Diagnosi di Retinoblastoma tramite l'applicazione della tecnica Next ...
La Terapia Parodontale Rigenerativa: Stato dell'Arte Rigenerazione Parodontale.pdf · Tuttavia gli...
Transcript of La Terapia Parodontale Rigenerativa: Stato dell'Arte Rigenerazione Parodontale.pdf · Tuttavia gli...
Page 1 of 38
La Terapia Parodontale Rigenerativa:
Stato dell'Arte
Pierpaolo Cortellini e Maurizio S. Tonetti
§ Accademia Toscana di Ricerca Odontostomatologica, Firenze, Italy * ERGOPERIO, Berne, Switzerland
Dott Pierpaolo Cortellini Via C Botta 16 50136 Firenze, Italia Tel + 39 055 243950 Fax + 39 055 2478031 e-mail: [email protected]
Page 2 of 38
Riassunto
Una notevole mole di evidenza scientifica indica che la terapia parodontale rigenerativa è
un approccio efficace e predicibile per il trattamento dei difetti infraossei isolati e multipli.
Meta analisi prese da revisioni sistematiche della letteratura dimostrano un vantaggio
clinico in termini di guadagno di attacco nell’applicazione di DFDBA, amelogenine e
barriere rispetto al lembo per accesso da solo. D’altro canto è evidente una notevole
variabilità fra diversi studi e fra soggetti di uno stesso studio. Questa variabilità viene
spiegata, almeno in parte, in termini di differenti caratteristiche dei pazienti e dei difetti e
differente abilità e competenza del chirurgo. I fattori legati al paziente sono il fumo,
l’igiene orale domiciliare e la quantità di infezione residua al termine della terapia causale. I
fattori legati al difetto includono la profondità e l’angolo radiologico del difetto, il numero
di pareti osse residue, la profonditaà della tasca e il grado di ipermobilità dentale. Requisiti
indispensabili sono la capacità di manipolare i delicati lembi a preservazione di papilla e
la conoscenza delle indicazioni e dei limiti dei diversi materiali rigenerativi. In questa
revisione viene presentata una strategia di approccio clinico per ottimizzare il disegno del
lembo chirurgico, la selezione del materiale rigenerativo e l’applicazione di suture passive.
La strategia presentata è supportata da evidenza scientifica.
Page 3 of 38
1. Introduzione
Tecnologie rigenerative parodontali sono applicate per migliorare i risultati clinici a lungo
termine di denti parodontalmente compromessi. La rigenerazione parodontale viene scelta
per ottenere: i) un guadagno di attacco parodontale ed osso di un dente gravemente
compromesso; ii) una riduzione della profondità di sondaggio; iii)un minimo o assente
aumento di recessione gengivale. Tuttavia gli attuali approcci sono sensibili alla tecnica ed
il successo clinico richiede l'applicazione di precise strategie diagnostiche e di
trattamento. Obiettivo di questo articolo è esaminare la letteratura scientifica corrente
sottolineando i punti di forza e di debolezza degli approcci di rigenerazione parodontale in
difetti infraossei.
Evidenza dell'efficacia e della applicabiltà clinica
L'efficacia clinica delle procedure parodontali rigenerative è stata ampiamente valutata in
studi clinici controllati randomizzati che hanno confrontato la procedura rigenerativa con
un approccio a lembo standard. l'evidenza di questi studi è stata recentemente riassunta in
una meta-analisi eseguita su dati ricavati da revisioni sistematiche della letteratura
pubblicata. negli anni 2002 e 2003 l' European Workshop on Periodontology ed il
Workshop sulle tecnologie emergenti in Parodontologia hanno fornito una grande quantità
di valutazioni sistematiche dell'evidenza sulle tecnologie attualmente disponibili. Queste
includono l'uso di barriere (guided tissue regeneration, GTR), l'uso di materiali da innesto e
l'uso di materiali rigenerativi biologicamente attivi.
Page 4 of 38
L'evidenza dell'efficacia clinica delle membrane è stata valutata nelle revisioni sistematiche
e meta-analisi eseguite da Needleman et al1, Jepsen et al 2 and Murphy et al3. Per difetti
infraossei, 26 studi controllati con 867 difetti infraossei sono stati inclusi3. L' applicazione
di barriere risultava in un guadagno di attacco clinico addizionale di più di 1 mm rispetto al
lembo si accesso che fungeva da controllo. I risultati di larghi studi prospettici
multicentrici condotti in studi privati4-6 supportano definitivamente il beneficio aggiuntivo
delle membrane nel migliorare i livelli di attacco clinico in difetti infraossei e perciò la loro
efficacia ed applicabilità.
L'efficacia di materiali di innesto è stata valutata in due revisioni sistematiche compiute da
Trombelli et al7 and by Reynolds et al8 . Poiché queste due revisioni sistematiche hanno
utilizzato criteri significativamente differenti per l'inclusione nello studio, i risultati non
sono sovrapponibili. Trombelli et al7, che hanno incluso solo studi controllati che
riportavano cambiamenti nei livelli di attacco clinico come risultato clinico primario,
concludevano che c'era evidenza insufficiente per supportare l'uso clinico di sostituti ossei
come materiale di innesto in difetti infraossei, poiché: i) c'era una importante eterogeneità
tra gli studi inclusi; ii) l'entità dell'effetto aggiuntivo era piccola; e iii) c'erano differenze che
non consentivano mettere insieme risultati ottenuti con materiali diversi. Nell'altra meta-
analisi su difetti infraossei, sono stati inclusi 27 studi controllati con 797 difetti
infraossei8. L'applicazione di innesti ossei risultava in un guadagno di attacco clinico di 0,5
mm in più rispetto al lembo di accesso del gruppo controllo. Benefici addizionali maggiori
a favore dell'applicazione di innesti ossei venivano osservati ogni qual volta misurazioni
dei tessuti duri (riempimento osseo e risoluzione del difetto) erano usate come outcome
Page 5 of 38
measures.
L'evidenza dell'efficacia clinica di materiali rigenerativi biologicamente attivi in difetti
infraossei è stata riassunta in meta-analisi solo per i derivati della matrice dello smalto7,9 .
I risultati di 8 studi comprendenti 444 difetti hanno indicato che le amelogenine forniscono
benefici addizionali di una entità pari a tre quarti di mm in termini di guadagno di attacco
clinico. Questi dati sono in accordo con quelli di un grosso studio multicentrico condotto
in studi privati che ha dimostrato sia l' efficacia l'applicabilità dei derivati della matrice dell
smalto in difetti infraossei10 .
Fattori Prognostici legati al Paziente ed al Difetto
I dati discussi nell'introduzione indicano che è possibile ottenere miglioramenti clinici
superiori a quelli della chirurgia a lembo trattando i difetti infraossei con terapia
rigenerativa, ma suggeriscono anche una grande variabilità nei risultati clinici tra i diversi
studi. Una serie di fattori prognostici associati ai risultati clinici sono stati identificati
utilizzando analisi statistiche multivariate 11-15. L'attenzione è stata focalizzata su alcuni
fattori importanti legati al paziente ed al difetto.
L' evidenza suggerisce che il livello di controllo della parodontite è associato ai risultati: la
persistenza di uno scarso controllo di placca, alti livelli di sanguinamento al sondaggio,
così come la persistenza di un'alta carica batterica totale o patogeni specifici (o complessi
di patogeni) sono tutti stati associati in modo dose-dipendente a scarsi risultati
clinici11,12,14,16,17 .
Page 6 of 38
Il livello di controllo di placca domiciliare ha un effetto notevole e dose dipendente sul
risultato della rigenerazione parodontale. In pazienti con livelli ottimali di controllo di
placca sono stati osservati maggiori guadagni di attacco clinico rispetto a pazienti con
un'igiene orale meno ideale12-14 .
Uno studio retrospettivo ha dimostrato che il fumo di sigarette causava una risposta alla
rigenerazione significativamente ridotta se paraganota a quella dei non fumatori12. I dati
mostravano che il fumo di sigarette era associato a minori guadagni di attacco clinico. Il
guadagno di attacco in soggetti che fumavano più di dieci sigarette al giorno era 2.1 ± 1.2
mm contro 5.2 ± 1.9 mm osservati in non fumatori12. In seguito una serie di studi hanno
confermato che il fumo esplica un effetto negativo dose-dipendente sul guadagno di
attacco clinico4,5,15,18,19 .
