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LA STORIA

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LA STORIA

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CAPITOLO 1

La storia della Manifattura Lane Borgo-sesia lega le proprie origini al nome del-la famiglia Antongini.

Carlo Antongini (1797-1886), probabil-mente coinvolto con i moti insurrezio-nali, lascia Milano per stabilirsi in Arona che lascerà, dopo essersi ricongiunto con il fratello Alessandro, per trasferir-si definitivamente a Borgosesia, dopo aver transitato dalla Svizzera.

Proprio sulle sponde del Sesia che nel 1848 nascono i primi progetti per l’av-viamento di una filatura a pettine di tipo inglese, sull’esempio di quella dei fratel-li Preyssel di Linate: l’area della Valse-sia si rivela particolarmente adatta, sia perchè zona di passaggio delle greggi dirette verso il biellese, sia perchè pro-prio a Borgosesia viene effettuata rego-larmente la tosa e il lavaggio della lana. Il 30 gennaio del 1850 viene fondata la ditta F.lli Antongini & Comp., costituita tra i fratelli Tomaso, Carlo, Gaetano, Ce-sare, Alessandro Antongini ed il socio di Milano, Zucchetti. L’oggetto sociale è il medesimo che oggi compare nello sta-

tuto della Zegna Baruffa Lane Borgose-sia S.p.A., vale a dire “filatura della lana a pettine”.

Acquistati i macchinari dai Preyssel, la fabbrica, ubicata in Aranco, in sponda destra del fiume Sesia, diviene attiva verso la fine del 1850.

Gli iniziali 20 operai negli anni successi-vi verranno velocemente incrementati, grazie alla crescente disponibilità di ma-nodopera dovuta anche alla progressi-va caduta dell’economia rurale/alpina e allo spostamento verso valle degli abi-tanti dell’alta Valsesia. Gli operai passe-ranno velocemente da 20 a 150 e anche maestranze qualificate dalla Francia e dalla Germania si spostarono per lavo-rare in Valsesia.

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1821 - 1850

Con una cambiale del valore di £510.000 gli Antongini diventano protagonisti di un episodio che caratterizza la storia dell’Italia patriottica: essi, infatti, garan-tiscono alla società Rubattino di Genova l’utilizzo di due piroscafi (il Piemonte e il Lombardo) per la Spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi. Alla fine del 1864 la ditta Antongini viene sciolta e nasce (1° gennaio 1865) la società Antongini & Sciomachen.

Ma è un sodalizio breve: gli Scioma-chen, infatti, cederanno la loro quota di partecipazione già nel 1874. La nuova ditta partecipa all’Esposizione Universa-le di Parigi con filati per aguglieria e da ricamo, ottenendo la medaglia d’argen-to. La piena del fiume Sesia, che durerà dal 1° al 3 ottobre 1868, invade lo stabi-limento, mettendo in serio pericolo gli operai e danneggiando i macchinari. Si decide quindi di spostare lo stabilimen-to sulla sponda sinistra del fiume Sesia.

Gli Antongini acquistano quindi il “Muli-no Castellani” in località Ponte Agnona e la relativa presa d’acqua, indispensabile

per la forza motrice che dovrà muovere i macchinari del nuovo stabilimento. Gli impianti vengono inaugurati nel 1870 in località “Cerchi” di Borgosesia e paralle-lalmente vengono finalmente acquistati gli immobili finora affittati dal Giovanni Ajmone.

1860 – 1872

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Il 1° marzo 1873, negli uffici del Banco di Torino, viene redatto l’atto di costitu-zione della Società Anonima Manifattu-ra Lane Borgosesia. La conversione da ditta a carattere famigliare in società anonima (S.A.) si deve a due fattori principali: reperire gli ingenti capitali per il completamento del nuovo stabili-mento e potenziare la capacità produt-tiva dell’azienda. La sede sociale viene spostata a Torino, presso la Banca del-la Piccola Industria e del Commercio, a sua volta azionista della Manifattura. In questi anni il vecchio stabilimento pos-siede 2.300 fusi. Altri 2.000 vengono or-dinati e si pensa di acquistarne ancora 2.700 per raggiungere i 7.000 fusi com-plessivi. Da questo momento in poi, con la costituzione della Società Anonima, lo sviluppo degli impianti e dei fabbrica-ti subirà un veloce incremento. La fon-te principale di energia per l’attivazio-ne degli impianti resta lo sfruttamento dell’acqua. L’appalto dei lavori di edilizia per l’ingrandimento degli spazi viene assegnato ad un’importante ditta este-

ra, segno evidente della volontà della nuova società di operare, già allora, in un contesto internazionale.

