La Tammurriata

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LA TAMMURRIATA MITO, FEDE E TRADIZIONE NELLA CULTURA CONTADINA DELLA CAMPANIA (ITALIA) 1 MARIO BARBUTI 2 INTRODUZIONE Scoprire nelle forme espressive popolari una sorta di linguaggio primordiale, carico di significati e valori che sono andati perduti nella massificata comunicazione della nostra contemporaneità, è uno dei massimi obiettivi di ogni studioso dei comportamenti umani. La più grande risorsa di questo sapere antico è, per nostra fortuna, ancora custodita nella tradizione dei contadini, ovvero delle comunità più semplici e isolate. Queste genti si servono di un canale di comunicazione privilegiato, che è rimasto intatto per millenni: quello della musica, del canto e del ballo. In questo articolo affronterò lo studio della cultura contadina della Campania, nel sud Italia, appunto come proiezione della sua forma espressiva più genuina ed antica: la “tammurriata”. La tammurriata prende il nome dal suo strumento principe, la “tammorra” o “tammurro” (un tamburo sostenuto con una mano e suonato con l’altra), e la sua interpretazione prevede tre ruoli: il suonatore di tammorra (detto “tammorraro”), il cantante ed almeno una coppia di ballerini. Nel paragrafo Cenni storici traccerò un quadro storico della tammurriata, sfiorando brevemente le epoche più significative per il suo sviluppo, dalle sue origini (presunte) fino ad oggi. 1 Questo lavoro fa parte di una più estesa ricerca sulla cultura musicale napoletana alla quale l’autore si dedica da oltre un decennio come studioso e come musicista. 2 Etnomusicologo, compositore e chitarrista salernitano. 1

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cenni storici sulla tammurriata

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LA TAMMURRIATA

LA TAMMURRIATA

Mito, fede e tradizione nella cultura contadina della Campania (Italia)

Mario Barbuti

Introduzione

Scoprire nelle forme espressive popolari una sorta di linguaggio primordiale, carico di significati e valori che sono andati perduti nella massificata comunicazione della nostra contemporaneit, uno dei massimi obiettivi di ogni studioso dei comportamenti umani.

La pi grande risorsa di questo sapere antico , per nostra fortuna, ancora custodita nella tradizione dei contadini, ovvero delle comunit pi semplici e isolate. Queste genti si servono di un canale di comunicazione privilegiato, che rimasto intatto per millenni: quello della musica, del canto e del ballo.

In questo articolo affronter lo studio della cultura contadina della Campania, nel sud Italia, appunto come proiezione della sua forma espressiva pi genuina ed antica: la tammurriata. La tammurriata prende il nome dal suo strumento principe, la tammorra o tammurro (un tamburo sostenuto con una mano e suonato con laltra), e la sua interpretazione prevede tre ruoli: il suonatore di tammorra (detto tammorraro), il cantante ed almeno una coppia di ballerini.

Nel paragrafo Cenni storici traccer un quadro storico della tammurriata, sfiorando brevemente le epoche pi significative per il suo sviluppo, dalle sue origini (presunte) fino ad oggi.

Ne Il mito e la fede affronter lanalisi della matrice mitologica della tammurriata, e quindi della cultura contadina, ed evidenzier gli elementi arcaici conservati nel rito anche dopo ladozione della religione cristiana.

A questo punto tratter Il culto delle sette Madonne campane, e mostrer il percorso che ha portato i contadini a sostituire la venerazione per Artemide, con quella per Diana e quindi per la Madonna, identificando le tre divinit in ununica dea Madre della fertilit e dellabbondanza.

In Erotismo e spiritualit introdurr il denso apparato di simboli di natura magico-rituale che appartengono alla quotidianit del mondo contadino, e poi estrapoler questi simboli dal testo della Tammurriata per la Madonna dei Bagni.

Infine, nel paragrafo Tra sogno e realt: la festa, cercher di dare unidea dellimportanza del contesto di una tammurriata, riportando una coinvolgente testimonianza sulla festa per la Madonna di Materdomini.

Cenni storici

La voce del popolo contadino che ha abitato il territorio campano, dalle pendici del Vesuvio ai monti che affacciano sulla Costiera Amalfitana, conserva ancora oggi una forte eco nella tammurriata. Tramandata nei tempi antichi col nome di canzuna 'e copp' 'o tammurro, la tammurriata non semplicemente una forma despressione musicale popolare. Essa il nucleo vitale del mondo contadino, e porta con s precetti, insegnamenti, dogmi e tab che hanno a che fare con le sfere della religione, della sessualit, delle credenze, della vita di ogni giorno.

Oltre che denso apparato di simboli e doppi sensi, la tammurriata anche loccasione nella quale si cerca di dare sfogo alle angosce, alle frustrazioni e alle paure quotidiane. Essa dunque un modo efficace per esorcizzare le cause del disagio sociale e spirituale, attraverso una sorta di azione catartica che veicola una vera e propria maieutica del corpo sociale collettivo.

Quando nata la tammurriata? Quali ingredienti hanno permesso la sua nascita?

Le origini della tammurriata vanno ricondotte almeno al V secolo a.C., periodo in cui gli antichi greci giunsero in Italia e crearono delle colonie in tutto il Meridione.

Il canto degli antichi greci, eseguito col tamburo, mise immediatamente le radici nellentroterra campano, anchesso strettamente legato al mondo agricolo e al culto delle divinit che proteggevano le messi e il raccolto.

La tammurriata va allora considerata il frutto dellincontro di diverse culture contadine del Mediterraneo, e Napoli il luogo principale dattrazione di queste molteplici correnti culturali.

