La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa...

25
La “tradizione” dell’abito da sposa Documentare chi ha indossato cosa in un determinato momento è un conto, cercare di capire cosa significhi è un altro. (Tim Edwards La moda. Concetti, pratiche, politiche. p. 10, 2011, Einaudi.) Introduzione Quando si ha il privilegio di insegnare a leggere le immagini ci si trova a fare i conti con una specie di “ingenuità” per cui quello che si vede rappresentato, soprattutto attraverso la tecnica della verosimiglianza, acquista valore di reale (il problema si ingigantisce con la fotografia). Mentre è chiaro che le parole scritte e dette hanno un autore, pare che le immagini si facciano da sé (la tradizione -e il culto- delle immagini acheropite, sono cosa antica e gli insegnanti di storia dell’arte sanno che lottare contro una consuetudine che ha quasi venti secoli è molto duro). Tuttavia, è molto importante alfabetizzare e rendere gli studenti consapevoli del linguaggio dell’arte e insegnare loro che ciascun segno ha un significato, un autore ed è portatore di un messaggio. Tra le opere fatte dall’uomo ci sono gli abiti, gli accessori e tutti i comportamenti vestimentari in genere, che non sono frutto di una “evoluzione” ma di una creazione che esprime valori sociali, saperi, leggi, gerarchie... Lèggere l'abito L’abito non ha mai soddisfatto la sola esigenza elementare di coprire il corpo per pudore o per ripararsi dal freddo: esso ha espresso -da sempre- classificazioni, differenziazioni, è stato normato e corredato di elementi che esibivano potere politico ed economico. In particolare l’ abito femminile è stato per lungo tempo espressione e scelta imposta da una società tutta maschile che, attraverso l’abito della moglie o figlia, esibiva simboli, valori, potere. Di questo oggi è rimasto ben poco. Perciò è davvero difficile fare capire agli studenti odierni come in passato l’abito fosse espressione di appartenenza ad una classe sociale e fosse normato da leggi; di come solo molto parzialmente potesse essere espressione del gusto personale di chi lo indossava. L’unico momento in cui oggi si sperimentano abiti costrittivi e ingombranti, che non permettono autonomia di movimento e limitano alcune delle basilari funzioni vitali (respirazione, riposo, l’andare in bagno, l’indossarlo o il toglierlo) è proprio il momento del matrimonio, quando la sposa decide di indossare l’abito “tradizionale”. L’aspetto davvero curioso della nostra ricerca è consistito nel verificare che la tipologia “abito da sposa” non è storicamente mai esistito. Esisteva tutta una serie di tipologie vestimentarie diverse: dall’abito da ballo, all’abito da cerimonia, dall’abito da teatro, all’abito per ricevere in casa e per fare visita al pomeriggio, per presentarsi a corte, per la vita in campagna o nelle località di villeggiatura ma non l’abito da sposa. Si inizia a parlare di abito da sposa, come tipologia specifica, molto tardi, ovvero nel primo dopoguerra.

Transcript of La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa...

Page 1: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

La “tradizione” dell’abito da sposa

Documentare chi ha indossato cosa in un determinato momento è un conto, cercare di capire cosa significhi è un altro.

(Tim Edwards La moda. Concetti, pratiche, politiche. p. 10, 2011, Einaudi.)

Introduzione

Quando si ha il privilegio di insegnare a leggere le immagini ci si trova a fare i conti con una speciedi “ingenuità” per cui quello che si vede rappresentato, soprattutto attraverso la tecnica dellaverosimiglianza, acquista valore di reale (il problema si ingigantisce con la fotografia).Mentre è chiaro che le parole scritte e dette hanno un autore, pare che le immagini si facciano dasé (la tradizione -e il culto- delle immagini acheropite, sono cosa antica e gli insegnanti di storiadell’arte sanno che lottare contro una consuetudine che ha quasi venti secoli è molto duro).Tuttavia, è molto importante alfabetizzare e rendere gli studenti consapevoli del linguaggiodell’arte e insegnare loro che ciascun segno ha un significato, un autore ed è portatore di unmessaggio.Tra le opere fatte dall’uomo ci sono gli abiti, gli accessori e tutti i comportamenti vestimentari ingenere, che non sono frutto di una “evoluzione” ma di una creazione che esprime valori sociali,saperi, leggi, gerarchie...

Lèggere l'abito

L’abito non ha mai soddisfatto la sola esigenza elementare di coprire il corpo per pudore o perripararsi dal freddo: esso ha espresso -da sempre- classificazioni, differenziazioni, è statonormato e corredato di elementi che esibivano potere politico ed economico.In particolare l’abito femminile è stato per lungo tempo espressione e scelta imposta da unasocietà tutta maschile che, attraverso l’abito della moglie o figlia, esibiva simboli, valori, potere.Di questo oggi è rimasto ben poco. Perciò è davvero difficile fare capire agli studenti odierni comein passato l’abito fosse espressione di appartenenza ad una classe sociale e fosse normato daleggi; di come solo molto parzialmente potesse essere espressione del gusto personale di chi loindossava.L’unico momento in cui oggi si sperimentano abiti costrittivi e ingombranti, che non permettonoautonomia di movimento e limitano alcune delle basilari funzioni vitali (respirazione, riposo,l’andare in bagno, l’indossarlo o il toglierlo) è proprio il momento del matrimonio, quando la sposadecide di indossare l’abito “tradizionale”.L’aspetto davvero curioso della nostra ricerca è consistito nel verificare che la tipologia “abito dasposa” non è storicamente mai esistito. Esisteva tutta una serie di tipologie vestimentarie diverse:dall’abito da ballo, all’abito da cerimonia, dall’abito da teatro, all’abito per ricevere in casa e perfare visita al pomeriggio, per presentarsi a corte, per la vita in campagna o nelle località divilleggiatura ma non l’abito da sposa. Si inizia a parlare di abito da sposa, come tipologia specifica, molto tardi, ovvero nel primodopoguerra.

Page 2: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Infatti, in generale, le donne non si sposavano con un abito “ad hoc”, ma con uno che sarebbestato riutilizzato in quanto costituiva il meglio che la famiglia della sposa potesse permettersi eperché era consuetudine presentarsi alla società e alla famiglia del marito con un abito cherappresentasse uno status “reale”.Eppure quando entriamo in contatto con il mitico mondo del matrimonio la prima cosa chesentiamo dire dell'abito è “tradizione” oppure “classico” e poi “principesco”. Persino il concetto disemplice, se legato all’abito da sposa, cambia il significato. Il lungo viaggio negli abiti da sposa è stato molto difficile proprio perché è argomento saturo distereotipi molto radicati e difficili da scalfire in quanto toccano il principio sacro della società, lafamiglia. Non è del concetto di matrimonio e di famiglia che vogliamo parlare, ma di come ilconcetto sia cambiato e siano cambiati i significati simbolici che lo hanno accompagnato,soprattutto come questi siano stati stravolti dalla cultura del dopoguerra.Il nostro obiettivo è stato quello di ragionare

● sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre glistereotipi, e non ci siamo sempre riuscite.● sul concetto di “abito della tradizione” per capire come (con quale abito e perchè) le nostre

nonne e bis nonne si sono sposate● sui simboli legati alla celebrazione del matrimonio per risalire all’originario significato.● sulla lettura degli abiti come espressione comunicativa complessa, sulla quale è bene

riflettere per essere protagonisti delle proprie scelte.Come docente mi è sembrato che iniziare un discorso su queste questioni a scuola fosse necessarioper molti motivi trasversali. Qui vorrei ricordarne solo due: il costume è una disciplina studiata, dicui si parla molto, ma, paradossalmente, non comprende l’abito da sposa, la logica sottesa alla suaconoscenza non conduce mai a ragionamenti sociologici, antropologici o culturali ma solo aconcezioni/conclusioni direttamente o indirettamente commerciali (perché, senza pubblicizzarlidirettamente, abiti e cerimonia sponsale inducono il bisogno di oggetti e rituali specifici senzainterrogarsi sull’opportunità/utilità di questi). E’ quindi argomento ideale per avviare ragionamentioriginali.Secondariamente, vorrei ricordare che la scuola italiana non si occupa più della storia del costume,perché la “riforma Gelmini” ha cancellato l’insegnamento “Storia dell’Arte e del Costume” dagliistituti professionali della moda.E’ fondamentale che la scuola si occupi di elevare il livello culturale dei ragazzi, ma non c’èelevazione se la riflessione non include gli ambienti che frequentano e non intacca gli stereotipiche essi assumono senza interrogarsi. Affinché divengano fruitori consapevoli e acquisiscanocapacità critiche, la scuola deve insegnare ad interrogare la vita, ma quella reale. Ragionare, quindi, sugli abiti da sposa ci ha indotti a

● riflettere sull’abito in generale e sull’abito oggi per paragonare le mode di oggi con quelledel passato;● avviare un dialogo con le nonne e le madri sul tema del matrimonio, sulle loro esperienze e

le loro aspettative, passando per l’abito da sposa. Ciò ha rivelato alle studentesse storie delleloro famiglie.

