La scuola si racconta...ubriachi, sotto la luna, come tanti diavoli, ballavano attorno alla giara....

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La scuola si racconta I.C.S. “PAOLO III” CANINO Giugno 2018 Sommario Questo numero è uno speciale sulle abilità, mostrate dai ragazzi, di esprimersi e comu- nicare ispirandosi allo studio dell’arte e della comunicazione visi- va. -Scuola Primaria di Piansano p 1-12 -Scuola Secondaria di Canino p 13-25 -Un saluto a chi va in Pensione p25-28 Anno VII Numero 8 Docente coordinatore della redazione Funzione strumentale Fontana Rita Girare un fotofilm a scuola, scrivere una sceneggiatura, montare un piccolo film, utiliz- zare la telecamera, re- citare … Tutto ciò ha significato utilizzare le strategie didattiche migliori, capaci di ga- rantire a tutti i propri allievi il massimo del- le conoscenze e delle esperienze possibili. I ragazzi di Piansano, nell’ambito del proget- to lettura “Cucitrici di bianco”, si sono ispira- te alle scene di un ce- lebre film e le hanno ricostruite, giocando con ambientazione, personaggi e trama: “Le sorelle Materassi”, dal libro di Aldo Pa- lazzeschi, 1934 Dal libro al set, tutto un piacere!

Transcript of La scuola si racconta...ubriachi, sotto la luna, come tanti diavoli, ballavano attorno alla giara....

La scuola si racconta

I.C.S. “PAOLO III” CANINO Giugno 2018

Sommario

Questo numero è uno

speciale sulle abilità,

mostrate dai ragazzi,

di esprimersi e comu-

nicare ispirandosi allo

studio dell’arte e della

comunicazione visi-

va.

-Scuola Primaria di

Piansano p 1-12

-Scuola Secondaria di

Canino p 13-25

-Un saluto a chi va

in Pensione p25-28

Anno VII Numero 8

Docente coordinatore

della redazione

Funzione strumentale

Fontana Rita

Girare un fotofilm a

scuola, scrivere una

sceneggiatura, montare

un piccolo film, utiliz-

zare la telecamera, re-

citare … Tutto ciò ha

significato utilizzare le

strategie didattiche

migliori, capaci di ga-

rantire a tutti i propri

allievi il massimo del-

le conoscenze e delle

esperienze possibili.

I ragazzi di Piansano,

nell’ambito del proget-

to lettura “Cucitrici di

bianco”, si sono ispira-

te alle scene di un ce-

lebre film e le hanno

ricostruite, giocando

con ambientazione,

personaggi e trama:

“Le sorelle Materassi”,

dal libro di Aldo Pa-

lazzeschi, 1934

Dal libro al set, tutto

un piacere!

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Nello specifico i ragazzi hanno imparato a riconoscere gli elementi base del linguaggio cinematografico,

dall’inquadratura al montaggio passando per la colonna sonora. Chi è interessato può chiedere alla Segre-

teria del nostro istituto di vedere il DVD del fotofilm “Le zitelle innamorate”.

SINOSSI– Nella prima metà del 900, alle sorelle cinquantenni Teresa e Carolina Materassi, cucitrici di

bianco per le ricche signorine e signore, viene affidata la custodia di remo, il figlio di una loro sorella che

muore prematuramente. Remo conquista il cuore dee due zie e della serva Niobe, ma non quello di Gisel-

da, la zia più giovane che fin da subito comprende il carattere opportunista del nipote. Le due zitelle per-

dono il loro patrimonio per accontentare i desideri di Remo che si sposa con Peggy, ricca ereditiera ame-

ricana.

Le due sorelle, sul balcone osservano i passanti, criticano aci-

damente le donne e ammirano gli uomini...

La serva Niobe

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AMBIENTAZIONE E MESSINSCENA

Si è deciso di raccontare una storia del

’900 nelle belle cornici di Piansano ed

Arlena di Castro, e chiaramente sono

stati scelti i luoghi più adeguati: am-

bienti veri, paesaggi, case e chiesa

(location) che esistono indipendentemen-

te dal film e sono state fatte alcune rico-

struzioni (set). La messinscena è stata

impeccabile per l’ambientazione,

l’illuminazione, il costume, il make-up e

l’acconciatura, aspetti ben correlati al

momento storico in cui è ambientato il

film, e alle caratteristiche psicologiche e

sociali di ogni personaggio .

