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CINETICA CHIMICA
• Una generica reazione chimica prodottireagenti
......... FfEeBbAa
.......... 44332211 MMMM
si può scrivere, stechiometricamente, come
i
M
i
i
i
n
MM
da indip. costante o;avanzament di grado
ricostechiomettecoefficien
compostoesimo-idellomolecoledinumero
compostoesimoi
i
i
i ii
n
M 0
• La velocità a cui ogni reagente si consuma è proporzionale al proprio coefficiente stechiometrico e si
definisce una velocità di conversione J:
dt
dn
fdt
dn
edt
dn
bdt
dn
aJ FEBA 1111
• La velocità così definita dipende dalle dimensioni del sistema e si preferisce usare le concentrazioni
definendo la
Velocità di reazione VJ
r
ii
i
i
cdt
tdcr
1)(1
oricatalizzat di presenza
pressione
atemperatur
ioniconcentraz
• r dipende da
ci occuperemo soltanto
di questi parametri
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• in generale ogni reazione procede in entrambi i versi ed è reversibile
• se si può trascurare uno dei versi
per es. - con conc. dei prodotti trascurabili
- se i prodotti vengono rimossi
reazioni irreversibili • due casi
► Irreversibili con equazioni cinetiche semplici
iim
imm ckcckr 22
11
im
i
im
k
ordine della reazione rispetto al componente i
ordine globale della reazione
costante di velocità; costante cinetica
indipendente dalle concentrazioni
dipende da T, P, presenza di catalizzatori
sia l’ordine rispetto ad un componente che quello globale non sono
necessariamente numeri interi e possono anche essere negativi
► Irreversibili con equazioni cinetiche complesse
non sono governate da una equazione del tipo di quella precedente++
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• qualche esempio di quanto stiamo vedendo
► reazioni con equazioni cinetiche semplici
HIIH 222 2222IHkcckr IH
2252 42 ONOON 52ONckr
COCHCHOCH 43
23
3CHOCHckr
22 22 NOONO 2
2ONO cckr
322 22 SOOSO NO 2
2 NOO cckr
► reazioni con equazioni cinetiche complesse
HBrBrH 222 22
21
221
1 BrHBr
BrH
cck
cckr
2222 22 IOHHIOH
HIOHI
OH ccckcckr222221
• le reazioni, anche quelle con eq. cinetiche semplici possono procedere attraverso vari stadi (“steps”)
ciascuno dei quali è una
reazione elementare
• il numero di molecole che partecipano ad una reazione elementare è chiamata molecolarità
• il meccanismo, la sequenza di stadi o reazioni elementari è, spesso, complicato; due esempi:
23
2232
3252
2 NONONO
NOONONONO
NONOON
NOSONOSO
NOONO
322
22 22 NO agisce da catalizzatore
• le velocità di reazione r devono essere misurate sperimentalmente
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Cenni sui metodi di misura delle velocità di reazione
• per misurare r si segue la concentrazione di un reagente o di un prodotto in funzione del tempo
• una procedura tipica metodo statico:
a b c d e
blocco termostatico
► a, b, ..e sistemi con identica composizione iniziale che vengono rimossi ed analizzati ai tempi ta, tb.. te
► per rallentare il progresso della reazione prima della analisi:
▬ si raffredda
▬ si rimuove il catalizzatore
▬ si diluisce molto la miscela
▬ si aggiunge un’altra specie che si
combina con uno dei reagenti
► si analizza con metodi chimici o fisici
• tipicamente si ottengono dei dati che in grafico si possono presentare così:
ta tb.. tc td te
ci
la tangente in ogni punto ci fornisce dt
dcr i
i
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• alternativamente nel bagno si pongono vari campioni del medesimo sistema con diverse
concentrazioni iniziali e si opera in modo da valutare le pendenze delle curve osservate estrapolate al
tempo t= 0:
ci
t
• metodi a flusso
► continuo
Reagente 1
Reagente 2 Mescolamento dei reagenti 1 e 2
Iniettore mobile Distanza x
velocità v
Rivelazione dei reagenti o prodotti
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► “stopped – flow”
Reagente 1
Reagente 2
camera di mescolamento
fine corsa
rivelazione
di reagenti o prodotti
• metodo della “flash photolysis”
Camera di reazione
lampada flash
luce
“trigger”
acquisizione rivelatore
► la miscela viene irradiata con un lampo di luce
► per fotolisi si genera la conc. iniziale di uno dei reagenti
► si segue la reazione spettroscopicamente
► usando lasers ed acquisizione veloce si possono seguire reazioni in tempi dell’ordine dei ns
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• la interpretazione dei risultati è semplificata
► mantenendo costante la concentrazione di uno dei reagenti
metodo dell’isolamento
► mantenendo una delle concentrazioni a valori molto piu’ elevati di quelli del componente che
viene misurato
si accede alle leggi di pseudo-ordine
p.e.
112212
2112212 FruttosioGlucosio
OHCckr
OHOHC
perché la conc. dell’acqua è costante
• in pratica il problema cinetico è un problema analitico con la complicazione della dimensione tempo
• ogni metodo di analisi/rivelazione può essere usato purchè fornisca il risultato in tempi
sufficientemente minori di quelli nei quali decorre la reazione
• sono usati pressochè tutti i metodi di analisi/rivelazione
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Obiettivi della cinetica chimica
1. determinare le equazioni cinetiche (leggi empiriche)
► utile di per sé e per impostare la progettazione del processo chimico
2. determinare il meccanismo
► importante per conoscere quali siano gli stadi della reazione
► e su quali intervenire per modificarla (si pensi, ad esempio, agli additivi per
regolare la combustione od all’effetto degli inquinanti nell’alta atmosfera)
► anche i problemi di “scale-up” nel trasferimento dal laboratorio agli impianti
sono spesso correlati al meccanismo
3. predire teoricamente la velocità di reazione
• nel seguito ci occuperemo dei fondamenti dei punti 1 e 3 mentre faremo soltanto qualche esempio di
meccanismo senza affrontare il problema della sua determinazione
notiamo comunque che l’obiettivo 2 è molto ambizioso e non facile da raggiungere.
