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la Speranza Periodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarate anno 3 - n. 7 - settembre 2014 ARMENIA 27 maggio-4 giugno pag. 12 Fiaccolata 2014 ROMA-SAMARATE pag. 7 Il saluto di don Giuseppe pag. 16

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Periodico della Comunita' Pastorale Maria Madre della Speranza - Samarate

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la SperanzaPeriodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza” - Samarateanno 3 - n. 7 - settembre 2014

Graziedon Giuseppe!

ARMENIA27 maggio-4 giugno

pag. 12

Fiaccolata 2014ROMA-SAMARATE

pag. 7

Il saluto didon Giuseppe

pag. 16

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sabato 18:00 a Verghera 18:30 a Samarate e a San Macario 20:30 a Cascina Elisadomenica 8:00 a Samarate 8:30 a San Macario e a Verghera 9:00 a Cascina Costa 10:00 a San Macario e a Cascina Elisa 10:30 a Samarate 11:00 a Verghera 11:30 a San Macario 18:00 a Samarate e a San Macario (chiesa di S. Giuseppe)

la SperanzaPeriodico della Comunità Pastorale “Maria Madre della Speranza”

Via Statuto 7 21017 Samarate

direttore responsabile:Don Quirino Daniotti

stampa:Grafica Gernetti

Recapiti Sacerdoti/Religiose:

Orari SS. Messe festive:

Orari SS. Messe feriali: 8:30 a Samarate: da lunedì a sabato 8:30 a San Macario: da lunedì a venerdì 8:30 a Cascina Elisa: da lunedì a venerdì 9:00 a Verghera: lunedì, martedì, mercoledì, venerdì 20:30 a Cascina Elisa il martedì 20:30 a San Macario in Oratorio il mercoledì 20:30 a Samarate e a Verghera il giovedì

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don Quirino Daniotti, parrocotel. 0331.220014 - cel. 3385245752fax 0331.720885mail: [email protected] Giorgio Masperotel. 0331.234695 - cel. 3381493928mail: [email protected] Francesco Maggionicel. 3407638589mail: [email protected] Alberto Angaronicel. 3407518187mail: [email protected] Sante Ambrositel. 0331.223409mail: [email protected]

Comunità suore Samaratetel. 0331.220111mail: [email protected]à suore San Macariotel. 0331.234267 - fax 0331.238518mail: [email protected]à suore Vergheratel. 0331.220222 - cel. 3337417847mail: [email protected]

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La ComunitàEducante.

EditorialE

Cari fedeli, è di pochi giorni fa la pubblicazione della Nota sulla proposta pasto-rale del triennio 2011-2014 redatta dall’Arcivescovo e intitolata “La Comunità educante”.Si tratta di poche pagine che il Cardinale ha scritto in accordo con il Consiglio Episcopale milanese; non una Lettera Pastorale vera e propria, ma lo sviluppo di un aspetto significativo del lavoro pastorale, già presente nei programmi degli anni passati. Il tema del piccolo elaborato è quello educativo, con particolare riferimento alla Iniziazione cristiana. Il Consiglio Pastorale della Comunità Pastorale ne ha già fatto parola nella Gior-nata di fraternità e di programmazione di Castelletto di Cuggiono il 12 luglio.Ci sarà anche una seconda Nota dell’Arcivescovo riguardante l’EXPO, l’evento internazionale organizzato a Milano nel 2015 dal titolo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.Stando alla nostra Nota, che raccomandiamo alla lettura di tutti, desidero fare tre sottolineature, senza avere nessuna pretesa di sviscerare a fondo le problema-tiche cui accenna il Vescovo.

1 Lo scopo dell’ educazione cristianaScopo dell’educazione cristiana è quello di condurre a Gesù.Scrive Scola: “L’Iniziazione cristiana è l’introduzione e l’accompagnamento di ogni persona all’incontro personale con Cristo nella comunità cristiana … L’es-senza della Iniziazione cristiana è l’incontro personale con il Cristo vivente”.Si tratta di un incontro che, lungi dal mortificare la persona, la realizza pie-namente. Leggiamo nel documento: “L’incontro con Cristo riguarda tutte le dimensioni dell’esistenza rendendo possibile una vita più bella a tutti gli uomini e a tutte le donne, senza escludere nessuno”. Per questo l’Oratorio è aperto a tutti, anche ai ragazzi musulmani; perché Gesù è il destino di ogni uomo, chiunque egli sia. Ma pur essendo aperto a tutti, l’Ora-torio conserva una identità chiara e specifica: essere strada che porta a Cristo.Come non ricordare le stupende parole del Concilio: “Chi segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa lui pure più uomo”? (Gaudium et spes, 22).

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2 Lo strumento dell’educazione cristianaLo strumento dell’ educazione cristiana è la “Comunità educante”.Il Cardinale desidera fortemente parlare di questo argomento: “In questa breve Nota desidero tornare su un tema, quello della “Comunità educante”, che mi sta particolarmente a cuore”.Che l’educazione sia il risultato di uno sforzo collettivo, lo abbiamo sempre detto. Ma oggi va ribadito con più forza: la formazione è lo sforzo educativo di tutta la comunità! In una società dove domina l’individualismo e la frammentazione, non biso-gna cedere alla tentazione di contare solo sul proprio sforzo personale. Oppure solo sulla propria famiglia. Il ragazzo deve sentire di essere immerso in un clima educante. Un clima cre-ato da tutta la comunità di cui fa parte: famiglia, Oratorio, scuola, squadra di calcio …Si vince col gioco di squadra. La parola chiave di questo lavoro si chiama “sinergia”. Un compito che spetta in primo luogo al responsabile della Iniziazione cristiana: “Il responsabile dell’Ini-ziazione cristiana ha una responsabilità specifica: quella di chiamare tutti gli attori dell’educazione dei ragazzi a formare una trama di rapporti che stia da-vanti ad essi come un unico soggetto educativo con una proposta unitaria che venga fatta da ciascuno degli educatori nell’ambito specifico del loro compito (il catechismo, il riposo, lo sport …)”.

3 La forza dell’educazione cristianaLa forza dell’educazione cristiana viene in primo luogo dall’alto. È la forza della Parola di Dio! La Parola di Dio è uno dei mezzi principali con cui Dio vuole salvare il mondo.È la forza dei Sacramenti! In essi il “Divino Educatore” raggiunge situazioni e bisogni concreti, rafforza, corregge …Leggiamo Scola: “La Domenica, cioè il giorno del Signore che soprattutto nell’Eu-caristia manifesta l’imponenza di Dio nella vita delle persone e dell’intera fa-miglia umana, è naturalmente la prima e fondante espressione di quest’unica comunità di cui ogni articolazione vive”.Ma è anche la forza dell’esperienza della Chiesa! Lungo la storia la Chiesa ha proposto magnifici esempi di educazione cristiana, magnifici “itinerari educa-tivi”.Per quanto le vocazioni e i sacerdoti siano sempre meno nei nostri Oratori, tutta-via non può perdersi lo slancio educativo, frutto dell’entusiasmo generato dalla fede. Con la positiva presenza di molti laici, non ci stancheremo di proporre Gesù alle nuove generazioni, mossi dai grandi ideali che condividiamo.

Don Quirino

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Un gruppetto di amici della Comuni-tà, tra gli oltre centomila pellegrini, ha avuto la grazia, tra sabato 7 e do-menica 8 giugno di partecipare al Pel-legrinaggio che da Macerata conduce verso la Casa di Loreto. L’entusiasmo e la preoccupazione di percorrere circa ventotto chilometri a piedi per la pri-ma volta sono guidati dalla sereni-tà dei veterani del Pellegrinaggio. Hanno camminato con noi Felice e Piera per ringraziare la Madonna del loro quarantacinquesimo anni-versario di matrimonio...La gioia accompagna tutti durante il viaggio verso lo stadio Helvia Re-cina di Macerata e appena giunti ci si accorge della quantità di fedeli presenti, tutti desiderosi di cammi-nare verso Maria.

