Il pirata; melodramma in due atti, da rappresentarsi nel teatro ......i AVVERTIMENTO J...

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IL PIRATAMELODRAMMA IN DUE ATTI

SA RA.PPRESEHTA.RSI IN SIBN4

NMLl* IMP. E REALE TEATRO

DEGLI ILLUSTRISSIMI SIGNORI

ACCADEMICI RINNUOVATI

SIENANELLA TIPOGRAFIA Di GUI ÌH> a«><S<5l

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iAVVERTIMENTO

J 1 duca Ernesto di Caldora, potentis-

simo Signore Siciliano, amava perdu-tamente la bella Imogene, e la deside-

rava in isposa; ma il cuore di lei era

prevenuto pe r Gualtiero , Conte di Mon-talto. li Duca di Caldora ,

per vendi-carsi del preferito rivale, che col vec-

chio padre d 9 Imogene seguiva le parti

di Manfredi, si pose a favorire idise-*

gnidi Carlo d'Angiò; e tanto fece 5 chespento Manfredi, il partito Angioinotrionfò in Sicilia , e Gualtiero, vinto

in battaglia, fù. perseguitato e proscritto.

Fuggì questi in Aragona, il cui Re ^

nemico degli Angioini,pretendeva al

dominio della Sicilia, ma non rinvennein quel regno la protezione ch'egli spe-

rava. A Itro partito non li rimase per dan -

neggiare i suoi nemici, che quello di

armare una squadra di Pirati Aragone*si, coi quali corseggiando per ben die-

•i anni , fece aspra guerra agii Angìoi-

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ìii 5 sperando sempfe di poter vendi-

carsi 9 e ricuperare V amante . Ma ques-

ta era per esso perduta , poiché iiDu-cà di Caidora avea fatto prigioniero il

vecchio padre d* Imogene, e costretta

la misera a comprare la di lui vita col

dono della sua mano .

L'ardimonto dei Pirati giunse a ta-

le, che Carlo d* Angiò spedir dovette

contro di loro tutte le forie della Si-

cilia 4 affidandone il comando al Ducadi Caldora. Scontraronsi le due Squa-

dre sull'acque di Messina : e dopo unlungo combattimento , Gualtiero fù vita*

to, ed obbligato a fuggire con un solo

vascello. Sopraggiunto quindi da unaburrasca , fù gittato sulle coste delia Si-

cilia?non lungi da Caldora 3 ov'egra ed

afflitta languiva l'infelice lmogene.

A guelfo punto comincia Fazione,

QuelflBB poscia avvenisse ^ si vedrà nel

Melodramma, L'x4oitore ha cercato di

esser più chiaro che per lui si poteva*,

se non vi é riuscito , se ne incolpì la

necessità di esser breve.

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PERSONAGGI

ERNESTO, Duca di Caldera, partigiano della Casa d' Angiò.

Sìg: Giovanili Bonetti

IMOGENE , sua moglie, anticamente amante di

Signora Maddalena Zucchi- GÌQVgi

GUALTIERO, già Conte di Montalto e partigiano del Re Man-fredi , Ora fuoruscito e capo dei Pirati 4 ra£oaes*»

Sig. Alessandro MombeUi

ITULBO,Compagno di Gualtiero

Sig. Francesco Sapignoli

GOFFREDO , Tutore un tempo di Gualtiero , ora Solitario

Sig; Gio. Battista Deuilliein,

ADELE , Damigella d' Imegene

Signora Leonilda Camctlli

CORI E COMPARSE

PESCATORI PIRATI CAVALIÈRI

E DAMIGELLE

J,a Scen« è in Sicilia , nel Castello di Caldora, e nelle vicinanze»

L'azione è del i3. Secolo

1 versi virgolati sono senzft Musica

Toesia del Sic. Uomini Felice

MUSICA DEL MAESTRO SIC. VINCENZO BELLINA

f.e Scene nuove sono disegnate , e dipinte

dal Sig. Giovanni Gianni di Firenze

Macchinista Sig. Giovanni Notari

Il Vestiario sarà d' invenzione , e proprietà dtft

§ì$* An$ £.0 Santucci di Siena,

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ATTO P R I M OSCENA PRIMA

Spiaggia di mare in vicinanza di Caldora . $ul

dinanzi della Scena si vede un antico Romitorio 9

ricetto di un Solitario.

All' alzar del sipari» è già cominciata fati* orrenda tempesta .

Yedesi una nave in grave perieolo , sbattuta qua e la dai

Te»ti e dai flutti. Ln riva e gli seogli sono pieni di Pesca-

tori che si sforzano di soccorrere i miseri , vicini a naufra-

gare, Il SOLITARIO gli incoraggiscc . A poco a poco tutto

il luo^o si copre di popolo . La tempesta £ al suo colm*.

iel/ qual procella orribile *

Terra sconvolge e mar!1 miseri a salvar

Vana è ogni cura.

Sol. Non disparate, o figli,'

I\on sou perduti ancor :

V ha un Nume prolettor

Della sventura

Pese. Urta la nave ... (dagli scogli)

Pop. Ahi ! miseri !

Pese. Per ciascun ...Pop. Glie orror !

SoL Lassi! preghiam per lor.

Trulli Preghiamo amici.

Nume- che imperi ai turbini*

Che affreni i venti e il mar.Deh ! non abbandonar

Quegli infelici

.

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7fesc. Lo schifo , lo schifo,— Coraggio ! costanza*

Al vento resiste . ; , s5

inoltra si avanza • .

Evita gli scogli . • . contrasta coli' onde •,

Si appressa alle sponde. . più rischio non v' ha.

Sol. Al Nume clemente— sien grazie rtmduce

tese Di Uno salute— di taqta bontà .

Tutti

Notizia del caso —- si rechi a Caldora

Accorra al riparo— la nobil Signora.

Ospizio , conforto «—? nel propio Castello

Ai Jassi stranieri— cortese darà.

Un giorno felice— si stima sol quello

Cihe puote dar prova— di nuova pietà.

SuEN \ II.

J Cori partono frettolosi9intanto vengono dalle ri*

ve ì Naufragi salvati dai Pescatori , Gualtiero

sostenuto da Itulbo è in mezzo a loro il Solitario,

accorre ad essi cea somrrpo interessamento •

Guai, lo vivo ancor/ A me nemici io trovo

Fin gli elementi

.

