La storia di Martha

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27 gennaio 2012 Giornata della Memoria

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27 gennaio 2012

Giornata della Memoria

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Ogni anno, il 27 gennaio è

l’occasione per ricordare.

Quest’anno, il 26 gennaio

, a ricordare la sofferenza

di chi ha vissuto in prima

persona gli orrori della

guerra è venuta a rendere

la propria testimonianza

una signora speciale:

Martha.

27 GENNAIO

GIORNATA DELLA MEMORIA

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La storia di Martha è stata raccolta e raccontata da Lorenza Pizzo, che con

pazienza ha registrato il racconto di questa ragazza, ha ordinato le sue

memorie in un testo preziosissimo, che ci porta in un tempo difficile e doloroso.

Un libro, una storia

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Il giorno 26 gennaio 2012, in occasione della Giornata della memoria, abbiamo incontrato a scuola la signora Martha Scherepita, accompagnata dal figlio Flavio Masiero e da Lorenza Pizzo che ha scritto il libro “Vita vissuta. La storia di Martha”.

Martha è una signora di origine polacca che durante la seconda guerra mondiale, all’età di sedici anni è stata portata via alla sua famiglia e costretta ai lavori forzati in un paesino di campagna che oggi si trova nella Repubblica Ceca. Per molto tempo non ha potuto avere contatti con i suoi familiari. Per fortuna la famiglia che l’aveva presa a lavorare con sè era buona e l’ha aiutata nei momenti più difficili. Durante questo periodo si innamorò di un giovane soldato italiano prigioniero: Gildo Masiero. Dalla loro storia d’amore nacque una bambina; solo pochi giorni dopo, la guerra finì e Gildo decise di tornare in Italia con Marta e Graziella.

Il loro fu un viaggio lungo e faticoso, alla fine arrivarono a San Siro di Bagnoli: il paese di Gildo. Qui Martha ha dovuto adattarsi ad una nuova realtà: la famiglia di Gildo era molto povera, lei non conosceva nessuno, non sapeva la nostra lingua … ma ha saputo affrontare con forza e coraggio anche questa situazione. I due ebbero un altro figlio: Flavio, e hanno vissuto serenamente lavorando sodo.

Solo dopo molti anni Martha poté di nuovo abbracciare i suoi familiari, in Ucraina, dove si erano trasferiti dopo la guerra.

(Daniele, Riccardo, Daniele, Paolo, Nicolo’, Riccardo, Michelangelo, Giuseppe, Sara, Marco, Filippo, Jacopo, Giacomo, Nicola, Giovanna, Chiara, Leonardo)

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Davide: Un episodio che mi ha colpito al cuore è stato quando ci ha raccontato che non ha più visto la sua famiglia dall’inizio della Seconda guerra mondiale. In quel momento, dai suoi occhi lucidi, scese sul viso una lacrima. Mi ha molto colpito perché quando raccontava, io nella mia mente, immaginavo tutta la scena; ma subito dopo si riprese con un bel sorriso “smagliante”.

Vincenzo: … secondo me dovremmo pensare che siamo stati fortunati a non vivere in guerra, ma felici e in pace. Ho pensato ai bambini che soffrono nelle zone di guerra e spero che nei prossimi anni tutti potremo vivere tranquillamente.

Matteo: Quando lei ha raccontato la sua storia è stato molto bello ascoltarla ed ho pensato a come ci si poteva sentire senza sapere niente della propria famiglia per venti, trent’anni, e mi sono sentito felice perché oggi, anche se si è dall’altra parte del mondo, ci si può chiamare con un cellulare o col telefono. Martha deve aver vissuto una vita molto brutta per la totale mancanza di notizie della sua famiglia e per i faticosi lavori forzati, ma anche bella per suo marito, i suoi figli e per aver rivisto la sua famiglia.

Samuel: Marta scriveva sempre lettere alla sua famiglia, ma nessuno le rispondeva, perché il paese dove spediva le lettere non c’era più e i suoi genitori erano stati portati in Russia.