L’inizio della Santa Messa è preceduto dalla telefonata del Santo Padre Francesco che ha ricordato di non lasciarsi sconfiggere dai perdenti e dai paurosi e di non perdere mai la speranza, chiedendo inol-tre di pregare per Lui, per la pace in particolar modo nel territorio israeliano-palesti-nese affinché possa tornare il

cantico degli angeli.Carichi e incoraggiati dalle parole del Papa, assistiamo alla S. Messa che il Cardinale Parolin, Segretario di Stato di Papa Francesco, celebra nella notte che precede la Pentecoste invocando lo Spirito Santo affinché entri nel cuore dei fedeli e li ricolmi dei Suoi Doni.Impressionante la percezione della rea-

La comunitàMaria Madre della Speranzaal 36° pellegrinaggioMACERATA-LORETO

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le partecipazione alla liturgia!I canti, che hanno accompagnato tutto il Pellegrinaggio, riempiono il cuore di serenità e pace: si ripete più volte “pie-ni di forza, di grazia e di gloria” e ci si incammina verso Loreto.Il silenzio, il raccoglimento, la viva par-tecipazione alla Processione è sorpren-dente.Lungo il percorso altri fedeli accolgo-no il fiume di Pellegrini oranti. Così si prosegue per tutta la notte portando con sé le proprie intenzioni, quelle del S. Padre e condividendo quelle di tut-ti, ascoltando testimonianze, pregando, cantando e meditando.Passo dopo passo il tempo scorre, la fa-tica è tanta ma molto di più è la gioia e la serenità che pervade: tutta opera della Madre Santissima!Siamo aiutati anche dall’animazione con fuochi d’artificio e dai rifornimenti offerti da fedeli del luogo oltre al ma-gnifico spettacolo naturale dello spun-tar dell’alba e l’arrivo a Loreto.

Quando si giunge davanti alla Madon-na si prova tanta gioia dentro il cuore. E’ gioia vera per tutti!E’ adorazione, è ringraziamento per tutto quanto ricevuto, per tutto quan-to ogni giorno riceviamo e di cui spesso non ci accorgiamo, diamo per scontato. E’ un modo per rendersi consapevoli che da soli non siamo niente ma con Gesù e Maria possiamo tutto. Nulla è impossibile per chi ha FEDE.E ora si spera di tornare con un gruppo della Comunità Pastorale più numero-so!

Antonella Sartori

Il Pellegrinaggio a Piedi da Macerata a Loreto nasce nel 1978, anno dell’elezione di Gio-vanni Paolo II. Un insegnante di religione di Macerata, don Giancarlo Vecerrica, lo pro-pone agli studenti come gesto di ringraziamento alla Madonna a conclusione dell’anno scolastico: viene così recuperata l’antica tradizione, che tendeva sempre più a scompari-re nell’attuale clima di secolarizzazione.Se al primo Pellegrinaggio partecipano poco più di trecento persone, negli anni succes-sivi si assiste ad una eccezionale progressione numerica, fino a superare i sessantamila partecipanti. Metà circa dei pellegrini proviene dalle Marche, i restanti raggiungono il luogo di partenza - Macerata - da tutta Italia e anche dall’estero.Il Pellegrinaggio è proposto da Comunione e Liberazione, d’intesa con le diocesi di Mace-rata e Loreto, e gli altri movimenti ed associazioni ecclesiali partecipano in modo cordiale e fattivo, offrendo concretamente una grande testimonianza di unità e di comunione; e molti sono anche i volontari che contribuiscono all’organizzazione, tutt’altro che semplice, articolata in vari servizi: segreteria, accoglienza e ordine, coro, liturgia, stampa e pubbli-che relazioni, amplificazione, medici e sanitari, etc.L’evento ha luogo, generalmente, la sera del sabato immediatamente seguente la fine delle lezioni scolastiche; il percorso riprende un cammino mariano di antichissima tradi-zione e si snoda per circa 27 Km attraverso le campagne.Per ulteriori informazioni: www.pellegrinaggio.org

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Un enorme grazie a tutti coloro che hanno organiz-zato questa fiaccolata, grazie ai don e alla Guada che sono in giro da lunedì tra una balla e l’altra a far orari da miniera... grazie ai cuochi che ci fanno sempre trovare la pappa pronta... grazie ai “vete-rani” che sono sempre spinti da entusiasmo... ma grazie soprattutto a voi ragazzi che come ha detto Fabio, ci rendete orgogliosi di voi, vi ringrazio per-ché siete quel granello di speranza che ci spinge ancora dopo anni a impegnare il tempo in orato-rio, grazie perché quando volete e ve ne fregate dei pregiudizi che a volte gravitano attorno a tutto ciò che è Chiesa, diventate belli, diventate gioia, date una luce che spesso noi (o almeno io) dimen-tichiamo. Grazie ai ragazzi, con cui si dicono le “cagate” in pulmino e le ragazzine dei balletti a co-mando... un enorme grazie a chi ci ha fatto trovare un paese in festa ad accoglierci, a chi ha messo del tempo per organizzare quel momento...

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ator io

Fiaccolata 2014 ROMA - SAMARATELa Comunità Pastorale deve essere orgogliosa di tutti voi.

Infine i 3 grazie più importanti (come i Gesuiti insegnano)

grazie a chi ha accettato di fare un passo in-• dietro per permettere a qualcun altro di fare un passo in avanti più convinto, più veloce, più forte;grazie a chi non è venuto, perché ci sfida a • contagiarlo la prossima volta;e un grazie a Dio... perché ci ha dato la possi-• bilità di fare ed essere quello che siamo.

Alla prossima.Davide

Questa era la mia prima fiaccolata quindi sebbene mi avessero parlato tutti bene di questa esperienza ero un filino scettico perché non sapevo bene cosa mi aspettava, beh ora posso dire che rifarei que-sta scelta mille altre volte, sarei disposto a ripartire anche ora che sono mezzo morto sul divano per-ché esperienze così ne fai poche volte nella vita. Il

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ges to più significativo di questa fiacco-lata per me è stata una cosa semplice ma che mi ha riempito di gioia, ossia l’occhiolino che mi ha fatto Papa Francesco, un gesto semplice ma che mi ha fatto capire che con gesti semplici si può essere felici. Si la parola della fiaccolata per me è semplicità perché dietro a ore di organizzazione di persone fantastiche che ringrazio c’eravamo noi semplici ragazzi uniti da una forte amicizia o freschi di nuove conoscenze con dei pulmini e una voglia infinita di correre e di attraversare mezza Italia! I paesaggi che ci accompagnavano erano qualcosa di veramente indescrivibile paesaggi che ti danno la forza di correre per 640 km e oltre. Dormire per terra, sui sassi, sul pullman, aspettare le ore, sono cose faticose ma anche nella fatica si può stare bene, le canzoni a “palla” quando si entrava nei pulmini sentire l’aria in faccia, sentirsi importanti anche solo due minuti perché la gente ti guarda o ti fa i complimenti sono solo alcune delle cose che rendono speciale davvero questa fiaccolata.Davvero un grazie sincero a tutti.

Tia

E’ iniziato tutto come un gioco e non pensavo che si rivelasse un’esperienza così forte. Non si può descrivere l’entusiasmo e allo stesso tempo la stanchezza nei volti di tutti noi. Ogni giorno era una fatica immane ma c’era qualcosa che ci spingeva a continuare la nostra cor-sa. Nonostante la sveglia delle 5.15, le stradine in salita, le ore in pullman, la doccia di due minuti, nonostante tutto. Ho incontrato tante persone che a ogni modo mi hanno lasciato qualcosa. Ab-biamo avuto alcuni momenti di panico

ma la forza che ci univa ci ha portato a superare anche quell sempre con lo stesso sorriso stampato sulle labbra. Quanta soddisfazione in un semplice pezzo di legno, quanta felicità nel vedere la gente curiosa di sapere che cosa stessimo facendo. Rin-grazio le persone che ci hanno permesso tutto ciò, spero di avere la possibilità di rifare un’esperienza simile!

