La sanità torna nell’agenda della politica...la salute del nostro corpo non sono né di destra,...

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NapoliSana Organo Ufficiale Ordine degli Infermieri di Napoli Anno XXV AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI NAPOLI N. 4681 DEL 27/9/1995 - Dati indicizzazione - ISSN 2611-2205 Napolisana Campania Inserto di ricerca infermieristica All’interno, pgg. 17/32 SC N ursing La sanità torna nell’agenda della politica

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NapoliSanaOrgano Ufficiale Ordine degli Infermieri di Napoli Anno XXVAUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI NAPOLI N. 4681 DEL 27/9/1995 - Dati indicizzazione - ISSN 2611-2205 Napolisana Campania

Inserto di ricerca infermieristica

All’interno, pgg. 17/32

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3Settembre 2019

L’Editorialedi Ciro Carbone

MMaaii ppiiùù vviioolleennzzaa iinn oossppeeddaalleePPeerr uunnaa vvoollttaa ttuuttttii dd’’aaccccoorrddoo

Una volta tanto non è stato necessario contar-si. Il voto sul disegno di legge n. 867, "Di-sposizioni in materia di sicurezza per gli

esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nel-l'esercizio delle loro funzioni" è stato unanime. Come adire: basta violenza in danno di infermieri, medici e diquanti operano in strutture sanitarie. Basta! Senza se esenza ma. Una bella pagina che la politica, una volta tan-to, ha saputo scrivere e che fa nutrire anche qualche pic-cola speranza per il futuro. Ma il consenso generale ri-cevuto da una legge, che pure giace da tempo in Parla-mento, rappresenta un aspetto non secondario e che vaoltre il dato in se. Soprattutto di questi tempi. Tempi dif-ficili per la politica, e non solo per la politica. Tempi digravi lacerazioni, divisivi. Del tutti contro tutti, dei toniesasperati, spesso violenti, nelle parole e nelle argo-mentazioni. Ciononostante, al Senato, per una volta sisono trovati tutti d’accordo. Un avvenimento. L’anomaliabuona che non t’aspetti. A fare il miracolo è un tema uni-versale: la cura e l’assistenza sanitaria delle persone. Lanostra mission. Il motivo che dà un senso alla professioned’infermiere. Si, perché la sicurezza di chi esercita le pro-fessioni sanitarie, la serenità ambientale, incidono di-rettamente sulla qualità dell’assistenza stessa, sul dirit-to alla salute e alle cure tout court. Diritto che è di tut-ti. Lo sanno bene i nostri colleghi impegnati nei repar-ti di frontiera degli ospedali napoletani o al 118. Non pas-sa giorno senza che in qualche reparto di pronto soccorsonon vi sia un’aggressione. Atti di vandalismo che oltread arrecare danno a chi lavora e alle strutture, mette agrave rischio l’incolumità e la serenità dei cittadini in at-tesa di assistenza. Un aspetto, dunque, che non riguar-da solo una parte politica, la sinistra, la destra, una po-tente lobby, un gruppo di pressione, qualche categoriaprofessionale. Riguarda noi tutti. La lotta alle malattie,la salute del nostro corpo non sono né di destra, né di si-nistra. E’ questa la grande lezione che dobbiamo impa-rare dal consenso traversale registrato al Senato. La di-fesa della salute può rappresentare un elemento di unità,di pacificazione, che mette tutti d’accordo. Difendere l’in-columità fisica, morale, psicologica di chi lavora per cu-rare il prossimo dalle aggressioni incivili, violenti, bru-

tali, di gente forse esasperata, ma pur sempre bestiale,è cosa sacrosanta. Quando il tema della salute si affrontastando dalla parte del cittadino, come da sempre gli in-fermieri fanno, diventa elemento che unisce, che supe-ra steccati ideologici e barriere di posizione. E’ tempoche anche noi infermieri facciamo nostra questa lezio-ne. E' tempo di prendere coscienza che la difesa onestae nostra questa lezione. La difesa onesta e obiettiva del-la salute può rappresentare un enorme potere di coesionesociale. E' tempo dunque d’impegnarsi in prima perso-na, magari scendendo in campo direttamente per rap-presentare nelle istituzioni le istanze di una sanità dal vol-to umano e popolare.

Prima ancora che Palazzo Madama scrivesse questabella pagina, avevo in mente una riflessione che, seguendoil racconto di questo numero del giornale, evidenziassecome il tema della sanità fosse ritornato in questi ultimimesi in maniera propositiva nell’agenda della politica. Siaa livello nazionale, ma anche a livello locale. Non mi fac-cio troppe illusioni. Siamo anche alla vigilia di qualche im-portante turno elettorale, dunque è plausibile che qualchequalche provvedimento, qualche annuncio e qualche pro-messa abbia le gambe corte. Si annuncio e qualche pro-messa abbiano le gambe corte. Si vedranno i fatti. Noicontinueremo a pressare la politica perché assuma provve-dimenti in linea con la difesa del Sistema sanitario nazio-nale, universalistico, equo e sostenibile. Perché si tengaconto delle ancora gravi carenze di organici presenti neinostri ospedali e sul territorio e si dia piena attuazione aiconcorsi per giovani infermieri e infermieri pediatrici. C’èda recuperare, passo dopo passo, assunzione dopo assun-zione, la perdita di circa 9mila posti di lavoro avvenuti inoltre dieci anni di commissariamento e di blocco del turnover. In Campania bisogna dare più attenzione al territorio,esso è completamente sguarnito. L’infermiere di famigliapotrebbe rappresentare un primo importante presidio. Maanche i servizi di emergenza-urgenza, sui quali gli infer-mieri hanno le necessarie competenze e possono dare uncontributo essenziale, garantendo anche una forte innova-zione nel settore. Il Servizio sanitario nazionale deve tor-nare ad essere la prima scelta di cura e assistenza per icittadini, troppo spesso costretti a rivolgersi al privato o arinunciare a curarsi.

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Supplemento di NapolisanaRivista periodica di aggiornamenti professionali, attualità,cultura e ricerca infermieristicaOrgano dell’Ordine delle professioni infermieristiche di NapoliANNO XXV- N.3 - SETTEMBRE 2019AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI NAPOLI N. 4681 DEL 27/9/1995Dati indicizzazione - ISSN 2611-2205 Napolisana Campania

Direttore editorialeCiro Carbone

Direttore responsabilePino De Martino

Caporedattore Comitato ScientificoPh.D. Teresa Rea

Comitato ScientificoDott.ssa MargheritaAscione, Dott.ssa Florinda Carcarino,Ph.D.Andrea Chirico, Dott.ssa Grazia Isabella Continisio,RN, Ph.D.Alberto Dal Molin, Ph.D. Maria Rosaria EspositoDott. Gianpaolo Gargiulo, Dott.ssa Lorenza Garrino,Ph.D. Joseph Giovannoni, Ph.D.Assunta Guillari,Dott.ssa LoreanaMacale, Ph.D.Antonella Mottola,Ph.D. Gianluca Pucciarelli, Dott.ssa Franca Sarracino,Ph.D. Nicola Serra, Ph.D. Silvio Simeone.

Hanno collaborato a questo numeroMartina Abilitato, Massimiliano Chiarini, Angelo Cianciulli,Bartolomeo D’Amore, Mariangela D’Amore, Antonio Del Prete,Dario De Martino, Nina De Martino, Emanuele De Simone,Marco Di Muzio, Sara Dionisi, Mariachiara Figura,Valeria Franzoso, Noemi Giannetta, Adele Maria MarzoccoPeppe Papa, Debora Pettinelli, Giulia Pintus, Francesco Serra,Laura Tibaldi, Pippo Trio.

Editore, direzione e redazione:Opi - NapoliVia Santa Maria di Costantinopoli, n 27, Cap. 80138, Napoli,Tel. 081 440140, Fax 081 0107708e-mail: [email protected] - web: www.opinapoli.itpec: [email protected]

RESP. GRAFICA E IMPAGINAZIONEQUORUM - GALLERIA UMBERTO I, 50 - 80132 NAPOLILa riproduzione e la ristampa anche parziali di articoli e immagini del giornalesono formalmente vietate senza la debita autorizzazione dell’editore.

In questo numero:L’Editoriale

Mai più violenzain ospedalePer una voltatutti d’accordodi Ciro Carbone

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Politica sanitariaLa sanità torna nell’agendadella politicaSia a livellonazionale che inCampania sicolgono precisisegnali di unrinnovatointeresse della politica perla sanità. L’approvazione alSenato del Ddl sicurezza e le dichiara-zioni del Premier Conte e del ministroSperanza ne sono un esempio.

di Pino De Martino

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In questo NUMEROPolitica sanitariaDdl antiviolenza suglioperatori sanitari:Ok dal Senato

Con 237 voti favorevoli, l'Assemblea di PalazzoMadama ha approvato all'unanimità il disegnodi legge n. 867, "Disposizioni in materia di sicu-rezza per gli esercenti le professioni sanitarie esocio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni".

di Pino De Martino

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Politica sanitariaEdilizia sanitariae liste d’attesa,arrivano i fondi

Sbloccati 1 miliardo e 80milioni destinati alla ri-qualificazione della rete ospedaliera regionale. Vialibera anche ai fondi per lo smaltimento delle listedi attesa delle Regioni: alla Campania 40mln.

di Pino De Martino

Politica sanitariaSulla giostra

delle nomine: traconferme e bocciatureRinnovati i vertici di Asl eAziende ospedaliere. Sono 13, tra conferme,spostamenti, promossi e bocciati.

di Dario De Martino

14Dentro la professioneDai colori ai numeri,

pronta la riforma del Prontosoccorso

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Politica sanitariaIl Premier Conte:

“Un piano straordinarioper assumere infermierie medici”Fanno ben sperare le parole con le quali ilPresidente del Consiglio dei ministri affrontanel suo discorso alle Camere le questionilegate alla carenza di organici nella sanità.

di Pippo Trio

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Notizie dall’OrdineAlla scoperta delnuovo CodiceDeontologico delleprofessioni infermieristiche

Giornata di studio promossa dall’Opi Napoli in-sieme con l’Azienda Ospedaliera Universitaria ela Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Universitàdi Napoli Federico ll.

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Politica sanitariaDe Luca: “Chiude-

re commissariamentoo è guerra”

di Nina De Martino

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Ospedali e territorio

NSC NursingSupplemento

di ricerca infermieristicaall’interno, pagg. 17/32

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Politica sanitariaUna legge regionaleper l’infermieredi famiglia

E’ l’iniziativa lanciata dal Consigliere regionaleFlora Beneduce. Confronto di idee con l’Ordinedelle professioni infermieristiche di Napoli e asso-ciazioni.

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6 Settembre 2019

di Pino De Martino

L’ultimo atto,ma solo in ordine ditempo, riguarda il Disegno dilegge per contrastare la violen-

za sugli operatori sanitari approvato al Se-nato all’unanimità grazie anche ad una cor-sia preferenziale voluta per contrastare unfenomeno sempre più preoccupante e re-crudescente. Ma non è l’unico. In questiultimi mesi la politica sembra aver cam-biato passo nei confronti delle tematicheche riguardano la salute, l’organizzazione

dell’assistenza sanitaria e le professionicoinvolte. Un atteggiamento più rispetto-so e responsabile, sia a livello nazionale chelocale. E senza distinzione tra questo o quelpartito. Per provare a dare un senso com-piuto a questa sensazione di un rinnova-to impegno proveremo di seguito a met-tere in fila, provvedimenti, dichiarazioni,atti, proposte avanzate ultimamente, sia alivello nazionale, sia a livello locale.

IL NUOVO ESECUTIVOPrima che il Senato approvasse il Ddl si-

curezza, a destare l’interesse delle profes-sioni sanitarie era stata la dichiarazione delPremier Giuseppe Conte: “Il Governo si

impegnerà a difendere la sanità pubblica euniversale, valorizzando il merito e predi-sponendo un piano di assunzioni straordi-narie di medici e infermieri, potenziandonei percorsi formativi”. CosìGiuseppeConte,presidente del Consiglio, durante il discorsoper chiedere la fiducia alla Camera. Saràvero? Lo giudicheremo dai fatti. Resta ilfatto che, almeno nelle dichiarazioni pro-grammatiche, Conte ha toccato più volte iltema Salute, manifestando l'intenzione del-l'esecutivo di impegnarsi per una sanità pub-blica che sia veramente universale e chevalorizzi il merito dei professionisti. Maanche la dichiarazione del nuovo ministroalla Salute ha ricevuto i dovuti apprezza-menti. Il ministro, Roberto Speranza ha

LLaa ssaanniittàà ttoorrnnaa nneellll’’aaggeennddaa ddeella politica Politica Sanitaria

Sia a livello nazionale che inCampania si colgono precisi segnali di un rinnovato interesse della politica per la sanità. L’approvazione al Senato del Ddl sicurezza e ledichiarazioni del Premier Contee del ministro Speranza nesono un esempio. Ma anche laCampania sembra risvegliarsi:dallo sblocco dei fondi per l’edilizia ospedaliera (1 miliardoe 80 milioni) alle nuove nominedei direttori generali delle Asl edei manager delle aziendeospedaliere. Da non sottovalu-tare il progetto pilota propostodal Consigliere regionale Flora Beneduce sull’infermiere di famiglia e il varo da parte dellaRegione della "Rete Stroke",che individua le strutture specificamente dedicate al trattamento dei pazienti colpiti da ictus.

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7Settembre 2019

FFoonnddaazziioonnee GGiimmbbee:: ““SSoottttrraattttii 3377 mmiilliiaarrddii iinn 1100 aannnnii””

Gli ultimi dieci anni sono statiterribili per la sanità in Italia.Circa Trentasette miliardi di euroin meno per il Sistema SanitarioNazionale dal 2010, un’Italia agliultimi posti rispetto ai paesidell’Ocse e del G7 in termini dispesa sanitaria, e un Patto per laSalute che rischia di saltare, fa-cendo venir meno le risorse ag-giuntive previste per l’anno2020-2021. È quanto denunciaun rapporto della FondazioneGimbe, che ha lo scopo di promuovere e realizzare attività di formazione e ricerca in am-bito sanitario, sottolineando la necessità di rilanciare la sanità pubblica fin da subito, apartire dalla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2019. Aimancati finanziamenti, secondo Gimbe, hanno contribuito “tutti i governi” degli ultimi10 anni, definanziando, per far fronte alle emergenze del Paese, proprio la sanità, “di fattoil capitolo di spesa pubblica più facilmente aggredibile”. Tra il 2010 e il 2015 sono statitagliati “circa 25 miliardi” per “tagli conseguenti alle varie manovre finanziare”. Oltre12, invece, quelli a cui la Sanità ha dovuto rinunciare tra il 2015 e il 2019, per “esigenzedi finanza pubblica”. “In termini assoluti il finanziamento pubblico – si legge nel rap-porto di Gimbe – è aumentato di 8,8 miliardi, crescendo in media dello 0,9% annuo, tassoinferiore a quello dell’inflazione media annua (1,07%)”. Il Def, inoltre, ha ridotto pro-gressivamente il rapporto spesa sanitaria/Pil, passato dal 6,6% dell’anno 2019-2020, al6,4 previsto per il 2022. “Le prime dichiarazioni del neo Ministro della Salute – hasottolineato il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta all’indomani della no-mina– non lasciano dubbi sulla volontà di preservare e rilanciare una sanità pubblicae universalistica e di rifinanziare il Sistema sanitario nazionale”. Il riferimento è aquanto detto da Roberto Speranza, neo ministro della Salute, che ha identificato nellacarta Costituzionale il “faro” del suo programma, affermando che “la spesa sanitarianon è un costo ma un investimento per la salute”. Impegno che, sottolinea il report, nonsi trova nel programma di governo, in cui si evidenzia la volontà attuare “un piano straor-dinario di assunzioni di medici e infermieri”, senza però prevedere esplicitamente il ri-lancio del finanziamento per il Sistema sanitario. “In tal senso – puntualizzaCartabellotta – la prima cartina al tornasole è rappresentata dall’imminente Nota di Ag-giornamento del DEF 2019: ad esempio, se si volesse attuare la cosiddetta “Quota 10”proposta dal Partito Democratico (cioè 10 miliardi di investimenti aggiuntivi nei pros-simi 3 anni) occorrerebbe incrementare il rapporto spesa sanitaria/PIL almeno dello0,2-0,3% per ciascuno degli anni 2020-2022. Da tenere in considerazione anche il man-cato allineamento delle retribuzioni del personale sanitario rispetto agli standard eu-ropei, che per essere “rimotivato” non deve solo essere “rimpiazzato”. Proprio daglistipendi di “personale dipendente e convenzionato”, infatti, come evidenzia il report, èstato “scippato” il “50% degli oltre 37 miliardi sottratti alla sanità”.

La sanità torna nell’agenda ddeellllaa ppoolliittiiccaa Politica

Sanitaria

subito fatto sapere che sono tre gli assi fon-damentali intorno ai quali ruota la sua idea diSanità: l’abolizione del cosiddetto super-ticket, la rideterminazione del finanziamentoper il Servizio sanitario nazionale e l’allen-tamento dei vincoli per l’assunzione del per-sonale sanitario.

DEFIBRILLATORI OVUNQUE Dai treni alle società sportive: defibrilla-

tori ovunque per legge. Defibrillatori in ae-roporti, stazioni e porti, ma anche a bordo diaerei, treni, navi, sui mezzi di trasporto pub-blici e nelle società sportive. E poi forma-zione alla rianimazione fin dai banchi discuola.È il contenuto della proposta di legge for-

temente dal primo firmatario e relatoreGiorgio Mulè, deputato di Forza Italia. Untesto calendarizzato in quota Forza Italia, cheha trovato sostegno unanime fra i deputati.Tanto che è stato approvato in commissioneAffari sociali all’unanimità ed è il risultatodella sintesi di otto proposte di legge.

POLITICA ATTIVA ANCHE IN CAMPANIA

Anche la Campania si è mossa bene inquesti ultimi tempi. Sono stati sboccati 1 mi-liardo e 80 milioni destinati alla riqualifica-zione della rete ospedaliera regionale. E vialibera anche ai fondi per lo smaltimento delleliste di attesa delle Regioni: alla Campania40mln. Via libera anche alle nuove nominedei direttori generali delle Asl e dei managerdelle aziende ospedaliere. In tutto sono tredici le nuove nomine, tra

nuovi manager e due commissari designati afronte di 14 caselle da colmare su 17. Da nonsottovalutare il progetto pilota proposto dalConsigliere di Forza Italia, Flora Beneducesull’infermiere di famiglia e il varo da partedella Regione della "Rete Stroke", che indi-vidua le strutture specificamente dedicate altrattamento dei pazienti colpiti da ictus.

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8 Settembre 2019

PoliticaSanitaria

di Dario De Martino

“E’una buona notizia.Di quelle cheti fanno fare pace con la politica,non sempre a dire il vero attenta ai

bisogni e alle istanze di chi nella sanità cilavora e dei suoi utenti”. Sembra proprioche ilMinistroSperanza sia partito con ilpiede giusto”.CosiCiro Carbone, PresidenteOpiNa-

poli commenta il via libera di PalazzoMa-dama al Disegno di legge anti aggressio-ni. Proprio recentemente, in occasione del-l’ennesimo episodio di violenza ai dannidi un infermiere, Carbone aveva solleci-tato il Ministro Speranza, tra i primi a so-

stenere la legge, ad accelerare le procedure.“L’approvazione del provvedimento èmotivo di grande soddisfazione”, aggiun-ge infatti Carbone.“Esso interviene su unfenomeno ormai dilagante, incontrollabi-le che mette a rischio ogni giorno infer-mieri, medici, e quanti lavorano nella sa-nità, soprattutto nei reparti delle emer-genze/urgenze, al 118”.Il provvedimento era atteso da tempo.