Sol ( Oh ciel ! qual voce )ItuL ( Ah ! taci;

Frenati per Pietà, i. Tradir ti vuoi?)Guai In quii lido giungemmo? Ove siami noi!

SoL ( Ah! è desso / ) In seno anjico,

Sventurato, sei tu .

Guai. Qua i detti /

Imi ( lo tremo )SoL Ah / Gualtiero /

Guai Goffredo !

spL Al sen ti premo»GuaL Oh! mio secondo padre

,

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Mio saggio istitutor J tu in queste spogli* 8

In sì povero tetto ?

'Sol. Ah! te perduto ,

Ogni bene io perdei • . . qui tristo « solo

A pianger vivo la tua morta fama 3

La tua vergogua, e la tua casa in fondo

E tu?..Guai. Di mia vendetta ho pieno il mondo . . *

Ma indarno. Jl vile Ernesto,

11 mio persncuter, vive ed esulta

Dell'ingiusto mio bando e di mie pcne.>.

Ma df ...Che fa Jmogene?

Mi è fida ancora? E d'ogni nodo è sciolta?

Sol. La&svt e pur pensi ? .

.

Guai. A lei soltanto {. Ascolta

Nel furor delle tempeste 5

Nelle stragi del Pirata,

Queil' imagine adorata

ita presenta al mio psnsier ]

Come un Anobio celeste*s

Di virtude con«iglier.

b Piango allora in mezzo all'ira

w Pace ai vinti aìlor concedo

,

,5 E onorato ancor mi credo

55 Capitano e cavalier . • •

w Se Jmogene non m'inspira,

55 Sono un mostro, un masnadier

.

Sol. Infelice / ed or che spèri?

Guai. Nulla io spero.. Ed amo e peno.

Ma F orror de' miei pensieri

Questo amor disgombra almeno.

Egli è un raggio che ri splende

\

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Nelle tenebra del cor

.

La mia vita ornai dipende

Da Laogene , dall' amor .

SCfeMA III.

Pescatori che ritornano , e detti*

Coro. Del disastro di questi infelici

Per noi conscia la nobil Signora d

Ella stessa ne vien da Caldora

Le pietose sue cure a partir.

Sol- (Oh/ periglio/) ti affretta a seguirmi.

Sei perduto, se a lei non t'ascondi „

GuaL Sì mutato chi inai può scoprirmi £Sei. Ella ai certo

GuaL Chi è dessa D• . . rispondi

60/. Deh / noi chieder

.

GuaL Come ? che dici ?

Sol. Ti fia noto: or ti è duopo fuggir.

Sol. e ìtuL Vieni 5 fuggi . . • ta sei fra nemici

Guai. Ne poss' io disfidarli e morir l

Per te di vane lacrime

Mi nutro ancor, mio bene:

Speranza mi fa vivere

Di possederti ancor.

Se questo avessi a perdere

Conforto in tante pene ;

Ah / non potrei più reggere ^

Vorrei la morte allor.

Sol e!tuL( Deii! taci, incauto, e frenati;

( Non dar di te sospetto :

( Mill5

occhi in te s' affisano \

( Ti svela il tuo furor.

Coro in ( Donde sì cupi.gemiti*

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IOdisparte ( Perchè si tristo aspetto /

( Quella che unto l'agita,

( $ smania 9 e non dèior •

( II solitario conduce Gualtiero nella

sua abitazione: Indi ritorna q>d Itùlbó)

SCJLTX \ W,Solitario

fItulbo e Pirati.

SoZ. n Alla pietosa donna

55leene incontro voi (partono i Pescatori)

ItuL 55 ( ritorna > il Solitario lo prende in disparte)

£ol. 55 Grave perielio

55 Vi minaccia 3 o stranier. Tut ti in Caidora

55 Per legge antica aver dovete albergo

55 Un g'iewio almeno, e di Canora li Buca.

f5 E di Gualtiero il più crude! nemico.

ItuL 55 Tutte dell' odio antico

55 Mi son palesi afcsai

,5 Le rie ragioni

fol tAh! la più ria non sai.

55 Estinto il re Manfredi,

55 E Carlo vincitor ,foggia proscritto

55 L' infelice Gualtier lasciando in preda

w Al fiero Einesco all' Angioine s^u l ire

55 La cara amante e dell' atnaute il padre,

JiuL „ Ah delle sue sventure

55 Fu questa la peggior,.

gol » Restò Imogene

« 5^5 D" ogni soccorso priva , e ali' ire esposta

55Del Signor di Galdora, Ogni sua spaine

t5Era posta in Gualtiero 9 e ai patrii lidi

,5 Ella fidava di ve terìo un giorno.

„ Ma corse fau;a. intorno

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il

w Che gloria, onorj dover posti in non cai©

w (Jonucttier di Tirati Aragonesi

^ Era fatto Gualtit r ... Deserta allora >

,5Perduta ogni speranza ...

lini' » Prosegui...

Sol, „ Ah / la Duchessa a noi si avanzi

55 A lei Gualtìer si a-ccvnr!a[

55 Io corro a lui*.. Tu cantò parìa, e pensai

„ Che ogni éd&pette esser potrìa funesto

lini?j

In me riposa » . (Ah/ qua! cimento e questo!)

( il Solitario rientra néW abitazione )

S EN A V,

Imogene9Adele, Bafnigbllé e detti.

Tutti le vanno incanirò.

Imog , Porgete: è in me dover quella pietade

Che al soccorso ni' invia degli stranieri

Che qui frange a posar caso o tempesta ~»

Aulica legge di Caìdora è questa*

Chi siete- , o sventurati ?

Donde sciogliente?

ltul. La regal Messina

Jeri lasciammo : ed a Palermo volle;

Eran le nostre vele.

Imog. A Palermo / \h / solcaste un mar crudele

Campo d' orribil guerra ;

O stranieri, è quel mar.

ltuL ( Cielo /)

Imog. Vi accora*

Di quei Pirati alcun ?

JtuK Essi fur vinti)

Spersi distrutti

Imog, E ai Duce lori*

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1%ìtul JI Duce?...

(Qual mai richiesta? ) E ftrse in ceppi , o spento

$mog Spento ! . .

