La Risonanza Del Salmone

download La Risonanza Del Salmone

of 12

Transcript of La Risonanza Del Salmone

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    1/12

    Acqua e Civiltnelle terramare

    diMauro Cremaschi

    pag.

    2

    Neuromanie,o della risonanzadel salmone

    di Gabriella Pravettoni

    e Gianluca Vago

    pag.

    5

    pag.

    6

    Sul filo del rasoio

    diDario Casati

    UniversitSistema

    NotiziariotrimestraleAnno VII,n. 30Dicembre 2009

    Autorizzazione n.320del Tribunale di Milano - 11/5/1996Poste Italiane SpaSpedizione in A.P.- 70%LO/MIIn

    casodimancatorecapito,

    rinviareallUfficioPostalediMilanoCMP-R

    oserio,

    detentore

    de

    lconto,

    per

    larestituz

    ionea

    lm

    ittentec

    hes

    iimpegnaapagare

    lare

    lativatassa

    .

    pag.

    7

    pag..

    3

    Biobanche:

    il futuro gi iniziatodi Laura Boella

    Metabolismotranscellulare

    diAngelo Sala

    pag.

    10

    pag.

    9

    Dalla modellisticamolecolareuna nuova strategiaantitumore

    di Stefano Pieraccini

    eMaurizio Sironi

    Foglie comepannelli solari

    diPaolo Pesaresi

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    2/12

    Sul filo del rasoio

    diDario Casati, Prorettore,Universit degli Studi di Milano.

    2

    EDITORIALE

    A dicembre lAteneo ha predisposto il bilancio di previsione peril 2010. Un atto che in passato poteva essere considerato quasi routinario,negli ultimi anni, in particolare in questo e ancor pi nel prossimo, divenuto un momento di grave impegno per gli organi di governo,

    costretti a decidere a fronte di ingenti decurtazioni, senza conoscere concertezza limporto che verr assegnato e con lobbligo di non presentareun bilancio in passivo, il che sarebbe inconcepibile.Per il 2010 la situazione richiede una compiuta presa di coscienza da partedellintera comunit universitaria.Sul versante delle entrate, la principalefonte di finanziamento, il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo),parinel 2009 a circa 290 milioni di euro, stando al quadro legislativoe finanziario vigente al momento dellapprovazione del bilancio, scendera 267 milioni,mentre gli altri trasferimenti dallo Stato caleranno in mediadel 30%.La strada di un aumento dei contributi degli studenti preclusadal fatto che il loro importo non pu,per legge, superare il 20% del Ffo.A fronte di entrate in flessione si configura una dinamica della spesa cheinvece in costante crescita. Limporto delle retribuzioni,che non pusuperare il 90% del Ffo, sale fisiologicamente,per la dinamica delle carrieree degli incrementi salariali, non riconosciuta,se non in parte e a distanza

    di anni.Allo stesso tempo, i costi per la gestione ordinaria lievitano,siaa causa dellincremento del patrimonio edilizio - conseguente a decisioniche giungono in porto ora - sia per la dinamica dei costi energetici,delle manutenzioni e delle consuete voci di spesa indispensabili peril funzionamento dellAteneo.Il bilancio,predisposto in un momento in cui non era possibile fareaffidamento con certezza su stanziamenti superiori (per intenderci suquei 400 milioni di euro che derivano dallo scudo fiscale), chiudein pareggio,nonostante un potenziale disavanzo di circa 17 milioni di euroche stato possibile colmare facendo ricorso allutilizzo dellavanzodi amministrazione,ossia a risorse non spese e trasferite al 2010

    per coprire gli impegni gi assunti e quelli nuovi.Con senso di responsabilit,e consapevoledella gravit delle decisioni assunte, il Consigliodi amministrazione ha approvato un bilancio che

    a malapena copre la spesa obbligatoria,rinviandoa successive variazioni le integrazioni alle vociintrodotte senza stanziamenti per memoriae ritenute discrezionali in questa fase.Esse riguardano affidamenti e contrattidinsegnamento, linvestimento nella rete

    informatica per via Mercalli, i contributi alle strutture decentrate salvo ladotazione ordinaria e una parte dei contributi di laboratorio per coprireeventuali emergenze,gli stanziamenti per la ricercae linternazionalizzazione,con leccezione di biblioteche e assegnipost laurea. evidente che un bilancio di questo genere in realt non in gradodi garantire il funzionamento minimo.La situazione miglioratasuccessivamente allapprovazione del nostro bilancio, con lassegnazionedi un importo fino a 400 milioni a tutto il sistema universitario.

    Se lintero ammontare sar confermato e distribuito con criteri omogeneia quelli del passato,compresi quelli che premiano il nostro Ateneo,disporremmo di altri 18 milioni,che consentirebbero di coprireil disavanzo,ma non gli incrementi fisiologicamente prevedibili.Nel Consiglio di gennaio si operata una prima manovrina di bilancio,per prudenza contenuta in circa 8,9 milioni,finanziando in particolarela rete per ledificio di via Mercalli,gli affidamenti e i contratti, il 75%del potenziamento della didattica e dei contributi alle strutture,la contrattazione decentrata, il 50% del finanziamento delle scuoledi specializzazione e delle spese per i concorsi, i dottorati,linternazionalizzazione,lo stanziamento per il cofinanziamentodei progetti di ricerca.A primavera,quando conosceremo meglio lammontare del finanziamento,il Consiglio proceder con le altre voci,a partire dagli altri fondi per laricerca, la cui sospensione temporanea , per molti aspetti, la pi dolorosa.

    La gravit della situazione evidente e ricorda a tutti limportanzadi una gestione sempre pi consapevole delle ridotte risorse disponibili.Occorre operare con coerenza e senso di responsabilit per valorizzarle,avendo sempre presente lobiettivo strategico della crescita dellAteneo,un obiettivo che non pu essere rinviato in attesa di tempi migliori.

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    3/12

    Biobanche:il futuro gi iniziatodi Laura Boella, Dipartimento di Filosofia,Comitato Etico,Universit degli Studi di Milano.

    Tra le 10 idee che cambiano il mondo (lintelligenza ecologica,lamortalit o eterna giovinezza, lapertura dellAfrica al business,la ristrutturazione delle periferie, lacquisto di ingenti estensioni diterra da coltivare ecc.), il numero speciale di Time dedicato al 2009cita le biobanche.Il boom delle biobanche un fenomeno recente che si sta imponendoallattenzione. Le raccolte di materiali biologici o biobanche (genetichee tissutali),insieme ai database su larga scala risultanti dalle informazionicliniche associate allindividuo, stanno diventando sempre pi comunie importanti per la ricerca e per la cura di malattie di forte impattosociale e economico.Si profilano nuovi problemi etici, giuridici e digovernance legatialla necessit di una gestione efficace e legittima di queste risorse, taleda assicurare luso appropriato dei dati, garantendo, insieme,la promozione della ricerca per il beneficio della collettivit e la tuteladei diritti degli individui.Lapertura di questo nuovo ambito di riflessione e di interventonormativo rappresenta in effetti un rilevante segnaledellaggiornamento in corso di alcuni capisaldi della bioetica,del biodiritto e in generale dei rapporti tra scienza e societ.Ci si interroga sulladeguatezza delle procedure di consenso informato,delle regole per la protezione della privacy del singolo e peril trattamento dei dati al cospetto delle caratteristiche e finalitdella ricerca nellepoca postgenomica.In gioco una nuova misura dellautonomia individuale: uneticaindividualistica sembra lasciare il posto a unetica sensibilealla donazione,alla solidariet umana nel presente e in prospettivaintergenerazionale, quindi favorevole allo sviluppo della ricerca, anchequando le sue ricadute cliniche sono a lungo termine o in gran parteimprevedibili.Un crescente interesse di tipo scientifico, filosofico,giuridico e politicoper le biobanche si trova oggi in ambito europeo di frontea una situazione variegata e poco omogenea che sta mettendoalla prova la fiducia dei donatori (in alcuni casi ignari) nelle istituzionipubbliche e private che gestiscono i materiali biologici, conla conseguenza di porre seri ostacoli alla ricerca.Si notano tensioni trala diversificazione delle posizioni etiche e cresce lesigenza diun indispensabile piedestallo comune di principi e procedure chegestiscano questa materia.Altrettanto conflittuali sono spesso le reazioni sociali, divise tralaspettativa di nuove terapie e lapprensione riguardante la possibileviolazione della privacy e leventuale discriminazione genetica.

