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LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI PROFESSIONALI DEI DIRIGENTI SCOLASTICI. ESPERIENZE PREGRESSE E PROSPETTIVE ATTUALI Dino Cristanini Torino – 22 ottobre 2015

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LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI PROFESSIONALI 

DEI DIRIGENTI SCOLASTICI.ESPERIENZE PREGRESSEE PROSPETTIVE ATTUALI

Dino Cristanini

Torino – 22 ottobre 2015

LE ESPERIENZE E I TENTATIVI                   DEL PASSATO

VERSO LA QUALIFICA DIRIGENZIALE

CCNL SCUOLA 1998‐2001 

ART. 20 ‐ LA VALUTAZIONE DEL CAPO DI ISTITUTO

1. L’attività del capo d’istituto è oggetto di valutazione periodica. In attesa della piena attuazione di quanto previsto dall’art. 25 bis, comma 1 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, come integrato dal decreto legislativo 6 marzo 1998, n. 59, la valutazione sarà formulata da un nucleo di valutazione da istituire entro tre mesi dalla sottoscrizione del presente contratto e da rendere funzionale entro il 1/9/1999.   Tale nucleo sarà istituito in via sperimentale presso l'Amministrazione scolastica regionale con le modalità indicate nel citato art. 25 bis comma 1. In sede di contrattazione integrativa saranno definite le modalità, i contenuti e le procedure di garanzia in caso di esito negativo della valutazione.

2. In relazione all'attuazione di quanto previsto dal comma 1, sono aboliti, nei confronti dei capi di istituto, i rapporti informativi e i giudizi complessivi annuali previsti dalla normativa vigente.

VERSO LA QUALIFICA DIRIGENZIALE

CCNI SCUOLA 31 AGOSTO 1999 

ART. 41 ‐ LA VALUTAZIONE DEL CAPO DI ISTITUTO…Nel valutare l'attività dei capi di istituto, i nuclei dovranno tenere conto 

del contesto socio‐economico in cui opera il capo d’istituto e dei risultati dei processi attivati per il raggiungimento degli obiettivi definiti dalla scuola nell’ambito del piano dell’offerta formativa.                    I nuclei dovranno considerare i processi promossi dal Capo d’istituto in ordine a:

−direzione e organizzazione dell’istituzione scolastica;

−relazioni interne ed esterne;

−innovazione e sviluppo;

‐valorizzazione delle risorse umane e gestione delle risorse finanziarie e strumentali a disposizione.

LA COMPOSIZIONE DEI NUCLEI DI VALUTAZIONE(C.M. n.312 del 21.12.1999)

IL NUCLEO DI VALUTAZIONE È COMPOSTO DA TRE MEMBRI:IL SOVRINTENDENTE SCOLASTICO                              O DIRIGENTE DA LUI DELEGATO                                CON FUNZIONI DI PRESIDENTE; UN ISPETTORE TECNICO OPERANTE NELLA REGIONE; UN ESPERTO IN TECNICHE DI VALUTAZIONE E CONTROLLO DI GESTIONE.

AREE E PROCESSI OGGETTO DELLA VALUTAZIONE(C.M. n.312 del 21.12.1999)

3. Innovazione e sviluppo3.1. Sviluppo e diffusione progetti di ricerca e innovazione formativa3.2. Attivazione di accordi di reti, convenzioni e consorzi

1. Direzione e organizzazione dell'istituzione scolastica

1.1. Pianificazione e definizione del piano dell'offerta formativa o della programmazione educativa e del piano delle attività didattiche e organizzative deliberate dalla scuola1.2. Interventi specifici per promuovere il diritto all'apprendimento e il successo scolastico degli studenti appartenenti all'istituzione scolastica1.3. Autovalutazione di istituto

4. Valorizzazione delle risorse umane4.1. Formazione e sviluppo del personale docente e ATA4.2. Modalità di affidamento di incarichi a docenti e funzioni al personale ATA

2. Relazioni interne ed esterne2.1. Comunicazione pubblica2.2. Relazioni istituzionali ed esterne (enti locali, realtà istituzionali, sociali ed economiche del territorio, enti nazionali e internazionali, etc.)2.3. Iniziative relative al rapporto scuola‐famiglia (sviluppo comunità educante, servizi di welfare, interazione scuola‐famiglia, iniziative di formazione della popolazione adulta, etc.)

5. Gestione delle risorse finanziarie e strumentali a disposizione

5.1. Gestione dei fondi di istituto5.2. Utilizzo innovativo delle tecnologie e delle infrastrutture a disposizione

LA PROCEDURA(C.M. n.312 del 21.12.1999)

I capi d’istituto :‐ descrivono le iniziative più significative, fino ad un massimo di due, che hanno attivato per ogni processo;

‐ indicano le iniziative di monitoraggio previste o attivate;

‐ evidenziano i collegamenti delle iniziative segnalate con il piano dell'offerta formativa.

I Nuclei di Valutazione:‐ valutano le attività e le iniziative realizzate dai capi di istituto in base ai criteri di completezza e qualità.

