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/ 9-10 / 2015 / Didattica 299 DIDATTICA La Storia fuori e dentro le mura. Costruiamo il concetto di Storia, vivendola di Francesca de Capoa, Gianna Lanza, Luisa Ramacciato, Giuseppina Totaro “Si conserva ciò che si conosce e si ama” Educazione al Patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva Lo studio della Storia contribuisce alla formazione della coscienza storica dei cittadini e li motiva al senso di responsabilità nei confronti del patrimo- nio e dei beni comuni. Per questa ragione «la scuola è chiamata ad esplorare, arricchire, approfondire e consolidare la conoscenza e il senso della Storia» 1 . Basandosi su questa struttura portante, cogente ed inderogabile, ha preso avvio il lavoro nelle classi di “A Scuola Senza Zaino” 2 dell’I.C. “I. Petrone” di Campobasso, a partire dalla classe prima, nell’ottobre 2011. «Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco», diceva Confu- cio. Anche su questa massima, nel frattempo divenuta patrimonio della mo- derna pedagogia, si poggia la didattica costruttivista del Senza Zaino, non semplice incoraggiamento a darsi da fare, ma attribuzione alla pratica di un obiettivo ben preciso: raggiungere un livello superiore di conoscenza, inte- riorizzata e non più astratta ma concreta, realtà vissuta, toccata con mano dagli attori-registi del proprio percorso di apprendimento. 1 MIUR, Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione, Roma 2012. 2 “Senza Zaino” è un marchio registrato. Può essere utilizzato solo dalle scuole che fanno parte della rete. “Senza Zaino” prende le mosse dall’iniziativa della “Giornata della Respon- sabilità”, organizzata per la prima volta a Lucca nel 1998, dal dirigente scolastico Marco Orsi, promotore del Progetto. Ufficialmente parte nel 2002 adottando il metodo dell’Approccio Globale al Curricolo come modello di innovazione metodologico – didattica. SZ si fonda su tre valori fondamentali: “ospitalità, responsabilità e comunità”. Nella città di Campobasso le prime due classi “Senza Zaino” vengono istituite nell’a.s. 2011/2012 all’interno della scuola Primaria IV Circolo (attualmente Istituto Comprensivo “I. Petrone”), dopo una formazione obbligatoria, proposta dalle rete, da parte di un gruppo di insegnanti che, dopo essersi ampia- mente documentate, hanno creduto nella validità di questo percorso. Attualmente le classi coinvolte sono 16.

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DIDATTICA

La Storia fuori e dentro le mura. Costruiamo il concetto di Storia, vivendola

di Francesca de Capoa, Gianna Lanza, Luisa Ramacciato, Giuseppina Totaro

“Si conserva ciò che si conosce e si ama” Educazione al Patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva

Lo studio della Storia contribuisce alla formazione della coscienza storica dei cittadini e li motiva al senso di responsabilità nei confronti del patrimo-nio e dei beni comuni. Per questa ragione «la scuola è chiamata ad esplorare, arricchire, approfondire e consolidare la conoscenza e il senso della Storia»1.

Basandosi su questa struttura portante, cogente ed inderogabile, ha preso avvio il lavoro nelle classi di “A Scuola Senza Zaino”2 dell’I.C. “I. Petrone” di Campobasso, a partire dalla classe prima, nell’ottobre 2011.

«Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco», diceva Confu-cio. Anche su questa massima, nel frattempo divenuta patrimonio della mo-derna pedagogia, si poggia la didattica costruttivista del Senza Zaino, non semplice incoraggiamento a darsi da fare, ma attribuzione alla pratica di un obiettivo ben preciso: raggiungere un livello superiore di conoscenza, inte-riorizzata e non più astratta ma concreta, realtà vissuta, toccata con mano dagli attori-registi del proprio percorso di apprendimento.

