La teoria dell'evoluzione. Status Quaestionis

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    20 IN1RODUZIONE

    per mancanza di una grammatica di fondo ~ p: r invasioni a b ~ -sive di campo, genera ulteriori incomprenSlOD1. Questo eserCI-zio deve essere esplicito. La

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    vita3. Ovviamente tutto cinon irrilevanteper l'uomo. perquesto che il dibatt ito sulla teoria dell' evoluzione, oggi in corso, probabilmente quellopi acceso epi sentito,non soltanto nel l'ambito della scienza, ma anche in quello della cultura.

    chiaro che certe versioni dell'evoluzionismo, come quelle che abbiamo citato poc' anzi, sono incompatibili conla fedee con la religione4. Ma ci troviamo inun' altra situazione domandandoci se l'evoluzione sia, in linea di principio, incompatibile con la rivelazione, e in particolare con la creazione, comealcuni intendono dire, sia dalla parte della scienza (escludendo,in conseguenza, la verit della fede), sia da parte della fede (ne-

    3Prendiamo come esempio di questa posizione un'intervista che abbiamo trovato su internet agli autori dia espede elegida. Uno di essi afferma:El impacto del Darwinismo deberfa haber sido equivalente al de Coprnico, que empezo demostrando q ue el universo no estaba construido para nosotros. Eso causo una gran crisis de valores en el Renacimiento de la que seempezo a salir con Descartes. El darwinismoes un golpe mas fuerte porqu eesel Ultimo reducto. Se puede estar de acuerdo en que la Tierra esun pIaneta insignificante, pero nosotros somos la especie elegida.Pero el materialismoasalta este Ultimo castillo. Y si la crisis fue muy intensa en ese momento, luego seha ido edulcorando hastaelpunto que mucha gente piensa que la religion catolica acepta el darwinismo.Pero lo que acepta es el hecho evolutivoen su version edulcorada de que la evolucion tieneun proposito: nosotros como especie elegida.Pero el mensaje profundo, duro, del darwinismo no esste, es totalmente materialista; eun po' pi avanti: El sueno de las personas [...] esver la firma de Oios en la naturaleza, ydaro, con esto se borra.Lavidano tieneun sentido,no hay una trascendencia(

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    mondo siano i n c o n ~ i s t e n t ie non dimostrativi 6. In cdons:guenza,T d Aquino l inizio temporale del mon o e una ve-

    per .lommaso , dall t d 7 C si pu ve-rit che soltanto possiamo c o n o s ~ e r ea e : : . ome li- , d -

    d l. . dell Aquinate e audace, COS1 come e e au aere, a pOs1ZiOne . h . i

    ce anche quando sostiene, come m questo contes:o, c e.1 pdi tra i filosofi cio Platone e Aristotele, benc he pagaru, era

    gran. ti a dimos trare che il mondo creato, e, malgrado queno nUSCl (d enosto avevano affermato l eterni t del mondo unque, ne.n:m . 8pe; loro ci sarebbe contraddizione tra u e s ~ ed u e d P ~ ? p o s 1 z : < : l l i i

    Dove si trova l analogia fra la quest10ne e e ~ e r n 1 t ad ~mondo e quella dell evoluzione? In questo: anche n C ~ S ?e-

    l evoluzione a prescindere dalla questione sul fatdit?( s ~~ s ~ asta

    , d . . lin prmop10 so-ta opp ure no), possiamo domaffan arc: se: h ~ amondo sia ;tatono compatibili queste due ermaz10lli. c e. .creato da Dio (come si dimostra sia dalla rag.10ne .che dalla r 1 V ~ :

    l ) e che ci sia stata un evoluzione dei v1venti, da forme plU

    aZ1Qne , di l e ComePrimitive e semplici a forme pi progre te e

    c o m ~~ s s.. a l ch di rsi motiV1 sostengo-

    bb detto Cl sono cUlli e, per ve ,a lama , . . li l una ol m compatibili t e in conseguenza b1sogna s.ceg ere .no a l dir ch me la sc1en-l altra posizione. Cos si sente t vo ta e e, S l C ~ Oall b'

    bbe dimostr ato la realt di fatto dell evoluzlOne,o r ~ 1

    za avre . ul" n cl sasognerebbe rifiutare la creazione e: m t:m:a 1 s t ~ z ano a-

    bb., b' no di ricorrere a D10 per sp1egare il mondo (p .re e plU 1sog . l b' l .

    rafrasando la nota sentenza di. L ~ p l ~ c enemmeno a 10 o ~ ~ ~

    bb., b' o dell ipotes1 di DlO). Dunque, secondo q

    avre e plU 1sogn . . , bbe vin-. l dibattito tra creaZiOllismoed evoluz10llismo avre .

    sti, ne ., i l nS1dera-to il secondo, e non ci sarebbe pm posto per prllllO, co

    6 d di o ustol o di carattere polemico, come. si intuisce.T o m m ~ s oe ca un p Ci riferiamo al De aetermtate mundt

    dallo stesso tltolo, a questo a r ~ o m e n t odiversi altri testi, lungo l operaontra murmurantes. Ma pOSSIamo t . r o v a ~ e 5 d 1 1 a 5' C G. II,dell Aquinate, dove si t r a t t a n o 1 q 8 ~ e S s t ltemI teJi I e ~ ~ 4 6C ; ~ p .T h ~ o i .I, cc.cc. 31-38; De Poto q.3 aa. 14 e u m m a . ,98-99; Quodl. III, q. 14 a . 2 . . . R deo dicendum quod mun-

    7 Tommaso categonco :nguardo. < espon strative robari non potest,dum non semper fuisse, sola fide ten:tur, et dem(Son T hPeol I q 46 a. 2).. .. . dictum est umma . , .sicut et supra de y s t ~ n otnrutaUsd bilissimi philosophorum hanc repu-8 Mirum est euam quomo o. no . .

