La Stadera - primavera 2010
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foto
Mario C
olo
mbelli
Comune di Lasino
LA TADERA SPerché sia imparziale tenendo conto del «peso» di tutti
prim
ave
ra 2
010
anno n.2010 01
. . . . .www.lasino.it Castel Madruzzo Canne fumarie Libri e dintorni Il ravvedimento operoso È nato il Comitato Lagolo
. . . . . . .Cineforum donne Socialità Notizie dai GAS Teatro Sport Carnevale ecologico Murales 2010 Sicurezza in internet
. . . . . .Stage estivi in comune Memoriale Il CIAC Girovagando Piante aromatiche L’è ’n pin! Deliberazioni
www.lasino.itEcco l'indirizzo del Sito Ufficiale del Comune di Lasino
Un nome semplice ed immediato... riferimento diretto alla nostra comunità
nel mondo del web.Un sito completamente nuovo, nettamente migliorato in
tutti i suoi aspetti, con l'intento di offrire un servizio sempre più all'altezza
delle esigenze dei cittadini.
L'elemento che, per ovvie ragioni, colpisce maggiormente il visitatore è
senza dubbio la nuova veste grafica: rivista in chiave moderna ed adeguata
alle esigenze dei più recenti strumenti di navigazione, rende possibile
l'accesso alle varie pagine in maniera più facile e veloce.
Vengono ora rispettate le più recenti disposizioni in materia di accessibilità
dell'informazione nei siti istituzionali, rendendo il nuovo spazio
completamente fruibile anche da parte di coloro che, a causa di disabilità,
necessitano di tecnologie e configurazioni particolari.
Non passa in secondo piano anche lo sforzo fatto dal punto di vista dei
contenuti. Infatti, grazie allo sviluppo di un apposito sistema di gestione, è
possibile provvedere in tempo reale alla loro pubblicazione garantendo al
cittadino informazioni sempre aggiornate.
Di particolare rilievo è la pubblicazione dei più importanti atti amministrativi:
sarà infatti possibile prendere visione di tutte le delibere di giunta e del
consiglio comunale, mentre le sezioni modulistica e regolamenti risultano
ancora più complete. Il sito, fra l'altro, ottempera alla nuova direttiva
ministeriale riguardante la pubblicazione telematica dell'Albo Pretorio
Comunale.
A poco più di un mese dalla pubblicazione online, il sito ha riscontrato un
significativo incremento di visite giornaliere, segno che internet è visto
sempre più come strumento di interazione anche tra cittadini ed
amministrazione pubblica. Il suo sviluppo in ogni caso non vuole intendersi
concluso: è nostro interesse provvedere ad un continuo incremento del
servizio venendo incontro sempre più alle esigenze della comunità. Ne è un
esempio, la recente aggiunta dei dati statistici sulla raccolta differenziata
porta a porta, o la pubblicazione sfogliabile di questo stesso notiziario.
E' inoltre allo studio la realizzazione di un vero e proprio portale "lasino.it",
dove confluire tutte le realtà che operano nella nostra comunità: dalle
istituzioni al mondo delle associazioni, fino alle attività produttive.
Non mi resta che invitare ogni cittadino, che non ne avesse già avuto
occasione, a visitare il nuovo spazio web non esitando a segnalare
eventuali errori o omissioni, e contribuendo al suo miglioramento con nuove
idee. Buona navigazione a tutti.
Marco Bassetti
POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% AC Trento - anno 2010 nr 01
prim
ave
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010
primavera 2010
n. 01S
notiziamo .le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità
. . .si delibera orari e numeri utili
notiziamo .le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità
. . .si delibera orari e numeri utili
Libri e dintorniNotizie dalla biblioteca
La giornata della memoria
Nel 2000 il Parlamento Italiano, aderendo ad una proposta internazionale,
istituiva ”Il giorno della Memoria”. Un breve testo di legge che qui
ricordiamo:
Art. 1 La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data
dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine
di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la
persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la
deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e
schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio
della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2 In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono
organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione
dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e
grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici
italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la
memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in
Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
Furono crimini compiuti dalla Germania nazista non solo verso gli ebrei ma
anche nei confronti di altri popoli e di altri oppressi, dei diversi, (zingari,
omosessuali, oppositori politici, testimoni di Geova…). Nel cuore
dell’Europa avvennero tali aberrazioni segnando per taluni una sorta di
punto di non ritorno. Da quel trauma l’Europa e gli altri paesi misero in atto
azioni e comportamenti tesi a scongiurare il ripetersi di eventi simili. Nacque
così nel 1948 la “Dichiarazione universale dei diritti umani”, con lo scopo di
riconoscere i diritti inalienabili dell’uomo, e fu così che alle radici dell’attuale
Unione Europea venne posto il rispetto per la dignità umana.
Perché diventa importante ricordare? Forse perché oggi è così sentita la
dicotomia tra “storia” e “memoria” e maggiormente si avverte la necessità di
ricomporne l’unità.
Per questo motivo, “storia” e “memoria” vanno aiutate; la prima a non essere
relegata ad un episodio che si confonda nel tempo e che si possa
manipolare in una sorta di revisionismo di comodo, e la seconda per
l’importanza che riveste come testimonianza. Sulla base di una storiografia
condivisa esse determinano la conoscenza ed insieme vanno portate alle
coscienze, a stimolo e sostegno di una comprensione degli eventi in modo
informato ed obiettivo.
E’ con questo spirito che va interpretato l’art. 2 della legge, laddove si
riferisce ad eventi ed iniziative tese a stimolare la memoria. Nelle scuole e
non solo, e soprattutto a favore delle nuove generazioni proprio per la
responsabilità che siamo tenuti ad avere nei loro confronti, affinché la
memoria venga custodita e conservata a monito per l’avvenire.
Nelle biblioteche si rinnova ogni anno l’impegno diretto ad ospitare eventi ed
incontri aventi ad oggetto tali tematiche, unito all’impegno nella
predisposizione di una valida bibliografia.
Quest’anno la Biblioteca Valle di Cavedine ha proposto ai ragazzi della valle
la narrazione “Liesel ladra di libri”, liberamente tratta dal romanzo di Markus
Zusak, testo a cura di Paolo Domenico Malvinni, voce narrante Sabrina
Simonetto e con l’accompagnamento del fisarmonicista Fabio Rossato.
La Scuola Secondaria di Primo grado di Cavedine, nell’ambito di un
progetto interdisciplinare, tra storia, letteratura e musica, ha realizzato una
recita in ricordo della Shoah dal titolo emblematico: “Ricordare per
cambiare”. L’anteprima è stata presentata presso la sala della biblioteca. Ci
congratuliamo per l’ottimo lavoro svolto dagli insegnanti e dagli alunni delle
terze classi A e B.
Il giorno del ricordo
Nel 2004 il Parlamento riconosceva: “…il 10 febbraio quale Giorno del
ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli
italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani,
fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda
del confine orientale. Nella giornata sono previste iniziative per diffondere la
conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e
grado (...)”.
Proposte di lettura sull’Olocausto:
Fred Uhlman. Trilogia del ritorno; Nedo Fiano. A 5405: Il coraggio di vivere;
Zdena Berger. Raccontami un altro mattino; Liana Millu. Il fumo di Birkenau;
Etty Hillesum. Diario: 1941-1943; Patrick Desbois. Fucilateli tutti!: la prima
fase della Shoah raccontata dai testimoni; Jona Oberski. Anni d'infanzia: un
bambino nei lager; Erika Silvestri. Il commerciante di bottoni: memoria e
speranza l'amicizia tra un sopravvissuto ad Auschwitz e una ragazza; Boris
Pahor. Necropoli; Luce D'Eramo. Deviazione; Frediano Sessi. Ultima
fermata: Auschwitz. Storia di un ragazzo ebreo durante il fascismo; Markus
Zusak. La bambina che salvava i libri; Elie Wiesel. La notte;
Olocausto/olocausti: lo sterminio e la memoria; Enrico Deaglio. La banalità
del bene: storia di Giorgio Perlasca; Otto Rosenberg. La lente focale : gli
zingari nell'Olocausto.
Proposte di lettura sulle Foibe:
Gianni Oliva. Foibe: le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e
dell'Istria; Frediano Sessi. Foibe rosse: vita di Norma Cossetto uccisa in
Istria nel '43; Raoul Pupo. Il lungo esodo: Istria, le persecuzioni, le foibe,
l'esilio.
La giornata mondiale del libro
Nel 1996 la Conferenza Generale dell’Unesco
proclamò il 23 aprile “Giornata mondiale del
Libro e del diritto d’autore”. L’idea della Giornata
mondiale del libro e del Diritto d’autore ha la sua
origine in Catalogna dove, a Barcellona, il 23 aprile
durante la festa di San Giorgio, viene offerta una rosa
per ogni libro venduto.
Nel 1616 dello stesso giorno (23 aprile) vennero a mancare
contemporaneamente Cervantes, Shakespeare e Garcilaso de la Vega,
pertanto la scelta di tale data riflette un valore altamente simbolico.
Attraverso la celebrazione in tutto il mondo della Giornata del Libro e del
Diritto d’autore, l’Unesco intese offrire un tributo universale ai libri e agli
autori per l’insostituibile ruolo di costruttori di progresso sociale e culturale e
nel contempo incoraggiare e promuovere il piacere della lettura,
sottolineando il ruolo centrale del libro quale strumento al servizio della
conoscenza e della pace. Mentre Barcellona ogni anno si riempie di libri e di
rose, in Italia la Giornata è purtroppo ancora poco vissuta.
Il Gruppo di lettura. Percorso 2009-2010
Il 13 novembre dello scorso anno, dopo attenta ed approfondita esposizione
dei diversi percorsi ad opera dello stimato Prof. Tamburini, il Gruppo di
lettura Valle di Cavedine ha autonomamente deciso di seguire il percorso
dal titolo: “Leggiamo (o rileggiamo) insieme quattro piccoli grandi
classici del Novecento italiano”.
I quattro libri scelti sono: Dante Arfelli, I superflui; Silvio d’Arzo, Casa d’altri;
Beppe Fenoglio, Una questione privata; Ennio Flaiano, Tempo di uccidere.
Nel secondo incontro, il 17 dicembre, è stato ampiamente discusso il testo di
Fenoglio, il quale è collocabile su due piani narrativi che si fondono e si
compenetrano reciprocamente, quello della lotta partigiana e quello
personale (la questione privata appunto). Il 21 gennaio di quest’anno è stata
analizzata l’opera di Arfelli, racconto dal sapore amaro, ambientato nel
primo dopoguerra e che lascia ampio spazio alla riflessione individuale. Il 25
febbraio è la volta di un’altra solitudine nella narrazione di Silvio D’Arzo,
scrittore e poeta precocissimo in tutti i sensi (iniziò a scrivere appena
quindicenne, si laureò a ventuno e morì a soli trentadue anni). L’ultimo
incontro verrà dedicato al poliedrico Ennio Flaiano. L’intervento conclusivo
del Prof. Tamburini legherà in un discorso d’insieme le tematiche emerse nel
dibattito all’interno del Gruppo.
Gli incontri si tengono presso il Punto di lettura di Lasino.
La partecipazione è aperta a tutti e molto gradita, i testi sono disponibili per il
prestito in biblioteca.
Anna Maturi
Canne fumarieConsigli per un miglior utilizzo
La stagione invernale costringe tutti ad un uso intensivo di caldaie, stufe e
apparecchi per produrre calore, per rendere le nostre abitazioni calde e
confortevoli. L’uso di questi apparecchi è considerato da tutti una pratica
normale che non impone particolari attenzioni, tanto è diffusa e praticata.
Purtroppo questo convincimento insieme a diverse “disattenzioni” sono
causa di problemi veramente seri. Proprio nella stagione invernale i vigili del
fuoco sono spesso chiamati ad intervenire a causa di incendi (soprattutto di
camini), intossicazioni o esplosioni.
CONSIGLI PRATICI:
1. Le stufe a legna possono bruciare solo legna naturale secca non
impregnata di resina, olio o catrame, non trattata o verniciata e non sono un
mini-inceneritore per smaltire i rifiuti di casa!
2. Non usate l'alcol per accendere il fuoco (usare piuttosto prodotti
specifici come i cubetti accendifuoco). In generale, quando togliete la
cenere e le braci, usate un contenitore di metallo e non conservatele in casa;
non mettetele neppure nel cassonetto della spazzatura.
3. Qualsiasi foro nei solai non è adatto per diventare un camino, anzi, la
posizione, i materiali e come è costruita la canna fumaria (comignolo
compreso) sono fondamentali per un regolare funzionamento del sistema di
scarico dei fumi.
4. Le canne fumarie vanno costruite a regola d’arte, con un solo focolare
ciascuna, verticali e di larghezza omogenea, senza curve o pendenze, e
isolate termicamente dal resto dell’edificio (specialmente dalle travi in
legno).
5. Installate una valvola per la chiusura dell’aria e verificate spesso che
non si formino crepe sulle pareti a contatto della canna, da cui potrebbero
uscire fumo e fiamme.
6. L’impianto e tutti i suoi componenti devono essere realizzati secondo le
regole tecniche e le Leggi da personale qualificato ed installati in locali
idonei.
7. Manutenzione e pulizia periodica dell’impianto e dei camini (almeno 1
volta all’anno) da parte di personale qualificato.
8. Dove ci sono apparecchi con fiamma deve esserci un’idonea
ventilazione del locale ed i fori di ventilazione non devono essere mai
ostruiti.
9. Preferire gli apparecchi con sistemi di sicurezza incorporati.
10.VIETATO il “fai da te”
Nel caso in cui la canna fumaria prenda fuoco seguite i seguenti consigli.
1. Chiamate i vigili del fuoco al 115.
2. Non gettate acqua nel camino dall’alto; toccando le pareti arroventate
le farebbe crepare all’istante; inoltre la pressione del vapore acqueo
prodotto le può indebolire o distruggere.
3. Potete bagnare con poca acqua la legna o il combustibile presente nel
caminetto, ma senza bagnare i laterizi circostanti.
4. Impedite l’accesso dell’aria alla canna dal basso; chiudete la valvola
dell’aria, oppure il pannello di chiusura dell’intero caminetto. Se lo avete
potete anche usare un estintore, dal basso.
5. Allontanate mobili e altri oggetti dai muri attigui la canna fumaria.
Si ringrazia per la collaborazione Mariano Largher, Vigile del Fuoco
Volontario di Lasino.
Ilaria Robba
specie di galleria. Dalla parte sinistra del castello si sviluppa una muraglia
che unisce i bastioni e si congiunge con la muraglia principale merlata alla
guelfa. Fiancheggiando l’alta muraglia di fronte all’ingresso davanti al
favoloso Palazzo di Giovanni Gaudenzio si può ammirare un delizioso
ambiente aperto al sole sia del mezzogiorno che della sera. Attraverso un
corridoio si entra nel cortile maggiore dove si trovano un pozzo
quattrocentesco e la chiesetta di S. Giorgio. Castel Madruzzo è diviso in
due parti: Castel Vecchio e Castel Nuovo. La parte del cosiddetto Castel
Vecchio è rappresentata dalla torre di Gumpone, a forma di trapezio, con
scale in legno che conducono al coronamento dal quale si può ammirare un
bellissimo panorama e dalla Torre di Boninsegna, a pianta quadrata.
Castel Nuovo fu costruito da Giovanni Gaudenzio che voleva una residenza
alla moda e così nei primi del XVI secolo iniziò i lavori di restauro realizzati
poi alla fine dell’Ottocento dal dottor Francesco Larcher. Tutti gli
appartamenti del palazzo nuovo si aprono sull’ampio salone di ingresso. Vi
sono quattro locali luminosi: la sala delle guardie, dove si è trovato un
affresco del Cinquecento, la sala del camino, dove sono appesi una serie di
ritratti dei personaggi madruzziani attribuiti al Chiocchetti, la sala della
Tavola, che ospita una grande tavola in quercia, la sala della stua, dove è
situato un grande camino dallo stile nobiliare.
La copertina della Stadera ci accompagnerà con l’immagine di Castel
Madruzzo ritratta nelle quattro stagioni. Queste note introduttive verranno
approfondite e ripresentate nei prossimi numeri del giornalino. Il Comitato di
redazione ritiene interessante ripercorrere le vicende storiche che si sono
succedute nel maniero che domina sia la valle che la storia di noi valliggiani.
Mariabruna Chistè
Castel MadruzzoBrevi note storiche e ambientali del castello
La particolare posizione geografica del Trentino, via diretta tra le due
massime posizioni medievali, il Papato e il Sacro Romano Impero, ha
favorito il sorgere di un numero considerevole di castelli. Molte fortezze
venivano affidate a vassalli di sicura fedeltà che dovevano tenere liberi e
controllati i passaggi dei cortei imperiali diretti in Italia per l’incoronazione
dei re di Germania. Se l’estinzione o la decadenza delle antiche famiglie
feudali, gli incendi o le devastazioni belliche, hanno comportato
l’abbandono e la rovina di molte fortezze, si possono ancora ammirare
sfarzosi castelli che con maestosa bellezza dominano le vallate circostanti
come un tempo facevano i loro potenti padroni.
Anche la nostra valle è dominata da una fortezza, Castel Madruzzo. Il
maniero si erge sul maestoso colle che domina il sottostante paese, ubicato
in una limitata zona climatica che grazie all’influenza del bacino gardesano
sviluppa fattori ambientali molto favorevoli, elemento che permise
l’insediamento umano già in tempi remoti. Le prime notizie di una famiglia
che prese il nome dal paese di Madruzzo si ebbero quando Gumpone, un
milite vassallo dei conti di Appiano, ricevette dal vescovo Adelpreto II di
Trento l’investitura solenne del castello (1160). Diverse successioni e
vicende storiche hanno visto alternarsi vari ceppi familiari, il più noto dei
quali è legato ai vescovi principi che ebbero un ruolo importante nel
principato vescovile di Trento per oltre un secolo, dal 1539 al 1658. A tale
dinastia appartenne il Cardinale Cristoforo Madruzzo.
Al castello si accede transitando da una strada, sostenuta da robuste opere
d’arte, che percorre il fianco meridionale del colle tra macchie di larici
alternate a pini e cipressi. Dopo aver superato la prima porta e il tratto tra il
parco e la roccia, si arriva ad una grande curva quasi nel cuore del parco per
giungere poi alla parte vecchia del castello. Qui la strada si infila in una
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primavera 2010
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notiziamo .le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità
. . .si delibera orari e numeri utili
notiziamo .le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità
. . .si delibera orari e numeri utili
Libri e dintorniNotizie dalla biblioteca
La giornata della memoria
Nel 2000 il Parlamento Italiano, aderendo ad una proposta internazionale,
istituiva ”Il giorno della Memoria”. Un breve testo di legge che qui
ricordiamo:
Art. 1 La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data
dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine
di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la
persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la
deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e
schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio
della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Art. 2 In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono
organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione
dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e
grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici
italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la
memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in
Europa, e affinchè simili eventi non possano mai più accadere.
Furono crimini compiuti dalla Germania nazista non solo verso gli ebrei ma
anche nei confronti di altri popoli e di altri oppressi, dei diversi, (zingari,
omosessuali, oppositori politici, testimoni di Geova…). Nel cuore
dell’Europa avvennero tali aberrazioni segnando per taluni una sorta di
punto di non ritorno. Da quel trauma l’Europa e gli altri paesi misero in atto
azioni e comportamenti tesi a scongiurare il ripetersi di eventi simili. Nacque
così nel 1948 la “Dichiarazione universale dei diritti umani”, con lo scopo di
riconoscere i diritti inalienabili dell’uomo, e fu così che alle radici dell’attuale
Unione Europea venne posto il rispetto per la dignità umana.
Perché diventa importante ricordare? Forse perché oggi è così sentita la
dicotomia tra “storia” e “memoria” e maggiormente si avverte la necessità di
ricomporne l’unità.
Per questo motivo, “storia” e “memoria” vanno aiutate; la prima a non essere
relegata ad un episodio che si confonda nel tempo e che si possa
manipolare in una sorta di revisionismo di comodo, e la seconda per
l’importanza che riveste come testimonianza. Sulla base di una storiografia
condivisa esse determinano la conoscenza ed insieme vanno portate alle
coscienze, a stimolo e sostegno di una comprensione degli eventi in modo
informato ed obiettivo.
E’ con questo spirito che va interpretato l’art. 2 della legge, laddove si
riferisce ad eventi ed iniziative tese a stimolare la memoria. Nelle scuole e
non solo, e soprattutto a favore delle nuove generazioni proprio per la
responsabilità che siamo tenuti ad avere nei loro confronti, affinché la
memoria venga custodita e conservata a monito per l’avvenire.
Nelle biblioteche si rinnova ogni anno l’impegno diretto ad ospitare eventi ed
incontri aventi ad oggetto tali tematiche, unito all’impegno nella
predisposizione di una valida bibliografia.
Quest’anno la Biblioteca Valle di Cavedine ha proposto ai ragazzi della valle
la narrazione “Liesel ladra di libri”, liberamente tratta dal romanzo di Markus
Zusak, testo a cura di Paolo Domenico Malvinni, voce narrante Sabrina
Simonetto e con l’accompagnamento del fisarmonicista Fabio Rossato.
La Scuola Secondaria di Primo grado di Cavedine, nell’ambito di un
progetto interdisciplinare, tra storia, letteratura e musica, ha realizzato una
recita in ricordo della Shoah dal titolo emblematico: “Ricordare per
cambiare”. L’anteprima è stata presentata presso la sala della biblioteca. Ci
congratuliamo per l’ottimo lavoro svolto dagli insegnanti e dagli alunni delle
terze classi A e B.
Il giorno del ricordo
Nel 2004 il Parlamento riconosceva: “…il 10 febbraio quale Giorno del
ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli
italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani,
fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda
del confine orientale. Nella giornata sono previste iniziative per diffondere la
conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e
grado (...)”.
Proposte di lettura sull’Olocausto:
Fred Uhlman. Trilogia del ritorno; Nedo Fiano. A 5405: Il coraggio di vivere;
Zdena Berger. Raccontami un altro mattino; Liana Millu. Il fumo di Birkenau;
Etty Hillesum. Diario: 1941-1943; Patrick Desbois. Fucilateli tutti!: la prima
fase della Shoah raccontata dai testimoni; Jona Oberski. Anni d'infanzia: un
bambino nei lager; Erika Silvestri. Il commerciante di bottoni: memoria e
speranza l'amicizia tra un sopravvissuto ad Auschwitz e una ragazza; Boris
Pahor. Necropoli; Luce D'Eramo. Deviazione; Frediano Sessi. Ultima
fermata: Auschwitz. Storia di un ragazzo ebreo durante il fascismo; Markus
Zusak. La bambina che salvava i libri; Elie Wiesel. La notte;
Olocausto/olocausti: lo sterminio e la memoria; Enrico Deaglio. La banalità
del bene: storia di Giorgio Perlasca; Otto Rosenberg. La lente focale : gli
zingari nell'Olocausto.
Proposte di lettura sulle Foibe:
Gianni Oliva. Foibe: le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e
dell'Istria; Frediano Sessi. Foibe rosse: vita di Norma Cossetto uccisa in
Istria nel '43; Raoul Pupo. Il lungo esodo: Istria, le persecuzioni, le foibe,
l'esilio.
La giornata mondiale del libro
Nel 1996 la Conferenza Generale dell’Unesco
proclamò il 23 aprile “Giornata mondiale del
Libro e del diritto d’autore”. L’idea della Giornata
mondiale del libro e del Diritto d’autore ha la sua
origine in Catalogna dove, a Barcellona, il 23 aprile
durante la festa di San Giorgio, viene offerta una rosa
per ogni libro venduto.
Nel 1616 dello stesso giorno (23 aprile) vennero a mancare
contemporaneamente Cervantes, Shakespeare e Garcilaso de la Vega,
pertanto la scelta di tale data riflette un valore altamente simbolico.
Attraverso la celebrazione in tutto il mondo della Giornata del Libro e del
Diritto d’autore, l’Unesco intese offrire un tributo universale ai libri e agli
autori per l’insostituibile ruolo di costruttori di progresso sociale e culturale e
nel contempo incoraggiare e promuovere il piacere della lettura,
sottolineando il ruolo centrale del libro quale strumento al servizio della
conoscenza e della pace. Mentre Barcellona ogni anno si riempie di libri e di
rose, in Italia la Giornata è purtroppo ancora poco vissuta.
