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EDITORALE

“Èora di voltare pagina” aveva detto Enzo a Riale a fine marzocomunicandoci, per la prima volta, la sua decisione di non ricandidarsi alla

presidenza del PdP. Tutti noi, credo, abbiamo colto la portata storica di questo annuncio, lui il primo e unico presidente, colui che aveva fatto nascere e guidato il PdP dagli albori ai nostri giorni, usciva volontariamente di scena “per raggiunti limiti di età”. Non c’è stato verso di convincerlo a continuare, ci abbiamo provato tutti e insistentemente. “E adesso- ci siamo chiesti – che facciamo ?”. Ma solo ora, a distanza di qualche mese, mi rendo conto del significato di questadecisione: il suo è stato un atto di amore, quello di un padre che lascia la mano del figlioletto che sta crescendo e desidera che impari a camminare da solo. Dopo averlo a lungo custodito e accompagnato amorevolmente, lo invita a fare i primi passi, seguendolo timoroso e fiducioso nello stesso tempo.A maggio ci sono state le elezioni del nuovo consiglio che avrebbe dovuto scegliereal proprio interno il nuovo presidente, la serata dello spoglio delle schede è stataintensa, ricca di spunti, di ragioni e di obiezioni, ciascun neoconsigliere ha espressoliberamente il proprio punto di vista.Alla fine è stato chiesto a me di continuare l’opera di Enzo, tutti pienamenteconsapevoli, come ha detto saggiamente uno di loro “che tra di noi non esiste un altro Enzo in grado di sostituirlo”. Infatti, ma da qualche parte bisognava pur cominciare per poter continuare.La mia principale obiezione “facciamo un salto generazionale, cioè puntiamo su unpresidente giovane”, non è passata. Allora ho detto SÍ alla sollecitazione degli amici,una risposta che mi è costata parecchio, sentivo (come sento tuttora) tutto il pesodella responsabilità di raccogliere l’eredità pesantissima lasciata da Enzo. La mia prima preoccupazione nell’accettare non era tanto il carico dell’impegnoinevitabile che ne sarebbe conseguito, ma il rispondere alla domanda: come restarefedele alla strada che lui ha tracciato in questi 30 anni? Come custodire lo stile e il clima con il quale Enzo ha plasmato il PdP ? È ciò che mi sta più a cuore:riconoscere, approfondire e custodire il suo carisma originario. Il primo compito chemi sono dato da subito, affrontato con il contributo di tutto il consiglio, è statoquello di “fissare il punto”, ossia cogliere nella sostanza il messaggio che Enzo ci halasciato in questi suoi anni di guida, facilitati dal fatto che proprio lui lo hapuntualmente precisato in occasione del suo saluto sull’ultimo PdP News“continuate a conservare quello spirito di serenità e amicizia che ci distinguedagli altri gruppi, perché tutto ciò che unisce è bene”. Enzo non ci ha detto “puntiamo ad essere lo sci club più forte, il migliore, a vinceretitoli italiani e mondiali”, certo ci interessa anche questo e quando dovesse ancorasuccedere ne saremmo fierissimi, ma non è la cosa più importante, non è la ragionedel nostro stare insieme. Lui ci ha insegnato e fatto vivere la piacevolissimaesperienza del “clima familiare” in cui ciascuno si sente accolto per quello che è,forte o scarso, bello o brutto, socievole o scontroso, in piena forma o acciaccato,giovane o vecchio. Questa, mi sembra, è la strada, aiutiamoci a percorrerla insieme.Questo è il compito che mi assumo insieme a tutto il consiglio e a coloro che hanno a cuore il bene del PdP. Certo, questo passo richiede una assunzione personale diresponsabilità, non abbiamo più il papà che ci dice “è meglio fare così, è meglio farecolà, attento qui, attento là, fai questo, fai quello”, Enzo certamente continuerà avigilare amorevolmente a distanza su di noi e sui nostri primi passi, non mancherà ditirarci le orecchie quando sarà il caso, il papà rimane sempre il papà anche quando ilfiglio diventa grande. L’augurio che mi faccio è essere un buon custode (parafrasandol’immagine che Enzo aveva dato di sé, di un buon medico condotto), custode di quelbene che lui ci ha lasciato e, se vado fuori strada, tiratemi anche voi le orecchie!

BUON Passodopopasso a tutti! Piero

Piero Radovan

Un buon custode

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Presidente Piero Radovan

Vice presidente Fabio Soresi

Segreteria generale Marco Pea Gestisce la comunicazione con i soci e verso l’esterno (e-mail)

Segreteria soci Duilio Soresi Gestisce l’archivio soci, i certificati di idoneità

Segreteria spedizioni Enrico MauriGestisce l’invio delle comunicazioni ai soci (giornalino, lettere)

Segreteria iscrizioni FISI-PdP Luisa Mauri e Riccardo Scotti

Segreteria campo di gara Donato Carcano

Segreteria attività agonistica Enrico Mauri, Luisa Mauri e Fabio SoresiIscrizione, organizzazione logistica delle trasferte della società, gare raccomandate

Segreteria Skiroll Paolo PozziRiferimento per l’attività di skiroll, iscrizione alle gare raccomandate

Segreteria attività giovanile Luca Ingrillì Coordina e sviluppa l’attività giovanile

Cassa-BilancioAlessandro Carcano e Luca Ingrillì

Sito PdP Fabio Soresi e Riccardo Scotti

Sponsor Marco Pea

Abbigliamento sociale Paolo Pozzi

Rapporti con la FISI e altre società Piero Radovan

Gara Sormano 1000 Enrico Mauri

Trittico Piero Radovan

Passodopopasso News Piero Radovan e Marco Pea

Vacanza invernale Piero Radovan

In bocca al lupo

Il PdP ha votato il rinnovo delConsiglio Direttivo, ecco chi lo

guiderà nel prossimo quadriennio.Un caloroso BENVENUTI!! ai trenuovi eletti: Alessandro Carcano,Luca Ingrillì e Riccardo Scotti.Gliincarichi sociali tentano di mettereun po’ di ordine nelle cose da fare.Non sono una prerogativa esclusi-va dei consiglieri, l’invito è rivoltoa tutti i soci PdP perché, ciascunosecondo le proprie capacità e di-sponibilità, si renda utile per il be-ne di tutti.

Al nuovo Consiglio Direttivo del pdp

Accettare l'incarico di condurreun gruppo sportivo è un evidentesegno di disponibilità a servire gli altri, gratuitamente.Responsabilità, generosità, operosità, sono valori.Qualità che dovrebbero essere di chi accetta di tirare la carretta.Mi complimento con voi, e vi auguro un proficuo lavoro.Enzo.

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Uno dei soliti arditi fotografi che appassionano la cronaca della nostra bella nazione, si è introdotto di soppiatto nella ‘Gabina’elettorale del passodopopasso ed è riuscito ad immortalare i momenti più esaltanti della competizione elettorale.

La squadra al lavoroCRONACA

Gigi, occhio ai brogli!

Mi si incrociano gli occhi

Comunque vada... sarà un successo.

Mamma, come mi appassiona questo spoglio.

Meno male che domani vado a lavorare.

Veloci ragazzi, che si brinda.

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Alessandro CarcanoTe l’aspettavi di essere eletto? No.

Sei contento? Sì.

Cosa rappresenta per te il pdp?Un momento importante del miotempo libero, un modo percondividere insieme ad altrepersone la mia passione per lo scidi fondo.

Cosa ti piace di più del pdp?Il clima genuino che si "respira"nella società.

Un'idea per il futuro?Organizzare una gara FISI.

Un messaggio agli amici del pdp?Puntate al divertimento: se irisultati vengono, meglio, se nonvengono, almeno ci siamodivertiti!Spero che il mio contributo possaservire a far crescere ancora di piùil pdp.

Luca IngrillìTe l’aspettavi di essere eletto?Non era impossibile.

Sei contento? Certamente.

Cosa rappresenta per te il pdp?Una famiglia allargata con cuicondividere la passione per ilnostro meraviglioso sport.

Cosa ti piace di più del pdp?Lo spirito delle persone che nefanno parte.

Un’idea per il futuro?É un’impresa molto difficileperché la maggior parte dellagente che conosco al di fuori delnostro ambiente ci considera unpo’ folli, ma mi piacerebbecoinvolgere altre famiglie configli. Si accettano proposte.

Un messaggio agli amici del pdp?Ovviamente grazie per la fiducia

Riccardo ScottiTe l’aspettavi di essere eletto?Certamente no! Enrico mi avevadetto “Non ti preoccupare, i candidati sono tanti e non tivoterà nessuno”. Alla fine c’è statameraviglia quando Paolo hapronunciato il mio nome.

Sei contento? Mi fa molto piacerepoter dare un contributo. É unalogica estensione delle sciate o delle uscite in montagna. Dalle prime riunioni capisco checerti eventi che diamo per scontatinascondono in realtà un pazientelavoro d’organizzazione.

Cosa rappresenta per te il pdp?Molto più di una società sportiva,siamo amici che condividono le stesse passioni, stanno beneinsieme, ciascuno con le propriepeculiarità.

Cosa ti piace di più del pdp?L'amicizia che si respira.

Un’idea per il futuro? Organizzareun gazebo in occasioni delle gareFISI per far abolire dallaprogressione la tecnica dipattinaggio.

Un messaggio agli amici del pdp?Siamo un grande gruppo e questosarà il nostro anno!P.S. Forza Enrico!!! Vogliamovedere alle partenze la tua facciaalla “braccio di ferro” e sentire losbuffare del treno.

INTERVISTETre nuovi consiglieri

Quattro anni fa, subito dopo le elezioni di allora, Piero Radovanrivolse a me e a Fabio Soresi, freschi consiglieri, le domande che ioripropongo per Alessandro, Luca e Riccardo, i neoletti di questatornata elettorale. Marco Pea

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TRIITICO 2009 A Sormano 1000

si vince sempreAnche la ventiduesima edizione della nostra gara è superbaciatadal sole autunnale (ma prima o poi dovrà pur arrivarci la pioggia…).Piero Radovan

La mattinata è proprio freddi-na, alle 9 sta arrivando il sole

nel pratone di Sormano 1000, tuttilo cercano nello spiazzo vicino allecasette, non bisogna stare fermi, ipiedi e le mani reclamano. Il fuoconella baita scoppietta a più nonposso ma non basta, ogni tantoqualcuno entra, si riscalda due mi-nuti e poi esce di corsa. Consolia-moci, meglio il freddo dell’acqua,il venticello frizzante taglia legambe ma intanto asciuga il pratodella partenza. Una dietro l’altraarrivano le macchine, quasi tuttescaricano bimbetti un po’ infreddo-liti e assonnati. Quest’anno si devecambiare leggermente il percorsoal temine del giro, sono in costru-zione nuove villette che si mangia-no un bel po’ di prato, speriamosiano le ultime.

Siamo giunti alla edizione nu-mero 22 della gara, un traguardo dimaturità per il nostro sci club, or-mai tutto è supercollaudato, Enzo,nella veste insolita di “socio PdP”,ci guida con discrezione, fa notarequello che c’è da fare e poi lasciafare a noi, salvo quando si accorgeche nessuno l’ha fatto e allora cipensa lui. La partenza dei mignon èsempre uno spettacolo, i più gran-dicelli (un anno a quella età fa unagrande differenza) partono a saetta,i più piccoli fin che possono cam-minano con la manina nella manodella mamma, poi salgono in brac-cio, qualcuno frigna per il freddo, ègiusto così. Al traguardo il merita-tissimo bicchierino di the, oltre ariscaldarli, li fa sentire protagoni-sti. Nelle due categoria Baby spun-to vittorioso di Alice Pozzi e Davi-de Ingrillì, con Flavio appena die-tro, tutti sull’onda delle orme pa-terne (e un po’ anche materne…)cominciano ad assaporare il gustodel podio. Eccoci ai più grandicel-li, a parità di età ci sono gli spirlun-goni e i nanerottoli ma la gara ren-de giustizia, non guarda i centime-tri di altezza. Tra i nostri le due pia-cevolissime sorprese con i podi

La lettera di ringraziamento per le offerte devolute alla Associazione Amani:

“ Cari amici, ancora una volta ricevo da Enzo Vai le offerte raccolte durante la gara del Passo dopo Passo. Enzo al telefono mi diceva quasi imbarazzato “sono solo 250 euro …”. Con questa breve nota di ringraziamento vorrei non solo ringraziarvi perché ancora dopo tanti anni continuate a sostenerci, ma anche rassicurarvi che nelle baraccopoli di Nairobi una cifracome questa permette di aiutare e fare moltissimo.Grazie a voi tutti, grandi e piccini. Un abbraccio fraterno. Gian Marco Elia

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bronzei di Marco Battaini tra i ra-gazzi e Alessandro Bianchini tragli allievi, nella categoria junioresfemminile “domina” Cecilia Gob-bi, nessuno ha osato contrastarla ingara, mentre tra i maschietti ottimoargento di Eugenio Bianchini ebronzo di Riccardo Bonaiti. È ilturno dei grandi, il primo giro in-ganna molti veterani della gara chepartono a scheggia sulla prima sali-ta, salvo poi arrancare faticosa-mente in quella del ritorno.

