La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

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La situazione La situazione in Piemonte in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori

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La situazione La situazione in Piemontein PiemonteLa situazione La situazione in Piemontein Piemonte

della condizione di salute dei lavoratori

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I capitoli di questo contributo

I capitoli di questo contributo

1. Premessa

2. Gli Infortuni

3. Le Malattie Professionali

4. Gli ispettori del lavoro (UPG)

5. La situazione sindacale

1. Premessa

2. Gli Infortuni

3. Le Malattie Professionali

4. Gli ispettori del lavoro (UPG)

5. La situazione sindacale

Ass. E.&M.G.

Nota a cura dell’Ass. Esperienza & Mappe Grezze – tel. 392.5872787

e-mail: [email protected]

Blog: http://associazioneesperienzamappegrezze.blogspot.com/

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Premessa

• I problemi collegati alla salute e sicurezza nel lavoro solo periodicamente assumono momenti di evidenza drammatica, con i ricorrenti disastri che coinvolgono ancora tante, troppe vittime. Si tratta di sofferenze immani per lavoratori, lavoratrici, loro cari, e per la società tutta, chiamata a partecipare a lutti inaccettabili perché evitabili. Senza trascurare il costo del 3% del PIL (ben oltre 40 miliardi di € l’anno) per il sistema paese.

• Costi umani, sociali, economici che non devono essere considerati “normalità” ma che anzi occorre eliminare, come ci ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

• Ogni anno, in Italia, si registrano 1.300 morti, ma la situazione complessiva mostra tutta la sua gravità con più di 1 milione di infortuni ufficiali – che colpiscono maggiormente lavoratori immigrati e precari e con un aumento tra le donne – cui vanno aggiunti i circa 200.000 infortuni non denunciati a causa del lavoro nero, quelli occultati in forma di malattia o sotto forma di infortunio domestico a causa della forte pressione di datori di lavoro poco “limpidi”.

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Le patologie

• A ciò si assomma l’insorgenza di sempre più numerose patologie, vecchie e nuove, che interessano donne e uomini per via della loro attività lavorativa, anche se scarsamente denunciate all’INAIL e ancor meno riconosciute (per le difficoltà frapposte dallo stesso Istituto, e più in generale per l’inadeguatezza e la rigidità delle norme, delle procedure e per il mancato diffuso utilizzo degli strumenti e delle metodologie per la ricerca attiva delle malattie professionali).

• L’OIL stima che in Europa le morti per le malattie di origine professionale siano il quadruplo di quelle per infortuni.

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i costi di mancata i costi di mancata salutesalute

i costi di mancata i costi di mancata salutesalute

La situazione al 1996:

• 4 morti al giorno;

• 876.000 infortuni all’anno;

• 8.800 malattie professionali;

• Costo in mancata salute = 55mila miliardi di Lire;

La situazione al 2006:

• 4 morti al giorno;

• 916.000 infortuni all’anno;

• 24.000 ca. malattie professionali;

• Costo in mancata salute 40 milioni di € (ca. 80mila miliardi di Lire);

Rompere la catena del sub-appalto e delle esternalizzazioni a partire da duecategorie: gli EDILI e le IMPRESE DI PULIZIA – aumentare i controlli – inasprire

le pene – aumentare il potere di controllo e di contrattazione dei lavoratori

Rompere la catena del sub-appalto e delle esternalizzazioni a partire da duecategorie: gli EDILI e le IMPRESE DI PULIZIA – aumentare i controlli – inasprire

le pene – aumentare il potere di controllo e di contrattazione dei lavoratori

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INAIL

Estratti da: Rapporto annuale INAIL Piemonte – anno 2005

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I dati Inail: la popolazione e i giovani

• La popolazione complessiva residente in Piemonte ha registrato un aumento, arrivando, a Dicembre del 2005, a circa 4.341.000 unità, livello che non si raggiungeva dal 1991.

• L’aumento rispetto all’anno precedente è stato di circa 11.000 persone, determinato prevalentemente dal saldo migratorio estero. Il saldo naturale della popolazione piemontese è rimasto negativo, con morti superiori alle nascite in tutte le province, con picchi più elevati per Alessandria, Torino, Cuneo ed Asti.

• I permessi di soggiorno in Piemonte sono aumentati, rispetto al 2004, di circa 14.000 unità, maggiormente concentrati, dopo la provincia di Torino, presso quella di Cuneo, Alessandria e Novara.