    Un convegno svoltosi lo scorso dicembre presso la nostra

    Universit, organizzato dal Comitato Etico di Ateneo in cooperazionecon la Fondazione Centro Nazionale di Prevenzione e Difesa Sociale-CNPDS,ha colto tempestivamente loccasione di un dibattito traesperti e studiosi sulle numerose questioni aperte riguardantile biobanche e ha proposto a un folto pubblico unopportunitdi conoscenza e di confronto.In particolare, il convegno ha intesosollecitare una riflessione etica e giuridica che non si limiti a seguiregli sviluppi in gran parte irreversibili del biobanking, ma si adoperi peranticiparli.I lavori sono stati suddivisi in quattro sessioni, dedicate rispettivamenteagli aspetti scientifici,alla ricognizione delle biobanche per la ricercaesistenti nellarea milanese, agli aspetti etici e a quelli legali.Nellambito della prima, dedicata a fornire unesauriente informazionesullo stretto legame sussistente tra ricerca di base e clinica (Di Fiore:medicina molecolare, Filocamo:genetica, McVie:oncologia)e biobanche, risuonata molto chiaramente una domanda.Quando una risorsa,che nel caso delle raccolte di tessuti ha la doppia

    natura di materiale biologico e di informazione,diventa una risorsadella comunit? Lindagine scientifica si collegata cos in manierainteressante con un resoconto dellattivit delle biobanche perla ricerca esistenti nellarea milanese. I contributi di Rebulla,Pece ePierotti hanno mostrato come, nellambito di realt dotate di una forteimpronta progettuale, stiano maturando esperienze di notevole rilievo.In particolare,per quanto riguarda i molteplici attori che animano lascena delle biobanche, e i cui interessi ed esigenze sono diversi e nonsempre ricevono uguale attenzione,emerge con chiarezza la necessitdi tener conto della qualit di cittadini, che accomuna pazienti/donatori,scienziati, clinici e amministratori.Il contesto concreto di progetti in fase sperimentale ha offerto quindiun suggerimento molto importante:solo sul terreno di una mediazione(magari rappresentata da unautorit che rivesta il ruolo di parteterza:Pece) tra autonomia del singolo donatore, integrit delloscienziato e valutazione di competenza, si pu ipotizzare levoluzionedella cornice culturale e della mentalit comune,resa urgente dalveloce sviluppo delle biobanche.Fiducia,bilanciamento di interessi, visione pi generosa dellautonomia,condivisione e scambio sono state le parole chiave delle due sessioniche hanno affrontato il tema centrale del convegno:ripensarelautonomia, sotto il profilo etico e giuridico.I punti pi controversi,e tuttora in evoluzione, nellambitodel biobanking sono infatti: il consenso informato; la tutela della riservatezza; laccesso e controllo dellinteressato sulle proprie informazioni,la condivisione di dati e risultati;

    la propriet del materiale biologico e le implicazioni commercialidei risultati di questo tipo di ricerca.

    Negli interventi di Chadwick, Cambon-Thomsen,Elger e Hansson apparsa evidente la ricerca di un bilanciamento tra lesigenza di tuteladel singolo e la dimensione dellinteresse collettivo e della ricerca.

    Non si pu sottovalutare in ogni caso la difficolt del passaggioda una prospettiva, etica e giuridica,preoccupata primariamentedella salvaguardia dei diritti individuali, a una che accolga listanzadi una solidariet pi ampia tra gruppi e generazioni.Si tratta infatti di un banco di prova decisivo per leticacontemporanea: ampliare lautonomia del singolo pu forse implicareuna diluizione delle esigenze etiche in funzione meramentepragmatica (Chadwick)? Ripensare i principi etico-giuridici vuol direrafforzarli o indebolirli? Letica a sua volta promuove od ostacola lacondivisione delle risorse e dei dati biologici (Cambon Thomsen)?A queste domande si pu rispondere solo se la tutela della dignitumana,dei diritti e delle libert fondamentali dellindividuo,il rispettodella privacy, il principio di autonomia e la garanzia di nondiscriminazione e non stigmatizzazione non pretendono di avereuna priorit assoluta sulla solidariet e sul bene comune.Da uno studio condotto con interviste e test, i cui risultati sono statipresentati al convegno da Elger,il profilo di senso comunedel potenziale paziente e/o donatore di campioni apparso peraltromolto pi contraddittorio e sfaccettato di quanto si possa pensarein relazione allidea di autonomia e di privacy.Nel campo del biobanking emergono nozioni profondamentetrasformate di consenso informato, ognuna delle quali, che sia ampiao stratificata o parzialmente ristretta, appare impegnata a fronteggiareil problema della protezione dei diritti individuali nel mondo delle retie della processazione informatica dei dati personali e relativi alla salutenel corso di lunghi periodi di tempo.In diversi interventi, stato peraltro ricordato un dato molto recente

    Universit

    Sistema

    Approfondimenti

    3

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    4/12

    4

    e inequivocabile: oggi le procedure di anonimizzazione si rivelanoinadeguate rispetto alla possibilit, consentita dal progresso delletecniche bioinformatiche,di determinare se un individuo ha partecipatoa uno studio basandosi soltanto sulla combinazione di sets di dati.La ricerca genetica in particolare un processo aperto etemporalmente indeterminato, che stenta a conciliarsi con aspettitradizionali del consenso informato, come il vincolo con uno studiospecifico e il diritto di ritiro.Se, come si visto prima, il linguaggio dellautonomia individuale oggi

    deve necessariamente fare i conti con soggetti (pazienti,donatori,scienziati, clinici) che si vivono anche come cittadini,occorrono modellicomplessi piuttosto che nette contrapposizioni di valori.Per esempio,nellipotesi di un consenso ampio o aperto (trusted vsinformed), la fiducia non deve essere intesa come una cambiale inbianco, in seguito alla quale il singolo perde qualsiasi potere diintervento. Unipotesi quella di interpellarlo indirettamente tramiteun sistema che chiama in causa le istituzioni democratiche erappresentative (registri nazionali delle cause di morte, istituiti dalgoverno o dal Parlamento, pubblicit in rete dei risultati di una ricercain progress),nonch comitati etici che bilancino linteresse del paziente(Chadwick).Appare chiaro che campioni biologici e informazioni non sono duemondi separati.Anche se la propriet del campione biologico non si

    esaurisce nellindividuo da cui prelevato (che pu donarlo),lusodellinformazione estratta da esso deve essere regolata in accordo coni principi europei di protezione dei dati personali (Lattanzi).