La morfologia del difetto gioca un ruolo primario sulla guarigione in seguito a trattamento
parodontale rigenerativo di difetti infraossei. Questo è risultato da studi che hanno
mostrato che la profondità e la larghezza della componente infraossea del difetto influenza
la quantità di attacco clinico ed osso guadagnati ad 1 anno. Più era profondo il difetto
maggiore era l'entità dei miglioramenti clinici, mentre più largo era il difetto minori
risultavano i guadagni di attacco e di osso11,13,20 . In uno studio controllato tuttavia è stato
dimostrato che profondi o poco profondi hanno lo "stesso potenziale" di rigenerazione21.
Quindi, tarttando difetti profondi ci dovremmo aspettare quantità di guadagno di attacco
maggiori che trattando difetti poco profondi, ma in entrambi i casi dovremmo essee in
grado di esprimere il potenziale rigenerativo fino a riempire completamente la componente
infraossea del difetto. la larghezza della componente infraossea del difetto è data
Page 7 of 38
dall'angolo che la parete ossea del difetto forma con l'asse lungo del dente. In uno studio su
242 difetti infraossei trattati con membrane, Cortellini & Tonetti22 hanno dimostrato che
difetti con un angolo radiografico di 25° o meno guadagnavano ripetutamente più attacco
(1.6 mm in media) dei difetti di 37° o più.
Due recenti studi longitudinali hanno analizzato l'importanza dell'angolo radiografico
iniziale del difetto infraosseo dopo l'uso di amelogenine23 o di una combinazione di
sostituti ossei e membrane24. L'impatto della larghezza dell'angolo radiografico iniziale
veniva confermato per le amelogenine, ma non per la più stabile terapia combinata. Questi
dati sono in accordo con il concetto che la scelta della tecnologia rigenerativa può
parzialmente compensare le caratteristiche morfologiche negative dei difetti infraossei.
Una precedente analisi secondaria di uno studio clinico controllato su membrane PTFE
rinforzate al titanio13 indicava che con l'uso di membrane supportate la rilevanza dei
parametri legati alla morfologia del difetto poteva essere ridotta.
E' stato anche dimostrato che il numero di pareti ossee residue era legato ai risultati di
diversi approcci rigenerativi25,26. Tale questione è stata affrontata in relazione alla
rigenerazione guidata dei tessuti in tre studi11,13,27. In uno studio, il guadagno di attacco
clinico riportato ad 1 anno era in media 0.8 ± 1.3 mm. Questo guadagno corrispondeva alla
profondità della componente infraossea a tre pareti del difetto27. Negli altri due studi, al
contrario, i guadagni di attacco non erano legati alla configurazione del difetto in termini di
componenti ad una, due o tre pareti11,13.
E' stato suggerito che lo stato endodontico possa essere un potenziale fattore rilevante in
terapia parodontale. Uno studio clinico su 208 pazienti consecutivi con un difetto
Page 8 of 38
infraosseo ciascuno ha dimostrato che un trattamento endodontico eseguito correttamente
non influenza negativamente la guarigione e la stabilità a lungo termine dei risultati di
difetti infraossei profondi trattati con membrane28.
La mobilità dentale è stata a lungo considerata un importante fattore per la rigenerazione
parodontale29. Recentemente una analisi multivariata di uno studio clinico controllato ha
dimostrato che l'ipermobilità dentale era associata negativamente ed in modo dose-
dipendente ai risultati clinici della rigenerazione5. Sebbene significativa, l'entità dell'effetto
era piccola all'interno del range della mobilità fisiologica. Un'altra recente analisi secondaria
di 3 studi pubblicati precedentemente ha valutato i risultati rigenerativi di denti
ipermobili30. Questa indagine indicava che denti con mobilità iniziale inferiore ad 1 mm
orizzontalmente potevano essere trattati con successo con rigenerazione parodontale.
In base a questi risultati, si può concludere che difetti infraossei profondi e stretti su denti
sia vitali che trattati endodonticamente sono quelli nei quali possono essere ottenuti i
risultati più significativi e predicibili tramite GTR. Una mobilità dentale severa ed
incontrollata (classe II o superiore) può compromettere i risultati rigenerativi.
L'approccio chirurgico L' esposizione della membrana con conseguente contaminazione batterica durante la
guarigione ha rappresentato in passato la maggiore complicazione delle procedure
rigenerative. L'esposizione di membrana era riportata essere un'importante complicazione
con prevalenza nel range tra 50 e 100%15,19,27,31-38. Cortellini et al18,39 riportavano che la
prevalenza dell'esposizione di membrana poteva essere notevolmente ridotta con l'uso di
Page 9 of 38
lembi di accesso specificatamente disegnati per preservare i tessuti interdentali (tecnica di
preservazione della papilla modificata).
Molti studi hanno mostrato che le membrane esposte sono contaminate da
batteri16,33,35,36,40-46 .
La contaminazione di membrane esposte sia non-riassorbibili che riassorbibili era associata
con minori guadagni attacco clinico in difetti infraossei33,36,37,44,46.
Un altro concetto importante associato ai risultati clinici è la copertura del tessuto
rigenerato dopo la rimozione di una membrana non-riassorbibile. Molti autori hanno
riportato che il frequente verificarsi di una deiscenza gengivale sopra la membrana
potrebbe risultare in una protezione insufficiente del tessuto interdentale
rigenerato11,31,33,34. L'esposizione del tessuto rigenerato nell'ambiente orale comporta rischi
di insulti meccanici ed infezioni che a loro volta possono prevenire la completa
maturazione del tessuto rigenerato in nuovo attacco connettivale. In effetti, la copertura
incompleta del tessuto rigenerato era associata ad un ridotto guadagno di attacco e di osso
ad 1 anno11. Il posizionamento di un innesto gengivale libero a forma di sella sul tessuto
interdentale rigenerato (Fig. 28-N) fu suggerita47 per offrire una migliore copertura e
protezione rispetto ad una lembo gengivale con una deiscenza.
In generale, lo sviluppo di nuove procedure mirava ad una completa preservazione del
tessuto marginale al fine di ottenere e mantenere una chiusura primaria al di sopra del
materiale rigenerativo applicato, durante le fase critiche della guarigione. Specificatamente,
i disegni dei lembi cercavano di raggiungere una chiusura primaria passiva del lembo
combinata ad un'ottima stabilità della ferita.
Page 10 of 38
Lembi a preservazione di papilla
La tecnica di preservazione della papilla modificata (MPPT) fu sviluppata al fine di
aumentare lo spazio per la rigenerazione e di ottenere e mantenere una chiusura primaria
del lembo nello spazio interdentale18,39. La MPPT consente una chiusura primaria dello
spazio interdentale, con conseguente migliore protezione della membrana dall'ambiente
orale39. In uno studio clinico controllato randomizzato su 45 pazienti18, un guadagno di
attacco significativamente maggiore era ottenuto con la MPPT e membrane rinforzate al
titanio (5.3±2.2 mm), rispetto alla GTR convenzionale (4.1±1.9 mm) o alla chirurgia a
lembo (2.5±0.8 mm), dimostrando che un approccio chirurgico modificato può risultare in
migliori risultati clinici.
Una recente meta-analisi3 ha mostrato l'esistenza di una tendenza che associa migliori
risultati clinici a studi nei quali sono stati utilizzati disegni del lembo e tecniche di
chiusura che promuovono il raggiungimento ed il mantenimento di una chiusura primaria
del lembo. La MMPT può essere applicata con successo in siti in cui la larghezza dello
spazio interdentale è di almeno 2 mm nella porzione più coronale della papilla ed insieme
a d una varietà di materiali rigenerativi come EMD10 o fattori di crescita e innesti ossei6,48.
Quando i siti interdentali sono più stretti, una diversa procedura di preservazione della
papilla (il lembo di preservazione della papilla semplificata, SPPF) è stata proposta49.