.

Ù&de ( allontanandola dai Pirati) ( Ah /che fai ?4

ti Irena .)

fmog. ( Oh / mio «paveuto/ ?

( ad un cenno £ Adele i Pirati st discostano

Imogene prende Adele in disparte)

Lo sognai ferito, esangue

,

In deserta 9 ignuda riva

Tutta intrisa del suo «anmie*

Da miei gridi il eie] forivà •

Né una voce rispoo iea ,

L'aura istessa , U mar tacca :

Eia sorda la natura

Al mio pianto, al mio dolor .

j4de9 r ( Cessa . . . deh / . . scacciar procura* *

1 Queste immagini d' orror)

Coro i ( tlla geme; ignota cura

f L'infelice affligge ognor f )

ìmog » Quando a un tratto il mio censore*

h Mi si affaccia irato e bieco -

„ Io j mi grida 9 il trassi a morte,

,5 E mi afferra , e tragge seco • .

.

95Muta , oppressa, sbigottita,

, 5Lungo, lungo io son rapita...

v E mi seguita sui venti,

h Un sospir di lui che muor . .

.

9!>Quel sospiro io sento ancor ,

Ade. » Vane larve tu paventi:

» Calma, incauta, il tuo terror

.

$$ul. n ( Cihe intcndea con qncgli accenti^

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t*i> Qual sospetto io sento in cor /

)J/nog. „ Questo sogno, o mia fedele

,

55 Avverato appien comprendo .

fruaL Cielo è dessa / ( si presenta dalC àbitazìa^

ne del Solitario; ma questi lo ritira e

lo astringe a rientrare )Irnog. Oh Dio ; che intendo 1* *5

Qual mai gemito suonò?Itul. Egli è un naufrago dolente* \.

Egro . misero demente • .

.

Cui fortuna e il mar crudele

D 9

ogni bene dispogliò

.

Irnog. Si soccorra ...( Oh cara Adele/Quai tumulto in me destò!)

Sventurata, anch'io deliro.

Tutta assorta in vano affetto t

10 ti vedo in ogni oggetto

.

O tormento dèi mio cor.

àhf sarai, fuicli5

io respiro,

Al pensiero, al cor presente i

Ah ! cagione eternamente

Tu «arai del mio dolor . )Sol • Al casrel tranquilla riedi ;

C&o ) Gli stranieri aita avranno .

Mele- \ Tu lo vedi : il loro affanno

? Troppo affligge il tuo bel cor .

( Imogene parte col seguièo).

SCENA Vi.

Solitario

Che mai sarà di lui/ l'infida sorte

Spinse Gualtieri all'aborrita Sponda

11 t eri or mi circonda,

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-i4Tutte le vene invade un gel di morti

(Jur\ destin gli sovrasta;

Qual tremenda sciagura!

iUl5

ultima sventura

Apprestati , o Gualtiero . Oh ! dì funesto

Disarma ii braccio deli" irato Ernesto .

(parte.)

SCENA VII.

Loggia nel Castello di Caldora

che mette ai Giardini

E' notte.

JEìuranrs ì Pirati bevendo e abbandonandosi alla di -

sordìnata loro gioja . Sopraggiunge quindi Itidk*

a frenarli .

girati. Viva / viva ! . . . Chi rispondo ?

Ripetiamo . . . Viva / vi va !.. ,(porgono

V orecchio V eco ripete gli evviva)

Egli è il vento il suon dell'onde

CfìO si frangon pulla riva

Alla gioja dei Pirati

Prende parte e terra e mar.

Ziffo9

Ritto, sconsigliati 5

Non ci stiamo a palesar.

* Ascoltate ... alcun s' appressa

Egli è Ituibo (*) prendi ... senti ...

(*) ( vanno incontro a lui9 e tumultuosa*

mente gli offrono da bere )^tul; 5?i avvicina la Duchessa;

Separatevi9

imprudenti.

Coro La Duchessa /

iiul* Guai se viene

Chit

noi damo a sospettar?

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Cora Guai,' sì guai! tacer Conviene :

Bever tosto, e lungi andar.

Versa... tocca,.» presto — presto

liùL Piano amici ...

Coro Un solo evviva.

Chi risponde * Il vento è questo..*

1/onda infranta in sulla uva..,

Alla gioja dei Pirati

Prende parte e terra e mar.

ìtul. Sconsigliati /

Coro Allegri, allegri!

La Bottiglia ci rintegri.*

Di cotanto faticar.

( si ritirano , e a poco a poco le loro voci

si perdono in lontananza )

SCENA Vili.

Imogene A e Adele

ìmogi Èbben 5 {incnntrandolà)

Ade. Verrà. Lungi da' suoi, sepolto

Jn profondi pensier , io lo rinvenni ]

13 il tno desir gli esposi.

Imog. Ed ei ti disse?.

Ade Nulla. In me gli occhi affisse

Muto, perplesso; indi sulf orme mie

Mosse tacito sempre e a passo lento.

trnog. Vanne , e veglia qui presso ad ogui evento.

( Adele parte )

SCENA TX.

Imogene , indi Gualtiero

tmog. Perchè cotanta io prendoD5

uno stranier pietà ? Mesto sul cuore

Tuttor mi suona il gemer suo dolente, «r-

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<t6Eccolo. Oli ! come io tremo a lui presente /

Guai ( giunge in fondo al Teatro a passi lenti e

r*séa ravvolto mi suo manfilo genza guardar*Imogene

)

hnog Stranier la tua tristezza

Isella giòja de' tuoi,, prova mi è certa

Che a te fortuna fu più cruda assai,..

t;Parla ..• Ti avrebbe mai

Tutto rapito il mar! Pos9* io con V ora?...

Guai, Nulla... Il monde per me nen ha tesoro.

Smog. Intendo ... Hai tu nelf onde

Perduto forse un adorato oggetto;

Un congiuntobun amico! .... Ah ! non posa

9

io

Consolarti o stranier ... Io stessa ò io stessa

Inconsolabii vivo.

Guai. E ver, dr

Ggni conforto il Ciel m'ha privo.

£ono orrendi i mici inali... .

Imog. Eppur 'sollievo

Sperar puoi tu di tua ' famiglia in seno5

Mei patrio suol . . .