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Alessandro: Io sinceramente, ad ogni parola che diceva Martha, mi sentivo sempre più vicino alla guerra, troppo a disagio e fortunato. Pensavo e ripensavo a come avesse fatto a sopravvivere a quei duri colpi. Poi, uscendo dalla porta della scuola, mi sono fatto una promessa: “Io giuro che sarò generoso ed altruista con gli altri, a partire da ora”. Mi era piaciuta così tanto quella nuova esperienza che mi dispiaceva tornare a casa.

Anna D.: … appena l’ho vista mi è sembrata subito molto simpatica. Ci ha raccontato la sua storia, ma non la ripeterò perché questo pensiero è diretto a lei, e questa storia lei la sa fin troppo bene. Volevo solo dirle che mi è piaciuto molto il suo racconto perché è diverso dagli altri e, raccontato da lei, è stato molto emozionante e pieno di particolari.

Giorgia: Quando ha iniziato a parlare della sua storia, ho pensato: “Ma se io mi metto nei suoi panni, che ricordi avrei della mia gioventù?” Ponendomi questa domanda e sentendo come è stata presa dai soldati tedeschi , mi sono molto commossa, come se io stessa fossi lì, riuscivo ad immaginarmi scena per scena. Ma soprattutto quando ha parlato del suo matrimonio, di come ha cercato disperatamente di ritrovare la sua famiglia, ho sentito un susseguirsi di emozioni tra gioia e tristezza …

Mariam: E ’ stato molto triste quello che ci ha raccontato.

Marta: E’ stato bello avere Martha in mezzo a noi.

Simone: Sarei molto contento di vedere nuovamente questa signora, magari per farci raccontare altre esperienze.

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Sara: Il figlio di Martha, nonostante non avesse vissuto di persona quell’esperienza, era lo stesso molto partecipe. Il fatto che sia venuta a parlarci mi è piaciuto molto perché abbiamo potuto ascoltare la testimonianza di qualcuno che la guerra l’ha vissuta sulla propria pelle e nonostante questo non ha mai perso la gioia di vivere.

Daniele: A me è piaciuto che la signora non abbia mai perso la speranza di poter tornare a casa.

Ester:… per come ce l’ha raccontato, mi sembrava di aver vissuto con lei questa esperienza. Ha sofferto tantissimo, è stata una ragazza molto forte e mi sorprende la felicità con cui racconta la sua brutta esperienza. E’ una donna simpatica, gentile, affettuosa e non mi dispiacerebbe incontrarla ancora.

West: … allora ho provato a farle una domanda , ero vicino a lei e la vedevo sorridente nonostante le disavventure passate, ho pensato che stesse sorridendo perché l’abbiamo accolta bene . Abbiamo ricordato questo giorno perché domani diventeremo uomini migliori.

Nicolò: Pensando alla vita di Martha ci sono rimasto un po’ male perché ho pensato che ora noi abbiamo tutto ciò che desideriamo e non abbiamo guerre da combattere, invece lei aveva i tedeschi che le facevano del male … Una cosa che ho notato è stato il sorriso che aveva sempre sul suo volto e questo mi ha fatto un piacere immenso perché vuol dire che ora sta bene, è felice e soprattutto che ha superato ogni sua difficoltà ed è stata premiata con una bella vita libera e senza guerre. Le auguro un buon proseguimento della sua vita avventurosa e che non perda il suo sorriso.

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Nicola: Il finale della storia è stato molto felice perché Martha ha ritrovato la sua famiglia. Una nostra compagna si è messa a piangere per la commozione. Da questa storia ho imparato che nei tempi di guerra è tutto molto più complicato.

Martina: La sua è stata una brutta esperienza, ma ce l’ha raccontata col sorriso. A me piacerebbe rivederla e che ci raccontasse altri episodi della sua vita.

Nicolò: La sua storia era molto triste perché la sua vita è stata molto dura, ma con noi è stata molto dolce …. Siamo stati contenti di questa esperienza.