Da questo momento in poi particolar-mente significativo sarà l’impatto che la Manifattura Lane Borgosesia avrà sulla vita sociale di Borgosesia.

Già nel 1874 vengono costruite case e villette per le maestranze (oltre 1.000 vani) e la Casa Operaia di Aranco, con 320 posti letto. Viene fondato il Cor-po Musicale, composto di 50 elementi. Qualche anno più tardi si costituisce il Corpo Pompieri, utilizzato anche per il servizio di intervento pubblico della cit-tà di Borgosesia.

1873 – 1890

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1907

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La Manifattura si dota di un “gabinet-to medico interno”, provvisto anche di un’apparecchiatura radiologica, per for-nire cure gratuite ed assistenza perma-nente. Viene fondata una Federazione Istruzione di Previdenza (con una cassa di previdenza dedicata agli operai an-ziani), e vengono realizzati un campo sportivo e una biblioteca, interamente a spese dell’azienda. Viene costruito l’I-stituto Convitto per dare sistemazione alle operaie provenienti da zone lonta-ne, dotato di 400 posti letto, una chie-sa e perfino un teatrino. Tra il 1909 e il 1927 vengono aperti altri due semicon-vitti, rispettivamente per 150 e per 300 ragazze, in seguito trasformati in abita-zioni.

Nel 1906 l’Azienda partecipa all’Esposi-zione Internazionale di Milano vincen-do la medaglia di bronzo per le Opere Sociali.

Le opere realizzate dalla Manifattura per venire incontro alle esigenze delle maestranze furono davvero di grande portata: oltre agli alloggi e alle strutture

ludiche, vengono costruiti una serie di nove fabbricati industriali denominati “Sezione Nord”, acquisiti nel 1910 dal Cotonificio Pozzi Novara Valsesia, e col-legati con lo stabilimento principale per mezzo di un trenino a vapore.

Vicino alla stazione ferroviaria venne creata la “Sezione Est”, costituita da pa-recchi fabbricati e terreno per l’istituzio-ne della scuola di avviamento intitolata a “Giuseppe Magni”, in seguito trasfor-mata in scuola tecnica, poi “Regia Scuola Tecnica industriale” con specializzazio-ne per tessitori e filatori attrezzata con i macchinari necessari. Venne inoltre costruito un asilo nido per 60 bambini.

1890 – 1924

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Mentre a Borgosesia procedeva a pie-no ritmo lo sviluppo della Manifattura Lane, nel vicino biellese il primo tren-tennio del XX secolo si caratterizza per l’incessante sorgere di nuove imprese tessili. In questo periodo così florido e ricco di opportunità, i fratelli Albino e Alfredo Zegna, impiantarono, nel 1924 due piccole filature: una a Vallemosso (nella Valle dello Strona) e una a Lesso-na (in seguito trasferita anch’essa a Val-lemosso). In questi anni il filato esporta-to non viene più pagato sul prezzo della lana, ma in base al tipo di lavorazione cui viene sottoposto: fu così che la ditta dei fratelli Zegna si ingegnò per nobili-tare il proprio lavoro e vendere quindi ad un prezzo più interessante. Nasco-no quindi filati fantasia, crèpe dai colori brillanti e filati molto creativi per l’epo-ca. L’azienda, che nel frattempo pren-de il nome A. Zegna, mutuandolo da quello dei due fratelli fondatori, inizia a produrre filati per aguglieria e istituisce un reparto specializzato con macchine brevettate internamente alla fabbrica

per produrre la “prima angora pettina-ta”. Durante il secondo conflitto mon-diale, nonostante le difficoltà, l’azienda continua ad operare attivamente, con-solidando ulteriormente la propria vo-cazione alla qualità e al prodotto di alta gamma. Nel dopoguerra - in particolare a partire dal 1950 - si assiste ad una ri-presa economica generale e anche la A. Zegna, a poco a poco, riprende il pro-prio processo di crescita e sviluppo.

1924 – 1950

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Giorgio e Giulio Zegna succedono al padre Albino e allo zio Alfredo, prefig-gendosi come obiettivo primario quello di portare avanti gli alti livelli qualitati-vi raggiunti dai fondatori, espandendo la presenza della Zegna Baruffa (nuova denominazione della società) nel mon-do. Nonostante la tremenda alluvione che colpisce la valle dello Strona, la Ze-gna Baruffa riesce comunque a poten-ziare ulteriormente la produzione di filati fantasia negli stabilimenti di Valle-mosso e getta le basi per una marcata internazionalizzazione (prima europea poi mondiale), estendendo i contatti commerciali in Italia, in Francia, in Ger-mania, negli U.S.A. e nel Far East. Il 1974 è l’anno di un’importante svolta: per fronteggiare l’aumento delle vendite, la Zegna Baruffa rileva la parte industria-le della Manifattura Lane Borgosesia e cambia la ragione sociale in ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA S.p.A. Da questo momento, attraverso profon-de ristrutturazioni a livello aziendale e di prodotto, l’azienda si dedica con

grandissimo impegno ad assecondare le richieste di un mercato in costante evoluzione, rivitalizzando il settore del filato pettinato, messo in crisi da quello cardato.