Vince, anzi stravince in pocopiù di 35 minuti sui 3 giri, LucaBortot dello sci club Valsassina, èuno specialista di skiroll e campio-ne mondiale master di fondo. Undominio assoluto il suo, è di un’al-tra categoria, se il buon giorno sivede dal mattino, la sua sarà unastagione invernale di grande spol-vero. Lascia a 2 minuti la nostrapunta di diamante, il bravissimo efedelissimo Andrea Pozzi. Tra gliover 40 stravince alla grande Stefa-

no Battaglia così come la “sem-preinforma” Luisa Mauri tra le da-me C1. Incredibile terna nella cate-goria senior femminile: tutto il po-dio è targato PdP con Caterina Bo-naiti autrice di una prestazione ma-iuscola, davanti alla sorella Valen-tina appaiata a Francesca Gobbi.Proprio bello, credo non sia maisuccesso nelle 21 edizioni prece-denti. Tra gli over 70 non potevamancare all’appuntamento GianniMacchi, quando c’è si sente e vin-ce, è il coronamento di una stagio-ne da incorniciare. Ma c’è una pun-ta di rammarico in mezzo a tantagloria, Enzo e Edda per la primavolta nella storia della gara non so-no al via per acciacchi, che ci au-guriamo passeggeri. Sarà per il so-le che ha rotto gli indugi, sarà perla corsa che fa sudare ma finalmen-te tutti si sono riscaldati. Una graditissima sorpresa dopodue anni di assenza (da quando donPietro non è più stato in gradi di as-sisterci) è il ritorno della Messa, si

celebra la festa della cattedrale,credo che il nostro ambiente natu-rale sia la più bella di tutte. Ci hafatto il superregalo, con promessadi essere con noi anche per il futu-ro, don Bassano che è salito da Er-ba, presentatoci da un amico di En-zo. Abbiamo così potuto riprenderela sana tradizione di devolvere leofferte per una missione africana.È l’ora della premiazioni, gran tri-pudio di coppe, medaglie, pacchet-tini pieni di ogni ben di dio, i bim-betti mostrano con orgoglio la loromedaglia al collo, qualcuno non sela toglierà credo fino all’ora dellananna.

Il pranzo a buffet nella baita èsempre una gran festa, quest’annopiù partecipata del solito, si facevafatica ad arrivare al tavolone pienodi tantissime cose sfiziose, infattinon è avanzato nulla. Sarà per l’aria salubre di Sormano1000 che stuzzica l’appetito… operché è bello stare insieme.

Pagina sxCecila Gobbisul piano di Sormano1000

Pagina dxStefano Battaglia eLuca Borlotaprono il gruppo

Giuseppe De Nittostrapazzal’avversario

Luca Ingrillìl’apripista

Mamme ebimbi in garatutti insieme

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TRIITICO 2009 Monza chiama la Colma

Il Trittico funziona, è uno stimolo per cominciare a far fatica in vista dell’imminente stagione invernale e un’occasione simpaticaper rivedere volti di amici e avversari con i quali si comincia a “prendere le misure.” Piero Radovan

Il Trittico di quest’anno è statoveramente fortunato: tre giorna-

te ottembrine stupende e non èpoco se si pensa alla differenzatra il correre o skirollare con unbel sole o sotto l’acqua. Abbiamoaperto la serie noi del PdP il 18ottobre con la corsa a Sormano1000 di cui si è già parlato. A se-guire il 25 ottobre la prestigiosacoppa Pell e Oss giunta alla edi-zione numero 35 (complimenti eauguri !!) dedicata al compiantoAndrea Cattabeni, che ha avutoscenario, come sempre, lo stupen-do ambiente naturale del Parco diMonza. Qui la nostre punte di dia-mante sono state Luisa Mauri cheha confermato l’ottima forma diSormano 1000, prima di categoriae terza assoluta, e il “battagliero”Stefano Battaglia che si trovasempre a proprio agio quando c’èda far girare le gambe, per un pe-lo non è riuscito a salire sul podio.Non dimentichiamo che questacorsa è ambita e frequentata daimigliori cursori a piedi della zo-na, la maggior parte dei quali nonfa sci di fondo.

Infine il 1° novembre ha chiusoil Trittico e la stagione skirollisti-ca, la tradizionale corsa che salealla Colma, appuntamento imper-dibile per i migliori atleti dellazona, onorata come accade ormaida diversi anni, dalla prestazionesempre maiuscola di Simone Pa-redi, imbattibile in questa specia-lità. Oltre 110 concorrenti (un belnumero per questo tipo di gare) adarsi battaglia sui tornanti che daGemù salgono alla Colma, il PdPè presente alla grande con 16 atle-ti, questa è una manifestazionemolto sentita dal nostro sci club,“giochiamo in casa”. Sull’altare inostri Baby d’oro i fratelli Davidee Flavio Ingrillì, entrambi sul po-dio a Sormano e entrambi su quel-lo del Trittico con Davide primoassoluto della sua categoria.BRAVISSIMO DAVIDE !! Biso-gna passare alle categorie opposte

per trovare altri medaglisti PdP, inostri Ortensio Frigerio e MariaRita Chini, sempre presenti esempre in forma, che Dio ce liconservi a lungo con la voglia e lospirito di indossare il numero. Ci-tazione di merito specialissimoper Giuseppe De Nitto, niente po-dio per lui ma una prestazionemaiuscola in termini di efficienzafisica, un gradito e atteso ritornodopo la parentesi che lo aveva te-nuto lontano per qualche tempodall’agonismo.

Una considerazione conclusi-va un po’ amara sul Trittico mache vale in generale, è il “buco” dipartecipanti nelle categorie giova-nili, ce ne sono veramente pochidisposti a fare fatica, non ne han-no ancora scoperto la bellezza el’utilità, è chiaro che hanno altroper la testa. A noi il compito dieducarli anche in questo. E adesso è quasi ora di prepararegli sci, quelli veri, sta già nevi-cando!!

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TRIITICO 2009I nostri podi al Trittico

Ecco chi ce l’ha fatta a salire sul podio ma i più bravi sono stati i nostri mignon di Sormano 1000: Emma, Arianna, Benedetta, Lucia, Alberto, Andrea, Alessandro,Marco, Lorenzo, Pietro (ce ne sono due), Vittoria.

Sormano 1000 – corsa in montagna – 18 ottobreBaby maschile 1° Ingrillì Davide; 3° Ingrillì FlavioBaby femminile 1° Pozzi AliceRagazzi maschile 3° Battaini MarcoAllievi maschile 3° Bianchini AlessandroJunior femminile 1° Gobbi CeciliaSenior femminile 1° Bonaiti Caterina; 2° Bonaiti Valentina; 3° Gobbi FrancescaDame C1 1° Mauri LuisaDame C3 2° Chini Maria Rita Senior maschile 2° Pozzi AndreaMaster 40 1° Battaglia StefanoMaster 50 3° Pea MarcoMaster 60 2° Radovan Piero Master 70 1° Macchi GianniSocietà 2° PdP

Parco di Monza – cross – 25 ottobreDame C1 1° Mauri Luisa

La Colma – skiroll – 1 novembreBaby maschile 2° Ingrillì Davide; 3° Ingrillì FlavioMaster 70 2° Frigerio OrtensioDame C3 2° Chini Maria RitaSocietà 2° Passodopopasso

Trittico – classifica finale Baby maschile 1° Ingrillì Davide; 2° Ingrillì FlavioMaster 50 3° De Nitto GiuseppeMaster 60 2° Radovan PieroDame C3 2° Chini Maria RitaSocietà 2° Passodopopasso

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3427, 12, 18, 46: cinquinavincente? No! Sono i rap-

porti da usare, le pendenze, i chilo-metri in salita, quelli in discesa…sabato Elio e Duilio hanno studiatoe ristudiato a menadito il tracciatosulla piantina, focalizzando soprat-tutto i punti di ristoro. Al seguitodei loro discorsi anch’io sapevo tut-to, come se avessi già fatto la corsa10 volte. Duilio ha messo in guar-dia Elio dalle insidie della salita alCiola, poi di quella al Barbotto chenon finisce mai. Il Barbotto di qui,il Barbotto di là… un barbotto con-tinuo. All’alba del 24 maggio (lastoria!), erano le 5.45, i nostri cava-lieri Duilio ed Elio sono saliti suiloro destrieri di carbonio e sonopartiti verso la gloria della Nove-colli di Cesenatico. Sapranno resi-stere alla tentazione di fermarsi allaprima osteria che troveranno sullasalita di Bertinoro? Lo sanno che ilPolenta non va aggredito mangian-

do l’asfalto? A Fratta Terme noncederanno al richiamo di un rilas-sante e rinfrescante bagno terapeu-tico? Dalla temperatura già roventedi prima mattina sicuramente faran-no un bagno… ma di sudore. Spe-riamo che alla Pieve di Rivoschio

trovino un po’ di refrigerio. La di-scesa su Linaro darà loro un po’ diabbrivio per salire il Ciola? Ma aMercato Saraceno il tanto chiac-chierato Barbotto è lì che aspetta. Eallora è pronto un sostegno di car-boidrati e giù ancora liquidi. Famolto caldo. Il Barbotto confermatutte le sue premesse con quell’ulti-mo chilometro al 18%. La tentazio-ne di accedere al ristoro “non auto-rizzato” di piadina e salsiccia è for-te. Eccoci sul Barbotto! Finalmentesi scende, beh!, non proprio. Macome? La salita non è ancora finita?La strada è un susseguirsi di giù maanche di insidiosissimi sù. Maquanto è infingarda l’altimetriasemplificata del percorso!

A Savignano finalmente si arri-va sul piano con un leggera discesafino al traguardo di Cesenatico. Pe-rò bisogna avere ancora qualcheenergia di riserva per risalire i ca-

valcavia che, dopo oredi pedalate in questocaldo torrido, appari-ranno come il “deci-mo” colle! Ci sarà il bacio dellaMiss per i nostri duevalidissimi atleti-eroi?No, non per loro, perfortuna della Miss, mala medaglia sì. Versole 12.30 un accaldatoed assetato Duilio ta-glia il traguardo: “Éstata dura, ho bevutoalmeno 6 borracce. Sene avessi avuta un’al-tra l’avrei scolata de-gli ultimi due chilo-metri”. Ma il nostroveterano della Nove-colli non sembra cosìsconvolto, anzi ag-

giunge di aver trovato uno splendi-do “trenino” alla partenza e a Savi-gnano, attento come sempre a dovespirava il vento!! Non solo, anchefiero di essersi misurato in discesaa più di 70 all’ora con i “forti” chearrivavano dal “lungo”. A questo

punto aspettiamo l’arrivo del-l’esordiente Elio. Ma dove sarà fi-nito? Avrà accettato l’invito a pran-zo della domenica di qualcuno del-la zona?

Sono le 14 quando Elio taglia iltraguardo. Stilla sudore da tutti ipori. É contento di aver concluso lacorsa e commenta, ovviamente acaldo: ”Partire ultimi in una grigliadi 12.000 concorrenti porta a seriinconvenienti, come trovare ripetu-ti “colli (ma non ne bastavano 9?)di bottiglia” ed essere costretti adattraversare Bertinoro a piedi e pu-re, sempre a piedi, percorrere laprima parte della salita al Polenta!Non si riusciva proprio a stare insella per la ressa.". Ma come, erauna gara ciclistica o podistica? Eancora: "Ciola e Barbotto, salitedecisamente belle e competitive,una vera sfida!! E che meraviglialo splendido paesaggio salendo al-la Pieve, mi sono proprio divertito!”. Poi una bella doccia ristoratriceed un meritatissimo relax. L’annoprossimo la 9 Colli è già prenotatadai due amici: la 2a edizione perElio (che forse riuscirà a farla tuttarestando in sella) e la 15a per Duilioche in tale occasione riceverà unpremio “fedeltà”!

In altoI nostri due eroimedagliati.

SottoIngorgo suuno dei nove colli

SEMPREVERDI La 18 colli

Cronaca di un fine settimana romagnolo un po’ speciale raccontato da Maria Rosa Venturini, per l’occasione nominatareporter al seguito di Elio Vitale (il marito) e del suo fidatissimo amico-ciclista Duilio Soresi, 9 colli a testa. Maria Rosa Venturini

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Ecco le tre “corsette”:La prima, a metà luglio. LaBormio – Stelvio di 22 km. con undislivello di 1530 metri, promossadalla Mapei che, oltre alla corsa inbici, da due anni organizza anchela versione podistica. Gianni co-munque, per non far torto a nessu-no, se l’era già fatta per conto suoanche in bici e con gli skiroll, ades-so ha completato il suo trittico per-sonale e può dormire sonni tran-quilli. “La più dura è con la bici, apiedi o con gli skiroll si può gestiremeglio la fatica ma se vai in crisi inbici, ti pianti. Ormai mi conoscobene e in queste cose viene primala testa poi i muscoli, quindi sonopartito con una corsetta tranquillo(noi giovani abbiamo bisogno ditempo per carburare), mi sono ge-stito per tutta la salita fino agli ul-timi 4 km. quando ho cominciato asentire i polpacci duri, così per evi-tare i crampi ho camminato. Maalla fine mi sono ripreso e quandoho tagliato il traguardo lo speakerdiceva – guardate come si fa a cor-rere!” - Gianni è il primo della suacategoria.