Nello studio citato, è stato possibile chiudere al di sopra di membrane riassorbibili il 100%
delle papille interdentali strette ed il 67% ha mantenuto una chiusura primaria nel tempo,
Page 11 of 38
risultando in guadagni di attacco clinico di 4.9 ± 1.8 mm. Questo approccio è stato
applicato con successo in diversi studi clinici randomizzati multicentrici disegnati per
testare la generalizzabilità dei benefici aggiuntivi derivanti dall'uso di membrane in difetti
infraossei profondi4,5 ed insieme ad una varietà di materiali rigenerativi come EMD10 e
innesti ossei6,50.
Il concetto della manipolazione dei tessuti per ottenere una protezione stabile del sito
rigenerato è stato ulteriormente sviluppato, applicando un approccio microchirurgico
nella terapia rigenerativa dei difetti infraossei. In uno studio di coorte su 26 pazienti con
26 difetti infraozzei trattati con le tecniche si preservazione della papilla, la chiusura
primaria al di sopra delle barriere veniva ottenuta nel 100% dei casi e mantenuta nel
tempo in 92.3% dei siti51. Treatment resulted in large amounts of CAL gains (5.4 ± 1.2
mm), con una minima recessione gengivale (0.4 ± 0.7 mm).
Oggi, l'uso di disegni di lembo a preservazione di papilla e tecniche di chiusura del lembo
sono diventate l'approccio standard per la chirurgia parodontale rigenerativa.
Tecnica chirurgica minimamente invasiva (MIST)
Al fine di preservare ancor più la stabilità della ferita e di limitale ulteriormente la
morbilità, un lembo a preservazione di papilla può essere usato nel contesto di una tecnica
chirurgica minimamente invasiva associata a sistemi di ingrandimento ad alta potenza52.
L’approccio minimamente invasivo è particolarmente adatto in caso di terapie che
prevedano l’uso di agenti biologicamente attivi come EMD o fattori di crescita. La papilla
interdentale associata al difetto viene resa accessibile utilizzando il lembo a preservazione
Page 12 of 38
di pailla semplificato (SPPF49) o la tecnica di preservazione di papilla modificata
(MPPT39). Tutte le procedure chirurgiche vengono eseguite con l’ausilio di un
microscopio o di un sistema di ingrandimento tra i 4X ed i 16X48,51. Strumenti
microchirurgici vengono adoperati, ogni qual volta sia necessario, come complemento del
normale set di strumenti. Questo approccio è stato testato preliminarmente in due case-
series con un totale di 53 difetti infraossei profondi52,53 in press. I risultati ad 1 anno hanno
mostrato miglioramenti clinici significativi (guadagno di attacco clinico di 4.8±1.9mm e
88.7±20.7% di risoluzione clinica del difetto) accompagnati da una drastica riduzione della
morbilità.
Materiali per la chirurgia rigenerativa
Nei primi tentativi di GTR, un filtro da laboratorio prodotto da acetato di cellulosa
(Millipore®) era usato come membrana occlusiva54-56. Sebbene questo tipo di membrana
svolgesse la sua funzione, non era ideale per l'applicazione clinica. Studi successivi hanno
utilizzato membrane non riassorbibili di politetrafluoroetilene espanso (e-PTFE)
disegnate specificatamente per rigenerazione parodontale (Gore Tex Periodontal
Material®). Questo tipo di membrana doveva essere rimossa in un secondo intervento. Le
membrane di e-PTFE sono state usate con successoin esperimenti animali ed in molteplici
studi clinici3.
Più recentemente, sono state introdotte barriere bioriassorbibili naturali o sintetiche per
GTR, al fine di evitare una seconda chirurgia per la rimozione della membrana. Barriere di
Page 13 of 38
collagene derivate da differenti specie e siti anatomici sono stati testati su animali ed
umani57-64. Barriere di acido polilattco o copolimeri di acido polilattico e acido
poliglicolico sono stati valutati in studi animali ed umani e sono comunemente usati65-73.
Ci sono diversi studi4,21,69,74,75 che indicano che simili risultati soddisfacenti possono
essere ottenuti con barriere riassorbibili di acido polilattico e poiliglicolico e con materiali
non riassorbibili (Fig 1a-g).
Gli innesti ossei comrendono un gruppo eterogeneo di materiali di origine umana
(autologhi o allogenici), animale o sintetica. Alcuni consistono di osso o altri minerali
esosheletrici, altri contengono principalmente matrice ossea. Solo poche di questi materiali
hanno dimostrato rigenerazione parodontale. Un trial clinico controllato randomizzato ha
fornito la prova istologica che la guarigione successiva all'applicazione di un innesto di
osso eterologo decalcificato (DFDBA) in difetti infraossei presenta una componente
rigenerativa tra la porzione apicale e quella media della profondità del difetto76-78.
L'efficacia clinica degli innesti allogenici in termini di guadagno di osso e di guadagno di
attacco clinico è supportata da una meta-analisi che indica un bone fill addizionale di 1
mm e un guadagno di attacco clinico addizionale di 0.4 mm8. Il numero totale di difetti che
hanno contribuito alla meta-analisi tuttavia è relativamente piccolo (136 per il guadagno di
attacco clinico e 154 per il bone fill). Inoltre non è stato condotto alcuno studio
multicentrico su ampia scala e perciò l'applicabilità di questi risultati alla pratica clinica
rimane ancora da stabilire.
Attualmente, due preparazioni costituite da fattori di crescita e/o differenziazione sono
disponibili per la rigenerazione parodontale: derivati della matrice dello smalto (enamel
Page 14 of 38
matrix derivative, EMD)in forma di gel e fattori di crescita di derivazione piastrinica
(platelet derived growth factor, PDGF) veicolati da un sostituto osseo di beta tricalcio
fosfato.
Una significativa evidenza preclinica supporta l'effetto positivo di PDGF sulla guarigione
e la rigenerazione parodontale79. Clinicamente, il supporto per l'uso di PDGF deriva da un
unico studio multicentrico condotto in Nord America80. In tale studio 180 difetti
comprendenti sia difetti infraossei che delle forcazioni sono stati trattati con una di due
concentrazioni di PDGF (0.3 mg/ml and 1.0 mg/ml) combinati con tricalcio o tricalcio-
fosfato da solo. I risultati sono stati valutati a 3 e 6 mesi ed includevano esami clinici e
radiografici.Guadagni di attacco clinico a 6 mesi non hanno dimostrato un beneficio
significativo di entrambe le concentrazioni di PDGF rispetto al sostituto osseo da solo.
Riguardo alle valutazioni radiografiche, comunque, la concentrazione più bassa di PDGF
risultava in percentuali significativamente più alte di bone fill radiografico del difetto (57%
vs 18%) maggiore crescita ossea radiografica lineare (2.6 mm vs. 0.9 mm).
Il beneficio dell'uso di EMD gel nel trattamento di difetti infraossei è supportato da
evidenza istologica su umani, case-reports, meta-analisi di studi clinici controllati
randomizzati e da un largo trial multicentrico9,10,81-86 (Fig 2 a-f).
Un'analisi secondaria di un trial multicentrico ha mostrato che, in difetti infraossei, il
beneficio aggiuntivo di EMD era maggiore in difetti a 3 pareti rispetto a difetti ad 1
parete10. Inoltre, un'altra analisi secondaria dello stesso materiale che valutava l'effetto
dell'angolo radiografico sul risultato23 ha portato alla luce un effetto in'aasociazione
negativa tra l'angolo radiografico del difetto ed il guadagno di attacco clinico osservato ad
Page 15 of 38
1 anno. Questi dati hanno messo in dubbio l' idoneità della formulazione in gel di EMD
per il trattamento dei difetti con un'anatomia non contenitiva (difetti larghi con pareti
ossee mancanti). Clinicamente, la velocità di guarigione della ferita sembra essere accelerata
in seguito all'applicazione di EMD. Uno studio che ha guardato alla densità dei tessuti
molli nel sito chirurgico utilizzando radiografie sottoesposte87 ha scoperto che la velocità
di aumento di densità dei tessuti molli dopo l'applicazione di EMD può essere maggiore
che nel lembo di accesso. Tale modulazione è stata interpretata come il risultato del
rilascio locale di fattori di crescita e di differenziazione da parte delle cellule coinvolte nel
processo di guarigione locale.
