La Stadera n. 63 - Ottobre 2011

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Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in Legge n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 2 - CNS BA Mensile della parrocchia SS. Crocifisso - Barletta anno VIII 63 “PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007” ottobre 2011 agenda ottobre 2011 5 CHIESA IN MISSIONE DIOCESANITÀ A ll’inizio di un nuovo anno pasto- rale, ci apprestiamo a vivere la secondo parte del II biennio del nostro percorso pastorale. Il I biennio (2008-2010) ha visto la nostra comu- nità impegnata all’ascolto di Dio, per ascoltare gli altri; il biennio in corso (2010-2012) ci richiede di impegnarci nella meditazione; nel prossimo bien- nio (2012-2014) sarà sviluppato il tema della testimonianza. I tre temi su cui si sta riflettendo rimandano alle tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Ponendo al centro della nostra vita di comunità la Parola di Dio, il nostro percorso pastorale trova la sua sorgen- te nella certezza che l’amore di Dio ci pervade e ci chiama a farci testimoni audaci, partendo dalle nostre fami- glie e raggiungendo soprattutto quanti sono più lontani. In questo ci sarà di grande aiuto il brano biblico che ci ac- compagnerà durante l’anno, tratto dal Vangelo secondo Luca, che ci propone la visitazione di Maria alla cugina Elisa- betta (Lc 1,39-45). Avendo a cura particolarmente l’educazione alla meditazione e alla speranza nella liturgia, sentiamo il bi- sogno di risvegliare le nostre coscien- ze di fedeli che partecipano alla vita di fede nella comunità, educandoci a comunicare la fede, a far trasparire la speranza che è in noi (cf 1Pt 3,15) più che a parole con la testimonianza viva della nostra esistenza, in famiglia, a la- voro, a scuola e in ogni ambito sociale in cui ci troviamo a vivere. La liturgia, culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e fonte da cui pro- mana tutta la sua energia (cf SC 10), continuerà ad essere il luogo privilegia- to dell’incontro con Dio, per educarci alla preghiera attraverso una sempre più profonda consapevolezza del mi- stero che si celebra. L’Eucaristia dome- nicale, nella quale si ripropone per noi la Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, sia il cuore della nostra vita par- rocchiale, in cui fare festa nella fede, chiedendo a Dio la comunione di animi, di orazione, di voce e di carità. Dalla celebrazione eucaristica deve scaturire ogni nostra volontà e azione, tutta la nostra vita deve profumare del Mistero che celebriamo tutti uniti in comunione con Dio. Perciò l’obiettivo di questo anno, in linea con i precedenti, è quello di ren- dere la liturgia più comprensibile, nel- la diversità dei tempi liturgici e delle memorie dei santi. Importante sarà la preparazione al Battesimo, che riguar- da non solo il bambino o la sua fami- glia, ma tutta la comunità ecclesiale. Gli sposi più adulti e preparati, inoltre, siano disponibili nel guidare e sostene- re le giovani coppie di nubendi o nei primi anni di matrimonio, mostrando con pazienza che la fedeltà dell’amo- re si misura con la dolorosa esperienza della sofferenza, della malattia e della morte, così come il Signore Gesù Cristo ci ha mostrato mediante la sua passio- ne e morte in croce. Particolare cura bisognerà avere per coloro che si dichiarano “credenti non praticanti”, che cioè vivono la pro- pria fede in un contesto privatistico e personale, e non avvertono la neces- sità di partecipare alla Messa domeni- cale e alla vita di comunità. A costoro è fondamentale far comprendere che la liturgia non si sostituisce al rappor- to personale che si ha con Dio; anzi, essa possiede un suo primato e una sua pienezza, con una sua intrinseca efficacia, fondamentale per costruire un fede salda e stabile. Essa costituisce la sorgente della nostra vita spirituale, soprattutto attraverso la partecipazio- ne ai sacramenti dell’Eucaristia e del- la Riconciliazione, che continuamen- te alimentano e sostengono il nostro cammino verso la santità. Un percorso che, tuttavia, non si compie rimanen- do isolati l’uno dall’altro; un cammino impegnativo e coinvolgente in cui è necessario un vero lavoro di squadra, dove chi è più avanti deve farsi modello e sostegno per chi trova davanti a sé ostacoli e difficoltà. O si diventa santi insieme, o la santità è solo un’illusio- ne. Ma solo dall’incontro con Dio nella Chiesa è possibile rendere fruttuosi i nostri sforzi verso la santità. È Dio che per primo ci chiama ad essere santi: a noi non sta che rispondere abban- donandoci docilmente alla sua grazia. Ogni tentativo, per quanto grande, se farà affidamento esclusivamente sulle nostre povere capacità si rivelerà total- mente inutile e improduttivo. Risvegliamo, allora, il senso di ap- partenenza alla nostra comunità del SS. Crocifisso, sentiamo la parrocchia come casa tra le case, rendiamola davvero “famiglia di famiglie cristiane”, come ci ha ricordato il nostro Padre Arcivescovo durante la novena dei SS. Medici Co- sma e Damiano. Ognuno sia generoso nel dare il proprio personale contributo, mettendo a disposizione i talenti che il buon Dio ha donato a ciascuno. Nella diversità dei ministeri e dei carismi si dispiega la grande ricchezza che la co- munità cristiana costituisce per i suoi stessi membri e per la società sul cui territorio è chiamata a vivere. Alimentandoci mediante i Sacra- menti, la meditazione della Parola, la preghiera, l’adorazione Eucaristica che ogni giovedì viviamo in modo co- munitario, sentendo accanto a noi la materna protezione della Vergine Ma- ria e avendo come amici di cammino e potenti intercessori presso Dio i santi Medici Anàrgiri Cosma e Damiano, ri- mettiamoci in viaggio verso un nuovo anno, tempo favorevole (kairós) per convertire il nostro cuore e per cam- minare l’uno accanto all’altro, sotto la paterna guida del parroco: insieme, germe di unità, di speranza e di salvez- za (cf LG 9). Alessandro Brandi [email protected] Chiamati a costruire, per tutta l’umanità, il germe più forte di unità, di speranza e di salvezza (LG 9) Meditare nella speranza L a nostra comunità par- rocchiale ha avuto la gioia di conoscere Pa- trick, ex monaco buddista che, convertitosi al cristiane- simo, è oggi sacerdote. Patrick ha studiato pres- so il Pontificio Seminario Re- gionale “Pio XI” di Molfetta. Il sabato e la domenica, nel periodo del suo percorso di tirocinio pastorale durato circa cinque anni, ha sog- giornato nella nostra canoni- ca. Con don Rino Patrick ha stretto e consolidato un bel rapporto di amicizia che si protrae ancora oggi. Da due anni egli è tornato in Birma- nia. I contatti sono continua- ti, anche se in diverse circo- stanze sono stati difficoltosi. Patrick all’inizio del 2011 ha annunciato a don Rino che sarebbe stato ordinato sa- cerdote l’8 aprile 2011, invi- tandolo ad essere presente alla cerimonia della sua or- dinazione. Don Rino, in varie circostanze, aveva parlato dell’eventualità di un viaggio in Birmania, prospettando però le difficoltà oggettive che si frapponevano. Quan- do la cosa andava concretiz- zandosi gli proposi di accom- pagnarlo. Pensavo: “vado a farmi una gita, non sono obbligato a stare sempre con don Rino”. Il mio program- ma però è stato sconvolto. Arrivati in Birmania rimasi colpito dalla situazione di povertà inimmaginabile, evi- denziata dalla gente scalza e dai motocarri che svolge- vano funzioni di pullman con persone ammassate persino fuori dal cassone posteriore. Questa situazione, vista fuo- ri dall’aeroporto, mi portava a pensare che, essendo in periferia, in centro la situa- zione sarebbe migliorata. Mi accorsi, purtroppo, che nel cuore della città non cambia- va quasi niente e che solo al- cune abitazioni erano legger- mente migliori delle altre: tutto in sostanza rimaneva invariato. Dopo un viaggio di quattro ore in cui attraversammo la campa- gna e dei conglomerati, im- boccammo una stradina di campagna che ci portò in un terreno, abbastanza grande, con un palco dove si vedeva- no le foto dei tre ragazzi che sarebbero stati ordinati sa- cerdoti. Continuando il per- corso su di una strada con a fianco delle palafitte, rag- giungemmo la chiesetta vici- no ad una baracca e ad una tettoia. La chiesa era gestita da un sacerdote. Nella baracca, che era una scuola, svolgevano le attività delle suore coadiu- vate dal sacerdote stesso. Le case in legno, simili a palafitte, erano composte da una camera e da una cu- cina. Ogni famiglia si servi- va di una grande vasca per