La scultura romanica

17
La scultura romanica La scultura romanica

Transcript of La scultura romanica

La scultura romanicaLa scultura romanica

Dopo l’anno Mille anche nella scultura, come

nell'architettura, si ha un momento di rinascita e rinnovamento . Il linguaggio scultoreo è diascendenza tardo-antica e plebea e viene superata

la bidimensionalità dell’arte bizantina e il gusto per

l’ornamentazione stilizzata tipica di quella barbarica. La scultura è legata all'architettura ed ha una

funzione decorativa delle strutture architettoniche. Le

figure sono caratterizzate da volumetria e plasticitàe sono collocate in spazi che richiamano la realtà .I temi che si prediligono sono molto vari e possono

essere a carattere religioso come storie della Bibbia,

del Vangelo e della Genesi, oppure fare riferimento alla vita quotidiana come i mestieri o raffigurare

mostri fantastici e decorazioni geometriche .

L'intento delle rappresentazioni scultoree in questo

periodo è quello di trasmettere un messaggio morale e religioso che al popolo, per lo piùanalfabeta, sarebbe risultato altrimenti oscuro.

Capitello di Cluny

Il timpano del Giudizio finale di Autun, dettaglio, 1130 circa

Nelle chiese romaniche le decorazioni a rilievo o inserimenti scultorei si concentravano:- nei timpani- nelle ghiere degli archi- nelle strombature dei portali- negli elementi ornamentali delle facciate- nei capitelli- nei fonti battesimali- negli amboni (pulpiti)- negli arredi liturgici

Accanto ai temi religiosi troviamo anche soggetti allegorici e profani illustrati attraverso i

mestieri , le stagioni , i mesi , i segni dello Zodiaco che simboleggiano i cicli della vita.

Chiesa di San Martino a Lucca, parete di fondo del portico: raffigurazioni dei Mesi sotto le arcate; i tondi contengono i segni zodiacali.

Duomo di Piacenza, il ciclo dei mestieri nei piloni interni.

Particolare scultoreo alla base di una finestra nella facciata est della Cattedrale di Barletta

Chauvigny (Francia), capitello.

Vézelay, chiesa di Sainte-Medeleine, capitelli.

Contro le decorazioni rappresentanti i mostri infernali, che avevano la funzione di turbare il fedele alla visione dell'inferno, si schierò Bernardo di Chiaravalle.

L’Abbazia di Moissac, fondata nel secolo VII e affiliata nel 1047 all'ordine di Cluny, è

collocata lungo una delle quattro vie di pellegrinaggio che nel Medioevo conducevano

verso il santuario di Santiago in Compostela. Dell'antica abbazia sussistono ancora la chiesa e il chiostro, che sono tra i monumenti più celebri dell'arte medievale. La chiesa

attuale è un edificio a una navata, senza transetto, con cappelle laterali realizzate tra i contrafforti che sporgono all'interno.

Abbazia di Moissac

Moissac

Moissac, (Francia), Chiesa dell’Abbazia di San Pietro

Il portale di Moissac

II timpano di questo portale, realizzato verso il 1130, è tra i capolavori della scultura romanica.

Al centro della composizione trionfa il Cristo, cinto da un'aureola, che tiene nella mano sinistra il Libro della vita, e alza la mano destra in un gesto di benedizione. I tratti fortemente segnati, gli occhi brillanti, la barba e i capelli ripartiti in ciocche simmetriche contribuiscono al senso di potenza e solennità trasmesso dalla sua persona .

E’ circondato dai quattro evangelisti, rappresentati attraverso i loro simboli: il giovane alato (S. Matteo), il leone (S. Marco), il toro (S. Luca) e l'aquila (S. Giovanni). II resto del timpano presenta i ventiquattro vegliardi dell'Apocalisse che, disposti su tre registri sovrapposti, girano i loro volti stupiti verso il Cristo.

Il timpano poggia su un architrave, decorato da

otto rosoni incorniciati da un cavo che esce dalla bocca di due mostri, posizionati a ogni estremità.

Il pilastro del portale , imponente, è un blocco

monolitico ornato da tre coppie di leoni rampanti, i cui corpi a X si sovrappongono. Sulle facce laterali

del pilastro sono scolpite le due figure

smisuratamente allungate di S. Paolo, a sinistra, e

di Geremia, a destra. L'artista trascura tutte le leggi dell'anatomia, allungando all'eccesso il

modulo dei corpi dei due personaggi per coprire

tutta la superficie a sua disposizione. I due personaggi, però, nonostante l’allungamento

eccessivo dei corpi, mostrano volti ben

proporzionati e sguardi intensi.

Sugli stipiti dei piedritti appaiono S. Pietro, patrono dell'Abbazia, e il profeta Isaia.