• Si è accentuata il disagio giovanile a causa della precarietà del lavoro (circa il 90% delle assunzioni di soggetti con meno di 25 anni è a tempo determinato), mentre è cresciuta la presenza di lavoratori stranieri, specie dei cittadini dell’Europa dell’Est, dovuta alla forte domanda di manodopera extracomunitaria nel campo dell’assistenza, nelle attività agricole e nell’edilizia.

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I dati Inail: anagrafe delle imprese

• A fine 2005 le imprese registrate in Piemonte hanno raggiunto 464.917 unità, con 33.417 iscrizioni a fronte di 29.218 cessazioni (saldo positivo pari a 4.199).

• Il tasso di crescita è stato pari a 0.91%, con un leggerissima flessione rispetto al 2004. (+ 0,97%).

• Il settore del commercio è risultato ancora una volta quello più numeroso con oltre 112.000 imprese, circa un ¼ del totale, seguito da quello dei servizi alle imprese (88.000), dell’Agricoltura (71.000) e delle costruzioni (68.000).

• Dai risultati dell’analisi della dinamica settoriale è emerso l’effetto dei Giochi Olimpici: mentre il settore manifatturiero ha denunciato ancora delle difficoltà (-0,02%), comuni a quasi tutti i sottocomparti con l’esclusione di quello alimentare (+2,8%), si sono invece registrate ottime performance in quanto a tasso di crescita per le imprese di costruzioni (+4,1%), per alberghi e ristoranti (+4,1%), per attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (+3,2%) e per trasporti.

• Dal punto di vista della forma giuridica, si è riscontrato l’aumento, in termini assoluti e percentuali, delle imprese che hanno scelto la forma della società di capitali, cresciute in un anno del 2,5%; in evoluzione anche le società di persone (+0,82%) e le ditte individuali (+0,65%), in calo, invece, le imprese nate sotto altre forme giuridiche.

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0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

n° az. 24.549 12.979 11.527 34.665 19.815 126.400 9.167 9.887

Alessandria

Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli

I dati Inail: 248.989 aziende assicurate

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I dati Inail: in generale

• Le tendenze del fenomeno infortunistico. Prosegue la tendenza alla diminuzione degli infortuni sul lavoro denunciati, una tendenza iniziata nel 2002 e confermata nel 2005. In termini assoluti, se nel 2001 sono stati denunciati quasi 82mila infortuni sul lavoro di cui 143 mortali, nel 2005 si è passati a 75.604 infortuni denunciati di cui 91 mortali.

• Nella grande maggioranza dei casi si è trattato di eventi che si sono verificati tra lavoratori dell’industria e servizi (67.882 nel 2005, oltre il 90%), mentre nel settore agricolo gli incidenti sono stati 5.781.

• Per quanto riguarda gli indennizzi riconosciuti la percentuale rispetto alle denunce è stata abbastanza costante collocandosi tra il 67% e il 68%.

• La fase di recessione economica ha sicuramente inciso su tale dato, mentre elevata risulta l’incidenza degli infortuni occorsi a lavoratori extracomunitari e alle donne.

• Eccessiva frequenza di infortuni denunciati come avvenuti il primo giorno di lavoro, un dato che pare indicare la presenza di “lavoro nero” e di una regolarizzazione post infortunio.

• Per quanto riguarda gli infortuni mortali, anche se la cifra di 91 morti in Piemonte nel 2005 è un dato che di per sé preoccupante, occorre evidenziare come la diminuzione di tale fenomeno sia accentuata e costante e non può essere solo dovuta alla fase di scarsa crescita economica.

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I dati Inail: donne e lavoro

• Il Rapporto Annuale dell’INAIL Piemonte del 2005 dedica una particolare attenzione al lavoro femminile. Negli ultimi tre anni risulta in moderata crescita la percentuale di infortuni occorsi a lavoratrici denunciati e indennizzati. Si passa dal 25,89% del totale nel 2003 al 27,45% nel 2005.

• Se si tiene conto che in questi anni l’occupazione femminile ha rappresentato costantemente oltre il 40% dell’occupazione totale risulta chiaro che le donne paiono meno esposte agli infortuni. Questo è principalmente dovuto al fatto che il personale femminile è escluso da molte lavorazioni particolarmente pericolose come quelle nel settore dell’edilizia. Tale dato è confermato dal fatto che la maggior parte degli infortuni verificatasi tra le lavoratrici piemontesi si concentra nei settori a tradizionale manodopera femminile, come per esempio quello tessile.

