La Voce del Gonzaga - Liceo Statale · 2017-07-10 · Sirimarco, al maggiore Federico Fazio e al...

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Salu e Ringraziamen La quarta edizione presenta un ampio servizio, nella sezione Cronaca Interna, dedicato alla presentazione del nuovo libro di Mario Mori, intolato “Oltre il terrorismo”. L’arcolo riporta, inoltre, parte dell’incontro - dibato tenutosi nelle aule della nostra scuola con il Generale dell’arma dei Carabinieri. La temaca traata, complessa e di grande aualità, ha fornito lo spunto per la creazione di diversi arcoli conte- nen riflessioni anen, prodoe da alcune allieve delle classe II e III Liceo. Come di consueto,inoltre, la quarta pubblicazione de “La voce del Gonzaga” presenta reportage sulle esperien- ze degli alunni del Liceo in termini di scambi, viaggi d’istruzione e proget- , effeua nell’ulma fase del cor- rente anno scolasco. In parcolare, questo numero presenta un’ampia traazione delle temache ineren il “Progeo Archeologia”, auato e realizzato in diverse classi del Liceo Gonzaga. La redazione, inoltre, è fiera di presentare arcoli contenen spun di riflessione sulle più dispa- rate e scoan temache di aualità, in grado di suscitare l’interesse colle- vo. Parcolare cura è stata dedicata alla sezione Arte. Esprimiamo gratudine alle persone che hanno offerto la loro preziosa collaborazione, ragazzi e do- cen che hanno reso possibile la realiz- zazione di questo importante progeo. Un ringraziamento parcolare alla Diri- gente Scolasca, che ha accolto e super- visionato l’intero lavoro con entusiasmo e discrezione, lasciando alla Redazione libertà di scegliere responsabilmente le temache da proporre. Il Giornalino di Istuto è uno strumento di espressione autenco per noi ragazzi. Per questo deve essere difeso e curato. Un sincero augurio di Buone Vacanze da “La voce del Gonzaga”, anno scolasco 2016/2017. EDITORIALE La Voce del Gonzaga a.s. 2016/2017 La Voce del Gonzaga Numero 4, anno VII Giugno 2017. E-mail: [email protected] Mario Mori al Gonzaga Luigi Buracchio Giovedì 18 maggio abbiamo avuto il piacere di incontrare il Generale dell’arma dei carabinieri Mario Mo- riper la presentazione del suo nuovo libro intolato “Oltre il terrorismo. Il generale Mori ha svolto dei ruoli importan nella nostra nazione, quali Fondatore e Comandante del ROS dei carabinieri ed ancora direore del SISDE. Sono intervenu, oltre agli allievi e ai professori della scuola, anche il docente di sociologia all’uni- versità G. D’Annunzio di Chie, “Anto- nello Canzano”, insieme all’assessore “Mario Colantonio”, al comandante della legione Abruzzo e Molise Michele Sirimarco, al maggiore Federico Fazio e al comandante della stazione di Chie centro Enrico Bicocca. La dirigente sco- lasca, Grazia Angeloni, ha sooline- ato l’importanza dell’evento: «Questo incontro si pone a conclusione di un riformulato percorso di orientamento in uscita, oltre a costuire il termine di un iter didaco sulla legalità dell’an- no scolasco in corso. Gli studen del Gonzaga hanno partecipato a dei se- minari con il Prof. Canzano del Dipar- mento di Scienze giuridiche e sociali, con il quale il Liceo Gonzaga di Chie ha slato una apposita convenzione. La finalità è quella di dotare gli stu- den di metodi di analisi e capacità di leura dei fenomeni di aualità con- ngen, quali le organizzazioni ter- rorische internazionali. Ciò pone le premesse per la creazione, già a par- re dal prossimo seembre, di un’area curricolare dedicata alla competen- za di ciadinanza globale, struurata quale formazione alla legalità i cui con- tenu saranno formula sulla base del- le emergenze auali». Abbiamo anche avuto il piacere di poter intervistare Mori che ha voluto fortemente riba- dire, a noi ragazzi, il vero significato di queste temache che sembrano così lontani dal nostro mondo. «Questo libro vuole essere un saggio, vuole essere una ricostruzione del fe- nomeno terrorisco islamico dalla sua nascita al suo sviluppo e alle sue pro- speve. Il terrorismo oggi è aualissi- mo perché, connuamente, in tu i paesi europei, si è sogge ad aacchi e aenta terrorisci, spesso di matri- ce islamica. Bisogna saper conoscere il fenomeno del “terrorismo” per po- terlo controllare e combaere. Questo libro, inoltre, propone anche soluzioni per far fronte alle varie situazioni e prevenire possibili successivi even. C’è bisogno di solidarietà: l’Europa non è una potenza militare ma è una po- tenza economica». CRONACA INTERNA Aula Magna Liceo Gonzaga 18 maggio 2017

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Saluti e Ringraziamenti

La quarta edizione presenta un ampioservizio, nella sezione Cronaca Interna, dedicato alla presentazione del nuovo libro di Mario Mori, intitolato “Oltre il terrorismo”. L’articolo riporta, inoltre,parte dell’incontro - dibattito tenutosinelle aule della nostra scuola con il Generale dell’arma dei Carabinieri. La tematica trattata, complessa e di grande attualità, ha fornito lo spunto per la creazione di diversi articoli conte-nenti riflessioni attinenti, prodotte da alcune allieve delle classe II e III Liceo. Come di consueto,inoltre, la quarta pubblicazione de “La voce del Gonzaga”presenta reportage sulle esperien-ze degli alunni del Liceo in terminidi scambi, viaggi d’istruzione e proget-ti, effettuati nell’ultima fase del cor-rente anno scolastico. In particolare,questo numero presenta un’ampiatrattazione delle tematiche inerentiil “Progetto Archeologia”, attuato erealizzato in diverse classi del LiceoGonzaga. La redazione, inoltre, èfiera di presentare articoli contenentispunti di riflessione sulle più dispa-rate e scottanti tematiche di attualità,in grado di suscitare l’interesse colletti-vo. Particolare cura è stata dedicata alla sezione Arte. Esprimiamo gratitudine alle persone che hanno offerto la loro preziosa collaborazione, ragazzi e do-centi che hanno reso possibile la realiz-zazione di questo importante progetto. Un ringraziamento particolare alla Diri-gente Scolastica, che ha accolto e super-visionato l’intero lavoro con entusiasmo e discrezione, lasciando alla Redazione libertà di scegliere responsabilmente le tematiche da proporre. Il Giornalino diIstituto è uno strumento di espressioneautentico per noi ragazzi. Per questo deve essere difeso e curato. Un sincero augurio di Buone Vacanze da “La voce del Gonzaga”, anno scolastico 2016/2017.