LA TABELLA DI VALUTAZIONE(C.M. n.18 del 18.01.2000)

Completezza (specificità e sistematicità iniziative)

Qualità (monitoraggio iniziative)

Realizzato in modo informale o attraverso riunioni di lavoro

interne ovvero Non Rilevabile

Realizzato attraverso sistemi e strumenti di rilevazione ad hoc

Sono state realizzate iniziative per nulla specifiche ovvero Non Rilevabile

0 0

Sono state realizzate iniziative scarsamente specifiche 1 1

Sono state realizzate iniziative specifiche in forma episodica e non sistematica

2 4

Sono state realizzate iniziative specifiche con buon livello di sistematicità

6 8

Sono state realizzate iniziative specifiche con buon livello di sistematicità e, sulla base degli indicatori di monitoraggio rilevati, di efficacia

-- 10

GLI INDICI DI COERENZA (C.M. n.18 del 18.01.2000)

Coerenza delle iniziative realizzate con gli obiettivi del piano dell’offerta

formativa

Coerenza delle iniziative realizzate con il contesto socio-economico

Non appare una relazione evidente

Ne tengono conto in misura apprezzabile ovvero Non Rilevabile

Ne tengono conto in modo evidente e coerente

Non appare una relazione evidente x 0,8 x 0,9 x 1,0Ne tengono conto in misura apprezzabile ovveroNon Rilevabile

x 0,9 x 1,0 x 1,1

Ne tengono conto in modo evidente e coerente

x 1,0 x 1,1 x 1,2

CONSIDERAZIONI                        SUL MODELLO 1999/2000

ALTA FATTIBILITÀ ‐ HA CONSENTITO DI VALUTARE TUTTI I DIRIGENTI IN UN TEMPO LIMITATO E CON UNA SPESA CONTENUTA

BASSA ATTENDIBILITÀ – LO STRUMENTO HA PRIVILEGIATO LA CAPACITÀ DI ESPORRE PROCESSI IN MODO COERENTE CON I    CRITERI DI VALUTAZIONE NOTI IN ANTICIPO          

VERSO L’ERA DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA

(C.M. n.312 del 21.12.1999)“La progressiva attuazione dei processi di riforma in atto ‐ tra i quali l'autonomia degli istituti scolastici, la dirigenza scolastica, la riforma dell'Amministrazione ‐ determineràun'evoluzione del sistema di governo della Pubblica Istruzione e porterà a modificare in parte i processi di valutazione dei capi di istituto introdotti con l'art. 41 del CCNI, che trovano pertanto applicazione solo nell'a.s. 1999/2000.”

L’ERA DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA

D.Lgs. 165/2001, art. 25, c.1I dirigenti scolastici sono inquadrati in ruoli di dimensione regionale e rispondono, agli effetti dell'articolo 21, in ordine ai risultati, che sono valutati tenuto conto della specificità delle funzioni e sulla base delle verifiche effettuate da un nucleo di valutazione istituito presso l'amministrazione scolastica regionale, presieduto da un dirigente e composto da esperti anche non appartenenti all'amministrazione stessa.

LE SPERIMENTAZIONI SI.VA.DI.S.

2003‐2004

2004‐2005

2005‐2006

IL MODELLO SI.VA.DI.S. 2005‐2006

VALUTAZIONE ANNUALE VALUTAZIONE PLURIENNALE

•centrata sulle specifiche azioni professionali del D.S. e sui risultati a esse ascrivibili•condotta sulla base di procedure autovalutative•verificata dai team con il contributo della struttura di supporto regionale•formulata collegialmente da ciascun team in sede di prima istanza•validata in sede di valutazione finale dal Direttore generale dell’USR•finalizzata all’assegnazione della retribuzione di risultato

•connessa alla durata dell’incarico del D.S.•centrata sulle azioni professionali del D.S.•condotta in sede di prima istanza da team formati di norma da un dirigente tecnico, un dirigente amministrativo, un dirigente scolastico•formulata collegialmente da ciascun team in sede di prima istanza•validata in sede di valutazione finale dal Direttore generale dell’USR•finalizzata al conferimento dei successivi incarichi e a eventuali sbocchi premiali

IL MODELLO SI.VA.DI.S. 2005‐2006

AREE IN CUI SI COLLOCANO LE AZIONI PROFESSIONALI                E I RISULTATI OGGETTO DI VALUTAZIONE:

PROMOZIONE DELLA QUALITÀ DEI PROCESSI FORMATIVI                    (PROGETTAZIONE E INNOVAZIONE DEI PROCESSI DI APPRENDIMENTO 

INDIVIDUALI E COLLETTIVI)

DIREZIONE, COORDINAMENTO E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE DELL’ISTITUTO

RELAZIONI ESTERNE, COLLABORAZIONE CON I SOGGETTI ISTITUZIONALI, CULTURALI, PROFESSIONALI, SOCIALI ED ECONOMICI DEL TERRITORIO

ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE E STRUMENTALI E CONTROLLO DI GESTIONE

L’ERA DELLA DIRIGENZA SCOLASTICAIL MODELLO SI.VA.DI.S. 2005‐2006

STRUMENTI DI SUPPORTO

REPERTORIO DELLE AZIONI PROFESSIONALI PROPRIE DEL RUOLO DEL D.S.