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L’occhio attento ed esperto

dell’insegnante Marina Ce-

trini, segue la messinscena.

Alcuni momenti che prece-

dono le inquadrature. Un

lungo lavoro di preparazio-

ne curato da tecnici specifi-

ci: costumista, truccatore,

parrucchiera, arredatore dei

set interni, regista, inse-

gnanti.

I ragazzi hanno ricoperto i

ruoli che sono stati loro asse-

gnati con impegno e bravura.

La recitazione, sotto la guida

delle insegnanti e del regista è

stata apprezzabile nei tre a-

spetti fondamentali:

-voce,

-movimenti del corpo

(gesticolazione)

-mimica facciale.

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Le sorelle si guada-

gnano da vivere

cucendo e ricaman-

do con incredibile

perizia lussuosi

corredi da sposa.

Pazienti, ligie al

lavoro, trascorrono

giornate sempre

uguali tra sete, aghi

e merletti in com-

pagnia della fedele

domestica Niobe.

Ma un giorno nella

vita di queste zitel-

le entra Remo, il

nipote adolescente

bellissimo, sensua-

le, pieno di vita,

purtroppo anche

egoista ed opportu-

nista.

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Pagina 8 La scuola si racconta

Il matrimonio

di Remo e Peggy

Il nipote si trasferi-

rà in America e

abbandonerà le zie

che ormai sono

diventate povere

perché il ragazzo

in poco tempo ha

scialacquato il pa-

trimonio paziente-

mente messo da

parte dalle donne

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Durante il duro lavoro per sopravvivere, le donne ogni tanto alzano gli occhi verso la foto del nipote

appesa alla parete, lo ammirano e sospirano. “Che strulle!”

Ora sono povere,ma ricche di qualcosa che non avrebbero mai potuto comprare: l’illusione, attraverso

il contatto con la fresca e dirompente giovinezza del nipote, di aver partecipato alla gioia

dell’esistenza; di avere, anch’esse, pienamente vissuto.

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UN MODELLINO DI PALCOSCENICO TEATRALE Agli esami con un lavoro originale che avvalora le conoscenze e le competenze degli studenti della

Scuola Secondaria di Canino nel campo artistico, facendo riferimento ad altre discipline

Professoressa Silvia De Paolis

Il fondale è l’elemento scenico di

maggiori dimensioni e copre, co-

me si può vedere, il fondo della

scena. In questo lavoro il fondale

si ispira a “L’infinito” , celebre

poesia di Giacomo Leopardi e

rappresenta il colle solitario e

anche la siepe, che impediva alla

vista del poeta una buona parte

dell'orizzonte più lontano.

I ragazzi hanno dato u-

na rappresentazione tridimensio-

nale pratica e intuitiva del palco-

scenico, conseguente ad un serio

studio della prospettiva.

« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quïete

io nel pensier mi fingo, ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l'eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s'annega il pensier mio:

e il naufragar m'è dolce in questo mare. »

L’Infinito—G. Leopardi Stile espressivo personale di Cristopher Pulicari

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PROGETTO “SCENOGRAFIA”

La rappresentazione della realtà attraverso le regole della prospettiva non è così “intuitiva” come po-

trebbe sembrare, infatti spesso i ragazzi trovano molte difficoltà nel comprenderla. La prospettiva consi-

ste in un insieme di regole che consentono di rappresentare lo spazio a tre dimensioni in una superficie a

due dimensioni. Nella rappresentazione prospettica le linee che si sviluppano in profondità, e che nello

spazio reale sono parallele tra loro, si deformano unendosi in punto detto “di fuga”, le linee perpendico-

lari al piano terra restano perpendicolari, mentre le linee parallele all’orizzonte restano orizzontali. In

pratica quello che vediamo è sempre deformato e la prospettiva non è altro che un’illusione ottica. Que-

sta illusione è magicamente accentuata nelle scenografie teatrali e cinematografiche che riescono a ri-

creare spazi infiniti in ambienti piccolissimi. Quindi, per capire meglio l’illusione prospettica, si è co-

struito il modellino di una scenografia teatrale. I ragazzi della IIIA e della IIIB hanno lavorato

all’allestimento scenografico di una piccola scatola di carta che hanno portato all’esame di Stato. I temi

per le rappresentazioni della classe IIIA sono stati scelti con l’insegnante di Italiano Prof.ssa Benotti, la

quale ha indirizzato i ragazzi verso la raffigurazione di opere letterarie e teatrali del IXX e XX secolo,

mentre i temi della classe IIIB sono stati scelti con l’insegnante di Italiano Prof. Del Papa il quale ha

suggerito ai ragazzi di rappresentare delle scene tratte da “La storia della vita” (una rappresentazione

teatrale contemporanea scritta per i ragazzi dalla Prof.ssa Benotti e dal Prof. Del Papa).