Lestrema vitalit della cultura contadina a Napoli si registra ancora nel 500, mille anni dopo, favorita dal continuo afflusso nella citt di masse di contadini del sud. Questesodo era dovuto alle tragiche condizioni di vita imposte dal regime feudale, che provocarono labbandono delle terre e il riversarsi nella capitale di migliaia di contadini alla ricerca di una realt meno disumana.

Il massiccio inurbamento fu anche favorito, peraltro, dalla politica del governo spagnolo, che conferiva esenzioni dalle tasse ai cittadini napoletani per creare una capitale forte e popolosa, tale da opporsi al potere dellaristocrazia feudale e del clero (disegno che poi sfugg pericolosamente allo stesso governo, per cui si fu costretti a proibire ledificazione di nuove abitazioni nella citt, dando luogo al formarsi di zone di emarginati nei quartieri sistemati alla periferia urbana, tuttora connotata da malessere sociale).

La citt di Napoli, prima di essere decimata dalla peste nera del 1656, era la maggiore capitale europea, e quindi era un crogiolo di culture, da cui la tradizione contadina, sempre presente nellarea urbana, ha assorbito di continuo nuova linfa.

Nei tempi moderni, con lindustrializzazione della citt partenopea, la cultura e le tradizioni contadine sono rimaste legate solo ai luoghi di culto nella capitale, oppure alle province campane la cui economia era diffusamente basata sullagricoltura.

Cos, di generazione in generazione, il sapere contadino si tramanda ancora secondo i canoni della trasmissione orale.

E ancora oggi la tammurriata, questa forma arcaica di canto sul tamburo, si trasmette di padre in figlio, ed legata ai rituali collettivi come i raccolti nei campi, il passaggio delle stagioni, la vendemmia, le feste religiose.

Solo questi momenti di vita contadina possono determinare la funzione, loccasione e la dimensione del rituale, necessarie per la materializzazione di questa forma espressiva.

I canti dei contadini, il loro lavoro, le loro paure, i loro amori appartengono a una storia mai scritta, mai ricordata, che trova un filo di vita nei racconti e nei ricordi dei vecchi.

Al giorno doggi la cultura contadina ancora viva in Campania, anche se la spaventosa avanzata del cemento rischia di portare allestinzione la figura del contadino, e nonostante il quasi completo disinteresse, se non addirittura lignoranza, da parte delle nuove generazioni nei confronti delleredit culturale del passato.

Il mito e la fede

Ho accennato alla matrice ellenica della tammurriata e al fatto che il canto sul tamburo dei greci, che vivevano nelle colonie dellItalia meridionale attorno al V secolo a.C., stato immediatamente assorbito dalle popolazioni contadine campane.

La tammurriata diventata tuttavia una fortissima espressione di fede cristiana, meglio conosciuta in Campania come devozione, rivolta quasi esclusivamente alla Vergine, ma spesso anche ad alcuni santi, come ad esempio San Michele o SantAntonio Abate. Si potrebbe pensare che i contadini campani, una volta abbracciato il cristianesimo, adattarono le antiche usanze, con cui adoravano le divinit protettrici dei raccolti, ai simboli e alle icone della nuova religione.

Laspetto veramente straordinario di questo riadattamento paradigmatico che la sorgente mitologica del sapere contadino non si mai prosciugata, ma, come un fiume carsico, ora emerge in superficie in modo evidente, ora scompare alla vista, segnalando la sua presenza solo con un sottile gorgoglo sotterraneo.

Uno degli elementi-chiave per la comprensione della cultura contadina campana sta nel rapporto dialettico tra gli opposti, che d origine ad una cultura dualistica.

In questa cultura a spirale, continua e dinamica, lopposto vive spesso nella stessa entit, nello stesso segno; in essa sono stati bloccati, in un equilibrio instabile, gli elementi pagani e cristiani che lhanno generata.

Tutto ci si riflette nella tammurriata, che si esegue prevalentemente in occasione dei pellegrinaggi ai numerosi Santuari mariani presenti nellentroterra campano. Questi Santuari sono dedicati quasi tutti a Madonne sedute (ad esempio la Madonna di Montevergine ad Avellino, o la Madonna dellArco a Giugliano in Campania).

Ad unattenta analisi, le attuali Madonne campane hanno, proprio nel fatto che sono sedute, una radice pagana. Infatti, la loro rappresentazione seduta , in qualche maniera, la trasposizione cristiana del culto pagano di Demetra, la madre terra, figlia di

Crono e di Rea, quindi sorella di Zeus; dea delle messi, in genere legata allagricoltura, e che veniva appunto raffigurata seduta.

Attributi di Demetra erano la fiaccola, il covone di grano, il maiale, elementi esistenti anche nellattuale rappresentazione di alcune Madonne.

Ebbene, al culto di Demetra si associava un ballo con luso di un tamburo molto simile allattuale tammorra (il tamburo usato nella tammurriata), che veniva percosso con la mano nuda.

Le prime raffigurazioni in cui compare questo tamburo le abbiamo in ritrovamenti archeologici, bassorilievi, affreschi e pitture databili al V secolo a.C..

In epoca latina si adorava Cerere, dea anchessa della vegetazione e delle messi, e in suo onore si celebravano le Cerealia, feste che si svolgevano nel mese daprile, care ai contadini.

Le danze e i canti orgiastici, che accompagnavano queste feste propiziatorie, rappresentano lanima delle attuali manifestazioni di fede nelle feste popolari in onore della Vergine.

Il culto delle sette Madonne

Cumm' che ddicen' 'o fatto r' 'e Maronne che ssongo sei' sore?