Il Gruppo di lettura. Percorso 2009-2010
Il 13 novembre dello scorso anno, dopo attenta ed approfondita esposizione
dei diversi percorsi ad opera dello stimato Prof. Tamburini, il Gruppo di
lettura Valle di Cavedine ha autonomamente deciso di seguire il percorso
dal titolo: “Leggiamo (o rileggiamo) insieme quattro piccoli grandi
classici del Novecento italiano”.
I quattro libri scelti sono: Dante Arfelli, I superflui; Silvio d’Arzo, Casa d’altri;
Beppe Fenoglio, Una questione privata; Ennio Flaiano, Tempo di uccidere.
Nel secondo incontro, il 17 dicembre, è stato ampiamente discusso il testo di
Fenoglio, il quale è collocabile su due piani narrativi che si fondono e si
compenetrano reciprocamente, quello della lotta partigiana e quello
personale (la questione privata appunto). Il 21 gennaio di quest’anno è stata
analizzata l’opera di Arfelli, racconto dal sapore amaro, ambientato nel
primo dopoguerra e che lascia ampio spazio alla riflessione individuale. Il 25
febbraio è la volta di un’altra solitudine nella narrazione di Silvio D’Arzo,
scrittore e poeta precocissimo in tutti i sensi (iniziò a scrivere appena
quindicenne, si laureò a ventuno e morì a soli trentadue anni). L’ultimo
incontro verrà dedicato al poliedrico Ennio Flaiano. L’intervento conclusivo
del Prof. Tamburini legherà in un discorso d’insieme le tematiche emerse nel
dibattito all’interno del Gruppo.
Gli incontri si tengono presso il Punto di lettura di Lasino.
La partecipazione è aperta a tutti e molto gradita, i testi sono disponibili per il
prestito in biblioteca.
Anna Maturi
Canne fumarieConsigli per un miglior utilizzo
La stagione invernale costringe tutti ad un uso intensivo di caldaie, stufe e
apparecchi per produrre calore, per rendere le nostre abitazioni calde e
confortevoli. L’uso di questi apparecchi è considerato da tutti una pratica
normale che non impone particolari attenzioni, tanto è diffusa e praticata.
Purtroppo questo convincimento insieme a diverse “disattenzioni” sono
causa di problemi veramente seri. Proprio nella stagione invernale i vigili del
fuoco sono spesso chiamati ad intervenire a causa di incendi (soprattutto di
camini), intossicazioni o esplosioni.
CONSIGLI PRATICI:
1. Le stufe a legna possono bruciare solo legna naturale secca non
impregnata di resina, olio o catrame, non trattata o verniciata e non sono un
mini-inceneritore per smaltire i rifiuti di casa!
2. Non usate l'alcol per accendere il fuoco (usare piuttosto prodotti
specifici come i cubetti accendifuoco). In generale, quando togliete la
cenere e le braci, usate un contenitore di metallo e non conservatele in casa;
non mettetele neppure nel cassonetto della spazzatura.
3. Qualsiasi foro nei solai non è adatto per diventare un camino, anzi, la
posizione, i materiali e come è costruita la canna fumaria (comignolo
compreso) sono fondamentali per un regolare funzionamento del sistema di
scarico dei fumi.
4. Le canne fumarie vanno costruite a regola d’arte, con un solo focolare
ciascuna, verticali e di larghezza omogenea, senza curve o pendenze, e
isolate termicamente dal resto dell’edificio (specialmente dalle travi in
legno).
5. Installate una valvola per la chiusura dell’aria e verificate spesso che
non si formino crepe sulle pareti a contatto della canna, da cui potrebbero
uscire fumo e fiamme.
6. L’impianto e tutti i suoi componenti devono essere realizzati secondo le
regole tecniche e le Leggi da personale qualificato ed installati in locali
idonei.
7. Manutenzione e pulizia periodica dell’impianto e dei camini (almeno 1
volta all’anno) da parte di personale qualificato.
8. Dove ci sono apparecchi con fiamma deve esserci un’idonea
ventilazione del locale ed i fori di ventilazione non devono essere mai
ostruiti.
9. Preferire gli apparecchi con sistemi di sicurezza incorporati.
10.VIETATO il “fai da te”
Nel caso in cui la canna fumaria prenda fuoco seguite i seguenti consigli.
1. Chiamate i vigili del fuoco al 115.
2. Non gettate acqua nel camino dall’alto; toccando le pareti arroventate
le farebbe crepare all’istante; inoltre la pressione del vapore acqueo
prodotto le può indebolire o distruggere.
3. Potete bagnare con poca acqua la legna o il combustibile presente nel
caminetto, ma senza bagnare i laterizi circostanti.
4. Impedite l’accesso dell’aria alla canna dal basso; chiudete la valvola
dell’aria, oppure il pannello di chiusura dell’intero caminetto. Se lo avete
potete anche usare un estintore, dal basso.
5. Allontanate mobili e altri oggetti dai muri attigui la canna fumaria.
Si ringrazia per la collaborazione Mariano Largher, Vigile del Fuoco
Volontario di Lasino.
Ilaria Robba
specie di galleria. Dalla parte sinistra del castello si sviluppa una muraglia
che unisce i bastioni e si congiunge con la muraglia principale merlata alla
guelfa. Fiancheggiando l’alta muraglia di fronte all’ingresso davanti al
favoloso Palazzo di Giovanni Gaudenzio si può ammirare un delizioso
ambiente aperto al sole sia del mezzogiorno che della sera. Attraverso un
corridoio si entra nel cortile maggiore dove si trovano un pozzo
quattrocentesco e la chiesetta di S. Giorgio. Castel Madruzzo è diviso in
due parti: Castel Vecchio e Castel Nuovo. La parte del cosiddetto Castel
Vecchio è rappresentata dalla torre di Gumpone, a forma di trapezio, con
scale in legno che conducono al coronamento dal quale si può ammirare un
bellissimo panorama e dalla Torre di Boninsegna, a pianta quadrata.
Castel Nuovo fu costruito da Giovanni Gaudenzio che voleva una residenza
alla moda e così nei primi del XVI secolo iniziò i lavori di restauro realizzati
poi alla fine dell’Ottocento dal dottor Francesco Larcher. Tutti gli
appartamenti del palazzo nuovo si aprono sull’ampio salone di ingresso. Vi
sono quattro locali luminosi: la sala delle guardie, dove si è trovato un
affresco del Cinquecento, la sala del camino, dove sono appesi una serie di
ritratti dei personaggi madruzziani attribuiti al Chiocchetti, la sala della
Tavola, che ospita una grande tavola in quercia, la sala della stua, dove è
situato un grande camino dallo stile nobiliare.
La copertina della Stadera ci accompagnerà con l’immagine di Castel
Madruzzo ritratta nelle quattro stagioni. Queste note introduttive verranno
approfondite e ripresentate nei prossimi numeri del giornalino. Il Comitato di
redazione ritiene interessante ripercorrere le vicende storiche che si sono
succedute nel maniero che domina sia la valle che la storia di noi valliggiani.
Mariabruna Chistè
Castel MadruzzoBrevi note storiche e ambientali del castello
La particolare posizione geografica del Trentino, via diretta tra le due
massime posizioni medievali, il Papato e il Sacro Romano Impero, ha
favorito il sorgere di un numero considerevole di castelli. Molte fortezze
venivano affidate a vassalli di sicura fedeltà che dovevano tenere liberi e
controllati i passaggi dei cortei imperiali diretti in Italia per l’incoronazione
dei re di Germania. Se l’estinzione o la decadenza delle antiche famiglie
feudali, gli incendi o le devastazioni belliche, hanno comportato
l’abbandono e la rovina di molte fortezze, si possono ancora ammirare
sfarzosi castelli che con maestosa bellezza dominano le vallate circostanti
come un tempo facevano i loro potenti padroni.
Anche la nostra valle è dominata da una fortezza, Castel Madruzzo. Il
maniero si erge sul maestoso colle che domina il sottostante paese, ubicato
in una limitata zona climatica che grazie all’influenza del bacino gardesano
sviluppa fattori ambientali molto favorevoli, elemento che permise
l’insediamento umano già in tempi remoti. Le prime notizie di una famiglia
che prese il nome dal paese di Madruzzo si ebbero quando Gumpone, un
milite vassallo dei conti di Appiano, ricevette dal vescovo Adelpreto II di
Trento l’investitura solenne del castello (1160). Diverse successioni e
vicende storiche hanno visto alternarsi vari ceppi familiari, il più noto dei
quali è legato ai vescovi principi che ebbero un ruolo importante nel
principato vescovile di Trento per oltre un secolo, dal 1539 al 1658. A tale
dinastia appartenne il Cardinale Cristoforo Madruzzo.
Al castello si accede transitando da una strada, sostenuta da robuste opere
d’arte, che percorre il fianco meridionale del colle tra macchie di larici
alternate a pini e cipressi. Dopo aver superato la prima porta e il tratto tra il
parco e la roccia, si arriva ad una grande curva quasi nel cuore del parco per
giungere poi alla parte vecchia del castello. Qui la strada si infila in una
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primavera 2010
n. 01S
notiziamo le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità
. . .si delibera orari e numeri utili .notiziamo
.le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità . . .si delibera orari e numeri utili
Tra la fine di agosto e l’inizio di dicembre il Comune di Lasino ha proposto in
due cicli il cineforum Donne: Protagoniste di vita, grazie al contributo
finanziario della Provincia Autonoma di Trento – Assessorato alla
Solidarietà internazionale e alla convivenza. Questa iniziativa vuole essere
il primo passo di un percorso sul tema delle pari opportunità e delle politiche
di genere che sia di riflessione e approfondimento, ma anche di dialogo tra
le istituzioni e la popolazione.
I film proposti (Caramel, Frida, Moolaadé, Persepolis, Due Partite, Juno,
Sognando Beckham) sono ambientati in luoghi, culture e periodi storici
diversi e hanno per protagoniste donne che si confrontano con importanti
cambiamenti personali e sociali e nei quali la tematica dell’identità di genere
e delle pari opportunità emerge con modalità ed esiti differenti. Noi
dell’associazione Amaranta siamo state coinvolte dal Comune per
introdurre le serate e preparare le schede di presentazione dei film.
Per introdurre i film quindi, oltre a dare alcune notizie sul contesto storico -
culturale in cui erano ambientati, abbiamo scelto di utilizzare le domande
come strumento privilegiato: sono stati quindi proposti al pubblico alcuni
possibili interrogativi legati al tema delle pari opportunità, suggeriti dalle
vicende raccontate, con l’obiettivo di stimolare la discussione e il dialogo in
merito ai temi trattati.
Chi non ha potuto partecipare alle serate può prendere in prestito i film alla
biblioteca di Lasino, dove troverà anche le schede introduttive.
La partecipazione alle serate è stata buona: in particolare, i primi due film,
complice anche la bella cornice estiva del parco di Lagolo, hanno riportato
un grande successo in termini di presenze: un centinaio di persone. Mentre
per le altre serate, che si sono svolte al teatro di Lasino, il pubblico è stato più
contenuto, ma molto partecipe e attento.
A settembre, tra il primo e secondo ciclo si è tenuto un incontro in cui ci si è
Cineforum donne“Donne: protagoniste di vita”. Interrogarsi sulle pari opportunità attraverso il cinema
potuti confrontare sugli argomenti proposti dai film, sugli interrogativi emersi
e sulle proposte per il futuro in merito ai temi delle pari opportunità. Anche a
questa serata la partecipazione è stata buona, con una gran voglia, da parte
di chi c’era, di portare il proprio contributo alla questione mettendosi in gioco
e in discussione. È stata una bellissima occasione di confronto sul
cineforum e sulle tematiche che questo ha portato all'attenzione, dal punto
di vista di donne e uomini di diversa età, provenienza e professione, che
hanno anche indicato ulteriori piste di lavoro, quali la possibilità di
coinvolgere nei prossimi progetti le generazioni più giovani. La
conversazione è stata inoltre favorita da un rinfresco preparato dal Circolo
Culturale e Ricreativo di Lasino, che ringraziamo nuovamente.
(a cura dell’associazione Amaranta.)
Amaranta (www.associazioneamaranta.it) è un’associazione di Trento che
si occupa di progetti ed iniziative formative di diverso tipo e destinate a
differenti target, quali ad esempio attività nella formazione professionale e
nell'inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio sociale o
handicap e nell'aggiornamento per professionisti del settore socio-
assistenziale e formativo. Le attività di Amaranta si basano sull’approccio
sistemico relazionale: si tratta di uno strumento di pensiero, un modo di
vedere la realtà che pone attenzione ai meccanismi della comunicazione,
all’analisi del contesto e alla complessità delle culture, delle relazioni e dei
significati costruiti dai gruppi sociali in tempi e contesti diversi.
Chi volesse comunicare con l’associazione Amaranta in merito a questi
interventi può utilizzare i seguenti recapiti:
e-mail [email protected], tel. 320-4456915.
Manuela Bassetti
Locandine
Lagolo, un’incantevole località situata sul versante ovest del Monte
Bondone, a mille metri di quota, è equamente divisa tra i comuni di Lasino e
Calavino. Con il suo lago al centro di un anfiteatro di faggi, è conosciuta
soprattutto come posto di villeggiatura estivo. Le sue case, nascoste nel
verde del bosco, si riempiono in estate e poi, con l’inizio dell’autunno si
vuotano man mano che il freddo avanza. Ma durante il letargo invernale c’è
un cuore che continua a pulsare sotto la coltre di foglie cadute e le fredde
nevicate. E’ una piccola comunità di residenti che ha scelto di godere tutto
l’anno della località montana
affrontando le scomodità del
d e c e n t r a m e n t o . A
testimonianza della loro
presenza ogni giorno un
gruppetto di nove bambini
scende a valle con il pullmino
per recarsi alle scuole di
Ca lav ino , Caved ine e
Lasino.
Ormai da tempo gli abitanti di
Lagolo sentivano l’esigenza
di dare una identità chiara a
ciò che finora era solo un
embrione di comunità in
costante, seppur lenta,
crescita. Ma per fare ciò si
doveva tener conto di alcune
c a r a t t e r i s t i c h e c h e
connotano la località; su tutte
il fatto di essere amministrata
da due diversi comuni e di essere soggetta ad un flusso fortemente
stagionale di turisti e proprietari di case, alcuni dei quali provengono da fuori
regione e quindi hanno maggiori difficoltà a rapportarsi con le
amministrazioni.
Dopo alcuni incontri informali si è deciso di riunire il maggior numero di
persone interessate alla località tra residenti, proprietari di case e
simpatizzanti per valutare la possibilità di creare un gruppo che in qualche
modo potesse rappresentare e tutelare Lagolo. Così, il giorno 27 dicembre
2009, presso la casa sociale (ex malga) di Lagolo, con la presenza di una
trentina di persone, è stato redatto ed approvato lo statuto che ha dato vita al
Comitato Lagolo.
L’assemblea è stata una buona occasione per consolidare la conoscenza
reciproca non solo tra i residenti, ma anche tra coloro che vivono Lagolo in
maniera saltuaria e sporadica.
Normalmente la nascita di un comitato viene associata ad una sorta di
movimento di protesta contro le amministrazioni che intraprendono progetti
n o n c o n d i v i s i d a l l a
popolazione. Il Comitato
L a g o l o i n v e c e n o n
presuppone nessun tipo di
azione contro o a favore di
qualcosa o qualcuno, ma
semplicemente nasce con il
nobile scopo di creare una
identità unica ad un paese
che si trova diviso su due
comuni. Come ogni altra
località abitata anche Lagolo
ha bisogno di essere tutelata
e custodita nell’interesse di
tutti e perciò è auspicabile
che le due amministrazioni
comunali di Calavino e
Lasino siano virtualmente
unite e coordinate nella sua
gestione.
I temi che il Comitato si
propone di affrontare riguardano per esempio la viabilità e trasporti, la
raccolta rifiuti, la manutenzione stradale, le strutture per i bambini, la posta e
la tutela dell’ecosistema lago.
Il Comitato Lagolo vuole essere aperto a chiunque abbia l’interesse di
aderire per rientrare il più possibile in una cornice democratica. A tale scopo
è stato attivato il sito www.lagolo.com sul quale sarà presto possibile
dialogare ed informarsi sui temi di interesse comune.
Daniela Rodler
È nato il Comitato LagoloSta crescendo la piccola comunità sulla frazione montana
Lagolo inizio secolo
Il ravvedimento operosoSe non adempio ad un obbligo tributario come posso agire?
Devo aspettare la contestazione oppure posso attivarmi per sanare la mia situazione?
Quando un soggetto si accorgeva di non aver versato le imposte nel termine
della scadenza o nelle modalità previste dalla disciplina normativa non
aveva che da aspettare l’intervento dell’ente impositore che richiedeva
l’imposta dovuta oltre alle sanzioni e agli interessi ovvero sanzioni ed
interessi nel caso di un tardivo versamento. Già a partire dagli anni Novanta
è stato introdotto un istituto che consentiva di sanare l’omesso, insufficiente
o ritardato pagamento, denominato ravvedimento operoso, termine che ben
definisce il comportamento legato alla propria volontà di agire per sanare.
L’istituto ha trovato ampia e generalizzata applicazione in particolare con
l’articolo 13 del Decreto Legislativo 472/1997, il quale ha rappresentato uno
degli aspetti più rilevanti del riordino del sistema tributario. La normativa si
è evoluta a favore del contribuente secondo una logica tendente
all’introduzione di misure meno afflittive nei casi di violazioni conseguenti ad
errori o negligenze non imputabili come colpa grave o dolo. In particolare lo
strumento è utilizzato dal contribuente prima che vi sia stata contestazione
dall’amministrazione finanziaria. L’istituto del ravvedimento operoso è stato
recentemente interessato da un’ulteriore riduzione delle sanzioni rispetto
alle misure previgenti. In particolare con il decreto legge 185/2008, noto
come decreto anticrisi, sono state introdotte la misura di un dodicesimo
della sanzione prevista se la regolarizzazione avviene entro 30 giorni dalla
scadenza fissata e, dal 31° giorno ma entro l’anno, di un decimo della
sanzione dovuta. Inoltre, è recentissima anche la riduzione del tasso per
calcolare l’interesse da corrispondere maturato giorno per giorno dal
termine della scadenza fissata per legge alla data in cui si effettua il
ravvedimento. L’aggio di riferimento è quello dell’interesse legale
disciplinato per legge. L’ultimo decreto del Ministero dell’Economia e delle
Finanze ha fissato dal primo gennaio 2010 il tasso nella misura dell’ 1%
rispetto al 3% vigente dal primo gennaio 2008.
Per esempio, nel caso di mancato versamento dell’ICI 2009 entro la
scadenza il contribuente potrà liberamente (propria azione previamente
non contestata) versare l’imposta entro un anno corrispondendo la
sanzione ridotta ad un dodicesimo o un decimo del 30%, misura prevista per
la violazione dalla legge, a seconda se la regolarizzazione avviene entro 30
giorni o trascorso il mese entro l’anno dal 16 dicembre 2009, aggiungendo
gli interessi calcolati giorno per giorno al tasso del 3% fino al 31.12.2009 e
dell’1% dal 01.01.2010 alla data del versamento con ravvedimento
operoso.
Mariabruna Chistè
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notiziamo le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità
. . .si delibera orari e numeri utili .notiziamo
.le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità . . .si delibera orari e numeri utili
Tra la fine di agosto e l’inizio di dicembre il Comune di Lasino ha proposto in
due cicli il cineforum Donne: Protagoniste di vita, grazie al contributo
finanziario della Provincia Autonoma di Trento – Assessorato alla
Solidarietà internazionale e alla convivenza. Questa iniziativa vuole essere
il primo passo di un percorso sul tema delle pari opportunità e delle politiche
di genere che sia di riflessione e approfondimento, ma anche di dialogo tra
le istituzioni e la popolazione.
I film proposti (Caramel, Frida, Moolaadé, Persepolis, Due Partite, Juno,
Sognando Beckham) sono ambientati in luoghi, culture e periodi storici
diversi e hanno per protagoniste donne che si confrontano con importanti
cambiamenti personali e sociali e nei quali la tematica dell’identità di genere
e delle pari opportunità emerge con modalità ed esiti differenti. Noi
dell’associazione Amaranta siamo state coinvolte dal Comune per
introdurre le serate e preparare le schede di presentazione dei film.
Per introdurre i film quindi, oltre a dare alcune notizie sul contesto storico -
culturale in cui erano ambientati, abbiamo scelto di utilizzare le domande
come strumento privilegiato: sono stati quindi proposti al pubblico alcuni
possibili interrogativi legati al tema delle pari opportunità, suggeriti dalle
vicende raccontate, con l’obiettivo di stimolare la discussione e il dialogo in
merito ai temi trattati.
Chi non ha potuto partecipare alle serate può prendere in prestito i film alla
biblioteca di Lasino, dove troverà anche le schede introduttive.
La partecipazione alle serate è stata buona: in particolare, i primi due film,
complice anche la bella cornice estiva del parco di Lagolo, hanno riportato
un grande successo in termini di presenze: un centinaio di persone. Mentre
per le altre serate, che si sono svolte al teatro di Lasino, il pubblico è stato più
contenuto, ma molto partecipe e attento.
A settembre, tra il primo e secondo ciclo si è tenuto un incontro in cui ci si è
Cineforum donne“Donne: protagoniste di vita”. Interrogarsi sulle pari opportunità attraverso il cinema
potuti confrontare sugli argomenti proposti dai film, sugli interrogativi emersi
e sulle proposte per il futuro in merito ai temi delle pari opportunità. Anche a
questa serata la partecipazione è stata buona, con una gran voglia, da parte
di chi c’era, di portare il proprio contributo alla questione mettendosi in gioco
e in discussione. È stata una bellissima occasione di confronto sul
cineforum e sulle tematiche che questo ha portato all'attenzione, dal punto
di vista di donne e uomini di diversa età, provenienza e professione, che
hanno anche indicato ulteriori piste di lavoro, quali la possibilità di
coinvolgere nei prossimi progetti le generazioni più giovani. La
conversazione è stata inoltre favorita da un rinfresco preparato dal Circolo
Culturale e Ricreativo di Lasino, che ringraziamo nuovamente.
(a cura dell’associazione Amaranta.)
Amaranta (www.associazioneamaranta.it) è un’associazione di Trento che
si occupa di progetti ed iniziative formative di diverso tipo e destinate a
differenti target, quali ad esempio attività nella formazione professionale e
nell'inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio sociale o
handicap e nell'aggiornamento per professionisti del settore socio-
assistenziale e formativo. Le attività di Amaranta si basano sull’approccio
sistemico relazionale: si tratta di uno strumento di pensiero, un modo di
vedere la realtà che pone attenzione ai meccanismi della comunicazione,
all’analisi del contesto e alla complessità delle culture, delle relazioni e dei
significati costruiti dai gruppi sociali in tempi e contesti diversi.
Chi volesse comunicare con l’associazione Amaranta in merito a questi
interventi può utilizzare i seguenti recapiti:
e-mail [email protected], tel. 320-4456915.
Manuela Bassetti
Locandine
Lagolo, un’incantevole località situata sul versante ovest del Monte
Bondone, a mille metri di quota, è equamente divisa tra i comuni di Lasino e
Calavino. Con il suo lago al centro di un anfiteatro di faggi, è conosciuta
soprattutto come posto di villeggiatura estivo. Le sue case, nascoste nel
verde del bosco, si riempiono in estate e poi, con l’inizio dell’autunno si
vuotano man mano che il freddo avanza. Ma durante il letargo invernale c’è
un cuore che continua a pulsare sotto la coltre di foglie cadute e le fredde
nevicate. E’ una piccola comunità di residenti che ha scelto di godere tutto
l’anno della località montana
affrontando le scomodità del
d e c e n t r a m e n t o . A
testimonianza della loro
presenza ogni giorno un
gruppetto di nove bambini
scende a valle con il pullmino
per recarsi alle scuole di
Ca lav ino , Caved ine e
Lasino.