Varie modalità di terapie di combinazione dono state proposte. Schallhorn and McClain88
hanno trovato miglioramenti clinici in difetti infraossei ed in forcazioni di grado II, in
seguito ad una terapia di combinazione che includeva membrane e DFDBA e
condizionamento della radice con acido citrico. In tre studi controllati, il trattamento di un
totale di 45 coppie di difetti infraossei con DFDBA e GTR è stato paragonato a GTR da
sola. Le differenze tra i due trattamenti non raggiungeva significatività statistica, indicando
quindi nessun effetto aggiuntivo della combinazione di DFDBA e membrane nel
trattamento di difetti infraossei. Guillemin et al89 hanno confrontato l'effetto di DFDBA
da solo con una combinazione di barriere e DFDBA in 15 coppie di difetti infraossei.
Entrambe le terapie risultavano in signifitivi guadagni di attacco clinico e bone fill a 6 mesi,
ma non risultavano differenze tra i due trattamenti.
Risultati clinici incoraggianti con guadagni di attacco di 1.0-5.5 furono ottenuti in case-
reports su umani, nei quali la tecnica di GTR era combinata a innesti con Bio-Oss® per il
Page 16 of 38
trattamento di difetti parodontali infraossei64,90,91. Il trattamento combinato Bio-Oss® e
GTR risultava in una maggiore riduzione di PPD, aumento di CAL e riempimento del
difetto rispetto all'applicazione del puro Bio-Oss® in una serie di casi63 e rispetto alla sola
chirurgia a lembo in uno studio split-mouth92. Recenti studi clinici controllati
randomizzati6,93 hanno confermato che i miglioramenti clinici in difetti trattati con barriere
in combinazione con Bio-Oss® erano significativamente migliori di quelli ottenuti con la
chirurgia a lembo. In uno studio controllato94, simili miglioramenti clinici furono ottenuti
confrontando Bio-Oss® combianto a GTR e biomodificazione della superficie radicolare
con proteine della matrice dello smalto (Emdogain®).
Strategie cliniche
La rigenerazione parodontale in difetti infraossei è stata provata con successo con una
varietà di approcci differenti. Come già discusso, meta-analisi di studi clinici controllati
randomizzati così come risultati istologici umani ed animali supportano il potenziale di
membrane54,95, DFDBA 76-78, combinazioni di membrane e riempitivi63,64, e l'uso di
derivati della matrice dello smalto96,97, di indurre rigenerazione parodontale. Trial clinici
controllati riportano che gli approcci sopra menzionati forniscono benefici aggiuntivi in
termini di guadagno di livello di attacco clinico (CAL) rispetto alla sola levigatura a cielo
aperto1,3,6,7,9. Confronti tra alcuni degli approcci rigenerativi citati hanno fallito nel
dimostrare a chiara superiorità di uno dei materiali testati3,8,9.
L'evidenza esistente, perciò, non supporta la scelta di un singolo approccio tra le diverse
Page 17 of 38
possibilità rigenerative. Inoltre, tutti gli studi citati hanno mostrato un notevole grado di
variabilità, in termini di guadagno di attacco, riportando fallimenti e risultati
insoddisfacenti in perte delle popolazioni trattate.
L’evidenza scientifica discussa sopra può essere utillizzata insieme al grado di esperienza
clinica per sviluppare una "strategia rigenerativa basata sull'evidenza" che guidi i clinici
attraverso un processo decisionale finalizzato all'ottimizzazione dei risultati clinici della
rigenerazione parodontale in difetti infraossei48,76. La strategia rigenerativa appropriata per
il caso indivivuale viene scelto in accordo all'albero decisionale basato sull'evidenza
precedentemente decritto e recentemente modificato48,75.
L'accesso chirurgico ai difetti infraossei viene selezionato tra 3 diversi approcci chirurgici:
il lembo a preservazione di papilla semplificato (simplified papilla preservation flap,
SPPF49), la tecnica di preservazione della papilla modificata (modified papilla
preservation technique, MPPT39), e l' incisione crestale75. La metodica semplificata viene
scelta qualora la larghezza dello spazio interdentale dia 2 mm o meno, misurato a livello
della papilla (Fig 3). L'MPPT è usata nei siti con una larghezza interdentale maggiore di 2
mm (Fig 3); l'incisione crestale è applicata vicino ad un'area edentula. La selezione di un
materiale rigenerativo è basata sull'anatomia del difetto (Fig 4 e 5). Una membrana al al
politetrafluoroetilene espanso (e-PTFE) rinforzata al titanio viene usata se l'anatomia del
difetto non è "supportante", come in larghi difetti ad 1 o 2 pareti. In alternativa, una
membrana bio-riassorbibile supportata con un sostituto osseo può essere usata in questi
casi. Quest'ultima è preferita allla membrana e-PTFE rinforzata al titanio quando i difetti
Page 18 of 38
non-supportanti sono associati a spazi interdentali stretti. Una membrana bio-
riassorbibile è applicta da sola in difetti "supportanti", come quelli stretti a 2 pareti. EMD
è preferito in difetti con una morfologia prevalentemente a 3 pareti o in difetti a 2 pareti
ben suppotati. La tecnica di sutura è scelta in accordo all'anatomia del difetto ed al tipo di
strategia chirurgica usata di caso in caso. Consiste della combinazione di due suture
applicate nell'area interdentale associata al difetto per raggiungere la chiusura primaria
della papilla in asenza di tensione.
La procedura chirurgica è preferibilmente eseguita con l'ausilio di un ingrandimento come
gli occhiali prismatici o il microscopio. Strumenti da microchirurgia possono essere
utilizzati come complemento sel normale det di strumenti parodontali.
Viene prescritto un protocollo empirico per il controllo della contaminazione batterica
consistente di doxicixlina (100 mg due volte al dì per una settimana), sciacqui alla
clorexidina 0.12% tre volte al giorno e profilassi settimanale. Ai pazienti viene chiesto di
evitare l'uso di spazzolino e filo e la masticazione nell'area trattata per un periodo di 6-10
settiamane. Membrane non riassorbibili vengono rimosse a 6 settimane. I pazienti
possono riprendere un'igiene orale normale e la funzione masticatoria nell'area trattata 2-4
settimane dopo la riozione della membrana o quando le membrane riassorbibili sono
completamente riassorbite. I pazienti trattati con EMD riprendono l'igiene orale normale
dopo un periodo di 4-5 settimane. Alla fine della "fase di guarigione precoce ", i pazienti
vengono inseriti in richiami mensili per un anno.
La performance di questa strategia clinica è stata recentemente valutata in una serie di 40
Page 19 of 38
casi consecutivi48. I 40 siti sperimentali presentavano livelli di attacco clinico (CAL) di
10.2±2.4mm e profondità di sondaggio (PD) di 8.9±1.8mm. L'angolo del difetto
radiografico era 29±5.9 gradi e la componente infraossea del difetto era 6.6±1.7mm. In
questa popolazione fu possibile utilizzare la metodica di preservazione della papilla
semplificata in 37.5% dei siti, mentre la metodica di preservazione della papilla modificata
fu selezionata nel 45% dei casi. L'accesso ai siti restanti, che presentavano difetti adiacenti
ad aree edentule, fu ottenuto con l'incisione crestale. In base all'anatomia del difetto,
furono usate membrane e-PTFE non riassorbibili rinforzate al titanio o membrane
riassorbibili supportate da un sostituto osseo in 23 larghi difetti infraossei ad 1 o 2 pareti,
barriere bio-riassorbibili da sole in sette difetti stretti a 2 pareti and EMD fu applicato in
10 difetti con una componente prevalente a 3 pareti.
In tutti i siti trattati fu ottenuta la chiusura primaria al termine della procedura chirurgica e
d il 93% dei siti rimasero chiusi durante tutta la fase di guaigione precoce. IL guadagno di
attacco clinico CAL ad 1 anno fu 6±1.8mm (range 4 – 11mm). Nessun sito presentava un
guadagno di attacco minore ai 4 mm; 77.5% guadagnarono 5 mm o più e 40% più di 6 mm.