REPERTORIO DI OBIETTIVI E DI INDICATORI

IL MODELLO SI.VA.DI.S. 2005‐2006

LA VALUTAZIONE ANNUALE

COSA FA IL DIRIGENTE SCOLASTICO COSA FA IL TEAMAll’inizio e durante ogni anno scolastico:•specifica puntualmente all’inizio di ogni a.s. l’obiettivo/gli obiettivi coerente/i con le priorità di medio-lungo termine;•individua il/i relativo/i indicatore/i preferibilmente quantitativo/i;•prevede per ognuna delle aree interessate le azioni che ritiene funzionali al raggiungimento dell’obiettivo/degli obiettivi individuato/i;•trasmette la relativa parte del fascicolo al team di valutazione;•si rapporta su richiesta sua e/o dei valutatori con l’intero team (o con uno dei suoi membri);

Alla fine di ogni anno scolastico:•descrive le azioni poste in essere per il perseguimento dell’obiettivo o degli obiettivi prescelti;•dichiara il livello di raggiungimento dei risultati;•trasmette la relativa parte del fascicolo al team di valutazione;•partecipa al colloquio di feedback con il Direttore Generale dell’U.S.R. o suo delegato. Ciò solo se il valutatore finale lo ritenga opportuno o il valutato motivatamente lo richieda.

•verifica attraverso le apposite schede del fascicolo:la coerenza degli obiettivi indicati dal D.S. 

per ciascun anno rispetto alle priorità di medio‐lungo periodo;il conseguimento del/degli obiettivo/i 

indicato/i dal D.S. per ciascun anno;•raccoglie e organizza tutte le informazioni utili ai fini dell’iter valutativo;•integra tali informazioni con i dati oggettivi offerti dalla Struttura regionale di supporto alla valutazione;•formula collegialmente la valutazione di prima istanza finalizzata alla retribuzione di risultato e la propone secondo le modalitàpreviste dal Contratto nazionale al Direttore generale dell’U.S.R.

IL MODELLO SI.VA.DI.S. 2005‐2006

LA VALUTAZIONE PLURIENNALE

COSA FA IL DIRIGENTE SCOLASTICO COSA FA IL TEAM

•sulla base delle indicazioni segnalate all’atto del conferimento dell’incarico e degli esiti della lettura del contesto in cui opera, illustra ‐ nell’apposita parte del fascicolo individuale di valutazione ‐ le priorità di medio‐lungo periodo della propria azione professionale;•trasmette la relativa parte del fascicolo al team di valutazione;•si rapporta con l’intero team (o con uno dei suoi membri) nelle occasioni di incontro programmate;•partecipa al colloquio di feedback con il Direttore Generale dell’U.S.R. o un suo delegato.

•analizza le priorità di medio‐lungo periodo proposte da ciascun D.S.;•programma per ognuno dei suoi membri un numero di scuole da visitare, in modo da garantire che al termine della procedura pluriennale ogni membro abbia potuto interagire con tutti i D.S. da valutare;•gestisce interventi di supporto e consulenza;•prevede proprie riunioni collegiali periodiche in cui ciascun membro del team riporti l’esito delle proprie rilevazioni in itinere;•formula collegialmente alla conclusione della procedura pluriennale la valutazione di prima istanza e la propone in termini descrittivi e diagnostici al Direttore generale dell’U.S.R.

CONSIDERAZIONI                        SUL MODELLO SI.VA.DI.S.

PROCEDURA NEGOZIATA E PARTECIPATAPUNTO DI SINTESI DELLE SCELTE POSSIBILI AL MOMENTOTENTATIVO DI INTEGRARE LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI DEL DIRIGENTE CON E LE COMPETENZE LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEL MEDESIMO E CON IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEL SERVIZIO SCOLASTICO E DELL’OFFERTA FORMATIVA

FINALITÀ DI MEDIO‐LUNGO PERIODO E OBIETTIVI ANNUALI                   DA RACCORDARE CON LE LINEE DI INDIRIZZO POLITICO‐AMMINISTRATIVOCONTROLLO DEI RISULTATI AFFIDATO ALL’AUTOVALUTAZIONENON FA EMERGERE LE SITUAZIONI PROBLEMATICHE DIFFICILE GENERALIZZABILITÀ SENZA INCREMENTO RISORSE PROFESSIONALI E FINANZIARIE

IL CCNL DELL’AREA V 2002‐2005 (sottoscritto l’11 aprile 2006) 

ART. 20 – VERIFICA DEI RISULTATI E VALUTAZIONE DEL DIRIGENTE

1. Il dirigente risponde in ordine ai risultati della propria azione dirigenziale, tenuto conto delle  competenze spettanti in relazione all’assetto funzionale tipico delle Istituzioni cui è preposto. 

4. Il sistema di valutazione è organizzato in procedure essenziali e snelle volte ad apprezzare i contenuti concreti della funzione dirigenziale. Le procedure stesse si propongono, innanzitutto,  la valorizzazione e lo sviluppo professionale del dirigente, prevedono la partecipazione al procedimento da parte del valutato, favoriscono il confronto e il dialogo tra valutatori e valutato, privilegiando nella misura massima possibile l’utilizzazione di dati oggettivi. 

IL CCNL DELL’AREA V 2002‐2005 (sottoscritto l’11 aprile 2006)

ART. 20 – VERIFICA DEI RISULTATI E VALUTAZIONE DEL DIRIGENTE

5. La valutazione è effettuata da un nucleo nominato dal Dirigente generale regionale e composto da un dirigente tecnico, un dirigente amministrativo e un dirigente scolastico. Il dirigente scolastico facente parte del nucleo deve avere almeno 10 anni di servizio nella qualifica di    Capo d’Istituto e dirigente scolastico, aver frequentato e superato apposito corso di formazione e prestare servizio    in provincia diversa da quella in cui insiste l’Istituzione        cui è preposto il dirigente valutato. La partecipazione ed il superamento del corso di formazione è requisito necessario per la partecipazione al nucleo di valutazione anche             da parte del dirigente tecnico e del dirigente amministrativo. 