Ormai da tempo gli abitanti di
Lagolo sentivano l’esigenza
di dare una identità chiara a
ciò che finora era solo un
embrione di comunità in
costante, seppur lenta,
crescita. Ma per fare ciò si
doveva tener conto di alcune
c a r a t t e r i s t i c h e c h e
connotano la località; su tutte
il fatto di essere amministrata
da due diversi comuni e di essere soggetta ad un flusso fortemente
stagionale di turisti e proprietari di case, alcuni dei quali provengono da fuori
regione e quindi hanno maggiori difficoltà a rapportarsi con le
amministrazioni.
Dopo alcuni incontri informali si è deciso di riunire il maggior numero di
persone interessate alla località tra residenti, proprietari di case e
simpatizzanti per valutare la possibilità di creare un gruppo che in qualche
modo potesse rappresentare e tutelare Lagolo. Così, il giorno 27 dicembre
2009, presso la casa sociale (ex malga) di Lagolo, con la presenza di una
trentina di persone, è stato redatto ed approvato lo statuto che ha dato vita al
Comitato Lagolo.
L’assemblea è stata una buona occasione per consolidare la conoscenza
reciproca non solo tra i residenti, ma anche tra coloro che vivono Lagolo in
maniera saltuaria e sporadica.
Normalmente la nascita di un comitato viene associata ad una sorta di
movimento di protesta contro le amministrazioni che intraprendono progetti
n o n c o n d i v i s i d a l l a
popolazione. Il Comitato
L a g o l o i n v e c e n o n
presuppone nessun tipo di
azione contro o a favore di
qualcosa o qualcuno, ma
semplicemente nasce con il
nobile scopo di creare una
identità unica ad un paese
che si trova diviso su due
comuni. Come ogni altra
località abitata anche Lagolo
ha bisogno di essere tutelata
e custodita nell’interesse di
tutti e perciò è auspicabile
che le due amministrazioni
comunali di Calavino e
Lasino siano virtualmente
unite e coordinate nella sua
gestione.
I temi che il Comitato si
propone di affrontare riguardano per esempio la viabilità e trasporti, la
raccolta rifiuti, la manutenzione stradale, le strutture per i bambini, la posta e
la tutela dell’ecosistema lago.
Il Comitato Lagolo vuole essere aperto a chiunque abbia l’interesse di
aderire per rientrare il più possibile in una cornice democratica. A tale scopo
è stato attivato il sito www.lagolo.com sul quale sarà presto possibile
dialogare ed informarsi sui temi di interesse comune.
Daniela Rodler
È nato il Comitato LagoloSta crescendo la piccola comunità sulla frazione montana
Lagolo inizio secolo
Il ravvedimento operosoSe non adempio ad un obbligo tributario come posso agire?
Devo aspettare la contestazione oppure posso attivarmi per sanare la mia situazione?
Quando un soggetto si accorgeva di non aver versato le imposte nel termine
della scadenza o nelle modalità previste dalla disciplina normativa non
aveva che da aspettare l’intervento dell’ente impositore che richiedeva
l’imposta dovuta oltre alle sanzioni e agli interessi ovvero sanzioni ed
interessi nel caso di un tardivo versamento. Già a partire dagli anni Novanta
è stato introdotto un istituto che consentiva di sanare l’omesso, insufficiente
o ritardato pagamento, denominato ravvedimento operoso, termine che ben
definisce il comportamento legato alla propria volontà di agire per sanare.
L’istituto ha trovato ampia e generalizzata applicazione in particolare con
l’articolo 13 del Decreto Legislativo 472/1997, il quale ha rappresentato uno
degli aspetti più rilevanti del riordino del sistema tributario. La normativa si
è evoluta a favore del contribuente secondo una logica tendente
all’introduzione di misure meno afflittive nei casi di violazioni conseguenti ad
errori o negligenze non imputabili come colpa grave o dolo. In particolare lo
strumento è utilizzato dal contribuente prima che vi sia stata contestazione
dall’amministrazione finanziaria. L’istituto del ravvedimento operoso è stato
recentemente interessato da un’ulteriore riduzione delle sanzioni rispetto
alle misure previgenti. In particolare con il decreto legge 185/2008, noto
come decreto anticrisi, sono state introdotte la misura di un dodicesimo
della sanzione prevista se la regolarizzazione avviene entro 30 giorni dalla
scadenza fissata e, dal 31° giorno ma entro l’anno, di un decimo della
sanzione dovuta. Inoltre, è recentissima anche la riduzione del tasso per
calcolare l’interesse da corrispondere maturato giorno per giorno dal
termine della scadenza fissata per legge alla data in cui si effettua il
ravvedimento. L’aggio di riferimento è quello dell’interesse legale
disciplinato per legge. L’ultimo decreto del Ministero dell’Economia e delle
Finanze ha fissato dal primo gennaio 2010 il tasso nella misura dell’ 1%
rispetto al 3% vigente dal primo gennaio 2008.
Per esempio, nel caso di mancato versamento dell’ICI 2009 entro la
scadenza il contribuente potrà liberamente (propria azione previamente
non contestata) versare l’imposta entro un anno corrispondendo la
sanzione ridotta ad un dodicesimo o un decimo del 30%, misura prevista per
la violazione dalla legge, a seconda se la regolarizzazione avviene entro 30
giorni o trascorso il mese entro l’anno dal 16 dicembre 2009, aggiungendo
gli interessi calcolati giorno per giorno al tasso del 3% fino al 31.12.2009 e
dell’1% dal 01.01.2010 alla data del versamento con ravvedimento
operoso.
Mariabruna Chistè
prim
ave
ra 2
010
primavera 2010
n. 01S
notiziamo cultura, cronaca e curiosità
. . .si delibera orari e numeri utili .le associazioni si raccontanonotiziamo
cultura, cronaca e curiosità . . .si delibera orari e numeri utili .le associazioni si raccontano
SportA.D. Volley Valle dei Laghi ...tutta in rosa
La “Volley-Valle dei Laghi” di Cavedine, sponsorizzata dall’omonima cassa
rurale ed affiliata alla FIPAV, è una società di volley volutamente solo
femminile, molto attiva e dinamica e unico punto di riferimento per la pratica
di questo sport nella nostra valle. Fondata nel giugno del 2000, questa
società è nata per soddisfare l’esigenza di tanti genitori, dopo che la
preesistente società si era sciolta nei primi anni ’90. Roberto Bressan
assieme a Patrizia Ruaben hanno contattato varie persone, fra le quali
Alessandro Lombardo per un aiuto tecnico-organizzativo, e vari genitori. Il
direttivo degli esordi era formato dalla signora Ruaben Patrizia nella veste di
presidente, dal signor Pederzolli Ettore come vice presidente, il signor
Comai Camillo come segretario. Investiti della carica di consigliere erano i
signori Pedrotti Ettore, Rosà Maria Teresa, Ruaben Giuseppina, Toccoli
Tullio e Tonelli Stefano; gli allenatori Bressan Roberto e Santuliana Roberta.
Come è naturale, nel corso degli anni tanti amici si sono avvicendati nel
consiglio direttivo che attualmente è così composto: presidente Pederzolli
Ettore, vice presidente Pedrotti Ettore, segretario e cassiere Comai Camillo;
altri membri del direttivo: Bassetti Giovanna, Bolognani Ermanno, Bressan
Arrigo, Chistè Lorenzo, Dallapè Fabiano, Irrera Antonio, Leoni Danilo,
Pesce Giuseppe, Santoni Antonio, Santoni Franco e Stricker Sabine
Christine.
Anche l’attività è cresciuta notevolmente, tanto che una squadra milita nella
2° divisione, una squadra nella 3° divisione e altre nelle categorie under 12-
13-15, alle quali si aggiunge una rappresentativa nel mini volley .
Sono più di 90 le atlete di diverse età provenienti dai vari comuni della Valle
dei Laghi che si ritrovano con costanza, impegno ed entusiasmo per gli
allenamenti settimanali e nelle partite di campionato dove soprattutto si
insegna l’amore per lo sport, la correttezza, e un forte senso di amicizia e di
appartenenza alla squadra.
Tra le giocatrici che si sono distinte in modo particolare ricordiamo Lara
Lever che tutt’ora partecipa al campionato di serie C nella società C9 Arco-
Riva. Ci sono poi altre ragazze di varie categorie che stanno dando degli
ottimi risultati e che fanno sperare in una loro buona crescita futura.
Tutto questo grazie anche alla passione e all’impegno dei tecnici che
attualmente sono Roberto Bressan e Alessandro Lombardo, ed inoltre, con
il ruolo di giocatrici e allenatrici, Eleonora Comai, Erika Lesa e Veronica
Chistè, con l’aggiunta di Lorenzo Piazza, che segue il mini volley.
Il 2010 è il 10° anno di attività ed è in previsione una grande festa a fine
stagione alla quale parteciperanno le atlete attualmente in squadra e quelle
che ne hanno fatto parte prima di loro.
Anna Maria Omezzolli
TeatroRicordando i vecchi filodrammatici di Lasino
Sabato 9 gennaio 2010, presso il teatro di Lasino, in occasione della XV^
rassegna teatrale “Dilettando insegna” organizzata dalla locale Compagnia
S.Siro, si è svolta una serata del tutto particolare dal titolo Nostalgia d’altri
tempi “Ghera na volta la Filodrammatica de Lasin” con l’Italo,
l’Anibale, ‘l Giovani, ‘l Carletto e ‘l Dario.
Lo spettacolo si proponeva di richiamare alla memoria tutti i teatranti che
hanno fatto parte del teatro amatoriale di Lasino, ricordando in particolar
modo lo storico gruppo degli attori e collaboratori (Giovanni Bernardi, Dario
Caldini, Italo Chistè, Annibale Grosselli, il regista Carlo Ronchetti e lo
scenografo Salvatore Chistè - vedi foto -), che lavorarono e si dedicarono
con passione e slancio soprattutto negli anni sessanta.
Durante la serata si è evidenziata la lunga storia della filo di Lasino, radici
che affondano nel lontano fine ‘800 quando Lasino divenne centro del teatro
all’aperto. In quegli anni si realizzavano drammi sacri, recitati in un italiano
abbellito, che narravano storie di santi e di martiri. Si racconta che il pubblico
accorreva numeroso sia dalla valle che da Riva del Garda, Tione e Trento.
Purtroppo con lo scoppio della prima guerra l’attività teatrale si spegne,
riprenderà con rinnovata energia negli anni ’20 proponendosi con diverse
rappresentazioni (l’Ave Maria, Il Fornaretto di Venezia, Il Cavaliere di
Lagarder, Paolo ‘n Cioda) nel nuovo teatro costruito assieme all’edificio
scolastico nel 1913. Dario Caldini che per tanti anni fu il presidente della
Filodrammatica Sociale di Lasino era solito dire che il sodalizio dei
filodrammatici, tra gli anni 1938 e 1948 conobbe l’epoca di maggior
prestigio e di attività con quasi 100 recite effettuate. E’ del 1950 infatti
l’affermazione della Filo di Lasino al concorso indetto dalla CO.F.AS per
l’anno del giubileo, con l’opera Credo, lavoro premiato con medaglia
d’argento per la migliore regia. E come non rammentare gli anni sessanta,
quando sul palco si avvicendavano l’Italo e l’Annibale, ‘l Giovanni e ‘l Dario
diretti dal Carletto in drammi che per il loro contenuto suscitavano nel
pubblico sgomento e trepidazione; oppure nelle commedie brillanti quando
l’Italo e l’Annibale provocavano sonori applausi per le loro esilaranti battute.
Questi personaggi, assieme a tanti altri, sono le vecie glorie del teatro
amatoriale di Lasino a cui tutti noi dobbiamo sentirci un po’ riconoscenti, se
non altro per averci donato momenti di allegria e di svago.
Questo è stato lo spirito che ha animato la serata, auspicando di aver
trasmesso a tutti i presenti almeno un po’ d’emozione. Dopo la serata in
teatro il pubblico è stato invitato a visitare le mostra fotografica allestita per
l’occasione da Tiziana Chemotti.
Tiziana Chemotti
Notizie dai GASIl Gas Gasino muove i primi passi
Venerdì 22 gennaio scorso si è tenuto, presso la sala consiliare del comune
di Lasino, un incontro informativo sui gruppi di acquisto solidale e sul
consumo critico al quale si è registrata la gradita e numerosa partecipazione
di cittadini della valle.
L’avvenimento è stato fortemente voluto dai partecipanti del neo-nato Gas
Gasino, che volendo ribadire e diffondere il concetto di acquisti solidali e
consumo critico tra i nostri concittadini, hanno scelto di invitare alla serata
due gasisti esperti, provenienti entrambi dal Gas Gazza di Terlago: Isabella
Toscana, referente della rete Intergas, e Cesare Roass di Trentino
Arcobaleno.
I nostri ospiti hanno definito, in modo chiaro ed esaustivo, cosa si intenda
per consumo critico: porsi nei confronti del prodotto in modo critico
domandandosi soprattutto quanto la produzione di questo sia impattante
sull’ambiente e di conseguenza sulla sua salubrità e quanto la filiera
produttiva sia equa nalla retribuzione di tutti i lavoratori in essa coinvolti.
In pratica, consumare in modo critico significa preferire produzioni
biologiche e biodinamiche, piccola imprenditoria locale che, per scelta o
per forza, rimane fuori dal circuito della grande distribuzione portando avanti
produzioni di nicchia che difficilmente trovano spazio sugli scaffali dei
supermercati, favorire le realtà imprenditoriali che rispettano il lavoro e i
diritti dei lavoratori, ricercare prodotti provenienti dai paesi del Sud del
Mondo commercializzate attraverso il canale del commercio equo e solidale
(Altromercato, Trans Fair, Trade, ecc).
I due relatori sono impegnati entrambi, non soltanto nel proprio GAS, ma
anche in organizzazioni di volontariato: Trentino Arcobaleno
(www.trentinoarcobaleno.it) che si occupa della promozione e diffusione
della finanza etica, risparmio energetico, mercato equo e solidale; rete
Intergas (www.retegas.org) che a livello nazionale unisce le realtà dei Gas e
offre aiuto e supporto alle nuove costituzioni, sia in termini di piccola
consulenza sia in termini di indicazione delle realtà produttive del territorio.
I numeri ricordati dai relatori sono molto interessanti: su 600 gas esistenti in
Italia, 22 sono trentini, e la costituzione di nuovi gruppi nel 2009 ha subito
una vera e propria impennata. La serata ha permesso ai nostri ospiti di
spiegare come dovrebbe essere organizzato un Gas. Il condizionale è
d’obbligo poiché l’organizzazione interna alle singole realtà è del tutto
spontanea e differente da uno all’altro. Ogni gas infatti è dotato di autonomia
riguardo agli aspetti organizzativi. La regola fondamentale è che tutti i
partecipanti, in base alle disponibilità di tempo e capacità, si cimentino nella
realizzazione delle attività. Ciò fa sì che tutti, almeno una volta, si impegnino
nella effettuazione e gestione dell’ordine di un prodotto e che in caso di
improvvisa impossibilità per un referente di portare a termine un ordine già
avviato, per un imprevisto qualunque, ci sia sempre qualcuno che subentri.
Questo è il contributo della solidarietà che si richiede a tutti i partecipanti. È
stato sottolineato che i Gas non si configurano come associazioni inquanto
non hanno nessun obbligo riguardante la tenuta di libri sociali o la redazione
di bilancio. Va da sé che gli acquisti devono essere sempre fatti con grande
attenzione, deve essere sempre possibile risalire al documento fiscale che
accompagna la merce, quindi è sempre necessario rivolgersi a ditte in grado
di fatturare. L’acquisto si configura come acquisto collettivo, durante la
distribuzione non viene mai effettuato un ricarico sul prezzo della merce e
dunque non c’è altro che il rimborso della esatta cifra esborsata dal
referente nell’acquisto del prodotto.
Durante la serata i due relatori hanno inoltre richiamato l’attenzione sul fatto
che in seguito al fiorire di nuovi Gas, la rete Intergas sta avviando delle
attività culturali per l’approfondimento di alcune tematiche quali per
esempio la conoscenza personale dei produttori attraverso visite guidate
alle aziende, per permettere ai consumatori di verificare sul posto i criteri
che li hanno portati a preferirlo, serate di degustazione dei prodotti, serate di
autoproduzione (produzione del pane con lievito madre) e laboratori per la
costituzione di orti da balcone o per la manutenzione delle biciclette (per le
date e modalità di partecipazione vedere sito di Trentino Arcobaleno).
La serata si è conclusa con un dibattito e la raccolta di nuove adesioni che
hanno riempito di orgoglio gli organizzatori.
Vittoria Procino
SocialitàCircolo culturale ricreativo S.Pietro
Anche quest’anno, presso il Circolo Culturale S.Pietro, si sono tenuti i corsi
dell’Università della Terza Età e del Tempo Libero di Trento.
Il bilancio del percorso fatto è stato sicuramente molto positivo, con una
buona partecipazione e soprattutto con molto interesse.
Abbiamo iniziato con dei corsi di Bioetica e si è parlato di un argomento
molto attuale, cioè del cosiddetto “Testamento Biologico”. Si sono
approfondite le tematiche del perché farlo, dei pro e dei contro, portandoci
ad una profonda riflessione su un tema così delicato e problematico.
Successivamente c'è stata una conferenza sull'argomento “Donna nell’età
della globalizzazione”, dove sono state presentate e discusse le tematiche e
i vantaggi che questo comporta.
Durante il passaggio dalla TV analogica a quella digitale un relatore ci ha
spiegato cos'è il digitale, vantaggi e svantaggi. Un'informativa sui diversi
decoder in commercio e dei consigli pratici per l’acquisto di una TV digitale e
interattiva.
Un’altra conferenza interessante è stata quella su “Analisi attualità”. Ci
hanno parlato di ”New Strategie“ per l’Afghanistan, di Obama e della nuova
politica USA, nonché del ruolo dell’Italia nella politica mondiale.
Molto interessanti sono stati i corsi sulla “Letteratura italiana del ‘900”, tenuti
da una docente appassionata e competente che, partendo dal
"decadentismo italiano”, ha parlato di Pascoli e D’Annunzio facendone i
confronti, illustrandoci i pensieri, le opere e leggendoci alcuni brani delle loro
attività letterarie. A seguire ci ha parlato, accennandone le storie e le opere,
dei “crepuscolari” quali Corazzini, Moretti, Gozzano, Papini, per poi passare
alla corrente artistica italiana del futurismo, dei manifesti di Marinetti e del
periodo storico di questi autori. Infine ci ha parlato della, così denominata,
“poesia nuova” con i suoi grandi autori quali Ungaretti e Montale
raccontandoci le loro vite, le loro opere, le poesie, facendo tante letture di
testi poetici.
Un altro corso molto coinvolgente è stato quello sulla «Medicina alternativa -
Curare o guarire?»: Omeopatia (storia, leggi, indicazioni e limiti),
Erboristeria (con particolare attenzione alle interferenze tra farmaci e
fitoterapici), Fiori di Bach (cosa sono e quali sono le indicazioni secondo la
teoria del Dott. Bach) e poi cenni sull’Iridologia, sull'Aromaterapia e sulle
Terapie Sensoriali. Infine alcuni riferimenti sulla medicina orientale, le cui
radici risalgono alla notte dei tempi, basata sul concetto che la malattia è il
diretto risultato del non vivere secondo le leggi della natura.
Bruna Licen
prim
ave
ra 2
010
primavera 2010
n. 01S
notiziamo cultura, cronaca e curiosità
. . .si delibera orari e numeri utili .le associazioni si raccontanonotiziamo
cultura, cronaca e curiosità . . .si delibera orari e numeri utili .le associazioni si raccontano
SportA.D. Volley Valle dei Laghi ...tutta in rosa
La “Volley-Valle dei Laghi” di Cavedine, sponsorizzata dall’omonima cassa
rurale ed affiliata alla FIPAV, è una società di volley volutamente solo
femminile, molto attiva e dinamica e unico punto di riferimento per la pratica
di questo sport nella nostra valle. Fondata nel giugno del 2000, questa
società è nata per soddisfare l’esigenza di tanti genitori, dopo che la
preesistente società si era sciolta nei primi anni ’90. Roberto Bressan
assieme a Patrizia Ruaben hanno contattato varie persone, fra le quali
Alessandro Lombardo per un aiuto tecnico-organizzativo, e vari genitori. Il
direttivo degli esordi era formato dalla signora Ruaben Patrizia nella veste di
presidente, dal signor Pederzolli Ettore come vice presidente, il signor
Comai Camillo come segretario. Investiti della carica di consigliere erano i
signori Pedrotti Ettore, Rosà Maria Teresa, Ruaben Giuseppina, Toccoli
Tullio e Tonelli Stefano; gli allenatori Bressan Roberto e Santuliana Roberta.
Come è naturale, nel corso degli anni tanti amici si sono avvicendati nel
consiglio direttivo che attualmente è così composto: presidente Pederzolli
Ettore, vice presidente Pedrotti Ettore, segretario e cassiere Comai Camillo;
altri membri del direttivo: Bassetti Giovanna, Bolognani Ermanno, Bressan
Arrigo, Chistè Lorenzo, Dallapè Fabiano, Irrera Antonio, Leoni Danilo,
Pesce Giuseppe, Santoni Antonio, Santoni Franco e Stricker Sabine
Christine.
Anche l’attività è cresciuta notevolmente, tanto che una squadra milita nella
2° divisione, una squadra nella 3° divisione e altre nelle categorie under 12-
13-15, alle quali si aggiunge una rappresentativa nel mini volley .
Sono più di 90 le atlete di diverse età provenienti dai vari comuni della Valle
dei Laghi che si ritrovano con costanza, impegno ed entusiasmo per gli
allenamenti settimanali e nelle partite di campionato dove soprattutto si
insegna l’amore per lo sport, la correttezza, e un forte senso di amicizia e di
appartenenza alla squadra.
Tra le giocatrici che si sono distinte in modo particolare ricordiamo Lara
Lever che tutt’ora partecipa al campionato di serie C nella società C9 Arco-
Riva. Ci sono poi altre ragazze di varie categorie che stanno dando degli
ottimi risultati e che fanno sperare in una loro buona crescita futura.
Tutto questo grazie anche alla passione e all’impegno dei tecnici che
attualmente sono Roberto Bressan e Alessandro Lombardo, ed inoltre, con
il ruolo di giocatrici e allenatrici, Eleonora Comai, Erika Lesa e Veronica
Chistè, con l’aggiunta di Lorenzo Piazza, che segue il mini volley.
Il 2010 è il 10° anno di attività ed è in previsione una grande festa a fine
stagione alla quale parteciperanno le atlete attualmente in squadra e quelle
che ne hanno fatto parte prima di loro.
Anna Maria Omezzolli
TeatroRicordando i vecchi filodrammatici di Lasino
Sabato 9 gennaio 2010, presso il teatro di Lasino, in occasione della XV^
rassegna teatrale “Dilettando insegna” organizzata dalla locale Compagnia
S.Siro, si è svolta una serata del tutto particolare dal titolo Nostalgia d’altri
tempi “Ghera na volta la Filodrammatica de Lasin” con l’Italo,
l’Anibale, ‘l Giovani, ‘l Carletto e ‘l Dario.
Lo spettacolo si proponeva di richiamare alla memoria tutti i teatranti che
hanno fatto parte del teatro amatoriale di Lasino, ricordando in particolar
modo lo storico gruppo degli attori e collaboratori (Giovanni Bernardi, Dario
Caldini, Italo Chistè, Annibale Grosselli, il regista Carlo Ronchetti e lo
scenografo Salvatore Chistè - vedi foto -), che lavorarono e si dedicarono
con passione e slancio soprattutto negli anni sessanta.
Durante la serata si è evidenziata la lunga storia della filo di Lasino, radici
che affondano nel lontano fine ‘800 quando Lasino divenne centro del teatro
all’aperto. In quegli anni si realizzavano drammi sacri, recitati in un italiano
abbellito, che narravano storie di santi e di martiri. Si racconta che il pubblico
accorreva numeroso sia dalla valle che da Riva del Garda, Tione e Trento.