Le riflessioni sono accompagnate da una presentazione “PREZI”: una linea del tempo sullaquale sono posti a confronto gli abiti eleganti (in basso) e gli abiti da sposa (in alto). La

Page 3: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

presentazione non ha alcuna pretesa di completezza, è stato un modo per visualizzare alcuniconcetti:● l'abito da sposa è nato molto tardi nella storia del costume, in precedenza le spose

indossavano un abito elegante, che era della stessa tipologia dall'abito di corte o dall'abito dasera● le diverse proposte di abito da sposa come cambiano nel tempo● la tipologia “tradizionale da principessa” fa riferimento ad abiti che appartengono ad un

epoca lontana● l'abito da sposa ,nell'ultimo mezzo secolo, si stacca dalle proposte moda “non da sposa”

proiettandosi in “uno spazio e tempo” non reale

Nella linea del tempo è stato creata una sezione che accoglie gli abiti da sposa delle nonne,delle mamme e delle parenti delle studentesse.

https://prezi.com/wszpf4hqswoj/present/?auth_key=sujrv43&follow=eim-c3exwdk3

Questo progetto è solo all'inizio, è molto lontano dall'aver esaurito le possibili piste diriflessione. Ci siamo tuffati in un oceano immenso, un pozzo senza fondo, consapevoli dellenotevoli implicazioni che riguardano la nostra storia e il nostro presente.

Il lavoro è dunque incompleto. Abbiamo voluto presentarlo ugualmente, certe del fatto chequesta sia solo una delle tante tracce possibili su un tema che ci è sembrato affascinante,importante e significativo.

Ci auguriamo di proseguire il questo progetto magari lavorando in rete con altre altre realtàscolastiche e culturali.

Page 4: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Cosa significa “tradizione”

L’abito nuziale è proposto ovunque: nelle riviste di moda,nei siti internet, in molte trasmissioni televisivecommerciali, attraverso i social.Ovunque si afferma che la tradizione vuole che il vestitoda sposa sia bianco, lungo, ricco, e comunque diverso datutti gli altri abiti che si indosseranno nella vita. Oppurepropongono alla scelta della sposa l’alternativa tra unabito tradizionale e uno moderno. L’abito chiamatotradizionale o classico ha diverse fogge ma la suacaratteristica principale è che si tratta di un abitoprincipesco, da sogno, diverso da tutti gli altri, in grado dafar sembrare la sposa assolutamente speciale e diversa daquello che è tutti i giorni.

DefinizioniTradizione Trasmissione nel tempo, da una generazione a quelle successive, di memorie, notizie,testimonianze; anche le memorie così conservate. (Enciclopedia Treccani)In antropologia la tradizione è l'insieme degli usi e costumi, e dei valori collegati che ognigenerazione, dopo aver appreso, conservato, modificato dalla precedente, trasmette allegenerazioni successive. La tradizione è particolarmentesentita dalle comunità minoritarie che, attraverso di essa,tendono a conservare la propria identità ( da Wikipedia)La nostra esperienzaQuale generazione ci ha trasmesso l’utilizzo dell’abito biancoper il matrimonio?Dai documenti che abbiamo recuperato dalle nostre famiglieci appare che la nostra tradizione fosse di due tipologie :

● spose eleganti e molto fiere in abiti alla moda,che avrebbero riutilizzato per altre feste e ricorrenze,soprattutto negli anni ’30 e ’40.● Spose in abiti bianchi corti di stoffe diverse,

che spesso venivano dalle loro madri e avrebberocostituito l’abito della figlia, con velo e scarpebianche. Soprattutto dagli anni 50 in poi.

Riflessioni sulle nostre storieE’ interessante notare che, quasi sempre, le spose che non hanno messo l’abito bianco tendano a“giustificare” questa scelta come una necessità economica.

Jane McNeil, ex modella di Norman Hartnell,

il giorno delle nozze con il conte di Dalkeith,

Edimburgo 1953

Page 5: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

A ben guardare non si trattava di questioni di possedere o meno il denaro ma di una diversamentalità con cui questo veniva utilizzato. Non si trattava quindi di non aver ottemperato a quelloche oggi ci appare una necessità, l’acquisto dell’abito da sposa (quasi sempre c’è un bellissimoabito comprato per l’occasione), ma ci pare sia una vera e propria questione di COSTUME, cioè unmodo di pensare e di agire. L’acquisto dell’abito per le nozze era molto importante ma non eraconsiderato “etico” utilizzare soldi per un abito che non sarebbe servito in futuro . C’era moltopudore nei nostri nonni, anche se erano di condizioni abbienti, a spendere il denaro per questionieffimere e acquistare un abito per un solo giorno lo era: nei primi decenni del ‘900 il padre cheavesse utilizzato il denaro in questo modo sarebbe stato criticato come colui che, oltre adimostrarsi avventato, non aveva rispetto per la fatica del lavoro e voleva apparire diverso daquello che di fatto era.Nella maggior parte della popolazione era ben chiaro il ruolo di ciascun appartenente alla societàe, sebbene classi sociali e leggi suntuarie fossero decadute da tempo, ugualmente eraassolutamente sentito il senso di appartenenza ad un livello sociale, così come era criticato chi nonera consapevole di questo e aveva uno stile di vita al di sopra del proprio ruolo.

Le leggi suntuarie In passato il vestito da sposa non era un abito particolare, né l’abito dei sogni, ma un vestito chepotesse esser riutilizzato in altre occasioni come feste o eventi importanti: ogni donna indossaval’abito che meglio rappresentava la famiglia di provenienza. Fino al XIX secolo, infatti, l’abbigliamento era strettamente regolato da norme, convezioni sociali emorali, e dalle leggi suntuarie. Oggi fatichiamo a comprendere come in passato fosse possibile porre regole alla moda, ma èimportante sapere che, almeno fino alla Rivoluzione Francese, c’erano dispositivi legislativi volti adisciplinare il lusso per classi sociali, sesso, status economico, religioso o politico. Attraverso questeleggi non si controllava solo l’uso di vesti e ornamenti, ma anche banchetti, nozze, battesimi,matrimoni e funerali. Di conseguenza, ogni tipologia di abbigliamento, rimandava ad una reale ericonosciuta classe sociale. Dunque era normale che ad un determinato abito ed accessorio corrispondesse un preciso ceto oprofessione.

Il senso del CarnevaleSe noi consideriamo questi costumi del vivere, in cui dall’abito era riconoscibile una classe sociale,ci appare comprensibile l'istituzionalizzazione di una festa in cui tutto si sovvertiva: il Carnevale.Durante questo periodo le maschere permettevano di scambiare l’apparenza, ma non lacondizione; per esempio il nobile poteva travestirsi da popolano, il consacrato da laico e viceversa.Tutto ciò, però, assumeva un significato solamente quando era ben chiara la distinzione tra le classisociali, e le regole del costume erano riconosciute e condivise da tutti.

Page 6: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

“Once upon a time” Un abito simbolo di passaggioIl vestito nuziale riveste il ruolo di simbolo perché è indossato di un momento particolare e moltoimportante della vita: è l’abito col quale si esce dalla casa dei genitori e ci si avvia a costruirne unanuova e diversa: è quindi un momento in cui si riconosce il passaggio tra l’essere figlia e l’esseremoglie. Storicamente era questo passaggio di “manus” ad essere attestato il giorno delle nozze, perché ladonna rimaneva in palese stato di minorità, passando ella dalla sottomissione paterna a quellamaritale.Un particolare fondamentale del matrimonio era l’aspetto della procreazione e quindi delladiscendenza. Non per niente l’attestazione della verginità della sposa era requisito fondamentale moltodocumentato. La verginità della neo-sposa era garanzia della legittimità della futura prole egaranzia della futura fedeltà della moglie. Questo era elemento imprescindibile dell’educazionedella fanciulla, preoccupazione primaria della madre, premessa fondamentale per un buonmatrimonio, origine di riti e tradizioni antichi più o meno pubblici.