EDITORIALE

La Voce del Gonzaga a.s. 2016/2017

La Voce del Gonzaga Numero 4, anno VII Giugno 2017. E-mail: [email protected]

Mario Mori al Gonzaga

Luigi BuracchioGiovedì 18 maggio abbiamo avuto il piacere di incontrare il Generale dell’arma dei carabinieri Mario Mo-riper la presentazione del suo nuovolibro intitolato “Oltre il terrorismo. Ilgenerale Mori ha svolto dei ruoliimportanti nella nostra nazione, qualiFondatore e Comandante del ROS deicarabinieri ed ancora direttore del SISDE. Sono intervenuti, oltre agli allievi e ai professori della scuola, anche il docente di sociologia all’uni-versità G. D’Annunzio di Chieti, “Anto-nello Canzano”, insieme all’assessore “Mario Colantonio”, al comandante della legione Abruzzo e Molise Michele Sirimarco, al maggiore Federico Fazio e al comandante della stazione di Chieti centro Enrico Bicocca. La dirigente sco-lastica, Grazia Angeloni, ha sottoline-ato l’importanza dell’evento: «Questo incontro si pone a conclusione di un riformulato percorso di orientamento in uscita, oltre a costituire il termine di un iter didattico sulla legalità dell’an-no scolastico in corso. Gli studenti del Gonzaga hanno partecipato a dei se-minari con il Prof. Canzano del Dipar-timento di Scienze giuridiche e sociali,

con il quale il Liceo Gonzaga di Chieti ha stilato una apposita convenzione. La finalità è quella di dotare gli stu-denti di metodi di analisi e capacità dilettura dei fenomeni di attualità con-tingenti, quali le organizzazioni ter-roristiche internazionali. Ciò pone le premesse per la creazione, già a parti-re dal prossimo settembre, di un’area curricolare dedicata alla competen-za di cittadinanza globale, strutturata quale formazione alla legalità i cui con-tenuti saranno formulati sulla base del-le emergenze attuali». Abbiamo anche avuto il piacere di poter intervistare Mori che ha voluto fortemente riba-dire, a noi ragazzi, il vero significato di queste tematiche che sembrano così lontani dal nostro mondo. «Questo libro vuole essere un saggio, vuole essere una ricostruzione del fe-nomeno terroristico islamico dalla sua nascita al suo sviluppo e alle sue pro-spettive. Il terrorismo oggi è attualissi-mo perché, continuamente, in tutti i paesi europei, si è soggetti ad attacchi e attentati terroristici, spesso di matri-ce islamica. Bisogna saper conoscere il fenomeno del “terrorismo” per po-terlo controllare e combattere. Questo libro, inoltre, propone anche soluzioni per far fronte alle varie situazioni e prevenire possibili successivi eventi. C’è bisogno di solidarietà: l’Europa non è una potenza militare ma è una po-tenza economica».

CRONACA INTERNA

Aula Magna Liceo Gonzaga 18 maggio 2017

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Vecchie e nuove potenze economicheI PROTAGONISTI «TRADIZIONALI»

di Laura Esposito

L’ America del Nord, i paesi dell’Unione Europea e il Giappone costituisconola cosiddetta TRIADE, che domina l’economia mondiale e controlla la politica internazionale. TRIADE: Con questo termine si è soliti indicare le tre aree del pianeta, che si trovano ai vertici dell’economia mondiale e sono in grado di control-lare gran parte della politica del globo. La crescita impetuosa di Cina e India sta però mettendo in discussione l’egemonia della triade.

L’ Europa occidentale, e in particolarel’Inghilterra, è l’area del mondo in cui a metà settecento si è avviata la rivoluzione industriale. È una delleregioni più ricche del pianeta: Francia,Germania, Regno Unito, Italia sono tra i paesi più industrializzati del mondo. Questi paesi fanno parte del G8, il forum delle maggiori potenzeindustriali. Gli Stati Uniti si sono affermati come prima potenza industriale mondiale alla fine dellagrande guerra.

IL GIAPPONEIl Giappone ha avuto il suo decollo industriale, dopo secoli di isolamen-to dal resto del mondo. L’altissimaqualità della sua tecnologia lo vede secondo soltanto agli Usa.La robotica, l’elettronica, la microe-lettronica, la meccanica di precisione,le biotecnologie sono fra i settori di punta dell’ industria giapponese e sonosostenuti da intensi investimentidi RICERCA e SVILUPPO.

L’ESPANSIONE DEL TERZIARIOIn queste aree del pianeta , pur essen-doci ancora un importante apparato industriale, siamo ormai da tempoentrati in una fase detta «post-in-dustriale». È il settore terziario adassorbire la maggior parte della po-polazione attiva e a contribuiremaggiormente alla formazione delProdotto interno lordo (PIL).

L’ASCESA DEL BRASILEIl Brasile ha recentemente superato in termini di Prodotto interno Lor-do il Regno Unito, piazzandosi così alsesto posto nella classifica delle potenze economiche mondiali. Negli ultimidieci anni il paese ha fatto passida gigante, riuscendo a creare cir-ca 15 milioni di posti di lavoro e per-mettendo a 28 milioni di persone di uscire dalla povertà. Sono però ancora 36 milioni i brasiliani che vivono nella miseria estremae notevoli sono le disparità sociali che persistono.

IL GIGANTE CINESE Negli ultimi trent’anni l’economiacinese è cresciuta a un ritmoimpressionante. La Cina ha più di 1 miliardo e 300 milioni di abitanti,è ricca di risorse naturali, ha unaposizione strategica in Asiaorientale, ha un costo del lavoro e costi di produzione notevolmen-te più bassi di quelli degli altri pae-si industrializzati. I prodotti prove-nienti dalla Cina stanno invadendo imercati di tutto il mondo, ma anche i cittadini cinesi stanno acquistan-do sempre più i beni realizzati damultinazionali occidentali, magarisul suolo nazionale alimentandocosì un mercato interno incontinua crescita.

L’INDIA: servizi e tecnologia Anche l’India, un altro paese cheha abbondantemente superato ilmiliardo di abitanti e che è ricco dimaterie prime, si sta avvicinando ai livelli di sviluppo cinesi. L’ economia indiana ha accelerato, raggiungendotassi attorno al 9%. La mancanzadi norme di sicurezza è stata anzi uno dei fattori che hanno facilitato ladelocalizzazione di produzioniindustriali pericolose dei paesi più avanzati. Nel 1984 la fuoriuscitadi gas nocivi da una fabbrica americana localizzata a Bhopal ebbe effetti drammatici. A distanza di anni si calcola che le vittime siano sta-te in tutto 20000. Come in Cina an-che in India esistono due realtà:grandi città di ricerca come Mum-bai e Delhi accanto alle campagne, dove vive il 60% della popolazioneattiva, praticando spesso un’ agricol-tura di sussistenza e soffrendola fame.

