilizzata dalla sua camera, sebbene questa fosse chiusa dall’esterno e nessuno dei numerosi sorveglianti l’abbia vista fuggire, ed ha las-ciato solo un enigmatico messaggio, che pare contenere un codice da decifrare.La missione di Daniels e Aule ha anche un secondo scopo, ufficioso e segreto: quello di verificare e riferire quali siano i metodi terapeutici adottati nell’ospedale, dove si sospetta che, su mandato dei servizi segreti, vengano attuate terapie sperimentali estreme a danno dei pazienti più gravi, usati come cavie umane. Non è

Trasposizione cinematografica

In un mare di paura

Riuscitissmo film di Martin Scorsere tratto dal best seller di Dennis Lehane

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(Dorchester, 4 agosto 1966) è uno scrittore statunitense.Di origine irlandese, ha studiato letteratura inglese, americana e scrittura creativa. Dopo avere ricevuto prestigiosi premi letter-ari, è considerato uno dei nuovi talenti del thriller americano.La sua definitiva consacrazione è giunta con il romanzo La morte non dimentica (Mystic River, 2001), che è rimasto a lungo ai vertici delle classifiche americane e da cui il regista Clint Eastwood ha tratto il film Mystic River vinci-tore di 2 premi Oscar (Sean Penn come migliore attore protagoni-sta e Tim Robbins come migliore attore non protagonista). Dopo il successo di questo film, molti altri titoli di Lehane sono presi in con-siderazione per essere trasposti al cinema fra cui Gone Baby Gone (tratto dal romanzo omonimo), regia di Ben Affleck. Il 23 settembre 2008 è uscito negli Stati Uniti il nuovo romanzo The Given Day che verrà pubbli-cato a novembre 2009 da Piemme con il titolo Quello era l’annoInsegna scrittura creativa avan-zata all’Università Harvard.Attualmente vive a Boston.

Dennis Lehane

casuale, quindi, che l’intero staff della clinica, sulla difensiva, manifesti sub-ito ostilità e diffidenza nei confronti dei due investigatori, e che molte aree della clinica siano mantenute inac-cessibili persino all’F.B.I. L’anziano dott. Naering, terapeuta di riferimento nell’ospedale, nega agli agenti la facoltà di esaminare le cartelle del personale medico, ostacolando così un prezioso filone di indagine, dal momento che proprio il principale sospettato di aver favorito la fuga della donna scomparsa, lo psichiatra che l’aveva in cura, è stato fatto partire dall’isola proprio prima che arrivassero gli investigatori, e in questo modo è stato sottratto al loro interrogatorio.Il direttore dell’istituto, il dott. Caw-ley, manifesta ben presto un interesse diretto per le condizioni di salute dello stesso agente Daniels. Teddy infatti soffre di frequenti e dolorose emicranie e di una sorta di innata fobia per il mare (motivo per cui la permanenza sull’isola è per lui causa di costante disagio). Inoltre l’uomo ap-pare traumatizzato da dolorosi eventi del suo passato recente: gli orrori della guerra mondiale, la liberazione di un campo di concentramento tedesco nel cui ricordo Daniels trova non poche similitudini con il presente istituto Ashecliffe, e soprattutto la tragica perdita della moglie Dolores, rimasta vittima di un incendio doloso. Daniels è persuaso che proprio il responsabile dell’incendio, il folle Andrew Laeddis, sia internato tra i pazienti dell’istituto di Shutter Island, e all’insaputa di tutti coltiva propositi di vendetta, cercando di scovere ed uccidere il responsabile della morte della moglie.Intanto l’indagine sulla scomparsa

Trasposizione cinematografica

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della Solando viene complicata dall’arrivo di un violento uragano che si abbatte sull’isola, e da una successiva rivolta dei pazienti che si approfittano dei danni provocati dalla tempesta agli impianti di sicurezza del manicomio. I due agenti iniziano a sospettare che lo staff medico non solo osteggi apertamente la loro inchiesta, ma stia complottando per impedire loro di far ritorno sulla terraferma. Il colloquio con uno degli internati, George Noyce, suscita in Teddy il timore che fin dal suo arrivo sull’isola gli siano state somministrate di nascosto dosi massicce di me-dicinali per alterare la sua percezione della realtà ed impedirgli di scoprire le pratiche illegali e disumane attuate nell’istituto.Proprio quando si è ormai convinto di essere in pericolo di vita, Teddy perde improvvisamente le tracce del suo partner. Chuck potrebbe essere stato ucciso dai guardiani o tenuto prigioniero nell’inavvicinabile faro che domina un’estremità dell’isola, luogo dove l’agente sospetta vengano compiuti gli esperimenti riservati ai pazienti dell’istituto.La situazione precipita. Teddy Dan-iels, rimasto solo, non può più fidarsi di nessuno, nemmeno della veridicità delle sue stesse percezioni. In queste condizioni si appresta a scoprire la sconvolgente rivelazione finale, che gli permette di fare finalmente luce sui molti misteri dell’isola, ma finirà con il travolgere per sempre la sua stessa esistenza.

Trasposizione cinematografica

Le immagini di queste pagine sono fotogrammi del film

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La voce narrante 34 Trasposizione cinematografica

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sullo schermoIl film è piuttosto fedele al romanzo, ma la pagina scritta riesce talvolta a comunicare una tensione misteriosa, un senso di angoscia che l’immagine può esaurire nel momento della proiezione. Difficile infatti non subire l’inquietante angoscia claus-trofobica che provoca il testo nel descrivere l’isola maledetta, popolata da pazzi e da topi, da cui sembra impossibile allonta-narsi e non condividere il disagio sempre più drammatico di Teddy che si fa malessere fisico reso evidente dagli attacchi di emicra-nia sempre più forti. Soffriamo con lui: sappiamo che l’amore per Dolores, la moglie morta, gli provoca un dolore insop-portabile, che non lo abbandona n’è nel sonno, n’è nella veglia.Il lettore ne condivide le emozioni, e si immedesima sempre di più in Teddy, parteggia e teme per lui, sente che è in pericolo, sente crescere l’angoscia... E poi la rivelazione finale, il dub-bio dell’inganno (o è quella la verità?), la scelta di chiudere il romanzo con un capitolo che mette in discussione le sconvol-genti pagine precedenti. Ma che cosa sta succedendo nella mente del lettore? a chi può credere? qual è la verità? Chiudere il romanzo senza rivelarlo comple-tamente è la tecnica di chi vuole lasciare un’impronta profonda. Esattamente quello che Lehane sa e vuole fare.

Trasposizione cinematografica

Dennis Lehane:

La morte non dimenticaEd. Piemme, 2005ISBN: 8838487634

La casa buiaEd. Piemme, 2008ISBN: 8838488592

L’isola della pauraEd. Piemme, 2009ISBN: 9788838481

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La voce narrante 36 Trasposizione cinematografica

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pag. 38pag. 40 pag. 46 pag. 51

Vita e opere dell’autore Stieg LarssonMillennium: Retroscena e CoincidenzeEcce LisbethIntervista a Lars Kepler, il nuovo fenomeno del crime svedese

millenniumtrilogy

VIAGGIO NELLA CRIME-FICTION SVEDESE

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Inserto: Millennium Trilogy

biografia

Cresciuto dai nonni materni, Larsson inizia a lavorare facendo i mestieri più vari. Nel 1983 diventa grafico presso l’agenzia di stampa svedese Tidningarnas telegrambyrå (TT). Poco alla volta si orienta verso il giornalismo diventando critico letterario (romanzi polizieschi e fumetti soprattutto). Nel 1995, dopo l’omicidio di cinque ragazzi a Stoccolma per mano di estremisti di destra, lascia Tidningarnas telegrambyrå per fondare la rivista trimestrale EXPO, con intenti antirazzisti, rivista che sarà schierata in prima linea contro il rigurgito neofascista in Svezia. La battaglia di Stieg Larsson contro il razzismo,

L’autore Stieg Larsson

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La voce narrante39Inserto: Millennium Trilogy

il fascismo e l’estremismo di destra è assolutamente seria: nel 1991 scrive, insieme a Anna-Lena Lodenius, Extremhögern (Estremismo di destra). Dieci anni dopo pubblica (a quattro mani con Mikael Ekman) Sverigedemokraterna: den nationella rörelsen (Democratici svedesi: il movimento nazionale). Comincia a tenere conferenze in tutto il mondo, Londra compresa, dove viene invitato da Scotland Yard, con cui inizierà a collaborare. In più occasioni riceve minacce di morte.Politicamente, Stieg Larsson è stato un attivista del partito socialista svedese che lascerà di sua volontà nel 1987 in contrasto con la scarsa democratizzazione

dei Paesi del socialismo reale.Dal punto di vista letterario, egli si ispira certamente alla cultura popolare. Grande fan di Pippi Calzelunghe, il personaggio creato nel 1945 da Astrid Lindgren, Larsson è stato anche lettore appassionato e profondo conoscitore di fantascienza.L’autore è morto il 9 novembre 2004 a Stoccolma a causa di un infarto, nella redazione del suo giornale EXPO. Il testamento del 1977, con cui egli disponeva la sua eredità a favore della sede di Umeå della sezione svedese della IV internazionale, è stato ritenuto non valido, per cui i suoi beni ed i proventi della vendita dei libri spettano al fratello ed al padre, Joakim ed Erland. Nessun diritto all’eredità è stato riconosciuto alla sua compagna di sempre, l’architetto Eva Gabrielsson, con cui aveva vissuto per 32 anni.

bibliografia

Sino al 2004, anno della sua morte, Larsson aveva pubblicato solamente saggi sulla democrazia svedese e sui movimenti di estrema destra. Solo poco prima di morire Larsson contattò una delle principali case editrici svedesi e consegnò una serie di tre romanzi polizieschi che costituiscono la trilogia Millennium. Larsson aveva pensato ad una serie di dieci romanzi e prima di morire aveva già sviluppato il quarto ed il quinto volume. La trilogia conobbe un enorme successo, dapprima in Svezia quindi in Francia, poi in tutta Europa divenendo il caso letterario dell’anno: finora sono stati venduti 8 milioni di copie. Attualmente i suoi libri sono tradotti in 25 paesi. In Italia i suoi libri sono stati tutti pubblicati dalla casa editrice Marsilio.