La proprietà dell'abitoL’abito era l’indicatore della classe sociale ma anche del fatto che si abitasse in città o in campagna,del grado di istruzione e della professione cui apparteneva l’uomo che lo indossava. Le donne non godevano di una autonoma condizione sociale o economica, queste assumevanoquella del padre prima e del marito poi e il loro abito non era solo la manifestazione del poteredell’uomo di casa, ma era anche sua esclusiva proprietà, in quanto, a parte la dote, la donna nonpoteva possedere o guadagnare nulla. Molti documenti ci testimoniano come alla vedova fosserotolti anche i vestiti se il testamento del marito defunto prevedeva di lasciarli ad altri. La condizione dell'abito di figlie e moglie (ma anche amanti) era preoccupazione o vanto dell'uomoche anche attraverso queste esibiva la propria condizione e il proprio reddito economico.

L’arte ci consegna molti documenti in cui le spose hanno abiti in tutto simili a quelli quotidiani, purin presenza di ricchi festeggiamenti.

Jan Brueghel, Banchetto nuziale , 1568, olio sutavola, 114×164 cm, KunsthistorischesMuseum, Vienna.Il pittore illustra il banchetto di nozze di duecontadini. La sposa non indossa abiti che ladifferenziano dagli altri, la distinguiamo inveceperché è seduta in una posizione di riguardo, hauna corona in testa e dietro a lei c’è un teloverde. Vicino a lei è seduta la madre poi il padreche si distingue per lo scranno importante sulquale è seduto. Probabilmente il suo rilievo èdovuto al fatto che a lui si dovesse la festa riccadi cibo e bevande. Nel dipinto non è

particolarmente distinto nemmeno lo sposo, spesso identificato con l’uomo a sinistra che riempie i boccali.

Page 7: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

In altri dipinti distinguiamo la sposa per posizione e atteggiamento ma il suo abito, sempre rivelatore di unpreciso ceto di appartenenza, non ci mostra particolari segni distintivi.

Paolo Veronese, Le nozze di Cana, 1563, olio su tela,666x990 cm, Parigi, Museo del LouvreA questo proposito è particolarmente interessante larappresentazione della ricca sposa de Le nozze diCana di Veronese. Infatti, nonostante il pittorerappresenti una scena religiosa tratta dal Vangelo, egliè attento a riportare costumi, abiti, mode, anchebizzarre, del suo tempo. In questo caso il banchetto èsolenne, lussuoso, pieno di suggestioni orientali. Lasposa indossa un abito con ricami in oro e gioielli, hauna elegante e ricca acconciatura. Il tutto è peròparagonabile alle due nobildonne che siedono al suotavolo. Inoltre l’abito della sposa ha un fondoazzurro, colore molto pregiato, mentre l’abito biancol’avrebbe fatta apparire povera, in una epoca in cuila ricchezza era rappresentata da colori brillanti.

William Hogarth, Il matrimonio di Stephen Beckingham eMary Cox, 1729, olio su tela128,5x103 cm, New York,Metropolitan Museum

Possiamo fare lo stesso discorso per quello che riguarda laLondra del 1729, in cui il giovane William Hogarth riceveuna delle sue prime commissioni da un prestigiosoavvocato. Nel dipinto, la sposa indossa una abito dalla formaidentica a quella delle altre invitate, uniche varianti sono ilcolore e la stoffa, infatti il vestito di Mary Cox è di unprestigioso raso colore argento con ricami dorati sulcorpetto. Possiamo porre qualche dubbio sulla veridicitàdella ricostruzione. Infatti ci sono un paio di elementi che ciinducono a dubitare sul colore degli abiti degli sposi: l’operaè tesa a celebrare il committente e lo fa con molta enfasiaggiungendo gli angioletti con la cornucopia chebenedicono l’unione; inoltre la scena acquista particolaresolennità grazie alla solennità dell’architettura della chiesa,

ma sappiamo dalle fonti che il matrimonio fu celebrato nella chiesa di St Bennet e non in St. Martin-in-the-Fields in Trafalgar Square, che è invece l’edificio che Hogarth ci ha rappresentato con tanta perizia. Diconseguenza il colore chiaro degli abiti degli sposi potrebbe essere un espediente per enfatizzare la lorocentralità.In questo dipinto emerge una differenza importante tra le celebrazioni del passato e quelle attuali. Unelemento che rende ‘importante’ il matrimonio oggi è sicuramente il numero degli invitati: nellacelebrazione dei ricchi coniugi Beckingham vediamo invece solo pochissime persone. È indubbio che lapopolarità di questo evento era molto meno enfatizzata nel passato, aveva un contesto più famigliare,spesso anzi era una cerimonia dimessa e si svolgeva con modalità del tutto diverse rispetto alle attuali.

Page 8: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Una testimonianza di questo ce la fornisce lo stesso Hogarth in una delle sue serie, quella de“ Il matrimonioalla moda”, nella quale vengono mostrate le conseguenze disastrose di un matrimonio contratto perinteresse e ambizione.

William Hogarth, IlContratto ( tratto dalla serieMatrimonio alla Moda),1744, olio su tela, 68,5x89cm, Londra, NationalGallery. Nella prima opera, intitolata“Il contratto”, l’artista benritrae il momento in cui ipadri dei novelli sposi siincontrano per firmare ilcontratto matrimoniale.Sulla destra, con il piedefasciato, probabilmentetormentato dalla gotta,signoreggia un nobile, chemostra con ostentatoorgoglio il proprio albero

genealogico. Di fronte a lui siede un ricco borghese, padre della giovane, che sta valutandodettagliatamente il contratto nuziale. Mentre un notaio fa passare le carte tra i due contraenti, alle lorospalle un architetto è incuriosito dall'edificio a struttura palladiana, ancora in costruzione, a causa –probabilmente – degli sperperi dell'ambizioso lord. Sulla sinistra, seduti sullo stesso divanetto, i promessisposi: la ragazza, con un vistoso broncio, gioca con la fede che ha appena infilato in un fazzoletto, mentre levolta la schiena, esprimendo un totale disinteresse, il neo sposo che, con una tabacchiera nella manosinistra, si sta osservando con ostentato compiacimento allo specchio, (lo sposo è un damerino, si riconoscedai tacchi rossi, moda di Versailles, e dall’abito blu, colore riservato ai nobili). Il consigliere Silvertongue('lingua d'argento') sembra fare la corte alla sposa mentre tempera la punta ad una penna d'oca.E’ questo, la concessione della dote, il momento che sigla quell’unione che verrà poi celebrata in chiesa etalvolta festeggiata da un banchetto.

La relazione affettuosa, amorosa e il “contratto matrimoniale” sono chiaramente distinte nellastoria. Il matrimonio sanciva un’alleanza, una transazione sociale ed economica, spesso eragaranzia di alleanze d’affari e politiche. Da questa unione ci si aspettava fondamentalmente unstirpe legittima, non un legame d’amore. Forse questo è l’aspetto più strano per noi oggi.

Page 9: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

SIMBOLI E TRADIZIONIL'abito da sposa bianco

Nell’antica Roma il matrimonio era visto come una sorta di rito pubblico sociale, le nozze eranocombinate al fine di assicurarsi legami familiari ed economici saldi, sia da parte dell’uomo che daparte della famiglia della donna. L’abito indossato dalle donne aristocratiche era costituito da unatunica bianca (a Roma il bianco era il colore dell’eleganza e delle nobiltà), ricevuta in dono daigenitori, chiusa da un nodo che poteva essere sciolto soltanto dallo sposo. I capelli erano ornati difiori, grano, rosmarino e mirto: simboli di purezza e fertilità. Il velo era di un colore giallo zafferano,simboleggiava il fuoco di Vesta (la Dea che proteggeva il focolare domestico).

Dal X-XI secolo, vedendo nel matrimonio un vincolo sociale ereligioso più profondo, la Chiesa lo trasforma in una cerimoniaconsolidando la sua autorità su questa istituzione. L’abito dasposa in questo periodo non segue regole o mode precise: lasposa indossa l’abito più bello che la famiglia può permettersi. Ledonne appartenenti ad una classe sociale alta indossavano abitidai colori brillanti, luminosi. Gli abiti erano costituiti da tessutipregiati, svariate stoffe decorate da ricami e arricchiti da moltiparticolari. Tale vestito era spesso destinato a diventare l’abitopiù utilizzato nelle occasioni future di mondanità.