    Laccesso e linformazione sui risultati di questo tipo di ricerca devefare i conti con la natura e gli effetti giuridici, riconosciuti dal WTO edallHUGO, del dato genetico come informazione condivisa,risorsacomune la cui disponibilit deve potersi estendere anche oltre lambitofamiliare. Come risulta dalluso ormai comune del termine donatoreper definire lindividuo che acconsente alluso del proprio materialebiologico, depositato in una biobanca, la donazione finalizzataa favorire la ricerca lesempio pi chiaro della duplice rilevanza,privata e pubblica, del materiale biologico.Al valore culturale di tale

    duplice rilevanza si aggiunge un potenziale valore economico-politico,legato a eventuali profitti cos come a specifici problemi di sicurezza.Ci rende pertanto necessaria una presa di posizione di tipo etico-legale per quanto riguarda la scelta di sinergie tra industria e strutturepubbliche di ricerca. Larmonizzazione delle legislazioni nazionalia livello europeo (Zigalvis ha fornito una sintesi dellelaborazionenormativa europea in proposito) non potr essere che lesitodi uneffettiva condivisione e scambio dei dati genetici, epidemiologicie biologici.Il convegno milanese ha dunque offerto un quadro completoe aggiornato delle prospettive che si aprono a coloro che in diversimodi hanno gi,o avranno, a che fare con il mondo delle biobanche.

    Ripensare lautonomia nellepoca delle biobanche

    per la ricerca, Milano, Universit degli Studi,17-18 dicembre 2009.

    Universit

    Sistema

    Approfondimenti

    Immag

    ine

    ICP

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    5/12

    Metabolismo transcellulare:una deroga biologica allaritmeticadiAngelo Sala, Dipartimento di Scienze farmacologiche, Universit degli Studi di Milano.

    Metabolismo transcellulare definisce un fenomeno che si pu

    osservare in sistemi biologici pluricellulari,dove il prodottodel metabolismo di una cellula (quello che potremmo definireil prodotto della reazione A) rappresenta il materiale di partenza perunaltra cellula che in grado di trasformarlo (attraverso una reazioneB) in un prodotto finale.Mentre spesso entrambe le reazioni (A e B) possono avere luogoallinterno di ununica cellula, che qundi in grado di sintetizzareautonomamente il prodotto finale, in alcuni casi nessuna delle duecellule che partecipano al metabolismo transcellulare in grado,da sola,di portare a termine la sintesi del prodotto finale.Tale fenomeno di particolare interesse quando il prodotto finale dotato di potenti attivit biologiche, come nel caso dei leucotrieni.Questi composti, identificati alla fine degli anni 70, svolgono un ruoloimportante in patologie su base infiammatoria a livello polmonare(come lasma bronchiale),ma numerose evidenze ne suggerisconoun ruolo patogenetico anche in patologie cardiovascolari,quali linfartomiocardico e lictus cerebrale.Richiedendo il trasferimento di composti altamente instabili (come nelcaso dei leucotrieni) da una cellula allaltra, il metabolismo transcellularepresenta diversi ulteriori possibili bersagli farmacologici, rispetto a quellitradizionali, in grado di modulare la produzione finale dei prodottiad attivit biologica.Tra questi, ricordiamo le proteine, in grado di legaree stabilizzare lintermedio di sintesi, nonch i trasportatoridi membrana,che permettono allintermedio di passare da una cellulaallaltra. Interferire con queste molecole accessorie al metabolismotranscellulare significherebbe modulare unicamente la biosintesitranscellulare di leucotrieni senza alterare la produzione derivanteda cellule capaci di sintetizzare leucotrieni senza lausilio di altre cellule.Tale distinzione di particolare rilevanza in quanto la biosintesitranscellulare particolarmente coinvolta nei processi di rispostainfiammatoria, dove la interazione tra cellule diverse (come neutrofilie cellule endoteliali) rappresenta un passaggio chiave nellambitodella fase cellulare della flogosi.

    Anche se considerato argomento di grande interesse, finoal progetto sviluppato in collaborazione con Robert C. Murphy, actingdirector del Department of Pharmacology della University of Colorado,non vi erano evidenze inequivoche che la biosintesi transcellularedei leucotrieni avesse luogo in vivo.Per provare che effettivamente il metabolismo transcellulare potessesignificativamente contribuire in vivo alla biosintesi dei leucotrieni,abbiamo creato dei topi chimerici nei quali nessuna cellulada sola possedeva entrambi gli enziminecessari alla sintesi di leucotrieni.Questi animali,come la mitologicachimera,possedevano sia celluleil cui corredo genetico era quellodi topi privi di uno degli enzimi,checellule il cui corredo genetico eraquello di topi privi unicamentedel secondo degli enzimi necessarioalla sintesi di leucotrieni.In questi topi, lunica possibilitdi produzione di leucotrieni doveva

    passare attraverso meccanismi di biosintesi transcellulare.Negli animali stata quindi indotta una risposta infiammatoria,rappresentata da una peritonite sperimentale attraverso la iniezionedi frammenti di parete batterica. La produzione di mediatoridellinfiammazione che ne conseguita stata valutata medianteavanzate e specifiche tecniche di spettrometria di massa messe a puntonel laboratorio di Murphy.Con grande soddisfazione abbiamo quindi potuto osservarela produzione di leucotrieni anche in animali nei quali nessuna cellulapossedeva lintero bagaglio enzimatico necessario alla loro sintesi,provando inequivocabilmente che la biosintesi transcellularerappresenta una via metabolica che, per quanto complessa, ha luogoanche in vivo.Inoltre, la valutazione dei parametri della risposta infiammatoria hapermesso di concludere che la quantit di leucotrieni prodotta perbiosintesi transcellulare era sufficiente a contribuire significativamentealla risposta flogistica osservata.Nel suo continuo sforzo di adattamento, la natura ha quindi messoa punto dei meccanismi per i quali una stessa cellula, utilizzandola stessa macchina enzimatica, pu dare luogo alla formazionedi metaboliti diversi in dipendenza dellambiente cellulare nel quale essasi viene a trovare, sottraendo, creativamente, la formazionedei leucotrieni alle rigide regole dellaritmetica.Questo risultato apre la strada a interessanti sviluppi in ambitofarmacologico, introducendo nuovi potenziali bersagli alla terapiaantiinfiammatoria con lobiettivo di modulare esclusivamente labiosintesi transcellulare dei leucotrieni.In considerazione del fatto che tale meccanismo opera quando celluledifferenti si trovano ad interagire nellambito di una reazionetipicamente infiammatoria, lasciando inalterata la produzionedi mediatori in condizioni diverse dalla flogosi,esso potrebberappresentare un approccio in grado di colpire selettivamentela risposta infiammatoria alla base di numerose patologie croniche.Il lavoro che ha portato a questi risultati stato pubblicato nel maggio2009 su PNAS (Proceedings of the National Academy of Science) 1

    e rappresenta il coronamento ideale di una linea di ricerca proseguitaper ventanni (come sono trascorsi in fretta!) e svolta in collaborazione,a Milano e a Denver, con Giancarlo Folco,Ferruccio Berti,RobertMurphy e Peter Henson,nonch con Jacques Maclouf, prematuramentescomparso nel 1998. doveroso ringraziare gli enti che hanno reso possibileil raggiungimento di questi risultati:a partire dallUniversit di Milano,dalla Comunit Europea, attraverso il grant LSHM-CT-2004-5033, finoal National Heart Lung and Blood Institute che, sostenendo

    un programma di scambio bilaterale,ha mantenuto viva negli annila collaborazione con Denver e Murphy e fino alla

    U.S.-Italy Fulbright Commission,per averecreduto in questo progetto assegnandogli unaWilliam Fulbright Research Scholarship.

    1 Transcellular biosynthesis of cysteinyl leukotrienes in vivo

    during mouse peritoneal inflammatio.

    Simona Zarini, Miguel A.Gijn, Aaron E.Ransome,Robert C. Murphy,and Angelo Sala.PNAS 2009,

    106:8296-8301, published online before print May 4,2009,doi:10.1073/pnas. 0903851106.