La profondità di sondaggio residua fu 2.7±0.6mm, e l'incremento in recessione gengivale fu
minimo tra beseline ed 1 anno (0.1±0.7mm). Tutti i 4 approcci diedero risultati eccellenti
con guadagni di attacco pari all' 88-95% della profondità originale della componente
infraossea del difetto48.
L'uso di questo protocollo decisionale nella serie di casi clinici riportata risultava in
6±1.8mm di guadagno di attacco ad 1 anno. questi risultati erano ottenuti in difetti con
Page 20 of 38
componente infraossea di 6.6±1.7mm. La percentuale di guadagno di attacco clinico quindi
era pari al 92.1±12%. Questo indica che gran parte della componente infraossea sei difetti
era risolta. Usando i criteri di Ellegard98, la risoluzione della componente infraossea del
difetto era soddisfacente o completa in tutti i casi trattati. In particolare, 40.5% dei difetti
mostravano guadagni di attacco pari o maggiori della profondità iniziale della componente
infraossea, mentre il difetto con la risposta peggiore mostrava un 71.4% di CAL gain. Una
comparazione storica con esperimenti clinici sull'uso di innesti ossei e GTR indica
chiaramente che i risultati di questo approccio sperimentale si collocano nel percentile più
alto in termini di guadagni di attacco clinico e risoluzione del difetto75,99.
Effetti a lungo termine e benefici della rigenerazione Una domanda pertinente riguardo alla terapia rigenerativa è se i guadagni di attacco clinico
raaggiunti possano essere mantenuti per un lungo periodo di tempo. In uno studio a
follow-up a lungo termine, Gottlow et al100 hanno valutato la stabilità del nuovo attacco
ottenuto tramite procedure di GTR in 39 pazienti. I risultati di questo studio e quelli di
altri trials indicano che il guadagno di attacco ottenuto in seguito a trattamento con GTR
può essere mantenuto a lungo termine101,102.
Un'indagine su difetti infraossei ha dimostrato che la stabilità dei siti trattati con GTR era
dipendente dalla partecipazione dei pazienti al sistema di richiami, e dall'assenza di placca
batterica, sanguinamento al sondaggio e re-infezione dei siti trattati da parte dei batteri
parodonto-patogeni14. Inoltre, la suscettibità alla recidiva della malattia in siti trattati con
Page 21 of 38
membrane non-riasorbibili è stata valutata in uno studio che confrontava i cambiamenti a
lungo termine nei livelli di attacco in siti rigenerati e non-rigenerati nello stesso paziente103.
I risultati indicavano che c'era un alto grado di concordanza nei risultati clinici (stabilità
verso recidiva della perdita di attacco) nell'ambito dello stesso paziente, suggerendo che i
fattori legati al paziente piuttosto che quelli legati al sito sono associati al ritorno della
malattia. Tra i fattori legati al paziente, la motivazione all'igiene orale, il fumo e la
suscettibilità alla progressione della malattia pittosto che la modalità di trattamento
adoperata, erano i maggiori determinanti della stabilità dei siti trattati. Altri studi a lungo
termine mostrano che, se il paziente partecipa ad un programma di terapia di supporto
parodontale e mantiene una buona igiene orale, l'attacco rigenerato può essere mantenuto a
lungo termine104-108.
Uno studio ha guardato agli effetti a lungo termine della rigenerazione parodontale sulla
sopravvivenza dei denti. Cortellini and Tonetti49 hanno eseguito in'analisi Kaplan Mayer
della sopravvivenza dei denti dopo trattamento di rigenerazione parodontale in un
campione di 175 pazienti seguiti per 2-16 anni (media 8±3.4 anni) in ambiente
specialistico. In questo materiale, il 96% dei denti trattati con rigenerazione parodontale
erano mantenuti. Interessante era l'osservazione che la perdita dentale era osservata solo
tra il 32% della popolazione che era fumatore (la sopravvivenza dei dentiera 89% tra i
fumatori ed il 100% tra i non-fumatori). I livelli di attacco clinico erano posti allo stesso
livello o coronali rispetto ai livelli precedenti al trattamento in 92% dei casi fino a 15 anni
dopo il trattamento.
Page 22 of 38
Conclusioni
La GTR rappresenta la procedura rigenerativa meglio documentata per ottenere la
rigenerazione parodontale in difetti infraossei. La GTR ha dimostrato miglioramenti clinici
significativi al di là di quelli raggiunti solo con levigatura di tali difetti. DFDBA da solo
produce miglioramenti documentati in alcuni tipi di difetti infraossei (in particolare difetti
a 3pareti ed a e 2 pareti). EMD in formulazione gel fornisce benefici significativi nel
trattamento di difetti infraossei, particolarmente quelli con un'anatomia supportante
(difetti a 3 pareti e difetti stretti a 2 pareti).
La rigenerazione parodontale ottenuta in seguito a GTR è stabile a lungo termine, a patto
che sia mantenuta una buona igiene orale e sia instaurato un programma di richiami
adeguato. I dati attuali indicano che, in pazienti che partecipano ad in programma di
terapia parodontale di supporto, 96% dei denti con difetti infraossei severi e trattati con
procedure rigenerative possono essere mantenuti fino a 15 anni.
Page 23 of 38
References
1. Needleman I, Tucker R, Giedrys-Leeper E, Worthington H (2002). A systematic
review of guided tissue regeneration for periodontal infrabony defects. Journal
Periodontal Research 37:380-8
2. Jepsen S, Eberhard J, Herrera D, Needleman I. (2002). A systematic review of guided
tissue regeneration for periodontal furcation defects. What is the effect of guided tissue
regeneration compared with surgical debridement in the treatment of furcation defects?
Journal of Clinical Periodontology 29 Suppl 3,103-16; discussion 160-2.
3. Murphy KG & Gunsolley JC (2003). Guided tissue regeneration for the treatment of
periodontal intrabony and furcation defects. A systematic review. Annals of
Periodontology 8:266-302.
4. Tonetti, M., Cortellini, P., Suvan, J.E., Adriaens, P., Baldi, C., Dubravec, D., Fonzar,
A., Fourmosis, I., Magnani, C., Muller-Campanile, V., Patroni, S., Sanz, M., Vangsted,
T., Zabalegui, I., Pini Prato, G. & Lang, N.P. (1998). Generalizability of the added
benefits of guided tissue regeneration in the treatment of deep intrabony defects.
Evaluation in a multi-center randomized controlled clinical trial. Journal of
Periodontology 69, 1183-1192.
5. Cortellini, P., Tonetti, M.S., Lang, N.P., Suvan, J.E., Zucchelli, G., Vangsted, T.,
Silvestri, M., Rossi, R., McClain, P., Fonzar, A., Dubravec, D. & Adriaens, P. (2001).
The simplified papilla preservation flap in the regenerative treatment of deep intrabony
defects: clinical outcomes and postoperative morbidity. Journal of Periodontology 72,
Page 24 of 38
1701-1712.
6. Tonetti MS, Cortellini P, Lang NP, Suvan JE, Adriaens P, Dubravec D, Fonzar A,
Fourmousis I, Rasperini G, Rossi R, Silvestri M, Topoll H, Wallkamm B, Zybutz M.
(2004). Clinical outcomes following treatment of human intrabony defects with
GTR/bone replacement material or access flap alone. A multicenter randomized
controlled clinical trial. Journal of Clinical Periodontology 31, 770-6.
7. Trombelli L, Heitz-Mayfield LJ, Needleman I, Moles D, Scabbia A (2002). A
systematic review of graft materials and biological agents for periodontal intraosseous
defects. Journal of Clinical Periodontology 29 Suppl 3,117-35; discussion 160-2.
8. Reynolds MA, Aichelmann-Reidy ME, Branch-Mays GL, Gunsolley JC. (2003).
The efficacy of bone replacement grafts in the treatment of periodontal osseous defects.
A systematic review. Annals of Periodontology 8, 227-65.
9. Giannobile WV, Somerman MJ (2003). Growth & amelogenin-like factors in
periodontal wound healing. A systematic review. Annals of Periodontology;8:193-204.