Il primo abito da sposa bianco (la notizia è però senza fonte certa) è quellodella principessa Filippa, figlia d’Enrico IV d’Inghilterra, che nel matrimoniocon Erik di Danimarca nel 1406, indossò una tunica e un mantello di setabianca bordati di pelliccia di vaio e d’ermellino. Caterina d’Aragona nel novembre del 1501 sposa il principe Arthur Tudorhanno entrambi 15 anni e sono promessi sposi da molto tempo. Caterinaarriva a Londra e le cronache del tempo raccontano dettagliatamente lalunga ed articolata cerimonia. La mattina del 14 novembre, Caterina uscì dalPalazzo Vescovile, camminando lungo un ampio tappeto blu, tra due ali dinobili inglesi e spagnoli. Caterina indossava un abito di raso bianco ricamatocon perle e fili d'oro. L’abito era allargato dal verdugale che non si era maivisto in Inghilterra. Indossava un velo di seta bianco, che scendeva fino alla vita, bordato di oro epietre preziose. Aveva i capelli sciolti sulle spalle, simbolo di verginità.

Caterina d'Aragona

Page 10: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Maria Stuarda di Scozia sposò l’erede al trono di Francia, ilfuturo Francesco II La regina di Scozia, decise di compiere unatto di vera e propria rottura con la tradizione sostituendocon un abito candido quello che le avrebbe imposto il ruolo ela tradizione.Infatti il rango di Maria era altissimo: lei regina stavasposando l’erede al trono di Francia e l’abito avrebbe dovutodichiarare ed esaltare questa appartenenza ad una classeesclusiva. Non è chiaro perché Maria avesse indossato unabito simile, l’unico motivo potrebbe essere visto nellagiovanissima età della sposa, soli 16 anni. Le nozze vennerocelebrate il 24 aprile 1558, nella Cattedrale di Notre-Dame aParigi. Secondo il resoconto ufficiale, le nozze furono «unevento di raro splendore». Il corteo nuziale era aperto daiprincipi reali sontuosamente vestiti, poi, cardinali, vescovi,abati. Tuttavia la sposa era origine di grande scandalo poichéil bianco era il tipico colore del lutto per le regine di Francia. I racconti dell’epoca che ci riportano lo stupore per la scelta

dell’abito bianco durante la cerimonia nuziale, ci fanno capire come questo colore non fossesicuramente quello prefissato dai canoni e dalla tradizione.

L’abito bianco divenne molto popolare come scelta per le spose dell’alta nobiltà dal 1840 graziead un’altra sposa regina: la regina Vittoriad’Inghilterra. Incoronata regina nel giugno del 1838, quando avevaappena 18 anni, Vittoria sposa, 2 anni dopo, l’uomoche amava, nonostante una parte della corteconsigliasse matrimoni diversi.Alberto di Sassonia-Coburto-Ghota era cugino di primogrado di Vittoria e il matrimonio in questo caso era unascelta dettata dall'amore che Vittoria provava per lui,non per ragioni politiche o di convenienzaInfatti, Vittoria, rifiutando abito e gioielli tradizionali, eforte della sua posizione, decide di dichiararepubblicamente che non è una regina quella chesposava Alberto ma una donna innamorata. L’ideadell’abito di Vittoria è dunque quella che la sposaVittoria si “spoglia” della sua ricchezza edell’ostentazione delle insegne del suo potere.

Vittoria sceglie quindi il colore bianco per l’abito a campana secondo la moda dell’epoca,adornato da qualche merletto e ricami preziosi, i gioielli erano in gran parte sostituiti dai fiorid’arancio, che portava anche tra i capelli assieme ai diamanti. Segno di distinzione del suo rango,il lungo strascico.

Page 11: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Il suo fu un atto di protesta contro le convenzioni del secolo.Attraverso le sue figlie e nipoti, la tradizione dell’abito biancodella regia Vittoria ha raggiunto tutte le corti d’Europa e , graziealla diffusione di fotografie e riviste, il suo abito ha raggiunto ogniangolo dell’Occidente.Tuttavia l’abito bianco era ancora prerogativa di regine eprincipesse, le uniche che potessero permettersi un abito perciascuna occasione. La sua foggia era la stessa degli abiti da serae, se andiamo ad analizzare le collezioni di Worth o degli altriprimi stilisti, non incontreremo nessun modello che è definitoabito da sposa, ma piuttosto abito da ballo, abito da sera o abitodi corte. Intorno agli anni Trenta del XX secolo si affermò l'abito da sposa come lo intendiamo oggi:

bianco, lungo, con il velo e un bouquet di fiori.L’abito bianco diventa sinonimo di sposa in anni molto piùrecenti, cioè quando la società inizia a non dare per scontatoquei valori che erano sempre stati accettati da tutti. Adesempio la verginità della sposa è stato lungamente valoreindiscusso del matrimonio e non era necessario acclamarlo, néper sottolineare il pudore o la modestia della donna, né lagiovane età della sposa, i semplicemente era costumecondiviso e indiscusso della società prebellica.il colore bianco è stato da sempre collegato al simbolo cristianodella purezza, della innocenza, bianco è il colore della vestebattesimale, è quindi legato alla verginità della sposa e dellasua intenzione a vivere la fedeltà al suo sposo.

Il colore bianco: altri significati. Alla fine del Settecento, dopo la rivoluzione francese, la moda neoclassica delle signore francesiaveva recuperato linee e modelli ispirati alle antiche matrone romane. Così semplici mussolinebianche, senza ornamenti avevano azzerato il consolidato sistema della moda gerarchica.Mentre la moda dell’abito bianco percorreva le corti d’Europa, all’interno della chiesa cattolicaviene dato nuovo valore e impulso a questo colore con la proclamazione del dogmadell’Immacolata Concezione(1854). L’iconografia dell’Immacolata e i paramenti liturgici di questafesta, collegata alle apparizioni di Lourdes, è caratterizzata dal colore bianco: bianco è l'abitodell'Immacolata sormontato dal mantello azzurro. La liturgia utilizzò quindi il bianco rinforzando lagià presente simbologia che lo collegava alla purezza everginità.

Una sposa dietro il veloA completare il fascino dell’abito da sposa vi èl’immancabile velo, le cui origini vanno cercateparecchio indietro nel tempo.Il primo velo risale al tempo dei Romani. Le donneindossavano il cosiddetto flammeum, un velo leggero

Abito elegante neoclassico in cotone e seta, 1796

Page 12: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

dai colori accesi come il giallo o il rosso, che ricopriva il loro volto durante le cerimonie nuzialipoiché era simbolo di buon auspicio. Nel Medioevo il velo era caratterizzato da tanti strati di lino sovrapposti, fissato sul capo da filid’oro e perline. Esso proteggeva la sposa dal malocchio e dalla mala sorte; inoltre dovevanascondere il volto della sposa agli occhi del marino fino alla fine della cerimonia.Il Cristianesimo attribuisce al velo un significato fondamentale: è il simbolo della verginità.Nel Novecento la lunghezza e il tessuto del velo cambiano a seconda di fattori storici ed economici.Ad esempio, negli anni Venti il velo è spesso formato da un unico strato di tessuto molto lungo,arricchito con preziosi ricami. Negli anni Trenta si accorcia e si adegua all’acconciatura, mentrenegli anni Sessanta si adatta al vestito e diventa un elemento decorativo. Al giorno d’oggi il velo, nonostante la sua storia antichissima, ha quasi un valore unicamenteestetico e si indossa per dare un tocco finale, ma fondamentale, a tutte le spose!

Le fedi nuziali: tradizioni e simboliLa fede, chiamata anche vera, è un anello, generalmente in oro giallo, che viene scambiato daglisposi il giorno del matrimonio. È un vero e proprio rito quello dello scambio delle fedi, attraverso ilquale gli sposi giurano reciproca fedeltà eterna. Viene scelto proprio l’anulare sinistro poiché, è ildito che simboleggia fedeltà e protezione del cuore.Particolare importante della vera è la forma circolare che rappresenta due simboli fondamentali:

● PERFEZIONE: il cerchio è la figura geometrica perfetta perché priva di curve, angoli olinee spezzate

● INFINITO: il cerchio oltre a non avere un inizio, non ha neanche una fine Gli anelli nuziali hanno origini molto antiche. L'anello compare infatti già in epoca barbarica, doveper suggellare la promessa d'amore le coppie si scambiavano un anello in segno di fedeltà. Nell' epoca Romana si distinse l'anello di fidanzamento, detto "anulus pronubus", che serviva asuggellare la promessa di matrimonio, dall'anello nuziale, detto invece "vinculum". Il vincolumromano, fatto di ferro (raramente d'oro o d'argento) inizialmente veniva indossato solo dai maschi,ma presto venne esteso anche alle donne. La consuetudine, sia maschile che femminile, di indossare un anello dopo il matrimonio si affermòdel tutto solo a partire dal XVI secolo.