lavarsi. Pensai che la messa dell'ordinazione sacerdotale sarebbe stata semplice. Do- vetti ricredermi: fuori dalla chiesa vidi accalcarsi tan- ta gente, dietro notai altro movimento senza riuscire a capire come potessero unir- si alla cerimonia tante per- sone. Restai stupito quando vidi che alcuni erano vestiti con dei costumi tradiziona- li e, incuriosito, chiesi cosa significasse tutto quello che stava succedendo. Alcuni sa- cerdoti mi dissero che tutto ciò avveniva perché stava- no diventando sacerdoti tre ragazzi facenti parte della stessa tribù, i quali, sebbe- ne fossero della stessa tribù, parlavano 3 lingue diverse ed avevano usanze simili ma non uguali. Seppi che il ve- scovo del luogo svolgeva la sua attività pastorale su di un territorio esteso quanto la Puglia. In tantissimi assi- stettero alla cerimonia. Poi ci furono danze e rappresenta- zioni da parte dei gruppi di provenienza dei nuovi sacer- doti. Ad ognuno di loro fu as- segnato il proprio compito. La mattina seguente, alle ore 6.00, celebrarono la loro prima messa. Il gior- no successivo ogni novello sacerdote volle celebrare la messa in casa dei propri ge- nitori. Noi eravamo a casa di Patrick, dove si organizzò un piccolo buffet per tutti i par- tecipanti ed i conoscenti. Il viaggio, in definitiva, è sta- to diverso da come lo avevo previsto: ho seguito sempre don Rino, rendendomi con- to che gente che vive con poco riso ha offerto quel che aveva per coloro che hanno festeggiato il loro sacerdote. Sono tornato meravigliato e con un proposito: cercare di aiutare la Chiesa Birmana che ha tantissimo bisogno di un sostegno concreto. Angelo Corcella info@crocifissobarletta.it Il 17 settembre scorso si è svolto presso la Parrocchia “SS.mo Crocifisso” di Barletta il 3° Convegno Missionario Diocesano dal tema “Testimoni di Dio”. Tale evento è stato organizzato dalla Commissione Evangelizzazione dei Popoli e Cooperazione tra le Chiese della quale è presidente don Ruggiero Caporusso. «Il tema di quest'anno – ha detto don Caporusso – vuole rimarcare come la testimonianza per un cristiano sia l'elemento fondante della sua identità di battezzato. I sacramenti dell'iniziazione cristiana che ab- biamo ricevuto ci rendono capaci di annunciare la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, nell'attesa della sua venu- ta. Dunque tutti siamo missionari e non possiamo sottrarci dall'essere testimoni di Dio. Qual è la caratteristica prin- cipale di questa testimonianza? Certamente la credibilità, poiché per essere ascoltati dal mondo moderno non ba- stano le parole ma occorre una condotta di vita personale sana, nel rispetto della dignità e sacralità di quella altrui». Il convegno, divenuto un appuntamento fisso, nasce col presupposto di tracciare dei sentieri missionari da per- correre personalmente e comunitariamente attraverso le attività nelle parrocchie di provenienza dei partecipanti. I lavori sono stati aperti dalla preghiera di mons. Fi- lippo Salvo, Vicario episcopale per la zona pastorale “San Ruggiero”, che ha dato il suo saluto a nome dell’arcivesco- vo di Trani-Barletta-Bisceglie S.Ecc. Mons. Giovan Battista Pichierri, sottolineando poi come nella società odierna nes- suno può sottrarsi alla vocazione missionaria e all'annuncio in spirito di carità verso i fratelli. «La nostra terra – ha detto mons. Salvo – è stata e continua ad essere attenta alle missioni. La nostra terra è stata anche arricchita dalla testimonianza di un martire missionario testimone di Dio come Padre Raffaele Di Bari». Mons. Salvo ha aggiunto che «vivere da cristiani nei tempi attuali non è una for- mula facile» perché sono questi i tempi del «martirio della pazienza», «vissuto da coloro che, per rimanere fedeli alle loro profonde convinzioni di coscienza, accettano di subire l’emarginazione, il disprezzo, la derisione, l’umiliazione». Denso di spunti, per un ampio approfondimento per- sonale sulla parola di Dio in stretto legame con la sua funzione missionaria, l’intervento del dott. Alex Zappalà, segretario nazionale di Missio Giovani. Per Zappalà la te- stimonianza missionaria ha a che fare con la misericordia di Dio. L’accento va posto su Dio poiché «senza Dio non c’è gioia»: è Lui il primo testimone del rahamim, cioè della misericordia viscerale. Partendo da quelle viscere che si contorcono per regalare misericordia, ognuno è chiamato ad annunciare ma soprattutto è chiamato a vivere la mis- sione: «Il missionario – ha detto Zappalà – è prima desti- natario dell’annuncio, poi portatore dell’annuncio» poiché se io «ti do, poi ricevo da te». Il giudizio delle apparenze è pregiudizio: «cosa può venire di buono da un barbone? Viaggio in 2 dom ore 11.00 BASILICA S. MARIA MAGGIORE: S. Messa in suffragio di p. Raffaele Di Bari 5 mer ore 19.00 Iscrizione all’Albo dei Cresimandi. Anniversario di dedicazione della Parrocchia. ore 18.00 Catechismo classi di 3ª e 4ª Elementare (ogni mercoledì) 6 gio ore 8.00 Gruppo volontariato (decoro della Chiesa ogni giovedì) ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 17.30/19.00 Gruppo EPASS (scuola scrittura ogni giovedì) dalle ore 18.00 alle ore 22.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi Medici 7 ven ore 18.30 S. Messa in via Romagnosi ore 19.00 S. Messa a dev. Del Sacro Cuore di Gesù Adorazione Eucaristica di riparazione e consacrazione ore 19.00 BASILICA S. MARIA MAGGIORE: S. Messa, presiede S.E. Mons. Giacinto Marcuzzo, Ausiliare del Patriarca Latino di Gerusalemme, in occasione della riapertura di Santa Maria di Nazareth ore 19.00 Catechismo classi 5ª Elementare e 1ª Media (ogni venerdì) 8 sab ore 17.30 Catechismo classi di 2ª e 3ª Media e Cresimandi 1ª Superiore (ogni sabato) ore 19.00 Catechismo Classe di 1ª Media di Isabella C. e Cristina C. (ogni sabato) ore 20.00 Catechismo Giovanissimi (ogni sabato) ore 20.00 Catechismo Giovani (ogni sabato) 9 dom ore 11.00 Catechismo Classi di 1ª e 2ª Elementare (ogni domenica) ore 12.00 Supplica alla Madonna del Rosario 10 lun ore 19.30 Formazione dei catechisti 13 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici 20 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici 27 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici ore 22.00 S. Messa e rito dell’Incubatio e Adorazione Notturna BIRMANIA Il silenzio è la lingua ultima degli innamorati veri che raggiungono l’apice della loro eloquenza quando taccio- no e si guardano negli occhi. (G. Ravasi, biblista) La verità è simile a Dio: non appare immediatamente, bisogna che la intuiamo attraverso le sue manifestazioni. (Goethe, poeta) La ricchezza guasta l’intelligenza, come un pasto troppo forte vela di sonno anche l’occhio più vivace… Il primo effetto di un eccessivo amore per la ricchezza è la per- dita della propria personalità. Si è tanto più persona, quanto meno si amano le cose. (V. Brancati, scrittore) La cosa più bella al mondo: una bimba che ti chiede qua- le sia la strada e che riparte cantando dopo che gliel’hai indicata. (detto giapponese haiku) “A ottabr s' facie nott cu' pan cutt” (Gerard, filosofo di vita) Trad.: “Ad ottobre diventa notte col pan cotto”, ciò vuol dire che siccome ad ottobre scurisce prima e l'autunno fa sentire la sua presenza, si resta spesso a casa per cenare in famiglia. In passato c'era il pan cotto a scaldare il corpo e a creare il clima familiare, oggi magari una minestrina ben fatta da una brava mamma può portare allo stesso risultato. 3° CONVEGNO MISSIONARIO DIOCESANO Il Vangelo ci dice che da lui può venire evangelizzazione». «La grande scommessa è lasciarsi lavare i piedi dagli altri, vestire i panni degli altri». Come Gesù dobbiamo sforzarci di essere «testimoni di misericordia che va a tutti», poiché «la misericordia è uno stile di vita» che non fa graduatorie tra i bisognosi. «La misericordia è per tutti perché Gesù ha scelto tutti». Il convegno si è concluso con la Celebrazione Eucari- stica al termine della quale don Caporusso ha dato a tut- ti l'arrivederci al prossimo anno, invitando ognuno a dare testimonianza con la propria condotta di vita nelle cose normali e quotidiane. «Il Vangelo, dopotutto, è una realtà incarnata nella storia – ha detto – e nelle storie del suo tempo ma anche di quello presente: sforzarsi di aderire alla Parola è il primo passo verso il “farsi missione”». Salvatore Mellone [email protected] “TESTIMONI DI DIO” Da sinistra: Don Ruggiero Caporusso, Mons. Filippo Salvo e Alex Zappalà FOTO ARCHIVIO STADERA FOTO ARCHIVIO STADERA info@crocifissobarletta.it 1° del mese 1° del mese