'A Maronn' 'e Muntevergene 'a Maronn' 'e Pumpei' 'a Maronn' 'e Mugnano 'e santa Filumena 'a Maronn' 'o Crmene 'a Maronn' 'e Vagne a che stammo? 'A cchi brutta se ne jette a Muntevergene er' 'a Maronn' 'e Muntevergene.

Pecch era nera

Eh 'a Maronn' 'o chiano

E pecch signo' se ne jette a Muntevergene?

E se ne jette pecch chell' er' 'a cchi brutta, rice: - I' so' 'a cchi brutt' 'e tutt' 'e ssre meie, me n'aggi' 'a j' tanto luntano ca m'hanno 'a veni' a truva' tutt' 'o prbbeco.

Se jette a mettere ncopp'a nu pizz' 'e montagna 'o gghianco.

Era 'a settima.

Eh 'a settima, 'a lurdema sra.

'A l'urdema sra ricette: - I' so' cchi brutta 'e tutt' 'e ssre meie, me n'aggi' 'a j' tanto luntano ca m'hann' 'a veni' a truva'.

Pecch era nera

Invece chell'er' 'a cchi bella!

Ma pecch nera?

Era nera

Allora so' sett' 'e ssre!

Eh sette sre.

So' sei' belle e una brutta.

Sei' belle e una un' 'a chiammano brutta, per chella brutta cchi bella!

Chella cchi brutta cchi bella!

'a Maronn' 'e Muntevergene.

'a Maronn' 'e Muntevergene!

Com che dicono il racconto delle Madonne che sono sei sorelle?

La Madonna di Montevergine la Madonna di Pompei la Madonna di Mugnano di santa Filomena la Madonna del Carmine la Madonna dei Bagni a che stiamo? La pi brutta se ne and a Montevergine era la Madonna di Montevergine.

Perch era nera

S la Madonna del piano

E perch se ne and a Montevergine?

E se ne and perch era la pi brutta dice: - Io sono la pi brutta di tutte le mie sorelle, devo andarmene tanto lontano che tutta la gente dovr camminare per venirmi a trovare.

Si and a stabilire su una vetta di montagna

Su una vetta di montagna al bianco.

Era la settima.

S la settima lultima sorella.

Lultima sorella disse: - Io sono la pi brutta di tutte le mie sorelle, devo andarmene tanto lontano che dovranno venire a trovarmi.

Perch era nera

Invece quella era la pi bella!

Quella era la pi bella!

Ma perch nera?

Era nera

Allora sono sette sorelle!

S sette sorelle.

Sono sei belle e una brutta.

Sei belle e una una che la dicono brutta, per quella brutta pi bella!

la Madonna di Montevergine.

la Madonna di Montevergine!

In Campania c il mito delle sette Madonne, sette sorelle, sei belle e una brutta e nera. La brutta se ne and sulla montagna di Montevergine, e cos ebbe inizio ladorazione a questultima sorella brutta, che invece la pi bella.

Una vasta iconografia permette di ricondurre le sette sorelle alle sette Sibille, le sacerdotesse dedite al culto dApollo, che avevano la facolt di profetare e di interpretare gli oracoli del dio, e che poi vennero a far parte del culto cristiano.

Linterpretazione pi plausibile del culto delle sette Madonne lo riconduce alla rappresentazione dei mesi dellanno e delle stagioni, propria della cultura contadina.

Il numero sette (che numero magico) non va pensato solamente come sette: dal momento che sei sono bianche e una nera, sei rappresentano la primavera e lestate, la settima nera, brutta rappresenta lautunno e linverno, essa sempre collegata alla montagna, e in un solo segno racchiude questo lungo periodo, in cui la terra accoglie la seminagione e promette il ritorno delle sei sorelle belle.

Questo modellamento si ispira ad elementi di cultura pre-cristiana, poi accolti anche nella nuova religione.

Cos la figura della Madonna si veste di un senso contadino molto pi antico, e questo spiega anche perch il cristianesimo poi entrato a far parte della cultura contadina: perch ha preso su di s i segnali pi antichi, li ha accolti e mantenuti al suo interno.

Nella cultura campana la settima la Madonna di Montevergine, ed lunica ricorrente, le altre sei possono essere qualsiasi. Infatti i nomi variano da paese a paese, ma mantengono una costante nel riferimento alla nera, che ritorna sempre, appunto la Madonna di Montevergine.

Il culto del nero, della Madonna nera, affonda le radici in un modello pre-cristiano. Un precedente potrebbe essere la Diana degli efesini, che era una Diana nera.

Il parallelismo tra la Diana di Efeso e la Madonna nera lampante, e conferma ancora una volta la continuit di certi elementi di culto fondamentali nel passaggio da una religione a unaltra; gli elementi del culto pagano degli avi, ancora oggi custoditi dai contadini campani devoti alla Madonna.

Dalla storia e dallarcheologia sappiamo che lantica citt greca di Efeso, in Asia Minore, era particolarmente celebrata nellantichit per il magnifico tempio dedicato ad Artemide (Diana). La dea greca Artemide inizialmente era adorata come dea madre, una facolt rappresentata nelle iconografie dalle sue numerose mammelle.

Presso i romani Artemide era identificata in Diana, una dea dei boschi ma anche dea della fertilit.

Negli Atti degli Apostoli si legge che San Paolo apostolo fu cacciato da Efeso a furor di popolo, poich gli artigiani e gli artisti della citt non volevano perdere gli affari legati al commercio di manufatti, che celebravano Artemide e il suo tempio, per i fedeli e i pellegrini in visita da tutte le parti del mondo.

