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LA TRAMA E I PERSONAGGI (ci aiuta Italo Calvino) TRAMA: “ Tema principale del poema è come Orlando divenne, da innamorato sfortunato d’Angelica, matto furioso, e come le armate cristiane, per l’assenza del loro primo campione, rischiò di perdere la Francia, e come la ragione smarrita dal folle (il recipiente che conteneva il suo senno) fu ritrovata da Astolfo sulla Luna e ricacciata in corpo al legittimo proprietario permettendogli di riprendere il suo posto nei ranghi. Tema parallelo è quello degli ostacoli che si sovrappongono al compiersi del destino nuziale di Ruggiero e Bradamante, finché il primo non riesce a passare dal campo saraceno a quello franco, a ricevere il battesimo e sposare la seconda. I due motivi principali si intrecciano alla guerra tra Carlo e Agramante in Francia e in Africa, alle stragi di Rodomonte in Parigi assediata dai Mori, alle discordie in campo d’Agramante, fino alla resa dei conti tra il fior fiore dei campioni dell’uno e dell’altro campo”. Riprendendo l’azione dove il Boiardo la termina, l’Ariosto, nel suo poema, narra come Angelica, affidata da Carlo Magno al duca di Baviera, per evitare contese tra Orlando e Rinaldo, è promessa a quello di loro che si mostrerà più valoroso in battaglia. Approfittando della rotta dei Cristiani, Angelica fugge. Sono infiniti i casi che si intrecciano poi con la sua fuga, perché la bella pagana, superba e disdegnosa, usa dei cavalieri che la inseguono solo quando ne ha bisogno; poi svanisce, impassibile e tranquilla. Ma , infine, anche il suo cuore s’intenerisce e si piega: un giovane ferito, Medoro, diviene suo sposo. È questa la causa per cui Orlando impazzisce; egli, infatti, per ritrovare la donna amata, lascia Parigi e i Cristiani, andando incontro a tante avventure; ma, disgraziatamente, giunge proprio nel luogo che testimonia l’amore di Angelica e Medoro e apprende da un pastore la triste verità. Ormai per lui non c’è più speranza. Il paladino diviene pazzo furioso e va errando per la Francia e la Spagna, spargendo dappertutto terrore. Il cugino Astolfo lo fa poi rinsavire salendo sulla Luna a prendere il senno di lui, che lassù è evaporato, e facendoglielo annusare. Questo è l’episodio fondamentale del poema. Ma non meno importante è la storia delle contrastate mosse tra Bradamante cristiana, sorella di Rinaldo, e Ruggiero, pagano, cavaliere forte e gentile. Il mago Atlante che l’ha nutrito e l’ha allevato teme la sua conversione al cristianesimo, perciò opera incantesimi per sottrarlo a Bradamante; ma infine, dopo le più strane e avvincenti vicende, i due innamorati si possono unire in matrimonio. Lo scenario su cui si svolgono queste e altre mirabili imprese è la guerra tra Saraceni e Cristiani, cioè di Agramante, re d’Africa, e Marsilio, re di Spagna, con i loro alleati, contro Carlo Magno e i suoi paladini. La guerra termina in un duello terribile a Lipadusa, dove i Cristiani escono vincitori.

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LA TRAMA E I PERSONAGGI

(ci aiuta Italo Calvino)

TRAMA: “ Tema principale del poema è come Orlando divenne, da innamorato sfortunato

d’Angelica, matto furioso, e come le armate cristiane, per l’assenza del loro primo campione, rischiò

di perdere la Francia, e come la ragione smarrita dal folle (il recipiente che conteneva il suo senno)

fu ritrovata da Astolfo sulla Luna e ricacciata in corpo al legittimo proprietario permettendogli di

riprendere il suo posto nei ranghi. Tema parallelo è quello degli ostacoli che si sovrappongono al

compiersi del destino nuziale di Ruggiero e Bradamante, finché il primo non riesce a passare dal

campo saraceno a quello franco, a ricevere il battesimo e sposare la seconda. I due motivi principali

si intrecciano alla guerra tra Carlo e Agramante in Francia e in Africa, alle stragi di Rodomonte in

Parigi assediata dai Mori, alle discordie in campo d’Agramante, fino alla resa dei conti tra il fior

fiore dei campioni dell’uno e dell’altro campo”.

Riprendendo l’azione dove il Boiardo la termina, l’Ariosto, nel suo poema, narra come

Angelica, affidata da Carlo Magno al duca di Baviera, per evitare contese tra Orlando e

Rinaldo, è promessa a quello di loro che si mostrerà più valoroso in battaglia.

