La scuola de' tutori; farsa in un atto, da rappresentarsi in ......Chemifi^n'^o»cce«oinnetto...
Transcript of La scuola de' tutori; farsa in un atto, da rappresentarsi in ......Chemifi^n'^o»cce«oinnetto...
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LA SCUOLADE^ TUTORI
FARSA IN UN ATTO
DA RAPFKESINTARSI
IN LUCCANEL TEATRO CASTIGL ONCELLI
IL CARNEVALE DBÈLJANNO i8ì3.
TER LA SERATA DI BENEFIZIO
DEL PRIMO TENORE
VINCENZO ZANARDI
LOCCAfresi» BSNSI>i;si « ROCCBt
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PERSONAGGI)
'
X' \'
Amalia Pupiiia.Sig- Cutenria Zappv .
èCltìERTO di lei amante
.
Big. i^incemo 2^anardi
,
ih BARONE TEODORO tutc^rc Amalia»Sig* Cristoforo Baatianelli -
CÉCCrifNO di lui servo.5?/^ Pietro S.hram .
fÀS(^UALE Servo di Roberto »èig Qiuseppa Lombardi «
Eà Musici è dèi Sig. Domenico Pticicint ^Maèstro di Cappella dì S. A. I il PftiNCiÌÈ
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J T T O U N I a o.
S C b N A I.
Camera mcbHata alT affrica In fonilo dati' a parte Porrà strgreta praticabile, c/alT al-
tra piccola scala che conduce ad un appar-
tatrc'to pù ? Ito . Due po'Ce iafèjab, uoadelle quali conduce all' agparramt nco d* Ama^
liu, e falera è la porta d'ingresso.
CeQchtno esce con prrcauz^onf* con una
ihiuve in mano, poi Pus^iule*^
CII. e non f ilo, è qoe^ra Torà,
Che Rob t*
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becch. Se non m* Jfiganno,
Qùe st* è il segno del servo ; àpre la pbrt, éégf,. tcco , la porta è aperta ,Contentiamo Taniìco, e stiamo al?*erta*
Pasquale , ttip. ènira , é Cecchino
2. Roberto qua viene,
Portiamoci bene
questo un zeccHlrio^
Che adesso ci dona,
Ma tostò convieneChiamar la Padrona
.
Che amabili Scene
Vogìia«io goder !
tebcK. Ebben , vanne lassù , secondo il golltò
,
accenna la sc'ald
Nè ti muover dì là. Entri Signore,olla po^'ta a R )&.
io chiamo la padrona^ ella qui Attenda.
^ntra da Amalia
kob. (guanto è mai perigliosa tal faccenda .
S C E N H I I.Amalia^ Roberto y è Cecchino che torna -
:liinal A h mio caro Ruberto!j^oè. Amalia cara !
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jPecch Signorini, G'U^izixi, •
La chiave al vecchio io riporto in fasca t
E quando mi vedrete comparire. # 4ma^.Voi tornare la dentro ; c voi Signore a lioff.
Qjciella scala salite, e mi aspettare.
Che una scena vo far delle più grate.
parte p
S G E N A I I I.
Amalia^ e Roberto. '
VKofi. 1 J à è pur veto, che una vo^ta ancorai
Io ti stringo al mio sen , mia dolce amante >Am Que*«to aoave i tante
Con piacer io brarnai ; ma pur pexdvm^Tai segreti colioquj io non approvo .
Se scope rxa foss'io,
Che mai «aria di me ? Se è v^rche m'ajmi^
St sposa tua mi brami,
Aff etta un tal momento ,h rendi ques.to cor lieto, e coiltenti9.
Ufi Ah .«) mi c/fedi , o cara ,In questo giorno sxes&p %
Còl mezzo di Cecchino,
A d spetto del Vecchio, mU m&ifjElaiserena q^uei rai^
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C he mi fi^n'^o »cce«o in netto
it* dolci fiamme del più grato affattoQatsto C! r , che a te donai ,
. Co' F«oi palpiti mi dice^
Che saTÒ con te fv'ice.Che il mi-o duol termiieà»
Am ,Qu' ir amato tuo sembia ite ,Che l affetto in sen m'accende,
litta ca'mt al cor ni len e,
E te sol bramando va.
R.b Fa, che ascolti , amato oggetto^Kepìicar , che tuo son io .
Jtm Tu sci 1* idolo dilettoTu la pace del cor mio*
lìoò Vl*ami, o cara ?
Am Mt* adoro.a 2 Nel tuo «eno, c mio tesoro,
TroVttè felicità,
a 2 Ab qual gioja , qnat contento;Mi fa li cor,
-
ffi yri solver ^J0n,vien .