Attualità

La Redazione La Voce del Gonzaga

RINGRAZIAla Dirigente

GRAZIA ANGELONI

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Attualità

LA GUERRA GIUSTA: GINO STRADA

di Lisa La Rovere III D

Medico senza frontiere e attivista dopo essere stato in luoghi come Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina devastati dalla guerra , decide di fondare Emergency : un’associazione umanitaria internazio-nale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che, dalla sua fondazione nel 1994 alla fine del 2013, ha fornito assistenza gra-tuita a oltre 6 milioni di pazienti in 16 paesi nel mondo.In Italia, Gino Strada ha assunto negli anni posizioni criti-che nei confronti dei governi guidati da Massimo D’Alema, Romano Prodi e Silvio Berlusconi, per le loro scelte a sostegno della guerra, per la parte-cipazione dell’Italia a diversi conflitti recenti, per l’aumento continuo delle spese militari da questi sostenute, per le politiche sull’immigrazione e i re-spingimenti. La maggior parte delle cri-tiche sono relative alla partecipazione dell’Italia all’intervento NATO in Afgha-nistan - noto anche come Operazione ISAF - valutate da Gino Strada e dalla sua organizzazione, che vi opera, come una barbarie commessa contro la po-polazione afghana in aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.Egli si è spinto a tali affermazioni poi-ché riteneva l’intervento della NATO, e di conseguenza dell’Italia, spinto da interessi economici. Anche se diver-si[11] considerano la posizione di Gino Strada come un esempio di pacifismo radicale, moralista e utopico. A questo proposito, Strada stesso ha dichiarato: « Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra. »

--------------INTERVISTA ---------------Dopo aver assistito e soprattutto cura-to gli orrori della guerra, Gino Strada rilascia un’intervista sulla cosidetta “Guerra giusta “....

Stabilito che non esistono guerre “giu-ste” nell’orizzonte concettuale di Gino Strada, esistono guerre “necessarie”? Combattere Hitler, il nazifascismo, èstata una guerra “necessaria”…

A proposito delle guerre necessarie pone quest’affermazione: è finito Hit-ler, è finito Mussolini, sono finiti tanti altri dittatori, ma non lo spirito del na-zismo e fascismo. Emergency, nel suo piccolo, è testimone sul campo di guer-re che erano spacciate come “giuste” o “necessarie”, e che hanno solo finito per accrescere l’oppressione, moltiplicare il dolore di popolazioni intere, de-predare quei Paesi teatro di guerre delle loro ricchezze. Perché non va mai dimenticato che è la povera gente, il popolo, la grande vittima delle guerre.

E allora tutto questo, l’oppressione, la crudeltà, è sparito con Hitler e Mussolini? No, non è sparito. Spesso queste guerre sono definite Umanitarie perchè volte a salvare le popolazioni, ma non è affatto così, esse non hanno nulla di umanitario proprio perchè nelle guerre non vi è nulla di umanitario dato che è il 90 % della popolazione a rimetterci, tra cui un terzo bambini . “siamo l’ unica specie anima-le che fa la guerra “ sostenne Erasmo Da Rotterdam che già 500 anni fa smontò il concetto di guerra giusta .

Oggi c’è lo Stato islamico, è “giusta” e “necessaria” la guerra contro i terroristi?La Storia si ripete, cambiano soltanto i nomi, non la logica che sottende al ri-chiamo alla guerra “giusta” o “necessaria”. E tutti quelli che provano a eccepire sono dei pavidi, irresponsabili, se non fiancheggiatori dei mostri. Così è stato quindici anni fa, in Afghanistan, quando il “mostro” da combattere erano i tale-bani. Più di trenta Paesi hanno combattuto questa guerra “giusta” e “necessaria”, che ha ridotto a «danni collaterali» le migliaia di civili uccisi o feriti nel conflitto.

Ora, però, che i talebani si stanno scontrando con le milizie dello Stato islami-co, cosa diciamo? Quale storia raccontiamo alla popolazione afgana vittima di quindici anni di guerra “giusta” e “necessaria”? Scusateci, abbiamo sbagliato, i mostri di ieri sono gli alleati di oggi… La verità è che per essere perpetrata, la guerra ha bisogno di nuovi “mostri” da abbatte-re. Oggi è il turno dello Stato islamico, domani cambieranno nome e obiettivo. L’importante è proseguire su questa strada, con ogni mezzo e ad ogni prezzo. Tanto a pagarlo sono i più deboli e indifesi. Carne da cannone. Perché una cosa è incontestabile, l’ho verificata di persona, con Emergency, in tutti i teatri di guerra in cui siamo e continueremo a essere impegnati: alla fine a pagare il prezzo della guerra sono i civili. Le guerre sono sempre state dichiarate dai ricchi, dai potenti, e in molti hanno accresciuto il loro potere, ingrossato i loro conti in banca, grazie alle guerre. Sono le popolazioni civili a subirne le conseguenze. A combattere e a morire sono sempre i figli dei poveri.

Quanti figli di primi ministri, di capi di Stato, di Ad delle grandi industrie degli armamenti sono andati e morti in guerra? La guerra è anche questo: la cosa più classista che l’uomo abbia prodotto. Anche per questo va debellata.

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POLITICA E RELIGIONE: UNITE O SEPARATE?

di Esposito Laura

L’ immagine dell’ imperatore Costantino che presiede il Conciliodi Nicea o gli interventi dell’imperatored’Oriente per imporre la propria autorità anche in fatto di dottrina,decidendo chi è eretico e chi no, sarebbero oggi indispensabili,almeno nel mondo occidentale.Ma il tema del rapporto fra potere politico e potere religiosoattraversa tutta la storia edè aperto ancora oggi.

Riflettiamo sul presente

Lo stato laico: nelle odierne demo-crazie liberali vige il principio dellalaicità dello stato, ovvero l’autorità politica non è legata a nessuna

NUOVE FORME DI SCHIAVITU’.IL LAVORO MINORILE UNA PIAGA SOCIALE

di Laura Esposito

I minori inseriti nel mondo del lavoro sono più facilmente sfruttabili perché non conoscono i propri diritti e non hanno il coraggio di ribellarsi. Lo sfruttamentodel lavoro minorile resta una delle piaghe della società moderna.Sappiamo che nei paesi sottosviluppati e non solo i bambini più poveri non andando a scuola sono costretti a lavorare in condizioni di vera e pro-pria schiavitù. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ilo, nel mondo sono circa 215 milioni i bambini costretti a lavorare. Circa il 60% del lavoro minorile è concentrato nell’agricoltura, un settore in cui è difficile controllare questo tipo di sfruttamento. Migliaia di bambini sono costretti a lavorare per pagarei debiti delle loro famiglie; mentre un altro lavoro difficile da quantificareè quello domestico. Avere in casa un servo bambino in Kenya è abitudinemolto comune. La situazione è particolarmente drammatica in Asia e in Africa, paesi con la maggiore presenza di sfruttamento minorile.