Il confettoIl confetto è un dolce formato da una mandorla ricoperta di zucchero, ma vi sono molte variantiformate da pistacchi, nocciole o cioccolato ricoperti, appunto, da zucchero.Alcuni fanno risalire la nascita dei confetti al 1200 quando i farmacisti li prescrivevano a finiterapeutici, per favorire la fertilità della coppia. Gli storici invece fanno risalire la loro nascita aiRomani, quando gli invitati ai matrimoni portavano questi confetti come simbolo di buon augurio.Nel 400 nascono in Europa i confetti così come li conosciamo noi grazie all’arrivo dello zucchero. Secondo la tradizione attuale i confetti sono allegati alle bomboniere in un sacchetto di tulle opizzo. Essi sono regalati agli invitati in numero dispari (poiché i numeri dispari sono indivisibili e siaugura agli sposi di non separarsi mai) come simbolo di salute, ricchezza, prosperità e fertilità.

Il bouquet

Page 13: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Il bouquet simboleggia la freschezza, la giovinezza e la fertilità; è un dono, un omaggiobenaugurante. In origine la famiglia dello sposo donava i fiori alla sposa, nelle classi più nobiliinvece i fiori erano sostituiti dai gioielli. Al giorno d’oggi il bouquet non è più segno di accettazione della sposa da parte della famiglia dellosposo, ma è semplicemente un accessorio dell’abito. Il bouquet è l’oggetto che le spose terrannocon loro per tutta la cerimonia per cui deve essere in armonia con il colore e il modello dell’abitoda sposa.Solitamente è all’uscita della chiesa o a fine ricevimento che avviene il lancio del bouquet,momento in cui la sposa volta le spalle al gruppo di donne nubili e lancia alla cieca il suo bouquet:secondo una delle tradizioni più famose,chi lo afferra per primo è in procinto di sposarsi. Tra i fiori utilizzati per le nozze citiamo i fiori d’arancio considerati beneauguranti. Infatti l’albero di arancio è un sempreverde, è considerato anche un simbolo di fertilità, perchéalcune specie producono contemporaneamente fiori e frutti. Il profumo del fiore è sempre statoapprezzato ed utilizzato per la preparazione di unguenti e profumi, ma soprattutto il frutto eraconosciuto come medicinale. Quindi l'augurio del fiore d'arancio era il più completo che si potessefare, fertilità salute e lunga vita.Fu però la Regina Vittoria a rendere popolare il fiore, quando lo indossò sul suo abito da sposa, siacome corona sul capo sia come ricamo sull’abito. Da quel momento il fiore d’arancio divenne l’emblema della sposa vittoriana e poi anche simbolodelle nozze.Quando i fiori d’arancio non erano disponibili (ad esempio nei climi più rigidi), le spose nonrinunciavano alla tradizione e indossavano fiori d’arancia realizzati in cera e, più tardi, ceramica.Queste imitazioni, che all’inizio erano un rimpiazzo ai veri e proprio fiori d’arancio, divennero unavera e propria moda che arrivò fino agli anni ’50 del Novecento

Il lancio del riso: dalla tradizione al trend Il riso è considerato il simbolo di prosperità e la tradizione prevede che venga lanciato agli sposi altermine della cerimonia. Il lancio del riso è quindi un augurio che si vuole mandare agli sposi perun futuro prosperoso e abbondante. Al giorno d'oggi ci sono diversi elementi di novità. Infatti il riso viene spesso sostituito da petalicolorati, coriandoli, palloncini, bolle di sapone, e in alcuni casi anche farfalle o colombe. Si fasempre più forte la necessità di mostrare un qualcosa di nuovo e originale.

Page 14: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

La romantica principessaIn Occidente, l'abito da sposa che va per la maggiore è quelloche incarna il sogno della romantica principessa: corpettoattillato che esplode in una gonna fluttuante. Pizzi, veli,ricami, perline, cristalli contribuiscono spesso al tocco finale.Dal momento che l'accesso alla chiesa è dettato da normemeno rigide rispetto a quelle del passato, adesso gli abiti sonospesso scollati, senza spalline, le linee attuali tendono ad unamaggiore essenzialità e semplicità. Tuttavia la sposa “classica”continua ad essere un'esplosione di opulenza per la quantità distoffe, per la qualità, per le applicazioni e soprattutto perchésono poche le donne che rinunciano a fare dell'abito da sposal'unico che faranno confezionare a mano nella loro vita.

L'immensità della gonna

La gonna ampia era già la caratteristica dell'abito da sposa di Vittoria che viveva in un periodo incui la crinolina raggiungeva diametri ragguardevoli nel guardaroba delle regine e principesse ditutta Europa. A metà del XIX secolo le sue altezze reali, e tutti i giorni (non solo quello delmatrimonio) definiva bene la differenza e la distinzione tra la regina e tutte le altre. Grazie all'influenza delle produzioni cinematografiche l'ampiezza della gonna si conferma unaimprescindibile caratteristica di femminilità; un esempio è l'abito di Rossella O'Hara in Via colVento 1939. Ma l'elemento che consacrò in maniera definitiva la linea a clessidrasi devono alle proposte di Christian Dior che, nell'immediatodopoguerra, crea lo stile chiamato New Look (dal 1947).

“Se bella vuoi apparire, molto devi soffrire”E' significativo che dopo periodi di forte crisi, nel senso più completodel termine, la società cerchi elementi che la riportino al rassicurantepassato, quasi che si intendesse , un superficiale make up, cancellaregli orrori di guerre e stragi, le carestie, le morti e soprattutto la lungacoesistenza con la precarietà dell'esistenza. Una costante è propriolegata alla riproporre una moda femminile basata sul corsetto ecrinolina (linea a clessidra) che tende a far dimenticare, sì leristrettezze economiche della guerra ma anche a ristabilire i ruolisociali preesistenti. Non per niente corsetti e bustini, furono abbandonati già durante il primo conflitto mondialequando, anche le donne che non avevano mai lavorato, dovettero -o vollero- adattarsi a svolgerequei ruoli che erano stati fino al quel momento riservati alla popolazione maschile: operaie nellefabbriche, volontarie crocerossine, dirigenti delle aziende di famiglia. Altre volte occorreva solo chesi occupassero in prima persona di camminare per strada, procurarsi il fabbisogno per vivere, senzapoter usufruire di quei servizi solitamente usati per queste incombenze quotidiane. Si trattava, perle donne aristocratiche, di vivere senza l'aiuto di camerieri, cioè dovettero essere autonome edindipendenti.

Maison Dior crea l'abito nuziale per Soraya,

sposa dello Scia di Persia Reza Pahlavi. 1951.

Vivien Leigh and Clark Gable in Gone withthe Wind (1939)

Page 15: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

In questi momenti la moda femminile è semplificata per questionipratiche ed economiche. La semplificazione tende a non concludersi con la fine dellasituazione di crisi, perché la donna, che ha sperimentato l'abitocomodo difficilmente è disposta a rinunciarvi del tutto. Tuttavia leproposte di moda, dei dopoguerra (entrambi) lanciano evidentisegnali sull'intenzione di togliere quel modo di vestire e quel ruoloconquistato. Così le “conquiste del comfort” vengono relegate almondo del privato mentre ufficialmente si torna a proporre conforza la “moda scomoda”.Succede questo perché l'abito non è solo questione di moda, o discelta personale della donna. É piuttosto “affare” di costume, cioèelemento legato alla profonda cultura del vivere e del mostrare ivalori di vita.La moda del secondo dopoguerra, rispecchia la tendenza determinata a “rispedire” le donne neiruoli tradizionali. In Europa come negli Stati Uniti, e ci fu una serie di “bombardamenti culturali”incentrati a far recuperare il ruolo di moglie e madre tra le mura domestiche alle giovani cheavevano pericolosamente sperimentato l'autonomia e l'indipendenza. Ne sono un esempio le pubblicità del periodo o le prime produzioni Disney che “traducono” le

fiabe antiche attraverso la cultura del tempo. Elegante come una bambola.Le ampie gonne New Look che si aprono sotto strizzatissimi vitini divespa sono uno dei riflessi più significativi di questo atteggiamento.Sono abiti ingombranti, che non permettono una piena autonomia dimovimenti, con i quali è difficile, non solo chinarsi o girarsi, ma, per ilcelebratissimo modello da cocktail anche sedersi. Sono abiti dabambola eleganti e raffinati, ma questi non permettono a chi liindossa di guidare, correre, lavorare, giocare o cambiare unbambino, salire su un mezzo … cioè chepresuppongono qualcuno che si occupidella donna, incapace di cavarsela dasé…

La moda è un'industria!C'è anche una complessa questione economico-politica che spiega ilmotivo del successo del New Look. L'economia francese ha sempreprotetto e aiutato la produzione di tessuti, anche nel secondodopoguerra l'”industria dell'abito” ha contribuito in manieraimportante al rilancio economico della nazione. Non è fattoretrascurabile il fatto che la rinascita della moda francese sia stataaffidata all'abito del New Look per confezionare il quale necessitavadi 20 metri di costoso tessuto francese, invece, ad esempio ai littledress di Chanel che ne usava 5 scarsi, e spesso era tessuto di lanainglese!