Purtroppo con lo scoppio della prima guerra l’attività teatrale si spegne,
riprenderà con rinnovata energia negli anni ’20 proponendosi con diverse
rappresentazioni (l’Ave Maria, Il Fornaretto di Venezia, Il Cavaliere di
Lagarder, Paolo ‘n Cioda) nel nuovo teatro costruito assieme all’edificio
scolastico nel 1913. Dario Caldini che per tanti anni fu il presidente della
Filodrammatica Sociale di Lasino era solito dire che il sodalizio dei
filodrammatici, tra gli anni 1938 e 1948 conobbe l’epoca di maggior
prestigio e di attività con quasi 100 recite effettuate. E’ del 1950 infatti
l’affermazione della Filo di Lasino al concorso indetto dalla CO.F.AS per
l’anno del giubileo, con l’opera Credo, lavoro premiato con medaglia
d’argento per la migliore regia. E come non rammentare gli anni sessanta,
quando sul palco si avvicendavano l’Italo e l’Annibale, ‘l Giovanni e ‘l Dario
diretti dal Carletto in drammi che per il loro contenuto suscitavano nel
pubblico sgomento e trepidazione; oppure nelle commedie brillanti quando
l’Italo e l’Annibale provocavano sonori applausi per le loro esilaranti battute.
Questi personaggi, assieme a tanti altri, sono le vecie glorie del teatro
amatoriale di Lasino a cui tutti noi dobbiamo sentirci un po’ riconoscenti, se
non altro per averci donato momenti di allegria e di svago.
Questo è stato lo spirito che ha animato la serata, auspicando di aver
trasmesso a tutti i presenti almeno un po’ d’emozione. Dopo la serata in
teatro il pubblico è stato invitato a visitare le mostra fotografica allestita per
l’occasione da Tiziana Chemotti.
Tiziana Chemotti
Notizie dai GASIl Gas Gasino muove i primi passi
Venerdì 22 gennaio scorso si è tenuto, presso la sala consiliare del comune
di Lasino, un incontro informativo sui gruppi di acquisto solidale e sul
consumo critico al quale si è registrata la gradita e numerosa partecipazione
di cittadini della valle.
L’avvenimento è stato fortemente voluto dai partecipanti del neo-nato Gas
Gasino, che volendo ribadire e diffondere il concetto di acquisti solidali e
consumo critico tra i nostri concittadini, hanno scelto di invitare alla serata
due gasisti esperti, provenienti entrambi dal Gas Gazza di Terlago: Isabella
Toscana, referente della rete Intergas, e Cesare Roass di Trentino
Arcobaleno.
I nostri ospiti hanno definito, in modo chiaro ed esaustivo, cosa si intenda
per consumo critico: porsi nei confronti del prodotto in modo critico
domandandosi soprattutto quanto la produzione di questo sia impattante
sull’ambiente e di conseguenza sulla sua salubrità e quanto la filiera
produttiva sia equa nalla retribuzione di tutti i lavoratori in essa coinvolti.
In pratica, consumare in modo critico significa preferire produzioni
biologiche e biodinamiche, piccola imprenditoria locale che, per scelta o
per forza, rimane fuori dal circuito della grande distribuzione portando avanti
produzioni di nicchia che difficilmente trovano spazio sugli scaffali dei
supermercati, favorire le realtà imprenditoriali che rispettano il lavoro e i
diritti dei lavoratori, ricercare prodotti provenienti dai paesi del Sud del
Mondo commercializzate attraverso il canale del commercio equo e solidale
(Altromercato, Trans Fair, Trade, ecc).
I due relatori sono impegnati entrambi, non soltanto nel proprio GAS, ma
anche in organizzazioni di volontariato: Trentino Arcobaleno
(www.trentinoarcobaleno.it) che si occupa della promozione e diffusione
della finanza etica, risparmio energetico, mercato equo e solidale; rete
Intergas (www.retegas.org) che a livello nazionale unisce le realtà dei Gas e
offre aiuto e supporto alle nuove costituzioni, sia in termini di piccola
consulenza sia in termini di indicazione delle realtà produttive del territorio.
I numeri ricordati dai relatori sono molto interessanti: su 600 gas esistenti in
Italia, 22 sono trentini, e la costituzione di nuovi gruppi nel 2009 ha subito
una vera e propria impennata. La serata ha permesso ai nostri ospiti di
spiegare come dovrebbe essere organizzato un Gas. Il condizionale è
d’obbligo poiché l’organizzazione interna alle singole realtà è del tutto
spontanea e differente da uno all’altro. Ogni gas infatti è dotato di autonomia
riguardo agli aspetti organizzativi. La regola fondamentale è che tutti i
partecipanti, in base alle disponibilità di tempo e capacità, si cimentino nella
realizzazione delle attività. Ciò fa sì che tutti, almeno una volta, si impegnino
nella effettuazione e gestione dell’ordine di un prodotto e che in caso di
improvvisa impossibilità per un referente di portare a termine un ordine già
avviato, per un imprevisto qualunque, ci sia sempre qualcuno che subentri.
Questo è il contributo della solidarietà che si richiede a tutti i partecipanti. È
stato sottolineato che i Gas non si configurano come associazioni inquanto
non hanno nessun obbligo riguardante la tenuta di libri sociali o la redazione
di bilancio. Va da sé che gli acquisti devono essere sempre fatti con grande
attenzione, deve essere sempre possibile risalire al documento fiscale che
accompagna la merce, quindi è sempre necessario rivolgersi a ditte in grado
di fatturare. L’acquisto si configura come acquisto collettivo, durante la
distribuzione non viene mai effettuato un ricarico sul prezzo della merce e
dunque non c’è altro che il rimborso della esatta cifra esborsata dal
referente nell’acquisto del prodotto.
Durante la serata i due relatori hanno inoltre richiamato l’attenzione sul fatto
che in seguito al fiorire di nuovi Gas, la rete Intergas sta avviando delle
attività culturali per l’approfondimento di alcune tematiche quali per
esempio la conoscenza personale dei produttori attraverso visite guidate
alle aziende, per permettere ai consumatori di verificare sul posto i criteri
che li hanno portati a preferirlo, serate di degustazione dei prodotti, serate di
autoproduzione (produzione del pane con lievito madre) e laboratori per la
costituzione di orti da balcone o per la manutenzione delle biciclette (per le
date e modalità di partecipazione vedere sito di Trentino Arcobaleno).
La serata si è conclusa con un dibattito e la raccolta di nuove adesioni che
hanno riempito di orgoglio gli organizzatori.
Vittoria Procino
SocialitàCircolo culturale ricreativo S.Pietro
Anche quest’anno, presso il Circolo Culturale S.Pietro, si sono tenuti i corsi
dell’Università della Terza Età e del Tempo Libero di Trento.
Il bilancio del percorso fatto è stato sicuramente molto positivo, con una
buona partecipazione e soprattutto con molto interesse.
Abbiamo iniziato con dei corsi di Bioetica e si è parlato di un argomento
molto attuale, cioè del cosiddetto “Testamento Biologico”. Si sono
approfondite le tematiche del perché farlo, dei pro e dei contro, portandoci
ad una profonda riflessione su un tema così delicato e problematico.
Successivamente c'è stata una conferenza sull'argomento “Donna nell’età
della globalizzazione”, dove sono state presentate e discusse le tematiche e
i vantaggi che questo comporta.
Durante il passaggio dalla TV analogica a quella digitale un relatore ci ha
spiegato cos'è il digitale, vantaggi e svantaggi. Un'informativa sui diversi
decoder in commercio e dei consigli pratici per l’acquisto di una TV digitale e
interattiva.
Un’altra conferenza interessante è stata quella su “Analisi attualità”. Ci
hanno parlato di ”New Strategie“ per l’Afghanistan, di Obama e della nuova
politica USA, nonché del ruolo dell’Italia nella politica mondiale.
Molto interessanti sono stati i corsi sulla “Letteratura italiana del ‘900”, tenuti
da una docente appassionata e competente che, partendo dal
"decadentismo italiano”, ha parlato di Pascoli e D’Annunzio facendone i
confronti, illustrandoci i pensieri, le opere e leggendoci alcuni brani delle loro
attività letterarie. A seguire ci ha parlato, accennandone le storie e le opere,
dei “crepuscolari” quali Corazzini, Moretti, Gozzano, Papini, per poi passare
alla corrente artistica italiana del futurismo, dei manifesti di Marinetti e del
periodo storico di questi autori. Infine ci ha parlato della, così denominata,
“poesia nuova” con i suoi grandi autori quali Ungaretti e Montale
raccontandoci le loro vite, le loro opere, le poesie, facendo tante letture di
testi poetici.
Un altro corso molto coinvolgente è stato quello sulla «Medicina alternativa -
Curare o guarire?»: Omeopatia (storia, leggi, indicazioni e limiti),
Erboristeria (con particolare attenzione alle interferenze tra farmaci e
fitoterapici), Fiori di Bach (cosa sono e quali sono le indicazioni secondo la
teoria del Dott. Bach) e poi cenni sull’Iridologia, sull'Aromaterapia e sulle
Terapie Sensoriali. Infine alcuni riferimenti sulla medicina orientale, le cui
radici risalgono alla notte dei tempi, basata sul concetto che la malattia è il
diretto risultato del non vivere secondo le leggi della natura.
Bruna Licen
prim
ave
ra 2
010
primavera 2010
n. 01S
notiziamo le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili . cultura, cronaca e curiosità notiziamo
cultura, cronaca e curiosità . . .si delibera orari e numeri utili .le associazioni si raccontano
Stage estivi in comuneUn’opportunità di crescita all’interno della nostra Comunità
Il Comune di Lasino, da alcuni anni, offre la possibilità agli studenti delle
scuole medie superiori di svolgere il proprio stage formativo all’interno dei
suoi uffici.
Il tirocinio è solitamente di quattro settimane: gli studenti sono seguiti da un
tutor aziendale e devono rispettare l’orario di lavoro previsto nel contratto a
“tempo pieno”. Dalla scuola vengono fissati degli obiettivi formativi, che
saranno poi valutati e relazionati dal tutor alla fine del periodo stabilito.
Il fine di questa esperienza è favorire l’orientamento professionale
post–diploma nonché avvicinare il famigerato divario tra scuola e mondo del
lavoro. Infatti, una volta terminati gli studi, non sempre è facile sviluppare
una buona capacità relazionale all’interno di una situazione lavorativa né
tanto meno conoscere e capire l’organizzazione dei vari uffici e la loro
collocazione nel contesto aziendale.
La scorsa estate, l’Ufficio Tecnico ha ospitato lo studente Dallapè
Alessandro dell’ I.T.G. “POZZO” di Trento (nella foto) per cinque
settimane.
Il tirocinante ha eseguito con impegno, puntualità e autonomia i compiti
affidatigli, manifestando interesse per l’attività dell’ufficio, nonché una
buona capacità di apprendimento delle nozioni impartite e un’ottima
interazione con l’ambiente aziendale.
Il Responsabile del Servizio Tecnico, Cinzia Geom. Tozzi, è rimasta
positivamente colpita dalla disponibilità dello studente che, in un momento
in cui l’Ufficio Tecnico si trovava in difficoltà, non ha esitato a prolungare di
una settimana lo stage.
Manuela Bassetti
Sicurezza in internetCome valutare le risorse della Rete
Internet, Network, Blog, Email: sono termini che ormai si usano e si sentono
quasi tutti i giorni. La tecnologia comunicativa e d’incontro, le possibilità di
consultazione di fonti, le opportunità d’informazione che la rete internet offre
sono note a tutti. Oltre alle opportunità, siamo davvero consapevoli dei
pericoli che la rete contiene e che rappresentano un rischio per gli
adolescenti ed i giovani? La cronaca, e a volte anche le nostre esperienze
personali, ci dice come le nuove generazioni non sempre riconoscono le
minacce contenute in un uso non appropriato delle nuove tecnologie.
Indispensabile quindi è anche il ruolo dei genitori, che sono chiamati a
conoscere non solo gli aspetti positivi della rete internet, ma anche i pericoli
che essa contiene e quali atteggiamenti e sensibilità attuare di fronte a
situazione di disagio dei figli, in caso di uso improprio e pericoloso di
internet.
Dopo aver valutato tutte queste situazioni, l’Associazione NOI Valle dei
Laghi ha deciso di promuovere un progetto sulla “sicurezza in rete”.
Lo scopo del progetto è quello di creare nei giovani della Valle dei Laghi una
cultura corretta dell’uso delle nuove tecnologie, conoscendone possibilità e
pericoli, affinché internet sia uno strumento positivo e non una minaccia per
la salute e la capacità relazionale. Inoltre si cercherà di dare ai genitori
indicazioni di attenzione e di sensibilità nel caso i figli manifestino degli
atteggiamenti di disagio dovuti all’uso improprio di internet.
Il progetto si suddivide in 4 incontri che saranno coordinati dal dott. Michele
Facci, docente ed esperto di ICT (Information and Communication
Technology).
Nella prima serata il relatore sarà il dott. Mauro Berti, vice sovrintendente
della Polizia di Stato -Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni
del Trentino Alto Adige-, che illustrerà le “nuove” tecnologie.
Nella seconda serata il signor Aldo Gabbi, Dirigente del Liceo Scientifico
“G.Galilei” di Trento, parlerà del rapporto tra Internet e i minori,
soffermandosi su questioni relative a educazione e scuola.
Nella terza serata Fabio Pipinato, direttore di Unimondo e della Fondazione
Fontana onlus, cercherà di mostrare le potenzialità di internet per il territorio
e per il Terzo Mondo.
Nella quarta e ultima serata Marco Ciampa, assistente informatico presso
il Liceo Scientifico “G.Galilei” di Trento e membro del Linux Trent, tratterà il
tema del Software Libero e delle “open source”, come risposta legale alle
esigenze dei ragazzi.
Gli incontri si svolgeranno nei primi quattro lunedì di maggio e avranno inizio
alle ore 20.30. Il primo si terrà presso il Teatro di Calavino (3 maggio), il
secondo a Vezzano (10 maggio), il terzo presso il Teatro di Padergnone (14
maggio), mentre l’ultimo sarà a Cavedine presso la sala della Biblioteca (24
maggio).
Il Progetto è principalmente rivolto agli adolescenti dai 14 ai 29 anni, ma
sono caldamente invitati anche i genitori e tutti coloro che sono interessati
all’argomento.
Per informazioni e aggiornamenti vi preghiamo di consultare il sito internet
all’indirizzo www.noivalledeilaghi.it e le bacheche comunali.
Gloria Chistè
Murales 2010PRO LOCO Lasino-Lagolo
La PRO LOCO Lasino-Lagolo ricorda che se ci fossero delle persone interessate all’eventuale esecuzione di MURALES su una parete della propria casa,
possono comunicarlo entro la fine di MAGGIO.
Irene Simonetti
Carnevale ecologicoIl rispetto dell’ambiente passa attraverso comportamenti individuali e anche comunitari
in occasioni di divertimento collettivo come è stato il CARNEVALE!
La PRO LOCO Lasino Lagolo sensibile da sempre alle tematiche ecologico-
ambientali, anche quest’anno ha proposto un piccolo gesto per ridurre
l’inquinamento e il relativo smaltimento di rifiuti.
Martedì 16 febbraio ultimo di carnevale il “tradizionale piatto di bigoi” non è
stato servito nel contenitore di mater-Bi usa e getta (anche se
biodegradabile), ma è stato servito in un PIATTO LAVABILE."
Per gestire correttamente questo nuovo modo di distribuzione dei “bigoi”, è
stata chiesta una cauzione di 1 EURO che veniva RESTITUITO alla
riconsegna del piatto.
Molti sono stati i commenti favorevoli, qualche malumore o qualche
brontolio c’e stato, ma sono stati veramente pochi. Solo alcuni nostalgici,
ricordando che il carnevale era organizzato lasciando alla gente il self-
service! “e adesso cos’è questa novità ?????” la richiesta di un euro anche
se a titolo cauzionale ha suscitato poche reazioni negative, superate
comunque, pensando alla montagna di immondizie risparmiate !!!!!!!
C’è da dire che la popolazione di Lasino era stata informata di questo
cambiamento. Infatti ci sono state delle persone che, per comodità, si sono
portati un contenitore da casa.
Il Carnevale, anche con questa innovazione, è stato apprezzato da tutti,
unica bizza l’ha fatta il tempo: al mattino era molto nuvoloso, sono persino
caduti alcuni fiocchi di neve che sembravano tanti coriandoli bianchi, ma nel
pomeriggio…..è uscito anche il sole …….magia del Mago????? Ci sono
state molte persone, lo abbiamo dedotto dalla massiccia partecipazione di
adulti che hanno fatto una scorpacciata di “bigoi”, infatti sono stati cotti più di
180 kg. conditi con l’inconfondibile ed ottimo ragù preparato come sempre
dai collaudatissimi e bravissimi “cuochi”, il tutto poi è stato annaffiato da un
caldo e gradevole “vin brulè”. Tutti i bambini mascherati, dopo la tradizionale
passerella in piazza ….si sono intrattenuti con il MAGO RUDY ospite
d’eccezione per tutto il pomeriggio coinvolgendo allegramente tutti con
magie, balli, e giochi vari.
Purtroppo abbiamo dovuto registrare un fatto alquanto sgradevole che mai
avremmo immaginato sarebbe accaduto. Infatti, a fine giornata, abbiamo
constatato un ammanco consistente del numero di piatti lavabili messi a
disposizione. Quantitativo che difficilmente può coincidere con uno
smarrimento accidentale o abbandono, ma appare più come il risultato di un
atteggiamento organizzato e premeditato al fine di recare danno
all'associazione. Ci auguriamo che questo genere di situazioni non si
debbano ripetere in futuro: al di là dell'aspetto economico, sono un vero e
proprio affronto a tutti i volontari che ogni anno collaborano con passione
per la buona riuscita della manifestazione.
Nonostante questo inconveniente, il carnevale 2010 si è chiuso nel tardo
pomeriggio con la soddisfazione di tutti, all'insegna dell'allegria e nel
rispetto dell'ambiente.
Irene Simonetti
prim
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primavera 2010
n. 01S
notiziamo le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili . cultura, cronaca e curiosità notiziamo
cultura, cronaca e curiosità . . .si delibera orari e numeri utili .le associazioni si raccontano
Stage estivi in comuneUn’opportunità di crescita all’interno della nostra Comunità
Il Comune di Lasino, da alcuni anni, offre la possibilità agli studenti delle
scuole medie superiori di svolgere il proprio stage formativo all’interno dei
suoi uffici.
Il tirocinio è solitamente di quattro settimane: gli studenti sono seguiti da un
tutor aziendale e devono rispettare l’orario di lavoro previsto nel contratto a
“tempo pieno”. Dalla scuola vengono fissati degli obiettivi formativi, che
saranno poi valutati e relazionati dal tutor alla fine del periodo stabilito.
Il fine di questa esperienza è favorire l’orientamento professionale
post–diploma nonché avvicinare il famigerato divario tra scuola e mondo del
lavoro. Infatti, una volta terminati gli studi, non sempre è facile sviluppare
una buona capacità relazionale all’interno di una situazione lavorativa né
tanto meno conoscere e capire l’organizzazione dei vari uffici e la loro
collocazione nel contesto aziendale.
La scorsa estate, l’Ufficio Tecnico ha ospitato lo studente Dallapè
Alessandro dell’ I.T.G. “POZZO” di Trento (nella foto) per cinque
settimane.
Il tirocinante ha eseguito con impegno, puntualità e autonomia i compiti
affidatigli, manifestando interesse per l’attività dell’ufficio, nonché una
buona capacità di apprendimento delle nozioni impartite e un’ottima
interazione con l’ambiente aziendale.
Il Responsabile del Servizio Tecnico, Cinzia Geom. Tozzi, è rimasta
positivamente colpita dalla disponibilità dello studente che, in un momento
in cui l’Ufficio Tecnico si trovava in difficoltà, non ha esitato a prolungare di
una settimana lo stage.
Manuela Bassetti
Sicurezza in internetCome valutare le risorse della Rete
Internet, Network, Blog, Email: sono termini che ormai si usano e si sentono
quasi tutti i giorni. La tecnologia comunicativa e d’incontro, le possibilità di
consultazione di fonti, le opportunità d’informazione che la rete internet offre
sono note a tutti. Oltre alle opportunità, siamo davvero consapevoli dei
pericoli che la rete contiene e che rappresentano un rischio per gli
adolescenti ed i giovani? La cronaca, e a volte anche le nostre esperienze
personali, ci dice come le nuove generazioni non sempre riconoscono le
minacce contenute in un uso non appropriato delle nuove tecnologie.
Indispensabile quindi è anche il ruolo dei genitori, che sono chiamati a
conoscere non solo gli aspetti positivi della rete internet, ma anche i pericoli
che essa contiene e quali atteggiamenti e sensibilità attuare di fronte a
situazione di disagio dei figli, in caso di uso improprio e pericoloso di
internet.
Dopo aver valutato tutte queste situazioni, l’Associazione NOI Valle dei
Laghi ha deciso di promuovere un progetto sulla “sicurezza in rete”.
Lo scopo del progetto è quello di creare nei giovani della Valle dei Laghi una
cultura corretta dell’uso delle nuove tecnologie, conoscendone possibilità e
pericoli, affinché internet sia uno strumento positivo e non una minaccia per
la salute e la capacità relazionale. Inoltre si cercherà di dare ai genitori
indicazioni di attenzione e di sensibilità nel caso i figli manifestino degli
atteggiamenti di disagio dovuti all’uso improprio di internet.
Il progetto si suddivide in 4 incontri che saranno coordinati dal dott. Michele
Facci, docente ed esperto di ICT (Information and Communication
Technology).
Nella prima serata il relatore sarà il dott. Mauro Berti, vice sovrintendente
della Polizia di Stato -Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni
del Trentino Alto Adige-, che illustrerà le “nuove” tecnologie.
Nella seconda serata il signor Aldo Gabbi, Dirigente del Liceo Scientifico
“G.Galilei” di Trento, parlerà del rapporto tra Internet e i minori,
soffermandosi su questioni relative a educazione e scuola.
Nella terza serata Fabio Pipinato, direttore di Unimondo e della Fondazione
Fontana onlus, cercherà di mostrare le potenzialità di internet per il territorio
e per il Terzo Mondo.
Nella quarta e ultima serata Marco Ciampa, assistente informatico presso
il Liceo Scientifico “G.Galilei” di Trento e membro del Linux Trent, tratterà il
tema del Software Libero e delle “open source”, come risposta legale alle
esigenze dei ragazzi.
Gli incontri si svolgeranno nei primi quattro lunedì di maggio e avranno inizio
alle ore 20.30. Il primo si terrà presso il Teatro di Calavino (3 maggio), il
secondo a Vezzano (10 maggio), il terzo presso il Teatro di Padergnone (14
maggio), mentre l’ultimo sarà a Cavedine presso la sala della Biblioteca (24
maggio).
Il Progetto è principalmente rivolto agli adolescenti dai 14 ai 29 anni, ma
sono caldamente invitati anche i genitori e tutti coloro che sono interessati
all’argomento.
Per informazioni e aggiornamenti vi preghiamo di consultare il sito internet
all’indirizzo www.noivalledeilaghi.it e le bacheche comunali.
Gloria Chistè
Murales 2010PRO LOCO Lasino-Lagolo
La PRO LOCO Lasino-Lagolo ricorda che se ci fossero delle persone interessate all’eventuale esecuzione di MURALES su una parete della propria casa,
possono comunicarlo entro la fine di MAGGIO.
Irene Simonetti
Carnevale ecologicoIl rispetto dell’ambiente passa attraverso comportamenti individuali e anche comunitari
in occasioni di divertimento collettivo come è stato il CARNEVALE!
La PRO LOCO Lasino Lagolo sensibile da sempre alle tematiche ecologico-
ambientali, anche quest’anno ha proposto un piccolo gesto per ridurre
l’inquinamento e il relativo smaltimento di rifiuti.
Martedì 16 febbraio ultimo di carnevale il “tradizionale piatto di bigoi” non è
stato servito nel contenitore di mater-Bi usa e getta (anche se
biodegradabile), ma è stato servito in un PIATTO LAVABILE."
Per gestire correttamente questo nuovo modo di distribuzione dei “bigoi”, è
stata chiesta una cauzione di 1 EURO che veniva RESTITUITO alla
riconsegna del piatto.
Molti sono stati i commenti favorevoli, qualche malumore o qualche
brontolio c’e stato, ma sono stati veramente pochi. Solo alcuni nostalgici,
ricordando che il carnevale era organizzato lasciando alla gente il self-
service! “e adesso cos’è questa novità ?????” la richiesta di un euro anche
se a titolo cauzionale ha suscitato poche reazioni negative, superate
comunque, pensando alla montagna di immondizie risparmiate !!!!!!!