    nantiam non viderunt De aeternttate mundt). .g ,

    -

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    to come un residuo mitico o fanatico del passato, ormai superato. Questa sarebbe la posizione del darwinismo duro e puro, nelle sue diverse forme ed ediziOni. E per la stragrande maggioranZa dei suoi seguaci dovrebbe condurre, in conseglIenza, all a-

    ,gnosticismo, al materialismo e all ateismo (come di fatto avvenne nello stesso Darwin e in tanti altri, come quelli che abbiamo

    . citato all inizio della nost ra riflessione).D altra parte, tra i sostenitori del creazionismo (termine piut

    tosto ambiguo, che si suoI riferire ad una corrente che si caratterizza appunto per il suo rifiuto di ogni forma i evoluzione, e chesi considera come equivalente alfissismo) troviamo anche persone che si propongono di mettere al bando la teoria dell evoluzione e si sforzano in ogni mod o i dimostrare come gli argomentiofferti dagli evoluzionisti a favore della loro posizione siano falsie insostenibili, mentre cercano nella rivelazione biblica, letta se- -condo un senso letterale, la verit sulle origini del mondo e degliesseri viventi: siccome tale iettura ci presenta, almeno in apparenza, una posizionefissista (Dio avrebbe creato dall inizio ognisingola specie e questa sarebbe rimasta invariata lungo tut te le generazioni successive), allora non vi sarebbe alcuno spazio per una

    . vera e propria evoluzione delle specie. Questa posizione la troviamo in certi movimenti i stampo fondamentalista, non soltanto tra i protestanti, ma talvolta anche fra i cattolici, sia negli StatiUniti, sia anche in Europa.

    Di passaggio, possiamo accennare ad un breve rilievo critico riguardo a quest ultima posizione. Spesso, nella loro polemica con gli avversari, essi si servono i argomenti maldestri, cercando di screditare 1 evoluzionismo. Per esempio, mettono indiscussione scienze cos affermate come la geologia e la strati

    grafia, che sono nate in un contesto neutro, antecedente l evoluzionismo, addirittura da parte di autori come Niels Stensen,scienziato danese, convertito al cattolicesimo, diventato sacerdote, vescovo e beato; o Cuvier, che non ammetteva le tesi evoluzionistiche di Lamarck. Ragionando in questo modo, o in altri simili, forse quello che riescono a fare provocare lo schernoe il discredito della fede che vogliono difendere. Forse farebbero meglio s e fossero pi saggiamente fedeli alla tradizione, se-

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    guendo il consiglio dato sia da Agostino d Ippona 9 sia da Tommaso d'Aquino di non trattare come questioni di fede argomenti che sono piuttosto di ordine scientifico 10. Ci non significa che siano due mondi distinti, senza nulla in comune. Non cisono due verit, n due magisteri, come sostiene l'evolu

    zionista S.J

    Gould 11; ma allo stesso tempo non legittimo trattare un a verit che appartie ne all' ordine della ragione come sefosse verit di fede. Infatti, una cosa dire che non ci pu esse-

    9 Se ad una ragione evidentissima e sicura si cercasse di c ontrapp orre 1'autorit delle Sacre Scritture, chi fa questo non comprende e oppone alla veritnon l senso genuin delle Scritture, che non riuscito a penetrare, ma il propriopensiero, vale a dire non ci che ha trovato nelle Scritture, ma ci che ha trovato in se stesso, come se fosse in esse (Epistula 143, n. 7; PL 33, col 588); ma allo stesso t p o tutto ci che i fisici, riguardo alla natura delle cose, potrannodimostrare con documenti certi, nostro compito provare non essere nemmenoontrario alle nostre Lettere; ci che poi presentassero nei loro scritti di contrario alle nostre Lettere e cio contrario alla .fede cattolica, o dimostriamo conqualche argomento essere falso ci che asseris cono o crediamolo falso senza al

    cuna esitazione (De Gen. ad litt. 1,21, n. 41; citato nell'enciclica Providentissimus Deus di S. S. Leone XIII, cfr. Enchiridion Symbolorum, cit., n. 3287).lO Mi s= bra cosa sicura riguardo alle opinioni comun=ente ammes

    se dai filosofi e che non ripugnano alla nostra fede, non asseverarle comedogma di fede, anche se introdotte talvolta sotto il nome dei filosofi, ma neppure negarle come contrarie alla fede, per dar occasione ai sapienti di questomondo di disprezzare la dottrina della fede (TOMMASO D'AQUINO, Resp. adlect. Vercel . de art. 42, pro=io; citato in Providentissimus Deus, cfr. Enchiri-dion Symbolorum, n. 3289).

    11 Gould parla del principio del non sconfinamento dei a g i s t e ~(NOMA: Non OverlappingMagisteria principle), secondo il quale each subJect hasa legitimate magisterium, or domain of teaching authority - and these magisteria do not overlap L , The net' of science covers the =pirical n i v e r s ~ ::v hat isit made of (fact) and why does it work this way (theory). The net of religlOn extends over questions of moral meaning and value. These two magisteria do.notoverlap, nor do they encompass all inquiry (consider, for starters, the maglste

    rium of art and the meaning ofbeauty). To cite the arch cliches,.we get the ageof rocks, and religion retains the rock of ages; we study how the h:avens g?, r dthey determine how to go to heaven (S. J. GoULD, Nonoverlappzng M a g : s t ~ r t ain Natural History, 106, 1997, pp. 17-18). Come puntualizza DomlnIqueLambert, qui ci troviamo davanti una figura di discordismo nel modo di conce-Opire il rapporto di scienza e fede, che non coincide con la posizione ~ recenteMagistero della Chiesa, l quale insiste, certo e giustamente, sulla legittIma autonomia delle scienze, ma senza sostenere che non ci sia nessun rapporto tra quello che dice la scienza e quello che insegna la fede (cfr. D. LAMBERT, Lefigure deldialogo scienza-teologia: ostacoli e prospettive, in R MARTINEZ-J. J. SANGUINETI(eds.), Dio e la natura, Armando Editore, Roma 2002, p. 15).

