Semiotica visuale

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Accademia di fotografia Semiotica visuale Pietro Izzo

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Lezione per il corso di fotografia Artevision

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Accademia di fotografia

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Pietro Izzo

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•Il mondo delle immagini•Dall’orale allo scritto, dallo scritto all’immagine: una questione di civiltà•Media iconici: da sempre intorno a noi•Pittura, scultura, fotografia, fumetto, cinema, televisione, web

•Alfabetizzazione iconica•A cosa ci serve? Non siamo già esperti?

•La grammatica delle immagini•Flusso iconico come linguaggio•Le regole per leggere•Le regole per scrivere•Trasgredire alle regole

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•L’estetica•La filosofia delle arti (dal greco “percezione, sensazione”) •La bellezza, e la sua percezione•Baumgarten, Hume, Kant, Hegel, Lipps•L’arte come imitazione della natura / l’arte come espressione

•Il gusto•"Gusto" in senso filosofico è "la capacità di giudicare la bellezza".

•Estetica ed etica•Se è buono e onesto, è estetico •Un codice etico per gli artisti•Rispetto delle regole vs. libertà dell’arte

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•La semiotica•La scienza dei segni •Il segno: qualcosa che “sta per” / rappresenta qualcos’altro

•Una scienza antica e nuova•Dalla semiologia alla semiotica (1969)•Aristotele, S. Agostino, Locke, Leibniz, Wittgenstein, Peirce, Morris•Filosofia e linguistica•Visual communication design

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•Questa non è una pipa•Magritte mostra un simbolo di una pipa, non una pipa•Solo una pipa è una pipa•Anche la parola "pipa" non è una pipa•Parola e immagine sono simboli di un oggetto, non l'oggetto stesso

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•Il segno•Ogni segno può essere considerato da tre diverse angolazioni

•Semantica•Il segno in relazione a ciò che significa

•Sintattica•Il segno in relazione a come sta in relazione con altri segni

•Pragmatica•Il segno in relazione all'effetto che ha sul suo produttore e sul suo fruitore

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•Orientamento, informazione, ispirazione•Parola, frase e discorso•Il richiamo alle tre angolazioni del segno

•Il segno per Peirce•Qualcosa che sta per qualcos’altro per qualcuno, in qualche contesto

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•Semiotica visuale e psicologia della percezione•Studia le qualità significanti di un'opera artistica visiva•Il filtro nel cervello•Elementi rilevanti e irrilevanti in un'immagine

•Pictogeni e Geons•Piccoli componenti visivi paragonabili a fonemi linguistici (Zimmer, 1983)•Repertorio di 36 unità visive minime: geometric icons (Biedermann, 1987)•Esiste una grammatica del linguaggio visivo?

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•Scomponiamo un’immagine•Elementi concettuali e geometrici (segno, punto, linea, superficie, volume, piano)•Elementi visivi (forma, dimensione, colore, texture)•Elementi compositivi (posizione, direzione, collocazione spaziale, peso, ritmo, simmetria)•Elementi estetici e funzionali (soggetto, funzione, significato, iconografia, iconologia, valori espressivi)

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•La valutazione semiotica di un’immagine per Greimas•Linguaggio figurativo e linguaggio plastico•Formanti figurativi e plastici (analisi topologica, eidetica, cromatica)

•Densità figurativa•Dalla rappresentazione iconica all’astrattismo (solo analisi plastica)

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•Elementi accessori del segno/immagine (Shapiro) •Superficie planare (prepara la rappresentazione)•Cornice (isola il campo della rappresentazione)•Organizzazione spaziale (alto / basso / destra / sinistra)•Dimensioni (grandezza vs. intimità)•Sostanza materiale dell’immagine (spessore delle linee, macchie, texture)

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•Dal piano dell'espressione alla messa in discorso•Il segno e il modo di veicolarlo•L’atto dell’enunciazione produce un enunciato•Ogni enunciato rimanda alla sua enunciazione •C’è qualcosa che è stato detto da qualcuno

•Strategie enunciative•Marche dell’enunciazione: i pronomi•Enunciazione foto-cinematografica

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•Debrayage ed embrayage•Distanziamento e chiamata in causa nei riguardi dell'enunciazione•IO-QUI-ORA: la situazione dell’enunciazione

•L’importanza dello sguardo•Lo sguardo in camera come embrayage•Il “commentatore”

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•Il segno visivo•Rappresenta qualcosa o rappresenta sé stesso come immagine?•Funzione transitiva vs. funzione riflessiva

•Trasparenza e opacità•L’immagine fotografica nei confronti della realtà

•L’ancoraggio tra testo e immagine•Interdipendenza che aggiunge senso o lo svela

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•Comunicazione visuale come linguaggio universale•Scambio di informazioni con segni o segnali percepibili visivamente•Segnaletica, tipografia, disegno, grafica, illustrazione, fotografia•Visual Communication Design è l'applicazione della semiotica•Design = de-signo•Comunicazione visuale: non “bellezza” ma “efficacia”

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•Da fotografo a comunicatore visuale•Da un mestiere ad una funzione sociale•Orientamento sul prodotto / orientamento sul processo•L’occhio di Horus