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Integrazione delle cinetiche semplici (irreversibili)
• reazioni con cinetiche dipendenti dalla concentrazione di una unica specie chimica
prodottikAa
sempre esprimibile come
prodotti
prodotti1
kA
k
M
A
)t(ck
td
tcdr An
AA
Ordine zero
k
td
tcdr A
separando le variabili ed integrando
tkcc
tkctc
tdktcd
AA
AA
A
0
0
tctc AA 021
quando tempo di dimezzamento
k
cA
2
0
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)t(cA)c( A
0• sia che hanno dipendenza lineare:
C 0
A
tempo
C A(t)
C 0
A
Primo Ordine tck
td
tcdr A
A
tkcc
tkc
c
tkctc
tdktc
tcd
AA
A
A
AA
A
A
exp
ln
)0(ln)(ln
0
0
)t(fk
.
k
ln
69302
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tempo
C A(t)
tempo
ln (C
A(t
))
C 0
A
)t(f)c(ln A • In ha dipendenza lineare con pendenza pari alla costante cinetica k
• è costante )c( A0
• da notare che, in questo caso, non è necessario conoscere il valore assoluto della concentrazione
• un esempio tipico ne è il decadimento radioattivo
Secondo Ordine tck
td
tcdr A
A 2
tkcc
tdktc
tcd
AA
A
A
0
2
11
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12
0
021
1
1
A
A
ck
ckt
tempo
C A(t)
tempo
1/C
A(t
))
C 0
A
• e hanno dipendenza lineare con pendenza pari alla costante cinetica k
)t(f)c/( A 1 )(1 0
Ac
Ordine “n”
• l’integrazione del caso precedente si generalizza alle equazioni che seguono valide per n ≠ 1
tkn
cA
nnA c
1
0 11
0 1
1
21
1
12
A
n
n
cknt
e
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• per casi più complessi l’integrazione dell’equazione cinetica diviene rapidamente più laboriosa
Cinetiche che dipendono da più reagenti
prodotti1
prodotti
221
2211
MM
MM
per semplicità
prodotti
prodotti21
BA
MM
se del primo ordine rispetto ad A e B
tctck
td
tcd
BA
A
► abbiamo 3 variabili cA, cB, t
► dobbiamo ridurle a 2
notiamo che quanto si consuma di B è pari a quanto si consuma di A
)cc(c)cc(cc
cccc
ABAAABB
AABB
0000
00
ed allora si può eliminare la variabile cB e l’eq. cin. diviene
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tdkcc
cd
tdkcccc
cd
)cc(ccktd
cd
AA
A
ABAA
A
ABAAA
][
])([ 00
00
le tavole degli integrali porgono: x
xbaln
axbax
xd
1
escludendo il caso di 00cioè e0 AB cc si ha
tkc
cln
c
cln
tkc
cln
A
A
A
A
t
A
A
0
0
0
1
01
donde:
ricordando che AB cc
tkccc
c
c
ckt
cc
cc
cc
tkc
c
c
c
c
c
c
c
AB
A
B
A
B
AA
BB
AB
A
A
B
B
A
B
A
B
00
0
0
0
0
00
000
0
lnlnln1
lnln1
lnln1
tempo
ln (C
B/C
A kcc AB00
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k00 e AB cc
• come si vede dal grafico precedente per accedere alla costante cinetica è necessario misurare le
concentrazioni iniziali
•Alternativamente se si opera con largo eccesso di uno dei reagenti si ha il caso, già introdotto, della
riduzione della cinetica allo pseudo primo ordine
tc'ktcckctck
td
tcd
AABBA
A 00
0BA ctc di valori vari per )( 0
Bc'k
k • misurando la si ricava l’andamento ed infine la costante del
secondo ordine
tempo
ln (C
A(t
))
cB0 in
aumento
cB
0
k'
k
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Determinazione dell’ordine di reazione
• tutti i grafici visti indicano che un modo possibile è quello di provare quale sia l’andamento che meglio
rappresenta i dati sperimentali raccolti
0ntcA
1ln ntcA 2
1n
tcA
• in particolare, per i casi visti, si potrebbe vedere se siano lineari gli andamenti nel tempo di
oppure oppure ancora
• in realtà questa possibile procedura “per tentativi” è rischiosa perché
► spesso non è ovvio quale dei grafici ottenuti sia piu’ lineare
► la reazione deve essere seguita a lungo
► se l’ordine di reazione vero non è intero è facile cadere nell’errore ed attribuirgli un valore
intero
• Si ricorre quindi a vari metodi di cui vediamo qui soltanto i piu’ semplici
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1) metodo del tempo di dimezzamento
• Si applica quando la equazione cinetica è del tipo
nAckr
1n
0Acf
■ Se come si è già visto il tempo di dimezzamento non dipende dalla
concentrazione iniziale
■ Se 1n usando l’espressione generale del tempo di dimezzamento si ottiene
0
10
1
1010 log11
12loglog A
n
cnkn
1n si ricava dalla pendenza della regressione lineare
01010 logvslog Ac
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2) metodo delle velocità iniziali
• Si applica quando la equazione cinetica è del tipo
E
mB
nA ccckr .....