Baricco – Novecento Stile espressivo personale di Gaia Scipio

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Con l’allestimento

della scatola i ragazzi

si sono resi conto

praticamente di come

poter creare uno spa-

zio al di là dei confi-

ni dei piani della sca-

tola stessa e hanno

progettato dapprima

lo sfondo e il piano

orizzontale del palco-

scenico, poi eventuali

quinte che accentuas-

sero la profondità.

All’esame i modellini

sono stati illuminati internamente con piccoli led e qualcuno ha anche accompagnato l’apertura del sipa-

rio con una esecuzione musicale al flauto.

Pier Paolo Pasolini – Ragazzi di vita

Primo Levi — Se questo è un uomo

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La dotazione di palcoscenico, che si

compone di sipario, quinte, soffitti e

fondale, si utilizza per creare una

“scatola nera” che contiene la scena e

limita lo sguardo dello spettatore, im-

pedendo di vedere quel che avviene,

appunto, dietro alle quinte.

Perché le quinte hanno preso proprio

questo nome? Tra le varie teorie è in-

teressante quella che fa risalire il ter-

mine al Teatro dell’antica Roma; pare

che i pannelli laterali della scena fos-

sero appunto cinque per parte.

Salvador Dalì - La persistenza della memoria Stile espressivo personale di Diego Bucci

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Luchino Visconti - Bellissima Stile espressivo personale di Marica Salder

Nel film Anna Magnani è Maddalena, moglie d'un capomastro, ed insegue il sogno di far diventare attrice l'unica figlia,

Maria, una bimba di otto anni, che adora. Maria non è bella ma agli occhi della madre è bellissima. Quando la Stella Film

bandisce a Cinecittà un concorso tra le bimbe di Roma per l'interpretazione di un nuovo film, Maddalena decide di far par-

tecipare al concorso la sua Maria e sacrifica tempo e denaro per prepararla degnamente. Finalmente arriva il momento del

provino, ma quando nella sala viene proiettata l'immagine della piccola Maria, il regista e gli aiutanti, nel vederla così im-

barazzata e goffa, scoppiano in una risata. Maddalena che vede tutto dalla cabina dell'operatore, arde di sdegno e, dopo

aver fatto una violenta scenata, si porta via la bambina. Invano il regista, che ha scoperto nella bimba doti espressive non

comuni, le sottopone un vantaggioso contratto. Le illusioni sono ormai cadute e Maddalena terrà la sua bambina per sé e

per suo marito.

Giuseppe Ungaretti - Veglia La storia della vita - Antologia

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Il fondale si ispira a “La giara”Luigi Pirandello, novella scritta nel 1906. Questa è una breve trama.

Don Lollò Zirafa, uno spilorcio proprietario terriero, compra una giara per l’olio, alta a petto d’uomo,

bella panciuta e maestosa. Ma non si sa come, tre giorni dopo la giara si era spaccata in due. Così chia-

ma un bravo concia brocche, Zi’ Dima, che con il suo mastice l’avrebbe rimessa su, nuova.

Zi’ Dima si mise subito all’opera. Con l’aiuto di un contadino si cacciò dentro la pancia aperta della

giara, ma alla fine del lavoro, quando si trattò di uscire, l’inventore restò prigioniero nella giara. Poiché

per far uscire il concia brocche era necessario rompere la giara, don Lollò non voleva assolutamente sa-

perne, a meno che … non gliela pagasse. Zi’ Dima, dal canto suo, non intendeva, ovviamente, risarcire

proprio nulla. Come risolvere quindi la faccenda? I due personaggi si vengono a trovare in una situazio-

ne curiosa, senza via d’uscita, dato che nessuno dei due vuole cedere e andare incontro all'altro. Quindi

si arriva ad una situazione paradossale. Nel frattempo Zi’ Dima si era calmato e accomodato nell’interno

della giara, mentre don Lollò inviperito abbandonava la partita e andava a dormire. Dato che nessuno

dei due contendenti . A una certa ora della notte venne svegliato da un baccano d’inferno: i contadini

ubriachi, sotto la luna, come tanti diavoli, ballavano attorno alla giara. Zi’ Dima, là dentro cantava a

squarciagola. Don Lollò, allora precipitatosi fuori come un toro infuriato, con uno spintone mandò a ro-

tolare la giara giù per la costa. Rotolando, accompagnata dalle risa degli ubriachi, la giara andò a spac-

carsi contro un olivo. E la vinse Zi’ Dima.