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•Linguaggio del corpo: la cinesica•Studio della comunicazione non verbale •Movimenti, gesti, posizioni, mimica•Il gesto come “segno”: il 55% della comunicazione•Occhi, sorriso, mani, braccia, gambe, gestualità, accessori•Complesso, coerenza, contesto

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•Linguaggio del corpo: la prossemica•Studia lo spazio e le distanze all'interno di una comunicazione•Verbale e (soprattutto) non verbale•Spazio intimo, personale, sociale, pubblico•Diverse culture = diverse concezioni della vicinanza

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•Teorie sulla fotogenia•Capacità di maggiorazione estetica della realtà•Delluc: la fotogenia è una qualità intrinseca delle cose•Epstein: la fotogenia è una qualità intrinseca delle immagini fotografiche•Ontologia dell’immagine fotografica•La fotografia salva dalla morte (come l’imbalsamazione)

•“Sono fotogenico”?•La session fotografica di Pozzetto•Aumentare la fotogenia

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•Teoria della comunicazione (Jakobson)•Un mittente invia un messaggio ad un destinatario•Per essere operante il messaggio richiede: contesto / codice / canale•la funzione referenziale (contesto)•la funzione emotiva (mittente)•la funzione conativa (destinatario)•la funzione fàtica (canale)•la funzione poetica (messaggio)•la funzione metalinguistica (codice)

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•Denotazione e connotazione•Il significato principale di una parola o enunciato •La carica psicologica associata al termine•“Questo qui è un cane” (connotazione e contesto)•Fotografie denotative e connotative•Dai segnali stradali alla fotografia artistica

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•La pubblicità: un sistema di segni condiviso•Headline, visual, bodycopy e payoff•L’analisi semiotica di un messaggio pubblicitario (ancoraggio)•Pubblicità e connotazione•Le figure del discorso (retorica classica e scienza della comunicazione)•Superare la barriera del “rumore”•Rischio spettacolarizzazione (ricordo la pubblicità, non il prodotto)

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•La composizione fotografica: uno schema stilistico•La composizione serve a stabilire una comunicazione con il pubblico•Nessuna “regola”, ma buone pratiche •Isolare i “segni” e gli elementi chiave, evitare il caos visivo•Favorire la comprensione (trasparenza, iconicità, presa di distanza)

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•Nei panni del pubblico•Scavalcare lo steccato della comunicazione•Scegliere la giusta composizione con un “reverse engineering”•Cosa “leggerà” il pubblico in un’immagine da me prodotta?•Messaggio ricevuto, forte e chiaro...

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•Che significato ha questa foto?•Si richiamano diverse tipologie di significato durante la visione di una foto

•Significato referenziale•Lo spettatore ricrea uno spazio-tempo e una fabula (referenza reale e non)

•Significato esplicito•Lo spettatore assegna ad alcuni elementi un particolare valore concettuale

•Significato implicito•Lo spettatore attribuisce alla foto un significato simbolico non evidente

•Significato sintomatico•La foto comunica qualcosa in modo involontario, e lo spettatore lo capisce

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•L’effetto verità (l’istantanea che coglie l’attimo)•Nessuna distanza tra il soggetto e la sua rappresentazione fotografica?•No! Lo scatto viene sempre risemantizzato•Il fotogiornalismo e gli utilizzi arbitrari•Una foto non “testimonia”, semplicemente “non smentisce”•“Ciò che si fotografa è il fatto che si scatta una foto” (Denis Roche)

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•Wim Wenders: “to shoot pictures”•Il “contraccolpo” della fotocamera: il davanti e il dietro l’obiettivo

“Sparare” fotografie. Come il cacciatore appoggia il suo fucile, mira alla selvaggina davanti a lui, preme il grilletto, e quando parte il proiettile viene spinto indietro dal contraccolpo, così anche il fotografo viene risospinto verso se stesso premendo il dispositivo dello scatto. Una fotografia è sempre un’immagine duplice: mostra il suo oggetto e – più o meno visibile – dietro”, il “controscatto”: l’immagine di colui che fotografa al momento della ripresa. Questa controimmagine, presente in ogni fotografia, non viene fissata dall’obiettivo, così come il cacciatore non viene colpito dal suo proiettile, ma ne avverte soltanto il contraccolpo. Cos’è dunque il “contraccolpo” del fotografo? Come viene percepito, come si riproduce nell’immagine fotografata? Che cosa lo rende, per così dire, evidente nella fotografia? In tedesco c’è una parola molto significativa per indicare questo concetto: disposizione. In senso psicologico o morale s’intende con essa sottolineare l’atteggiamento col quale qualcuno “si dispone a qualcosa”, ovvero si prepara a qualcosa per poi ri-prenderla. Non vengono fissati i tratti del volto, bensì il suo atteggiamento, la sua disposizione verso ciò che gli stava davanti. La macchina fotografica è dunque un occhio che può guardare nel contempo davanti e dietro di sé. Davanti scatta una fotografia, dietro traccia una silhouette dell’animo del fotografo: ovvero coglie attraverso il suo occhio ciò che lo motiva. (Da: “Una volta”, edizioni Socrates).

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Grazie per l’attenzione

Pietro Izzowww.flickr.com/photos/pietroizzo