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LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA IL BILANCIO DEI DIECI ANNI DELLA CONSULTA PER LA SICUREZZA E LA QUALITÀ DEL SERVIZIO

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LA SICUREZZASULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

IL BILANCIO DEI DIECI ANNI DELLA CONSULTA PER LA SICUREZZA E LA QUALITÀ DEL SERVIZIO

Questo dossier rappresenta una sintesi del bilancio di dieci anni della Consulta per la Sicurezza e la Qualità del Serviziodi Autostrade per l'Italia.Il bilancio completo è scaricabile dal seguente link: www.autostrade.it/it/10-anni-consulta

a sicurezza stradale è un imperativo. Non un condizionale. Eppure richiede una serie di condizioni

per essere efficace. Servono idee e programmi da condividere, progetti da realizzare, opere e infrastrutture da portare a termine. Ma occorre, soprattutto, la formazione del consenso sugli obiettivi di fondo. Perché la salute di chi viaggia sull'asfalto non è un fatto privato, ma un interesse pubblico. Primario e cruciale. Ecco perché la Consulta per la Sicurezza e la Qualità del Servizio sulla rete di Autostrade per l'Italia rappresenta un punto di arrivo e, al tempo stesso, di partenza. È un'iniziativa di importanza strategica, alla quale Quattroruote, da sempre estremamente sensibile su queste tematiche, ha deciso di partecipare fin da subito. Così come tanti altri. Dai referenti istituzionali, la Polizia Stradale, alle principali associazioni dei consumatori, all'Asaps, l'organizzazione dei sostenitori e degli amici della stessa Polizia Stradale, ai sindacati dei trasporti, ai rappresentanti degli autotrasportatori e, sempre sul fronte dell'informazione, a Isoradio-Rai. Ora la Consulta compie dieci anni di lavori, basati su un confronto «che non è mai stato puramente rituale», come ricorda nella sua introduzione l'amministratore delegato di Atlantia e Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci. Un confronto cioè a volte «molto acceso», ma sempre «costruttivo, appassionato». Una sintesi senza pregiudizi, capace di comporre le diverse istanze sul tavolo. E che ha permesso di raggiungere in tempi brevi risultati altrimenti difficili da conseguire. L'elenco è lungo. Si parte dal Tutor, lo strumento tecnologico che

LAllegato a Quattroruote n° 736

Dicembre 2016

Registrazione del Tribunale di Milano n°3770 06/06/1955

Direttore ResponsabileGian Luca Pellegrini

A cura di Fabio De Rossi

TestiFabio De RossiPatrizia Licata

Marco Visani

ImpaginazioneBarbara Bossi

FotografieArchivio Autostrade per l'Italia

Archivio QuattroruoteAnsa

Fabrizio Esposito

StampaRotolito Lombarda Spa

(Seggiano di Pioltello - MI)

Editoriale Domus SpaVia Gianni Mazzocchi 1/3

20089 Rozzano (MI)

Copyright 2014 Editoriale Domus SpA - Milano

È vietata la riproduzione, totale o parziale, del contenuto

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preventiva dell’Editore

LA SICUREZZA

consente di verificare la velocità media sulle tratte autostradali e sanzionare l'eventuale superamento dei limiti. Un "apparecchio" potenzialmente dirompente per le vecchie abitudini di parte degli automobilisti italiani, che però anche grazie alla Consulta, non solo ha registrato un ampio grado di accettazione, ma ha anche contribuito in modo determinante a una nuova educazione stradale e alla prevenzione degli incidenti. C'è poi l'asfalto drenante, introdotto fin dove è stato possibile per le caratteristiche tecniche del prodotto, che minimizza i rischi di visibilità e di controllo dell'auto in caso di forti piogge, assicurando anche la riduzione dell'inquinamento acustico. E ancora. Il Piano gallerie per migliorarne l'illuminazione, adottando lampade a led, e la sicurezza, attraverso una serie di accorgimenti tecnici, che riguardano anche i cantieri. Sono stati eliminati by-pass, le aperture fisse tra le due carreggiate, sostituiti da una serie di varchi mobili. La segnaletica, la tempistica e la comunicazione dei cantieri in corso sono stati al centro di profondi interventi. Per non parlare dell'infomobilità: ai tradizionali pannelli a messaggio variabile si sono affiancati totem interattivi, l'app My Way, le collaborazioni con Sky e Rtl, il Call center viabilità e il piano "Sei in un Paese meraviglioso". Grazie a queste iniziative (e a tante altre) il tasso di mortalità sulla rete di Autostrade è sceso nel 2016 a 0,22 morti per 100 milioni di km percorsi dagli 1,10 del 1999. Ma le proposte della Consulta non si fermano a questi risultati. C'è ancora da fare, per esempio sull'uso improprio degli smartphone, come sostiene la Polizia Stradale. Perché la sicurezza è un imperativo. Categorico. Cioè di tutti.

SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIADIECI ANNI DI CONSULTA PER LA QUALITÀ

LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA 1

GIOVANNI CASTELLUCCI AUTOSTRADE

LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA2

ono trascorsi dieci anni da quando la Consulta per la Qualità e la Sicu-rezza del Servizio ha iniziato a riu-

nirsi e a discutere su come rendere le nostre auto-strade un valore aggiunto per il Paese.

La rivoluzione del TutorL'occasione ed il motivo contingente per la

costituzione della Consulta era stata la nostra vo-lontà di introdurre su scala estensiva il Tutor. Rite-nevo che uno strumento di controllo così invasivo, e potenzialmente punitivo, necessitasse di una condivisione profonda e di una messa a punto con tutti i soggetti che sarebbero stati chiamati a ge-stirlo (a cominciare dalla Polizia Stradale), a "subirlo" (come le associazioni dei consumatori) ed a rac-contarlo (come Quattroruote e lsoradio).

l risultati ottenuti sul Tutor (livello di accettazio-ne, percezione di fairness) e con il Tutor (modifica dei comportamenti di guida degli italiani, abbatti-mento della mortalità e dell'incidentalità) sono stati eccezionali. Un dato per tutti: in virtù del Tutor e di una serie di investimenti e iniziative, come l'introduzione dell'asfalto drenante, dal 1999 - anno della privatizzazione della società - a oggi il tasso di mortalità sulla nostra rete è passato da 1,10 a 0,22 (numero di morti per 100 milioni di km per-corsi). Un abbattimento di circa 1'80%: un trend di miglioramento della sicurezza da primato in Euro-pa. Grazie alla passione e all'intelligenza di tutti gli attori in campo. E al buon senso degli automobili-sti italiani, che hanno compreso appieno l'utilità di

S

questa tecnologia, diventata un potente strumen-to di prevenzione sicurezza" e di "educazione alla sicurezza" piuttosto che di repressione.

Un metodo di lavoro condivisoMa il ruolo della Consulta per la Qualità e la

Sicurezza del Servizio di Autostrade per l'Italia si sarebbe esaurito in pochi anni se non ci fosse stata da parte nostra la convinzione (peraltro condivisa da tutti i partecipanti) che dal confronto franco e dalla diversità di esperienze, provenienze e convinzioni profonde potessero emergere nuo-ve idee, proposte e soluzioni ai problemi. Il con-

fronto non è mai stato puramente rituale, ma, anche quando è stato molto acceso, sempre co-struttivo e appassionato. Dimostrando che solo dal confronto libero dai pregiudizi (ahimè, una malattia del nostro tempo) possono nascere quei passi avanti per la nostra società e conseguente-mente per la nostra economia di cui tutti abbiamo bisogno. Valorizzando la diversità, invece di farne un elemento di identificazione e arroccamento. L'auspicio è anche che il modello della Consulta possa continuare e produrre idee e soluzioni an-che nei prossimi anni, indipendentemente da· chi ne raccoglierà l'eredità e il testimone .

VALORE AGGIUNTO PER IL PAESEIdee, proposte, soluzioni ai problemi: per l'amministratore delegato di Atlantia e Autostrade per l'Italia, la Consulta è stata (e sarà ancora) una speciale occasione di incontro e di dibattito. Senza formalismi rituali, ma con la concreta,costruttiva e appassionata valorizzazione delle diversità. Perché l'obiettivo è certo: migliorare ancora la sicurezza

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GIAN LUCA PELLEGRINI QUATTRORUOTE

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uattroruote fa parte della Consulta sulla Sicurezza e Qualità del servizio di Auto-

strade per l’Italia sin dalla sua nascita. Allora il di-rettore era Mauro Tedeschini, pronto ad accoglie-re con entusiasmo la proposta di creare un'occa-sione ricorrente di confronto fra l'azienda conces-sionaria, le parti sociali e le istituzioni in cui si af-frontassero senza pregiudizi né inopportuni riser-bi i temi legati alla sicurezza stradale.