Guai. io/,, son deserto in terra:

Famiglia e pitria e npio desfcin mi ha tolto.

Imog, (Si accresce il mio terror sè più l'ascolto

Poiché d' alcuna aita

Giovarti non mi lice, addio.-. .Se un giorno

Fia che ti tragga degli altari al piede

11 tuo dolor, prega per me, che sono

fi* di te sventurata, (

pet partire)

Gùalé { appressandosi con violenza ) Odimi • arresta

Invan ricusi... a me fuggir non puoi •

hnog. Fuggirti non pég* io l* . Chi sci ? che vuoi?

Guai, QA£ io parh a jjcor 3 Voee suonava un giorn©

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HChe ognun peto* scordar senza delitto;

Fuor che tu sola . ..

Imog * Oh/ chi sei tu? favella,

w Rispondi per pietà...

Guai. h Può la sventura

» Mutar di travagliato esule il volto

* Ad ogni sguardo, non a quel d'amante

Nel dì cui seno è impresso. (si scopri]

Imog. Giusto Cielo!.. •

Guai. Ah/ Imogene!

Imog. E* desso , è desso «

(sì abbandona tremarne nelle sue braccia;

indi se ne allontana sbigottita )Tu sciagurato / Ah ! fuggi . . .

Questa d' Ernesto è Corte»

Guah Lo so • , • Ma tu distruggi

Dubbio peggior di morte.

Qui dove impera Ernesto

Come sei tu? perchè ?

Imog. Nodo fatai, funesto,

A me V unisce . .

.

Guai 9 A te!

Nò * non è ver : noi credo | . .

No, non mi fosti tolta.

Imog. Misera me !

Guai. Che vedo 5

Piangi ? Oh ! furor!

imog. Mi ascolta

Il genitor cadente.

In ria prigion languente,

Perlo , se al Duca unirmi

lo ricusava aucor ...

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i8Guai. Empia '

. % 9 con tradirmi ! • S *

\mog. Periva il g«mtor •

a a

Gii0^ Pietosa al padre; e mecoEri si cruda intanto !

hd io deluso e ci -co

Vivea per te soltanto!

Mille soffvia tormenti ,

1/ onte sfidava, i ventij

Sol per vederti in g^uo

Del m ;o persecutori

Perfifi » / Lai colmo appieno

tifi mAi miei 1* orrorintog

u Ali/ tu d* un padre antico J

Tu non tremasti accinto :

Scudo al pugnai nemico

Ei non avea eh il pianto...

1 irrighi suoi tormenti

3Non furo a tè presenti,

Ti<*u lo vedesti pieno

IV affa uno e di s.|uallor • *

ÌSon Maledirmi almeno;

Ti basti il mio dolor „

Alcun e* appressa . , Ah ] lasciami*

Guai «e tu fossi udito!

Guai. Or che tu itT hai tradito3

Nessun tremar mi fin .

( escono U damigelle dì Trnogene col figlio

suo Essa lo vede e gr?da atterrita )

Tmog Ah ! ! figlio mìo 1

Guai, {percosso) <lw ascolto*

fcéostati . . ( afferra il fanciullo e n0

allontana Imogenc )

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*9Imog.

(spaventata) Oh! Ciel!

Guai* ( contemplandofremente )Qua! volto

Figlio è ci5

Ernesto . . . ( la sua mano si

arresta sul pugnale)

Imog. Ah! è imo . ..

E figlio mio . . . Pietà.

( al grido d hnogene Gualtiero si arresta perples-

so 9 indi commosso le restituisce il figlio)

Guah Bagnato daile lacrime

IT un cor per to straziato 9

Lo rendo alle tue braccia,

Lo dono al tuo dolor .

Ti resti per memoriaI)

5

un nodo sciagurato

Eterno sia rimprovero

Del mio tradito umorImog, Non è la tua bell'anima^

Noti, è Gualtier cambiata.

Ì\ì queste dolci lacrime

lo la ritrovo ancor .

Deh ! fa che pegno scorrano

Ch'io moro perdonata..

Sian dono amaro ed ultimo

D' un infelice amor .

(Gualtiero si scioglie da lei , e rapidamente\

si allontana)

SCENA X,Imogente e Damigelle 9

indi Adele

Imog. Grazie 9 pietoso Ciel, grazie ti rends

Il materno mìo cor. {abbraccia ilfanciullo 5

indi lo rende alle Damigelle)

Ite . . . vegliate

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40>dir innocente j e non àrdisòa alcurta é

Se, pur cara le sono.

Rammentar <;uel eie vide.

Damigella parfonò col fanciullo t odesi

musica guerriera)

Ahimè I qua! sUOQO

Che rechi ò Adele

&de Inaspettato arriVa

Il Duca vincitore

ttnog. Egli ! . • gran Dio !

Ili qual momento ei giunge!

vide II popol vola

Incentro al suò signor 9 é di festiva^

H lieta pompa già Caldera splende.

Vieni / Te «ola attende

li nobile corteggio

.

tmog. Andiamo. Ah -

! qu^fito

U' ogni fiero mio caso e il più funesto.(patlonè

8C$VA XT.Esterno del Palazzo di Oaldo»-a, illuminato.

Marcia miluarc : applauso dei Cavalieri,

indi Ernesto

Coro di Guerrieri

Più temuto, più splendido nomeDel polenta Signor di Caidora

iMon »nt'«e Sicilia finora

Della fuma «Ui vanni volar,

la fortuna gli pot^e le chiome *

La vittoria se^uì le sue vele;

bail*> appieno »1 Pirata crudele

Ch* la possa ne ardiva sfidar-

-In un giorno le quadre fur doni*,,

i

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stGlie deli* onde usurpavan V impero j

Jn un giorno fu vinto Gualtiero,

In un giorno fu libero il mar

.

Più temuto9più splendido nome

Non si udì per Sicilia eccheggiar

.

firn. Si f vincemmo, ed il pregio io sentQ

Di 01 nobiie vittoria;

Bla che vostra è la mia gloria D

Cavalieri , io sento ancor .

Se divisi nel cimento

Fur gli affanni e le fatiche- 9

Dividete in muri amief^La m ja gio]3 t il mio splendor •

poro. Come in guerra invitto e auriac?