Con l’ok del Senato, all’unanimità dei pre-senti, si è ametà dell’opera: alla Camera l’i-ter potrebbe essere anche più veloce.Di positivo nel disegno di legge licenziato

dal Senato c’è anche l’introduzione nell’Os-servatorio nazionale sulla sicurezza degli

esercenti le professioni sanitarie, degli Or-dini professionali, una richiesta di modificaal testo avanzata ed accolta grazie anche allavoro della Fnopi.

“L’approvazione del provvedimento conuna corsia preferenziale rispetto al normaleiter che lo aveva tenuto in stand by per oltreun anno, rappresenta per i professionistidella salute motivo di soddisfazione e so-prattutto orgoglio per l’introduzione nel-l’Osservatorio nazionale sulla sicurezzadegli esercenti le professioni sanitarie, degliOrdini professionali, una richiesta di modi-fica al testo avanzata ed accolta grazie

DDddll aannttiivviioolleennzzaa ssuuggllii ooppeerraattoorrii ssanitari: ok dal Senato Con 237 voti favorevoli, l'Assemblea di Palazzo Madama ha approvato all'unanimità il disegno di legge n. 867, "Disposizioni inmateria di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni". Il provvedimentopassa ora all'esame della Camera. Positivi commenti dalla Fnopie ringraziamenti alla Grillo. Carbone: “Il Ministro Speranza partitocon il piede giusto”

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9Settembre 2019

PoliticaSanitaria

AAggggrreessssiioonnii::iinn ddiieeccii ppuunnttii llee pprrooppoossttee

ddeeggllii iinnffeerrmmiieerrii Il decalogo presentato dallaFnopi sul tema delle aggressioniin sanità.

Un contributo non secondario alla for-mazione del Ddl antiviolenza, conside-rando anche che l’89,5% degli infermieri èstato ed è oggetto di violenze fisiche o ver-bali. Anche in futuro, assicurano dalla Fe-derazione degli infermieri, si continueràcon la massima collaborazione per contri-buire al monitoraggio del fenomeno e alladefinizione di ulteriori misure di contrasto.1. Tolleranza zero verso la violenza nelle

strutture sanitarie, con inasprimento dellepene perché chi la compie sappia (quindimassima informazione) di stare perpe-trando un reato severamente punibile. 2.Regolamentare l’uso dei social nei luoghidi lavoro e rispetto all’attività professio-nale per evitare commenti, furti di identitàe proposte inappropriate (ne sono vittimacirca il 12% dei professionisti coinvolti chenel caso degli infermieri sono per il 77%donne). 3. Snellire le attese stressanti inpronto soccorso con meccanismi di smi-stamento alternativi (es. see&treat) per ri-durre la tensione e la reattività dei pazienti.4. Stabilire pene più severe per chi aggre-disca verbalmente e fisicamente un pro-fessionista sanitario donna sul luogo dilavoro, prevedendo l’aggravante del peri-colo che nell’azione possono correre gliassistiti. 5. Maggiore formazione del per-

sonale nel riconoscere, identificare e con-trollare i comportamenti ostili e aggressiviprevedendo anche appositi corsi Ecm(come il corso CARE, presentato assiemealla Federazione nazionale degli ordini deimedici e degli odontoiatri). 6. Aumentarel’informazione e la formazione perchésiano denunciate da tutti e in modo chiarole azioni di ricatto e le persecuzioni nel-l’ambiente di lavoro rispetto alla posizionee ai compiti svolti. 7. Predisporre un teamaddestrato a gestire situazioni critiche e incontinuo contatto con le forze dell’ordinesoprattutto (ma non solo) nelle ore not-turne nelle accettazioni e in emergenza. 8.Predisporre un team addestrato a gestire si-tuazioni critiche e in continuo contatto conle forze dell’ordine e sensibilizzare i datoridi lavoro a non “lasciar fare”, ma a rifiutarela violenza anche prevedendo sanzioni. 9.Stabilire procedure per rendere sicura l’as-sistenza domiciliare prevedendo anche lapresenza di un accompagnatore o la co-municazione a un secondo operatore deimovimenti per una facile localizzazione.10. Evitare per quanto possibile che i pro-fessionisti sanitari effettuino interventi do-miciliari da soli, ma fare in modo che conloro sia presente almeno un collega o unoperatore della sicurezza.

Ddl antiviolenza sugli operatorii ssaanniittaarrii:: ookk ddaall SSeennaattoo

anche al lavoro della Fnopi”. Cosi BarbaraMangiacavalli, presidente della Federa-zione nazionale degli Ordini degli infermierisubito dopo l’approvazione.

“Ringraziamo l’onorevole Giulia Grilloche ha presentato il provvedimento e il mi-nistro Roberto Speranza che lo ha spintoverso la rapida conclusione”, ha aggiuntola numero uno degli infermieri. “Speriamoora in un’approvazione veloce anche allaCamera e siamo convinti che questo temanon si esaurisca con il disegno di legge, marichieda ulteriori, molteplici interventi co-stanti nel tempo e integrati da parte di tutti”.

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10 Settembre 2019

di Pippo Trio

“Il Governo si impegnerà a difendere la sanità pubblicae universale, valorizzando il merito e predisponendo unpiano di assunzioni straordinarie di medici e infermieri,

potenziandone i percorsi formativi”. Così Giuseppe Conte, pre-sidente del Consiglio, durante il discorso per chiedere la fiduciaalla Camera. Sarà vero? Lo giudicheremo dagli atti concreti. Re-sta il fatto che, almeno nelle dichiarazioni programmatiche, Con-te ha toccato più volte il tema Salute, manifestando l'intenzionedell'esecutivo di impegnarsi per una sanità pubblica che sia ve-ramente universale e che valorizzi il merito dei professionisti.

PARTE BENE SPERANZAAnche ilministro della Salute, Roberto Speranza parte con il piede

giusto. Per l’esponente di Leu, sono tre gli assi fondamentali in-torno ai quali ruota la sua idea di Sanità: “l’abolizione del cosid-detto superticket, la rideterminazione del finanziamento per ilServizio sanitario nazionale e l’allentamento dei vincoli per l’as-sunzione del personale sanitario”.Temi cari agli infermieri. E lo si nota dalle dichiarazioni che arri-

vano dalla Federazione Nazionale. Pesa molto - ha sottolineato amargine della nomina dei nuovi ministri Barbara Mangiacavalli,presidente Fnopi - il problemadelle carenze del personale soprattuttoalla luce degli effetti di Quota100. Di infermieri ne mancano oltre

Fanno ben sperare le parole con le quali il Presidente del Consigliodei ministri affronta nel suo discorso alle Camere le questioni legatealla carenza di organici nella sanità. Positivi commenti da partedei vertici della professione anche nei confronti del Ministrodella Salute, Roberto Speranza.

PoliticaSanitaria

IIll PPrreemmiieerr CCoonnttee:: ““UUnn ppiiaannoo ssttrraaoorrddiinnario per assumere iinnffeerrmmiieerrii ee mmeeddiiccii””

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11Settembre 2019

PoliticaSanitaria

Il Premier Conte: “Un piano straordiinnaarriioo ppeerr aassssuummeerree infermieri e medici”

50mila, che con Quota 100 rischiano di aumentare fino a 75mila econ i normali pensionamenti ancora di più. Più ossigeno al personaledipendente, dunque, in linea con il pensiero del neo ministro dellaSalute, Roberto Speranza. In un comunicato della Fnopi si augura "Buon lavoro al ministro,

al viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri” di cui abbiamo apprez-zato il lavoro sin qui svolto a tutela dei diritti dei pazienti e a soste-gno della valorizzazione e sviluppo della professione infermieristica,e al sottosegretario Sandra Zampa, da sempre sensibile al tema deidiritti umani, dell'infanzia e dell'adolescenza e per questo figura disicuro riferimento per i tanti infermieri pediatrici che rappresen-tiamo".

FFnnooppii aa SSppeerraannzzaa:: aatttteennzziioonneeaallllee iissttaannzzee ddeeggllii iinnffeerrmmiieerrii

E’ il primo incontro in ordine temporale che il neoministro hacon le professioni che operano nella sanità. Roberto Speranzaha prestato la massima attenzione alle istanze degli infermieri econfermato la volontà di avere un filo diretto e una collabora-zione attiva con la Federazione. Infermiere di famiglia, carenze,specializzazioni infermieristiche e conferma dei contenuti delPatto per la Salute che prevede un forte rilancio dell’assistenzasul territorio. Questi gli argomenti dell’incontro tra il ministrodella Salute Roberto Speranza e la presidente e il portavoce dellaFederazione nazionale degli ordini delle professioni infermieri-stiche, Barbara Mangiacavalli e Tonino Aceti. “Dobbiamo guar-dare solo al futuro dell’organizzazione e dell’assistenza, senzafare alcun passo indietro, riconoscendo le competenze che laprofessione infermieristica ha ormai acquisito da oltre 20 anni”,ha detto Barbara Mangiacavalli al ministro. La Presidente hasottolineato a Speranza la disponibilità a supportare le Istituzioninelle decisioni da prendere e nelle scelte da operare, mettendo adisposizione tutto il know-how della professione infermieristica.Ampio spazio è stato dedicato al confronto sul rilancio delle cureterritoriali, anche per quanto riguarda i servizi di emergenza-ur-genza sui quali gli infermieri hanno le necessarie competenze epossono dare un contributo essenziale, garantendo anche unaforte innovazione nel settore. “Bene il finanziamento a 3,5 mi-liardi in più per il fondo sanitario e infermieri pronti a sostenereil ministero nell’iter della prossima legge di Bilancio – ha dettoAceti al ministro -: si tratta di risorse fondamentali per realiz-zare la riforma da anni in pista con i Livelli essenziali di assi-stenza, ma che finora è rimasta al palo per mancanza di coperturaeconomica sul decreto che riguarda le nuove tariffe per le pre-stazioni. Molti pazienti lo aspettano. Bene – ha concluso Aceti– la volontà di abolizione del superticket: riporta il Servizio sa-nitario nazionale a essere la prima scelta di cura e assistenza peri cittadini ed è una misura che sostiene maggiore accesso alleprestazioni e più tutela dei redditi delle famiglie”.

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12 Settembre 2019

di Pino De Martino

Il via libera è arrivato ad agosto, amargine dellaConferenza StatoRe-gioni, dopo un lungo tira emolla tra

ministero della Salute e Regione. «Un ri-sultato straordinario –ha commentato a cal-do il presidente dellaRegioneVincenzoDeLuca - dopo un'istruttoria durata 15 mesi.Un risultato conseguito dal Governo re-gionale che accede a questo finanziamen-to per la prima volta dopo quasi vent'anni.Abbiamo potuto accedere a questi fondiavendo innanzitutto risanato i bilanci e aven-do creato e approvato una nuova e coerenterete ospedaliera. Risorse decisive per ri-strutturare decine e decine di struttureospedaliere e di realizzare una pagina nuo-va nella Sanità campana».Contestualmente al via libera per il pianodi

edilizia sanitaria che porterà 1 miliardo e 80milioni di euro nelle casse regionali, è statosbloccato anche il fondo da 400 milioni dieuro in 3 anni per lo smaltimento delle liste diattesa delle Regioni (alla Campania vannocirca 40 milioni) da impiegare per digitaliz-zare i Cup. Ospedali nuovi e interventi di ri-strutturazione su vecchi plessi; forniture dinuove apparecchiature elettromedicali maanche di strumentazioni per terapie all'avan-guardia e per diagnostica avanzata. Con unmiliardo e 83 milioni di euro la RegioneCampania conta di portare nei prossimi annila sanità campana a livelli di eccellenza. Sonopiù di 70 i complessi ospedalieri e sanitariche saranno destinatari di fondi previsti daleggi ordinarie per l'edilizia ospedaliera.

Gli interventi – "Realizzeremo strutturedi straordinario valore, come l'Ospedaleunico della Penisola Sorrentina a Sant'A-gnello, l'ospedale nuovo di Giugliano, l'o-spedale San Paolo di Fuorigrotta a Napoli, ilnuovo Ruggi d'Aragona a Salerno e decinedi interventi in tutte le strutture in tutte le pro-vince. Può essere la vera svolta per la sanitàcampana. Come per le Universiadi dovremoessere rapidi, qui abbiamoproblemi più com-plessi, dobbiamodotarci di progetti esecutivima avremo la stessa tenacia e la stessa con-cretezza operativa. Dal progetto esecutivo alcompletamento dell'opera dovremo riuscirea metterci due anni, come hanno fatto a Mi-lano con la nuove strutture della regioneLombardia". Nelle parole del Presidente DeLuca gli interventi più urgenti previsti nelpianodi edilizia sanitaria dellaRegioneCam-pania.

Napoli – Nel piano regionale, una quotaconsistente delle risorse accordate per l’edi-lizia sanitaria, più del 24%, è destinata alletecnologie: con un finanziamento di 267mi-lioni di euro laRegione sostituirà le apparec-

chiature più vecchie e ormai desuete e ac-quisterà anche nuovi macchinari all'avan-guardia. Nel dettaglio, si prevedonointerventi per 91 milioni in strutture dell'AslNapoli 1Centro: 17milioni per realizzare unnuovo blocco tecnologie-area ricoveri all'o-spedale Incurabili, interessato anche da unadeguamento funzionale e tecnologico; circa74 milioni di euro per realizzare il nuovoospedale di Napoli Ovest, al posto del SanPaolo, che avrà sede in via caduti diNassiriyaaFuorigrotta. L'IstitutoPascale diNapoli, ec-cellenza nella cura dei tumori, grazie a unostanziamento di 40milioni di euro, potrà do-tarsi di un sistema di protonterapia (o terapiaprotonica) è un tipo di adroterapia (radiote-rapia che fa ricorso a adroni) che utilizza unfascio di protoni per irradiare un tessuto bio-logico malato, spesso nel trattamento dei tu-mori. E sarà il secondo ospedale in Italiadotato di questa tecnologia. Una quota di fi-nanziamenti andrà anche all'ospedaleCarda-relli, uno dei più grandi nosocomi del Sud eil più grandediNapoli: beneficerà di 54,8mi-lioni di euro per ristrutturare due padiglioni e

PoliticaSanitaria

Sbloccati 1 miliardo e 80 milionidestinati alla riqualificazione del-la rete ospedaliera regionale.Via libera anche ai fondi per losmaltimento delle liste di attesadelle Regioni: alla Campania40mln. De Luca: “Risultatostraordinario dopo circa 20 anni”

EEddiilliizziiaa ssaanniittaarriiaa ee lliissttee dd’’aatttteessaa,, aarrivano i fondi

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13Settembre 2019

MMaannccaa iill ppeerrssoonnaalleessaanniittaarriioo mmaa nnoonn cc’’èèuunn cceennssiimmeennttoo:: uunnaammoozziioonnee iinn RReeggiioonneeNAPOLI – L’Ordine degli infermieri di

Napoli l’ha detto più volte: in Campania,anche a causa del blocco del turn over,mancano oggi circa 9mila unità. Da diecianni non si sostituisce il personale andatoin quiescenza, senza contare le aumentaterichieste assistenziali di una popolazionesempre più invecchiata. Ma mancanoanche medici e Oss. Complessivamente,la sanità campana soffre una carenza im-pressionante di personale in tutto il com-parto. Ma questo si sapeva. Ciò che destascalpore è che ad oggi manca un censi-mento che indichi i settori in sofferenza edil numero di unità necessarie. Per questo èstata depositata in Consiglio regionale unamozione da parte dei consigliere Gian-luca Daniele, Giovanni Chianese eFranco Moxedano. La mozione ha un ti-tolo inequivocabile: «Verifica fabbisognopersonale del comparto del Servizio Sa-nitario Regionale». La mozione intendesollecitare una ricognizione del fabbiso-gno di tutte le figure professionali del Ser-vizio Sanitario Regionale, anche alla lucedelle quiescenze dovute alla “Quota 100”e il reclutamento dei lavoratori attraversotutte le possibili formule normative: stabi-lizzazione precari, scorrimento delle gra-duatorie aperte, concorsi, nel caso non visiano già graduatorie dei profili richiesti,senza lasciare nessun lavoratore a casa,qualunque sia il suo contratto. Nella mo-zione si chiede inoltre di individuare unpercorso normativo unico che possa ga-rantire l’utilizzo di tutte queste figuresenza così disperdere la maturata espe-rienza nella pubblica amministrazione.Con la consapevolezza che è grazie a que-ste donne e uomini che si è garantito, econtinuano a farlo, il funzionamento del-l’intero sistema assistenziale campano.

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dotarsi di nuove tecnologie e per la realizza-zione di una logistica integrata. Un inter-vento importante è previsto anche perl’ospedale pediatrico Santobono, dove con11 milioni si attrezzerà il polo oncologico pe-diatrico e con altri 8 il reparto di nefrologia Epoi interventi minori sono previsti al Cto e alMonaldi; alle aziende universitarie FedericoII e Vanvitelli. Stanziamenti previsti ancheper i privati convenzionati ed equiparati alpubblico: 2 milioni per il Fatebenefratelli diNapoli e Benevento, 1 milione per il SantaMaria della Pietà di Casoria (Napoli) e 2,1milioni per l'ospedale Betania di Napoli Est.

La Provincia - All'Asl Napoli 2 Nordvanno 84,5 milioni destinati alla realizza-zione del nuovo ospedale di Giugliano(65mln) e per le strutture di Pozzuoli, Quartoe Frattaminore. Nuovi reparti sono previstiall'ospedale di Nola, che sarà ampliato comequello di Boscotrecase. Restyling per i pre-sìdi San Leonardo di Castellammare di Sta-bia e di Gragnano. A Sant'Agnello saràcostruito il nuovo Ospedale della CostieraSorrentina, per il quale c’è uno stanziamento

di 65 mln, con un finanziamento totale di107,8 milioni destinato all'Asl Napoli 3 Sud.Un finanziamento di 4 milioni di euro dellaRegione Campania permetterà di dotare ilcomune di Quarto di una struttura sanitariapolispecialistica e polivalente. Il poliambu-latorio era atteso nella cittadina flegrea da 40anni, Si tratta di un intervento di potenzia-mento della rete sanitaria e ambulatoriale ter-ritoriale.

Più soldi a Salerno - La quota più consi-stente di finanziamenti, oltre 330 milioni dieuro, è destinata all'ospedale di Salerno, percostruire la nuova sede dell'azienda ospeda-liera Ruggi. Per l'Asl di Salerno ci sono altri70 milioni di euro per i presidi di Pagani,Scafati, Roccadaspide, Eboli, Vallo della Lu-cania, Sapri, Capaccio e Mercato San Seve-rino. Gli interventi riguarderanno anche le altre

province. A Benevento saranno destinaticomplessivamente venti milioni di euro perle ristrutturazioni e le dotazioni dell'ospedaleRummo. Ad Avellino 23 milioni sono per l'o-spedale Moscati e altri 7 per l'ospedale di So-lofra. A Marcianise (Caserta) sorgerà unnuovo ospedale, finanziato con 23 milioni dieuro. Altri 60 milioni saranno destinati alnuovo complesso di Sessa Aurunca. Delnuovo piano beneficeranno anche le Asl, siaper interventi di ristrutturazione, sia per do-tazioni strutturali e tecnologiche. "Daremocosì anche un respiro all'economia campana– osserva De Luca - un miliardo di euro peraziende, per studi professionali e per decinee decine di posti di lavoro, nei prossimianni". Il Presidente sottolinea anche che itempi di realizzazione dovranno essere rigo-rosi e brevi. Due anni a partire dall'approva-zione dei progetti esecutivi. Da settembreprossimo si avvieranno i contatti con leaziende sanitarie e ospedaliere per le proget-tazioni che riguarderanno i piccoli e medi in-terventi. Per quelli più corposi bisogneràbandire gare. "E' scegliere studi di progetta-zione importanti - aggiunge De Luca - per-ché vogliamo che la nuova edilizia sanitariasia anche bella".