CONSEGUENZE: L’ ANALFABETISMO

Vi è un rapporto diretto tra l’analfabetismo e il lavoro minorile. Oggi più di 115 milioni di bambini non frequentano la scuola, e si trovano per lo più nelle aree dove maggiore è il numero di minori impiegati in lavori nocivi, sottopagati e co-stretti a turni di lavoro insopportabili anche per un individuo adulto. Garantire il diritto all’istruzione primaria significa tenere lontani almeno i più piccoli dallo sfruttamento. Per poterlo fare servono politiche di sostegno alle famiglie e alle comunità, investimenti in strutture e in formazione degli insegnanti. Anche la

scuola secondaria ha un ruolo ben pre-ciso, da un lato si devono creare cor-si permettendo di conciliare scuola e lavoro per quei giovani che avendo la necessità di procurarsi un reddito, vo-gliono proseguire gli studi. Dall’altro si deve garantire la crescita culturale per quei ragazzi che possono, con il tempo, migliorare non solo la propria condi-zione ma anche quella del loro paese.

I bambini soldatoSecondo le stime dell’Onu i bam-bini che combattono sono almeno 250 mila. I fattori che portano un minore ad arruolarsi sono: la pover-tà, l’ analfabetismo, il desiderio di proteggere la propria famiglia e di vendicare i torti subiti, l’indottrinamento religioso. Sono incostante aumento i casi dirapimento di minori, soprattutto bambine. Rapite in età giovanissima vengono utilizzate come “sguatte-re” e raggiunta la pubertà, costrette non solo a combattere ma anchea soddisfare i desideri sessua-li dei soldati. Purtroppo gli esercititrovano vantaggioso arruolare i bambini perché si adattano piùfacilmente alla disciplina militare e non pretendono paghe elevate.

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L’art. 7 , primo comma della nostra costituzione, afferma il principio della separazione fra stato e chiesa, “indipenden-ti” l’uno dall’altro e “sovrani”, cioè dotati della massima autorità, ciascuno nel proprio ordine. La costituzione afferma, dunque, il principio di laicità dello stato. I rapporti fra stato e chiesa sono regolati dai PattiLateranensi (accordi sottoscritto dal Papa e dallo Stato Italiano in data 11 febbraio 1929).

“LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO”

Il fatto che la fede religiosa appar-tenga alla sfera ” individuale” non significa che la religione non abbia rilevanza collettiva. Unareligione, oltre che di riti e di precetti, è fatta di credenze, va-lori, convinzioni profonde, cheagiscono anche nella vita comune. Non è pensabile che la politica non ne tenga alcun conto. Il principio della laicità dello stato non considera la sfera religiosa, maafferma che lo stato non può ispirare la sua legislazione aiprecetti e ai valori di una partico-lare religione. Un grande prota-gonista del nostro Risorgimento, Camillo Benso conte di Cavour, politi-co e statista italiano di orientamento liberale, ha riassunto questa po-sizione nella celebre formula“libera Chiesa in libero Stato”.

confessione religiosa. Questo prin-cipio, da un lato afferma la libertà religiosa dei cittadini, perché garan-tisce il diritto di professare qual-siasi religione, dall’altro tutela la chiesa dalle interferenze del potere po-litico, purché l’attività religiosa avven-ga nel rispetto delle leggi dello stato.

Il “trono” e“ l’ altare”: occorre dire che anche in occidente il principio liberale della laicità dello stato si è affermato progressivamente nel corso della sto-ria moderna. Per tutto il medioevo l’alleanza fra i due poteri, il “trono” e “l’altare”, fu strettissima ed accom-pagnata da forti tensioni. Nel Cin-

quecento e nel Seicento, l’Europa e’ stata lacerata dalle guerre di religio-ne. Solo a seguito di queste dolorose esperienze si è giunti a comprendere che la fede religiosa è un fatto essen-zialmente individuale, e che pertan-to non appartiene alla sfera politica e non può tradursi in legge dello Stato.

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CRONACA INTERNA

Alla Scopertadi

Reggio Emilia

Luigi Buracchio

Dal 19 al 21 aprile 2017 le classi ter-ze del Liceo delle Scienze Umane sono partite verso Reggio Emilia alla scoper-ta del Centro Didattico Loris Malaguz-zi e del Museo di storia della psichia-tria-Padiglione Lombroso. Interessante la sosta a Modena con la visita alla Gal-leria Estense e il duomo di Modena in stile romanico. L’accoglienza nella struttura di Reggio Emilia è stata ottima per tutti gli aspetti, la nostra curiosità è stata ampiamente ripagata nel visita-re il Centro Reggio Children, metodo didattico utilizzato in tutte le scuole dell’infanzia della città: qui il bambino è al centro delle attività e produttore di scoperte. La figura dell’atelierista ampiamente diffusa nell’Emilia Ro-magna guida i bambini alla scoperta “scientifica” attraverso i sensi e tutti i linguaggi. Abbiamo sperimentato met-tendoci nei panni dei bambini confron-tando questa esperienza con l’alter-nanza svolta nelle scuole dell’infanzia della nostra città a dicembre 2016. Lo studio in sociologia del fenomeno del-la devianza in tutte le sue sfumature ci ha facilitato la visita al museo di storia della psichiatria ora centro diurno per ragazzi con problematiche psichiche. Accolti da un dottore e da un ragazzo con sindrome di Asperger, abbiamo vi-sitato le stanze dove erano rinchiusi i pazienti, gli oggetti più significativi di contenzione e tutti i disegni e i lavori realizzati dai pazienti. Dopo la legge Basaglia questo ex manicomio è stato chiuso e trasformato in Museo, succes-sivamente aperto al pubblico nel 2012. Sicuramente l’allegria che pervadeva la visita a Reggio Children, in questo contesto si è affievolita perché abbia-mo riflettuto molto sulla sofferenza di questi malati e su quanto avveni-va in tutte le strutture psichiatriche. “Di fatto non esiste la pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dal-la gente comune e sobria viene con-siderato pazzo, coinvolge il mistero di un’inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini” Alda Merini.

Museo di storia della psichiatria-Padiglione Lombroso

La Redazione La Voce del Gonzaga

Augura Buone Vacanze

aTutti!