C’è da dire che la popolazione di Lasino era stata informata di questo
cambiamento. Infatti ci sono state delle persone che, per comodità, si sono
portati un contenitore da casa.
Il Carnevale, anche con questa innovazione, è stato apprezzato da tutti,
unica bizza l’ha fatta il tempo: al mattino era molto nuvoloso, sono persino
caduti alcuni fiocchi di neve che sembravano tanti coriandoli bianchi, ma nel
pomeriggio…..è uscito anche il sole …….magia del Mago????? Ci sono
state molte persone, lo abbiamo dedotto dalla massiccia partecipazione di
adulti che hanno fatto una scorpacciata di “bigoi”, infatti sono stati cotti più di
180 kg. conditi con l’inconfondibile ed ottimo ragù preparato come sempre
dai collaudatissimi e bravissimi “cuochi”, il tutto poi è stato annaffiato da un
caldo e gradevole “vin brulè”. Tutti i bambini mascherati, dopo la tradizionale
passerella in piazza ….si sono intrattenuti con il MAGO RUDY ospite
d’eccezione per tutto il pomeriggio coinvolgendo allegramente tutti con
magie, balli, e giochi vari.
Purtroppo abbiamo dovuto registrare un fatto alquanto sgradevole che mai
avremmo immaginato sarebbe accaduto. Infatti, a fine giornata, abbiamo
constatato un ammanco consistente del numero di piatti lavabili messi a
disposizione. Quantitativo che difficilmente può coincidere con uno
smarrimento accidentale o abbandono, ma appare più come il risultato di un
atteggiamento organizzato e premeditato al fine di recare danno
all'associazione. Ci auguriamo che questo genere di situazioni non si
debbano ripetere in futuro: al di là dell'aspetto economico, sono un vero e
proprio affronto a tutti i volontari che ogni anno collaborano con passione
per la buona riuscita della manifestazione.
Nonostante questo inconveniente, il carnevale 2010 si è chiuso nel tardo
pomeriggio con la soddisfazione di tutti, all'insegna dell'allegria e nel
rispetto dell'ambiente.
Irene Simonetti
prim
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primavera 2010
n. 01S
notiziamo .le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili cultura, cronaca e curiosità
notiziamo .le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili cultura, cronaca e curiosità
Il CIACil Ciao Amici Club
Più o meno quarantacinque anni fa a Lasino visse la sua rapida ma
elettrizzante stagione il Ciac: il Ciao Amici Club.
Ciao Amici era una rivista musicale, la prima nel suo genere in Italia, nata
sulla cresta dell’onda beat che dall’Inghilterra andava tracimando per tutto
l’occidente portando con sé cambiamenti radicali. Erano i primissimi anni
dei Beatles, per capirci, e degli Stones; Bob Dylan, per noi qui in valle,
sarebbe arrivato con un po’ di ritardo. In quell’inizio degli anni sessanta, la
musica, con il suo linguaggio universale, fu il primo e vero collante capace di
aggregare i giovani. Poi, come segni distintivi, sarebbero arrivati
l’abbigliamento eccentrico ed i capelli lunghi. Solo più in là esploderà la
stagione della contestazione, il vero solco di demarcazione epocale.
Il boom economico aveva sì tolto l’Italia dalle secche del dopoguerra, ma
non è che avesse portato grandi mutamenti al nostro modo di vivere. La vita,
soprattutto qui nella nostra valle fuori mano, era ancora scandita dai cambi
di stagione e pareva riservare, a noi giovani, un’esistenza poco dissimile da
quella dei nostri padri. Si cresceva in fretta e ti ritrovavi, ancor giovane, con
la vita già tracciata da altri, chiusa fra i paletti piantati dalla famiglia, dalla
chiesa, dal mondo del lavoro e dalla scuola con le loro regole antiche e
indiscutibili. Noi però, noi giovani di allora intendo, ci sentivamo serpeggiare
dentro un qualcosa di non conosciuto. Una sorta di smania. La voglia di
alzare la testa, di fare un passo in avanti. Un’inquietudine che ci spingeva a
guardare con curiosità ben oltre la corona di montagne che ci chiudeva
l’orizzonte. Era una voglia di cambiamento non ancor ben compresa, la
voglia di contare e di decidere per noi stessi, di rivendicare il nostro diritto a
essere giovani, a pensarla diversamente e di affrancarci da una società
perbene che marcava come peccaminosa e teppistica ogni manifestazione
che sfuggiva al suo controllo. Da tutto questo nacque il Ciac di Lasino, e
anche da altro: dal nostro desiderio di saltare il muro per andare a vedere
cosa c’era al di là.
Ciao Amici aveva deciso, come operazione di marketing (come si direbbe
ora), di organizzare fra i suoi lettori la nascita di club legati alla rivista, e di
sostenerli. Quando ne parlammo fra noi, eravamo in sette nel gruppo
fondatore, ci parve d’aver scoperto l’America e partimmo di slancio.
Sistemammo la sede in via Bordesino, dove adesso c’è il numero civico 7, in
uno stanzone messo a disposizione, senza se e senza ma, da uno del
gruppo con quel franco desiderio di condivisione che sarebbe poi diventato
uno dei simboli degli anni sessanta e settanta. In realtà, quello che ne
ricavammo fu una specie di saloon da film western con il bancone del bar e
la consolle, come si direbbe ora, sorretti dalle ruote di un carro e quelle di un
broz trasformate in lampadari. Il legname che ci servì lo trafugammo dal
bosco sopra il paese in una domenica mattina con pressoché tutto il paese a
messa, sentendoci più furbi del custode forestale che, a guardar bene i fatti,
si faceva coglionare solo quando lo decideva lui.
Il nostro più grande piacere, e giusto orgoglio, lo ricavammo proprio dal
lavorare in quel locale spalla a spalla per metter in piedi, anche
materialmente, qualcosa che fosse solo nostro, frutto dei nostri desideri e
della nostra fantasia, con i ragazzi più giovani, ricordo, che curiosavano un
po’ intimiditi attraverso le finestre. Il Ciac divenne per noi una specie di tana;
lo vedevamo come un laboratorio di idee, un luogo per fare musica,
discutere e divertirci, una sorta d’autostrada che ci avrebbe collegato ad un
mondo che dalla nostra valle ci appariva ancora piuttosto lontano.
Il nostro fu il centesimo Ciac italiano. Come premio ottenemmo dalla rivista
quello che noi chiamavamo un po’ pomposamente impianto stereo e che, in
realtà, era solo un giradischi forse un po’ più sofisticato degli altri, e la visita
del presidente nazionale dei Ciao Amici Club, un omettino con occhiali
spessi e capelli radi vestito come un impiegato del catasto, una mezza
delusione, che arrivò in paese con la corriera della sera.
Lo inaugurammo una domenica pomeriggio. Il primo complesso a suonarvi,
così allora chiamavamo le band, furono i Britanni, e chi gravita attorno alla
nostra generazione dovrebbe ricordarseli di certo. Quel giorno arrivarono
così in tanti, richiamati da chissà quale sconosciuto tam-tam, che la cosa
per poco non ci travolse già il primo giorno. Ci fu una sola defezione, grave
però: le ragazze del paese. Non per loro scelta, è sicuro, ma perché il
controllo esercitato dalla cosiddetta società perbene sulla parte femminile
della nostra generazione, era allora molto forte. E troppo scandaloso deve
essere stato giudicato il nostro club perché le ragazze da marito del paese
potessero infilarci anche solo il naso.
Quel primo e inatteso successo ci rese piuttosto baldanzosi; mettemmo su
anche delle arie cominciando a pensarla fin troppo in grande. Successe poi
che in paese, contro di noi, prese corpo un’inedita alleanza: quella fra i
proprietari dei due bar ed il parroco. I primi temendo che rubassimo loro la
già magra clientela, il secondo preoccupato per le nostre anime che credeva
in pericolo. Nella realtà, e forse senza esserne del tutto consapevoli,
cercavano a modo loro di porre un argine al nostro tentativo di
emancipazione. Era quello a spaventarli. Temevano semplicemente di
perdere il controllo che famiglia e chiesa avevano da sempre esercitato. La
cosa non fece altro che renderci ancora più temerari. Che i parroci della
valle predicassero contro il nostro club ci fece sentire importanti e sorgere il
sospetto d’aver creato qualcosa che stava sparigliando le cose. Chi di noi
frequentava la chiesa, in quei giorni lo fece portando in bella mostra il
distintivo del Ciac all’occhiello della giacca.
Non ebbe vita lunga il Ciac, ma era inevitabile, a pensarci bene. Non fu una
fiammata però, fu un gran bel falò che bruciò riscaldandoci per bene e che si
fece vedere lontano, ben oltre la cresta delle montagne che chiude la valle.
Forse quell’esperienza finì, e anche un po’ ingloriosamente, è giusto dirlo,
semplicemente perché eravamo impreparati a comprendere e indirizzare
tutte le pulsioni che si agitavano dentro e fuori di noi. Ci sentivamo sì
proiettati verso il nuovo, verso il tempo che doveva venire, ma ancora
faticavamo a strappare le radici che ci tenevano ancorati al territorio che
volevamo abbandonare. Di certo quell’esperienza si chiuse per lo scontro
che, inevitabile, si manifestò fra le due anime del gruppo: quella,
chiamiamola, imprenditoriale e quella che possiamo definire creativa. È in
questa secca che il nostro laboratorio si è arenato.
Una cosa comprendemmo solo più in là, una cosa non da poco: dal piccolo
del nostro paese fuori mano, al tempo tutto chiesa e osteria, campi di patate
e zaldo, uomini col cappello e donne con il fazzoletto in testa come le donne
arabe di oggi, stavamo mettendo anche del nostro in quel cambiamento
generazionale che di lì a poco avrebbe infiammato e cambiato l’occidente.
A distanza di quasi mezzo secolo c’è una domanda che ancora mi fa
sorridere: in che mani sarà mai finito il nostro mitico impianto stereo?
Graziano Zambarda
MemorialeNel cuore nessuna croce manca - 1914-1918
La Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con il Museo Storico
Italiano di Rovereto, ha allestito un memoriale degli undicimilaquattrocento
caduti trentini nella prima guerra mondiale nella sala di Rappresentanza del
Palazzo della Regione di Trento, dal 31 gennaio al 13 febbraio. Vi è esposta
la lista dei nomi di tutti i caduti trentini.
Il sette febbraio “Giorno dei nomi” sono stati letti pubblicamente tutti i nomi
dei soldati trentini morti in guerra. Per il comune di Lasino è stata la signora
Simonetti Irene a leggere i nomi dei ben quarantasette nostri compaesani
caduti (vedi «Elenco nomi dei caduti» a fine pagina) per svolgere il loro
dovere di soldati.
Oltre ai nomi è stata esposta una mostra fotografica sui cimiteri della Galizia
e sono state proposte alcune installazioni video. Sono stati proiettati i film
«Prigionieri della guerra» di Y. Gianikian e A. Ricci Lucchi e «La colpa
ignota» di D. Leoni e L. Pavarello.
Bisogna ricordare che nel 1914 quando scoppiò la prima guerra mondiale, i
trentini erano cittadini dell’impero Austro-Ungarico e combatterono per
quella bandiera sui fronti della Galizia, della Volinia, dei Carpazi, della
Romania e dell’Italia.
Solo una piccola ma significativa minoranza di trentini si arruolò come
volontari nell’Esercito italiano perché si sentivano italiani e volevano
annettere il Trentino all’Italia. Solo quest’ultimi vennero ricordati con
monumenti e titolazioni di scuole, vie e piazze.
I soldati trentini chiamati in guerra furono 60.000 di cui 11.400 morirono; fino
ad oggi vennero ricordati solo dalle loro famiglie ma non dalla storia italiana.
Il Trentino era stato annesso all’Italia e quindi quei soldati “italiani d’Austria”
dimenticati, ecco perché “nel cuore nessuna croce manca”,
indipendentemente dall’uniforme che portarono.
Ed ecco che si ritrova un vecchio diario (vedi immagine sotto) della maestra
Bolognani Celestina di Pergolese, il quale riporta il discorso fatto ai reduci di
guerra nel 1920. Noi ve lo riportiamo così com’era per ricordare anche la
storia della nostra gente:
A REDUCI DALLA GUERRA
Voi o campioni nostri, nostri prodi e nostro vanto. Sarche Lasino esultante
saluta - affettuosa la Patria nostra vi da i benvenuti! Questo giorno che
riunisce finalmente gli sparsi suoi figli reduci da lunga aspra e difficile lotta - è
un giorno di gioia schietta e cordiale quantunque purtroppo non compiuta;
alcuni posti son vuoti e perdonate se la Patria getta un’onda di mestizia nel
convitto invitandovi a mandare un saluto unanime alle tombe lontane e
vicine di coloro che lasciarono un posto vuoto tra voi; Pace ai prodi estinti,
pace alle meste famiglie che consoleremo col nostro affetto e col nostro
aiuto.
Salve a voi a cui arrise fortuna.
Ora si cancelli da ogni animo il residuo astioso delle passate sofferenze - le
piccole gelosie, le basse invidie sian sepolte per sempre - si riannodi la
catena sociale della vita sociale, torni finalmente la vita entusiasta, la vita
attiva, la vita gaia.
Sotto il nostro magnifico cielo, nell'ubertoso nostro piano, s'intuoni ancora in
mezzo al fervor del lavoro il canto dell'allegria! Tutto era vuoto e triste senza
di voi, e ridonate la vita al ridente paesaggio nostro che il forestiero ammira
incantato, le istituzioni, le imprese così ben avviate aspettano voi o giovani
forze valorose. Voi unico volere un cuor solo e avanti!
Nel giovine villaggio deve regnare l'ordine, l'armonia, e il benessere! …
La Patria vi prega o cari guerrieri Voi educati alla dura scuola del dolore,
istruiti dall'amara esperienza - date lumi - date forza date uniti ottimi esempi.
Sarche Lasino in Voi sperando sia lieta e con voi e per voi si tuona esultante
il triplice evviva.
Evviva la Patria; Evviva i Masi; Evviva l'unione!
Elenco nomi dei caduti nostri compaesani:
Bassetti Francesco, Bassetti Gioacchino, Bassetti Ilario, Bassetti Pietro, Bassetti Saverio, Carlini Candido (1877-1915), Carlini Mario (1894-1915), Ceschini
Domenico, Ceschini Emanuele, Ceschini Giuseppe, Ceschini Vitale, Chemelli Alfredo (1881-1914), Chemelli Emanuele, Chemelli Tomaso, Chemotti
Francesco, Chemotti Mario, Chistè Basilio, Chistè Bonfiglio (1888-1914), Chistè Carlo, Chistè Francesco (1878-1916), Chistè Germano, Chistè Giovanni
(1883-1916), Chistè Giovanni (1884-1917), Chistè Giuseppe, Chistè Guido (1884-1915), Chistè Mansueto, Danielli Luigi, Floriani Andrea (1882-1914),
Gianordoli Domenico (1889-1917), Gianordoli Giuseppe (1889-1917), Gobber Vigilio (1894-1917), Lenzi Isidoro (1887-1916), Merlo Alessandro, Pedrini
Angelo (1883-1914), Pisoni Adriano (1894-1915), Pisoni Augusto, Pisoni Beniamino (1868-1918), Pisoni Eugenio, Pisoni Giacomo, Pisoni Giovanni (1884-
1914), Pisoni Teodoro, Santuliana Paolo, Sommadossi Giuseppe, Trentini Camillo, Trentini Federico (1892-1915), Zambarda Fiorenzo (1895-1917), Zeni
Giuseppe.
Marta Lever, Sandro Chistè
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primavera 2010
n. 01S
notiziamo .le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili cultura, cronaca e curiosità
notiziamo .le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili cultura, cronaca e curiosità
Il CIACil Ciao Amici Club
Più o meno quarantacinque anni fa a Lasino visse la sua rapida ma
elettrizzante stagione il Ciac: il Ciao Amici Club.
Ciao Amici era una rivista musicale, la prima nel suo genere in Italia, nata
sulla cresta dell’onda beat che dall’Inghilterra andava tracimando per tutto
l’occidente portando con sé cambiamenti radicali. Erano i primissimi anni
dei Beatles, per capirci, e degli Stones; Bob Dylan, per noi qui in valle,
sarebbe arrivato con un po’ di ritardo. In quell’inizio degli anni sessanta, la
musica, con il suo linguaggio universale, fu il primo e vero collante capace di
aggregare i giovani. Poi, come segni distintivi, sarebbero arrivati
l’abbigliamento eccentrico ed i capelli lunghi. Solo più in là esploderà la
stagione della contestazione, il vero solco di demarcazione epocale.
Il boom economico aveva sì tolto l’Italia dalle secche del dopoguerra, ma
non è che avesse portato grandi mutamenti al nostro modo di vivere. La vita,
soprattutto qui nella nostra valle fuori mano, era ancora scandita dai cambi
di stagione e pareva riservare, a noi giovani, un’esistenza poco dissimile da
quella dei nostri padri. Si cresceva in fretta e ti ritrovavi, ancor giovane, con
la vita già tracciata da altri, chiusa fra i paletti piantati dalla famiglia, dalla
chiesa, dal mondo del lavoro e dalla scuola con le loro regole antiche e
indiscutibili. Noi però, noi giovani di allora intendo, ci sentivamo serpeggiare
dentro un qualcosa di non conosciuto. Una sorta di smania. La voglia di
alzare la testa, di fare un passo in avanti. Un’inquietudine che ci spingeva a
guardare con curiosità ben oltre la corona di montagne che ci chiudeva
l’orizzonte. Era una voglia di cambiamento non ancor ben compresa, la
voglia di contare e di decidere per noi stessi, di rivendicare il nostro diritto a
essere giovani, a pensarla diversamente e di affrancarci da una società
perbene che marcava come peccaminosa e teppistica ogni manifestazione
che sfuggiva al suo controllo. Da tutto questo nacque il Ciac di Lasino, e
anche da altro: dal nostro desiderio di saltare il muro per andare a vedere
cosa c’era al di là.
Ciao Amici aveva deciso, come operazione di marketing (come si direbbe
ora), di organizzare fra i suoi lettori la nascita di club legati alla rivista, e di
sostenerli. Quando ne parlammo fra noi, eravamo in sette nel gruppo
fondatore, ci parve d’aver scoperto l’America e partimmo di slancio.
Sistemammo la sede in via Bordesino, dove adesso c’è il numero civico 7, in
uno stanzone messo a disposizione, senza se e senza ma, da uno del
gruppo con quel franco desiderio di condivisione che sarebbe poi diventato
uno dei simboli degli anni sessanta e settanta. In realtà, quello che ne
ricavammo fu una specie di saloon da film western con il bancone del bar e
la consolle, come si direbbe ora, sorretti dalle ruote di un carro e quelle di un
broz trasformate in lampadari. Il legname che ci servì lo trafugammo dal
bosco sopra il paese in una domenica mattina con pressoché tutto il paese a
messa, sentendoci più furbi del custode forestale che, a guardar bene i fatti,
si faceva coglionare solo quando lo decideva lui.
Il nostro più grande piacere, e giusto orgoglio, lo ricavammo proprio dal
lavorare in quel locale spalla a spalla per metter in piedi, anche
materialmente, qualcosa che fosse solo nostro, frutto dei nostri desideri e
della nostra fantasia, con i ragazzi più giovani, ricordo, che curiosavano un
po’ intimiditi attraverso le finestre. Il Ciac divenne per noi una specie di tana;
lo vedevamo come un laboratorio di idee, un luogo per fare musica,
discutere e divertirci, una sorta d’autostrada che ci avrebbe collegato ad un
mondo che dalla nostra valle ci appariva ancora piuttosto lontano.
Il nostro fu il centesimo Ciac italiano. Come premio ottenemmo dalla rivista
quello che noi chiamavamo un po’ pomposamente impianto stereo e che, in
realtà, era solo un giradischi forse un po’ più sofisticato degli altri, e la visita
del presidente nazionale dei Ciao Amici Club, un omettino con occhiali
spessi e capelli radi vestito come un impiegato del catasto, una mezza
delusione, che arrivò in paese con la corriera della sera.
Lo inaugurammo una domenica pomeriggio. Il primo complesso a suonarvi,
così allora chiamavamo le band, furono i Britanni, e chi gravita attorno alla
nostra generazione dovrebbe ricordarseli di certo. Quel giorno arrivarono
così in tanti, richiamati da chissà quale sconosciuto tam-tam, che la cosa
per poco non ci travolse già il primo giorno. Ci fu una sola defezione, grave
però: le ragazze del paese. Non per loro scelta, è sicuro, ma perché il
controllo esercitato dalla cosiddetta società perbene sulla parte femminile
della nostra generazione, era allora molto forte. E troppo scandaloso deve
essere stato giudicato il nostro club perché le ragazze da marito del paese
potessero infilarci anche solo il naso.
Quel primo e inatteso successo ci rese piuttosto baldanzosi; mettemmo su
anche delle arie cominciando a pensarla fin troppo in grande. Successe poi
che in paese, contro di noi, prese corpo un’inedita alleanza: quella fra i
proprietari dei due bar ed il parroco. I primi temendo che rubassimo loro la
già magra clientela, il secondo preoccupato per le nostre anime che credeva
in pericolo. Nella realtà, e forse senza esserne del tutto consapevoli,
cercavano a modo loro di porre un argine al nostro tentativo di
emancipazione. Era quello a spaventarli. Temevano semplicemente di
perdere il controllo che famiglia e chiesa avevano da sempre esercitato. La
cosa non fece altro che renderci ancora più temerari. Che i parroci della
valle predicassero contro il nostro club ci fece sentire importanti e sorgere il
sospetto d’aver creato qualcosa che stava sparigliando le cose. Chi di noi
frequentava la chiesa, in quei giorni lo fece portando in bella mostra il
distintivo del Ciac all’occhiello della giacca.
Non ebbe vita lunga il Ciac, ma era inevitabile, a pensarci bene. Non fu una
fiammata però, fu un gran bel falò che bruciò riscaldandoci per bene e che si
fece vedere lontano, ben oltre la cresta delle montagne che chiude la valle.
Forse quell’esperienza finì, e anche un po’ ingloriosamente, è giusto dirlo,
semplicemente perché eravamo impreparati a comprendere e indirizzare
tutte le pulsioni che si agitavano dentro e fuori di noi. Ci sentivamo sì
proiettati verso il nuovo, verso il tempo che doveva venire, ma ancora
faticavamo a strappare le radici che ci tenevano ancorati al territorio che
volevamo abbandonare. Di certo quell’esperienza si chiuse per lo scontro
che, inevitabile, si manifestò fra le due anime del gruppo: quella,
chiamiamola, imprenditoriale e quella che possiamo definire creativa. È in
questa secca che il nostro laboratorio si è arenato.
Una cosa comprendemmo solo più in là, una cosa non da poco: dal piccolo
del nostro paese fuori mano, al tempo tutto chiesa e osteria, campi di patate
e zaldo, uomini col cappello e donne con il fazzoletto in testa come le donne
arabe di oggi, stavamo mettendo anche del nostro in quel cambiamento
generazionale che di lì a poco avrebbe infiammato e cambiato l’occidente.
A distanza di quasi mezzo secolo c’è una domanda che ancora mi fa
sorridere: in che mani sarà mai finito il nostro mitico impianto stereo?
Graziano Zambarda
MemorialeNel cuore nessuna croce manca - 1914-1918
La Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con il Museo Storico
Italiano di Rovereto, ha allestito un memoriale degli undicimilaquattrocento
caduti trentini nella prima guerra mondiale nella sala di Rappresentanza del
Palazzo della Regione di Trento, dal 31 gennaio al 13 febbraio. Vi è esposta
la lista dei nomi di tutti i caduti trentini.
Il sette febbraio “Giorno dei nomi” sono stati letti pubblicamente tutti i nomi
dei soldati trentini morti in guerra. Per il comune di Lasino è stata la signora
Simonetti Irene a leggere i nomi dei ben quarantasette nostri compaesani
caduti (vedi «Elenco nomi dei caduti» a fine pagina) per svolgere il loro
dovere di soldati.