Edilizia sanitaria e liste d’attesa,, aarrrriivvaannoo ii ffoonnddii

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Settembre 201914

SSuullllaa ggiioossttrraa ddeellllee nnoommiinnee:: ttrraa ccoonnffeerrmmee ee bboocccciiaattuurree

di Dario De Martino

NAPOLI - Alla ripresa dal dopo ferie, la sanità campana si pre-senta con una rivoluzione ai vertici di Asl e Aziende ospedaliere. Intutto sono tredici le nuove nomine, tra nuovi manager e due com-missari designati a fronte di 14 caselle da colmare su 17. Ecco dun-que il quadro dei designati, in una sorta di giostra delle poltrone, traspostamenti, promozioni, conferme e bocciature. Le Asl – Prima tra tutte, la più importante: la Napoli 1 Centro.

Anche se ampiamente annunciato, il passaggio di Ciro Verdolivada commissario a direttore generale della Asl Napoli 1 fa notizia.Dopo aver fatto bene da commissario all’Ospedale del Mare e alCardarelli, la nomina a direttore generale dell’Asl più grande d’Ita-lia suona come un ulteriore apprezzamento del suo stile di leader-ship e dei risultati conseguiti. Un alone di positività che si estendeanche i suoi più stretti collaboratori. Cosi che, Anna Borriello (exsub commissario sanitario della Asl Napoli 1) e Ferdinando Me-moli (ex sub commissario amministrativo sempre della Napoli 1)sono intanto emigrati nello stesso ruolo al Ruggi di Salerno. Ver-doliva ha nominato Michele Ciarfera e Vincenzo Giordano, ri-spettivamente, direttore amministrativo e direttore sanitario. Altraconferma alla Asl Napoli 2 Nord, dove Antonio D'Amore resteràper altri tre anni. Bocciata invece Antonietta Costantini, es managerdell’Asl Napoli 3 Sud. Fa posto al nuovo direttore generale Gen-naro Sosto, attuale vertice dell'azienda sanitaria unica del Molise.All’Asl di Avellino resta al comando Maria Morgante. Conferma,con il passaggio da commissario a direttore generale, anche perMario Iervolino alla Asl di Salerno. All’Asl di Caserta altra boc-ciatura. Mario De Biasio lascia il posto a Ferdinando Russo.Men-tre all’Asl di Benevento il nuovo direttore è Gennaro Volpe, il56enne medico originario di Napoli, sostituirà Franklin Picker chelascia per superati limiti d’età.Aziende ospedaliere - Al Cardarelli, al posto del commissario

Anna Iervolino arriva dal Ruggi di Salerno Giuseppe Longo. Unmanager che vanta una lunga carriera direttiva, maturata prima al-l'Arsan, poi ai vertici di varie aziende sanitarie campane (Napoli 2nord, Monaldi, Asl di Salerno, azienda dei Colli e infine Ruggi).Prende il posto di Anna Iervolino, commissaria nel più grandeospedale del Sud dopo la nomina di Verdoliva a commissario dellaNapoli 1. Per la Iervolino non si tratta di una bocciatura, anzi. Su-bentra al Policlinico Federiciano al posto di Vincenzo Viggiani, cherisulta tra gli esclusi di peso di questa tornata di nomine. Il passag-gio di Giuseppe Longo al Cardarelli, apre la strada a VincenzoD'Amato, già presidente dell'Ordine dei medici di Avellino, e oracommissario al Ruggi di Salerno. Scambio di poltrone tra l’Azienda

dei Colli e l’Azienda Universitaria Vanvitelli. Alla direzione gene-rale dell'azienda che raggruppa Monaldi, Cotugno e Cto arrivaMaurizio Di Mauro, che ha guidato nell'ultimo triennio il Policli-nico del Centro storico. Al suo posto giunge dal Monaldi, dove era commissario, Anto-

nio Giordano. Una conferma invece per il Pascale dove resta At-tilio Bianchi. Al Moscati di Avellino arriva Renato Pizzuti, exdirettore generale dell'ospedale San Pio di Benevento (ex Rummo).Subentra a Angelo Percopo. Passa cosi a Mario Ferrante, exSant’Anna e San Sebastiano di Caserta, la direzione del nosocomiodi Benevento.

Rinnovati i vertici di Asl e Aziende ospedaliere.Sono 13, tra conferme,spostamenti, promossi e bocciati.

Politica Sanitaria

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Settembre 2019 15

PoliticaSanitaria

““CChhiiuuddeerree ccoommmmiissssaarriiaammeennttoo oo èè gguueerrrraa””

di Nina De Martino

Il governatore della Campania Vin-cenzo De Luca si rivolge al nuovoMinistro della Salute Roberto Spe-

ranza: “Noi ci muoviamo solo in base aquello che è nostro diritto ottenere, e cioèchiudere un commissariamento vergo-gnoso, sia per la Campania che per il go-verno, dopo dieci anni. Avere ministri ami-ci o non amici non cambia le cose”Cambia il ministro, non cambiano i toni e

nemmeno gli obiettivi e la determinazionedel Governatore Vincenzo De Luca. Erano passate poche ore dalla nomina del

nuovo ministro alla Salute, Roberto Spe-ranza (Leu), che una nota dai toni non pro-prio concilianti del Governatore ricordava ilcaso Campania: ovvero la richiesta di chiu-dere il commissariamento che dura da diecianni, anche perché sia sui conti economici,sia sui Lea, la Campania, sostiene il Gover-natore, è da tempo allineata alle richieste diRoma. “L'obiettivo è chiudere il commissa-riamento della sanità in Campania entro il2019. Se sarà così, bene. Altrimenti faremola guerra e ci difenderemo in tutte le sedi.Per la Campania, avere ministri amici o nonamici non cambia le cose”. E' il messaggiolanciato, ai microfoni di radio Crc, da Vin-cenzo De Luca, commissario alla sanità egovernatore della Campania. Un autenticoout out. Come quelli già lanciati all’ex mi-

nistro della Salute Giulia Grillo.“Gli ho ri-cordato - spiega poi De Luca - che abbiamoinviato la richiesta già due o tre mesi fa. Noici muoviamo solo in base a quello che è no-stro diritto ottenere, e cioè chiudere un com-missariamento vergognoso, sia per laCampania che per il governo, dopo diecianni”. In realtà, come poi lo stesso Governatore

farà sapere in una dichiarazione alle agen-zie, con il nuovo ministro della Salute c’erastato anche un fugace e casuale faccia a fac-cia. Durante il quale, il primo inquilino diPalazzo Santa Lucia, aveva si salutato congarbo, ma senza mai lasciare a casa la suafranchezza e il suo modo diretto e ruvido didire le cose: "Ho incontrato Speranza aRoma, credo il giorno stesso del giuramento.Gli ho fatto gli auguri di buon lavoro, ma gliho anche ricordato che è pendente presso ilMinistero la nostra richiesta per la conclu-sione del commissariamento". "Con il pre-cedente ministro della Salute non avevamoun grande feeling. Ma lasciando perdere ilpassato, ho ricordato al nuovo ministro chela richiesta è pendente e lavoriamo con l'o-biettivo di chiudere 10 anni di commissa-riamento entro il mese di novembreconsiderato il lavoro fatto e i risultati pro-dotti".Anche alla Grillo e allo stesso Premier

Conte aveva minacciato il ricorso alle vielegali. “Ho scritto al Presidente del Consi-glio - dice lo stesso Governatore prima della

formazione del nuovo governo - per diffi-dare il governo dal proseguire il commissa-riamento della sanità. Il governo è in unaposizione di illegalità. Abbiamo chiesto perquale motivo tengono ancora in piedi ilcommissariamento. Secondo la legge simantiene il commissario se c'è un bilancio indeficit e non si raggiungono i livelli essen-ziali di assistenza. Da 5 anni il bilancio dellasanità campana è in attivo e a gennaio - ra-giona De Luca - abbiamo raggiunto i livellidei Lea richiesti. Dovete prendere atto che laCampania ha risolto dopo dieci anni i pro-blemi, se prosegue il commissariamentopassiamo sul piano penale, amministrativo econtabile”. “Oggi non ci sono più i motivi perché ab-

biamo superato tutti i parametri. Abbiamogià fatto una diffida a Governo e ministro,siamo pronti a passare alle querele per abusod'ufficio. In questi anni - sostiene De Luca -abbiamo fatto un miracolo. La Campania èla regione che ha meno soldi di tutte e haavuto 3500 dipendenti in meno. Stiamo cer-cando di governare il sistema avendo dueproblemi: il primo è quello delle risorse fi-nanziarie, se abbiamo le stesse risorse diEmilia, Lombardia e Veneto noi andiamo 10passi avanti rispetto a quelle sanità. Il se-condo ovviamente che siamo ancora unaRegione commissariata e non abbiamo fles-sibilità nella gestione del bilancio, quindisiamo sottoposti al controllo pedante dei Mi-nisteri dell'Economia e della Salute".

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16 Settembre 2019

PoliticaSanitaria

NAPOLI – “In Campania, dove la sanità è ancora commissa-riata, manca una figura fondamentale del sistema sanitario, giàpresente in altre regioni. Si tratta dell’infermiere di famiglia e di co-munità. Ecco perché ho depositato in Consiglio regionale una pro-posta di legge per la sua istituzione, disciplinandone aspetti efunzioni sia sotto il profilo normativo sia sotto quello organizza-tivo che strettamente operativo”. Così Flora Beneduce, consigliereregionale e componente della Commissione Sanità della RegioneCampania, ha esordito nel presentare il progetto per una legge re-gionale di istituzione dell’infermiere di fami-glia nel corso di un incontro con l’Ordinedelle professioni infermieristiche di Napoli ele associazioni che si occupano a vario titolodi volontariato.Arappresentare l’Opi Napolila vicepresidente Teresa Rea e Dina LaPorta.“L’Ordine delle professioni infermieristi-

che di Napoli ha avviato da tempo un pro-getto sperimentale sulla figuradell’infermiere di famiglia attraverso il pro-gramma “Garanzia Giovani” promossodalla Regione Campania”, ha ricordato lavicepresidente Rea. “Cionondimeno, giudi-chiamo naturalmente positivo l’iniziativapromossa a favore di unDisegno di legge re-gionale su questo tema. InCampania – ha ag-giunto la Rea - c’è assolutamente bisogno diportare la preparazione, l’esperienza e lecompetenze infermieristiche sul territorio, dove la sanità regionaleè praticamente sguarnita. Ma bisogna farlo partendo dai modelliorganizzativi”.

La consigliera Beneduce ha chiesto un contributo di idee e diproposte prima di andare avanti nell’iter legislativo. “Desiderocondividere il più possibile lo spirito della proposta di legge sul-l’infermiere di famiglia e di comunità. L’obiettivo è accelerare leconsultazioni sul testo e raccogliere quanti più spunti possibili perarricchire nel merito la proposta. L’alibi del commissariamento haspesso inficiato nelle nostre aree gli effetti di disposizioni nazionaliin materia di medicina territoriale, che di fatto qui da noi non sonomai partite. Mancano gli atti aziendali, manca anche una rete di

operatori”, spiega Beneduce. “Gli in-fermieri - aggiunge - sono dei profes-sionisti, seguono un percorso di studimolto certosino, meritano un’atten-zione in più ed una risposta anche oc-cupazionale”.

L’idea sarebbe quella di partire giàda subito con un progetto pilota in col-laborazione con le Asl che vorranno

investire su questa nuova visione di sanità. Il primo passo sarà in-dividuare figure professionali in grado di assistere il paziente cro-nico dimesso o il bambino che ha necessità di essere seguito a casa,ma poi ci vorranno risorse e qui deve esserci l’impegno dello Statoe della Giunta regionale. L’infermiere di famiglia e di comunità puògiocare un ruolo importante nella umanizzazione delle curema nonsolo. La suamission è quella di garantire la continuità assistenzialesul territorio, favorendo l’appropriatezza delle prestazioni e, aspettoper niente trascurabile, abbattendo i costi dovuti al ricorso impro-

prio all’ospedalizzazione. “Si tratta di unafigura che si occupa di assistenza h24, incollaborazione con il medico di famiglia,operando in sinergia in una zona ben circo-scritta, come ad esempio il quartiere di unagrande città, un centro di medie dimensionio una piccola comunità. Questa nuova fi-gura infermieristica potrebbe assistere ma-lati cronici, ma anche malati in fase acutache non richiedono, tuttavia, cure intensive opraticabili esclusivamente in ospedale: sipensi alle epidemie influenzali, alle personeappena dimesse che necessitano di medica-zioni o trattamenti farmacologici, a pazientiche praticano dialisi peritoneale e alle neomamme alle prese con l’allattamento e losvezzamento. All’ammalato sarà quindi con-sentito di essere assistito dall’infermiere di-

rettamente presso il proprio domicilio, con la prospettiva dicontribuire a ridurre gli accessi al pronto soccorso, le degenzeospedaliere, nonché le riammissioni, operando insieme al medicodi famiglia come filtro per quegli eventi patologici gestibili con suc-cesso – o, addirittura, con maggiore efficacia – a livello domici-liare. “Mi aspetto ora una rapida calendarizzazione da parte dellaCommissione Sanità del testo - ha aggiunto infine la ConsiglieraBeneduce - poiché trattasi di un tema delicato, che fa fronte ad unanecessità più volte emersa anche durante le audizioni in Consiglioregionale. I cittadini hanno il diritto di ricevere cure appropriate,dal volto umano ed efficaci. Questa legge va esattamente in questadirezione emerita di essere discussa al più presto nell’interesse deicampani e della loro salute”.

UUnnaa lleeggggee rreeggiioonnaallee ppeerr ll’’iinnffeerrmmiieerree ddii ffaammiigglliiaaE’ l’iniziativa lanciata dal Consigliere regionale Flo-ra Beneduce. Confronto di idee con l’Ordine delleprofessioni infermieristiche di Napoli e associazioni. La Vicepresidente Rea: “Daremo ilnostro contributo per portare le competenze infermieristiche sul territorio al servizio dei cittadini”.

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Supplemento di ricerca infermieristica

SCNursing

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18 Settembre 2019

L’accuratezza delle diagnosi infermieristiche:cross mapping in un’unità operativa agestione infermieristica

RIASSUNTOIntroduzione:La professione infermieristica richiede che la specificità delle

proprie conoscenze venga condivisa attraverso l’utilizzo di effi-cienti strumenti di misurazione, in grado di valutare in manierapeculiare i risultati degli interventi sanitari. Risulta quindi neces-sario che la documentazione venga prodotta utilizzando un lin-guaggio universale e standardizzato.L’obiettivo dello studio è di identificare le eventuali differenze

e incongruenze tra il linguaggio utilizzato nella pratica quotidianae la tassonomia di riferimento indicato dalle Direttive Aziendali,evidenziando il livello di accuratezza nella formulazione della dia-gnosi infermieristica.Materiali e Metodi:Confronto (cross mapping) delle diagnosi infermieristiche for-

mulate in UOGI dell’AOU “Policlinico Umberto I” di Roma conquelle definite dalla tassonomiaNANDA-I. L’analisi e la raccoltadei dati è stata effettuata nell’anno 2015 attraverso uno studio dicoorte retrospettivo. Il campione preso in esame è di 99 cartelle cli-niche e 97 diagnosi infermieristiche. Facendo riferimento al D-Catch, si è tentato di condurre un grading dei termini diagnosticied esaminare la completezza, l’appropriatezza linguistica, nonchél’accuratezza delle diagnosi formulate, sottoponendo i dati ad ana-lisi statistica descrittiva. Il linguaggio standardizzato a cui si è fattoriferimento è il NANDA-I.Risultati:“Rischio di infezione correlato a sede di possibile invasione di

microrganismo secondaria a intervento chirurgico”, “Rischio dicaduta correlato a storia di incidenti”, “Sindrome da immobiliz-zazione” sono le diagnosi che hanno perfettamente risposto ad unfull-match e corrispondono al 9,4% del totale, mentre il 38,1% èstato identificato con un close match.Discussione:L’utilizzo di risorse quali un vocabolario standar-

dizzato e concetti diagnostici pre-strutturati possono rendere la do-cumentazione infermieristica sistematica, meno ridondante e in

grado di tracciare perfettamente il processo assistenziale. Con-durre uno studio che permetta di confrontare il linguaggio adottatocon la tassonomia di riferimento consente di individuare le lacunepresenti e mettere in atto nuove pratiche volte al miglioramentodell’outcome, promuovendo il corretto passaggio di informazioni.

PAROLECHIAVE:Crossmapping; Linguaggio infermieristicostandardizzato; NANDA International, documentazione infer-mieristica; diagnosi infermieristiche NANDA.Vita; Validità;Studio di Validazione; Questionario.

ABSTRACTIntroduction:Nursing profession requires that the specificity of one’s own

knowledge to be shared through the use of efficient measurementtools, able to assess, in a particular way, health interventions re-sults. Therefore, it is necessary for the documentation to be pro-duced using a universal and standardised language. The aim ofthe study is to identify any differences and inconsistencies betweenthe language used in everyday practice and the referred taxonomyindicated by theCompanyDirectives, highlighting the level of ac-curacy in the formulation of the nursing diagnosis.

The Cross-mapping of nursing diagnoses formulated in theUOGI of the AOU “Policlinico Umberto I” of Rome, were col-lected in 2015 through a retrospective cohort study. The sampletaken is 99 medical records and 97 nursing diagnoses. Referringto D-Catch, an attempt wasmade to conduct a grading of the dia-gnostic terms and to examine the completeness, linguistic appro-priateness and accuracy of the diagnoses made, by subjecting thedata to descriptive statistical analysis. The standardised languagereferred to is NANDA-I.Results:"Risk of infection related to possible invasion ofmicroorganism

SupplementoRicerca infermieristica

Mariachiara Figura e Valeria Franzoso*, Laura Tibaldi**, Massimiliano Chiarini***, Noemi Giannetta, Emanuele Di Simonee Sara Dionisi****, Angelo Cianciulli, Giulia Pintus e Debora Pettinelli*****, Marco Di Muzio******

The accuracy of nursing diagnosis: cross-mapping inan operational unit of nursing management.

SCNursing

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19Settembre 2019

secondary to surgery", "Risk of falling related to accident history","Immobilization syndrome" are the diagnoses that have perfectlyresponded to a full-match and correspond to 9.4% of the total,while 38.1% was identified with a close match.

Discussion: Using resources such as a standardised vocabularyand pre-structured diagnostic concepts can make nursing docu-mentation systematic, less redundant and able to perfectly outlinethe assistance process. Conducting a study to compare the lan-

guage adopted with the referred taxonomy allows the identifica-tion of existing gaps and the implementation of new practicesaimed at improving the outcome, promoting the correct flow ofinformation.

KEYWORDS: Cross mapping; Standardized Nursing Termino-logy; NANDAInternational; Nursing Documentation; NANDAnursing diagnosis.

SupplementoRicerca infermieristica

continua a pagina 20

SCNursing

INTRODUZIONECome sancito da autorevoli Enti internazionali 1-4, l’introduzione

di una terminologia standardizzata (Standardized Nursing Termi-nology – SNT) nella pratica clinica permette di definire, descriveree confrontare i fenomeni di natura assistenziale, raccogliendo infor-mazioni puntuali in merito all’impatto dell’assistenza sugli outcomedei pazienti e fungendo da supporto al decision-making in ambitoclinico 5-8.