L'impegno della nostra testata nel progetto è poi continuato immutato negli anni a seguire; e posso dire con malcelato orgoglio che il men-sile che oggi mi onoro di dirigere è sempre presente negli appuntamenti romani, con la ferma determinazione di portare il proprio con-tributo e la propria esperienza in dibattiti da sempre centrali nel nostro quotidiano lavoro.

L'Automotive Safety Center L'attenzione verso la prevenzione degli inci-

denti è infatti parte integrante del Dna di Quat-troruote. Il nostro fondatore Gianni Mazzocchi - che contro il parere di tanti lanciò il giornale nell'ormai lontano febbraio 1956 - era convinto che l'avvento della motorizzazione di massa non potesse prescindere dalla consapevolezza, nei sempre più numerosi automobilisti, dei rischi che la guida comporta. E tale convinzione ha segnato la storia della nostra testata, a partire dalle prime, grandi battaglie contro la selva di cartelloni che costeggiava le nostre strade per arrivare alla na-

Q

scita - una quarantina di anni dopo - di un im-pianto di prova unico al mondo, a Vairano, in provincia di Pavia, e non a caso battezzato Auto-motive Safety Center (nella foto qui sopra).

L'esperienza di Quattroruote all'interno della Consulta è sempre stata estremamente positiva, perché abbiamo immancabilmente constatato da parte di Autostrade per l'Italia un'apertura alla discussione davvero straordinaria. Non solo. I vertici della società, oltre ad ascoltare le opinioni dei vari protagonisti, si dimostrano altrettanto spesso disponibili ad accettarne le proposte, sottolineando così l'efficacia di un contraddittorio che a mia memoria non ha pari in altri campi del servizio al pubblico. Certo, non mi stancherò mai

di ricordare come la sicurezza stradale sia la con-seguenza di un approccio sistemico, composto in eguali parti da educazione (e su questo aspet-to purtroppo in Italia siamo ancora colpevolmen-te indietro), prevenzione e investimenti sulle in-frastrutture. Però mi piace pensare che una parte - magari piccola - della riduzione della mortalità che l'Italia può vantare (anche se nel 2015 s'è notata una leggera controtendenza, quasi certa-mente dovuta alla disattenzione generata dagli smartphone) sia legata proprio ai tanti, talvolta accesi, confronti tra noi, Autostrade, la Polizia e le associazioni dei consumatori, volti solo ed esclu-sivamente a migliorare con costanza l'esperienza di guida di tutti gli utenti della strada.

Sin dagli inizi, una delle costanti della Consulta è stata la presenza di Quattroruote al tavolo di discussione. Il direttore stila un lusinghiero bilancio di tale progetto, voluto per favorire il confronto fra l'azienda, le parti sociali e le istituzioni al fine di migliorare l'esperienza d'uso da parte di tutti gli utenti della strada

UN CONFRONTO UTILE E PROFICUO

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IL LABORATORIODELLE IDEE Nato dieci anni fa da un'intuizione di Giovanni Castellucci,l'organismo si riunisce con cadenza trimestrale a Roma, presso la Direzione generale di Autostrade per l'Italia. Eccone la storia e la composizione, che vede riuniti intorno al tavolo i principali attori dei trasporti e della mobilità

LA CONSULTA

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aggiore sicurezza e mi-gliore qualità del servizio. È da questi due obiettivi

che nel 2005 nasce l’idea di Giovanni Castelluc-ci di costituire un nuovo spazio di confronto dove raccogliere e dare forma a tutti quei pro-getti e iniziative in grado di migliorare la quali-tà e la sicurezza dei milioni di automobilisti e autotrasportatori che ogni giorno percorrono la rete autostradale.

Prende così forma “La Consulta per la Sicu-rezza e Qualità del Servizio”. Immediatamente

M l’iniziativa si rivela vincente. Il progetto viene accolto e condiviso con entusiasmo dai presi-denti di quattro associazioni dei consumatori.

È il 16 novembre del 2005, quando Carlo Rienzi del Codacons, Elio Lannutti di Adusbef, Rosario Trefiletti di Federconsumatori e Carlo Pileri di Adoc firmano con Autostrade per l'Italia il protocollo d’intesa che segna il “battesimo” della Consulta. Subito l’interesse per i progetti, le idee e i lavori si diffonde a macchia d’olio e in pochi mesi la Consulta si amplia aprendo le porte ai principali attori della mobilità sulle

autostrade, come la Polizia Stradale, l'Asaps - Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale, Isoradio, il Comitato centrale per l'Albo nazionale autotrasportatori, il nostro mensile, Quattroruote, l'Adiconsum e i sindacati dei trasporti.

L'organizzazioneLe riunioni si svolgono, con cadenza trime-

strale, presso la Direzione generale di Roma di Autostrade per l’Italia. Nel corso del tempo, con l'evoluzione dell'organizzazione aziendale, la

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LA CONSULTA

responsabilità di alimentare il dibattito e di por-tare avanti i progetti di miglioramento viene as-sunta da Lorenzo Lo Presti, direttore operativo servizio al cliente, fino al 2011 quando diventa amministratore delegato di Aeroporti di Roma. Tocca quindi a Riccardo Mollo, prima come con-direttore generale operations e maintenence e poi come direttore generale di Autostrade per l’Italia, coordinare i lavori della Consulta. Lo fa fino al 2015, quando lascia l’azienda per altro incarico, e la responsabilità passa a Paolo Berti, direttore

centrale operations. In tutti questi anni, invece, non è cambiato il segretario della Consulta che è sempre stato Massimo Iossa, responsabile marke-ting e qualità del servizio di Autostrade per l’Italia.

Il gruppo di lavoroNella Consulta ogni associazione o istituzione

è rappresentata da un responsabile: per la Polizia Stradale siedono al tavolo Roberto Sgalla, diret-tore centrale delle Specialità della Polizia di Stato, Giuseppe Bisogno, direttore della Polstrada e

Rossana Ferranti, primo dirigente della Polizia di Stato. Tra i padri della Consulta ci sono anche Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumato-ri, accompagnato dal vicepresidente Sergio Vero-li; Carlo Rienzi, presidente del Codacons, Elio La-nutti al vertice dell’Adusbef, con Mauro Novelli. Anche Giordano Biserni, presidente e fondatore dell’Asaps segue i lavori della Consulta sin dalla sua costituzione. Restando in tema di associazio-ni, siedono al tavolo della Consulta Roberto Tasci-ni, presidente dell’Adoc, Walter Meazza, al vertice

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dell’Adiconsum e per l’Albo Nazionale degli Au-totrasportatori Maria Teresa di Matteo e Giusep-pina Ferronini. Quattroruote, che pure fa parte della Consulta fin dall'inizio, è rappresentato al massimo livello dai direttori: prima Mauro Tede-schini, poi Carlo Cavicchi e ora Gian Luca Pellegri-ni, così come il canale radio della Rai, Isoradio, che si affida al direttore Danilo Scarrone e al vicediret-tore Michela La Pietra.

Un ruolo importante lo svolgono i sindacati, rappresentati dai rispettivi segretari e coordina-

tori: per Filt Cgil Alessandro Rocchi, Franco Nasso e Fabrizio Solari, per Fit Cisl Marino Masucci, per Uiltrasporti Claudio Tarlazzi. A questo nutrito gruppo di lavoro è affidato il compito di confron-tarsi per elaborare idee e realizzare quei progetti che puntano al miglioramento costante della si-curezza e della qualità del servizio e che hanno consentito ad Autostrade per l’Italia di raggiun-gere risultati da primato in Europa come l’abbat-timento dell’80% della mortalità sulla propria rete. Tra le tante iniziative della Consulta c'è anche la

procedura di conciliazione per risolvere le contro-versie. Si tratta di uno strumento, frutto dell'accor-do siglato con le associazioni dei consumatori, per la risoluzione in via stragiudiziale delle con-troversie tra Autostrade per l'Italia e i clienti che abbiano già presentato un reclamo o una richie-sta di risarcimento danni il cui esito non è stato ritenuto soddisfacente. Nelle pagine successive, tre protagonisti - Roberto Sgalla, Carlo Rienzi e Giordano Biserni - raccontano la loro esperienza nella Consulta.