1963 – 1974

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Verso la fine degli anni ’70 la Zegna Ba-ruffa Lane Borgosesia S.p.A. dà vita ad un prodotto che diventa emblema di una produzione di alta qualità: il Ca-shwool®, un filato lineare, molto fine (19/19.5 micron) che ancora oggi pre-senta caratteristiche di assoluta unicità. Infatti è morbido come il cashmere ed è lucido come la seta. La creazione di que-sto prodotto innovativo viene affianca-ta da un altrettanto innovativa modalità di offerta: lo stock service. Sempre in questo periodo si assiste ad una vera e propria espansione su scala mondia-le della Zegna Baruffa Lane Borgosesia S.p.A. che, grazie al Cashwool® e ad una buona intuizione commerciale, allaccia i primi decisivi contatti con il Giappone, mercato nuovo, in forte crescita, e vero trampolino di lancio per un processo di internazionalizzazione che si rivelerà fondamentale. Negli anni ‘90 la strate-gia del gruppo si affina ulteriormente, raggiungendo la leadership nella pro-duzione di filati per l’industria della ma-glieria esterna classica e di fantasia. La

precisa politica di internazionalizzazio-ne commerciale trova riscontro nell’a-pertura di uffici esteri a New York, Hong Kong, Tokio e nell’area di Dusseldorf, in Germania.

1980 – 1990

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L’azienda festeggia i suoi 150 anni: “150 years young”, ovvero 150 anni di uno spirito giovane e forte. Nel luglio di quest’anno l’azienda celebra la sua sto-ria e i suoi risultati, a conclusione della rassegna Pitti Immagine Filati.

2000

1918

I fratelli Elisabetta e Alfredo Botto Poa-la che storicamente detenevano il 46% dell’intero pacchetto azionario dell’A-zienda, rilevano il 42% del pacchetto azionario di proprietà di Massimiliano e Mila Zegna Baruffa ottenendo la quota di maggioranza assoluta. Nello stesso anno vengono realizzati investimenti significativi finalizzati ad un ulteriore miglioramento dei livelli di servizio: in particolare un nuovo reparto di tintoria in matassa, ottimizzato per una rapida lavorazione di piccole partite.

2006

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Viene lanciato sul mercato la versione Supermélange del Cashwool®, una par-ticolare tecnologia applicata al proces-so di colorazione, grazie alla quale si ot-tiene un filato mélange che ha una resa visiva unica, sempre costante e “senza rigature” o difetti di pattern.

2007

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Nel giugno 2009 Zegna Baruffa Lane Borgosesia S.p.A. e Filatura di Chiavazza S.p.A. raggiungono un accordo prelimi-nare attraverso il quale si realizzerà una completa integrazione tra le due Azien-de. La creazione di un’impresa comune consentirà importanti sinergie produt-tive e commerciali, oltre a definire un aggregato strutturale e patrimoniale di maggiore dimensione. Nel Dicembre 2009 viene perfezionato l’acquisto da parte di Zegna Baruffa Lane Borgosesia dell’intero pacchetto azionario di Botto Poala S.p.A. Nasce un Gruppo di assolu-to rilievo nel panorama tessile interna-zionale per dimensione ed ampiezza di offerta.

Giugno 2009

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Zegna Baruffa Lane Borgosesia spon-sorizza l’evento a Ginevra “FOREST FOR FASHION - FASHION FOR FOREST” del 21 Marzo 2014 promosso dalle Nazio-ni Unite, F.A.O., Città dell’ Arte, a soste-gno della sostenibilità nel fashion come strumento per azioni concrete per la salute del pianeta. Lo scopo della mani-festazione era segnalare la possibilità di ripensare alle attività umane all’interno di un nuovo panorama di rinascita glo-bale in equilibrio col pianeta, dimostran-do come tanto le attività umane quanto l’ecosistema abbiano da guadagnare in questo nuovo rapporto il cui simbolo è diventato il “Terzo Paradiso” di Miche-langelo Pistoletto. All’interno di questa vision, Zegna Baruffa si rivede sotto di-versi aspetti pratici: il laboratorio quali-tà ed i laboratori di reparto effettuano controlli lungo tutto il ciclo produttivo e forniscono informazioni costanti sulla produzione di ogni singolo filato.