Marta T.

Se penso alla fiaccolata mi vengono in mente trop-pe belle cose già ampiamente descritte da mol-ti. Io non sono mai stato bravo ad esprimere le emozioni, perciò vi dico solo che sono queste le esperienze che ti danno davvero dei valori, di cer-to la scuola è importante ma non mi trasmetterà mai quanto quattro giorni passati a correre. Potrei passare dei giorni a raccontarvi tutto ma la verità è che le parole non trasmetteranno mai neanche un quarto di quello che ho provato. Perciò, se ne ave-te la possibilità, dovete assolutamente vivere un’esperienza come questa. Lo so sto usando parole, ma vi giuro che vi ripagheranno, molto più di quanto vi aspettate, abbiate fiducia siamo più di cinquanta a dirvelo!Ringrazio ovviamente tutti in particolare gli orga-nizzatori. Ah mi prenoto già per la prossima!

Fede

Finalmente a casa, finalmente col sedere appog-giato su qualcosa che non sia pavimento o pul-lman.Eppure tutti i miei pensieri sono rivolti a questi tre giorni appena passati, e posso dire con certezza che rifarei tutto, dalle otto ore in pullman

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d’andata per scendere a Roma, alla notte di sonno persa e alle tre notti passate in sacco a pelo.Ho voluto partecipare anche quest’anno alla fiac-colata, perché due anni fa l’esperienza è stata bellissima, e proprio come avevo sperato, anche questa è stata davvero da togliere il fiato, nulla può spiegare l’emozione che hai nel dare un con-tributo, nell’essere una piccola parte di una grande cosa come una staffetta da 600 km, è come se il tuo cuore si riempisse di orgoglio, ma è un orgo-glio diverso, un orgoglio che non fa male alla gente ma che ti rende per un certo senso migliore, quasi un supereroe, perché diciamocelo, non è cosa da tutti i giorni che sessanta persone

pascolino in giro per mezza Italia correndo.

Certo le difficoltà sono state tante, ma rifarei tut-to dall’inizio alla fine, solo per ritornare a correre circondato dalla natura e da paesaggi stupendi, essere guardato con ammirazione dalla gente che passava in macchina e magari prendersi anche qualche bella bestemmiaccia (ah gli italiani aha-hah) conoscere nuovi amici che non ti saresti mai aspettato, e soprattutto vivere ventiquattro ore su ventiquattro con i tuoi soliti amici, esattamente come una seconda famiglia.Queste esperienze sono belle proprio perché ti sorprendono senza accorgertene, ti entrano nel cuore e non se ne vanno più.Grazie a tutti di cuore.

Brez

Oh! E dopo una bella doccia, ci sta il pensiero sulla fiaccolata che ho fatto in questi giorni. Beh, che dire, è stata un’esperienza unica, fantastica e indimenticabile, davvero! È la prima volta che faccio una cosa del genere e devo dire che sono rimasto veramente colpito! Aver visto l’Italia del centro mentre corri tutto il giorno è una cosa as-surda, non solo perché vedi posti davvero belli, come Roma da dove siamo partiti, ma anche per-ché conosci nuova gente e ti diverti un sacco con gli amici! Dopo aver assistito all’udienza del Papa e aver visitato San Pietro, il giorno dopo abbia-

mo iniziato a scannare per farci una corsa stancante, si, ma epica! Questo è il mio pensiero riguardo a questi 3/4 giorni passati in questo modo, e una cosa sola posso dire a chi ha organizzato que-sta cosa e ha reso pos-sibile tutto ciò: grazie di cuore.

Aqui

Magari siamo tutti scemi, ma come tan-ti hanno già detto, anch’io rifarei subito

la fiaccolata! Questa è stata la terza per me e sicuramente è una delle più belle esperienze che si possano fare nella vita! Finché non si prova non si capisce, ma correre per tre giorni, andare in giro come gli sfollati, dormire poco o nulla, ride-re tutto il giorno circondata da persone a cui vuoi bene... è davvero una gioia! Come la fiaccolata non ce n’è grazie a tutti e alla prossima!

Alice

Siamo tornati da un’entusiasmante esperienza!Il card. Comastri, durante l’accensione della fiac-cola, ci ha detto: “Accendete la lampada, diventate voi persone che danno la luce! Buon ritorno a casa come lampade che brillano!”.Eccoci qui! Siamo davvero lampade che brillano! Abbiamo attraversato mezza Italia, abbiamo corso con la nebbia, con la pioggia (anche se davvero poca per fortuna!), con il sole che scottava (qual-

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cuno si è persino scottato solo un braccio!). Ab-biamo contagiato di gioia le persone che incontra-vamo nel nostro cammino. Abbiamo cantato con un alpino canti tipici... insomma ci siamo davvero divertiti tantissimo!Siamo stati un bel gruppo formato da persone di-verse ma che avevano un unico obiettivo...Ora che siamo arrivati a casa non disperdiamo la luce che è in noi ma aiutiamo anche gli altri a bril-lare!Grazie a chi ha organizzato la fiaccolata, ai don che ci hanno sempre sostenuto, a chi ha accettato la sfida e ha partecipato, ai genitori che ci hanno dato fiducia, alla cucina che ha avuto un gran da fare, all’autista che ha collaborato con noi...Grazie di cuore a tutti!

Oratorio Samarate

Tutti sono entusiasti di questa esperienza. Tutti ringraziano coloro che hanno reso bella questa iniziativa. Dalle loro parole escono solo e soltanto pensieri positivi e apprezzamenti, nonostante tutta la fatica che hanno fatto.Io ringrazio prima di tutto loro. Perché senza questi sessanta ragazzi ciò non si poteva fare. Abbiamo creato da piccole famiglie una immensa famiglia composta da ragazzi di ben quattro parrocchie. La fatica non ci ha mai buttato a terra, alla sera si ar-rivava in oratorio stanchi, ma era una stanchezza bella. Spero che voi ragazzi della fiaccolata 2014 siate una testimonianza per i vostri amici che non sono venuti, così alla prossima non saremo solo ses-santa, ma molti e molti ancora di più!!!!Ringraziamo tutti!

Oratorio Verghera

Una dedica per Don Celestino

Don Celestino Cazzaniga, par-roco di San Macario dal 1940 al 1983: il parroco della rico-struzione.Sabato 21 giugno 2014 l’Am-ministrazione comunale di Sa-marate gli dedica “Largo Cele-stino Cazzaniga”.

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Il ricordo diPadre Danielea 90 anni dalla morteSintesi dell’omelia di Padre Claudio Todeschini durante la messa celebrata il 1 giugno.

Nella omelia della Messa presieduta dal Vescovo cappuccino Monsignor Sprea-fico, padre Claudio ha preso spunto dalle letture del giorno per richiamare alcuni tratti importanti della vita e del-la missione di padre Daniele.

Nel vangelo si leggeva il racconto di Emmaus. Uno “Sconosciuto” si accosta ai due discepoli in cammino, sconsola-ti per quanto successo a Gerusalemme. Gesù percorre la strada coi due amici, spiega le Scritture e riscalda il loro cuo-re. Poi siede a tavola nella locanda e compie l’eloquente gesto dello spezzare il pane …Anche padre Daniele ha camminato con Gesù, fin da piccolo. La famiglia ed il parroco lo hanno formato cristiana-mente e lui ha colto presto la vocazione. Diceva di lui il parroco don Virginio Ci-vati: “Smanioso di entrare nell’Ordine, farà una riuscita veramente felice!”.

Gli Atti degli Apostoli hanno presentato la prima comunità cristiana perseve-rante nella preghiera, insieme con Ma-

ria. Erano uniti e concordi, avendo tutti come riferimento il Signore Gesù. Così padre Daniele faceva le cose “insieme” ai suoi frati. Tutto faceva in accordo coi confratelli: il lavoro educativo, la scuo-la, la banda, il lavoro (trattori, ferrovia, telefono, …). Perseverare concordi!