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La Stadera n. 63 - Ottobre 2011

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Mensile della parrocchia SS. Crocifi sso - Barletta

anno VIII

n°63

“PREMIO FALLANI Miglior Testata 2007”

ottobre

2011

agendaottobre 2011

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CHIESA IN MISSIONE DIOCESANITÀ

All’inizio di un nuovo anno pasto-rale, ci apprestiamo a vivere la secondo parte del II biennio del

nostro percorso pastorale. Il I biennio (2008-2010) ha visto la nostra comu-nità impegnata all’ascolto di Dio, per ascoltare gli altri; il biennio in corso (2010-2012) ci richiede di impegnarci nella meditazione; nel prossimo bien-nio (2012-2014) sarà sviluppato il tema della testimonianza. I tre temi su cui si sta rifl ettendo rimandano alle tre virtù teologali: fede, speranza e carità.

Ponendo al centro della nostra vita di comunità la Parola di Dio, il nostro percorso pastorale trova la sua sorgen-te nella certezza che l’amore di Dio ci pervade e ci chiama a farci testimoni audaci, partendo dalle nostre fami-glie e raggiungendo soprattutto quanti sono più lontani. In questo ci sarà di grande aiuto il brano biblico che ci ac-compagnerà durante l’anno, tratto dal Vangelo secondo Luca, che ci propone la visitazione di Maria alla cugina Elisa-betta (Lc 1,39-45).

Avendo a cura particolarmente l’educazione alla meditazione e alla speranza nella liturgia, sentiamo il bi-sogno di risvegliare le nostre coscien-ze di fedeli che partecipano alla vita di fede nella comunità, educandoci a comunicare la fede, a far trasparire la speranza che è in noi (cf 1Pt 3,15) più che a parole con la testimonianza viva della nostra esistenza, in famiglia, a la-voro, a scuola e in ogni ambito sociale in cui ci troviamo a vivere.

La liturgia, culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e fonte da cui pro-mana tutta la sua energia (cf SC 10), continuerà ad essere il luogo privilegia-to dell’incontro con Dio, per educarci alla preghiera attraverso una sempre più profonda consapevolezza del mi-stero che si celebra. L’Eucaristia dome-nicale, nella quale si ripropone per noi la Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, sia il cuore della nostra vita par-

rocchiale, in cui fare festa nella fede, chiedendo a Dio la comunione di animi, di orazione, di voce e di carità. Dalla celebrazione eucaristica deve scaturire ogni nostra volontà e azione, tutta la nostra vita deve profumare del Mistero che celebriamo tutti uniti in comunione con Dio.