Per la produzione vengono utilizzati strumenti e macchinari altamente so-fisticati che ottimizzano i consumi di

energia e di acqua per l’esecuzione del-la tintura stessa. Inoltre il riciclo delle acque avviene mediante un processo chimico-fisico ottenuto con un impianto di depurazione interno, da cui le acque tintoriali vengono reimmesse nell’am-biente chimicamente pure e potabili.

21 marzo 2014

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H2DRYTM viene presentato nel corso dell’edizione di luglio 2015 di Pitti Im-magine Filati. Questo esclusivo tratta-mento applicato ad alcuni dei prodotti di punta delle linee di Zegna Baruffa, soprattutto le lane fini e finissime, ren-de i filati particolarmente performanti in termini di ingualcibilità, traspirabili-tà ed elasticità. La collaborazione con il Politecnico di Torino per la parte di svi-luppo e test, ha permesso di ottenere un filo perfetto per la realizzazione di maglieria total comfort.

Visita il sito: www.h2dry.it

2015

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CAPITOLO 2

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Alla fine dell’Ottocento, il paesaggio biellese appare fortemente industria-lizzato, costellato da grandi fabbriche e piccoli opifici nei quali si svolgono la-vorazioni specifiche o a ciclo completo. A cavallo tra i due secoli, con l’introdu-zione dell’energia elettrica e con la pro-gressiva meccanizzazione, le manifat-ture si spostano dalle rive dei torrenti delle zone alte del Biellese dove erano inizialmente situate verso aree pianeg-gianti, maggiormente servite dalle vie di comunicazione e dove sono già pre-senti infrastrutture e servizi. Biella si trasforma nella “Manchester d’Italia” e l’indotto trasforma ben presto l’econo-mia del territorio. La Filatura di Chiavaz-za nasce in questo contesto nel 1927, in un’omonima zona a sud di Biella, allo sbocco della profonda vallata nel Tor-rente Cervo, per volere di Giacomo Bor-setti, uomo che contribuirà al decollo dell’industria tessile biellese.

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Giacomo Borsetti nasce a Biella nel 1887. Il padre, Caporeparto del Magli-ficio Boglietti, si occupava del lavaggio, della follatura della garzatura delle pez-ze di maglia e successivamente fu an-che Responsabile del taglio e della con-fezione dei prodotti finiti.

È dunque da una famiglia già impegna-ta nel settore tessile che Giacomo Bor-setti eredita la sua passione. Dopo aver frequentato le scuole tessili, inizia pre-stissimo la sua attività lavorativa, prima presso la Ditta Kemmerer, famoso rap-presentante di lane del tempo, poi pres-so il Lanificio Viola e il Lanificio Fiorina, per conto del quale diventa viaggiatore rappresentante per la clientela di tutto il mercato del meridione.

In quegli anni Giacomo Borsetti acqui-sisce numerose conoscenze sulle tec-niche e sul mercato tessile, attirando verso di sé la stima e l’apprezzamento di molti.

Nel 1912 gli viene offerto un importan-te impiego presso la Ottavio Cappio Va-

ciago & C. di Luserna S. Giovanni per la quale diviene successivamente Procu-ratore generale e Gestore.

1887

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A questi impegni lavorativi segue la de-cisione di mettersi in proprio, rilevando una filatura situata in Chiavazza e fon-dando, il 28 marzo 1927, la sua azien-da, che prenderà il nome di “Filatura di Chiavazza”. In breve tempo il giovane imprenditore si impadronisce dei nu-merosi segreti della filatura cardata, e unisce a queste conoscenze un forte spirito imprenditoriale e la massima cura nella scelta delle materie prime.

1927

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Il grande successo della Filatura di Chia-vazza nel campo delle fibre pregiate si basa soprattutto sullo sviluppo di alcu-ne idee “rivoluzionarie”, le cui peculiari-tà si concretizzano non solo nella meti-colosa tecnica del processo produttivo, ma anche nella creatività e nel forte spirito imprenditoriale della proprietà. Negli anni trenta nasce Lambswool, la lana d’agnello: derivante da una fibra fragile, e perciò venduta a prezzi infe-riori rispetto alla lana di pecora adulta, è stata fino ad allora monopolio delle manifatture inglesi. Ma su intuizione di Giacomo Borsetti questa fibra viene lavorata in modo da conciliare la sua tradizionale morbidezza con un buon grado di resistenza, ottenendo una no-tevole fortuna in Italia.