► a turno si ricavano le velocità iniziali per varie concentrazioni iniziali di uno
solo dei reagenti
00Acr
010
010
01010 log.....logloglog EBA ccmcr
costantelog 010 Ac
► poiché
► gli ordini di reazione si ottengono dalle pendenze di
regressioni lineari di
costanti.conlogvslog 00001010 ECBA ccccr
3) metodo dell’isolamento
E
mB
nA ccckr ..... costanten
Ackr
• usando concentrazioni elevate di tutti i reagenti eccetto uno la equazione cinetica generale del tipo
diviene, per esempio, e si può usare uno dei metodi precedenti
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Determinazione della costante di velocità k
• ottenuto l’ordine di reazione la costante cinetica k può essere ricavata dalla pendenza di uno dei
grafici visti in precedenza nei vari casi
Acln t
k
• per esempio nel caso di una cinetica del primo ordine in funzione di è lineare con
pendenza
• Poiché si usano regressioni con il metodo dei minimi quadrati si deve porre particolare attenzione ad
un trattamento statistico adeguato
In pratica, poiché si usano delle linearizzazioni di dipendenze fra dati che non lo sono in origine si deve
tenere conto dei “pesi” dei singoli punti sperimentali
anziché impiegare una regressione non pesata è preferibile far uso di funzioni del tipo “risolvi”
(“solve”) tipiche dei fogli di calcolo per trovare il miglior valore della costante di velocità k che
minimizzi gli scarti tra i valori calcolati e quelli sperimentali di tcA
il problema è delicato e quanto detto qui è piu’ che altro un caveat
Reazioni consecutive
• anche in questo caso la analisi delle equazioni cinetiche è laboriosa
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BC
BAB
AA
kk
ckc
ckckc
ckc
CBA
2
21
1
21
accoppiate alidifferenzi equazioni 3
dalla prima tkexpcc AA 10
sostituendo nella seconda BAB cktkexpckc 210
1 la cui integrazione fornisce
tkexpctkexptkexpkk
ckc B
AB 2
021
12
01
Cc
CBAA cccc 0
si ricava imponendo la conservazione della materia nel corso della reazione:
02
12
11
12
20 expexp1 CAC ctkkk
ktk
kk
kcc
se le concentrazioni iniziali dei prodotti B e C sono nulle le equazioni si semplificano un poco perché
sono nulli i termini finali
• l’andamento delle concentrazioni dipende dal valore relativo delle costanti cinetiche:
cA
cB
cC
k2 = 6 k1 k2 = 1/6 k1
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0Bc
0
Cc• si nota che (per e nulle)
Ac
Cc
000 kckckc BBCCc
0AC ctc
Bc Ac
► decresce esponenzialmente
►
► cresce ( all’inizio con pendenza nulla )
raggiunge un asintoto, ►
cresce, all’inizio con velocità pari al decremento di
01
012
01
02
01
0
00
AA
AABAB
cktc
ckkckckcktc
Bc
21
21
1122
122112
10
10
kk
kklnmaxt
kkkexpk
kkexpkkkk
tkexpckc
maxt
AB
► raggiunge poi un valore massimo
• l’osservazione che la concentrazione dell’intermedio B presenti un massimo in funzione del tempo,
e quindi una derivata nulla, suggerisce di adottare la approssimazione dello stato stazionario:
nel punto di massimo la velocità con la quale si forma l’intermedio è uguale a quella con la quale
viene rimosso
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Approssimazione dello stato stazionario
• con concentrazioni iniziali nulle dei prodotti:
tkexptkexpkk
cktc A
B 2112
01
tcBesatto
• per il solo punto di massimo di tcB
tkexpck
kc
k
kc
ckckc
AAB
BAB
10
2
1
2
1
21 0
• se l’eq. fosse sempre valida
tcB tkexpck
ktc AB 1
0
2
1 approssimato
• confrontando le due espressioni esatta ed appross.
tcB tcBesatto ≈ + approssimato
SE
02 tkexp2k
1k1) 2) >>
t 21 k 21 kt 1) è valida per cioè non all’inizio ma soltanto dopo un periodo di induzione >>
Ac Bc 2k 1k2) è valida purchè il che è garantito da perché B si consuma non appena viene
prodotto da A; in altri termini B non si accumula
>> >>
• in questa approssimazione si ha anche rcckck
kkckc AAABC 1
2
122
in pratica la velocità di formazione di C è uguale e contraria a quella con cui si consuma A
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• inoltre assumere che la concentrazione dell’intermedio non varia nel tempo, equivale ad assumere
che la velocità con cui l’intermedio si forma è uguale a quella con la quale si consuma
0Bc
• si tratta di una approssimazione che consente di semplificare l’analisi delle cinetiche di reazioni con
meccanismi complessi
• per esempio si è già detto che 22
222 22 NOONO ccckrNOONO
secondo una delle ipotesi di meccanismo la reazione procede attraverso 3 stadi
22222222222
2212222
212222
OONON
ONON
NOON
cckcNONOOON
ckcNONOON
ckcONNONO
la velocità complessiva con cui si forma NO2 è governata dalla terza reazione in cui 2 molecole di NO2
sono prodotte
222222 OONNO cckc
• in questo caso l’approssimazione dello stato stazionario viene usata per eliminare dalle equazioni
cinetiche la concentrazione dell’intermedio N2O2 ponendo pari a zero la sua variazione nel tempo
221
21
22
22222212
12200
O
NOON
OONONNOON
ckk
ckc
cckckckc
sostituendo
2221
21
222 O
O
NONO c
ckk
ckkc
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1k22 Ock 2
2
1
122
2 ONONO cck
kkc
• inoltre si osserva sperimentalmente che >> e quindi che è la forma
analitica della legge cinetica osservata
• peraltro è stato proposto anche un altro meccanismo
NONONO
NONO
ONONO
cckcNONONONO
ckcONONO
cckcNOONO
322223
31323
21332
2
1
• si suppone che i primi due stadi siano veloci e che quindi si stabilisca l’equilibrio e, quindi, valga che
2
3
1
1,
ONO
NO
ceqcc
c
k
kK
donde 2,3 ONOceqNO ccKc
• sostituendo nella equazione cinetica dell’ultimo stadio si ha
2
2,22
2,22
2
2
1
ONOceqNO
NOONOceqNO
ccKkc
cccKkc
• anche questo meccanismo, quindi, spiega la equazione cinetica osservata
• questo esempio illustra come non sia sufficiente riprodurre la equazione cinetica sperimentale per poter
affermare di aver determinato il meccanismo; sono necessarie altre prove come, per esempio, la