IL CCNL DELL’AREA V 2002‐2005 (sottoscritto l’11 aprile 2006) 

ART. 30 – RECESSO DELL’AMMINISTRAZIONE

2. Il recesso per giusta causa è regolato dall'art. 2119    del codice civile. Costituiscono giusta causa di recesso dell'Amministrazione fatti e comportamenti, anche estranei alla prestazione lavorativa, di gravità tale da essere ostativi alla prosecuzione, sia pure provvisoria, del rapporto di lavoro.                                         In ogni altro caso il recesso può essere esclusivamente motivato da palese, grave e reiterata manifestazione d’inefficienza e d’incapacità del dirigente, accertata ai sensi dell’art. 20. 

L’INCARICO ALL’INVALSI

Legge 27 dicembre 2006, n. 296 – art. 1, comma 613L'INVALSI, fermo restando quando previsto dall'articolo 20 del contratto 

collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dell'area V della dirigenza per il quadriennio normativo 2002‐2005 ed il primo biennio economico 2002‐2003, (…) e nel rispetto delle prerogative del dirigente generale dell'ufficio scolastico regionale, sulla base delle indicazioni del Ministro della pubblica istruzione, assume i seguenti compiti:

a) formula al Ministro della pubblica istruzione proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici;

b) definisce le procedure da seguire per la valutazione dei dirigenti scolastici;

c) formula proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione;

d) realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione. 

IL PROGETTO INVALSI(2009)

LA NEGOZIAZIONE DEGLI OBIETTIVI

La fase negoziale

Il Dirigente Scolastico negozia con il Direttore USR gli obiettivi 

quantitativi da  raggiungere nel percorso pluriennale di valutazione

Gli obiettivi sono definiti prioritariamente in termini di miglioramento 

dei tassi di apprendimento e di riduzione  dei tassi di abbandono 

degli studenti;   

a questi si possono aggiungere                                  

altri obiettivi definiti in ambito regionale                    

e obiettivi riferiti al Piano dell’Offerta Formativa della scuola.

IL PROGETTO INVALSI(2009)

OBIETTIVI COERENTI CON LE FINALITÀ STRATEGICHE GENERALI

E DEFINITI IN BASE A DATI ATTENDIBILI 

Per definire gli obiettivi è necessario individuare con chiarezza le variabili essenziali, prevedere tempi e modi di raggiungimento, selezionare le procedure di regolazione in itinere e quelle che consentono di verificare l’affidabilità dei risultati.                                        

Tutte queste operazioni sono attuabili in base a due presupposti: 

‐ la misurazione effettuata attraverso parametri standardizzati   che rappresentano una base obiettiva per monitorare i risultati in itinere, e per valutare, in modo equo e comparabile,         i risultati finali;

‐ la congruenza e la coerenza della definizione degli obiettivi   a livello di singola scuola con gli obiettivi generali definiti ai livelli nazionale e regionale. 

IL PROGETTO INVALSI(2009)

OBIETTIVI DI MISSIONE 

OBIETTIVI DI CARATTERE NAZIONALE 

(PIÙ APPRENDIMENTO E MENO ABBANDONI)

CONTESTUALIZZATI A LIVELLO REGIONALE

E OBIETTIVI DI LEADERSHIP

OBIETTIVI DI SVILUPPO ORGANIZZATIVO

MEDIANTE I QUALI IL DIRIGENTE SCOLASTICO 

DELINEA UN PERCORSO DI MIGLIORAMENTO 

CONGRUENTE CON GLI OBIETTIVI GENERALI DI SISTEMA

IL PROGETTO INVALSI(2009)

La fase di lavoro per il perseguimento degli obiettiviPer raggiungere gli obiettivi negoziati il D.S. redige un piano finalizzato ad 

individuare le azioni più appropriate da mettere in campo durante il periodo di valutazione. La qualità del piano di lavoro, la sua congruenza con gli obiettivi finali, la sua fattibilità e la sua concreta realizzazione 

sono l’oggetto della valutazione del D.S.

La fase di valutazione del TeamIl Team di valutazione segue il D.S. per l’intero periodo oggetto di 

valutazione, esprimendo nel primo anno di lavoro le proprie osservazioni sulla qualità del percorso definito dal D.S. e suggerendo possibili miglioramenti. Negli anni successivi il Team monitora la 

concreta realizzazione del percorso di miglioramento

La fase di definizione del giudizioIl Direttore dell’USR sulla base delle relazioni del Team esprime il giudizio     

di valutazione finale che ha conseguenze per la retribuzione di risultato            e per i futuri incarichi di lavoro da assegnare al D.S.

IL PROGETTO INVALSI(2009)

NECESSITÀ DI STRUMENTI DI SUPPORTO

La negoziazione di obiettivi di missione credibili e realistici, la definizione di obiettivi di leadership coerenti con quelli di missione, sono largamente dipendenti dalla disponibilità di informazioni rilevanti e significative sulla scuola e sul contesto di riferimento …

Per la lettura delle situazioni di contesto e delle condizioni operative è necessario garantire una base comune di riferimento attraverso dati forniti direttamente dal sistema centrale, da integrare con le rilevazioni effettuate in modo specifico e peculiare dalle singole scuole. 