La seconda, a fine luglio.Campionato Italia Fidal di corsain montagna ad Adrara S. Marti-no – Bergamo, 6 km di salita “al-la bergamasca”. Il percorso saleper una ripida mulattiera con un

tratto di super-ripido su gradoni disassi. “Essendo una gara dura mabreve mi sono scaldato bene primadella partenza, poi è importanteamministrarsi per non andare fuo-ri giri, e così anche se vedevo da-vanti a me il primo e il secondo so-no arrivato tranquillo. All’arrivo èstato bello, avevo gli amici de LaMichetta che mi hanno fatto unagrande festa”. Gianni è arrivato terzo, non dimen-tichiamo che si trattava del cam-pionato italiano FIDAL.

La terza, a inizio settembre.Sesto di Pusteria – Tre cime diLavaredo di 17,5 km con 1300metri di dislivello, una gara a livel-lo internazionale con una larga par-tecipazione straniera. Gianni è arri-vato secondo. “Dopo 4 km. diasfalto per uscire dal centro abita-to si saliva per un bel sentiero in unambiente incantevole, stimolante,che passava per il rifugio Comici earrivava al rifugio Locatelli sottole tre Cime. In salita sono salito re-golare come sempre, poi verso lafine c’era un lungo tratto di disce-sa su un ghiaione e lì sono andatoa nozze perché a me piace, vadobene rispetto agli altri miei coeta-nei, così ho recuperato diverse po-sizioni perché quelli di una certaetà in discesa tendono a rallentare.Mi è piaciuto moltissimo, mi senti-

vo a casa mia perchè conosco mol-to bene questi posti per esserci sta-to all’inizio della mia carriera al-pinistica più di 50 anni fa, era laprima uscita che facevo fuori dalleGrigne e sono venuto proprio daqueste parti, ho fatto undici cime indodici giorni. Ero un po’ matto”.

Ma perché Gianni fa “ancora” que-ste cose ? “Mi attirano le cose nuove, mi pia-ce fare quello che mi affascina an-che se c’è di mezzo della fatica. So-no sempre stato attratto, e lo sonoancora oggi, dalla bellezza dellanatura, è la cosa che mi interessadi più, poi cerco di fare quello cheposso, non mi interessa andare for-te o arrivare primo. Poi facendoqueste cose si sperimenta spesso labellezza dell’amicizia, fare faticainsieme accomuna, affratella. Mipiace comunque dare sempre ilmeglio di me stesso e per fare que-sto devi conoscerti, mi è statagrande maestra la montagna cheho praticato per tantissimi anni.Così trovo ancora alla mia età ilgusto e l’entusiasmo di fare questecose.Che bello arrivare a casa alla serastanchi morti dopo una di questegiornate, si desidera solo un piattodi pasta e un bel letto”.

SEMPREVERDITre cosette da nulla

Il nostro Gianni Macchi, 77 primavere alle spalle, si diverte ancoraun sacco a fare cosette o meglio corsette, non da poco. La pianuranon gli piace molto. Ma oltre alla salute di ferro, c’è una ragione.

Gianni impegnato in due fasisalienti dellagara

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Ebbene sì, la colpa è stata mia!Nella mia continua ricerca di

nuovi obbiettivi corsaioli, ho tra-scinato Tiziana in questa avventu-ra, che forse l’ha un po’ delusa. Partiamo dal principio: il mio amicoStefano mi racconta un giorno delsuo sogno di correre la Zermatt Ma-rathon. Io, che sono curiosa comeuna scimmia, mi precipito subito aguardare il sito della gara e rimangofolgorata della bellezza dei panora-mi e soprattutto dal fascino dellagrande impresa. Scopro poi che oltrealla classica maratona è possibile af-frontare il percorso in staffetta concambio ai 21 km. Vengo colpita daun incosciente entusiasmo e convin-co Tiziana a correre la seconda partedi gara. Preciso che mentre la primametà di gara prevede un dislivello disoli 600 m., la seconda ne affrontapiù del doppio, oltre 1.300 m. An-drea, eroico come sempre, decide in-vece di correre l’intera gara. AncheTony avrebbe dovuto partecipare al-la staffetta con un’amica (Claudia),ma ha dovuto rinunciare dopo l’in-fortunio all’Aletsch.Nell’avventura trascino anche altriamici e così il venerdì sera ci ritro-viamo in un bel gruppetto nella piaz-za di Briga davanti a birra e wurstel.

La giornata della gara è a dirpoco fantastica: cielo terso, ariafrizzante, alla partenza di St. Ni-klaus 1500 runners, di cui 185 staf-fette. Organizzazione svizzera, at-mosfera serena, molto poco com-petitiva. Intorno a me vedo uominie donne di tutte le età pronti ad af-frontare una vera impresa. Alcuniinizieranno a camminare già dopopochi chilometri, comunque deter-minati ad arrivare al traguardo. La parte di gara che ho corso io arri-vando a Zermatt è stata molto piace-

vole, faticosa, ma non massacrante,insomma me la sono goduta. Diver-so il discorso per Tiziana che ha do-vuto affrontare un percorso durissi-mo, praticamente non corribile senon per i primi. È arrivata al traguar-do delusa ed arrabbiata per la durez-za del percorso, sofferente per undolore al ginocchio. Nemmeno la vista della cima delCervino è riuscita a rasserenarla.Ammetto che mi sono sentita unpo’ in colpa per averla trascinata inquesta avventura.

Andrea, sereno e serafico, si èclassificato 27° con il tempo di3.52.00: io sono fiera e orgogliosadi conoscere un corridore così!Cosa ho imparato da questa espe-rienza? Tiziana è una grande ami-ca, che non ha esitato un attimo aformare una staffetta con me puressendo ben consapevole di comecorro piano. Gareggiare in squadraè bellissimo e coinvolgente, sperodi riuscire a scovare qualche altragara da correre con le amiche, percondividere con loro la gioia di ta-gliare il traguardo. Anzi ho già in mente una cosa chepropongo a tutte le socie PDP:perché non proviamo a formareuna squadra tutta femminile percorrere la 24 x 1 ora nel 2010?Pensateci!

In altoAndrea Pozzidecisamente‘sulle gambe’

SottoNice e Tiziana sulla via del ritorno

GRANDI IMPRESE Zermatt Marathon

Andrea, Tiziana e Nice si sono lasciati affascinare dalla ZermattMarathon. Non tutto è andato come previsto, ma l’avventura si ècomunque chiusa con il pensiero ad un nuovo obiettivo per ilprossimo anno, altrettanto affascinante e tutto al femminile...Nice Bini

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SETTORE GIOVANILEPiccoli triathleti

Nuotare, pedalare e correre senza soluzione di continuità. Non parliamo necessariamente di Ironmen, non tutti lo sanno ma si può cominciare a sette anni con il TriKids. Attenzione però, può essere contagioso. Luca Ingrillì

Il triathlon è sicuramente una delleattività sportive estive che presen-

ta maggiori affinità con lo sci di fon-do. Le competizioni sono moltocoinvolgenti sia per chi partecipa inprima persona sia per gli spettatori.Bisogna avere una buona prepara-zione di base, acquisire abilità in di-verse discipline ma non basta, serveanche mantenere lucidità nelle fasidi transizione e di gara, e crederci fi-no in fondo, perché l’avvicenda-mento delle discipline si presta a ca-povolgimenti di fronte ed a sorprese.L’anno scorso Davide aveva fatto ilprimo assaggio partecipando a tregare ed era stato amore a prima vista.Quest’anno allora, considerato chepotevano partecipare anche i 2001,si è partiti con l’idea di fare qualcosi-na di più, ma cammin facendo ci sia-mo, per così dire, fatti prendere lamano. Così è stato che le gare, fratriathlon, duathlon e aquathlon, sonodiventate addirittura dieci.

A farci prendere la mano hacontribuito la scoperta del CircuitoNord Ovest, un vero e proprio cam-pionato per i giovani di Piemonte,Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia.Sfortunatamente la scoperta è avve-nuta con ritardo, quando già si eranodisputate le prime due gare, e per-tanto la stagione è stata incentrataall’affannoso inseguimento dei setterisultati utili ad entrare in classifica.Devo dire che le emozioni non sonomancate… e non solo in gara. Comein occasione del duathlon di Vizzo-la, quando a causa di un incidente intangenziale, siamo arrivati sul cam-po di gara a soli cinque minuti dallapartenza e con la strada già chiusa altraffico. “Mai perdersi d’animo ra-gazzi ce la si può ancora fare, mon-tate in bici e andate alla partenza dasoli”. Detto fatto, Flavio si asciugale lacrime e via, grazie alla collabo-razione di Tiziana, che ha già ritiratoe preparato i pettorali, riescono apartire ed a rimanere ancora in lizzaper la classifica generale.Si arriva così alla finale del 27 set-tembre sul lago di Monate, dove

Davide, sfiorando la vittoria di po-chi secondi, riesce, con sua im-mensa gioia, a conquistare il terzoposto nel circuito. Sulla scia di Davide hanno fatto leloro prime esperienze sul campo ipiù giovani Alice e Flavio, che cihanno emozionato e coinvolto con laloro energia e creatività. Entrambisempre competitivi nelle fasi atleti-che ma un po’ lenti nei cambi, anchese con motivazioni diametralmenteopposte, Alice troppo rilassata, Fla-vio troppo esuberante. Esuberanzache a Flavio è costata anche un paiodi spettacolari cadute nelle frazioniciclistiche.Pietro dal canto suo haapprofittato per farsi il pieno di teo-ria pronto a metterla in pratica nellastagione che verrà. Ma al di la dei risultati, così come èaccaduto per lo sci di fondo, ancheper il triathlon la maggiore soddisfa-

SopraUno splendidotuffo di massa

SottoRapida vestizione perpoi inforcarela bici

zione è stata quella di vedere i nostrigiovani aggregarsi e socializzarecon bambini e ragazzi di ogni età edi altre squadre, con vero spiritosportivo di sana competizione e ri-spetto degli avversari.

Certo però che a continuare a fareda spettatore e da coach mi è tornatavoglia di buttarmi nella “tonnara”.Perché no, sabato 3 ottobre tiro fuorila bicicletta da corsa, rispolvero lamuta ed eccomi la mattina del 4 otto-bre, dopo 10 anni dall’ultima gara,pronto alla partenza del triathlonsprint di Milano, forte della mia pre-parazione da “cucciolo”. Supportatodagli incitamenti e dai consigli tecni-ci dei figli arrivo al traguardo arran-cando ma decisamente soddisfatto.Va bene così ma l’anno prossimo, seloro crescono mi toccherà allenarmiun po’ più forte, e allora chissà…

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SETTORE GIOVANILE I raduni provinciali FISI

Il nostro Alessandro Bianchini ha partecipato per la prima volta a due importanti raduni giovanili FISI proposti a livello provinciale.Un’esperienza utile e bella. Giorgio Bianchini

Stage 1 dal 30 maggio all’1 giugnoAlbergo Folgore Passo dello Stelvio

Anche se la vacanza è passata daun po’ di tempo, dicasi vacanza an-che se sportiva e “speciale”, riman-gono ancora impresse in ognuno dinoi le impressioni generali del 1°raduno Fisi 2009 della (ex) provin-cia di Milano, possiamo dire bella,divertente, strana, rilassante, con-viviale ma impegnativa.Ma andiamo per ordine. Quandoabbiamo ricevuto a fine aprilel’inoltro dell’invito da parte dell’ot-timo Duilio, è rimasto in testa unpiccolo “tarlo”, una piccola lampa-dina che non voleva spegnersi.Il mese di tempo intercorso tra lalettura della mail e la sua concretiz-zazione è stato impiegato per muo-vere al meglio tutte le pedine: con-ferma del nostro interessamento alfresco presidente Piero, contatti conCarlo (Salvioni, responsabile fondodella FISI provinciale), preannunciin famiglia (con tatto, senza esage-rare) fino a raccogliere e “amalga-mare” il tutto… alla fine aderiscealla vacanza tutta la famiglia, ancheil cognato preferito Michele. Oltre ad Alessandro, si sono aggre-gati anche Eugenio il fratello di-scesista, contento perché al passoci sono anche gli impianti di disce-sa, Lorenza per svagarsi e riposar-si, Michele il marcialonghista cheama frequentare la Mitica nellapancia del gruppo e anche Giorgio(il sottoscritto) che vuole rinfran-carsi dopo il ritiro in ambulanza(perché faceva da scopa!) alla Rol-lissima del Tivano di qualche setti-mana prima.