La chiesa fondata da Paolo a Efeso, cadde poi sotto linfluenza di un uomo chiamato Giovanni, che potrebbe essere riconosciuto come il quarto evangelista. Se cos fosse, Giovanni, quando and ad Efeso, avrebbe portato con s Maria, la madre di Ges.

Infatti il Vangelo secondo Giovanni racconta che il Cristo sul punto di morire sulla croce affid la madre al suo discepolo preferito, appunto Giovanni.

Di conseguenza, ad Efeso, accanto alla chiesa dellapostolo, fu eretta la prima basilica in onore della dea madre dei cristiani.

La sua esistenza attestata fin dal quarto secolo.

E allora la citt ebbe di nuovo la sua magnifica dea e, salvo il nome, scarsi furono i mutamenti. Anche gli orefici ripresero il loro lavoro, consistente nel fabbricare modelli del tempio e immagini della dea per i nuovi pellegrini.

Lassunzione della Madonna a dea madre del popolo contadino convertito al cristianesimo meravigliosamente esemplificata dallimmagine di Maria Santissima delle Grazie, risalente al primo 400, che tuttoggi si venera nella Chiesa di San Pietro Martire, appartenente ai Frati Domenicani a Napoli.

Limmagine mostra Maria nellatto di aspergere latte dalle proprie mammelle (simbolo di maternit, protezione, amore), e appare evidente il collegamento con laspetto nutrice della Grande Madre dalle molte mammelle, lArtemide greca, che prometteva abbondanza e fertilit.

Erotismo e spiritualit

Ho descritto sopra lelemento-chiave del rapporto dialettico tra gli opposti, che genera la struttura dualistica della cultura campana.

Ora introduco un nuovo, importantissimo, concetto-chiave della cultura contadina campana che quello del doppio.

proprio la lettura polisemica dei testi, delle danze, delle musiche, dei colori, dei gesti, che ci pone di fronte lesistenza di doppi: il bello e il brutto, il bianco e il nero, il bene e il male, lo spirito e la carne, la femmina e il maschio, la Madonna e Diana, la Madonna e il sesso.

Gli elementi che formano i doppi non sono necessariamente degli opposti, ma hanno la caratteristica di vivere contemporaneamente. Essi fanno parte di una sola realt, n si escludono mai per ragioni moralistiche, n uno dei due elementi viene rimosso o ignorato.

E cos la settima sorella nello stesso tempo la pi brutta e la pi bella, la Cenerentola e la principessa!

Se andiamo ancora pi a fondo nellinterpretazione dei simboli della cultura contadina ci imbattiamo in catene di doppi, che vengono a formarsi con lincrocio e lo scambio degli elementi di ciascuna coppia di concetti. Cos, ad esempio, la madre, il sesso e la morte sono concetti che entrano uno nellaltro e si scambiano e sono la stessa cosa.

Il concetto di doppio , secondo me, fondamentale per comprendere a fondo lo spirito con cui si vive la tammurriata, nel suo carattere sacrale e orgiastico allo stesso tempo. un concetto che ci fa comprendere in pieno la necessit di sincretismo del popolo contadino con la sua terra e con chi la protegge, e la benedice.

Quindi, e qui bisogna prestare molta attenzione, quando in un canto dedicato alla Madonna troviamo espressioni erotiche, con espliciti o impliciti riferimenti al rapporto sessuale o agli organi sessuali, non dobbiamo pensare in alcun modo a un gusto per lambiguit. Infatti il mondo contadino vive senza separazioni i vari momenti della vita, e, nello stesso modo, esprime nei canti e nelle danze della tammurriata questo sincretismo tra fervore religioso e ardore sessuale, due atteggiamenti emotivi posti allo stesso livello nella gerarchia dei comportamenti sociali.

Perci non ci sono ambiguit, quelle che impropriamente vengono dette doppi sensi, n c alcuna malizia dal vago sapore blasfemo.

Siamo di fronte a unespressione popolare limpida e pura, dove prevale su tutti il sentimento dellamore. Non un amore sezionato in base alle diverse vicissitudini della vita, ma un amore totalizzante, paritetico e globale, che la vera forza per affrontare la durissima vita contadina.

Lintero apparato simbolico, che proprio in presenza di uninterpretazione polisemica assume spesso e volentieri connotati magico-ritualistici, condensato in maniera estremamente raffinata nel testo, nel senso pi ampio del termine, della tammurriata, in apparenza unespressione cos genuina e spontanea.

Tammurriata per la Madonna dei Bagni

Il modo pi efficace per chiarire il concetto del doppio e il sistema simbolico ad esso correlato leggere direttamente il testo di una tammurriata:

Caruta na stella ra cielo

e 'mmiez' 'o mare s' spampanata

e 'a rinto c' asciuta na piccerella

cu 'e ricce 'nfronte cu 'e 'nnell' 'e mmane

Oi' 'mmiez' 'o mar' nnata na scarola

li turche se nce 'a jocano a primera

chi pe' la cimma e llna

nn' 'o tira' ca se nne vne

tien' 'a spina sott' 'o pre

e nce 'a tiene e bb e bb

zompa 'o muro e bbiene cc

nu vaso 'mmocca t'aggi' 'a ra'