La struttura e i contenuti del processo di nursing sono riconosciutia livello internazionale quali elementi chiave e costituenti lo sfondoteorico di una documentazione accurata. È scientificamente provatoche una Diagnosi Infermieristica (DI) puntualmente scelta e corret-tamente formulata attraverso specifici criteri quali il metodo PES(Problem label, Related factors, Signs and symptoms) 7 e supportatada una dettagliata valutazione dei pazienti, fornisce indicazionichiare e lineari su fenomeni e concetti di natura assistenziale. La DIdiventa oggetto centrale nel processo assistenziale del paziente, non-ché fondamento per pianificare gli interventi e indirizzare la messain atto degli interventi più appropriati, orientando gli infermieriverso risultati misurabili 5-7-9-13. L’esame dello strumento utilizzatopermette di valutare la qualità dell’assistenza, con l’obiettivo prin-cipe di identificare le potenziali aree di miglioramento 14.

Il connubio tra documentazione e standardizzazione del linguag-gio e assistenza infermieristica, trova la massima espressione al-l’interno delle Unità Operative a Gestione Infermieristica (UOGI),realtà a bassa intensità di cura, istituite per la prima volta nella Re-gione Lazio e in Italia nel 2013, nate con l’esigenza di risanare l’e-conomia sanitaria al fine di garantire i Livelli Essenziali diAssistenza (LEA) in un contesto sanitario di maggiore appropria-tezza, efficacia ed efficienza, come indicato dal Patto della Salute2014-2016 e dal Riordino della medicina territoriale. In tale conte-sto, l’appropriatezza delle cure relative alle esigenze specifiche diciascun utente, il libero accesso ai servizi sanitari e l’eticità nell’as-sistenza, fungono da elementi di garanzia di qualità delle prestazioniinfermieristiche eseguite: vige, pertanto, una spiccata e diretta re-sponsabilità degli infermieri a tutela della salute degli utenti nel-l’organizzazione e nella gestione dei servizi offerti ed ilmiglioramento continuo della qualità assistenziale 15-24.

Come ampiamente dimostrato nel presente studio, svolto nel-l’UOGI dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (AOU) PoliclinicoUmberto I di Roma, la documentazione delle attività clinico-assi-stenziale rappresenta un tassello fondamentale, indispensabile allosviluppo e alla tracciabilità del processo di nursing.Afronte della ne-cessità di migliorare l’assistenza all’utente, è importante che il pro-

fessionista sanitario presti particolare attenzione alla sua compila-zione, che deve essere appropriata sia in termini qualità che quan-tità di contenuti, al fine di rendere visibile e certificato il processoassistenziale personalizzato.

Diversi sono gli strumenti validati ed elaborati in maniera speci-fica per effettuare una valutazione quali-quantitativa della docu-mentazione infermieristica. Il presente studio prende comeriferimento principe il D-Catch 5-7-14-25 sviluppato nei Paesi Bassi nelbiennio 2007-2008 e validato in Italia nel 2017 (kappa ponderata ≥0.62) 25, considerato dagli autori il più idoneo al contesto di riferi-mento.

OBIETTIVO DELLO STUDIOL’obiettivo dello studio è quello di confrontare, attraverso una

procedura di cross-matching XX, le diagnosi infermieristiche for-mulate dal personale infermieristico in servizio presso l’UOGI delPoliclinico Umberto I di Roma e quelle del NANDA-I 26. Il pre-sente lavoro ambisce ad identificare le eventuali differenze e in-congruenze tra il linguaggio utilizzato nella pratica quotidiana e latassonomia di riferimento, evidenziando il livello di accuratezzanella formulazione della diagnosi infermieristica.

MATERIALI E METODIÈ stata condotta un’analisi retrospettiva delle cartelle infermieri-

stiche compilate nell’anno 2015 nell’UOGI in oggetto e studio dellerelative diagnosi in esse contenute. Il protocollo ha ottenuto l’auto-rizzazione da parte del Dipartimento delle Professioni Sanitarie, ga-rante del trattamento dei dati. Al fine di tutelare la privacy delleinformazioni personali e sensibili, a ciascuna cartella è stato asse-gnato un codice identificativo del tutto casuale.

Dalle cartelle infermieristiche raccolte sono stati estrapolati i datidi interesse di tipo quantitativo (caratteristiche generali della popo-lazione) e qualitativo (diagnosi infermieristiche formulate dagli ope-ratori); quest’ultima categoria di dati è stata poi tradotta in variabilinumeriche quantitative e sottoposte a cross-matching, condotto se-condo il metodo di Frauenfelder et al. 6 e considerato dagli autori ilpiù valido e idoneo per la presente tipologia di studio 26-37Attraversoun grading dei termini diagnostici, si è tentato di esaminare la com-pletezza, l’appropriatezza linguistica, nonché l’accuratezza dellediagnosi formulate. In relazione alle DirettiveAziendali, il linguag-gio standardizzato a cui si è fatto riferimento è il NANDA-I (NorthAmerican Nursing Diagnosis Association - International) 38, am-piamente proposto in letteratura, per essere esaustivo nella la com-pletezza dei domini, incisivo per la comparazione dei dati ed

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20 Settembre 2019SCNursing

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estendibile all’interno dei sistemi elettronici 6-10-25-39.

Popolazione di studioLapopolazione, in prevalenza di generemaschile (60.6%) rispettoa quella femminile (39.4%), presenta un’età media di 63.31 anni(moda e mediana: 66; DS: ±18.62) e una degenza media di 17.35giorni (moda: 2; mediana: 8: DS ±40.69). I reparti maggiormenterappresentativi dai quali tali degenti provengono sonoMedicina ge-nerale (15.2%), DEA (13.1%) e Chirurgia d’urgenza (12.1%). Lamaggioranza dei pazienti ricoverati risulta essere dimessa a domi-cilio (67.7%) e presso cliniche di riabilitazione (11.1%).

Criteri di inclusioneSono state prese in considerazione tutte le cartelle infermieristi-che (per un totale di 99) riguardanti utenti che sono stati registrati ericoverati nell’ UOGI dal 1°gennaio 2015 al 1°gennaio 2016 e lacui documentazione ha interessato tutto l’iter della degenza. Per 7pazienti inclusi nello studio (7.07%) sono state formulate due dia-gnosi infermieristiche.

Criteri di esclusionePartendo da un numero totale di 99 cartelle clini-che incluse, per il 7,07% (ovvero, per 7 cartelle) èstata ritrovata la presenza di due diagnosi infermie-ristiche. Il campione di potenziali piani assistenzialiè stato così ampliato a 106: di questi, 9 casi (8,5%)contenevano esclusivamente informazioni anagrafi-che ed erano totalmente carenti di informazioni re-lative al piano assistenziale. Tali osservazioni sonostate escluse dalla procedura di cross-matching. Iltotale delle diagnosi analizzate, pertanto è stato di97.

StrumentiLa cartella infermieristica, in uso nell’UOGI in cuisi è svolto lo studio, è così strutturata:Tabella 1. Struttura della cartella infermieristica in uso un UOGI

Analisi StatisticaIl totale delle diagnosi analizzate è 97.Si è proceduto ad una suddivisione preliminare delle diagnosinelle loro tre componenti principali come di seguito descritto:• Focus diagnostico (prima parte)• Fattori eziologici e contribuenti (fattori correlati e secon-dari) (seconda parte)• Segni e sintomi (terza parte).

Tramite criteri di analisi quantitativi, applicando il metodo PES,è stato possibile valutare la presenza di tutte le componenti delladiagnosi infermieristica: il quesito con cui ci si è orientati è il se-guente: “Sono presenti tutti i componenti PES della diagnosi?”. Icriteri di analisi qualitativi, che hanno risposto alla domanda: “Qualè la qualità della descrizione rispetto alla pertinenza, non ambiguitàe correttezza linguistica?" 14 hanno valutato la corrispondenza lin-guistico-concettuale con la tassonomia di riferimento [38].Mediantel’attribuzione di un punteggio, come di seguito indicato, si è tentato

di esaminare la corrispondenza con quanto previsto dalla tassono-mia NANDA-I (Tabella 2).Per la valutazione globale, si è proceduto alla somma dei valoriattribuiti alle singole componenti diagnostiche e alla categorizza-zione in cluster, assegnando un valore finale alla diagnosi che va daunminimo di 0 a un massimo di 3, in base alla corrispondenza conil linguaggio di riferimento 40 (Tabella 3).Il riferimento utilizzato è il “Manuale delle Diagnosi infermieri-stiche applicate alla pratica clinica” di Lynda J. Carpenito 40.I dati sono stati raccolti e analizzati attraverso il software stati-stico IBM®SPSS®Statistic, versione 21, che ha permesso di con-durre un’analisi descrittiva dei dati (indici di tendenza centrale e didispersione) quantitativi (caratteristiche della popolazione) e di tra-sformare in quantitativi variabili qualitative (diagnosi infermieristi-che), raggruppandoli in categorie.Per la documentazione priva di informazioni è stato attribuito unvalore casuale (999).

Scheda di raccolta dati (in accordo alla teoria dei bisogni di Virginia Henderson)

Parametri vitaliBilancio dei liquidi e del sanguePresidi sanitariPrescrizioni diagnosticheScheda di rilevazione delle infezioniScala di Conley di valutazione del rischio di caduta del pazienteValutazione del rischio di insorgenza lesioni da pressioneMonitoraggio clinico delle lesioni da pressioneMonitoraggio del doloreScheda delle medicazioniScheda infermieristica di dimissione

Scheda infermieristica di trasferimento.

Tabella 2. Criteri e valori di riferimento per la classificazione delle componentidiagnostiche

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SupplementoRicerca infermieristica

21Settembre 2019 SCNursing

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RISULTATIFocus diagnosticoI primi dati analizzati sono statii titoli diagnostici.Sul totale rinvenuto (N=97),

“Ansia”, “Dolore acuto”, “Dolorecronico”, “Paura”, “Rischio di in-fezione”, “Rischio di sindrome daimmobilizzazione”, “Sindrome dadeficit nella cura di sé”, “Sindromeda immobilizzazione”, e “Rischiodi cadute” sono conformi alla tas-sonomia di riferimento e rivestonolamaggioranza dei titoli identificati(42.26%).I titoli che hanno mo-strato come risultato un close-match corrispondono al 40.20%(N=39): nella tabella che segue, èmostrato il corrispettivo apparte-nente alla tassonomia NANDA-I(Tabella 4).È stata riscontrata unaminoranza

di titoli diagnostici (17.52%) noncontemplata dalla tassonomiaNANDA (punteggio -1 / No-match). I riferimenti mostrano lemotivazioni per cui ai seguenti ti-toli è stato attributo tale punteggio(Tabella 5) 41-3.

Fattori correlati e secondari,segni e sintomi

Per quanto concerne la seconda parte dellediagnosi infermieristiche, risponde ad unfull-match il 10.30% e ad un close match il62.8% mentre il 26.80% delle diagnosi nonriporta fattori correlati e secondari (punteggio0 / no-match). Riguardo la terza parte delladiagnosi “Segni e Sintomi”, il 60.8% del ri-sultato risulta esatto,mentre il 39.2% invece,errato (Tabella 6).

Cross-matching delle diagnosi infermie-risticheAnalizzando le diagnosi nella loro com-

pletezza, l’analisi delle frequenze riportacomemoda il valore “1” (38.14%) (Tabella7).

Sebbene buona parte delle diagnosi nellaloro totalità sia stata positivamentemappata,

Tabella 4. Matching dei titoli diagnostici che rispondono ad un Close match e relative frequenze.

Tabella 3. Valori finali attribuiti alle diagnosi analizzate, dopo categorizzazione in cluster

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22 Settembre 2019SCNursing

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solo per il 11.34% si è verificatoun Full match: “Rischio di infe-zione, correlato a sede di possi-bile invasione di microrganismi,secondario a intervento chirur-gico” (n=8), “Rischio di cadutecorrelato a storia di incidenti” e“Sindrome da immobilizza-zione” (n=1) risultano, nel lorocomplesso, quelle formulate cor-rettamente.

Raggruppamento diagnosticoÈ stato effettuato, infine, un

raggruppamento diagnostico, inaccordo con la classificazioneNANDA-I 20:“Rischio di infezione” (n=13;

13.4%) e “Rischio di cadute”(n=21; 21.64%), tra quelle mag-giormente presenti, corrispon-dono perfettamente al linguaggiodi riferimento. “Mobilità com-promessa” (n=14; 14.43%), seb-bene presente più volteall’interno dell’analisi, corri-sponde da un punto di vista con-cettuale ma non tassonomico.Possiamo dunque considerare ladiagnosi “Rischio di infezione”quella più frequentemente utiliz-zata e con la corretta terminolo-gia.

DISCUSSIONELo studio condotto ha per-

messo di analizzare, attraverso un confronto con la tassonomiaNANDA – I, il grado di accuratezza nella formulazione della dia-gnosi infermieristica dell’UOGI romana. I risultati emersi potreb-bero far ipotizzare la poca familiarità con il linguaggio di riferimentoe con il processo diagnostico più in generale.Generalmente, le cause per cui i dati raccolti risultino spesso es-

sere carenti, nonostante si cerchi di introdurre una metodologia si-stematica e standardizzata, sembrerebbero essere legate da un latoai tempi di degenza del paziente che, se eccessivamente brevi, ri-chiederebbero uno strumento di raccolta dei dati più preciso e im-mediato. Dall’altro, è probabile che l’impegno necessario agli

operatori per raccogliere informazioni complete ed esaustive po-trebbe ritardare le tempistiche dell’attività clinico-assistenziale or-dinaria. Sebbene vi sono importanti prove a carattere scientifico chedimostrano il legame tra DI ed esiti del paziente, è possibile che lafase di raccolta dati e documentazione della cartella sia maggior-mente vissuta come una mansione da svolgere e non come impor-tante fase di supporto al giudizio clinico 5-10-44.Proprio per questomotivo, è fortemente raccomandata l’introdu-

zione di sistemi elettronici (Electronic Patient Records -EPR) e didata set infermieristici affidabili (Nursing Minimum Data Set –NMDS) 39-45-49 all’interno della pratica clinica quotidiana che, asso-ciati ad interventi formativi circa l’utilizzo di un SNT nella UOGI

Tabella 5. Matching dei titoli diagnostici che non risultano nella tassonomia NANDA-I,relative frequenze e riferimenti

Tabella 6. Matching dei fattori correlati, secondari e segni e sintomi e relative frequenze

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SCNursingSupplemento

Ricerca infermieristica

di riferimento, si dimostrerebbero di valido supporto al ragiona-mento critico e scientifico e per il raggiungimento dell’outcome as-sistenziale 5-10-44. Sebbene esistano molteplici classificazioni,l’obiettivo di uniformare il vocabolario è ancora lontano dal rag-giungimento 10. In Italia, nonostante esistano sistemi elettronici al-l’interno delle strutture sanitarie più avanzate, la documentazioneinfermieristica è in gran parte ancora cartacea e redatta su testo li-bero 50, molto spesso senza l’utilizzo di una tassonomia universal-mente condivisa. Attualmente, essendo l’impatto dell’assistenzainfermieristica sugli esiti dei pazienti (NSO) non del tutto messo inluce 51-52 e i risultati documentati sulla base di diagnosi e proceduremediche, Schede di dimissione ospedaliera (SDO) eDiagnosis Re-latedGroup (DRG), potrebbe essere auspicabile l’introduzione dellaComplessitàAssistenziale all’interno del sistema di rimborso ospe-daliero italiano 25. Come iDRG,ma costruito su informazioni di na-tura infermieristica, sarebbe in grado di rafforzare l'identitàprofessionale degli operatori e conferire un grosso valore all’assi-stenza, ottenendo una efficiente gestione delle risorse, un valido so-stegno e maggiore visibilità per l’Ordinamento Professionale epermetterebbe di raggiungeremigliore outcome per il paziente 6-8-10-25-51-56. Condurre una simile valutazione, se possibile con strumentispecifici nati per questo scopo 5-25, può avere effetti positivi sui pro-cessi di nursing, mettendo in luce le criticità presenti da un punto divista semantico emigliorando così il corretto passaggio delle infor-mazioni 10. Documentare inmaniera accurata il processo di nursingemettere in relazione tali informazioni con altri dati, potrebbe essereutile per incrementare la ricerca, la pianificazione assistenziale e ilmanagement e per dimostrare la relazione tra documentazione in-fermieristica e outcome del paziente 6-7-25-56. Uno strumento quale ilD-Catch potrebbe fungere da indicatore di accuratezza della dia-gnosi infermieristica e di tutto il processo assistenziale, dando infor-mazioni anche sulla qualità delle cure erogate 5.

Eventuali FinanziamentiQuesta ricerca non ha ricevuto alcun finanziamento specifico da

parte di agenzie di finanziamento nei settori pubblico, commercialeo non profit.

Conflitti di interesseGli autori dichiarano che non hanno conflitti di interesse associati

a questo studio

Limiti dello studioLa mancata compilazione ed elaborazione di una diagnosi accu-

rata, non ha permesso agli autori di esplorare il grado di accuratezzae correlazione tra formulazione della diagnosi ed obiettivi e inter-venti. Inoltre, dato l’esiguo numero di cartelle infermieristiche rac-colte, sarebbe auspicabile un ulteriore studio che coinvolga unmaggior numero di cartelle infermieristiche, che consentirebbe dimigliorare la qualità dei nostri risultati, riducendo possibili bias sta-tistici.

* Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche e OstetricheDipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive

Sapienza, Università di Roma

** Dottore di Ricerca in Metodologia della Ricercain Scienze Infermieristiche. Direttore di Dipartimento delleProfessioni Sanitarie Azienda Ospedaliera Universitaria

Policlinico Umberto I, Roma. Docente di Discipline Infermieristichein Scienze Infermieristiche e Ostetriche Dipartimento di Sanità

Pubblica e Malattie Infettive Sapienza, Università di Roma

*** Docente di Discipline InfermieristicheDipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive

Sapienza, Università di Roma

**** Dottorando di Ricerca in Scienze Infermieristiche e SanitàPubblica Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione

Università degli studi di Tor Vergata, Roma

***** Dottore in InfermieristicaDipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive

Sapienza, Università di Roma****** Dottore di Ricerca in Scienze Infermieristiche

e Sanità PubblicaDocente di Discipline Infermieristiche Dipartimento di Medicina

Cllnica e Molecolare Facoltà di Medicina e PsicologiaSapienza, Università di Roma

* Corresponding author: Mariachiara Figura, Dipartimento di Sa-nità Pubblica e Malattie Infettive, Sapienza Università di Roma.

E-mail: [email protected]

https://doi.org/10.32549/OPI-NSC-28

Tabella 7. Tabella di contingenza dell’analisi condotta

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26 Settembre 2019

SupplementoRicerca infermieristica

SCNursing

L’educazione terapeutica nel pazientediabetico in tema di prevenzione econtrollo della malattia: primi risultatiTherapeutic education for diabetic patient in disease pre-vention and control: first results

* Mariangela D’Amora, ** Francesco Serra, *** Bartolomeo D’Amora, **** Martina Abilitato, *****Adele Maria Marzocco

RIASSUNTOIntroduzione: Ildiabeteèunamalattiacronicamultiorganoconse-

verecomplicanzeacuteecroniche.Unbuonequilibriometaboliconelpaziente diabetico è fondamentale per la prevenzione delle compli-canze e può essere ottenuto semplicemente apportando modifiche alsuo stile di vita. Per raggiungere tale obiettivo è di fondamentale im-portanza il ruolo dell’infermiere esperto in diabetologia per l’educa-zione terapeutica del paziente diabetico.Materiali e Metodi: L’indagine conoscitiva è stata condotta da

Aprile a Settembre 2018. Sono stati somministrati n. 260 questionariai pazienti afferenti a due ambulatori specialistici di diabetologia dellaprovinciadiNapolidovedasempreèprevista la figura infermieristicaaccanto al diabetologo.Risultati:L’analisihamostrato3punti fondamentali:1)elevatacon-

sapevolezzadei rischidellapatologia,2)elevataaderenzaalladieta,maunascarsaadesioneall’attività fisica, 3) scarsocontrollodellamalattiaassociata amisurazioni glicemiche capillari non periodiche.Discussione: I risultati della nostra indagine confermano la neces-

sità di implementare l’educazione terapeutica al fine di migliorare ilcontrollo glicemico dei pazienti e nel contempo prevenire le compli-canze acute e croniche della patologia. Occorre oggi rimodulare l’or-ganizzazione dei servizi di diabetologia e dei team diabetologici perfornire ai pazienti una cura più efficace.