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La giovane hacker Lisbeth Salander è di nuovo immobilizzata in un letto d’ospedale, anche se questa volta non sono le cinghie di cuoio a trattenerla, ma una pallottola in testa. È diventata una minaccia: se qualcuno scava nella sua vita e ascolta quello che ha da dire, potenti organismi segreti crolleranno come castelli di carta. Deve

Inserto: Millennium Trilogy

STIEG LARSSON, ULTIMA BEFFA MORÌ COME UN SUO PERSONAGGIOArriva il capitolo conclusivo della saga.Un giornalista colpito da infarto in redazione. Quasi un presagio.

sparire per sempre, meglio se rinchiusa in un manicomio. La cospirazione di cui si trova suo malgrado al centro, iniziata quando aveva solo dodici anni, continua. Intanto, il giornalista Mikael Blomkvist è riuscito ad avvicinarsi alla verità sul terribile passato di Lisbeth ed è deciso a pubblicare su

“Millennium” un articolo di denuncia che farà tremare i servizi di sicurezza, il governo e l’intero paese. Non ci saranno compromessi. Una storia che, fedele all’anima del suo autore, narra di violenza contro le donne, e di uomini che la rendono possibile.

Nel terzo volume della trilogia «Millennium » che esce

finalmente in Italia venerdì prossimo, Stieg Larsson non deluderà i fan. Nella Regina dei castelli di carta (Marsilio) ci sono ancora i protagonisti Mikael Blomkvist e l’adorata Lisbeth Salander, che neanche una pallottola nel cervello è riuscita a sopraffare, e poi la consueta corte di personaggi secondari — che Larsson considerava fondamentali —, alcuni nuovi, altri già presenti nei primi due volumi: il disumano Zalachenko, l’amico fraterno realmente esistito

Stieg Larsson, La regina dei castelli di carta, Ed. Marsilio, 2009, ISBN: 9788831796774

TRAMA

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Kurdo Baksi e il pugile Paulo Roberto, la sorella di Mikael Annika Giannini che accetta la difesa legale di Lisbeth, oltre all’eterna amante Erika Berger. Erika lascia tra scrupoli e rimpianti la piccola e battagliera rivista «Millennium» per l’imperdibile posto da redattore capo nel ben più importante, ingessato e conservatore «Smp», e tre giorni dopo l’insediamento il collega Hakan Morander, che avrebbe dovuto cederle il posto due mesi più tardi, ha un attacco di cuore in redazione. «Videro Hakan alzarsi dalla scrivania e avvicinarsi alla porta — scrive Larsson a pagina 255 —. Aveva un’espressione stupita. Poi si piegò bruscamente in avanti afferrando lo schienale di una sedia per qualche secondo prima di cadere sul pavimento. Era morto prima ancora che l’ambulanza avesse fatto in tempo ad arrivare. Che la gente muoia sul posto di lavoro è insolito, anzi raro. Si dovrebbe avere la cortesia di mettersi in disparte, per morire. Di andare in pensione o in malattia e un bel giorno diventare oggetto di conversazione in mensa. A proposito, hai sentito che il buon vecchio Karlsson è morto venerdì scorso? Sì, il cuore. Il sindacato manderà dei fiori per i funerali».

Nella continua serie di rimandi e contaminazioni tra vita reale e romanzo che costituisce la saga di «Millennium », questo è forse il più toccante: quasi avesse una premonizione, Larsson sembra descrivere — e sbeffeggiare — la propria imminente morte in redazione, avvenuta poche settimane dopo la consegna del manoscritto di questo stesso volume. Per uno che ha scritto quanto è spiacevole morire sul posto di lavoro, e che avrebbe preferito una fine in sordina, magari nella casetta sul mare dove progettava di

I dieci libri del decennio votati dai lettorisondaggio a cura del Corriere della Sera

I valori sono espressi in base alla percentuale di voti ricevuti

ritirarsi con i guadagni di «Millennium », Larsson è stato davvero preso a bersaglio dal destino.Il 9 novembre 2004 l’ascensore del palazzo di Stoccolma dove aveva sede la sua rivista, «Expo», era guasto. Il cinquantenne Stieg fece di corsa i sette piani di scale per arrivare in redazione, e appena entrato fu stroncato dalle sigarette, il superlavoro, la fatica. Infarto, nel centro del locale, sotto gli occhi dei suoi giornalisti. Anche lì l’ambulanza

Inserto: Millennium Trilogy

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non ha fatto neppure in tempo ad arrivare, e tanto meno Larsson è riuscito a dare un ultimo abbraccio a Eva Gabrielsson, la sua compagna di oltre trent’anni, la donna alla quale era solito rivolgere un «Non indovinerai mai che cosa ha appena fatto Lisbeth Salander», seduto accanto a lei sul divano bianco dell’appartamento di Stoccolma, mentre Stieg scriveva la serie.

Non solo Larsson è morto in redazione, ma la sua fine continua a essere avvolta dal clamore, perché fa da sfondo a uno dei casi editoriali più straordinari degli ultimi anni. Finora i libri di «Millennium» hanno venduto oltre otto milioni di copie nel mondo, soprattutto in Svezia, Francia (il primo Paese straniero a cadere in preda alla Millennium-mania), Germania, Italia (il primo

volume Uomini che odiano le donne da noi ha superato le 500 mila copie). In questi mesi la saga sta approdando nel mondo anglosassone, e i primi dati di vendita e le recensioni sembrano indicare che il successo di Mikael Blomkvist e Lisbeth Salander potrebbe venire ingigantito nel Regno Unito e in America.

Larsson era certo che «Millennium» gli avrebbe

Eva Gabrielsson, moglie di Stieg Larsson, con la rivista Millennium

Inserto: Millennium TrilogyLa voce narrante 42

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La trilogia ha già conquistato più di 8 milioni di lettori nel mondo. Un fenomeno di questa portata richiedeva una vera e propria inchiesta poliziesca per capire chi era Stieg Larsson e da dove vengono i suoi personaggi Lisbeth Salander e Mikael Blomqvist. Il giallista Lebeau ha vissuto tre mesi a Stoccolma per calarsi nell’atmosfera di “Millennium”, incontrare amici, collaboratori e conoscenti dell’autore e la sua compagna, Eva Gabrielsson. Larsson era un genio dell’informatica? Un femminista militante? Un eroe combattente contro l’estrema destra filonazista?, E morto a causa dei suoi libri? C’è un seguito alle avventure di Lisbeth Salander? Dagli appartamenti di Mikael e Lisbeth all’isola di Sandham, dai misteri della vita di Larsson all’esistenza reale di alcuni dei suoi numerosi personaggi, fino alle ricette di cucina.

assicurato la sicurezza economica della quale non aveva mai goduto in precedenza, chiamava la saga «il mio fondo pensione». Non ha fatto in tempo a intascare un centesimo dei circa dieci milioni di euro che gli sarebbero finora spettati, e se questo dà un tocco di straziante romanticismo alla lettura della sua opera, ha prodotto pure una feroce battaglia patrimoniale tra Erland e Joakim Larsson, padre e fratello di Stieg, parenti emotivamente lontani ma unici eredi legali, e la compagna Eva, che in base alla legge svedese non ha alcun diritto se non sugli effetti personali di Larsson: i mobili di casa, il divano bianco, il giubbotto di pelle, e il famigerato pc portatile con la bozza di un nuovo, inestimabile volume della serie «Millennium». Uscirà mai il quarto volume? Mentre i 25 Paesi nei

quali è stata tradotta ancora cercano di mettersi in pari con la trilogia, i francesi — che grazie alla casa editrice Actes Sud hanno scoperto per primi il fenomeno scandinavo — si sono dedicati alla questione con grande impegno. Il giallista Guillaume Lebeau ha vissuto tre mesi a Stoccolma per calarsi nell’atmosfera di «Millennium», incontrare Eva Gabrielsson, amici e conoscenti di Larsson, e scrivere Le Mystère du Quatrième Manuscrit: enquête au coeur de la série Millénium (Les Éditions Du Toucan). I parenti di Larsson ed Eva continuano le loro trattative (in un primo momento Erland e Joakim erano contrari a fare uscire un nuovo volume), e Lebeau cerca di rischiarare almeno in parte «il mistero del quarto manoscritto»: ne esisterebbe una copia digitale nel computer in mano a Eva, ma i parenti

“Larsson non ha l’ambizione di fare letteratura alta, come gli Abba non presero Arnold Schoenberg a modello”

Guillaume Lebeau, Guida alla trilogia Millennium, Ed. Vallardi A., 2009, ISBN: 9788878872424

TRAMA

Inserto: Millennium Trilogy

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di Larsson giurano di averne visto una versione stampata sulla sua scrivania, nei giorni immediatamente successivi alla morte. I giornalisti di «Expo», la rivista di Stieg, sono dalla parte di Eva e confermano tutte le sue dichiarazioni, anche quelle più avvolte dai dubbi: le pagine già pronte sono circa 200, dice Eva, ma potrebbero essere invece il doppio. Solo che Eva ha capito che stando così le cose il ricavato delle vendite di un nuovo volume

arricchirebbe solo Erland e Joakim, e quindi adesso frena sulla pubblicazione. L’ipotetico libro, comunque, nella cronologia della storia non sarebbe il quarto volume ma il quinto: Larsson aveva progettato dieci episodi, ed era passato a scrivere direttamente il quinto, saltando il quarto, perché aveva più materiale pronto sulle reti neonaziste europee. Infine, nel «quarto manoscritto », farebbe la sua comparsa la sorella gemella di Lisbeth

Salander, sulla cui esistenza Larsson fa un accenno all’inizio della saga. Dopo le visite guidate sui luoghi larssoniani organizzate quest’estate dal comune di Stoccolma, la Millenium- mania si nutre di nuovi elementi.

Una riduzione cinematografica uscirà in Svezia a marzo, e nell’ottobre scorso 120 cittadini svedesi — lettori e non — hanno assistito in gran segreto e tra enormi misure di sicurezza all’anteprima nel

Inserto: Millennium TrilogyLa voce narrante 44

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sua poetica: niente stereotipi polizieschi, eroi sottoposti alla legge (compresi Mikael e Lisbeth), e inversione dei ruoli sessuali; Mikael fa spesso la parte della «bambolona», mentre Lisbeth si comporta da maschio. w: eppure la formula svedese di «qualità popolare» sembra vivere oggi il suo momento d’oro.