pe' la cimma e chi pe' lu streppone

neh chi pe' la cimma e chi pe' lu streppone

viato chi s' 'a vence sta figliola

chesta figliola figlia re nutaro

sta figliola figlia re nutaro

nce 'a port' 'a vunnelluccia tutta sciure

e 'mpietto nce 'a porta e bb

sera e Napole m cc

e 'mpietto nce porta na stella Riana

stella Riana quanno cumpariste

laria 'ntruvulata comm' 'o schiaraste

uh laria 'ntruvulata 'o schiaraste

a chillu pezzillo che te nce mettiste

na fonta r'acqua santa nce criaste

ue' na fonta r'acqua santa nce criaste

chi shadda vve ll'acqua re sta fonte

hadda tne 'e zecchenielle

e hadda tne 'e zecchenielle

e hadda tne 'e zecchenielle pronte cuntante

'e zecchenielle mie so' ssempe pronte

chest'acqua m'aggi' 'a vve e Mmilla

nu canario e nu cardillo

uno allucca e n'ato strilla

n'at' 'o fa 'o riavulillo

eh chest'acqua m'aggi' 'a vve o mro o campo

caduta una stella dal cielo

e in mezzo al mare si sfogliata

e dallinterno apparsa una fanciulla

con i riccioli in fronte e con gli anelli alle mani

In mezzo al mare nata una scarola

i turchi se la giocano a primiera

chi per la cima e Elena

non tirare che si spezza

hai una spina sotto il piede

e ce lhai e bb e bb

salta il muro e vieni qua

un bacio in bocca ti devo dare

per la cima e chi per la radice

chi per la cima e chi per la radice

beato chi vince questa ragazza

questa ragazza figlia di persona notabile

questa ragazza figlia di persona notabile

e porta la gonna tutta di fiori

e nel petto porta e bb

di sera e Napoli qui adesso

e nel petto porta la stella Diana

stella Diana quando tu apparisti

laria annuvolata come la rischiarasti

laria annuvolata la rischiarasti

a quel posto dove ti posasti

una fonte dacqua santa facesti sorgere

una fonte dacqua santa facesti sorgere

chi vuole bere lacqua di questa fonte

deve tenere i zecchini

e deve tenere i zecchini

e deve tenere i zecchini pronti contanti

i miei zecchini sono sempre pronti

questacqua mi voglio bere e Camilla

un canarino e un cardellino

uno grida e laltro strilla

un altro fa il diavoletto

questacqua mi devo bere sia che mi faccia vivere sia che mi faccia morire

Questo canto uno dei pi diffusi e conosciuti nella tradizione popolare campana. Laccentuata emblematicit dei suoi versi ci porta a ricercare una possibile chiave di lettura nel tessuto simbolico-magico del mondo popolare napoletano.

Il primo segno che vi si legge una scarola che nasce dal mare. Innanzitutto va detto che la scarola o lattuga, una pianta alla quale la tradizione popolare attribuisce molti significati e straordinari poteri curativi e magici.

Questa magica scarola nasce dal mare come antica divinit femminile, apportatrice di fertilit. A conferma di ci, la prima strofa ci ritrae limmagine suggestiva di una stella caduta in mezzo al mare, dal cui contatto nasce una bellissima fanciulla con i capelli ricci e gli anelli alle mani.

Ed ancora allimmagine dei capelli ricci che il popolo associa la magica scarola.

Gli anelli poi, oltre che segno femminile, rappresentano un evidente segno nuziale e auguralmente fecondante.

I versi introducono poi un segno di contrasto, i turchi, che nella tradizione indica il colore nero, il maschio contrapposto alla femmina, il fallo sotterraneo, loscurit contrapposta alla luce o la notte contrapposta al giorno.

In altri termini i turchi rappresentano anche esseri che stanno al di l del mare, ed in questo sono associati alla morte, ad una morte o una violenza naturale che viene da un altro mondo (in ci collegabili anche alle storiche incursioni sulle spiagge della Campania).

Eppure sempre dallo stesso mare (elemento originario di tutto), nasce, oltre che il pauroso e notturno segno dei turchi, anche la luminosa scarola-fanciulla, generata dalle mistiche nozze del cielo e del mare.

A questa divinit femminile si associano altri elementi quando si parla di una stella Diana che brilla sul suo petto.

Ecco allora levidente segno solare indicato nella stella come luce e fuoco, peraltro da collegare anche a un mondo celeste.

Tuttavia, se la stella porta con s una chiara simbologia solare, il segno Diana si associa anche ad un antichissimo segno notturno e lunare.

Ad evidenziare ulteriormente questo significato doppio della simbologia espressa, contribuisce il verso successivo: Chi per la cima e chi per la radice. Qui introdotto il doppio costituito dagli elementi alto e basso, ossia la doppia componente nello stesso personaggio, divino in senso celeste e sotterraneo in senso di vita e di morte, di luce e di tenebre.

Ed beato chi la vince, come dice il verso successivo, nel senso che felice chi conosce lei in tutti i suoi aspetti, nella vita e nella morte, in quanto tutto fa parte di un solo soprannaturale che poi sidentifica nella totalit della natura stessa.

In tal senso, perfino il segno dei turchi, apparentemente negativo, diventa segno naturalmente associato alla fanciulla e che, nellinevitabile contrapposizione tra notte e giorno, morte e vita, si riconduce ad un naturale e semplice gioco: i turchi se la giocano a primiera.

Lanalisi del testo di una tammurriata, come abbiamo visto, estremamente affascinante e coinvolgente perch con essa riusciamo a tracciare una mappa dellarticolato corredo simbolico della cultura contadina campana.

Tuttavia la sola analisi del testo, sebbene approfondita, non esaurisce tutto il significato o la funzione della tammurriata. Infatti per avere unidea completa e soddisfacente di questarcaica espressione contadina non possiamo prescindere dal contesto.

Proprio in quanto fenomeno multimediale, proprio in seguito alla polisemia dei messaggi che lanciano gli artefici di questa espressione, necessario considerare nel loro insieme sia gli elementi del testo, sia quelli gestuali delle mimiche e dei balli, sia lambiente in cui avviene tutto ci.