Roi A me ti affida,Serhami la tua fede, ij tuo bel core
^
Poi non pensar, io borierò il Tutore.
Cecch. Presto, presto, sigaori , ritiratevi ^
Il Tutore qua viene.
j4mal' Dunque per or , mio caro .Io parto . Rob, E parto anch'io/Mia vita , non ternec
.
Amai Non temo , addio . r in fuamef^^
JRoZ> parti^^ p^r la scàia , Cecch, uhiude e
' 8 C E N A V.Teodoro con jcanna ^ cappello ^ ^foi ^ecch»
Teod.O e brama esser onestaLJ La Giovin da nìarito.La mia sentenza è ques^ftiirtchijusa deve sr^r.
Io che son di testa svelta
,
E all'antica pen^o , e voglio^Ho girl fatta la mia sceLta,E pretendo senz' imbroglioLa pupilla di sposar.
Ma cola si deve star ^Innocente , semplicetta ,
Mi dirà con bocca stretta/Sposo m'ip ti voglio amff .Ma colà si deve nar
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Cecch II SUO signor nepote
Manda a dir , che 1 aspettaPer trattar d* un negozio in fretta , in fretta
.
Teod. Subito vado . Intanto
Tu, e gli altri state attenti^Che non nascano in casa inconvenienti •Qua tutto è chiuso, ed ho le chiavi appressoVenga chi vuol a far la ronda adesso .(
S C t N A VI.Cec€h apre ad Amai e a Roh. che entrano
poi pasquale .
Cecch ignori il vecchio è fuori.
kD Regolatevi dunque ^ allor ch*ei tornaFate quanto v' ho detto
.
Pasquale, vieni meco, a Pas^.
Tu dei studiar la parteD' uoa Commedia comica dell'arte.
p Cecch e Pasf.
SCENA VII.Amalia , e Robet to .
r^a/ VJ cechino è un uomo esperto;Ma quel troppo suo ze], io non vorrei^Fosse per me fatale,E per farci del ben facesse male
.
Rob. Quel r amor , che ci guida ,Adorato mio bene»
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9Mitigherà le pene.
Ci renderà concenci
,
Sarà scorca ai miei passi in tai momenti.
Ostacoli non curo ,
Ed in nvezzo ai paligli io son sivqro.
Quest'è il giorno mia speme.
Che stretti in dolci nodi^
Unir ci deve eternamence insieme.
L'aexor, pietoso Nume,Che dai primieri istanti
Voi quest'alme amanti
,
Avrà di noi pietà.
Ah sì secondi adessoI grati affacci miei;
No pavenrar non dei.Amor c* assiscerà
.
La gioja ed il diletto ^
M'arde, m' accend^e il core:
G à colmo io servto il perroDel più eocene» ardor . parr al solitp^
S C E N A VlilCecchino
, Pasquale , cor). lett&rQ , poi T^od.
T^ecch. M ntto cammina ben : t^i mi FecondilaSì trarrà di due fidi, e cari amanti
,
Che uscir braman di pene, vOf Aoi dobbiam formar il loro |>ei]ie^/
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Pasq Lascia la rura a ine , «oW anm ^pfpfito^Questo foglio da noi poc'anzi scritto
^liSpero, che avrà relitto meditato,
p f^gf^uo di lor ci rcscerà obbligato.Noi .sapr^m due cori andanti
In tal giorno coDSolaf .
Avran fine i loro pi arati
Potran liberi esultar.
J^ò non v'è più bel contento.
Di due alm^e infiamorate.
Che trovar in tal mome/ico
J^a mcTcede al loro amor
.
^jC
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st*a tifi G a ciarluT-e A'^n, ungiovme^ del quuìe i^r oi o /k ^/«^ /a
co'J dizione C e lo the sin stabdiay ff^
lori) qnaìtht^ P'^^ ^'^ fnua , ^ co/lif
forca a voi a pov*i ridato N n vi ci^rat*
Ttod Fa presto, aainxafeccio, )iO ti rompo una sedia sul mostaccio. CtJcft p*
S C li N A V I i rTea loro
, Aiip2ÌLa , e CacchiìKf . ,
Teod V J hi mai detto l'avrebbe.Che Amai a .... AhT giuro ai C,\e1in . . »^
jtm Cos9^ comanda ii mio S gio>r Tarofc ?
cona'ia t'ff^ft tn^/iesi»
Teo l Ah fraschetta, petcegoU, lugrat acciiis
kd hai cotama faccia
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Di domandarmi rosa ti cor »^'?©?
