La Stampa è Un Processo Industriale Anomalo:

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PB24 La stampa è probabilmente l’unico settore industriale in cui il cliente entra in stabilimento e ne condiziona le scelte pro- duttive. Eppure le contestazioni non sono rare: perché ci sono committenti a volte inesperti o eccessivamente pignoli che non riconoscono o non sanno rilevare eventuali difetti. A volte però sono gli stessi stampatori che minimizzano, trascurano o sottovalutano appellandosi alle tolleranze. La ragione, come sempre, sta spesso a metà, ed è bene che un print buyer sia consapevole del giusto peso da attribuire agli eventuali problemi. Print Buyer vi viene in aiuto con questa prima parte di una carrellata sui problemi di stam- pa più frequenti (la seconda parte la troverete sul prossimo numero). Stampa. Fuori regiStro e capperi Il gesto istintuale di chi osserva uno stampato “fresco di stampa” è quello di dare uno sguardo sommario al suo aspetto esteriore, girandoselo per le mani e aprendolo imme- diatamente. Tutti fanno così, tecnici o meno: guardano come è venuta la stampa sfogliando pagina per pagina. E così facen- do si imbattono nei vari difetti. Alcuni – marezzature, effetto fantasma, sbaveggi, emulsioni e rifiuto dell’inchiostro, tanto per dirne alcuni – sono vere e proprie “gatte da pelare” da dare in pasto agli stampatori. Noi iniziamo dal fuori registro, un difetto inevitabile quanto frequente. In un precedente articolo (PB 22/09) abbiamo spiegato come tutto ciò che è stampato in realtà è composto da una fitta trama di piccoli punti colorati che l’occhio ricompone in un’immagine uni- taria. Questo semplice inganno consente di riprodurre quasi tutti i colori con soli quattro inchiostri, ciascuno con una propria lastra, stampandoli sul foglio uno alla volta, in succes- sione e in “perfetta” sovrap- posizione. A registro appunto. Sembra facile ma ancora oggi, nonostante l’elettronica a bordo delle macchine che controlla e autoregola, avere un regi- stro perfetto su tutto il foglio è un’utopia: molto dipende dalle condizioni di stampa (fogli molto grandi o la stampa in ro- tativa sono nemici del registro perfetto), dalle regolazioni della macchina e dal supporto. Certo esistono delle tolleranze, ma il fuori registro non dovreb- be essere mai percepibile a il controllo qualità sullo stampato 38 stampa lorenzo capitani resp. di produzione e giornalista [email protected] LA STAmPA è uN ProCESSo INduSTrIALE ANomALo: SoNo IN gIoCo TALI E TANTE vArIABILI ChE oTTENErE uN ProdoTTo fINITo “PErfETTo” è PrATICAmENTE ImPoSSIBILE. NoNoSTANTE gLI ImPorTANTI AuSILI ELETTroNICI E INformATICI E IL ProgrESSo INgEgNErISTICo dELLE mACChINE, CoNTINuA A rImANErE dETErmINANTE IL CoNTINuo CoNTroLLo SuLL’INTEro ProCESSo dI TuTTE LE PArTI CoINvoLTE, ComPrESo ChI CommISSIoNA STAmPATI. ECCo A CoSA fArE ATTENzIoNE.

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La stampa è probabilmente l’unico settore industriale in cui il cliente entra in stabilimento e ne condiziona le scelte pro-duttive. Eppure le contestazioni non sono rare: perché ci sono committenti a volte inesperti o eccessivamente pignoli che non riconoscono o non sanno rilevare eventuali difetti. A volte però sono gli stessi stampatori che minimizzano, trascurano o sottovalutano appellandosi alle tolleranze. La ragione, come sempre, sta spesso a metà, ed è bene che un print buyer sia consapevole del giusto peso da attribuire agli eventuali problemi. Print Buyer vi viene in aiuto con questa prima parte di una carrellata sui problemi di stam-pa più frequenti (la seconda parte la troverete sul prossimo numero).