Quindi non avremo mai unidea precisa di cosa sia una tammurriata fin quando non ci rechiamo sul posto del pellegrinaggio, al tale Santuario, o nei pressi di tale grotta, luoghi in cui la tammurriata suonata, cantata e ballata per ore intere, da tarda sera fino allalba.

Tra sogno e realt: la festa

pi volte mi avevano parlato di questa bellissima festa notturna, descrivendola con i termini pi entusiastici di questo mondo. E fu cos che la notte del 14 agosto, decisi di mettermi in viaggio e raggiungere entro le ventitr ore il luogo della festa nei pressi delle campagne presso Nocera dei Pagani.

A chi vi si reca per la prima volta, il viaggio pu sembrare molto lungo, e invece vi rimane breve nel ricordo, quasi fosse stato un sogno, tra gruppi di giovanelli che vi si recano essenzialmente per ballare, donne anziane con figliole pi giovani, e uomini a due, a quattro, a comitive, che per le campagne, senza che gli si domandi nulla, vi indicano nel buio il percorso da fare

Improvvisamente si arriva come ad unantica porta di citt, e allora, come per incanto mi ritrovai davanti ad una strada luminosissima, in salita, dove una folla di persone camminava fra due lunghe file laterali di tavole imbandite, di frutta esposta, di limoni, di piante e di mille e mille odori

In questo cuore della festa, volsi uno sguardo alle tavole imbandite dove, in onore di Nostra Signora di Materdomini, si mangiano a saziet (bench tutte di magro), uninfinit di pietanze che indicano una veglia corale di trapasso, una vigilia di miracolo, unattesa millenaria. Eppure, in tutto ci niente vino, ch non festa da vino, n pu bersi in una notte come questa.

Spinto in questo corpo di folla, arrivai finalmente al luogo santo, dove ecco una grande facciata illuminata fantasticamente, due grandi porte di un tempio spalancato, e unarea antistante dove sembra doversi radunare tutta la gente del mondo.

Allinterno, verso Oriente, scorsi limmagine venerata, quella che nella festa il centro dellattenzione e della devozione di tutti. Tutti infatti vi passano dinanzi in questa notte e qui depongono le loro devozioni, la loro natura, il loro trasporto.

E sono genuflessioni e percorsi in ginocchio fino a Lei, situata sotto un ricco baldacchino di marmi preziosi, mentre nellaria risuonano i canti che la appellano La Signora

Intorno al prezioso tronetto della Signora gira dunque la folla dei tanti pellegrini i quali, dopo aver deposto lomaggio rituale, con la mano sinistra sfregano la pietra che alle sue spalle e poi si toccano il viso, il collo e la testa, quasi a trasmettere al proprio corpo lessenza magica e divina della pietra stessa

Riconobbi allora Antonio, il grande suonatore di tamburo, il quale battendo il ritmo gi da una mezzora, cominciava ad atteggiare quella sua strana espressione estatica e a volgere gli occhi verso lalto, verso un qualcosa che solo lui sembrava scorgere.

Intorno a lui si scald lambiente, si form un gran cerchio di persone e tutto sembr muoversi sullo stesso binario ritmico imposto da Antonio o imposto ad Antonio da tutti i presenti.

A un certo momento, quando il ritmo crebbe dintensit e pareva far ondeggiare anche le pietre, ecco un giovane sui diciotto anni, il quale sollevando la maglietta fino al petto e scoprendosi nudo fino alla cintura dei pantaloni, incominci a dimenare i fianchi alzando le braccia e socchiudendo gli occhi e la bocca tra lentusiasmo degli occhi dei presenti sempre pi lucidi, eppure senza che nessuno avesse bevuto vino.

Al movimento di questo giovane, un altro ragazzo pi aggressivo, capelli rossi e grida di entusiasmo folle, si gett nella danza, circuendo il primo danzatore e mimando con la lingua mille inviti alle sue membra impazzite dal ritmo.

Allunisono, il battito delle mani di tutti seguiva il tamburo di Antonio che, con lo sguardo sempre pi perso nel vuoto, assorbiva il peso ritmico di tutti i presenti. Lo sforzo della sua immane fatica a suonare per ore intere senza interruzione sembrava quasi nullo se non fosse stato per quei rivoli di sudore che gli colavano dalla fronte e che egli faceva scivolare lungo il viso scuotendo la testa di tanto in tanto. Solo allora, quasi come per un rito, uno dei presenti con un asciugamani bianchissimo gli tergeva il volto e la fronte senza che egli interrompesse nemmeno per una battuta il ritmo esaltante della danza.

A un tratto, chiss come mi accorsi che si cantava, e allora scorsi i due cantatori che lanciavano i loro canti religiosi di un erotismo magico e misterioso, presente ed incorporeo come la danza di quei due giovani che sembrava dipinta nellanima di tutti i presenti, o sembrava scolpita negli occhi della stessa immagine di Nostra Signora

nella notte di questa festa le persone non appartengono a se stesse proprio perch appartengono al corpo unico di tutto il mondo

Man mano si aggiunsero altri danzatori. Uno in particolare chiamato Angelo: basso, tarchiato, con gli occhi obliqui come quelli di una capra e le mani nodose come il legno delle stesse castagnette che ostinatamente egli faceva scoppiettare.

Con gesti solenni eppure violenti, Angelo mimava mille atteggiamenti con un altro uomo dal viso impassibile, gli occhi bassi e le labbra atteggiate ad un fisso ed ambiguo sorriso. Ed erano gesti dinvito, di incontro, di fuga, di compiacimento ora succubi, ora aggressivi.