Duomo di Modena

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Vienna è stata particolarmente significativa, poiché ci ha offerto un’ occasione diversa di apprendi-mento, immersi nella cultura e nelle tradizioni austriache.

Le Quinte a Vienna

Erica Miccoli VN.

La gita d’istruzione dell’annoscolastico 2016/2017 è stata or-ganizzata nella città di Vienna. L’ostello era situato in centro. La struttura assicurava il massimo della comodità e del divertimento, poi-ché dotata di un pub interno che favoriva l’organizzazione di festedi intrattenimento. La città si è presentata, ai nostri occhi, im-pregnata di storia e cultura, ricca di numerosi musei famosi in tutto il mondo. Vienna, sicuramente, ri-manda all’immagine della “città della musica”, rinomata per aver accolto compositori di fama mondiale, qua-li “Wolfgang Amadeus Mozart”. La guida ha accompagnato noi alunni a visitare il monumento dedicato algrande musicista, immerso in unsuggestivo giardino, provvisto difiori che compongono una grandechiave di violino. In generale, le nostregiornate sono trascorse frenetichetra le sale dei musei ed operemeravigliose, tra le quali ” Il bacio DerKuss) di Gustav Klimt”, realizzato nel 1907-08 e conservato nell’ Ös-terreichische Galerie Belvedere di Vienna. Il dipinto, olio su tela, ritrae ildolcissimo abbraccio di due amantiavvolti in un brillante sfondodorato. Il ritratto lascia senza fiato, poiché permette di immergersicompletamente nella tenerezzadel gesto Oltre all’operaromantica di Klimt, abbiamo visitato la linea tormentata ed incisiva di Schiele nelle sue opere diforte impatto emotivo. Un capo-lavoro di arte barocca è “Schon-brunn”, la residenza della principes-sa Sissi immersa tra stupendi parchi.Abbiamo percorso le diverse sale del castello decorate da affascinanti affreschi e meravigliosi lampada-ri in cristallo. I meravigliosi gioiellidella principessa sono custoditi in unmuseo in cui sono esposte bellissime corone incastonate da pietre preziose.Il nostro viaggio si è concluso con un “excursus” nel mondo dellapsicologia, corredato da una visitaorganizzata nella casa del filosofo Freud. L’esperienza del viaggio a

Monumento ad Amadeus Mozart.

Particolare “Il bacio” di Gustav Klimt.

I borghi medievali in Abruzzo.

Giorgia Galliani e Giada Graziani.

Venerdì 2 dicembre, la nostra classe, accompagnata dalle professoresse Maria Rosaria Giannobile e Lisa Mam-marella, si è recata al museo “Frigerj” per svolgere il laboratorio archeologi-co già iniziato nel giorno 25 novembre. L’argomento trattato durante la secon-

da lezione è stato quello dei borghi medievali in Abruzzo.I borghi indicano un villaggio fortificato costituito da un gruppo di abitazioni. In Abruzzo ci sono molti borghi certificati importan-ti, come quello di Ancarano (Te), che è posto tra le valli del fiume Tronto e del torrente Vibrata, oppure come il borgo di Monteodorisio (Ch) nella valle del fiume Sinello, la cui origine risale al X secolo, o ad esempio come quello di Castel del Monte (Aq) le cui mura e una sola torre tonda sono an-cora visibili sul lato est. I borghi, inol-tre, presentano delle caratteristiche particolari. Ad esempio una curiosità che ci ha molto stupito è che le torri, solitamente abitate da un signore feu-datario, dovevano essere poste in alto perché erano un punto di avvistamen-to e servivano per scopo difensivo, ma soprattutto servivano come passa-pa-rola tra le torri dei vari borghi. Queste torri, che in antichità erano di forma quadrata, si sono pian piano modifi-cate, al tal punto da diventare roton-de per difendersi meglio dagli attacchi nemici, proprio perché, se colpita da una bomba o da un’altra arma, la torre avrebbe resistito di più prima di crol-lare. Alcune delle torri che presentano questa caratteristica sono per esempio quelle dei borghi di Aielli (Aq), di Alan-no (Pe) e di Monteodorisio (Ch).Oltre a ciò, un’altra delle invenzioni medievali usata per scopo difensivo, fu la cadi-toia, nota anche con il termine piom-batoia, ovvero una botola per mezzo della quale è possibile rovesciare sul nemico sottostante ogni tipo di pro-iettile o di oggetto contundente. Infine alcune torri venivano costruite con il cemento in posizione obliqua per far sì che gli invasori non riuscissero ad arrampicarsi. Per concludere vorrem-mo aggiungere che è stata un’espe-rienza interessante e coinvolgente.

L’incastellamento in Abruzzo

Pierpaolo Monaco

L’incastellamento è un fenomeno che riguarda la popolazione italiana e si verifica in seguito alla caduta dell’ Im-pero romano d’Occidente, avvenuta nel 476 d.C. (data di comodo pergli storici), dovuta alle invasioni de popoli germanici. Questo fenomeno

Relazioni storico-culturale sulle attività didattiche svolte nei

Musei di CHIETI

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consiste nello spostamento di gruppi di persone che lasciandoi fondovalli e le campagne (ville), luoghi ove abitavano, si dirigevano verso le alture, rioccupandole,come avvenuto prima dell’invasio-ne romana. In Abruzzo, l’incastella-mento inizia nella seconda metà del x secolo con un processo che prevede l’insediamento rurale e monta-no, ben diverso da quello in età imperiale, strutturato da forme di città. I nuovi “borghi” situatisulle alture trasformano ilpaesaggio in maniera estensiva,provocando un forte controllo. Essi sono stati costruiti sui massicciper una maggiore protezione.In questo periodo riprendono icontatti economici e commercialicon le zone circostanti, in partico-lare con le aree meridionali della penisola italica (soprattutto con la Puglia) nel XI e XII secolo, a seguito della transumanza, processo che ha interrotto il periodo di semi isolamen-to ormai protratto da molto tempo.La pastorizia rientrava sotto il saldo controllo dei signori feudali, una del-le più importanti risorse dell’epoca.Testimonianze archeologiche delcastello di Bominaco, sopraCaporciano, danno la possibilità disuddividere le epoche dell’or-ganizzazione dei siti d’altura in Abruzzo tra il IX e l’XI secolo.Le porte delle fortezze, a quel tem-po venivano aperte all’alba e chiuseal tramonto; coloro che entravanodovevano pagare una sorta ditassa, la quale poteva essere riscos-sa sia all’ ingresso sia all’uscita. I portoni venivano chiusi nella notte, aumentando l’efficace protezionedelle mura, per impedireagli eserciti nemici di fare irru-zione e devastare la fortezza.Gli stranieri al momento della chiusu-ra potevano decidere di trascorrere la nottata all’esterno della cintamuraria, in una taverna, o all’internodella muraglia.