Stoccolma, città natale dell’autore Stieg Larsson e ambientazione dei suoi romanzi

cinema Filmhuset della capitale, affinché la società produttrice (recentemente acquisita dall’italiana De Agostini) potesse valutare in anticipo l’effetto del film sul pubblico. Una giornalista del Figaro si è infiltrata nel test, e ha parlato di «atmosfera bergmaniana », e al contempo di «film più violento dei libri». Il Corriere della Sera pubblica parte del carteggio via posta elettronica tra Stieg Larsson e l’editor della casa editrice Nortsteds, che precede di sei mesi la consegna del manoscritto e la morte dello scrittore. Larsson vi espone la di Stefano Montefiori

Inserto: Millennium Trilogy

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La regola è nota e conosce pochissime eccezioni: da un

romanzo bello viene fuori un film brutto, da un romanzo brutto viene fuori un film bello. Da cui il sospetto, aritmeticamente più che corretto: non è che da tre romanzi belli verranno fuori tre film orribili? Un sospetto che riassume lo stato d’animo di noi patiti di Stieg Larsson e della sua Millennium Trilogy, alla vigilia dell’uscita italiana (il 29 maggio) del film tratto da Uomini che odiano le donne, il primo dei tre volumi scritti dal giornalista

ECCE LISBETHEcco a voi Millennium al cinema

Un’immagine del film

Inserto: Millennium TrilogyLa voce narrante 46

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il mondo (dieci milioni di copie vendute al momento, ma il dato è in continua crescita, e la spinta propulsiva sembra ben lontana dall’essersi esaurita).Insomma, siamo sulle spine noi larssoniani di ogni generazione (il fenomeno è trasversale anagraficamente, sessualmente e culturalmente). La curiosità è tale che quando vengo a sapere di una proiezione in anteprima per l’Italia del film, faccio

di tutto per essere uno degli spettatori. Per cui eccomi qui, di mattina presto, seduto in una saletta cinematografica a Roma in attesa che si spengano le luci e si illumini lo schermo. Noi larssoniani siamo in crisi d’astinenza. Divorata la Trilogia (che non avrà i sette volumi successivi previsti dall’autore per la sua improvvisa e prematura morte nel 2004), non riusciamo a trovare pace. Ma ora, finalmente, ecco il film. Naturalmente ho letto le recensioni a Uomini che odiano le donne quando uscì a Stoccolma. Ma in questi casi, che i colleghi non se ne abbiano a male, ci si fida solo di se stessi, si crede solo ai propri occhi. Anche se la religione larssoniana conta milioni di adepti, resta una religione personale, privata. E all’interno di questa religione c’è il culto specialissimo per Lisbeth Salander, l’eroina della Trilogia, il personaggio che è subito diventato, come si dice adesso, un’icona dei nostri tempi. Icona non bella, ma a suo modo notevolmente sexy, magra, piccolina, scarsissima quanto a tette, spettacolarmente tatuata (sulle spalle sfoggia un vero e proprio arazzo), trafitta da piercing ovunque, lesbica (ma non solo), piratessa informatica, un’infanzia piena di traumi alle spalle che ne hanno fatto una persona perfettamente asociale, violenta come un teppista...

rossetto nero, collare da molossoide Insomma, l’impegno c’è stato. Basterà a fare di lei l’inarrivabile Lisbeth Salander? La mia curiosità sta per essere soddisfatta. Il film comincia e questi che seguono sono gli appunti che ho preso durante la proiezione e che dicono in diretta le mie impressioni e reazioni. Una specie di moviola artigianale. Okay l’inizio (uguale al libro) con l’arrivo del pacchetto di fiori secchi che spandono subito il loro profumo di mistero. ECCOLA! A sorpresa appare Lisbeth. Non me l’aspettavo, nel romanzo era Mikael ad apparire per primo. Questa mossa del regista è importante. Una scelta di campo (interpretativo) decisa: prima viene Lisbeth. Ha il cappuccio della felpa tirato sulla testa. Un’immagine quasi subliminale. Bravo il regista. Eccolo! Blomkvist, al processo per diffamazione che perderà. Eccola! Erika, nella redazione di Millennium. Ma è più vecchia di come dovrebbe essere o di come me la aspettavo! E ora che ci penso anche Mikael è più vecchio e anche Lisbeth. Sono tutti un po’ più vecchi... Lisbeth ha un rossetto nero che le sta benissimo. Mentre la seguo sullo schermo (lo buca, lo buca) capisco una cosa che non avevo capito nel romanzo. Che lei è la prima eroina hard-boiled a 80 anni

Inserto: Millennium Trilogy

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dall’invenzione del genere. Lei è la prima autentica Philip Marlowe donna. Nessuno ci aveva pensato, tutti a dire che come personaggio era parente di Pippi Calzelunghe (vero), ma è anche parente stretta di Marlowe e di Sam Spade, degli eroi di Raymond Chandler e Dashiell Hammett. Sicuramente Larsson ci aveva pensato, da grande appassionato del genere scuola-dei-duri qual era. Con Lisbeth comincia la scuola-delledure. Con la felpa al posto del tradizionale trench di Marlowe. Lisbeth porta un collare a punte da molosso, da cane da combattimento. Blomkvist, invece, è vestito da reporter, chiodo di pelle. La

caratterizzazione dell’avvocato Bjurman (l’attore Peter Andersson) è perfetta, con quei baffetti sottili. L’odiosità della sua anima la porta scritta sulle labbra. La seconda volta che appare, Erika è più bella (più giovane no). Comunque, appare poco e si sorvola sulla sua storia con Mikael: il regista si è riservato la vicenda degli occasional lover a vita per i film seguenti? Oppure l’ha buttata via? Con quelli del cinema non si può mai sapere. Mikael nel romanzo è un piacione, un uomo oggetto, un bambolone. Nel film, però, di Mikael oggetto sessuale non vedo traccia. Siamo al rapporto orale che l’avvocato Bjurman impone

a Lisbeth. Lisbeth, rimasta sola, si lava la bocca a lungo. E qui promuovo il regista sul campo: ha capito Larsson, il tema di fondo del romanzo. E poi sa girare: se no non si spiegherebbe perché sto guardando in apnea un thriller che conosco a menadito. Quando Bjurman con i suoi baffetti violenta selvaggiamente Lisbeth, la scena sembra (per la felpa con cappuccio di lei che la rende monacale, per le manette che le imprigionano i polsi) una tortura medievale. Il film è duro senza sconti. Forse più duro del libro. Un saggio sul sadismo maschile.

Continuo a chiedermi: ma perché Mikael non scopa mai (cosa che nel romanzo fa

Inserto: Millennium Trilogy

Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l’invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l’inquietudine di un enigma mai risolto. Ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l’ultima volta di fare luce sul mistero che ha segnato tutta la sua vita. L’incarico di cercare la verità è affidato a Mikael Blomkvist: quarantenne di gran fascino, Blomkvist è il giornalista di successo che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Sulle coste del Mar Baltico, con l’aiuto di Lisbeth Salander, giovane e abilissima hacker, indimenticabile protagonista femminile al suo fianco ribelle e inquieta, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose.

Stieg Larsson, Uomini che odiano le donne, Ed. Marsilio, 2007, ISBN: 8831793322

TRAMA

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TRAMA LA RAGAZZA CHE GIOCAVA CON IL FUOCO

Mikael Blomkvist è tornato vittorioso alla guida di Millennium, pronto a lanciare un numero speciale su un vasto traffico di prostituzione dai paesi dell’Est. L’inchiesta si preannuncia esplosiva: la denuncia riguarda un intero sistema di violenze e soprusi, e non risparmia poliziotti, giudici e politici, perfino esponenti dei servizi segreti. Ma poco prima di andare in stampa, un triplice omicidio fa sospendere la pubblicazione, mentre si scatena una vera e propria caccia all’uomo: l’attenzione di polizia e media nazionali si concentra su Lisbeth Salander, la giovane hacker, “così impeccabilmente competente e al tempo stesso così socialmente irrecuperabile”, ora principale sospettata. Blomkvist, incurante di quanto tutti sembrano credere, dà il via a un’indagine per accertare le responsabilità di Lisbeth, “la donna che odia gli uomini che odiano le donne”. È lei la vera protagonista di questo nuovo episodio della Millennium Trilogy.

“Entrate nel mondo di Stieg Larsson e non vorrete più uscirne!”Le Nouvel Observateur

Stieg Larsson, La ragazza che giocava con il fuoco, Ed. Marsilio, 2008, ISBN: 8831794981

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continuamente con Erika, con Cecilia, con Harriet, oltre che con Lisbeth)? Forse perché così avrebbe distratto lo spettatore e addolcito il film? Mi metto nei panni del regista. Era difficile, dopo la violenza e il sesso malato di Bjurman, essere erotici. Invece ci riesce, delicatamente, nella scena di Lisbeth e Mikael che scopano nello chalet. Tra l’altro, i filologi larssoniani noteranno con soddisfazione che Noomi Rapace ha tette piccolissime. Lisbeth dice alla madre: «Una persona c’è ma non bisogna innamorarsi e tu lo sai meglio di chiunque altro, vero mamma?». E qui mi viene da dire che il regista è più tenero di Larsson rispetto all’innamoramento di Lisbeth per Mikael. Come se lo volesse proteggere. I miei appunti sono finiti. La mia moviola artigianale si spegne.

Da larssoniano spinto sono soddisfattissimo di quello che ho visto. Un gran bel film. Leggo, le note di regia di Oplev: «Nei panni di Blomkvist, l’attore Mikael Nyqvist esprime tutta l’umanità, l’empatia e la capacità intellettuale che ci aspettiamo dal suo personaggio. E lo fa così bene da conquistarci e da rendere il film avvincente dall’inizio alla fine. Lisbeth Salander è un personaggio drammatico molto impegnativo, e non era facile trovare un’interprete all’altezza delle aspettative. Che fortuna avere trovato Noomi Rapace! Ancora non ci credo. Noomi

ha trasformato se stessa fino a “diventare” il suo personaggio in modo assolutamente perfetto. La sua interpretazione nel ruolo di Lisbeth è straordinaria. Volevo fare un film con emozioni forti, personaggi forti e una storia controversa e intrigante. Volevo che scenografie e immagini contribuissero a farne un film speciale, importante. E volevo che ci fossero tutti i dettagli e le sfumature del libro di Larsson - le vecchie foto attraverso cui rivive il personaggio di Harriet, i vecchi filmati di repertorio dell’incidente sul ponte, la memoria fotografica di Lisbeth. Era importante che

Il regista Niels Arden Oplev con la

protagonista durante la ripresa di una scena

del film

di Antonio D’Orrico

il film conservasse lo spirito tagliente del libro, che avesse il coraggio di mostrare il lato oscuro della società». Le note di regia di solito sono il “avrei voluto ma non ho potuto” del regista. Oplev, invece, ha voluto e potuto. E ha infranto così la regola ferrea: da un bel romanzo ha fatto un bel film.