Ed ecco Alfonso accesissimo in viso, con le sue espressioni singhiozzate: Oi' Maro' ne' Maro' .

Ed ancora Virginia con i suoi canti gutturali e tutti a farle eco e la santa immagine esposta sempre pi viva, luminosa e presente.

A mezzanotte, culmine ed inizio della festa, le danze e i canti presero il loro pi vero ed antico aspetto orgiastico. I suoni e i ritmi giunti al loro zenit rimasero tali fino al sorgere dellalba, tra le espressioni erotiche, le danze sfrenate, i cembali, i tamburi, le nacchere, e infine le grida di persone che imitavano il raglio dellasino, il nitrito del cavallo, lo squittire degli uccelli e il verso delle oche e delle galline. Tutti gli animali che qui sembrano trasferiti nelle persone intervenute alla festa, o ancora tutte le persone quasi trasformate negli animali gi nominati.

Nelle parole di De Simone ritroviamo lo spirito della cultura campana sintetizzato nella maniera pi completa e appassionata.

Prendiamo coscienza di cosa sia veramente una festa contadina: un evento che si realizza in uno stato alterato della percezione spazio-temporale, in un tempo straordinario separato dal tempo ordinario della quotidianit, e ad esso complementare.

Possiamo osservare inoltre i segni delle usanze imposte dalla Chiesa cattolica: il magro, lassenza di vino; e in contrapposizione i ben pi numerosi segni derivati dai culti pagani:

limmagine della Vergine esposta verso Oriente, il luogo dove sorge il sole, simbolo di nuova vita e di fertilit, e richiamo alle pi antiche civilt, come quella egiziana;

latteggiamento dei fedeli, in cerca di grazia, che percorrono in ginocchio lintero Santuario, o che sfregano la pietra su cui disposta la sacra immagine e poi si toccano il viso, il collo e la testa, quasi a trasmettere al proprio corpo lessenza magica e divina della pietra stessa;

il loro appellarsi alla Madonna come La Signora, che ha un richiamo evidentissimo alla Grande Signora dOriente, lantica e pagana Diana;

la danza estatica del giovane diciottenne, che si scopre il petto e che si dimena sui fianchi alzando le braccia e socchiudendo gli occhi, non pu non farci venire in mente la danza pagana di re David davanti alle Tavole della Legge, in onore del suo dio, il Dio dei cristiani;

le grida e gli atteggiamenti animaleschi dei posseduti, che ricordano lebbrezza dei baccanali e labbandono erotico delle orge dionisiache.

Conclusioni

Tutto rivolto alla Figliola come vergine, madre, sorella, sposa, come terra, albero, orto, giardino, rosa, fontana, pozzo, come montagna, castello, palazzo, casa, chiesa, e come Sole e Luna, come barca, fiume, mare in cui perdersi, annegare; ma anche viaggiare e poi tornare, come grotta, caverna dalla quale si nati ed alla quale si vorrebbe sempre ritornare.

Solo cos si capisce la funzione della tammurriata che nella sua concitazione esprime il costante desiderio, da parte di chi la esegue, ovvero da chi la vive, di salire fino alla Figliola per stare finalmente tra le sue braccia.

Ma la Figliola sempre alta montagna, torre, palazzo o castello impenetrabile, o penetrabile solo nel momento della morte, perch nello stesso grembo della terra che si ritorna.

Ho definito sopra due elementi-chiave della cultura contadina campana: il rapporto dialettico tra gli opposti, e la coesistenza di catene di doppi significati.

Per concludere voglio introdurre un terzo elemento-chiave che inquadra perfettamente luniverso psicologico dei contadini campani: tutto si pu rovesciare. In questo motto di saggezza popolare possiamo individuare la componente teleologica del pensiero contadino: I miei grossi sacrifici saranno compensati con un premio finale!.

E cos la nera sorella-montagna-vergine-brutta, diventa la pi bella delle sue sei sorelle, proprio perch nello stesso tempo vergine e madre, in grado di partorire anche le sue stesse sorelle.

Ed sempre a lei che si tende, lei che sta in alto su una montagna o gi in una valle, o nel mare o sotto terra, comunque sempre al di l di chi vorrebbe raggiungerla pur avendo paura di raggiungerla. E per raggiungerla al di l si passano i ponti, si traversano i fiumi, si varca il mare in un eterno viaggio di andata e ritorno, come il moto dellonda sulla spiaggia, come il coito di un universo di angoscia e di amore.

Bibliografia

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S. FREUD. 1997. Significato opposto delle parole primordiali, Grande la Diana efesia. Casi clinici e altri scritti 1909-1912. 6 vol.

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Anno X, n3

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Napoli: Lubrano (1970. Ristampa anastatica delledizione di Napoli.

Bologna: Forni Editore)

G. ROUGET. 1986. Musica e trance. Torino: Einaudi

Questo lavoro fa parte di una pi estesa ricerca sulla cultura musicale napoletana alla quale lautore si dedica da oltre un decennio come studioso e come musicista.

Etnomusicologo, compositore e chitarrista salernitano.

canto sul tamburo

Definizione presa in prestito da Th.S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino, 1978.

Racconto in forma di dialogo di Maria Boccia DAquino, contadina di Boscoreale Napoli, del mito delle sette Madonne della Campania.

Localit nei pressi di Avellino.

Riporto degli estratti del lungo testo di una tammurriata cantata da due cantatori (cos sono chiamati i cantanti delle tammurriate) durante la festa per la Madonna dei Bagni, il cui Santuario si trova a Scafati, nellAgro Nocerino-Sarnese. Questa festa si tiene il giorno dellAscensione e la domenica successiva. In tali giorni confluiscono fedeli da tutta la zona pompeiana e salernitana. Costoro, dopo avere attinto lacqua da una fontana ritenuta miracolosa, esternano la loro devozione con canti e balli nei pressi del Santuario.