individuazione degli intermedi ipotizzati
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• tutto ciò ci consente anche di introdurre il concetto di stadio lento di una cinetica
Stadio lento (Stadio determinante la cinetica)
• considerando sempre il caso precedente delle reazioni consecutive per il quale
tkexptkexpkk
ckc
ckc
AB
BC
2112
01
2
sostituendo
tkexptkexpkk
ckkc AC 21
12
012
2k tkexpcktkexpk
ckkc A
AC 1
011
2
012
1k 2k tkexpckc AC 20
2
se <<
se >>
1k
• cioè la velocità di formazione del prodotto C è determinata dalla cinetica della reazione piu’ lenta
• per esempio nel caso precedente si è osservato che
1k22 Ock>>
cioè che la velocità di reazione di N2O2 con O2 è assai piu’ piccola di quella della decomposizione dello
N2O2: la reazione di N2O2 con O2 è lo stadio lento“il rate determining step”
2Oc
212
22
21
2222 NOO
O
NONO ckc
ck
ckkc
• viceversa se è abbastanza grande la cinetica diviene del secondo ordine
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Reazioni reversibili
BAA
kk
ckckc
ABA
BA
11
11
• la concentrazione totale è una costante e quindi:
eq,cABABABA
A
Beq,c
BABABA
Kccccccc
c
cK
cccccc
100
00
poichè e
• inoltre all’equilibrio
BAAA ckckc;ct 1100
e quindi
BA ckck 11
1
1
k
kK
c
ceq,c
A
B
questa relazione fra costanti cinetiche e costante di equilibrio è generale e valida per tutte le reazioni elementari
• si nota anche che BBAA ctcctc
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AABB
BBAA
BBAA
cccc
cccc
ctccc
teanalogamen ed
quindi
• sostituendo in BAA ckckc 11
AAA
AAAA
AABBBA
AABBBAA
cckkc
cckcck
cckcckckck
ccckccckc
11
11
1111
11
• al primo membro dell’ultima equazione si può aggiungere un termine pari a zero 0Ac
AAAA
AAAA
cckkdt
ccd
cckkcc
11
11
• si osserva che
AA cc a tende
11 kk
c,eqK
1k 1k
► è una legge del primo ordine
► seguendo la legge del primo ordine con costante cinetica
► se è nota la costante termodinamica di equilibrio, si possono determinare entrambi le
costanti cinetiche della reazione diretta ed inversa
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• tornando alla relazione che collega cinetica termodinamica
1
1
k
kK
c
ceq,c
A
B
che è stata derivata per una reazione elementare che, all’equilibrio, deve avere la medesima velocità in
entrambe le direzioni
• per reazioni complesse si può dimostrare che l’equilibrio si può stabilire soltanto se tutte le reazioni
elementari coinvolte hanno la medesima velocità nelle due direzioni
questo è il principio del bilancio dettagliato che è una conseguenza del più generale principio della
reversibilità microscopica
• il principio del bilancio dettagliato è un ausilio nell’ipotizzare meccanismi di reazione
sono infatti impossibili i meccanismi che lo violano
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Reazioni parallele (concorrenti) del primo ordine
CA
BA
k
k
2
1
tkkexpckckdt
cdtc
tkkexpctc
ckkckckc
AAB
B
AA
AAAA
210
11
210
2121
integrando
tkkkk
cktc
tkkkk
cktc
kktkk
kkck
tkkkk
ck
dttkkckcd
AC
AB
A
t
A
t
A
t
B
2121
02
2121
01
2121
21
01
0
2121
01
021
01
0
exp1
teanalogamen
exp1
1exp
1
exp1
exp
dividendo tra loro queste relazioni si vede che in ogni istante t
2
1
k
k
c
c
C
B
► misurando il rapporto
2
1
k
k
c
c
C
B ottiene si
► le quantità relative di B e di C dipendono dalle velocità relative delle due
reazioni parallele
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Reazioni parallele e reversibili del primo ordine
ACA
ABA
kk
kk
22
11
in questo caso a
rapporto il
C
B
c
ct è definito dal rapporto fra le costanti di equilibrio
2
1
2 e1
,
,
,,
eqc
eqc
C
B
ACeqcABeqc
K
K
c
c
ccKccK
• il sistema è sotto controllo termodinamico
• è favorito il prodotto con il più negativo G
all’inizio della reazione il progredire delle reazioni inverse può essere trascurato e, quindi:
2
1
k
k
c
c
tc
tc
C
B
C
B il sistema è sotto controllo cinetico
anche quando la reazione è progredita in misura tale da aver consumato A quasi del tutto
1k1k 2k2kse << e << il sistema è sotto controllo cinetico
infine accade anche che, per esempio:
21 kk 21 c,eqc,eq KK
>> 1 e << 1
• B è favorito cineticamente e C è favorito termodinamicamente
• B e C si formano in quantità relative correlate a quanto il sistema è sotto controllo cinetico o
termodinamico
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31
Legge di Arrhenius
• Sperimentalmente si osserva che la velocità della stragrande maggioranza delle reazioni aumenta molto
con la temperatura
tipicamente di 2-3 volte per un aumento di 10 K
• Arrhenius, usando per le reazioni elementari la scomposizione di una delle forme dell’equazione
termodinamica di Van’t Hoff
R
E
Td
kd
R
E
Td
kd
k
kK
R
U
Td
Kd
aa
eqceqc
1,11,1
1
1,
,
1
ln
1
ln
;1
ln
ha proposto la espressione empirica generale denominata legge di Arrhenius:
TRaE
eATk
Ea Energia di attivazione (decine – centinaia di kJ/mol)
A Fattore pre-esponenziale (fattore di frequenza; 108 – 105 s-1)
questa forma funzionale, da considerarsi empirica, rappresenta abbastanza bene i dati sperimentali
(una forma migliore è del tipo
TR
EexpTATk am
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32
• La energia di attivazione, Ea, viene interpretata come quella energia che i reagenti (o i prodotti) devono
acquisire per procedere verso i prodotti (o i reagenti) lungo la coordinata di reazione
• C’è una barriera energetica fra reagenti e prodotti
stato di transizione
1,aE
1,aE
E
energia
coordinata di reazione
prodotti
reagenti
è il complesso delle modifiche delle
distanze fra gli atomi nell’andare dai
reagenti ai prodotti • per esempio:
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33
• dell’andamento, esponenziale con la temperatura, delle costanti di velocità si può dare una spiegazione