10. Tonetti, M., Lang, N.P., Cortellini, P. et al. (2002). Enamel matrix proteins in the
regenerative therapy of deep intrabony defects. A multicenter randomized controlled
clinical trial. Journal of Clinical Periodontology 29, 317-25
11. Tonetti, M., Pini-Prato, G. & Cortellini, P. (1993a). Periodontal regeneration of
human infrabony defects. IV. Determinants of the healing response. Journal of
Periodontology 64, 934-940.
12. Tonetti, M., Pini-Prato, G. & Cortellini, P. (1995). Effect of cigarette smoking on
periodontal healing following GTR in infrabony defects. A preliminary retrospective
Page 25 of 38
study. Journal of Clinical Periodontology 22, 229-234.
13. Tonetti, M., Pini-Prato, G. & Cortellini, P. (1996a). Factors affecting the healing
response of intrabony defects following guided tissue regeneration and access flap
surgery. Journal of Clinical Periodontology 23, 548-556.
14. Cortellini, P., Pini-Prato, G. & Tonetti, M. (1994). Periodontal regeneration of human
infrabony defects. V. Effect of oral hygiene on long term stability. Journal of Clinical
Periodontology 21, 606-610.
15. Falk, H., Laurell, L., Ravald, N., Teiwik, A. & Persson, R. (1997). Guided tissue
regeneration therapy of 203 consecutively treated intrabony defects using a
bioabsorbable matrix barrier. Clinical and radiographic findings. Journal of
Periodontology 68, 571-581.
16. Machtei, E., Cho, M., Dunford, R., Norderyd, J., Zambon, J. & Genco, R. (1994).
Clinical, microbiological, and histological factors which influence the success of
regenerative periodontal therapy. Journal of Periodontology 65, 154-161.
17. Heitz-Mayfield L, Tonetti MS, Cortellini P, Lang NP; European Research Group on
Periodontology (ERGOPERIO). (2006). Microbial colonization patterns predict the
outcomes of surgical treatment of intrabony defects. Journal of Clinical Periodontology
33(1):62-8.
18. Cortellini, P., Pini-Prato, G. & Tonetti, M. (1995c). Periodontal regeneration of
human infrabony defects with titanium reinforced membranes. A controlled clinical
trial. Journal of Periodontology 66, 797-803.
19. Trombelli, L., Kim, C.K., Zimmerman, G.J. & Wikesjö, U.M.E. (1997).
Page 26 of 38
Retrospective analysis of factors related to clinical outcome of guided tissue
regeneration procedures in intrabony defects. Journal of Clinical Periodontology 24,
366-371.
20. Garrett, S., Loos, B., Chamberlain, D. & Egelberg, J. (1988). Treatment of
intraosseous periodontal defects with a combined therapy of citric acid conditioning,
bone grafting and placement of collagenous membranes. Journal of Clinical
Periodontology 15, 383-389.
21. Cortellini, P., Pini-Prato, G. & Tonetti, M. (1996b). Periodontal regeneration of
human intrabony defects with bioresorbable membranes. A controlled clinical trial.
Journal of Periodontology 67, 217-223.
22. Cortellini, P. & Tonetti, M. (1999). Radiographic defect angle influences the outcome
of GTR therapy in intrabony defects. Journal of Dental Research 78, 381 (abstract).
23. Tsitoura E, Tucker R, Suvan J, Laurell L, Cortellini P, Tonetti M. (2004). Baseline
radiographic defect angle of the intrabony defect as a prognostic indicator in
regenerative periodontal surgery with enamel matrix derivative. Journal of Clinical
Periodontology 31, 643-7.
24. Linares A, Cortellini P, Lang NP, Suvan J, Tonetti MS; European Research Group on
Periodontology (ErgoPerio). (2006). Guided tissue regeneration/deproteinized bovine
bone mineral or papilla preservation flaps alone for treatment of intrabony defects. II:
radiographic predictors and outcomes Journal of Clinical Periodontology 33, 351-8.
25. Goldman H, Cohen DW (1958). The infrabony pocket: classification and treatment.
Page 27 of 38
Journal of Periodontology; 29: 272-291
26. Schallhorn, R.G., Hiatt, W.H, & Boyce, W. (1970). Iliac transplants in periodontal
therapy. Journal of Periodontology 41, 566-580.
27. Selvig, K., Kersten, B. & Wikesjö, U.M.E. (1993). Surgical treatment of intrabony
periodontal defects using expanded polytetrafluoroethylene barrier membranes:
influence of defect configuration on healing response. Journal of Periodontology 64,
730-733.
28. Cortellini, P. & Tonetti, M. (2000b). Evaluation of the effect of tooth vitality on
regenerative outcomes in intrabony defects. Journal of Clinical Periodontology 28, 672-
679.
29. Sanders, J.J., Sepe, W.W., Bowers, G.M., Koch, R.W., Williams, J.E., Lekas, J.S.,
Mellonig, J.T., Pelleu, G.B. Jr. & Gambill, V. (1983). Clinical evaluation of freeze-dried
bone allografts in periodontal osseous defects. Part III. Composite freeze-dried bone
allografts with and without autogenous bone grafts. Journal of Periodontology 54, 1-8.
30. Trejo PM, Weltman RL. (2004). Favorable periodontal regenerative outcomes from
teeth with presurgical mobility: a retrospective study. Journal of Clinical
Periodontology 75, 1532-8.
31. Becker, W., Becker, B. E., Berg, L., Pritchard, J., Caffesse, R. & Rosenberg, E. (1988).
New attachment after treatment with root isolation procedures: Report for treated class
III and class II furcations and vertical osseous defects. International Journal of
Periodontics and Restorative Dentistry 8, 2-16.
32. Cortellini, P., Pini-Prato, G., Baldi, C. & Clauser, C. (1990). Guided tissue
Page 28 of 38
regeneration with different materials. International Journal of Periodontics and
Restorative Dentistry 10, 137151.
33. Cortellini, P., Pini-Prato, G. & Tonetti, M. (1993b). Periodontal regeneration of
human infrabony defects. I. Clinical Measures. Journal of Periodontology 64, 254-260.
34. Selvig, K., Kersten, B., Chamberlain, A., Wikesjo, U.M.E. & Nilveus, R. (1992).
Regenerative surgery of intrabony periodontal defects using e-PTFE barrier membranes.
Scanning electron microscopic evaluation of retrieved membranes vs. clinical healing.
Journal of Periodontology 63, 974-978.
35. Murphy, K. (1995a). Post-operative healing complications associated with Gore-tex
periodontal material. Part 1. Incidence and characterization. International Journal of
Periodontics and Restorative Dentistry 15, 363-375.
36. DeSanctis, M., Clauser, C. & Zucchelli, G. (1996a). Bacterial colonization of barrier
material and periodontal regeneration. Journal of Clinical Periodontology 23, 1039-
1046.
37. DeSanctis, M., Zucchelli, G. & Clauser, C. (1996b). Bacterial colonization of
bioabsorbable barrier material and periodontal regeneration. Journal of Periodontology
67, 1193-1200.
38. Mayfield, L., Söderholm, G., Hallström, H., Kullendorff, B., Edwardsson, S.,
Bratthall, G., Brägger, U. & Attström, R. (1998). Guided tissue regeneration for the
treatment of intraosseous defects using a bioabsorbable membrane. A controlled clinical
study. Journal of Clinical Periodontology 25, 585-595.
Page 29 of 38
39. Cortellini, P., Pini-Prato, G. & Tonetti, M. (1995d). The modified papilla
preservation technique. A new surgical approach for interproximal regenerative
procedures. Journal of Periodontology 66, 261-266.
40. Selvig, K. A., Nilveus, R. E., Fitzmorris, L., Kersten, B. & Thorsandi, S. S. (1990).
Scanning electron microscopic observations of cell population and bacterial
contamination of membranes used for guided periodontal tissue regeneration in humans.
Journal of Periodontology 61, 515-520.
41. Grevstad, H. & Leknes, K.N. (1992). Epithelial adherence to polytetrafluoroethylene
(PTFE) material. Scandinavian Journal of Dental Research 100, 236-239.
42. Mombelli, A., Lang, N. & Nyman, S. (1993). Isolation of periodontal species after
guided tissue regeneration. Journal of Periodontology 64, 1171-1175.
43. Tempro, P. & Nalbandian, J. (1993). Colonization of retrieved polytetrafluoro-
ethylene membranes: morphological and microbiological observations. Journal of
Periodontology 64, 162168.
