LA VOCE E L’ECO La Posta di Padre Mariano - 6/2007 ... · spirituale, anzitutto cerca di vedere...

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107 20 novembre 1930: la nascita S apete chi è Fiorella Bianchi? È una giova- ne marchigiana, nata e morta ad Osimo, dopo una breve vita di 24 an- ni. Bella e di gusti moderni, intelligente e istruita, volitiva ma equilibrata, aveva tutti i numeri per essere a suo tempo una sposa e una madre di famiglia esemplare, che è la vocazione normale e altissima di ogni donna. Ed invece la sua vocazione, singolare, l’ha scoperta, sotto la guida di un saggio direttore spirituale, faticosamente, labo- riosamen- te, nel silenzio e nella sofferenza. Ed è stata questa: di dimo- strare che il “fiat voluntas tua” del Padre nostro non è soltanto una frase che vada ripetuta giorno per giorno col labbro, ma va vissuta, giorno per giorno, con la vita, non deformandola in un “fiat voluntas mea”, come sovente facciamo. ... Si direbbe che un carattere volitivo La Posta di Padre Mariano - 6/2007 LA VOCE E L’ECO Questa sera non rispondo ad una lettera, come abitualmente faccio nella “Posta”, perché rispondo ad un bisogno del mio spirito di comunicare a voi qualche cosa di quel gaudio spirituale che ho provato nel leggere alcune lettere e la biografia di Fiorella Bianchi. Fiorella Bianchi Una bella foto di Fiorella preadolescente trovi difficoltà, mentre invece un ca- rattere più remissivo trovi facilità nel- l’accettare. Non è così: qualunque ca- rattere trova difficoltà nell’accettare la volontà di Dio, e soltanto chi è sta- to abituato per lungo tempo ad accet- tare la volontà di Dio diventa poi ca- pace di realizzare, di fare tutto quel bene che Iddio attende da Lui. “Nulla mai chiedere...” C’è nelle lettere di questa giovane una frase che ritorna frequentemente, quasi come un motivo dominante del- la breve sinfonia della sua vita, ed è questa: “Nulla mai chiedere e tutto accettare sorridendo”. In questa fra- se c’è il segreto non soltanto della sua vita, ma anche del suo sorriso costan- te e un po’ misterioso. L’anima sua sorrideva davvero per- ché aveva scoperto che la vita ha valo- re soltanto se si fa la volontà di Dio.

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20 novembre 1930:la nascita

S apete chi è FiorellaBianchi? È una giova-

ne marchigiana, nata e morta adOsimo, dopo una breve vita di 24 an-ni. Bella e di gusti moderni, intelligente eistruita, volitiva ma equilibrata, avevatutti i numeri per essere a suo tempo unasposa e una madre di famiglia esemplare,che è la vocazione normale e altissima diogni donna.

Ed invece la sua vocazione, singolare,l’ha scoperta, sotto la guida di un saggiodirettore spirituale, faticosamente, labo-

riosamen-te, nel silenzio e nella

sofferenza. Ed è stata questa: di dimo-strare che il “fiat voluntas tua” del Padrenostro non è soltanto una frase che vadaripetuta giorno per giorno col labbro, mava vissuta, giorno per giorno, con la vita,non deformandola in un “fiat voluntasmea”, come sovente facciamo. ...

Si direbbe che un carattere volitivo

La Posta di Padre Mariano - 6/2007LA VOCE E L’ECO

Questa sera non rispondo ad una lettera,come abitualmente faccio nella “Posta”, perché

rispondo ad un bisogno del mio spirito di comunicare a voiqualche cosa di quel gaudio spirituale che ho provato

nel leggere alcune lettere e la biografia diFiorella Bianchi.

Fiorella Bianchi

Una bella foto di Fiorella preadolescente

trovi difficoltà, mentre invece un ca-rattere più remissivo trovi facilità nel-l’accettare. Non è così: qualunque ca-rattere trova difficoltà nell’accettarela volontà di Dio, e soltanto chi è sta-to abituato per lungo tempo ad accet-tare la volontà di Dio diventa poi ca-pace di realizzare, di fare tutto quelbene che Iddio attende da Lui.

“Nulla mai chiedere...”C’è nelle lettere di questa giovane

una frase che ritorna frequentemente,quasi come un motivo dominante del-la breve sinfonia della sua vita, ed èquesta: “Nulla mai chiedere e tuttoaccettare sorridendo”. In questa fra-se c’è il segreto non soltanto della suavita, ma anche del suo sorriso costan-te e un po’ misterioso.

L’anima sua sorrideva davvero per-ché aveva scoperto che la vita ha valo-re soltanto se si fa la volontà di Dio.