qualitativa e relativamente semplice usando la teoria cinetica dei gas ed immaginando le specie reagenti
come sfere rigide
Teoria delle collisioni
• nei gas perfetti, le distribuzioni, cioè il numero di molecole in un intervallo infinitesimo di energia
cinetica e di velocità (in modulo) hanno questi andamenti
Esoglia Ecinetica vsoglia v
• sintetizziamo qui gli elementi essenziali della teoria cinetica dei gas perfetti che porta agli andamenti visti
• dalla trattazione vista in termodinamica statistica si sa che la probabilità dell’esistenza di un
determinato stato di moto è proporzionale in modo esponenziale all’energia del medesimo
TR
jE
j ep
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34
• nel caso dei gas perfetti gli stati di moto costituiscono, di fatto, un continuo di energie ed essendo
2
2
1jj mvE
Tk
jvm
jv ep 2
2
dveAdvp Tk
jvm
jv2
2
con il tipico andamento delle gaussiane
jvp
jv
• “normalizzando” all’unità la probabilità (qui le sommatorie divengono integrali)
2
1
21
Tk
mAdvp
jv
• Tra l’altro, nota questa distribuzione, si possono ricavare una serie di medie
m
Tkv
m
Tkvv
22
1
;2
;0
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35
• tutto quello che abbiamo visto è in una dimensione
• passando alle tre dimensioni dello spazio si ha una situazione simile a quella vista per la funzione di
distribuzione radiale della probabilità dell’elettrone 1s dell’atomo di Idrogeno; compare la competizione di
due andamenti
■ una funzione decrescente con la velocità che è il fattore di Botzmann
Tk
jvm
e 2
2
■ una funzione crescente con la velocità che è il “volume” delle possibili velocità (in
direzione e modulo): una corteccia sferica di espressione
24 v
T1
T2
■ il prodotto delle due funzioni della velocità genera l’andamento visto
• tornando alla teoria delle collisioni per spiegare la cinetica delle reazioni chimiche:
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36
• ci interessa la frazione delle collisioni che hanno energia maggiore di un valore dato, Esoglia; cioè il numero
di molecole, nsoglia, con energia sufficiente che è fornito dal fattore di Boltzmann:
TR
sogliaE
soglia en
• inoltre il numero di collisioni fra due molecole A e B nell’unità di tempo (la frequenza delle collisioni) deve
essere proporzionale alle rispettive concentrazioni:
BAncollisioni
• complessivamente la velocità della reazione è il prodotto della frequenza delle collisioni per la frazione
efficace di queste:
TR
EexpBAvelocità
soglia
che confrontata con l’equazione cinetica
BAkvelocità ci indica che
TR
Eexpk
TR
Eexpk
soglia
soglia
cost
• si è, quindi, ottenuta la forma funzionale della legge di Arrhenius dove
► Esoglia è correlata con la Ea di Arrhenius
► la costante “cost” è il fattore pre-esponenziale A di Arrhenius
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37
• la teoria può essere sviluppata calcolando dettagliatamente il numero di collisioni fra sfere rigide
• l’idea base è quella del calcolo delle molecole di B (ferme) colpite dalla molecola A nel volume spazzato
da quest’ultima nell’unità di tempo
A
rA
B
rB
d= rA + rB
B non
colpito
B B
B
• si perviene (in modo non banale se il calcolo viene fatto in modo rigoroso) alle espressioni dei
parametri di Arrhenius Ea ed A:
2121
2 118
21
eMM
TRrrNA
TREE
BABAA
sogliaa
• vi si vede che
sogliaa EE
molkJRT /2.1
2
1►
e, quindi, trascurabile
► )T(fA
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38
• il tutto è molto qualitativo
► la non è comunque prevedibile con questa ipotesi delle sfere rigide
sogliaE
► si deve introdurre un parametro moltiplicativo empirico per cercare di tenere conto della natura
complessa delle molecole interagenti, in sostanza del fatto che non sono sferiche, che hanno una
struttura interna e che è necessaria una orientazione relativa efficace nel momento dell’incontro
si tratta di un cosiddetto fattore sterico, p, sempre minore dell’unità ( p = 1 – 10-6); 10-2 –10-3 sono
valori tipici
• rimane comunque utile l’idea generale che vi debba essere una energia minima, di soglia, delle specie
interagenti (la barriera energetica da superare) affinché l’avvicinamento sia efficace e che quindi soltanto
una frazione (generalmente crescente con la temperatura) delle molecole possa dar luogo ai prodotti
• è utile accennare qui al fatto che la grande efficacia dei catalizzatori nel regolare la velocità delle
reazioni è dovuta alla loro azione nel diminuire la energia di attivazione dei processi
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39
Reazioni complesse Meccanismi di reazione
• Nelle reazioni elementari un processo di avvicinamento (collisione) di due molecole porta alla formazione
dei prodotti
2 molecole → reazioni bimolecolari
la velocità è proporzionale al semplice prodotto delle concentrazioni
• alcune reazioni elementari coinvolgono una unica specie chimica
1 molecola → reazioni monomolecolari
per esempio: reazioni di isomerizzazione e di decomposizione
• nelle reazioni piu’ complesse vi è una serie di reazioni
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40
Reazioni unimolecolari (monomolecolari)
• che vi siano reazioni bimolecolari è intuitivo
due molecole (A e B) si avvicinano, interagiscono (collidono) e, se hanno energia sufficiente, forniscono i
prodotti
se la reazione è elementare è anche intuitivo sia del II ordine; cioè che dipenda sia dalla concentrazione
di A che da quella di B
• perché, invece, vi sono le reazioni monomolecolari? Perché, cioè, una molecola si dissocia od isomerizza
spontaneamente ?
sembra ragionevole supporre che la molecola A possa acquisire abbastanza energia per collisione con
un’altra molecola A
questo, tuttavia, implicherebbe una cinetica di II ordine e non di I ordine come si osserva nelle
reazioni di questo tipo.