    Universit

    Sistema

    Ricerca

    5

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    6/12

    6

    Neuromanie,o della risonanza del salmonedi Gabriella Pravettoni, Dipartimento di Studi sociali e politici,e Gianluca Vago, Dipartimento di Scienze cliniche Luigi Sacco,

    Universit degli Studi di Milano.

    A llinizio dello scorso anno, due neuropsicologi italiani, PaoloLegrenzi e Carlo Umilt hanno dato alle stampe un breve pamphletdal titolo Neuromania. Il cervello non spiega chi siamo, che haesplicitato alcune osservazioni critiche sul tema della relazione tramente e cervello.Nellambito delle iniziative del Corso di laurea interfacolt di Scienzecognitive,abbiamo voluto dare spazio a una discussione pi articolatasu questi temi, in un incontro che si tenuto il 14 ottobre scorsonella nostra Aula Magna e che ha riscosso un notevole interesse.La provocazione dei due autori riguarda la necessit di una valutazionecritica dellimponente serie di studi e dati che si sono accumulati,soprattutto nellultimo decennio, sulla possibilit di localizzazionetopografica delle funzioni mentali, legata allo sviluppo di alcune tecnichedi indagini morfologiche in vivo delle strutture cerebrali.Prima fra tutte,ma non unica, la risonanza magnetica funzionale, tecnicadi imagingche consente appunto lidentificazione delle aree cerebrali

    che vengono attivate (in realt, la risonanza misura il consumodi ossigeno delle diverse zone del cervello,che si ritiene sia misuraindiretta della loro attivazione) in diverse situazioni sperimentali cheriproducono alcune attivit elementari. Si pu, ad esempio, verificarequale il pattern di attivazione cerebrale quando si chiede al soggettodi compiere una scelta tra due alternative di acquisto, o di collocazionepolitica,o di scelta morale, o ancora cosa accade di fronte a dueimmagini differenti,e cos via. Limplicito, certo non nuovo nella storiadello studio delle funzioni mentali, che si possano correlare variabilipsicologiche classiche, ad esempio latteggiamento politico,conparametri neurofisiologici; e da qui, in successione, verificare seun determinato orientamento politico,o una determinata attitudinealle scelte economiche, corrisponda a una particolare strutturadella risposta funzionale neuronale. E infine, se sia possibile,manipolando questa modalit di risposta, indurre delle variazioni

    nelle funzioni mentali e nei comportamenti che da esse derivano.

    Su queste basi,si sono sviluppate, negli ultimi anni, diverse discipline -o presunte tali - che fanno riferimento allo studio delle basineurofisiologiche che condizionano i processi mentali, in ambiti anchemolto diversi delle scienze umane. Il catalogo,cui fa riferimento appuntoil termine neuromania, lungo, a partire dalla neuro-economia, la neuro-estetica, la neuro-etica, la neuro-pedagogia,la neuro-politica, la neuro-teologia e via elencando.Come accaduto spesso nella storia del pensiero scientifico, lo sviluppodi una tecnica condiziona grandemente la riflessione epistemologica.In fondo, lo studio delle localizzazioni cerebrali data da almeno duesecoli.Niente impediva di parlare delle varie neuro+, come le hannochiamate i due autori, partendo dai dati di localizzazione ottenuti

    studiando i deficit cognitivi causati da lesioni cerebrali focali. stato lo sviluppo delle indagini di neuroimaging e, recentemente,di stimolazione esterna della corteccia cerebrale,a imporre un nuovopossibile paradigma (cos come, in un altro campo, stata la scopertadi una tecnica di amplificazione genica, la polymerase chain reaction,a trasformare radicalmente le possibilit di studio del genoma umano).Il salto metodologico rappresentato dalla possibilit di verificaresperimentalmente cosa avviene nel nostro cervello in risposta a undeterminato stimolo,o in una determinata situazione.Come era prevedibile, la disponibilit diffusa di questi metodi di indagineha portato a un aumento esponenziale degli studi in questo settore,con un meccanismo di induzione legato anche alle disponibilitdi finanziamento (negli Stati Uniti, ma non solo,ci sono stati importantiinvestimenti in questo settore ed chiara la spinta tecnologicae la ricaduta economica che questi studi implicano) e con effetti, anche

    questi ben noti, di replicazione poco originale dei dati (per chi fosseinteressato a questi aspetti, rimandiamo al sito http://spore.swmed.edu/dejavu).Sul piano della qualit metodologica, tuttavia, molto pi importantela verifica, non semplice,dellattendibilit e riproducibilit dei dati

    ottenuti con le tecniche di imaging, che, come accennato, misurano,

    almeno per quanto riguarda la risonanza magnetica, lattivit cerebralein modo indiretto, temporalmente sfasato rispetto allattivazione stessa,e con complesse rielaborazioni statistiche per la definizione dei valorisoglia.A questo si riferisce il salmone del titolo. Da qualche mese,stato messo in rete un articolo,ovviamente provocatorio, sui risultatidella risonanza magnetica effettuata su un salmone morto (!). Intentoprovocatorio, appunto, da parte di un serissimo gruppo di ricercastatunitense, volto a sottolineare la necessit di un severo rigoremetodologico,a parer loro debole o mancante del tutto in una partedelle pubblicazioni di settore.(http//prefrontal.org/files/posters/Bennet-Salmon-2009.pdf).

    Se questo vero per chi pi direttamente coinvolto nella ricercae nello studio dedicato, lo ancora di pi per gli aspetti divulgativi, che

    hanno letteralmente inondato la pubblicistica a larga diffusione, coneccessivi effetti di semplificazione. probabile che molti si siano convintiche le aree disegnate in diversi colori, che ciascuno di noi ha vistoriprodotto accanto a una titolistica di richiamo (scoperta lareadellinnamoramento, cos come, periodicamente, si scopreil gene dellinnamoramento, accanto allimmancabile immagine delladoppia elica del DNA), corrispondano alla realt, colore compreso.Il richiamo a queste esigenze, peraltro proprie a qualsiasi ricercascientifica, ha trovato anche risposta nella messa a punto da partedei neurofisiologi e neurologi della nostra Universit di metodichedi mappaggio e di stimolazione transcranica che rappresentanoraffinate evoluzioni nello studio e nella manipolazione delle attivitcerebrali.Al di l degli aspetti tecnici, il nucleo rilevante delle osservazioni critichesi concentra,di fondo,sul rischio di un eccessivo riduzionismo

    interpretativo e poggia su alcune osservazioni che nel corsodel convegno sono state pi volte ricordate.La prima ancora legata alle condizioni sperimentali alle quali siriferisce la maggior parte degli studi di localizzazione;in particolare,al fatto che lanalisi delle risposte neurofisiologiche si limita, di necessit,a compiti elementari,e in condizioni molto lontane da quelle nelle qualiciascuno di noi agisce normalmente.Un task di scelta economica,ad esempio, rappresenta una funzionementale molto semplice, settorializzata, e non contestualizzabile.In sostanza, necessaria una condivisione chiara,che precedala valutazione neurofisiologica,di quali siano le funzioni mentali rilevantiper la scelta stessa; e questo vale, probabilmente di pi,per gli studineuroetici, neuropolitici e cos via.Come ha sottolineato Carlo Umilt,da qualche anno sono statieffettuati importanti studi sulle basi nervose delle funzioni mentali

    coinvolte nel pensiero matematico, senza che nessuno (almeno,finoad oggi) abbia sentito il bisogno di fondare la neuro-matematica.Proprio partendo dallesempio degli studi in campo neuroeconomico,la seconda sessione del convegno ha voluto affrontare il punto forseora pi controverso (della stessa controversia che riguarda, da tempo,il rapporto tra geni e comportamento). Sono cio stati discussi tuttiquegli elementi, storici,organizzativi, antropologici ed emotivi cheincontestabilmente condizionano, al di l dei meccanismi fisiologiciche ne sono alla base, il comportamento economico individualee di gruppo.Come per ricordare quanto sia rischiosa,e per certi versiparadossale,la tendenza,questa s impetuosa,alladozione di criteriesclusivamente definiti dalle condizioni strutturali del cervellonellinterpretazione delle funzioni mentali e dei comportamentiche ne derivano.Come stato fatto notare, questa tendenza al primato del cervello

    sulla mente, cio di un criterio puramente corporale, si spintaal punto di influenzare settori tradizionalmente lontani dagli ambititradizionali di ricerca, su materie cruciali (ad esempio,sul fine vita).La discussione in plenaria,che ha visto confermata la necessite il positivo ritorno di un lavoro comune e condiviso,ha coinvolto