^

i>ei portese e umano in pace;

La bpotade nel cpo cuore

Va del pari col valor*

%tn. v ( Nel sangue nemico

91 Mi tinss furente §

55 Ma l$ anima ardente

55 oziarsi non può È

35 Tu vivi, o Gualtiero *

55 Tu fuggi impunito.

55 Quel saf,y«e abborrito

» Versato non ho )

$Gm\ XILfmogent , /id*U Damigelle , è fotti

£ Ernesto va incontro ad Imogene )

Ern+ Mi abbraccia, q donna. ..Che veg* io*.

dimessa£

Afflitta tanto troveranno i prodi

h* consorte del Duce^ Al imQ trionfa

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Tal prendi parte?

'Impg. Di vederti illeso

Mi allegro io solo, altro non lice ad egra

Languente donna, ed a qual punto il sai.

prw. Tristo è il tuo stato ; e mi è palese assai

Ma volto in meglio ei fia , ehe a te por menteQuindi io potrò,, ne più lasciarti io spero4

Il traditor Gualtiero

Fugge sconfitto 9 nè che più risorga

A nuova guerra, e ancor mi sfidi io temo.lhnog* (E i*ei giungesse ? Oh mio terrore estremo!)

fèrri. Ma dì: qual sei pietosa

Desti a9

naufraghi asilo t4Imog. (Oh 5 Ciel!)

,Fm. Contezza

Deli9

esser* loro hai certa ?

Imog. Agi9

infelici

Dar pria soccorso, e interrogarlo poscia

Fu mio pensier.

%rn t A me dinanzi io quindi

11 Duce loro' appello,

Col Solitario che dal mar fremente

Li ricettò primiero

,

Eccoli' SCENA XIIL

'Solitario 9Gualtiero , ttulbo 9

Pirati e detti

( si fermano in fondo )

Jmog. ( Aita, o Ciclo)

\$ol. (piano a Gualtiero) ( Ardir > Gualtiero

( avanza )Degli stranieri accolti

N «1F ospitai tua terra 9 eccoti insjanzi.

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3*Signore, il Condottieri

Érn. A me si appressi,

B snic*ro risponda.

( Gualtiero vorrebbe presentarsi ed * prevenuto

da Iculbo )

Itul Eccoci

ìmog (U suo disegno 9 o Ciel , seconda. )

^ Gualtiero rirnan* confusofra i Pirati ; Rrnesr*

osserva attentamente liulbo)

Iirn. All'accento, al marito , ali' armi

Tu non gei di questi Udì

Guài* ( Oli! furo / e ho da frenarmi? JìruL In Liguria il giorno io vidi,

Ern* h tu sei ?

ÌìuL Di quello stato

Capitano veutiiri 4

*r-

Mm Quelle terre asilo lian dato

ri òli fettone# $1 vii i*uaitier.

ftuft ( Vile/)

$o/. ( 4fa j taci sconsigliato.)

\tnl. La si accoglie ogni strauier.

jEr/j. Ma soccorso ei vi rinviene

Di navigli e di Corsari . . .

Mi è sospetto ognun ch« viene

Da qu«i lidi, e da qu ji fliar| ...

Fische meglio a me limosino

Non è il nom* , e l'esser vostro d

Ju Caldora teserete

Rispettaci prigioniera

ìtul( Frigiouieri!

)Irnog. Ahimè /

)Sol. (Ti frena*)

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*47tùl

\mog

Cruda legge, o Duca , imponi.

Tu ohe sai la nost ra pena, ( a Imogené)

Nobil donna 5 t'interponi

Ah! signor così inclemente

Non ti trovi amica gente.

Da fortuna afflitti, oppressi,

Infelici assai son essi;

11 ritorno ai patrii lidi

Guai.

Sol.

ÌLrn. (

Itul.

Cuoi,

hnog.

(

Ai dolenti non negar.

Traditori")

Imog.

( Deh/ taci/ )

dopo aver pensato ) Il vuoi ?

Partan dunque al nuovo albore.

Generosa / .. ai piedi tuoi

Rendiam grazie del favore.

( Lutti i Pirati si postrano ad \1nogen9

Gualtiero con essi )(Imogene / ... un solo accento ... )

( Sorgi oh !.. Dio/ non ti svelar. )

( ìtulbo e il Solitario si volgono ad Ernesto

egli parla sotto race ai Cavalieri. Guai-*

tiero sorgefra i Pirati , t parla furtiva-

mente ad imogene")

( Parlarti ancor per poco J

Pria di partir , pretendo . *

.

In solitario loco,

Qual più tu vuoi, t'attendo...

Se tu ricusi . . . trema . . •

Per te , per lui , pel figlio . .

.

Notte per tutti estrema

Questa , o crudel , sarà*)

(Scostati..* Oh! Dio! tei chiedo»

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i

IT impongo a te piangendo • •

.

Lf ultimo mio congedo

.Abbi in tal punto orrendo,!

Non t?

osti«ar, ti premaDel tuo mortai periglio . . {

Della mia pena estrèma f

Dei mio terror piata . )

Io volgo iti cor sospetti

Ch'io stesso non comprendo*

All'opre loro, ai detti

Giovi vegliar fingendo..

Cavai, f ( Quieti esplorar ci prema

( 60 approdi alcun naviglio :

( Se v'ha'cagion di tema

( L' acciar li preverrà .

hul. e Sol* Osserva . ah/ tutto ancoraIl mio timor riprendo

Lo «consigliato ignora

Il suo periglio orrendo.*.

( A questa prova estrema

( R'-'ggiam con fermo ciglio :

( 8i asconda altrui la tema

( Clio palpitar ci fa .

wEbben ; cominci , o barbara, ( ti mùo ve

La mia vendetta,* furibóndo v^rsot

d' Ernesto ){con un grido) Afy! ...io moro

( s' abbandona fra le braccia delle sue Damigelle )Ern (volgendosi ) Che avvenne? (accorrendo

da lei )Imi. e Sol. (a Gnal. allontanandolo) Insano/ scostati

Guai. ( Oh/ cjual furor divoro/)

Adeh

Cùah

tmog.

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Ern. D* onde sì strano © subito

Dolore in lei ! perche ?

iddel. Egra , languente5e debile

Più dell' usato forse t

Tal non dovea l'improvvida

Al ciei notturno esporse . . .