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termine, che ricorda s. Paolo – con la suagrazia, amavo le cose a metà e mi tro-vavo bene in esse credendo che il fineultimo della vita fosse fare un tanto enon più”. Ed invece da sedici anni inco-mincia a fare di più, fino a fare tanto dipiù, a cominciare da una prima rinunciache si direbbe piccola, ma che per lei èstata molto gravosa.

Per circostanze varie, ma soprattuttoper una malattia della mamma, a un cer-to momento essa deve lasciare la scuola,il liceo che frequentava con tanta gioiaed anche con tanto profitto. Fu una ri-nuncia dolorosa, ma essa non ne fece undramma, pronunciando con semplicitànel silenzio della sua anima il suo “fiat”.Sentite quel che ne scrive ad una perso-na amica: «Dio mi ha fatto capire chequesta è la sua volontà e io, pur senten-domi indegna, ho piegato docilmentela testa. Tutto in fondo è consistito nelpronunciare una piccolissima parola,parola che è diventata per Lui grande,dal giorno in cui per la prima volta lapronunciò l’umile fanciulla di Nazaret:“fiat”».

Il dono totale, con un sorrisoE allora che cosa farà Fiorella nella vi-

ta? Seguendo i consigli del suo direttorespirituale, anzitutto cerca di vedere chia-ro qual è la volontà di Dio, perché anco-ra oscura per lei, soprattutto per una de-cisione circa lo stato di vita.

Per un certo tempo crede anche lei –cosa normalissima – di essere chiamataad essere sposa e ad essere madre. An-che perché diversi giovani hanno postogli occhi su di lei e tra gli altri un giovanedi condizione più modesta della sua, matanto buono.

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Questo però l’ha scoperto solo a sedicianni. Prima dei sedici anni la sua vita èstata la vita normale di una figlia unica,quindi curata ed anche un po’ coccolata:casa, scuola, chiesa, amiche, divertimen-ti onesti, passeggiate, svaghi e ricreazio-ni, quello che si conviene a quella età. E diquel periodo, dagli orizzonti direi un po-chino limitati e meschini, sentite come es-sa scrive in una lettera: “Prima che il Si-gnore mi colpisse – usa proprio questo

In Dio è il mio rifugio sicuro (Sl 62)

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Essa temporeggia per conoscere me-glio le cose, ma quando si accorge chequesta unione, che forse in fondo già sor-rideva anche a lei, sarebbe andata control’attesa dei suoi genitori (si sa, i genitorivogliono sempre di più per i loro figli eper le loro figlie), pur avendone il diritto,rinunciò. Perché? direi per un timore de-licatissimo di andare contro la volontà diDio, che sentiva manifestarsi per lei nel-la volontà dei genitori. E sentite quel chene scrive: “Io temo che volendo quelgiovane contro la volontà dei miei, Dioconsideri questa mia azione contrariaal Suo volere. Se così fosse, preferireimorire”. Direi qui: quasi uno scrupolo è

che pure ne aveva il diritto, vi rinuncia,anche consigliata e guidata in questa de-cisione dal direttore spirituale, che cono-sceva totalmente l’ambiente. E rinnova,nel segreto del suo cuore, la sua consa-crazione verginale totale al Signore, con-tinuando a vivere nel mondo e in casa,come prima. Sentite cosa scrive ad unaamica: «Capisco che è molto duro attua-re questo piano quotidianamente e chefare ciò richiede non più sacrificio, maeroismo. Credo però che con la graziadivina e la mia buona volontà potròcamminare, magari lentamente, versola perfezione. Come è bello davvero:“Nulla più chiedere e tutto donare, sor-

stato, di delicatezza. E allo-ra questa ricerca così ap-passionata della nuda vo-lontà di Dio l’ha portatacon tanta semplicità a fareun sacrificio più grande an-cora, perché più nascostoe più eroico.

Ormai Fiorella a questopunto della sua vita ha ca-pito che il Signore vuoletanto da lei: non vuole sol-tanto che doni, ma vuoleche si doni totalmente aLui. Ed allora, totalitaria co-m’è, decide di consacrarsia Lui in una vita di preghie-ra, di silenzio, di contem-plazione: carmelitana, peresempio. Ma quando pensache il suo allontanarsi dacasa lascerà un grande do-lore – figlia unica! – nel cuo-re di papà e di mamma e ungrande vuoto in casa, essa

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non potrebbero fare questo gli studenti,sacrificando qualche sigaretta e aiutandoa stare meglio almeno una volta la setti-mana i poveri della città!).