IL PROGETTO INVALSI(2009)

LA COMPOSIZIONE DEI TEAM DI VALUTAZIONERispetto alla composizione precisata dall’art 20 del CCNL (…) è necessario 

prevedere una maggiore flessibilità in relazione alla specifica situazione della scuola ed alla necessità di supportare il Dirigente Scolastico nel percorso di valutazione  e di qualificazione professionale. 

In particolare è opportuno prevedere: 

1. una composizione variabile fra le componenti; 

2. un’apertura a componenti extrascolastiche; 

3. un’apertura a componenti dirigenziali scolastiche ed extrascolastiche                  in quiescenza. 

Il Dirigente Scolastico rappresenta la dimensione della valutazione tra pari pertanto costituisce la componente fissa del Team. Tutte le componenti del Team devono essere formate e devono essere iscritte all’Albo dei valutatori. 

IL PROGETTO INVALSI(2009)

I COMPITI DEI TEAM DI VALUTAZIONEI Team di Valutazione hanno il compito di: 

1.Incontrare il singolo D.S. nella fase di spiegazione e qualificazione                                        del percorso di valutazione; 

2.Orientare il D.S. nell’uso degli strumenti finalizzati alla valutazione; 

3.Supportare (su richiesta) il D.S. nella definizione degli obiettivi di leadership     con un concreto piano di lavoro attraverso cui perseguire gli specifici obiettivi                         di missione; 

4.Tenere sotto controllo la coerenza, la pertinenza, l’efficacia del piano di azioni                    in relazione ai dati diagnostici e agli obiettivi da raggiungere; 

5.Redigere un rapporto annuale di valutazione; 

6.Redigere una relazione a conclusione del percorso di valutazione pluriennale                     da presentare al Direttore Regionale; 

7.Mantenere aperta la comunicazione per un eventuale supporto tecnico                                o richiesta di dati informativi. 

IL PROGETTO INVALSI(2009)

I CRITERI DI VALUTAZIONE

I criteri di valutazione si fondano sul grado di raggiungimento degli obiettivi e sull’apprezzamento degli obiettivi di leadership prescelti, in relazione alla loro coerenza e congruenza con gli obiettivi di missione, al livello di padronanza reale dei fattori necessari a realizzarli, ed allo sviluppo temporale 

necessario per portarli a termine nella loro complessità.

IL PROGETTO INVALSI(2009)

GLI ESITI DELLA VALUTAZIONE

La valutazione sarà espressa in 4 livelli: 

1.Eccellente (riconoscimento retribuzione di risultato e accessoa posizioni complesse con conseguente retribuzione di posizione); 

2.Positivo (riconoscimento della retribuzione di risultato); 

3.Difficoltà (sospensione temporanea della retribuzione di risultato con indicazione di supporti per il miglioramento); 

4.Negativo (art. 20 c. 11‐12‐13 CCNL). 

IL PROGETTO INVALSI(2009)

PRIMO ANNO

Valutazione annuale con indicazione dei margini di

miglioramento

Senza implicazioni per la

retribuzione di risultato

SECONDO ANNO

Valutazione annuale con indicazione dei margini di

Miglioramento

Senza implicazioni per la

retribuzione di risultato

TERZO ANNO Valutazione finale

Con implicazioni su: a) retribuzione di risultatob) di posizione (in relazione all’eventuale collocazione in realtà piùcomplesse)

Il DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2009

art. 3…

Ogni amministrazione pubblica è tenuta a misurare e a valutare la performance con 

riferimento:‐ all’amministrazione nel suo complesso

‐ alle unità organizzative o aree di responsabilità in cui si articola

‐ ai singoli dipendenti…

Condizione necessaria per l’erogazione di premi legati al merito e alla performance

IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE NEL DECRETO‐LEGGE n. 225/2010, CONVERTITO DALLA LEGGE N. 10/2011

Con regolamento da emanare, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, e‘individuato il sistema nazionale di valutazione definendone l'apparato che si articola: a) nell'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, con compiti di sostegno ai processi di miglioramento e innovazione educativa, di formazione in servizio del personale della scuola e di documentazione e ricerca didattica; b) nell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione, con compiti di predisposizione di prove di valutazione degli apprendimenti per le scuole di ogni ordine e grado, di partecipazione alle indagini internazionali, oltre alla prosecuzione delle indagini nazionali periodiche sugli standard nazionali; c) nel corpo ispettivo, autonomo e indipendente, con il compito di valutare le scuole e i dirigenti scolastici secondo quanto previsto dal decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150. 

IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE NEL DECRETO‐LEGGE 9 FEBBRAIO 2012 n. 5 (DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA DI SEMPLIFICAZIONE E DI SVILUPPO) 

CONVERTITO DALLA LEGGE N. 35/2012

Art. 51  (Potenziamento del sistema nazionale di valutazione), comma 1 Nelle more della definizione di un sistema organico e integrato di 

valutazione delle istituzioni scolastiche, dell’università, della ricerca e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, l’INVALSI assicura, oltre allo svolgimento dei compiti di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, e all’articolo 1, comma 613, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il coordinamento funzionale del sistema nazionale di valutazione di cui all’articolo 2, comma 4‐undevicies, del decreto‐legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10. 