    Universit

    Sistema

    Interventi

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    7/12

    i due autori insieme ai relatori della giornata e ad altri colleghi di diversediscipline.Volendo tentare una valutazione conclusiva,si potrebbe convenire, inprimo luogo,sulla necessit di un rigore metodologico tanto pinecessario quanto maggiore la rilevanza culturale dei datineurofisiologici presentati alla comunit scientifica e ancor pi offertialla divulgazione mediatica.A fronte degli straordinari progressi nel campo degli studidi localizzazione,e forse proprio per la loro enorme potenzialit,

    crediamo sia importante una interpretazione dei dati ottenuti chenon ceda alla tentazione della spiegazione totalizzante,dellinterpretazione semplificatoria. I sociologi ci hannoricordato quanto fosse scontato,una quarantina di annifa, lantibiologismo del tutto costruzione sociale. probabile che londa lunga della rivincita scientista etecnologica, iniziata con laffermazione di un

    determinismo genetico a tratti estremo e proseguita in questi anni sulversante neurocognitivo,possa e debba essere ricondotta, a sua volta,nellambito pi vasto delle scienze del comportamento.Il fascino esercitato da una nuova tecnologia non una novit,n per chiquella tecnologia utilizza,n per chi,non esperto,ne ascolta e ne leggei risultati. Il fascino della spiegazione ultima altrettanto noto.La fatica del rigore scientifico pi difficile, forse,ma resta una stradaobbligata. In questa prospettiva,ci pare decisivo il confrontomultidisciplinare tra fisiologi e neurologi,filosofi della scienza,psicologi

    cognitivi, sociologi,politologi,storici, linguisti ed economisti chesi occupano dello studio dei complessi meccanismi che regolanoil comportamento umano.

    Neuromania.Il cervello non spiega chi siamo,

    Milano, Universit degli Studi,14 ottobre 2009.

    Universit

    Sistema

    Interventi

    7

    Dalla modellistica molecolareuna nuova strategia antitumoredi Stefano Pieraccini eMaurizio Sironi, Dipartimento di Chimica fisica ed elettrochimica,Universit degli Studi di Milano.

    Ricerca

    Negli ultimi anni la ricerca oncologica ha fatto notevoli progressinellindividuare nuovi bersagli terapeutici e nello sviluppare molecole

    antitumorali sempre pi efficaci e selettive.A questo successo hacontributo notevolmente anche la possibilit, offerta dalla semprecrescente potenza dei calcolatori, di disegnare farmaci cheinterferiscano con la proliferazione e diffusione delle cellule tumoralipartendo dalla conoscenza a livello molecolare dei meccanismi cheregolano il loro comportamento.I risultati di una ricerca sullo sviluppo potenziale di nuovi farmaciantitumorali, interamente svolta allinterno dellUniversit degli Studidi Milano,sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivistaNature Chemistry1.La ricerca stata condotta dalMolecular modeling group di MaurizioSironi e Stefano Pieraccini del Dipartimento di Chimica fisicaed elettrochimica, in collaborazione con il Gruppo di Sintesi organica

    di Giovanna Speranza,del Dipartimento di Chimica organica edindustriale,coadiuvata da Paolo Manitto, Pierangelo Francescatoe da Graziella Cappelletti,del Dipartimento di Biologia.Il lavoro ha coinvolto anche due giovani dottorandi, Giorgio Saladino,per gli aspetti modellistici, e Daniele Cartelli, per quelli biologici.La ricerca ha preso avvio da uno studio computazionale ( in silico)della tubulina, una proteina essenziale per il processo di divisionecellulare,e ha permesso di disegnare al calcolatore peptidicon propriet antimitotiche, ossia capaci di bloccare la proliferazionecellulare e quindi di potenziale interesse per lo sviluppo di nuovi farmaciantitumorali. Le molecole di tubulina, ciascuna delle quali formatada due unit e , si possono associare rapidamente (Fig.1), formandolunghi filamenti che si uniscono formando una sorta di tubo cavo,dettomicrotubulo (da cui deriva appunto il nome della proteina).I microtubuli sono quindi lunghi polimeri rigidi che si estendono

    in tutto il citoplasma regolando numerose funzioni cellulari, tra cuila mitosi,o divisione cellulare.Quando una cellula entra in mitosi,i microtubuli si disassemblano rapidamente,per poi riorganizzarsia formare una struttura caratteristica, il fuso mitotico (Fig. 2), che fungeda binario per i cromosomi che si devono separare nelle due cellule

    figlie.Bloccare lassemblaggio dei microtubuli in questa fase, ovveroimpedire la formazione del fuso mitotico, porta a un rapido arrestodella divisione cellulare.Attualmente,diversi farmaci antitumorali, ad esempio alcuni principiattivi ricavati dalla pianta della vinca, usano proprio questa strategia perbloccare la proliferazione delle cellule tumorali.Purtroppo, tuttavia,le cellule tumorali possono andare incontro a mutazioni che le rendonoresistenti ai farmaci esistenti.Nellarticolo pubblicato su NatureChemistry sono state utilizzate le pi moderne tecniche offertedalla modellistica molecolare per studiare il complesso networkdelle interazioni che si instaurano quando una molecola di tubulinasi avvicina allaltra per formare il microtubulo (Fig. 1).Due molecole di tubulina,avvicinandosi,mettono in comune una vastasuperficie,dellordine di migliaia di Angstrom quadrati.Utilizzandotecniche di dinamica molecolare possibile avere un quadro a livello

    molecolare dei diversi tipi di interazione che si instaurano fra le duemolecole e calcolare il contributo energetico che ciascun residuo(amminoacido) fornisce allinterazione complessiva. stato quindipossibile costruire una mappa dettagliata di tutta la superficiedi interazione fra due molecole di tubulina che evidenziasse la diversaimportanza dei singoli residui (Fig.3).Abbiamo cos scoperto che solo alcune regioni della superficie hannoun ruolo preminente nel legare due tubuline nellatto fondamentaledi formazione del microtubulo.Alcune di queste regioni sono costituite da una sequenza contigua diamminoacidi e quindi suggerivano che, isolate dalla tubulina,potesserodar luogo in modo naturale a dei piccoli peptidi,particolarmenteadatti ad interagire con la tubulina stessa. Lattenzione si era focalizzatain particolare su tre peptidi ritagliati dalla sequenza originale.Seguendo questa strategia, nasceva tuttavia un problema: la sequenza

    in tal modo ottenuta, che ha notevole importanza nel processo

    1 In silico design of tubulin-targeted antimitotic peptides.

    Pieraccini S., Saladino G.,Cappelletti G., Cartelli D.,Francescato P., SperanzaG.,Manitto P., Sironi M., Nature Chemistry, 1, 649 (2009).