44. Nowzari, H. & Slots, J. (1994). Microorganisms in polytetrafluoroethylene barrier
membranes for guided tissue regeneration. Journal of Clinical Periodontology 21, 203-
210.
45. Novaes-Jr, A., Gutierrez, F., Francischetto, I. & Novaes, A. (1995). Bacterial
colonization of the external and internal sulci and of cellulose membranes at times of
retrieval. Journal of Periodontology 66, 864-869.
46. Nowzari, H., Matian, F. & Slots, J. (1995). Periodontal pathogens on
polytetrafluoroethylene membrane for guided tissue regeneration inhibit healing. Journal
Page 30 of 38
of Clinical Periodontology 22, 469-474.
47. Cortellini, P., Pini-Prato, G. & Tonetti, M. (1995a). Interproximal free gingival grafts
after membrane removal in GTR treatment of infrabony defects. A controlled clinical
trial indicating improved outcomes. Journal of Periodontology 66, 488-493.
48. Cortellini P, Tonetti MS. (2005). Clinical performance of a regenerative strategy for
intrabony defects: scientific evidence and clinical experience. Journal of Periodontology
76, 341-50.
49. Cortellini, P., Prato, G.P. & Tonetti, M.S. (1999). The simplified papilla
preservation flap. A novel surgical approach for the management of soft tissues in
regenerative procedures. International Journal of Periodontics and Restorative Dentistry
19, 589-599.
50. Cortellini P, Tonetti MS. (2004). Long-term tooth survival following regenerative
treatment of intrabony defects. Journal of Periodontology 75, 672-8.
51. Cortellini, P. & Tonetti, M.S. (2001). Microsurgical approach to periodontal
regeneration. Initial evaluation in a case cohort. Journal of Periodontology 72, 559-569.
52. Cortellini P, Tonetti MS. (2007a). A Minimally Invasive Surgical Technique (MIST)
with Enamel Matrix Derivate in the Regenerative Treatment of Intrabony Defects: A
Novel Approach to Limit Morbidity. Journal of Clinical Periodontology 34, 87-93
53. Cortellini P, Tonetti MS. (2007b). Minimally Invasive Surgical Technique (M.I.S.T.)
and Enamel Matrix Derivative (EMD) in Intrabony Defects. (I) Clinical Outcomes and
Intra-operative and Post-operative Morbidity. . Journal of Clinical Periodontology in
press
Page 31 of 38
54. Nyman, S., Lindhe, J., Karring, T. & Rylander, H. (1982). New attachment following
surgical treatment of human periodontal disease. Journal of Clinical Periodontology 9,
290-296.
55. Gottlow, J., Nyman, S., Karring, T. & Lindhe, J. (1984). New attachment formation
as the result of controlled tissue regeneration. Journal of Clinical Periodontology 11,
494-503.
56. Magnusson I, Nyman S, Karring T, Egelberg J (1985). Connective tissue attachment
formation following exclusion of connective tissue and epithelium during healing.
Journal of Periodontal Research 20, 201-8
57. Blumenthal, N.M. (1988). The use of collagen membranes to guide regeneration of
new connective tissue attachment in dogs. Journal of Periodontology 59, 830-836.
58. Blumenthal M.N. (1993). A clinical comparison of collagen membranes with e-PTFE
membranes in the treatment of human mandibular buccal class II furcation defects.
Journal of Periodontology 64, 925-33
59. Pitaru S, Tal H, Soldinger M, Grosskopf A, Noff M (1988). Partial regeneration of
periodontal tissues using collagen barriers. Initial observations in the canine. Journal of
Periodontology 59, 380-6
60. Tanner MG, Solt CW, Vuddhakanok S (1988). An evaluation of new attachment
formation using a microfibrillar collagen barrier. Journal of Periodontology 59, 524-30
61. Paul BF, Mellonig Jt, Towle HJ 3rd, Gray JL (1992). Use of collagen barrier to
enhance healing in human periodontal furcation defects. International Journal of
Periodontics and Restorative Dentistry 12, 123-31
Page 32 of 38
62. Wang HL, O'Neal RB, Thomas CL, Shyr Y, Macneil RL (1994). Evaluation of an
absorbable collagen membrane in treating class II furcation defects. Journal of
Periodontology 65, 1029-36
63. Camelo, M., Nevins, M., Schenk, R., Simion, M., Rasperini, C., Lynch, S. & Nevins,
M. (1998). Clinical radiographic, and histologic evaluation of human periodontal defects
treated with Bio-Oss® and Bio-Gide. International Journal of Periodontics and
Restorative Dentistry 18, 321-331.
64. Mellonig, J.T. (2000). Human histologic evaluation of a bovine-derived bone xenograft
in the treatment of periodontal osseous defects. International Journal of Periodontics
and Restorative Dentistry 20, 18-29.
65. Magnusson, I., Batich, C. & Collins, B.R. (1988). New attachment formation
following controlled tissue regeneration using biodegradable membranes. Journal of
Periodontology 59, 1-6.
66. Caffesse, R.G., Nasjleti, C.E., Morrison, E.C. & Sanchez, R. (1994). Guided tissue
regeneration: comparison of bioabsorbable and non-bioabsorbable membranes.
Histologic and histometric study in dogs. Journal of Periodontology 65, 583-591.
67. Caton, J., Greenstein, G. & Zappa, U. (1994). Synthetic bioabsorbable barrier for
regeneration in human periodontal defects. Journal of Periodontology 65, 1037-1045.
68. Gottlow, J., Laurell, L., Lundgren, D., Mathiesen, T., Nyman, S., Rylander, H. &
Bogentoft, C. (1994). Periodontal tissue response to a new bioresorbable guided tissue
regeneration device. A longitudinal study in monkeys. International Journal of
Periodontics and Restorative Dentistry 14, 437-449.
Page 33 of 38
69. Laurell, L., Falk, H., Fornell, J., Johard, G. & Gottlow, J. (1994). Clinical use of a
bioresorbable matrix barrier in guided tissue regeneration therapy. Case series. Journal
of Periodontology 65, 967-975.
70. Hugoson A, Ravald N, Fornell J, Johard G, Teiwik A, Gottlow J (1995). Treatment
of class II furcation involvments in human with bioresorbable and nonresorbable guided
tissue regeneration membranes. A randomized multi-center study. Journal of
Periodontology 66, 624-34
71. Polson AM, Southard GL, Dunn RL, Polson AP, Billen JR, Laster LL (1995). Initial
study of guided tissue regeneration in class II furcation defects after use of
biodegradable barrier. International Journal of Periodontics and Restorative Dentistry
15, 42-55
72. Hürzeler MB, Quinones CR, Caffesse RG, Schupback P, Morrison EC (1997).
Guided periodontal tissue regeneration in interproximal intrabony defects following
treatment with a synthetic bioabsorbable barrier. Journal of Periodontology 68, 489-
497.
73. Sculean A, Donos N, Chiantella GC, Windisch P, Reich E, Brecx M (1999a). GTR
with bioresorbable membranes in the treatment of intrabony defects: a clinical and
histologic study. International Journal of Periodontics and Restorative Dentistry 19,
501-509.
74. Smith MacDonald E, Nowzari H, Contreras A, Flynn J, Morrison J, Slots J (1998).
Clinical evaluation of a bioabsorbable and a nonresorbable membrane in the treatment of
periodontal intraosseous lesions. Journal of Periodontology 69, 445-453.
Page 34 of 38
75. Cortellini, P. & Tonetti, M.S. (2000a). Focus on intrabony defects: guided tissue
regeneration (GTR). Periodontology 2000 22, 104-132.
76. Bowers, G.M., Chadroff, B., Carnevale, R., Mellonig, J., Corio, R., Emerson, J.,
Stevens, M. & Romberg, E. (1989a). Histologic evaluation of new attachment
apparatus formation in humans. Part I. Journal of Periodontology 60, 664-674.
77. Bowers, G.M., Chadroff, B., Carnevale, R., Mellonig, J., Corio, R., Emerson, J.,
Stevens, M. & Romberg, E. (1989b). Histologic evaluation of new human attachment
apparatus formation in humans. Part II. Journal of Periodontology 60, 675-682.