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    re un vero contrasto tra la fede e la scienza perch sia le realtprofane che quelle di fede hanno origine in Dio, e la verit non

    ~ pu contraddire la verit 12; e un altra dire che i due ordini nonhanno niente in comune. -

    Finalmente, tra le due posizioni estreme dell' evoluzionismomaterialista e del fissismo creazioni ta (nelle quali possiamo trovare diverse forme e sfumature), troviamo una via media, secondo la quale non ci sarebbe; in linea di principio, una necessaria eassoluta opposizione, e per questo nemmeno una costitutiva incompatibilit, tra la verit della creazione e la possibilit dell' evoluzione. Cio, si potre bbe parlare in questo caso, senza caderein una contradictio in terminis, di una creazione evolutiva 13, ouna creatio continua 14. In tal caso, srdovre bbe ammettere che c'una dissociazione tra teoria dell' evoluzione e materialismo ( ovvio che materialismo e creazione da parte di un essere trascen-

    . dente sono incompatibili). Cio, bisogna riconoscere che ci s onodiverse pro poste riguardo alla teoria dell' evoluzione.

    . Anche qui bisogna segnalare un altro pericolo: quello delconcordism o che sarebbe l'opposto del discordismo che abbiamo presentato in precedenza. Cio, bisogna riconoscere che ci

    . sono dei piani distinti, se bbene non contrapposti: quello dellascienza, quello della filosofia e quello della fede. E tra questi

    12 Cfr. Conco Vaticano I, Consto Dei Filius, D.S. 3O 7; Conco Vaticano II,GS, 36; CCC, n. 159; cfr. anche Leone XIII, encicl. Providentissimus Deus:Poich il vero non pu in alcun modo contraddire il vero, si pu esser certiche un errore si insinuato o nell'int erpretazione delle parole sacre, o in unaltro luogo della discussione (Leonis XIII Pont. Max. Acta, voI. XIII, 1894,p. 361); Nessun vero contrast o potr interporsi t ra il teologo e il fisiCo, finch entrambi si mante rranno nei l oro confmi (ibid.).

    13 Cfr. V. MARCOZZI, I:evoluzione oggi (creazione evolutiva), Massimo,Milano 1966.14 Giovanni Paolo II, in un suo discorso ad un Simposio su Fede cristia

    na e teoria dell evoluzione, si pronuncia in questo senso: Non creano ostacoli una fede rettamente compresa nella creazione o un insegnamento rettamente inteso dell' evoluzione: 1'evoluzione infatti pre suppone l a creazione; lacreazione si pone nella luce delI'evoluzione come un avvenimento che siestende nel tempo - come una creatio continua' - in cui Dio diventa visibileagli occhi del crede nte come Creat ore del cielo e della terra (Insegnamentidi Giovanni Paolo II, voI. VIIIll, Libreria Editrice Vaticana, Citt del Vaticano 1985, p. 1129).

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    piani ci possono essere anche dei punti d'incontro, delle questioni di confine, che int eressano sia la scienza che la filosofia e .la religione, come per esempio l'origine del mond o, della vita edell'uomo. E non necessario che qualcuno' di questi piani diconoscenza di cui parliamo abbia la pretesa dell'esclusivit suquesti argomenti. C' lo spazio, anzi, la necessit, di uno studiointerdisciplinare, perch nessuno degli ambiti di conoscenza,da solo, capace di darc i una r isposta e sauriente su tali questioni. Un ri conosciuto scienziato nel l' ambito dell' astrofisica AllanSandage, arrivato alla fede precisamente di fronte a q u ~ s t i o n idi questo tipo: d 'inca pacit della scienza didare un fondamentoal significato, allo scopo, al valore e all'etica (dell'universo edell'uomo) evidenza della necessit della religione 15.

    Dobbiamo fare un'ulteriore considerazione. Per chiarire lostatus quaestionis rigua rdo alla teo ria dell' evoluzione e al suorapporto con la scienza, la filosofia e la teologia, bisogna averpresente che una cosa sono i fatti o i dati che si hanno a disposizione, sia a livello sperimentale (nel caso delle scienze naturali), sia a livello della cosiddetta teologia positiva (riguardo alladimensione religiosa), e un'al tra l'inter pretazione di questi. Infatti, i dati che la scienza ha a disposizione riguardan,o la storianaturale e in particolare sull'origine delle diverse specie viventi, sono suscettibili di diverse interpretazioni. Qui entriamonell'ambito della/iloso/ia della scienza.

    Oggi diversi epistemologi han no sottolineato che i dati, ifenomeni fisici, le osservazioni e gli esperimenti hanno una ca-rica teorica sicch non possono essere puramente positivi ma 'si trovano in un contesto, un ambiente scientifico e filosoficoche bisogna aver prsente. Ques to non toglie 1'oggettivit della

    scienza, ma fa vedere come, insieme ad essa, ci sono anche degli elementi soggettivi perch non bisogna dimenticare che lascienza un' attivit umana, ed essenzialmente condizionatada questo fatto, tante volte trascurato, per cui essa ha un carattere p ~ o g r e s s i y oe storico.

    15 S : i t a z i o ~ ein Aciprensa, servizio di stampa del 25 settembre 1998.TraduzIOne mia. .

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    Anche qui dobbiamo trovare il giusto mezzo, ed evitare sia lapretesa di una conoscenza pienamente oggettiva, positiva e assoluta, quasi divina sia la svalutazione della scienza dOY. Uta a unac ~ n c e z i o n es t o r i c ~ s t i c ae relativistica. In ogni modo, b ~ o g n adistmguere tra 1 datI che sembrano andare a favore di una teria e .

    l'inter pretazione di questi, la quale, in ultima istanza trascendeil ~ v e ~ ~fenomenico-fattuale e spesso anche q u e l l ~~ u r a m e n t eSCIentIfIco, trovan dosi piut tost o in un livello filosofico. Peresempio, quando si afferma che il processo evolutivo casuale esi esclude ogni forma di teleologia, qui non si fa un affermazionedi natura sperimentale, e n eppur e propr iamente scientifica, mapiuttosto filosofica 16. Lo stesso se si dice che la teoria dell'evoluzione conduce al materialismo o esclude il creazionismo.