KEYWORDS:Diabete mellito tipo 2; prevenzione diabete; ipergli-cemia;Autocura.

ABSTRACTIntroduction:Diabetes is a multi-organ chronic disease with

chronic and acute complications.Agood metabolic balance in diabetic patient is crucial to pre-

vent complications and can be obtained with adequate lifestylechanges. A key role in reaching this objective is the therapeu-tic education of diabetic patients made by nurse expert in dia-betology.Materials and Methods: The survey had been conducted

between April and September 2018. 260 questionnaires werespread among the patients addressed to two specialized out-patient clinic in the province of Naples, where nurses werealways present with diabetologists.Results: The analysis showed three main results: 1) a high

level of awareness of disease dangers, 2) a high compliance tothe diet but not to the physical exercise, 3) a poor disease con-trol in terms of regular blood sugar level measurement.Discussion: The results show the need to enhance therapeu-

tic education to improve patients’ blood sugar levels monito-ring while also preventing chronic and acute complications ofthe disease.We need to reconsider the organization of diabetes Unit and

diabetes team in order to provide more effective treatment.

KEYWORDS: Type 2 Diabetes mellitus; prevention diabetes;Hyperglycemia; Self care.

INTRODUZIONE

Lamalattia diabetica è quasi raddoppiatanegli ultimi 16 anni con una prevalenzaglobale che dal 4.6% del 2001 è incremen-tata sino al 9.1% nel 2017[1].Si stima che entro il 2045 la prevalenza

del diabete sia destinata a salire finoall’11.7% della popolazione globale e que-sto comporterà un rischio più elevato dicomplicanze cardiovascolari 2 e in generaleun’aspettativa di vita ridotta, qualunque sial’età di esordio della malattia.La cura del diabete mellito coinvolge di-

verse figure professionali aventi tutte l’o-biettivo di mantenere lo stato di salute fi-sica, psicologica e sociale del paziente 3

rallentando o evitando le complicanze adesso associate, grazie anche all’educazioneterapeutica 4. Quest’ultima non sostituiscela visita medica, ma si deve integrare con

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SupplementoRicerca infermieristica

Settembre 2019 SCNursing

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essa ed è utile anche se fatta in gruppo 5-6.Per programmare gli interventi educativibisogna valutare le conoscenze dei pazientiin merito ai rischi della patologia e inda-gare sui loro comportamenti al fine di mi-gliorane la compliance 7.Gli interventi educativi infermieristici e

multiprofessionali sono da sempre oggettodi studio della letteratura internazionale 8,e hanno fornito sempre ottimi risultati 9.Abbiamo pertanto elaborato un questiona-rio ad hoc e analizzato in un modello mul-tivariato le variabili utilizzate, grazie ad unostudio pilota, per valutare in che modo leconoscenze e i comportamenti dei pazientidiabetici possano incidere sull’evoluzionedella malattia, sulla prevenzione delle com-plicanze e quanto l’infermiere possa con-tribuire nel promuove stili di vita saniattraverso l’educazione e l’informazione 10.

Obiettivo dello studioGli scopi dello studio sono:

1. Valutare le conoscenze dei pazientidiabetici inmerito alle complicanze del dia-bete;2. Indagare sui comportamenti dei pa-

zienti diabetici;3. Identificare il profilo del paziente dia-

betico consapevole dei rischi associati allapatologia e che attua le necessarie misurepreventive, al fine di orientare l’assistenzaal potenziamento degli aspetti meno trat-tati;4.Verificare che l’educazione terapeutica

effettuata dagli operatori sanitari sia unostrumento di prevenzione efficace per ri-durre le complicanze.

MATERIALI EMETODIPopolazione di studio

Il campione di riferimento è rappresen-tato dall’insieme dei pazienti selezionati inmodo casuale, tra quelli che si sono recatiper le visite diabetologiche presso gli am-bulatori di diabetologia del Distretto Sani-tario 27 dell’ASL Napoli 1 Centro e delC.M.O. srl di Torre Annunziata, tra Aprilee Settembre 2018.Al campione dei pazientiè stato somministrato il nostro questiona-rio.Il protocollo di studio è stato sviluppato

in accordo con le linee guida della dichia-razione di Helsinki per studi clinici. È stataconcessa l’autorizzazione per la sommini-strazione dei questionari sia dall’ASL Na-poli 1 Centro che dal C.M.O. srl.Tutti i pazienti che sono inclusi in questo

studio avevano letto e capito il consensoinformato e la restituzione del questionarioera implicita accettazione della partecipa-zione allo studio.

Criteri di inclusione• Essere affetti da patologia diabetica;

•Avere, per la legge italiana, maggiore età;• Perfetta comprensione della lingua ita-liana;• Aver letto e compreso il consenso infor-mato.

Criteri di esclusione• Pazienti con alterazioni dal punto di vistacognitivo o con uno status mentale com-promesso;• Pazienti che non hanno padronanza dellalingua italiana;• Volontà a non voler partecipare allo stu-dio.

StrumentiNella fase preliminare della ricerca ab-

biamo definito l’oggetto di studio in basealle ricerche di revisioni della letteraturache confermassero la nostra ipotesi, cioèche l’infermiere attraverso l’educazione te-rapeutica possa incidere positivamente sul-l’adesione alla terapia e sulla costanzadell’automonitoraggio, come strumento diprevenzione efficace contro le complicanzedella patologia 11,12-13.Successivamente abbiamo intervistato

degli stakeholder (2 diabetologi, 2 infer-mieri, 1 cardiologo, 1 nefrologo), in quantoconoscitori esperti del fenomeno, per strut-turare il questionario.Infine è stato condotto uno studio pilota

su 25 pazienti di cui: 10 pazienti con valoridi emoglobina glicosilata nella norma (Hb< 7), 10 pazienti con emoglobina glicosi-lata superiore alla norma (Hb > 7) e 5 pa-zienti che avevano esiti di complicanzeassociate al diabete scompensato.Questa scelta è stata fatta per confrontare

le risposte dei pazienti per quanto riguardalo stile di vita e le conoscenze inmerito alla

patologia, al fine di stabilire la fattibilitàdello studio.Gli item sono stati definiti per valutare le

conoscenze in merito alla patologia, indi-viduare le fonti di informazione acquisite eindagare sui comportamenti dei pazienti.Il questionario è stato diviso in tre se-

zioniA– B – C. In particolare, la sezioneAcon domande a risposta chiusa, è volta a co-noscere le caratteristiche socio-anagrafiche(sesso, età, stato civile, numero figli e titolodi studio).La sessione B presenta 21 items per in-

dagare sulle conoscenze dei pazienti, ini-zialmente con domande specifiche come adesempio: da quanto tempo è diabetico; iltipo di diabete; la terapia eseguita e pre-senza eventuale di altre patologie conco-mitanti.Inoltre è stato chiesto di indicare il valore

dell’esame laboratoristico HbA1c per indi-viduare il grado di compenso glicemico eper verificarne la consapevolezza. Per ana-lizzare il grado di educazione terapeuticaricevuta vi sono delle domande, sia per in-dividuare i professionisti sanitari che hannodato informazioni sull’autogestione, sullaprevenzione e sul trattamento delle com-plicanze, sia per verificare quanto sianostate esaurienti tali informazioni utiliz-zando una scala di Likert a 5 punti (molto= 4, abbastanza = 3, poco = 2, molto poco= 1, per nulla = 0). La sessione C, infine,indaga sui comportamenti dei pazienti, inparticolare è stato chiesto di indicare la fre-quenza delle visite di controllo diabetolo-giche e podologiche (1 mese, 3 mesi, 6mesi, 1 anno, altro), le misurazioni dellaglicemia capillare (3 volte al giorno, 1 voltaal giorno, 2 volte a settimana, quando nonmi sento bene, altro), la pressione arteriosa(1 volta al giorno, 2 volte a settimana, 1volta a settimana, quando non mi sentobene, altro) e l’ attività fisica svolta (sem-pre, spesso, talvolta, raramente, mai). Lascala di Likert permette di valutare con lastessa distanza le diverse modalità di rispo-sta.Il questionario è stato autosomministrato

in forma anonima secondo quanto previstodalla normativa inmateria della tutela dellaprivacy.Inoltre la consegna del questionario da

parte dei pazienti era implicita accettazione

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alla partecipazione allo studio.

Analisi StatisticaI questionari sono stati ordinati con un

numero di protocollo progressivo e inseritiin un database Excel, previa codifica dellevariabili.

È stata fatta inizialmente un’analisi de-scrittiva per riassumere le caratteristicheprincipali del campione con l’utilizzo dimisure di sintesi numerica sia di tendenzacentrale che di dispersione.

Successivamente si è testato l’outcomecon un’analisi univariata utilizzando il testchi-quadro per le variabili categoriche (de-rivata della var. emoglobina glicata >7/≤7;derivata della var. età >60 anni/≤60 anni;categorica della var. titolo studio; catego-rica della var. sesso) ed il test di Student perquelle continue distribuite normalmente

(emoglobina glicata, età).Infine con l’analisi multivariata si è te-

stato l’outcome inteso come paziente cheavesse un buon controllo della malattia edelle sue complicanze (visite effettuatedallo specialista diabetologo, tempo inter-corso tra una visita e l’altra, pratica sportspesso o frequentemente). Le seguenti va-riabili predittive sono state incluse: stato ci-vile (0=sposato, 1=altro), gradod’istruzione (0=diplomato/laureato,1=altro), sesso (0=femmina, 1=maschio),età (continua), numero di figli (no=0, si=1).Nel modello di regressione logisticastepwise i valori erano settati su 0.2 perl’inserimento delle variabili e 0.4 per la ri-mozione dallo stesso, considerando stati-sticamente significative le associazioni conp<0.05.

Tutti i test statistici eseguiti con un livellodi significatività <0.05, erano consideraticome significativi. L’analisi statistica è

stata eseguita mediante il Software Stata10.0.

RISULTATINella seguente Tabella 1 sono riportate

le caratteristiche generali del campione.Si tratta di un campione con una forte

prevalenza di diabete di tipo 2 (247 pa-zienti), in accordo con i dati ISTAT 201614.

I risultati della Tabella 1 mostrano che il31.2 % dei pazienti è in possesso del di-ploma di scuola superiore, il 27.7% dellalicenza elementare, il 26.1% del diploma discuola media inferiore, il 10.8% della lau-rea ed infine il 4.2% dei pazienti intervistatinon sono in possesso di alcun titolo di stu-dio.

La terapia in corso è per il 66% con ipo-glicemizzanti orali, per il 23.4% solo insu-linica e per il 10.6% costituitadall’associazione di ipoglicemizzanti oralied insulina. I pazienti riferiscono che laprincipale fonte di informazioni è il diabe-tologo, seguito dall’infermiere, dal Medicodi Medicina Generale e infine dagli Altri(cardiologo, nefrologo, mass media ecc.).Al campione è stato inoltre chiesto di espri-mere un giudizio sulla qualità delle infor-mazioni ricevute e nel 93% dei casi, leinformazioni sono state ritenute buone omolto esaurienti.

Riguardo la consapevolezza dei pazientisulle patologie che potrebbero essere cau-sate dal diabete è emerso che il 98.8 %, sache il diabete può provocare altre patolo-gie e l’1.2% ancora non lo sa. Tuttavia si èvoluto approfondire l’argomento chie-dendo ai pazienti di individuare una o piùtra le patologie causate dal diabete. Le ri-sposte dei pazienti sono state: insufficienzarenale, retinopatia, ulcere, cardiopatie, ipo-sensibilità.

È emerso che il campione oggetto di stu-dio non ha una conoscenza uniforme ditutti i rischi della patologia diabetica. Inparticolare le conoscenze per i vari Itemsono: il 95% per la retinopatia, il 85.6% perl’insufficienza renale, il 79 % per le car-diopatie, il 76.6% per l’ulcera diabetica e il61.8% per l’iposensibilità.

Riguardo la prevalenza dei principali fat-tori di rischio correlati alla patologia, ov-vero ipertensione, ipercolesterolemia eobesità, è emerso che l’80.3 % è affetto daalmeno uno dei fattori di rischio elencati edin particolare è risultato che: 139 pazienti

Tabella 1.Caratteristiche generali del nostro campione

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soffrono di ipertensione; 94 pazienti sonoaffetti da ipercolesterolemia; 61 pazientisono obesi.

Un dato preoccupante è rappresentato dalvalore di Emoglobina Glicosilata (HbA1c)che rappresenta il valore più attendibile acui fare riferimento per definire il grado dicompenso metabolico del paziente diabe-tico, ma soprattutto della sua aderenza allaterapia e ad un adeguato stile di vita.Purtroppo è emerso che 115 pazienti (ov-

vero il 44.3%) non ricordavano tale valore.Da ciò emerge un deficit di comprensionedella sua importanza. Inoltre tra i 145 pa-zienti che lo hanno indicato, il 51.7% ha unvalore di HbA1c > 7 % ciò è indice discarso controllo della malattia.Un dato interessante emerso dall’inda-

gine riguarda aspetti che devono essere ap-profonditi secondo i pazienti, ben il 18%del campione considera sottovalutati gliaspetti psicologici 15.Il 95% (247 pazienti) ritiene importante

la cura attenta dei piedi. Solo il 13.1% (34pazienti) ha avuto un’ulcera diabetica.In merito alla cura del piede diabetico, il

68% del campione ha individuato corretta-mente nella figura professionale del podo-logo come il più adatto, il 24% il medicogenerico, il 3% l’infermiere e infine un datomolto preoccupante è che il 5% ritiene chel’estetista possa essere la figura idonea alpedicure.Dallo studio sulle abitudini alimentari è

emerso che il 90.8% ha modificato le abi-tudini alimentari, dopo aver scoperto diavere il diabete, ma il 9.2% ancora non loha fatto.Abbiamo analizzato a quanti fosse stato

consigliato di praticare sport e da chi, ed èemerso che non tutto il campione ha rice-vuto tale informazione, precisamente il98%.

Nonostante l’ampia informazione (98%),soltanto il 19.2 % del campione praticaSempre/Spesso attività fisica.

Come si evidenzia dalla tabella 3 solo il55% controlla quotidianamente la glicemiacapillare in linea con i dati presenti in let-teratura 16-17.Per quanto riguarda l’autogestione della

patologia, un dato confortante che emergedal campione oggetto di studio è che solo il10.4% (27 pazienti) si è recato almeno unavolta in pronto soccorso per episodi di ipo-glicemia/iperglicemia dimostrando unbuon controllo della malattia.Inoltre per quanto concerne uno dei fat-

tori di rischio più rilevanti, come l’iperten-sione 18, è stato chiesto di indicare lafrequenza di misurazione della pressionearteriosa.Come si può notare dalla Tabella 2, c’è

unamaggioranza di controlli non periodici.È stato realizzato un profilo del paziente

diabetico che ha un basso rischio di com-plicanze, ovvero quel paziente che cono-scendo i rischi associati al diabete applica,in termini di prevenzione, uno stile di vitaappropriato consistente in un’alimenta-zione povera di grassi e glucidi e prati-cando attività motoria regolarmente.Da un’analisi univariata seguita da un’a-

nalisi multivariata è emerso che tale profiloè associato inmodo statisticamente signifi-cativo (p <0.05) ad un paziente che avesseun titolo di studio elevato (laurea o di-ploma) e a chi avesse un’emoglobina gli-cosilata < 7 % individuando unacorrelazione positiva tra i comportamenti el’educazione terapeutica ricevuta come sipuò evincere dalla Tabella 3. E’ risultatoinoltre che anche l’età <60 anni potrebbegiocare un ruolo significativo nella mi-gliore gestione del diabete e delle sue com-plicanze pur avendo un p-value di poco

sopra la soglia di significatività del 5% (p-value=0.051), ipotizzando una maggioreattività sportiva in funzione delle migliori

capacità motorie, di una maggiore com-pliance nella gestione della malattia vistele maggiori aspettative di vita ed una mag-giore conoscenza delle complicanze, vistele azioni proattive dei professionisti del set-tore e la maggiore sensibilità dei mezzid’informazione su queste problematiche.Risultano peraltro associati nel modello,

ma con valori non statisticamente signifi-cativi, alcune variabili di interesse quali lostato civile (coniugato) e il sesso (ma-schile).Ciò probabilmente per uno dei limiti

dello studio rappresentato dal numero an-cora esiguo del campione, che pertanto ab-biamo intenzione di estendereulteriormente.

DISCUSSIONEI risultati ottenuti dallo studio hanno con-

fermato l’importanza dell’educazione tera-peutica fatta dagli infermieri al fine diridurre le principali complicanze associatealla patologia diabetica ed evidenzianocome la semplice procedura di informare ilpaziente non sia sufficiente e quindi comerisulti necessario motivarlo a modificare inmodo efficace le proprie abitudini quoti-diane, per un controllo e una gestione piùefficace della malattia 19.Il campione preso in esame è composto

da 260 pazienti, 54.2 % femmine e 45.8 %maschi, di età compresa nell’intervallo 27-92, con la media di 69 anni. In particolaredall’analisi dei comportamenti è emersoche il 90.2% ha riferito di aver cambiatoabitudini alimentari, ma nonostante ciò, undato preoccupante, è che 115 pazienti nonricordavano il valore dell’HbA1c e tra co-loro che lo hanno indicato il 51.7% ave-

Tabella 2. Frequenza misurazione glicemia capillare e pressione arteriosa.

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vano valori superiori al 7%, ciò è indice diun deficit della comprensione della sua im-portanza e di uno scarso controllo dellama-lattia.Per Ippocrate e la medicina antica, l’ali-

mentazione era la terapia principale. So-prattutto per il diabete di tipo 2, questo si èdimostrato essere vero 19 e dalla letteraturasi evidenzia che un’attività fisica anchemoderata può contribuire alla prevenzionedelle complicanze, soprattutto macrova-scolari del diabete 20-21.Oltre l’Emoglobina Glicosilata, che rap-

presenta unamedia delle glicemie nell’arcodi 3 mesi, il paziente diabetico deve con-

trollare la glicemia capillare periodica-mente a digiuno e una o due ore dopo ipasti per verificare l’aumento glicemicodovuto ai carboidrati o zuccheri assunti conl’alimentazione 22, ma tenendo in conside-razione che ci sono limiti posti dal numerodi strisce reattive prescrivibili per singolopaziente.Il controllo viene effettuato per indivi-

duare eventuali fluttuazioni degli indici gli-cemici che incidono negativamente sullostato di salute dei pazienti.Nonostante l’ampia informazione ci

sono pazienti che si rivolgono all’estetistaper la cura del piede diabetico, ciò è scon-sigliato poiché l’estetista non ha le compe-tenze idonee per il trattamento del piedediabetico.Inoltre alla luce dei risultati emersi dal-

l’indagine abbiamo identificato, tramitel’analisi multivariata, il profilo del pazientediabetico, che è consapevole dei rischi as-sociati alla patologia e attua le necessariemisure preventive, ovvero quel pazienteche adotta uno stile di vita appropriato epratica attività fisica regolarmente, confer-mando una correlazione positiva tra i com-portamenti e l’educazione terapeuticaricevuta (Tabella 3).