Inserto: Millennium TrilogyLa voce narrante 50

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INTERVISTA A LARS KEPLERil nuovo fenomeno del crime svedese

Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril, autori (con lo

pseudonimo di Lars Kepler) del discusso thriller L’ipnotista, appena pubblicato in Italia da Longanesi, best seller in Svezia, venduto a scatola chiusa in diversi Paesi europei. I coniugi parlano entrambi un ottimo inglese, sono gentili e sembrano molto affiatati. Dopo le prime scontatissime battute (“Piacere, Alexandra”, “Piacere, Alessandra”, “Piacere, Alexander”, “Piacere, Alessandra”, “Oh che bel nome”) passiamo alle domande serie:

Lars Kepler: lo pseudonimo di

Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho

Ahndoril

Come mai avete deciso di usare uno pseudonimo e da dove viene Lars Kepler? Alexander - È successo che io e Alexandra abbiamo finito un romanzo - ciascuno con il suo nome - contemporaneamente. Quando hai terminato un romanzo ti prende una sorta di malinconia: vorresti continuare a scrivere, ma non sai cosa. Ti senti in astinenza, hai una sensazione di vuoto. Vorresti sentirti creativo. Così ci siamo guardati e ci siamo detti: perché non scriviamo qualcosa insieme? Alexandra - Io e mio marito Alexander

Inserto: Millennium Trilogy

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Inserto: Millennium Trilogy

siamo entrambi autori di narrativa, pubblicati in Svezia. Volevamo scrivere qualcosa insieme, ma tutte le volte che abbiamo provato litigavamo, perché eravamo Alexander e Alexandra, sembrava che la voce dell’uno cercasse di soverchiare quella dell’altro. Così abbiamo scelto un genere che non fosse né il mio né il suo, e in questo modo siamo riusciti a essere due voci diverse su una pagina bianca, un nuovo autore. Lars è un tributo a Stieg Larsson, e Kepler è lo scienziato (Keplero). Ed ecco il nuovo scrittore. È stato molto liberatorio per noi essere un nuovo scrittore. Abbiamo mandato il manoscritto agli editori sotto pseudonimo: volevamo che venisse giudicato in modo imparziale, in modo che chi leggeva non pensasse agli

Ne “L’ipnotista” Rik è uno degli ipnotisti più conosciuti e apprezzati in Svezia. Ma qualcosa ha stravolto improvvisamente la sua vita facendogli prendere la difficile decisione di non praticare più l’ipnosi. Ci riesce per dieci anni, ma l’8 dicembre durante una notte fredda uno squillo del telefono lo fa svegliare di soprassalto.Dall’altra parte c’è Joona Linna, il commissario della polizia criminale che richiede il suo intervento. Gli dice che un ragazzo, Josef, ha assistito alla morte della mamma e

della sorella piccola, che sono state massacrate senza ritegno dinanzi a lui, mentre lui, miracolosamente vivo, è stato trovato in una pozza di sangue.Il problema adesso è un altro. La sorella maggiore è scomparsa e si è certi del fatto che l’assassino voglia uccidere anche lei. Non resta che interrogare Josef, ma per farlo bisogna ipnotizzarlo.Rik si trova dinanzi ad un obbligo, consapevole della

necessità del suo ruolo e del suo intervento non si può tirare indietro, ma è combattuto perché sa che in questo modo dovrà infrangere la promessa che si era fatta.L’ipnosi che sta per andare a svolgere modificherà il corso degli eventi, cambiando radicalmente della vita di Rik, ma lui questo non lo sa, come non immagina che il figlio è stato preso di mira e sta per essere rapito.

Lars Kepler, L’ipnotista, Ed. Longanesi, 2010, ISBN: 8830427586

TRAMA

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scrittori già noti Alexander e Alexandra. Volevamo che anche i lettori restassero all’oscuro dei nostri veri nomi, ma l’editore era molto negativo rispetto all’idea di uno pseudonimo, e la stampa ha iniziato a cercarci perché il libro era uscito ma non si poteva intervistare l’autore. Così hanno iniziato a cercarci. E una notte di agosto - eravamo nella nostra casa in campagna - hanno bussato alla porta: c’erano i giornalisti e i fotografi con i flash... Game over.

Per entrambi questo è il primo tentativo nel genere thriller. Come mai questa scelta? Alexandra - Io e Alexander guardiamo moltissimi film, almeno uno ogni sera, e ne discutiamo insieme - della trama, dei personaggi. Penso che la scelta del genere sia stata molto influenzata dal cinema. Siamo stati anche ispirati da Stieg Larsson, che ha innovato il genere.

Leggendo il romanzo in traduzione, il lettore straniero “perde” molto in termini di lingua, di stile. Ma è poi così importante? Alexander - No, in questo caso la trama è più importante dello stile. Alexandra - A differenza di quanto accade per i nostri romanzi di narrativa, in cui abbiamo grande attenzione per la lingua e lo stile, penso che in un crime novel il linguaggio debba essere chiaro, che non debba frapporsi tra la trama e il lettore. Eravamo più interessati all’atmosfera e agli eventi che allo stile.

Sapendo che Alexander è uno scrittore di teatro, non è difficile notare che alcune scene - come quelle della terapia di gruppo - sono costruite come scene di un dramma, sembrano scritte per essere rappresentate su un palcoscenico. Mi sbaglio?

Alexander - Non ci avevo mai pensato ma sì, è possibile di sì.

Come vi siete divisi il lavoro? Chi ha fatto cosa? Alexandra - Scriviamo come un solo autore. Ogni mattina parliamo della trama, decidiamo cosa scrivere, ognuno siede al suo pc e inizia a scrivere. Poi ci scambiamo i pezzi via mail, e io continuo a scrivere il suo pezzo e lui il mio, fino a quando la scena è completa. Abbiamo lavorato in modo assolutamente paritario e organico, eravamo l’uno nelle frasi dell’altro.

Penso che le nuove generazioni di scrittori svedesi debbano confrontarsi con antecedenti noti in tutto il mondo, come Maj Sjöwall e Per Wahlöö e Stieg Larsson. Si tratta più di un’eredità o di un fardello? Alexandra - Bella domanda! Siccome io e Alexander siamo una coppia, il confronto con Sjöwall e Wahlöö è inevitabile... Loro sono una leggenda. Noi siamo cresciuti

“Abbiamo scelto un genere che non fosse né il mio né il suo, e in questo modo siamo riusciti a essere due voci diverse su una pagina bianca

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con i loro libri e certamente ne siamo stati influenzati. Ma siamo lontanissimi per modo di scrivere. I loro libri sono molto buoni ma sono anche molto legati al tempo in cui sono stati scritti. Sono indubbiamente un retaggio importante. A Stieg Larsson siamo molto debitori, lui ha reso i polizieschi svedesi celebri nel mondo, come nessun altro aveva fatto prima.

L’ipnotista è incentrato su problematiche familiari “forti”: il primo omicidio matura in ambiente familiare, i bambini sono abbandonati a sé stessi, Erik ha problemi con la moglie... È un problema molto sentito, quello della perdita del senso della famiglia? Alexandra - Mi piace che tu l’abbia notato. La famiglia è anche una metafora della società, ci sono famiglie di ogni tipo nell’Ipnotista. Noi abbiamo scritto su ciò che temevamo di più. Abbiamo dei figli e cerchiamo di proteggerli, e ci sentiremmo impotenti e rabbiosi se accadesse loro qualcosa.

Ok, ora un paio di curiosità. Alcuni lettori italiani hanno trovato irreale che, in un momento cruciale di un inseguimento al cimitero, nottetempo, l’investigatore si scontra con un’anziana signora che era andata a portare una candela sulla tomba di Ingrid Bergman. In Italia questa scena non è realistica perché i cimiteri la sera sono chiusi... Innanzitutto, mi confermi che

a Stoccolma, come nei paesi anglosassoni, i cimiteri sono aperti anche di notte? Alexandra - Sì, certamente! In Svezia la gente va al cimitero anche la sera, ed è comune che accendano candele. Siamo in un paese molto buio...

E mi confermi che ci sono persone che ancora visitano la tomba di Ingrid Bergman? Alexandra - Sì, certo. Non l’abbiamo affatto dimenticata.

Rivedremo i protagonisti dell’Ipnotista? Alexander - Forse Joona ed Erik si incontreranno ancora, nel corso di un’indagine. Chissà... Abbiamo terminato il secondo libro - ne abbiamo in progetto otto - con il detective Joona Linna, e i diritti cinematografici sono già stati acquistati... Alexandra - Siamo stupiti anche noi di questo successo. Ora non rimane che scriverli... Ma abbiamo molte idee, è stato piacevole scrivere questo romanzo insieme, è una cosa fantastica, un nuovo capitolo della nostra vita.

di Alessandra Buccheri

Inserto: Millennium TrilogyLa voce narrante 54

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La voce narrante 56

frontalmente quelli che considera i due principali colpevoli del declino scientifico (e civile) del Belpaese: lo Stato e la Chiesa. Da una parte, se la prende con una classe politica miope, “papalina”, inetta, incapace di investire seriamente nella ricerca scientifica. Dall’altra, con il Vaticano, che con i suoi dettami religiosi condiziona le scelte pubbliche in materia di fecondazione assistita, ricerca sulle staminali embrionali, eutanasia per i malati terminali che lo desiderano, cure palliative, diritti civili alle coppie di fatto.

È conosciuta come una delle menti più brillanti della comunità scientifica

italiana e ha vissuto lavorando in grande stile alla scienza astrofisica. Stiamo parlando di Margherita Hack, la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia e famosa oggi per aver svolto un’importante attività di divulgazione e aver dato un valido contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle.