1° giorno, arrivo, ma quanta neve!frutto di una stagione invernale dif-ficilmente ripetibile. Ambiental-mente, subito un bel mal di testaper la quota, visita al passo (i ra-gazzi dello Ski Pool Brianza inveceescono a farsi una sgambata) , lasera compagnia simpatica, 2 tavo-

late, noi con la nostra Luisa Mauri(presente a titolo personale, giustoper allenarsi un po’ in quota), Vale-ria Colombo e due podisti di spes-sore in altura per ossigenarsi; nel-l’altro tavolo le ragazze, i ragazzidei vari sci club e tutto il gruppodello Ski Pool Brianza.

2° giorno mattino: col bel tempo(!), skating sulla pista fuori dall’al-bergo, buon allenamento in gruppoper Ale, sotto lo sguardo attento diCarlo.

2° giorno pomeriggio: nevica,sciata in alternato senza sciolina esenza invocare i santini dei vari gu-ru tipo S.Fabio, Ivano, Pietro, Er-nesto, Elio, Lorenzo…

3° giorno: di nuovo bel tempo conun sole così splendido da richiamareun sacco di Atleti (notare la A maiu-scola) a tal punto che Alessandronon “gira” più, cosi intento a guar-darli e a chiedere autografi : Zorzi(foto e secondo autografo sulla tutaPdP), nazionale italiana di biathlonmaschile e femminile al completo,la Forestale, che si vuole di più?

Il ritorno nella calicola milanese ciha sciolto un po’ gli entusiasmi,pronti però a riprendere il discorsoai primi di settembre per il succes-sivo raduno…

Pagina sx in altoIl Muro di neve al passo

SottoSi lavora e si fatica sotto losguardo vigile di Carlo

Pagina dxIn altotutto il gruppo in posa

Al centroAlessandropattina in scioltezza

SottoSquadrone al completo

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Stage 2 dal 3 al 6 settembre Hotel National ParkIsolaccia in Val Di Dentro

Ed eccoci qui per il secondo radu-no: quello che colpisce subito, in-sieme alla ovvia mancanza dellaneve, la presenza di tanti ragazzi eragazze, sono presenti gli sci clubAlpini di Sesto, Camosci, Ski Ales-sandro pattina in scioltezza, sonopresenti gli sci club Alpini di Sesto,Camosci, Ski Pool Brianza, Sor-mano, Valsassina e ovviamente ilnostro Passo dopo Passo per un to-tale di 26 ragazze/i dai 9 ai 20 annipiù alcuni genitori e nonni e gli ac-compagnatori Valeria Colombo,Giovanni Pizzi (Ski Pool Brianza),Valerio Crippa (Sormano), GiorgioBianchini (PdP) e Luca Bortot(maestro e istruttore nazionale disci di fondo) della Valsassina, otti-mo “coordinatore tecnico e atleti-co” del raduno. Che dire? 3 giorni intensi, questo ilprogramma, condito con ottime ce-ne a buffet e “vivaci” ritiri in came-ra dei giovani la sera prima di an-dare in branda.

Venerdi mattino: 2 ore abbondan-ti di palestra (per pioggia), pome-riggio: mega piscina alle terme diBormio

Sabato mattino: ski roller, salitaal passo Gavia (calibrata ognunoper la propria età e stato di allena-mento) con “incastri” di macchinee furgoni lasciati a Santa Caterina,portati su al passo, riportati giù…pomeriggio : camminata in monta-gna verso il lago Nero di val Vez-zosa.

Domenica mattino: ski roller ailaghi di Cancano e poi tutti a casacon la voglia di ritrovarsi sulla ne-ve. Da notare che il comitato FISIha offerto ad ogni atleta e accom-pagnatore un completino persona-lizzato.

Ma sentiamo Alessandro:Ale, cosa ti è piaciuto di più deidue raduni? A Isolaccia mi è piaciuto molto co-noscere tanti ragazzi che poi vedod’inverno alle gare e con molti diquesti mi sono divertito. Invece allo Stelvio a giugno misembrava molto strano essere an-cora in mezzo alla neve e sciare, miha fatto molta impressione.

Che ricordi hai?Bellissimi, tanti sport in montagna,in particolare mi ricordo la matti-nata di sabato per salire con gli skiroller al passo Gavia, non lo cono-scevo e vedere montagne così altearrivandoci con gli ski roller è sta-to unico, al rifugio del passo erocosì contento che ho chiesto a papàdi potermi comperare una magliet-ta ricordo.

Il momento meno bello? Il ritorno in pianura e la scuolache fra un po’ sarebbe iniziata.

Commento complessivo dei dueraduni: che “togata”!!

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VIAGGI In cammino

con S. FrancescoUna bella esperienza che propongo a chi piace camminare, ammirare,incontrare, meditare… e un po’ anche soffrire. Piero Radovan

Un pellegrinaggio a piedi si dif-ferenzia dal trekking per due ra-

gioni. Innanzitutto la meta, che non èuna meta qualsiasi ma un luogo sa-cro, ossia un posto dove la PresenzaDivina ha lasciato un segno forte. Ma questo non basta, ci vuole qual-cos’altro: il desiderio, chi si mette incammino deve (dovrebbe) avere nelcuore il desiderio di incontrare e fa-re il più possibile propria l’esperien-za legata a quel luogo, non vivereun’emozione passeggera ma ritrova-re un po’ più se stesso.Tutti possonodunque essere pellegrini, basta poco,non c’è bisogno di fare centinaia dichilometri con lo zaino in spalla co-me abbiamo fatto noi, dieci amiciche a settembre ci siamo messi incammino per due settimane da LaVerna a Rieti percorrendo i luoghi diS. Francesco. Certo la fatica aiuta aricercare questo senso e ti fa chiede-re continuamente “ma perché lo stofacendo?” e una risposta ogni tantodevi pur dartela. Così come è di aiu-to la bellezza dei luoghi e degli in-contri che si fanno, ti rimandanocontinuamente ad Altro e ti fannosorgere la domanda “ma chi ha fattotutto questo?”. Scopri che la pienez-za della meta è già presente ad ognipasso. È l’esperienza che abbiamofatto noi amici lungo i 380 km. del

percorso, quasi tutti su e giù per leverdissime e spesso selvagge collineumbre. Fisicamente una bella fatica,perché oltre ai chilometri c’è anchee sempre la “casa” da portarsi a die-tro, l’amico zaino. Al mattino sve-glia presto, il cammino mattutino siinterrompe per la pausa-Lodi, amezzogiorno un fugace pranzetto abase di pane-formaggio-mela o si-mili quasi sempre ai bordi di un sen-tiero. Si riprende a camminare reci-tando il rosario per l’intenzione cheogni giorno sceglievamo, la preghie-ra ricorrente era l’aiuto che avevamoscelto per non dimenticarci il sensodi quello che stavamo facendo. In to-tale7-8 ore di cammino al giornocon le vesciche che tormentavanomolti e le spalle che dolevano a tutti.

Nel tardo pomeriggio si arrivava“stanchini” alla meta, la sosta era inluoghi francescani, conventi o ere-mi, gestiti dai pochi frati o suore cheormai li stanno convertendo in luo-ghi di accoglienza turistica con lecellette trasformate in confortevolicamerette. Una doccia corroborante,un’ abbondante cenetta (la doppiarazione di pasta era d’obbligo) e 8ore di sonno, salvo qualche vario-pinto “intermezzo” notturno, compi-vano quasi sempre il miracolo, damorti che si arrivava alla sera a vispie pimpanti il mattino successivo,pronti a ripartire.Per me è stata l’oc-casione per scoprire S. Francesco,per conoscerlo meglio e imparare dalui, tutti i luoghi da cui passavamoerano impregnati della sua presenza:La Verna dove ha ricevuto le stigma-te, Gubbio dove ha reso mansueto illupo (ho scoperto che persino le sueossa sono conservate in una chiesa),Assisi la città dove forse ha soffertodi più perchè a lungo lo ha rifiutato,S. Damiano dove davanti al crocifis-so ha avuto inizio la sua conversio-ne, la Porziuncola di Santa Mariadegli Angeli il luogo prediletto deiprimi incontri con i fratelli e dove èavvenuto il “distacco”. E poi i numerosi eremi, tutti luoghiimpervi e solitari dove Francesco si

ritirava in preghiera e penitenza permeglio cogliere la chiamata del Si-gnore: l’Eremo delle carceri, il Sa-cro Speco, Greccio dove la notte diNatale del 1223 ha “inventato” ilpresepe, quello di Fonte Colombopresso Rieti dove ha scritto la regoladefinitiva dell’ordine dei frati mino-ri, il luogo che lo ha visto soffrire nelcorpo (era diventato quasi cieco) enello spirito per le divisioni che sistavano profilando tra i suoi fratelli.Ho scoperto che Francesco era unuomo vero, come ciascuno di noi,anche lui andava in crisi, si incavola-va con i suoi, era soggetto alle tenta-zioni. Il suo segreto era la preghieraincessante e la penitenza ostinata, al-lora tutto quello che gli capitava di-ventava segno della Presenza buonadel Signore, tutto era Grazia. E que-sto lo rendeva lieto in ogni circostan-za, anche la più avversa.

Vorrei aver portato a casa nellozainetto del mio cuore un briciolo diquesta coscienza, sicuramente miaiuterebbe a vivere meglio. Ma comeè arrivato Francesco a questo? PerGrazia, che lui ha rivestito di povertàe di umiltà, non desiderava possede-re nulla e abbracciava tutto e tutti (inparticolare i lebbrosi), niente gli eradi impedimento per lodare e ringra-ziare il Signore, mentre per noi ma-gari non era così immediato dire “so-rella vescica” o “fratello temporale”.Infine questo pellegrinaggio mi haaiutato a riconoscere ciò che è essen-ziale, ciò che serve veramente equanto invece (tanto!) sia superfluo:ci si sorprende nel constatare quantopoco sia veramente necessario, maquello che è necessario non puòmancare ! Già decidere il contenutodello zaino è un bell’esercizio, sisfrondano tante cose perché tutto haun peso, scopri che quello che ti ba-sta pesa meno di 8 kg. e non è undramma vivere una sera senza luce esenza acqua, come è accaduto allaRomita di Cesi, accolti fraternamen-te da fra’ Bernardino. Ho portato acasa anche questa domanda, ma checosa serve veramente alla mia vita?

Franca apre la pattuglia dei pellegrini

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Sul Monte AthosGigi Meroni e amici ci hanno abituato a mete un po’ speciali, ma forse questa supera tutte le precedenti.

VIAGGI

Il Monte Athos, alto 2033 metri,si trova nella penisola Calcidica

in Macedonia, una repubblica au-tonoma sotto la sovranità greca do-ve sorgono numerose comunitàmonastiche che nel XV secolo,epoca del massimo sviluppo, con-tava trenta conventi di mille mona-ci ciascuno; oggi ce ne sono venticon poco più di due mila monaci dirito ortodosso. Le costruzioni sor-gono sparse lungo le coste, abbar-bicate sugli scogli, negli interni sitrovano preziosi mosaici, icone, af-freschi, ricchi lavori d'oreficeria,sculture in legno. La gente qui vivein solitudine, preghiera, meditazio-ne, si tratta di eremiti che per lo piùfanno lavori di ristrutturazione deivecchi monasteri. Per entrare nellarepubblica del Monte Athos è ne-cessario uno speciale permesso diingresso, che non viene concessoalle donne.Cosa mai Gigi è capitato da quelleparti? Non per un caso, ormai la suacompagnia di 5 amici è collaudata,tutti gli anni nel periodo estivo scel-gono una meta, una meta particola-re, finora sempre una montagna,che rappresenti una sfida per l’al-tezza o per il significato che riveste(l’anno scorso sono saliti sull’Ara-rat, ricordate?). Mente, anima ecuore del gruppetto èLuciano Tamini, pro-motore, organizzatoree capo-spedizione ditutte e 6 le imprese fi-nora compiute.

Ci dice Gigi: “Ormaii 6000 rappresentanoun obiettivo troppoambizioso per il grup-petto, nessuno è più unragazzino, allora sicercano altri stimoli,non meno interessantie coinvolgenti dellegrandi altezze.Abbiamo scelto que-sto posto perché ha unfascino incredibile,certo ha le sue regole

e se uno decide di andarci deve ri-spettarle, come abbiamo fatto noi,salvo quella volta che abbiamo fat-to il bagno, qui è vietato, ma eratalmente invitante che… Non sipuò mangiare né carne né pesceperché non si devono uccidere ani-mali, in compenso fanno degli otti-mi minestroni e verdura in abbon-danza. L’accoglienza dei monaci èstata sempre molto discreta e silen-ziosa, ci offrivano i loro dolcetti,grappa di anice e acqua. Si dormivain belle camerate e abbiamo assisti-to in disparte alle loro funzioni. Altermine di una di queste, tutti sonoandati a baciare una reliquia, era ilpiede di S. Anna, la madre di Maria.