L’incastellamento a Chieti

Pierpaolo Monaco 2^D

Chieti è una tipica civitas medioevale,con molti possedimenti nella

contea e nel territorio abruzzese. Tra il V e il VI secolo ha sviluppola maggiore fortificazione, formando due nuclei fortificati: quello della Civitella e quello presso il colle Gallo (cattedrale San Giustino). Dopo l’incendio franco, avvenuto nell’ 801 d.C., la città viene ammessa al Ducato di Spoleto(Longobardi), con una seguente rinascita urbanistica e la co-struzione di opere riguardanti la difesa,come il circuito murario.Infine, nella metà del XIII secolo, epoca nella quale la nobile famigliaAngiò era al potere dell’ antica Teate, le dimensioni cambiano e leporte vengono aggiunte in altre zone, come: Porta Pescara e Porta Santa Maria.

Rocca Calascio, Castello Piccolomini a Celano ed uno scorsio di San Giustino a Chieti

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Il castello Piccolomini diCelano: una fortezza per

difendere la culturadel fucino.

Pierpaolo Monaco 2^D

Il castello di Celano nacque come borgo medioevale, per poi diventarela dimora di una corte signorile tra il 1300 e il 1400; la fortezza sorge anord della conca del Fucino, a 800 m s.l.m. La fondazione del castello vie-ne attribuita solitamente al contePietro De’ Berardi, che nel 1392, edificò la cinta muraria, i primi due piani e la cornice marcapiano. Lionel-lo Acclozamoraaggiunse il piano nobi-le, l’apparato a sporgere, il cammino di ronda e le quattro torri d’angolo,nel 1451. Antonio Piccolomini,ottenuta l’investitura della contea di Celano nel 1463, completò il secon-do piano del portico del cortile conarchi a tutto sesto, impostati suicapitelli con i simboli della casata(croce e luna falcata). Egli, inoltre, potenziò notevolmente il recintodifensivo con la merlatura ghibelli-na (attacco-difesa contemporanea),aggiungendo delle torri, per con-sentire il tiro di fiancheggiamento(attacco-difesa laterali). All’esterno del castello il fossato era asciutto,in modo tale da sconfiggere i nemici prima che riescano a organizzare le condizioni necessarie per entrare nel castello e intraprendere l’invasione.Il terremoto del 1915 arrecò gravissimi danni al manufatto, i restauri iniziarono a partire dal 1940 e terminati nel 1960. Oggi il castello è un bene patrimoniale dello Stato Italiano (dal 1938) e Museo Nazionale d’Arte Sacradella Marsica.

RAVENNA 2017

Classi Seconde Linguistico

Il 24/05/2017 alle ore 5:30 le quattro sezioni del Liceo Linguistico, 2L, 2M, 2N e 2O, sono partite dal Terminal

Bus di Chieti alla volta di Ravenna. Nonostante fosse molto presto nel viaggio non sono mancati cori e risate (povere professoresse!). L’arrivo a Ravenna c’è stato alle 10:15 anche se era previsto per le 9:30 circa. Nonostante il ritardo e di conseguenza la mancata visita di alcuni dei luoghi in programma, i ragazzi hanno avuto una splendida giornata e le sorprese non sono mancate. Appena scese dal bus le classi si sono divise in gruppi e recate a piedi nel punto di incontro con la guida. Successivamente si sono incamminate verso laprima tappa del viaggio: la Basilica di Sant’Apollinare Nuovopatrimonio mondiale dell’Unesco che è stata fatta costruire da Teodoricoaccanto al suo palazzo e conserva ancora oggi la meravigliosadecorazione dei mosaici dall’età Teodoriciana a quella Giustinianea.

Sant’Apollinare Nuovo

Sepolcro di Dante Alighieri

Nel cammino per raggiungere la tappa seguente, dopo un bel pani-no, i ragazzi, accompagnati da pro-fessoresse e guide, hanno avutola possibilità di fare una pas-seggiata nel centro storico,passando anche per la piazza principale della città chiamata Piazza del Popolo.Piccola pausa nella piazza e si riparte subito per la successiva meta cioè la Basilica di San Vitale. Dopo una visita della struttura e la descrizione, anche qui, dei suoi mosaici, si arriva alla terza tappa della giornata ovvero la tomba dello scrittore Dante Alighieri un sepol-cro in stile Neoclassico eretto presso la Basilica di San Francesco proprio nel centro di Ravenna. Ore 12:45, è il momento di rilassarsi e godersi i propri pranzi al sole diste-si su un prato e di potersi svagare fino alle 14:30, orario di entrata nell’ulti-mo luogo della giornata: il Planetario. Dopo un’oretta passata sotto le stelle, a scoprire i loro cicli e ad ammirare le meraviglie del cielo, si passa ad una spiegazione molto coinvolgente per quanto riguarda meridiani, paralleli,

equatore, fusi orari ecc. Alle 18:00 per concludere, si riparte.Dal punto di vista di una persona che ha vissuto questo viaggio, si può dire che è stata un’esperienza specia-le, interessante e divertente, in cui i ragazzi sono stati coinvolti al me-glio. Grazie Ravenna e grazie ragazzi!

La Redazione La Voce del Gonzaga

Augura Buone Vacanze!

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WOOL WORK ABRUZZO

di Sara Santarelli

Il 27 Aprile abbiamo incontrato, a San-to Stefano di Sessanio, Valeria Galle-se che con tutto il suo entusiasmo ci ha raccontato come sta rilanciando il Made in Abruzzo, grazie alla lavorazio-ne e alla vendita della lana provenien-te dal gregge di pecore di suo marito.Il processo di lavorazione della lana ha inizio con la tosatura meccanica delle pecore ricavando lana sporca. La lana sporca è mandata in unastruttura a Biella che si occupa del lavaggio e della pulizia mediantel’aiuto di depuratori e il tutto deve essere certificato. Una volta puli-ta la lana subisce tre processi: la cardatura, la pettinatura e la filatura. La cardatura allineale fibre rendendole parallele(parallelizzazione). La pettinaturascarta le fibre più corte rendendo la lana più omogenea e infine la filatura è l’operazione che subisce la fibra tessileper dare origine ai filati. Valeria Gallese utilizza strumenti antichi come l’arcolaio; una volta formata la matassa ha inizio il processo di colorazione della lana. Valeria ci ha mostrato la tinturabotanica della lana. Valeria ha mes-so in ammollo per circa venti minuti a temperatura ambiente una ma-tassa bianca. Passati venti minuti la lana è stata strizzata e immersa nellapentola contenente il colorante e contestualmente è stata accesa la piastra in modo da consentirne la tintura; quando la lana immer-sa ha raggiunto la temperatura stabilita dalla tipologia di colo-rante scelto, Valeria ha spento la piastra ed ha lasciato che la ma-tassa si raffreddasse, successiva-mente scolata e messa ad asciugarequesto risulta essere il prodottofinale ossia la lana tinta. Valeria ci ha spigato che la colorazione può avvenire o per via diretta o con l’aiuto di un legante chimico chia-mato allume di potassio, abbiamo potuto osservare un esempio di co-lorazione diretta con il vino Monte-pulciano D’Abruzzo con cui si ottie-ne un particolare colore rosso grazie