1 MIUR, Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo d’istruzione, Roma 2012.

2 “Senza Zaino” è un marchio registrato. Può essere utilizzato solo dalle scuole che fanno parte della rete. “Senza Zaino” prende le mosse dall’iniziativa della “Giornata della Respon-sabilità”, organizzata per la prima volta a Lucca nel 1998, dal dirigente scolastico Marco Orsi, promotore del Progetto. Ufficialmente parte nel 2002 adottando il metodo dell’Approccio Globale al Curricolo come modello di innovazione metodologico – didattica. SZ si fonda su tre valori fondamentali: “ospitalità, responsabilità e comunità”. Nella città di Campobasso le prime due classi “Senza Zaino” vengono istituite nell’a.s. 2011/2012 all’interno della scuola Primaria IV Circolo (attualmente Istituto Comprensivo “I. Petrone”), dopo una formazione obbligatoria, proposta dalle rete, da parte di un gruppo di insegnanti che, dopo essersi ampia-mente documentate, hanno creduto nella validità di questo percorso. Attualmente le classi coinvolte sono 16.

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La scuola ha condotto il progetto “La storia fuori e dentro le mura”, nel-l’arco di tre anni3, per consentire agli alunni di conoscere il proprio territorio, le tradizioni, gli usi e i costumi.

Nel 2013 una passeggiata nel borgo antico di Campobasso, in compagnia di un esperto archeologo dell’Associazione Centro Storico4, è stata l’esperienza generatrice5 che ha dato luogo alla progettazione di un percorso formativo che ha fornito negli alunni l’acquisizione di competenze storiche e sociali.

I bambini, muniti di mappe del centro storico, segnano luoghi e cercano in-dizi per capire come potesse svolgersi la vita in passato.

Una simile scelta è stata dettata dal fatto che l’insegnamento della storia locale fornisce un contributo originale alla formazione della cultura storica dei ragazzi e allo sviluppo della loro personalità affettiva e civica. Un ap-prendimento situato6 può dare luogo ad effetti conoscitivi e metodologici ne-cessari per comprendere la complessità della storia generale.

3 Il percorso didattico di conoscenza della storia del territorio ha avuto inizio sin dalla classe I, quando i bambini, dopo aver conosciuto bene il proprio quartiere e quello nel quale è ubicata la scuola, sono andati, nel maggio 2012, con genitori e docenti, a visitare il Museo dei Misteri, sito in Via Trento a Campobasso. Qui sono ricoverati gli ingegni del Di Zinno, che ogni anno escono per le strade della città, carichi di bambini e figuranti, in occasione del Corpus Domini. L’esperienza è servita sia per far conoscere da vicino l’ambiente museo, con le sue caratteristiche e regole compor-tamentali, sia per avvicinare i bambini ad una delle tradizioni storiche della città: il Corpus Domini.

Nel settembre successivo, ad inizio della classe seconda, gli alunni, accompagnati dagli in-segnanti con la guida di un archeologo dell’Associazione Centro Storico di Campobasso, hanno visitato il borgo antico. Il tour è partito dalla zona murattiana della Cattedrale e, dopo passando per Via Cannavina, per la Piazza Fondaco della Farina e davanti alla Chiesa di S. Leonardo, si è diretto verso il culmine della collina che sovrasta la città, passando per la Torre Terzano, la Chiesa di S. Giorgio, la Chiesa della Madonna dei Monti ed il Castello Monforte. Al ritorno, gli alunni hanno potuto osservare le antiche mura di cinta, alcune delle sei porte che davano accesso alla città, concludendo l’esperienza con la chiesa di S. Antonio Abate, una delle più antiche e meglio conservate della città, davanti alla quale il 17 gennaio, giorno dedi-cato al Santo, viene acceso il tradizionale fuoco, con la benedizione degli animali.

4 “L’Associazione Centro Storico” è un’organizzazione di volontariato onlus nata nel 1999. Ha per oggetto sociale la definizione e la realizzazione di un insieme di azioni finalizzate ad interventi per attuare un rilancio sociale ed economico del Centro Storico di Campobasso nel rispetto delle caratteristiche ambientali, culturali storiche.

5 La mappa generatrice o sfondo generatore è una situazione reale dalla quale si parte per proget-tare un percorso didattico ed educativo. È una bussola per gli insegnanti di team che devono rac-cordarsi a livello interdisciplinare sugli obiettivi da perseguire, sulle attività da proporre, sui tempi e sui traguardi da raggiungere. Ha lo scopo di individuare un tema che abbia senso per la vita della classe e per il lavoro di ciascuno, che funzioni da rete e da tessuto connettivo. Prende le mosse dall’introduzione del concetto di esperienza che è alla base della pedagogia di Dewey e della Mon-tessori. Quest’ultima parlava di esperienza come motore dell’azione educativa. cfr. Roberto Rosso-lini, Il concetto di esperienza come motore dell’azione educativa, Docenza al corso di specializza-zione montessoriano per insegnanti della scuola primaria Comune di Chiaravalle, Opera Nazionale Montessori Chiaravalle, 21/10/2006, http://www.robertorossolini.it/public/documenti/lezione.pdf.