Oltre ai nomi è stata esposta una mostra fotografica sui cimiteri della Galizia
e sono state proposte alcune installazioni video. Sono stati proiettati i film
«Prigionieri della guerra» di Y. Gianikian e A. Ricci Lucchi e «La colpa
ignota» di D. Leoni e L. Pavarello.
Bisogna ricordare che nel 1914 quando scoppiò la prima guerra mondiale, i
trentini erano cittadini dell’impero Austro-Ungarico e combatterono per
quella bandiera sui fronti della Galizia, della Volinia, dei Carpazi, della
Romania e dell’Italia.
Solo una piccola ma significativa minoranza di trentini si arruolò come
volontari nell’Esercito italiano perché si sentivano italiani e volevano
annettere il Trentino all’Italia. Solo quest’ultimi vennero ricordati con
monumenti e titolazioni di scuole, vie e piazze.
I soldati trentini chiamati in guerra furono 60.000 di cui 11.400 morirono; fino
ad oggi vennero ricordati solo dalle loro famiglie ma non dalla storia italiana.
Il Trentino era stato annesso all’Italia e quindi quei soldati “italiani d’Austria”
dimenticati, ecco perché “nel cuore nessuna croce manca”,
indipendentemente dall’uniforme che portarono.
Ed ecco che si ritrova un vecchio diario (vedi immagine sotto) della maestra
Bolognani Celestina di Pergolese, il quale riporta il discorso fatto ai reduci di
guerra nel 1920. Noi ve lo riportiamo così com’era per ricordare anche la
storia della nostra gente:
A REDUCI DALLA GUERRA
Voi o campioni nostri, nostri prodi e nostro vanto. Sarche Lasino esultante
saluta - affettuosa la Patria nostra vi da i benvenuti! Questo giorno che
riunisce finalmente gli sparsi suoi figli reduci da lunga aspra e difficile lotta - è
un giorno di gioia schietta e cordiale quantunque purtroppo non compiuta;
alcuni posti son vuoti e perdonate se la Patria getta un’onda di mestizia nel
convitto invitandovi a mandare un saluto unanime alle tombe lontane e
vicine di coloro che lasciarono un posto vuoto tra voi; Pace ai prodi estinti,
pace alle meste famiglie che consoleremo col nostro affetto e col nostro
aiuto.
Salve a voi a cui arrise fortuna.
Ora si cancelli da ogni animo il residuo astioso delle passate sofferenze - le
piccole gelosie, le basse invidie sian sepolte per sempre - si riannodi la
catena sociale della vita sociale, torni finalmente la vita entusiasta, la vita
attiva, la vita gaia.
Sotto il nostro magnifico cielo, nell'ubertoso nostro piano, s'intuoni ancora in
mezzo al fervor del lavoro il canto dell'allegria! Tutto era vuoto e triste senza
di voi, e ridonate la vita al ridente paesaggio nostro che il forestiero ammira
incantato, le istituzioni, le imprese così ben avviate aspettano voi o giovani
forze valorose. Voi unico volere un cuor solo e avanti!
Nel giovine villaggio deve regnare l'ordine, l'armonia, e il benessere! …
La Patria vi prega o cari guerrieri Voi educati alla dura scuola del dolore,
istruiti dall'amara esperienza - date lumi - date forza date uniti ottimi esempi.
Sarche Lasino in Voi sperando sia lieta e con voi e per voi si tuona esultante
il triplice evviva.
Evviva la Patria; Evviva i Masi; Evviva l'unione!
Elenco nomi dei caduti nostri compaesani:
Bassetti Francesco, Bassetti Gioacchino, Bassetti Ilario, Bassetti Pietro, Bassetti Saverio, Carlini Candido (1877-1915), Carlini Mario (1894-1915), Ceschini
Domenico, Ceschini Emanuele, Ceschini Giuseppe, Ceschini Vitale, Chemelli Alfredo (1881-1914), Chemelli Emanuele, Chemelli Tomaso, Chemotti
Francesco, Chemotti Mario, Chistè Basilio, Chistè Bonfiglio (1888-1914), Chistè Carlo, Chistè Francesco (1878-1916), Chistè Germano, Chistè Giovanni
(1883-1916), Chistè Giovanni (1884-1917), Chistè Giuseppe, Chistè Guido (1884-1915), Chistè Mansueto, Danielli Luigi, Floriani Andrea (1882-1914),
Gianordoli Domenico (1889-1917), Gianordoli Giuseppe (1889-1917), Gobber Vigilio (1894-1917), Lenzi Isidoro (1887-1916), Merlo Alessandro, Pedrini
Angelo (1883-1914), Pisoni Adriano (1894-1915), Pisoni Augusto, Pisoni Beniamino (1868-1918), Pisoni Eugenio, Pisoni Giacomo, Pisoni Giovanni (1884-
1914), Pisoni Teodoro, Santuliana Paolo, Sommadossi Giuseppe, Trentini Camillo, Trentini Federico (1892-1915), Zambarda Fiorenzo (1895-1917), Zeni
Giuseppe.
Marta Lever, Sandro Chistè
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primavera 2010
n. 01S
notiziamo .le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili cultura, cronaca e curiosità
notiziamo .le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili cultura, cronaca e curiosità
Piante aromaticheBorragine - Borrago officinalis -
In questo numero vi parlerò della Borragine, definita anche
“dispensatrice di gioia, forza e coraggio”.
È una pianta di facile coltivazione con proprietà sia curative che culinarie;
erbacea, annuale, con radice a fittone e fusto carnoso e ramificato ricoperto
da peli biancastri leggermente pungenti. Si
presenta con foglie alternate, ovali dal
bordo ondulato, pelose e picciolate. Ha fiori
a forma di stella, prima rosa e poi,
aprendosi, di un colore blu molto intenso,
peduncolati e disposti a grappolo;
compaiono a maggio e persistono fino alle
prime gelate autunnali. Un consiglio: se
volete favorire l'apparizione di nuovi fiori
basta asportare quelli appassiti.
Cresce praticamente ovunque. Allo stato
selvatico è presente soprattutto lungo i
margini delle strade, nelle scarpate e nei
campi incolti; in giardino preferisce un
terreno sabbioso e calcareo, in quello ricco
di materia organica può raggiungere
facilmente anche il metro di altezza.
Si semina in primavera preferibilmente in
zone soleggiate; si consiglia di tenerla sotto
controllo perché tende a diventare
invadente, dal momento che si auto semina
si propaga con notevole velocità. Può
crescere anche in vaso o in cassetta, a
p a t t o c h e i c o n t e n i t o r i s i a n o
sufficientemente grandi.
Dato il suo alto contenuto di minerali, la
cenere ottenuta dalla sua combustione può
trasformarsi in ottimo concime, ecologico
ed economico.
Contenendo nitrato di potassio, allontoina,
calcio e vitamina C, le proprietà a scopi
terapeutici della borragine sono molteplici.
Prima di elencarne alcune credo sia
necessaria però un’avvertenza: l'impiego
di erbe officinali nella cura di qualsivoglia
disturbo, se assunte in dosi contenute,
costituisce una buona terapia per tutti i
piccoli malesseri quotidiani; teniamo però presente che può risultare
addirittura pericoloso il loro consumo in quantità esagerate. Pertanto, in
caso di disturbo grave o di vera e propria malattia, prima di assumere
qualsiasi tipo di prodotto, anche se naturale, è indispensabile consultare un
esperto o un medico. Questo vale anche per la borragine, della quale è
sconsigliato un consumo prolungato.
La grande presenza di mucillagini rendono la Borragine ottima come
emolliente e antiflogistica, è utile inoltre per combattere i disturbi
dell'apparato respiratorio, l'idropsia e l'artrite; è decongestionante, tonica e
diuretica.
I decotti e gli infusi di foglie sono efficaci contro la tosse e le malattie
dell'apparato respiratorio, agevolano la sudorazione e quindi
l'abbassamento della febbre. Si usano anche per favorire la circolazione
(nel caso di caviglie gonfie, ad esempio) e per curare calcoli alla bile.
Utilizzati come risciacqui, sono ottimi contro le infiammazioni della bocca e
delle mucose. Aggiunti all'acqua del bagno decongestionano e puliscono la
pelle. Prima della loro somministrazione è bene ricordarsi di filtrare con cura
i liquidi di decotti e infusi, eliminando così i peli che potrebbero irritare la
cavità orale.
Il suo cataplasma è un toccasana per il riassorbimento di strappi o stiramenti
muscolari.
In cucina:
Tutta la pianta è commestibile. Alle pietanze dona un leggero aroma simile a
quello del cetriolo. Il suo aspetto ispido non deve scoraggiare, poiché i peli
perdono la loro rigidità con la cottura o, se condita, per effetto dell'aceto. Si
usano le foglie giovani e fresche per condire insalate di verdura, pomodori
compresi. Le foglie crude si possono passare in pastella e poi fritte, tritate si
mescolano a formaggi freschi o si utilizzano per preparare ripieni di ravioli,
tortelloni, per l'impasto delle lasagne verdi e anche per la celebre torta
pasqualina. Le stesse foglie e le cime
vengono consumate semplicemente
lessate e condite con olio e limone. E'
consigliata la cottura senza acqua,
aggiungendo solo un poco d'olio e aglio,
dato che il succo della pianta sarà
suff ic iente a mantenere l 'umidi tà
necessaria. Le foglie si possono anche
aggiungere per aromatizzare verdure cotte
(con o in sostituzione degli spinaci),
minestre e zuppe fra cui quelle di lenticchie
e semolino.
In alcuni paesi dalla borragine si ricava
anche olio di semi.
I fiori, anch'essi commestibili, si usano per
decorare diverse pietanze, ad esempio
disponendoli su insalate, messi a
galleggiare nelle zuppiere e nelle caraffe di
punch, aggiunti ai freschi cocktail estivi a
base di gin, oppure "imprigionati" nei cubetti
di ghiaccio per guarnire ogni tipo di
bevanda. Inoltre, se canditi, si possono
usare per decorare torte e altre confezioni di
pasticceria, e per aromatizzare gli aceti; i
boccioli si possono conservare sotto aceto
e consumati allo stesso modo dei capperi.
Raccolta e conservazione:
Il mese di giugno è il periodo nel quale la
pianta raggiunge l'apice delle sue proprietà
balsamiche. Comunque, ogni periodo
dell'anno si presta per la raccolta. In estate,
a fioritura appena iniziata, si raccolgono le
sommità fiorite, le foglie, i fusti succosi;
dopo la fioritura solo le foglioline più giovani.
Si può anche portare ad essicazione,
appendendola in locali ombrosi e ventilati e
riponendola poi in contenitori ermeticamente chiusi e al buio. Le piante
cresciute in vasi, se collocati in ambienti chiusi a temperatura controllata,
sopravvivranno all'inverno. Chi poi possedesse il mitico pollice verde,
potrebbe ottenere foglie fresche anche in inverno piantando dei semi in
vaso da tenere in casa in locali riparati e luminosi.
Concludendo ho pensato di suggerirvi una ricetta che, a mio parere, si
adatta anche ai gusti dei bambini. Eccola:
Crocchette di borragine
Ingredienti:
?400 gr. di borragine - 200 gr. di ricotta fresca - 4 cucchiai di parmigiano
grattugiato - 2 uova - pangrattato - olio extravergine di oliva - sale
Procedimento:
lavate la Borragine con cura, fatela cuocere in pochissima acqua salata,
sino a quando risulterà morbida; quindi scolatela, strizzatela, così da
eliminare i residui di acqua, e tritatela grossolanamente. In una terrina
amalgamate il trito di borragine con le uova, la ricotta sbriciolata, il
formaggio grattugiato e il pangrattato necessario a ottenere un composto
omogeneo della consistenza giusta per preparare delle crocchette - non
eccessivamente grandi - schiacciate da entrambi i lati. Scaldate dell'olio in
un tegame per frittura e fate dorare le crocchette in modo uniforme.
Scolatele dall'olio su carta assorbente da cucina e servitele ben calde.
Buon appetito
Gabriella Berlanda
GirovagandoRacconti di viaggio… Ah, la Danimarca…..
La Danimarca è da tanto tempo che desideravamo visitarla. Naturalmente
alla nostra maniera che, come per quasi tutti i camperisti, consiste
nell’immergersi il più possibile nella vita e nelle abitudini del Paese visitato.
Per chi si aspetta di visitare un Paese ricco di monumenti rimarrà deluso…
La Danimarca mi è rimasta nel cuore per il senso civico delle persone, i
paesaggi incantati, la natura che fa da padrona. Gli scenari incontrati sono
molto vari, si passa dalle coste con dune e spiagge, agli acquitrini, alle
scogliere e nell’entroterra pianeggiante troviamo pascoli, brughiere, boschi
e dolci colline. Fiumi e laghetti costellano il territorio. La bicicletta è un
mezzo molto usato per muoversi, le piste ciclabili sono dappertutto ed i prati
verdi si mescolano alle case. Esse sono caratterizzate da due cose: non
hanno recinzioni e tutte le finestre sono senza tende con un davanzale
interno decorato di piccoli oggetti, candele o fiori.
La prima tappa del nostro viaggio è l’isola di Romo con la sua famigerata
spiaggia carrabile che sarà lunga almeno 5 km immersa in uno dei tanti
parchi naturali che incontreremo. Qui entriamo con il nostro camper sulla
battigia. Scendiamo a piedi ed inforcate le biciclette andiamo a saggiare le
acque del mare del nord che grazie alla corrente del Golfo sono perlomeno
simili al nostro Adratico… A giugno però!!!!!!
Poco distante da Tonder e dall’isola di Romo troviamo la prima cittadina
caratteristica della Danimarca: Ribe. È la più antica, con un centro
medioevale splendidamente conservato: viuzze ciottolate e case a graticcio
rendono il centro davvero unico. È da visitare con assoluta calma per
assaporare l’antico che emana. Alla sera si può assistere al giro di ronda con
un attore in costume d’epoca che racconta gli episodi salienti dell’antica
capitale in danese ed in inglese. Fra i musei di Ribe vanno ricordati il
Legetøjs-museum, che espone giocattoli dei tempi passati, il Ribe
Kunstmuseum, con dipinti di diverse scuole ed epoche e il Ribes Vikinger
Center, il quale ha creato un vero villaggio vichingo, con attori figuranti,
bellissimo per i bambini che possono immergersi nella vita del villaggio
medioevale. Proseguendo verso nord incontriamo Hirtshals ed eccoci
all’ingresso dell’ Oceanarium. Il complesso è tenuto bene, possiede le
vasche più grandi del nord Europa, e come abbiamo notato in tutti i musei
della Danimarca c’è molta attenzione ai bambini sia per l’interattività delle
attrazioni sia perchè loro entrano sempre gratis. Abbiamo così provato
l’emozione di accarezzare con le nostre mani la razza, le stelle marine, le
sogliole e altro ancora.
Tappa successiva GRENEN, l’estrema punta nord della Danimarca
continentale, il punto dove si incontrano due mari: quello del Nord e il Baltico
e l’effetto ve lo assicuro è stupefacente. Per arrivare sull’ultimo lembo di
spiaggia dal parcheggio si può fare una passeggiata oppure si usa un carro
trainato da un trattore chiamato SANDORMEN. Da dove finisce l’ultima
lingua di sabbia fino in lontananza verso il mare si scorgono le due correnti
contrapposte. I mari sono addirittura di due colori diversi. Non resistiamo a
mettere in ammollo i piedi pensando che uno sta nel baltico l’altro nel mare
del nord. Una curiosi: essendo estate le giornate sono molto lunghe, l’alba è
verso le 4 di mattina mentre il tramonto verso le 22:30. E’ quest’ultimo che gli
abitanti di questo paese salutano tutte le sere con un applauso.
Salutiamo il mare del Nord che ci ha accompagnato fino ad ora.
Ripartiamo per Aarhus per proseguire poi per Billund diretti a LEGOLAND.
Una volta entrati rimaniamo incantati dalle costruzioni statiche che ci si
presentano: aeroporti in miniatura, interi quartieri di città, porti con navi in
movimento, tutti fatti con i famosi mattoncini. Il resto del parco assomiglia
molto a Gardaland però tutte le attrazioni sono studiate a misura di bambino,
la fascia d’età ideale va dai 5 ai 12 anni.
Lasciamo definitivamente la terra ferma per spostarci sull’isola di Fiona per
ammirare un famoso maniero: il Castello di Egeskov. Il nome deriva dal
danese ege, quercia, e skov, foresta, alludendo ad una foresta di querce.
Infatti la leggenda vuole che il castello sia stato costruito interamente come
una palafitta e che le sue fondamenta poggino su basamenti di quercia sul
fondo del lago. Visitando l’interno del castello si arriva alle sale poste in
mansarda dove nascosta da un mucchio di travi, una statua lignea di un
bambino è adagiata su un cuscino di velluto rosso. Molto strano. Ed ecco
un'altra leggenda. Qualora la statua venga spostata, il castello è destinato a
sprofondare la notte di Natale dello stesso anno. Sarà vero? Non si sa, ma i
proprietari del castello dichiarano di non passare mai il Natale lì……I
giardini di questo castello sono stati premiati per essere i giardini più belli di
Danimarca nel 2006. Presso il castello è anche possibile visitare il Veteran
Car Museum, il museo del Motociclo e il Falck Museum. Nel parco è stato
poi costruito, tra le chiome degli alberi, un sistema di ponti tibetani e non
ultimo un bel labirinto.
Subito a nord di questa località troviamo Odense, famosa per aver dato i
natali ad Hans Christian Andersen scrittore famoso per le sue favole come
«I vestiti nuovi dell'imperatore», «La sirenetta» o «Il brutto anatroccolo».
Lasciamo l’isola di Fiona e raggiungiamo la Sealandia, l’isola di
Copenaghen che inizieremo a visitare da Hillerod con il suo castello
Kronenborg dove si ammirano sia gli interni sfarzosi che i magnifici giardini.
Da ricordare che nella cappella di questo castello sono stati incoronati
alcuni sovrani. Proseguendo verso la capitale troviamo Roskilde con il suo
museo delle navi vichinghe. Qui sono esposte 5 navi vichinghe originali
trovate nel fiordo davanti al museo. Una visita al Duomo della città dove
sono sepolti tutti i monarchi danesi e partenza per la capitale passando
velocemente da Helsingor, dove ci aspetta un altro castello, quest’ultimo
famoso perché Shakespeare, pur non avendovi mai soggiornato, vi
ambientò il suo Amleto. Il castello subì un incendio nel 1826 dal quale poco
di quello che c’era dentro si salvò.
Arriviamo a Copenaghen. C’è da dire subito una cosa: qui andare in
bicicletta potrebbe diventare seriamente pericoloso… Le ciclabili della città
assomigliano più alla nostra tangenziale in quanto a traffico e velocità di
transito quindi un consiglio: se non si è particolarmente pratici è meglio
girare a piedi spostandosi tramite le linee urbane efficientissime. Arrivati in
centro ci si può immergere nello stroget, la via principale piena di folla e
negozi, o prendere una birra seduti ad uno dei numerosi locali del
NYHAVN, canale bellissimo molto caratteristico proseguendo la
passeggiata fino al molo della SIRENETTA, simbolo della città, o arrivare
nel quartiere latino, fulcro della gioventù studentesca della città, anche se
nemmeno lontanamente somigliante a quello di Parigi. Tornando dalla
passeggiata sul molo si arriva ad Amalienbog slot la residenza reale dove si
può assistere al cambio della guardia. Un altro posto da non perdere è
TIVOLI: il parco divertimenti più antico del mondo. E’ d’obbligo infine
passare per il quartiere hippy di CHRISTIANIA per poi scorrere il palazzo
della borsa, quello del parlamento e il castello di Rosemborg dove sono
custoditi i gioielli della corona, soffermandosi anche presso la torre che
ispirò Andersen nella “piccola fiammiferaia”.
L’ultima tappa del nostro viaggio è l’isola di MON per visitare le famose
scogliere MONS KLINT, con la consapevolezza della fine di un
meraviglioso viaggio. Giungiamo alle scogliere e percorriamo in discesa i
540 scalini che ci separano dal mare e che, una volta arrivati giù, ci
regaleranno un vero spettacolo della natura.
Prima di concludere vorrei fare una parentesi: qualcuno penserà che questo
viaggio è stato un continuo macinare di Km, ma la realtà è diversa, anche se
tanti, sono stati piacevoli, rilassanti, in assenza totale di traffico e attraverso
paesaggi meravigliosi.
Ilaria Robba
scogliere MONS KLINTSirenettaCastello di Helsingor
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primavera 2010
n. 01S
notiziamo .le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili cultura, cronaca e curiosità
notiziamo .le associazioni si raccontano
. . .si delibera orari e numeri utili cultura, cronaca e curiosità
Piante aromaticheBorragine - Borrago officinalis -
In questo numero vi parlerò della Borragine, definita anche
“dispensatrice di gioia, forza e coraggio”.
È una pianta di facile coltivazione con proprietà sia curative che culinarie;
erbacea, annuale, con radice a fittone e fusto carnoso e ramificato ricoperto
da peli biancastri leggermente pungenti. Si
presenta con foglie alternate, ovali dal
bordo ondulato, pelose e picciolate. Ha fiori
a forma di stella, prima rosa e poi,
aprendosi, di un colore blu molto intenso,
peduncolati e disposti a grappolo;
compaiono a maggio e persistono fino alle
prime gelate autunnali. Un consiglio: se
volete favorire l'apparizione di nuovi fiori
basta asportare quelli appassiti.
Cresce praticamente ovunque. Allo stato
selvatico è presente soprattutto lungo i
margini delle strade, nelle scarpate e nei
campi incolti; in giardino preferisce un
terreno sabbioso e calcareo, in quello ricco
di materia organica può raggiungere
facilmente anche il metro di altezza.
Si semina in primavera preferibilmente in
zone soleggiate; si consiglia di tenerla sotto
controllo perché tende a diventare
invadente, dal momento che si auto semina
si propaga con notevole velocità. Può
crescere anche in vaso o in cassetta, a
p a t t o c h e i c o n t e n i t o r i s i a n o
sufficientemente grandi.
Dato il suo alto contenuto di minerali, la
cenere ottenuta dalla sua combustione può
trasformarsi in ottimo concime, ecologico
ed economico.
Contenendo nitrato di potassio, allontoina,
calcio e vitamina C, le proprietà a scopi
terapeutici della borragine sono molteplici.
Prima di elencarne alcune credo sia
necessaria però un’avvertenza: l'impiego
di erbe officinali nella cura di qualsivoglia
disturbo, se assunte in dosi contenute,
costituisce una buona terapia per tutti i
piccoli malesseri quotidiani; teniamo però presente che può risultare
addirittura pericoloso il loro consumo in quantità esagerate. Pertanto, in
caso di disturbo grave o di vera e propria malattia, prima di assumere
qualsiasi tipo di prodotto, anche se naturale, è indispensabile consultare un
esperto o un medico. Questo vale anche per la borragine, della quale è
sconsigliato un consumo prolungato.
La grande presenza di mucillagini rendono la Borragine ottima come
emolliente e antiflogistica, è utile inoltre per combattere i disturbi
dell'apparato respiratorio, l'idropsia e l'artrite; è decongestionante, tonica e
diuretica.
I decotti e gli infusi di foglie sono efficaci contro la tosse e le malattie
dell'apparato respiratorio, agevolano la sudorazione e quindi
l'abbassamento della febbre. Si usano anche per favorire la circolazione
(nel caso di caviglie gonfie, ad esempio) e per curare calcoli alla bile.
Utilizzati come risciacqui, sono ottimi contro le infiammazioni della bocca e
delle mucose. Aggiunti all'acqua del bagno decongestionano e puliscono la
pelle. Prima della loro somministrazione è bene ricordarsi di filtrare con cura
i liquidi di decotti e infusi, eliminando così i peli che potrebbero irritare la
cavità orale.
Il suo cataplasma è un toccasana per il riassorbimento di strappi o stiramenti
muscolari.