• Per quanto riguarda invece le malattie professionali si nota come le donne siano maggiormente soggette ad alcuni tipi di patologia come quelle cutanee e osteoarticolari. Per il primo caso la spiegazione può essere legata alla maggior presenza femminile in specifici ambiti di lavoro, mentre per le malattie osteoarticolari il dato può dipendere da una maggiore predisposizione morfologica femminile a sviluppare disturbi di tipo muscolo-scheletrici.

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Interrogativi Interrogativi

Per partire col piede giusto occorre porsi una serie di interrogativi:

• Come mai, in tutti i settori, migliorano i dati nosologici (morti, malattie, durata media della vita), eccetto che fra i lavoratori? Tanto nell’industria come in agricoltura? Perché i nostri cantieri sono tuttora disseminati di croci?

• Se incidenti sul lavoro, e conseguenti infermità, disabilità e morti non diminuiscono ed anzi tendono a ri-aumentare?

• Se le malattie professionali non calano, anzi come denunciato dall’OIL: i morti per MP sono 4 volte in più degli infortuni, se non sappiamo mai bene quanti siano i tumori maligni dipendenti dai fattori di rischio lavorativi,

• ci sarà pure una spiegazione?

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Il modello attualeIl modello attuale

Più fattori esterni possono certo essere invocati :

• le condizioni economiche, la globalizzazione e le sue conseguenze, il lavoro flessibile, a contratto, in nero, i subappalti, il decentramento produttivo;

• un modello basato sulla responsabilità totale nelle mani dell’impresa e il controllo dello stato attraverso la vigilanza, le ispezioni e le visite mediche disposte dal 303;

• con i lavoratori in posizioni di subalternità e/o di contrapposizione, barricati in trincea, dove il sindacato è più forte, senza potere dove ha poca presa od è del tutto assente.

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Perché non funziona?Perché non funziona?

Tuttavia, come in altri molti campi nel Paese, la cosa non funziona, per due fondamentali motivi:

1. in un’impostazione poliziesca, burocratica, del controllo a posteriori;

– i cittadini mostrano una tendenza al rifiuto dell’osservanza delle leggi, a fregare lo stato, i pubblici poteri;

– le valutazioni dei rischi fatte a tavolino, fotocopiate, tutte uguali, fatte da compiacenti professionisti, spesso anche assai poco qualificati (anche se ben pagati dalle imprese);

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Perché non funziona?Perché non funziona?

2. Il 626 non si applica, o trova grande difficoltà, nelle piccole e piccolissime imprese, in agricoltura, ma non ha vita facile nemmeno nelle medie aziende.

• Però questa è la base del tessuto lavorativo del nostro Paese, oltre il 90 % delle nostre imprese sono al disotto dei dieci addetti e, per definizione, già sfuggono a parti del dettato della normativa, vedasi la formazione/informazione e la struttura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.

• Noi apprezziamo molto l’impegno del Ministro del Lavoro per un testo unico e siamo certi che un aumento delle azioni di controllo possa portare qualche beneficio ma, riteniamo, che ciò non basti e che serva soprattutto un nuovo modo di agire, un’inversione di tendenza, come dicevamo prima un nuovo modello.

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Il modello di Il modello di riferimentoriferimento

• Esso è già stato da tempo elaborato, a livello Europeo;

• Il suo slogan è “lavoratori sani in imprese sane” ed è improntato alla filosofia della Promozione della salute nei luoghi di lavoro (PSL), come definita nella Dichiarazione di Lussemburgo.

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Il processoIl processo

Schematicamente il processo è il seguente:

• l’impresa assume come centrale della sua missione, fra gli altri obiettivi, quello della salute e della sicurezza, non come valore marginale, diseconomia ma come strumento apportatore di positività; l’attuale riflessione fatta anche in sede governativa sullo stato sociale sta proprio sostenendo che la salute sia un fattore di crescita e di sviluppo!

• tutti i livelli organizzativi, dal management in giù, vengono responsabilizzati in tal senso, sino ai singoli lavoratori;

• all’interno dell’impresa si realizza un clima permanente di comunicazione e partecipazione;

• le maestranze sono sottoposte a processi continui di formazione ed informazione;

• un monitoraggio continuo deve essere effettuato sulle azioni previste e sui loro risultati, sempre ad ogni livello della struttura aziendale;

• solo in tal modo le azioni specifiche per la salute e la sicurezza previste dal 626 potranno trovare effettiva ed efficace realizzazione e bastano quelle, non c’è bisogno di altri provvedimenti normativi.