Sopra, un cartello informa-frequenza di Isoradio. Subito sotto, la Polstradain azione. Qui a fianco,la sala delle riunioni della Consulta per la Sicurezza e la Qualità del Servizio. Nella pagina accanto,l'ingresso della sede principale di Autostrade per l'Italia, in via Bergamini a Roma

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n principio era il Tutor, il sistema di rileva-mento della velocità media, distribuito su 2.900 km di rete italiana, 2.500 dei quali

gestiti da Autostrade per l'Italia. Dal 2004, quan-do furono installati i primi impianti, al 2014, ha ridotto enormemente i tassi di mortalità: ben il 56% in meno, con una contestuale riduzione della velocità massima (nel primo anno di fun-zionamento) del 25% e di quella media del 15%. Insieme all'introduzione dell'asfalto drenante e ad altri investimenti e iniziative, dal 1999 a oggi

I

INCIDENTI IN CALOFatti. Non parole. I progressi in tema di sicurezza sulla retedi Autostrade per l'Italia si misurano anche con le cifre riportate dai grafici qui accanto. Che confermano quanto siano stati efficaci gli interventi condivisi con la Consulta

DATI E NUMERI

il tasso di mortalità sulla rete di Autostrade per l'Italia è passato da 1,10 a 0,22 morti per 100 milioni di km percorsi. «Un abbattimento di circa l'80%: un trend di miglioramento della sicurezza da primato in Europa», ha sottolineato nelle pa-gine precedenti l'amministratore delegato di Atlantia e Autostrade per l'Italia Giovanni Castel-lucci, ricordando che questi obiettivi sono anche frutto del lavoro svolto dalla Consulta per la Sicu-rezza e la Qualità del Servizio. Tornando all'asfal-to drenante, come leggerete nelle pagine suc-

cessive, Autostrade non si è limitata a introdurlo sul 100% della rete tecnicamente disponibile (perché nei tratti di montagna ne è sconsigliato l'uso per via della maggiore esposizione al ghiac-cio e alla neve), ma ha migliorato il conglomera-to tradizionale con il cosiddetto drenante strut-turale, cioè più resistente pur conservando la capacità di assorbire la polverizzazione dell'ac-qua e minimizzare i rischi di tenuta dell'auto (aquaplaning) e di visibilità in condizioni critiche (effetto spary).

LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA10

Dal calcolo sono escluse le tratte di montagna, dove l'uso del drenante è sconsigliato per via della maggiore esposizione a ghiaccio e neve, le gallerie e le tratte con lavori di ampliamento

*I dati relativi alla Francia e alla viabilità ordinaria italiana sono aggiornati a dicembre 2015

ASPI - 80%Asfa (Francia) - 56%Altre Concessionarie Italiane - 67%Viabilità Ordinaria ITALIA* - 45%

Il tasso di mortalità di Autostrade per l'Italia si è ridotto dell'80% dal 1999, l'anno prima della privatizzazionedella società, al 2016. Nella tabella qui sopra viene riportato il confronto sulla riduzione del tasso di mortalità fra la rete di Autostrade per l'Italia, la rete autostradale francese, che per caratteristiche infrastrutturali può essere paragonata a quella italiana, e le altre concessionarie italiane e la viabilità ordinaria.

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TASSO DI MORTALITÁ (100 milioni di km percorsi)

ASFALTO DRENANTE (percentuale di copertura della rete)

TASSO DI MORTALITÀ (100 milioni di km percorsi)

LE INIZIATIVE DI AUTOSTRADE

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al 1999 ad oggi, il tasso di mor-talità sulla rete di Autostrade per l’Italia si è ridotto dell’80%.

Tradotto, vuol dire che ogni anno vengono salva-te circa 300 vite umane. Non solo. Già dal 2008, in anticipo rispetto ai target fissati dall’Unione Europea, Autostrade per l’Italia è riuscita a centra-re l’ambizioso obiettivo di dimezzare la mortalità sulla propria rete in concessione, lunga quasi 3 mila chilometri. I dati lo certificano: il numero di deceduti per 100 milioni di chilometri percorsi è passato da 1,10 del 1999 a 0,22 dell’agosto 2016, con una riduzione dell’80%. Si tratta di un trend da primato nell'Unione Europea, reso possibile grazie al potenziamento e alla manutenzione dell’infrastruttura, alla continua ricerca di tecnolo-gie all’avanguardia e alla sensibilizzazione verso comportamenti di guida corretti.

In medio stat virtusTra le tante azioni e innovazioni che solo

nell’ultimo decennio hanno contribuito a miglio-rare la rete di Autostrade, senza dubbio il più im-portante in termini di sicurezza è stata l’introdu-zione del Tutor, il sistema che consente la rileva-zione automatica della velocità media dei veicoli. Uno strumento, va detto, non di repressione ma di "educazione stradale", che ha modificato pro-fondamente le abitudini di guida degli italiani. Nato nel 2004 da un progetto di Autostrade, condiviso con la Polizia Stradale e le associazioni dei consumatori, è stato sviluppato ed esteso

D

progressivamente sulla rete fino a coprirne 2.500 chilometri. I risultati non si sono fatti attendere. Già nei primi 12 mesi di funzionamento, il Tutor è stato in grado di incidere profondamente sui comportamenti di guida degli automobilisti facendo registrare una significativa riduzione della velocità media e dell'incidentalità. Ma con il passare degli anni, il successo è stato ancora più evidente: dal 2004 al 2014 sulle tratte coperte da Tutor la mortalità è crollata. Numeri che si trasfor-mano in vite salvate, tanto che Autostrade ha concesso di estendere i Tutor anche sulle tratte autostradali gestite dalle altre concessionarie, sulle strade statali, su quelle provinciali e comu-nali. Non solo. Ancora una volta, come già acca-duto in passato per il Telepass, un sistema svilup-pato da Autostrade ha superato i confini naziona-

li, tanto che Paesi come l’Inghilterra, l’Olanda e la Francia stanno lavorando per introdurre sulle loro strade tecnologie e sistemi simili al Tutor.

Stop all'aquaplaningLa continua ricerca di nuove tecnologie e

materiali è fondamentale anche per la manuten-zione dell’infrastruttura. Una delle innovazioni più importanti per la sicurezza e il confort degli automobilisti è l'asfalto drenante, in grado di evitare i pericolosi fenomeni di "aquaplaning” o di “spray” (la polverizzazione dell’acqua che rima-ne sulla pavimentazione) e di ridurre l'inquina-mento acustico. Attuata in tempi brevissimi, dal 2003 al 2008, la percentuale di copertura della rete con asfalto drenante è arrivata al livello massimo raggiungibile (100% dei tratti dove

INTERVENTIA TAPPETO Tutor, asfalto drenante, gallerie e cantieri più sicuri, attività di coordinamento per le emergenze climaticheo di traffico: tutti esempi dell'impegno di Autostrade per migliorare la qualità della rete e ridurre gli incidenti.E in più le maxi infrastrutture come la Variante di Valico

Nella pagina a fianco, un tratto della A4 Milano-Bergamo, con

l'ampliamento della quarta corsia. Qui sotto, le telecamere

di rilevamento del sistema Tutor

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può essere installato). La società concessionaria ha poi messo a

punto un vero e proprio Piano di sicurezza per le gallerie che ha consentito di ridurre gli incidenti nei tunnel di quasi il 60% tra il 2003 e il 2015. A questo si aggiungono gli oltre duemila interven-ti sulle tratte con più alto tasso di incidentalità (potenziamento della segnaletica, cartelli con lampeggianti, bande rumorose e pavimentazione ad alta aderenza ecc.).

Andando oltre i già stringenti obblighi norma-tivi a cui è sottoposta, Autostrade ha concluso un progetto di riqualificazione delle barriere sparti-traffico e sta progressivamente riqualificando le barriere di sicurezza di primo impianto installate durante la costruzione delle infrastrutture. Inoltre, sono stati chiusi 1.900 by-pass e sostituiti con strutture mobili, è stata introdotta una nuova se-gnaletica per aumentare la sicurezza degli auto-

A sinistra, un particolare ravvicinato dell'asfalto drenante. Più in basso, una centralina meteo. Qui sotto, i lavori per il rinnovo degli impianti di illuminazione delle gallerie

mobilisti e degli operatori delle aree di cantiere. Non solo, dal 2006 è stato adottato un vero e proprio protocollo di gestione dei lavori di am-pliamento della rete, che coinvolge appaltatori e subappaltatori e che ha ridotto nel 2015 di oltre il 75% il cosiddetto Tic, il numero di incidenti in cantiere per migliaia di ore di cantiere.

Firenze-Bologna in DirettissimaSe parliamo di potenziamento della rete, con

migliore fluidità di traffico e quindi maggiore si-curezza, l’intervento più significativo degli ultimi anni ha riguardato senza dubbio la Variante di Valico. Si tratta di una delle più importanti e mo-derne infrastrutture realizzate in Europa negli ul-timi 20 anni, paragonabile per volumi di scavo e complessità di realizzazione al Tunnel della Mani-ca e al Traforo del Gottardo. Un’opera che rappre-senta un primato tecnologico italiano: 4,1 miliardi

di investimento per potenziare 59 km di rete, di cui 32 realizzati in variante; 41 nuove gallerie (pari alla metà del tracciato) e altrettanti viadotti, quasi 9 milioni di metri cubi di terra scavata. A quasi un anno dalla sua inaugurazione il 75% dei veicoli e il 95% dei tir in transito tra Firenze e Bo-logna scelgono di percorrere la Variante, rinomi-nata “Direttissima” invece del vecchio tracciato, ribattezzato “Panoramica”.