La salita al monte è iniziata con1750 gradini che ci hanno portatodal livello del mare al primo mona-stero dove abbiamo pernottato, ilgiorno successivo alle 5 siamo sali-ti con le lampade lungo un sentierosegnato, regolare, sassoso ma nonparticolarmente impegnativo che ciha portato alla vetta. In cima stava-no ristrutturando una chiesetta daadibire anche a rifugio, poi siamodiscesi fino ad un monastero inter-medio dove non c’era posto e cosìabbiamo dormito all’aperto nei no-stri sacchi a pelo.

Gigi Meronia destra nella foto

In giro abbiamo trovato pochissi-me persone, c’era qualche tedescoe francese, danno i permessi di in-gresso col contagocce, ci risultache il posto sia pochissimo fre-quentato da italiani.

Il giorno successivo abbiamo gira-to la penisola visitando altri 3 mo-nasteri, ci interessava capire comevivevano i monaci, la loro religio-ne ortodossa è praticamente rima-sta invariata nel tempo, come 2000anni fa. Il posto è di una bellezzaincantevole, ricco di spiritualità,invita a riflettere, non pensavo chenel 2000 potesse esistere un luogocome questo.

Abbiamo scoperto un angolo diumanità pieno di storia, cultura,religiosità che ho desiderato ap-profondire anche al ritorno leggen-do libri e andando su Internet.Quella che abbiamo vissuto èun’esperienza che rimane. Colpiti da questo viaggio, abbiamogià programmato di ritornare daqueste parti l’anno prossimo, vor-remmo salire sul monte Olimpo,sempre in Grecia. Non si puòscherzare, è il monte degli dei”.

Alla prossima, Gigi.

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GRANDI IMPRESE Evviva Michelangelo

Cosa significa diventare papà. Un fatto ècerto, LA VITA CAMBIA, dentro e fuori la casa.Luca Tamburlini

Forse alcuni del PdP ricorda-no che nel maggio del 2008

Alessandra ed io siamo diventatigenitori di Michelangelo. Piccoloaneddoto: a una cena con amici econoscenti, quando Alessandra eraincinta, all’annuncio della futuranascita del pargoletto che avevamogià deciso di chiamare Michelan-gelo, una persona (che non nomi-no) disse: “ah, come la tartarugaNinja!”, dovemmo deluderlo e dir-gli che la dedica era a Michelange-lo Buonarroti... Parecchi sicuramente sanno che co-sa significhi avere un figlio a cui ba-dare: attenzione continua, pensierounivoco, argomenti monopolizzati,antenne sempre attente a quello cheil frugolino fa, dice (quando comin-cerà a parlare, per ora bisogna inter-pretare, la sua prima parola è stata“patata”, pronunciata PA’! TA’!TA’), pensa e chiede. Di notte l’at-tenzione è sempre alta, anche se bi-sogna dire che il piccolo Michelan-gelo si è quasi sempre comportatocivilmente, a parte quand’era moltopiccolo e ogni 3 ore voleva mangia-re, ora si limita a chiedere qualcheminuto di attenzione prima di ri-piombare nel sonno. Per quello che riguarda la “gestioneordinaria” dei bisogni del bimbo,

d’obbligo la collaborazione fra noidue genitori, permessa dal fatto chesiamo entrambi liberi professionisti.Più volte mi sono portato Michelan-gelo al lavoro, chissà che idea si èfatto del papà UFOtografo...Ma soprattutto la grande novità, lagrande differenza è che NONPUOI PIÚ FARE QUELLO CHEFACEVI PRIMA, ADESSO FAIMENO COSE DI PRIMA O LEFAI IN MODO DIVERSO.Attenzione, non ho detto una cosanegativa, siamo nell’ambito di unnaturale cambiamento di ritmo, vi-sto che il nuovo ospite (o padro-ne...) ha le sue esigenze giustamen-te prioritarie, largo ai giovani...Fine dell’argomento generico.

Noi dello storico Sci club PdPabbiamo in comune la passione perlo sci di fondo e più in generale perlo sport, o almeno, di un certo mododi vivere il tempo libero. Tutti voiche leggete e che poco o tanto miconoscete, sapete (o se no ve lo dicoio) che non sono un superagonista,né un agonista, ma che una certaqual passione per il “movimento”ce l’ho, tanto da essere entrato nelPdP proprio per questo motivo (aproposito, mi è giunta voce che no-stro figlio è diventato socio per di-

ritto acquisito, sarà vero?).Ecco, ciò detto, ed è stata una pre-messa un po’ laboriosa, volevo co-municarvi che la nascita del picco-lo Michelangelo non ha modificatonella sostanza il mio modo di vede-re, sentire e vivere questa passione.Anzi.Ma veniamo al punto cruciale, ossiaa quel desiderio che ogni genitoreha di educare i propri figli: noi neabbiamo uno, e qualcosa un giorno(anzi da subito a ben vedere) dovre-mo trasmettergli, giusto? Qualcosasì, ma cosa? Ma è ovvio, io potrò trasmettergli lecose che conosco, con preferenzaquelle che mi piacciono e che han-no reso bella e piacevole la mia vitafinora; fra queste indubbiamentec’è il gusto dell’attività all’ariaaperta, l’anticamera per una sanaattività sportiva che poi Michelan-gelo potrà liberamente scegliere infunzione delle sue aspettative.Su questa impostazione siamo per-fettamente in sintonia mia moglieAlessandra ed io.A riprova che abbiamo già cercatodi mettere in pratica questo princi-pio che ci sta a cuore in quanto ab-biamo verificato che è una cosabuona per noi, il piccolo Michelan-gelo si trova già ad avere: “cammi-nato” in montagna a 3 mesi; vistola neve a 6; ri-visto la neve a 7; ri-camminato in montagna a 10; an-cora in montagna, stavolta anchesui suoi piedi, a 15 mesi, e in que-sto frangente ha conosciuto muc-che, marmotte e scoiattoli Il pargolo ha la strada segnata? For-se sì, almeno ce lo auguriamo e que-sto è certamente quello che desiderail PdP, bisognoso di forze nuove.

In altoLavazèinverno 2008

a latoValle d’Aostaestate 2009

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RICONOSCIMENTIDoppio oro dalla FISI

Enzo e il PdP hanno ricevuto il distintivo d’oro, un riconoscimentoper la loro fedele presenza nel mondo dello sci di fondo. Due grazie, il primo a Enzo che ha dato vita a questa avventura ed il secondo al piccolo Francesco Scotti che ha ritirato il premio a nome di tutti. Avanti così.

Boario Terme, 7 novembre 2009.Riccardo e Francesco Scotti, in rappresentanza del PdP,

ricevono dalle mani del Presidente Nazionale FISI Giovanni Morzentii riconoscimenti per i 30 anni

di attività della nostra Società e per Enzo Vai.

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GRANDI IMPRESE Venice Marathon 2009

Il keniano John Komen ha fatto registrare il nuovo record dellacorsa con 2h08’13”, io ci ho messo 3h55’59’’, quasi il doppio.Ma ora so di poter concludere correndo una maratona; aspetto unanuova buona occasione per provare a batterlo. marcopea

La cosa strana è che uno comeme, che ha (teoricamente) attitu-

dini da velocista, si cimenti in unadisciplina che fino ad un anno faconsiderava un miraggio. Dopoaverlo escluso per anni, il primissi-mo tarlo me l’ha piazzato il Batt,parlandomi della Dublin Marathonche si tiene nello stesso periodo diquella di Venezia. Ci ho pensato, malo scarsissimo stato di forma del-l’anno passato, mi ha fatto imme-diatamente desistere.Alla fine della scorsa stagione scii-stica il pensiero è tornato, anche perprovare a festeggiare il mio primomezzo secolo, in maniera, per me,memorabile. Inizia un perido di au-toosservazione. Come sto? Possofarcela? Mi spaccherò tutto? A que-sto punto decido le linee guida: 1.Non devo farmi male; 2. Deve esse-re un divertimento; 3. Non più di treallenamenti a settimana, anche seseri; 4. No cardiofrequenzimetro

(come quasi tutti consigliano), deveessere un modo per aumentare lapropria autopercezione.In luglio comincio ad allungare itempi della mia corsa; in agosto va-do in vacanza a Macugnaga (bellis-sima vero Andrea?), e nonostanteuna fastidiosa tendinite, correndo ecamminado verifico il mio stato.Tornato dalla vacanza, mi iscrivo, ildado è tratto.Settembre: anche grazie a un ottimolibretto sulla corsa comincio a capi-re meglio cosa si deve fare. Seguoabbastanza le indicazioni e mi pre-paro... lunghi, lunghissimi, ripetute,ritmi sopra soglia, ritmo maratona,linguaggio fino ad allora sconosci-to, che ora comincio a decifrare.Ovviamente più mi avvicino alladata fatidica, meno mi sento prepa-rato e il mese di ottobre scorre or-rendamente veloce.Ad aumentare i miei dubbi, ci simettono anche gli espertoni in ma-ratona a cui chiedo consigli. Nessu-no dice la stessa cosa.Arriva il momento della resa deiconti, con Elena parto alla volta diVenezia e li ci uniamo a Toni Di Da-to, che ha lasciato la famiglia in-fluenzata a casa.Ultima consultazione con Toni, edecido per tentare di correre la ma-ratona in 3h50’. Intimamente l’im-pegno è di arrivare correndo fino al-la fine, magari se mi sento bene, sot-to le 4h.

Si parte da Stra. Siamo in 6500 eil palloncino delle 3h50’ è avanti unpezzo, non lo raggiungerò mai.Il via: piuttosto emozionante, alquel punto non vedevo l’ora di co-minciare a correre.Si corre lungo la riviera del Brenta,dove si affacciano le famose ville,ad ogni paese una folla festante ap-plaude il passaggio dei maratoneticon bande musicali e majorettes ocomplessi rock a fare da colonna so-nora. Molto tifo. Fino al km 12 cir-ca, sono in vantaggio sulla tabella dimarcia delle 3h50’, mi sento bene.Poi comincio a perdere terreno e al

passaggio della mezza, a Marghera,sono in ritado di più di 2’ sulla tabel-la. Un concorrente al km 21, mi di-ce: “questo era il riscaldamento, orasi comincia a correre”. Orca!A Mestre e capisco che la cosa si faimpegnativa, vengo raggiunto dallalepre delle 4h, su cui però ho unvantaggio di circa 4’ essendo partitoin ritardo rispetto a loro. Decido disegurli. Uscendo da Mestre, al par-co S. Giuliano, siamo al km 30, con-centrazione massima per non perde-re il ritmo, non saltare nessun rifor-nimento, correre il più rilassato pos-sibile. Ecco il famoso ponte DellaLibertà, che fa paura per i suoi qua-si 5 km di rettilineo. Superato que-sto siamo a Venezia, il che da unacarica importante, anche perchè aquesto punto capisco che è fatta. I 4km a Venezia sono impegnativi, an-che per i ponti da superare, ma fi-nalmente si arriva. Riesco persino asalutare Elena piazzata al Km 42,sembra più contenta lei di me. Hosofferto, ma non troppo. Ora so cheposso anche correre una maratona.Se capitasse una nuova occasione,farò tesoro di questa esperienza.Grazie a Toni (3h32’01’’) e a Batt,per i loro consigli orientati alla pru-denza e al godersi l’avventura. Grazie ad Elena per la pazienza e lafiducia, ma credo che alla fine si siadivertita anche lei.

SopraMedagliato e provato

SottoCon Elena eToni a parcoS.Giuliano ilgiorno primadella gara

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Un altro mondo: la velocità masterScopriamo con questo articolo quanto sia difficile far coincideredue passioni sportive in antitesi: lo sci di fondo e la ‘velocità’dell’atletica leggera. Roberto Vanzan

Sono ormai quasi 30 anni chepratico atletica leggera agoni-

stica: ho iniziato solo col 1° anno diuniversità quando ho scoperto chel’attività sportiva nelle nostre uni-versità è completamente assente,mentre lo sci di fondo a livello ago-nistico lo pratico dal 1995, anno incui feci anche il corso da istruttoredi atletica perché non sapevo se de-dicarmi all’allenamento. Poichè mispiaceva smettere e vedevo difficilefare bene entrambe le cose ho pro-seguito ad allenarmi, usando le co-noscenze del corso integrate damolte letture e dalla mia esperienzacon due allenatori. Ormai da unadecina d’anni mi alleno da ottobre amarzo per lo sci di fondo (al 50%con la corsa), passando poi alla ve-locità (100 e 200 m, ho rinunciatodal 2001 ai 400 m), ma diventa sem-pre più difficile il passaggio tra duediscipline così differenti e inconci-liabili: le prime settimane sono ter-ribili. Nonostante le difficoltà degliultimi anni non riesco a rinunciarealla velocità per le sensazioni cosìdiverse dallo sci di fondo, più forti:correre in curva è esaltante (i 200 mrestano la mia gara preferita pur sof-frendo ormai molto il rettilineo).