Samuele: A me è piaciuto molto come Martha ha affrontato con coraggio di venire nella nostra scuola, perché raccontare di quando i nazisti l’hanno presa e deportata ai lavori forzati, non dev’essere stato facile … io ancora non riesco a capire come, dopo tanto dolore, Martha riesce a vivere felice, in pace e senza odiare.

Edoardo: … mi è rimasto impresso quando ci ha detto che erano stati uccisi due bambini ebrei che andavano a scuola con lei. Comunque non ha passato solo momenti brutti ma è stata fortunata perché la famiglia a cui era stata affidata le voleva bene, è riuscita a sopravvivere e a vivere una vita con l’uomo che amava, e alla fine è anche riuscita a ritrovare i suoi familiari. A me è piaciuto vederla sorridere e sono stato felice di essere stato scelto, con un altro ragazzo, per portarle un dono da parte degli studenti e dei professori.

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Marco: Se dovessi descrivere con i colori la tua vita direi: rosso, nero e giallo. Nero perché hai vissuto momenti molto tristi, rosso per il sangue versato dai soldati feriti e giallo per l’amore e l’accoglienza che ti ha dato la famiglia quando sei andata in Germania, perché nei momenti più duri ti hanno aiutato. Poi hai detto una cosa che mi ha commosso: che eri innamorata. Allora ho pensato che in quel momento devi aver dimenticato tutti i momenti brutti che avevi vissuto e avrai ricordato solo i momenti più belli.

Iqra: Quando ho sentito la storia di Martha ho provato delle emozioni che non riesco a spiegare, però posso dire che mi sono commossa. Penso che Martha fosse molto triste lontano dai suoi genitori, però penso che quando ha avuto notizie di loro sia stata molto felice … Se mi dovessi mettere al suo posto proverei le stesse emozioni. Martha è una persona molto forte e coraggiosa perché ha vissuto l’esperienza della guerra e perché ha sempre lavorato sodo.

Martina: Quando ho sentito parlare la signora Martha ho provato dispiacere per lei e per quello che ha passato. Noi forse non ci immaginiamo quello che le è successo, ma sappiamo che è stato molto brutto. Finito l’incontro l’abbiamo salutata con baci e abbracci affettuosi e in quel momento ho provato una sensazione molto forte, ho capito quanto dev’esserle mancato l’affetto dei suoi genitori che ha dovuto lasciare così presto e in quel modo.

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Rosa: … in quegli anni tuttavia, accadde qualcosa di fantastico, di unico. Martha conobbe un ragazzo, un soldato italiano, Gildo; immaginate: bella lei, bello lui, giovane lei, giovane lui e come d’incanto nacque l’amore … Lui, quando tornava dal lavoro, avvisava Martha lanciando un sassolino alla finestra di una casetta, voleva vederla, vedere il suo viso ed i suoi occhi chiari in cui poteva tuffarsi come nell’azzurro del mare … Volete sapere cosa mi emoziona? Ciò che stimo della fantastica donna che è venuta a raccontarci la sua storia? Il suo sorriso. Il suo sorriso che nasconde i suoi ottantasei anni, che nasconde tutte le infelicità, che nasconde tutto il tempo passato con le preoccupazioni, con le incertezze … Il suo sorriso che illumina il suo viso, che anche se pieno di rughe, anche se rigato tante volte dalle lacrime che sono scese in tanti anni, dimostra di saper ricominciare daccapo dopo grandi sofferenze, di saper dimostrare e mettere in gioco … la forza della vita.

Lisa: … se io fossi Martha non racconterei a nessuno questa storia, perché mi farebbe soffrire, e se potessi vorrei che tutta quella storia fosse solo un brutto sogno.

Francesco: … la cosa che mi ha colpito di più è stato quando ci ha detto che mangiavano polenta e due sardine in undici. Questa “avventura” mi è piaciuta perché ho capito molte cose e ho visto la felicità della signora di condividerle con noi.