• notiamo anche che le costanti di velocità delle reazioni di cui stiamo parlando, essendo frequentemente
in fase gassosa, dipendono dalla pressione totale
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41
Teoria di Lindemann
• per spiegare questo tipo di reazioni J.P. Christiansen (1921) ed F.A. Lindemann (1922) hanno proposto il
meccanismo che segue
CBA
MAMA
MAMA
k
k
k
2
1
1
*
*
*
A
M
M
AA
di molecola altraun' -
prodotto)un (anche
molecolare specie altraun'-
con collisione
per nalmente vibrazio
eccitata di molecola - *
• scrivendo la velocità di formazione del prodotto B ed applicando l’approssimazione di stato stazionario
all’intermedio A* abbiamo
21
1
211
2
*
***
0
*
kMk
MAkA
AkMAkMAkdt
Ad
Akdt
Bdr
donde
Ak
dt
Bdr
AMkMk
kk
kMk
MAkk
dt
Bdr
cin
21
12
21
12
cink
M• si tratta, quindi, di una legge di pseudo I ordine con costante di velocità proporzionale alla
pressione totale ( )
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42
• piu’ in dettaglio osserviamo che ci sono due casi limite per alte e basse pressioni
Mk1 2k Ak
kkr
1
12
Mk1 2k MAkr 1
► >>
alte pressioni: I ordine
<<
basse pressioni: II ordine ►
• ad alte pressioni
▬ la velocità della reazione di diseccitazione è molto maggiore della velocità del secondo stadio
▬ lo stadio monomolecolare è lo stadio lento
▬ ne risulta una cinetica del I ordine
•a basse pressioni
▬ la reazione monomolecolare di formazione dei prodotti è piu’ veloce di quella diseccitazione
▬ lo stadio lento è la reazione di eccitazione bimolecolare
▬ ne risulta una cinetica di II ordine “apparente” (pseudo I ordine)
M
M
Mk1
“apparente” perché di fatto è la concentrazione di tutte le specie presenti e
▬ se si tratta di una reazione di isomerizzazione rimane ovviamente costante
▬ se si tratta di una reazione di decomposizione si osserva sperimentalmente che
è approssimativamente costante
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43
• complessivamente il meccanismo proposto spiega perché le costanti di velocità osservate abbiano un
andamento variabile con la pressione (o la concentrazione)
sperklog
Plog
• per quanto riguarda le reazioni complesse vediamo l’esempio della
Sintesi dello HBr
HBrBrH 222
per questa reazione, apparentemente semplice, si osserva invece sperimentalmente la legge cinetica
2
21
22
1 BrHBr
BrH
HBr cc'k
cckc
• il meccanismo proposto è costituito da vari processi ciascuno dei quali include anche varie reazioni
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44
► Iniziazione
BrBr Inizk22
dissociazione unimolecolare di Br2 che produce i radicali liberi Br
► Propagazione
BrHBrBrH
HHBrHBr
Pbk
Pak
2
2
in questo caso non c’è consumo complessivo di sle reazioni di propagazione convertono gli
intermedi reattivi in altro reattivo intermedio
pecie radicaliche
se, viceversa, si verifica un aumento delle specie radicaliche questo tipo di reazioni sono di
ramificazione ( branching)
► Inibizione
BrHHBrH inibk 2
H ed HBr già formati, pur producendo un radicale (Br) forniscono un reagente e non un prodotto
di conseguenza si riduce la velocità di formazione dei prodotti
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45
► Terminazione
MBrMBrBr
BrBrBr
Tk
Tk
2
2
terzo corpo necessario ad
assorbire la energia in
eccesso
in questo stadio le specie radicaliche prodotte vengono consumate
• la velocità di formazione di HBr si scrive considerando tutte le reazioni pertinenti:
HBrHInibBrHPbBrHPaHBr cckcckcckc 22
• a tutta la serie di reazioni, ammettendo la elevata reattività delle specie radicaliche, si può applicare la
approssimazione dello stato stazionario e, quindi, si considerano nulle le velocità di variazione delle
concentrazioni di H e Br
HBrHInibHBrPbBrHPaH cckcckcckc 22
0
2
222220 BrTHBrHInibHBrPbBrHPaBrInizBr ckcckcckcckckc
dalla prima si vede che 0 e quindi
2
2220 BrTBrInizBr ckckc
da cui ricaviamo T
BrInizBr k
ckc 2 inoltre dalla prima ricaviamo
HBrInibBrPb
BrHPaH ckck
cckc
2
2 nella quale possiamo sostituire Brc ottenendo
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46
HBrInibBrPb
BrHTInizPa
HBrInibBrPb
T
BrinizHPa
H ckck
cckkk
ckck
k
ckck
c
2
21
22
21
2
22
ora si possono sostituire le concentrazioni ottenute di H e Br nella equazione cinetica di formazione dello
HBr, (cioè nella relazione che ci fornisce ) arrivando alla equazione cinetica semplificata con
l’approssimazione di stato stazionario
HBrc
2
21
22
21
2
221
22
21
2
2221
22
21
2
221
22
21
22
21
22
21
22
22
2
1
2
2
1
BrHBrPbInib
BrHTInizPa
HBr
HBrInibBrPb
BrPb
BrHTInizPa
HBrInibBrPb
HBrInibBrPbHBrInibBrPb
BrHTInizPa
HBrInibBrPb
HBrInibBrPb
BrHTInizPa
HBrInibBrPbHBrInibBrPb
BrHTInizPa
T
BrInizHPa
HBrInibBrPbHT
BrInizHPaHBr
cckk
cckkkc
ckck
ckcckkk
ckck
ckckckckcckkk
ckck
ckckcckkk
ckckckck
cckkk
k
ckck
ckckck
ckckc
econclusion in
• abbiamo quindi ottenuto una equazione cinetica identica a quella osservata sperimentalmente:
2
21
22
1 BrHBr
BrH
HBrcc'k
cckc
con le costanti cinetiche sperimentali k e k’ che si rivelano una combinazione non banale di quelle
relative ai vari stadi elementari.