Al Giuriati esiste un folto grup-po di corridori di fondo, ma da al-cuni anni si è formato un gruppettodi velocisti master a cui faccio dariferimento: il più anziano un extennista di 57 anni si è miglioratoquest’anno sui 100 e 200 m. Fino aqualche anno fa mi allenavo sem-pre con uno di loro, un ex-calciato-re: adesso il divario è eccessivoperchè lui è migliorato (è un atletaM50 di discreto livello), mentre iosono peggiorato molto.L’allenamento per la velocità è va-rio e completamente differente dalfondo perché sono diverse le quali-tà fisiche richieste, meno allenabilidella resistenza aerobica: potenza,elasticità, rapidità e tecnica (menoimportante). La caratteristica cheperdiamo di più con l’età è la po-tenza, seguita dall’elasticità, sia

per motivi fisiologici che per gliinfortuni: anche per questo i velo-cisti master sono pochi.Nonostante il miglioramento dellaprevenzione e delle cure, la velocitàresta una specialità molto traumati-ca ed usurante (in genere non hoproblemi con lo sci di fondo) e,quindi, si è abituati a convivere congli infortuni proprio perché le solle-citazioni sui nostri muscoli e lega-menti sono massimali: si fa usospesso di ghiaccio o antinfiammato-ri e se infortunato vado a nuotare oin bici (sconsigliata ai velocisti).

Le zone più a rischio sono lamuscolatura posteriore della cosciae il piede perché nella corsa velocenon si appoggia il tallone per terra:il carico sul piede è aumentato dal-l’uso delle scarpette chiodate. Peresempio negli ultimi anni 3 mieiamici hanno rotto dei tendini delpiede, riprendendo a correre dopol’operazione, un altro ha smessoper il ginocchio operato, ma non difare sci di fondo, io quasi ogni an-no ho avuto problemi muscolari otendinei e i miei muscoli sono or-mai rigidi (dovrei fare fisioterapia,ma dove si trova il tempo?). Insom-ma siamo una manna per i medici:altro che sport salutare!Un velocista deve arrivare con gra-dualità ad affrontare gli sforzi massi-mali, cercando di non farsi male(meglio rinunciare a delle ripetuteche perdere settimane di allenamen-to). Muscoli freddi e rigidi sono piùsoggetti ad infortuni e lavorano ma-le: il caldo così odiato dai fondisti èun bene per i velocisti (i miei mi-gliori tempi li ho fatti con un caldoterribile). Perciò la fase di riscalda-mento è fondamentale: un po’ dicorsa lenta, tanti esercizi di sciogli-mento e stretching, tratti corsi inscioltezza e in progressione (anche 1h in tutto prima delle ripetute brevi).Dopo si fa il lavoro specifico, se pre-visto, cioè alcune ripetute (dai 20 mai 500 m), oppure tecnica di corsa opartenze dai blocchi. Importantissi-me le sedute di potenziamento (sali-

te varie delle gradinate della tribuna,corsa in salita su distanze brevi, bal-zi di vario tipo, pesi).

È difficile far capire ai velocistimaster l’importanza dello stret-ching, degli esercizi, dei muscoliben caldi, che si deve trovare ungiusto equilibrio tra i necessari la-vori intensi, di scioltezza, i recupe-ri, e riposare adeguatamente tra lesedute tirate. In genere si gareggiavicino, spesso assieme ai ragazzi(gli assoluti). Le batterie vengonoformate in base ai tempi di iscrizio-ne, quindi, ci si può trovare controdei ragazzi giovani: questo non èpiù il mio caso (un assoluto di 20anni che fa i miei tempi attuali hasbagliato sport).È indubbio che lavelocità sia una specialità più adat-ta ai giovani, ma se il fisico tiene eci si riesce ad allenare bene è possi-bile anche per i master ottenere deirisultati accettabili: anni fa al Giu-riati un italiano di 87 anni ha corsoi 100 m in 16”2, record del mondoM85. Se penso che qualche diciot-tenne ha problemi a farlo...Spero di essere riuscito a darviun’idea di che cosa sia la velocità,un altro mondo rispetto allo sci difondo, che io continuo a trovare af-fascinante: quest’anno seguendo imiei figli, ho conosciuto anche ilsettore degli esordienti, rimanendocolpito dai risultati di alcuni bam-bini di 10 anni.

Mondiali master Riccione2007

VELOCITÀ

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GLI ALTRI SCI CLUB Ski Pool Brianza

Continua la carellata degli sci club amici, questa volta andiamo a Lissone a trovare un gruppo di giovani fondisti brianzoli e a conoscere un ragazzo eccezionale, Davide Carbone.

Lo Ski Pool Brianza, uno sciclub relativamente giovane, na-

sce nel 2001 a Lissone, è una costo-la dei Camosci di Seregno da cui sidistacca per perseguire in modo piùspecifico le specialità del duatlon etriatlon che, pur avendo lo sci di fon-do come base hanno poi implicazio-ni tecniche diverse. Lo Ski Pool Brianza si pone adessocome scopo primario la promozio-ne dello sci di fondo tra i giovani inBrianza, un obiettivo certamenteambizioso considerati i tempi checorrono, con i ragazzi che hannoben altro per la testa. Ma credonofermamente in questo due perso-naggi che hanno il fondo nel loroDNA, sono nati con gli sciettini aipiedi, hanno nel sangue una pas-sione per lo sci nordico che si tra-duce in un impegno e in una dedi-zione senza limiti. L’anima cari-smatica è Silvano Cazzaniga, ilpresidente, negli anni 70-80 fondi-sta di primo livello, un personaggionon solo per i suoi baffoni, ha gira-to il mondo con gli sci di fondo,adesso non “molla” la Marcialon-ga, segue e incita i suoi giovani sututte le piste, la sua sola presenza abordo pista è un esempio, uno sti-molo, un modello di riferimento.Silvano ha inventato il Criteriumdella Brianza, un circuito di garepromozionali-amatoriali extra FISIorganizzato da 3 società brianzoledove tutti possono liberamente par-tecipare, sta riscuotendo un cre-scente successo di partecipazione esi sta rivelando come un ottimotrampolino di avviamento allo scidi fondo per i più giovani.

La seconda anima dello Ski Po-ol Brianza, quella tecnico-organiz-zativa, ossia chi si tira su le mani-che in ogni circostanza, è CarloSalvioni, vice presidente, amico dasempre di Silvano e responsabiledel comitato provinciale FISI scinordico, ottimo fondista degli anni90 (sul podio ai campionati regio-nali e nei primi 50 alla Marcialon-ga) che tuttora non disdegna met-

tersi il numero ma preferibilmentesta con i suoi giovani prima, duran-te e dopo le gare, è la loro guida, licorregge, li sostiene, li sprona. Lafilosofia in cui crede fermamente èeducare i giovani allo sci di fondocome a una dimensione importanteche coinvolge tutta la vita e la ren-de più bella, più di soddisfazione,più piena. Carlo dice “la cosa chemi interessa di più in un ragazzo èche sia stimolato a migliorarsi, daqualsiasi livello parta”. Certo, ètutt’altro che facile perché, continuaCarlo “il problema più grosso per igiovani è la sveglia alla domenicamattina, hanno poca voglia di farfatica sulla pista e fuori pista, sonomotivati se vincono e si deprimonose non ottengono risultati mentreio vorrei educarli allo sport per lasua bellezza, la bellezza dei posti,la bellezza dell’amicizia,la bellez-za della fatica, a prescindere dallemedaglie e dalle coppe. Vorrei chelo sci di fondo sia per i miei ragaz-zi una sollecitazione ad esprimeresempre il meglio di se stessi”. Unsanissimo principio esistenziale,non solo sportivo.

Carlo si tiene ben stretti i suoigiovani, li segue tutto l’anno coin-volgendoli in alcune attività dellasocietà e affidando loro piccole re-sponsabilità che li aiuti a crescere,come la gestione del sito, dei pun-teggi o il seguire i più piccoli. Que-

st’anno è partito un piccolo ma im-portante esperimento di avviamen-to allo sci di fondo con un gruppet-to di esordienti, bambini delle ele-mentari e di prima media, qualchefuturo campioncino del 2030, se-guiti con passione per la parte “asecco” dalla giovane Clarissa Caz-zaniga (buon sangue non mente).Carlo è una valanga, dove passatravolge. Un solo esempio. C’erada comprare un pulmino per il tra-sporto dei giovani alle gare, manon si trovavano i finanziamenti.Carlo e amici non ci pensano duevolte, anticipano i soldi, compranoil pulmino e con le scritte sullefiancate lo trasformano in un vei-colo pubblicitario per le aziendesponsor, recuperando così a poco apoco la spesa.

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Un triplo salto mortale carpiatoben riuscito.L’attività dello sci club si svolge adue livelli, quello giovanile agoni-stico di una ventina di ragazzi chepartecipa alle più importanti gareFISI, qualcuno ha dei numeri e stagià facendo bene come EdoardoCarelli, Andrea Pizzi, Ilaria Paltri-nieri e Valeria Colombo, teniamolia mente, certamente sentiremo par-lare di loro. Ci sono poi una trentina di amatori,molti genitori dei ragazzi, che si di-vertono con le granfondo. Per arrivare come si deve alla pri-ma neve, lo sci club propone a tuttil’attività presciistica che utilizzauna pista per gli skiroll e una pale-stra concessi in uso dal Comune, eil Trittico rientra tra i programmidella stagione autunnale oltre allegare di skiroll.Nel carnet di gloria dello Ski PoolBrianza si contano titoli giovanilinazionali e regionali ma il fiore al-l’occhiello è il terzo posto in CoppaEuropa di Biathlon di Leda Abati.

A questo punto entra in gioconella storia dello Ski Pool Brianzaun ragazzo che adesso non c’è piùma che ha lasciato un segno indele-bile, Davide Carbone. Davide eraun ragazzino di Erba appassionatodi sport e in particolare di biathlon(fondo e tiro), ne era innamoratoanche se non lo praticava. Ha cono-sciuto Carlo Salvioni, anche luiesperto di biathlon, che gli ha pro-posto la partecipazione ad un corsodi fondo, così tra Davide e Carlo ènata una profonda e sincera amici-zia a dispetto della bella differenzadi età. Davide era ammalato, una malattiametabolica ereditaria rara e mici-diale, un acido che si forma nelsangue, la acidemia propionica,che lo costringeva ad alimentarsicon una dieta rigidissima, esclusi-vamente tramite sondino. Si apreun barlume di speranza quando a13 anni gli viene trapiantato il fe-gato e Davide scopre per la prima

volta la bellezza e il gusto di man-giare, gli sembra di rinascere,esprime subito un suo grande desi-derio “adesso voglio imparare asciare bene”.

Ma non ce la fa. L’amicizia conCarlo continua, da tre anni la SkiPool Brianza organizza una gara difondo in sua memoria, il TrofeoDavide Carbone, che si svolge inValbondione la prima domenica digennaio. Nell’ultima edizione ungrande successo di partecipazionecon 276 atleti, il ricavato va a bene-ficio dell’ Associazione “La vita èun dono” voluta dalla famiglia diDavide per sostenere la ricerca suquesta malattia.Una seconda iniziativa sportiva èquella promossa direttamente dallafamiglia, la camminata “Sui sentie-ri di Davide”a inizio giugno pro-prio a Castelmarte di Erba, il suopaese natale, che ha visto la parte-cipazione di 800 persone tra cui ilcampione olimpico Antonio Rossie Michela Ponza, la campionessadi biathlon. Dicono di Davide i suoi genitoriche hanno avuto altri due figli, Lu-ca e Simone, colpiti dalla stessamalattia.“Questa è la nostra storia, una sto-ria che, nonostante tutto, non cam-bieremmo con nessuno, perché legioie che hanno accompagnato ilnostro cammino in mezzo a tantodolore, sono e saranno sempre im-pagabili ed hanno dato un senso al-la nostra vita ed al nostro Davideera bellissimo, assomigliava moltoa Luca ed era tanto buono. Nasoga-striche continue, sondini e frequen-tissimi prelievi non avevano mini-mamente intaccato la sua gioia divivere e la sua dolcezza; nel con-tempo aveva sviluppato un caratte-re forte e combattivo che lo aiutavanei momenti più difficili: primo fratutti il momento dei pasti.Gli anni passavano e, nonostantel’acido che produceva continuassea creare in Lui una situazione mol-to simile a quella anoressica, af-

frontò con entusiasmo la scuoladalla quale ha ottenuto ottimi ri-sultati fino al conseguimento, pur-troppo dopo la sua morte e diretta-mente dal Ministro della PubblicaIstruzione, del diploma di LicenzaMedia con il massimo dei voti.Davide era molto intelligente edanche molto maturo, quella matu-rità che conosce solo chi convivetutti i giorni con una situazione disofferenza, sopportando senza la-mentarsi e cercando di rassicurarechi gli stava accanto: era Lui chedava forza a noi”.

Davide, nel suo ultimo lavoro inclasse pochi mesi prima di lasciarci,ha scritto una cosa grande, un inse-gnamento universale: se LA VITAÈ UN DONO, lo è sempre, in ognicircostanza. Davide ci credeva.