6 Per quanto riguarda l’approccio situato all’apprendimento Jean Lave identifica tre pilastri fon-damentali: l’attenzione per gli aspetti storici della realtà sociale, la cultura locale come elemento me-diatore, l’importanza delle pratiche e delle attività nella comunicazione e nell’apprendimento.

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Durante l’uscita l’attenzione dei bambini si sofferma su un elemento antro-pomorfo, un manichino in costume cinquecentesco, presente in una torre di avvistamento. La presenza di un personaggio, per quanto improbabile, desta attenzione viva, inserendo un elemento di mistero. Chi sarà? Chi potrà mai rappresentare? Perché è stato posizionato proprio lì? Questi sono stati i primi interrogativi dei bambini e subito la passeggiata nel borgo antico si è tra-sformata, quasi d’incanto, in un’avventura dove il mistero ha giocato un ruo-lo determinante.

A questo punto la curiosità andava soddisfatta, ma con quali strumenti? I bambini, nelle vesti di seri investigatori della “storia”, hanno dovuto cercare da soli gli strumenti necessari per indagare.

A livello istintivo hanno utilizzato uno strumento molto immediato che po-tesse soddisfare almeno inizialmente la loro curiosità: l’intervista agli abitan-ti del borgo. I racconti della gente hanno dato un volto e un nome a quel ma-nichino: Delicata Civerra, vissuta nel XVI secolo. Il mistero si infittisce quando viene mostrata loro la sua abitazione, collocata vicino al fortino. Questo avvalora l’ipotesi nei bambini che questo personaggio fosse vissuto proprio a Campobasso.

La storia locale è un campo privilegiato per insegnare agli scolari procedu-re mentali, metodologiche e pragmatiche implicite nella ricerca e nella cono-

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scenza del passato. Il passato locale, infatti, si presta all’individuazione di fonti sufficienti e adatte allo svolgimento della ricerca storico-didattica e al-l’individuazione di referenti territoriali riconoscibili dagli scolari. Essa per-ciò rappresenta una risorsa insostituibile per sviluppare le strutture cognitive indispensabili alla comprensione delle conoscenze storiche.

L’esperto accompagnatore, racconta la leggenda di Delicata Civerra, ma non soddisfa tutte le curiosità degli alunni, lascia un’ombra di mistero sulla vicenda, per consentire a noi insegnanti di allestire un laboratorio di Storia per perfezionare e valorizzare indizi e fonti. Il laboratorio, partendo dall’os-servazione del monumento, mira alla ricostruzione storica dei fatti.

Ricercare le tracce e i segni del passato per un bambino vuol dire affinare la capacità osservativa, investigativa, intuitiva e di controllo concettuale. Queste capacità man mano si tradurranno nella competenza astrattiva della continuità tra passato e presente.

Si ritorna pertanto in aula o meglio nello spazio-corridoio, meno formale, diverso, senza banchi, senza sedie, senza zaini, senza quaderni sui quali ver-balizzare l’esperienza, con la mente libera dall’impegno scolastico.

Al centro due grandi scatole degli indizi: ancora mistero, ancora curiosità, ancora viva la voglia di ricercare.

Si apre la scatola degli indizi

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Un intervento educativo infatti risulta motivante se coloro che progettano prestano particolare attenzione agli aspetti motivazionali del progetto didat-tico che stanno elaborando. È importante per “creare motivazione”, progetta-re forme di apprendimento attivo e coinvolgere gli studenti attivamente nel processo di apprendimento, fisicamente e mentalmente.

Attraverso la catalogazione degli indizi, giocando quindi al piccolo storico, gli alunni hanno intuito l’importanza e la diversità degli indizi-fonti e la dif-ficoltà incontrata dallo storico per ricostruire il passato. La problematica successiva è quella della classificazione delle fonti, che ha sviluppato nello studente competenze di lettura diversificate.

Gli alunni hanno classificato le fonti in materiali, scritte, iconografiche e orali, in quanto fonti molto vicine a loro, perché vedono coinvolto il loro ambiente di vita e richiedono un’attenta capacità di osservazione.