Page 16: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Se l'alta società compera abiti alle esclusive Maison di Dior e Balenciaga, le ragazze borghesiacquistano i meno costi abiti prodotti pret a porter e le altre?Il cambiamento fondamentale nella storia del costume lo hanno fatto la fotografia, la diffusionepopolare delle riviste e soprattutto il cinema. Conoscere queste creazioni induce alla loroimitazione molte donne di tutti i livelli sociali e condizioni economiche.

Sposarsi oggiSe consideriamo che oggi in molti casi (non in tutti purtroppo) la scelta disposarsi è una decisione convenzionale, condotta liberamente dalladonna, appare un elemento curioso che nella stragrande maggioranzadei casi si faccia ricorso all'abito “tradizionale”. In epoca Vittoriana la condizione di sposata era un “obbligo” per ladonna, che non poteva mantenersi da sola, non aveva diritti, e nongodeva dei “privilegi” degli uomini di pari livello sociale. Quale significatoha oggi sposarsi con una tipologia d'abito che è rappresentativo di quelcontesto sociale?

Le donne vittoriane e tutte quelle che indossavano eleganti corsetti nonlavoravano, non erano autonome nel muoversi e nemmeno nel vestirsi esvestirsi senza aiuti, erano cioè considerate immagine e proprietà delmarito. L'abito col bustier è sinonimo di costrizione, sottolinea seno e fianchi,suggerisce la fertilità di una donna che procrea e non è certorappresentativo della donna emancipata. Tuttavia la donna moderna sceglie questo modello per entrare nella suavita di persona sposa che presuppone una vita adulta, responsabile,indipendente ed autonomaGuardare agli anni Ottanta, è significativo perché la moda del periodo haproposto con forza, per la prima volta, un modelloandrogino: completi maschili e giacche dalle spalleimbottite. Anche in questo periodo la maggioranza delle donne,nel momento di convolare a nozze sembrano volerrinnegare la loro ambizione rampante, la loro

determinazione a scalare le vette del successo e paiono imboccare l'anticastrada della principessa bisognosa di protezione, del sottomesso angelo delfocolare. I valori della donna di oggi certo non sono limitati alle mura domestichevittoriane ma ancora la scelta dell'abito nel giorno del matrimonio è uguale aquella della donna del '800.Perchè?Le pressioni famigliari, l'idea del romanticismo col quale sono cresciute,l'industria del matrimonio?Mariah Carey ha risposto a questa domanda: “Cosa succede quando cala ilsipario sul matrimonio da favola?” “Ho indossato quel vestito per un

Corsetto del 1879

Armani negli anni '80 propone la business woman

Mariah Carey e Tommy Mottola 1993

Page 17: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

momento e finché è durato non è stata un'esperienza spiacevole. Il problema è stato il resto delnostro rapporto.”Altre proposte

Alcune delle donne più chic del XX secolo si sono distaccate dalmodello “tradizionale” per seguire, anche il giorno del matrimonio,stili e mode correnti. Coco Chanel fu la prima ad adottare, per il grande giorno, il lookchiamato a la garcònne proprio perché gli abiti non sottolineavano lalinea dei fianchi. Chanel negli anni '20 propose audaci abiti da sposacorti che arrivavano appena sotto al ginocchio, dalla linea semplice escivolata sul corpo, accompagnati col velo corto. Proprio come nota didistinzione, in un abito che non si caratterizzava per la ricchezza o laricercatezza, Chanel elesse il colore bianco l'unico adeguato per lasposaLa rivoluzione di Chanel fu prima di tuttoquella di concepire la donna autonoma eprotagonista del proprio destino. Vestirla

voleva dire accompagnarla nelle sue azioni di vita, qualunque leidecidesse che fosse, con un abito che la facesse stare bene. Per farequesto semplifica l'abito eliminando tutti gli elementi di esibizione cheaveva avuto fino ad allora.Le proposte alternative all'abito “tradizionale” sono moltissime, ma nonsempre è alternativa l'idea che è sottesa a questa scelta. Abitoalternativo pare essere un abito che sia in linea con la personalità dellasposa, che la esalti e la faccia in qualche modo distinguere comeoriginale e unica. Ma tutte queste parole sono quelle che si utilizza l'“industriamatrimonio” per pubblicizzare l'abito da principessa.Ci pare allora che il concetto di alternativo sia quello di evitare di essere parte di una “recita delmatrimonio” teso a proporre una realtà avulsa da quella quotidiana. Siamo ancora molto lontani da proposte o certezze, consapevoli di avere appena scalfito un temadifficile, importante e non sondato.

1909

Chanel 1926

Page 18: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

La nascita dell'abito da sposa.

"Dieci anni prima del suo tempo una moda è indecente; dieci anni dopo, è orrenda; ma un secolodopo, è romantica."(James Laver)

Il Novecento è stato caratterizzato da due tragiche guerre mondiali, che cambiaronodrammaticamente le vite di molte persone. Dopo di queste il mondo cambiò, nulla fu più comeprima. Furono proprio le abitudini e i costumi a rendere evidenti quei cambiamenti di mentalità edi stili di vita.

Anche l'abbigliamento, che è una manifestazione del costume, fu oggetto di un grandecambiamento: se il blocco delle importazioni limitò la varietà e la quantità di tessuti a disposizione,l'autarchia diede impulso alla creazione di nuovi tessuti che si diffusero velocemente anche perchéavevano prezzi accessibili ad una vasta parte della popolazione.

La moda femminile si semplificò sostanzialmente a causa della mancanza di tessuto e per le nuovemansioni lavorative che le donne assunsero durante la guerra e che richiedevano un abbigliamentopiù comodo.

Altro aspetto importante di questo periodo è l'emancipazione della donna. Dopo aver lungamentelottato per ottenere tutti quei diritti rimasti fino a quel momento prerogativa solo maschile, ladonna nel dopo guerra inizia lentamente a veder riconosciute le proprie rivendicazioni e inizia aprospettarsi dinnanzi a lei la possibilità di una vita più libera rispetto a quella precedentecaratterizzata da costrizioni ed obblighi. Per la prima volta, assieme al diritto di voto, acquisisce lapossibilità di diventare parte attiva della società, lavorando e continuando ad occuparsi dei figli.Una donna attiva necessita di un abbigliamento comodo e pratico: perciò le lunghe gonne siaccorciano fino al ginocchio così da poter andare meglio in bicicletta, le scarpe con un minimotacco e i tessuti caldi e resistenti vengono confezionati con linee più sobrie e rigorose.

Nella prima metà del Novecento si osserva una vera e propria rivoluzione della moda, data anchedall'influenza dei mezzi di comunicazione come cinema, fotografia, giornali e televisione. La modainizia ad essere influenzata da modelli provenienti da nazioni diverse, sopratutto Francia e StatiUniti. Negli anni '60 accanto all'alta moda, destinata a produrre pochi capi su misura per unaclientela esclusiva, e alla moda pronta a prezzi più accessibili, prodotta su larga scala, destinata allaclasse medio – borghese, nascono proposte industriali più popolari. Il vestito diviene così, per laprima volta un fenomeno di massa, perché appare nei mezzi di comunicazione, viene portata allagente da pagine di giornali, dai grandi schemi e dai manifesti pubblicitari, ciò indusse più persone avoler indossare medesimi modelli e colori. Questa moda è ispirata ad alcuni elementi tendenza chevenivano proposti dalle dive del cinema e della musica.

Per quanto riguarda il matrimonio, esso subisce una vera e propria rivoluzione nella sua essenzapiù intima, in quanto si mette in discussione l'uso, consolidato nei secoli precedenti, che voleva cheil matrimonio fosse deciso dai genitori degli sposi. Ora si tende a sposarsi assecondando unadecisione dei due sposi che solitamente sono guidati a questo passo da un sentimento d'amore enon per dovere o per interesse economico.