La Giara—Pirandello Stile espressivo personale di Paolo Modeo

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Officina meccanica

Eugenio Montale – Meriggiare

La storia inizia nel 1939. Avrom é un ebreo po-

lacco di tredici anni. Rimasto senza genitori dopo

l'invasione tedesca, vive di espedienti al limite

della legalità. A Leopoli c'é una caserma italiana

dove sono accolti molti bambini rimasti soli, A-

vrom decide di vivere con i soldati italiani ren-

dendosi utile con piccoli lavoretti. Quando, nel

gennaio del 1943, i soldati italiani abbandonano la

caserma, Avrom segue un alpino col quale fa ami-

cizia,diventando un partigiano che lotta per la li-

bertà in un paese che non é suo. La guerra finisce

e ora Avrom vive in un kibbutz in Israele.

Primo Levi – La storia di Avrom

Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d'orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe dei suolo o su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondeil palpitare

lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi

di cicale dai calvi picchi.

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Italo Calvino- Il Bosco sull’Autostrada

Italo Calvino- Il Bosco sull’Autostrada

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Giovanni Verga - Rosso Malpelo Stile espressivo personale di Matteo Luciani

Rosso Malpelo è un ragazzo con i capelli rossi, di cui quasi tutti ignorano il vero nome al punto che

persino la mamma lo ha quasi dimenticato. Morto il padre, con il quale lavorava in una cava, il ragazzo

continua a fare i lavori più pericolosi. Diventa un vero amico per Ranocchio, un altro ragazzo malato di

tisi che lavorava nella cava con lui, ma che purtroppo morirà. Senza nessuno che si prende cura di lui,

il ragazzo accetta di svolgere le mansioni più ingrate e rischiose al punto che un giorno, portando con

sé gli attrezzi del padre, scompare durante un’esplorazione del sottosuolo alla ricerca di un pozzo. In-

ghiottito dalla terra, Malpelo scompare lasciando ai ragazzi una pesante eredità: la paura che il suo fan-

tasma si aggiri per la cava “coi capelli rossi e gli occhiacci grigi".

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Stile espressivo personale di Matteo Bartoccini

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San Lorenzo , io lo so perché tanto

di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto

nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto : l'uccisero: cadde tra i spini;

ella aveva nel becco un insetto: la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende quel verme a quel cielo lontano;

e il suo nido è nell'ombra, che attende, che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:

l'uccisero: disse: Perdono ; e restò negli aperti occhi un grido:

portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita, lo aspettano, aspettano in vano:

egli immobile, attonito, addita le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi sereni, infinito, immortale,

oh! d'un pianto di stelle lo inondi quest'atomo opaco del Male!

Ancora una poesia, “X AGOSTO”di Giovanni Pascoli, ad ispirare la scena sul fondale con le stelle ca-

denti .Questa poesia rievoca uno degli eventi più dolorosi della vita del poeta. Infatti il giorno di San

Lorenzo, ovvero il 10 agosto Pascoli, ricorda la morte del padre assassinato mentre tornava a casa.

Vuole comunicare al lettore la tristezza per la mancanza del padre ucciso da mano ignota e la accentua

mettendo a confronto una rondine abbattuta col cibo nel becco per i suoi rondinini e il padre che ritor-

nava a casa portando due bambole alle figlie, in modo tale da sottolineare l’ingiustizia e il male su que-

sta terra .

X Agosto - G. Pascoli Stile espressivo personale di Alessia Luciani

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Un saluto affettuoso, in allegria, “AD UN PEZZO DELLA STORIA DELLA SCUOLA

CHE SENE VA”… così ha detto nel suo discorso, ieri sera , la nostra Preside ad

IVANA, MARIELLA, MARIA e MARIA ASSUNTA

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A TUTTI GLI

STUDENTI

ricordiamo che le

lezioni dell’anno

scolastico 2018/19

avranno inizio il