    . Ma ~ c h e~ e lcampo teologico, e particol armente in quelloscnttunstIco, bIsogna a r euna distinzione analoga. Infatti, in unaltro caso che pu aiutarci a risolvere il problema che adesso affrontiamo, i teologi trascurarono la distinzione tra il testo della

    Sacra Scrittura e la sua interpretazione. Ci riferiamo al noto ca-so Galileo le cui conseguenze furono molto rilevanti riguardo alrapporto tra la scienza e la fede 17. In questo caso ci troviamodavanti a un paradosso: Galileo aveva ragione, per cos dire, inc a ~ p oteologico, qua ndo chiedeva ai teologi di fare un adeguata mterpretazione dei testi biblici 18, mentr e teologi, in partico-

    . . ~ Le d i c h z ~ r a ~ ? n i~ ~ etalvolta fanno gli scienziati in questo senso sonodifficilmente gIUstificabili, e come acutamente diceva l filosofo e letteratofrancese r ~ o i sM a ~ ~ i ~ c ,di f ~ o ? t e~ tesi di Monod, Quanto dice questop ~ o f e s s o ee ancora pIU IDcredlbile di quel che crediamo noi poveri cristiam. Ed e lo stesso Monod che riferisce questo commento G MONOD Il caso

    a necessit, Mondadori, Milano 1971 3, p. 113). ' 17 C.fr. l ' i m p o r t ~ t e~ s c o r s o .di Giovanni Paolo t su questo argomentoI o c ~ a s l O n edel 350 anmversano della morte di Galileo (GIOVANNI PAOLOTI, Dzscorso alla Pontificia Accademia delle Scienze 31 otto bre 1992).

    18 Lo stesso Giovanni Paolo TI, nel discorso gi citato, lo riconosceva: Par a ~ o s s a l m ~ n t e , . G a l i 1 e o ,~ i n c e r o . c ; ; e d e n t e ,si mostr su questo punto pii) perspicace del SUOI a'-7ersarl teologI. ?e bene la Scrittura non pu errare, scrive aB e n ~ d e t t oCastelli, potrebbe nondImeno talvolta errare alcuno de' suoi interp ~ e t led espositori, in vari modi Lettera del21 dicembre 1613, in Edizione na-zzonale de{le Opere di Galileo Galilei, dir. A. Favaro, riedizione del 1968, voI. V,p. 8 ~ ) .SI coposce anche la sua lettera a Cristina di Loren a (1615) che comeun piccolo trattato di ermeneutica biblica ibid., pp. 307-348)>>. Ecco il testo

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    lare Roberto Bellarmino, avevano ragione in campo scientificoepistemologico, quando chiedevano a Galileo di presentare l'eliocentrismo come ipotesi, fino a quandonon avesse a disposizione le dimostrazioni che ancora gli mancavano19.

    l:'errore dei teologi di allora fu quello di vedere una questione di natura scientifica come se fosse appartenente all'ambito della fede20. Quello di Galileo, invece,fu una certaincoe-renza con le esigenze del metodo p ropr io da lui cos fortunatamente escogitato, propostoed esercitato. Infatti, mentre non siavevano a disposizione delle prove sperimentali a favore dellaproposta copernicana, questanon si poteva considerare se nonun'ipotesi tra altre21. Le prove offerte da Galileo o erano soltantodegli indizi, diper s insufficienti (come le fasi di Venereo isatelliti medicei , o erano addi rittur a sbagliate (come nelcaso di quella che egli considerava la prova definitiva: il fenomeno dellemaree . Soltanto parecchi anni dopo la morte di Galileo si pot contare su tali prove (la prima prova astronomicadel movimento di traslazione della terra,la cosiddettaaberra-zione della luce stellare, fu offerta da Bradley soltanto nel 1725 ;molto tempo dopo, nel 1837, Besselfu in grado di misurare laparallasse stellare, un'altra prova astronomica del movimento

    della lettera accennato da Giovanni Paoloil: Non poter mai la Sacra Scrittura mentire, tutta volta che sia penetrato il suo vero sentimento,il qual non credo chesi possa negare essere molte volte recondito e molto diverso da quelloche suonail puro significato delle paroleCarta a Cristina di Lorena, in Edi-zione nazionale delle Opere di Galileo Galilei, cit., p. 315).

    19 Ancora Giovanni PaoloII lo faceva presente nel suo discorso: Comela maggior parte dei suoi avversari, Galileo nonfa distinzione tra quello che l'approccio scientificoai fenomeni naturali e la riflessione sulla natura, diordine filosofico, che esso generalmente richiama. per questo che egli ri

    fiut il suggerimento che gli era stato dato di presentare come un'ipotesi ilsistema di Copernico, fin tanto che esso non fosse confermato da prove irrefutabili. Era quella, peraltro, un' esigenza del metodo sperimentale di cui eglifuil geniale iniziatore(GIOVANNI PAOLO II, Discorso alla Pontificia Accademiadelle Scienze,31 ottobre 1992).

    20 Giovanni PaoloII attribuiva proprio a questa confusione l'errore deiteologidi allora: La maggioranza dei teologinon percepiva la distinzioneformale tra la Sacra Scrittura e la sua interpretazione,il che li condusse a traesporre indebitamente nel campo della dottrina della fede una questione difatto appartenente alla ricerca scientificaibid.).