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47
• si è affermato in precedenza che la determinazione del meccanismo di una reazione chimica è un
obiettivo non facile da raggiungere
• si è anche visto nel caso della reazione come due meccanismi diversi rendessero
conto della medesima forma analitica dell’equazione cinetica relativa
22 22 NOONO
• è utile ora citare un altro caso famoso che deve indurre a considerare i meccanismi delle reazioni con
una prudente dose di scetticismo scientifico
• si tratta del caso della reazione chimicamente assai simile a quella appena trattata HIIH 222
• sin dal 1890 si è ritenuto che questa reazione di secondo ordine complessivo procedesse in un unico
stadio bimolecolare
• intorno al 1967 questa certezza è stata messa in dubbio dall’emergere di nuove evidenze sperimentali
• attualmente si è suggerito che il meccanismo sia del tipo
II 22
HIIH 222
al quale ad alte temperature si aggiungerebbe il meccanismo
HHIIH 2
II 22
IHIHI 2
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48
• Un altro esempio di applicazione del metodo dello stato stazionario è relativo alla cinetica enzimatica:
Cinetica Enzimatica: Equazione di Michaelis-Menten
• negli organismi viventi parecchie reazioni sono catalizzate da proteine che vengono denominate enzimi
• il meccanismo chiave-serratura dell’azione degli enzimi suppone che nella struttura dell’enzima E vi
sia un sito stereochimicamente adatto a legarsi alla sola molecola di substrato S per dare il complesso
enzima-substrato ES
Enzima E
1
1
k
k
2k
Substrato S
ES
Enzima rilasciato
che ritorna disponibile
• il complesso enzima-substrato ES fornisce il prodotto P oppure, di nuovo, la coppia enzima substrato
(entrambe reazioni unimolecolari)
• l’enzima, che funge unicamente da catalizzatore, ritorna disponibile per un’altra reazione di
formazione del complesso ES
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49
• la velocità complessiva di formazione del prodotto P, è, alla Lindemann:
ESckc 2
•la concentrazione del complesso ES si può ricavare imponendo:
1. - l’uguaglianza delle sue velocità di formazione e decomposizione (approssimazione di stato stazionario)
2. - la conservazione della quantità complessiva di enzima
S
SEES
SESES
SES
SESESEES
ESEEE
SEES
ESESSE
ckkk
cckc
kk
cck
kk
ckc
kk
ckc
kk
cck
kk
ccckc
ccctc
kk
cckc
ckckcck
121
01
21
01
21
1
21
1
21
01
21
01
0
21
1
211
1
0
• la velocità di formazione del prodotto, che nella cinetica enzimatica si è soliti indicare con , risulta
quindi:
SM
SE
S
SE
S
SEESP
cK
cck
ck
kk
cck
ckkk
cckkckc
02
1
21
02
121
012
2
legge di Michaelis-Menten e costante di Michaelis-Menten
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50
ScMK• quando la concentrazione del substrato è grande, la velocità di reazione diviene di ordine zero
rispetto al substrato S >>
02 Eck
in sostanza diviene indipendente dal substrato perché, in ogni istante, tutti i siti attivi dell’enzima sono già
occupati ed aumentare la quantità di substrato non può avere alcun effetto
• in queste condizioni lo stadio lento (Stadio determinante la cinetica) è quello in cui il complesso fornisce i
prodotti
• infine la legge di Michaelis-Menten è anche espressa in una forma analitica diversa usando i reciproci
dei termini dell’equazione vista prima
SE
M
E cck
K
ck 02
02
11
Meccanismi complessi
• un’ultima notazione sull’analisi di meccanismi complessi:
sta assumendo sempre piu’ rilevanza l’integrazione numerica per la risoluzione simultanea delle molte
equazioni differenziali coinvolte ed allo scopo sono disponibili specifici pacchetti software dedicati alla
simulazione di cinetiche chimiche.
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51
Teoria dello Stato di Transizione (del Complesso Attivat )
• Si è già visto come il singolo atto elementare di una reazione chimica possa essere descritto con uno
schema del tipo:
cosa sia la “coordinata di reazione” non è ben definito
può essere un parametro ovvio come in una reazione di dissociazione termica di una molecola biatomica
Distanza internucleare
in generale è un parametro, difficile da visualizzare, a più dimensioni e che deve rappresentare le lunghezze
e gli angoli di legame associati al processo chimico
• In effetti la reazione elementare fra due molecole dovrebbe essere trattata dinamicamente (le molecole
per interagire si devono avvicinare)
ammettendo valida la approssimazione di Born Oppenheimer si può trattare il problema come quello del
moto dei nuclei in una Superficie di Potenziale
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52
Per reazioni che coinvolgono molecole semplici ed in fase gassosa è possibile calcolare la superficie di
energia potenziale o studiarla con esperienze di fasci molecolari
per esempio per la reazione H2+H=H+H2
N.B. si dovrebbe usare un diagramma a 4 dimensioni ( rab, rbc, , E )
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53
• Un punto importante da tener presente è che la reazione ha luogo soltanto se i movimenti traslativi,
vibrazionali (e rotazionali) sono compatibili con il superamento dela barriera (il “valico” fra le “valli” delle
molecole)
• In effetti per reazioni meno simmetriche di quella con H2 + H la superficie di potenziale che descrive
la interazione può favorire o meno il realizzarsi in modo efficace dell’avvicinamento delle specie
molecolari.