I 32 nuovi km della Variante di Valico sono caratterizzati da un percorso diretto con una quota di Valico più bassa di 226 metri che, oltre a consentire un risparmio in termini di tempo (almeno 15 minuti) e di carburante (ogni anno complessivamente 100 milioni di litri), offre soprattutto agli automobilisti un viaggio in si-curezza su un percorso alternativo, in gran parte in galleria, su uno dei territori più difficili come l’Appennino, anche in condizioni clima-

LE INIZIATIVE DI AUTOSTRADE

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tiche avverse.La sicurezza non può e non deve dipendere

dalle condizioni climatiche. È per questo motivo che Autostrade si è dotata di un articolato model-lo di gestione delle emergenze di viabilità. Ognu-na delle nove Direzioni di Tronco in cui si divide la rete dispone di un proprio Centro radio informa-tivo (Cri), attivo 24 ore su 24, che sovrintende a tutte le attività di assistenza al traffico e coordina gli interventi di emergenza legati a incidenti o eventi meteo.

Si tratta di una vera e propria macchina ope-rativa, ulteriormente potenziata dal 2011, che ha l'obiettivo di fronteggiare le importanti e improv-vise nevicate, come quelle degli ultimi anni, grazie all’intervento di oltre 2 mila uomini e 5 mila mezzi, assicurando la percorribilità della rete e garantendo una corretta e puntuale informazione agli automobilisti.

Il viadotto Bollone sulla Variante di Valico. In basso, un'autostrada

in condizioni di neve

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ROBERTO SGALLA POLIZIA DI STATO

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in dal suo sorgere, è stato ritenuto importante che la Polizia Stradale sedesse al tavolo della Consulta per

la Sicurezza e la Qualità del Servizio, perché com-pito principale di questo reparto della Polizia di Stato è quello di garantire la libertà di circolazione e la tutela della sicurezza stradale. Per mandato del ministro dell’Interno, la Polizia Stradale opera quale forza di polizia esclusiva in ambito autostra-dale: tutte le tematiche che riguardano la sicurez-za in autostrada costituiscono il “cuore” del suo impegno. Il ruolo della Polizia Stradale e di chi la rappresenta non si è esaurisce però qui, come spiega il prefetto Roberto Sgalla che, presso il di-partimento della Pubblica Sicurezza, è il Direttore centrale pro tempore che sovrintende alle attività e alla gestione di tutte le Specialità, Polizia Strada-le compresa.

Prefetto Sgalla, perché il suo compito ha una valenza che va oltre la sicurezza?

La rete autostradale riveste un ruolo essenzia-le per il sistema di mobilità e lo sviluppo del Paese perché incide sui costi della produzione di beni e servizi, sulla competitività delle imprese, sul loro accesso ai mercati, sugli scambi commerciali. Le autostrade costituiscono un elemento imprescin-dibile per la competitività delle economie territo-riali e la presenza della Polizia Stradale e il suo contributo in termini di garante della sicurezza rappresentano un elemento cruciale non solo per l’incolumità delle persone che utilizzano le reti

S infrastrutturali autostradali, ma anche per l’econo-mia che questa infrastruttura aiuta a sviluppare.

La Consulta istituita da Autostrade è uno strumento efficiente per raggiungere questi obiettivi?

La Consulta è un tavolo di confronto su idee, proposte e ragioni che avvicina le istituzioni pub-bliche o concessionarie di compiti pubblici a co-loro che sono fruitori diretti dei servizi resi. Dispor-re di un luogo di confronto e possibilmente di condivisione dei valori e dei significati dei proget-ti ha dato e continua a dare un valore aggiunto. Una prima positiva esperienza è stata per esempio legata alla possibilità di poter descrivere con mag-giore dettaglio come opera la Polizia Stradale, anche per sfatare il mito secondo cui “la Polizia non c'è o non si vede mai in autostrada”. Al con-trario, le forze migliori, più giovani e oggi quasi nella maggioranza del totale delle risorse umane disponibili, sono in campo in autostrada. Un altro importante obiettivo raggiunto?

Una seconda esperienza, direi più importante della prima quanto all’oggettività dei risultati, è stata quella di “accompagnare” l’estensione del progetto SICVe – Tutor, per il controllo sistematico della velocità sulle carreggiate autostradali, con un’approfondita conoscenza dei punti-chiave del progetto, degli obiettivi da raggiungere e dei ri-sultati immediati e consolidati di un sistema de-stinato a far mutare i comportamenti di guida di

una grossa fetta di utenti autostradali. L’autostrada è la prima infrastruttura ad aver raggiunto

l’obiettivo che ha fissato l’UE nel piano della sicurezza stradale di abbattimento del 50% dei decessi-incidente.

Come si indirizzeranno i suoi prossimi impe-gni con la Consulta?

La sfida già aperta è verso il contenimento degli incidenti stradali non correlati a comporta-menti di guida illeciti, ma a fattori di distrazione interni all’abitacolo. Si tratta di comportamenti diffusi – consultare durante la marcia lo schermo di un navigatore, il messaggio ricevuto dallo smartphone, le immagini diffuse da un videogio-co, o, peggio, l’attivazione di applicazioni informa-tiche per scrivere, trasmettere dati, registrare im-magini ed inviarle – e di difficile accertamento per un organo di controllo. A più lunga distanza si porrà la questione della sicurezza della circolazio-ne di veicoli a controllo automatico o semi auto-matico. La Consulta sarà pure il luogo dove con-dividere conoscenze e consapevolezze su come si trasformerà il traffico stradale (sia quello dei la-voratori pendolari, sia quello turistico o da diporto, sia quello passeggeri e merci per finalità commer-ciali) e su come interverranno modalità e reti di trasporto alternative alla strada. Occorrerà supe-rare in ogni caso gli interessi parziali e imparare a confrontarsi con nuove esigenze uscendo da vi-sioni limitate ed eccessivamente improntate all’analisi dell’oggi, senza prospettive sul futuro.

Il Direttore centrale delle Specialità della Polizia indica le sfide per la Consulta nei prossimi anni. Dal contrasto ai fattori di distrazione interni all'abitacolo, come l'uso distorto degli smartphone, alla sicurezza della circolazione dei veicoli automatici e semi automatici, alle future trasformazioni del traffico

PROIETTATI NEL FUTURO

17LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

CARLO RIENZI CODACONS

18 LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

hi viaggia in autostrada è un gui-datore e un consumatore: Auto-strade per l'Italia si dedica alla sua

sicurezza, ma anche alla qualità dei servizi offerti. Per questo della Consulta sulla Sicurezza e Qualità del servizio di Autostrade per l’Italia fa parte anche Codacons, dal cui apporto - e da quello di altre associazioni - nascono iniziative come TOP Driver (per il miglioramento del servizio in autostrada) o la Certificazione del livello qualitativo autostradale. Ne parliamo con il presidente di Codacons, Carlo Rienzi.

Quanto conta questa esperienza in Consulta per Codacons?

È un'esperienza molto importante perché per la prima volta ho potuto trovarmi a tu per tu con un gestore di autostrade e con la Polizia Stradale. Sono soggetti che come associazione dei consu-matori ci siamo ritrovati a criticare per temi come il controllo sulla circolazione dei mezzi pesanti o la segnaletica.

Vi siete ricreduti? Abbiamo apprezzato molto la disponibilità da

parte di Autostrade per l'Italia ad aprire il confronto con tutti le parti interessate, capire le eventuali problematiche e cercare soluzioni. Noi di Coda-cons, per esempio, abbiamo attaccato molte volte la Polizia Stradale perché, a mio parere, non svolge adeguatamente la sua funzione preventiva con pattuglie che girano per le autostrade. La luce blu

C è un forte dissuasore. La Consulta ci ha portati a sedere allo stesso tavolo e a parlarci. A Isoradio e Rai, invece, abbiamo fatto presente che non sem-pre le loro segnalazioni a chi è in viaggio sono tempestive e in tempo reale. Con il gestore Auto-strade abbiamo insistito molto sul divieto di circo-lazione dei tir la domenica. Consideriamo i mezzi pesanti molto pericolosi. Su questo però abbiamo capito subito che l'interesse di Autostrade per l'Ita-lia non era affatto in contrasto bensì allineato con quello di Codacons, e quindi dei consumatori. Autostrade per l'Italia è molto attenta alla sicurezza: fino ai più alti livelli del top management c'è una forte volontà di ridurre l'incidentalità e la mortalità.