Nel brano di Efesini Paolo ha afferma-to: “Siamo vostri servitori”. È Gesù il dono del Padre, il Salvatore, noi i servi. Era la coscienza che aveva padre Danie-le. Sentirsi un servo del Signore. In tut-to. Persino nella malattia. Nonostante le incomprensioni, le lotte col diavolo, i propri limiti e le diatribe interne al leb-brosario … solo un servo!Il Signore doni anche a noi il coraggio e la gioia della testimonianza quotidia-na. Umili servi.

“A Deus louvado”.

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per la maggior parte patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, con le originali croci di pietra (i khachcar), che gli scalpellini di un tempo hanno trasformato in merletti e che sono la caratteristica di questi siti; ci siamo immer-si in una natura varia, a volte lussureggiante, suggestiva e incontaminata (i kanyons, i ra-paci e i nidi delle cicogne, a decine), a volte rinsecchita e arida.Abbiamo visto la povertà e lo squallore del-le periferie di case e fabbriche abbandonate e l’agiatezza del centro di Yerevan, la “cit-tà rosa” per il colore dei suoi palazzi, con le piazze spaziose, i viali ombrosi, il traffico caotico, le griffes, i musei che ci hanno rac-contato la storia di un popolo antico e colto, le fontane illuminate e danzanti e la Cascade, museo d’arte contemporanea, anche a cielo

Un gruppo di parrocchiani della Comunità Pastorale è stata con don Giorgio in Armenia, la terra in cui la tradizione biblica colloca il giardino dell’Eden e dove, nelle giornate lim-pide, si può pensare di scorgere sull’Ararat la sagoma dell’Arca di Noè.Abbiamo trovato una terra e un popolo pro-fondamente provati dal coinvolgimento in tante guerre, dalla dominazione sovietica (da cui si sono affrancati da poco), dai terremoti e soprattutto dal genocidio del 1915 - 1916, quando il governo dei Giovani Turchi elimi-nò, per motivi politici ed economici, un mi-lione e mezzo di Armeni.Armenia “terra dell’acqua e della pietra”, come ci ha spiegato la nostra giovane guida Kariné, molto brava e preparata.Abbiamo visitato monasteri bellissimi, tanti,

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ARMENIA27 maggio - 4 giugno 2014

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aperto, voluto da un ma-gnate e filantropo america-no, Armeno della diaspora, sui resti di un monumento della grandeur sovietica, mai portato a termine.Abbiamo provato una cucina particolare, varia e colorata, con verdure, frutta, yogurth, formaggio di pecora, lavash, un pane sottile e poco lievitato cotto sulle pareti dei forni scavati nella terra, griglia-te di carne e verdure.Abbiamo percepito il ri-spetto e la profonda reli-giosità di questa gente; un po’ incomprensibile per noi quel sipario che ogni tanto nasconde l’altare allo sguardo dei fedeli “per conservare il mistero” ...Soprattutto abbiamo capito il grande amore dei giovani per la loro terra (studiano all’este-ro, ma tornano ...) e la profonda nostalgia per qualcosa che le guerre hanno loro tolto; Kariné era commossa quando ci spiegava, indicandoci l’Ararat con le sue nevi eterne in un’incredibile lim-pida giornata di sole, che purtroppo “la loro montagna”, forse vo-lutamente, è rimasta in territorio turco, a pochi passi dalla terra di nes-suno e dal confine.Poi i legami con l’Ita-lia: suor Benedetta, da Olgiate Comasco, delle suore di Madre Teresa di Calcutta, che si oc-cupa di bambini abban-donati, malati e disabili e che a Yerevan, con le sue consorelle, vive di

ARMENIA27 maggio - 4 giugno 2014

provvidenza; l’isola di S. Lazzaro degli Armeni, a Venezia, dove nel 1512 venne pubblicato il primo libro armeno a stampa; Napoli, da cui nel 2000 S. Giovanni Paolo II, allora Papa, portò nella cattedra-le di Yerevan la reliquia di S. Giovanni l’Illuminato-re, apostolo dell’Armenia cristiana; Bergamo, con la sua associazione di vo-lontari “Bergamo - Spi-tak”, nata all’indomani del disastroso terremoto del 1988 per contribuire alla ricostruzione di que-

sta città; il giovane chef italiano del ristorante dell’ultima sera, che ci ha fatto trovare una tavola con colori tutti italiani. L’ Armenia, culla di civiltà e spiritualità, primo stato cristiano della storia, vale sicuramente un pellegrinaggio per capire quanto sia grande la volontà del suo popolo di andare avanti, nonostante la sua tragica storia.

Sandra

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Vanno. Vanno uo-mini e donne sulla scala mobile del tempo. Vanno: al-cuni corrono come presi da una fre-nesia di arrivare a un appuntamento, preoccupati di es-sere in ritardo, di perdere un treno che parte, un’oc-casione che arriva, un incontro impor-tante. Vanno: alcu-ni adagio adagio, come rassegnati a un andare che non ha una meta, che non ha un perché. Vanno: alcuni sono seduti sulla scala mobile del tempo, forse perché non possono camminare, forse perché non vo-gliono andare oltre, vorrebbero restare sem-pre giovani, restare sempre vivi. Ma la scala mobile del tempo continua a girare, infatica-bile e indifferente e anche chi si è seduto sale e sale, senza volere e senza piacere. Vanno: alcuni vorrebbero scendere, vanno al contrario, corrono per tornare indietro, sono persino arrabbiati di sentirsi come intrappolati nel tempo e corrono in senso contrario. Ma la scala mobile del tempo non ha fretta, hanno l’impressione di tornare indietro, di ringiova-nire, di aver guadagnato tempo. Ma la scala mobile del tempo gira e gira e li porta in alto,

in alto, con pazienza e inflessibile tenacia. Ecco tutti vanno sulla scala mobile del tem-po. Ma dove vanno? Alcuni sembrano de-terminati, decisi, han-no una meta precisa, si aspettano che lì dietro l’angolo c’è la sosta in cui saranno felici: forse sono quel-li che corrono. Proprio lì, tra poco, c’è il risul-tato sperato, la festa preparata, l’incontro risolutivo. Ma quan-do arrivano alla sosta c’è chi si accorge che non c’è nessuno ad aspettare, c’è chi si accorge che il risulta-to sperato non è poi

così soddisfacente, c’è chi si accorge che l’incontro è un po’ una delusione, e la scala mobile del tempo continua a girare. Alcuni sembrano rassegnati: scendere non si può, sedersi su un gradino è solo un modo di salire più adagio. Continuano a salire, ma non hanno nessuna voglia di arrivare. Si im-maginano che il tempo li trascina, ineluttabi-le e spietato verso giorni senza gioia, verso problemi senza soluzione, verso la vecchiaia e poi, ancora più su, tra le braccia della nera Signora che nessuno vorrebbe incontrare e che tuttavia aspetta tutti, tutti! Alcuni sembrano ignari: ridono, scherzano,

Sulla scala mobiledel tempo

Intervento di Mons. Mario Delpini a conclusione della pro-cessione di Maria Madre della Speranza (1 maggio).