Ciò spinge gli alunni a incrementare le ricerche sulle fonti, per giungere ad un risultato di conoscenza completa e profonda. Dopo un lavoro lungo essi scoprono la leggenda campobassana della Delicata Civerra, che svela l’iden-tità della donna misteriosa raffigurata con il manichino e da lì muovono per ricostruire il quadro della civiltà, degli usi e dei costumi, del modo di vestirsi e del tipo di società del borgo medievale.

Si classificano e si interrogano le fonti

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Dalle scatole degli indizi emergono anche mappe mute, antiche illustrazio-ni, abiti d’epoca e racconti di questa leggenda, che svelano agli alunni che la torre misteriosa era in realtà un torrione di avvistamento, come altri presenti nella cinta muraria, ma che la leggenda aveva trasformato in una prigione, nella quale era stata richiusa per venti anni Delicata Civerra, perché amava Alfonso Mastrangelo, di fazione avversa. Di qui la storia dei Crociati e dei Trinitari ricavata dalla leggenda, di qui i fatti realmente accaduti, come il ter-remoto del 1504, distinti da quelli contaminati dai racconti orali. Questa fase è stata determinante per far capire ai ragazzi l’importanza dell’uso di fonti storiche di tipologie diverse e che solo dal loro intreccio è possibile un’inter-pretazione attendibile degli eventi storici.

Il lavoro è proseguito con il coinvolgimento con altri campi del sapere: quello letterario attraverso la costruzione e invenzione di storie alternative. Si è passati dalla ricostruzione storica all’invenzione letteraria, in un percor-so intrecciato tra elementi storici e invenzione testuale.

Una storia d’amore che finisce con la morte della protagonista non era un gradito finale per i bambini, allora si è deciso insieme a loro di cambiarlo: Delicata e Fonzo coronano il loro sogno d’amore.

Si ricostruisce la storia

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Ma i luoghi devono essere gli stessi, gli stessi devono essere i personaggi e visto che questa è la Leggenda di Campobasso, tutta la cittadinanza deve es-sere invitata7.

Una storia d’amore che finisce con la morte della protagonista non era un gradito finale per i bambini, allora si è deciso insieme a loro di cambiarlo: Delicata e Fonzo coronano il loro sogno d’amore. Ma i luoghi devono essere gli stessi, gli stessi devono essere i personaggi e visto che questa è la Leg-genda di Campobasso, tutta la cittadinanza deve essere invitata8.

Con la collaborazione di alcune attrici della compagnia teatrale Abruzzo “Tu.cu.r I guardiani dell’Oca”9 e con il supporto dell’associazione “Pro Cro-

7 La manifestazione ha avuto luogo a Campobasso il 13/04/2013. L’associazione genitori “Scuola a Misura di Bambino” si è occupata di organizzare e pubblicizzare l’evento con lo-candine realizzate in collaborazione con la scuola.

8 La manifestazione ha avuto luogo a Campobasso il 13/04/2013. L’associazione genitori “Scuola a Misura di Bambino” si è occupata di organizzare e pubblicizzare l’evento con lo-candine realizzate in collaborazione con la scuola.

9 Nasce nel 1995 come forma di aggregazione artistica e diventa compagnia teatrale, riunendo professionisti del teatro provenienti da esperienze pluriennali in importanti gruppi di teatro abruzzesi e nazionali. La Compagnia si caratterizza per la produzione di spettacoli ed eventi tea-trali in due direzioni espressive precise: “Teatro Ragazzi” e “Teatro Ambiente-Narrazione”.

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ciati e Trinitari”10 si riscrive e si mette in scena una storia dal titolo Piccoli attori in città. Una storia di altri tempi. Delicata e Fonzo tra leggenda, sto-ria e fantasia, in cui a trionfare non è solo l’amore, ma anche la scuola come luogo in cui l’educazione al patrimonio culturale fornisce un contributo fon-damentale alla cittadinanza attiva.

“Si rivive la storia”

Per mettere in scena una tale rappresentazione gli alunni hanno partecipato ad un laboratorio pomeridiano organizzato con la collaborazione del “Teatro Ambiente” e dell’associazione “Scuola a misura di bambino”.