    2 Cfr.].P. LONCHAMP, Il caso Galileo,'Paoline, Milano 1990, pp. 84-87.

    I

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    di traslazione della terra;per la prima prova meccanica del movimento di rotazione della terra, con il famoso esperimento delpendolo di Foucault,si doveva aspettare fino all'anno 1851).. Ma torniamo alla questione che adesso ci interessa. Qual l s t a t ~ t oepistemologico dell'evoluzionismo? un/atto un fenomeno della natura, o piuttosto un'ipotesi, una teoria, unalegge,un sistema, un modello, o addirittura soltanto una fantasia nella mente di alcuni? Se noi facciamo un'inchiesta su quest?, troveremo lepi svariate risposte. Forse questo urio deglI argomenti su cui oggi esiste il maggior dibattito scientifico eanche culturale, in un modo simile a come nei secoli XVI eXVII ebbe luogo riguardoai due massimi sistemi del mondoci.o q:r-ello tolemaico e quello copernicano. Ma lec o n s e g u e n z ~di ordine antropologico - riguardo alla sociologia, alla morale,e anche alla stessa religione e alla teologia - possono esseremolto pi notevoli e rilevanti22. Per fareun esempio, possiamoaccennare ad un libro che ha questo sorprendente titolo:Crea-ti dagli animali. Implicazioni mor ali q,el darwinismo.

    Ma r a questi. u e dibattiti ci sono ancora pi analogie epirapportr da stabilire.Non si pu mettere in dubbio cheperesempio, c' un ' affinit tra la visione meccanicistica chec ~ o m -pagn la proposta della nuova fisica, galileiana e newtoniana, e

    . 22,Per quest? o ~ i v oil Magistero della Chiesa nonpu rimanere al margme di questo dIbattIto: La questione del giusto limite e della retta coordinazio?e e i differenti ambiti del conoscere umano [ .. ]ha acquistato anche dimenSIOnI nuove attraverso la nuova immagine evoluzionistica . Nella sua vasta p r e ~ e s anon si tratta pi semplicemente dell'origine dell'uomo ma nell'accezIonep i ~~ s t e s a ,di ricondurretutti i fenomeni spiritualii n c l ~ s alamorale e lareligIOne al modello:base~ e ~ ) ( 'e v o l u z i o n ~ ,a partire dal qualev ~ ? o n oc ~ n t e n p o r ~ e a m e n t eCIrcoscnttlla loro funZIone e i loro limiti. Unas ~ f u n z I o n a l i ~ z ~ I O n edella fede cristiana dovrebbe colpire l'uomo e modificarlo nel suomtlffiO. Ecco perch il pensiero chesi fonda sulla fedenonpu non occuparsi di questa concezione del mondo evoluzionaria cheva molto oltre i suoi fondamenti naturalistici.T problema centraledell; fede sempre quellod e l l ~r i c ~ ~ c adella verit. Bisogna dunque chiedersi anche qui quale contenutodI venta ed eventualmente quale collocazione vada attribuitaalle teories c ~ e n t i f i 0 ec h ~d o v r ~ b b e r osostenere e motivare la filosofia spessopresentata m manIera divulgatlva, la quale viene inserita nella conoscenza naturalis?ca os v ~ u p p a t ain seguito ad essa(GIOVANNI PAOLO il Discorso del26 aprile 1985,ID Insegnamenti di Giovanni Paolo II, voI. VIII/1 , cit., p. 1129).

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    che diede luogo anche a dei sistemi filosofici (quello cartesiano,ma anche pi in generale sia il razionalismo che l'idealismo) e acorrenti culturali (l'illuminismo e il modernismo), e il naturalismo che alla base dell' evoluzionismo eli Lamarck e Darwin.Anzi, anche ne l caso dell' evoluzionismo troviamo un passaggio

    da una teoria di indole pi propriamente scientifica (in autoricome Lamarck, Darwin e Wallace) ad un sistema filosofico chesi vuole applicare a tutta la realt (cos Herbert Spencer e anche, in qualche modo, Pierre Teilhard de Chardin) 23.

    Un aspetto che fa intravedere questa continuit tra il meccanicismo mod erno e l'evoluzionismo classico il fatto di negare che ci sia una finalit nel processo evolutivo e di sostenereche questo sia guidato soltanto dal caso e dalla necessit cieca 24.Si pu parlare, cos, di una certa mentalit evoluzionistica,un'immagine del mondo, per cui tutti i fenomeni si vedono, esi spiegano, in chiave evoluzionistica 25, secondo i due principi(quasi dogmi) proposti da Darwin: la selezione naturale e le va

    riazioni casuali e aleatorie 26. Ma se cos, possiamo domandarci se si tratta di qualcosa di oggettivo o piuttosto di una specie di a priori soggettivo, come degli occhiali che ci fanno ve-

    23 Cfr. R NOGAR, From the Fact 01 Evolution to the Philosophy 01 Evolu-tionism, inJ. A WEISHEIPL, The Dignity olScience.Studies in thePhilosophy 01Science Presented to William Humbert Kane The Thomist Press, WashingtonD.C. 1961, pp . 327 -365; S. PROCACCI,I.;umanesimo cosmico dietro l teoria del-l evoluzione in Teilhard de Chardin in

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    gine della vita), sia in quello epistemologico (crescita della conoscenza). Uno potrebbe domandarsi quale ragione c' perprivilegiare questo programma di ricerca metafisico, di pers non controllabile (eper questo non falsificabile), di fronte adaltri che lo stesso Popper rigetta per il fatto di non essere controllabili (come il marxismo o la psicanalisi). Sembra una scelta in fin dei conti arbitraria, non razionale, e allora in che sensosi pu chiamare la proposta di Popper razionalismo critico, econ quale diritto dichiara un pericolo di irrazionalit nelle proposte, per esempio, di Thomas Kuhn? Di quale razionalit stiamo parlando qui?