In cucina:
Tutta la pianta è commestibile. Alle pietanze dona un leggero aroma simile a
quello del cetriolo. Il suo aspetto ispido non deve scoraggiare, poiché i peli
perdono la loro rigidità con la cottura o, se condita, per effetto dell'aceto. Si
usano le foglie giovani e fresche per condire insalate di verdura, pomodori
compresi. Le foglie crude si possono passare in pastella e poi fritte, tritate si
mescolano a formaggi freschi o si utilizzano per preparare ripieni di ravioli,
tortelloni, per l'impasto delle lasagne verdi e anche per la celebre torta
pasqualina. Le stesse foglie e le cime
vengono consumate semplicemente
lessate e condite con olio e limone. E'
consigliata la cottura senza acqua,
aggiungendo solo un poco d'olio e aglio,
dato che il succo della pianta sarà
suff ic iente a mantenere l 'umidi tà
necessaria. Le foglie si possono anche
aggiungere per aromatizzare verdure cotte
(con o in sostituzione degli spinaci),
minestre e zuppe fra cui quelle di lenticchie
e semolino.
In alcuni paesi dalla borragine si ricava
anche olio di semi.
I fiori, anch'essi commestibili, si usano per
decorare diverse pietanze, ad esempio
disponendoli su insalate, messi a
galleggiare nelle zuppiere e nelle caraffe di
punch, aggiunti ai freschi cocktail estivi a
base di gin, oppure "imprigionati" nei cubetti
di ghiaccio per guarnire ogni tipo di
bevanda. Inoltre, se canditi, si possono
usare per decorare torte e altre confezioni di
pasticceria, e per aromatizzare gli aceti; i
boccioli si possono conservare sotto aceto
e consumati allo stesso modo dei capperi.
Raccolta e conservazione:
Il mese di giugno è il periodo nel quale la
pianta raggiunge l'apice delle sue proprietà
balsamiche. Comunque, ogni periodo
dell'anno si presta per la raccolta. In estate,
a fioritura appena iniziata, si raccolgono le
sommità fiorite, le foglie, i fusti succosi;
dopo la fioritura solo le foglioline più giovani.
Si può anche portare ad essicazione,
appendendola in locali ombrosi e ventilati e
riponendola poi in contenitori ermeticamente chiusi e al buio. Le piante
cresciute in vasi, se collocati in ambienti chiusi a temperatura controllata,
sopravvivranno all'inverno. Chi poi possedesse il mitico pollice verde,
potrebbe ottenere foglie fresche anche in inverno piantando dei semi in
vaso da tenere in casa in locali riparati e luminosi.
Concludendo ho pensato di suggerirvi una ricetta che, a mio parere, si
adatta anche ai gusti dei bambini. Eccola:
Crocchette di borragine
Ingredienti:
?400 gr. di borragine - 200 gr. di ricotta fresca - 4 cucchiai di parmigiano
grattugiato - 2 uova - pangrattato - olio extravergine di oliva - sale
Procedimento:
lavate la Borragine con cura, fatela cuocere in pochissima acqua salata,
sino a quando risulterà morbida; quindi scolatela, strizzatela, così da
eliminare i residui di acqua, e tritatela grossolanamente. In una terrina
amalgamate il trito di borragine con le uova, la ricotta sbriciolata, il
formaggio grattugiato e il pangrattato necessario a ottenere un composto
omogeneo della consistenza giusta per preparare delle crocchette - non
eccessivamente grandi - schiacciate da entrambi i lati. Scaldate dell'olio in
un tegame per frittura e fate dorare le crocchette in modo uniforme.
Scolatele dall'olio su carta assorbente da cucina e servitele ben calde.
Buon appetito
Gabriella Berlanda
GirovagandoRacconti di viaggio… Ah, la Danimarca…..
La Danimarca è da tanto tempo che desideravamo visitarla. Naturalmente
alla nostra maniera che, come per quasi tutti i camperisti, consiste
nell’immergersi il più possibile nella vita e nelle abitudini del Paese visitato.
Per chi si aspetta di visitare un Paese ricco di monumenti rimarrà deluso…
La Danimarca mi è rimasta nel cuore per il senso civico delle persone, i
paesaggi incantati, la natura che fa da padrona. Gli scenari incontrati sono
molto vari, si passa dalle coste con dune e spiagge, agli acquitrini, alle
scogliere e nell’entroterra pianeggiante troviamo pascoli, brughiere, boschi
e dolci colline. Fiumi e laghetti costellano il territorio. La bicicletta è un
mezzo molto usato per muoversi, le piste ciclabili sono dappertutto ed i prati
verdi si mescolano alle case. Esse sono caratterizzate da due cose: non
hanno recinzioni e tutte le finestre sono senza tende con un davanzale
interno decorato di piccoli oggetti, candele o fiori.
La prima tappa del nostro viaggio è l’isola di Romo con la sua famigerata
spiaggia carrabile che sarà lunga almeno 5 km immersa in uno dei tanti
parchi naturali che incontreremo. Qui entriamo con il nostro camper sulla
battigia. Scendiamo a piedi ed inforcate le biciclette andiamo a saggiare le
acque del mare del nord che grazie alla corrente del Golfo sono perlomeno
simili al nostro Adratico… A giugno però!!!!!!
Poco distante da Tonder e dall’isola di Romo troviamo la prima cittadina
caratteristica della Danimarca: Ribe. È la più antica, con un centro
medioevale splendidamente conservato: viuzze ciottolate e case a graticcio
rendono il centro davvero unico. È da visitare con assoluta calma per
assaporare l’antico che emana. Alla sera si può assistere al giro di ronda con
un attore in costume d’epoca che racconta gli episodi salienti dell’antica
capitale in danese ed in inglese. Fra i musei di Ribe vanno ricordati il
Legetøjs-museum, che espone giocattoli dei tempi passati, il Ribe
Kunstmuseum, con dipinti di diverse scuole ed epoche e il Ribes Vikinger
Center, il quale ha creato un vero villaggio vichingo, con attori figuranti,
bellissimo per i bambini che possono immergersi nella vita del villaggio
medioevale. Proseguendo verso nord incontriamo Hirtshals ed eccoci
all’ingresso dell’ Oceanarium. Il complesso è tenuto bene, possiede le
vasche più grandi del nord Europa, e come abbiamo notato in tutti i musei
della Danimarca c’è molta attenzione ai bambini sia per l’interattività delle
attrazioni sia perchè loro entrano sempre gratis. Abbiamo così provato
l’emozione di accarezzare con le nostre mani la razza, le stelle marine, le
sogliole e altro ancora.
Tappa successiva GRENEN, l’estrema punta nord della Danimarca
continentale, il punto dove si incontrano due mari: quello del Nord e il Baltico
e l’effetto ve lo assicuro è stupefacente. Per arrivare sull’ultimo lembo di
spiaggia dal parcheggio si può fare una passeggiata oppure si usa un carro
trainato da un trattore chiamato SANDORMEN. Da dove finisce l’ultima
lingua di sabbia fino in lontananza verso il mare si scorgono le due correnti
contrapposte. I mari sono addirittura di due colori diversi. Non resistiamo a
mettere in ammollo i piedi pensando che uno sta nel baltico l’altro nel mare
del nord. Una curiosi: essendo estate le giornate sono molto lunghe, l’alba è
verso le 4 di mattina mentre il tramonto verso le 22:30. E’ quest’ultimo che gli
abitanti di questo paese salutano tutte le sere con un applauso.
Salutiamo il mare del Nord che ci ha accompagnato fino ad ora.
Ripartiamo per Aarhus per proseguire poi per Billund diretti a LEGOLAND.
Una volta entrati rimaniamo incantati dalle costruzioni statiche che ci si
presentano: aeroporti in miniatura, interi quartieri di città, porti con navi in
movimento, tutti fatti con i famosi mattoncini. Il resto del parco assomiglia
molto a Gardaland però tutte le attrazioni sono studiate a misura di bambino,
la fascia d’età ideale va dai 5 ai 12 anni.
Lasciamo definitivamente la terra ferma per spostarci sull’isola di Fiona per
ammirare un famoso maniero: il Castello di Egeskov. Il nome deriva dal
danese ege, quercia, e skov, foresta, alludendo ad una foresta di querce.
Infatti la leggenda vuole che il castello sia stato costruito interamente come
una palafitta e che le sue fondamenta poggino su basamenti di quercia sul
fondo del lago. Visitando l’interno del castello si arriva alle sale poste in
mansarda dove nascosta da un mucchio di travi, una statua lignea di un
bambino è adagiata su un cuscino di velluto rosso. Molto strano. Ed ecco
un'altra leggenda. Qualora la statua venga spostata, il castello è destinato a
sprofondare la notte di Natale dello stesso anno. Sarà vero? Non si sa, ma i
proprietari del castello dichiarano di non passare mai il Natale lì……I
giardini di questo castello sono stati premiati per essere i giardini più belli di
Danimarca nel 2006. Presso il castello è anche possibile visitare il Veteran
Car Museum, il museo del Motociclo e il Falck Museum. Nel parco è stato
poi costruito, tra le chiome degli alberi, un sistema di ponti tibetani e non
ultimo un bel labirinto.
Subito a nord di questa località troviamo Odense, famosa per aver dato i
natali ad Hans Christian Andersen scrittore famoso per le sue favole come
«I vestiti nuovi dell'imperatore», «La sirenetta» o «Il brutto anatroccolo».
Lasciamo l’isola di Fiona e raggiungiamo la Sealandia, l’isola di
Copenaghen che inizieremo a visitare da Hillerod con il suo castello
Kronenborg dove si ammirano sia gli interni sfarzosi che i magnifici giardini.
Da ricordare che nella cappella di questo castello sono stati incoronati
alcuni sovrani. Proseguendo verso la capitale troviamo Roskilde con il suo
museo delle navi vichinghe. Qui sono esposte 5 navi vichinghe originali
trovate nel fiordo davanti al museo. Una visita al Duomo della città dove
sono sepolti tutti i monarchi danesi e partenza per la capitale passando
velocemente da Helsingor, dove ci aspetta un altro castello, quest’ultimo
famoso perché Shakespeare, pur non avendovi mai soggiornato, vi
ambientò il suo Amleto. Il castello subì un incendio nel 1826 dal quale poco
di quello che c’era dentro si salvò.
Arriviamo a Copenaghen. C’è da dire subito una cosa: qui andare in
bicicletta potrebbe diventare seriamente pericoloso… Le ciclabili della città
assomigliano più alla nostra tangenziale in quanto a traffico e velocità di
transito quindi un consiglio: se non si è particolarmente pratici è meglio
girare a piedi spostandosi tramite le linee urbane efficientissime. Arrivati in
centro ci si può immergere nello stroget, la via principale piena di folla e
negozi, o prendere una birra seduti ad uno dei numerosi locali del
NYHAVN, canale bellissimo molto caratteristico proseguendo la
passeggiata fino al molo della SIRENETTA, simbolo della città, o arrivare
nel quartiere latino, fulcro della gioventù studentesca della città, anche se
nemmeno lontanamente somigliante a quello di Parigi. Tornando dalla
passeggiata sul molo si arriva ad Amalienbog slot la residenza reale dove si
può assistere al cambio della guardia. Un altro posto da non perdere è
TIVOLI: il parco divertimenti più antico del mondo. E’ d’obbligo infine
passare per il quartiere hippy di CHRISTIANIA per poi scorrere il palazzo
della borsa, quello del parlamento e il castello di Rosemborg dove sono
custoditi i gioielli della corona, soffermandosi anche presso la torre che
ispirò Andersen nella “piccola fiammiferaia”.
L’ultima tappa del nostro viaggio è l’isola di MON per visitare le famose
scogliere MONS KLINT, con la consapevolezza della fine di un
meraviglioso viaggio. Giungiamo alle scogliere e percorriamo in discesa i
540 scalini che ci separano dal mare e che, una volta arrivati giù, ci
regaleranno un vero spettacolo della natura.
Prima di concludere vorrei fare una parentesi: qualcuno penserà che questo
viaggio è stato un continuo macinare di Km, ma la realtà è diversa, anche se
tanti, sono stati piacevoli, rilassanti, in assenza totale di traffico e attraverso
paesaggi meravigliosi.
Ilaria Robba
scogliere MONS KLINTSirenettaCastello di Helsingor
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primavera 2010
n. 01S
notiziamo .le associazioni si raccontano cultura, cronaca e curiosità
. . . orari e numeri utili
si deliberanotiziamo .le associazioni si raccontano
. . . orari e numeri utili
si deliberacultura, cronaca e curiosità
«L'elenco completo di tutte le delibere comprensive del testo e di eventuali allegati sarà a breve disponibile sul nuovo sito internet del Comune di Lasino consultabile all'indirizzo www.lasino.it»
DeliberazioniDella Giunta Comunale dal 01.12.2009 al 15.02.2010
N. progr. DATA OGGETTO DELLE DELIBERAZIONI ADOTTATE
141 10/12/2009 Realizzazione Centro Raccolta Materiali con impianto fotovoltaico a Lasino. Affidamento incarico per redazione tipo di frazionamento.
142 10/12/2009 Liquidazione spesa di rappresentanza (1° provvedimento).
143 10/12/2009 Atto di indirizzo al Segretario comunale per il rinnovo dell’adesione al “Servizio Privacy” del Consorzio dei Comuni Trentini per il triennio 2010-2012.
144 10/12/2009 Teatro di Valle in loc. Lusan C.C. Vezzano. Approvazione bilancio previsionale di spesa per il quadriennio 2009-2012, impegno e liquidazione quota a carico.
145 10/12/2009 Variazione al Piano Esecutivo di Gestione (P.E.G.) relativo all’anno 2009 a seguito di adozione di provvedimento di variazione di assestamento al bilancio di previsione 2009 e pluriennale 2009-2011.
146 10/12/2009 Vendita lotto di legname in loc. “Lagolo” C.C. Lasino.
147 17/12/2009 Approvazione proposta di Bilancio di previsione annuale 2010, Bilancio pluriennale 2010/2012 e Relazione previsionale e programmatica.
148 17/12/2009 Procedura selettiva interna per la copertura del posto di Collaboratore contabile, categoria C, livello evoluto, Servizio Finanziario:approvazione verbali della Commissione giudicatrice e graduatoria finale di merito.
149 17/12/2009 Corso “Appalti pubblici: novità e prospettive”: presa d’atto partecipazione del Segretario comunale ed impegno di spesa.
150 23/12/2009 Servizio pubblico di fognatura. Approvazione piano dei costi e dei ricavi triennio 2008/2010 e determinazione tariffe per l’anno 2010.
151 23/12/2009 Servizio pubblico di acquedotto. Approvazione piano dei costi e dei ricavi triennio 2008/2010 e determinazione tariffe per l’anno 2010.
152 23/12/2009Utilizzazione dell’immobile teatro in p.ed. 375 e p.ed. 376 in C.C. Vezzano da parte dei Comuni della Valle dei Laghi: proroga contratto di comodato gratuito tra il Comprensorio Valle dell’Adige ed i Comuni della Valle dei Laghi e approvazione schema di contratto.
153 23/12/2009 Trasformazione del rapporto di lavoro della dipendente signora Erica Aldrighetti da orario a tempo pieno ad orario ridotto a 24 ore settimanali: atto di indirizzo al Segretario comunale.
154 23/12/2009 Progetti di valle a carattere sociale anno 2009.Approvazione progetto “Comuni…chiamo” e impegno a bilancio quota a carico.
155 23/12/2009 Attivazione anticipazione di tesoreria per l’anno 2010.156 23/12/2009 Erogazione contributi ordinari e straordinari ad Enti ed Associazioni pro anno 2009.157 29/12/2009 Prelevamento dal Fondo di riserva ordinario (8° provvedimento). 158 29/12/2009 Affidamento all’Agenzia del Territorio incarico predisposizione perizia di stima.
159 29/12/2009 Rinnovo polizze assicurative a copertura della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli di proprietà comunale per l’anno 2010.
160 29/12/2009 Gestione associata e coordinata del Servizio intercomunale per la gestione delle attività culturali. Impegno di spesa e liquidazione acconto per il terzo anno di attività (luglio 2009 – giugno 2010).
161 29/12/2009Pubblica selezione per la formazione di una graduatoria finalizzata all’assunzione con contratto a termine e a tempo parziale (20 ore settimanali) di un “assistente contabile” (Cat. C - Liv. base) presso il Servizio finanziario: atto di indirizzo al Segretario comunale.
162 29/12/2009 Assegnazione contributo straordinario a favore della Scuola dell’Infanzia di Pietramurata per lavori di ampliamento dell’edificio scolastico (2° provvedimento).
01 12/01/2010 Autorizzazione all’utilizzo del teatro nel Centro Polivalente di Pergolese per corsi di ginnastica (gennaio 2010 – febbraio 2010).
02 12/01/2010 Proroga incarico temporanea reggenza a tempo pieno della segreteria comunale di Lasino alla dott.ssa Irene Baldessari. Presa d’atto.
03 12/01/2010 Presa d’atto disdetta contratto di comodato gratuito delle pp.ff. 152, 153 e 154 in P.T. 896 C.C. Lasino.
04 12/01/2010 Progetti di valle a carattere sociale. Approvazione progetto “Comuni…chiamo” 2010-2011 e riparto delle spese. Impegno a bilancio e liquidazione acconto.
05 12/01/2010 Proroga affidamento gestione C.R.M. di Lasino e servizio di pulizia delle aree pubbliche alla Cooperativa L’OASI SOS LAVORO di Lasino fino al 30.06.2010.
06 12/01/2010 Approvazione del Piano Esecutivo di Gestione (P.E.G.) relativo all’anno 2010 e contestuale individuazione degli atti direttivi ai sensi dell’art. 36, comma 2, D.P.Reg. 01/02/2005 n. 2/L.
07 12/01/2010 Rinnovo delle polizze assicurative comunali “Globale Incendio”, “Infortunio consiglieri”, “Furto-elettronica”, “Tutela legale”, “RC Patrimoniale” e “RCT/RCO”per l’anno 2010.
08 26/01/2010Gestione associata e coordinata del Servizio intercomunale per la gestione delle attività culturali tra i Comuni di Calavino, Cavedine, Lasino, Padergnone, Terlago e Vezzano. Presa d’atto ed approvazione consuntivo secondo anno di attività (luglio 2008 – giugno 2009) e liquidazione quota a saldo.
09 26/01/2010 Interventi finalizzati al miglioramento dei patrimoni forestali ed alla difesa dei boschi dagli incendi da realizzare con il supporto della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Foreste e Fauna.
10 26/01/2010Pubblica selezione per la formazione di una graduatoria finalizzata all’assunzione con contratto a termine e a tempo parziale (20 ore settimanali) di un “assistente contabile” (Cat. C - Liv. base) presso il Servizio finanziario: approvazione verbali della Commissione giudicatrice.
11 26/01/2010 Realizzazione Centro Raccolta Materiali con impianto fotovoltaico a Lasino. Affidamento all’Agenzia per i Servizi, istituita ai sensi dell'art. 39 bis della Legge Provinciale 16 giugno 2006 n. 3, delle funzioni di stazione appaltante.
12 04/02/2010 Assunzione a carico del Comune degli oneri di gestione della Scuola dell’Infanzia di Lasino per l’anno scolastico 2010/2011.
13 04/02/2010 Affidamento del servizio di pulizia degli uffici ed edifici di proprietà comunale per il triennio 2010-2011-2012 alla Cooperativa L’OASI SOS LAVORO di Lasino.
14 04/02/2010 Individuazione posizioni di lavoro beneficiarie dell’indennità per mansioni rilevanti – anno 2010 - ai sensi dell’art. 14 dell’Accordo di settore 2002 – 2005 di data 10.01.2007.
15 04/02/2010 Individuazione posizioni di lavoro beneficiarie dell’indennità per area direttiva anno 2010 - ai sensi degli artt. 11 e 12 dell’Accordo di settore 2002 – 2005 di data 10.01.2007.
16 04/02/2010 Estinzione vincolo d’uso civico sulla p.ed. 821, p.f. 2917/4 e parte della p.f. 2917/1 in C.C. Lasino per regolarizzazione stazione ripetitrice RAI – impianto di Castel Madruzzo.
17 04/02/2010 Progetti di valle a carattere sociale. Approvazione progetto “Mixabile” e impegno a bilancio della spesa.
18 04/02/2010 Servizio Tagesmutter - Deliberazione Giunta provinciale n. 118 di data 29 gennaio 2010 –– riconoscimento di un sostegno finanziario aggiuntivo in favore delle famiglie a valere sul 2010.
DeliberazioniDel Consiglio Comunale dal 01.12.2009 al 15.02.2010
N.Progr. DATA OGGETTO DELLE DELIBERAZIONI ADOTTATE
68 29/12/2009 Nomina scrutatori.69 29/12/2009 Lettura ed approvazione verbale della seduta consiliare di data 19.10.2009.70 29/12/2009 Lettura ed approvazione verbale della seduta consiliare di data 27.11.2009.71 29/12/2009 Piano giovani di zona "Valle dei Laghi 6 X" per l'anno 2010. Approvazione schema di convenzione.72 29/12/2009 Regolamento di contabilità: esame ed approvazione modifiche.73 29/12/2009 Regolamento comunale per l’Imposta comunale sugli immobili (I.C.I.): esame e approvazione modifiche ed integrazioni.
74 29/12/2009 Servizio per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati. Approvazione Piano finanziario del servizio e determinazione Tariffe di igiene ambientale per l’anno 2010.
75 29/12/2009 Approvazione Bilancio di previsione annuale 2010, Bilancio pluriennale 2010/2012 e Relazione previsionale e programmatica.
76 29/12/2009 Dolomiti Energia s.p.a.. Proroga termine concessione distribuzione gas metano fino al 31.12.2010.
L’è ’n pin!Storia ed evoluzione delle pinete del territorio comunale
Camminando per i boschi si è portati spesso a
tenere lo sguardo basso, perché si è attenti a dove
si mettono i piedi o perché si è in giro per funghi,
spesso dunque l’alternanza delle specie ci sfugge
completamente. Ognuno di voi avrà almeno una
volta fatto un giro per i boschi del territorio
comunale ammirando in primavera lo spettacolo
della fioritura delle viole o delle primule o ancora in
autunno a riempirsi gli occhi del rosso delle foglie
del corniolo (Cornus sp) o del meraviglioso giallo
oro delle foglie dell’acero campestre (Acer
campestre) senza forse domandarsi nulla sui pini
diffusi ovunque. Già i pini! Sia il pino nero (Pinus
nigra var. austriaca) sia il pino silvestre (Pinus
sylvestris) difficilmente attraggono la nostra attenzione se non quando per
strada ci accorgiamo degli strani batuffoli bianchi lanuginosi diffusi sulle loro
chiome e che costituiscono i nidi invernali della larva del lepidottero
conosciuto come processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa).
Eppure queste piante, a differenza delle latifoglie spesso presenti solo allo
stato arbustivo, rappresentano, in alcune zone, la principale essenza del
bosco.
La presenza di queste resinose nel territorio comunale, come in molti boschi
della fascia collinare in tutta la provincia, e nel resto d’Italia, deriva da
interventi di rimboschimento avviati nei territori ex austriaci ed in seguito
attuati anche nell’immediato dopoguerra per far fronte alla necessità di
creare occupazione in una fase di profonda crisi economica e dopo
catastrofi climatiche. L’obiettivo dell’attività di rimboschimento fu nel
passato la produzione di legname da opera, mentre nella seconda metà del
secolo scorso, gli interventi hanno avuto come obiettivo la difesa
idrogeologica di territori che erano stati oggetto di uno sfruttamento tale da
eliminare in alcuni casi la totalità della copertura vegetale. Oltre alla normale
attività di taglio del ceduo per la legna da ardere infatti, la raccolta della
frasca per l’alimentazione degli animali domestici e la pratica del pascolo
incontrollato, in poco tempo avevano portato alla scomparsa della copertura
vegetale.
Come alcuni potranno ricordare, nei primi anni cinquanta e soprattutto nel
1960, a seguito dell’alluvione del fiume Sarca, molti sono stati coloro che
hanno partecipato alle campagne di rimboschimento dei versanti del
territorio comunale ormai ridotti a lande rocciose dall’erosione superficiale.
La scelta delle resinose fu allora dettata dalla rinomata capacità di
adattamento delle specie a vegetare in climi collinari, su substrati rocciosi e
poveri di humus, in condizioni di fertilità rese ormai proibitive dall’erosione.
La scelta del pino nero e del pino silvestre, specie pioniere e frugali, fu
dunque obbligata. L’obiettivo della colonizzazione era duplice, coprire il
suolo per evitare l’erosione e conseguentemente indurre il fenomeno di
pedogenesi, vale a dire di ricostituzione del suolo forestale.