78. Bowers, G.M., Chadroff, B., Carnevale, R., Mellonig, J., Corio, R., Emerson, J.,
Stevens, M. & Romberg, E. (1989c). Histologic evaluation of a new attachment
apparatus formation in humans. Part III. Journal of Periodontology 60, 683-693.
79. Howell, T.H., Fiorellini, J.P., Paquette, D.W., Offenbacher, S., Giannobile, W.V. &
Lynch, S. (1997). A phase I/II clinical trial to evaluate a combination of recombinant
human platelet-de-rived growth factor-BB and recombinant human insulin-like growth
factor-I in patients with periodontal disease. Journal of Periodontology 68, 1186-1193.
80. Nevins M, Giannobile WV, McGuire MK, Kao RT, Mellonig JT, Hinrichs JE,
McAllister BS, Murphy KS, McClain PK, Nevins ML, Paquette DW, Ham TJ, Reddy
MS, Lavin PT, Genco RJ, Lynch SE (2005). Platelet-derived growth factor stimulates
bone fill and rate of attachment level gain: results of a large multicenter randomised
controlled trial. Journal of Periodontology 76, 2205-15
81. Heijl, L., Heden, G., Svärdström, C. & Ostgren, A. (1997). Enamel matrix derivate
(EMDOGAIN®) in the treatment of intrabony periodontal defects. Journal of Clinical
Page 35 of 38
Periodontology 24, 705714.
82. Heden, G., Wennström, J. & Lindhe, J. (1999). Periodontal tissue alterations
following Emdogain treatment of periodontal sites with angular bone defects. A series
of case reports. Journal of Clinical Periodontology 26, 855-860.
83. Sculean, A., Donos, N., Windisch, P. Brecx, M., Gera, I., Reich, E. & Karring, T.
(1999b). Healing of human intrabony defects following treatment with enamel matrix
proteins or guided tissue regeneration. Journal of Periodontal Research 34, 310-322.
84. Silvestri, M., Ricci, G., Rasperini, G., Sartori, S. & Cattaneo, V. (2000). Comparison
of treatments of infrabony defects with enamel matrix derivate, guided tissue
regeneration with a nonresorbable membrane and Widman modified flap. A pilot study.
Journal of Clinical Periodontology 27, 603-610.
85. Heden, G. (2000). A case report study of 72 consecutive Emdogain-treated intrabony
periodontal defects: clinical and radiographic findings after 1 year. International Journal
of Periodontics and Restorative Dentistry 20, 127-139.
86. Heden G, Wennstrom JL (2006). Five-year follow-up of regenerative periodontal
therapy with enamel matrix derivative at sites with angular bone defects. Journal of
Periodontology 77, 295-301.
87. Tonetti MS, Fourmousis I, Suvan J, Cortellini P, Bragger U, Lang NP; European
Research Group on Periodontology (ERGOPERIO). (2004b). Healing, post-operative
morbidity and patient perception of outcomes following regenerative therapy of deep
intrabony defects. Journal of Clinical Periodontology 31,1092-8.
88. Schallhorn, R. G. & McClain, P. K. (1988). Combined osseous composite grafting,
Page 36 of 38
root conditioning, and guided tissue regeneration. International Journal of Periodontics
and Restorative Dentistry 4, 9-31.
89. Guillemin, M., Mellonig, J. & Brunswold, M. (1993). Healing in periodontal defects
treated by decalcified freeze-dried bone allografts in combination with e-PTFE
membranes. (I) Clinical and scanning electron microscope analysis. Journal of Clinical
Periodontology 20, 528-536.
90. Lundgren, D. & Slotte, C. (1999). Reconstruction of anatomically complicated
periodontal defects using a bioresorbable GTR barrier supported by bone mineral. A 6-
months follow-up study of 6 cases. Journal of Clinical Periodontology 26, 56-62.
91. Paolantonio, M., Scarano, A., DiPlacido, G., Tumini, V., D’Ar-chivio, D. & Piattelli,
A. (2001). Periodontal healing in humans using anorganic bovine bone and bovine
peritoneum-derived collagen membrane: a clinical and histologic case report.
International Journal of Periodontics and Restorative Dentistry 21, 505-515.
92. Camargo, P.M., Lekovic, V., Weinlander, M., Nedic, M., Vasilic, N., Wolinsky, L.E.
& Kenney, E.B. (2000). A controlled re-entry study on the effectiveness of bovine
porous bone mineral used in combination with a collagen membrane of porcine origin in
the treatment of intrabony defects in humans. Journal of Clinical Periodontology 27,
889-986.
93. Stavropoulos A, Karring ES, Kostopoulos L, Karring T. (2003). Deproteinized
bovine bone and gentamicin as an adjunct to GTR in the treatment of intrabony defects:
a randomized controlled clinical study. J Clin Periodontol. Jun;30(6):486-95.
94. Pietruska, M.D. (2001). A comparative study on the use of Bio-Oss and enamel
Page 37 of 38
matrix derivative (Emdogain) in the treatment of periodontal bone defects. European
Journal of Oral Science 109, 178-181.
95. Gottlow, J., Nyman, S., Lindhe, J., Karring, T. & Wennström, J. (1986). New
attachment formation in the human periodontium by guided tissue regeneration. Journal
of Clinical Periodontology 13, 604-616.
96. Mellonig, J.T. (1999). Enamel matrix derivate for periodontal reconstructive surgery:
Technique and clinical and histologic case report. International Journal of Periodontics
and Restorative Dentistry 19, 9-19.
97. Yukna R & Mellonig JT (2000). Histologic evaluation of periodontal healing in
humans following regenerative therapy with enamel matrix derivative. A 10-case series.
Joutnal of Periodontology 71, 752-759.
98. Ellegaard, B. & Löe, H. (1971). New attachment of periodontal tissues after
treatment of intrabony lesions. Journal of Periodontology 42, 648-652.
99. Rosen PS, Reynolds MA, Bowers GM. The treatment of intrabony defects with
bone grafts. Periodontology 2000 2000;22:88-103.
100. Gottlow, J., Nyman, S. & Karring, T. (1992). Maintenance of new attachment gained
through guided tissue regeneration. Journal of Clinical Periodontology 19, 315-317. 98
101. Becker, W. & Becker, B. (1993). Treatment of mandibular three-wall intrabony
defects by flap debridement and expanded polytetrafluoroethylene barrier membranes.
Long term evaluation of 32 treated patients. Journal of Periodontology 64, 1138-1144.
102. McClain, P. & Schallhorn, R.G. (1993). Long term assessment of combined osseous
composite grafting, root conditioning and guided tissue regeneration. International
Page 38 of 38
Journal of Periodontics and Restorative Dentistry 13, 9-27.
103. Cortellini, P., Pini-Prato, G. & Tonetti, M. (1996a). Long term stability of clinical
attachment following guided tissue regeneration and conventional therapy. Journal of
Clinical Periodontology 23, 106-111.
104. Sculean A, Schwarz F, Miliauskaite A, Kiss A, Arweiler N, Becker J, Brecx M
(2006). Treatment of infrabony defects with an enamel matrix protein derivative or
bioresorbable membrane: an 8-year follow-up split-mouth study. Journal of
Periodontology 77, 1879-86
105. Christgau, M., Schamlz, G., Wenzel, A. & Hiller, K.A. (1997). Periodontal
regeneration of intrabony defects with resorbable and non-resorbable membranes: 30
month results. Journal of Clinical Periodontology 24, 17-27.
106. Eickholz P, Krigar DM, Kim TS, Reitmeir P, Rawlinson A (2007). Stability of
clinical and radiographic results after guided tissue regeneration in infrabony defects.
Journal of Periodontology 78, 37-46
107. Machtei EE, Grossi SG, Dunford R, Zambon JJ, Genco RJ (1996). Long term
stability of Class II furcation defects treated with barrier membranes. Journal of
Periodontology 67, 523-7
108. Cortellini, P., Carnevale, G., Sanz, M. & Tonetti, M.S. (1998). Treatment of deep
and shallow intrabony defects. A multicenter randomized controlled clinical trial.
Journal of Clinical Periodontology 25, 981-987.