    Per completare il quadro delle diverse posizioni riguardoall' evoluzionism, possiamo trovare autori, sia scienziati che filosofi e teologi, che propongo no una le ttura diversa. Essi nonvedono un contrasto tra creazione ed evoluzione, n tra evoluzione e finalismo. In questa linea, hanno sviluppato la dottrinadell' ntelligent design, secondo cui il processo evolutivo non

    sarebbe dovuto al caso, ma vi sarebbe un disegno che orienta,guida e ordina il tutto. E se c' un disegno, ci deve essere unaMente, un'Intelligenza. Altrimenti non si pu spiegare una serie cos incredibile di sviluppi, cos bene sintonizzati da permettere il sorgere di esseri viventi sempre pi complessi e perfetti, fino ad arrivare all'uomo 29. Non semplicemente questione di tempo, com dicono i darwinisti. La probabilit e la

    . fortuna non sono sufficienti a far sorgere la vita nella ricchezza,variet e complessit che noi troviamo nel mondo che ci circonda e in noi stessi. La combinazione necessaria semplicemente per rendere possibile la vita cos sorprendent e che gi

    29 Esiste ormai una notevole letteratura in questa linea. Per citare qualche autore, si pu fare riferimento a S. ARCIDIACONO,Creazione, evoluzione,principio antropico, Studium Christi, Roma 1983; M. BEHE,Darwin's BlackBox. The Biochemical Challenge to Evolution, The Free Press, New York1996; M. J. BEHE-W. A DEMBSKI-S. C. MEYER,Science and Evidence for Design in the Universe, Ignatius Press, San Francisco 2000, p. 234; W A. DEMBSKI,Science and Design, in First Things, n. 86 (october), (1998), pp. 21-27;E. McMuLLIN, Evolutionary Contingency and the Cosmic Purpose, in N. H.GREGERSEN-U. GORMAN-C.WASSERMANN,The Interplay between Scientificand Theological Worldviews I), Labor et Fides, Genve 1999, pp. 91-112.

    LA TEORIADELL EVOLUZIONE.STATUS QUAESTIONIS 35

    diversi astrofisici hanno parlato in questi ultimi anni del cosiddetto principio antropico.

    D'altra parte, si pu accennare a diverse nuove Ploposte. contrastanti, sia da evoluzionisti che criticano il darwinismo

    per diversi motivi 30 sia da neo-darwinisti che non escludono la

    teleologia31

    e anche troviamo dei neo-Iamarckiani o trasformisti 32 Tutto questo ci fa vedere che, lungi dall'esserci sull'evoluzionismo stesso un'unit monolitica, si pu constatare inveceuna variet molto ampia di posizioni, che rivela anche la complessit dell' argomento t rattato.

    Per concludere, vorrei presentare per sommi capi la dottrina della Chiesa cattolica nel recente magistero pontificio e nella teologia. In un discorso all'Accademia Pontificia delle Scien-

    , ze,Giovanni Paolo II propo se una riflessione propr io sullo statuto epistemol ogico dell' evoluzione. Purtroppo quasi tuttal'attenzione stata. rivolta ad una frase, che talvolta stata anche fraintesa. Dopo aver fatto cenno alla dottrina di Pio XII,

    nell'enciclica umani Generis 33 in cui si prendev a l'evoluzionismo come u n i p o t e ~ ; ; iseria, degna di una ricerca e di una riflessione approfondita al pari dell'ipotesi opposta, il Papa

    30 Per fare qualche nome: M. DENTON,Evolution: a Theory in Crisis, Adler Adler, Bethesda 1986; P. E.JoHNSON, Darwin on Trial, InterVarsity Press,Downers Grove, m. 1993 2 (trad. spa. Proceso a Darwin, ed. Portavoz, GrandRapids 1995); G. SERMONTI-R FONDI,Dopo Darwin. Critica al ' evoluz ionism o,Rusconi, Milano 1980, colloCultura Nuova, p. 341; G. SERMONTI,DimenticareDarwin. Ombre sull'evoluzione, Rusconi, Milano 1999, p. 158.

    31 Cfr. F.]. AYALA,Teleolog:al Explanations i n Evolut ionary Biology, inC. ALLEN-M. BEKOFF-G.LAUDER,Nature's Purposes. Analyses of Functionand Design in Biology, The MIT Press, Cambr idge (Mass.) 1998, pp. 29-49.

    32 Cfr. P.-P. GRASS,1: evoluzione del vivente, Adelphi,. Milano 1979.33 Ecco il testo dell'enciclica a cui si accenna qui: il Magistero della

    Chiesa non proibisce che in conformit dell'attuale stato delle scienze e della teologia, sia oggetto di ricerche e di discussioni, da parte dei competenti intutti e due i campi, la dottrina dell'evoluzionismo, in quanto cio essa fa ricerche sull'origine del corpo umano, che pro verrebbe da materia organicapreesistente (la fede cattolica ci obbliga a ritenere che le anime sono statecreate immediatamente da Dio). Per questo deve essere fatto in tale modoche le ragioni delle due opinioni, cio di quella favorevole e di quella contr aria all'evoluzionismo, siano ponderate e giudicate con la necessaria seriet,moderazione e misura (Pro XII umani Generis, cfr. Enchiridion Symbolorum, cit., n. 3896).

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    .36 RAFAEL PASCUAL

    proseguiva dicendo: Oggi, circa mezzo secolo dopo la pubblicazione dell'Enciclica, nuove conoscenze conducono anonconsiderare pi la teoria dell' evoluzione una mera ipotesi.

    Si speculato assai sul significato di quest'ultima frase. Mase si legge quello che si dice in seguito, si possono scioglieremolti dubbi.In primo luogo,non si dice in nessun modo che sidebba considerare l'evoluzione comeun fatto, come alcunihanno voluto, ma piuttosto come qualcosa di pi di una semplice ipotesi, cio comeuna teoria. Infatti, il discorso prosegueparlando esplicitamente dell' evoluzione come di una teoria.Vale a dire,si raggiuntoun grado maggiore di conoscenza odi certezzaal riguardo, grazie a diverse scoperte fatte negli ultimi decenni in diversi ambiti scientifici, che sembrno convergere verso la p ropost a dell' evoluzionismo34.