Perciò l’obiettivo di questo anno, in linea con i precedenti, è quello di ren-dere la liturgia più comprensibile, nel-la diversità dei tempi liturgici e delle memorie dei santi. Importante sarà la preparazione al Battesimo, che riguar-da non solo il bambino o la sua fami-glia, ma tutta la comunità ecclesiale. Gli sposi più adulti e preparati, inoltre, siano disponibili nel guidare e sostene-re le giovani coppie di nubendi o nei primi anni di matrimonio, mostrando con pazienza che la fedeltà dell’amo-re si misura con la dolorosa esperienza della sofferenza, della malattia e della morte, così come il Signore Gesù Cristo ci ha mostrato mediante la sua passio-ne e morte in croce.

Particolare cura bisognerà avere per coloro che si dichiarano “credenti non praticanti”, che cioè vivono la pro-pria fede in un contesto privatistico e personale, e non avvertono la neces-sità di partecipare alla Messa domeni-cale e alla vita di comunità. A costoro è fondamentale far comprendere che la liturgia non si sostituisce al rappor-to personale che si ha con Dio; anzi, essa possiede un suo primato e una sua pienezza, con una sua intrinseca effi cacia, fondamentale per costruire un fede salda e stabile. Essa costituisce la sorgente della nostra vita spirituale, soprattutto attraverso la partecipazio-ne ai sacramenti dell’Eucaristia e del-la Riconciliazione, che continuamen-te alimentano e sostengono il nostro cammino verso la santità. Un percorso che, tuttavia, non si compie rimanen-do isolati l’uno dall’altro; un cammino impegnativo e coinvolgente in cui è

necessario un vero lavoro di squadra, dove chi è più avanti deve farsi modello e sostegno per chi trova davanti a sé ostacoli e diffi coltà. O si diventa santi insieme, o la santità è solo un’illusio-ne. Ma solo dall’incontro con Dio nella Chiesa è possibile rendere fruttuosi i nostri sforzi verso la santità. È Dio che per primo ci chiama ad essere santi: a noi non sta che rispondere abban-donandoci docilmente alla sua grazia. Ogni tentativo, per quanto grande, se farà affi damento esclusivamente sulle nostre povere capacità si rivelerà total-mente inutile e improduttivo.

Risvegliamo, allora, il senso di ap-partenenza alla nostra comunità del SS. Crocifi sso, sentiamo la parrocchia come casa tra le case, rendiamola davvero “famiglia di famiglie cristiane”, come ci ha ricordato il nostro Padre Arcivescovo durante la novena dei SS. Medici Co-sma e Damiano. Ognuno sia generoso nel dare il proprio personale contributo, mettendo a disposizione i talenti che il buon Dio ha donato a ciascuno. Nella diversità dei ministeri e dei carismi si dispiega la grande ricchezza che la co-munità cristiana costituisce per i suoi stessi membri e per la società sul cui territorio è chiamata a vivere.

Alimentandoci mediante i Sacra-menti, la meditazione della Parola, la preghiera, l’adorazione Eucaristica che ogni giovedì viviamo in modo co-munitario, sentendo accanto a noi la materna protezione della Vergine Ma-ria e avendo come amici di cammino e potenti intercessori presso Dio i santi Medici Anàrgiri Cosma e Damiano, ri-mettiamoci in viaggio verso un nuovo anno, tempo favorevole (kairós) per convertire il nostro cuore e per cam-minare l’uno accanto all’altro, sotto la paterna guida del parroco: insieme, germe di unità, di speranza e di salvez-za (cf LG 9).

Alessandro [email protected]

Chiamati a costruire, per tutta l’umanità, il germe più forte di unità, di speranza e di salvezza (LG 9)

Meditare nella speranza

La nostra comunità par-rocchiale ha avuto la gioia di conoscere Pa-

trick, ex monaco buddista che, convertitosi al cristiane-simo, è oggi sacerdote.

Patrick ha studiato pres-so il Pontifi cio Seminario Re-gionale “Pio XI” di Molfetta. Il sabato e la domenica, nel periodo del suo percorso di tirocinio pastorale durato circa cinque anni, ha sog-giornato nella nostra canoni-ca. Con don Rino Patrick ha stretto e consolidato un bel rapporto di amicizia che si protrae ancora oggi. Da due anni egli è tornato in Birma-nia. I contatti sono continua-ti, anche se in diverse circo-stanze sono stati diffi coltosi. Patrick all’inizio del 2011 ha annunciato a don Rino che sarebbe stato ordinato sa-cerdote l’8 aprile 2011, invi-tandolo ad essere presente alla cerimonia della sua or-dinazione. Don Rino, in varie circostanze, aveva parlato dell’eventualità di un viaggio in Birmania, prospettando però le diffi coltà oggettive che si frapponevano. Quan-do la cosa andava concretiz-zandosi gli proposi di accom-pagnarlo. Pensavo: “vado a farmi una gita, non sono obbligato a stare sempre con don Rino”. Il mio program-ma però è stato sconvolto. Arrivati in Birmania rimasi colpito dalla situazione di povertà inimmaginabile, evi-denziata dalla gente scalza e dai motocarri che svolge-vano funzioni di pullman con persone ammassate persino fuori dal cassone posteriore. Questa situazione, vista fuo-ri dall’aeroporto, mi portava a pensare che, essendo in periferia, in centro la situa-zione sarebbe migliorata. Mi accorsi, purtroppo, che nel cuore della città non cambia-va quasi niente e che solo al-cune abitazioni erano legger-mente migliori delle altre: tutto in sostanza rimaneva invariato. Dopo un viaggio

di quattro ore in cui attraversammo

la campa-

gna e dei conglomerati, im-boccammo una stradina di campagna che ci portò in un terreno, abbastanza grande, con un palco dove si vedeva-

no le foto dei tre ragazzi che sarebbero stati ordinati sa-cerdoti. Continuando il per-corso su di una strada con a fi anco delle palafi tte, rag-giungemmo la chiesetta vici-no ad una baracca e ad una tettoia. La chiesa era gestita da un sacerdote.

Nella baracca, che era una scuola, svolgevano le attività delle suore coadiu-vate dal sacerdote stesso. Le case in legno, simili a palafi tte, erano composte da una camera e da una cu-cina. Ogni famiglia si servi-va di una grande vasca per lavarsi. Pensai che la messa dell'ordinazione sacerdotale sarebbe stata semplice. Do-vetti ricredermi: fuori dalla chiesa vidi accalcarsi tan-ta gente, dietro notai altro movimento senza riuscire a capire come potessero unir-si alla cerimonia tante per-sone. Restai stupito quando vidi che alcuni erano vestiti con dei costumi tradiziona-li e, incuriosito, chiesi cosa signifi casse tutto quello che stava succedendo. Alcuni sa-cerdoti mi dissero che tutto ciò avveniva perché stava-no diventando sacerdoti tre ragazzi facenti parte della stessa tribù, i quali, sebbe-ne fossero della stessa tribù,

parlavano 3 lingue diverse ed avevano usanze simili ma non uguali. Seppi che il ve-scovo del luogo svolgeva la sua attività pastorale su di un territorio esteso quanto la Puglia. In tantissimi assi-stettero alla cerimonia. Poi ci furono danze e rappresenta-zioni da parte dei gruppi di provenienza dei nuovi sacer-doti. Ad ognuno di loro fu as-segnato il proprio compito.