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Ruolo delle RegioniRuolo delle Regioni

A nostro avviso (pervicaci fautori del pubblico) il progetto deve essere lanciato dalle Regioni o dalle stesse ASL, dai Comuni, (ma anche, come è già avvenuto, autonomamente dalle organizzazioni imprenditoriali o da singole imprese e dai Sindacati) che chiamano gli imprenditori e le loro organizzazioni, i lavoratori e le loro organizzazioni, ad un’azione comune che ha diversi momenti nel processo di PSL:

– Promozione di una nuova cultura fra gli imprenditori;– Creazione di un comune sentire per la salute e la

sicurezza;– Progettazione di interventi coordinati;– Fornitura di supporti tecnici, finanziari, consultivi alle

imprese che si impegnano ad adottare il modello PSL;– Monitoraggio degli interventi e dei risultati.

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Infortuni

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Tav. 12 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2003 - 2005 e denunciati all' INAIL

per provincia, regione, gestione e anno

PROVINCE

E REGIONI 2003 2004 2005 2003 2004 2005 2003 2004 2005

ALESSANDRIA 709 672 647 8.848 8.211 7.730 184 194 183

ASTI 815 791 784 3.149 3.138 3.072 63 86 103

BIELLA 120 137 102 2.358 2.165 1.945 62 60 71

CUNEO 2.649 2.598 2.607 10.334 10.496 9.946 192 204 192

NOVARA 203 205 198 5.546 5.647 5.488 122 156 159

TORINO 1.132 996 1.057 34.550 34.227 33.806 1.023 1.081 1.125

VERBANIA 81 107 87 2.524 2.387 2.296 89 69 72

VERCELLI 308 331 299 3.984 3.944 3.539 72 71 96

PIEMONTE 6.017 5.837 5.781 71.293 70.215 67.822 1.807 1.921 2.001

AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI DIPENDENTI CONTO STATO

dati INAIL: infortuni

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dati INAIL: infortuni mortali

Tav. 13 - INFORTUNI MORTALI sul lavoro avvenuti nel periodo 2003 - 2005 e denunciati all'INAIL

per provincia, regione, gestione e anno

PROVINCE

E REGIONI 2003 2004 2005 2003 2004 2005 2003 2004 2005

ALESSANDRIA - 1 1 22 10 13 - - -

ASTI - 4 2 - 5 2 - - -

BIELLA 1 - 1 3 4 1 - - -

CUNEO 7 7 6 20 25 10 1 1 -

NOVARA 1 - 2 10 5 11 - - -

TORINO 3 2 3 44 37 32 - 1 -

VERBANIA - 1 - 1 3 2 - - -

VERCELLI 1 2 1 7 3 4 - - -

PIEMONTE 13 17 16 107 92 75 1 2 -

AGRICOLTURA INDUSTRIA E SERVIZI DIPENDENTI CONTO STATO

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35.409

35 morti

8.560

14 morti

3.959

4 morti

3.934

5 morti

5.845

13 morti

2.455

2 morti

2.118

2 morti

12.745

16 morti

La mappa degli: infortuni e mortali

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I dati Inail: parasubordinati

Tav. 20 - PARASUBORDINATI - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2003 - 2005 e denunciati all'INAIL

per provincia, regione e anno - INDUSTRIA E SERVIZI

PROVINCE E

REGIONI 2003 2004 2005 2003 2004 2005

ALESSANDRIA 58 47 64 2 - -

ASTI 21 24 30 - - -

BIELLA 9 12 15 - - -

CUNEO 65 71 74 - - -

NOVARA 21 27 63 - - -

TORINO 160 195 253 1 1 -

VERBANIA 15 11 19 - - -

VERCELLI 10 15 19 - - -

PIEMONTE 359 402 537 3 1 -

TOTALE INFORTUNI MORTALI

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I dati Inail: interinali

Tav. 21 - INTERINALI (1) - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2003 - 2005 e denunciati all'INAIL

per provincia, regione e anno - INDUSTRIA E SERVIZI

PROVINCE E

REGIONI 2003 2004 2005 2003 2004 2005

ALESSANDRIA 181 167 170 - 2 -

ASTI 44 75 54 - - -

BIELLA 33 28 39 - - -

CUNEO 269 262 236 - 1 -

NOVARA 126 116 125 - - -

TORINO 732 778 741 1 - -

VERBANIA 19 37 34 - - -

VERCELLI 92 127 117 1 - -

PIEMONTE 1.496 1.590 1.516 2 3 -

TOTALE INFORTUNI MORTALI

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La mappa degli Infortuni Parasubordinati e Interinali