    Si pu dire, dunque, che si arrivatial capolinea?Nondel tutto. Infatti, proseguiva la riflessione del Papa, bisogna interrogarsi sull'importanza, o piuttosto sul valore, di questa teo

    ria. E quisi evidenzia che si tratta diuna questioneepistemolo-gica. Infatti,si mostra come sia necessario riconoscereuna d i ~stinzione tra l'osservazione e la teoria; ovviamente ci deve essere una relazione tra questi due piani,ma questonon toglie chesi tratti di due piani diversi. La teoria si trova nell' ordine dellamente, dell'intelligibile, e in questo senso trascende il piano delpuramente sensibile, del fattuale.La tora permette di avereuna visione d'insieme, di met tere in rappor to diversi fenomeni,e offrire cos una spiegazione unitaria. Ma perch questa teoriaabbia valorescientifico, necessario che dimostri la sua validitattraverso la verifica, il confronto con i fatti e i dati empirici,cio checi sia unriscontro tra quello che si teorizza e quello chesi sperimenta. Se i fatti contraddicono le previsioni o le conse-

    34 degno di nota il fatto che questa teoria si siap r o g r e s s i v ~ e n t eimp o s ~ aall' t t ~ n ~ i o ? edei ricercatori, a seguito di u na serie di scperte fatte nelle ? i ~ e r s e: i s c ~ p l i n e.del saper.e: ~ convergenza non ricercata n provocata,del n ~ u l t a t Idellavon condottI mdlpendentemente gli uni dagli altri, costituisce dl,per s un argomento significativo a favore di questateoria (GIOVAN-NI PAOLO II,Messaggio ai membndella Pontificia Accademia delle Scienze 22ottobre 1996, in I;Osservatore Romano, ed. quotidiana in linguai t a l i ~ a24 ottobre 1996, p. 7). .

    LA TEORIA DELL EVOLUZIONE. STATUS QUAESTIONIS 37

    guenze dedotte a livello teorico, allora bisogner fare delle correzioni e dei rip ens amenti35.

    D'altra parte,non si pu dubitare che, a livello teorico, cisiano degli elementi di ordine filosofico, ltre quelli che derivano dal piano osservazionale, che si prendono in prestito dauna certa filosofia della na tura. Nel contesto, dell'evoluzionismo abbiamo gi accennato ad alcuni di essi, come certi influssi del meccanicismo e del razionalismo. Questofa in modo chein base a questi diversi contesti filosofici,si possanop r o p o r r ~diverse teorie dell' evoluzione( qui, enon prima, che si parladi questa pluralit di teorie evolutive). Tale diversit deriva siadalle diverse spiegazioni sulmeccanismo dell' evoluzione siadai contesti filosofici che ispirano tali teorie (materialisti o'spiritualisti, vitalisti, ,ecc.)36.Penso che sia chiaro che il giudizio suqueste filosofie di fondo che accolgono le diverse teorie evoluzionistichesi debba assegnare alla filosofia. Malgrado le tesi delmarxismo-leninismo, ilmaterialismo non , n pu essere,scientifico, ma piut tosto filosofico e deve essere studiato in sede filosofica.

    In un contesto filosofico come quello affine alla visione cristiana del mondo (non voglio qui entrare nel dibattito sullacosiddettafilosofia cristiana , sembra chiaro che; seci pu esserespazioper una teoria evoluzionistica(e abbiamo visto comeper

    ~ 5qual l'importanza di una simile teoria? Mfrontare questa question ~ slgniflca entrare nel campo dell'epistemologia. Una teoria un'elaboraZlOne metascientifica, distinta dai risultati dell'osservazione ma ad essi affine. Grazie ad~ s s ~un insieme di dati e di fatti indipendenti fra loro possonoessere collegatI e mterpretati in una spiegazione unitiva. La teoria dimostra lasua validit nella misura in cui suscettibile di verifica costantemente valutata a livello dei fatti; laddovenon viene pi dimos tr;ta dai fatti manifestai suoi limiti e la sua inadeguatezza. Deve allora essere ripensatafbid.).

    36Inoltre, l'elaborazione di u na teoria come quella dell' evoluzione,purobbedendo all'esigenza di omogeneit rispettoai dati dell' osservazioneprnd e in prestito alcune nozioni dalla filosofia della natura. dire il vero'pi che della teoriadell evoluzione, conviene parlare delle teor ie dell' evolu:zione, Questa pluralit deriva da un lato dalla diversit delle spiegazioni chesono state proposte sul meccanismo dell'evoluzione e dall'altro dalle diversefilosofie alle quali sifa riferimento. Esistono pertanto letture materialiste e ridut.tive e.letture spiritualistiche.l giudizio qui di competenza propria della filosofla e, ancora oltre, della teologiaibid.).

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    il recente magistero della Chiesa questo spazio c'), questa avrdelle caratteristiche specifiche. Non sar compatibile con unalettura materialistica e forse nemmeno con una visione antifinalistica. Possiamo fare epoch della finalit nei processi della natura, ma questo no n giover molto allo sviluppo della scienza n alla comprensione della natura cos come ci si presenta, cio. comeun cosmo qualcosa di ordinato, dove ci sono delle regole delleleggi che permettono appunto che ci sia la scienza, e che fannoche questo mondo sia intelligibile Infatti, rinunciare alla finalit e ricorrere al puro caso significa rinunciare alla spiegazionee, in ultima istanza, alla scienza stessa 38 . Forse si potreb be parlare di una specie di suicidio epistemologico e questo sembra avvenire precisamente nel nichilismo postmodemo. -