La prima strofa di questa tammurriata , di solito, eseguita nello stile detto a fronna, ovvero a fronn' 'e limone (fronda di limone), che una particolare forma di canto campano a distesa e senza accompagnamento strumentale. Le fronne costituiscono uno dei pi antichi modelli di lamentazione funebre in Campania, come conferma anche la gestualit dei cantatori di fronne che portano sempre la mano alla guancia nel cantare.

Gli ottonari che ho riportato in corsivo sono assemblati estemporaneamente dai cantatori a mo di filastrocca, e non fanno parte del testo originario della tammurriata. Questi versi ottonari, detti dai cantatori barzellette, sono generalmente a carattere erotico, e il loro canto, effettuato quasi come una declamazione ritmica, assume i connotati della formula magica.

gioco con le carte napoletano

Tra i cantatori di tammurriate esiste la consuetudine dinterpolare i versi ottonari con espressioni verbali stereotipe che creano molte possibilit di variazioni. Le parole introdotte nella barzelletta, in coda agli ottonari, hanno la funzione di modellare la rima, baciata o assonante, dellottonario seguente. Di queste brevi espressioni, essenzialmente foniche, le pi usate sono: e bb, e ccre (e cuore), e Anna, e nnella (e Annella), e llna (e Elena), e arena, ecc. Questi brevi stereotipi non presentano dal punto di vista letterale nessuna attinenza col senso logico del verso, o col senso di tutta la canzone stessa, sebbene non sia difficile individuare in essi richiami codificati dei vocalizzi tipici del linguaggio della seduzione.

vedi nota 9

vedi nota 9

soldi

vedi nota 9

In una favola popolare campana, addirittura una fanciulla si ingravida dopo aver mangiato una scarola. Evidentemente per tali motivi la scarola si trova nella tradizione popolare della Campania come tipica pietanza rituale del Capodanno, con evidenti significati augurali e fecondanti. Non a caso il popolo napoletano con il termine scarola indica scherzosamente il sesso femminile di una fanciulla.

A Maiori, localit della Costiera Amalfitana, sui cui alti monti c un Santuario in cui si venera la Madonna Avvocata, si tramandato uno stile di tammurriata che va ricondotto alla storia delle invasioni turche. Infatti lunica zona della Campania dove la performance della tammurriata eseguita da un gruppo, anche molto numeroso, di tammorrari (coloro che suonano la tammorra), piuttosto che da uno solo. Questa caratteristica mette laccento sulla funzione di segnale dallarme che assumeva il fragoroso battito delle tammorre, quando sintravedevano allorizzonte le navi dei turchi.

Riporto alcuni estratti della testimonianza di Roberto De Simone, il maggior studioso della tradizione napoletana, sulla festa per la Madonna di Materdomini, una delle feste pi belle della Campania. Una festa notturna che si svolge nella zona di Nocera Salerno tra il 14 e il 15 agosto. Durante questa festa si venera unantichissima immagine della Madonna e si balla davanti al Santuario. Di Materdomini si parla fin dal Medioevo.

Gilbert Rouget in Musica e trance, definisce tale atteggiamento trance religiosa di possessione, ma lo riferisce, secondo me a torto, al tarantismo nellItalia meridionale. Infatti poich il tarantismo costituito dalle fasi dellidentificazione e della lotta contro il ragno (animale simbolicamente riferibile al malessere della tarantata), necessario che la tarantata ricordi tutto ci che le accaduto durante il rituale per poter guarire. Ma se la trance avviene in uno stato di alterazione della coscienza di chi ad essa si sottopone, allora il tarantismo in realt opposto alla trance. Ed proprio la tammurriata invece che si adatta a pieno titolo alla definizione di Rouget di trance religiosa di possessione, per il fatto che chi vi partecipa perde il contatto con la realt, come possiamo leggere in modo inequivocabile nella splendida testimonianza di De Simone.

Tipo di nacchere, di forma pi stretta, che vengono impugnate e suonate dalle coppie di ballatori (nome dato a coloro che ballano le tammurriate).

Bisogna tener presente che la tammurriata sostanzialmente un ballo psicologico, dove pi che il contatto fisico contano moltissimo gli sguardi che non devono mai essere spezzati. Proprio per questo anche quando i due ballerini effettuano una giravolta necessario che la facciano ciascuno nel senso opposto allaltro, orario ed antiorario, in modo che lo sguardo sia sempre rivolto al proprio partner.

incitazioni rivolte alla Madonna

cibi magri (pesce, uova, latticini) permessi dalla Chiesa cattolica nei giorni di digiuno. Il fatto che a questa festa si usi consumare i cibi del digiuno cristiano va ricondotto alla data in cui si svolge la festa: la notte tra il 14 e il 15 agosto. Questa data corrisponde alla fine del Leone, segno solare, e al passaggio dal Leone alla Vergine. Questo culto pre-cristiano, e non un caso che la Chiesa gli ha associato la ricorrenza della morte della Madonna e della sua assunzione in cielo.

Ragazza

Desidero ringraziare il tammorraro Antonio Matrone detto 'O Lione (Il Leone) e il cantatore Simone Carotenuto che alcuni anni fa mi hanno iniziato al rito della tammurriata, trasmettendomi lentusiasmo e i sani principi di chi vive ancora pienamente la cultura contadina in Campania.

Un ringraziamento speciale va a Fabiola Chvez, la figliola alla quale dedico questarticolo.

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