Int. 741

Par. 253

Int. 170

Par. 64

Int. 54

Par. 30

Int. 117

Par. 19

Int. 125

Par. 63

Int. 34

Par. 19

Int. 39

Par. 15

Int. 236

Par. 74

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I dati Inail: Stranieri

Tav. 19 - EXTRACOMUNITARI - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2003 - 2005 e denunciati all'INAIL

per provincia, regione e anno - INDUSTRIA E SERVIZI

PROVINCE E

REGIONI 2003 2004 2005 2003 2004 2005

ALESSANDRIA 965 1.103 991 5 4 2

ASTI 415 473 401 - 1 1

BIELLA 244 212 203 - 1 1

CUNEO 1.626 1.835 1.707 4 6 1

NOVARA 568 840 706 2 1 -

TORINO 3.379 3.839 3.691 6 10 5

VERBANIA 175 226 186 - - -

VERCELLI 540 604 496 3 - 1

PIEMONTE 7.912 9.132 8.381 20 23 11

TOTALE INFORTUNI MORTALI

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La mappa Stranieri Infortuni - Morti

3.691

5 morti

991

2 morti

401

1 morto

496

1 morto

706

0 morti

186

0 morti

203

1 morto

1.707

1 morto

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Le Malattie Professionali

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Le malattie professionali per ASL

N° % N° % N° % N° % N° % N° % N° % N° %Torino 1-4 22 18,0 1 8,3 14 20,0 7 35,0 37 27,0 55 23,2 84 26,8 22 30,1 242Collegno 5 6 4,9 0 0,0 7 10,0 1 5,0 24 17,5 28 11,8 32 10,2 3 4,1 101Ciriè 6 3 2,5 0 0,0 1 1,4 0 0,0 1 0,7 12 5,1 21 6,7 2 2,7 40Chivasso 7 7 5,7 0 0,0 3 4,3 3 15,0 12 8,8 14 5,9 38 12,1 6 8,2 83Chieri 8 7 5,7 1 8,3 6 8,6 2 10,0 14 10,2 11 4,6 31 9,9 6 8,2 78Ivrea 9 24 19,7 0 0,0 5 7,1 0 0,0 3 2,2 17 7,2 5 1,6 1 1,4 55Pinerolo 10 0 0,0 1 8,3 2 2,9 0 0,0 2 1,5 5 2,1 9 2,9 1 1,4 20Vercelli 11 7 5,7 0 0,0 5 7,1 0 0,0 0 0,0 5 2,1 5 1,6 2 2,7 24Biella 12 14 11,5 1 8,3 4 5,7 3 15,0 2 1,5 8 3,4 6 1,9 1 1,4 39Novara 13 11 9,0 4 33,3 5 7,1 0 0,0 4 2,9 4 1,7 11 3,5 3 4,1 42Verbania 14 7 5,7 0 0,0 1 1,4 0 0,0 4 2,9 5 2,1 5 1,6 1 1,4 23Cuneo 15 1 0,8 0 0,0 0 0,0 0 0,0 1 0,7 5 2,1 8 2,5 1 1,4 16Mondovì 16 3 2,5 0 0,0 0 0,0 0 0,0 2 1,5 1 0,4 1 0,3 4 5,5 11Savigliano 17 3 2,5 1 8,3 2 2,9 1 5,0 3 2,2 10 4,2 10 3,2 6 8,2 36Alba 18 2 1,6 0 0,0 2 2,9 1 5,0 2 1,5 1 0,4 5 1,6 4 5,5 17Asti 19 0 0,0 0 0,0 4 5,7 0 0,0 1 0,7 5 2,1 32 10,2 0 0,0 42Alessandria 20 1 0,8 0 0,0 4 5,7 0 0,0 2 1,5 2 0,8 3 1,0 5 6,8 17Casale M.to 21 3 2,5 3 25,0 3 4,3 1 5,0 22 16,1 48 20,3 5 1,6 5 6,8 90Novi Ligure 22 1 0,8 0 0,0 2 2,9 1 5,0 1 0,7 1 0,4 3 1,0 0 0,0 9

Tot. Regione 122 12,4 12 1,2 70 7,1 20 2,0 137 237 314 31,9 73 7,4 985

ASL Tot. ASLVie Respiratorie Tumori Mal. non Tab. AltreIpoacusia Vibrazioni Dermopatie Asma

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La mappa delle M.P. in generale

10 ASL

619

3 ASL

116

1 ASL

42

1 ASL

24

1 ASL

42

1 ASL

23

1 ASL

39

4 ASL

80

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Malattie professionali indennizzate

0

5

10

15

20

25

30

35

% perc. 2 1,2 7,1 24,1 13,9 7,4 12,4 31,9

asmavibrazion

idermopat

ietumori

vie respirator

iealtre ipoacusia

mal.non tab.