    I

    mmag

    ine

    ICP

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    8/12

    di aggregazione quando collocata su una vasta superficie di interazione,avrebbe continuato a conservare la sua affinit per la controparteproteica anche quando si fosse trovata ad agire da sola? Proseguendonellindagine modellistica, si scoperto che solo due delle tre sequenzeconservano effettivamente la capacit di legarsi alla tubulina una voltaisolate dal resto.

    I peptidi cos individuati funzionerebbero quindi come una sorta dinano tappi molecolari. Legandosi alla superficie di una prima molecoladi tubulina questi peptidi impedirebbero a una seconda molecoladi legarsi: questultima infatti troverebbe la superficie gi occupataproprio nei punti cruciali per la formazione del complesso proteina-proteina. In questo modo,i peptidi selezionati sarebbero in gradodi bloccare la crescita dei microtubuli.I peptidi disegnati al calcolatore sono stati quindi sintetizzati in fasesolida e testati in laboratorio. In un sistema semplice,utilizzandotubulina purificata, i due peptidi selezionati hanno dimostrato diinterferire con lassemblaggio dei microtubuli rallentandone la velocitdi polimerizzazione e diminuendo la massa dei polimeri formati.A conferma ulteriore della capacit predittiva delle tecnichecomputazionali, il terzo peptide si invece dimostrato effettivamenteinattivo, confermando quindi lipotesi che la separazione dallambienteproteico incida profondamente sulle sue propriet. Passando ad un

    sistema complesso, rappresentato da cellule isolate da tumorepolmonare umano, i peptidi non hanno deluso le attese. Nonostantela presenza delle numerose molecole intracellulari, che interagendo coni microtubuli ne regolano struttura e funzione, i peptidi in studio hannomantenuto la loro attivit antitubulinica, inducendo la disorganizzazionedella rete dei microtubuli e impedendo alle cellule di proliferare.

    8

    stato in questo modo dimostrato che i peptidi razionalmentedisegnati per impedire alla tubulina di polimerizzare si sono rivelati unefficiente strumento per agire in cellula, non solo come antitubulinicoma anche come antiproliferativo.Poich i peptidi impiegati sonocostituiti da sottosequenze della tubulina stessa, caratterizzate da unaelevata importanza nel ruolo di stabilizzazione, ragionevole ipotizzareche queste molecole siano meno soggette alla perdita di attivit aseguito di mutazioni.Se infatti si producessero mutazioni sulla tubulinanei siti di interazione dei peptidi, riducendo cos la loro attivit, si

    avrebbe contestualmente una tubulina con una minore capacit dipolimerizzare, in quanto i siti di legame dei peptidi sono gli stessi concui interagirebbero le altre molecole di tubulina.Tali mutazioni influenzerebbero presumibilmente la funzione cellularee potrebbero avere esse stesse un effetto antiproliferativo.La scoperta, oggetto di una domanda di brevetto internazionaledepositata dallUniversit degli Studi di Milano,apre la possibilitdi realizzare nuovi composti antitumorali dotati di una strategiainnovativa rispetto a quelle conosciute fino ad ora e in grado diinteragire con siti di legame diversi da quelli degli antitubulinici classici.Il lavoro svolto si colloca nellambito della ricerca di piccole molecolein grado di interferire con le interazioni proteina-proteina: attualmenteuno degli approcci emergenti nello sviluppo di nuovi farmaci.Le tecniche modellistiche impiegate in questo studio sono applicabilia una vasta gamma di sistemi proteici e attualmente la nostra attenzione

    focalizzata sulla proteina FtsZ, lanalogo batterico della tubulinapotenziale target di farmaci antibiotici.

    Molecular modeling groupDipartimento di Chimica fisica ed Eelettrochimicahttp://www.unimi.it.users/sirgroup

    Universit

    Sistema

    Ricerca

    Fig.2. Immagine di cellula in mitosi.Nella fotografiaacquisita al microscopio a fluorescenza sono evidenti

    i microtubuli (in rosso), che costituiscono la struttura

    bipolare del fuso mitotico. I cromosomi (in blu) sono

    allineati allequatore del fuso.

    Fig. 3. Rappresentazione al computer della superficie di interazione fra due molecoledi tubulina: solo le regioni colorate, cio una piccola frazione della superficie di contatto proteina-

    proteina, contribuiscono significativamente alle interazioni fra le due molecole.

    Fig.1.La tubulina formata da due unit, denominate (in giallo) e (in rosso),si aggrega

    formando un microtubulo (in alto), essenziale nel processo di divisione cellulare.

    La modellistica molecolare permette di analizzare in dettaglio le complesse interazioni che

    si instaurano allinterfaccia della proteina (in basso).

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    9/12

    stati silenziati e le corrispondenti linee mutanti diArabidopsis analizzateper la capacit del loro apparato fotosintetico di passare dallo statofunzionale 1 allo stato 2 e viceversa in funzione delle condizioniluminose ambientali.Si potuto in tal modo osservare che la linea mutante di Arabidopsis,priva della fosfatasi TAP38, rimaneva bloccata allo stato funzionale 2indipendentemente dalle condizioni luminose,conseguenza del fattoche i gruppi fosfato aggiunti dalla chinasi STN7 allapparatofotosintetico non erano rimossi.Nello stesso tempo, si anche potuto verificare che altre piante,parimenti private della fosfatasi TAP38 ma coltivate in serra e quindiin condizioni di luminosit per le quali la permanenza della piantanello stato 2 risulta particolarmente funzionale beneficiavanodi unattivit fotosintetica addirittura migliore rispetto alle pianteselvatiche di controllo, come dimostrato anche dalla maggiorproduzione di biomassa.Unosservazione, questultima, particolarmenteinteressante per le ricadute che la conoscenza di questo meccanismo

    molecolare potr avere nel controllo della produttivit dellecoltivazioni in serra.In conclusione,oltre a chiarire importanti dettagli molecolari alla basedella regolazione della fotosintesi, i risultati del lavoro pubblicato suPlos Biology aprono nuove e importanti prospettive peril miglioramento della fotosintesi e della produttivit agricola.Considerando le foglie del tutto simili a dei veri e propri pannelli solari,che assorbono e accumulano lenergia luminosa, la conoscenzadei meccanismi molecolari utilizzati per ottimizzare lassorbimentodella luce potr inoltre essere utile anche per sviluppare in futurotecnologie pi efficienti nellassorbimento e nellaccumulodella radiazione solare.

    1 Role of Plastid Protein Phosphatase TAP38 in LHCII Dephosphorylation

    and Thylakoid Electron Flow.Mathias Pribil,Paolo Pesaresi,Alexander Hertle,Roberto Barbato, Dario LeisterPlos Biology8(1):e1000288. doi:10.1371/journal.pbio.1000288http://www.plosbiology.org/article/info:doi/10.1371/journal.pbio.1000288