La seconda grande innovazione dell’A-zienda riguarda l’angora, fibra ottenuta dal pelo dell’omonimo coniglio, le cui ca-ratteristiche di irregolarità comportano particolari difficoltà durante il processo produttivo. Queste vengono solitamen-te risolte mescolando l’angora con altre

fibre, in modo da dar forma ad un pro-dotto più robusto.

La Filatura di Chiavazza è la prima in Italia, sul finire degli anni Trenta, a pro-durre filati cardati in angora, e la sua esperienza diventa in questo campo talmente notevole da permettere, dopo pochi anni, la produzione di filati di grande pregio.

Gli Anni ‘30

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Il crescente successo dell’impresa com-porta il suo trasferimento in una sede più spaziosa e meglio attrezzata: ven-gono così realizzati i fabbricati di Viglia-no Biellese, in cui la filatura si stabilisce definitivamente nel 1947, pur mante-nendo immutato il nome legato alla sede originaria. Ancora oggi qui hanno sede i reparti produttivi della linea di fi-lati marchiati Chiavazza e buona parte degli uffici amministrativi e back office commerciali del Gruppo.

L’impegno di conferire al prodotto fina-le una qualità sempre maggiore, pro-ducendo fili sempre più gonfi, regolari e morbidi, porta la Filatura ad applica-re un approccio maniacale alla ricerca applicata al prodotto: le fibre vengono trattate come oggetti preziosi, dopo essere state selezionate con scrupolo ed esperienza. Gli studi per creare fili di altissimo livello qualitativo vengono applicati a prodotti nati solo da fibre di pregio.

1947

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Impulso allo sviluppo

Con intelligenza e appassionato impe-gno Roberto Borsetti, figlio di Giacomo, dà grande impulso alla sua Azienda, tanto che nel moderno stabilimento di Vigliano Biellese, continuamente cre-sciuto negli anni, provvede allo svilup-po dell’automazione elettronica dei macchinari. Modificandoli e persona-lizzandoli ad hoc proprio per ottenere il meglio nelle lavorazioni, attiva inoltre un’importante processo di informa-tizzazione mettendo a disposizione in “real time” - in tempi pionieristici - tutti i dati aziendali. La Filatura diviene una delle più importanti aziende in Italia e in Europa nel settore del filato cardato per maglieria di alta qualità.

Il Cashmere Chiavazza

La lavorazione del Cashmere rappre-senta un’altra importante intuizione da attribuire a Roberto Borsetti, e segna a fondo la storia della Filatura.

Si tratta di una scelta pionieristica e co-raggiosa, dettata dalla continua ricerca di prodotti di natura superiore, che pro-pone ancora una volta la lavorazione di una materia prima costosa e delicata, finora prerogativa dell’industria scoz-zese. Quello della Filatura di Chiavazza non è solo il primo cashmere cardato prodotto in Italia, ma anche un prodot-to capace, in breve tempo, di eguaglia-re, e per molti versi superare, la qualità di quello d’oltremanica.

Gli anni ‘50

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CAPITOLO 3

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La storia di quest’Azienda nasce nel 1876, quando il capostipite della fami-glia Botto Poala inizia la sua avventura imprenditoriale in Vallestrona.

Fino agli anni venti la produzione era solo di tipo cardato, mentre negli anni settanta avviene il grande salto tecno-logico. Macchinari sofisticati vengono impiegati nella realizzazione di prodotti sempre più caratterizzati a soddisfare una clientela molto esigente. Da quel momento si intuisce l’importanza di completare il ciclo tessile realizzando fi-lati per maglieria esterna, intimo e agu-glieria sia in cardato che in pettinato.

1876

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Le lane dai micronaggi finissimi, le sete più belle, i cashmere più pregiati e i lini sottili, diventano fili di alta gamma di aspetto classico o di ricerca, sempre molto sofisticati.

Il Brand viene riconosciuto in tutto il mondo come marchio di altissima qua-lità che per Botto Poala diviene un ele-mento imprescindibile in aggiunta alla “ricerca dei trend della moda” che si fa sempre più attenta. Questo permette di stringere fin da allora collaborazioni con i più grandi nomi dello stile Italiano e mondiale.

Il ‘900

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Dal Dicembre 2009 Botto Poala, pur conservando la propria identità di Azienda e di Prodotto, è controllata dal-la Zegna Baruffa Lane Borgosesia S.p.A.

L’ingresso di Botto Poala all’interno del gruppo completa e perfeziona la colle-zione prodotti dal punto di vista della creatività e del ventaglio di offerta, in-troducendo il know-how di un’azienda estremamente specializzata nel settore dei filati finissimi e pregiati.

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