Nel suo ultimo libro “Libera scienza in libero Stato”, fresco di stampa per Rizzoli, la grande astrofisica attacca

Un’ Italia senzafuturo

la famosa astrofisica dice la sua

Uno in più

Ritratto ad opera di Massimo Basili,

illustratore di Como, 2009

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La voce narrante57Uno in più

“Insomma, la scienza è umiliata dalla politica, che a sua volta è succube del Vaticano.”

dice l’astrofisica di fronte alla ovvia e oramai secolare diffidenza della Chiesa nei riguardi della scienza.Che il Vaticano abbia i suoi timori è vero fin dai tempi di Galileo e del “Sidereus Nuncius”, ma che addirittura lo Stato italiano, attraverso quattro riforme diverse, dagli anni novanta fino ad oggi, stia cercando di affondare quanto di buono era presente nel sistema scolastico italiano è inaccettabile. Da brava ricercatrice, la Hack compie un passo indietro e, analiticamente, afferma che se ricerca vuole dire avere alla base una valida conoscenza e istruzione, presenta un bilancio della situazione universitaria in Italia lanciando uno sferzante “j’accuse”.È facile capire perché la scienza, che è libera da dogmi e preconcetti e si fa guidare solo dagli esperimenti e dalle osservazioni, spaventi la Chiesa; meno chiaro è perché ci sia una diffusa paura della scienza e degli scienziati, alimentata anche da mass media poco informati. Eppure gli scienziati sono persone come le altre: buoni o cattivi, generosi o egoisti, coraggiosi o vigliacchi, e la scienza ha inciso profondamente sul nostro tenore di vita e sulle nostre condizioni di salute, quasi sempre in modo

positivo.Cosa significa fare ricerca

scientifica in Italia? Perché si parla tanto della cosiddetta “fuga di cervelli” all’estero? E perché, in un’epoca in cui i maggiori Paesi vedono il rimedio al grande spauracchio della crisi economica nell’innovazione e nel progresso, l’Italia è tra gli ultimi a investire

Sfera armillare (nota anche come astrolabio

sferico), un modello della sfera celeste

inventato da Eratostene nel 255 a.C

nella ricerca? È a questi e a molti altri interrogativi che la Hack dedica la sua ultima opera, in cui affronta lucidamente e con estrema chiarezza espositiva le problematiche dell’Italia in tema d’istruzione, ricerca e progresso scientifico.

Oggi, all’età di 88 anni, Margherita Hack è una terapia

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La voce narrante 58 Uno in più

d’urto contro l’indolenza e la rassegnazione dei nostri tempi. Lei, una donna che ha passato la vita a guardare lontano – la testa tra le stelle e i piedi ben piantati in terra – e che ha lavorato alla Nasa e all’Esa, affermandosi in un mondo prevalentemente maschile (e maschilista), non ci sta. Non si rassegna a vedere colare a picco il suo paese.Questa Italia la fa arrabbiare. Perché è un’Italia senza futuro. Che non crede nella ricerca scientifica. Che non investe sui giovani. Che mette in fuga i suoi

migliori cervelli e non riesce ad attirarne dall’estero, nonostante atenei di alto livello. Ed è un’Italia sotto schiaffo della Chiesa che detta legge in un paese che pure si professa laico.

“Libera scienza in libero Stato” è un titolo di buon auspicio e, soprattutto, un atto d’accusa.

“Vorrei che la ricerca scientifica fosse libera, – afferma la Hack – in uno Stato davvero laico, senza i veti e i condizionamenti imposti dalla Chiesa”. E continua: “In questo paese si decanta tanto l’importanza dell’innovazione ma l’innovazione si fa con la scienza e la ricerca, che invece sono bistrattate.

I governi di destra a sinistra hanno azzoppato l’Università”,

tagliando fondi, sprecando risorse, ostacolando le carriere

Una rappresentazione dei pianeti nella

galassia

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La voce narrante59Uno in più

accademiche, senza spodestare i “baroni”. “È stata una vergogna lasciar nascere decine di università in città senza una tradizione universitaria. Sarebbe stato più utile finanziare gli atenei consolidati, in grado di garantire una buona formazione. Si è scelto di portate le università agli studenti, quando sarebbe stato corretto portare gli studenti alle Università” continua la scienziata nella sua implacabile disamina.

“L’ultima? Non la definirei nemmeno una riforma”.

“Spero solo – è l’augurio della scienziata – che i politici si rendano conto che continuando così manderanno l’Italia in malora. E che il popolo se ne

accorga quando vota”.L’Università italiana, erosa negli anni da tagli al bilancio, dal declino del livello di insegnamento dovuto a una graduale “licealizzazione” delle materie e a un minor tutorato per gli studenti, da una soffocante burocrazia colpevole di togliere tempo a docenti per la ricerca e di sfavorire l’entrata di cervelli stranieri nelle nostre università e dal proliferare inspiegabile di micro università senza solide tradizioni accademiche, non sembra più capace di essere il terreno fertile per i ricercatori italiani spesso, volenti o nolenti, in fuga verso l’estero.Nonostante la secolare paura degli italiani nei confronti della scienza, imputabile tanto

alla presenza della Chiesa quanto a menti illuminate di metà novecento come Croce e Gentile, che vedevano la cultura scientifica ben al di sotto della cultura umanistica e riservata a cervelli meno “fini”, l’Italia è un paese che ha saputo e sa ancora fare buonissima ricerca, attiva in ambito spaziale, astronomico e nucleare, e che può vantare alcuni

centri scientifici d’avanguardia. È su queste basi che la Hack non si limita a criticare ma anche a proporre buone idee di miglioramento scolastico perché l’Italia non si dimentichi che, se vuole essere un paese moderno e innovativo, non può bistrattare la ricerca ma lasciare che essa sia “libera, in uno Stato davvero laico, senza i veti e condizionamenti.”.

Mario Benassi

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La voce narrante 60 Uno in più

Margherita Hack, Libera scienza

in libero Stato, Rizzoli Editore

2010ISBN: 8817038369

Tra le sue pubblicazioni ricor-diamo: L’universo alle soglie del Duemila, Editore Rizzoli, 1992, ISBN: 8817116645; Una vita tra le stelle, Di Renzo Editore, 1995, ISBN: 8883231074; L’amica delle stelle [1], Rizzoli, 1998, ISBN: 8817258709; Il mio piccolo zoo sotto le stelle [2] Di Renzo Edi-tore, 2007, ISBN: 8883231910; Le mie favole. Da Pinocchio a Harry Potter (passando per Berlusconi) [3] Edizioni dell’Al-tana, 2008, ISBN: 8886772424; L’Universo di Margherita. Storia e storie di Margherita Hack [4] Editoriale Scienza, 2008, ISBN: 8873073131. Il trattato Stellar Spettroscopy, scritto a Berkeley, nel 1959, con Otto Struve (1897-1963) è con-siderato ancora un testo fonda-mentale.

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La scienziata con Piero Bianucci alla presentazione del libro

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La voce narrante61Uno in più

Chi è Margherita Hack?

Margherita Hack iniziò a occuparsi di spettroscopia stellare, che sarebbe diventato poi il suo principale campo di ricerca, presso l’Osservatorio astronomico di Arcetri, dove svolse la ricerca per la sua tesi di laurea. A cavallo degli anni ‘50 iniziò ad insegnare astronomia in diversi istituti e al contempo cominciò la sua attività di divulgatrice scientifica e le sue numerose collabora-zioni con università straniere in qualità di “ricercatore in visita”. Nel 1964 divenne professore ordinario, ottenendo la cattedra di astronomia presso l’Istituto di Fisica teorica dell’Università di Trieste e come tale ebbe l’incarico della direzione dell’Osservatorio astronomico. La sua gestione, durata fino al 1987, rivitalizzò un’istituzione che era l’ultima

in Italia sia per numero di dipendenti e di ricercatori che per strumentazione scientifi-ca, portandola a rinomanza internazionale. L’enorme sviluppo delle attività didattiche e di ricerca, che Margherita Hack aveva promosso in università, pose il problema di creare un Istituto di Astronomia. Fu istituito quindi un nuovo Istituto di Astronomia nel 1980 e sostituito nel 1985 da un Dipartimento di Astronomia, che la scienziata diresse fino al 1990.La scienziata è anche una straordinaria divulgatrice: ha collaborato a numerosi

giornali, a periodici specializzati e ha fon-dato nel 1978 la rivista “L’Astronomia”, un mensile di scienza e cultura divisa in sezioni mirate e completa di articoli firmati da professori e astrofisici di tutto il mondo.Nel 1992 l’ astrofisica è andata fuori ruolo per anzianità e ha continuato l’attività di ricerca senza l’impegno dell’insegnamento. Nel 1993 è stata eletta consigliera comu-nale a Trieste. Dal 1997 è in pensione, ma dirige ancora il Centro Interuniversitario Regionale per l’Astrofisica e la Cosmologia (CIRAC) di Trieste e si dedica a incontri e conferen-ze al fine di “diffondere la conoscenza dell’Astronomia e una mentalità scientifica e razionale”.Ha pubblicato numerosi lavori originali su riviste internazionali e numerosi libri sia divulgativi sia a livello universitario.