Il livello di istruzione può essere utile pervalutare eventuali differenze di conoscenzetra i differenti pazienti e in aggiunta, la va-lutazione delle conoscenze e dei compor-tamenti dei pazienti diabetici è in grado diorientare l’assistenza verso programmi dicura individualizzati 23.L’esperienza raccolta in questo studio è

da stimolo per approfondire l’argomentocon ulteriori ricerche al fine di implemen-tare l’educazione terapeutica con l’obiet-tivo di prevenire o ridurre le complicanzecroniche scaturite dallo scompenso glice-mico, il principale fattore della riduzionedell’aspettativa di vita per i pazienti e del-

l’aumento dei costi per il Sistema Sanita-rio Nazionale per la cura di questapatologia.Oggi l’educazione dei pazienti all’auto-

gestione, che è un principio largamente dif-fuso in molte patologie croniche, è semprepiù considerato uno strumento vincente perla cura del paziente diabetico. La preven-zione investe tutti gli operatori sanitari cheprendono in carico il paziente, soprattuttogli infermieri esperti in diabetologia forni-scono un sostegno efficace al paziente fun-gendo da catalizzatore nella sua interazionecon il Team 9.È anche grazie alla comunicazione e alla

relazione che si instaura tra paziente e in-fermiere che si esauriscono eventuali dubbie incertezze, e si indirizzano i pazienti aduna presa di coscienza della propria pato-logia e una migliore autogestione dellastessa che nessun materiale informativopuò sostituire 24.

Eventuali FinanziamentiQuesta ricerca non ha ricevuto nessuna

forma di finanziamento.

Conflitti di interesseGli autori dichiarano che non hanno con-

flitti di interesse associati a questo studio.

Limiti dello studioIn primo luogo un limite è rappresentato

dal tipo di studio, di natura trasversale, cheha lo svantaggio di non poter determinarein modo prospettico un effetto casuale deifattori di rischio in studio. Un secondo li-mite è rappresentato da un bassa numero-sità del campione che potrebbe non avermesso in luce tutte le possibili correlazioni.Tuttavia queste limitazioni non sminui-

scono il valore dello studio che difatti rap-presenta uno dei primi approcci atti adinvestigare su tale problematica.

* Infermiera dipartimento medico, repartoSC Geriatria, Ospedale S. Bartolomeo, ASL

5 Spezzino

** Medico in formazione specialistica:Igiene e medicina preventiva, Università

L.Vanvitelli

*** Medico in formazione specialistica: Or-topedia e traumatologia, Università La Sa-

pienza

**** Infermiera libera professionista

5. Infermiera dipartimento di medicina terri-toriale,responsabile ambulatorio infermieri-stico assistenza sanitaria di base e PICC

team, ASL NA 1 Centro Distretto Sanitario 27

* Corresponding Author:Mariangela D’Amora, dipartimento medico,

reparto SC Geriatria,Ospedale S. Bartolomeo Sarzana (Italia).

E-mail:[email protected]

DOI:https://doi.org/10.32549/OPI-NSC-29

Tabella 3. Risultati e Analisi multivariata

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31Settembre 2019 SCNursingSupplemento

Ricerca infermieristica

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NORME EDITORIALI“Napolisana Campania” nella sezione NSC Nursing,

dedicata alla ricerca infermieristica, pubblica articoliinediti di interesse infermieristico, previa appro-

vazione del Comitato Scientifico.L’articolo è sotto la responsabilità dell’au-tore o degli autori che, nel rispetto dellevigenti leggi sulla privacy, devono di-chiarare: nome, cognome, qualificaprofessionale, ente di appartenenza,mail dell’autore per corrispondenza.Gli articoli devono essere inviati inWORD e strutturati secondo il se-guente schema: 1) Riassunto; 2)Parole chiave (max 5); 3) Introdu-zione; 4) Obiettivi; 5) Materiali eMetodi; 6) Risultati; 7) Discus-sione; 8) Conclusioni; 9) Bibliogra-fia. La lunghezza dell’articolo nondeve superare i 15.000 caratteri,spazi inclusi. Gli articoli vanno ac-compagnati da unRiassunto signi-ficativo in italiano (max 250 parole)strutturato in: Introduzione, Obiet-tivo/Scopo, Metodo, Risultati e Di-scussione/Conclusioni. Non devepresentare abbreviazioni.Le parole chiave (keywords) devonoessere presenti nel testo e scelte, sepossibile, dal Medical Subject Index List(database MesH).L’introduzione deve chiarire il contesto el’obiettivo del lavoro. Materiali e Metodi:descrivere la metodologia utilizzata perla selezione dei partecipanti, lo/gli stru-mento/i utilizzati, i criteri di inclusionee/o di esclusione, l’analisi statistica ef-fettuata. Risultati: devono rappresen-tare gli esiti dello studio, senza leconsiderazioni personali. Discussione:considerazioni critiche sui risultati ottenuti,

se possibile confrontandoli con quelli di altristudi. Conclusioni: correlate direttamente al-l’attività infermieristica e le loro implicazioni

eventuali nell’attività assistenziale.Specificare presenza/assenza conflitto di

interesse. Specificare eventuali finan-ziamenti ottenuti.

FIGURE, TABELLEE IMMAGINI

Le figure e le tabelle, informato digitale JPG

o TIFF a risolu-zione alta, de-

vono esserescelte se-

condo

criteri di chiarezza e semplicità; saranno numerate progressivamentein cifre arabe e saranno accompagnante da brevi ma esaurienti di-dascalie. Nel testo deve essere chiaramente indicata la posizioned’inserimento. Diagrammi e illustrazioni dovranno essere sottopostialla redazione in veste grafica accurata, tale da permetterne la ri-produzione senza modificazioni.Per le immagini che ritraggono pazienti o persone, gli autori devonopresentare un’autorizzazione firmata dagli stessi che ne autorizzi lapubblicazione, oppure le immagini devono esseremodificate per evi-tare il riconoscimento delle persone ritratte.

CITAZIONI BIBLIOGRAFICHELe citazioni bibliografiche devono essere strettamente pertinenti eriferirsi solo gli autori citati nel testo. Tutti gli articoli devono esseresupportati da aggiornate referenze bibliografiche. L’accuratezza dellecitazioni bibliografiche e della bibliografia sono requisiti indispensa-bili ai fini della pubblicazione. Nel corpo del testo stesso i riferimentibibliografici sono numerati secondo ordine di citazione; nella biblio-grafia al termine dell’articolo ad ogni numero corrisponde la citazionecompleta del lavoro al quale ci si riferisce. La bibliografia dovrà es-sere redatta secondo le norme riportate nel Vancouver Style: la listadelle voce bibliografiche deve essere presentata nell’ordine in cui lesingole voci vengono citate nel testo, con numerazione araba senzaparentesi. I rimandi alla bibliografia sono affidati a numeri posti adesponente: in questo modo2; se si devono citare due o più fonti, ri-portare i numeri consecutivi seguiti dalla virgola3,4, più di due ri-mandi alla bibliografia, riportare il primo e l’ultimo numero dellecitazioni corrispondenti5-8. Per motivi editoriali, la redazione si ri-serva di pubblicare le prime 10 voci bibliografiche di una revisionedella letteratura.Le voci bibliografiche saranno citate in questa maniera:Articolo da una rivistaAnnasGJ. Reefermadness-the federal response to California’sme-dical-marjunana laW. N Engl J Med 1997;337:545-53.• dopo il cognome inserire l’iniziale/le iniziali del nome dell’au-tore/degli autori;• titolo dell’articolo;• abbreviazioni delle testate delle riviste, quando devono essereabbreviate, senza punto;• anno seguito dal punto e virgola, volume seguito dai due punti,numero di pagina/e;• non utilizzare mai il corsivo.In caso di un numero superiore a 6 autori, dopo il sesto può essereinserita la dicitura et al.Libro o testo, di un capitolo- Saccheri T. L’equivoco terapeutico. Promozione della salute e ne-goziazione sociale. FrancoAngeli. Milano, 2007.- Pagel JF, Pegram GV. The role for the primary care physician insleep medicine. In: Pagel JF, Pandi-Perumal SR, editors. Primarycare sleep medicine. 2nd ed. New York: Springer; 2014.

Una monografia/libro scaricato da internetCartabellotta A. La formazione residenziale degli operatori sanitari(Internet). In: Pressato L, Cartabellotta A, Bernini G et al. L’educa-zione continua in medicina. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore,2003. (pubblicatoMarzo 2003; consultato: Marzo 2017). Disponibileall’indirizzo: http://www.pensiero.it/catalogo/pdf/ecm/capitolo2.pdf

MODALITÀ E TERMINI PER L’INVIO DEI LAVORIGli articoli proposti per la pubblicazione devono essere inviati solo informatoWORDeaccompagnati dalla lettera di presentazione (comeindicato nel file lettera di presentazione) PIPITONE! via e-mail all’in-dirizzo del Comitato Scientifico: [email protected].

PROCESSO DI REVISIONETutti gli articoli conformi alle norme editoriali saranno affidati

ad uno più revisori che valuteranno la qualità metodolo-gica del lavoro e le eventuali proposte di modifiche dainoltrare agli autori. Nella sua valutazione, il revisorepotrà: valutare l’aderenza alle norme editoriali, laqualità metodologica dell’articolo ritenendolo ido-neo alla pubblicazione, accettare l’articolo con ri-chiesta di modifiche (motivandone le ragioni) orifiutare l’articolo (motivandone le ragioni). Lavalutazione del revisore verrà comunicataentro 3 mesi all’indirizzo che l’autore ha for-nito per eventuali comunicazioni.

PUBBLICAZIONE DI ARTICOLI A CARATTERE SCIENTIFICO

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33Settembre 2019

Notiziedall’Ordine

AAllllaa ssccooppeerrttaa ddeell nnuuoovvoo CCooddiiccee DDeeoonnttoollooggiiccoo ddeellllee pprrooffeessssiioonnii iinnffeerrmmiieerriissttiicchheeL’Ordine delle Professioni infer-

mieristiche di Napoli illustrerà aipropri iscritti e alla Comunità

scientifica napoletana il nuovo CodiceDeontologico della Professione, approvatoil 13 aprile scorso dal Consiglio nazionale.L’appuntamento è per martedì 8 ottobreprossimo, alle ore 8, presso l’Aula Magna“Gaetano Salvatore” del Policlinico Fede-riciano, in via Pansini, 5. L’iniziativa è stata organizzata insieme

con l’Azienda Ospedaliera Universitaria ela Scuola di Medicina e Chirurgia dell’U-niversità di Napoli Federico ll. Ospite d’o-nore della giornata, la professoressa MarieManthey, che presenterà le novità intro-dotte nel modello assistenziale del PrimaryNursing. Saranno presenti, tra gli altri illustri

ospiti, Il Presidente della Regione Campa-nia, Vincenzo De Luca; il Presidente dellaScuola di Medicina e Chirurgia dell’Uni-versità di Napoli Federico ll, Luigi Cali-fano; il Direttore Generale dell’AziendaOspedaliera Universitaria Federico ll,Anna Iervolino; la Presidente Fnopi, Bar-bara Mangiacavalli; il Presidente OpiNapoli, Ciro Carbone; il Direttore DAISanità pubblica Farmacoutilizzazione eDermatologia Università di Napoli Fede-rico ll, Maria Triassi; il Presidente del Co-mitato Etico della Federico ll, ClaudioBuccelli e Massimo Niola, della Scuola diMedicina e Chirurgia dell’Università diNapoli Federico ll. Il workshop è gratuito. La registrazione

obbligatoria. Il programma completo del-l’iniziativa prevede la presentazione delCodice Deontologico da parte della Presi-dente Fnopi, Barbara Mangiacavalli. Nelmerito sono previsti a seguire gli interventi

di Edoardo Manzoni; Angela Basile;Aurelio Filippini; Pio Lattarulo. A se-guire la parte clou della giornata: lezionemagistrale curata dalla professoressaMarie Manthey, fondatrice del modello

assistenziale Primary Nursing: dal con-cetto di “cura”, al “prendersi cura”.La giornata di studi si concluderà con

l’assegnazione del Premio “Michela Riz-zello” per la miglior tesi di laurea.

Giornata di studio promossadall’Opi Napoli insieme con l’Azienda Ospedaliera Universi-taria e la Scuola di Medicina eChirurgia dell’Università di Napoli Federico ll. Ospite d’onore, la professoressa MarieManthey, che presenterà le novità introdotte nel modello as-sistenziale del Primary Nursing.

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34 Settembre 2019

Notiziedall’Ordine

Si chiama Luca Cardillo ed è uniscritto all’Ordine di Napoli. Con lasua prontezza, l’infermiere eroe ha sal-vato la vita a una donna di 49 anni chesi è sentita male e ha chiamato il 118senza dare indicazioni. Una storia alieto fine ripresa anche dalla nota tra-smissione televisiva “I fatti vostri”condotta da Magalli. In effetti, la pre-senza di spirito e la professionalitàdell’infermiere del 118 ha permesso diindividuare una turista in grave sofferenzaemotiva e cardiaca grazie a Whatsapp. Laturista, una romana di 49 anni, è stata im-provvisamente colpita da un malore nelcorso di una passeggiata a Ischia. La donnasi è persa in una zona impervia dell’IsolaVerde. E solo grazie all’intervento generosoe pronto di Luca Cardillo è stata poi recupe-rata viamare dagli uomini dellaGuardiaCo-stiera. A coordinare l’intervento deisoccorritori è stato proprio il nostro infer-miere eroe, operatore dellaCentrale 118Na-poli Ovest di Pozzuoli. E’ stato lui a

raccogliere la chiamata della donna: ladonna si era inoltrata da sola nel bosco diZaro, migliaia di metri quadri di macchiamediterranea su PuntaCaruso, al confine trai comuni ischitani di Forio e LaccoAmeno.Arrivata sulla costa verso le 10, avendo av-vertito un aumento dei battiti cardiaci, diffi-coltà a respirare e un’improvvisa mancanzadi forze, ha chiamato il 118. L’infermiere cheha ricevuto la telefonata, dopo avere ripetu-tamente chiesto inutilmente indicazioni al-l’escursionista circa la propria posizione, hasuggerito alla donna di inviargli unmessag-

gio su Whatsapp con la propria loca-lizzazione. Luca Cardillo, ha poi inol-trato il messaggio all’equipaggiodell’ambulanza che in pochi minuti èarrivato al bosco di Zaro salvando lasventurata escursionista. A Luca icomplimenti per la brillante opera-zione e il grazie per aver scritto unabella pagina nel libro d’oro dell’infer-mieristica napoletana. “Quando lenuove tecnologie, i social, sono usati

damani sapienti e generose al servizio dellacomunità e della buona sanità si hanno pa-gine eroiche come quella scritta da LucaCardillo, infermiere napoletano, un nostroiscritto, del quale andiamo fieri”. E’ il com-mento commosso dettato a caldo da CiroCarbone, Presidente dell’Ordine degli infer-mieri di Napoli, non appena appresa la noti-zia. Sul Canale Youtube di Opi Napoli èpossibile rivedere la ricostruzione della vi-cenda attraverso la trasmissione Rai “I fattivostri”:https://www.youtube.com/watch?v=ABZ-FQXQjdk

IInnffeerrmmiieerree ssmmaarrtt ssaallvvaa ttuurriissttaa aa IIsscchhiiaaCCaarrbboonnee:: ““EEnnccoommiioo aall ccoolllleeggaa eerrooee””

Il 2020 sarà l’annodegli infermieri: sitratterà di “un’oppor-tunità unica per ren-dere onore agliinfermieri e al contri-buto che forniscono alla salute mondiale.” L’International Councilor Nurses (ICN) e la campagna mondiale Nursing Now hanno ilpiacere di supportare l’iniziativa del World Health OrganizationExecutive Board (WHO EB). Il 2020 sarà ufficialmente “l’Annodell’Infermiere e dell’Ostetrica” La conferma ufficiale è stata dataieri sera a Ginevra dal dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, diret-tore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Spetteràadesso alla World Health Assembly definire il tutto, nel corso del-l’incontro di maggio. Il 2020 sarà il 200º anniversario della nascitadi Florence Nightingale. Riconoscendo il suo contributo nei campidella salute e dell’umanità, il dr. Tedros ha dichiarato che “gli in-fermieri e le ostetriche svolgono un ruolo vitale nel fornire salutead ogni persona nel mondo. Annette Kennedy, presidente dell’ICN,ha sottolineato come “questa eccitante proposta di dedicare unanno ad infermieri e ostetriche permetterà di elevare i profili di in-

fermieri e ostetri-che sottolineandol’importanza diavere professio-nisti sempre piùformati. Occor-

rono investimenti per la selezione del personale e strategie miratefinalizzate alla rimozione delle barriere che impediscono lo svi-luppo delle competenze avanzate degli infermieri.” Lord NigelCrisp, Co-Chairman della campagna Nursing Now ha dichiaratoquanto segue: “Siamo lieti di accogliere calorosamente la propo-sta del dott. Tedros di rendere il 2020 un anno dedicato alle cele-brazioni globali di infermieri e ostetriche. Loro sono il cuore diqualsiasi équipe sanitaria; migliorando e promuovendo il lororuolo, i paesi del mondo otterranno migliori outcome per tutte lepersone.” La proposta è stata accettata dai membri dell’ExecutiveBoard durante la 144º sessione. ICN ha colto l’opportunità di in-tervenire durante la WHO EB, sollecitando il ministro della Salutea supportare attivamente lo sviluppo dell’WHO’s State of TheWorld Nursing Report e la collaborazione attiva dei leader del-l’Infermieristica.

L’OMS dedica il 2020 ad infermieri e ostetriche:”Sono il cuore di qualsiasi équipe sanitaria”

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Settembre 201936

Dentro laprofessione

DDaaii ccoolloorrii aaii nnuummeerrii,, pprroonnttaa llaa rriiffoorrmmaa ddeell PPrronto soccorso

di Peppe Papa

Niente più attese infinite e standarddi cura più elevati. E’ quanto si at-tende, almeno, dalla riforma dei

pronto soccorsi negli ospedali italiani licen-ziata a fine luglio dalla Conferenza Stato Re-gioni. Il via libera è stato dato dopo averapportato alcune piccole modifiche al Piano

per la gestione del sovraffollamento deiPronto soccorso, elaborato da un appositoTavolo tecnico istituito dal ministero dellaSalute. Il primo grande cambiamento ri-

guarderà i codici per la definizione dellepriorità. Dai colori (bianco, verde, giallo erosso) si passerà ai numeri, una «riforma»che il Lazio ha già approvato e sperimen-tato, e che dopo l’estate partirà ufficial-mente. Le altre regioni avranno 18 mesi ditempo per adeguarsi.

DAI COLORI AI NUMERIAi numeri verrà affiancato un limite di

tempo massimo d’attesa. Ci sarà il codice 1per contraddistinguere l’emergenza con lanecessità di accesso immediato; il codice 2per l’urgenza con accesso entro i 15 minuti;

il codice 3 per l’urgenza differibile con ac-cesso entro 60 minuti; il codice 4 per l’ur-genza minore con accesso entro i 120minuti; e il codice 5 per la non urgenza conun accesso che dovrà avvenire entro un arcotemporale di 240 minuti. In ogni caso l’at-tesa dei pazienti non dovrà superare le 8 ore.

IL RICOVERO IN REPARTOSuperato tale tempo il paziente, che avrà

verosimilmente completato il proprio per-corso in Pronto Soccorso, viene dimesso adomicilio oppure avviato alla prosecuzionedelle cure. In pratica, dopo questa sogliatemporale scatterà il ricovero in reparto, opresso l’Osservazione breve intensiva (Obi),oppure il paziente verrà rimandato a casa eaffidato alle strutture territoriali. La secondaparte del documento è dedicata alle lineeguida per l’Obi, il percorso di cura in ProntoSoccorso che consente di gestire le emer-genze-urgenze per pazienti con problemi cli-nici acuti ad alto grado di criticità ma a basso

Le linee d’indirizzo approvate dalla ConferenzaStato Regioni danno di fatto il via libera alla ri-voluzione dei pronto soccorso. Le linee guidaprevedono che l’implementazione della codificaa 5 codici numerici di priorità e il conseguentesuperamento della codifica con i codici coloredovrà avvenire progressivamente entro 18 mesi

dalla loro pubblicazione. La vera novità è cheper ognuno dei 5 codici si indica anche il tempomassimo di attesa per l’accesso alle aree ditrattamento che va dall’accesso immediato perl’emergenza all’accesso entro 240 minuti per lesituazioni dinon urgenza.