Wiligelmo e i rilievi del Duomo di ModenaIl creatore della Bibbia di pietra

Il nome di Wiligelmo è tramandato solamente da un'iscrizione sulla facciata del Duomo di Modena: "inter scultores quanto sis dignus onore claret scultura nunc Wiligelme tua" (quanto tu tra gli scultori sia degno di onore è chiaro ora, o Wiligelmo, per le tue opere scolpite).

L’importanza del Duomo di Modena risiede, oltre che nell’impianto architettonico, anche

nell’apparato scultoreo che riveste la facciata, i portali e le membrature interne ed esterne caratterizzandosi per una concezione nuova delle forme e dello spazio .

In facciata sono state murate quattro lastre con storie della Genesi. Si tratta, secondo alcuni

critici, di quanto rimane di un pontile smembrato in epoca ignota.

Le scene si susseguono in narrazione continua al di sotto di una sequenza di archi su mensole e

su colonne che idealmente le separano.

Creazione dell’uomo, della donna e peccato originale.

Rimprovero del Signore; cacciata dal paradiso terrestre e condanna al lavoro della terra.

Lastra 1

Lastra 2

Uccisione di Abele da parte di Caino; maledizione di Caino.

Uccisione di Caino con una freccia da parte del cieco Lamech; l’arca di Noè; Noè e i figli dopo il Diluvio.

Lastra 3

Lastra 4

Lastra 1

La prima scena raffigura Dio Padre in una

mandorla sorretta da due angeli; segue la

creazione di Adamo; la scena successiva

rappresenta la creazione di Eva che sorge

dal corpo addormentato di Adamo.

Si noti in queste due scene la resa

anatomica del corpo di Adamo e la sua

plasticità, uno dei maggiori risultati

dell'arte di Wiligelmo.

segue la scena del Peccato Originale,

dall'esecuzione meno fortunata.

Gli episodi fondamentali sono collocati

secondo una sequenza cronologica , la

cui narrazione è leggibile da sinistra a

destra. Gli spazi, al di sotto delle arcatelle

sono semplici, scarni, essenziali : si noti la

roccia e il fiume su cui è adagiato

obliquamente, come un burattino senza i fili,

il corpo di Adamo.

Nella scena con il lavoro dei progenitori, l’autore

rende il senso della fatica diurna attraverso la

posizione dei due corpi chinati nell’atto di zappare

la terra intorno ad un albero e la collocazione sulle

due teste dei capitelli pensili, per far percepire il

sacrificio cui sono stati chiamati a compiere sulla

terra.

Lastra 2

Adamo ed Eva, nudi, sono in piedi davanti a Dio

creatore che, con espressione severa punta verso

di loro l'indice della mano destra. I progenitori

prendendo coscienza del loro peccato e

nascondono il volto con la mano sinistra, mentre

con la destra coprono le loro nudità. Segue la

cacciata dal paradiso terrestre.

Lastra 3

Nella terza lastra sono raffigurati l’offerta

all'ara del Signore da parte di Caino e Abele;

l’uccisione di Abele e la maledizione di Caino.

Caino uccide Abele con un colpo di bastone

sulla testa. In questo particolare la scena è

rappresentata con forte realismo evidente

nei volti e nei gesti dei personaggi .

Nella scena de la maledizione di Caino, Dio

Padre pone la mano destra sulla spalla di Caino

in un gesto di condanna e maledizione; nella

sinistra ha un cartiglio in cui si legge: «Ubi est

Abel frater tuus» (= Dov'è tuo fratello Abele?

Gen 4,9).

Gli effetti della condanna saranno visibili nella

quarta lastra.

Lastra 4

Lamech, raffigurato cieco, con il passo vacillante e con il copricapo caratteristico degli Ebrei nel Medioevo, ha

l'arco in mano ed ha appena scoccato una freccia che

ha colpito alla gola Caino, il quale cade come fulminato, in ginocchio, reclinando la testa all’indietro

per il contraccolpo e aggrappandosi al ramo del grande

albero, nel tentativo di sorreggersi.

Nella scena con l’arca di Noè, l’artista riprende il testo

biblico e realizza un’arca secondo le indicazioni che il

Padre Eterno ha dato a Noè, cioè a piani, ma la costruisce come se fosse una basilica romanica, con

quattro arcate nella parte inferiore e altrettante nella

parte superiore. Quelle inferiori sono tutte chiuse, due delle superiori, invece, sono aperte. Da queste si

affacciano i visi di Noè e di sua moglie, che guardano

nelle direzioni opposte, a destra e a sinistra. In basso vi

sono raffigurate le acque del diluvio.

Anche in queste scene, gli sfondi sono semplici e quasi scarni .