alla presenza degli antociani, pigmenti idrosolubili contenuti nelle uve e quindinel vino. Utilizzando invece un decotto ottenuto con le galle di quercia che contengono tannini si ottiene lana di colore marrone. Si possono ottenere anche altri colori come il giallo ricavato dalla curcuma, il viola dai fiori di sambuco, il rosso dalla robbia, il marrone con il caffè, l’arancionecon la cipolla, il verde con la menta.

Valeria Gallese ed il suo gregge

Valeria Gallese - tintura diretta con il montepulciano d’ Abruzzo e le galle di quercia

Valeria Gallese - i filati di Aquilana

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FOLLIA E CAOS A ROMA Intervista immaginaria a Caligola

Zulli, Arditi, Carlone.

Bosone nel ruolo di intervistatrice

1) Signor Caligola, avrei qualche do-manda da farle. E’ veramente il suo nome Caligola?No, Caligola non è il mio vero nome. Il mio nome è Gaio Giulio Cesare Augu-sto Germanico. Mi chiamavano Caligo-la per i calzari militari che potavo sin da bambino, le “Caligae”. Simpatico, no?

2) Certo, certo. Come defini-rebbe il suo comportamento?Il mio comportamento….? Perché?

3) Molti aspetti del suo carat-tere sono stati giudicati “ano-mali”, ai limiti dello squilibrio mentale. Cosa ha da replicare?Squilibrato io?... Non credo proprio. Forse non sono state compresele motivazioni sottese ai miei com-portamenti. Si vuole ometterela mia origine divina: l’imperatore è sempre ispirato da Dio. Alle volte eroun po’ ansioso, ammetto. Soffri-vo di forti mal di testa, alcune notti sono stato davvero male. I miei sogni erano tormentati… erano sogni premonitori, ispirati da dise-gni divini. Ho sentito termini come“allucinazioni”, “manie” circolare tra gli intellettuali vostri contemporaneiche hanno tentato di definire, a posteriori, la mia personalità.Io avevo un grande progetto: sogna-vo una grande Roma e necessitavodi tanti denari. Sono stato accu-sato di aver sperperato l’erario pubblico. Le mie spese erano pro-porzionali alla grandiosità dei miei progetti, ecco. In realtà trop-pi ostacoli ho dovuto affrontare,tanti oppositori che complottavano contro di me…

4)Non crede che i Senatori avesse-ro paura che il suo Cavallo perdessele “staffe”? Può darsi… ma non era per me moti-vo di grande preoccupazione. Comesi dice: “Aliena vitia in ocu-lis habemus a tergo nostra sunt”.

PER NON DIMENTICARE

Sandalo militare romano indossato da Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico.

Gaio Giulio Cesare Augusto Germanico.

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FOLLIA E CAOS A ROMA Intervista immaginaria a Nerone

Zulli, Arditi, Carlone.

Bosone nel ruolo di intervistatrice

1) Ave, come posso chiamarla?

Mi chiami Nerone, anche se il mio nome è Lucio Domizio Enobar-bo Nerone (in latino: Nero Clau-dius Caesar Augustus Germanicus o Lucius Domitius Ahenobarbus).

2) Lei fu imperatore di Roma dal 54 al 68 d.C. Come giudica il suo operato?Mi vengono attribuiti molti criminiorrendi …. Sono stato accusato di dispotismo, di uxoricidio, matrici-dio, di aver sperperato i soldi pubbliciper istituire i famosi “giochi nero-niani”. Sono stato dipinto come una persona interessata solo ad accrescere la mia “vanaglo-ria”… Forse ho commesso delleleggerezze… In realtà giudico in modo positivo il mio operato: ho fatto quello che ritenevo giusto fare in base alle circostanze contingenti.Insomma: andava fatto!!! Per i poste-ri, per la storiografia filo senatoria,mia nemica, è facile parlare, giudicare… bisogna però comprendereil carico di responsabilità che grava-va sulle mie spalle: sono diventato imperatore del grande impero Romano a soli 17 anni!!!

3) Per quale motivo lei ha mandatoa morte le sue due mogli e ilsuo fratellastro? Uccisi Britannico perché ai miei occhi appariva come un ostacolo, un rivale… ecco! Uccisi anche le mie due mogli: Ottavia la costrinsi al divorzio e la mandai in esilio dove fu uccisa con un taglio nelle vene, in modo da simulare un suicidio. Poppea, da me tanto desiderata, fu uccisa a causa di un mio calcio al grembo durante la seconda gravidanza. Avevo i miei buoni motivi, credete…. complottavano contro di me.

4) E’ stato accusato anche di aver provocato l’incendio di Roma. Sulle sue ceneri ha fatto costru-ire la sontuosa ‘Domus Aurea’… cosa ha da dire a tal proposito?

Vedere la grande città di Roma in fiamme è stato uno spettacoloimpressionante, cinematografico… In fondo un progetto magnifico, se ci pensate: distruggere per poi ricostruire sulle ceneri… Fu unordine che impartii io direttamente ai miei soldati? La verità non possosvelarla. Rimarrà per sempre un mistero.

5) Perché ha perseguitato i cristiani? Erano dei nemici di Roma. Le loro idee, la loro presenzacominciava a diventare scomoda e pericolosa.

6)Possedeva realmente doti artistiche ?Eh.. se dovessi elencare tutte le mie doti….purtroppo i miei contem-poranei non furono in grado di capire! Persino il grande Seneca, tan-to osannato dai posteri, non riuscì a comprendermi fino in fondo…..

Lucio Domizio Enobarbo Nerone

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La Domus Aurea (ricostruzione 3D) voluta da Nerone con la colossale Statua

Il Colosso di Nerone era una statua di grandi proporzioni progettata e costruita dallo scultore di origine greca Zenodoro attorno alla metà del I secolo d.C.. La grande statua raffigurava l’Imperatore Nerone con le sembianze di un Dio, e secondo le stime più attendibili aveva un’altezza equiparabile al più famoso Colosso di Rodi, ovvero attorno ai 35 metri.Secondo Plinio le misure del colosso però escludevano il piedistallo, anch’esso rivestito di bronzo e alto 11 metri, se corrispondesse a verità l’altezza totale del monumento si attesterebbe sui 46 metri, dimensioni veramente impressionanti per l’epoca, se pensiamo allo sfavillio che si irradiava dalla statua visibile da ogni angolo dell’Urbe, il Colosso di Nerone fungeva come grande punto di riferimento per tutta la città.