Stampa. Fuori regiStro e capperi

Il gesto istintuale di chi osserva uno stampato “fresco di stampa” è quello di dare uno sguardo sommario al suo aspetto esteriore, girandoselo per le mani e aprendolo imme-diatamente. Tutti fanno così, tecnici o meno: guardano come è venuta la stampa sfogliando pagina per pagina. E così facen-do si imbattono nei vari difetti. Alcuni – marezzature, effetto fantasma, sbaveggi, emulsioni e rifiuto dell’inchiostro, tanto per dirne alcuni – sono vere e proprie “gatte da pelare” da dare in pasto agli stampatori. Noi iniziamo dal fuori registro, un difetto inevitabile quanto frequente. In un precedente articolo (PB 22/09) abbiamo spiegato come tutto ciò che è stampato in realtà è composto

da una fitta trama di piccoli punti colorati che l’occhio ricompone in un’immagine uni-taria. Questo semplice inganno consente di riprodurre quasi tutti i colori con soli quattro inchiostri, ciascuno con una propria lastra, stampandoli sul foglio uno alla volta, in succes-sione e in “perfetta” sovrap-posizione. A registro appunto. Sembra facile ma ancora oggi, nonostante l’elettronica a bordo delle macchine che controlla e autoregola, avere un regi-stro perfetto su tutto il foglio è un’utopia: molto dipende dalle condizioni di stampa (fogli molto grandi o la stampa in ro-tativa sono nemici del registro perfetto), dalle regolazioni della macchina e dal supporto. Certo esistono delle tolleranze, ma il fuori registro non dovreb-be essere mai percepibile a

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LA STAmPA è uN ProCESSo INduSTrIALE ANomALo: SoNo IN gIoCo TALI E TANTE vArIABILI ChE oTTENErE uN ProdoTTo fINITo “PErfETTo” è PrATICAmENTE ImPoSSIBILE. NoNoSTANTE gLI ImPorTANTI AuSILI ELETTroNICI E INformATICI E IL ProgrESSo INgEgNErISTICo dELLE mACChINE, CoNTINuA A rImANErE dETErmINANTE IL CoNTINuo CoNTroLLo SuLL’INTEro ProCESSo dI TuTTE LE PArTI CoINvoLTE, ComPrESo ChI CommISSIoNA STAmPATI. ECCo A CoSA fArE ATTENzIoNE.

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occhio nudo. La regolazione del registro è una delle fasi iniziali del processo di stampa e prece-de la regolazione del colore. Il fuori registro non dovrebbe quin-di apparire sui fogli cosiddetti buoni, e non dovrebbe arrivare allo stampato finito. ma il condizionale è d’obbli-go: basta una fermata della macchina! Su quante copie sarà il difetto non è facile a dirsi. Potrebbe trattarsi di pochi fogli non ancora perfetti ma conside-rati buoni passati in tiratura e quindi essere circoscritto, ma potrebbe anche essere una svi-sta dell’operatore e interessare buona parte della tiratura… un altro peccato veniale della stampa è il “cappero” che si forma quando piccole particelle di impurità aderiscono alla la-stra o al caucciù, creando zone vuote per la mancanza di uno

dei colori o fondi pieni circondati da un alone bianco. di solito è il distacco di una piccola porzione di carta che crea il cappero, soprattutto su fondi pieni dove il tiro dell’inchiostro è maggiore. Il difetto è ben individuabile ed è facilmente eliminabile in corso di tiratura lavando i cilindri. ma attenzione: è necessario controllare frequentemente il foglio e con attenzione. Solo così ci si accorgerà per tempo di eventuali capperi e si potrà limitare il numero delle copie contaminate.