La Hack durante la sessione fotografica per

la copertina del nuovo libro, scherza con il

fotografo Paolo Neri

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L’attualità di Verga

I Malavoglia

IMalavoglia è un romanzo di Giovanni Verga, scritto nel 1881, primo libro del Ciclo dei vinti, insieme a Mastro-don Gesualdo e a La Duchessa de Leyra, opere che affrontano il tema del progresso, visto dal punto di vista degli “sconfitti” di ogni strato sociale. La Duchessa de Leyra rimase solo abbozzato, mentre altri due romanzi previsti nel Ciclo (L’Onorevole Scipioni e L’uomo di lusso) non vennero neppure iniziati.Questo classico si colloca nella corrente del verismo italiano di cui Verga è stato uno dei principali esponenti.

la tramaI Malavoglia è un romanzo di Giovanni Verga, scritto nel 1881, primo libro del Ciclo dei vinti, insieme a Mastro-don Gesualdo e a La Duchessa de Leyra, opere che affrontano il tema del progresso, visto dal punto di vista degli “sconfitti” di ogni strato sociale. La Duchessa de Leyra rimase solo abbozzato, mentre altri due romanzi previsti nel Ciclo (L’Onorevole Scipioni e L’uomo di lusso) non vennero neppure iniziati.Questo classico si colloca nella corrente del verismo italiano di cui Verga è stato uno dei principali esponenti. I Toscano erano una famiglia di pescatori di Aci Trezza, dove erano conosciuti come “Malavoglia” pur essendo dei gran lavoratori. Il più anziano della famiglia era Padron ‘Ntoni; in famiglia c’era anche il figlio di ‘Ntoni, Bastianazzo, marito di Maruzza detta la Longa e i loro figli ‘Ntoni, Luca, Filomena (detta Mena), Alessio (detto Alessi) e Rosalia (detta Lia). La vita

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familiare viene sconvolta quando il giovane ‘Ntoni viene chiamato per il servizio militare. La famiglia progetta così di migliorare la propria condizione attraverso il commercio e compra a Credenza un carico di lupini da rivendere.Una tempesta fa però naufragare la Provvidenza, l’imbarcazione della famiglia, utilizzata per la pesca e causa la morte di Bastianazzo e la perdita del carico; A seguito di questa sventura, la famiglia si ritrova con una triplice disgrazia: il debito dei lupini, la Provvidenza da riparare e la perdita di Bastianazzo e quindi di un membro importante della

famiglia. Il giovane ‘Ntoni ritorna da militare ma è subito costretto a lavorare con suo nonno in una barca di Padron Cipolla. Purtroppo, nonostante tutti i Malavoglia si diano da fare, non riescono a saldare il debito entro il giorno dei morti né a Natale; il saldo viene spostato a Pasqua.Dopo Natale Luca parte per la leva militare. Padron ‘Ntoni si accorda con Cipolla per il matrimonio tra Brasi e Mena, la quale è però innamorata di Alfio Mosca, che però se ne deve andare per lavoro, nel tentativo di arricchirsi e poter così aspirare a Mena. Intanto arriva la notizia della morte di Luca in battaglia a Lissa.‘Ntoni si lamenta sempre più della vita che ora lui e i Malavoglia sono costretti a condurre; vorrebbe andarsene da Aci Trezza ma Padron ‘Ntoni lo rimprovera aspramente e lo fa tornare alla ragione. Ma ‘Ntoni decide comunque di partire in cerca di

fortuna ma ritorna umiliato e più povero di prima. e il matrimonio di Mena non viene concluso.Maruzza, la vedova di Bastianizzo, muore a causa del colera che si stava diffondendo in tutta la Sicilia e il matrimonio di Mena non viene concluso.Zio Crocifisso, per ottenere una chiusa, si sposa con la Vespa che non fa altro che spendere il suo denaro; il figlio di Padron Cipolla, Brasi, scappa con la Mangiacarrube. Intanto don Michele, che corteggia Lia, dice a quest’ultima che ‘Ntoni è diventato contrabbandiere; infatti ‘Ntoni viene sorpreso dalle guardie doganali, ferisce don Michele e finisce in carcere. Padron ‘Ntoni, con i risparmi, paga un avvocato per il processo; l’avvocato Scipioni afferma che il ferimento di don Michele non è avvenuto a causa del contrabbando ma a causa di donne. Padron ‘Ntoni pensa che si riferisca alla rivalità per la

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Santuzza, ma quando capisce che l’avvocato intende Lia sviene e viene portato via dai carabinieri. ‘Ntoni ottiene cinque anni di galera pur negando ciò che l’avvocato dice al processo.Compare Piedi Papera torna in paese riferire a Lia ciò che è stato detto di lei al processo: la ragazza lascia il paese e si abbandona all’umiliante mestiere della prostituta, mori di emorragia in un bordello. Una sera ritorna Alfio Mosca che si pente di ciò perché vede ogni cosa mutata dopo la partenza. Padron ‘Ntoni viene portato a morire all’ospizio dei poveri. Alessi riesce a ricomprare la casa del nespolo, sposa Nunziata e tiene in casa la sorella Mena che rifiuta la proposta di matrimonio di Alfio Mosca perché si ritiene disonorata da Lia. ‘Ntoni ritorna dal carcere, ma riparte subito sapendo che per lui non c’è più posto in quella situazione di armonia apparentementeristabilita.

l’abbandona per dedicarsi comple-tamente alla letteratura. Tra il ‘60 e il ‘64, dopo aver prestato servizio nella Guardia nazionale al tempo dell’impresa garibaldina in Sicilia, si dedica al giornalismo politico-patriottico, dirigendo alcuni periodici che però ebbero vita breve.Fra il ‘65 e il ‘71 vive a Firenze, in

Giovanni Verga nasce a Catania nel 1840 da una famiglia

di agiati proprietari terrieri. Trascorre i primi anni in Sicilia, scrivendo assai presto tre romanzi storici, che risultano però poco significativi e alquanto influenzati dallo scrittore francese Alessandro Dumas. Nel ‘58 si iscrive alla fa-coltà di giurisprudenza, ma presto

Le fotografie di queste pagine sono foto

d’epoca che mostrano usi e costumi dell’epoca

del romanzo

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quegli anni capitale d’Italia, dove ebbe i primi contatti letterari e dove pubblicò con successo due romanzi: Una pec-catrice (1866) e Storia d’una capinera (1871). Nel primo si narra l’amore di una nobildonna con un giovane scrittore, il quale, dopo aver suscitato nell’amante una passione intensa e tormentosa, la trascura spingendola al suicidio. Nel secondo si narra la storia di una ragazza,

costretta dalla matrigna a farsi novi-zia. Tornata per breve tempo a casa in seguito a un’epidemia di colera, la ragazza s’innamora del fidanzato della sorellastra. Ma la famiglia la obbliga a ritornare in convento e a prendere i voti definitiva-mente. La ragazza muore pazza.

i matrimoni combinatiNe “I Malavoglia” i matrimoni sono tutti combinati, generalmente dai padri dei promessi, sulla base della classe sociale di appartenenza e di calcoli puramente economici.La donna è vista unicamente come un oggetto di scambio, i suoi sentimenti non vengono tenuti in nessun conto, gli uomini cercano di ricavare un buon guadagno dal proprio matrimonio. Per esempio il matrimonio tra Brasi Cipolla e Mena è immediatamente annullato quando lei perde la sua dote; per Mena questo è un fatto positivo perché è innamorata di Alfio Mosca, che però non può sposare poiché, essendo povero, è di una classe inferiore alla sua.Per le donne di Aci Trezza la maggiore occupazione, oltre a quella di tenere in ordine la casa, è quella di trovare marito per sé o per le loro figlie.Nel periodo storico del romanzo in certi entroterra italiani vigeva il delitto d’onore, cioè la commissione di un delitto perpetrato al fine di salvaguardare l’onore

(ad esempio l’uccisione della coniuge adultera o dell’amante di questa o di entrambi). Proprio per venire incontro agli abitanti di questi entroterra, la legge italiana concedeva attenuanti al delitto d’onore e tale norma venne abolita solo nel 1981.Nonostante questo ci sembri un argomento lontano dall’attuale realtà europea viene comunque ancora riconosciuto da associazioni importanti come l’Islamic Sharia Council. Le regole della Sharia islamica sono rigidissime ed, in questi casi, ammettono il delitto d’onore. Molte giovani donne di religione musulmana sono costrette ad assecondare il volere dei genitori sposandosi da bambine con uomini che hanno l’età dei loro genitori. Solo in Gran Bretagna, le autorità competenti hanno rilevato che ogni anno circa 10-12 donne sono vittime del delitto d’onore. Anche se i numeri sono sicuramente sottostimati. L’omicidio, poi, non è l’unica soluzione

“La donna è vista unicamente come un oggetto di scambio, i suoi sentimenti non vengono tenuti in nessun conto”

nella pagina a lato: fotografie d’epoca di matrimoni, sotto: Giovanni Verga1840 - 1922

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per riconquistare il “perduto” onore: molte ragazze vengono ricondotte forzatamente nei loro Paesi d’origine senza lasciare traccia, altre vengono spinte al suicidio da mariti e parenti, altre ancora vengono picchiate e violentate per il solo fatto di essersi ‘occidentalizzate’. Gli islamici si sentono giustificati a comportarsi in questo modo perché lo stesso Maometto ha avuto una moglie di 6 anni, Aisha, la sua prediletta, con la quale ha consumato il matrimonio tre anni dopo, ma anche se il corano dice che il loro è stato un matrimonio d’amore, la storia non lo conferma e parla di matrimonio di convenienza. Aisha era la figlia di Abu Bakr, che poi fu il primo califfo alla morte del Profeta suo genero. Era un modo per stabilire un’alleanza, presente anche nel mondo romano (basti pensare che l’alleanza tra Cesare e Pompeo si sfaldò completamente alla morte di Giulia, figlia del primo e sposa del secondo) e anche tra i monarchi

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d’Europa, che stabilivano alleanze matrimoniali (la giovanissima Maria Luisa d’Austria, sposa, non certo per amore, del più anziano Napoleone), ma è ovviamente un costume caduto in disuso. Soprattutto non è una costumanza che trovi ragion d’essere nei Vangeli (diverso il discorso per l’Antico Testamento. Ma ricordiamo che il “perfezionamento” della Legge praticato da Gesù consiste anche nel ribaltamento completo di alcune regole mosaiche, come la lapidazione). Per i musulmani è diverso, purtroppo non possono avere voce quei teologi che parlano di una contestualizzazione storica del Corano. L’esempio più grande è nel pensiero di Mohammed

Mahmud Taha e nella sua teorie sui due messaggi dell’islam, uno “eterno” e uno contestualizzato storicamente. Ma questo è molto difficile, soprattutto tra i non acculturati. Basti pensare che Taha fu impiccato per apostasia.Tornando al romanzo, una delle poche eccezioni ai matrimoni di convenienza è in parte quello di Alessi con Nunziata poiché loro si vogliono davvero bene, ma è anche vero che erano quasi destinati a sposarsi poiché come livello sociale erano più o meno sullo stesso piano e sin da piccoli erano sempre stati insieme. In ogni caso è bello vedere che l’unica coppia che alla fine del romanzo ha resistito è proprio quella di due innamorati.

La famiglia dei malavoglia rispecchia la struttura fami-liare patriarcale tipica della fine del XVII secolo, dove il ”vecchio” della famiglia combinava i matrimoni delle proprie eredi in base alle facoltà economiche della famiglia del futuro marito e delle possibilità di stringere accordi lavorativi con essa. Come si vede nell’infografica sottostante nel romanzo nes-sun matrimonio combinato è andato a buon fine, l’unica coppia che ha “ufficializzato“ la propria unione si è sposata per amore.