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si abbuffano, chiacchierano, litigano. Vanno e non lo sanno. Il tempo li trascina via e loro pensano di essere accomodati in una condi-zione stabile, un po’ bella e un po’ brutta. Il massimo della loro sapienza è che “la vita è quella che è bisogna prenderla come viene”. Sulla scala mobile del tempo vanno anche i discepoli di Gesù e tra loro ha camminato an-che Maria, Madonna della speranza. Maria è salita cantando: ha amato il tempo e le grandi opere che Dio compie nel tem-po: l’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore perché ha guardato all’umiltà della sua serva e grandi cose ha compiuto in me l’Onnipotente. Maria è salita sulla scala mobile del tempo, perché il suo salire è stato risposta a una vocazio-ne. Il tempo, per Maria, come per tutti coloro che credono in Dio, non è una trappola o una schiavitù, non è un destino inevitabile o un pendio scivoloso che trascina fatalmente ver-so l’abisso. Il tempo è l’occasione in cui Dio fa grazia, è la possibilità di dire: “SI! Eccomi! Avvenga di me secondo la tua parola!”. Sale cantando Maria Madonna della speranza per-ché ha vissuto la vita come una vocazione. Maria è salita accompagnando: non da sola, non preoccupata solo di sé. Ha visto chi era desolato, chi era deluso, chi aveva prepara-to una festa di nozze e sentiva prossimo il fallimento. Ha visto, si è fatta vicina, ha indicato la via della gioia: “quello che vi dirà, fatelo!”. Maria Madonna della spe-ranza sale accompa-gnano, perché non spera solo per sé, ma cammina in mezzo al suo popolo e tutto è più lieve e più bello se vissuto insieme con amore sincero. Maria è salita anche piangendo: ha cono-sciuto il dolore e la paura, l’angoscia e la

spada che trafigge l’anima. Ha pianto anche Maria, Madonna della speranza, ha pianto come piangono i credenti: versano le loro la-crime nella mani del Padre della misericordia; ha pianto come piange chi prega: che venga presto il Regno della consolazione, “venga il tuo regno”, perché questo tuo Figlio, questi tuoi figli si aspettano la tua gioia, la tua vita. Maria, Madonna della speranza, è salita spe-rando: la speranza di cui è Madre Maria non è l’aspettativa di qualche miglioramento, non è l’attesa che le cose vadano un po’ di più se-condo quello che io vorrei. Maria, Madonna della speranza, è salita sperando perché ha creduto alle promesse di Dio e questo aspet-tava: che si adempissero le sue promesse, che Dio manifestasse la sua gloria. E perciò la contempliamo Assunta in cielo, perché sul-la scala mobile del tempo il suo affidamento non l’ha condotta solo un po’ più in alto, ma al momento supremo è stata avvolta dalla glo-ria di Dio, è stata circondata dagli angeli e dalla loro gioia, è stata accolta nella gloria. E’ stata incoronata regina del cielo e della ter-ra per aiutare tutti a salire sulla scala mobile del tempo cantando come chi sa che la vita è una vocazione, accompagnando, come chi vive in comunione, piangendo come chi pre-ga che venga il regno di Dio, sperando, come chi crede alle promesse di Dio.

Sulla scala mobiledel tempo

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Sapevo che prima o poi sa-rebbe arrivato il giorno di salutare la nostra Comunità, ma speravo fosse sempre più in là. Lo speravo perché dopo nove anni ci si sente a casa e lasciare casa non è mai facile. I tanti volti conosciuti, in particolare i bambini e i ragazzi dei nostri Oratori con le loro fami-glie, gli adolescenti e i giovani, oltre a tante altre “belle” persone del mondo adulto, dei collaboratori, di diversi parrocchiani, dopo nove anni infatti sono diventati famiglia, la mia famiglia. Lasciare significa ricordare e ricordare tocca il cuore al pensiero di quante relazioni si sono costruite e sono divenute fi-liali, fraterne, vere. Ripercorrendo dal principio la mia esperien-za a Samarate non posso che sottolineare come io abbia percorso tutta la storia della

nostra Comunità Pastorale con l’unione, già nel 2005, di Samarate e Cascina Elisa e poi nel 2008 e nel 2010 prima Verghera e poi San Macario. Quanti passi, quante fatiche, quante difficoltà per il moltiplicarsi esponenziale ed esagerato di impegni, riunioni, incontri che spesso sono divenute un sofferto ostacolo allo stare “in mezzo” alla gente e ai ragazzi, ma nello stesso tempo quante possibilità di conoscere e amare tante persone. Oltre alla cara Samarate e al suo fantastico Oratorio ho vissuto cinque anni bellissimi a Cascina Eli-sa (chi può dimenticare le domeniche insie-me con tante care famiglie?) e poi gli ultimi quattro anni a Verghera dove ho conosciuto gente bellissima da cui mi sono sentito molto voluto bene.Ho condiviso tutto ciò con tanti preti, tutti importanti, che mi hanno accompagnato nei primi anni di ministero fino a diventare io stesso accompagnatore di quelli che sono ar-rivati strada facendo. I preti, pur con le nostre normali differenze e diversità di sensibilità, sono stati per me una sicura esperienza di fraternità sacerdotale che spero poter vivere anche nel mio futuro.

Il saluto di don Giuseppeorat

or io

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Ho conosciuto tante suore, da quelle di San Macario a quelle del Convento di Verghera che mi hanno regalato preghiere, simpatia e sostegno. Ho avuto nelle suore sa-lesiane di Samarate un’altra casa: suore che per me sono state collaboratrici in Oratorio, sorelle e madri e, nel caso di qualcuna, nonne care, affettuose e premurose. Ho incontrato giovani stupendi e tanti bam-bini e ragazzi che per me non sono mai stati numeri o bambini “generici”, ma figli da cu-stodire, proteggere, educare e portare a Gesù. Mi mancheranno e tanto perché, come dico

a tutti i genitori, non c’è esperienza più coinvol-gente e commovente che quella di veder crescere i propri figli.Cari parrocchiani, per-mettetemelo, i vostri figli in questi anni li ho amati come li aves-si generati io e pote-te ben comprendere quanto mi costi non avere più la possibili-tà di accoglierli ogni

giorno con una carezza, un sorriso, un ab-braccio, una benedizione o un bacio sul capo a volte scandito da quelle parole che a tanti dico già dalla scuola materna: “Ricordati che ti voglio bene”.Sì, perché essere prete, alla scuola di Gesù, non è tanto essere perfetti organizzatori o validissimi manager... ma prima di tutto è volere bene alla gente, è essere segni di un amore più grande, strumenti di benedizione, è semplicemente amare e io vi ho amato tanto pur con tutti i miei limiti e incapacità. Parto sapendo che per un prete è una cosa normale ogni tot anni, ma con fatica e sofferenza pro-

Il saluto di don Giuseppe

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prio perché vi ho molto amati.Assicuro a tutti il mio ricordo e la mia pre-ghiera: come già per chi ho conosciuto prima di arrivare a Samarate, non dimenticherò i vo-stri volti, li terrò sempre vicini e cari al cuore e li raccomanderò ogni notte al mio amato Crocifisso nella speranza di vedervi ancora e ancora perché lasciarsi e partire non significa dirsi addio, ma solo arrivederci.Mi permetto una raccomandazione a colo-ro che in questi anni hanno più collaborato con me e con loro a tutti quanti: ricordate-

Grazie don ….Caro don Giuseppe,quando degli amici, dopo un cammino insieme, devono separare le loro strade, il primo sentimento che provano è un senso di tristezza e di incertezza verso il futuro, soprattutto se chi si separa è colui che di quel gruppo, è la guida e l’esempio.Noi del Consiglio di Oratorio, insieme a tutti coloro che operano a vario titolo nell’Oratorio di Verghera ci sentiamo un po’ così, anche se sappiamo che, seppur per strade diverse, la “meta” dei nostri cammini è la medesima.In questi anni abbiamo cercato di fare del nostro meglio per aiutarti a rendere il nostro Oratorio un luogo adatto ad accogliere i nostri bambini e ragazzi, condividendo momenti belli, progetti, speranze e a volte anche qualche incomprensione.Le cose da fare sono tante e le strutture, nonostante i tanti lavori degli ultimi anni, avreb-bero bisogno di altri costosi interventi, ma tu hai sempre cercato di guardare al futuro con speranza ed entusiasmo ricordandoci che il nostro operato è sempre “accompagnato” dall’aiuto dello Spirito Santo.Per molti dei nostri ragazzi sei stato un riferimento che non dimenticheranno mai, perché con te hanno vissuto i vari passaggi della loro crescita, dai giochi domenicali quando erano più piccoli, passando per l’esperienza della preadolescenza, fino a diventare ado-lescenti, con le contraddizioni che a quell’età esprimono, ma anche con le prime assun-zioni di responsabilità nello svolgere il ruolo di animatori.Siamo sicuri che hai contribuito a porre nel loro cuore il seme dell’amore di Gesù ed anche se ci vorrà tempo, presto o tardi questo seme produrrà i suoi frutti, ed in quel mo-mento loro penseranno a te.Ricorderemo le tue omelie semplici e coinvolgenti, arricchite da quelle storie di vita che spesso hai utilizzato per spiegarci il Vangelo, insieme all’amore per l’Eucarestia che hai saputo trasmetterci celebrando sempre con passione.Ti salutiamo con un forte abbraccio e ti diciamo ….