inchioStratura. controStampa, chiazze, macchie e battute

Al fattore umano è affidata anche l’individuazione e l’elimi-nazione di altri difetti di stampa, questa volta più gravi perché più evidenti e significativi di una

mancanza di qualità generaliz-zata. Legato all’inchiostro e alla sua asciugatura è il fenomeno della controstampa, ovvero ciò che accade quando l’inchio-stro stampato su di un lato si trasferisce sul retro del foglio successivo, provocando talvolta l’adesione tra i fogli. La contro-stampa può essere dovuta a una pila in uscita troppo alta, a uno strato eccessivo d’inchiostro, a una essiccazione lenta dello stesso, a uno scarso assor-bimento della carta o a una bagnatura non idonea. Il più delle volte è sufficiente aumentare la quantità di anti-scartino nella stampa in piana o regolare diversamente la tempe-ratura del forno per accelerare l’asciugatura in roto. dall’inchiostro e dalla sua interazione con la bagnatura

fuori registro e capperi Tra i problemi di stampa, il fuori registro e i capperi sono quelli più frequenti. Il primo richiede molta attenzione da parte dell’operatore mentre per il secondo è sufficiente una buona pulizia dei cilindri.

controstampa, macchie, battuteSi tratta di problematiche legate all’inchiostrazione. La controstampa è la conseguenza di una cattiva asciugatura, mentre chiazze, macchie e buchi di colore dipendono dall’interazione di inchiostro e bagnatura.

trasparenze e moiréNon sempre i problemi sono dovuti alla stampa. Spesso accade che le immagini non vengano trattate correttamente, con esiti inopportuni.

sopra, un cappero al nero su un retino pieno a 4 colori. nell’immagine al centro è visibile una parte orizzontale rossa più scura in corrispondenza della battuta di macchina. a destra, il testo è composto da ciano e nero, tuttavia quest’ultimo risulta fortemente fuori registro (a dimensioni reali quasi 1 mm).

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dipende poi la formazione di chiazze, macchie e buchi di colore. Chiazze e controstampa sono difetti complessi da elimi-nare e possono interessare un gran numero di copie; viceversa macchie dovute alla caduta accidentale di gocce d’acqua o inchiostro, per quanto da evitar-si e non tollerabili tra i fogli buo-ni, tendono a sparire nel giro di poche copie. In tutti questi casi accorgersi del difetto comporta l’esclusione dei fogli difettati e la soluzione del problema. viceversa esiste un difetto di stampa congenito all’offset, ovvero la presenza di partico-lari battute, che si presentano come strisce più scure per tutta la larghezza del foglio a una distanza regolare dal bordo, evidenti soprattutto nel caso di fondi pieni. è la meccanica stessa della

macchina a determinarle, in quanto la pressione del cilindro di stampa nel punto diame-tralmente opposto alla gola della lastra è minore, creando un impercettibile accumulo di inchiostro sulla carta. Questo difetto è attenuabile ma non eliminabile. Tuttavia è assai difficile accorgersene quando il foglio viene piegato e tagliato a formare una segnatura finita.

Supporti. SFriSi, grinze, pieghe, cannettature, bolle

Imputabili sempre alla fase di stampa, in particolar modo al supporto, al suo corretto pas-saggio in macchina e all’even-tuale piega, sono gli sfrisi, le grinze e le pieghe. Tutti difetti meccanici: i primi dovuti a qualche parte della macchina (rotelline o pinze) che

tocca la carta durante il suo trascinamento e sporcandosi di inchiostro fresco segna tutti i fogli; le altre causate dalle diverse forze di trascinamento non perfettamente bilanciate tra loro. Legate soprattutto alla stampa rotativa, infine, sono le grinze in prossimità della piega (baffi), sul lato chiuso della segnatura, dovute all’eccessiva grammatu-ra della carta rispetto al numero di pieghe richiesto, e la “can-nettatura” della carta in senso parallelo allo svolgimento della bobina, provocata dalla non perfetta regolazione del forno, dall’inchiostro troppo bagnato o dalla carta troppo cotta. In questo caso possono verificarsi anche delle bolle. Questo tipo di difetti può pre-sentarsi anche su una parte importante della tiratura.