A tale fine, in via sperimentale, l’Invalsi si avvale dell’Agenzia per la diffusione di tecnologie per l’innovazione. 

Le Amministrazioni provvedono all’attuazione del presente comma con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. 

IL CCNL DELL’AREA V 2006‐2009 (sottoscritto il 15 luglio 2010) 

ART. 9  ‐MUTAMENTO DELL’INCARICO 

2. Il mutamento dell’incarico, a richiesta del dirigente, in ogni caso segue i sottoindicati criteri: 

a)esperienze professionali e competenze maturate, desumibili anche dall’applicazione delle procedure di cui all’art. 20 del CCNL dell’11‐4‐2006; 

……

IL CCNL DELL’AREA V 2006‐2009 (sottoscritto il 15 luglio 2010) 

TITOLO VI ‐ RESPONSABILITÀ DISCIPLINARE ART. 13 ‐ PRINCIPI GENERALI 

2. Costituisce principio generale la distinzione tra le procedure ed i criteri di valutazione dei risultati             e quelli relativi alla responsabilità disciplinare,                   anche per quanto riguarda gli esiti delle stesse. 

La responsabilità disciplinare attiene alla violazione degli obblighi di comportamento, secondo i principi e le modalità di cui al presente CCNL e resta distinta dalla responsabilità dirigenziale, disciplinata dall’art. 21 del decreto legislativo n. 165 del 2001, che viene accertata secondo le procedure definite nell’ambito del sistema di valutazione, nel rispetto della normativa vigente. 

L’AVVIO DEL PROGETTO VALES

C.M. n. 16 del 3 febbraio 2012

L’obiettivo della nuova iniziativa sperimentale VALeS èquello di individuare e verificare sul campo la fattibilità di metodi, criteri, procedure e strumenti che permettano di valutare punti di forza e di debolezza della istituzione scolastica, nonché dell’azione della dirigenza scolastica …

Nell’ambito dell’analisi condotta sulla scuola, anche al dirigente scolastico saranno indicati specifici obiettivi legati in modo particolare alla sua funzione, il raggiungimento dei quali sarà poi verificato al termine del percorso.

L’AVVIO DEL PROGETTO VALES

IL PROGETTO ALLEGATO ALLA CM 16/2012Relativamente al focus sulla dirigenza scolastica, si tratta di 

sviluppare un approccio integrato tra la valutazione della qualitàdel servizio offerto dalla scuola attraverso la comunitàprofessionale e la valutazione della performance della dirigenzacon riferimento alle aree di sua competenza.

Per la dirigenza scolastica, pertanto, uno degli obiettivi dellasperimentazione è l’individuazione di una procedura di valutazione annuale, che, nell’ambito della prospettiva triennale della valutazione delle scuole, sarà poi finalizzata a introdurre ‐ a regime ‐ criteri di assegnazione annuale della retribuzione di risultato, nonché a contribuire alla definizione degli obiettivi da indicare nel contratto al dirigente scolastico da parte del Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale (cfr. art. 19 D.Lgs. 165/2001 e art.6 del CCNL Area V del 15.7.2010).

QUESTA PARTE DEL PROGETTO NON HA TROVATO CONCRETA ATTUAZIONE

LA LEGGE 135/2012Art. 5, comma 11

Nelle more dei rinnovi contrattuali previsti dall'articolo 6 del decreto legislativo 1° agosto 2011, n. 141, e in attesa dell'applicazione di quanto disposto dall'articolo 19 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, le amministrazioni, ai fini dell'attribuzione del trattamento accessorio collegato alla performance individuale sulla base di criteri di selettività e riconoscimento del merito, valutano la performance del personale dirigenziale in relazione: 

a) al raggiungimento degli obiettivi individuali e relativi all'unitàorganizzativa di diretta responsabilità, nonché al contributo assicurato alla performance complessiva dell'amministrazione. Gli obiettivi, predeterminati all'atto del conferimento dell'incarico dirigenziale, devono essere specifici, misurabili, ripetibili, ragionevolmenterealizzabili e collegati a precise scadenze temporali;b) ai comportamenti organizzativi posti in essere e alla capacità di valutazione differenziata dei propri collaboratori, tenuto conto delle diverse performance degli stessi.

LE 

PROSPETTIVE 

ATTUALI

D.P.R.28 MARZO 2013, N. 80 ART. 3 – I COMPITI DELL’INVALSI

Ferme restando le attribuzioni previste dall’articolo 17 del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, dal decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286, dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, e dal decreto‐legge 7 settembre 2007, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 ottobre 2007, n. 176, nonché le competenze giàpreviste da altre disposizioni vigenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento, l’Invalsi, nell’ambito del S.N.V., in particolare: 

a) assicura il coordinamento funzionale del S.N.V.; 

b) propone i protocolli di valutazione e il programma delle visite alle istituzioni scolastiche da parte dei nuclei di valutazione esterna, di cui all’articolo 6; 

c) definisce gli indicatori di efficienza e di efficacia in base ai quali il S.N.V. individua le istituzioni scolastiche che necessitano di supporto e da sottoporre prioritariamente a valutazione esterna; 

d) mette a disposizione delle singole istituzioni scolastiche strumenti relativi al procedimento di valutazione di cui all’articolo 6 per la realizzazione delle azioni di cui all’articolo 6, comma 1; 

e) definisce gli indicatori per la valutazione dei dirigenti scolastici, in coerenza con le disposizioni contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150; 

f) cura la selezione, la formazione e l’inserimento in un apposito elenco degli esperti dei nuclei per la valutazione esterna di cui all’articolo 6, comma 2, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente…;

g) redige le relazioni al Ministro e i rapporti sul sistema scolastico e formativo, di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286, in modo tale da consentire anche una comparazione su base internazionale; 

h) partecipa alle indagini internazionali e alle altre iniziative in materia di valutazione, in rappresentanza dell’Italia. 