….. GRAZIE DI CUORE DON! Il Consiglio d’Oratorio di Verghera

vi dei miei bambini più poveri, di quelli che in questi anni hanno ricevuto ogni Natale un regalo o a cui è stato curato il guardaroba e che pur non avendo possibilità economiche sono sempre stati accolti in Oratorio, in Cam-peggio, nei pellegrinaggi a Roma e ad Assisi grazie alla generosità di tanti. È ciò a cui più tengo. Vi aspetto il 13 e il 14 settembre per rin-graziarvi e abbracciarvi tutti di persona.Arrivederci e grazie di tutto

don Giuseppe

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Don Giuseppe Tedesco è stato chiamato ad una nuova responsabilità e ci lascia dal primo di settembre.

Non ci viene dato, almeno per il momento, un altro sacerdote che lo sostituisca e perciò siamo costretti a riorganizzarci in un modo più efficace per salvaguardare la realtà bella e vivace dei nostri oratori.

Don Alberto si trasferisce a Samarate e coordina tutta l’attività educativa, in particolare per adolescenti e giovani.

Approfittando di un bando sostenuto dalla FOM e dalla Regione Lombardia ab-biamo deciso di mettere in ogni oratorio un collaboratore-educatore che lo affian-chi e lo assista.

Siamo sicuri che educatori, animatori, catechisti e volontari sapranno collabo-rare con Don Alberto e con queste nuove figure, dando vita a quella “Comunità Educante” che l’Arcivescovo raccomanda come soggetto educativo e che i nostri oratori sapranno superare senza traumi anche un momento così delicato.

Domenica 14 settembrepranzo con DON GIUSEPPE

Menù bambini: lasagne al ragù, milanese con patatine, acqua e dolce € 8,00Menù adulti: aperitivo, lasagne, pasta pomodoro panna e prosciutto, filetto di maiale in crosta con patatine, acqua, vino, dolce e caffè € 15,00Le iscrizioni al pranzo si ricevono

in sacrestia dopo le S. Messe di sabato 30 e domenica 31 agosto e sabato 6 e • domenica 7 settembre 2014;giovedì 4 e venerdì 5 settembre dalle ore 15.30 alle ore 18.00 in oratorio a Sa-• marate

compilando il tagliandino sul retro e versando la quota.

Il futurodei nostri oratori

or

ator io

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NOME E COGNOME ____________________________________

PARROCCHIA _______________________

CEL ___________________________

ISCRIVO N° ______ ADULTI E N°______ BAMBINI AL PRANZO DI

DOMENICA 14 SETTEMBRE E VERSO LA QUOTA DI €_____________

FIRMA___________________________________

orator i

o Un’esperienzaindimenticabile!

ORATORIO ESTIVO 2014

Fino a qualche anno fa io non amavo particolarmente l’oratorio e non lo fre-quentavo, forse perché non avevo ami-ci o forse perché preferivo starmene a casa davanti la TV.

Quest’anno ho avuto gli esami e, visto che sentivo la mancanza degli amici, ho deciso di iscrivermi alle ultime due settimane; in quei giorni non solo ho incontrato alcuni amici, ma ho anche stretto amicizia con tante ragazze di ogni età.

I bellissimi laboratori che caratteriz-zano l’oratorio di Samarate non sono mancati, come la disponibilità degli animatori e delle mamme in segreteria, e possiamo dimenticare i gioconi che ci

hanno fatto divertire anche di pomerig-gio?Il martedì c’è sempre stata la Messa per ricordarci che l’oratorio non serve solo a far giocare i bambini ma serve soprat-tutto ad avvicinare i giovani a Gesù, a pregarlo e ringraziarlo ogni giorno.

Vorrei ricordare anche le suore che per tutto l’oratorio ci hanno aiutato ed hanno giocato con noi (ad esempio suor Gelsomina), le responsabili del bar che hanno gestito la marea di ragazzi che facevano una “fila chilometrica” per la granita.

Un grande grazie ad Elena che ha sa-puto gestire alla grande tutti i bambini, anche quelli più “ribelli”, soprattutto al

&

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Un’esperienzaindimenticabile!

ritrovo sotto al portico.Insomma, un grazie immenso a tutte le persone che ci hanno aiutato per tutto il tempo di ora-torio!Tra queste persone non voglio dimenticare don Giuseppe che con il suo carattere estremamen-te solare è stato vicino ai giova-ni, me compresa, per tantissimo tempo; e anche se ora se ne an-drà credo proprio che nessuno si scorderà di lui!

Finisco dicendo che quest’orato-rio, anche se io non ho potuto vi-verlo a pieno, è stato fantastico e spero che l’anno prossimo, quan-do tornerò qui come animatrice, sia ancora più bello…anche se un oratorio migliore di questo è difficile immaginarlo!

Giulia Introini, 3^media

L’oratorio estivo mi è piaciu-to moltissimo a partire dai gioconi come scalpo! Rivolgo il mio grazie a Elena e a don Giuseppe, che anche saluto. Questi mi hanno aiutato nei momenti difficili e mi hanno sempre ascoltato e consolato. Grazie!

Alice, 5^elementare

Grazie per il tempo, l’amore, la gioia che avete donato a noi bambini! Grazie di cuore!

Giorgio, 8 anni

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SR. GELSOMINA:50 ANNI DA SUORA!!!

Posso dire di conoscere la suora migliore del mondo: si chiama Gelsomina ed è una vera e propria esplosione di felicità!Non l’ho mai vi-sta triste, è sempre sorridente in mezzo ai bambini di tutte le età.Tre anni fa, in campeggio, si voleva arrampicare su una montagnetta per andare sulla neve rimasta. Era luglio. Lo ricordo benissimo, io e altre

cinque ragazze tenevamo per mano la suora più coraggiosa del mondo e, anche se stava per cadere, non ha

mai smesso di sorridere. La vedo ogni giorno all’oratorio.

È il sole dei bambini, il sole che illumina anche le mie giorna-

te. Gioca a calcetto e salta la corda, insomma, come si fa

a non amarla?È lei che insegna ai

bimbi che l’età non conta, ci si può di-

vertire sempre. È la suora mi-

gliore, la più coraggiosa. Come farei

senza di lei?

Tanti auguri sr. Gelso!!!

Giulia

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Corpus Domini con Don Stefano Pasetto

In occasione della Solennità del Corpus Domini, abbiamo avuto come gradito ospite don Stefano Pasetto. Era nostro dovere ricordare la sua Ordinazione sacerdotale avvenuta un anno fa e culminata a Cascina Elisa, sua parrocchia d’origine, con una grande festa. Lo abbiamo rivisto volentieri, ma, soprattutto, siamo riusciti a fargli pre-siedere quella Processione che l’anno scorso non si poté fare per il maltempo. Nella foto: inizio dei Vesperi, presieduti da don Stefano e concelebrati dai sacerdoti della Comunità Pastorale.

La sera dell’11 Giugno alle ore 18 si sono radunati a Samarate i sacerdoti ordinati preti l’11 Giugno 1977 dal Cardinale Giovanni Colombo nel Duomo di Milano.Purtroppo ne sono venuti solo otto, poi saliti a undici per la cena in Oratorio.Nella foto, da sinistra: don Benvenuto, don Giorgio, don Luca, don Massimiliano, don

Quirino, don Francesco Corti, don Domenico, don Francesco Maggioni.