Nelle Malattie non Tabellate sono considerate tutte le patologie non esplicitamente previste nelle tabelle Inail per le quali l’onere della dimostrazione con la lavorazione svolta spetta al lavoratore

Ass. E.&M.G.

Page 32: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

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Malattie professionali denunciate

0

10

20

30

40

50

60

70

% perc. 1 1 3 4 5 9 16 61

asmavibrazion

idermopat

ietumori

vie respirator

iealtre ipoacusia

mal.non tab.

Senza indenizzo

Ass. E.&M.G.

Page 33: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

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L’andamento settoriale (2002-2006)

Settore di attività 2002 2006 (*) Var. % su 2002 Morti

Agricoltura 73.515 62.973 -14,3 114

Industria manifatturiera di cui: 252.099 201.303 -20,1 266

Metalmeccanica 100.809 85.543 -17,1 89

Lav. Minerali non metalliferi 15.620 9.436 -39,6 13

Tessile 18.746 14.851 -20,8 31

Costruzioni di cui: 106.057 98.149 -7,5 282

Edilizia e genio civile 54.567 49.653 -9,0 146

Installazione dei servizi in fabbricato 26.238 23.734 -9,5 52

Lavori di completamento degli edifici 19.322 17.770 -8,0 47

Commercio 76.316 74.789 -2,0 117

Trasporti e comunicazioni 70.748 67.990 -3,9 158

Attività immobiliari e servizi alle imprese 58.594 64.469 10,0 78

Sanità e servizi sociali 32.648 34.300 5,1 27

Altri e non determinati 317.678 323.983 0,4 238

TOTALE 992.655 927.956 -6,5 1.280

Infortuni in complesso (in Italia) (*) dati provvisori

Page 34: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

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Immagini e Piani

• Dai dati INAIL ne vengono moltissime “immagini”;

• Attualmente pochi piani (di intervento):

1. per la cronica carenza del personale ispettivo;2. per l’impegno quasi esclusivo sulle attività di

routine;3. per la debole presenza sindacale nelle imprese a

rischio del Piemonte;

Ass. E.&M.G.

Page 35: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

35

Gli Ispettori del Lavoro (UPG)

Ass. E.&M.G.

Page 36: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

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Gli Ispettori del Lavoro (UPG)ASL Organico

teoricoPersonale al

2005Differenza rispetto

al teorico

Torino 1-4 48 26 -22

Collegno 5 18 17 -1

Ciriè 6 10 6 -4

Chivasso 7 11 10 -1

Chieri 8 14 13 -1

Ivrea 9 9 6 -3

Pinerolo 10 6 5 -1

Vercelli 11 10 9 -1

Biella 12 11 8 -3

Novara 13 15 15 0

Verbania 14 8 9 +1

Cuneo 15 8 6 -2

Mondovì 16 6 4 -2

Savigliano 17 10 9 -1

Brà 18 10 8 -2

Asti 19 9 7 -2

Alessandria 20 9 6 -3

Casale 21 7 5 -2

Novi Ligure 22 6 5 -1

Piemonte 225 174 -51 =22,66%

Fonte Inail 2005

Ass. E.&M.G.

Page 37: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

37

La mappa degli Ispettori (UPG)

83

- 33

16

-6

7

-2

9

-1

15

0

9

+1

8

-3

27

-7

Page 38: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

38

Presenza Sindacale nelle aziende e sul territorio

RLS RSU RLST

Ass. E.&M.G.

Page 39: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

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Presenza sindacale per provincia

Provincia Az. Collegate

N° RLS N° RSU N° RLST Totale

Torino

Biella

Vercelli

Novara

Verbania

Asti

Alessandria

Cuneo

Piemonte

Ass. E.&M.G.

Page 40: La situazione in Piemonte della condizione di salute dei lavoratori.

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La mappa delle aziende collegate ai Sindacati

Fonte Sindacati