Le fotografie di queste pagine sono foto

d’epoca che mostrano usi e costumi dell’epoca

del romanzo

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malavoglia da ridereLa realtà è che il finale del libro è PREVEDIBILISSIMO. Insomma la storia si apre in un paesello dimenticato da Dio: Aci Trezza, qui c’è la classica famigliola di sfigati paesani che voglio sfondare per sollevare le loro condizioni economiche e come farlo?! Beh investendo in qualcosa... Ora, lo scandalo è che decidono di investire in un carico di lupini... Hai letto bene, lupini! Cioè dai chi è che mangia i lupini?!?! Era già scontato che l’affare nn sarebbe andato a buon fine: devi investire su qualcosa e scegli i lupini?!?! ...Vabbè, la famiglia accetta e così scelgono i maschi della famiglia affinchè attraversino il mare e vadano a prendere il carico... Ora, considerando il mezzo di locomozione del quale la

povera famigliola era proprietaria (una vecchia barca dal fondo amarrato), dico, perché ci fai partire più di due persone?!?! Non ti viene in mente che una vagonata di gente sopra una barchetta con il fondo amarrato e con l’aggiunta di un carico di lupini potrebbe avere qualche problema durante il viaggio?! MA OVVIAMENTE NO! I nostri sono uomini dal cuore impavido! Arriva il giorno della partenza: una tempesta immonda colpisce il piccolo mare di Aci Titrezza, anche qui qualsiasi persona sana di mente avrebbe deciso di infischiarsi altamente del carico di lupini e di rimandare il viaggio ma ciò ovviamente non accade. Il carico di uomini all’interno di una barchetta dal fondo amarrato e piena di lupini partono sul mare in tempesta, come bene puoi immaginare la barca si schianta

Vignette ed illustrazioni ad opera di Hellen Armour

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dopo due nano secondi causando la morte di tutti i signori. A questo punto la faccenda è tragica: alla casa del Nespolo (nome della casa della famiglia protagonista) sono nella merda fino al collo: non c’hanno gli occhi manco per piagne: quasi tutti gli uomini di famiglia gli sono morti, uno dei figli è lontano perché partito per arruolarsi e per di più hanno debiti a più non posso, in quanto devono pagare il carico di lupini andato perduto durante la tempesta. Ma le donne della casa del Nespolo sono donne d’altri tempi si rimboccano le maniche e iniziano a mettersi in affari con Padron Cipolla (un nome una garanzia) sperando di riuscire a sanare i debiti, ovviamente uno dei figliuoli Luca si è giustamente rotto le scatole di sfacchinare come un muletto da soma e parte anch’esso per il militare. La sfiga, però, degli abitanti della casa del Nespolo raggiunge quasi livelli stellari, perchè Luca appena arriva muore in battaglia. Ad Aci Trezza regna la disperazione. I debiti sono insormontabili, anche la casa viene espropriata e a questo punto uno degli abitanti dell’ex casa del Nespolo decide di darsi alla pazza gioia per colmare il dolore: vai col contrabbando! A causa della sua cattiva condotta viene arrestato e lasciato in galera a vita. La madre di quest’ultimo

LE MIGLIORI COPERTINE DELLE VECCHIE EDI-ZIONI DE I MALAVOGLIA

Il famoso romanzo di Verga è stato editato moltissime volte da diverse case edtrice nel corso a partire dal 1881, anno in cui il romanzo è stato scritto.Tutte le copertine delle diverse edizioni hanno immagini caratterizzate da elementi che ricordano la vita di mare dei pescatori siciliani. La prima copertina riportata, edita da Mondadori nel 1983,

raffigura un pescatore apparentemente stanco appoggiato alla sua barca sualla quale possiamo vedere una rete ed un “cesto” per tenere il pesce appena pescato. Nella seconda, edita nel 2006 da Giunti Demetra, per la collana “Nuovi Acquerelli”, rappresenta un pescatore, vicino alla sua barca spiaggiata, mentre sullo sfondo, in mare si vedono delle vele in lontananza,

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colta dal dolore per il figlio e per le mille sventure muore di colera! (TANTO PERCHè LA SFIGA HA DECISO DI NON ABBANDONARLI MAI!). Ma la povera famiglia di Aci Titrezza ancora non le aveva viste tutte: le sventure infatti non finiscono qui di certo, una delle sorelle minori: Lia, rottasi della faccenda “debito-lupini-Aci Titrezza” e per colpa del suo carattere molto permissivo è vittima di uno scandalo a luci rosse e perciò decide di andarsene per trovare fortuna e condizioni migliori, in parte ci riesce: diventa una mignotta! Segue, poi, una parte straziante del libro in cui la povera Mena (una delle abitanti della casa del Nespolo) vorrebbe coronare il suo sogno d’amore con Alfio (un povero decerebrato che gira con un carretto e un asino), la loro storia però è dstinata a finire in quanto la povera famiglia Malavoglia è perseguitata da sciagure e brutte voci. E per finire in bellezza muore pure Paron ‘Ntoni .. ma.. ma.. ma..non finisce qui! perché come un fulmine a ciel sereno arriva Alessi che riscatta la casa del Nespolo per riuscire a far tornare la famiglia come prima: poteva anche non ricomprara la casa perché son tutti morti tranne due o tre che sono finiti o delinquenti o straziati e feriti.

T. A.

probabilmente i percatori che stanno rientrando dalla notte al largo a pescare. La copertina dell’edizione dei tascabili Einaudi mostra, invece, una donna appoggiata ad una barca, che scruta nella probabile direzione in cui punta la barca, presumibilmente il mare, come alla ricerca di un segno che mostri il ritorno incerto, del presumibilmente amato pescatore. L’ultima, la

SCELTE PER VOI DA «LA VOCE NARRANTE»

più interessante dal punto di vista grafico, presenta al centro, la copertina della prima edizione del romanzo, semplicissima, senza immagini, composta solo da poche informazioni sul romanzo e sotto la foto decontestualizzata di un pesce che rende attuale l’edizione Baldini, castoldi Dalai, senza farle perdere il sapore del mare e della terra siciliani.

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La favola nera di Leander DeenyGli incubi di Hazel

Ci sono dei disegni, la storia narrata è una favola, ma non è la solita favola per bambini. E i disegni, non sono affatto quelli che ci si potrebbe aspettare da un libro per bambini, nemmeno un po’ cresciuti. Cani dalla testa di legno, papere che fumano sigarette, animali-collage, un maniero spaventoso, una zia cattiva e un cuginetto odioso sono solo alcuni degli ingredienti base che compongono questa favola

moderna, dai tratti grotteschi e incisivi. A pensarci bene nulla di così inimmaginabile, almeno non così tanto da far assumere a questi mostri il ruolo dei peggiori incubi dei bambini di oggi, sommersi in ogni sorta di mostruosità e consapevoli di vivere nell’era della tecnologia, in cui ogni cosa può essere possibile. Una storia raccontata alla maniera diretta di un bambino, che ragala sia un buon insegnamento ai bambini di oggi, che una prospettiva nuova a coloro che sono stati bambini qualche anno fa, che posso lasciarsi sorprendere dai tratti

più crudi della narrazione. Un libro adatto ai bambini quindi, ma anche a chi ama le storie in grado di insegnare qualcosa anche a chi bambino non è più.

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LA TRAMAHazel, un’allegra bambina di otto anni, è ospite della terribile zia Eugenia in compagnia del suo antipatico cuginetto Isambard. Basterebbe l’immagine del vecchio maniero dove vivono i parenti di Hazel per spaventare qualsiasi visitatore, eppure, dopo la prima inquietante giornata con zia Eugenia, la vita comincia a cambiare. Isambard, infatti, presenta a Hazel la sua collezione di cuccioli terrificanti: un cane con la testa di legno, un gruppo di paperelle che fumano sigarette nello stagno, due maiali senza zampe... e questo è solo l’inizio! Una notte Hazel decide di esplorare il giardino e, nascosti tra i cespugli, scopre degli strani mostri: il pitospino (un pitone con la testa di porcospino), il gorillopardo (un gorilla con il corpo da ghepardo) e lo struzzorana (una rana con il corpo da struzzo). Qui comincia un’avventura che condurrà la bambina a scoprire che, nelle

favole come nella vita, bisogna trovare sempre il coraggio di affrontare le situazioni, per quanto brutte possano sembrare.

Le illustrazioni di David Roberts per il libro

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L’omaggio di Gaiman al re del fumetto americanoCome un inglese ti racconta un’americano

Stavolta non si tratta degli Eterni della serie Sandman di casa DC Comics, ma degli omonimi semidei targati Marvel. Gaiman pronto a reinterpretare una delle più atipiche e visionare creazioni di Jack Kirby, meglio noto come The King, uno dei più grandi, celebri ed influenti autori di fumetti della storia. Gli Eterni suggellano la seconda collaborazione di Gaiman con la Marvel dopo l’esperienza maturata con 1602, e si fregiano del fascino dei disegni di J. Romita Junior, “la mano” della Marvel degli ultimi trent’anni. Per riavvicinarsi a un mito, Gaiman reinventa un capolavoro del passato ricordato oggi con un certo affetto nostalgico dai lettori, ma oramai dimenticato dagli editori. In questo tentativo, Devianti, Umani e Celestiali, protagonisti delle vicende narrate, acquistano nuova linfa vitale, e sono pronti a fare il loro ingresso nel XXI secolo. L’edizione italiana racchiude in un unico volume i 7 albi della pubblicazione americana.

N. Gaiman e J. Romita Jr., Gli EterniEd. Italiana a cura di Panini Comics, 2007

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Un giovane ragazzo dal nome un pò assurdo e la sua scimmietta saranno gli unici sopravvissuti maschi ad una catastrofe che cancellerà uno dei due generi dell’umanità.

Yorick Brown non ha solo un nome peculiare, tratto dall’Amleto di Shakespeare, ma anche un singolare destino che lo aspetta. Quando una strana pandemia cancellerà qualunque cosa in possesso di un cromosoma Y sul pianeta, lui e la sua scimmietta Ampersand saranno gli unici sopravvissuti di sesso maschile. Quasi tre miliardi di uomini scompariranno di botto lasciando solo un giovane ragazzo diviso fra il desiderio di scoprire e capire cosa è successo e quello ancora maggiore di ricongiungersi con la sua fidanzata bloccata in Australia dalla catastrofe. Sulla sua strada una biologa che si ritiene in qualche modo responsabile dell’eccidio, un gruppo di estremiste radicali e l’agente 335, donna misteriosa incaricata di proteggerlo. Queste sono le premesse del primo volume di Y: l’ultimo uomo, una della opere più riuscite di Brian K. Vaughan. Molto in sintonia con la storia le matite di Pia Guerra (Doctor Who a fumetti), una disegnatrice canadese conosciuta soprattutto nel circuito delle casa editrici indipendenti.