D.P.R.28 MARZO 2013, N. 80 ART. 6, COMMA 1

IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE

AUTOVALUTAZIONEAnalisi dati forniti da sistema informativo Miur e da Invalsi Rapporto di autovalutazione sulla base di quadro rif. fornito da Invalsi + elementi significativi individuati da scuolaFormulazione piano miglioramento

VALUTAZIONE ESTERNAIndividuazione scuole da verificareVisite nuclei valutazione esternaRidefinizione piani miglioramento

AZIONI DI MIGLIORAMENTOAnche con supporto Indire, Università, Enti di ricerca, Associazioni professionali e culturali

RENDICONTAZIONE SOCIALEPubblicazione e diffusione risultati raggiunti

D.P.R.28 MARZO 2013, N. 80 ART. 6, COMMI 4, 5

Le azioni di cui al comma 1 sono dirette anche a evidenziare le aree di miglioramento organizzativo e gestionale delle istituzioni scolastiche direttamente riconducibili al dirigente scolastico, ai fini della valutazione dei risultati della sua azione dirigenziale, secondo quanto previsto dall’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, e dal contratto collettivo nazionale di lavoro. 

I piani di miglioramento, con i risultati conseguiti dalle singole istituzioni scolastiche, sono comunicati al direttore generale del competente Ufficio scolastico regionale, che ne tiene conto ai fini della individuazione degli obiettivi da assegnare al dirigente scolastico in sede di conferimento del successivo incarico e della valutazione di cui al comma 4. 

DIRETTIVA N.11 DEL  18 SETTEMBRE 2014 

VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICIEntro dicembre 2014, l’INVALSI definirà gli indicatori per la valutazione 

dei dirigenti scolastici.

Tali indicatori dovranno essere inseriti nell’ambito di una proposta organica di valutazione della dirigenza scolastica che sarà oggetto di un confronto con le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Il modello di valutazione della dirigenza scolastica dovrà prestare attenzione agli obiettivi di miglioramento della scuola individuati attraverso il rapporto di autovalutazione e alle aree di miglioramento organizzativo e gestionale delle istituzioni scolastiche direttamente riconducibili all’operato del dirigente scolastico, ai fini della valutazione dei risultati della sua azione dirigenziale.

D.P.R.28 MARZO 2013, N. 80ART. 2 – ORGANIZZAZIONE DEL SNV

Ai fini del miglioramento della qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti, il S.N.V. valuta l’efficienza e l’efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione in coerenza con quanto previsto dall’articolo 1 del decreto legislativo 19 novembre 2004, n. 286. 

Il S.N.V. fornisce i risultati della valutazione di cui al comma 1 ai direttori generali degli uffici scolastici regionali per la valutazione dei dirigenti scolastici ai sensi dell’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni. 

LA VALUTAZIONE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO NELLA LEGGE 107/2015

Comma 93 – La valutazione dei dirigenti scolastici è effettuata ai sensi dell'articolo 25, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. 

Nell'individuazione degli indicatori per la valutazione del

dirigente scolastico si tiene conto del contributo del dirigente al

perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio

scolastico previsti nel rapporto di autovalutazione  ai sensi del

regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, in coerenza con le disposizioni contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, e dei seguenti criteri generali:

LA VALUTAZIONE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO NELLA LEGGE 107/2015

a) competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione dirigenziale, in relazione agli obiettivi assegnati nell'incarico triennale;

b) valorizzazione dell'impegno e dei meriti professionali del personale dell'istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali;

c) apprezzamento del proprio operato all'interno della comunitàprofessionale e sociale;

d) contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici, nell'ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale;

e) direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunitàscolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole.

DIMENSIONI DEL PROFILO PROFESSIONALE DEL DIRIGENTENota Miur prot. 7904 del 2 settembre 2015, Pubblicazione del 

Rapporto di Autovalutazione (RAV) e primiorientamenti per il Piano di Miglioramento (PdM)

1. DEFINIZIONE DELL'IDENTITÀ, DELL'ORIENTAMENTO STRATEGICO E DELLA POLITICA DELL'ISTITUZIONE SCOLASTICA

2. GESTIONE, VALORIZZAZIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE

3. PROMOZIONE DELLA PARTECIPAZIONE,                                CURA DELLE RELAZIONI E DEI LEGAMI CON IL CONTESTO

4. GESTIONE DELLE RISORSE STRUMENTALI E FINANZIARIE, GESTIONE AMMINISTRATIVA E ADEMPIMENTI NORMATIVI

5. MONITORAGGIO, VALUTAZIONE E RENDICONTAZIONE

PORTALE VALUTAZIONE MIUR

La valutazione dei dirigenti intende essere un supporto e un orientamento allo sviluppo della professionalità.La valutazione dell’attività dei dirigenti scolastici è effettuata, coerentemente con i criteri generali di cui all’articolo 1, comma 93 della legge 107/2015, secondo le seguenti dimensioni professionali:1.competenze gestionali ed organizzative, finalizzate al raggiungimento dei risultati;2.valorizzazione delle risorse umane;3.direzione unitaria dell’istituzione scolastica e promozione della partecipazione;4.cura e sviluppo della propria professionalità.