“Secondo me la vita può essere definita un dono che ci viene dato da Dio e dagli altri e noi dobbiamo viverla fino in fondo e al meglio. È sbagliato pensare che la vita sia bruttasolo perché si è in difficoltà o non si riesce a fare qualcosa. La vita è infinita perché viene da Dio”.

Grazie, Davide.Anche questo è Ski Pool Brianza.

Per conoscere e sostenere l’Asso-ciazione www.lavitaeundono.org

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Alessandro Carcano Luogo e data di nascita? Milano, 27 luglio 1977Altezza e peso forma? 187 cm x 67 kg – e-mail? [email protected] miglior risultato assoluto? 2° di categoria Master A1.Classico o pattinato? Pattinato. Negli ultimi anni però apprezzo il Classico –Punto di forza come fondista? Penso di avere una buona tecnica (in pattinato),soprattutto nelle discese veloci e tecniche. – Punto di debolezza? Scarsa forzafisica nelle braccia. – Il posto che preferisci per il fondo? Passo del Lavazè.Una ragnatela di piste e panorami meravigliosi. – La Granfondo che consigli?Rifarei volentieri la Transjurassienne (F). Percorso stupendo nel Jura fran-cese e tanta gente che tifa. – Il/la fondista preferito/a? Non sono tifoso. Prefe-risco fare sport piuttosto che vederlo. – Che lavoro/studio fai? Financial Con-troller, ovvero mi occupo dei costi, delle entrate e degli investimenti; lo stessoincarico che il nostro nuovo Presidente mi ha affidato per i prossimi 4 anni! –Hobby? Fermodellismo (insieme a Silvio). – Dove ti alleni di solito? In invernodove c’è neve cercando di cambiare località per variare il paesaggio. In estate, dalParco delle Groane alle Alpi. – Come ti alleni? In Inverno sciando nei fine set-

timana e nei “ponti” festivi. In estate mi piace andare in montagna in MTB. In Autunno qualche uscita congli skiroll alla Colma. – Il sogno sportivo nel cassetto? Realizzabile spero a breve: finire il circuito Worldloppet.Irrealizzabile: guidare una monoposto di Formula 1. – Il piatto preferito? Primi in genere, in particolare glistrangolapreti. – Qualità migliore? Essere disponibile – Difetto? Non essere costante. – Un saluto agli amicidel PdP? Saluto tutti i Soci di questa fantastica società che, nonostante l’uscita di Enzo dalla carica di Presiden-te, sarà in grado di fare ancora molta strada e raccogliere tante soddisfazioni, perché credo che la vera forza delPdP è lo spirito di gruppo che ci unisce. Auguro tante soddisfazioni sportive e non, a tutti!

Luca IngrillìLuogo e data di nascita? Capo d’Orlando (Me) - 1 gennaio1966Altezza e peso forma? 167 cm x 63 kg – e-mail? [email protected] miglior risultato assoluto? Formalmente potrei fregiarmi del titolo italianomaster di canoa in k4, ma nella sostanza credo che sia il 356° posto all’En-gadin del 2001 a “soli” 12 minuti da Muleg.Classico o pattinato? Pattinato, anche se del classico sto cominciando ad ap-prezzare il gesto atletico ma continuo a non avere un buon rapporto con lacomponente tecnica dei materiali..Punto di forza come fondista? La leggera salita.Punto di debolezza? La salita ripida.Il posto che preferisci per il fondo? L’altopiano di Asiago.La Granfondo che consigli? La Marciabianca.Il/la fondista preferito/a? Giorgio Di Centa.Che lavoro/studio fai? Commercialista.Hobby? Il poco tempo libero lo dedico alle attività sportive.

Dove ti alleni di solito? All’Idroscalo. – Come ti alleni? Canoa tutto l’anno (glaciazione permettendo), ski-rollo roller in autunno/inverno, mtb in primavera/estate.Il sogno sportivo nel cassetto? Partecipare al Trofeo Campi di Battaglia con i miei figli.Il piatto preferito? Maccheroni siciliani fatti in casa con salsa di pomodoro e melanzane fritte (era una specia-lità di mia nonna, diffidare delle imitazioni).La tua qualità migliore? Il rispetto per gli altri. – E il difetto? essere un po’ introverso.Un saluto agli amici del PdP? Tenete caldi i motori che tra poco si riparte!

Questa volta la presentazione dei nostri atleti passodopopasso,prevede un doppio confronto diretto in famiglia. I fratelliAlessandro e Silvio Carcano e i coniugi Luca e Nice Ingrillì.

ATLETI Famiglie a confronto

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Alessandro decisamente più loquace (si è lavorato di forbice per far stare tutto il testo) di Silvio come del resto si evince ancheconoscendoli di persona.Luca più tecnico rispetto alla moglie Nice, ma entrambi di grande modestia. Aspettiamo il prossimo confronto in famiglia, quando ad essere intervistati saranno i loro figli Flavio e Davide.

Nice BiniLuogo e data di nascita? Milano, 10 marzo 1966Altezza e peso forma? Sono alta 164 cm. Non mi peso mai per evitare le lacrime…e-mail? [email protected] miglior risultato assoluto? Aver raggiunto il gruppo verde alla Engadin Ski-marathon, due figli fa...Classico o pattinato? PattinatoPunto di forza come fondista? Resistenza.Punto di debolezza? Discesa.Il posto che preferisci per il fondo? Engadina.La Granfondo che consigli? Dobbiaco/Cortina.Il/la fondista preferito/a? I miei figli non mi perdonerebbero se non dicessi Pie-tro Piller Cottrer.Che lavoro/studio fai? Avvocato.Hobby? Corsa, nuoto, lettura.Dove ti alleni di solito? All’Idroscalo.

Come ti alleni? Corro e nuoto.Il sogno sportivo nel cassetto? Correre una maratona (magari quella di New York) in meno di 5 ore.Il piatto preferito? I carboidrati, tutti indistintamente.La tua qualità migliore? Scherzare.E il difetto? Non mi impegno “seriamente” per raggiungere un obiettivo sportivo, perché ho paura di restaredelusa. Mi nascondo dietro allenamenti casuali e superficiali.Un saluto agli amici del PdP? Mi onora sapere che siete interessati alle mie vicende sportive! A presto.

Silvio CarcanoLuogo e data di nascita? Milano, 24 febbraio 1971Altezza e peso forma? 181 cm, x 65 kg. e-mail? [email protected] miglior risultato assoluto? Engadin Ski Marathon del 2001 in 1:59:09 (erail mio ex sogno nel cassetto, finirla in meno di 2 ore)Classico o pattinato? Pattinato !!!!!!!!!Punto di forza come fondista? Faccio poche cadute.Punto di debolezza? Tutto il resto.Il posto che preferisci per il fondo? Riale in alta Val Formazza.La Granfondo che consigli? Engadin Ski Marathon: sciare con altri 10.000fondisti ti carica in modo particolare.Il/la fondista preferito/a? Maurilio “Grillo” De Zolt e Stefania Belmondo.Che lavoro/studio fai? Al mattino e alla sera il pendolare sulle ferrovie Nord,durante il giorno sono seduto in un ufficio bancario. – Hobby? Modellismoferroviario, fotografia e riprese video di ferrovie, mountain bike.

Dove ti alleni di solito? Che roba strana è l’allenamento? – Come ti alleni? Vedi sopra...Il sogno sportivo nel cassetto? Sogno possibile: completare il passaporto Worldloppet delle granfondo in giroper il mondo. Sogno impossibile: battere in gara almeno un volta mio fratello Alessandro.Il piatto preferito? Pizza.La tua qualità migliore? Precisione, indispensabile per il modellismo – E il difetto? Sono troppi per elencarli tutti.Un saluto agli amici del PdP? É proprio un bel gruppo di persone, con la voglia di stare insieme a fare sport siain estate che in inverno. Ciao a tutti.

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TESSERAMENTO 2010 Il PdP conviene

Siamo poveri ma belli. Consoliamoci così. L’unico nostro introitosono le quote del tesseramento che quest’anno abbiamo deciso di ritoccare per far fronte a nuove spese. Principalmente l’incremento della tassa di iscrizione alle gare FISI (da 5 a 7 euro) di cui il PdP sifa carico, ed il prossimo affitto della sede quando saremo costretti a lasciare quella attuale che En-zo, bontà sua, ci ha sempre concesso in uso gratuito. In aggiunta a questo ci sono almeno altre due possibilità per rimpinguare le casse sociali, a dir laverità poco perseguite: invitare al tesseramento PdP amici desiderosi di conoscere lo sci di fondoo segnalare qualche sponsor amico. Su questi fronti tutti siamo inviatati a dare una mano.

Tessera sociale

Le nuove quote:

� Euro 20 per il primo familiare

� Euro 10 per il secondo

� Euro 5 per i successivi

� Euro 50 per i soci sostenitori (ce ne sono pochini…)

Tesserandosi al PdP il socio:

� Riceve il giornalino Passodopopasso News due volte all’anno

� È iscritto gratuitamente alle 3 gare del Trittico

� Ha diritto allo sconto del 20% su tutti gli acquisti (materiale e abbigliamento) effettuati presso il negozio DAMENO SPORT - viale Affori, 11 - Milano – tel. 02 2619 760. Con una spesa di 100 Euro si è già recuperata la quota sociale.Prezzi superscontati per l’acquisto dell’abbigliamento sportivo-sociale (è in arrivo la nuova tuta)

Tessera FISI

Il socio PdP che intende svolgere attività agonistica partecipando a gare FISI e/o a Granfondo deve richiedere la tessera FISI (oltre a produrre il certificato di idoneità fisica).

� Costo del tesseramento FISI Euro 40

Con questa quota il socio ha diritto:

� Alla iscrizione gratuita alle gare FISI (escluse le Granfondo)� PdP provvede agli aspetti organizzativi per l’iscrizione alle gare FISI

In aggiunta il tesseramento FISI permette al socio di usufruire:

� Dell’assicurazione in caso di infortunio durante la pratica sportiva agonistica e per la responsabilità civile verso terzi

� Di sconti su accesso ad impianti sciistici (es. Piani di Bobbio, Dolomiti Superski, Adamello Ski, Bormio, Caspoggio)

� Di sconti su acquisti (es. Autogrill, ACI, Telepass)

Per i dettagli vedere l’Agenda dello sciatore disponibile in sede o www.fisi.org

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COMPETIZIONILa FISI ci bastona

Sul fronte dei punti FISI quest’anno siamo un disastro, perdiamoper strada 10 atleti e 16 si peggiorano. Delle due l’una: o le gareFISI non ci interessano più di tanto (preferiamo le Granfondo),oppure diventiamo sempre più scarsi. O forse entrambe. Comunque un piccolo manipolo si salva e merita la citazione: Alessando Carcano, Luisa Mauri, Lorenzo Meciani, Marco Pea,Riccardo Scotti, Roberto Vanzan. L’onore del PdP è salvo.

Atleta Cod. FISI Data nascita Punti 2008 Punti 2009BATTAGLIA Stefano 148RJ 14/04/1963 283,41 288,65BIANCHINI Giorgio E04CE 03/06/1957 584,22 -BONAITI Caterina 16AR1 24/10/1980 555,23 -CALEGARI Alberto 4HAEF 11/05/1950 470,28 520,28CALEGARI Sara 4HAEE 10/11/1979 340,96 349,94CARCANO Alessandro 3WHNL 27/07/1977 230,17 206,37CARCANO Silvio 3WMY0 24/02/1971 407,51 433,33CHIARI Paolo 04W13 20/05/1956 550,33 -CHINI Maria Rita 4HAEM 09/06/1942 589,99 -CITTERIO Marco 3X35N 15/02/1968 289,99 319,99COCCIOLETTI Piero 3WHN4 27/09/1949 481,71 531,71DE NITTO Giuseppe 81FHX 03/04/1954 518,07 540,49DI DATO Antonio 1151N 05/12/1962 255,02 270,85DI FLORIANO Michele 02PK5 28/02/1946 455,68 -FRIGERIO Ortensio 4H5YF 12/07/1938 427,6 463,6GOBBI Cecilia 40NX2 19/09/1990 405,62 441,62GOBBI Fabrizio 4HAEN 25/12/1959 557,92 -INGRILLI' Gianluca 40L2Y 01/01/1966 321,66 338,03MAURI Enrico 02KX8 03/05/1968 201,65 205,88MAURI Luisa 4H7DT 29/07/1966 142,59 131,30MECIANI Lorenzo F02MW 26/06/1964 322,91 272,58NOVELLINO Roberto 62W0V 08/05/1958 582.60 -PEA Marco 81E6R 30/10/1959 524,42 499,46POLETTI Gabriele 0DTTK 01/06/1937 560,39 -POZZI Andrea 0DL0C 08/02/1972 242,05 272,05POZZI Paolo 4H74Y 20/03/1961 585,88 -RADOVAN Piero 17D6V 22/11/1943 348,28 456,28SCOTTI Riccardo 7242P 10/07/1967 560,7 522,2SORESI Fabio 04WRJ 28/05/1972 191,89 204,21SOZZANI Enrico 3X982 21/11/1957 558,73 -VAI Tiziana 4HAEL 16/06/1957 503,97 553,97VANZAN Roberto 4L78F 21/07/1961 516,49 415,21

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COMPETIZIONI Calendario Gran Fondo

Ecco le Granfondo nostrane che vedono alla partenza sempre più gente PdP. Sembra che le regine siano (Marcialonga a parte) laMarcia Granparadiso a Cogne in tecnica classica e la Marciabiancadi Enego a skating. È vero? Ci risentiamo a fine stagione.