Le foglie dei pini hanno creato la lettiera che disgregandosi ad opera degli
agenti atmosferici e biotici si è trasformata lentamente in humus. Il
fenomeno è stato lento poiché le foglie dei pini
costituiscono una lettiera certamente meno
voluminosa di quelle di una faggeta, ma negli anni
il fenomeno ha permesso la creazione, soprattutto
nelle vallette e nelle conche, delle condizioni
edafiche favorevoli perchè le latifoglie eliofile
autoctone ricolonizzassero il sottobosco della
pineta. Tale evoluzione naturale, nonostante
l’iniziale input antropico, permetterebbe la
successione verso il bosco di latifoglie eliofile
correlate alle querce tipiche dalle fascia montana,
che inizialmente erano ospitate da questi versanti
e che in molte zone sopravvivono come relitti dei
boschi originari.
Ma i pini da qualche tempo hanno cominciato a deperire, una somma di
cause legate a fattori endogeni ed esogeni ha determinato da tempo una
lenta regressione delle specie precocemente invecchiate. Tale situazione
ha interessato principalmente il pino nero che in questo territorio si trova
completamente fuori dal suo areale di indigenato a differenza del pino
silvestre. In particolare le numerose annate siccitose che si sono susseguite
hanno determinato un aggravarsi delle condizioni vegetative della specie
che, seppure adattabile e fruguale, mal si adegua al clima locale
caratterizzato da estati particolarmente calde e siccitose. Tutto ciò ha
determinato l’instaurarsi di una condizione di deperimento che è stata
aggravata dell’attacco della processionaria; tale parassita di debolezza, si è
diffuso notevolmente, complice il susseguirsi di inverni miti durante i quali la
specie, che sverna allo stadio larvale nei nidi setosi costruiti in cima agli
alberi, ha potuto godere di numerose giornate calde durante le quali nutrirsi
delle foglie del pino.
Detto ciò, come già avvenuto in molte zone della Provincia (Valle dell’Adige,
Val di Fassa ecc) molte amministrazioni hanno considerato la possibilità di
eliminare gradualmente detta specie per permettere lo sviluppo e la
riaffermazione della vegetazione autoctona costituita principalmente da
latifoglie eliofile come la roverella (Quercus pubescens), l’orniello (Fraxinus
ornus), il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e l’acero campestre (Acer
campestre) alle quali si accompagna una nutrita coorte di specie arbustive.
L’eliminazione del pino, che costituisce in gran parte lo strato arboreo dei
boschi, porterebbe all’illuminazione dello strato sottostante di cui
beneficerebbero le specie eliofile sopracitate che già costituiscono lo strato
arbustivo ma che non si sviluppano a causa della concorrenza imposta dai
pini. Questo intervento selvicolturale porterebbe ad una graduale
affermazione delle specie autoctone con sensibile aumento del numero di
specie vegetali, e di conseguenza animali, accrescendo il valore della
biodiversità degli ecosistemi considerati.
Il nuovo redigendo Piano di Assestamento Forestale 2010-2020, oltre alla
individuazione dei volumi di legname da destinare agli usi civici, conterrà
valutazioni in merito all’utilizzo del legname eventualmente retraibile dagli
interventi considerati.
Vittoria Procino
Nido di processionaria su pino nero
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DeliberazioniDella Giunta Comunale dal 01.12.2009 al 15.02.2010
N. progr. DATA OGGETTO DELLE DELIBERAZIONI ADOTTATE
141 10/12/2009 Realizzazione Centro Raccolta Materiali con impianto fotovoltaico a Lasino. Affidamento incarico per redazione tipo di frazionamento.
142 10/12/2009 Liquidazione spesa di rappresentanza (1° provvedimento).
143 10/12/2009 Atto di indirizzo al Segretario comunale per il rinnovo dell’adesione al “Servizio Privacy” del Consorzio dei Comuni Trentini per il triennio 2010-2012.
144 10/12/2009 Teatro di Valle in loc. Lusan C.C. Vezzano. Approvazione bilancio previsionale di spesa per il quadriennio 2009-2012, impegno e liquidazione quota a carico.
145 10/12/2009 Variazione al Piano Esecutivo di Gestione (P.E.G.) relativo all’anno 2009 a seguito di adozione di provvedimento di variazione di assestamento al bilancio di previsione 2009 e pluriennale 2009-2011.
146 10/12/2009 Vendita lotto di legname in loc. “Lagolo” C.C. Lasino.
147 17/12/2009 Approvazione proposta di Bilancio di previsione annuale 2010, Bilancio pluriennale 2010/2012 e Relazione previsionale e programmatica.
148 17/12/2009 Procedura selettiva interna per la copertura del posto di Collaboratore contabile, categoria C, livello evoluto, Servizio Finanziario:approvazione verbali della Commissione giudicatrice e graduatoria finale di merito.
149 17/12/2009 Corso “Appalti pubblici: novità e prospettive”: presa d’atto partecipazione del Segretario comunale ed impegno di spesa.
150 23/12/2009 Servizio pubblico di fognatura. Approvazione piano dei costi e dei ricavi triennio 2008/2010 e determinazione tariffe per l’anno 2010.
151 23/12/2009 Servizio pubblico di acquedotto. Approvazione piano dei costi e dei ricavi triennio 2008/2010 e determinazione tariffe per l’anno 2010.
152 23/12/2009Utilizzazione dell’immobile teatro in p.ed. 375 e p.ed. 376 in C.C. Vezzano da parte dei Comuni della Valle dei Laghi: proroga contratto di comodato gratuito tra il Comprensorio Valle dell’Adige ed i Comuni della Valle dei Laghi e approvazione schema di contratto.
153 23/12/2009 Trasformazione del rapporto di lavoro della dipendente signora Erica Aldrighetti da orario a tempo pieno ad orario ridotto a 24 ore settimanali: atto di indirizzo al Segretario comunale.
154 23/12/2009 Progetti di valle a carattere sociale anno 2009.Approvazione progetto “Comuni…chiamo” e impegno a bilancio quota a carico.
155 23/12/2009 Attivazione anticipazione di tesoreria per l’anno 2010.156 23/12/2009 Erogazione contributi ordinari e straordinari ad Enti ed Associazioni pro anno 2009.157 29/12/2009 Prelevamento dal Fondo di riserva ordinario (8° provvedimento). 158 29/12/2009 Affidamento all’Agenzia del Territorio incarico predisposizione perizia di stima.
159 29/12/2009 Rinnovo polizze assicurative a copertura della responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli di proprietà comunale per l’anno 2010.
160 29/12/2009 Gestione associata e coordinata del Servizio intercomunale per la gestione delle attività culturali. Impegno di spesa e liquidazione acconto per il terzo anno di attività (luglio 2009 – giugno 2010).
161 29/12/2009Pubblica selezione per la formazione di una graduatoria finalizzata all’assunzione con contratto a termine e a tempo parziale (20 ore settimanali) di un “assistente contabile” (Cat. C - Liv. base) presso il Servizio finanziario: atto di indirizzo al Segretario comunale.
162 29/12/2009 Assegnazione contributo straordinario a favore della Scuola dell’Infanzia di Pietramurata per lavori di ampliamento dell’edificio scolastico (2° provvedimento).
01 12/01/2010 Autorizzazione all’utilizzo del teatro nel Centro Polivalente di Pergolese per corsi di ginnastica (gennaio 2010 – febbraio 2010).
02 12/01/2010 Proroga incarico temporanea reggenza a tempo pieno della segreteria comunale di Lasino alla dott.ssa Irene Baldessari. Presa d’atto.
03 12/01/2010 Presa d’atto disdetta contratto di comodato gratuito delle pp.ff. 152, 153 e 154 in P.T. 896 C.C. Lasino.
04 12/01/2010 Progetti di valle a carattere sociale. Approvazione progetto “Comuni…chiamo” 2010-2011 e riparto delle spese. Impegno a bilancio e liquidazione acconto.
05 12/01/2010 Proroga affidamento gestione C.R.M. di Lasino e servizio di pulizia delle aree pubbliche alla Cooperativa L’OASI SOS LAVORO di Lasino fino al 30.06.2010.
06 12/01/2010 Approvazione del Piano Esecutivo di Gestione (P.E.G.) relativo all’anno 2010 e contestuale individuazione degli atti direttivi ai sensi dell’art. 36, comma 2, D.P.Reg. 01/02/2005 n. 2/L.
07 12/01/2010 Rinnovo delle polizze assicurative comunali “Globale Incendio”, “Infortunio consiglieri”, “Furto-elettronica”, “Tutela legale”, “RC Patrimoniale” e “RCT/RCO”per l’anno 2010.
08 26/01/2010Gestione associata e coordinata del Servizio intercomunale per la gestione delle attività culturali tra i Comuni di Calavino, Cavedine, Lasino, Padergnone, Terlago e Vezzano. Presa d’atto ed approvazione consuntivo secondo anno di attività (luglio 2008 – giugno 2009) e liquidazione quota a saldo.
09 26/01/2010 Interventi finalizzati al miglioramento dei patrimoni forestali ed alla difesa dei boschi dagli incendi da realizzare con il supporto della Provincia Autonoma di Trento - Servizio Foreste e Fauna.
10 26/01/2010Pubblica selezione per la formazione di una graduatoria finalizzata all’assunzione con contratto a termine e a tempo parziale (20 ore settimanali) di un “assistente contabile” (Cat. C - Liv. base) presso il Servizio finanziario: approvazione verbali della Commissione giudicatrice.
11 26/01/2010 Realizzazione Centro Raccolta Materiali con impianto fotovoltaico a Lasino. Affidamento all’Agenzia per i Servizi, istituita ai sensi dell'art. 39 bis della Legge Provinciale 16 giugno 2006 n. 3, delle funzioni di stazione appaltante.
12 04/02/2010 Assunzione a carico del Comune degli oneri di gestione della Scuola dell’Infanzia di Lasino per l’anno scolastico 2010/2011.
13 04/02/2010 Affidamento del servizio di pulizia degli uffici ed edifici di proprietà comunale per il triennio 2010-2011-2012 alla Cooperativa L’OASI SOS LAVORO di Lasino.
14 04/02/2010 Individuazione posizioni di lavoro beneficiarie dell’indennità per mansioni rilevanti – anno 2010 - ai sensi dell’art. 14 dell’Accordo di settore 2002 – 2005 di data 10.01.2007.
15 04/02/2010 Individuazione posizioni di lavoro beneficiarie dell’indennità per area direttiva anno 2010 - ai sensi degli artt. 11 e 12 dell’Accordo di settore 2002 – 2005 di data 10.01.2007.
16 04/02/2010 Estinzione vincolo d’uso civico sulla p.ed. 821, p.f. 2917/4 e parte della p.f. 2917/1 in C.C. Lasino per regolarizzazione stazione ripetitrice RAI – impianto di Castel Madruzzo.
17 04/02/2010 Progetti di valle a carattere sociale. Approvazione progetto “Mixabile” e impegno a bilancio della spesa.
18 04/02/2010 Servizio Tagesmutter - Deliberazione Giunta provinciale n. 118 di data 29 gennaio 2010 –– riconoscimento di un sostegno finanziario aggiuntivo in favore delle famiglie a valere sul 2010.
DeliberazioniDel Consiglio Comunale dal 01.12.2009 al 15.02.2010
N.Progr. DATA OGGETTO DELLE DELIBERAZIONI ADOTTATE
68 29/12/2009 Nomina scrutatori.69 29/12/2009 Lettura ed approvazione verbale della seduta consiliare di data 19.10.2009.70 29/12/2009 Lettura ed approvazione verbale della seduta consiliare di data 27.11.2009.71 29/12/2009 Piano giovani di zona "Valle dei Laghi 6 X" per l'anno 2010. Approvazione schema di convenzione.72 29/12/2009 Regolamento di contabilità: esame ed approvazione modifiche.73 29/12/2009 Regolamento comunale per l’Imposta comunale sugli immobili (I.C.I.): esame e approvazione modifiche ed integrazioni.
74 29/12/2009 Servizio per la raccolta, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e assimilati. Approvazione Piano finanziario del servizio e determinazione Tariffe di igiene ambientale per l’anno 2010.
75 29/12/2009 Approvazione Bilancio di previsione annuale 2010, Bilancio pluriennale 2010/2012 e Relazione previsionale e programmatica.
76 29/12/2009 Dolomiti Energia s.p.a.. Proroga termine concessione distribuzione gas metano fino al 31.12.2010.
L’è ’n pin!Storia ed evoluzione delle pinete del territorio comunale
Camminando per i boschi si è portati spesso a
tenere lo sguardo basso, perché si è attenti a dove
si mettono i piedi o perché si è in giro per funghi,
spesso dunque l’alternanza delle specie ci sfugge
completamente. Ognuno di voi avrà almeno una
volta fatto un giro per i boschi del territorio
comunale ammirando in primavera lo spettacolo
della fioritura delle viole o delle primule o ancora in
autunno a riempirsi gli occhi del rosso delle foglie
del corniolo (Cornus sp) o del meraviglioso giallo
oro delle foglie dell’acero campestre (Acer
campestre) senza forse domandarsi nulla sui pini
diffusi ovunque. Già i pini! Sia il pino nero (Pinus
nigra var. austriaca) sia il pino silvestre (Pinus
sylvestris) difficilmente attraggono la nostra attenzione se non quando per
strada ci accorgiamo degli strani batuffoli bianchi lanuginosi diffusi sulle loro
chiome e che costituiscono i nidi invernali della larva del lepidottero
conosciuto come processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa).
Eppure queste piante, a differenza delle latifoglie spesso presenti solo allo
stato arbustivo, rappresentano, in alcune zone, la principale essenza del
bosco.
La presenza di queste resinose nel territorio comunale, come in molti boschi
della fascia collinare in tutta la provincia, e nel resto d’Italia, deriva da
interventi di rimboschimento avviati nei territori ex austriaci ed in seguito
attuati anche nell’immediato dopoguerra per far fronte alla necessità di
creare occupazione in una fase di profonda crisi economica e dopo
catastrofi climatiche. L’obiettivo dell’attività di rimboschimento fu nel
passato la produzione di legname da opera, mentre nella seconda metà del
secolo scorso, gli interventi hanno avuto come obiettivo la difesa
idrogeologica di territori che erano stati oggetto di uno sfruttamento tale da
eliminare in alcuni casi la totalità della copertura vegetale. Oltre alla normale
attività di taglio del ceduo per la legna da ardere infatti, la raccolta della
frasca per l’alimentazione degli animali domestici e la pratica del pascolo
incontrollato, in poco tempo avevano portato alla scomparsa della copertura
vegetale.
Come alcuni potranno ricordare, nei primi anni cinquanta e soprattutto nel
1960, a seguito dell’alluvione del fiume Sarca, molti sono stati coloro che
hanno partecipato alle campagne di rimboschimento dei versanti del
territorio comunale ormai ridotti a lande rocciose dall’erosione superficiale.
La scelta delle resinose fu allora dettata dalla rinomata capacità di
adattamento delle specie a vegetare in climi collinari, su substrati rocciosi e
poveri di humus, in condizioni di fertilità rese ormai proibitive dall’erosione.
La scelta del pino nero e del pino silvestre, specie pioniere e frugali, fu
dunque obbligata. L’obiettivo della colonizzazione era duplice, coprire il
suolo per evitare l’erosione e conseguentemente indurre il fenomeno di
pedogenesi, vale a dire di ricostituzione del suolo forestale.
Le foglie dei pini hanno creato la lettiera che disgregandosi ad opera degli
agenti atmosferici e biotici si è trasformata lentamente in humus. Il
fenomeno è stato lento poiché le foglie dei pini
costituiscono una lettiera certamente meno
voluminosa di quelle di una faggeta, ma negli anni
il fenomeno ha permesso la creazione, soprattutto
nelle vallette e nelle conche, delle condizioni
edafiche favorevoli perchè le latifoglie eliofile
autoctone ricolonizzassero il sottobosco della
pineta. Tale evoluzione naturale, nonostante
l’iniziale input antropico, permetterebbe la
successione verso il bosco di latifoglie eliofile
correlate alle querce tipiche dalle fascia montana,
che inizialmente erano ospitate da questi versanti
e che in molte zone sopravvivono come relitti dei
boschi originari.
Ma i pini da qualche tempo hanno cominciato a deperire, una somma di
cause legate a fattori endogeni ed esogeni ha determinato da tempo una
lenta regressione delle specie precocemente invecchiate. Tale situazione
ha interessato principalmente il pino nero che in questo territorio si trova
completamente fuori dal suo areale di indigenato a differenza del pino
silvestre. In particolare le numerose annate siccitose che si sono susseguite
hanno determinato un aggravarsi delle condizioni vegetative della specie
che, seppure adattabile e fruguale, mal si adegua al clima locale
caratterizzato da estati particolarmente calde e siccitose. Tutto ciò ha
determinato l’instaurarsi di una condizione di deperimento che è stata
aggravata dell’attacco della processionaria; tale parassita di debolezza, si è
diffuso notevolmente, complice il susseguirsi di inverni miti durante i quali la
specie, che sverna allo stadio larvale nei nidi setosi costruiti in cima agli
alberi, ha potuto godere di numerose giornate calde durante le quali nutrirsi
delle foglie del pino.
Detto ciò, come già avvenuto in molte zone della Provincia (Valle dell’Adige,
Val di Fassa ecc) molte amministrazioni hanno considerato la possibilità di
eliminare gradualmente detta specie per permettere lo sviluppo e la
riaffermazione della vegetazione autoctona costituita principalmente da
latifoglie eliofile come la roverella (Quercus pubescens), l’orniello (Fraxinus
ornus), il carpino nero (Ostrya carpinifolia) e l’acero campestre (Acer
campestre) alle quali si accompagna una nutrita coorte di specie arbustive.
L’eliminazione del pino, che costituisce in gran parte lo strato arboreo dei
boschi, porterebbe all’illuminazione dello strato sottostante di cui
beneficerebbero le specie eliofile sopracitate che già costituiscono lo strato
arbustivo ma che non si sviluppano a causa della concorrenza imposta dai
pini. Questo intervento selvicolturale porterebbe ad una graduale
affermazione delle specie autoctone con sensibile aumento del numero di
specie vegetali, e di conseguenza animali, accrescendo il valore della
biodiversità degli ecosistemi considerati.
Il nuovo redigendo Piano di Assestamento Forestale 2010-2020, oltre alla
individuazione dei volumi di legname da destinare agli usi civici, conterrà
valutazioni in merito all’utilizzo del legname eventualmente retraibile dagli
interventi considerati.
Vittoria Procino
Nido di processionaria su pino nero
prim
ave
ra 2
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Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato
UFFICI COMUNALI
Anagrafe 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00
14.00 - 16.30 14.00 - 16.30 14.00 - 16.30 14.00 - 16.30 14.00 - 16.30
Ragioneria | Pomeriggio su appuntamento 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00
Tributi 14.00 - 16.30 14.00 - 16.30 14.00 - 16.30 14.00 - 16.30 14.00 - 16.30
Tecnico | Pomeriggio su appuntamento 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00
Segreteria | Pomeriggio su appuntamento 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00 08.30 - 12.00
Ricevimento del Sindaco e degli Assessori | Prenotare l'incontro presso la segreteria comunale
C.R.M. (CENTRO RACCOLTA MATERIALI) 10.00 - 12.00 13.30 - 17.30 09.00 - 12.00
DOTT. STENICO | Le visite domiciliari vanno richieste entro le 10.00
Sarche | 0461/56.31.31 8.30 - 10.30 8.30 - 10.30
Lasino 0461/56.32.57| 08.30 - 10.30 11.00 - 13.00 08.30 - 10.30 17.00 - 19.00
Calavino 0461/56.32.61 | 11.00 - 13.00 17.00 - 19.00 11.00 - 13.00 08.30 - 10.30
Pergolese 0461/56.47.86 | 16.00 - 17.30 11.00 - 13.00
DOTT. PISONI | cell. 333/30.65.857 | Per visite su appuntamento tel. dalle 11.30 - 12.30 del giorno prec.
Cavedine | 0461/56.83.92 09.30 - 11.30 09.30 - 11.30 09.30 - 11.30
Vezzano 0461/86.45.70 | 10.00 - 12.30 16.00 - 18.30 16.30 - 19.00 10.00 - 12.30
Vigo Cavedine 0461/56.62.10 | 16.00 - 18.00 16.00 - 18.00
Lago di Cavedine 17.00 - 19.00
DOTT. RICCI
Sarche 16:00 - 19:00 15:00 - 18:00 12:30 - 13:00 12:30 - 13:00 16:00 - 19:00
Calavino 0461/56.31.31 | 08:30 - 09:30
Ranzo 08:30 - 09:30 08:30 - 09:30 08:30 - 09:30
Vezzano 0461/84.43.08 | 11:00 - 12:00
Padergnone 0461/86.45.07 | 10:30 - 12:00 10:30 - 12:00 09:00 - 11:00 10:30 - 12:00
Pediatra DOTT. SSA LA DELFA | cell. 348/12.16.499 | Le visite domiciliari vanno richieste entro le 10.00
Cavedine 0461/56.88.05 | 10.00 - 13.00 12.00 - 15.00
Vezzano 0461/34.00.43 | 12.00 - 15.00 09.30 - 12.30 09.30 - 12.30
GUARDIA MEDICA | Prefestivi e festivi: dalle 10.00 del prefestivo alle 8.00 del giorno feriale successivo
Calavino | Via Gentilini, 7 - 0461/56.42.96 20.00 - 08.00 20.00 - 08.00 20.00 - 08.00 20.00 - 08.00 20.00 - 08.00 08.00- lun. 08.00
BIBLIOTECA Valle di Cavedine | È disponibile il servizio Internet
Lasino 0461/56.17.45 - [email protected] | 09.30 - 12.30
15.00 - 18.00 15.00 - 18.00 15.00 - 18.00
Sarche 0461/56.31.11 - [email protected] | 09.30 - 12.30 15.00 - 17.00 15.00 - 18.00
Calavino 0461/56.40.50 - [email protected] | 15.00 - 18.00 09.30 - 12.30 14.30 - 17.30
Vigo Cavedine 0461/56.60.60 - [email protected] | 15.00 - 18.00 09.30 - 12.30
Sede Cavedine 0461/56.82.20 - [email protected] | 10.00 - 12.30 10.00 - 12.30
14.30 - 18.30 14.30 - 18.30 14.30 - 18.30 14.30 - 18.30 14.00 - 18.00
Farmacia
Cavedine | 0461/56.85.21 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30 chiuso 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30
15.30 - 19.00 15.30 - 19.00 15.30 - 19.00 chiuso 15.30 - 19.00 15.30 - 19.00
Vezzano | 0461/86.40.32 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30 chiuso 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30
15.30 - 19.00 15.30 - 19.00 chiuso 15.30 - 19.00 15.30 - 19.00 15.30 - 19.00
Sarche | 0461/56.31.41 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30 08.30 - 12.30
15.30 - 19.30 15.30 - 19.30 chiuso 15.30 - 19.30 15.30 - 19.30 chiuso
« orari.. » servizi pubblici S
COMUNE DI LASINO
Indirizzo P.zza A. Degasperi, 25 - 38076 Lasino (TN)
Numeri 0461/56.41.41 - fax 0461/56.30.40
e-mail [email protected]
EMERGENZA
Trentino Emergenza 118
Croce Rossa Vezzano 0461/86.47.77
Guardia medica Calavino 0461/56.42.96
PRONTO SOCCORSO
Ospedale S. Chiara 0461/90.32.06
Pronto Soccorso Pediatrico 0461/90.35.28
VIGILI DEL FUOCO
Vigili del Fuoco emergenze 115
Vigili del Fuoco di Lasino 329/21.04.378
Vigili del Fuoco di Trento 0461/49.23.00
Servizio Antincendi 1515
FORESTALE
Stazione Forestale Vezzano 0461/49.37.94
Custode Forestale 349.00.74.735
FORZE DELL’ORDINE
Carabinieri 112
Carabinieri di Lasino 0461/56.41.42
Carabinieri di Vezzano 0461/86.40.17
Comando Polizia Municipale Trento 0461/88.91.11
SANITÀ
Ospedale Santa Chiara 0461/90.31.11
CUP [centro unico di prenotazione] 848 816 816
Casa di Riposo di Cavedine 0461/56.85.10
Farmacia di Cavedine 0461/56.85.21 (chiusa giovedì)
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