3) Un’opera, più profonda anco-ra, di assistenza spirituale, sia periscritto che a voce. Quante lettere non hascritto Fiorella a destra e a sinistra, adamiche e a conoscenti, ad operaie e agente istruita, a gente incerta, a gente do-lorante, per confortare, per illuminare,per guidare! Era diventata un pochino ladirettrice spirituale di tante anime chevenivano in cerca di lei anche da lontano,facendo chilometri di strada. Perché?perché sentivano che c’era cultura reli-giosa soda in Fiorella (aveva dovuto sì la-sciare la scuola, ma non aveva lasciato di

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ridendo!”». Gli ultimi quattro o cinqueanni di Fiorella sono tutti qui, nel “nullapiù chiedere e tutto donare, sorridendo”.

Attenzione ai poveriÈ ormai straniera al mondo, isolata in

una solitudine spirituale, ma riversa ora,attorno a sé, un bene incredibile. Anzitut-to in famiglia e in casa. Forse la famiglianon ha capito fino in fondo il grande sa-crificio che questa fanciulla faceva. Per-ché? perché la vedeva sempre calma, se-rena, sorridente, servizievole, piena dimille premure, una figlia esemplare.

Ma quello che è incredibile è il beneche ha potuto fare anche fuori di casa, econ pochi mezzi, in fondo. È impossibileriassumere in pochi minuti tutto quello

che di bene ha fatto in quegli anni.Ricordo solamente:

1) Una segreta, ma reale re-te di assistenza, che essa ha sa-puto estendere a decine e decine dicasi poveri attingendo dal suo bor-sellino, dai suoi piccoli risparmi,che trasformava poi in indumenti,in pacchi viveri, in offerte fatte contanta discrezione, all’insaputa ditutti.

2) La “Mensa del povero” adOsimo: radunava ogni domenicadecine e decine di povere vecchiet-te ed offriva loro un succulentopranzo. Di questa “Mensa del pove-ro”, Fiorella era l’animatrice e la di-rettrice e sapeva anche raccoglier-ne i fondi, attingendo con collettemolto intelligenti dai suoi compa-gni e suoi ex compagni di scuoladel liceo, interessandoli così adun’opera buona (in quante città

Compassione e condivisione: “Lo avete fatto a me” (Mt 25,40)

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approfondire la sua religione che cono-sceva quasi come un teologo!), c’era sen-so di grande equilibrio, che in fondo le fa-ceva dire ad ogni anima non altro chequesto: “Cerca di fare giorno per giornola volontà di Dio”. Ma questa parola suaera efficace perché partiva da una vitache realizzava quello che diceva, una vitapurtroppo assai breve.

“Ho amato”E la fine venne, brusca e improvvisa

per gli altri, ma non per lei, perché da leipresentita ed anche preannunciata: unmalessere, il ricovero all’ospedale, un’o-perazione delle più comuni, la settice-mia, la morte, edificante, che ha com-mosso tutta Osimo.

Alla suora infermiera, che l’assistevanelle ultime ore di vita, ha potuto darequesta testimonianza di sé: “Tuttoho dato e tutta mi sono offer-ta”. In punto di morte nonsi mente, non si esagera!E nel testamento spiri-tuale, che non si leggesenza versare qual-che lacrima, dicead un certo punto:“Ho amato la vita,ho amato la morte,ho amato e cerca-to sempre e solola volontà di Dio”.Che bellezza! È ilmotivo dominantedella sua vita ed è,direi, anche unoschiaffo morale atanto egoismo di-lagante nel mondodi oggi.

Scrive in una lettera ancora: “Fino aquando saremo presi da mille preoccu-pazioni e sarà viva la volontà del no-stro io, non capiremo il linguaggio diDio. Lasciamo fare tutto a Lui, abban-doniamoci nelle Sue braccia, come de-gli eterni bambini che nulla desideranose non ciò che Lui desidera. Non c’ècreatura infatti più felice di chi vive incontinua infanzia spirituale e non c’èluogo che offra gioie più grandi e piùpure del cuore di Dio. II bimbo trova lafelicità sulle braccia della mamma esereno ci si addormenta. Ritorniamobimbi anche noi e addormentiamocicon Lui. La vita è per noi una granderealtà che si chiama volontà di Dio.Siamo sulla sua barca”.

Fiorella collaborava ad un giornalettoscolastico del Ricreatorio locale che eraintitolato “In integritate gaudium”. È un

latino molto trasparente: nell’inte-grità, s’intende della vita

cristiana, c’è la gioia!Forse è questo in fon-

do il motto di Fiorella,perché nella pie-nezza della suaadesione alla vo-lontà di Dio es-sa ha trovato la

gioia della suabreve vita. E ci ha

insegnato che se“fiat voluntas mea” è

l’egoismo, “fiat voluntastua” è invece l’eroismo.

PADRE MARIANODA TORINO

(teleconversazione del31 maggio 1966)

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Amare... è belloUn primo piano di Fiorella