La mattina seguente, alle ore 6.00, celebrarono la loro prima messa. Il gior-no successivo ogni novello sacerdote volle celebrare la messa in casa dei propri ge-

nitori. Noi eravamo a casa di Patrick, dove si organizzò un piccolo buffet per tutti i par-tecipanti ed i conoscenti. Il viaggio, in defi nitiva, è sta-to diverso da come lo avevo previsto: ho seguito sempre don Rino, rendendomi con-to che gente che vive con poco riso ha offerto quel che aveva per coloro che hanno festeggiato il loro sacerdote. Sono tornato meravigliato e con un proposito: cercare di aiutare la Chiesa Birmana che ha tantissimo bisogno di un sostegno concreto.

Angelo Corcellainfo@crocifi ssobarletta.it

Il 17 settembre scorso si è svolto presso la Parrocchia “SS.mo Crocifi sso” di Barletta il 3° Convegno Missionario Diocesano dal tema “Testimoni di Dio”. Tale evento è stato organizzato dalla Commissione Evangelizzazione dei Popoli e Cooperazione tra le Chiese della quale è presidente don Ruggiero Caporusso. «Il tema di quest'anno – ha detto don Caporusso – vuole rimarcare come la testimonianza per un cristiano sia l'elemento fondante della sua identità di battezzato. I sacramenti dell'iniziazione cristiana che ab-biamo ricevuto ci rendono capaci di annunciare la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, nell'attesa della sua venu-ta. Dunque tutti siamo missionari e non possiamo sottrarci dall'essere testimoni di Dio. Qual è la caratteristica prin-cipale di questa testimonianza? Certamente la credibilità, poiché per essere ascoltati dal mondo moderno non ba-stano le parole ma occorre una condotta di vita personale sana, nel rispetto della dignità e sacralità di quella altrui».

Il convegno, divenuto un appuntamento fi sso, nasce col presupposto di tracciare dei sentieri missionari da per-correre personalmente e comunitariamente attraverso le attività nelle parrocchie di provenienza dei partecipanti.

I lavori sono stati aperti dalla preghiera di mons. Fi-lippo Salvo, Vicario episcopale per la zona pastorale “San Ruggiero”, che ha dato il suo saluto a nome dell’arcivesco-vo di Trani-Barletta-Bisceglie S.Ecc. Mons. Giovan Battista Pichierri, sottolineando poi come nella società odierna nes-suno può sottrarsi alla vocazione missionaria e all'annuncio in spirito di carità verso i fratelli. «La nostra terra – ha detto mons. Salvo – è stata e continua ad essere attenta alle missioni. La nostra terra è stata anche arricchita dalla testimonianza di un martire missionario testimone di Dio come Padre Raffaele Di Bari». Mons. Salvo ha aggiunto che «vivere da cristiani nei tempi attuali non è una for-mula facile» perché sono questi i tempi del «martirio della pazienza», «vissuto da coloro che, per rimanere fedeli alle loro profonde convinzioni di coscienza, accettano di subire l’emarginazione, il disprezzo, la derisione, l’umiliazione».

Denso di spunti, per un ampio approfondimento per-sonale sulla parola di Dio in stretto legame con la sua funzione missionaria, l’intervento del dott. Alex Zappalà, segretario nazionale di Missio Giovani. Per Zappalà la te-stimonianza missionaria ha a che fare con la misericordia di Dio. L’accento va posto su Dio poiché «senza Dio non c’è gioia»: è Lui il primo testimone del rahamim, cioè della

misericordia viscerale. Partendo da quelle viscere che si contorcono per regalare misericordia, ognuno è chiamato ad annunciare ma soprattutto è chiamato a vivere la mis-sione: «Il missionario – ha detto Zappalà – è prima desti-natario dell’annuncio, poi portatore dell’annuncio» poiché se io «ti do, poi ricevo da te». Il giudizio delle apparenze è pregiudizio: «cosa può venire di buono da un barbone?

Viaggio in

2 dom ore 11.00 BASILICA S. MARIA MAGGIORE: S. Messa in suffragio di p. Raffaele Di Bari

5 mer ore 19.00 Iscrizione all’Albo dei Cresimandi. Anniversario di dedicazione della Parrocchia.

ore 18.00 Catechismo classi di 3ª e 4ª Elementare (ogni mercoledì)

6 gio ore 8.00 Gruppo volontariato (decoro della Chiesa ogni giovedì)

ore 9.00 Gruppo Caritas (ogni giovedì) ore 17.30/19.00 Gruppo EPASS (scuola scrittura ogni

giovedì) dalle ore 18.00 alle ore 22.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Santi

Medici

7 ven ore 18.30 S. Messa in via Romagnosi ore 19.00 S. Messa a dev. Del Sacro Cuore di Gesù Adorazione Eucaristica di riparazione e consacrazione ore 19.00 BASILICA S. MARIA MAGGIORE: S. Messa,

presiede S.E. Mons. Giacinto Marcuzzo, Ausiliare del Patriarca Latino di Gerusalemme, in occasione della riapertura di Santa Maria di Nazareth

ore 19.00 Catechismo classi 5ª Elementare e 1ª Media (ogni venerdì)

8 sab ore 17.30 Catechismo classi di 2ª e 3ª Media e Cresimandi 1ª Superiore (ogni sabato)

ore 19.00 Catechismo Classe di 1ª Media di Isabella C. e Cristina C. (ogni sabato)

ore 20.00 Catechismo Giovanissimi (ogni sabato) ore 20.00 Catechismo Giovani (ogni sabato)

9 dom ore 11.00 Catechismo Classi di 1ª e 2ª Elementare (ogni domenica)

ore 12.00 Supplica alla Madonna del Rosario

10 lun ore 19.30 Formazione dei catechisti

13 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici

20 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici

27 gio dalle ore 18.00 Confessioni ore 19.00 S. Messa a dev. B.V. di Pompei e Ss. Medici ore 22.00 S. Messa e rito dell’Incubatio e Adorazione

Notturna

BIRMANIA

Il silenzio è la lingua ultima degli innamorati veri che raggiungono l’apice della loro eloquenza quando taccio-no e si guardano negli occhi. (G. Ravasi, biblista)