Il progetto laboratoriale, nato dal desiderio di far vivere agli alunni un grande momento di avventura e creatività, è stato pensato con precise finalità formative11 e per promuovere la tutela e la salvaguardia del patrimonio storico ed artistico del-la città di appartenenza. Durante gli incontri si è dato spazio a momenti di socia-lizzazione e di studio delle principali tecniche teatrali per consentire ai bambini di impadronirsi della scena attraverso la postura e l’impostazione della voce.

La peculiarità delle attività è stata quella che i bambini sono stati chiamati ad improvvisare le battute su un canovaccio proposto, stimolando così le ca-

10 L’Associazione “Pro Crociati e Trinitari” da decenni custodisce e diffonde la memoria della lotta e della pace fra le due confraternite campobassane, rievocando così l’avvenimento storico avvenuto a Campobasso nel 1587.

Tale rievocazione venne rappresentata per la prima volta il 05 giugno 1955 e ripetuta, suc-cessivamente, il 16 giugno 1957, in occasione dei festeggiamenti del Corpus Domini. A di-stanza di ben ventisette anni dalla II Edizione, venne costituita nel 1984, l’Associazione “Pro Crociati e Trinitar” i, con il preciso scopo di organizzare ogni anno la rievocazione storica.

11 Tra le finalità formative del progetto ricordiamo anche: promuovere la cooperazione tra i bambini in un’ottica di miglioramento delle attività cognitive e relazionali, promuovere il me-todo della ricerca e l’interconnessione tra le varie discipline, stimolare la fantasia e il sogno creando situazioni suggestive.

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pacità di improvvisazione e di rielaborazione personale di un testo teatrale. I bambini non sentendosi costretti e vincolati dalla memorizzazione forzata della parte assegnata, hanno vissuto gli incontri di preparazione come dei giochi di ruolo, sperimentando se stessi in un clima di libertà. Nello stesso tempo hanno mantenuto un’attenzione viva nella parte da recitare, dovuta proprio alla consapevolezza che dovevano attenersi ad un copione prestabili-to. Le battute brevi e incisive, insieme ai balli e alle coreografie, hanno con-tribuito a rendere movimentata e viva la rappresentazione.

Un ruolo fondamentale all’interno del percorso è stato quello delle famiglie che hanno collaborato insieme alla scuola alla fattività del percorso, condivi-dendo il progetto formativo.

Attivamente hanno contribuito a confezionare vestiti dell’epoca, integran-doli con quelli gentilmente prestati dall’Associazione “Pro Crociati e Trinita-ri” di Campobasso.

Il teatro itinerante, riscrivendo la storia ha offerto la possibilità a tutti di ri-percorrere a piedi il centro storico; i monumenti “recitati” in rima dai bam-bini, hanno offerto al pubblico scenografie d’eccezione, creando immagini indimenticabili nella memoria degli alunni.

I bambini sono stati accompagnati dal corteo dei Crociati e dei Trinitari che han-no sfilato con gli abiti dell’epoca. Ciò ha dato enfasi e rilievo alla manifestazione.

L’esito di tale attività ha determinato un coinvolgimento autentico negli alunni in ciò che hanno imparato. Le metodologie messe in campo, dalla di-dattica laboratoriale al lavoro cooperativo, dal problem solving metacogni-tivo ai giochi di ruolo, alla metodologia della ricerca, hanno risposto ai di-versi stili di apprendimento degli alunni coinvolgendoli tutti. Hanno stimola-to comportamenti consapevoli, di responsabilità e autonomia. Hanno inoltre promosso la cooperazione tra i bambini in un’ottica di miglioramento delle attività cognitive e relazionali.

Il corpo docente è riuscito ad organizzare l’attività didattica in percorsi articolati e interdisciplinari rendendo possibile ed efficace l’insegnamento/apprendimento della Storia in primis e, comunque, di tutte le discipline scolastiche coinvolte.

Non sappiamo se l’Amministrazione Comunale posizionando il manichino di Delicata Civerra nella torre in cui, secondo la leggenda, la giovane sareb-be stata rinchiusa dal padre, avesse preventivato tutti i possibili risvolti di-dattici, ma una cosa è certa: subito dopo l’evento, il manichino ha subito opere di restauro, grazie forse anche all’attenzione sollecitata verso la storia e i nostri beni culturali.

“Non parlerò mai di Storia come di una cosa già tutta fatta, ma come di una cosa che si fa e che si cerca …”

Marc Bloch