L’apocalisse al femminile vista da VaughanY: l’ultimo uomo sulla terra e la sua scimmia

Brian K. Vaughan, Y - L’ultimo uomo sulla terra

Ed. Italiana a cura di Magic Press, 2008

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Cosa sarebbe accaduto se il razzo nel quale viaggiava Kal-El fosse precipitato nella ex Unione Sovietica? Immaginate un Superman adulto che, invece di lottare per “la verità, la giustizia e lo stile di vita americano”, difende ideali esattamente opposti e diventa il paladino dello slogan “Stalin, comunismo e Patto di Varsavia”. Aggiungete poi un terrorista di nome Batman, l´eminente dottor Lex Luthor, la Principessa Diana di Themyscira, Brainiac, l´agente federale James Olsen e molti dei più rappresentativi personaggi dell´Universo DC. Pensate che tutto questo sia impossibile? Superman Red Son: la storia dell´Uomo d´Acciaio in un affascinante mondo alternativo.

SUPERMANCOME NON LO AVETE MAI VISTO

M. Millar e D. Johnson, Superman - Red SonPianeta De Agostini, 2009

Che cosa accadrebbe se i supercriminali della Marvel giungessero fino al nostro mondo, per portare morte e devastazione? E dove sono gli eroi che dovrebbero fermarli? Possibile che solo un ragazzino si stia accorgendo di quello che accade?Siamo nel 1985, il piccolo Toby legge l’evento Marvel chiamato Guerre Segrete, che presenta il primo grande scontro tra supereroi e supercriminali. Lui è un ragazzino un po’ solitario, che sta attraversando la difficile separazione dei suoi genitori. Ha già i suoi problemi, eppure un giorno dalla finestra della vecchia casa dei Wyncham gli sembra di vedere qualcosa d’incredibile… Teschio Rosso pareva sbirciarlo da dietro la tenda.

TUTTO IL MALE MARVEL FA VISITA A UN BAMBINO

M. Millar e T. Lee Edwards, 1985 - I visitatori, Panini Comics, 2009

Se cercate un romanzo breve a prezzo contenuto e di garanzia assicurata, non posso che consigliarvi “Pietrafredda”, del superproduttivo Stefano Di Marino, che non si stanca mai di sfornare piccole perle. Questo romanzo è edito da Perdisa, che pian piano si sta ritagliando uno spazio tutto suo per quel che riguarda la narrativa thriller e noir firmata esclusivamente da autori italiani. Pietrafredda ha come protagonista Chance Renard, l’eroe più famoso inventato da Di Marino, ma è un romanzo usufruibile anche da chi non conosce il Professionista, visto che rappresenta un capitolo a sé stante. Si tratta di una storia di vendetta, ambientata in una delle più straordinarie città europee, Parigi.

RENARD: VENDETTA A PARIGI

Stefano Di Marino, PietrafreddaPerdisa Pop, 2009

ISBN: 9788883724336

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Nella foschia dell’alba il Conte di Cagliostro approda a Venezia, la città in cui le maschere del Carnevale e la cipria non bastano più a celare intrighi e tradimenti. E dalle calli più oscure alle umide stanze nobiliari si diffonde la fama di uno stravagante guaritore venuto dall’Est. È un mago? O attinge alla sapienza di civiltà sepolte nella sabbia del Sahara? Per Serafina, il Conte è solo un simpatico truffatore. Lei lo fiuta lontano un miglio, e non solo perché è orfana e Principessa dei ladri. Lui la sceglie come assistente e le insegna che la vita è illusione, burla. C’è anche chi è disposto a uccidere in cambio dell’eterna giovinezza promessa dal Conte. Chissà se la sfida più grande è vivere per sempre o morire infinite volte.

ORFANE SULLE TRACCE DI CAGLIOSTRO

G. Leoni, La ladra di CagliostroMondadori, 2010

ISBN: 9788804596158

Ben è un giovane londinese che soffre di allucinazioni. Per lavoro legge manoscritti. Una notte gli arriva un libro che si chiama Alice nel Paese della Vaporità. Noi con lui seguiamo la storia di Alice, un’antropologa che vive in una Londra Vittoriana che non c’è mai stata. Alice viaggia nello Steamland, una terra invasa da un gas che provoca allucinazioni e mutazioni. Una terra in cui la realtà cambia a ogni istante, in cui le parole stesse si trasformano in odori e sensazioni. Quella di Alice parte come una ricerca, ma si trasforma subito in una lotta per la vita e per la morte. Alice dovrà sopravvivere in una terra oscura, in cui non c’è differenza tra orrore e meraviglia. Ben legge la sua storia. E qualcosa succede anche a lui.

L’ALICE SENZA MERAVIGLIE DIDIMITRI

Il capitano Henry Baltimore è un militare impegnato sul fronte delle Ardenne, durante la prima guerra mondiale. Gravemente ferito e unico superstite di una battaglia infernale, risveglia l’ira di un essere mostruoso, un vampiro. E il mondo cambia per sempre: una pestilenza che neppure la morte è in grado di fermare si diffonde in tutta Europa. Soltanto Baltimore, controfigura tragica del tenace soldatino con una gamba sola, può combatterla. Nella sua lotta senza fine contro le tenebre convoca tre amici in una solitaria locanda, tre uomini dal passato inquietante che possono capire la natura del morbo che sta divorando l’umanità: saranno i testimoni dello scontro finale in cui Baltimore si troverà a fronteggiare la sua nemesi.

VAMPIRI E SOLDATINI DI STAGNO

F. Dimitri, Alice nel paese della vaporitàSalani editore, 2010

ISBN: 9788862562423

M. Mignola e C. Golden, BaltimoreMondadori, 2009

ISBN: 9788804589235

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LA PRIMA VOLTA DEI PICCOLI EDITORI4-7 MaggioCon un buon successo, si annuncia il Primo Salone della piccola e media editoria indipendente. La più attesa e dibattuta, è la presentazione della Zephyro edizioni, che occuperà i moderni spazi di Superstudio con un’altra sessantina di sigle editoriali provenienti da tutta Italia. Il Salone sarà aperto per tre giorni, e forte è l’attesa da parte degli appassionati

dell’editoria. Madrina di “Un libro a Milano” (uno degli eventi previsti in occasione del Salone) sarà Alice, una delle più belle voci del panorama musicale italiano. Anche la location è ad hoc: in Zona Tortona, il quartiere della moda e del design, nel quale anche il libro con questa manifestazione vuole ricavare il proprio spazio collegandosi ai

riferimenti culturali più stimolanti del capoluogo meneghino.

BILBOLBUL, FESTIVAL INTERNAZIONALE DI FUMETTO11-13 MaggioSi terrà a Bologna la IV edizione di “BilBOlbul”, Festival Internazionale di fumetto a cura dell’associazione culturale Hamelin. Al centro del Festival gli autori e il dialogo tra fumetto e le altre arti. Protagonisti

della scena i numerosi autori nazionali e internazionali presenti al Festival con le loro opere, molte delle quali inedite in Italia. Punto di forza di BilBOlbul è riscoprire e approfondire attraverso una grande mostra e degli incontri tematici, l’opera di un maestro del fumetto contemporaneo, non ancora celebrato come merita, per le innovazioni linguistiche e la forza espressiva: la mostra quest’anno è dedicata

GLI EVENTI DEL MESE

Calendario

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all’opera del francese David B. grande narratore e innovatore del fumetto d’Oltralpe.

“LIBRI COME“. LA FESTA DEL LIBRO E DELLA LETTERATURA25-28 MaggioUn libro non nasce per caso. Dietro ad ogni pagina ci sono il talento di uno scrittore, il lavoro di un editore, la passione di un lettore. E non solo. Come dimenticare la creatività dei responsabili della promozione, la competenza dei librai, l’impegno divulgativo dei bibliotecari? A tutte queste figure che orbitano attorno al mondo

dell’editoria, è dedicata “Libri Come”, la grande festa del libro e della lettura in programma dal 25 al 28 Maggio presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.

VIA DALL’EUROPA. LA POESIA DEL MONDO INCONTRA TAGORE29 MaggioSi tiene il 29 Maggio alle 21:00 il quinto appuntamento dell’Auditorium Parco della Musica di Roma dedicato all’India e alle poesie di Tagore, lette da Fabrizio Gifuni. Dopo il successo riscosso nella

passata stagione dalle Lingue della poesia , la Fondazione Musica per Roma torna ad occuparsi di versi con una nuova rassegna dal titolo “Via dall’Europa. La poesia del mondo” in un programma che si estenderà fino alla fine di Giugno.(info: www.auditorium.com)

L’ESPERIMENTO TIL AL VERME DI MILANO31 MaggioTeatro In Libreria (TiL) è il progetto che porta nelle librerie, nei caffè letterari nei luoghi di incontro culturale il Trailer Teatrale di romanzi di autori italiani o comunque di autori che

hanno scritto un testo direttamente in lingua italiana. In sostanza, un romanzo viene ridotto a rappresentazione teatrale con tanto di colonna sonora originale suonata dal vivo, con lo scopo di avvicinare in modo semplice e divertente lo spettatore alla narrativa, il teatro, la musica, la danza e l’arte in genere.

Calendario

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La voce narrante 80 Giochi

REBUS (1, 1, 3, 6, 2, 9 - W. Shakespeare)

PLAY TIME

FRANKESTEIN

La donzelletta vien dalla campagna, in sul calar del sole. Le donne si facevano la croce quando la vedevano passare sola

come una cagnaccia, con quell’andare randagio e sospettoso dalla portinaia, al numero 7 di rue de grenelle. Fermina Daza, il cui carattere selvatico si era addolcito col passare degli anni, prese al volo l’imprudenza della lingua del marito, il moro, e a distanza di mezz’oa, in cielo erano rimasti solo quattro aquiloni.

Il seguente testo è composto da sei diversi estratti di romanzi, cercate di individuarli!

FRANKESTEIN- il sabato del villaggio, Leopardi- La lupa, Verga- L’eleganza del riccio, Burbery- L’amore ai tempi del colera, Marquez- Otello, Sheakespeare- Il cacciatore di aquiloni, Hosseini