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Cassonetti gialli“DONA VALORE - Rete RIUSE”

Caritas Ambrosiana coordina sette cooperative sociali - riunite nella Rete RIUSE (Raccolta Indumenti Solidale ed Etica) - che nella Diocesi di Milano svuotano oltre 1.200 cassonetti gialli “DONA VALORE”, collocati anche nel comune di Samarate. Queste cooperative sociali, danno lavoro con assunzione fissa e regolare, a circa 60 persone (metà delle quali svantaggiate), che recuperano ogni anno dai cassonetti circa 8.000 ton. di abiti usati. Nel 2013 il 68% degli indumenti raccolti è stato riutilizzato, il 25% è stato riciclato e il 7% è stato avviato a smaltimento senza alcun costo per comuni e cittadini. Questo lavoro ha generato nel 2013 un utile di € 290.000, così suddiviso tra più cooperative sociali per aiutare i più disagiati:

COPERATIVA AREA PROGETTO IMPORTOIntrecci Area Psichiatria Sostegno all’avvio di una comunità protetta ad alta as-

sistenza per persone con disagio psichico medio grave ad Appiano Gentile.

€ 119.331

Novo Millennio Minori e Housing Sociale

Supporto all’avvio del progetto “Alba Chiara e Housing via Medici”, comunità di accoglienza a Monza per ra-gazze minorenni ed attività di housing sociale attraverso appartamenti e spazi abitativi per l’autonomia destinati a donne in stato di disagio socio-abitativo.

€ 90.660

Filo di Arianna Housing Sociale Sostegno all’avvio del progetto “Autonomia in Libertà(s)”, attività di housing sociale attraverso appar-tamenti per l’autonomia in Sovico destinati a persone singole in situazione di disagio socio-abitativo.

€ 70.009

Consorzio Farsi Prossimo

SIL - Servizio Inseri-menti Lavorativi

Attività di inserimento socio lavorativo di persone svantaggiate

€ 10.000

TOTALE € 290.000

Si tratta dunque di una completa gestione No Profit, caratterizzata da solidarietà e traspa-renza di bilancio. Di questi tempi però questa raccolta sta registrando notevoli difficoltà per il moltiplicarsi di cassonetti “concorrenti”.L’appello è di aiutarci a donare il massimo valore ai vostri abiti usati depositandoli nei cas-sonetti gialli “DONA VALORE — rete RIUSE”. il cui ricavato va interamente (e non solo in parte) a garantire un lavoro regolare e fisso a chi raccoglie e smista e a sovvenzionare servizi Caritas socio-assistenziali, sanitari ed educativi per i più deboli. Aiutateci a trasformare il consumismo usa e getta in una risorsa... Se la raccolta poi aumentasse, aumenta anche una seria e concreta opportunità di creare nuovi posti fissi di lavoro... Nel 2014 Caritas premierà le 21 parrocchie (3 per Zona Pastorale) che faranno registrare il maggior peso pro-capite di abiti portati nei suoi cassonetti, con un contributo rispettivamente di € 500, € 300 ed € 200 da destinarsi alle iniziative caritative della parrocchia.

Un doveroso rendiconto e un appello della Caritas.

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Cassonetti gialli“DONA VALORE - Rete RIUSE”

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Fotocronaca della IV° festadella Comunità Pastorale

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Li scarto tuttiSi sa; i sacerdoti non giocano a calcio, e se lo fanno, sono scarsi come pochi!

Lanciato il guanto della sfida! Da un bambino di Prima Elementare! In diaconia non ci sono voluti neanche due minuti per accettare l’idea di fare la Nazionale dei preti della Comunità Pastorale di Samarate e, mancandone uno, ingaggiando suor Guadalupe. Maglietta coi colori vaticani.I piccoli hanno fatto la “Nazionale dei bambini di Prima Elementare di Cascina Elisa”. Con tanto di ragazze pon pon, tifose tutte per loro. La proposta è stata allargata all’Amministrazione ed il Sindaco ha accettato con un bel sorriso di allestire la squadra dei politici. Alla fine si sono messi pure i cuochi, in campo con la divisa di giornata, il grembiule da cucina. Sotto un grande temporale, ma riparati dal tendone provvidenziale dell’Oratorio di Cascina Elisa, si è svolta una partita più entusiasmante della finale mondiale.Abbiamo vissuto un pomeriggio bello. Bello! A rivedere lo foto è possibile constatare che tutti e sempre sorridono!Pensiamo – come ha detto qualcuno – che quello sia stato un momento nel quale si è visto cosa e come deve essere la Comunità educante. Genitori, amici, sacerdoti, politici, familiari … a far festa e a giocare coi piccoli. Momento educativo forte. Reso ancora più prezioso dalla testimonianza di un amico: don Peppino

Aldeni che proprio quel giorno ricordava 60 anni di Ordinazione sacerdotale.Alla fine, i bambini hanno vinto il torneo.Noi abbiamo vinto lo scoraggiamento: educare è possibile e bello.

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Con il Battesimo sono diventati figli di Dio

SamarateBellora Aurora 27/04Dentali Mattia 27/04Gazziero Giada 27/04Heleze Zoe Maeva 27/04Morelli Luca Michelangelo 27/04Rizzo Marta 27/04Rosso Riccardo 27/04Varrecchia Leonardo 27/04Varrecchia Matteo 27/04Crepaldi Nicolò 18/05Guerrero Lola Sharon 18/05Plepi Gheraldo 15/06Bonizzoni Gioia 15/06Gjonaj Matilde 15/06Nizzardo Jole 15/06Stabile Nicolò 15/06Trolese Erika 15/06Bellora Anna 20/07Linguanti Giada 20/07

Lulashi Daniel 20/07Lulashi Dajana 20/07Lulashi Nikolas 20/07Mascolo Serena 20/07Pariani Lorenzo 20/07

VergheraMoneta Elisabetta 18/05Pala Cristian 18/05Introini Viola 18/05Gangi Leonardo 01/06

San MacarioTaddei Elena 21/04Gbule Valentina Chike 11/05Ferrario Mattia 25/06Viceconti Samuele 01/06Fogliani Virginia 08/06Carrozzo Leonardo 08/06Russo Eleonora 08/06De Simone Romeo 08/06Pinna Noemi 08/06Pariani Elisa 08/06Mirukaj Alessio 06/07La Grotteria Beatrice 06/07Caruso Pietro Paolo 06/07

A 100 anni dalla nascita. Un ricordo di don Mario Restelli, parroco a Verghera dal 1957 al 1990.

Così l’ho conosciuto.Prete integerrimo, rigoroso e perentorio nei principi morali, apparentemente severo ma di animo buono, gran costruttore e negli affari ci sapeva fare con l’aiuto del popolo vergherese.Maestro di musica, direttore di coro mirabile ed organista, talvolta accigliato ma con momenti di simpatica giovialità e quasi cordiale, dal sorriso accattivante, spesso tuonante dal pulpito.Avanti negli anni e con qualche debolezza fisica un giorno mi disse di eseguire bei canti quando il suo corpo sarà davanti al suo altare. Mi prese la commozione quando cantammo l’ultimo ed eterno “Tu sei sacerdote”.Don Mario ha lasciato a Verghera un’impronta incancellabile e sono certo che negli anni a venire una iscrizione commemorativa sarà posta nella chiesa di Verghera a memoria.