La verità è simile a Dio: non appare immediatamente, bisogna che la intuiamo attraverso le sue manifestazioni. (Goethe, poeta)

La ricchezza guasta l’intelligenza, come un pasto troppo forte vela di sonno anche l’occhio più vivace… Il primo effetto di un eccessivo amore per la ricchezza è la per-dita della propria personalità. Si è tanto più persona, quanto meno si amano le cose. (V. Brancati, scrittore)

La cosa più bella al mondo: una bimba che ti chiede qua-le sia la strada e che riparte cantando dopo che gliel’hai indicata. (detto giapponese haiku)

“A ottabr s' facie nott cu' pan cutt”(Gerard, fi losofo di vita)

Trad.: “Ad ottobre diventa notte col pan cotto”, ciò vuol dire che siccome ad ottobre scurisce prima e l'autunno fa sentire la sua presenza, si resta spesso a casa per cenare in famiglia. In passato c'era il pan cotto a scaldare il corpo e a creare il clima familiare, oggi magari una minestrina ben fatta da una brava mamma può portare allo stesso risultato.

3° CONVEGNO MISSIONARIO DIOCESANO Il Vangelo ci dice che da lui può venire evangelizzazione». «La grande scommessa è lasciarsi lavare i piedi dagli altri, vestire i panni degli altri». Come Gesù dobbiamo sforzarci di essere «testimoni di misericordia che va a tutti», poiché «la misericordia è uno stile di vita» che non fa graduatorie tra i bisognosi. «La misericordia è per tutti perché Gesù ha scelto tutti».

Il convegno si è concluso con la Celebrazione Eucari-stica al termine della quale don Caporusso ha dato a tut-ti l'arrivederci al prossimo anno, invitando ognuno a dare testimonianza con la propria condotta di vita nelle cose normali e quotidiane. «Il Vangelo, dopotutto, è una realtà incarnata nella storia – ha detto – e nelle storie del suo tempo ma anche di quello presente: sforzarsi di aderire alla Parola è il primo passo verso il “farsi missione”».

Salvatore Mellone [email protected]

“TESTIMONI DI DIO”

Da sinistra: Don Ruggiero Caporusso, Mons. Filippo Salvo e Alex Zappalà

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1° del mese

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L'APPUNTOEFFETTO CHIESA OTTOBRE MISSIONARIO

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Direttore editoriale:don Ruggiero Caporusso

Direttore responsabile:Ruggiero Dimonte

Vicedirettore:Angela RizziRuggiero Rutigliano

Redazione:Rossella Acconciaioco, Maria Rita Borraccino, Mario Borraccino, Alessandro Brandi, Liana Caputo, Daniela D’Alba, Antonio Diodovich, Floriana Filannino, Francesca Leone, Salvatore Mellone, Massimo Serio

Hanno collaborato:Abramo Ferrara, Gerardo Del Negro, Pasquale Delvecchio, Alfredo Negro

Premio “Fallani”

Miglior Testata 2007

LA STADERAMensile di informazionee formazione della ParrocchiaSS. Crocifi sso - BarlettaAnno VIII - n. 63 ottobre 2011Registrazione n. 4 del 5/2/2007presso il Tribunale di Trani

Direzione, redazione e ammin.:Parrocchia SS. Crocifi ssoVia Zanardelli, 3376121 BarlettaTel. e fax 0883.333382

Impaginazione e stampa:Editrice Rotas - Barletta

Un gesto diretto, senza mezzi termini o tentennamenti, quello di un gruppo di imprenditori del tessile della provincia Bat che hanno voluto dar continuità alle opere di solidarietà del passato

rispondendo, in questo caso, alla richiesta di aiuto proveniente dalla popolazione del nord Uganda dove l'infanzia vive situazioni di miseria e analfabetismo. Tutto è nato spontaneamente dopo la commemora-zione, avvenuta un anno fa presso il Teatro “G. Curci” di Barletta, della morte di Padre Raffaele Di Bari, comboniano barlettano ucciso il 1° ottobre del 2000 in Uganda in un agguato. Le testimonianze e i ricor-di di quella serata si mescolano oggi alla gioia nel vedere che i frutti dell'opera di Padre Di Bari sono ancora vivi nel tempo presente. La soli-darietà genera apertura all'altro in diffi coltà con azioni che germogliano nel cuore e vedono la loro concretizzazione nella vita reale.

Il gruppo di imprenditori del tessile ha messo in moto la sua mac-china della generosità raccogliendo quei fondi che grazie all'Associazio-ne Italia-Uganda onlus e a Padre Giovanni Scalabrini porteranno alla costruzione di due scuole dell'infanzia nei villaggi di Awach e Pajule, nel nord dell'Uganda, la zona dell'azione pastorale ed umanitaria del compianto p. Di Bari. Ognuna delle due scuole costerà 60000 euro e sarà in grado di accogliere fi no ad un massimo di trecento bambini. Tutti loro avranno la certezza di studiare, mangiare un pasto caldo, trascorrere momenti di spensieratezza con i coetanei immergendosi in giochi e attività formative. Passare del tempo in un luogo sicuro, come quello di una scuola, per chi ha visto e vissuto le atrocità della guerra è già molto. Per quei bambini iniziare un percorso di formazione umana è un vero segno di rinascita.

Terminati gli eventi bellici, la situazione ugandese sembra essere migliorata negli ultimi tempi, anche se l'eredità dei sanguinosi scontri è pesante soprattutto se si pensa alla realtà dei profughi. Questi han-no sostato in campi che da temporanei sono diventati defi nitivi. Non è diffi cile immaginare la loro condizione: malattie e fame le piaghe più dolorose. I bambini sono quelli che hanno sofferto maggiormente l'instabilità e la violenza: tantissimi gli orfani, i denutriti o i malnutriti.

«Oggi è per fortuna arrivato il tempo della ricostruzione, – ha detto don Ruggiero Caporusso, direttore del Uffi cio missionario diocesano – tempo in cui ognuno può compiere un gesto concreto, magari inizian-do dal poco che ha. Le scuole che saranno costruite nel nord Uganda grazie a questa iniziativa porteranno il nome di Padre Raffaele di Bari. Questo è signifi cativo. Ad undici anni dalla sua scomparsa, padre Raf-fà, come lo chiamano là in Uganda ancora oggi è tra la sua gente ad insegnare ed evangelizzare. Due scuole diranno che lui è lì presente».