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Settembre 2019 37

Dentro laprofessione

Dai colori ai numeri, pronta la riforma del PPrroonnttoo ssooccccoorrssoorischio evolutivo, oppure a bassa criticità macon potenziale rischio evolutivo. Le linee guida precisano che l’area di Obi

è attivata in locali dedicati ed abitualmenteè collocata in posizione adiacente o comun-que nelle immediate vicinanze del ProntoSoccorso. Il locale dedicato all’Obi, orga-nizzato in strutture open-space e/o a box sin-goli, è opportunamente attrezzato pergarantire la tutela della privacy e il comfortdel paziente. Anche per l’Obi si specificano tempisti-

che definite. In particolare, l’ammissione deipazienti in Obi deve avvenire entro untempo massimo di 6 ore dalla presa in ca-rico e la permanenza non deve superare le36 ore dalla presa in carico al triage. Dopo èprevisto il ricovero, o il trasferimento pressoaltra struttura per acuti, o le dimissioni conaffidamento alle strutture territoriali o resi-denziali.

LA RISPOSTA ASSISTENZIALEAltra grande novità è il See and Treat. Si

tratta di un modello di risposta assistenzialealle urgenze minori che si basa sull’ado-zione di specifici protocolli medico-infer-mieristici condivisi per il trattamento diproblemi clinici preventivamente definiti. Ilpaziente viene preso in carico in una deter-minata area del Pronto Soccorso da una fi-gura stabilita, infermiere o medico, cheapplica le procedure previste da protocollicondivisi e validati. Il responsabile dovrà as-sicurare il completamento del percorso epuò essere specificamente autorizzato allasomministrazione di alcuni farmaci. Si trattadi un modello di risposta assistenziale alleurgenze minori. Nel Piano di gestione del sovraffolla-

mento è prevista infine un’appendice, laquale contiene le prime linee guida nazio-nali sul bed management. L’obiettivo è otti-mizzare l’utilizzo della risorsa “posto letto”mediante un puntuale e metodico governodelle fasi di ricovero e di dimissione. La ge-stione dei posti letto è infatti strettamentecollegata al problema del sovraffollamento.

Cambia il triage, ma mancano 10mila infermieri e 2mila medici

Regioni pronte a modificare i criteri di accettazione e del tratta-mento dell’emergenza/urgenza. Ma per far funzionare il nuovosistema mancano 2mila medici e 10mila infermieriSaltato il filtro del territorio, spesso l’unico modo per farsi curare o per consultare uno

specialista è quello di rivolgersi ai pronto soccorso. Dove per altro si dribblano anche icosti del privato o del pubblico a volte ancora più esoso. Il risultato è che i pronto soc-corso sono affollatissimi. A conti fatti, quasi due milioni di italiani ogni anno varcano lasoglia dei Pronto soccorso per cure più o meno urgenti aspettando a volte giornate intere.Ora proprio per arginare le attese infinite, il Ministero della Salute ha messo a punto lariforma che ha incassato il via libera delle Regioni. Tra le misure oltre alla creazione dimini-reparti a fianco al pronto soccorso per i casi più complessi (l'Obi: Osservazionebreve intensiva) e la diffusione dei "bed manager" per gestire al meglio i ricoveri cheogni giorno passano per i pronto soccorso, c'è anche un profondo restyling del triage, ilsistema che decide la priorità di intervento in base all'urgenza del caso. Una rivoluzioneche dovrebbe andare a regime entro 18 mesi come prevede il documento. Ma questamini rivoluzione rischia di restare sulla carta se non si metterà mano anche alle profondecarenze che oggi ingolfano il collo di bottiglia tra Pronto soccorso e reparti. Carenze or-ganizzative e di posti letto nei reparti, ma anche di personale. Secondo stime attendibilioggi mancano all'appello circa 2mila medici e 10mila infermieri e c'è il rischio che conQuota 100 si superi anche questa cifra. Aspettando che il territorio batta un colpo, prota-gonisti assoluti del triage sono gli infermieri, cui il nuovo sistema affida non solo l'asse-gnazione del codice di triage, ma anche la rivalutazione del paziente e il suo eventualeinserimento nel percorso "See&Treat" che porta a una visita specialistica. Il nursing spe-dalizzato è insomma un anello fondamentale dei Pronto soccorso, ma la Federazionedegli infermieri (Fnopi) stima una carenza di circa 10mila addetti. Anche i medici sonopochi, come abbiamo già accennato. Inoltre, le 400 borse di spedalizzazione conquistatequest'anno sono ancora poche e in ogni caso sforneranno specialisti non prima di un qua-driennio. Intanto oggi dal Pronto soccorso i medici fuggono per burnout, aggressioni daparte dei pazienti e mancanza di incentivi economici che compensino il disagio lavora-tivo. La situazione non migliorerà nei prossimi anni: l'Anaao Assomed, la principale siglache rappresenta i camici bianchi, ha stimato che da qui al 2025 a causa delle uscite perpensionamenti aumentate con Quota 100 mancheranno oltre 4200 medici d'emergenza-urgenza. Tanto che il sindacato ha messo a punto un piano di riforma centrato su incen-tivi, corretta previsione del fabbisogno di personale e gestione dei codici minori con ilcoinvolgimento dei medici di famiglia.

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38 Settembre 2019

Dentrola professione

di Antonio Del Prete*

L’approvazione delle nuove Lineedi indirizzo sul triage rappresentaa tratti una svolta epocale e con-

temporaneamente confermano ciò che eragià consolidato, ma non scontato, sul ruolodel professionista infermiere.Tra le novità trova risalto il ruolo definito

delle priorità di accesso e dell’inizio dellapresa in carico del paziente, ovvero il coin-volgimento di tutta l’organizzazione del si-stema ospedaliero sviluppato su puntiimportanti quali: 1) il tempo massimo di 8ore dalla presa in carico al triage, alla con-clusione della prestazione di pronto soc-corso; 2) definizione dei nuovi standardstrutturali e tempi massimi per l’osserva-zione breve intensiva (OBI); 3) azioni per ri-durre il sovraffollamento in pronto soccorso,tra cui il blocco dei ricoveri programmati; 4)implementazione del "bed management",ossia l’utilizzo della risorsa "posto letto"me-diante un puntuale emetodico governo dellefasi di ricovero e di dimissione.I sistemi di Triage implementati nelle

realtà italiane si ispirano al modello di ap-proccio globale alla persona e ai suoi fami-liari mediante la valutazione infermieristica

basata sulla raccolta di dati soggettivi e og-gettivi, sulla base degli elementi situazionalisignificativi e sulle risorse disponibili.I presupposti di questo modello di Triage

sono identificabili nelle seguenti attività:Realizzare l’effettiva presa in carico dellapersona e degli accompagnatori dal mo-mento in cui si rivolgono al Pronto Soc-corso; Assicurare la valutazioneprofessionale da parte di un infermiere spe-cificamente formato; Garantire l’assegna-zione del codice di priorità attraverso laconsiderazione dei bisogni di salute dell’as-sistito, delle sue necessità di cura e del pos-sibile rischio evolutivo; Utilizzare unprocesso di valutazione strutturato in gradodi garantire l’approccio complessivo allapersona ed ai suoi problemi di salute; Uti-lizzare un sistema codificato di livelli dipriorità di accesso alle cure; Disporre di unsistema documentale adeguato e informa-tizzato. (Fonte: Linee di indirizzo sulTriage.http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_noti-zie_3849_listaFile_itemName_1_file.pdf)

Una delle novità introdotte dalle ultimelinee di indirizzo sul triage è l’introduzionedei cinque codici (anziché quattro) e il pas-saggio dai codici colore ai codici numerici.Tutti i sistemi validati in letteratura ed uti-

lizzati a livello internazionale stratificano lapriorità di accesso al trattamento in cinquelivelli e non quattro. Questo permette distratificare meglio il codice verde che rap-presenta circa il 70% degli accessi in ps epermette di valutare in maniera più appro-priata il rischio evolutivo rimodulando itempi di attesa della presa in carico.La scelta di passare ai numeri e di elimi-

nare i colori nasce dall’esigenza di differen-ziare il codice di triage da altri codici qualiquelli di percorso o gravità, in quanto iltriage parla di priorità.E’ importante capire che il vero cambia-

mento non è nell’introduzione dei 5 codici,

ma nel metodo e modello teorico utilizzatodal triagista: con l’applicazione delle nuovelinee guida verrà garantita l’uniformità deisistemi di triage utilizzati in tutto il nostropaese. Viene confermato che il triage è unafunzione infermieristica e che le aziende de-vono, attraverso specifici progetti ed in unottica multiprofessionale basati su evidenzescientifichemettere in atto. E’scomparsa “lasupervisione delmedico” attualizzando l’au-tonomia infermieristica al triagema in un ot-tica multiprofessionale con interessamentodi tutte le figure dell’intero sistema organiz-zativo e clinico del PS.Si è giunti alla consapevolezza del ruolo

definito non solo delle priorità di accesso,ma quello di inizio di un percorso o indiriz-zamento del paziente verso quello più ap-propriato. Viene formalizzato che il tempodi attesa non è “colpa” del triage, ma del-l’intero sistema ed è congruente con l’otticacon cui occorre guardare l’organizzazionedel Pronto soccorso all’interno della strut-tura (organizzazione dell’OBI, gestione deiposti letto, attività del bed manager, ecc.).Il triagista non sarà più solo ma ci sarà il

coinvolgimento dell’intera struttura ospeda-liera e di tutti i professionisti attraverso lapianificazione, progettazione, attuazione erevisione delle procedure, protocolli e per-corsi. Al cambiamento sulla carta dovrà cor-rispondere quello della mentalitàprofessionale, abbandonare la logica “del-l’abbiamo sempre fatto così” insieme allariorganizzazione delle strutture nella suaparte logistica e strutturale e l’adeguamentoin termini di risorse umane. Adesso spettaalle singole regioni recepire ed permetterealle aziende tutto questo.

* Dott. Mag. Antonio Del Prete,Formatore Nazionale Triage Simeu. Dipar-timento dell’Emergenza e dell’Area Critica,

UOC 118 ed emergenza territoriale ,Asl Napoli 2 Nord

Scompare “la supervisione delmedico” e viene ribadita l’auto-nomia infermieristica.Ma al cambiamento sulla cartadovrà corrispondere quellodella mentalità professionale:abbandonare la logica “dell’ab-biamo sempre fatto così”.

CCoonn iill nnuuoovvoo ttrriiaaggee rriiccoonnoosscciiuuttaa llaa ffuunnzziioonnee iinnffeerrmmiieerriissttiiccaa

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NAPOLI - Un’intesa sull’asse Napoli -Brescia favorirà la condivisione di espe-rienze e la nascita di nuovi protocolli cli-nico-assistenziali e socio-sanitari per unasanità pubblica sempre più votata all’ec-cellenza.Aporre le basi di questo progettosono stati Ciro Verdoliva, direttore gene-rale dell’ASL Napoli 1 Centro, e MarcoTrivelli, direttore generale dell’AziendaSocio Sanitaria Territoriale Spedali Civilidi Brescia, a margine del Meeting di Ri-mini.

La prima intesa tra i due direttori gene-

rali, già protagonisti del “protocollo Car-darelli-Niguarda”, porterà in breve tempoalla nascita di attività e programmi con-giunti con lo scopo di facilitare lo scambioculturale e la cooperazione nel campodella formazione e della ricerca in ambitosanitario.

Tra i campi d’interesse ai quali si daràpriorità: le reti tempo-dipendenti nell’or-ganizzazione dell’emergenza, i Diparti-menti della salute mentale e di contrastodelle dipendenze.

E ancora, attività territoriali con ap-

profondimento dei Serviziterritoriali e dei Servizi dicontinuità assistenziale,l’organizzazione degliscreening oncologici, losviluppo delle professionisanitarie, il bed manage-ment e il controllo di ge-stione per la conoscenza èl’elaborazione dei datiaziendali.

"Reduci dall’esperienzadi collaborazione realiz-zata tra Niguarda e Carda-relli – dice Ciro Verdoliva– puntiamo ora a realiz-zare un progetto ancor più

incisivo grazie ad un intenso scambio tra iprofessionisti dell’ASLNapoli 1 Centro edell’Azienda Socio Sanitaria TerritorialeSpedali Civili di Brescia. Il nostro obiet-tivo, mio e del collega Marco Trivelli, èquello di esportare le tante eccellenze checaratterizzano le rispettive aziende sanita-rie, fare tesoro dei punti di forza e indivi-duare i punti di debolezza per colmareeventuali lacune. Nasce insomma unnuovo percorso di condivisione che puntasempre più ad una sanità pubblica d’ec-cellenza.

39Settembre 2019

OspedalieterritorioAAssll NNaappoollii 11 ee AAsssstt ddii BBrreesscciiaaIInnssiieemmee ppeerr sseerrvviizzii ddii eecccceelllleennzzaa

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40 Settembre 2019

Ospedalie territorio

NAPOLI - L’università di Napoli Fede-rico II incassa un importante riconoscimentointernazionale grazie all’istituzione dellacattedra Unesco «Educazione alla salute edallo sviluppo sostenibile», prima in Europaa essere dedicata alla promozione dello statodi salute della popolazione, con particolareattenzione ai fattori culturali, nutrizionali eambientali.Il progetto – coordinato dalla professo-

ressa Annamaria Colao - si avvale di unostaff composto da scienziati e ricercatori inambito medico, agroalimentare, ingegneri-stico, con l’obiettivo di realizzare - in colla-borazione con partner locali e nazionali -interventi nel campo della ricerca epide-miologica e clinicaattraverso varie at-tività: a partire dallaricerca, passandoper master, pro-grammi post lau-rea, corsi brevi,conferenze, pubbli-cazioni scientifi-che, per arrivareallo sviluppo diprotocolli standar-dizzati per la con-duzione di studiepidemiologici insoggetti residenti inaree gravementeinquinate e con bassi livelli socio economici.«Abbiamopresentato questo progetto all’U-nesco perché consideriamo la salute un beneda proteggere – ha spiegato AnnamariaColao, direttore della UOC di Endocrinolo-gia dell’Azienda Ospedaliera UniversitariaFederico II e coordinatrice della cattedra –sarà un contenitore articolato che va dall'e-ducazione della popolazione fino all'eroga-zione di visite gratuite e allo sviluppo eall'innovazione tecnologica.Dato l'invecchiamento della popolazione

e l'arrivo in Italia di persone di etnia diversa

dalla nostra, puntiamo nei prossimi decennialla sostenibilità per fronteggiare la salute ditanti esseri umani diversi».In collaborazionecon l’Ufficio Scolastico Regionale dellaCampania,molte delle iniziative saranno de-dicate a giovani studenti con l’attivazione diprogrammi didattici dedicati all’educazioneambientale e alla prevenzione dell’obesitàinfantile. «Dobbiamo sempre ricordarci chequesta formazione deve avere un impattosociale. Quindi deve anche educare le per-sone, specie le nuove generazioni, a viveremeglio per raggiungere una maggiore qua-lità della vita.Questo è il fine ultimo di tutta la politica

che stiamo portando avanti come ateneo –ha evidenziatoGae-tano Manfredi, ret-tore della FedericoII – questo grandericonoscimento in-ternazionale è laconferma del lavoroche stiamo facendosu un tema moltoimportante per ilMezzogiorno, lanostra regione e lanostra città».Un lavoro incen-

trato soprattuttonella prima fase suattività di ricerca

nel settore, che potrebbero avere un impattoanche in termini di sostenibilità economicadel servizio sanitario pubblico, come ha sot-tolineato Anna Iervolino, nuovo direttoregenerale del Policlinico Federico II di Na-poli.

«Riponiamo grande fiducia in questi ri-cercatori di fama internazionale, perché dalloro lavoro deriveranno sicuramente deivantaggi importanti per la sanità campana eper i cittadini, spero anche in termini di qua-lità di assistenza e di risorse economiche benspese».

FFeeddeerriiccoo IIII:: pprriimmaa ccaatttteeddrraa eeuurrooppeeaa UUnneessccoo ssuullll''eedduuccaazziioonnee aallllaa ssaalluuttee

MMoorrttee ccaarrddiiaaccaa iimmpprroovvvviissaa

NNuuoovvaa tteeccnniiccaa aall SSaannttoobboonnoo

NAPOLI - L'equipe cardiologica delSantobono ha iniettato sotto la cute di unabambina bisognosa di un monitoraggiocardiaco continuo un micro elettrocardio-grafo che per i prossimi quattro anni re-gistrerà il suo battito cardiaco. Leinformazioni raccolte permetteranno aimedici dell'ospedale pediatrico napole-tano di monitorare in modo costante labimba, anche da remoto; i tracciati car-diaci, infatti, saranno trasferiti in teleme-dicina al reparto di cardiologia delSantobono, attraverso la rete dei dati deicellulari. Al Santobono è una pratica ora-mai collaudata. Nel luglio 2018 un bimboera stato salvato dall'annegamento e, permonitorare eventuali sindromi da morteimprovvisa, gli era stato impiantato lostesso monitor cardiaco iniettabile. Qual-che mese dopo si scoprì che il bambinonon era cardiopatico, ma soffriva di unapatologia per la quale oggi è in cura. Si tratta del sistema più idoneo per evi-

tare morte cardiaca improvvisa. Il micro-monitor installato è di ultimissimagenerazione. La dimensione estrema-mente ridotta lo rende adatto all'impiantoanche su bambini molto piccoli.

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41Settembre 2019

Ospedalie territorio

LaRegioneCampania ha dato il via a un nuovo progetto per l’as-sistenza sanitaria sulle Isole che punta al teleconsulto. “Facendo se-guito all’approvazione del Decreto del Commissario ad acta, inaccordo con le Direzioni generali delleAziende NA1Centro e NA2Nord”, spiega la nota, sono state attivate “le necessarie procedureper migliorare i livelli di assistenza nelle aree cosiddette ‘disagiate’del territorio campano”. E “in un contesto dove sempre più si va af-fermando un modello Hub & Spoke”, il Progetto “Isole” si ponel’obiettivo di “garantire alti livelli di continuità ed assistenza traOspedale e territorio, condividendo lemigliori professionalitàmessea disposizione”. Il progetto prevede, in una prima fase, di dotare le

strutture sanitarie di Procida, Ischia e Capri di moderne tecnologiedi Teleconsulto al fine di assicurare una comunicazione efficace trapersonale on-site e remoto, e la condivisione di tutte le informazioninecessarie per supportare il personale sanitario in una diagnosiquanto più veloce e precisa. Il teleconsultomedico del Progetto Isole2019, spiega la nota della Regione, “consiste nella possibilità per imedici, situati in postazioni remote, dislocate in sedi isolate e disa-giate (Digital Divide), ed in sedi specialistiche dove professionistisono coinvolti in second opinion, di condividere e valutare un par-ticolare caso clinico attraverso l’analisi del maggior numero possi-bile di informazioni a loro disposizione, e l’impiego, ove necessario,della video conferenza personale, utile per sottoporre lo stesso adeventuali commenti estemporanei ed a scambi di pareri, sulla basedello specifico know how di ciascun professionista”. La Regione sidice certa che l’introduzione delTeleconsulto, come innovativamo-dalità organizzativa, avrà “un’immediata ricaduta nel rendere frui-bile e continua la comunicazione fra i diversi attori e orientare glierogatori verso un utilizzo appropriato delle risorse, riducendo i ri-schi legati a complicanze, riducendo il ricorso alla ospedalizzazione,riducendo i tempi di attesa, ottimizzando l’uso delle risorse dispo-nibili. La disponibilità di informazioni tempestive e sincrone offriràinoltre la possibilità di misurare e valutare i processi sanitari conquesta modalità organizzativa attraverso indicatori di processo edesito. L’utilizzo delTeleconsulto comporterà innumerevoli vantaggiper le aziende e le organizzazioni sanitarie, per i medici e per i pa-zienti”.