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VIVA ARTE VIVA

di Adriani Rebecca

Il 13 maggio 2017 è stata inaugu-rata, a cura di Christine Macel, nei giardini dell’Arsenale a Venezia, la 57^ Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo “VIVA ARTE VIVA”, aperta al pubblico fino al 26 novembre del 2017. E’ ritenuta una tra le più importanti e prestigiose manife-stazioni d’arte contemporaneaal mondo, organizzata ogni due anni dalla fondazione Biennaledi Venezia per promuovere nuovetendenze e far conoscere gli artistiemergenti. I partecipanti, quest’anno,sono stati circa 120 provenienti daben 51 Paesi. E’ stata la Germania,in quest’ ultima manifestazione,a porsi sul gradino più alto delpodio vincendo tutti i Leoni d’oro.Il Leone d’oro è il nome che porta,ad oggi, l’ambito premio de la Bien-nale precedentemente venivanoattribuiti dei premi talora convertitiin acquisto dell’ opera. La primamanifestazione, tenutasi nel 1895, videtrionfare due artisti italiani, pre-miati a pari merito: Giovan-ni Segantini per “Il ritorno alpaese natio” e l’abruzzese FrancescoPaolo Michetti per “La figlia diJorio”, dipinto noto per aver ispiratol’omonima opera teatrale di Gabriele D’Annunzio. Per il soggetto Michetti si

ispirò ad una scena alla quale aveva assistito a Tocco daCasauria, suo paese natale. In primo piano vediamo un fanciullavestita con un lungo abito rosso quasi interamente nascosta dal manto checerca di fuggire dalla situazione di evidente imbarazzo poichédegli uomini sono intenti ad osservarla. Fa da sfondo alla scenail suggestivo profilo della Majella. Nel 1896, il dipinto fu acquistatoda Ernest Seeger per la Galleria Nazionale d’Arte di Berlino. Successivamen-te, nel 1932 quando, fu esposta alla 18^ edizione de la Biennale di Venezia nel Padiglione italiano, venne notata da Giacomo Acerbo ministro abruzzese, il quale ne propose l’acquisto all’ Amministrazione pro-vinciale di Pescara. Dopo lunghe e difficoltose trattative il dipinto fuacquistato e ancora oggi è esposto in un’ampia sala del Palaz-zo della Provincia di Pescara denominata Sala de “La figlia di Jorio”.La Biennale di Venezia fu fortemente voluta dall’allora sindaco Riccardo Selvatico, che volle trasformare gli incontri serali degli artisti nelle salette del caffè Florian in una prestigiosa esposizione internazionale conlo scopo di stimolare l’attività artistica e il mercato dell’artenella città di Venezia e nell’unificata Italia. La scelta fu quella di procedere per invito ma fu data la possibilità agli artisti non chiamati di inviare le proprie opere. Fu anche istituito un apposito Comitato per la propaganda e perla stampa. Il successo fu indiscusso infatti,come ben sappiamo, laBiennale vive ancora oggi,dopo ben 120 anni dal suo esordio.

Giovanni Segantini per “Il ritorno al paese natio”

Francesco Paolo Michetti per “La figlia di Jorio”

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La Biennale 2017 - INFO e Premi

Dal 1998 (primo anno di presidenza di Paolo Baratta) le Biennali di Arte e di Architettura non sono più solo mostre organizzate per padiglioni nazionali, ma risultano in via definitiva fondate su tre pilastri:· la mostra per padiglioni nazionali, ciascuno con il suo curatore e il suo progetto· la mostra internazionale del curatore della Biennale, nominato con questo preciso compito· gli eventi collaterali, approvati dal curatore della BiennaleQuesto modello di mostra ha dato vita a una singolare pluralità di voci, perrealizzare la quale sono stati dilatati – per necessità strategica – gli spaziespositivi con un importante restauro dell’Arsenale tuttora in corso.Alla Biennale Arte, il cui numero dei paesi partecipanti è salito vortiginosamen-te negli ultimi anni, è stata riconosciuta la primazia mondiale fra le esposizioni d’arte contemporanea. Tale primazia è stata riconosciuta anche alla Biennale Architettura. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica al Lido (la più antica al mondo, nata nel 1932) ha mantenuto una posizione di grande presti-gio internazionale, in forza della qualità delle selezioni, e della recente completariqualificazione delle sue sale storiche e delle dotazioni tecnologiche.

TUTTI I PREMI assegnati nell’edizione 2017

Menzione speciale agli artisti Charles Atlas (Saint Louis, USA, 1949) e Petrit

L’ opera più discussa per questa edizione, per il suo forte impatto sulla Laguna, è indubbiamente l’installazione “Support”dello scultore è appassionato italo - americano Lorenzo Quinn. Classe 1966, figlio dell’attore americano hony Quinn, che si dimostra fin da giovanissimo un artista dinamico e talentuoso. L’altezza delle sculture oscilla tra gli 8 e 9 metri e ciascuna mano pesa 2.500 kg; i pilastri che le sostengono penetrano il Canal Grande per quasi 12 m.

Halilaj (Skenderaj, Kosovo, 1986); menzione speciale per le partecipazioni nazionali al Bra-sile, rappresentato da Cinthia Marcelle (Belo Horizonte, 1974); Leone d’Argento miglior artista emergente ad Hassan Khan (Cairo, 1975), raffinato ricercatore nel cam-po della sound art, che con la sua Composition for a Public Park allestita nel Giardino delle Vergini, ha creato per la giuria “un’esperienza coinvolgente che intreccia in modo splendido politica e poetica“. Voce, suono e orizzonte, uniti in un dispositivo percettivo a cielo aperto. E ancora, Leone d’Oro miglior artista a Franz Erhard Wal-ther (Fulda, Germania, 1939); Leone d’Oro per la miglior partecipazione nazionale alla Germania, rappresen-tata da Anne Imhof (Geissen, Germa-nia, 1978).

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La Voce del Gonzaga a.s. 2016/2017

La Voce del Gonzaga

LA REDAZIONE VI AUGURABUONE VACANZE!

COMITATO DI REDAZIONEProf.sse Alessandra Melideo e Manuela Angelone

Direttore de “La Voce del Gonzaga”: Luigi Buracchio 3° EArt Director: Lorenzo Prodon 4° N