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54
• Si possono avere superfici Repulsive Attrattive
• La via per la determinazione della costante cinetica che abbiamo assai schematicamente indicato sino
a qui presenta notevoli difficoltà
E’ utile disporre di un metodo che non richieda la conoscenza dettagliata del problema dinamico della
collisione e che possa far uso di quanto abbiamo visto della descrizione statistica dei sistemi chimici
La Teoria dello Stato di Transizione soddisfa a questa necessità, trascurando gran parte della superficie
di potenziale, focalizzando l’attenzione su quelle traiettorie che conducono il sistema al
PUNTO di SELLA ( VALICO )
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55
OPPURE
ad una geometria di non ritorno (ogni traiettoria che la
raggiunge conduce al completamento della reazione)
N.B. entrambe queste geometrie vengono identificate con il
concetto di
STATO di TRANSIZIONE
COMPLESSO ATTIVATO
• La teoria procede con alcuni assunti
1. Ogni volta che i reagenti raggiungono lo stato di transizione essi forniscono i prodotti
BA
CAcinCABAcin
cc
cfkcfcckv
( f è la frequenza con la quale il complesso attivato “attraversa” lo stato di transizione )
2. Il rapporto viene valutato come se vi fosse un equilibrio BA
CA
cc
c
BA AC
ppeqc Kc
Kp
TRK
1,
TREo
ABAA
ACApeqc e
NqNq
Nq
p
TRK
p
TRK
,
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56
3. la viene valutata trattandone uno dei gradi di libertà (Traslazionale o Vibrazionale) in modo
assai peculiare
CAq
I metodo – Traslazione
CAtraslCACA qqq
d
relativa al solo moto traslazionale unidimensionale lungo la coordinata di reazione
d
h
Tkmq CAtrasl
CA
212
QUINDI
peqcBA
CAcin K
p
TRfKf
CC
Cfk
, 212
0
h
Tkme
NqNq
Nq
p
TRf CARTE
ABAA
ACA d
def non sono ben definite
MA
df può essere considerata come la velocità media di attraversamento della Barriera
CAu che dalla Teoria Cinetica dei gas
21
2
CACA
m
Tku
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57
COMPLESSIVAMENTE
TRE
BBAA
ACACA
CAcin e
NqNq
Nq
p
TR
h
Tkm
m
Tkk 0
21212
2
Kh
Tk
■ notare che si tratta di una sorta di costante di equilibrio ma al complesso
attivato manca un grado di libertà
■ notare anche che nell’espressione finale non compare e, quindi, la sua indeterminatezza non inficia
il risultato
d
■ Si può anche tener conto di un fattore di trasmissione empirico trasmK < 1
Kh
TkΚk trasmcin
II metodo – Vibrazione
vibCACACA qqq Si immagina che al complesso attivato competa una
vibrazione particolare, lungo la coordinata di reazione, che
per ogni oscillazione conduce ai prodotti ( molto piccola)
h
TKqq CACA questa frequenza è proprio quella che abbiamo
chiamato f
RTE
BBAA
ACAcin e
NqNq
Nq
h
Tk
p
TRfk 0
K
h
Tkkcin
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58
cink
K
• La costante di velocità può quindi essere valutata con i metodi della termodinamica statistica
calcolando
• L’utilità della teoria dello stato di transizione, tuttavia si estende anche ai casi (la stragrande
maggioranza) dove un calcolo termodinamico statistico delle funzioni di ripartizione, e quindi
di non è accessibile
K
• si tratta di quella che viene chiamata la formulazione termodinamica della teoria del complesso
attivato
• idea base è, partendo dalla relazione trovata per la costante di velocità collegare la
pseudo costante di equilibrio con la variazione di energia libera fra reagenti e complesso
attivato
Kh
Tkkcin
KG
KcTRK
RT
pRTKTRG a lnlnln
• L’energia libera può poi essere separata nei contributi entalpici ed entropici
STHG
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59
• Combinando le due equazioni
Kh
Tkkcin STHKcTR ln
si ottiene per la costante di velocità una relazione assai simile alla legge di Arrhenius
TR
aE
eAk
RTHRScin ee
ch
Tkk
• Questo consente di correlare la energia di attivazione di Arrhenius con la differenza di Energia
interna e di entalpia fra complesso attivato e reagenti
Td
KdRTRTK
h
Tk
Td
dRT
Td
kdRTE cin
a
lnln
ln 222
ed usando una delle forme della eq. di Van’t Hoff
2
ln
RT
U
Td
Kd
URTEa
che per reazioni in fase condensata essendo diviene HU
HRTEa
per le reazioni fra gas ideali, essendo la relazione dipende dalla molecolarità
e nel caso bimolecolare diviene
RTnUH
HRTEa 2
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60
• le ultime relazioni suggeriscono di osservare come il termine “energia di attivazione” sia talvolta usato
in modo impreciso attribuendolo di volta in volta a varie e diverse grandezze
• l’unica definizione è quella vista della relazione di Arrhenius secondo la quale Ea è accessibile
soltanto sperimentalmente dall’andamento con la temperatura della costante di velocità:
TdklndRTEa2
• le grandezze tremodinamiche sono in generale diverse da anche se di poco (RT a
temperatura ambiente è pari a circa 2.5 kJ/mol a fronte di valori di Ea dell’ordine di 10-100 kJ/mol)
UH e
• si dovrebbe anche evitare di confondere queste grandezze con:
altezza della barriera → è l’altezza del picco della curva di energia potenziale lungo la
coordinata di reazione
energia di soglia → è la minima energia che deve essere fornita agli stati iniziali
dati perché la reazione abbia luogo
la Ea e le grandezze termodinamiche rappresentano, viceversa, delle medie delle energie di soglia
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61
• Analogamente il fattore pre-esponenziale A della legge di Arrhenius viene messo in relazione con la
entropia di attivazione e, per le reazioni in fase condensata per le quali si ha: HRTEa
RSech
TkeA
• questa formulazione termodinamica della teoria del complesso attivato non è tanto utile per la
valutazione “a priori” delle costanti di velocità quanto come schema mentale
per esempio per separare gli effetti di tipo entalpico ed entropico sulla barriera di reazione
• in questa formulazione si può vedere come la teoria incorpori informazioni sulla geometria dello stato
di transizione che, nella teoria delle collisioni, venivano introdotte come ipotesi “ad hoc” con il fattore
sterico
in una reazione come quella di accoppiamento fra enzima e substrato, che richiede una precisa
orientazione relativa, la entropia di attivazione risulta molto negativa (a causa della diminuzione di
disordine dovuta alla formazione del complesso attivato) e ne consegue un valore piccolo del fattore pre-
esponenziale