Per il disegno di valutazione, gli indicatori e gli strumenti si rimanda alla direttiva del ministro e alle linee guida allegate di prossima pubblicazione. 

CRITERI  DIVALUTAZIONE

(LEGGE 107/2015)

DIMENSIONI DIPROFESSIONALITÀDA VALUTARE

(PORTALE VALUTAZIONE)

DIMENSIONI DIPROFESSIONALITÀA CUI RICONDURRE 

LE AZIONI DI MIGLIORAMENTO(NOTA MIUR SU PDM)

a) competenze gestionali ed organizzative finalizzate al raggiungimento dei risultati, correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione dirigenziale, in relazione agli obiettivi assegnati nell'incarico triennale

b) valorizzazione dell'impegno e dei meriti professionali del personale dell'istituto, sotto il profilo individuale e negli ambiti collegiali

c) apprezzamento del proprio operato all'interno della comunità professionale e sociale

d) contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli studenti e dei processi organizzativi e didattici, nell'ambito dei sistemi di autovalutazione, valutazione e rendicontazione sociale

e) direzione unitaria della scuola, promozione della partecipazione e della collaborazione tra le diverse componenti della comunità scolastica, dei rapporti con il contesto sociale e nella rete di scuole

1. competenze gestionali ed 

organizzative, finalizzate al 

raggiungimento dei risultati

2. valorizzazione delle risorse 

umane

3. direzione unitaria 

dell’istituzione scolastica             

e promozione della 

partecipazione

4. cura e sviluppo della propria 

professionalità

1. definizione dell'identità, dell'orientamento strategico e della politica dell'istituzione scolastica

2. gestione, valorizzazione e sviluppo delle risorse umane

3. promozione della partecipazione,                                                cura delle relazioni e dei legami con il contesto

4. gestione delle risorse strumentali e finanziarie, gestione amministrativa e adempimenti normativi

5. monitoraggio, valutazione e rendicontazione

MODALITÀ DI VALUTAZIONE UTILIZZABILIQUALI SONO PIÙ ADEGUATE RISPETTO ALLE DIMENSIONI DA VALUTARE?

AUTOVALUTAZIONE RISPETTO A OBIETTIVI  CON SUPPORTO DI EVIDENZE RISCONTRABILI  E CON SUCCESSIVA VALIDAZIONEDA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE

CONTROLLO DIRETTO DEI RISULTATI               DA PARTE DELL’AMMINISTRAZIONE MEDIANTE I DATI DISPONIBILI A SISTEMA

QUESTIONARI SULLA PERCEZIONE  DELLE MODALITÀ DI ESERCIZIO DELLA LEADERSHIP     

QUESTIONARI SULLA SODDISFAZIONE DI INSEGNANTI, GENITORI E STUDENTI

VISITE SUL CAMPO PER OSSERVAZIONE                 DEL COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO

COMPETENZE GESTIONALI E ORGANIZZATIVE, FINALIZZATE AL RAGGIUNGIMENTO DEI RISULTATI

VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE UMANE

DIREZIONE UNITARIA DELL’ISTITUZIONE SCOLASTICA E PROMOZIONE DELLA 

PARTECIPAZIONE

CURA E SVILUPPO DELLA PROPRIA PROFESSIONALITÀ

VARIABILI CHE ENTRANO IN GIOCO NELLA VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

E CHE INFLUENZANO LE SCELTEELEVATO NUMERO DI SOGGETTI DA VALUTARE

ELEVATO NUMERO DI DIR. SCOL.PER OGNI DIR.GEN.USR

Impossibilità conoscenza diretta approfondita  dei dirigenti 

da valutare

FINALITÀ DELLA VALUTAZIONE

Determinazione della retribuzione di risultato

Acquisizione di informazioni su competenze  e potenzialità del dirigente scolastico  in vista dei successivi incarichiPromozione dello sviluppo professionale           

del dirigente scolastico

RISORSE PROFESSIONALI, STRUMENTALI  E FINANZIARIE DISPONIBILI

Ridotta possibilità di visite esternema elevata disponibilità di dati a sistema

NECESSITÀ DI TROVAREL’EQUILIBRIO OTTIMALE TRA:

PLURALITÀ DI FINALITÀ

METODI E STRUMENTI AFFIDABILI

RISORSE DISPONIBILI

FARE LE COSE BENE E FARE LE COSE GIUSTE

FARE LE COSE MALE 

FARE LE COSE BENE

FARELE COSE  GIUSTE

FARE MALELE COSE GIUSTE

FARE BENELE COSE GIUSTE

FARE LE COSE 

SBAGLIATE

FARE MALELE COSE 

SBAGLIATE

FARE BENELE COSE 

SBAGLIATE

LA RILEVAZIONE DELLE PERCEZIONICONSAPEVOLEZZE NECESSARIE

QUALITÀ:DESIDERATA

INTERPRETATAPROGETTATACOMUNICATA

ATTESAEROGATAPERCEPITAVALUTATA

CONFRONTATA