Questo vi ha sorpreso? Le associazioni dei consumatori, che hanno a

cuore innanzitutto l'interesse pubblico, tendono a diffidare del gestore privato perché spesso mette il profitto avanti a tutto. Ho invece realizzato che sulla sicurezza Autostrade per l'Italia fa sul serio e agisce con obiettivi identici a quelli di Codacons e del consumatore. Ovvio, il gestore deve anche preservare il suo business ma la sostanza è invaria-ta: si punta a un costante miglioramento di sicu-rezza e qualità e su questi temi lavoriamo molto bene insieme.

Giudizio positivo allora? Sono sincero: non tutti i membri della Consul-

ta sono ugualmente propositivi. Codacons però è in prima fila per portare idee pratiche e creative per

migliorare la sicurezza. Comunque, tutti insieme alla fine siamo riusciti a condurre molte battaglie comuni importanti.

Ci dice quelle che sono più rilevanti per lei? Sulla sicurezza direi Tutor e limite di velocità;

l'eliminazione dei cantieri durante gli esodi; le mi-sure contro l'ingresso contromano. Come servizio al consumatore, l'apertura dei Punti Blu nel fine settimana e la campagna per il turismo di qualità in Italia ("Sei in un Paese meraviglioso"). Ma ci sono tanti esempi, come la campagna per sfatare i luo-ghi comuni di chi guida: stare al volante con la si-garetta o peggio con il telefonino non è affatto privo di conseguenze! Abbiamo discusso, a volte anche in modo acceso, ma i risultati provano che il lavoro fatto è buono: meno incidentalità e mor-talità sulla rete di Autostrade per l'Italia. La Consul-ta ha dato il suo contributo.

Le prossime battaglie di Codacons? Molti di noi della Consulta portano anche le

proprie esperienze di utenti della strada per con-tribuire a migliorare il servizio. Altro tema che ci sta a cuore è il costo della benzina sulla rete autostra-dale: bene i Benzacartelloni, ma i prezzi sono troppo alti, sempre superiori alle stazioni di servizio fuori dalle autostrade. Dal punto di vista di Coda-cons questo vuol dire approfittarsi del consuma-tore: vogliamo riallineare i prezzi con la media del territorio; anzi, in autostrada fare rifornimento do-vrebbe costare meno che in città.

A dieci anni dalla nascita della Consulta, il giudizio del presidente del Codacons è positivo. Molte le battaglie a favore degli automobilisti e dell'interesse pubblico, portate avanti in piena sintonia con Autostrade per l'Italia. Ma c'è ancora da fare. Come per esempio il riallineamento dei prezzi della benzina, che restano troppo alti

DALLA PARTE DEI CONSUMATORI

19LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

GIORDANO BISERNI ASAPS

LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA20

alla parte degli utenti della strada e di chi sulla strada la-vora, con agenti e pattuglie: è

questa l'Asaps, l'Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale, anch'essa parte della Consulta per la Sicurezza e Qualità del Servizio di Autostrade per l'Italia. Ce ne parla il presidente Giordano Biserni.

Come giudica l'iniziativa della Consulta?L'approccio di Autostrade per l'Italia mi ha

sorpreso positivamente. Quando sono entrato in Consulta nel 2006 mi stavo occupando delle problematiche del piano neve sulla rete auto-stradale. L'azienda ha voluto che continuassi a dare un contributo all'interno della Consulta. Gestire il piano neve vuol dire spendere soldi sulle infrastrutture: Autostrade per l'Italia ha dimostrato di essere disposta a fare il necessa-rio per migliorare sempre la sicurezza.

Non è accaduto solo per il piano neve.No, infatti, siamo stati ascoltati su molti

fronti. Per esempio, negli anni della orribile vicenda dei sassi tirati dai cavalcavia, Asaps ha ottenuto che fossero sistemate delle teleca-mere e venisse data una numerazione a ogni cavalcavia per agevolare la Polizia nell'indivi-duazione del punto in cui veniva segnalato un problema. Abbiamo anche proposto un rafforzamento della cartellonistica e delle segnalazioni ai caselli o alle stazioni di servizio

D per evitare gli ingressi contromano in auto-strada. In futuro ci piacerebbe vedere ulterio-ri investimenti per sistemi di allarme acustico-visivo che allertano l'utente che sta contro-mano e anche le centrali di Polizia.

Insomma, la sicurezza è la priorità di tutti.

Sì, la Consulta mette efficacemente insie-me tutti gli attori che si occupano di infra-struttura, sicurezza e qualità del servizio sulla rete di Autostrade per l'Italia. Autostrade per l'Italia ha mostrato fin da subito di dare un rilievo eccezionale a questo progetto, anche a livello di vertice e con piena disponibilità a fornirci tutti i dati richiesti. Noi di Asaps siamo grandi sostenitori dell'utilità di questo dispo-sitivo e della necessità di controllare la velo-cità media dei veicoli: sulla rete di Autostrade per l'Italia nel 2001-2010 la mortalità si è di-mezzata anche grazie al Tutor.

Quali le azioni più efficaci secondo lei?L'ampliamento del sistema di asfalto dre-

nante su tutta la rete, il miglioramento dell'il-luminazione nelle gallerie e l'inserimento di angolature speciali per attutire eventuali schianti. Trovo molto rilevante anche la pre-disposizione di sistemi sicurezza per la cantie-ristica stradale - un vero nodo critico, sia per i cantieri mobili che per quelli fissi, tanto per chi guida che per gli operai al lavoro.

Qual è il ruolo specifico svolto da Asaps?Ascoltiamo e riportiamo in Consulta le segna-

lazioni che ci arrivano dal territorio. Una delle problematiche è quella della vigilanza diurna e notturna nelle aree di servizio: per noi sarebbe necessario un controllo notte e giorno nelle sta-zioni di servizio autostradali, esattamente come negli aeroporti o nelle stazioni ferroviarie. Se ne dovrebbero far carico i gestori, salvo diverse so-luzioni, per non far pesare il controllo del territorio interamente sulle pattuglie della Polizia Stradale. In un'area di servizio, in alta stagione, si arriva a un flusso giornaliero di 70-80 mila persone e le pat-tuglie, che devono coprire ciascuna tragitti di 40 chilometri, non possono esercitare una vigilanza capillare. Resta inteso che anche le pattuglie vanno potenziate e il raggio d'azione di ciascuna andrebbe ridotto a 25 chilometri.

Che cosa proporrete ancora?Chiederemo di garantire meglio contro i

rischi creati dai veicoli pesanti: occorre certifi-care i tempi di guida e di riposo e se ne deve occupare la Polizia Stradale con personale adeguato. Purtroppo spesso i conducenti dei tir lavorano per troppe ore: un abuso dovuto a una concorrenza spietata e sleale, che incide sulla sicurezza di chiunque viaggi in autostrada. Chiederemo anche un rafforzamento delle campagne di sensibilizzazione contro l'uso del cellulare alla guida, causa di distrazioni che possono essere fatali.

Il presidente dell'Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale fa il punto sui lavori della Consulta. Sostenendo che Autostrade ha dato un rilievo eccezionale all'iniziativa e mettendo in agenda altri temi da affrontare sul fronte della sicurezza: dalla sorveglianza nelle aree di servizio al controllo dei tir

QUELLE PRIORITÀ GESTITE AL MEGLIO

21LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

iamo talmente abituati a usare lo smartphone, che quasi non ci ricordiamo più com’era il mondo

prima che lo inventassero: telefonini con l’an-tenna, la tastiera fisica, il flip, una o massimo due righe di display in bianco e nero e nessuna connessione a internet ci sembrano preistoria. E dire che i cellulari erano fatti così solo una decina di anni fa. Provate ora a trasportare lo stesso ragionamento alle autostrade. Oggi è perfettamente normale, quando piove, avere

S praticamente la stessa visibilità di quando c’è il sole perché la nuvola d’acqua non si solleva più dall’asfalto. È naturale non essere seguiti da auto che chiedono strada facendo le luci per-ché esistono sistemi avanzati per il controllo della velocità media che scoraggiano il supe-ramento dei limiti. È normale entrare in una galleria illuminata alla perfezione da lampade a led. È normale informarsi sulle condizioni del traffico, prima di intraprendere un viaggio, con una app dedicata. È normale registrare meno

PER MAGGIORSICUREZZA

Le iniziative che Autostrade per l’Italia ha assunto negli ultimidodici anni per aumentare la serenità e l’incolumità degli utenti

della propria rete: velocità più controllata, asfalti più affidabilicon ogni condizione, gallerie meglio illuminate, infomobilità

FOCUS

incidenti, e meno gravi. Di queste, e di altre iniziative che negli ultimi dieci, dodici anni Autostrade per l’Italia, sviluppando le sinergie con la Consulta per la Sicurezza e la Qualità, ha intrapreso per aumentare la sicurezza sulle sue tratte vi racconteremo nelle prossime pagine. Ci sono dentro sia i traguardi, che hanno fatto diventare abitudine quel che sino a pochi anni fa era impensabile, sia i progetti. Perché viag-giare sulla nostra rete sia, nella realtà di ogni giorno, più semplice, più sicuro, più bello.