Approfittando della rotta dei Cristiani, Angelica fugge. Sono infiniti i casi che si

intrecciano poi con la sua fuga, perché la bella pagana, superba e disdegnosa, usa dei

cavalieri che la inseguono solo quando ne ha bisogno; poi svanisce, impassibile e

tranquilla. Ma , infine, anche il suo cuore s’intenerisce e si piega: un giovane ferito,

Medoro, diviene suo sposo. È questa la causa per cui Orlando impazzisce; egli, infatti, per

ritrovare la donna amata, lascia Parigi e i Cristiani, andando incontro a tante avventure;

ma, disgraziatamente, giunge proprio nel luogo che testimonia l’amore di Angelica e

Medoro e apprende da un pastore la triste verità. Ormai per lui non c’è più speranza. Il

paladino diviene pazzo furioso e va errando per la Francia e la Spagna, spargendo

dappertutto terrore. Il cugino Astolfo lo fa poi rinsavire salendo sulla Luna a prendere il

senno di lui, che lassù è evaporato, e facendoglielo annusare. Questo è l’episodio

fondamentale del poema. Ma non meno importante è la storia delle contrastate mosse tra

Bradamante cristiana, sorella di Rinaldo, e Ruggiero, pagano, cavaliere forte e gentile. Il

mago Atlante che l’ha nutrito e l’ha allevato teme la sua conversione al cristianesimo,

perciò opera incantesimi per sottrarlo a Bradamante; ma infine, dopo le più strane e

avvincenti vicende, i due innamorati si possono unire in matrimonio. Lo scenario su cui si

svolgono queste e altre mirabili imprese è la guerra tra Saraceni e Cristiani, cioè di

Agramante, re d’Africa, e Marsilio, re di Spagna, con i loro alleati, contro Carlo Magno e i

suoi paladini. La guerra termina in un duello terribile a Lipadusa, dove i Cristiani escono

vincitori.

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Orlando: “Continua ad essere un personaggio allo stesso tempo centrale e distante; come era fuori

della misura umana nella virtù, immune dalle passioni secondo i cantari popolari, innamorato che

reprime ogni tentazione secondo il Boiardo, qui esce dalla misura umana per entrare nella bestialità

più cieca. Orlando diventa, se non un vero e proprio personaggio, certo un’immagine poetica

vivente, quale non era mai stato nella lunga serie di poemi che lo rappresentavano con elmo ed

armatura.”

Angelica: figlia di Calabrone re del Catai. Le sue caratteristiche principali sono la bellezza e l’evanescenza: sfugge a tutti i suoi corteggiatori. Già nell’Innamorato accende di sé molti cavalieri cristiani tra cui Orlando e Rinaldo. Le vicende dei due paladini che seguono Angelica fino in Oriente costituiscono la materia del poema boiardesco. “ Angelica che fugge

al galoppo per il bosco (è una ) figurina di profilo disegnata sullo sfondo finito d’un arazzo. Intorno

a lei vorticano tre cavalieri che si chiamano Rinaldo, Ferraù, Sacripante, ma che potrebbero avere

anche nomi diversi, dato che qui la loro funzione è solo quella d’eseguire giravolte e schermaglie

come in un balletto. Del resto, nessuno dei tre cavalieri che compaiono nel primo canto sarà nel

seguito del poema un personaggio di rilievo, neppure Rinaldo, le cui imprese e il cui valore daranno

materia a molti episodi del Furioso, ma restando sempre una figura accessoria. Essi sono innanzi

tutto personaggi dell’Orlando innamorato che, sulla soglia del nuovo poema, vengono quasi a

chiedere il permesso di ritirarsi in seconda fila per lasciare il passo a una costellazione di

protagonisti disposta in un diverso ordine di importanza”.

Ferraù: figlio di Falsirone e nipote di Marsiglio, nell’Innamorato Ferraguto è preso da passione amorosa per Angelica e ne ferisce a morte il fratello Aralia; promette a quest’ultimo di gettarne in un fiume insieme con il corpo anche le armi ma chiede di potere almeno trattenere l’elmo per alcuni giorni; non mantiene la promessa in quanto serba l’elmo oltre il tempo stabilito. Queste vicende (innamoramento, duello con Argalia, patto e mancata fede) costituiscono l’antefatto boiardesco dell’episodio del Furioso.

Rinaldo: figlio di Amone di Chiaramente che era fratello di Milone, padre di Orlando e di Beatrice di Baviera. Fa parte dei paladini di Carlo Magno; è fratello di Bradamante.

Ruggiero: figlio di Ruggiero II di Risa e di Galaciella figlia del re Agolante, convertitosi per amore al cristianesimo. Discendente da Astianatte, figlio di Ettore. È presentato dal Boiardo e dall’Ariosto come capostipite degli Estensi. È di fede musulmana nonostante le sue origini, perché, rimasto orfano, venne allevato dal mago Atlante. Nell’opera si nota che molte mosse di Ruggiero dipendono, più che dalla propria volontà, dall’azione di forze esterne a lui, dal destino che lo governa e lo guida. Eppure egli è forse il personaggio intimamente più complesso, con i suoi continui conflitti interiori. “Duro destino è l’avere un

destino. L’uomo predestinato avanza e i suoi passi non possono portarlo che là…nel caso che gli

astri abbiano decretato, come a Ruggiero, un matrimonio d’amore, una discendenza gloriosa, e pure

ahimè una fine prematura… Sappiamo bene che tutti gli ostacoli saranno vani…ma ci resta il

dubbio se ciò che veramente conta sia il lontano punto d’arrivo,…oppure siano il labirinto

interminabile, gli ostacoli, gli errori, le peripezie che danno forma all’esistenza.”.