Favrin Renato

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Cascina ElisaFerioli Andrea 14/01Bertuzzo Sebastian 08/06Falcone Marika 20/07

In nome di Dio si sono uniti in matrimonio

SamarateTridello Marco conSignorini Monica 02/05Calatroni Nicolò conZarcone Giulia 17/05Fontana Antonio conAramini Diana 31/05Mancini Gabriele conFoletto Pamela 30/06Tognoni Andrea conDi Giovanni Michela 19/07

VergheraPizzato Sirio conTropeano Jessica 24/04

San MacarioCosta Gianluca conDi Francesco Loredana 18/01Rebeschini Manuel conFerrazzi Daniela 10/05Draghetti Alessandro conSala Annalisa 26/05Manna Angelo conMaisto Maria 31/05Andreani Giacomo Marco conMacchi Francesca 07/06Cocchetti Roberto con Daversa Maria Grazia 14/06La Monica Marco Alfonso conAllegrati Stefania 05/07

Sono tornatialla casa del Padre

SamarateBrentegani Rina di anni 91

Ferrario Amedeo di anni 98Ferrario Augusto di anni 72Mondello Anna di anni 81Franceschetto Elide di anni 90Innocenti Albertina di anni 89Bonato Romano di anni 84Mazzon Vittoria di anni 99Castiglioni Pierina di anni 88Durante Cosimo di anni 77Visentin Maria di anni 83Palmas Christian di anni 41Golino Bartolomeo di anni 76Banda Alberto di anni 85Macchi Eddie di anni 89Andretti Maria di anni 68Gobbi Lucia di anni 91Ceriani Lidia di anni 85

VergheraNatalini Luigina di anni 71Pastore Bruno di anni 68Talè Lidia di anni 83Cattorini Angela di anni 84Boselli Vittorio di anni 79Diani Luigi di anni 85Mambrin Gastone di anni 96Cerutti Eva Maria di anni 105Villa Sandra di anni 72Faccin Annalisa di anni 56Salvan Alessandro Cesare di anni 73Rizzotto Pierino di anni 86Pellizzoni Carla di anni 93Candeli Gusella Massimo di anni 48

San MacarioMaggiotto Virginia(suor Massimina) di anni 79Avola Giorgio di anni 65Pizzoli Pierina di anni 105Bondi Laura di anni 87Macchi Rosa di anni 103Cocuccioni Graziella di anni 69Cavestri Giuseppina di anni 59Bocchino Filomena di anni 71Speroni Maria di anni 91Panarotto Silvana di anni 68

Cascina ElisaPatti Maria Carmela di anni 88Campagnolo Elisa di anni 92Venegoni Enrico di anni 92

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Il 28 marzo 2014 si è spen-ta, nella clini-ca S. Pio X di Milano, suor M a s s i m i n a che ora riposa, dopo il funera-le che ha visto la partecipa-zione della po-polazione e di numerose con-sorelle, nel ci-mitero di San Macario, dove ha voluto rimanere.La vogliamo ricordare anzitutto con le parole di don Giorgio, che nell’omelia funebre l’ha presentata come una per-sona consacrata, sempre e senza clamo-re, al servizio della Comunità.Non possiamo però dimenticare la lu-cida consapevolezza con cui ella ha af-frontato la lunga e dolorosa malattia, cercando di non riversare le proprie preoccupazioni e la propria angoscia sulle persone che le sono state vicine con tanto affetto e competenza, anzi in-fondendo in loro, finché ha potuto, fidu-cia e coraggio, perché ripeteva spesso “il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”.Quando ha capito che la fine si stava avvicinando, ha chiesto esplicitamente

l’unzione degli infermi e, per suo esplicito desiderio, per ben due volte è stata celebra-ta nella sua cameretta, di fronte alla pic-cola comunità, la S. Messa.È stato com-movente ve-derla parte-cipare con le

forze rimanenti alle preghiere e segui-re, con voce flebile, i canti.“Grazie a tutti” diceva sempre, anche al medico, cui ha voluto donare dei fiori di carta, preparati negli ultimi giorni con le sue mani, ma siamo noi che dobbia-mo ringraziarla, perché ha dimostrato che la fede, rappresentata dalla lampa-da che tiene in mano nella foto da lei scelta per il cimitero, può dare pace e serenità a sé e agli altri anche nei mo-menti più bui della vita.

Le suoredella Comunità di San Macario

Suor Massimina Maggiotto era priora della Comunità delle Suore Mantella-te Serve di Maria di San Macario dal 2009.

RICORDIAMOSUOR MASSIMINA

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avvisi

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Lunedì 22 Settembreore 20,30 - al Cimitero, S. Messa per tutti i defunti

e deposizione lumi sulle tombeore 21,45 - in via G.Agusta SPETTACOLO PIROTECNICO di chiusura

25^ SAGRA DEL CROCIFISSO

PARROCCHIA SS. TIRINITA’con il patrocinio della CITTA’ di SAMARATE

Sabato 13 Settembreore 21,00 - In oratorio, “saluto a don Giuseppe” a cura dei ragazzi e giovani

Domenica 14 Settembreore 09,00 - in Piazza Italia e vie adiacenti: “ASSOCIAZIONI di VOLONTARIATO”e mercatino “SFIZI e SAPORI”ore 10,00 - S. Messa di saluto a Don Giuseppe sul campo dell’oratorioore 11,30 -INAUGURAZIONE PALESTRAore 12,30 - Pranzo speciale su prenotazione, in onore di don GiuseppeRESTERA’ CHIUSO LO STAND GASTRONOMICOore 14,45 - in Piazza Italia: PALIO della SAGRA a squadre ed esibizionisportive a cura di Assosportore 19,00 - Apertura stand gastronomico in oratorioore 21,00 - Serata in musica con Dante e Glenda

STRESS

DA FINE

VACANZE???

VIENI E

DIVERTITI

CON NOI!!!!

dal 11 al 22 Settembre

Venerdì 19 Settembreore 21,00 - Concerto “MEDITAZIONE SULLA CROCE” - Corale G. Verdi - Chiesa SS. Trinità

Sabato 20 Settembreore 15,30 - In oratorio, festa a tema per bambini dai 2 agli 8 anni con merenda

ore 19,00 - Cena in oratorio con Menù in stile bavareseore 21,00 - Musica live con i “Libera Uscita” - Ligabue cover band

ore 23,00 - Spaghettata di mezzanotte

Domenica 21 Settembreore 10,30 - S. Messa in oratorio, a seguire “SPRITZIAMO in ORATORIO”

ore 12,30 - Apertura stand gastronomicoore 15,00 - in oratorio: conclusione PALIO della SAGRA a squadre

esibizioni sportive a cura delle società sportive dell’oratorioore 19,00 - Cena in oratorio e musica dal vivoDURANTE TUTTA LA SAGRA

RESTERANNO APERTI STAND GASTRONOMICOE PESCA DI BENEFICIENZA!!!!

Venerdì 12 Settembreore 21,00 - Concerto Coro Gospel “Jesus love and blue sky” - Chiesa SS. TrinitàSaranno aperti in oratorio il bar e lo stand gastronimico con salamelle e patatine

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Confidiamo che questo sito diventi un valido strumento di comunicazione, che possa raggiungere anche chi non può o non riesce a partecipare alle celebrazioni o agli in-contri parrocchiali, ed anche chi normalmente non frequenta ma si chiede cosa succeda nella sua Parrocchia, anche solo per curiosità.

Qualche sezione è ancora in costruzione, ma già ora potrete trovare molti link e molte informazioni utili, tra cui ad esempio i fogli degli avvisi, notizie dagli oratori, informa-zioni sui nostri missionari nel Mondo.Potrete anche riascoltare alcuni incontri parrocchiali o leggere poco conosciute informa-zioni storiche ed artistiche.

Il sito è in continua evoluzione e ogni idea e contributo sarà solo bene accetto.

Non siate timidi nel proporre e nell’inviare materiale da pubblicare a:

[email protected]

Tutte le associazioni e le realtà parrocchiali potranno (se lo desiderano) avere uno spazio dedicato sul sito.

Statistiche di accesso al sito (aggiornate al 31 luglio):ogni giorno accedono al sito tra i 40 e i 230 utenti.

Informiamo tutti i fedeli che è stato apertoil nuovo sito internet della nostra Comunità Pastorale,

all’indirizzo:

www.cpsamarate.org