AAssssiisstteennzzaa ssuullllee IIssoollee:: aa PPrroocciiddaa,, IIsscchhiiaa ee CCaapprrii ppaarrttee iill pprrooggeettttoo ddii tteelleeccoonnssuullttoo

Il progetto “Isole” varato dalla Regione Campania, prevede di dotare le strutture sanitarie di Procida, Ischia e Capri di moderne-tecnologie di Teleconsulto al fine di assicurareuna comunicazione efficace tra gli operatori sani-tari in loco e gli specialisti di altri Centri, coinvoltiin second opinion. I sanitari in loco potranno condividere e valutare un particolare caso clinicoanche attraverso l’impiego, ove necessario, dellavideo conferenza personale.

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42 Settembre 2019

Ospedalie territorio

MMeellaannoommaa,, iill PPaassccaallee ddii NNaappoollii ssuull ppooddiioo eeuurrooppeeooNAPOLI - E' Napoli uno dei centri inter-

nazionali all’avanguardia per la lotta al me-lanoma. A dirlo è la classifica stilata dal sitoamericano expertscape.com che mette alprimo posto in Italia (su 4.000 specialisti), alsecondo in Europa (su 25mila), al quarto nelmondo (su 65 mila esperti) Paolo Ascierto,direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma,Immunoterapia Oncologica e Terapie Inno-vative dell'Istituto Pascale di Napoli. Propriol'Istituto partenopeo, a livello europeo, sicolloca al nono posto nella cura del mela-noma e nella classifica degli esperti rientraanche Ester Simeone, che fa parte delgruppo del professor Ascierto. In Italia, il Pa-scale è primo fra gli Istituti e, oltre a EsterSimeone, fra gli esperti si colloca anche An-tonio Grimaldi. L'analisi di Expertscape,ideata dai ricercatori della Universita' dellaNorth Carolina, si basa sulla produzionescientifica dei clinici nei vari settori dellamedicina, tenendo in considerazione soprat-tutto le pubblicazioni dell'ultimo decennio,valutando la qualita' della rivista e la posi-zione come autore nell'articolo. Ascierto haun Impact Factor e un H-Index, i due para-metri utilizzati per "misurare" la produzionescientifica, molto alti, pari rispettivamente a

oltre 3000 e 60. "Guido una squadra moltovalida", spiega Ascierto, che dice: "In questianni abbiamo condotto importanti studi perla messa a punto di terapie sempre piu' effi-caci in grado di contrastare il melanoma, unaneoplasia della pelle molto aggressiva in

fase metastatica e in forte crescita, con13.700 nuove diagnosi nel 2018 in Italia. Nell'ultimo decennio, al Pascale, sono

state condotte più di 120 sperimentazioni suquesto tumore, per un totale di oltre 3.000pazienti coinvolti".

ROMA - Le donne con tumore alseno metastatico possono evitare lachemioterapia: una meta-analisi di140 studi che ha incluso 50.029 pa-zienti, pubblicata su Lancet Oncologye coordinata dall'Universita' FedericoII di Napoli, ha infatti dimostrato perla prima volta che nessun regime dichemio è più efficace della combina-zione di ormonoterapia e nuove tera-pie a bersaglio molecolare.L’indicazione riguarda il tumore alseno metastatico positivo per i recettoriormonali, il 65% dei casi metastatici.In Italia sono 24mila le donne trattabilicon tale combinazione. Lo studio è ilrisultato di una collaborazione interna-zionale che ha visto la partecipazionedi molti ricercatori italiani. La meta-analisi ha incluso ricerche pub-blicate fra gennaio 2000 e dicembre 2017. "Si è evidenziato che le

terapie mirate sono efficaci in primalinea, ovvero come primo trattamento,e che la qualità di vita migliora. Que-sta analisi è molto importante perché,per la prima volta, pone a confronto, inprima e seconda linea, l'efficacia deiregimi oggi disponibili di chemiotera-pia e ormonoterapia, con o senza tera-pie mirate.

E conferma quanto stabilito dallelinee guida internazionali, che racco-mandano, anche in prima linea, l'im-piego dell'ormonoterapia posticipandol'uso della chemioterapia in queste pa-zienti. Sono chiari i vantaggi di unascelta di questo tipo in termini di "mi-nore tossicita”. Nonostante le racco-mandazioni internazionali, tuttavia,

oggi la chemioterapia è ancora diffusa nella pratica clinica in que-ste pazienti (in oltre il 40% dei casi).

TTuummoorree sseennoo mmeettaassttaattiiccoo CChheemmiiootteerraappiiaa ssii ppuuòò eevviittaarree

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43Settembre 2019

Ospedalie territorio

SALERNO - Parto record all'ospedale Ruggid’Aragona di Salerno.Una donna di 225 chili dà allaluce una splendida bambina. È il risultato di un in-tervento compiuto dai medici del Ruggi d'Aragonadi Salerno. La 35enne Filomena Ianniello, residentea San Valentino Torio, era giunta al presidio ospe-daliero di via SanLeonardo con uno scompenso car-diaco e una cistosi, in condizioni critiche. Il partoperò alla fine ha avuto esito positivo grazie ancheall'operazione effettuata dalla equipe che ha preso in carico la puer-

pera.Adesso la paziente sta seguendo un regime ali-mentare che l'ha portata a raggiungere il peso di 162chilogrammi. Un importante risultato raggiunto no-nostante il grave affanno che si registra negli organicidel reparto materno infantile per carenza di gineco-logi, pediatri e infermieri. All’appello mancano, in-fatti, ginecologi, 7 pediatri, 3medici in neonatologia,oltre agli infermieri in sala operatoria ematernità, chesegnano un buco in organico di un intero turno, e agli

operatori socio sanitari in pediatria (di notte non sono presenti).

AAll MMoossccaattii mmaannccaannoo ii ppoossttii lleettttoo mmaa cc’’èè uunn rreeppaarrttoo iinnuuttiilliizzzzaattooAVELLINO – la denun-

cia pubblica, con tanto diimmagini realizzate daEnzo Costanza sta facendoscalpore sulla piattaformaon line di Youtube. Al Mo-scati mancano posti letto.Un fatto atavico. Ma con-temporaneamente al terzopiano della città ospeda-liera, come viene definitol’Ospedale Moscati diAvellino, c’è un intero re-parto vuoto. E’ quello diriabilitazione Cardiologicaormai abbandonato daanni. Una cinquantina di posti letto comple-tamente inutilizzati. Dall’istituzione dei co-siddetti «Ospedali riuniti» (aprile 2018) solocon la recentissima delibera del manager del“Moscati”, Renato Pizzuti, si è fatto chia-rezza sulla specifica identità dei due ospe-dali (quello di Avellino si chiamerà “CittàOspedaliera, quello di Solofra resta “Lan-dolfi”). L’accorpamento tra il “Moscati” e il“Landolfi” ha preso ufficialmente il via. Mail percorso, nelle sue parti più significative,è tutto da scrivere. E rispetto ai tempi an-nunciati ormai due anni fa dalla Regione, iritardi cominciano a farsi notevoli e pesanti.Posti letto, reparti, e lavori – ovvero il grossodell’operazione – restano però punti nodali

ancora da centrare. Secondo il decreto 29,dovevano aumentare i propri posti letto, da104 a 151, e incrementare il numero dei re-parti. Da Avellino, l’ospedale dovrà ricevereOculistica, Geriatria, e Riabilitazione Fun-zionale. E’ poi prevista l’attivazione del re-parto di Lungodegenza, e Terapia intensiva,con 4 posti letto.Il manager Pizzuti si è impegnato aperta-

mente: «Non appena saranno erogati i fi-nanziamenti dell’articolo 20, si procederàimmediatamente alla ristrutturazione in-terna. Poiché i progetti esecutivi sono giàpronti, saremo la prima Azienda a utilizzarei fondi stanziati dalla Regione Campania perl’edilizia sanitaria».

NAPOLI - "In Campania ogni anno cisono 4000 nuovi casi di tumori al seno. Laprevenzione può aiutare a salvare la vitadi molte donne. L'accordo tra la nostra se-zione sanità dell'Unione Industriali di Na-poli e il Pascale è una bellissima propostache raccogliamo volentieri, perché rientranell'ambito della responsabilità socialedelle aziende poter fornire un servizio allenostre lavoratrici per un'azione di preven-zione del tumore al seno. E' una manieraintelligente di fare sanità, prevenzione eprogrammazione allo stesso tempo". Cosi'Vito Grassi, Presidente di ConfindustriaCampania, a margine della firma del pro-tocollo con l'Irccs Fondazione Pascale pervalorizzare e promuovere la cultura dellaprevenzione del tumore al seno, presso lasede di Unione Industriali di Napoli.

IInndduussttrriiaallii NNaappoollii ee PPaassccaallee:: iinnssiieemmee

ccoonnttrroo ttuummoorree aall sseennoo

RRuuggggii dd’’AArraaggoonnaa,, ppaarrttoo ddaa rreeccoorrdd,, IInntteerrvveennttoo ssuu mmaammmmaa ddii 222255 kkgg..

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NAPOLI - LaRegioneCampania compieun altro importantissimo passo avanti nellariorganizzazione dell’assistenza ai propri cit-tadini disegnando e approvando, con il De-creto firmato dal Commissario ad ActaVincenzoDeLuca, la "Rete Stroke", che in-dividua le strutture specificamente dedicateal trattamento dei pazienti colpiti da ictus.La rete definisce il percorso ottimale per

garantire la presa in carico di tali pazienti apartire dal coinvolgimento del sistema ter-ritoriale di emergenza–urgenza - che inve-ste in primo luogo la Centrale OperativaTerritoriale (COT) del 118 con l’identifica-zione del codice d’intervento sulla base dellagravità/urgenza del caso e l’invio delmezzopiù idoneo e termina nell’unità operativaospedaliera idonea (Stroke Unit) al tratta-mento .La Rete Stroke è disegnata per ba-cini di utenza al fine di garantire la migliore

assistenza anche ai pazienti provenienti dazone più disagiate.Lo scopo è quello di facilitare l’accesso di

ogni paziente al più vicino Ospedale attrez-zato specificamente per la cura dell’ictus nelminor tempo possibile dall’esordio della pa-tologia.Il raggiungimento di questo obiettivoè particolarmente importante consideratoche per l’ictus, come per tutte le patologiedefinite “tempo dipendenti”, la tempestivitàcostituisce un requisito fondamentale ai finidell’efficacia delle cure.A questo stesso scopo l’iter di cura della

rete Stroke prevede anche la predisposizionedi un percorso “fast track”, che abbrevi almassimo il passaggio del paziente in ProntoSoccorso, specie se vi è già stata una valu-tazione da parte dei sanitari dell’EmergenzaTerritoriale.Agli ospedali dotati di Stroke Unit sono

funzionalmente collegati altri Ospedali conposti di degenza neurologici strutturati, de-finiti Spoke, destinati a decongestionare leStrokeUnit, quando necessario, e ad assicu-rare la continuità dell’assistenza anche nellafase successiva a quella acuta in unità ope-rative dotate dei posti letto e delle compe-tenze idonee per la prima fase diriabilitazione successiva all’evento acuto.

44 Settembre 2019

Ospedalie territorio

UUnnaa ""RReettee SSttrrookkee"" ppeerr ii ppaazziieennttii ccoollppiittii ddaa iiccttuuss

CASERTA – Singolare iniziativa daparte dell'Ordine delle professioni infer-mieristiche di Caserta, che organizzerà sulterritorio corsi di arti marziali per i propriiscritti. Le continue e feroci aggressioni ai

danni di infermieri e medici che si sonoregistrate sul territorio negli ultimi tempi,hanno fatto decidere per dei corsi di auto-difesa. L'Ordine degli infermieri dunque of-

frirà gratuitamente ai suoi 7mila iscritti uncorso di addestramento per contrastare attidi aggressione in corsia, nei pronto soc-corso, sulle autolettighe. I corsi di adde-stramento dovrebbero partire dalprossimo mese di gennaio , presso la sededell’Ordine e saranno inseriti nel PianoFormativo.

TTrrooppppee aaggggrreessssiioonnii iinnoossppeeddaallee,, iinnffeerrmmiieerrii

aa lleezziioonnii ddii kkaarraattee

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45Settembre 2019

Ospedalie territorio

PECHINO - Siglato a Pechino un nuovoaccordo con l'istituto nazionale tumori Fon-dazione Pascale di Napoli. Nei prossimi 3anni altri 500 specialisti cinesi - che si ag-giungono ai 300 che già hanno frequentato lecorsie dell'Irccs - affiancheranno i medici ericercatori napoletani. Ricercatori, chirurghi,radioterapisti, clinici a singoli gruppi appro-deranno a Napoli, dal prossimo dicembre efino a tutto il 2022, grazie al nuovo accordosiglato lo scorso 27 agosto dal direttore dellaRadioterapia Paolo Muto, su delega del di-rettore generale dell'Irccs partenopeo, Atti-lio Bianchi e dalla direttrice del Temc(International emergency managemet so-ciety medical committee) Chen Ran.La nuova joint venture prevede il poten-

ziamento della cooperazione internazionalein ambito medico, tramite programmi di

educazione selettiva e condivisione di espe-rienze in ambito clinico, fino alla formazionee alla promozione della ricerca in manage-ment sanitario.Se il livello sanitario italiano resta ai primi

posti nella scalamondiale di valutazione perefficienza di diagnosi e cure, il ruolo di com-partecipazione dei camici bianchi della Cinaserve ad implementare il bagaglio di cono-scenza degli specialisti del più grande polooncologico del Mezzogiorno. Entrambe leéquipe continueranno, infatti, a confrontarsisu metodologie di lavoro e sulla condivi-sione di protocolli.L'interesse della partenership è quello di

ospitare anche in Cina medici italiani chepossono insegnare tecniche nuove e poter af-frontare casi più selezionati con le modernetecniche chirurgiche.

CCaannccrroo ddeell ffeeggaattoo,,nnuuoovvee tteeccnnoollooggiiee aall IIII°° PPoolliicclliinniiccoo

Napoli - Pianificazione tridimensionaledell’intervento chirurgico, valutazionedella funzionalità del fegato affetto da cir-rosi e chirurgia laparoscopica guidata dallafluorescenza: questo è il trittico delle tec-nologie innovative per il trattamento deitumori del fegato adottate presso l’A-zienda Ospedaliera Universitaria FedericoII di Napoli. Le tecnologie all’avanguar-dia sono state acquisite per il Dipartimentodi Gastroenterologia, Endocrinologia eChirurgia Endoscopica, diretto dal profGiovanni Domenico De Palma, seguendol’approccio dell’Health Technology As-sessment, che valuta l’impatto delle tec-nologie innovative negli ambiti ospedalierisecondo analisi multidisciplinari e multi-dimensionali, applicato dall’ingegneriaclinica aziendale, guidata dall’ing. Anto-nietta Perrone. Attualmente l’AOU Fede-rico II di Napoli è l’unico centro italianoche applica contestualmente queste nuovetecnologie per la pianificazione e l’esecu-zione di interventi di chirurgia epatica. Uninvestimento di circa 250.000 euro perrendere più sicuri gli interventi oncologicie facilitare il lavoro del chirurgo soprat-tutto durante gli approcci mininvasivi agaranzia del miglioramento continuo dellaqualità dell’assistenza.

NNuuoovvoo ppaattttoo ccoonn llaa CCiinnaa:: 550000 mmeeddiiccii aallll''IIssttiittuuttoo PPaassccaallee ddii NNaappoollii

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46 Settembre 2019

Ospedalie territorio

IIll FFrraannggiippaannee ddii AArriiaannooIIrrppiinnoo nneellllaa RReettee oonnccoollooggiiccaa ccaammppaannaaARIANO IRPINO - L'ospedale di

Ariano Irpino è stato abilitato ad entrarenella Rete Oncologica Campana perquanto riguarda la chirurgia oncologica deitumori del colon e del retto. Il nuovo rico-noscimento ottenuto dal Frangipane arrivadopo aver presentato al Ministro un’inter-pellanza urgente sulla mancanza nel PianoOspedaliero della Rete oncologica cam-pana. Inoltre, ha ottenuto la nuova classifi-cazione da semplice pronto soccorso a Deadi I livello. Il provvedimento è contenutonel Decreto commissario ad acta 58/2019,pubblicato sul bollettino ufficiale della Re-gione Campania.

SSaallvvoo ll''oossppeeddaallee SSaanntt''AAllffoonnssooOOkk ddeell TTeessoorroo aall ppiiaannoo DDee LLuuccaa

E’ Passato al vaglio del Mef (Ministero delle Finanze), il decreto di rimodulazione delpiano ospedaliero della Regione Campania, relativo all'ospedale Sant'Alfonso Maria deiLiguori di Sant'Agata de' Goti.È quanto è emerso in seguito alla riunione a Roma, a cui hanno partecipato i rappre-

sentanti del ministerodella Salute, delle Finanzee della Regione, nel corsodella quale non sono statesollevate obiezioni ri-spetto alla modifica dellarevisione del piano ospe-daliero, richiesta dal go-vernatore Vincenzo DeLuca nel mese di aprile.Ad aprile, l'ospedale erastato riprogrammato comePronto Soccorso di base,dotato delle discipline diMedicina generale, Chi-rurgia generale con 14 posti letto, Ortopedia con 20, e Cardiologia con 4 posti letto, men-tre erano state confermate le programmazioni delle discipline di Lungodegenza, diRiabilitazione e la previsione della dotazione al presidio delle discipline accessorie diOncologia per le chemioterapie e i follow up per i pazienti trattati chirurgicamente pressoi nodi della rete oncologica.

NAPOLI - Rimarranno aNapoli fino a Natale, lau-reandi o appena laureati del-l'Università di Perm, inRussia. Sono arrivati a sca-glioni. Prima sei, cinquedonne e un uomo. Poi da set-tembre altri 20. Al Pascalestudieranno tecniche nuoveper il loro paese, in partico-lare la chirurgia robotica. Nona caso la maggior parte diquesti giovani affiancherà imedici del DipartimentoMaxillo Facciale testa collo di Franco Ionna. Prende il via, così, fat-tivamente un accordo tra l'Istituto dei tumori di Napoli e l'Univer-sità di Medicina Statale di Perm, siglato quasi un anno fa. Lacooperazione prevede che anche oncologi del Pascale vadano in

Russia a formare giovani professio-nisti. Lo scopo di questa mobilità for-mativa, cosi come accaduto con laCina e l'Etiopia, è quello di svilup-pare progetti per studenti e medicisotto la guida degli specialisti e di in-coraggiare scambi di informazioni,studi di ricerca condivisi e pubblica-zioni scientifiche. "Per ora la coope-razione - dice il direttore generale delPascale, Attilio Bianchi - riguarderàprevalentemente l'oncologia testacollo ma anche la ricerca traslazio-nale e il colon retto. Una coopera-

zione che conferma il grande lavoro che finora ha portato a Napoli200 medici cinesi, una ventina dal Nord Africa, oltre ad avere av-viato accordi di cooperazione con i paesi dell'America Latina, ilBrasile e Seul".

DDaa aatteenneeoo PPeerrmm,, ssttuuddeennttii rruussssii aall PPaassccaallee

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