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Bradamante: amazzone, guerriera. È la sorella di Rinaldo, scaltra e simile alle donne moderne: indipendente e che non ha paura ad usare le proprie qualità in tutti i campi.

Brunello: ladro al servizio dell’armata dei saraceni. È incaricato di recuperare Ruggiero perché torni a combattere tra le proprie fila, ma per ottenere questo si scontra con Bradamante, che vuole salvare Ruggiero perché lo ama. Alla fine tra i due è lei ad avere la meglio, ma Ruggiero le sfugge un’altra volta.

Atlante: il mago Atlante inizialmente sembra fortissimo e invincibile, ma successivamente ci appare con tutte le sue debolezze: il suo potere è limitato dai poteri dell’anello magico in possesso di Bradamante, è impotente di fronte alla forza delle braccia della guerriera e, dietro le prime apparenze, nasconde la fragilità di un vecchio debole e disperato.

Astolfo: personaggio già presente nell’epopea carolingia e nell’Innamorato del Boiardo. Figlio di Ottone, re d’Inghilterra, cugino di Orlando e di Rinaldo. L’incontro con l’essere umano trasformato in pianta, in questo caso un mirto, aveva illustri precedenti nella letteratura: Enea e Polidoro, Dante e Pier della Vigna. In questi due casi, però, si trattava di incontri con defunti, Astolfo, invece, è vivo e la sua trasformazione in pianta è una forma di momentanea prigionia. È stato trasformato dalla maga Alcina, ma viene poi liberato.

Olimpia: contessa d’Olanda, appare per la prima volta nel capitolo IV, dove viene soccorsa dal paladino Orlando mentre rischiava di finire in pasto a un mostro marino, come cibo sacrificale sull’isola di Ebuda. Tratta in salvo gli raccontata la sua storia: “Cimoso

re di Frisia, avendo Olimpia rifiutato la mano di suo figlio Arbante, ha invaso l’Olanda e l’ha messa

a ferro e fuoco…”. Olimpia è entrata in gioco come una bella donna perseguitata da malvagità e sventure e continuerà ad esserlo per tutto il resto del poema, come accade anche per gli altri personaggi, che seguono regole ben precise e fisse. Infatti appena salvata da Orlando e, sbarazzatasi del suo nemico, si ricongiungerà al suo amato, Bireno, che poi l’abbandonerà.

Sacripante: spasimante di Angelica, re di Circassia, è convinto che, mentre lui era in Oriente in missione militare, Orlando l’abbia fatta sua. Assieme ad Angelica è un personaggio che calcola freddamente le proprie mosse.

Mandricardo e Doralice: Mandricardo, re di Tartaria, insegue il sogno di riunire nelle proprie mani le armi che erano state di Ettore troiano. Doralice è la fidanzata di Rodomonte che è stata poi rapita da Mandricardo.

Carlo Magno: non è presente in modo attivo nelle vicende. Prevale la caratterizzazione di uomo politico in quanto l’autore non è interessato al suo aspetto prettamente umano. Calvino adotta un tono piuttosto ironico e licenzioso nel descrivere i suoi atteggiamenti: “

Re Carlo prega il Signore; anzi, più che pregarlo, da quell’incallito uomo politico ch’egli è, cerca di

far leva su argomenti di prestigio…impostazione teologicamente discutibile della preghiera

imperiale…”.

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Rodomonte: figlio di Alieno e re di Sargel nell’Algeria. Il nome di questo personaggio significa giramondo. Rodomonte possiede doti fisiche sovrumane, è un personaggio iperbolico, e iperbolici sono i suoi gesti, le sue azioni, le sue imprese. Eppure le sue imprese vengono presentate con una certa ironia di sfondo: “Dalla cima del muro spicca un

salto, e con tutto il peso che ha addosso d’armi e armatura supera d’un balzo i trenta piedi o giù di

lì che separano il muro dall’argine… atterrando leggero come sul tappeto di una palestra, e

lasciandosi alle spalle fiamme e scoppi”. Morgana, Alcina e Logistilla: tre sorelle streghe, le prime due cattive, mentre la terza è una maga buona. Governano un’isola al di là delle colonne d’Ercole.

Compaiono molti altri personaggi in qualità di comparse o con ruoli non primari : Cloridano e Medoro, Zerbino e Isabella, Marfisa guerriera saracena, regina dell’India, l’oste, l’Arcangelo Gabriele, Brandimarte, Agramante e Bireno.

Morgana, Alcina e Logistilla: tre sorelle streghe, le prime due cattive, mentre la terza è

una maga buona. Governano un’isola al di là delle colonne d’Ercole.