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Elia: … ma quello che mi ha colpito di più è la simpatia e la gentilezza

della signora, nonostante le dovessero tornare in mente quei brutti

ricordi della guerra. Io stavo molto attento anche se facevo fatica a

capire cosa diceva perché parlava in dialetto. Durante tutto il racconto

pensavo anche a mio nonno che è ancora vivo ed ha vissuto la

Seconda guerra mondiale, solo che, a differenza di lei, mio nonno

prese il fucile, si mischiò con l’esercito e aiutò i soldati italiani e

americani a respingere i tedeschi dall’Italia. Purtroppo mio

nonno, prima che io nascessi, ebbe un ictus e quindi non può più

raccontarmelo.

Ionut: Per me questa storia è stata triste e commovente. Triste per

quello che è successo a lei e agli ebrei, commovente quando Martha è

andata in Ucraina a ritrovare la sua famiglia.

Federico: Io mi sono sentito fortunato perché mi è piaciuto ascoltarla

e perché ho visto una testimone vera. Mi ha colpito il fatto che

vivessero con poco cibo. Il suo racconto mi ha fatto pensare a tutti i

bambini che erano considerati inferiori e per questo furono maltrattati

ed uccisi. Mi sono un po’ commosso quando ho visto la signora

commossa che si è messa a baciare tutti i ragazzi che le si

avvicinavano.

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Camin 2 febbraio 2012

Cara Signora Martha,

mi chiamo Angelica, ho undici anni e sono una studentessa della scuola

Tullio Levi Civita, dove è venuta giovedì 26 gennaio 2012 a raccontare la sua

vita, per ricordarci lo sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra

mondiale.

Devo dire che la sua è stata una vita in salita … una vita che è stata

completamente cambiata dalla guerra, sia in maniera negativa: per la

paura, per la sofferenza, per la perdita di persone care; sia in maniera

positiva: ciò le ha permesso di conoscere Gildo: suo sposo e poi padre dei

suoi figli.

Quello che più mi ha colpito della sua personalità è che nonostante tutte le

pene che ha vissuto, dalla guerra fino alla perdita di suo marito, dei suoi

genitori e di alcuni dei suoi fratelli … lei sia una persona allegra, affettuosa che

guarda al futuro con ottimismo.

Mi scusi, non volevo ricordarle tutte queste brutte cose, ma vorrei farle delle

domande che mi sono venute in mente solo dopo aver letto il suo libro, un

libro molto bello, che mi è piaciuto molto (complimenti all’autrice!) e che ho

voluto leggere per prima nella mia classe perché mi ha colpito molto la sua

storia.

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Ecco le mie domande:

Che cosa ha provato a Varsavia, a Znojmo e poi in Italia, tutto quel tempo in cui è rimasta lontana dai suoi genitori e dai suoi fratelli, non sapendo dove fossero, se fossero vivi e se stessero bene? Io al solo pensiero di non vedere e di non sapere niente della mia famiglia per vent’anni, vivrei ogni giorno sempre con più angoscia nel cuore e mi mancherebbero tutti.In ogni luogo dove è stata lontana da casa, compresa l’Italia, è stato facile integrarsi con la nuova famiglia, con abitudini e cultura diverse, con la nuova lingua? Io penso solo questo: non è facile ambientarsi in una nuova famiglia, in una nuova casa oggi, figuriamoci come dev’essere stato sessant’anni fa; almeno io la penso così perché sono molto timida , ma suppongo che anche per lei non sia stato facile!Per me è stata molto importante la sua testimonianza perché nonostante la guerra sia una cosa terribile, bisogna ricordarla per fare in modo che non accada mai più. Di questo ne abbiamo parlato anche a scuola … Io spero fortemente di vivere in una società che non discrimini mai nessuno in base alla diversa nazionalità o religione, al diverso colore della pelle o al diverso modo di pensare!!!!!!!! Questo è quello che penso.

Grazie Signora Martha!Tanti cari salutiAngelica

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