Ern. AH© sue stanze traggasi ...

Adel* Vedi : ritorna in rè .

( Imogene si scuote cerca sbigottita

Gualtiero3e reggendolo in distanza

fra i suoi, prorompe in un grido)

Imog. Ahi parùarno ; i miei tormenti

Sian celati ad ogni sguardo .

Tremo 8 avvampo gelo ed ardo

Gonfio in sen mi «coppia il cor

Ern. Imogene ! ( ~v~ * i ti- ) vuali accenti!

Cavalieri Infelice (x

Qual delirio in lei si desta ?

Piena, ambascia non è questa,

Ma trasporfo, ma furor.

Guai Raffrenar mie furie ardenti

La ragione invan si attinta *

Affacciar la man si avventa »

Alla strage anela il cor

.

Itul. e Sol. Vieni , fuggi • . . ornai cimenti

Colla tna la nostra vita. ..

Deh / risparmia la smarrita ;

Ella more di terror .

Coro. Ah/ signor , sì strani accenti

Tu condona a donna oppressa ...

(Per pietade di te stessa

Vienifascondi il tuo dolor . >

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Imogene è tratta altrove dalle sue Damigelle t

Gualtiero da Itulbo e dal Solitario è trascinato

fuori Ernesto, in mezzo ai suoi Cavallivi /ri*

mane assorto in gravi pensieri*

Fine deli/ Atto Frim©

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ATT O SEC ON D OSCENA PRIMA

Sala che mette alle stanze d* Tmogene

Coro di Damigelle^ indi Adele f

Coro* Cjl he rechi tu ? non cesea

Ella dal pianto ancora ?

Ade. Meno agitata e oppressa 5

Sonno cercar sembrò.

Itene voi per ora $

Qui sola io vtglieròj

Tutti Prolunghi il eie! pietoso

il breV.e suo riposo :

l'ace per lei sia questa ]

Che desta —*- aver non può .

( Le Damigelle sì ritirano )

SCENA «.Adele e Imogene .

Ade. Vieni \ s'mm sole alfin ... Neil' atrio estrema

Scender porrern non viste.

J[rnog .( per partjr* 9 indi reggendosi appena )

Ah! no, non possa.

E da terror percosso,"

Sbigottito è il mio cor.Ade: Gualtier non parte,

&e te non vede,., ei mei giurò pur ora,

E VjCiqa ^ tu il vodi, è ornai l'aurora.

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Xifing. Funesto pawo è cju*sto

Spaventoso ±. mei credi... Eppur mi è forza ;

Coropirlq , e prevenir cólpa maggiore.

Andtdtn.*, Ma tjual ruuioréJ

Alcun * appressa.

<Àde, A queste soglie ! in questa

Ora sì tardai... Ah! fuggi, è il Duca.

SCISMA J I f

.

Ernesto e dette

4trm ( Ad Imogene che vuol ritirarsi ) A rresta\( ad un cenno d' Ernesto Adele parte )

Ognor mi fuggi/... Ornai venuto è il tempoCU' io mi ti ponga al fianco 5

« squarci il velo

Di cui ti copri del tuo sposo al guardo

Morbo accusar bugiardo

Più del tuo duol non vai ... Egro è il tuo cuore,

li tuo cuor solo.

Imagi Ah ! si > ti' affinino ei muore

.

Lontana , il sai >profonda

E inesauribil fonte

Hanno i miei mali. Una famiglia oppressa.

Un genitore estinto ...

jEtn,( interrompendola) E un nodo, aggiungi $

Un detestato nodo, e il non mai spento

Pel tuo Gualtiero amor...Jrnog. Oh ciel che sento *

Che mai rimembri.* Ahi Crudo/Ti basti eh* io son tua , tfhe madre io sonoDel figlio tuo; ne ritentar mia piaga...

*

Ch'ella gema in segreto almen t'appaga»

Urn. Tu mi apristi in por ferita

Della tua più sanguinosa

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So ,

Empia madre e iniqua sposa 5

Mal tu celi un cieco amor.

ìmog, Quando al padre io fui Capita

Questo amor non era arcano :

Tu volesti ia mia mano,Nè curasti avere il cuor,

£rn Oh t furore ! E il vii Gualtiero

Ami dunque... ed io t'ascolto/

L' ami? parla . .

ìwog* {con somma espressione sempre crescendo)

lo 1' arno , e vero ; ^Ma qual i*ama un uom sepolto;

Ma d5

amor che non ha speme 5

Che desìo 5 che ben non ha t

Col mio cuor si strugge insieme

Col imo cuore insiem morrà,

a 2

£rn. Ah/ lo veggo; per sempre mi è tolta

Ogni speme di un tenero affetto :

Non mi resta cìie il tristo diletto

Di strazia?* chi dolente mi fa.

Imog. Ah! lo sento: fra poco disciolta

Fia quest5

almi dal fragil ìuo velo

E trovar le fia dato nei cielo

Quel riposo che in terra non ha.

SCENA IV.

Si presenta un Cavaliere, che consegna

un foglio ad Ernesto.

'Mrn. Che rechi ?

imog* ( Ahimè ! che fia ? )

Ern m (leggendo) Gualtiero! in queste spoude/

Jmog. Ciel!

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5tfèrri. Nella corte mia

Il malfattor s'asconde/

ìmog. Ah ! noi pensare ...

Ern. Oh ! rabbia 1La sposa a lui parlò !

Empia! che in mano io ¥ abbia 95 $

Parla . . . dov'è ?

ttnQg Noi 80 .

Erri, Io . . . io ... lo rinverrò %

a 2.

Imog. Ah! fuggi, spietato I

U incontro fatale •

Ignudo il pugnale

Sul Capo ti sta •

Di sangue assetato

Già scende . .già piomba £

Ahi teco alla tomba

li figlio tranà .

Fra. Al giusto suo fato

Un IN urne lo guida £

Che più ci divida

Barriera non v9

ha .

Trafitto , svenato

Già cade \ già langue • • l

Col vile suo «angue

lituo scorrerà. (Ernesto si seioglie

furiosamente da Imogéne : Essa lo

s@guo smarrita)

SCENA ViLoggia nel Castello di Caldora come

neir Atto primo

.