Data Denominazione Località Distanza Tecnica

12/12/2009 La Sgambeda classic Livigno 21 TC

13/12/2009 La Sgambeda Livigno 42 TL

20/12/2009 Lavazehiito Passo Lavazè 22 TL

28/12/2009 Turmasi Vermiglio 25 TL

03/01/2010 Comelgo Loppet Padola Comelico 30 TL

03/01/2010 La Galopera classic Monte Bondone 30 TC

04/01/2010 La Galopera Monte Bondone 30 TL

06/01/2010 Befanalauf Millegrobbe 30 TL

06/01/2010 Pradzalunga Pragelato 42 TC

09/01/2010 Pustertaler classic Dobbiaco 28 TC

10/01/2010 Pustertaler ski marathon Dobbiaco 42 TL

17/01/2010 Promenade Valle Stura Valle Stura 50 TL

17/01/2010 Monterosalauf Gressoney St. Jean 30 TL

23/01/2010 Millegrobbe 1° gara Lavarone 30 TC

24/01/2010 Millegrobbe 2° gara Lavarone 30 TL

28/01/2010 Lavazeloppet Passo Lavazè 22 TC

31/01/2010 Marcialonga Fiemme e Fassa 45 - 70 TC

06/02/2010 Dobbiaco-Cortina classic Dobbiaco 28 TC

07/02/2010 Dobbiaco-Cortina Dobbiaco 42 TL

07/02/2010 Val di Vizze Val di Vizze 25 - 42 TL

07/02/2010 Marcia Granparadiso Cogne 45 TC

20/02/2009 Granfondo Val Ridanna Castel del Monte 25 - 42 TL

20/02/2010 Val Casies classic Val Casies 28 - 42 TC

21/02/2010 Val Casies Val Casies 28 - 42 TL

21/02/2010 Campo Imperatore Castel del Monte 20-40 TL

28/02/2010 Marciabianca Enego 42 TL

06/03/2010 Malga Zonta Marathon Passo Coe 30 - 45 TP

07/03/2010 Trofeo Campi di Battaglia Campomulo 35 TL squadra

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Il calendario delle gare FISI

Data

Tipo

Km. M

Km. F

Loca

lità

Orga

nizz

azio

neDe

nom

inaz

ione

Tecn

ica

20-dic

RQ S - RQ G

105

Colma di Sormano

S. C. Sormano

Trofeo Monte Cervino

TC27-dic

RQ S - RQ G

105

Cortabbio

S.C. Prim

aluna

Gran Premio Prim

aluna

TL3-gen

RQ S - RQ G

105

Formazza S. M

ichele

S.C. Formazza

Coppa Crosetti

TC3-gen

RQ S - RQ G

105

Valbondione

S.C. Leffe

Trofeo Cresciamo insieme

TC6-gen

RQ S - RQ G

105

Valbondione

Ski Pool Brianza

Trofeo Davide Carbone

TL10-gen

CI CIT M

AS30

15Pa

sso Co

eGS

Alpini S

esto

Trofeo Agradi

TC

10-gen

RQ S - RQ G

105

Ponte Formazza

Sci CAI Meda

Trofeo Fusetti

TL16-gen

CIT MAS

155

Sappada

TL17-gen

RQ S - RQ G

7,5

5Oltre il Colle

S.C. Valserina

Trofeo Angela-Maurizio

TC24-gen

Camp. Region.

xx

Branzi

S.C. Roncobello

Trofeo Nikolajew

kaTC

25-gen

CIT MAS

105

Bionnaz

TC30-gen

RQ S - RQ G

105

S. Maria Maggiore

S.C. Valle Vigezzo

Trofeo S. Silvestro

TL

31-gen

RQ S - RQ G

105

Spiazzi di Gromo

S.C. Gromo Edilm

ora

Trofeo Tonioli

TL6-feb

CI CIT M

AS10

5Pa

sso Co

eTrofeo del Barba

TL6-feb

RQ S - RQ G

2,5

2,5

Ceppo Morelli

S.C. Valle Anzasca

Trofeo S.C. Valle Anzasca

TL 1° prova

7-feb

RQ S - RQ G

105

Ceppo Morelli

S.C. Valle Anzasca

Trofeo S.C. Valle Anzasca

TC 2° prova

7-feb

RQ S - RQ G

7,5

5Clusone

S.C. 13 Clusone

Trofeo Città di Clusone

TL p.linea

7-feb

CIT MAS

1510

Ceci le Vallette

S.C. Bobbio

Trofeo Reposi

TL

10-feb

RQ S - RQ G

105

Cunardo

S.C. Cunardo

Trofeo Vetera Car

TC notturna

13-feb

RQ S - RQ G

xx

Piani di Bobbio-Valtorta

Falc Libertas Sesto

Trofeo Partigiani

TL ore 14

13-feb

RQ S - RQ G

xx

Piani di Bobbio-Valtorta

Falc Libertas Sesto

Trofeo Partigiani

TC ore 15

14-feb

RQ S - RQ G

105

Piani di Bobbio

S.C. Lissone

Trofeo Mariani

TL-CP MI

17-feb

RQ S - RQ G

105

Pian del Tivano

S.C. Sormano

Trofeo Gisella Longoni

TL notturna

28-feb

RQ S - RQ G

105

Macugnaga

S.C. Macugnaga

Trofeo S.C. M

acugnaga

TL28-feb

RQ S - RQ G

105

Schilpario

S.C. Schilpario

Trofeo Togni

TL

7-mar

RQ S - RQ G

155

Montagnina

S.C. Valgandino

Trofeo Luca Torri

TL p. linea

21-m

artutti i So

ciRiale

Passo dopo Passo

Gara Sociale

staffetta

Circoscrizione Lecco - Como - Milano (Allievi - Ragazzi - Cuccioli - Baby)

20-dic

Al-Ra-Cu-Ba

Santa Caterina Valfurva

Pol. Le Prese

Trofeo Gelindo Sarmenti

TC6-gen

Al-Ra-Cu-Ba

Valbondione

Ski Pool Brianza

Trofeo Davide Carboni

TL - TC

7-feb

Al-Ra-Cu-Ba

Clusone

SC 13 Clusone

Trofeo Città di Clusone

TL - TC p. line

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TRA DI NOI

Francesco e Teresa, benvenuti!

Francesco è già un protagonista alla grande del PdP, è andato in missione speciale a ritirare il premio della FISI. Chissà cosa farà da grande! Mamma Paola e papà Riccardo ne sono orgogliosissimi.

Nonna Franca tutta intenta a cullarsi, rimirarsi e compiacersi di Teresa, la sesta nipotina, figlia primogenita di Marta. È nata da poche ore, pesa 2850 grammi. Adesso con i nipotini di casa Radovan il conto è alla pari, 3 maschietti e 3 bimbette, ma la sfida continua…

La nuova tutaAncora un attimo di pazienza, poi l’inverno prossimo sfoggeremo la nuova tuta PdP, Paolo sta pensando ad un modello superdinamico che ci faccia volare…il test è stato fatto dall’Uomo Ragno.Costo indicativo della tuta: 100 Euro per gli adulti50 Euro per i bambini - ragazziSarà possibile prenderne visione e prenotarla da DAMENO SPORT - via Affori, 11 -– Milano, entro fine maggio 2010 in modo da poterla indossare per la prossima stagione.Cercasi un paio di sponsor.

Anche passodopopasso news si rinnova

Il fattaccio è avvenuto. Dopo averla scampata per qualche anno,con i nuovi incarichi ai Consiglieri del Direttivo, il compito di gestiregraficamente il nostro giornalino è passato a me. Nonostante Piero si divertisse molto a farlo, il carico di responsabilitàe di lavoro per la Presidenza del nostro Sci Club, gli ha imposto di ri-nunciare almeno alla grafica, mentre mantiene quasi per intero la ‘di-rezione’ e il coordinamento dei contenuti.Visto che di professione faccio appunto il ‘progettista grafico’ e mi oc-cupo di tutti quegli argomenti relativi alla comunicazione (immaginecoordinata, grafica editoriale, cataloghi, pubblicità...) è gioco forzache a differenza di Piero, io usi programmi professionali (lui impagi-nava il giornalino in word - fatica immane - con grande tenacia e co-raggio da vendere), quindi più idonei a gestire questo lavoro.

A questo punto possiamo permetterci un’impaginazione più vicina a quella dei periodici che acquistiamo inedicola, anche se budget e tempi limitati, impongono un progetto grafico non particolarmente sofisticato e diveloce realizzazione. Il risultato è quello che avete visto nelle pagine fin qui sfogliate. Essendo un progettowork in progress (cioè mentre lo faccio, lo penso), non escludo cambiamenti e migliorie nei prossimi nume-ri sempre però inclini all’austerità e alla semplicità. Magari anche grazie ai vostri suggerimenti. marcopea

Vacanza al LavazèAnche quest’anno ritorniamo al Passo Lavazè dal 4 al 7 dicembre con lo scopo di riscaldare il motore in vista della stagione invernale, sciando in compagnia e imparando qualcosa di nuovo. È l’anno dello skating, i nostri maestri ci insegneranno ad andare un po’ più forte e con minor fatica. Ci riusciranno?Chi vuol venire si affretti con la prenotazione.

[email protected], udite! Il PdP ha un suo indirizzo.Serve per comunicare all’interno e all’esterno della società.I soci sono invitati ad utilizzarlo per inviare messaggi al consiglio direttivo. Ricordiamocene, non utilizziamo più email privati!

Lo studio ‘48al lavoro.quarantotto.it

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Via San Calocero20123 MilanoTelefono 02 5810 [email protected]

Consiglio DirettivoPiero Radovan PresidenteFabio Soresi Vice PresidenteAlessandro CarcanoLuca IngrillìEnrico MauriLuisa MauriMarco PeaPaolo PozziRiccardo Scotti

Hanno contribuito a questo pdpnews:Giorgio Bianchini Nice BiniAlessandro CarcanoSilvio CarcanoLuca IngrillìGianni MacchiGigi MeroniMarco Pea Piero RadovanRiccardo ScottiDuilio Soresi Ski Poll BrianzaLuca TamburliniRoberto VanzanMaria Rosa Venturini

Grafica ed impaginazione:www.quarantotto.it

Elaborazione immagine di copertina:www.fotogermano.it

PdP on linePer sapere tutto sul PdP (foto, classifiche, giornalino on line e altro) navigare su: www.pdponline.it

Elenco Soci È uno strumento fondamentale per una corretta gestionedella società, ci sono ancora diverse inesattezze che dobbiamo correggere. Richiediamolo in sede e ciascuno controlli i propri dati, comunicando le eventualivariazioni all’indirizzo email PdP di cui sopra o telefonando in sede. Ci aiuteremo a risparmiare tempo, fatica e spesa.

Certificato di idoneità sportivaI Soci atleti sono tenuti a consegnare o a spedire in sedecon la massima sollecitudine il certificato di idoneità sportiva, pena la mancata iscrizione alle gare FISI. Duilio non transige!

Gare di interesse socialeI Soci atleti sono invitati a partecipare ad alcune gare Cittadini e Master che la Società ritiene di particolare interesse. Prendetene visione nel calendario gare FISI segnate in grassetto, massima attenzione come sempre all’ultimo impegno della stagione, il più importante, la nostra staffetta sociale di Riale.

La sede PdPLa sede di via San Calocero è aperta a tutti ogni giovedì dalle 21 alle 22,30 per le iscrizioni alle gare e per i tesseramenti - telefono 02 835 6060. Attenzione! Giovedì 31 dicembre la sede sarà ovviamente chiusa, per iscriversi alle gare del 3 gennaio telefonare ai Mauritel. 0362 558002 - 335 01733 - entro il 30 dicembre.

Tesseramento FISI e PdPPer quote, modalità e scadenze si faccia riferimento alla recente lettera inviata ai Soci. Per tesserarsi rivolgersiin sede il giovedì sera, prima si fa e meglio è. Dal prossimo anno per il tesseramento FISI sarà richiestoanche il codice fiscale, anticipiamo i tempi comunicandoloappena possibile.

MaterialeElio Vitale deve mettere a malincuore gli sci in soffitta. Cede del materiale in ottimo stato:- Completo PdP nuovo in 2 pezzi (large). - Supporto metallo con morse ripiegabile e trasportabile per sciolinare (incluso il suo sacco)- Ferro da stiro a temperatura regolabilePrezzo, il buon cuore

Buon Natale Tu sei in mezzo a noi, Signore, e noi siamo chiamati con il tuo nome, non abbandonarci!

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