Cos' è qu^i contrfib ndo ....Chi è quel vagaboi^do ,Che fa /eco all'amor?
jimal lo non so niente.
J'eod Sc npr«8i tu so io, bigotta indegna!
Ma p^r or non mi vo scaldar il sangueSon uom compassionevole
,
E Aon yogìio che l'aria del Giai dilloPossa preg udicarti .
In avvenir l'appattamento è questo.
C^cch ( Andate pii-^ or or saprete il fjesto. a Anv
4Ìm Caro Signor Totor^ ,
Giacché così volere , io non contrasto
4
Ma vi basti sapere ,Che niun amai finor , fuor di C0I411
,
Che vicino mi jra . Aii il mio rossore
Mostd, che il labbro mio troppo è sincero,
^ quanto mi si arpon che non è vero,pronta sono a taJ
-
(^uesfo mio cor, quén* anima
^
Fu libera fi f)' e ra ,Nè conosceva ancoraL* impero delT amor
.
Neil* inoltrar , mi palpita
Fuor dell'usato il cor.
Ma pur si vada , e i) termineSi pónga a tanto affanno ;
Ma voi sul vost!0 danno aTeoctiPianger dovrete or, or viàpier la scali
S C hi N A IXTeodoro, Cacchinò , e Pdaqtiale.
TeoJ, Ijla quel che vuoi , per or còtHando io v
JL Eh , eh colle ragazzeCi viiol scvf rifk ,
Accortezza, gud'zio, austeritk.
Ora per evitar 1* incoriveniente.
Io la Voglio spesar a suo dispetto
Voi già che siete qtji , correte tosto a Pasf»
A chiamar il Nntaro, e tu CecchinoPrepara pel contratto ii Tavolino,
Cccck lo petò direi, che T intenzione
ConvJen prima sentir della ragazza^
Teod ver, per stare in termini,Vo* saper come pcn^^a
,
Se per bie nvtre ailbtto.
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tiij ?e ba qa^^cW tsterff^ 5rrf?f»rc»ttf> ; *
%rt>i ycr la SL U^a:. p n tot nu infuriatàC^ch tcco là gra« tempesta,
Ol i , che sro^fitsco,
t un prod g:o sarà se sano n' esco
.
7*f»/. Vliser corJia,ajaco, ^escono im, e Kb,
U tbanti son tra'd to, assassinalo.
Ct^ch Sig ore cos' è stato ? Tcu Osserva, mira,
As^' b , mascal^onr ...
O mmi , briccone , come è qui coffui?Ctc
-
^fStt mi fate il brutto vis(r
Per pietà, signor mio caro,
Qjanda pm non v' è riparoSempre inutile è il rigor.
STéacZ Tutto è? ver , ma quando pensoChe il terreno a me fidatoEu per altri coltivatoVa crtscenda il mio furor.
ILob. Ma se core in petto avete ^Se cervello avete ini testa
,
Il nome almen vi restary un esperto e buon cuJtor.
AntaUVìa, cedete. Teod. Nò, non cedc^<Rob. Questa é tropipà crudeltà .
Dehf calmate il vostro sdegno^P alle preci di un amanteAh l mùGvetevi & pietà
.
rr . fl^ 2 G à di , sent pietà.leod. loro 0 *^
Cecch T\ìit* è pirontó. ^ds(( E quà il Notar€
a 4, £ coufiisa il éxìt) cervello
^
Sente in petto un mongibello«Ah di noi che mai sarà !
TeodJL cònfaso il mio cervello
Seflta in petto un mongibelloIVla il iDio cor cedendo và .
Figliò carà ^ vi abbraccio di core
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Am^ Ctie piacere , mio cèto tutore !Teo(L Ti perdono , ci approvo il tuo affetto •jtttiaL Voi sarete il mio cntò vecchietto,
fiob E qual figlio io pur vi sarò.TeoiL Or Si vada . Amai, lo sono con voi i
Teod. Sei contenta ? Amai Contenta son io •
Mio tutor! Teod Pupilla caralStiamo lieti iti questo dì
.
Hoft. Mia sposa { Amai Mio bene ! fi
a 2- ^ dolce momento !Qjal palpito sento N^l seU) per te*
teod.^^ via terminate.Respiri quest* alma ,
Uob^ Ci arrida T amore ^La pace, la ealmaRitorni nel core,
li il premio ritrovi
Di sua fedeltà.
TmdQmsie nózze ormai si facciano.Tkiti 3ie contenti alfin ci rende
Così lieto, e fausto giorno,
Vimz pur di gioja adorno
Mille volre ritornar.
Upi inganno fortunato
Come questo non v' è stato ^Kè mai più succederà.
F 1 N