    In un lavoro recentemente pubblicato sulla rivista Plos Biology1 tregruppi di ricerca delle Universit degli Studi di Milano,del PiemonteOrientale e della Ludwig Maximilian Universitaet di Monaco hannoidentificato una nuova proteina coinvolta nei meccanismi molecolariche riportano landamento dellapparato fotosintetico delle piantealle condizioni atmosferiche.Attraverso la fotosintesi, le piante assorbono lenergia luminosae la convertono in sostanza organica, essenziale per lalimentazionedi molti organismi che popolano il nostro pianeta.La radiazione luminosa che raggiunge le foglie, tuttavia, soggettaa cambiamenti continui della propria intensit e composizionespettrale,conseguenza questa di molteplici e naturalissimi fattori:le nuvole, il movimento delle foglie indotto dal vento, lalternarsidel giorno e della notte.Per fronteggiare al meglio queste situazioni, le piante hanno sviluppatomeccanismi molecolari che consentono loro di adattare rapidamentelapparato fotosintetico alle diverse condizioni luminose e quindidi ottimizzare lattivit fotosintetica.Numerosi studi svolti in passato hanno dimostrato che, a secondadelle condizioni luminose, lapparato fotosintetico pu assumere duediverse modalit funzionali,definite come stato 1 e stato 2.Nel 2005, lo stesso gruppo di ricerca che ha condotto lo studiopibblicato su Plos Biology,aveva identificato lenzima chinasi STN7responsabile della transizione dallapparato fotosintetico dallo statofunzionale 1 allo stato 2, mediante laggiunta di gruppi fosfatoa una proteina dellapparato fotosintetico deputata allassorbimentodella luce (Nature,2005,437: 1179-1182).In questultimo lavoro,i tre gruppi di ricerca hanno identificatouna nuova proteina, lenzima fosfatasi TAP38,responsabiledi rimuovere i gruppi fosfato e quindi di riportare lapparatofotosintetico allo stato funzionale 1.Il gene codificante la fosfatasi TAP38 stato isolato nella piantamodelloArabidopsis thaliana attraverso un approccio di genomicafunzionale. Dieci geni nucleari, codificanti fosfatasi predette osperimentalmente verificate essere localizzate nel cloroplasto, sono

    Universit

    Sistema

    Ricerca

    Foglie come pannelli solaridiPaolo Pesaresi, Dipartimento di Scienze biomolecolari e biotecnologie,Universit degli Studi di Milano.

    9

    Limmagine mette a confronto la pianta priva della proteina TAP38 (tap38-1) con la pianta selvatica

    di controllo (WT). Si tratta di piante cresciute in serra,dove in genere indotto lo stato 2, pertanto la pianta

    priva della fosfatasi (tap38-1), che bloccata in uno stato 2 amplificato, caratterizzata da migliori capacit

    fotosintetiche, come del resto evidenziato dal maggiore accumulo di biomassa, quasi raddoppiato rispetto

    alla pianta selvatica.

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    10/12

    facilmente accessibile da questa direzione (Fig. 1).In una fase tarda dellabitato, quando un periodo di aridit, che forsecontribu al crollo dellintero sistema terramaricolo, aveva determinatolocalmente labbassamento delle falde e aveva sostanzialmenteprosciugato il fossato,numerosi pozzi vengono aperti sul fondo perraggiungere falde acquifere pi profonde ed ancora alimentate.Essi si addossano particolarmente sul lato esterno verso la campagnae sono collegati ad una serie di vasche e conche che appaiono destinatea veicolare lacqua in questa direzione. curioso osservare chenumerosi pozzi posti al margine esterno del fossato contengono tazzequasi integre che potrebbero avere una destinazione funzionale,ad esempio per attingere acqua e riempire recipienti di maggioridimensioni, ma potrebbero pure costituire modeste offerte rituali, chesi collegano al culto delle acque,ben attestato in tutta let del Bronzo

    europea, in luoghi lontani dallabitato,da spade gettate nei fiumi e darecipienti ceramici posti in grotte sorgive ed in pozzi votivi.

    La scoperta della vasca di Noceto arricchisce notevolmente le nostreconoscenze sul culto delle acque nella civilt terramaricola,ma anchesulle sue capacit tecniche ed organizzative e sulla sua cultura materiale.Innanzi tutto leccellente stato di conservazione a rendere la scopertadi Noceto straordinaria.Le argille perfettamente impermeabili in cuila vasca alloggiata hanno garantito le condizioni anossiche che hannopermesso alla struttura lignea e a tutto il suo contenuto organicodi giungere intatto fino a noi.Quasi mai infatti le opere di carpenteria,che pure dovevano essere comuni nei villaggi terramaricoli, costruitiprincipalmente di legno, si sono conservate e soltanto poche immaginifotografiche hanno testimoniato fino ad oggi le fortunate scoperte

    del XIX secolo.In secondo luogo,di grande rilievo sono le grandi dimensionie larchitettura della vasca,che non ha confronti nellambito dellaProtostoria europea.La costruzione della vasca ha richiesto limpegnodi una notevole forza lavoro, e di approfondite competenze artigianalie conoscenze geotecniche.Alloggiata in una fossa che ha richiesto larimozione di ottocento metri cubi di terreno, stata costruita in modomodulare mediante soltanto quattro tipi di elementi lignei, tuttiaccuratamente lavorati e sfaccettati:250 assi ricavate da alberi secolaridisposte a rivestire le pareti della vasca su di una altezza di quattrometri,26 pali verticali posti a distanze regolari a delimitare unaplanimetria rettangolare di 11 X 6 metri, allo scopo di reggere le assi,

    sostenuti da due reti di travi orizzontaliincrociate ad angolo retto. I pali posti agli spigolidel manufatto, che non sono altrimenti

    sostenuti, vengono trattenuti nella loroposizione da due travi orizzontali, lunghe bentredici metri,che si incrociano al centrodella vasca (Figg. 2 e 3).Le ricerche degli ultimi anni hanno posto in lucela rilevante capacit operativa ed organizzativadelle comunit terramaricole nel realizzareimponenti opere comunitarie,quali larealizzazione dei canali irrigui, dei fossatie dei terrapieni che circondano i villaggi.Ma inquesto caso non pu non stupire laccuratageometria della struttura, frutto di un perfettoprogetto ingegneristico e di una sua attentarealizzazione.Si pensi che non esistono in pratica trucioli

    nellintero riempimento della vasca, vale a direche tutti gli elementi della vasca sono staticostruiti altrove e successivamente trasportatie montati in luogo quasi senza incertezzee ripensamenti.

    Il volume Acqua e Civilt nelle terramare. La vasca votiva di Noceto- che fa parte della Collana Le Vetrine del Sapere, edita da Universitdegli Studi di Milano e Skira - costituisce la prima pubblicazioneorganica - rivolta ad un ampio pubblico - degli scavi e degli studiarcheologici e naturalistici condotti nella vasca votiva di Noceto.Sitratta di uno straordinario manufatto ligneo, venuto in luce a seguito diuna circostanza fortuita tre anni fa in un cantiere edile, in localitTorretta di Noceto, sulla sponda sinistra del Taro, in provincia di Parmae da allora oggetto di ricerche che si svolgono in stretta collaborazionefra Soprintendenza per i Beni Archeologici dellEmilia Romagna,Universit degli Studi di Milano e Comune di Noceto.La scoperta fu inattesa per tutti: per i costruttori, che agivano in unareasenza vincoli archeologici pregressi,ma anche per gli studiosi,cheignoravano presenze archeologiche significative nella zona, avendo

    ormai la Soprintendenza,ovvero lEnte preposto alla tutela,una buonaconoscenza del territorio in questione per quanto riguardadistribuzione e consistenza dei monumenti archeologici.Accurate ricerche darchivio hanno poi permesso di accertare chela vasca lignea si trova nelle immediate vicinanze della terramara diNoceto segnalata dalla letteratura ottocentesca,ma di cui si era persamemoria,perch esaurita dalle cave di terra fertile in essa aperte gi allamet del XIX secolo.Le terramare infatti devono la loro scoperta daparte della nascente ricerca preistorica nellOttocento al fatto che perquasi un secolo vennero utilizzate come cave di terreno fertile riccodi sostanze azotate,usato come concime minerale.Da questo terreno, la terra marna, deriva anche il nome con cui essevengono identificate.