22 LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

Il sistema è semplice e conosciuto: ci sono due porte, di solito distanziate tra i 10 e i 25 km, e delle telecamere. Le quali riprendono targa e velocità sia all’entrata sia all’uscita. Se l’automobilista (o il motociclista, o il camionista) sono rimasti entro i limiti di legge, le registrazioni vengono cancellate subito. Diversamente, risalendo all’intestatario del mezzo tramite gli archivi della Motorizzazione, la Stradale fa scattare le sanzioni. E le incassa, visto che i soldi delle multe vanno allo Stato, non al gestore della rete. È così che funziona il Tutor, da 12 anni presenza abituale sulle nostre autostrade: è distribuito su 2.900 km di rete italiana, 2.500 dei quali gestiti da Autostrade per l’Italia. Dal 2004, quando vennero installati i primi impianti, al 2014, ha ridotto enormemente i tassi di mortalità: ben il 56% in meno, con una contestuale riduzione della velocità massima (nel primo anno di funzionamento) del 25% e di quella media del 15%. A differenza

TUTOR METTE IN PORTA LA VELOCITÀdell’Autovelox - che fotografa la violazione di un singolo istante - il Tutor permette alle forze dell’ordine di sanzionare un comportamento sistematicamente pericoloso. A segnalarne la presenza provvedono

cartelli verdi in avvicinamento e in ingresso dei portali. Viceversa, il fatto che i pannelli luminosi non indichino che si sta per entrare in un'area presidiata dal Tutor, non significa che in quel momento non

sia in funzione: quel che fa testo, insomma, è la segnaletica fissa. Attivo anche di notte, oltre che in presenza di nebbia e di pioggia, il Tutor “pizzica" anche i veicoli che viaggiano in corsia d'emergenza.

Per capire che cos’è e a che serve l’asfalto drenante, la cosa migliore è farsi un viaggio sulle autostrade francesi, su gran parte delle quali non esiste: basta una pioggia anche tutt’altro che torrenziale perché si sollevino dal fondo stradale nuvole di acqua, quello

che in gergo si chiama spray, che compromettono seriamente la visibilità. E che ci rimandano a epoche per noi italiani remote: è infatti dal 2003 che sulle nostre autostrade è iniziata la distesa di questo conglomerato capace di assorbire l’acqua in eccesso. In soli

cinque anni è stato ripavimentato con queste caratteristiche l’84% dell’intera rete. Oltre non si può arrivare perché nei tratti di montagna ne è sconsigliato l’uso per via della maggiore esposizione a ghiaccio e neve. Si tratta, in ogni caso, di un valore unico in Europa.

Tutti i drenanti hanno un punto debole: sono meno resistenti alle azioni meccaniche (come ad esempio le lame degli stessi sgombraneve e le torce dei mezzi soccorso). Per ovviare a questo limite Autostrade per l’Italia ha migliorato il drenante tradizionale con il cosiddetto drenante strutturale che, nulla togliendo alle capacità di assorbire la polverizzazione dell’acqua, lo rende più resistente. Per migliorare la sicurezza sono stati inoltre compiuti interventi di incremento dell’aderenza con pavimentazioni costitute da un inerte sintetico (la bauxite calcinata) incollato al fondo con una resina epossidica.

ASFALTO DRENANTE ADDIO ALLO SPRAY

23LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

Circa 90 mila ore: tanto durano le nuove lampade a led che, sull’intera rete delle gallerie, hanno definitivamente rimpiazzato la tradizionale illuminazione al sodio

FOCUS

L’Italia è un Paese circondato da mari e percorso da montagne. È perfettamente naturale che le sue autostrade siano disseminate di gallerie, specie nei tratti appenninici: sono esattamente

407 i tunnel autostradali presenti nella rete di Autostrade per l’Italia. Altrettanto naturale che una galleria presenti, per la sua natura, più rischi di un tratto in open air, specie in presenza di

cantieri. Ma non per questo non è possibile impegnarsi a migliorarne il livello di sicurezza. È esattamente a tale scopo che è stato varato il Piano Sicurezza Gallerie, uno stock di misure strutturali e impiantistiche che venne varato nella sua prima forma nel 2002 e perfezionato nel 2006 recependo una direttiva europea sui tunnel transfontalieri di lunghezza superiore al mezzo chilometro. In tempi più recenti le maglie delle direttive comunitarie si sono fatte ancora più restrittive e i livelli di sicurezza sono ulteriormente aumentati. Il risultato di questi adempimenti normativi è che, tra il 2003 e il

2010, gli incidenti in galleria sono diminuiti di oltre la metà. Finora il piano gallerie ha comportato un investimento di circa 140 milioni di euro, che ha compreso oltre 2.000 interventi. Per una copertura dell’obiettivo originario superiore al 90%. Sono in corso di attuazione ulteriori 100 milioni di investimenti. Tra le migliore di questo maxi pacchetto di interventi, la sostituzione dell’illuminazione di fondo tradizionale con lampade a led. Che consumano meno (tutelando indirettamente l’ambiente), fanno più luce (accrescendo la sicurezza) e durano molto di più rispetto alle

PIANO GALLERIE PROTETTI SOTTO LE MONTAGNE

24 LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

vecchie luci ai vapori di sodio: queste arrivano a 90 mila ore di funzionamento (riducendo i costi di manutenzione e i disagi della loro sostituzione). Un altro intervento di sicurezza è stata l’adozione dell’Asso, così si chiama il dispositivo che, nelle cuspidi dei by-pass e nelle piazzole di sosta in galleria, riduce gli eventuali impatti assorbendo parte della forza d’urto a carico dei veicoli. Infine, grazie alla scelta di lavorare prevalentemente di notte e di lasciare aperta almeno una parte della carreggiata, i disagi alla circolazione sono stati in gran parte limitati.

Se avete notato, da qualche tempo sulle autostrade italiane sono scomparsi i by-pass. I by-pass sono quelle aperture tra le due carreggiate che, durante la gestione di emergenze e sotto la supervisione della Polizia Stradale, permettono ai mezzi di soccorso di raggiungere i punti di intervento e, quando sia necessario, anche di far defluire i veicoli in coda. D’inverno, quando sono in azione i veicoli sgombraneve, servono anche a far loro invertire la marcia, ovviamente sempre sotto scorta da parte della Polizia. Ci si è resi però conto, nel corso del tempo, che la presenza di questi varchi tra i guardrail o il jersey avrebbe potuto causare interferenze con il traffico normale in condizioni ordinarie: insomma, qualche automobilista avrebbe potuto avere la terribile tentazione di usarli come scorciatoia, magari perché si era reso conto di non

STRUTTURE BY-PASS BYE BYEessere uscito al casello giusto. È per questo che i circa 1.900 passaggi dell’intera rete autostradale sono stati tutti chiusi con strutture mobili e vengono aperti solo al momento del bisogno, e subito dopo richiusi. È una delle tante iniziative adottate dalla Consulta per la Sicurezza di Autostrade per l’Italia negli ultimi anni per aumentare la serenità di

chi viaggia. Concorre allo stesso obiettivo l’applicazione di reti antiscavalcamento sui viadotti con carreggiate separate: 300 chilometri di protezione che evitano gravissime conseguenze a chi si trovi in una condizione di emergenza e, preso dal panico, tenti di passare dall’altra parte non considerando che sotto di sé non c’è altro che il vuoto.

25LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

FOCUS

La segnalazione di cantieri mobili (in alto) prevede una serie

di indicazioni luminose che Autostrade per l’Italia applica

su tutta la rete e che vanno oltre le prescrizioni del Codice

della strada

Come diceva un vecchio e indimenticato slogan, “stanno lavorando per noi”. Il che è vero ma non basta a garantire la sicurezza di chi opera nei cantieri autostradali, che è chiaramente molto esposto, e di chi le autostrade le percorre. È per questo che Autostrade per l’Italia, dal 2006 a oggi, ha potenziato l’informazione sul campo dedicata alla presenza di cantieri, andando oltre gli obblighi di legge disposti dal Codice della strada che di suo, ad esempio, non prevederebbe nemmeno le freccione luminose ma solo semplici cartelli tondi con la freccia direzionale bianca su fondo blu. Nei cantieri fissi i pannelli a messaggio variabile indicano sempre l’approssimarsi di un’area di lavoro a una determinata distanza, mentre pannelli tradizionali dicono che lavori si stanno facendo e quanto è prevedibile che durino, quantomeno per le opere più impegnative. Oltre a ciò ci sono frecce direzionali luminose (che rispondono a standard specifici di luminosità), sia di giorno sia di

CANTIERI LAVORI IN CORSO notte, a ogni restringimento di corsia: le prime (quelle più lontane dal cantiere) sono affidate a un cartello e a due lampeggiatori; approssimandosi all’area di lavoro (di solito, a 500 metri), ci sono i freccioni lampeggianti montati su un carrello mobile trainato da autocarri che, da quest’anno, devono avere una massa di almeno 180 quintali e montare un assorbitore d’urto, così da minimizzare le conseguenze di un eventuale impatto. La velocità nei tratti interessati da cantieri viene infine sovente controllata dalla Polizia con postazioni Autovelox portatili. Per i cantieri mobili (quelli che i pannelli definiscono, con un’espressione oramai familiare a chiunque viaggi in autostrada, “cantiere in lento movimento”) valgono le stesse prescrizioni con, in più, l’obbligo da parte dell’impresa appaltatrice di comunicare alla Sala Radio il punto d’inizio e quello di fine lavori, così da tenere sempre aggiornate le informazioni. Questo in aggiunta al fatto che da pochissimo tempo (dallo scorso

luglio) i cantieri mobili sono geolocalizzati tramite Gps, così che le informazioni che arrivano non solo sui pannelli ma anche sull’app My Way siano il più possibile in tempo reale.Dal 2009 tutti i mezzi di segnalazione di cantiere “parcheggiati” in corsia d’emergenza devono poi essere equipaggiati di lampade a luce fissa. Da quest’anno sia i mezzi di Autostrade per l’Italia sia quelli di imprese esterne

montano, nella parte alta del carrello, uno sbandieratore automatico e una sequenza di otto luci di colore ambra/rosso da 30 cm di diametro.Tutte queste iniziative, che comportano un impegno logistico e finanziario di non poco conto, hanno avuto un eccellente riscontro: confrontando i dati di incidentalità nei cantieri (fissi e mobili) del 2006 con quelli del 2015 c’è stata riduzione del 76%.

26 LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

Oltre che per pagare il pedaggio, il Telepass serve a saldare i parcheggi (a sbarra e a strisce, in questo caso con una app) e i traghetti

per pagare la sosta sulle strisce blu: in questo caso bisogna scaricare sul proprio smartphone la app Telepass Pyng, grazie alla quale si possono pagare le soste anche di più auto in contemporanea (fa fede la targa inserita), anche non collegate allo stesso contratto. Bisogna però attivare questa serie di funzionalità nell’area riservata del sito. Il servizio è attivo a Roma (città e Fiumicino), Milano, Ancona, Ferrara, Napoli, Pavia, Salerno, Saronno, Torino. Ultima funzionalità integrativa, quella che permette di usare il Telepass come via d’accesso – e di pagamento – sul traghetto Villa San Giovanni-Messina: si entra nella pista Telepass e, su questa, si ritira il biglietto senza bisogno di mettersi in coda.

TELEPASS NON SOLO AUTOSTRADE

Parcheggi a sbarra o a strisce, accesso alle Ztl, traghetti: chi ha il Telepass non salta solo le code in uscita dal casello, ma riesce a risolvere, con un unico strumento e senza perdere tempo, i pagamenti di altre utenze legate alla mobilità. Questo sistema di esazione, la cui sperimentazione incominciò giusto trent’anni or sono, a fine 1986, è regolarmente

in funzione dal 1990 per la clientela business e dal 1998 anche per quella privata. A proposito di quest’ultima, va registrata l’assegnazione, da parte del Codacons, del cosiddetto “bollino OK” anche per il 2016 (il primo venne rilasciato nel 2009) che attesta la trasparenza e la fruibilità dei contratti Telepass per i clienti cosiddetti consumer (appunto, i

privati). I parcheggi, dicevamo. Utilizzando le piste riservate, esattamente come succede ai caselli, è possibile pagare la sosta negli aeroporti di Fiumicino, Malpensa, Linate e in molte città, quali Torino, Bologna e Firenze (la lista aggiornata è su telepass.it). Non va fatta alcuna attivazione: basta passare sulla pista gialla, dopo di che è come entrare e uscire dall’autostrada. Funziona invece in modo diverso l’accesso all’Area C di Milano: in questo caso non è nemmeno necessario avere il dispositivo a bordo, però bisogna preventivamente registrare la propria targa sul sito (sempre quello indicato prima) così da far addebitare sul conto Telepass gli accessi. Ancora differente il meccanismo

27LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

FOCUS

In un’epoca di connessione continua come la nostra è fondamentale trovare sempre, anche in viaggio, un wi-fi. Sapere che nei parcheggi e nelle zone di ristorazione di tutte le 203 aree di servizio di Autostrade per l’Italia ci sono degli Hot Spot a cui agganciare il proprio smartphone, il proprio tablet o il proprio PC portatile rappresenta un contributo significativo alla sicurezza in viaggio: la certezza di trovare un segnale di qualità durante gli “scali tecnici” (parliamo, qui, di banda larga con fibra ottica) contribuisce infatti a ridurre le distrazioni durante la guida. La rete da cercare sul proprio dispositivo è "Autostrade per l'italia FreeWiFi”: la navigazione è gratuita, non richiede

La scorsa estate gli accessi al wi-fi delle aree di servizio sono

quadruplicati rispetto al 2015, con punte di oltre 40 mila

connessioni al giorno, specie all'ora di pranzo

né login né password, non ha limiti di tempo ed è ripetibile nella stessa giornata su più aree di servizio. Paline in prossimità dei fabbricati e vetrofanie all’ingresso indicano la disponibilità di questo servizio. A completare il “pacchetto connessione” ci sono poi gli Hi point, totem interattivi (69 su tutto il territorio nazionale) che, collocati nelle aree di ristoro, forniscono indicazioni sul traffico in tempo reale, trasmettono le immagini delle telecamere, permettono di calcolare un percorso, riportano i prezzi dei carburanti e le previsioni meteo, spiegano dove sono dislocati i Tutor, trasmettono le informazioni del programma di promozione turistica "Sei in un Paese meraviglioso” con

suggerimenti sulle destinazioni più interessanti del territorio circostante a partire dal casello più vicino, informazioni che raddoppiano nelle aree a ponte sull’autostrada, in

WI-FI CONNESSI DURANTE LE SOSTE

quanto riportano le destinazioni raggiungibili in entrambi i sensi di marcia. Prese di cortesia rendono infine possibile la ricarica dei propri dispositivi.

28 LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

Il Call Center Viabilità risponde al numero telefonico 840-042121 (l’utente paga solo lo scatto alla risposta) e fornisce, ventiquattrore al giorno e sette giorni su sette, informazioni dettagliate sul traffico nelle tratte di competenza del Gruppo Autostrade per l’Italia sulla base di indicazioni interne

My Way è un sistema che, dal 2013, ha cambiato il modo di informarsi da parte degli utenti sulle condizioni del traffico e sui servizi disponibili in autostrada. È essenzialmente due cose: una tv e una app. Il palinsesto della tv prevede 30 collegamenti al giorno da due minuti, in onda ogni mezz’ora dalle 7.10 alle 21.40, sette giorni su sette, su Sky Meteo 24 (canale 501 della piattaforma satellitare) ai quali si aggiungono, dal lunedì al venerdì, due dirette (alle 7.50 e alle 18.20) con informazioni sulla viabilità nelle principali aree urbane, in onda – queste - su Sky TG 24 (canali 100 e 500 del satellite oltre

che vengono aggiornate ogni cinque minuti. Si appoggia su 180 linee telefoniche (sino a pochi anni fa erano solamente dodici) e ha notiziari traffico specifici pre-registrati dedicati alle aree urbane di Milano, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Napoli.Nel 2015 ha ricevuto

che 50 del digitale terrestre). Ulteriori collegamenti sono previsti in occasione di traffico intenso e partite di calcio di particolare richiamo. La app, attiva dallo scorso anno e forte di oltre 900 mila download, è gratuita e viene aggiornata in tempo reale grazie a mille telecamere. My Way su smartphone, oltre a riproporre i collegamenti di My Way in tv, fornisce informazioni di traffico sia lungo un percorso richiesto sia intorno al punto in cui ci si trova, grazie alla geolocalizzazione. Permette di salvare il tragitto appena compiuto e di attivare gli avvisi sul traffico sui percorsi salvati: notifiche

complessivamente 288.490 chiamate, con una concentrazione massima di 15 mila richieste in un solo giorno e una percentuale di risposta superiore al 99%. Il 28,9% di chi ha telefonato ha chiesto di parlare con un operatore; di questi, il 97,7% è stato ascoltato entro

venti secondi. La qualità del servizio viene continuamente monitorata sia raccogliendo la valutazione di chi ha utilizzato il Call Center attraverso l’analisi di un questionario online presente sul sito di Autostrade per l’Italia, sia utilizzando la formula, sempre più diffusa, del Mistery Client.