“Raffaele era veramente un bambino, un bambino nel senso bello della parola. Era un sognatore, un animo pieno di vita”, afferma il dott. Romeo Zendron a pag. 87 del libro Loribamoi, Padre Raffaele Di Bari una vita per l'Africa (ed. Rotas). Bambino e sognatore è chi mantiene l’innocenza nonostante l’età che avanza e contempo-raneamente non si rassegna al male ma coglie il bene laddove non si scorge che un soffi o di luce nell’oscurità. Padre Di Bari sognava per i suoi bambini diventan-do come loro per far sì che sognassero. Nella fantasia di un “bambino” ogni so-gno si realizza nei colori: gli occhi di un “piccolo” sanno sempre trovare il bene e per questo sperare. Chi può strappare la fantasia ad un sognatore che si fa bambi-no per il bene di altri bambini? La morte, luogo non luogo? Quel silenzio è apparen-te: oltre c'è ancora una parola, una sola, valida in eterno, mentre nel tempo e nello spazio presenti resta il movimento della solidarietà cristiana.

Salvatore Mellone [email protected]

ABBIAMO BISOGNO di

Ad un anno dalla commemorazione del decennale della morte di Padre Raffaele Di Bari, in Uganda stanno per nascere due scuole grazie alla solidarietà di un gruppo di imprenditori.

VOI!

BARLETTA-PACAS, UN GEMELLAGGIO CON

“TUTTI I COLORI DELLA PACE”L'idea è stata quella di metter su un recital per far compiere

ai ragazzi un itinerario fatto di danze e suoni attraverso i conti-nenti e allo stesso tempo dare una mano a coetanei in situazioni disagiate come quelli della missione di Pacas, in Brasile, dove è parroco don Mario Pellegrino. Così è nato “Tutti i colori della pace”, spettacolo portato in scena presso la Sala della Comunità “S. Antonio” dal Laboratorio Musicale della Scuola secondaria di 1° grado “Renato Moro” di Barletta. L'evento ha permesso di rac-cogliere 1000 euro: questa cifra sarà destinata alla formazione di un laboratorio musicale per ragazzi nella parrocchia di Pacas.

«Come direttore dell'Uffi cio Missiona-rio diocesano sono molto felice per que-sta iniziativa – ha detto don Ruggiero Caporusso – poiché è un gesto concreto di ragazzi a favore di altri ragazzi. Così si gettano i semi di un vero spirito missiona-rio. Importante, in quest'opera di forma-zione, anche l'insegnamento scolastico: a tal proposito è giusto evidenziare il lavo-ro delle docenti Mariastella Dilillo e Maria

Campese della scuola “Renato Moro” e del dirigente scolastico prof.ssa Gra-zia Di Nunno».

In tempi di “emergenza educativa” per le nuove generazioni, una col-laborazione tra scuola e Chiesa, come quella emersa in “Tutti i colori della pace”, non può che mettere in risalto l'importanza di luoghi, animati da per-sone vive, in cui educare signifi ca ancora amare: in questi luoghi si allarga-

no i confi ni della solidarietà e, aiutando chi è più debole, si stimolano i processo di crescita umana dei singoli.

Salvatore Mellone, [email protected]

A BarlettaPiovono Storie!Per quattro sabati, presso la Sala del-la Comunità Sant’Antonio di Barletta, pioveranno storie durante la Rassegna di Teatro per bambini e famiglie, orga-nizzata dall’ass. PiCoTeMò, dalla Libreria Miranfù e dall’ass. Sala della Comunità Sant’Antonio.

Di seguito il programma della Rassegna:

Sabato 8 ottobre ore 19.00Pablito l’elefante coloritoa cura di PiCoTeMò

Sabato 15 ottobre ore 19.00Il granchio che giocava con il marea cura di Valentina Vecchio

Sabato 22 ottobre ore 19.00La lettera di Pulcinella, Guarattellea cura di Pantaleo Annese

Sabato 29 ottobre ore 19.00Il barone che visse due voltea cura di PiCoTeMò

Storie, luci, colori, emozioni, pupazzi, burattini, attori e risate: il Teatro. Finalmente un piccolo grande passo per vivere bene la propria città, dalla parte dei bambini.

Carmen De [email protected]

L'impegno missionario di un giovane da dove ha origine?A parer mio, l’impegno missionario è sempre frutto di un incontro che in qualche maniera ti ha cambiato la vita. Spesso la sete di giustizia, di legalità, la promozione umana, scatenano dentro noi qualcosa che non sappiamo ben defi nire ma che sentiamo crescere dentro. Così ci mettiamo in ricerca, proviamo a capire come possiamo far diventare impegno queste sensazioni che coltiviamo dentro. Di solito questa “ricerca affannosa” ci porta all’incontro con l’Altro, chiunque esso sia e ovunque si trovi (anche sotto casa e non per forza al sud del mondo). Incontro che ci mette a nudo se lo viviamo con profondità e che ci rivelerà la verità che portiamo dentro. E’ nell’incontro con il prossimo che si genera l’impegno e che poi non ti lascia più!

Come e in quali ambiti può operare da missionario un giovane?L’impegno missionario è anzitutto un nuovo stile di vita! Abbracciare un bimbo nudo al centro dell’Africa è romantico ma non è missione se slegato da un profondo cambiamento interiore. Il rispetto per l’altro, la sete di un mondo più equo, il desiderio di legalità, l’Amore vicendevole: sono tutte componenti che devono far parte della vita di un missionario o aspirante tale. Per cui la primissima “terra di missione” per un giovane in cammino è la propria casa, la propria famiglia, il lavoro, l’università, la parrocchia, il proprio paese. Se non vivremo la giustizia in casa nostra diffi cilmente la impianteremo altrove!

L'idea di missione è legata a luoghi come Africa, Asia o America Latina. Ma non è l'Europa ad aver bisogno di un'evangelizzazione più incisiva?Il mondo tutto ha sete di Vangelo! Non occorre fare graduatorie fra i continenti per cercare quale sia oggi il “più bisognoso”. Certamente noi Occidente, noi europei ci siamo resi conto di non essere più (se mai lo siamo stati) i portatori sani di cultura cristiana. La cattedra sulla quale ci siamo seduti per secoli di cristianizzazione si è spezzata

facendoci consapevoli della nostra “sete” e del nostro

bisogno di discepolato.

Se la nostra madre chiesa si è sentita maestra di Vangelo per diversi secoli, oggi è consapevole di essere bisognosa di misericordia tanto quanto i non credenti.

Quest'anno “Missio” nel suo programma pastorale ha voluto mettere in luce delle fi gure di testimoni che hanno incarnato il Vangelo nella società in cui vivevano. Questi “compagni di viaggio” cosa insegnano?Insegnano che il Vangelo è quotidianità, non una novella domenicale. Penso al Card. Van Thuan che ha vissuto il carcere duro a causa della sua fede ma che non ha smesso mai di credere che fosse la strada giusta, o al giudice Rosario Livatino che ha dato la sua vita per liberare la sua terra dall’ingiustizia della mafi a e non credo fosse così diverso da chissà quanti giovani siciliani che ogni giorno lottano con coraggio e con impegno per l’edifi cazione di un mondo più giusto, o ancora a Shahbaz Bhatti, ministro pakistano ucciso un anno fa perché difendeva i diritti delle minoranze religiose. Questi testimoni compagni di viaggio non sono santini appiccicati ai muri ma gente come noi che ha danzato la vita fi no alla fi ne!