    Le terramare sono i resti archeologici di grandi villaggi delimitatida argine, localizzati nella pianura, in unarea compresa nelle attuali

    province di Piacenza,Modena,Cremona e Mantova, che ancor oggicostituiscono piccole colline artificiali che spiccano sul piatto paesaggiopadano.Tali insediamenti si sono sviluppati tra media e recente etdel Bronzo (dal 1600 al 1150 a.C.) e costituiscono la testimonianzadella pi antica civilt che introdusse per la prima volta lagricolturairrigua in val Padana, nel quadro di un progetto ambiziosodi pianificazione territoriale sistematica.Gi gli studiosi del XIX secolo avevano individuato lo stretto rapportoche intercorre fra i corsi dacqua e gli abitati. Gran parte di questi,classicamente delimitati da una palizzata e da un terrapieno, apparivanocircondati da un fossato,che attraversoun canale veniva alimentato dal vicino corsodacqua.Questa circostanza,ampiamente

    confermata oggi dalle ricerche geomorfologiche,non era dovuta a (o non soltanto) a ragionidifensive, quanto piuttosto alla scelta di utilizzarei villaggi come nodi idraulici per raccogliere eridistribuire la risorsa idrica ai campi circostanti,mediante una fitta rete di canali irrigui(o drenarvi quella in eccesso).Ne buon esempio la Terramara Santa Rosa(Poviglio,Reggio Emilia), che oggetto di scaviarcheologici estensivi da pi di ventanni, i cuimargini sepolti dalle alluvioni del Po conservanointatte le strutture idrauliche risalenti alletdel Bronzo.Queste appaiono particolarmentecomplesse: in un primo tempo nel trattoesplorato, una serie di grandi pozzi aperti lungo

    la recinzione per captare le falde sotterranee iviesistenti riversano le loro acque allinternodel fossato che ha forma asimmetrica,ripidoed inaccessibile verso labitato,dolcementeinclinato verso la campagna circostante e quindi

    10

    Acqua e Civilt nelle terramare.La vasca votiva di NocetodiMauro Cremaschi, Dipartimento di Scienze della terra A.Desio, Universit degli Studi di Milano.

    Universit

    Sistema

    Le Vetrine del Sapere

    Acqua e Civilt nelle terramare. La vasca votivadi Noceto, a cura di Maria Bernab Breae Mauro Cremaschi,Un iversit degli Studi di Milano

    e Skira,2009.

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    11/12

    11

    Ma a quale scopo venne costruita la vasca? Innanzi tutto, acontenere acqua, come indicano inoppugnabilmente i sedimenti che lacolmano.Le sottili lamine graduate (sabbia alla base e limo organico al tetto),alternate a sottili strati di fango organico (gyttja) e di limo sono tipicidellambiente lacustre e dimostrano che la vasca nata ed statamantenuta come un piccolo lago artificiale.La sua posizione innaturale tuttavia - alla sommit di un terrazzo,

    in unarea priva di falde sotterranee, dove pu essere stata alimentatasolo mediante particolari accorgimenti - fanno pensare che la sua finalitesuli dal solo sfruttamento delle risorse idriche.Bisogna poi considerare il materiale contenuto:a differenza della granparte dei depositi archeologici coevi, la vasca di Noceto ha conservatoun numero elevatissimo di manufatti in legno derivanti soprattuttodal mondo agricolo (quattro aratri, due pale - probabili ventilabri - ,manici di asce, panieri e molti altri strumenti dalluso sconosciuto).Vi sono, intercalati alla stratificazione e concentrati nei livelli in cuisono depositati gli altri oggetti, anche centinaia di piccoli rami,provenienti dalla scalvatura del bosco e composti da una ricca varietdi essenze arboree,che sembrano essere stati appositamente gettatiallinterno della vasca.Oltre agli oggetti in legno, sono stati reperiti altri tipi di manufatti, tracui un ricchissimo insieme di recipienti ceramici (pi di 150 esemplari

    integri o ricostruibili),specialmente tazze ed orcioli.Questi oggetti non sono stati gettati alla rinfusa,non costituisconoscarichi di rifiuti e non sono caduti accidentalmente allinternodella vasca,ma sono stati accuratamente distribuiti ed appoggiati,a diverse riprese, lungo i margini della vasca stessa e costituiscono,nellinterpretazione dei curatori del volume (Maria Bernab Breae lo scrivente) vere e proprie offerte votive, che farebbero della vascadi Noceto un singolare manufatto dedicato al culto delle acque. coerente con questa interpretazione la presenza di un numerosignificativo di oggetti fittili miniaturistici,che per lo pi sembrano

    Universit

    Sistema

    Le Vetrine del Saperepertinenti alla ritualit domestica: vasetti,una figurina umana, figurinedi animali, frammenti di ruota. Inoltre,offerte puramente simbolichesembrano costituite da piccoli ciotoli accuratamente scelti perdimensioni,forma e litologia dal vicino greto del Taro e gettati nelle acquedella vasca volontariamente. Infine, come offerte sacrificali potrebberoessere interpretati,a prima vista,anche i resti animali trovati nella vasca,che sembrano lesito della selezione di alcune parti dello scheletro,in particolare i frammenti di cranio.Il legno della struttura e i sedimenti del suo riempimento costituiscono

    inoltre uno straordinario archivio di dati naturalistici (pollini,sedimenti,diatomee,macroresti vegetali, legno,anelli degli alberi),il cui studiomultidisciplinare, solo agli inizi. Gi dai dati pubblicati nel volumetuttavia emergono importanti elementi per ricostruire il paesaggiopadano dellet del Bronzo,caratterizzato da una radicale deforestazionee da una prospera agricoltura,e per valutare il peso che ebberonel modellarlo le azioni contrapposte del clima e delle comunit che visi insediarono.N meno importante la possibilit di pervenire ad una cronologia fine,associando le datazioni radiocarboniche a lunghe seriedendrocronologiche assicurate dai tronchi pluricentenari utilizzatiper la fabbricazione delle assi: in questo modo sar possibile ancorarela traiettoria della civilt terramaricola alla cronologia delle civiltcentroeuropee e mediterranee.Lo scavo archeologico nella vasca votiva di Noceto riprender fra breve;

    resta infatti da porre in luce unaltra vasca sottostante,fino ad oggiinesplorata,di cui si ignora il significato e che potrebbe riservare ulteriorisorprese. prioritario tuttavia assicurare la conservazione e garantirela valorizzazione di una struttura cos significativa e importante: a questofine in corso,a cura della Soprintendenza per i Beni ArcheologicidellEmilia Romagna, il complesso e lungo lavoro di restauro,al terminedel quale la vasca,ricostruita, potr essere offerta alla fruizionedel pubblico in un Museo ad essa dedicato, che il Comune di Noceto stagi realizzando.

    1. I pozzi del fossato nella terramara Santa Rosa di Poviglio.

    2. La rete di travi inferiori nella vasca votiva di Noceto.

    3. Le travi orizzontali sovrapposte al centro della vasca votiva di Noceto.

    1 2

    3

  • 7/25/2019 La Risonanza Del Salmone

    12/12

    Sistema Universit editoda Universit degli Studi di Milano,via Festa del Perdono 7, Milano

    Comitato di redazione:Ilaria Bonomi,Pier Francesco Bortignon,Dario Casati,Paolo Cavallari,Roberto Codella, Alberto Corsini,Maria Elisa DAmico,Roberto Escobar,Marco Ferraguti,Diego Fonda,Marino Regini.

    Presidente del Comitato di redazione:Dario Casati

    Direttore responsabile:Anna De Gaetano

    Responsabile di redazione:Anna Cavagna

    Redazione:Ufficio Stampatel.0250312983

    Progetto grafico:BLZ

    Impaginazione:Adriana Bolzonella

    Stampa:Arti Grafiche Turati,Desio (MI)

    La versione online di Sistema Universit disponibile allindirizzohttp://www.ufficiostampa.unimi.it