Page 19: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

L'abito della sposa non deve quindi rispecchiare alcun ceto sociale, e la scelta di come vestire pinquel giorno avviene sempre più secondo scelte di gusto personale.

Però la libertà è sempre influenzata dalle scelte del mercato e dalle proposte che la moda offreattraverso il cinema e le riviste.

Quindi negli abiti della ragazze del popolo degli anni 50 e 60 è ben presente l'influenza di Dior.

Gli abiti di Christian Dior volevano rappresentare una svolta rispetto agli anni della seconda guerramondiale, così lanciò, nel 1947, la sua prima collezione soprannominata «New Look» , in cui lecreazioni consistevano in abiti sfarzosi ed eleganti, caratterizzati dal ritorno del corsetto e dallagonna con sottostrutture. Lo stilista riprese quindi i canoni stilistici tardo Ottocento, per realizzareabiti in chiave moderna con abbondanza di tessuti pregiati. In questo modo Dior marcò la suavolontà di voltare pagina e non pensare ai momenti bui delle guerre.

Tra le icone più famose dello spettacolo che iniziarono ad indossare i suoi abiti ricordiamo: RitaHayworth, Betty Grable, Lana Turner e Gene Tierney. Le donne comuni non potevano permettersile costose vesti di Dior, ma per il giorno del matrimonio indossavano abiti che riprendevano lestesse linee e lo stesso stile del "New Look", così che per quel giorno la sposa si sentisse unica ebella, in quanto, il mattino seguente, avrebbe indossato di nuovo l'abito da lavoro.

L'abito da sposa é un bisogno da soddisfare?

Il matrimonio è un simbolo, una promessa, un legame allo scopo di formare una famiglia e ancoraoggi è fonte di acceso dibattito quale sia il fine ultimo di questa unione. Che sia circoscrittaall'ambito biologico procreativo o che abbracci valori emotivi ed etici, il matrimonio rimane un attosolenne, una promessa per la vita.

A livello sociale, il matrimonio costruisce una nuova identità, una persona diventa indipendentepassando, dalla figura di figlio, a quella di adulto responsabile di una propria famiglia I matrimonioè quindi al contempo rito di passaggio e atto sociale perché partendo da questo la persona checostituisce, cura e costruisce una nuova realtà famigliare.

Il grande giorno rimarrà dunque impresso nella mente degli sposi (e in quella di chi parteciperà)per tutta la vita e si cerca in ogni modo di rendere quelle ore indimenticabili, caratterizzate daricchezza e sfarzo, eleganza e originalità.

In particolare, la cosa più complessa e per cui si spendono più energie, è la scelta e l'acquisto delvestito della sposa: dopo averne provati svariati modelli, pensato e ripensato alla scelta giusta dafare, si acquista quell'abito fa sentire la sposa speciale nell’occasione desiderata e sentita, che nerispecchia ogni parte, che la fa sentire bella come in nessuna altra occasione: la principessa per ungiorno.

Ecco come, allora, si ricerca la stessa aura di perfezione dei matrimoni delle nobili principesse odelle star del cinema: emulare l'apparente perfezione delle loro vite per qualche ora, sentendo diappartenere a una classe sociale e avere possibilità che non ci appartengono quotidianamente: ciòspesso accade a causa di una forte pressione pubblicitaria dettata dalle regole del commercio.

Page 20: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Spesso la perfezione che si ricerca viene fornita daimodelli della sartoria italiana e quella internazionale, checreano abiti sontuosi per star e principesse, contribuendoa renderle oggetto di desiderio, ingaggiando unacompetizione tra le future spose, al fine di emulare le staral meglio durante la loro cerimonia, anche perché nelquotidiano e nelle occasioni mondane poche potevanopermettersi di imitarle, indossando i loro abiti.

L’abito e la sposa da sogno sono una creazionepubblicitaria che promuove atelier di moda e dive di Hollywood.

Ci sono altre dive in senso lato, quali le principesse, Grace Kelly, Audrey Hepburn o JacquelineKennedy, che hanno in comune il fatto di rappresentare un sogno per aver sposato un uomo disuccesso e di rappresentare storie romantiche in cui il matrimonio era il coronamento dei lorosogni, così come sottolineato anche dal film Mona Lisa Smile, di Mike Newell., che racconta unospaccato di vita americana degli anni '50

Grace Kelly e Audrey Hepburn

L'abito nuziale di Grace Kelly fu indossatodall'attrice il giorno del suo matrimonio con ilprincipe Ranieri III di Monaco. L'abito dellafamosissima attrice viene ricordato come unodei più eleganti vestiti del XX secolo e, diconseguenza, tante furono le donne checercarono di emularla. Il corpetto, le duegonne sovrapposte, il libretto delle preghiereincastonato di perle, il velo e tutti gli elementidell'abito furono dichiarati non solo bellissimi,ma come “il più abile esempio di prodottoamericano”. In tempi recenti, l'abito sembra

essere stato emulato per le sue nozze da unanuova componente della famiglia reale, KateMiddleton, a dimostrazione del fatto che ilfascino in parte segue le mode, se è presentein opere che diventano poi, a ragione, iconedi stile.

Kirsten Dunst nel film Mona Lisa Smile

Page 21: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Diversa dalla prima ma ugualmentespettacolare e iconica, troviamo AudreyHepburn e le vicende scottanti dei suoiabiti. Il primo non fu mai indossato. Siamonel 1952 e la Hepburn si reca a Roma pergirare il film “Vacanze romane”; si recònell'atelier delle allora emergenti SorelleFontana per farsi realizzare da loro l'abitonuziale. A pochi giorni dall'evento chel'avrebbe vista unirsi a un ricco londinese,l'attrice ripensò al matrimonio e non vollepiù sposarsi e chiese alle sorelle, cheavevano già confezionato l'abito, diregalarlo a qualche ragazza povera chealtrimenti non sarebbe potuta andare anozze in abito bianco. Questo era a manica lunga, attillato, con una gonna liscia e ampia sul fondoa formare un lungo strascico. Successivamente, per i due matrimoni che la videro sposa, si affidò aGivency, che non fece mai abiti troppo sfarzosi su indicazione della grande attrice.

Page 22: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

Per amore, solo per amore

Il matrimonio e l'amore sono stati per secoli ambiti separati: oggi è proprio impossibile pensareche ci si sposasse per ragioni del tutto diverse dall'amore. Oggi il concetto d'amore ha raggiuntoun'importanza e una centralità che non ha mai avuto.

E' tuttavia un dato di fatto che suggellare i matrimoni spinti dall'amore, e non da decisioni deigenitori, per opportunità sociali o economiche, non abbia aumentato la loro durata.Apparentemente anzi i matrimoni “per amore” sono molto più brevi.

Ma non è così.

In passato ci si sposava in una condizione totalmentediversa rispetto a quella di oggi: in particolare la donnanon aveva le stesse condizioni di diritti e il matrimonionon era una scelta ma l'unica prospettiva che gli sipresentasse per realizzare la sua vita.

Questo aveva atteso la sposa fin da bambina, di questoera fatta la sua educazione e i suoi passatempi.

All'interno del matrimonio la donna (che non avrebbepotuto avere molte possibilità di mantenersi come

single) era in una condizione di sottomissione, cioè le decisioni, l'amministrazione della casa e tuttequelle cose che oggi pensiamo sia normale prendere di comune accordo, erano di esclusivoappannaggio della volontà del marito.

In un contesto simile è chiaro che i matrimoni duravano.

In un regime di parità tra i coniugi e in una società in cui la donna ha gli stessi diritti dell'uomo, ilmatrimonio è una libera scelta tra i coniugi, coniugi che per la prima volta nella storia hanno lapossibilità di permanere o di cambiare la loro condizione.

Il concetto di matrimonio oggi è quindi una realtà “giovane” nella quale si sperimentano modalità eatteggiamenti che sono talmente nuovi e variabili che probabilmente non siamo preparati a viverliappieno.