Barletta ha in Padre Raffaele Di Bari, comboniano ucciso in Uganda nel 2000, una luminosa testimonianza evangelica di dedizione al prossimo in diffi coltà. Come può germinare il seme dell'amore verso l'altro quando è l'indifferenza a farla da padrona? L’Amore si genera per contagio! Non si spiega l’Amore, non si costruisce, si contagia e basta! Bisogna amare, amare e amare fi nché il cuore non ci faccia male! Gesù dice: “Da come vi amate capiranno che siete i miei discepoli”, non dalle profonde omelie o dalle belle iniziative di solidarietà ma dall’Amore che sapremo generare! Parafrasando l’Apostolo Paolo mi viene da dire come sarebbe bello se tutti fossimo “debitori d’Amore gli uni per gli altri”.

Il mese di ottobre è dedicato dalla Chiesa al mondo della missione. In che modo si può

vivere l'“Ottobre missionario” in maniera piena, facendo magari scaturire un percorso di solidarietà?Un modo per stare in comunione con la Chiesa Universale è certamente quello di seguire le tematiche proposte nelle diverse cinque settimane: contemplazione, vocazione, responsabilità, carità, ringraziamento e poi certamente quello di mettersi in ascolto di missionari e missionarie che attraverso le loro testimonianze di vita possono aiutarci a vivere meglio il nostro cammino di formazione e di crescita.

In conclusione, qual è stata l'esperienza missionaria che l'ha segnata di più e che le ha fatto dire “questa della missione è la via che porta a Cristo?” Diffi cile rispondere a questa domanda poiché ognuno dei miei viaggi è stato un rafforzare sempre più questo fuoco missionario che arde dentro me. Certamente porto nel cuore in maniera particolare la Tanzania dove ho vissuto per un anno e che è stata per me quel primo incontro con i poveri che ha segnato per sempre la mia vita.

Salvatore [email protected]

Per approfondire:

www.giovani.missioitalia.it www.missioitalia.it

Alex Zappalà, segretario nazionale di Missio Giovani, delinea le caratteristiche di un percorso missionario

MISSIONE, VOCAZIONE UNIVERSALE:

“Il mondo tutto ha sete di Vangelo!”

Uganda nel 2000, una luminosa testimonianza evangelica di dedizione al prossimo in diffi coltà. Come può germinare il seme dell'amore verso l'altro quando è l'indifferenza a farla da padrona? L’Amore si genera per contagio! Non si spiega l’Amore, non si costruisce, si contagia e basta! Bisogna amare, amare e amare fi nché il cuore non ci faccia male! Gesù dice: “Da come vi amate capiranno che siete i miei discepoli”, non dalle profonde omelie o dalle belle iniziative di solidarietà ma dall’Amore che sapremo generare! Parafrasando l’Apostolo Paolo mi viene da dire come sarebbe bello se tutti fossimo “debitori d’Amore gli uni per gli

Il mese di ottobre è dedicato dalla Chiesa al mondo della missione. In che modo si può

Per approfondire:

www.giovani.missioitalia.itwww.missioitalia.it

Intanto i loro amici entrano nella nuova aula ma dopo la prima ora di quei tre nemmeno l’ombra. Il professo-re si rivolge agli amici ma nessuno sa niente. Il dubbio allora si fa certezza.

Non hanno voluto dir niente a nes-suno per vergogna ma hanno accolto (inconsapevolmente) l’appello tuonato da una fi rma italiana importante su un quotidiano nazionale: “Non studiate!”. Non so se lo stesso consiglio lo ha dato anche ai suoi fi gli.

Così da oggi anche questi ragazzi entrano a far parte del popolo dei “ritira-ti” che in Italia è una piaga così nefasta da raggiungere quasi 3 mila abbandoni nella secondaria inferiore e circa 45 mila nella secondaria superiore. È un fi ume in piena che ha rotto gli argini e che la co-munità educante fa fatica a delimitare.

Questo gronda sangue. Vedere i no-stri fi gli gettare la spugna non per mo-tivi socio-economici ma per aver perso la passione: nella loro esperienza forse non hanno trovato nessuno che li moti-vasse dicendo loro quanto è importan-te lo studio e quanto questo conta per la concretezza e la praticità della loro vita. Molti altri invece lasciano perché presentano delle diffi coltà nell’appren-

dimento, fanno fatica a stare al passo dei programmi per cui sono costretti a ricorrere a ripetizioni private che pesa-no sulle famiglie circa 600 euro annui. Proprio per questo molti ragazzi non volendo più pesare sulle spalle dei loro genitori decidono emotivamente che è meglio abbandonare perché non è scel-ta per loro la scuola. Si sentono falli-ti senza comprendere che la sconfi tta non è solo la loro perché le responsa-bilità vanno sempre divise con i profes-sori e l’istituzione di cui fanno parte.

Uno dei problemi più impellenti nel-la scuola italiana è il numero di studen-ti per classe che, un po’ alto, crea serie diffi coltà ai docenti i quali sentono il combattimento se indugiare con chi ha più bisogno o seguitare con i più bravi, abbandonando gli altri.

E questo problema si risolve solo investendo di più nell’istruzione perché non è normale che siamo sotto la me-dia OCSE. Un maggiore investimento consentirebbe di aumentare il numero di insegnanti così da ridurre il numero di studenti per classe e mettere in atto una scuola davvero a misura d’uomo dove le relazioni e i rapporti interperso-nali non sono solo un blaterare.

Certamente la scuola italiana ha bi-sogno anche di riforme strutturali im-portanti per rientrare negli standard europei, tipo permettere una certa alternanza tra anni di studio e quelli di lavoro, ma forse la riforma più ur-gente è quella da farsi nel cuore degli insegnanti affi nché alimentino instan-cabilmente nei ragazzi la passione per il mondo e per gli uomini; suscitino in essi la sete di verità e dicano loro che valgono, che possono farcela e che sono gli uomini del futuro ... che co-mincino a pensare seriamente a pren-dere in cura le sorti del paese perché tra loro può esserci un nuovo De Ga-speri, un nuovo Berlinguer ... un nuovo Einstein.

Con questi punti di forza cerchiamo e staniamo i delusi dalla scuola perché riusciremo a convincere anche i più re-stii; si telefoni loro e non chiudiamo la telefonata fi nché non li avremo convin-ti a tornare tra i banchi di scuola.

Davvero tornate, è un’occasione persa per voi e per noi. In fondo un anno è lungo anche per ripensarci: ci mancate già e non ci rassegneremo alla vostra assenza.

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L'APPUNTOL'APPUNTO

“Dove sono Alessandro, Roberto e Alessia?… Mah, forse arriveranno più tardi”

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