CALL CENTER SCUSI, C’È TRAFFICO?

MY WAY L’HANNO FATTO APP…OSTA push, impostate a seconda dei giorni e dell’orario di interesse, avvisano l’automobilista se sulla tratta che sta per affrontare sono presenti anomalie. Non mancano indicazioni sulla presenza di Tutor, sulla propria velocità media tenuta tra due portali

del medesimo, sul prezzo dei carburanti, sui servizi presenti nelle aree, sui cantieri. C’è anche la versione My Way Truck dedicata al trasporto pesante con informazioni specifiche per l’attività dei camionisti.

29LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

LA COMUNICAZIONE AL CASELLO

30 LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

ra gli obiettivi della Consulta sulla Sicurezza e Qualità del Servizio di Autostrade per l’Italia rientra la

progettazione e la condivisione di iniziative di comunicazione per promuovere l'educazione alla sicurezza sulle autostrade.

Guido? Non bevo. Tema che ha la massima attenzione è la

sensibilizzazione degli automobilisti sui rischi associati a un tasso alcolemico elevato. “La vita è un soffio”, iniziativa condotta nel 2006 con i partner di ristorazione di Autostrade, ha permes-so di distribuire gratuitamente nelle aree di servizio della concessionaria circa 1 milione di alcol test nelle notti del fine settimana. Nel 2007, Autostrade per l'Italia e Quattroruote hanno re-galato un milione di braccialetti con la scritta "Guido? Non bevo" (sul numero di dicembre della rivista e nelle aree di servizio della rete di Autostrade per l'Italia).

Luoghi comuni da sfatareC'è davvero bisogno di campagne come

queste? Sì, ancora molti automobilisti pensano che un paio di bicchieri non abbia alcun effetto sulla capacità di guidare. Si tratta di uno dei tanti "luoghi comuni da sfatare" che, a partire dal 2006, Autostrade per l'Italia, in collaborazione con la Consulta, ha riunito nella guida “Obiettivo Sicurezza”. Se si è stanchi, per esempio, non ba-sta alzare il volume dell'autoradio: bisogna fer-marsi. Anche per questo Autostrade per l’Italia e

T

i gestori dei servizi di ristorazione delle aree di servizio, con la condivisione dell’Associazione Consumatori, hanno realizzato l'iniziativa "Caffè gratis di notte" (dal 2005 al 2008).

Nel corso del 2016 Autostrade per l'Italia e la Polizia Stradale, in collaborazione con Unasca e Confarca (le associazioni delle autoscuole e dei consulenti auto), hanno inoltre distribuito 400 mila volantini nelle autoscuole per informare i futuri utenti della strada sull'utilizzo appropriato delle “corsie di emergenza" e sul corretto com-portamento in caso di “cantieri mobili”.

Temi caldiTanti gli aspetti importanti della sicurezza affron-

tati con campagne mirate: “Safe&Go” ha ricordato l'importanza di una corretta manutenzione degli pneumatici; “Piccoli viaggiatori, sicurezza da grandi” ha sensibilizzato sui rischi per i bambini in auto non adeguatamente assicurati con cinture e seggiolino; “Brochure Tutor" ha fornito la mappa dei Tutor e in-formazioni sul loro funzionamento e sulla relativa utilità; Pannelli a messaggio variabile, per dare infor-mazioni utili e messaggi sulla sicurezza anche con un concorso tra gli automobilisti per individuare le

Le campagne di sensibilizzazione sono uno strumento decisivo per raggiungere più alti standard di sicurezza stradale. Ecco le principali iniziative realizzate nel corso degli anni da Autostrade, in collaborazione non solo con la Consulta, ma anche con altri player istituzionali Le locandine di due campagne

di comunicazione promosse da Autostrade per l'Italia in tandem

con la Consulta. A sinistra, un Angolo della Prevenzione per il check-up

medico degli autotrasportatori in un'area di servizio

INFORMAZIONE SALVAVITA

31LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

frasi più efficaci. Miglioramento della segnaletica di cantiere e Benzacartelloni in autostrada sono altri progetti attuati grazie agli input della Consulta.

Dieci regole, dodici mesi Per migliorare la sicurezza dell'infrastruttura e

assistere gli automobilisti durante il viaggio, Auto-strade per l’Italia ha anche pubblicato un "Decalogo della sicurezza" con le 10 buone regole da seguire per il viaggio, distribuito in un milione di copie nel 2008 e in circa 6 milioni l’anno successivo.

Nel 2011 è partita un'altra campagna informa-tiva, “I 12 mesi della Sicurezza Stradale”: ideata da Autostrade per l'Italia in collaborazione con i part-ner della Consulta, ha toccato tutti i grandi temi della sicurezza.

Diabolikamente sicuroAutostrade per l'Italia ha cercato anche modi

più accattivanti per parlare al pubblico di sicurezza. Tra il 2006 e il 2007 ha cofinanziato e collaborato alla realizzazione di un programma sulla sicurezza stradale (Mettici la testa), ideato e prodotto da Rai Educational e dalla società Little Duck.

Poi, in occasione delle partenze estive del 2014 e del 2016, è stata lanciata la campagna di sensibi-lizzazione sui comportamenti di guida corretti in autostrada "Diabolik per la Sicurezza" che ha pro-

Sopra, un cartellone dell'iniziativa "Sei in un Paese meraviglioso".

Qui a destra, la campagna di sensibilizzazione per l'anno della sicurezza stradale. Sotto, i fumetti ispirati ai personaggi

di Diabolik ed Eva Kant sul tema della sicurezza in autostrada

posto, sul sito www.autostrade.it, brevi fumetti sulla sicurezza al volante con protagonisti Diabolik, Ginko, Eva Kant. Nell'edizione 2014 è stato lanciato anche il concorso “Diabolikamente Sicuro”, in cui gli utenti dovevano completare le vignette con un messaggio sulla sicurezza.

Al servizio degli autotrasportatoriAltre iniziative raggiungono una specifica ca-

tegoria di utenti: gli autotrasportatori. My Way Truck è la prima app nel settore dell'infomobilità dedicata al mondo dell'autotrasporto e realizzata in collaborazione con Infoblu e la Polizia di Stato, mentre Angolo della Prevenzione è un servizio medico totalmente gratuito per gli Autotrasporta-tori offerto da Autostrade per l'Italia in collabora-zione con Croce Rossa Italiana in 2 aree di servizio della rete (A1 Cantagallo Ovest e A4 Brianza Nord).

Sei in un Paese meravigliosoViaggiare in autostrada resta uno dei modi più

piacevoli di spostarsi e per offrire esperienze di viaggio coinvolgenti e promuovere il turismo di qualità, Autostrade per l'Italia nel 2012 ha lancia-to l'iniziativa "Sei in un Paese meraviglioso": le aree di servizio sono diventate una vetrina per promuovere il turismo "on the road", segnalando agli automobilisti experiences artistiche, ambien-tali e gastronomiche "certificate" dal Touring Club Italia e Slow Food. All'interno dello stesso proget-to, cartelloni "touring" in autostrada segnalano le bellezze del territorio attraversato.

LA COMUNICAZIONE AL CASELLO

32 LA SICUREZZA SULLA RETE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

È

aggiore sicurezza e migliore qualità del servizio. Sono i due obiettivi che nel 2005 portano

Autostrade per l'Italia a creare la Consulta per la Sicurezza e la Qualità del Servizio. Un nuovo spazio di confronto dove dare forma ai progetti e alle iniziative in favore di chi, ogni giorno, percorre chilometri e chilometri in autostrada. Quattroruote partecipa fin dall'inizio a questo laboratorio delle idee, che raccoglie tanti altri "stakeholders" della mobilità: dalla Polizia alle associazioni dei consumatori,

a Isoradio-Rai all'Asaps , ai sindacati del settore trasporti. Quattroruote, con questo dossier realizzato in collaborazione con Autostrade , vuole fare il punto sull'attività della Consulta a dieci anni dalla prima riunione. Un periodo che ha visto la condivisione del Tutor, la copertura dellla rete con asfalto drenante, campagne di comunicazione, applicazioni web di servizio e tanto altro. Un solo dato basta a spiegare il successo della Consulta: dal 1999 al 2016 il numero di morti per 100 milioni di km è passato da 1,10 a 0,22.

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