Ogni persona è unica e, quindi, possiede un personale concetto di amore. La nostra idea d'amoreriflette chi siamo, i nostri desideri, i nostri valori, le nostre aspettative e il nostro modo di vivere lerelazioni. La parola “Amore” è tra le più usate nel linguaggio comune.Se ne parla di continuo: tra le persone, in televisione, sulle riviste; sull’amore si scrivono messaggi,poesie, libri … eppure sembra proprio difficile dare una definizione univoca dell’Amore che mettatutti d’accordo.La definizione da dizionario: L’amore è un sentimento intenso e profondo di affetto, simpatia edadesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale”.Una definizione oggettiva non rende ragione del nostro modo di vivere l’amore e dei nostri bisogniintimi che sono sottesi a questo sentimento.Se ne parla di continuo forse proprio perché il concetto dell’amore è davvero inafferrabile. Difronte all’amore, ci sentiamo vulnerabili e allora sentiamo il bisogno di cercare una definizione,

Page 23: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

una forma precisa a un sentimento che a volte ci fa perdere la nostra razionalità. L’idea che noi cifacciamo dell’amore riflette il nostro mondo interiore. Oggi il sentimento amoroso viene dimostrato maggiormente rispetto a quanto si faceva in passato.Potremmo dire che le persone sono meno timide ed non hanno timore di dimostrare il loro affettoin pubblico. Negli anni passati l’amore era molto più intimo, questo perché c’era una diversoconcetto di dimostrare l’amore. Non si deve andare molto lontano per vedere la differenza; bastipensare ai tempi dei nostri nonni, dove i giovani non potevano uscire da soli, ma solo in “comitiva”.Oggi i gesti di affetto sono tanto frequenti e manifesti che rischiano di essere banalizzati. Tutto èsui social come se l'amore , per essere vero avesse bisogno di essere mostrato a più personepossibile.

Assistiamo quindi tutti i giorni ad una “spettacolarizzazione dell'amore”, non solo di coppie celebri,consacrate dalla fama dello spettacolo o dei media, ma anche di perfetti sconosciuti.

Ci sono riti collettivi che nessuno più mette in discussione relativi all'amore la cui origine moltoantica è stata del tutto oscurata da più recenti pratiche commerciali.

Calendario dell'amore

Anche le feste legate all'amore sono prive di un significato profondo ma appoggiano suconsuetudini commerciali, eppure , a guardare il calendario ci sarebbero diverse figure, nonrivoluzionarie, ma classiche e ben conosciute che potrebbero sostituire il “santo degli innamorati”.

14 febbraio

Infatti la festa più diffusa legata all'amore è San Valentino

Questa festa nasce per il bisogno della religione cristiana diporre termine ad un popolare rito pagano dedicato al dioLupercus (rito risalente al IV sec. a.C.). Durante questo ritovenivano estratti a sorte i nomi delle donne e degli uominicreando coppie che per un intero anno avrebbero vissutoin intimità affinché il rito della fertilità ed il Dio fosseroonorati. Nel 469 il papa Gelasio I, considerando immoralequesta vecchia pratica, cercò un Santo e scelse San Valentino, un vescovo che era statomartirizzato quello stesso giorno, circa duecento anni prima. I motivi per questa scelta si pensasiano dovuti alla coincidenza del giorno perche papa Gelasio stesso scrisse di lui che era un uomo ilcui nome riceveva “giusta reverenza”, ma i cui atti meritori erano “noti soltanto a Dio”. In altreparole, anche Papa Gelasio aveva pochissime certezze su chi davvero fosse San Valentino e su checosa avesse fatto prima di essere decapitato dalle autorità romane.

Negli antichi documenti si trova traccia di tre diversi San Valentino collegati al 14 febbraio e non èchiaro se siano tre persone distinte, oppure racconti differenti della vita della stessa persona. Adogni buon conto, uno di questi santi era nato a Terni, una città di cui era poi divenuto vescovo. Unaltro era un sacerdote romano e un terzo infine era un vescovo della provincia romana d’Africa.

San Valentino rimase un santo tutto sommato poco interessante fino al basso medioevo, quandoGeoffrey Chaucer, l’autore dei “Racconti di Canterbury”, scrisse di “antiche leggende”

Page 24: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

(probabilmente inventate da lui stesso) in cui San Valentino veniva associato a racconti cheavevano a che fare con amanti o altri fatti amorosi. Insomma, Chaucer recuperava San Valentinoper trasformarlo nel santo dell’amor cortese che proprio in quegli anni cominciava a diffondersi tral’aristocrazia europea. Dal Regno Unito è arrivata negli Stati Uniti, dove nel corso dei secoli è stataistituzionalizzata e commercializzata, fino a far sparire quasi completamente la figura delmisterioso santo e lasciare tutto il resto.

6 dicembre

Un santo che fece un miracolo per favorire il matrimonio esiste ed è noto a tutti: San Nicola.

Il santo fece un miracolo eccezionale: la leggenda narra di un padre poverissimo che, non potendoprocurare la dote per far sposare le tre figlie, si era rassegnato a vederle sulla via dellaprostituzione. San Nicola mosso a compassione per la sua fervente preghiera fece dono alle tregiovani vergini, di una buona dote sotto forma di tre mele dorate.

Da questo miracolo prese origine la figura di Santa Claus (o Klaus), conosciuto in Italia come BabboNatale, che fa doni ai bambini. Ma soprattutto presero origine vari enti che si procurarono disalvare dalla strada le giovani indigenti procurando loro una dote.

28 agosto

Un altro santo che è collegato spesso alla parola Amore, nel senso più alto e completo del termineè sicuramente sant'Agostino. Proprio a lui si devono le pagine più belle dedicate all'Amore, comead esempio quella da cui è tratto questo brano:

“Se tacete, tacete per amore. Se parlate, parlate per amore. Se correggete, correggete per amore.Se perdonate, perdonate per amore. Sia sempre in voi la radice dell'amore, perché solo da questaradice può scaturire l'amore. Amate, e fate ciò che volete.L'amore nelle avversità sopporta, nelle prosperità si modera, nelle sofferenze è forte, nelle operebuone è ilare, nelle tentazioni è sicuro, nell'ospitalità generoso, tra i veri fratelli lieto, tra i falsipaziente. E' l'anima dei libri sacri, è virtù della profezia, è salvezza dei misteri, è forza della scienza,è frutto della fede, è ricchezza dei poveri, è vita di chi muore. L'amore è tutto.”

“Amore: quanto mi costi?”

È vero anche che il matrimonio col passare del tempo è diventato sempre più una questionecommerciale, intorno a questo evento c’è una speculazione di soldi veramente notevole. L’eventosta rischia di diventare solo un momento di apparizione, di ostentazione, di eccessi; non vi è moltasemplicità. Si dice che quel giorno sia il più importante della propria vita, e per tale ragione glisposi vogliono che sia indimenticabile, per loro stessi anche per gli invitati alla cerimonia. Taliconcetti vengono sostenuti dalle tv, dalle riviste di matrimoni, di gossip; si per far vivere un giornoindimenticabile, ma soprattutto per un profitto economico.

Si sono moltiplicati i programmi televisivi in cui il matrimonio ha perso ogni sacralità o intimità perdiventare uno spettacolo.

Spettacolo fatto da sconosciuti e guardato da perfetti estranei.

Page 25: La “tradizione” dell’abito da sposa - sigonio.edu.it · sulla storia dell’abito da sposa attraverso i documenti, cercando di guardare oltre gli stereotipi, e non ci siamo

In alcune trasmissioni è posta al centro la gare che decreta il matrimonio più bello, in altreprotagonista è l'abito più adatto alla sposa, in altri ancora lo sposo deve organizzare tutto senzal'aiuto dell'ignara sposa che si troverà alla propria cerimonia al pari degli altri invitati.

In ogni caso lo scopo di queste trasmissioni è puramente commerciale perché chi li guarda puòprendere spunto per celebrare la propria festa di matrimonio e sognare immaginandosi quelgiorno. L’intrattenimento televisivo è molto seguito alimenta l'illusione alle telespettatrici di essereaiutate ad organizzare il loro giorno bello.

A questo stesso scopo, negli ultimi anni si sono moltiplicate le fiere dedicate appositamente allacelebrazione e al matrimonio.

Le fiere dedicate alla sposapubblicizzano e propongonoabiti, acconciature e tutti gliaccessori per gli sposi;bomboniere, partecipazioni,fiori e addobbi, servizifotografici e riprese video,animazione eaccompagnamenti musicali,

auto d'epoca, sportive di lusso per gli spostamenti viaggi di nozze, ogni tipo possibile edimmaginabile di ricevimento: dal rinfresco, all'aperitivo, al pranzo, alla giornata in una villaesclusiva per sposi ed ospiti... e tutto ciò che può rendere indimenticabile il giorno del propriomatrimonio.

Il loro slogan è quello di riuscire a far vivere agli sposi una favola, un sogno, un giorno principescoma dietro a questa atmosfera di gioia, si nasconde la dura legge del mercato.

Qui, e nelle trasmissioni tv, tutto è business.

Nonostante ciò speriamo che gli sposi riescano ad occuparsi anche della realizzazione della lorovita d’amore, quella che inizia una volta svegliati dal magnifico giorno da sogno.