    Nel 1981 Joseph Ratzinger dedic una serie di predichequaresimali a delle riflessioni sui primi capitoli del libro dellaGenesi 39. Egli, come teologo, ha parl ato del bisogno di rilanciare la catechesi sulla creazione, e in queste predic he offre alcuni spunti che possono essere interessanti in questa linea. Peresempio, ci ricorda che la Bibbia non un libro di scienze naturali e che, in conseguenza, non vi si possono trovare infor-

    37 Questa esigenza della finalit per la scienza stessa stata sottolineataanche da Giovanni Paolo II: Tutte le osservazioni concernenti lo sviluppodella vita conducono a un analoga conclusione. L'evoluzione degli esseri viventi, di cui la scienza cerca di determinare le tappe e discernere irmeccani-smo presenta un interno finalismo che suscita l'ammirazione. Questa finalitche ~ r i e n t agli esseri in una direzione, di cui non sono padroni n responsabili, obbliga a supporre uno Spirito che ne l'inventore, il creatore (GIOVANNI PAOLO II, Udienza generale del mercoled lO luglio 1985, in Insegnam nti di Gio vanni Paolo II, voI. VIII/1, cit., p. 112).

    38 A tutte queste "indicazioni" sull' esistenza di Dio creatore, alcuni op-pongono la virt del caso o di meccanismi propri della ~ e r i..Parlare i caso per un universo che presenta una cos comp lessa orgaruzzazIOne negli elementi e un cos meraviglioso finalismo nella vita, significa rinunciare alla ricerca di una spiegazione del mondo come ci appare. n realt, ci equivale avoler ammettere degli effetti senza causa. Si tratta di una abdicazione e l l i n ~telligenza umana, che rinuncerebbe cos a pensare, a cercare una solUZIone asuoi prob l=i ibid.).

    39 l esto stato pubblicato in italiano e anche in inglese: cfr. J. RATZINGER, Creazione e peccato, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1986; In tbeBeginning .. A Catbolic Understanding oj be Story oj Creation and tbe Fall,WB. Eerdrnans Publishing Company, Grand Rapids (Mich.) 1995,p.-100.

    LA TEORIA DELL EVOLUZIONE. STATUS QUAESTIONIS 39

    mazioni sulle scienze della natura 40; ci dice che bisogna distin-_ guere tra il messaggio ispirato (in questo caso che il mondo e

    l'uomo sono stati creati da Dio) e il rivestimento letteratio della narrazione biblica della creazione 41 Un altro rilievo interessante quello .della ragionevolezza della fede: ancora oggi, e

    anche dalla prospettiva delle scienze naturali, la fede nella creazione la migliore ipotesi 42. La ragionevolezza del creato deriva dalla sapienza del Creatore; non vi un altra spiegazioneconvincente. E a questa conclusione era arrivato gi quattro secoli prima di Cristo il filosofo pagano Aristotele, quando rifiut la posizione degli atomisti, che dicevano che tutto era venuto all'esistenza automaticamente, cio per caso 43.

    Infatti, senza cadere in facili concordismi, possiamo vedereuna certa convergenza tra quello che dice oggi la scienza equello che sappiamo dalla rivelazione, per esempio la temporalit dell'universo (cfr. la teoria del Big Bang o il principio termodinamico dell' entropia) o il disegno dell'universo, che pro

    voc l'ammirazione di Einstein 44 e pi di recente di Fred Hoyle, il quale ha riconosciuto che sarebbe incredibile vdere ur:universo cos tanto ben accordato jine-tuned) laddove non Clsia un Dio che l'abbia fatto 45. Non mancano alcuni che sostengono l'opposto, ma non lo faranno se non partendo da pregiudizi pi che discutibili, come il gi citato Monod. Egli afferma

    40 [. .] la Bibbia non e non vuole essere un manuale di scienze naturali. un libro religioso, per cui non possiamo attingere da essa delle nozioniscientifiche, n sapere come il mondo ha avuto scientificamente origineibid., p. 11).

    41 Cfr. ibid.42 La fede nella creazione non neppure oggi irreale. Essa tutt'oggi

    ragionevole e, anche alla luce dei risultati delle scienze naturali "l'ipotesimigliore", quella che spiega di pi e m e g l i ~di tutte le ~ t r et e . o n ~ .La fede .ragionevole. La ragione della c reazione -denva dalla ragIOne di DIO. Non eSIste altra risposta realmente convincente ibid., p. 20).

    43 Cfr. ibid.44 Ratzinger fa una citazione significativa di questo gra nde scienziato: I-

    bert Einstein disse una volta che nelle leggi della natura "si rivela una ragione_ os superiore che tutta la razionalit del pensiero e degli ordinamenti umani al confronto un riflesso assolutamente insignificante" ibid., p. 23).

    5 Cfr. E. J. LARSON-L. WITHAM, Scientists and Religion in America, inScientific American, September 1999, p. 83.

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    che 1'ordine che troviamo nella natura frutto del caso, e luistesso riconosce che una tale concezione assurda. Ma in ba-se ad un pregiudizio, quello imposto secondo lui, dal f 2etodoscientifico non si pu ammettere una domanda alla quale sia.necessario rispondere con la parola Dio. l commento diRatzinger eloquente: quale misero metodo possiamo solodire ; e continua in modo suggestivo:

    Attraverso la ragione della creazione Dio stesso ci guarda. La fisica, la biologia, le scienze naturali in genere ci hanno fornito un racconto della creazione nuovo, inaudito, con immagini grandiose enuove, che i permettono di riconoscere il volto del Creatore e ci fanno di nuovo sapere: s all'inizio e al fondo di tutto l'essere c' lo Spi-rito creatore. l mondo non il prodott o dell' oscurit e dell'assurdo.Esso deriva da un'intelligenza, deriva da una libert, deriva da unabellezza che amore. Riconoscere qesto ci infonde il coraggio che cipermet te di vi;er e, che ci rende capaci di affrontare fiduciosi 1'avventura della vita 46.

    46 Ibid., p. 24.

    II.

    Summary

    NON-DARWINIAN DARWINISM

    STANLEY L. JAKI

    The phrase