L?

alba è vicina

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téGualtiero ed ìtù Ito

Guai Lasciami ; forza umanaNon può mutar mia voglia .

A morte esponi

Te stesso e i tuoi * se indugi ancor , se fuggiL9

ora prefissa dal feroce Ernesto .

Guai Jo noi pavento: alla van&etta io resto .

Ella sarà tremenda f v

Se ricusa Ipnogene udir 1* estremaProposta mia... Non replicar. Stian pronti

I nostri fidi al cenno : a caro prezzo ,

Se mi seconda Itulbo,Vendrem nostre vite a quel superbo .

itiiL La mia risposta io serboAli

9

ora del cimento.Vital. Odo di passi

Incerto calpestìo.

£T deeaa , è desaa . . . . Ornai ti scosta -

M- Addio.

(partè)

SCENA VI.

Imogene e GualtieroImog. Eccomi a te Gualtiero,V liltima Volta a te. . . Sian brevi i detti;Poiché scoperto sei.

Parla : che brami ?Guài Ormai saper tei dèi.

Mi cerca Ernesto... OffrirmiA lui degg'io ..Pronto è V acciar... Io vibrefe

Se non mi segui.

tmog. Oh / che dì tu ?

Guai» Due navi

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55Mi raggiun*^., de* miei . . , Pugnar poss'io ;

Pur vt> fuggir-... T'amai! crudele; e< proviDi perderti i' affanno .

ìmo«'!

Ah! no giammai.bori rea, Gualtiero , ed infelice assai.Parti.

Guai. < Noti Io sparar. TJ mio desinoyui m'incanna : qui veudetta o mori:©Avrò fra poco.

Imog. £ speri tu*Gual

- L'ignoro.Altro non so , che di te privo io moro

( Imogene vorrìa rispondere e piange.( Gualtiero «

intenerito)v

Vieni: terebiam pei mariAl nostro duol conforto .

Per noi tranquillo un portpL'ampio Oceano avrà

,

Irnog, Taci « rimorsi amari

Ci seguirai! per V onda .

Lido che a lor ci ascondaL'immenso mar non ha,

GuaL Crudele / e vuoi ? . .

.

IrnoS- CorreggereL'error di cui siam rei.

Guai, U deggio dunque?Ln°g> Vivere^

E perdonar tu dei #

Gual é. Oh: legge amara é barbara/

LuuS- Ma giusta . Addio, Gualtier.. SCENA Vii.

Ernesto in fondo alla Scena e dettiErn

( G u altiero / . . ; E5

desso. )Afa/ sentimi.

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34f.rn. ( Oh 1 gioia ! è in mio poter . )]

a 3

Guai n Cerio al destino orribile

„ hv d'og-ii ben mi pi iva?

» Ma comandar chrio viva f

„ Barbara , non puoi tu.

Smog. » Tutto è ad un cor possibile

Quando lo guida onore;

„ Del tuo des in maggiore

,5Ti render» virtù.

Erri. » ( limpi/ su voi terribile

j, li mio furor già pèndei

,3Piiù «paventoso ci scende

„ Quanto frenato è più. )

Smog. Parti alfine: il tempo vola

Guai. Ah / un addio

Em ( avanzar dosi ) L'estremo ci sia.

imhg Cielo* !

Gw#/ ( arretrandoci ) Ernesto?

Imog (ponendosiJn mezzo) Ah/ va t'invola,

jft/A/ tVjggi invano all' ira mia:

Guai. io fuggir / furente 5itisànò ,

Ti cercai due lustri invano j»

TSè la «ete del luo sangue

Per due lustri in me scemò.

Esci meco*

J?>/i. Si, ti seguo.

Jmo°> Ah/ pietade.

hm.eGual Sàngue io vò.

Imog, iUG ferite, me soltanto

Chr* io perisca io sola . io sola .-

Ah dal Cielo, o bpt ; t'invimi,

Nega il giorno a tùàìio Òrror>

Gunl.ed Ti kttbntuna.?. è vano il piamo ...

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35Èrn. Sangue io voglio, e fii versato. —

Sei pur giunio, o di bramato

Di vendei -a e di furor (partono)

f Esce Adele colle Damigelle, imogene si get'

nelle sue Iira&

SCENA VlHAdele

yImogene e Damigelle

Ade. Rveu» urala / fa core .

Alle tue stanze riedi Ella non ni" ode ,

Pallida, fredda muta Oh! Giti! rimovi

Da questa mura f infortunio orrendo

Che ne m naccia,

{od<*si dri lontano strepito e tumulto di hattagliai)

lmog (risquo endosi) Uve son io* • . .die uuetido?

Cozzar di brand* , e voci

Di tumulto e furor::: \h\ ch'io divida,

Ch'io disarmi i crudeli !

Ade E tu vorresti * ...

smog. Separarli, o perir «— Inveiti mi arresti.

(partefrettolosa. ÀdeU e le Damigelle la seguono

SCENA IX.

Atrio terreno nel Castello: d'ambi i lati passag-

gi che mettono ade alt re aale : di fronte gran-

di arcate, oltre le quali vedesi L* esterno

J

con cascata d' acqua . su cui pa«ga un ponte

eh* conduce a Cartello.

Al suono di lugubre marcia i soldati dt Ernesto

entrano collarini di lui , e ne fanno un Trofeo-—Vtrigono quindi i Cavalieri tutti afflitti e pensosi,

indi Adele e le Damigelle. Tutti si aggruppaneita orno al trofeo.

Vav. e Dam, tasso ! peri^ rosi

£WU anni sufii sul fior/

h per chi mài ? jper chi ?

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36Per man d'un traditor,

Di un vii Pirata/

jideieDam* Ohi sciagurato re^to

Che perdi il tuo sostegno!

Ma tu per cui mori 9

in sì funesto ili5

Più sventurata !

Tutti Vendetta intiera, atrocef

Giuriamo ) ,

. ( sjd unti vt ce —

*

vxiuratej

E vile, è senza onor

Chi non persegue ognor

Il rio Pirata.

( 1 Cavalieri giurano vendetta sull'armi d' Ernesto)

sqiWA x.Da ima delle Gallerie delfondo si evanga QualiUro

ravvolto nel suo manto9in aria cupa e pensosa,

Ade. Ijtfùstb Cielo! Gualtiero/

Coro Gualtiero! Ed osi

Mostrati a noi ? Pera il follen

Guai ( con voce imponente ) Fermate.

