La semiotica interpretativa di Umberto Eco (1932- )

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La semiotica interpretativa di Umberto Eco (1932- )

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La semiotica interpretativa di Umberto Eco (1932- )

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VOCAZIONE INTERDISCIPLINARE, “predisposizione ad assorbire, metabolizzare e combinare insieme elementi tratti da indirizzi teorici apparentemente eterogenei” applicati a oggetti eterogenei:studi di estetica medievale, sul segno nel’antichità, sulla sperimentazione artistica, sulla sociologia della comunicazione,analisi narratologiche, di linguaggi settoriali come televisione, giornalismo, discorso politico, arti visive, letteratura, architettura,teorie della traduzione.

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Si ha cioè una rete intricata di innesti e sovrapposizioni

disciplinari, riconducibili, forse, a una tematica comune, cioè all’ipotesi della cooperazione

interpretativa del lettore.

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Cooperazione interpretativaGenesi del concetto: preannunciato in Opera Aperta (1962) viene esposto da Eco in modo compiuto nel Lector in fabula (1979). Ripreso e approfondito poi in Limiti dell’interpretazione (1990)

Alla base c’è comunque una riflessione sui concetti di Peirce di segno e interpretante (in quanto altro segno che serve a definire, spiegare, parafrasare il segno di partenza nel processo di semiosi illimitata e di fuga degli interpretanti.

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INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE DEL LETTORE

La semiotica interpretativa sostiene che un testo è incompleto senza l’intervento di un lettore che ne riempia gli spazi vuoti con la sua attività inferenziale.

Un testo è “intessuto di non detto” poiché lascia implicita una gran quantità di informazioni che il destinatario è chiamato a estrapolare in base alla sua conoscenza del contesto comunicativo.

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INTERPRETAZIONE E COOPERAZIONE DEL LETTORE

Rimane sempre dell’implicito in ogni comunicazione e si presuppone una certa competenza enciclopedica del destinatario.

In assenza di una comunità di interpreti competenti, cioè in possesso dei codici necessari per comprenderne il contenuto, il testo non significa nulla, se non in potenza.

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INTERPRETAZIONE COME

INFERENZA Il lettore è sempre chiamato ad avanzare delle ipotesi di senso e a sottoporre queste ultime ad un processo di verifica o di confutazione testuale.

Chi legge un testo è continuamente chiamato ad avanzare ipotesi circa il significato da attribuire alla superficie espressiva che ha di fronte.

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ENCICLOPEDIADefinita come “insieme registrato di tutte le interpretazioni”, “distillato di testi”, “la biblioteca delle biblioteche”.

E’ “una sorta di rete polidimensionale (un rizoma) dotata di proprietà topologiche, dove i percorsi si accorciano e si allungano e ogni termine acquista vicinanza con gli altri, attraverso scorciatoie e contatti immediati, rimanendo nel contempo legato a tutti gli altri secondo relazioni sempre mutevoli” (Eco, 1975, 176).

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AUTORE E LETTORE MODELLONon si parla di autore e lettore “in carne e ossa”, ma di Autore e Lettore Modello in quanto strategie testuali.

Il Lettore Modello è l’“insieme di condizioni di felicità, testualmente stabilite, che devono essere soddisfatte perché il testo sia pienamente attualizzato nel suo contenuto potenziale” (Eco, Lector in fabula, 1979, 62). L’Autore Modello è la strategia testuale impiegata dall’autore empirico per indirizzare nel senso voluto l’attività cooperativa del lettore.

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Teoria dei mondi possibili

I racconti vengono considerati come dispositivi per generare mondi possibili narrativi, popolati da individui (umani o meno) legati insieme da rapporti reciproci, ai quali vengono "appese" certe proprietà semantiche. A cosa ci serve?

E’ utile per confrontare stati di cose reciprocamente incompatibili e racconti di fatti più o meno conciliabili con il mondo della nostra esperienza collettiva.

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Teoria dei mondi possibili

• MP verosimili: sono mondi che possiamo concepire senza essere costretti ad alterare alcuna delle leggi fisiche generali che vigono nel mondo di riferimento.

• MP inverosimili: sono i mondi che noi non potremmo costruire a partire dalla nostra esperienza attuale.

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Teoria dei mondi possibili• MP inconcepibili: mondi che vanno al di là

della nostra capacità di concezione, perché contraddicono alcune leggi epistemologiche fondamentali, in primo luogo la legge della coerenza interna (della non contraddittorietà).

• MP impossibili: in questo caso, il lettore può realizzare quanto basta per rendersi conto che i mondi in questione sono inconcepibili.

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A volte di mondi possibili sono in contraddizione e i testi ci

“ingannano”.Esempio di A. Allais, “Un

dramme bien parisien” (Eco, Lector in fabula, 1979)

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Lettore ingenuo e lettore critico

“Ci sono due modi per passeggiare in un bosco. Nel primo modo ci si muove per tentare una o

più strade per uscirne al più presto. Nel secondo modo ci si muove per capire come sia fatto il

bosco, e perché certi sentieri siano accessibili e altri no. Ugualmente ci sono due modi per

percorrere un testo narrativo” (Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi, 1994)

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TESTI APERTI/TESTI CHIUSI Testi aperti sono strutturati in modo da lasciare al lettore un ampio margine di manovra interpretativa, sfruttando la fondamentale ambiguità e incompletezza di ogni testo a fini strategici.

Testi chiusi cercano invece di indirizzare in modo stringente l’interpretazione del lettore, in modo che ogni termine, ogni modo di dire e ogni riferimento enciclopedico sia quello che prevedibilmente il lettore può capire.

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USO E INTERPRETAZIONE DEI

TESTI

Uso: modo strumentale o idiosincratico (cioè personale) di interpretare il testo senza riguardo per quanto esso effettivamente dice.

Interpretazione: rispettare sostanzialmente i testi, ciò che dicono “letteralmente”. Ricostruire il suo significato legittimo.

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LE INTENTIONES DEL TESTO

• INTENTIO AUCTORIS: intenzioni dell’autore, ciò che voleva dire l’autore empirico.

• INTENTIO LECTORIS: intenzione del lettore, ciò che il lettore fa dire al testo in riferimento ai propri sistemi di significazione o ai propri desideri, pulsioni, credenze.

• INTENTIO OPERIS: “intenzione” dell’opera, ciò che un’opera esprime di per sé, al di là delle intenzioni di chi la produce o di chi la legge.