Capita spesso che chi commissiona gli stampati denunci allo stampatore, a lavoro finito, la presenza di immagini di cattiva qualità, pixelate, insomma basse risoluzioni, imputandogli scarsa attenzione. In questo caso il danno può essere gra-ve e sicuramente coinvolge l’intera tiratura. ma la colpa non è sempre dello stampa-tore. Prima che il lavoro vada in macchina, infatti, ci sono una serie di step di controllo. E se è possibile che un grafi-co impagini con un’immagine inferiore ai 300 dpi, se anche i sistemi di controllo tipo PitStop possono essere elusi (ad esempio ricampionando l’immagine in modo che sia formalmente un’alta), c’è sempre il controllo ciano ef-fettuato dal print buyer stes-so. E con le ciano attuali, vere e proprie stampe digitali a colori su carta patinata, è difficile non accorgersi di una bassa risoluzione.

alcuni brutti sfrisi sulla copertina laminata argento, stampata in uV e verniciata uV lucida a tavola piena su un catalogo di moda.

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una segnatura intonsa di un 24mo aperto sul dorso, stampato e piegato in rotativa. La grammatura della carta e l’alto numero di pieghe favorisce la formazione di grinze.

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immagini. baSSe riSoluzioni, traSparenze, moiré Ci sono alcuni difetti di stampa che indipendentemente dallo stampatore potrebbero essere evitati già in fase di impagina-zione. Capita spesso di vedere fondini o testi a corpi importanti stam-pati in nero con sotto immagini ben visibili in trasparenza. Il solo inchiostro nero, per quanto carico, non ce la fa a coprire completamente il retino sottostante degli altri colori. Il problema è ovviabile costruen-do un nero ricco composto da tutti e quattro i colori da usare in questi casi. una buona ricetta potrebbe es-sere un 30% ciano, 30% magen-ta, 40% giallo e 100% nero, ma potrebbe bastare anche un solo letto di blu. oppure, ma si tratta

di aggirare le impostazioni dei programmi di impaginazione, impostando il nero in quel punto in foratura e non in sovrastam-pa, in modo che “buchi” tutto ciò che vi è sotto. Attenzione però che spesso nel passaggio al pdf o dello stesso nel rip, il sistema non ripristini la situazione iniziale. un altro difetto controllabile in prestampa e certamente in ciano è il modo in cui il rip ha risolto le trasparenze impostate in fase di impaginazione. Capita, anche se sempre più di rado, vista l’evoluzione dei software, che delle trasparenze vengano convertite arbitraria-mente in aree del tutto bianche, scomparendo o diventando basse risoluzioni. Prevedere cosa succederà nel passaggio dal pdf alla pagina rippata non è facile, per questo

vale la pena però prestare molta attenzione al controllo delle ciano. Lo stesso accade con i vari difetti di interferenza di incli-nazione di retino (moiré) che possono dare in stampa alcune immagini, principalmente quelle con texture. Quando prove colore e cianogra-fiche erano analogiche, ovvero si ottenevano dal montaggio delle pellicole, come del resto la posa delle lastre, era facile accorgersi di questo problema prima di stampare un foglio. ora la stampa digitale, como-da perché veloce e fedele per cromia, può riservare qualche spiacevole sorpresa perché, usando una tecnologia di stam-pa completamente diversa, tende a nascondere i difetti del retino offset.

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La copertina di un libro in cui l’immagine è evidentemente in bassa risoluzione. sono ben visibili i tratti squadrettati. sotto, l’effetto moiré di un tessuto.

un fondino stampato con un solo nero che sovrasta un’immagine a 4 colori: la foto traspare sotto. per evitare questo sgradevole effetto può essere utile costruire un nero “ricco”. Da notare anche il fuori registro del ciano. sotto, un testo in trasparenza su un’immagine.