ISscssun si appressi. Uomo non v ha che possa

T\è spaventar9ne disarmar Gualtiero,

l argo al partir sentiero

'A presi a' miei seguaci, e ali ira vostra

Me volontario espongo.

Vendicatevi nifi.ni Tacciar òe^oa^o^getta il/erro

Ade Che tonto ?

Coro. Oh? insano ardii !

Guai. La morte attendo

^etii&a tremar,

Coro f.a morte! Eppur conviene

Che t* oda in prima e ti condanni il pieno

De 5

Cavalier consiglio.

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Guah Ebhen si aduni9

Senza indugiar* Pofcria -fuggirvi aurora

La vittima di mano . . . lineo v possenti

E a tutto osar capaci

Io conosco, o guerrieriy

i miei mteQkèh

( Breve silenzio Gualtiero volge gin occhi £ in-

torno ravvisa Adele . « a Ui si avvicina commosso)

Tu vedrai la sventurata

Che di pianto oggetto io resi ;

Le dirai che s9

io f offesi,

Pur la seppi vendicar.

Forse un dì con ir»e placata,

Alzerà per me preghiera 9•

lì *errà pretosa a «era

Sul mio sasso a lacrimar •

( odesi sfumo di trombe dalla sala del Consiglio)

Cavai. Già si aduna il gran Consesso ;

Vieni/ e pgnsa a discolparti

Guai Condannato da ine stesso 9

lo non penso che a morir.

Cavai Ah / costretti a detestarti,

Pur diam lode a tanto ardir i

Guai. Ma non fia sempre odiata

La mia memoria5 io spero ;

Se fui spietato e fiero 5

Fui sventurato ancor .

E parlerà la tombaAlle pietose gsnti

De'lunghi miei tormenti,

Del mio tradito amorCavai. Ah! parlerà- la tombi

De 3

tuoi misfatti ancor •( pane coi Cavai)

SCENA XLAdele e Damigelle.

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38Compiangere il crude! : gemere è forca

Un magnanimo cuor degenerato

Jer avverso dUfgxipi . « , Ma chi «'appressa?

l a misera lmogeue3

Asporta m suo dolor Coro Lassa a che vi ene*

SCENA XI l.

Imogeneteànend* ilfiglio ptr mano, s inoltra a lenti

passi- guardando intormo smarrita, Ella e d dirante .

Irnog Oh* fi

9

io potessi dissipar e nubi

Cile mi aggravati la fronte ! .. e giornobo «era ?

Son io «elle mie case , o son sepolta ?

Ade Lassa / vaneggia.

Jnog.(prendendola in disparte} Ascolta

Geme l'aura d'iqttiruo — Ecco l'ignuda

Deserta riva,- ecco ghcer trafitto

Al mio fianco un gu«rrier... ma non è questo,

Non è questo Gualtier .» E desso Ernesto.

Ei parla..* ei chiama il figlio...

31 figlio è salvò... io lo sottrassi ai colpi

Dei Malfattori. , a lui si rechi ... il vegga

Lo abbracci, e mi perdoni anzi eh' ei inora^

Deh! tu innocente, tu per «ie l'implora.

Col sorriso d%

innocenza ,

Collo sguardo dell' amor e

Di perdono , di clemenza,

Deh/ favella al g*nitor

Digli , ah / digli che respiri 5

CJio sei libero per rne,

Che pietoso un guardo ei giri

A chi tanto oprò per te.

( odesi dalla Sala del Consiglio Un lugubre su^no )

Qual suono ferale

Ecch ggia rimbomba?Del giorno finale,.

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95È* questa la rombai

Udite . ;

.

Cavai. ( dalle Sale ) TI Consiglio

Condanna linaltier.

Imog. Gualtiero! ... oh periglio/...

tgli è prigioner/

Spazate ì suoi nodi.

Gli* e* fugga lasciati, j.

Che veggo i ai custodi

In mano lo date . •

.

Jl palco funesto 4

Per lui s' inalzò .

Oh , Soie ! ti vela

Di tenebre oscure . . 1

Al guardo mi cela

La barbara scure ...

Ma il sangue già grondn ;

3Mj tutta m* inonda , •

D5

angoscia, d' aftiiino,

VP. orrore morrò *

Adele e Ah / vieni : riparali

Dani. A s«anze più chete :

Altrove procurati

Conforto, quiete .—

>

( Delira 3demente .

Consiglio non sente. «.

Al duo! eh* l'opprime

Più regger non può . (parte correndo:

le Damigelle la seguono )

SCENA U L T 1 Ai A

Gualtiero in mezzo alle guardie 9 e Cavalieri,

indi hulba e idrati, per ultimo Imogene colle

sue Damigelle

Cui al5 n La tua seaflenffa lu.h^ti 5

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4on TI tuo dettin ti è noto J

99 Ma noi possiam di un voto

,5 F«rù contento ancor

.

99 i aila che voi?

Guai- „ Nuli5

altro*

99 Fuor che ipedita m^rte:

59 Incontro alia sua sorta

99 Vola ansioso il cor ,

Cavai. 9) P*go sarai . . . Guidatelo

9i Tosto a morir . . é Quai grida , .

.

( odesi ^ran tumulto di fyw )

Voci lori 9| Viva Guaìtier.

Cavai 99 Ci assalgono

99 I fidi suoi. . si uccida.

99 si precipitano da varie parti i Pirati)

ItuL 95V01 soli, voi morrete.

9n Compagni il difendete . .

.

( si azzuffano e si d sviano combattenda ; esce

Imogene trattenuta dalle sue Damigelle)

Imog. 95 Lasciatemi * lasciatemi ,

99 Io vo' saper chi niuor;

( Gualtiero attraversa il ponte inseguito da suoi ee.

95 Gualtiero ! Guaitier . : .)

LuaL ( ai Pirati)55 Scontatevi

99 L'impone il vostro Duce *

99 Una abborrita luce

99 Fuggo così ( si precipita dal ponte

Jmog. ( con un grido sviene nelle braccia delie sue

Damigelle.

Tutti. ^ Che orror /

FINE

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I

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